Presentazione standard di PowerPoint

IL PAZIENTE CIRROTICO: “TO TREAT OR
NOT TO TREAT, THAT IS THE QUESTION”
Paolo Maria Brunori
U.O.S. Endoscopia Digestiva
IL PAZIENTE CIRROTICO: “TO TREAT OR
NOT TO TREAT, THAT IS THE QUESTION”
IL PAZIENTE CIRROTICO: “TO TREAT OR
NOT TO TREAT, THAT IS THE QUESTION”
Cinque pazienti cirrotici trattati da
Giugno 2013 a Gennaio 2014
Shock settico
Neutropenia febbrile
Fallimento terapeutico
IL PAZIENTE CIRROTICO: “TO TREAT OR
NOT TO TREAT, THAT IS THE QUESTION”
...the experience in the use of triple therapy that includes boceprevir or telaprevir,
where the incidence of adverse events in clinical practice after the drugs were
approved was much higher, and the events more severe than what was experienced
in pre-approval studies. This unexpected problem arose in part because after the
drugs were approved they were first given to those with the most urgent need for
cure (i.e., cirrhotics), even though these same patients had the least capacity to
tolerate adverse events.
IL PAZIENTE CIRROTICO: “TO TREAT OR
NOT TO TREAT, THAT IS THE QUESTION”
In multivariate analysis, two
baseline predictors of death and
severe complications that
occurred in 32 patients (6.4%)
were: platelet count
6100,000/mm3 (OR = 3.11, 95%
CI 1.30–7.41, p = 0.0105) and
serum albumin <35 g/dl (OR =
6.33, 95% CI 2.66–15.07, p =
0.0001). Using the combination of
the values of these 2 predictors,
the risk varied from 3.4 to 44.1%
IL PAZIENTE CIRROTICO: “TO TREAT OR
NOT TO TREAT, THAT IS THE QUESTION”
IL PAZIENTE CIRROTICO: “TO TREAT OR
NOT TO TREAT, THAT IS THE QUESTION”
N.M., sesso femminile, 53 anni, nazionalità rumena,
BMI 22, casalinga
Cirrosi epatica C (Child A), genotipo 1b, naive
IL 28B: eterozigote
Albumina 4.1 g/dl, piastrine 192.000/mmc; g.b. 5300/mmc
neutrofili 2700/mmc
Fibroscan: 26 kPa
Ecografia: ipertrofia lobo sx e caudato, coarse echopattern, splenomegalia (DL 14 cm)
EGDS: no varici esofagee
Anti-HBc +, HBsAg neg.
Comorbilità: schizofrenia (olanzapina), epilessia
(lamotrigina), ipotiroidismo (levotiroxina)
IL PAZIENTE CIRROTICO: “TO TREAT OR
NOT TO TREAT, THAT IS THE QUESTION”
NAIVE
53 ANNI
GENOTIPO 1b
ALBUMINA 4.1 g/dl,
PIASTRINE 192.000/mmc
GLOBULI BIANCHI 5300/mmc (neut. 51 %)
HCV-RNA UI /ml
IL PAZIENTE CIRROTICO: “TO TREAT OR
NOT TO TREAT, THAT IS THE QUESTION”
HCV-RNA
HCV-RNA
7.000.000
PEGIFN + RIBA
6.000.000
5.000.000
Log Drop 0.9
4.000.000
3.000.000
VICTRELIS
2.000.000
1.000.000
< 10 UI/ml
0
mag-13
giu-13
lug-13
ago-13
set-13
ott-13
ott-13
ott-13
set-13
10
set-13
set-13
set-13
ago-13
ago-13
ago-13
ago-13
lug-13
lug-13
lug-13
0
lug-13
2
lug-13
PEGIFN + RIBA
RIBA 400 mg/die
giu-13
4
giu-13
6
ERITROPOIETINA
giu-13
14
giu-13
8
RIBA da 800 a
600 mg/die
mag-13
g/dl
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NOT TO TREAT, THAT IS THE QUESTION”
EMOGLOBINA
VICTRELIS
12
SEPSI
IL PAZIENTE CIRROTICO: “TO TREAT OR
NOT TO TREAT, THAT IS THE QUESTION”
LEUCOCITI
SEPSI
12000
8000
PEGIFN + RIBA
6000
VICTRELIS
4000
Leucociti
ott-13
ott-13
ott-13
set-13
set-13
set-13
set-13
ago-13
ago-13
ago-13
ago-13
lug-13
lug-13
lug-13
lug-13
lug-13
giu-13
giu-13
giu-13
900
90
00
giu-13
2000
mag-13
mmc
10000
90 PEGIFN + RIBA
TRANSAMINASI
VICTRELIS
80
70
AST
60
ALT
50
40
30
20
10
set-13
set-13
set-13
ago-13
ago-13
ago-13
ago-13
lug-13
lug-13
lug-13
lug-13
lug-13
giu-13
giu-13
giu-13
giu-13
