Osservatorio Fillea Grandi Imprese e Lavoro Newsletter Costruzioni e Grandi Imprese 10 – 17 gennaio 2014 A cura di Alessandra Graziani1 e Giuliana Giovannelli2 Congiuntura: piano casa: ed. scolastica: infrastrutture: infrastrutture: pagamenti Pa: distr. Murge: Expo 2015: edilizia in legno: infrastrutture: legalità: ricostruzione: le ultime proroghe riscrivono la mappa dei paini regionali (Il Sole 24 Ore, 13.01.14) pronto 1 miliardo per i lavori urgenti (Il Messaggero, 13.01.14) l’Italia delle costruzioni cresce solo all’estero (Il Sole 24 Ore, 13.01.14) al via nel modo 100 grandi opere per 640 miliardi di dollari (Il Sole 24 Ore, 13.01.14) sei su dieci sfiorano i 60 giorni (Il Sole 24 Ore, 13.01.14) 20 milioni di euro per programmi di sviluppo (sito internet edilportale, 13.01.14) in arrivo la squadra anti criticità (Il Sole 24 Ore, 14.01.14) ancora in crescita (Up, 14.01.14) va in gara la piattaforma logistica (Il Sole 24 Ore, 16.01.14) lavori eseguiti dal clan agli Uffizi (Roma, 16.01.14) da imprese e lavoratori un fondo per l’Emilia Romagna (L’Unità, 17.01.14) Grandi imprese delle costruzioni: Natuzzi: ZX Construction: Salini Impregilo: arruola Saltalamacchia (Corriere della Sera, 14.01.14) si profila la cassa integrazione (Corriere Alto Adige, 15.01.14) Panama, l’Autorità alza il tiro (Milano Finanza, 15.01.14) Rapporti e studi: Banca d’Italia: Indagine sulle aspettative di inflazione e crescita (Comunicato Banca d’Italia, 13.01.14) Eventi: Fillea Cgil, Nuove frontiere per una contrattazione inclusiva, Roma, 14 gennaio 2014 Congiuntura piano casa (13.01.14): Con le ultime cinque proroghe dei piani casa regionali, decise con le leggi Finanziarie regionali approvate negli ultimi giorni dello scorso anno, in tutte le regioni anche per il 2014 sarà possibile usufruire di aumenti di superfici o volumi per gli interventi di ampliamento o di demolizione con ricostruzione di abitazioni (e, quasi sempre, anche di edifici non residenziali). Uniche eccezioni: l'Emilia Romagna, che non rinnovò la propria legge già alla sua prima scadenza nel 2010 e la Lombardia, dove il piano continuerà a essere operativo per tutto quest'anno limitatamente agli interventi sul patrimonio di edilizia residenziale sociale, mentre la Regione rinvia alla riforma della sua normativa urbanistica e di governo del territorio (la legge 12/2005) ogni decisione relativa agli immobili, residenziali e non, di proprietà dei privati. Sono stati rinnovati in zona Cesarini, qualche giorno prima della loro scadenza, i piani casa di Liguria, Campania,Toscana e Molise: tutte regioni precedute di poco dal Veneto. Nel complesso sono dieci le Regioni che nel 2013 hanno allungato il periodo di vigenza dei loro strumenti di incentivazione degli interventi edilizi di ampliamento e rigenerazione edilizia; per nessuno di essi si è trattato della prima proroga. La mappa del tempo a disposizione per cittadini e imprese segnala che in quasi tutte le regioni la deadline è fissata al 31 dicembre di quest'anno, ma in Campania la scadenza è fissata ai primi giorni del 2016 e in Veneto la vita è stata allungata di tre anni e mezzo, fino al 10 maggio 2017. Quest'ultima, inoltre, è una delle Regioni che oltre a spostare in avanti la scadenza per l'applicazione del suo piano casa, ha modificato più in profondità anche i suoi contenuti. Anche se tutte le Regioni per la determinazione delle percentuali di cui incrementare superfici e volumi hanno preso a riferimento i contenuti dell'accordo tra Stato, Regioni e Autonomie locali (intesa del 10 aprile 2009), da cui sono scaturiti gli iniziali piani regionali, la mappa dei bonus offerti in ognuna di esse risulta molto variegata, sia per gli interventi di ampliamento sia per quelli di demolizione e ricostruzione. Il denominatore comune a molte Regioni nella concessione dei premi di ampliamento è che gli edifici sui quali vengono realizzati gli interventi non devono aumentare più del 20% la loro superficie o volumetria di partenza. Nei casi in cui rientrano negli ambiti di applicazione dei piani, questa stessa percentuale è applicata anche agli immobili non residenziali. L'incentivo agli ampliamenti è particolarmente appetibile in Friuli Venezia Giulia: il premio è del 35% del volume esistente, senza, tuttavia,superare i 200 metri cubi nel caso di abitazioni e i 1.000 metri cubi per i capannoni. Anche in Liguria la percentuale massima (+30%) dell'incremento di superficie concessa è superiore al livello più diffuso nelle altre Regioni, ma si riduce al crescere del volume dell'immobile oggetto dell'intervento di ampliamento. Nel caso degli edifici da demolire e ricostruire la quasi totalità delle Regioni si è attestata su un premio del 35% della superficie o del volume esistente dell'edificio, che è la percentuale sulla quale, per questo tipo di interventi, fu siglata l'intesa Stato-Regioni. Per questi interventi la normativa dell'Umbria è una delle più restrittive: gli incrementi di superficie nel caso di edifici residenziali 1 2 politiche [email protected] [email