Trento l'Adige DATA: 28 GIUGNO 2014 TESTATA: L’ADIGE INDUSTRIA sabato 28 giugno 2014 21 PAGINA: 21 Entro settembre si chiude la produzione, a dicembre La Provincia sta per introitare i 3 milioni che l’azienda saranno riconsegnate le chiavi dei cancelli. Molti aveva concordato di versare per riqualificare i dipendenti lavoratori hanno partecipato ai corsi professionalizzanti e per dare la «caccia ai sostituti» per il sito produttivo Whirlpool un anno dopo lo shock LUCA NAVE Un anno è passato da quando, il 28 giugno 2013, sui lavoratori piombò la notizia della chiusura dello stabilimento Whirlpool. Sono pochi i dipendenti che ancora lavorano, tra produzione e amministrazione. Circa 220 - 230 persone restano occupate, ma il senso di vuoto è acuito dal fatto che molti sono in ferie. Tra questi, tanti non rientreranno più e, per tutti, settembre è il mese in cui cesserà la produzione, dicembre quello in cui la dittà riconsegnerà le chiavi dello stabilimento alla Provincia, che ne è proprietaria. Tra chi è ancora al lavoro c’è Lorena Gottardi, dipendente e componente della segreteria della Fim. «Sono già passati 12 mesi. Fim Cisl, Fiom Cgil e Uilm Uil, dopo una trattativa intensa e vissuta con costanza, rabbia e determinazione, hanno siglato un accordo che disciplinava la chiusura progressiva. Uscite incentivate, integrazione alla mobilità, mancato preavviso, incentivo all’esodo, uscite volontarie con un incentivo molto interessante anche per i giovani: un buon paracadute, un sostegno importante. I sindacati hanno siglato con Provincia e Whirlpool un’intesa sulla reindustrializzazione del sito e sulla riqualificazione dei lavoratori. I vertici di Whirlpool hanno dichiarato che la qualità e la trasparenza delle relazioni hanno permesso di raggiungere questo accordo senza precedenti, Ultime settimane di lavoro allo stabilimento Whirlpool.L’assessore provinciale Olivi è fiducioso nella riqualificazione che rispecchia il senso di responsabilità del gruppo verso la comunità. Bisogna mettere in evidenza - sottolinea ancora la sindacalista - l’impegno dei lavoratori, che hanno ripreso subito a lavorare. Ora c’è una grande tristezza. Però la riconversione dello stabilimento e la riqualificazione dei dipendenti non sono concetti banali. Un anno è passato tra accordi, inte- se, trattative, assemblee, discussioni e molte lacrime». Gottardi, anche ieri, era in azienda. «Lo stabilimento è quasi vuoto, una desolazione. I corsi sono stati portati avanti, i primi che li hanno frequentati hanno anche sostenuto gli esami di fine percorso e sono andati piuttosto bene: è una novità assoluta, a livello nazionale, lo sforzo che coinvolge tutta la forza lavoro. Qualcuno ha trovato nuova occupazione, qualcuno è rimasto, magari anche per scelta, per esserci fino alla fine». Quanto a possibili subentri di nuovi imprenditori: «Si vede qualche movimento, ma tutto si svolge con grande riservatezza». Rispetto ai prossimi appuntamenti: «Martedì incontreremo l’azienda, con cui faremo il punto, soprattutto sui corsi. L’ASSESSORE Alessandro Olivi «La riconversione è possibile» Chi sia, quando potrebbe entrare, se sia un soggetto capace di rilevare l’intero sito oppure se si tratti di aziende interessate a porzioni dello stabilimento: sono tutte domande senza risposta. L’interesse a rilevare la Whirlpool, però, pare esserci: ne è certo l’assessore provinciale allo sviluppo economico Alessandro Olivi. «Abbiamo attivato una rete di rapporti per promuovere non tanto il sito in quanto immobile, quanto il sistema Trentino e la sua capacità di sostenere un progetto industriale. Abbiamo proposte su cui devo mantenere riservatezza; ci sono soggetti seri e anche qualche curioso e qualche millantatore, ma questo era prevedibile». I punti qualificanti. «Siamo