MILANO FINANZA 18 Aprile 2014 39 SHIPPING & LOGISTICA Negri, ad di Gip e socio di Moby in Cin, è pronto a mettere insieme una cordata concorrente a quella di Onorato. Per acquistare la quota in mano a Clessidra M&A Guerra su Tirrenia Pagina a cura di Nicola Capuzzo L appunto con il 35%, Gip con il 15% e Shipping Investment con il 10%. Cin nell’estate del 2012 aveva acquistato Tirrenia al prezzo di 380 milioni di euro con una prima tranche di pagamento supportata da un finanziamento da 100 milioni (organizzato da Unicredit e Banca Imi in pool con Mps, Bpm e Banca Popolare di Vicenza) e un aumento di capitale da 37 milioni di euro sottoscritto proporzionalmente dai quattro soci. a vendita di Tirrenia s’infiamma. Vincenzo Onorato, patron di Moby, secondo quanto anticipato da MF-Milano Finanza giovedì scorso, ha trovato la banca (Unicredit) disponibile a concedere una linea di credito da 25 milioni di euro per finanziare l’acquisto della partecipazione del 35% nella holding Cin (Compagnia Italiana di Navigazione) detenuta dal Domanda. Dott. Negri cosa fondo Clessidra, che contestualne pensa della possibilimente uscirebbe anche da Moby tà che il patron di Moby (di cui detiene il 32%). Ma l’idea si compri la quota di del controllo di Tirrenia in mano Clessidra in Tirrenia? a Moby (che oggi già detiene il 40% di Cin) non piace a molti e Luigi Negri, amministratore delegato di Gip (Gruppo Investimenti Portuali), azionista a sua volta di Cin al 15%, a MF Shipping & Logistica dice: «Se necessario, come Gip siamo anche disponibili a lavorare per mettere in piedi una cordata con altri partner industriali». Per inquadrare meglio la Luigi faccenda, va ricordato che Negri l’operazione allo studio di Onorato con Unicredit sarebbe soggetta a due condizioni: la partecipazione di altre banche al prestito sindacato e il via libera dell’Autorità Antitrust. Proprio Risposta. Penso che Tirrenia l’Authority guidata da Giovanni negli ultimi due anni sia stata Pitruzzella, però, già a maggio una brutta storia. Se Onorato del 2012 quando Onorato era raggiungerà il 75% della socierimasto unico pretendente per tà, potrà fare quello che vuole Tirrenia, aveva espresso pa- sul mercato, soprattutto sui rere contrario a un’eventuale collegamenti marittimi con la cessione definendo l’operazio- Sardegna. Per quasi due anne «suscettibile di costituire ni abbiamo fatto battaglie una posizione dominante in inenarrabili per tenere indipencapo a Cin». Un ostacolo su- denti Tirrenia e Moby, mentre perato con l’ingresso nella Onorato chiedeva di mettere in compagine azionaria di al- atto sinergie fra le due compatri tre azionisti: Clessidra gnie di navigazione. Shopping per Marnavi e Augustea P er l’armamento italiano si chiude un’altra settimana di grandi affari. Il più attivo è stato Domenico Ievoli che con la sua Marnavi continua a investire nel business delle navi appoggio per l’industria petrolifera offshore. L’armatore partenopeo conferma infatti a MF Shipping & Logistica: «Il nostro programma di sviluppo nell’offshore si arricchisce con due nuove costruzioni. La prima è una PSV (Platform Supply Vessel) da 5.000 tonnellate di portata del valore di 43 milioni di euro con consegna prevista tra fine 2014 e inizio 2015 mentre la seconda è una PSV da 4.300 tonnellate di portata da 29 milioni di euro che arriverà pochi mesi dopo. Oltre a queste due unità abbiamo anche un’opzione esercitabile entro fine anno per una terza nave appoggio da 4.300 tonnellate». Nelle scorse settimane Marnavi aveva ceduto un altro PSV recentemente costruito in Turchia alla Topaz Energy and Marine di Dubai che impiegherà il mezzo (già ribattezzato Caspian Voyager) nel Mar Caspio. Sempre nel mercato offshore, inoltre, proseguono le negoziazioni tra Finarge (gruppo Rimorchiatori Riuniti) e il cantiere sudcoreano SPP Shipbuilding per concordare i tempi di consegna del secondo Anchor Handling Tug