protected] (interamente o per almeno il 65%) sono ammessi solo nella misura del 25%; inoltre, se vengono realizzate nuove unità abitative, un terzo dell'incremento di superficie deve essere destinato ad alloggi di almeno 60mq., da affittare a "canone concordato. Nel complesso una previsione non molto incentivante. Tutte le Regioni hanno prestato particolare attenzione alla qualità degli interventi, vincolando la concessione dei bonus - o il loro incremento – al raggiungimento di standard di prestazioni energetiche superiori ai livelli di base previsti dalle norme in materia e al ricorso alle tecniche costruttive della bioedilizia. Per il resto, ogni Regione fa storia a sé, per l'introduzione di vincoli e criteri ai quali è condizionato il via libera agli interventi, per i titoli costruttivi richiesti, per l'introduzione di deroghe alle previsioni dei piani regolatori e alle norme di tutela ambientale e paesaggistica. Differenti sono anche le scelte fatte dalle singole Regioni nell'individuazione delle tipologie di immobili che rientrano negli ambiti di applicazione dei piani (residenziali/non residenziali, data entro la quale dovevano essere già stati realizzati, condonati/non condonati), delle aree nelle quali non sono possibili né ampliamenti né interventi di rigenerazione edilizia. Alcune di esse, infine, permettono i cambi di destinazione d'uso urbanistico degli immobili successivamente alla realizzazione degli interventi. (Raffaele Lungarella) edilizia scolastica (13.01.14): «La sicurezza nelle scuole è un'emergenza. Bisogna intervenire in maniera forte e in tempi rapidi. E si tratta di investimenti che hanno anche un altro valore, sono un volano per l'economia». Gian Luca Galletti è il sottosegretario al ministero dell'Istruzione che ha la delega all'edilizia e alla sicurezza. «Io ho quattro figli. E un Paese che non mette in sicurezza i suoi figli non è un paese civile». Quando ha accettato questo incarico conosceva il problema? «Sì, l'ho affrontato da assessore al Bilancio del Comune di Bologna. Ho accettato perché il governo ha indicato l'edilizia scolastica tra le priorità». Lo stanziamento di 450 milioni con il decreto del Fare è sufficiente? «Non c'è solo quello. Abbiamo messo in moto risorse per un miliardo e duecento milioni. Nel decreto scuola c'è un altro intervento importante. Si prevedono 40 milioni all'anno per trent'anni a pagamento quota interessi. Una somma che permette alle scuole di accendere mutui per 800 milioni. Poi c'è un altro progetto dei fondi immobiliari. Partiremo da Bologna, in via sperimentale. I comuni conferiscono immobili e terreni non strategici per costruire nuove scuole. Metà capitale lo mette il ministero a fondo perduto». I 450 milioni hanno un calendario di date tassativo, viene rispettato? «Sì,lo stiamo mantenendo. Partendo dall'esperienza del terremoto in Emilia Romagna abbiamo dato poteri straordinari ai sindaci e ai presidenti di provincia sull'edilizia scolastica>. Guariniello è stato molto critico, in audizione alla Camera, sulla qualità delle nuove costruzioni. «Ci sono problemi come in altri settori. Le nuove tecniche consentono di avere edifici sicuri e più belli spendendo meno. Bisogna cogliere questa opportunità». Risorse che aumentano da una parte e diminuiscono da un'altra. Dal 2011 al 2012 gli enti locali hanno investito il 30% in meno nella manutenzione straordinaria delle scuole. «Il patto di stabilità con gli enti locali non distingue tra spese per investimenti e spese correnti. E la spesa per investimenti ha subito una decurtazione fortissima» L'Aquila ha rimontato posizioni nella classifica della sicurezza. Ma ci deve essere un terremoto per rendere le scuole sicure? «E' proprio quello che dobbiamo evitare. Dobbiamo uscire dall'emergenza». Di alcune città, Roma compresa, mancano dati certi sull'edilizia «E' il problema dell'anagrafe scolastica, che non è completa. Lo stiamo affrontando". Scuole nuove come soluzione? «Abbiamo molte sperimentazioni di scuole 2.0, ora si chiamano così. Scuole di nuova generazione. Stiamo valutando le linee guida. Ma non tutto può essere nuovo. Nei grandi centri serve ristrutturare edifici storici». Scuole moderne, scuole 2.0. Ma soprattutto scuole sicure «Sì, la priorità è questa. La sicurezza. Abbiamo scuole che hanno ancora l'amianto». infrastrutture (13.01.14): Gli investimenti in opere pubbliche in Italia sono crollati del 37% dal 2004 a 2013, dal picco di 44,1 miliardi del 2004 (valori costanti 2005) ai 27,7 miliardi del 2013 (344 miliardi in valori correnti), un dato equivalente al periodo di crisi post tangentopoli. Per il 2014 il Cresme prevede un ulteriore calo del 2,5%, con una spesa che dovrebbe restare su questi livelli "minimi" ancora per molti anni. Il mercato mondiale delle costruzioni è invece in forte crescita: gli investimenti globali valevano 5.704 miliardi di euro nel 2009, saliti a 6.511 nel 2013 (+14%) e soprattutto Cresme/ Simco prevede una crescita fino ai 7.900 miliardi circa nel 2017 (un altro +21%).Ma Nord America e