ente pubblico e l’avere la proprietà dal sito è un valore aggiunto: la Provincia non intende certo speculare. Tuttavia, chi crede che i vantaggi si risolvano in questo è rimasto indietro. C’è un concorso di fattori, tra cui il sostegno a ricerca e innovazione, un sistema fiscale con l’azzeramento dell’Irap per 5 anni a favore di chi avvia un’attività dando continuità a una situazione preesistente, l’essere in un punto che collega il nord Europa e la presenza di un binario ferroviario dedicato». Inoltre: «In questi giorni stiamo attuando il contratto che porterà a incassare i 3 milioni che furono richiesti a Whirlpool per facilitare la riconversione: serviranno per la formazione e per premiare chi si occupa di trovare i contatti decisivi per il subentro». Lo stabilimento è ampio e non è detto che venga riassegnato come blocco unico. «Il modello industriale della grande fabbrica non è facilmente ripetibile, anche se non è da escludere, visti anche alcuni dei soggetti che ci hanno contattato, ma si può anche procedere con assegnazioni modulari. Preciso poi che la politica ha la regia di questa fase, ma non deve essere sola: la sfida coinvolge tutto il sistema trentino: imprese, categorie, ricerca, le proposte possono e devono venire da tutti». Non ci aspettiamo grandi novità rispetto a quanto già stabilito». Anche Luciano Remorini, di Fim Cisl, ha comunicato alcune note. «Rivivo oggi quei momenti difficili. A un anno di tempo, in fabbrica si respira il silenzio, ci si rende conto di ciò che è stato scritto 12 mesi fa. Tanti sono già in cassa integrazione ma per chi è rimasto diventa buio: si spengono anche le ultime luci di speranza che qualcosa possa tornare indietro, che qualcuno dica “ci siamo sbagliati e vi abbiamo preso in giro”. Continua la ricerca per la riconversione del sito, continuano gli impegni formativi. Sono fiducioso che rinasceremo da questa disavventura, che utilizzeremo la vicenda Whirlpool come punto di ripartenza». G4062601 In azienda restano poco più di 200 lavoratori Molti non rientreranno dopo le ferie estive Copia di b9ccb9a79d65f3c56f205a7a95adec0a ■ e-mail: [email protected] Economia TRENTINO SABATO 28 GIUGNO 2014 10 » Fondo strategico: Isa preferisce di no L’ISTITUTO ATESINO DI SVILUPPO I NUMERI Tononi: investire nelle imprese regionali è il nostro mestiere. Utile 2013 a 4,3 milioni.In cda Ilaria Vescovi e Manuela Zanoni ◗ TRENTO Già da ieri gli azionisti di Isa potevano incassare 4,8 centesimi per azione per un monte dividendi complessivo di 3,79 milioni di euro. Lo aveva deliberato in mattinata l'assemblea che s'è tenuta nella nuova sede delle Albere dopo l'approvazione del bilancio 2013, chiuso con un utile netto di 4,39 milioni. «È stata confermata la tradizionale ripartizione: l'80% circa del risultato ai soci, il 20% al patrimonio che cresce lentamente, ma costantemente», commenta Massimo Tononi, mettendo in evidenza «i buoni risultati ottenuti, malgrado il perdurare di una congiuntura economica incerta». Rinnovato parzialmente il consiglio d'amministrazione: escono Mario Marangoni ed Enrico Zobele ed entrano Ilaria Vescovi e Manuela Zanoni, imprenditrici presenti nel cda di Itas, la prima, e nel comitato d'indirizzo di Fondazione Caritro, la seconda. Confermati negli incarichi il presidente Tononi e l'amministratore delegato Giorgio Franceschi, mentre al vice presidente Cesare Chierzi è subentrato Giovanni Pegoretti. Tornando al bilancio, il presidente dell'Istituto Atesino di Sviluppo e con lui l'amministratore delegato, hanno chiuso «in modo soddisfacente» un anno - in effetti un intero periodo - complicato. «Luci ed ombre, è lo scenario tipico di una finanziaria» si è limitato a dire Tononi, riferendo i dati essenziali dell'ultimo esercizio. Con attività totali per 211 milioni, Isa