PB Agroscenari – Area di studio Val Padana, Emilia-Romagna

Area di studio Val Padana: Emilia-Romagna-Lombardia, province di Parma, Piacenza e Cremona
Forte vocazione zootecnica, 56% del
patrimonio bovino da latte nazionale per
la produzione di Parmigiano Reggiano
(Pr), Grana Padano (Pc e Lombardia) e
Provolone (Cr); 76% dei suini italiani
destinati a DOP (prosciutto, coppe,
culatello ecc.).
Principali colture irrigue: mais (granella e
silomais), prati stabili, erba medica,
loiessa e/o cereali autunno vernini,
principale coltura industriale pomodoro.
Le doppie colture come Loiessa/mais o
cereali vernini (triticale, orzo, frumento)
da foraggio/mais si stanno rapidamente
diffondendo
anche
in
funzione
dell’utilizzo negli impianti di biogas.
Nelle province di Parma e Piacenza i seminativi coprono il 68% circa del territorio e, oltre ai prati stabili (1%
circa), costituiscono la base produttiva del comparto zootecnico che caratterizza questa zona.
Situazione climatica
Inverno
Primavera
Estate
Autunno
Trend Tmin Oss
+
+
+
+
Tendenza decennale lineare della Temperatura Minima Stagionale
[°C] (AO30km 1951-2012)
Trend Tmax Oss
0.2
0.3
0.4
0.2
Tendenza decennale lineare della Temperatura Massima Stagionale
[°C] (AO30km 1951-2012)
Trend Prec Oss
-4.9
-2.0
-
3.2
Tendenza % decennale lineare della Precipitazione Cumulata Stagionale
[%] (AO30km 1951-2012)
Inverno
Primavera
Estate
Autunno
Tmin A1B Diff
1.2
1.4
1.8
1.3
Differenza stimata della Temperatura Minima Stagionale per lo scenario A1B
[°C] ( Riferimento Temporale: 2021-2050 <-> 1961-1990)
Tmax A1B Diff
1
1.4
2
1.3
Differenza stimata della Temperatura Massima Stagionale per lo scenario A1B
[°C] ( Riferimento Temporale: 2021-2050 <-> 1961-1990)
Prec A1B Diff
-5
15
-9
4
Differenza % della Precipitazione Cumulata Stagionale per lo scenario A1B
[%] ( Riferimento Temporale: 2021-2050 <-> 1961-1990)
+ trend positivo non statisticamente significativo; - trend negativo non statisticamente significativo; / nessun trend
Linee di ricerca Agroscenari interessate:
1a - Acquisizione, calibrazione e downscaling di scenari climatici futuri a livello locale, resp. scient.
Massimiliano Pasqui, CNR-IBIMET, Consiglio Nazionale delle Ricerche, Istituto di Biometeorologia
1b.1 - Previsioni agrometeorologiche finalizzate alla meccanizzazione agricola in relazione all’adattamento ai
cambiamenti climatici, resp. scient. Stanislao Esposito, CRA-CMA, Consiglio per la ricerca e la
sperimentazione in agricoltura - Unità di ricerca per la climatologia e la meteorologia applicate all’agricoltura
1b.2 Trafficabilità e lavorabilità dei suoli in condizioni di cambiamenti climatici, resp. scient. Pieranna
Servadio, CRA-ING, Unità di Ricerca per l’ingegneria agraria
1
4 Studio di sistemi colturali innovativi per la produzione di cereali in condizioni di ridotta disponibilità idrica e
destinati alle filiere zootecniche DOP , resp. scient. Francesco Masoero, Facoltà di agraria, Università cattolica
del Sacro Cuore, Istituto di scienze degli alimenti e della nutrizione
5 Irrigazione e cambiamenti climatici, resp. scient. Vittorio Marletto, ARPA-SIMC, Agenzia regionale per la
prevenzione e l’ambiente dell’Emilia-Romagna, Servizio Idrometeoclima
6a Processi di degrado delle terre e cambiamento climatico – Applicazione e verifica di modelli di valutazione
territoriale della desertificazione in Italia, resp. scient. Luigi Perini, CRA-CMA
6b Processi di degrado delle terre e cambiamento climatico (PRO.DE.) - Modificazioni indotte nelle qualità del
suolo dai cambiamenti climatici, resp. scient. Sergio Pellegrini, CRA-ABP, Agrobiologia e pedologia
9a Strategie economiche di adattamento degli agricoltori ai CC e possibili strumenti di politica agricola a
sostegno di tali strategie, resp. Scient. Gabriele Dono, Università degli Studi della Tuscia, Dipartimento di
scienze e tecnologie per l’Agricoltura, le Foreste, la Natura e l’Energia" (DAFNE), in precedenza Dipartimento
di Economia Agroforestale e dell´Ambiente Rurale (DEAR)
9b Strumenti economici per la valutazione delle possibili azioni di adattamento allo scenario di riduzione delle
disponibilità idriche complessive e di alternanza tra periodi siccitosi ed eventi precipitativi estremi, resp.