Europa sono ferme, mentre la crescita è tutta in Asia, Sud America, America. Tutto questo le principali imprese di costruzione italiane l'hanno capito da tempo, e dal 2004 al 2012 il fatturato realizzato con lavori all'estero è quasi triplicato, da 2.955 a 8.754 milioni di euro (rapporto Ance ottobre 2013), mentre i ricavi in Italia scendevano da 6,5 a 6,2 miliardi. La frenata delle opere pubbliche nel nostro Paese, rispetto a dieci anni fa, è cominciata con l'esaurirsi dei cantieri dell'alta capacità ferroviaria Torino-Milano-Napoli, che tra il 2002 e il 2006 valevano in media 2,5 miliardi di euro all'anno di spesa effettiva. Nessuna delle grandi opere della legge obiettivo è riuscita a sostituire la Tav in termini di continuità e di avanzamento effettivo annuo. E la crisi degli appalti pubblici si è poi aggravata in particolare per i crollo degli investimenti degli enti locali e delle Regioni (dai l9 miliardi del 2006 ai 10,4 del 2013, in valori costanti), a causa in primis del Patto di stabilità. E il Cresme prevede per le opere pubbliche un ulteriore -2,5% reale per il 2014, basandosi sui dati certi. Eppure alcune iniziative messe in campo dal governo potrebbero migliorare questo quadro. Spesso le opere pubbliche in Italia non si fanno, o procedono al ralenti, non per mancanza di finanziamenti, ma per ostacoli burocratici, veti locali, carenza di progettazione, contenziosi, fallimenti delle imprese appaltatrici. La sfida lanciata dall'esecutivo è dunque quella di utilizzare meglio le risorse che ci sono, spostandole dai progetti incagliati a nuovi interventi che diano maggiori garanzie di cantierabilità. Le ferrovie sembrano in fase di crescita: lo scorso anno hanno pubblicato bandi per 1,8 miliardi di euro, contro gli 1,2 miliardi del 2012, e per quest'anno Rfi prevede bandi per 2.060 milioni, in gran parte piccole e medie opere. Inoltre sta decollando il cantiere per il nuovo tunnel ferroviario del Brennero: Bbt (la società Italia-Austria) ha pubblicato nel 2013 due bandi per 830 milioni su due lotti di lavori, e quest'anno è previsto l'avviso di pre-informazione per il maxi-Iotto di Mules, da 1,2 miliardi di euro. Anche la Torino-Lione (tratta internazionale) fa passi avanti, e dopo il bando da 550 milioni sulla tratta francese (gara in corso) a fine 20l4 inizio 2015 si prevedono i primi bandi di lavori per 400 milioni di euro. Grazie a nuovi fondi nella legge di stabilità Anas pubblicherà entro giugno il bando per un nuovo lotto della Salerno-Reggio Calabria da 340 milioni e proseguirà il programma Ponti e gallerie per 350 milioni. La stessa legge di stabilità ha stanziato i primi 1,8 miliardi per le nuove tratte ferroviarie ad alta capacità Napoli-Bari (in fase di avvio tratte per 2 miliardi, altri 3,6 miliardi da approvare in base alla legge di Stabilità, mancano circa 2,7 miliardi) e Brescia-Verona (2,7 miliardi, ne mancano 1,8). L'autostrada Tirrenica (due miliardi), data molte volte per approvata, è ancora bloccata dal nodo del tracciato. E sorte simile sta vivendo un'altra strada in project financing, la Roma-Latina, finanziata dal 2004 ma mai appaltata. Il governo ha poi approvato l'autostrada Orte-Mestre (7,2 miliardi di lavori) con le defiscalizzazioni statali, ma che si trovino operatori disposti a realizzarla a queste condizioni è ancora tutto da dimostrare. Insomma, alcune grandi opere sono in corso, in fase di avvio o programmate anche in Italia. Ma il problema sono i tempi lunghi di approvazione, finanziamento, realizzazione, e così alla fine dell'anno i dati sulla spesa effettiva sono sempre largamente al di sotto delle aspettative. (Alessandro Arona) infrastrutture (13.01.14): Ci sono le dodici nuove linee della metropolitana di Pechino e il mega-aeroporto di Istanbul. C'è il rifacimento della rete elettrica nazionale del Kazakhstan e c'è la nuova città della tecnologia e della scienza del Gujarat, in India. E poi autostrade, strade, porti, ferrovie, oleodotti. Dalla A di Australia alla Z di Zimbabwe. L'Italia delle infrastrutture è ferma? li mondo va in un'altra direzione, soprattutto quello emergente, dove le nuove costruzioni galoppano. Decine i progetti in rampa di lancio in questo 2014. Soltanto i primi cento, in ordine di importanza, tutti insieme valgono qualcosa come 642 miliardi di dollari. Le stime sono di Cg-La Infrastructure, società di consulenza americana che ogni anno stila la classifica dei cento più importanti progetti infrastrutturali del mondo. In quella del 2014, per definizione, rientrano tutti quei piani che sono in grado di generare business concreto per le aziende da qui ai prossimi 18 mesi. La parte del leone spetta all'Asia, titolare di 38 dei 100 progetti selezionati, per un totale di 373 miliardi di dollari. Uno stacco incommensurabile con l'Europa, il secondo continente in classifica, che totalizza 92 miliardi ma solo perché viene considerato insieme all'ex Urss. Dei 18 progetti sopra i 10 miliardi di dollari, inoltre, soltanto quattro appartengono ai paesi di vecchia industrializzazione, per