Supply Vessel ordinato nei giorni scorsi. Si tratta, più precisamente, dell’esercizio di un’opzione e il valore dell’investimento si aggira intorno ai 50 milioni di euro. Nel comparto dry bulk (trasporto marittimo di rinfuse secche) verrà finalizzato a breve da parte di Heron Ventures (società partecipata da Augustea, Bunge, York Limited e Oceanbulk Shipping) l’acquisto del ramo dry bulk di Deiulemar Shipping (12 navi e il personale) al prezzo di 82,5 milioni di euro. Nei giorni scorsi è stato infatti accordato da parte di CIT Bank, attraverso la controllata CIT Maritime Finance, una linea di credito da 95,2 milioni di dollari (quasi 67 milioni di euro) per questa operazione. Secondo indiscrezioni, sempre Augustea è apparsa questa settimana come il possibile compratore (per 22 milioni di dollari) della Panamax bulk carrier Maria, costruzione giapponese del 2003 da 76.000 tonnellate di portata. Questa operazione non è stata però confermata dalla società. Movimenti in uscita si registrano invece per la flotta della società monegasca Shamrock Maritime (guidata da Paolo Mondini, Luigi e Giuseppe Pratolongo) che starebbe cedendo ad acquirenti greci la nave Matisse per 23,5 milioni di dollari. Altra cessione portata a termine è stata quella della nave Romea di Giovanni Visentini, una bulk carrier del 1995 passata a una società greca per circa 8 milioni di dollari. D. Lei non crede a queste possibili sinergie? R. Consideri che Moby è attualmente il maggior concorrente di Tirrenia sulle rotte per la Sardegna. Sinergie significa vantaggi per Moby e svantaggi per Tirrenia, che è un’azienda bloccata, con dei precisi vincoli imposti dalla convenzione pubblica per la continuità territoriale marittima. I contributi (oltre 72 milioni di euro annui, ndr) vengono erogati per garantire rotte marittime che altrimenti, soprattutto in inverno, non sarebbero remunerative. Non per alleviare i debiti di Moby. per i servizi con la Sardegna e Tirrenia si è immediatamente adeguata abbassando anch’essa i prezzi. Questo succede finché le aziende si fanno concorrenza. Lei crede che un domani Onorato, se fosse proprietario delle due società offrirebbe comunque sconti, rinunciando a entrate certe per le aziende che controlla? Se il disegno di Onorato andasse in porto, si rischierebbe in pratica che il 95% dei collegamenti via mare con la Sardegna facciano capo a un unico operatore, anche se camuffato da due società distinte, Tirrenia e Moby. D. Adesso invece la concorrenza sta funzionando? R. Le faccio un esempio: nei giorni scorsi Moby ha promosso forti sconti sulle tariffe D. Lei quindi cosa chiede? R. Chiedo che sulla questione intervenga lo Stato, in particolare il Ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, ma anche la Regione Sardegna e l’Antitrust. Perché non dimentichiamoci che Tirrenia oggi è ancora pubblica. Circa 240 dei 380 milioni di euro del prezzo d’acquisto sono debiti con lo Stato. Dopo aver faticato tanto per tenere Tirrenia e Moby distinte, concedere ora la creazione di un monopolio non va bene. D. Ha in mente qualche soluzione alternativa? R. Esistono diverse soluzioni differenti. Se necessario come Gip siamo anche disponibili a lavorare per mettere in piedi una cordata con altri partner industriali che non solleverebbero da parte dell’Antitrust problemi legati a possibili abusi di posizione dominante sul mercato. (riproduzione riservata) MILANO FINANZA 40 18 Aprile 2014 SHIPPING & LOGISTICA In Italia, nonostante Il Paese abbia ottenuto finanziamenti europei per 4,5 mld per sviluppare l’intermodalità, domina ancora il trasporto su strada. Intanto la Ue vuole maggiore liberalizzazione TRASPORTI Pagina a cura di Nicola Capuzzo L a Commissione Europea ha dato i voti agli Stati membri per come funziona l’industria dei trasporti all’interno dei proprio confini. La pagella è stilata in base alle modalità di trasporto prevalenti (stradale, ferroviaria, aerea e fluviale) e secondo altri parametri come la regolamentazione e l’accesso al mercato, infrastrutture, impatto ambientale, sicurezza, recepimento della legislazione Ue, logistica, innovazione e ricerca. L’Italia figura al 20° posto (su 28 nazioni) e, secondo una nota della Commissione Ue, è «tra i Paesi con la percentuale più alta di linee ferroviarie elettrificate», ma «ha il più basso tasso di recepimento delle direttive comunitarie di trasporto e un certo numero di casi di infrazione in corso». I Paesi Bassi e la Germania registrano i risultati migliori, seguiti da Svezia, Regno Unito e Danimarca. Per l’Italia, inoltre, viene evidenziata una spesa pro capite per i trasporti di 2.000 euro, mentre si è vista concedere, nel periodo 2007-2013, oltre 4,5 miliardi di euro di finanziamenti comunitari per favorire l’intermodalità. Ciò nonostante, lungo lo Stivale continua a regnare il trasporto su gomma (oltre il 75%) sia per il trasferimento delle persone sia delle merci. Il commissario europeo ai trasporti, Siim Kallas, ha presentato una relazione sull’autotrasporto continentale, sottolineando che questa modalità di trasporto pesa per il 72% sul totale delle merci che viaggiano via terra. In Europa operano circa 600 mila aziende che impiegano 3 milioni di addetti e fatturano 300 miliardi di euro l’anno (pari al 2% del Pil comunitario). La maggior parte dei viaggi dei camion, ossia il 67%, avviene all’interno dei confini nazionali e Bruxelles sottolinea infatti che «l’accesso da parte di trasportatori stranieri ai mercati nazionali continua a essere molto limitato». Il rapporto di Kallas pone l’accento anche sull’elevata percentuale di viaggi a vuoto, stimata nel La gomma regna sovrana COME SI MUOVONO LE MERCI VIA TERRA Ferrovie Strada Area: 301.300 km2 Spesa pro capite per trasporto: 2.000 € Oleodotti Finanziamento Ue per trasporto 2007-2013: 4,5 miliardi di € GRAFICA MF-MILANO FINANZA Genova e Trieste investono sulla ferrovia li scali marittimi di Genova e Trieste punG tano forte sul trasporto intermodale per aumentare i traffici. Nello scalo giuliano il comitato portuale ha dato via libera a Green Bridge, il progetto di Samer Seaports & Terminals srl relativo alla costruzione di una piattaforma ferroviaria di scambio intermodale mare-ferrovia che consentirà di trasferire il 100% dei mezzi pesanti provenienti dalla Turchia su rotaia. Marina Monassi, presidente della locale Port Authority ha detto: «L’investimento del terminalista sarà di 8 milioni di euro e consentirà di spostare 150 mila camion dalla strada alla ferrovia». A conferma della spinta intermodale del porto, la finanziaria regionale Frulia è anche entrata con un 16,67% nell’Europa Multipurpose Terminal, la società terminalistica concessionaria del Molo VI di Trieste. EMT da srl è diventata spa e Frulia ha sottoscritto con 1 milione di euro l’aumento di capitale sociale passato da 1 a 6 milioni. Anche a Genova l’Autorità Portuale ha posto l’obiettivo di spostare il 40% del traffico container su ferrovia. A questo fine il comitato portuale ha approvato un piano di interventi da 50 milioni che è stato inviato al Ministero dei Trasporti per la richiesta di finanziamento nell’ambito del decreto «Destinazione Italia». Le opere, alcune già partite, riguarderanno soprattutto il bacino portuale di Sampierdarena e quello di Voltri. Quest’ultimo intervento verrà effettuato in collaborazione con RFI e porterà il Voltri Terminal Europa da una capacità di 11 treni coppie/giorno a 24 treni coppie/giorno potendo «lavorare» treni da almeno 24 carri e con coefficiente di carico medio di 56 TEU per treno. Assagenti e Spediporto battono Antitrust espingendo l’appello presentato dall’Antitrust, R il Consiglio di Stato ha messo la parola fine alla vicenda giudiziaria sui diritti fissi, per i quali erano state sanzionate per complessivi 4 milioni di euro le