scient. Raffaella Zucaro INEA, Istituto nazionale di economia agraria
Approcci adottati:
Sviluppo di uno strumento informativo nazionale a supporto della lavorabilità e transitabilità dei suoli
agricoli in un contesto di cambiamento meteo-climatico. Messa a punto di previsioni agrometeorologiche
specifiche per contribuire alla riduzione del compattamento dei suoli ad opera di macchine agricole. Analisi
sull'impatto dei cambiamenti climatici sui periodi di aratura per mais e del frumento tenero su un’ampia
casistica di periodi climatici recenti e futuri.
Valutazione d’impatto della meccanizzazione su compattamento e lavorabilità del suolo per lo sviluppo di
tecniche di adattamento ai cambiamenti climatici. Confronto di metodi minimum e zero tillage con la
lavorazione convenzionale. Studi sulla variabilità spaziale delle proprietà fisico-chimiche del suolo e delle
rese colturali per differenziare la gestione colturale, diminuendone l’impatto ambientale.
Rappresentazione e test dei cambiamenti colturali e alimentari che allevatori e filiere dei prodotti tipici
potrebbero adottare a causa dei futuri scenari climatici. Simulazione e test di scelte alimentari per vacche da
latte e suini basate sull’impiego di foraggi (vacche) o granelle (suini) da cereali vernini (orzo/triticale) in
sostituzione del mais. Studio della diversità genetica di orzo e triticale in funzione delle caratteristiche
nutrizionali delle granelle e della parte foraggera, nonché di vernalizzazione e risposta a stress abiotici.
Confronti in campo di cultivar commerciali e linee avanzate. Sviluppo di nuove varietà con diverse
combinazioni nel contenuto di proteine, B-glucani, componenti dell’amido. Su mais valutazione di valore
nutritivo e produttivo di ibridi sottoposti a restrizione idrica.
Confronto tra le metodiche irrigue attualmente in uso in Val Padana per pomodoro da industria e prato
stabile con quelle possibili in condizioni di cambiamento climatico (proiezioni di scenario A1B per il 20212050). Stima degli impatti del cambiamento climatico sui fabbisogni irrigui delle colture con il modello di
bilancio idrico Criteria, che è stato oggetto di sviluppi e miglioramenti.
Identificazione delle dinamiche spazio-temporali dei processi di degrado delle terre a scala regionale, con
approfondimento nelle province di Parma e Piacenza, dai primi anni '50 ai giorni nostri e su scenari futuri.
Analisi dei processi di artificializzazione e sigillamento dei suoli con sottrazione di terreno agricolo e
alterazione del ciclo idrogeologico, e dei rimboschimenti e ricolonizzazioni per abbandono delle aree
coltivate. Valutazioni sui cambiamenti di servizi ecosistemici e di vulnerabilità ambientale, con riferimento
alla perdita di potenziale produttivo agricolo in diversi scenari (reference case, best case, worst case
scenarios).