il resto si tratta di investimenti degli emergenti. A dispetto dell'effervescenza dei Brics, però, il record del piano più costoso è della Gran Bretagna: qualora dovesse essere approvato, il nuovo aeroporto di Londra, all'estuario del Tamigi, con sei piste di decollo, avrebbe un valore di 79 miliardi di dollari. L'Italia, nemmeno a dirlo, dalla classifica è assente. Al contrario, gli Stati Ue presenti sono cinque: Gran Bretagna (oltre all'aeroporto dei record, lavora anche al porto di Londra Gateway e alla Cross rail 2 cittadina), Slovacchia (con l'autostrada RI, lavori già iniziati e un costo di 1,6 miliardi di dollari), Polonia (ferrovia cargo denominata Pkp), Danimarca (linea ad alta velocità Copenhagen-Ringsted, per un costo di 1,8 miliardi di dollari) e Irlanda (progetto ferroviario Luas Cross City). A pochi chilometri da casa, per le nostre imprese del comparto costruzioni, ci sono però altri progetti interessanti. Soprattutto nella vicina Turchia: qui stanno per iniziare i lavori per la realizzazione del nuovo maxi-aeroporto di Istanbul, il terzo, con una capacità a regime di 150 milioni di passeggeri all'anno e un costo previsto di oltre 30 miliardi di dollari. Occhi puntati anche sull'impianto nucleare di Sinope, la cui costruzione comincerà nel 2017 e prevederà appalti per 22 miliardi di dollari. Il ministero dei trasporti turco, inoltre, è pronto a bandire quest'anno la gara d'appalto per il ponte sospeso di Canakkale, costo previsto 4 miliardi di dollari. In Serbia, invece, si sta lavorando al Corridoio autostradale europeo X, costo dell'opera 448 milioni di dollari. Mentre lungo la sponda Sud del Mediterraneo, in Giordania, è pronto il piano da 1,4 miliardi di dollari per l'ampliamento della rete ferroviaria nazionale. (Micaela Cappellini) pagamenti Pa (13.01.14): A distanza di un anno dalla direttiva anti-ritardi nei pagamenti alle imprese, la pubblica amministrazione supera i 30 (massimo 60) giorni di tempo per saldare le fatture nel 62% dei contratti. Il dato viene dal settore dei lavori pubblici ed è evidenziato in un monitoraggio dall'Ance, ma trova conferme anche in altri settori, quali i servizi. Nella sanità è ancora record: l'attesa media è di 225 giorni. Intanto si moltiplicano i tentativi di aggirare i vincoli, chiedendo ai fornitori di accettare clausole capestro o di ritardare l'emissione delle fatture. Molte le segnalazioni di pratiche scorrette giunte a Bruxelles. Il vice presidente della Commissione Ue, Antonio Tajani, chiede un rispetto dei tempi «effettivo» e annuncia: «Per l'Italia è già pronto un richiamo, e subito dopo, una procedura d'infrazione». (…) distretto Murge (13.01.14): Sono state pubblicate le modalità di presentazione delle domande per partecipare al bando da 20 milioni di euro destinato alle imprese operanti nei Comuni del distretto-comparto del mobile imbottito delle regioni Puglia e Basilicata. Tutta la modulistica è contenuta nella Circolare 3476/2013 pubblicata qualche giorno fa in Gazzetta Ufficiale. Le domande potranno essere presentate dal 3 febbraio 2014 al 5 maggio 2014. Il Bando, ricordiamo, è stato emanato con il DM 4 settembre 2013 e finanzia programmi di ricerca e sviluppo finalizzati alla realizzazione di innovazioni di prodotto e/o di processo per il consolidamento e il recupero di competitività delle imprese operanti nei Comuni del distretto-comparto del mobile imbottito. Le agevolazioni sono rivolte ai programmi di sviluppo sperimentale e non prevalente ricerca industriale realizzati da imprese che abbiano un'unità produttiva nei Comuni del distretto attiva alla data del 4 novembre 2013. Sono ammissibili programmi che prevedono costi compresi tra 600.000 euro e 5 milioni di euro. Il Bando si affianca all’altro Avviso da 20 milioni di euro per il finanziamento di Contratti di Sviluppo per iniziative industriali nello stesso distretto murgiano, che prevede incentivi per il rafforzamento della struttura produttiva, con priorità per i settori della logistica e dell’alimentare. Expo 2015 (14.01.14): Ieri vertice in Regione Lombardia per valutare le criticità di Expo e i prossimi impegni istituzionali. Doveva essere il primo di una lunga serie di incontri, messi in agenda ogni lunedì dal governatore lombardo Roberto Maroni, ma non sarà così. Dal Comune di Milano e dalla società di gestione dell'evento è arrivato il caldo suggerimento di mettere in piedi subito una cabina di regia permanente con pochi rappresentanti, uno per Palazzo Marino, uno per il Pirellone e uno per Expo, in grado di affrontare i problemi nella quotidianità, senza appuntamenti istituzionali, giudicati «poco concreti». Questo il retroscena, dopo che venerdì Maroni ha dichiarato di volersi occupare settimanalmente dei problemi dell'evento. Fatto, questo, che avrebbe irritato sia l'ad Giuseppe Sala che il sindaco di Milano Giuliano Pisapia, impegnati, dicono, a risolvere i problemi di Expo tutti i giorni. Quindi ieri sia Pisapia che Sala si sono recati al Pirellone, e la riunione c'è stata. Ma in questa sede