Existenz maximum

Temi di Ricerca XXX Ciclo di Dottorato in Design
Titolo della ricerca
Research Title
Existenz maximum
Responsabile del progetto
di ricerca
Research supervisor
Luciano Crespi
Partecipanti gruppo di
ricerca
Research group
DHoC (Design for Hospitable Cities), Barbara Di Prete, Davide Crippa
Tema generale del progetto
di ricerca
General theme
Il progetto molle
Abstract
Abstract
Serve oggi mettere in discussione l’idea che si possa definire una soglia
minima dell’abitare, stabilita in base a parametri quantitativi, in relazione
a un presunto benessere psicofisico definito univocamente dalle scienze
mediche e psicologiche. La visione contemporanea cambia punto di
riferimento, passando dall’obiettivo di una razionalizzazione distributiva
predefinita a quello di una qualità più sfaccettata, a cui la cultura del
design può contribuire attraverso la propria capacità di attribuire valore
semantico ai luoghi, utilizzando dispositivi di arredo e pratiche di
allestimenti.
Qui si inserisce il contributo di Alessandro Mendini quando, esattamente
trenta anni fa, lucido e profetico, invitava a seguire la strada del “progetto
molle”, fondato sull’uso di gesti ospitali, così diversi dall’ostinata
sicurezza del “progetto duro”. Ed anche a scardinare tutte le
semplificazioni fondate ancora sulla nozione di funzione, per dare vita a
nuove specie di case. Né mancano, oggi, esempi convincenti di
sperimentazioni sul tema dell’abitare che vanno nella direzione di mettere
a soqquadro l’idea di alloggio come spazio contrassegnato da ambiti
spaziali “specializzati”. Si pensi ai progetti di Sou Fujimoto, tra cui la
Final Wooden House, sorprendente e radicale esercizio di dissoluzione
dell’idea di spazio arredato alla quale si contrappone il ritorno ad una
sorta di “casa caverna”, dimora “finale” di un uomo alla ricerca
dell’autentico e dell’essere nel mondo. O ai delicati e raffinati allestimenti
ambientali dei fratelli Bouroullec, o anche alle geniali ricerche di Ugo La
Pietra sulle “azioni disequilibranti”, iniziate negli anni Sessanta e in un
certo senso mai interrotte.
Pur così diversi tra di loro e pur essendo collocati diversamente nel
tempo, questi contributi rappresentano un sottile linea di pensiero che
attraversa la cultura del design e che oggi, per il valore che conserva,
pretende di essere ripresa e sistematizzata
Soft Design
Nowadays we need to reconsider the idea that a minimum threshold of
living con be identified, determined by quantitative parameters, in
connection with an presumed psychological well-being uniquely defined
by medical and psychological sciences. The contemporary concept has
changed the focus, moving from the purpose of a preset distribution
rationalization to one of a more multi-faceted quality, to which the culture
of design can contribute through its ability to give a semantic value to
places, using decoration systems and practices of setting up.
Here comes the contribution of Alessandro Mendini when, exactly thirty
years ago, lucid and prophetic, invited to follow the path of "soft design",
based on the use of hospitable gestures, so different from the obstinate
security of “hard design”; and also invited to break all simplifications still
based on the notion of function, to create new kinds of houses. There are,
today, convincing examples of experiments on the theme of living moving
towards the turning upside down of the idea of the residence as a space
marked by “specialized” spatial areas; looking at the projects by Sou
Fujimoto, between them the Final Wooden House, surprising and radical
exercise of dissolution of the idea of furnished space contrasting with the
return to a sort of "cave house", final abode of a man seeking the
authentic and the “being in the world”; or the delicate and refined
environmental setting up by the Bouroullec brothers; or the brilliant
research by Ugo La Pietra on the “azioni disequilibranti”, started during
the 60’s and somehow never ended.
Despite their differences and their different times, these contributions
represent a thin line of thought that crosses the design culture and that,
nowadays, thanks to the value that preserves, claims to be reconsidered
and systematised.
Obiettivi
Goals
Obiettivo generale è quello di indagare la nozione di progetto, ed in
particolare di progetto degli ambienti, alla luce delle riflessioni che sono
state condotte da alcuni protagonisti del design italiano, la cui attualità
appare oggi in tutta evidenza in seguito alle profonde trasformazioni
avvenute nei modi di abitare. Che hanno fatto dire a Jean-Luc Nancy che
oggi si vive ovunque ma si vive “en passant”
Si tratta inoltra di riprendere una riflessione teorica su una tematica oggi
diventata cruciale alla luce delle trasformazioni della natura della
domanda d’abitare (prevalenza dei nuovi nuclei monofamgliari, nuovi
rituali dell’abitare), riguardante appunto la natura dell’alloggio nella
contemporaneità, anche in relazione al ruolo svolto dai dispositivi di
arredo. Per questo la ricerca si dovrà misurare anche con i contributi
provenienti dagli studi soprattutto delle scienze sociali e dell’antropologia.
Ciò sarà fatto anche attraverso la costruzione di una rete internazionale di
ricerca sul tema, comprendente sia scuole di design sia studi di
progettazione, italiani e internazionali, la cui attività presenti un valore
anche sotto l’aspetto della ricerca
The general purpose is to examine the concept of the project, and, in
particular, the concept of environmental project, considering the
reflections made by some protagonists of the Italian design, whose
modernity seems to be clear as a result of the deep transformations
occurred in the way of living.
That is what made Jean-Luc Nancy saying that today we can live
everywhere but we live “en passant”.
Moreover it’s about examining a theoretical thinking about a theme that
today has become crucial, considering the transformations of the nature
of the living requests (predominance of new mono familiar unit, new
rituals of living) regarding indeed the nature of the residence inside the
contemporary era, also related to the role of the new decoration systems.
For these reasons the research will also have to deal with contributions
coming from social and anthropological studies. This will be done through
the creation of an international network of research on the topic, including
both schools of design and studios of architecture, from Italy and
worldwide, whose activity has a value in the research field.