Analisi di possibili effetti dei cambiamenti climatici sulla dinamica delle principali proprietà edafiche dei suoli,
attraverso lo studio delle interazioni esistenti tra caratteri del suolo e regimi termometrici e udometrici
diversi lungo alcune climosequenze. Il raffronto tra unità pedologiche simili, evolute diversamente perché
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collocate in ambienti climatici differenti, ha consentito di valutare le modificazioni che potrebbero avvenire
nel tempo a seguito di cambiamenti climatici che spostino il limite tra areali diversi. A tal fine nell’area di
studio è stata individuata una climosequenza su Alfisuoli evolutisi su depositi glaciali, fluvioglaciali o fluviali,
a tessitura franca, prevalentemente utilizzati a prato o seminativo per la produzione di foraggio.
Analisi economica con modelli matematici che simulano le decisioni e i risultati produttivi ed economici di
aziende produttrici di Grana Padano e Parmigiano Reggiano. I modelli rappresentano le scelte in condizioni
d’incertezza climatica e simulano gli effetti di modifiche nelle condizioni di produzione degli alimenti per il
bestiame, l’allevamento, la produzione del latte, gli equilibri di mercato dei fattori e dei prodotti impiegati
dalle aziende, con i dati forniti dalle unità di ricerca climatologiche e agro-zootecniche. I modelli
restituiscono il bilancio economico delle aziende, con lo stato patrimoniale e conto economico, nonché i
principali indici produttivi ed economici di performance aziendale. Il confronto tra la situazione nel clima
corrente e nel clima futuro permette di valutare l’impatto dei cambiamenti nella distribuzione di probabilità
degli eventi influenzati dalle condizioni climatiche.
Analisi economica di azioni di adattamento del settore irriguo attraverso la promozione del risparmio idrico,
l’efficiente allocazione delle risorse idriche tra i diversi usi e l’individuazione di strumenti economici per la
gestione dei rischi connessi ad eventi climatici estremi e avversi. Valutazione approfondita del riutilizzo
irriguo di reflui recuperati, con elevate potenzialità di risorse idriche disponibili per l’irrigazione, e ridotto
impatto ambientale, attraverso parametri di costo e convenienza economica, limiti e vincoli ambientali o di
altra natura presenti nell’area, a confronto con altre possibili azioni. Impiego del multiple criteria decision
making (MCDM), e di un sistema di supporto alle decisioni multicriteriale basato su una gamma di fattori e
vincoli territoriali, con cartografia tematica dei risultati e stima dei benefici apportati con il metodo del
costo-opportunità.
Risultati:
L’analisi sugli anni 2001-2011 ha evidenziato che il mais in omosuccessione in settembre e ottobre ha
mediamente 23 giorni di lavorabilità in condizioni di limite umido, solo 11 giorni in tempera e altrettanti in
limite secco; per il frumento tenero, si hanno mediamente 33 giorni utili di lavorabilità nella finestra
temporale agosto-settembre, di cui solo 9 in condizioni di tempera. Gli scenari futuri vedono per il mais un
incremento dei giorni in tempera e limite secco, e un calo dei giorni di limite umido. Per il frumento tenero la
maggior parte dei giorni potenzialmente utili per l’aratura ricade nella condizione di limite secco o non
lavorabile perché estremamente secco e in futuro è atteso un aumento del numero di giorni che ricadranno
nella prima di queste due classi.
Le operazioni colturali svolte al di sopra della capacità di campo hanno causato compattamento maggiore e
diminuzioni della resa colturale rispetto alle stesse eseguite a contenuto idrico ottimale. Pneumatici extra
larghi o cingoli riducono i danni da compattamento del suolo rispetto ai pneumatici tradizionali e hanno
permesso il transito anche con umidità del terreno elevata. L'integrazione con GPS ha identificato aree di
minor efficienza di una trattrice + aratro riguardo a velocità e ampiezza operativa di lavoro, la gestione
differenziata delle singole aree ha permesso di aumentare l’efficienza della gestione agraria. La prestazione
ottenuta ha unito due indicatori di efficienza energetica che esprimono il tempo di esecuzione come
efficienza di campo (ha/h) e il consumo unitario di combustibile (kg/ha).
Diete mono-cereale a base di orzo per suini all’ingrasso migliorano la qualità di prosciutti e coppe (DOP) con
equivalenti performance produttive. Gli allevatori possono fare piani colturali diversi utilizzando foraggi di
leguminose o graminacee in funzione delle esigenze agronomiche ed organizzative senza compromettere le
caratteristiche nutrizionali delle razioni. Diete per vacche da latte a base di insilati di orzo in sostituzione
parziale o totale del silomais non hanno causato alcuna variazione nelle qualità organolettiche del grana
padano DOP stagionato. Sono emersi anche effetti contrastanti sulla digeribilità della fibra e performance
produttive del silomais, dovute alla restrizione idrica.