è stato appunto deciso che verranno designati dei "super tecnici" addetti a inquadrare gli ostacoli più gravi e a risolverli. Le criticità principali Quali siano i problemi più gravi è comunque ormai noto. E la soluzione nei tempi giusti non è scontata. Tutto ruota intorno alle strade di connessione al sito espositivo di Rho, che dovrà essere pronto per il primo maggio 2015, data di inizio dell'evento universale. Due i progetti che si stanno arenando: la Rho-Monza e lo "stralcio gamma", strada di congiungimento dell'area dei padiglioni con il maxi parcheggio di Cascina Merlata e il centro urbanistico in fase di costruzione. La Rho-Monza ha ottenuto la Valutazione di impatto ambientale dal ministero dell'Ambiente, il quale però ha anche chiesto l'istituzione di un tavolo per approfondire i problemi ambientali legati al tratto di Paderno-Dugnano, dove da anni i comitati cittadini si oppongono all'opera proponendo un percorso alternativo interrato. Il tavolo, al quale dovrebbero partecipare enti locali e ministeri dell'Ambiente e delle Infrastrutture, dovrà iniziare i lavori questo mese, con esiti e tempi da vedere. Intanto, sul fronte delle risorse, il piano finanziario non è ancora chiaro, anche se ieri il presidente della società concessionaria Serravalle, Marzio Agnoloni, interpellato dal Sole 24 Ore, ha dichiarato che «i soldi ci sono, 100 milioni derivano dal prestito di Bei e 50 dai flussi di cassa della società stradale». Fonti interne a Serravalle dicono tuttavia che le linee di credito di Bei sono già state in larga parte impegnate per la messa in sicurezza di altre strade. Per Agnoloni però il problema è semplice: «Se i lavori non partiranno entro marzo la RhoMonza non sarà pronta per il 2015». Per quanto riguarda lo "stralcio gamma", i lavori già appaltati sono stati bloccati da una sospensiva del Tar, a cui si è rivolto il consorzio arrivato secondo alla gara bandita dalla Provincia di Milano, responsabile del progetto. Palazzo Isimbardi ha quindi fatto ricorso al Consiglio di Stato, e, secondo le indiscrezioni, attende un parere per fine mese. Ma anche in questo caso sono molte le incertezze. Infine le "vie d'acqua", il progetto di riapertura dei Navigli a Nord della città, con la creazione di un canale che circonderà il sito espositivo. La società di gestione di Expo deve realizzarlo, con un investimento di 160 milioni circa, ma da settimane i comitati ambientalisti di Milano si oppongono all'opera. I lavori sarebbero dovuti iniziare tra 15 giorni, ma il Comune di Milano preferisce trovare un punto di incontro con i cittadini arrabbiati. Ieri intanto in prefettura a Milano è stato firmato un protocollo d'intesa col governo per un Expo "mafia free". E in vista dell'esposizione il ministro degli Interni Angelino Alfano ha dichiarato che «certamente per il 2015 verrà destinato più personale delle forze dell'ordine a Milano». (Sara Monaci) edilizia in legno (14.01.14): Gli ultimi numeri li snocciola l'Associazione nazionale case prefabbricate in legno Lignius: «Quello delle case in legno è l'unico settore dell'edilizia italiana che riesce a crescere sul fronte interno e a guardare con ottimismo ai prossimi anni. La quota di mercato delle costruzioni in legno è passata, nel nostro Paese, dallo 0,5% nel 2008 al 6% lo scorso anno. E si prevede di raggiungere il 15% nel 2015 ». Certo, parliamo di numeri ancora relativamente piccoli e siamo lontani dalle percentuali del Nord Europa (il 30% in Austria e l'80% nei Paesi scandinavi), eppure la fotografia fatta da Johann Waldner, presidente di Lignius, vede un mercato ottimisticamente sempre più orientato verso questo genere di edilizia. «La richiesta di abitazioni in legno in Italia è cresciuta molto spiega Waldner – ma soprattutto si è distribuita su tutto il territorio nazionale». Non più solo Trentino Alto Adige e Nord Italia, quindi: ora si riscontra grande interesse anche al Centro e al Sud, e anche in città come Roma, Napoli, Bari e Catania. Sta cambiando il modo di intendere l'abitazione da parte degli utenti, che sempre più spesso cercano soluzioni di qualità, sicure e sostenibili . «Ora deve cambiare anche la cultura del costruire - dice Waldner -, spinti in parte dalla necessità di adeguarsi alle normative europee sul risparmio energetico, in parte dalla sensibilità crescente degli italiani verso le tematiche della sicurezza antisismica e dell'efficienza energetica». Ma non solo: il legno, aggiunge il presidente di Lignius, è vantaggioso anche nel campo delle ristrutturazioni e riqualificazioni edilizie, tema cruciale in Italia. «La leggerezza delle strutture in legno e la velocità di realizzazione - precisa Waldner - sono ideali nel caso ad esempio di sopraelevazioni, utilissime nei centri abitati ». Anche perché le nuove tecnologie permettono di realizzare edifici a più piani, con la certezza dei tempi e del prezzo finale, oltre che un risparmio energetico che può arrivare fino all'80-90% annuo. (Nicola Pisano) infrastrutture (16.01.14): A fari spenti si sta preparando una