ha potuto contare sulle eccezionali plusvalenze di fortunate operazioni come Moncler, sulla tenuta di gran parte del portafoglio che ha garantito ricavi da partecipazioni per 13,8 milioni, nonché su 2,9 milioni derivanti da operazioni finanziarie; dall'altra il consiglio d'amministrazione ha operato ro- Giorgio Franceschi e Massimo Tononi ieri in conferenza stampa IL QUARTIERE DI RENZO PIANO Le Albere vanno in affitto: troppi gli appartamenti vuoti ◗ TRENTO La nuova sede alle Albere dell’Istituto Atesino di Sviluppo (foto Panato) buste svalutazioni, l'ultima delle quali su Mittel, partecipazione “storica”, il cui valore è stato tagliato di oltre 8 milioni. «È una società quotata e nel corso degli anni il valore dell'azione, dai 2,78 euro iniziali, è molto diminuito» è stata la spiegazione. C'entrano le tensioni sul titolo dopo voci di vendita della quota Tassara? Risposta secca: «Lo abbiamo riportato ai valori di mercato per prudenza e realismo. Nessun'altra interpretazione è fondata». Luci ed ombre, che si alternano in un campo d'azione «che non intende precludersi alcuna opportunità». Dagli investimenti nel settore bancario, all'immobiliare, all'industriale. Dalle società quotate DATA: 28 GIUGNO 2014 (il 20%) alle non quotate. «Metà del portafoglio è affidato a partecipazioni in società regionali, quota che sale al 60% se si considera il loro valore di carico» ricorda Tononi, confermando la prospettiva “territoriale” della finanziaria «interessata a sostenere le imprese legate alla regione ed alle aree vicine». Dove ai nomi noti di Dolomiti Energia, Seac, Famatec, si sono aggiunte iniziative di “frontiera” legate all'utilizzo delle gallerie di miniera della Tassullo spa come magazzini per la conservazione delle mele e per la collocazione di data center, oppure il sostegno alla bresciana InBre, impresa attiva nelle energie rinnovabili, che nelle prossime settimane si quoterà nella sezione Aim della Borsa di Milano. Un orientamento che ha indotto il costituendo Fondo strategico territoriale, sostenuto dagli enti pubblici regionali, a sollecitare la partecipazione di Isa. «Non abbiamo ancora preso alcuna decisione» replica Tononi «sino ad oggi Isa si è mossa nelle medesima logica ipotizzata per il Fondo: sostenere le iniziative territoriali. L'iniziativa pubblica è certamente apprezzabile, ma la nostra propensione è per l'investimento diretto. Del resto abbiamo risorse interne sufficienti per valutare le opportunità». Risposta diplomatica, ma chiara: grazie no, con il nostro 60% di impieghi in regione preferiamo fare da soli. TESTATA: TRENTINO «Il bilancio è solido e soddisfacente». Così si ripete al quarto piano della nuova sede Isa, in viale Adriano Olivetti, al centro delle Albere di Renzo Piano. Bella vista, ma poca vita. È il pensiero fisso di Giorgio Franceschi che ad un anno dall'inaugurazione del quartiere segue con «preoccupazione, ma senza angoscia» l'evoluzione dell'investimento nel Fondo Clesio sostenuto in gran parte da Isa. «Per l'edilizia e l'immobiliare sono anni duri, per tutti. Le Albere non fanno eccezione. Sino ad oggi è stato venduto il 40% del costruito all'ente pubblico o a clienti istituzionali: Muse, Itas, la nostra sede... È fermo, invece il mercato residenziale. Le vendite coprono solo il 7% delle metrature a disposizione». Poco, per 300 appartamenti che, se non sono abitati, deprimono anche il mercato delle superfici commerciali. «Castello sgr, la società di gestione, ora ha deciso di non puntare solo sulla vendita, ma di destinare una quota di im- PAGINA: 10 Whirlpool, un anno dal triste annuncio La testimonianza di una lavoratrice: «Lacrime amare per chi amava questo stabilimento» ◗ TRENTO L’ingresso della Whirlpool «Sono già passati 12 mesi da quel 28 giugno 2013. Vi chiederete