0
mag-13
UI/ml
IL PAZIENTE CIRROTICO: “TO TREAT OR
NOT TO TREAT, THAT IS THE QUESTION”
IL PAZIENTE CIRROTICO: “TO TREAT OR
NOT TO TREAT, THAT IS THE QUESTION”
20.9.2013
Febbre fino a 38.5 °C preceduta da brividi, astenia
profonda, stato soporoso, dispnea
E.O. crepitii alle basi di entrambi i polmoni
Esami ematochimici e sierologici: leucociti 11.400/mmc
Neut. 88%, Hgb 7.8 g/dl, INR 3.8, urea 149 mg/dl, creatinina
1.83 mg/dl, procalcitonina 5,45 ng/ml
Emocolture: Escherichia Coli
TC torace: addensamenti a carattere consolidativo interessanti
nella quasi totalità il LID e in minor misura il LIS
Tp: Levofloxacina, Piperacillina/Tazobactam/Teicoplanina
TRIPLICE TERAPIA INTERROTTA
IMMEDIATAMENTE
IL PAZIENTE CIRROTICO: “TO TREAT OR
NOT TO TREAT, THAT IS THE QUESTION”
Cirrhosis-associated immune dysfunction syndrome (CAIDS)
Clin Gastroenterol Hepatol. 2011;9(9):727-738
IL PAZIENTE CIRROTICO: “TO TREAT OR
NOT TO TREAT, THAT IS THE QUESTION”
Cirrhosis-associated immune dysfunction syndrome (CAIDS)
….decreases their ability to clear cytokines, bacteria,
and endotoxins from circulation
Clin Gastroenterol Hepatol. 2011;9(9):727-738
IL PAZIENTE CIRROTICO: “TO TREAT OR
NOT TO TREAT, THAT IS THE QUESTION”
Consequences of sepsis in cirrhosis.
Clin Gastroenterol Hepatol. 2011;9(9):727-738
IL PAZIENTE CIRROTICO: “TO TREAT OR
NOT TO TREAT, THAT IS THE QUESTION”
To treat, but…
-Valutare attentamente i rischi e le probabilità di successo
- Stretta sorveglianza clinica per il pronto riconoscimento
degli effetti collaterali e la loro tempestiva gestione.
Particolare attenzione va posta al rischio infettivo e a
quello di scompenso funzionale della cirrosi (AISF)
- Considerare utilizzo di GCS-F se neutrofili < 500/mmc
IL PAZIENTE CIRROTICO: “TO TREAT OR
NOT TO TREAT, THAT IS THE QUESTION”
Indicazioni dell’Associazione Italiana per lo Studio del Fegato (AISF) sull’uso della triplice terapia
(Interferone-peghilato alfa + Ribavirina + inibitore delle proteasi di prima generazione)
per il trattamento dei pazienti con epatite cronica da HCV genotipo 1
PAZIENTI NAIVE: CHI TRATTARE (1)
1.
La disponibilità della triplice terapia nel paziente mai trattato (naive) non deve modificare le
indicazioni del trattamento dell’epatite C, che deve essere valutato in tutti i pazienti tranne che nei
soggetti con cirrosi scompensata (A1).
2.
I pazienti con fibrosi severa (F3) o cirrosi (F4) compensata, in classe A di Child‐Pugh, sono i
principali candidati al trattamento con triplice terapia. Data la necessità di prevenire la
progressione di malattia, questi pazienti presentano la maggiore l’urgenza clinica (A1).
In casi particolari, specie in pazienti con fibrosi severa (F3) ed in presenza di fattori predittivi di
risposta favorevoli (ad es, in paziente con IL28B CC o bassa carica virale) e/o elevato rischio di
sviluppare effet collaterali, può essere considerata l’opportunità di iniziare il trattamento con
duplice terapia e mantenere tale schedula in caso di raggiungimento di RVR (B2).
Nei pazienti con cirrosi epatica, in caso di riduzione della replica virale < 1 Log dopo le iniziali 4
settimane di lead‐in con duplice terapia, l’indicazione a proseguire il trattament con triplice
terapia aggiungendo Boceprevir deve essere valutata caso per caso essendo limitate le probabilità
di ottenere il successo terapeutico (B1).
