Spese e sprechi delle Regioni NON È UN DELITTO TAGLIARE DEL 2% di Sergio Rizzo acciamo davvero fatica, e tanta, a comprendere il lamento delle Regioni dopo che il governo di Matteo Renzi ha chiesto loro di tagliare 4 miliardi. Il sacrificio equivale a circa il 2 per cento di una spesa pubblica regionale che da quando nel 2001 è stato approvato il nuovo Titolo V della Costituzione è andata letteralmente in orbita. In un solo decennio la crescita reale, depurata cioè dell'inflazione, è stata di oltre il 45 per cento. Con una qualità dei servizi che certo non ha seguito lo stesso andamento. I presidenti delle Regioni minacciano ripercussioni sulla Sanità. Argomento cui si ricorre spesso quando viene paventato un giro di vite, nella speranza di conquistare il sostegno dei cittadini. I quali però avrebbero anche diritto di conoscere le cifre. Nel 2000, prima dell'entrata in vigore del famoso Titolo V che ha esteso in modo scriteriato le autonomie regionali, la spesa sanitaria era di poco superiore a 70 miliardi. Nel 2015 ammonterà invece a 112 miliardi. L'aumento monetario è del 60 per cento, che si traduce in un progresso reale del 22 per cento. Si potrà giustamente sostenere che in quindici anni sono cambiate molte cose: la F vita media si è allungata e la popolazione è più anziana. Per giunta, la Sanità italiana è considerata fra le migliori d'Europa, al netto delle grandi differenze territoriali al suo interno che si traducono in un abisso del diritto fondamentale alla salute tra il Nord e il Sud: altro effetto inaccettabile del nostro regionalismo. Resta il fatto che nel 2000 la spesa sanitaria prò capite era di 1.215 euro e oggi è di 1.941, con un aumento monetario del 59,7 per cento e reale del 26,7. La differenza di qualità del servizio è tale da giustificarlo? Con un documento di qualche settimana fa il presidente della Regione Lazio Nicola Zingaretti ha spiegato che in un anno è riuscito a ridurre di 181 milioni la bolletta sanitaria senza colpo ferire: solo razionalizzando acquisti e spesa farmaceutica. Dal canto suo la Consip, la società statale che gestisce gli acquisti della pubblica amministrazione, ha fatto risparmiare 100 milioni su 320 soltanto con la fornitura centralizzata delle strisce per la misurazione della glicemia, comprate a un prezzo unitario di 19 centesimi mentre prima si andava da un minimo di 45 centesimi a un massimo di un euro e 10. Tanto basta per far capire quanto grasso ci sia ancora nei conti della Sanità. continua a pagina 9 Primo piano I La manovra Le spese e gli organici lievitati di venti piccoli Stati indipendenti Con l'aumento dei poteri delle Regioni la spesa sanitaria è salita del 22% L'analisi Ma il grasso della Sanità è niente rispetto al resto, n fatto è che la riforma del Titolo V ha scatenato un terremoto molto più dirompente di quanto non SEGUE DALLA PRIMA fosse prevedibile a causa della maggiore autonomia concessa alle Regioni. Queste hanno cominciato subito a comportarsi come piccoli Stati indipendenti i cui amministratori, ribat- tezzati pomposamente «governatori» con la colpevole complicità della stampa, non avevano però il dovere di rispondere agli elettori, visto che i soldi venivano pressoché tutti distribuiti attraverso lo Stato centrale. Una sindrome dagli effetti sconcertanti, come dimostra la costosissima proliferazione di sedi estere, da Bruxelles al Sudamerica alla Cina: come se ogni Regione dovesse avere una sua politica internazionale. Si è arrivati perfino a creare strutture come il Centro estero per l'internazionalizzazione piemontese che ha come obiettivo