cosa sia successo in quel giorno: il 28 giugno 2013 Whirlpool dà l’annuncio della chiusura dello stabilimento di Trento». Inizia così la testimonianza di Lorena Gottardi, componente della segreteria della Fim del Trentino e dipendente Whirlpool, a un anno esatto dal terribile annuncio della chiusura dello stabilimento trentino della Whirlpool. «Fim Cisl, Fiom Cgil e Uilm Uil, dopo una trattativa intensa e vis- suta con costanza, rabbia e determinazione, hanno siglato con Whirlpool un accordo che disciplina la chiusura progressiva delle linee produttive e la conseguente uscita dei lavoratori. Uscite incentivate. Integrazione alla mobilità, mancato preavviso, incentivo all’esodo (basato su anzianità aziendale, carichi famigliari). Uscite volontarie con un incentivo molto interessante anche per i giovani. Un buon paracadute. Un sostegno importante. I sindacati hanno siglato inoltre con la Provincia e Whirlpool un’intesa importante ri- mobili, tra il 25 e il 30%, alla locazione» annuncia Franceschi «la commercializzazione è stata affidata ad un agente, Roberto Pedroncelli». Non è che il cambio di strategia finirà per aprire il “quartiere vip” all'edilizia popolare con conseguente deprezzamento degli immobili? «Escludo con decisione l'ipotesi» è la replica. «Non credo che l'Itea sia interlocutore di questa iniziativa». Non ci sono solamente le Albere tra i pensieri di Franceschi. Anche i residui impieghi verso la Cantina LaVis sono un cruccio. Pure in questo caso l'ad ostenta fiducia: «È vero, l'azienda è gravata da un debito pesante, ma i numeri sottostanti e la gestione sono positivi e indicano la strada per il rilancio. E poi» conclude «ho la massima stima per l'amministratore Marco Zanoni. Numeri e gestione adeguati: sono le due cose che contano. Il resto sono polemiche sterili». Come ha preso la candidatura alla “tonca” vigiliana di Isa e delle Albere? «Anche Renzo Piano è stato toncato ed è stato nominato senatore a vita. È di buon augurio, mi pare...». guardo alla reindustrializzazione del sito e la riqualificazione dei lavoratori. Questo è stato un atto formale a seguito di un accordo precedente, nel quale sono state tracciate le linee guida d’intervento su tutti gli aspetti connessi alla chiusura dello stabilimento. In particolare il documento sancisce l’impegno concreto di Whirlpool a sostenere ed accompagnare la Provincia nel percorso di reindustrializzazione, con la prospettiva di assicurare maggiore serenità ai lavoratori e al territorio nell’affrontare il futuro. I vertici di Whirlpool hanno dichiarato come “la qualità e la trasparenza delle relazioni tra Azienda, Organizzazioni Sindacali e Provincia hanno permesso di raggiungere questo accordo senza precedenti, che rispecchia il senso di responsabilità del Gruppo verso le comunità dove opera.” Bisogna mettere in evidenza il grande senso di responsabilità dei lavoratori, che con grande dignità e senso del dovere hanno ripreso subito a lavorare, a produrre nonostante questa pesante spada sopra la testa. Siamo di fronte ad una chiusura. Molti di voi possono comprendere lo stato d’animo di questi lavoratori. Una grande tristezza, non rassegnazione, proprio tristezza. Il ritrovarsi come senza la terra sotto i piedi e non saper cosa fare e come guardare avanti. Il ritrovarsi senza una casa. Per molti lavoratori questo stabilimento è/era una seconda casa. È stato un anno difficile per questi lavoratori, per le loro famiglie, per tutto l’indotto. Un anno nel quale ci sono stati accordi, intese, trattative, assemblee, discussioni, ma anche molte lacrime. Lacrime amare per chi ama/amava questo stabilimento. I cancelli si chiuderanno definitivamente il 31 dicembre 2014. Altra data che non verrà dimenticata».
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