sorta di rivoluzione nel mondo della logistica che, se andrà a buon fine, produrrà un forte impatto (in positivo) sul sistema nazionale del trasporto merci e sui costi delle imprese. Poco prima della pausa natalizia la Uirnet, la società partecipata dai principali attori del sistema logistico italiano (il 75% del capitale fa capo 321 interporti e ad Assoporti), ha bandito la gara europea per l'individuazione del soggetto promotore della piattaforma logistica nazionale. È il primo atto, spiega al Sole 24 Ore Rodolfo De Dominicis, presidente e amministratore delegato di Uirnet, per la creazione del nuovo sistema telematico di riferimento per la gestione della rete logistica nazionale che funzionerà attraverso la piattaforma logistica, prevista dal decreto ministeriale numero 18T del 20 giugno 2005 e giunta oggi al termine della fase di sperimentazione. Uirnet è il «soggetto attuatore unico» del ministero delle Infrastrutture per la realizzazione della piattaforma logistica nazionale ha come mission la messa in rete del complesso mondo dei trasporti e della logistica in modo semplice, senza introdurre modifiche di mercato e senza privilegiare l'una o l'altra categoria di operatori. La gara appena bandita è in project financing e serve a individuare il soggetto imprenditoriale che, in coordinamento con Uirnet e con il ministero, avrà il compito di mettere in rete tutti i centri di interscambio modale del Paese: porti marittimi, interporti, centri merce delle ferrovie e piastre logistiche degli operatori privati. Tale integrazione è resa possibile dalla piattaforma, in grado di interconnettere le principali tipologie di attori del sistema logistico italiano, consentendo una regia dei flussi informativi e dei relativi processi che consenta di modulare al meglio i flussi fisici di merci lungo gli assi viari in ingresso e in uscita verso i nodi logistici. Alla gara sarebbero potenzialmente interessate società del calibro di Poste Italiane, Telecom Italia, Autostrade per l'Italia, Fs Logistica, Finmeccanica, Ibm, Huawei, Accenture, Dhl, Tnt. Entro il prossimo 20 marzo (ore 12) dovranno pervenire presso la sede di Uirnet, a Roma, le manifestazioni d'interesse depositate da singole aziende o da raggruppamenti di imprese; la conclusione della procedura di gara con la scelta del soggetto vincitore, a cui verrà affidata la gestione della piattaforma logistica nazionale, è fissata entro il 30 aprile 2014. La durata della concessione è pari a 20 anni, mentre il futuro gestore - è precisato nel bando di gara- è tenuto a finanziare l'operazione con un investimento minimo di 20 milioni di euro. «Secondo i nostri calcoli - precisa De Dominicis - l'attività andrà a break even nel giro di 6/7 anni e garantirà poi una redditività complessiva del 19% all'anno». L'obiettivo della piattaforma logistica nazionale, che avrà il suo cuore operativo una vera e propria sala di controllo centrale - presso il ministero delle Infrastrutture (di fianco al Cis) è di gestire oltre un milione di Tir in contemporanea, eliminando strozzature, colli di bottiglia lungo la rete, aiutando gli interporti a fornire servizi migliori, abbattendo le troppe inefficienze che pesano sul sistema del trasporto merci. Ciascun mezzo dovrà essere equipaggiato con un particolare congegno elettronico in grado di dialogare costantemente e in tempo reale con la centrale operativa di Roma. «Tra i principali impatti operativi della futura piattaforma logistica nazionale e del sistema telematico che la dovrà gestire spiega De Dominicis – emerge la possibilità di intervenire sui colli di bottiglia del sistema rendendo i flussi logistici tesi, con tempi chiari e definiti di transito e di giacenza delle merci e con costi competitivi di movimentazione delle stesse». Questo consentirebbe di diminuire il peso dei costi logistici sul costo del venduto e, rendendo meno incerta la programmazione della produzione, di diminuire i costi di produzione per le imprese manifatturiere e soprattutto per le piccole-medie imprese, aumentando anche la competitività rispetto ai sistemi logistici del Nord Europa e permettendo di conseguenza di sottrarre loro parte dei flussi esteri, come ad esempio quelli provenienti dall'Asia, che attualmente preferiscono più giorni di navigazione certi a tempi incerti di attraversamento dell'Italia, e di attrarre di conseguenza maggiori investimenti dall'estero. (Marco Morino) legalità (16.01.14): Casalesi sull'asse Campania-Toscana, sei arresti. L'operazione "sporca": evadere il fisco facendo ottenere fatture per operazioni inesistenti da utilizzare nelle dichiarazioni reddituali a due società edili toscane, la Ggf costruzioni e la Pdp costruzioni. Otto ditte compiacenti, cosiddette "cartiere", con sede nella provincia di Caserta e nel modenese, hanno fatturato dal 2007 al 2012 somme per oltre lO milioni di euro per la fornitura di manodopera, in realtà mai avvenuta. Si venivano così a creare costi fittizi da indicare in bilancio. Oppure venivano ottenuti importanti appalti o subappalti, come