24 Aprile 2013
Indicazioni dell’Associazione Italiana per lo Studio del Fegato (AISF) sull’uso della triplice terapia
(Interferone-peghilato alfa + Ribavirina + inibitore delle proteasi di prima generazione)
per il trattamento dei pazienti con epatite cronica da HCV genotipo 1
STOPPING RULES E RESISTENZE VIRALI
1. Secondo le indicazioni della scheda tecnica approvate da EMA, in attesa di ulteriori studi, il
trattamento con BOC deve essere sospeso in caso di HCV‐RNA ≥ 100/UI alla settimana 12 o
rilevabile alla settimana 24, mentre il trattamento con TVR deve essere sospeso in caso di
HCV‐RNA > 1000/UI alle settimane 4 o 12 o rilevabile alla settimana 24 (B1).
2. In pazient in trattament con BOC con caduta di HCV-RNA < 1 Log dopo le 4 settima di lead-in, è
consigliabile un dosaggio della viremia alla settima 8 ed in caso di riduzione di HCV-RNA < 3 Log
rispett al basale, è plausibile anticipare la sospensione del trattamento (B2).
3. La ricerca delle resistenze virali a Boceprevir e Telaprevir prima, durante o dopo il trattamento non
trova attualmente indicazione nella pratica clinica, e va riservata a pazienti trattati nell’ambito di
protocolli di ricerca (B1).
24 Aprile 2013
Indicazioni dell’Associazione Italiana per lo Studio del Fegato (AISF) sull’uso della triplice terapia
(Interferone-peghilato alfa + Ribavirina + inibitore delle proteasi di prima generazione)
per il trattamento dei pazienti con epatite cronica da HCV genotipo 1
GESTIONE DELL’ANEMIA
1. Il paziente deve essere avvisato, prima dell’inizio del trattament con triplice terapia,
dell’aumentato rischio di sviluppare anemia, talora di entit severa, tale da poter rendere necessario
il ricorso ad emotrasfusioni (A1).
2. Durante il trattament è necessario un attento e ravvicinato monitoraggio dell’emocromo in
ragione dell’aumentato rischio di anemia (A1).
3. In caso di anemia lieve/moderata anche se l'HCV-RNA è ancora rilevabile, la ribavirina può essere
ridotta (in modo progressivo di 200 mg), senza inficiare la probabilità di risposta virologica
sostenuta (B1). Non può essere, invece, ridotta la dose di BOC e TVR, che in caso di sospensione,
non possono essere reintrodotti in terapia (A1).
4. L'utilizzo di eritropoietina (Epo) deve essere preso in considerazione in caso di anemia non
rispondente alla riduzione della dose di ribavirina, di anemia severa o sintomatic (B1). Nei pazient
con cirrosi, la somministrazione di Epo può essere anticipata al fine di favorire il mantenimento del
paziente in trattamento (B2).
5. In caso di anemia severa o sintomatic può essere necessario ricorrere a trasfusioni di emazie
concentrate, specie nei pazient a più elevato rischio per stadio di malatt (cirrosi), età o
comorbidità, al fine di mantenere il trattamento antivirale (B1)
24 Aprile 2013
Indicazioni dell’Associazione Italiana per lo Studio del Fegato (AISF) sull’uso della triplice terapia
(Interferone-peghilato alfa + Ribavirina + inibitore delle proteasi di prima generazione)
per il trattamento dei pazienti con epatite cronica da HCV genotipo 1
GESTIONE DEL PAZIENTE CON CIRROSI (2)
4. Il paziente cirrotico trattato con triplice terapia deve essere sottoposto a stretta sorveglianza clinica
per il pronto riconoscimento degli effetti collaterali e la loro tempestiva gestione (A1). Oltre agli
effetti collaterali tipici del trattamento con triplice (anemia, rash cutaneo, ecc.), particolare
attenzione va posta al rischio infettivo e a quello di scompenso funzionale della cirrosi (A1).
5. Per le ragioni suddette, in presenza di fattori di rischio per lo sviluppo di eventi avversi seri, il
paziente con cirrosi dovrebbe essere seguito in Centri con elevata esperienza nella gestione della
terapia antivirale o, in alternativ, dovrebbe essere considerata la possibilità, se disponibile, di
arruolamento in studi sperimentali con regimi terapeutici basati su farmaci antivirali di seconda
generazione potenzialmente gravati da minori effetti collaterali (B1).
INFC-1116278-0000-VIC-W-04/2016
24 Aprile 2013