Applicando il 65% di restituzione idrica a dieci ibridi di mais di classe 500-600 nelle stagioni 2009 –2011 si è
verificata un’ampia variabilità di resa in granella. Per 2 ibridi la resa non è cambiata, anche se in media la
resa è diminuita del 20%. Si può ridurre del 50% l’effetto dello stress sulla produzione con la scelta degli
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ibridi più adatti. Lo stress non ha modificato tenore proteico, contenuto in nitrati e caratteristiche
dell’amido.
Con prove di campo e laboratorio si sono evidenziate varietà di orzo con habitus di crescita facoltativo,
dotate di notevole resistenza al freddo, capaci di far fronte a semine ritardate e/o colpi di freddo alternati a
periodi di caldo; l’orzo in semina invernale produce granella di buona qualità per la nutrizione animale
sfruttando periodi di crescita con disponibilità idrica relativamente alta senza penalizzazioni rispetto alla
semina primaverile; varietà di orzo e triticale ad alta resa appaiono adatte anche all’uso foraggero.
L’analisi dei fabbisogni irrigui delle colture è stata svolta per il 1961-1990 (riferimento climatico), 2021-2050
(proiezioni di scenario) e scenario peggiore (WCS, worst case scenario). Si è osservato un andamento
crescente ma non drastico dei fabbisogni irrigui del pomodoro. La differenza più marcata (+10 mm), si
registra nel confronto tra 1961-1990 e WCS. Similmente per il prato stabile, nonostante nell’area di studio i
valori di evaporati potenziali siano in aumento (+44 mm tra 1961-1990 e 2021-2050), e in misura minore
anche le piogge (+6 mm), non sembra emergano indicazioni di una sostanziale variazione delle necessità
irrigue del prato stabile che si potrebbero verificare nel periodo 2021-2050 rispetto al 1961-1990.
Nel periodo 1954-2008 l’artificializzazione del territorio ha investito 8.135 ha in totale (6% circa dell’area di
studio) mentre l’espansione delle aree naturali e semi-naturali per abbandono di terre arabili e
rimboschimenti riguarda 7.967 ha in totale (ulteriore 6%). La valutazione dei “provisioning services” ha
permesso di stimare la perdita di potenziale produttivo agricolo, espresso come produzione equivalente di
frumento duro, sia nel periodo 1954-2008 che nella proiezione al 2050. In termini di indici sintetici di
vulnerabilità (ESAI), si assiste ad un peggioramento da un valore di 1.33 (1960) a 1.36 (2010).
La conducibilità elettrica è risultata trascurabile (< 0,18 mS cm-1). La reazione dei suoli varia da debolmente
acida (pH 6,3) a moderatamente alcalina (pH 7,9). I suoli a reazione più acida sono quelli delle aree più
piovose (pedoclima udico). Maggiori le differenze nel contenuto di C organico, tra 0,85 (scarso) e 2,01%
(molto elevato). Le aree con pedoclima udico presentano un contenuto medio di C organico (1,51 - elevato)
maggiore rispetto ai siti con temperatura media annua più elevata e minori precipitazioni (1,16 - medio). Le
modificazioni sui suoli sono state stimate esaminando il C organico al variare di Aridity Index, P, Tmin e Tmax
giornaliere del periodo 2020-2030 corretti con il dataset AO (Analisi Oggettiva UCEA).
Utilizzando dati statistici del periodo 2008-2010 e interviste a tecnici e allevatori di bovini sono stati ottenuti
due modelli aziendali - GP1 e GP2 - rappresentativi della produzione bovina da latte nell’ambito del
Consorzio Grana Padano. GP1 copre 30,2 ha, di cui circa 54% in affitto, e 11% irrigabile, tra collina e pianura,
alleva 80 bovini da latte (35 UBA per unità di lavoro), vende latte per circa 107.000 €/anno, con vendita
anche di fieni. Terreni a parte, il 59% dei capitali è dato dal bestiame, 22% da fabbricati. GP2 ha SAU
maggiore (48,3 ha di cui il 51% in affitto e 44% irrigabile), prevalentemente in pianura, e a mais da foraggio.