ad esempio i lavori agli Uffizi di Firenze, ottenuti - è stato genericamente spiegato dalla Dda dopo il 2007. (…) Le imprese erano strettamente collegate ai Casalesi, a cui "spettava" il 4% dei guadagni derivanti dall'emissione delle false fatture, come accertato dalla Guardia di Finanza grazie ad accurati accertamenti bancari. Fondamentali le dichiarazioni rese da 11 pentiti. L'Operazione Atlandite" ha accertato che le società edili erano intestate a prestanome incensurati ottenendo quindi facilmente la certificazione antimafia necessaria. Le società committenti, all'oscuro dei vari comportamenti fraudolenti perpetrati dal gruppo criminale, assegnavano l'esecuzione di tali opere, offrendo condizioni vantaggiose e lavori di alta qualità, in maniera «sleale e inquinata» rispetto alle altre ditte toscane. Le imprese di fatto erano gestite da Giovanni Potenza, 62 anni, originario di Villa Literno, in passato legato alla Nuova Camorra Organizzata e condannato in primo grado nel 2007 per associazione a delinquere di stampo mafioso. «La camorra è presente anche in Toscana. Solo che qui non fa saltare le macchine». Lapidario il sostituto procuratore della Dda di Firenze Tommaso Coletta. (PIERO PIRAS) ricostruzione (17.01.14): Milioni per la ricostruzione. Sono quelli raccolti, oltre 7,7 milioni di euro, a fine 2013 dal fondo di solidarietà attivato da Confindustria e sindacati per le popolazioni colpite dal sisma del 22 e 29 maggio dello scorso anno in Emilia Romagna. Nel fondo interconfederale sono confluiti da una parte i contributi dei lavoratori, pari all'equivalente di un'ora di lavoro, e dall'altra parte quelli delle imprese, pari alla somma dei versamenti dei propri dipendenti. La notizia è stata comunicata ieri da Confindustria nel corso di una conferenza stampa dedicata proprio alla ricostruzione dell'Emilia Romagna. Le risorse saranno ora utilizzate per realizzare una residenza sanitaria per portatori di handicap, una palestra, un centro sport e cultura, un auditorium per scuola media e uno per la scuola di musica moderna, una struttura ricettiva polifunzionale e una sala di danza. Le opere sorgeranno in 5 paesi della zona colpita con più violenza dal sisma: San Felice sul Panaro, Concordia, Reggiolo, Bondeno, Cento e Pieve di Cento. CONCORDIA Il presidente degli industriali, Giorgio Squinzi, dalla vicenda, spiega che «dalla vicenda che ha coinvolto l'Emilia è arrivato un segnale straordinario: quando c'è concordia nel paese tra lavoratori, imprese e pubblica amministrazione si possono fare cose straordinarie. Si è trattato di un esempio virtuoso necessario per ritrovare la crescita nel nostro paese. Nella fase post terremoto, è emersa la voglia di ripartire di lavoratori e imprese, uniti come poche volte mi è capitato di vedere». «Questa terra» ha continuato Squinzi, presentando i progetti per la ricostruzione «si è dimostrata una terra speciale, non si è fatta prendere dallo sconforto ed è subito ripartita con il risultato che a distanza di pochi mesi dal sisma le aziende erano già in attività». Imprese che, ha ricordato il numero uno di viale dell'Astronomia, «rappresentano circa il 2% del PiI italiano e il 10% del PiI dell'Emilia Romagna. Il rischio era la perdita di un importante pezzo di capacità produttiva del Paese». LAUREATI I progetti per la ricostruzione sono stati messi a punto dallo studio Mario Cucinella Architects che ha selezionato sei giovani architetti e ingegneri sotto i 30 anni residenti nelle aree del sisma e proprio loro sono stati i veri protagonisti del workshop chiamato «Costruire per ricostruire». «La ricostruzione» ha spiegato l'architetto Mario Cucinella «è diventata l'occasione per far crescere professionalmente un gruppo di giovani laureati del territorio. Giovani, famiglie e anziani saranno i principali beneficiari delle opere che saranno realizzate». Il presidente della regione Emilia-Romagna e commissario per la ricostruzione del sisma del 2012, Vasco Errani, ha definito quanto realizzato «né così semplice, né così automatica: abbiamo lavorato insieme e deciso insieme su tutte le cose più importanti e se questo diventasse un metodo per il Paese, senza arroganza o presunzione, il Paese funzionerebbe sicuramente meglio». (GIUSEPPE CARUSO) Grandi imprese delle costruzioni Natuzzi (14.01.14): Marco Saltalamacchia, già top manager di Bmw, Fiat e Renault, da gennaio è il nuovo chief commercial officer di Natuzzi. Il manager romano ma con solide origini eoliane, di 52 anni, vanta una lunga esperienza internazionale e adesso si occuperà di tutti i mercati del gruppo di arredamento pugllese presente in 123 Paesi. L'esordio professionale di Saltalamacchia avviene nel mondo del marketing prima con Merloni Elettrodomestici e poi con Standa. Quindi, nel 1991, inizia una ventennale esperienza nel settore automobilistico. Per dieci anni lavora per Renault in Italia, Germania e Francia dove ricopre vari ruoli. Quindi ritorna in Italia perché la Fiat gli affida la responsabilità della divisione flotte e usato per tutto