quello di «rafforzare il made in Piemonte». Mentre la vicina Regione Lombardia lanciava il progetto «made in Lombardy». Le conseguenze sono state nefaste. Al Nord come al Sud. I rigagnoli di spesa si sono moltiplicati, diventando fiumi in piena. Gli organici sono stati gonfiati a dismisura. Sul totale di 78.679 dipendenti regionali (Sanità esclusa), la Confartigianato ha calcolato esuberi teorici del 31 per cento: 24.396 unità. Ipotizzando un risparmio annuo possibile di 2 miliardi e 468 milioni, n record spetta al Molise, con esuberi teorici del 75,4 per cento, seguito della Valle D'Aosta (71,2). Le cronache offrono casi formidabili. Nella Calabria dove ci sarebbero 1.184 dipendenti di troppo, l'ispettore spedito dal Lazio abbia sfornato in meno Tesoro, come ha raccontato sul di 40 anni 40 leggi locali ognuCorriere di Calabria Antonio na delle quali ha accresciuto i Ricchio, ha scoperto cose tur- privilegi retributivi e pensioniche. Per esempio 1.969 promo- stici dei consiglieri. zioni in un solo anno (il 2005 Il risultato è che oggi un terdelle elezioni regionali) da lui zo del bilancio del consiglio laritenute illegittime, al pari de- ziale se ne va per pagare i vecgli aumenti di stipendio re- chi vitalizi. Grazie alle antiche troattivi assegnati a 85 impie- regole mai cambiate c'è pure gati dei gruppi politici. chi continua a prendere l'asseNel Lazio, invece, per tutti gli gno a cinquantanni e dopo una anni Duemila si è registrata sola seduta. un'impennata pazzesca del Le Regioni spendono per i personale dei parchi: nel 2009 vitalizi 173 milioni l'anno. Cifra erano 1.271. Di cui 99 dirigenti. che sale in continuazione ma Per non parlare delle società che potrebbe essere ridotta di controllate e partecipate. La almeno 50 milioni, dice il finoCorte dei conti ha appurato che ra inascoltato rapporto sulla quelle della sola Regione Sici- spending review, senza gettare liana occupano 7.300 persone, sul lastrico nessuno. Ma su con una spesa di un miliardo e questo, da chi si straccia le vesti 89 milioni nel quadriennio per i tagli chiesti dal governo, 2009-2012 per le buste paga. neppure un sussurro. Nello stesso periodo la Regione Sergio Rizzo aveva versato nelle loro casse © RIPRODUZIONE RISERVATA un miliardo e 91 milioni, cifra che secondo i giudici contabili comprende anche «il ricorso I risparmi reiterato e improprio a inter- La stima dei risparmi venti di mero soccorso finan- possibili sul personale ziario a società prive di valide delle amministrazioni prospettive di risanamento». supera i due miliardi E la politica? I consigli regionali, privati di ogni controllo centrale, hanno rivendicato prerogative pari a quelle del I vitalizi Parlamento nazionale, comin- Un terzo dei bilanci dei ciando dall'autodichìa. Ovvero, l'insindacabilità assoluta su co- consigli regionali me spendono i soldi. Scandali è destinato al a parte, è potuto accadere così pagamento dei vitalizi che il consiglio regionale del personale LO IO Dipendenti per 1.000 abitanti (in %) • Dipendenti 14.000 70% 12.000 10.000 8.000 i.000 cri -iCN cft- CoB CM 4.000 m i g i » ^ Nio ,_, ^ LO O) 2.000 felli f S l§ Is ìs ls is la ÌS l§ is JS ACT ^ v- # ^ ; ^ # sA™ > sv^ r® .?- <è;<?> &r S? >< xe>' <<v , \S? x < P v?? , - ^ - ^ •** ^* $v• ^ ;<<> c<2> Fonte: Ufficio studi Confartigianato <F 78.679 Il numero totale dei dipendenti regionali 31% i dipendenti di troppo secondo una analisi di Confartigianato. Gli esuberi teorici sarebbero pari a 24.396 unità Corriere della Sera ^O . SQJ <^h i/o- }\b sfa -NXÒ-
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