associazioni di categoria genovesi degli agenti marittimi (Assagenti), degli spedizionieri (Spediporto) e 15 agenzie marittime. «Già la sentenza del Tar del Lazio aveva lasciato pochi dubbi sulla legittimità degli accordi in questione, accogliendo tutte le motivazioni presentate dai nostri difensori e rimproverando l’Agcm di aver “deliberatamente confuso una proposta di accordo con un risultato acquisito al solo scopo di colorare di illiceità una fattispecie che, altrimenti, sarebbe stata del tutto irrilevante ai fini del diritto della concorrenza”» ha spiegato Gian Enzo Duci, presidente Assagenti. Giampaolo Botta, direttore generale di Spediporto, ha aggiunto: «La sentenza del Tar del Lazio e la pronuncia del Consiglio di Stato, rigettano definitivamente l’impianto accusatorio dell’Antitrust, frutto di un’istruttoria superficiale tesa a confermare, senza averle approfondite e verificate, le confessioni di Maersk Italia. Ora le due associazioni stanno ragionando su una possibile azione legale contro Maersk per i danni d’immagine causati». Anche Assagenti potrebbe chiedere a Maersk Italia i mancati versamenti ad Assagenti sui diritti fissi riscossi quando la società faceva parte di Assagenti (circa 150 mila euro). I diritti fissi dovuti per la compilazione dei documenti di trasporto ora sono lasciati alla libera contrattazione e, conclude Duci, «probabilmente non verranno reintrodotti perché oggi tutta la documentazione viene compilata in via telematica». 20% sul totale degli spostamenti dei camion comunitari e al 25% nei trasporti nazionali. In pratica circolano ogni giorno sulle strade dell’Ue quasi 250 mila autocarri vuoti. Bruxelles propone dunque una maggiore liberalizzazione soprattutto per il cabotaggio: «Aprire i mercati nazionali dell’autotrasporto alla concorrenza consentirebbe di ridurre i viaggi a vuoto e di migliorare l’efficienza del settore. Il costo delle restrizioni residue in materia di cabotaggio è di circa 50 milioni di euro l’anno». La relazione arriva ad auspicare l’eliminazione delle restrizioni al cabotaggio terrestre, che ridurrebbe i viaggi a vuoto e permetterebbe di «ottimizzare la gestione della flotta, aumentando in tal modo l’efficienza logistica globale». In Italia anche le autostrade del mare non hanno sortito gli effetti sperati: la scarsità di terminal dedicati alla movimentazione di rotabili, una reale integrazione tra operatori e una più equilibrata distribuzione dei sussidi, hanno impedito un pieno sviluppo delle linee marittime. A dirlo è il rapporto «Autostrade del mare 2.0», elaborato da Isfort e presentato da Confcommercio e Fedarlinea che spiega: «Se si considerano i fondi erogati con l’Ecobonus (oltre 200 milioni di euro già distribuiti, altri 34 in corso di erogazione per l’anno 2011) e l’effettivo utilizzo che ne è stato fatto, l’obiettivo del trasferimento dei camion dalla strada al mare è stato colto solo in parte. Secondo Rete Autostrade Mediterranee spa, l’impatto di tale provvedimento si attesta intorno al 5% di traffico trasferito». Ogni anno in Italia si muovono 700 mila camion che trasportano 12 milioni di tonnellate di merci: riuscire a imbarcarli consentirebbe di evitare 8 mila km di code sulle strade, di ridurre le emissioni di CO2 di 400 tonnellate l’anno e il consumo di gasolio di 200 milioni di litri l’anno. (riproduzione riservata) Il trasporto del futuro! Luca, responsabile logistico. Gliene sono appena scappati 33.000 Incredibile: è successo proprio a lui, che in azienda è il migliore. Se solo avesse saputo che con un tender poteva raggiungere 33.000 trasportatori verificati! Non fare come lui: prova la piattaforma europea per tender di trasporto TC eBid®. N° Verde +800 10 20 30 90 Fallo subito: prova gratis TC eBid® senza limitazioni. Chiama il (gratis da rete fissa)* o scaricalo direttamente dal sito www.timocom.it
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