il gruppo. Passa poco più di un anno a Torino perché il gruppo Bmw lo convince a spostarsi a Milano per occupare la poltrona di amministratore delegato in Italia. Cinque anni dopo si trasferisce nella sede centrale di Monaco di Baviera perché è promosso per l'Europa. Incarico che lascia nel 2010 quando decide di ritornare in Italia per dedicarsi all'attività di imprenditore e consulente di gruppi come Alcantara e la stessa Natuzzi con la quale ora è iniziata una nuova sfida. ZH Construction (15.01.14): Sospiro di sollievo in vista per i 90 lavoratori lasciati a spasso dalla ZH, il colosso dell'edilizia di Campo Tures dichiarato fallito a fine dicembre. Dopo giorni di trattative frenetiche tra sindacati, curatori fallimentari, lnps e Provincia, la soluzione sembra ormai delineata e verrà discussa domattina in un apposito incontro all'Ufficio provinciale del lavoro. <<Insieme ai curatori fallimentari - hanno spiegato ieri Maurizio D'Aurelio della Feneal-Uil e Wilma Huber della Filca-Cisl- abbiamo convenuto che è percorribile un percorso che dia un lungo periodo di ammortizzatori sociali ai lavoratori che difficilmente potrebbero ricollocarsi rapidamente. Verrà depositata istanza di 12 mesi di cassa integrazione straordinaria, nonostante l'azienda sia fallita, così come prevedono le nuove leggi sugli ammortizzatori. Subito dopo faremo ricorso a 18 mesi di trattamento speciale edile. Adesso si tratta di verificare ogni tessera del mosaico alla Provincia, all'Inps e al Ministero del Lavoro. Significa 30 mesi di sostegno al reddito, ma chi avrà altre offerte potrà andare in mobilità». Dopo l'incontro tecnico di domani, i sindacati incontreranno venerdì i lavoratori in assemblea a Brunico. La ZH ha in organico 90 dipendenti, di cui 30 impiegati e 60 operai. Salini Impregilo (15.01.14): Sale la tensione 'sul Canale di Panama. L'Autorità che gestisce l'importante snodo commerciale centroamericano (Acp) ha infatti minacciato di escutere le garanzie fornite da Zurich al consorzio incaricato di realizzare Si tratta del consorzio GrupoUnidos por el Canal (Gupc),.guidato da Sacyr e partecipato con il 40% dall'italiana, Impregilo, che ha minacciato'lo stop ai cantieri a partire dal prossimo 21 gennaio se l'Autoridad del Canal de Panama non riconoscerà gli extra-costi sostenuti per realizzare l’opera, che ammonterebbero a 1,2 miliardi di euro. Tuttavia la minaccia di Acp non sembra avere troppe chance di trasformarsi in realtà, almeno per ora. (…) (Luisa Leone) Rapporti e studi Banca d’Italia (13.01.14): Nel mese di dicembre le imprese industriali e quelle dei servizi hanno espresso in prevalenza valutazioni di stabilità della situazione economica generale del paese (64,2 e 60,8 per cento, rispettivamente). (…) Il saldo fra giudizi di aumento e diminuzione della domanda dei propri prodotti nel quarto trimestre è rimasto pressoché stabile su livelli negativi (a -9,2 punti percentuali), mentre è tornato positivo per le imprese esportatrici per la prima volta da settembre del 2012. (…) Le difficoltà di accesso al credito appaiono in moderata attenuazione rispetto al terzo trimestre. (…) Le attese sulla dinamica dell’occupazione nel breve termine permangono orientate al pessimismo: la quota di imprese che stimano un aumento del numero di addetti nei prossimi tre mesi si è attestata su valori poco al di sotto del 10 per cento; quella delle aziende che ne prefigurano una riduzione si è mantenuta su livelli poco superiori al 23 per cento. (…) Le imprese delle costruzioni A dicembre è tornato ad acuirsi il pessimismo sulla situazione economica generale del paese delle imprese operanti nel comparto delle costruzioni: il saldo negativo fra giudizi di miglioramento e di peggioramento si è attestato a -45,7 punti percentuali, da -34,9 dell’inchiesta precedente; la probabilità assegnata a uno scenario più favorevole nei prossimi tre mesi è rimasta pressoché invariata, al 9,6 per cento. In questo contesto sono tuttavia migliorate le valutazioni sull’andamento della domanda dei propri lavori, pur rimanendo negative: la quota di imprese che ha riscontrato un miglioramento è cresciuta al 13,9 per cento (dall’8,7 della precedente rilevazione), a fronte di una sostanziale stabilità della quota di quelle che indicano un peggioramento (al 33,6). Anche le attese sulle condizioni economiche in cui operano le imprese sono risultate lievemente più favorevoli, seppur ancora negative. Il 26,0 per cento delle imprese di costruzioni segnala di aver ricevuto nel secondo semestre dell’anno pagamenti relativi a crediti arretrati da parte della Pubblica Amministrazione. Fra queste, il 58,3 per cento delle imprese dichiara di destinare le somme ricevute alla riduzione della propria esposizione verso il sistema finanziario mentre il 29,2 per cento intende ridurre i debiti verso dipendenti o fornitori. Circa l’andamento del numero degli addetti nei prossimi tre mesi, le imprese delle costruzioni continuano ad anticiparne una flessione.
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