Alleva 260 bovini da latte con 77 UBA/udl. Maggiore la produttività dei capi, e il reddito, 367.000 €/anno.
Terreni a parte il 74% dei capitali è dato dal bestiame, 12% da fabbricati. Entrambe le tipologie hanno livello
d’indebitamento molto basso e un livello analogo di costi totali per euro di fatturato da attività agricola. Con
questi e altri dati si calcolano valori del ROE (return on equity) e, in alternativa, del Reddito da lavoro per
unità di lavoro familiare, al lordo della fiscalità e del profitto aziendale. GP2 mostra risultati migliori per
entrambi gli indicatori: ad esempio, ottiene un ROE al lordo della fiscalità e del profitto aziendale di 14,9,
contro 8.2 di GP1.
Implicazioni (cosa potrebbe accadere):
Nella zona di studio Val Padana si prospetta sia una diminuzione del rischio di compattamento dei terreni
lavorati per eccessiva umidità del suolo, che un aumento delle lavorazioni su terreni troppo asciutti. Si
prospetta inoltre un’ampia variabilità stagionale ed interannuale delle condizioni di lavorabilità e
trafficabilità dei suoli tra un anno e l’altro. La concentrazione delle precipitazioni in autunno e primavera
potrebbe ridurre il periodo utile per l’esecuzione delle operazioni colturali aumentando il rischio di
danneggiare il suolo. L’aumento dei costi dei carburanti e l’introduzione di limiti ambientali nell’uso di input
chimici favoriranno l’adozione di tecniche di agricoltura di precisione.
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L’allevatore dell’area di studio dispone di diverse potenziali strategie agronomiche e nutrizionali per adattare
il proprio sistema agro-zootecnico alle condizioni climatiche future, garantendo il livello qualitativo e la
tipicità dei prodotti delle filiere DOP dell’area. Le nuove soluzioni agronomico-colturali dovranno essere
valutate dal punto di vista economico, anche in funzione della competizione con gli impianti di biogas.
Non è prevedibile un drastico aumento dei volumi irrigui poiché le precipitazioni primaverili saranno
probabilmente in aumento (+25%), compensando in buona parte il riscaldamento estivo (+2°C) e la
diminuzione delle precipitazioni totali (-20%), se la superficie coltivata a pomodoro rimane stabile.
Ipotizzando un moderato aumento della superficie (ad es. 15mila ha) investita a prato stabile nella sola
provincia di Piacenza, questo potrebbe generare un incremento dei consumi irrigui pari a circa 1Mm3. Ci si
può attendere altresì una maggiore piovosità primaverile e una maggiore richiesta irrigua nelle prime decadi
di luglio e settembre, con conseguente incremento dei costi di prelievo idrico, oltre ad un possibile
incremento della competizione tra usi diversi ed impatti ambientali negativi a vari livelli e scale geografiche.
E’ anche prevedibile una riduzione della superficie agricola (irreversibile o reversibile a seconda che essa sia
determinata da artificializzazione o abbandono), con conseguente decremento del potenziale produttivo
agricolo dell’area di studio. Nello scenario peggiore i trend osservati e le implicazioni già discusse sarebbero
amplificati a causa di cambiamenti climatici più drastici e, conseguentemente, di esigenze idriche delle
colture più significative.
Le simulazioni climatiche non prevedono cambiamenti significativi a carico del regime termico dei suoli
(thermic) e dell’indice di aridità (sub-umido) nei due periodi a confronto (1961-90 e 2021-50); si registra
invece un netto incremento dell’aggressività climatica (concentrazione delle piogge), che da moderata si
traduce in elevata.
I modelli economici di aziende agrozootecniche rappresentative del Consorzio Grana Padano consentono di
simulare sia gli effetti di una modifica nella distribuzione di probabilità dei fabbisogni irrigui e delle rese
produttive degli erbai primaverili e del mais da insilato in termini di uso dell’acqua, estensione dei suoli
destinati alla coltivazione degli erbai e rese produttive ottenute, con le implicazioni economiche e
occupazionali sull’azienda, sia gli effetti di colture da incentivare come, ad esempio, l’orzo da insilato o da
granella. Si possono altresì determinare gli effetti di una modifica nella distribuzione di probabilità del livello
del THI (Temperature and Humidity Index) nei mesi estivi sulla qualità e quantità del latte prodotto, sulla
mortalità dei capi allevati, con le implicazioni economiche sull’azienda. Sulla base dei dati forniti dalle unità
di ricerca climatologiche e agro-zootecniche sono in corso di individuazione i fattori che generano i maggiori
stress sulle due aziende rappresentative, da cui emergeranno a breve strategie di adattamento delle aziende
al cambiamento climatico.
Da ultimo, una volta individuate le scelte tecnicamente più adatte, i risultati dell’analisi costi-benefici hanno
dimostrato che le opere volte all’adeguamento degli impianti di depurazione delle acque reflue urbane ai fini
di riutilizzo irriguo diretto nelle aree oggetto di studio procurerebbero benefici ambientali ed economici di
lungo periodo tali da garantire la piena copertura dei costi di realizzazione e adeguamento degli stessi,
nonostante il metodo di stima applicato non tenga conto dei valori di non-uso relativi al miglioramento
qualitativo dei corpi idrici e dell’apprezzamento futuro del valore d’uso della risorsa convenzionale
disponibile.
Raccomandazioni (cosa dovrebbe accadere):
Al fine di limitare il degrado della fertilità dei terreni è bene continuare a sostenere le misure di protezione
del suolo favorendo la diffusione della gestione agronomica che segua i criteri di un uso adeguato delle
macchine agricole (lavorazioni in condizioni di tempera, lavorazioni conservative). Visto il cambiamento del
regime pluviometrico e l’aumento della variabilità climatica, è consigliabile favorire ed incentivare l’utilizzo di
sistemi informativi di supporto (previsioni agrometeorologiche) alla programmazione delle pratiche agricole
meccanizzate sulla base delle diverse situazioni pedoclimatiche e specifiche caratteristiche aziendali.
Si dovrà stimolare l’adozione di sistemi di propulsione adatti alle condizioni idriche del suolo agrario, la
valutazione dell’efficienza energetica globale durante le lavorazioni e più in generale la disincentivazione di
interventi colturali che danneggino la risorsa suolo. Si dovrà inoltre stimolare l’adozione di piani colturali che
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ottimizzino la gestione agraria favorendo la gestione differenziata dei campi coltivati e le tecniche di
agricoltura di precisione, così come l’adozione di piani colturali che ottimizzano l’utilizzo delle risorse ( acqua
e suolo) tenendo in considerazione la problematica della coesistenza di zootecnia e bioenergie,
trasformando la sostanziale competizione attuale in sinergie di ottimizzazione dell’uso delle risorse.
Si raccomanda lo sviluppo di modelli decisionali di tipo Agro-Zoo-Economico che ottimizzino l’utilizzo delle
risorse in funzione delle caratteristiche aziendali.
Le mutate condizioni climatiche, potrebbero generare un significativo impatto sulla gestione delle reti
consortili di distribuzione, facendo ipotizzare: un maggior impegno nella regimazione delle acque in eccesso
in primavera; un successivo immediato invaso della medesima rete per soddisfare le esigenze irrigue delle
colture; ed un prolungamento della stagione irrigua con relativo aumento dei costi di gestione.
Appaiono opportune misure per: l’introduzione di ordinamenti colturali meno idroesigenti, stoccaggio delle
acque in eccesso, impianti di irrigazione più efficienti, il contenimento dei consumi del suolo agricolo ad
esempio con riutilizzo di terreni già compromessi, la maggiore compattezza urbana, la valorizzazione
dell’agricoltura peri-urbana, il contrasto dell’abbandono nelle zone collinari e montane attraverso forme di
agricoltura “climate-smart” e di valorizzazione delle produzioni e della biodiversità agricola locale.
Si consiglia infine di porre particolare attenzione nel prevedere opere di regimazione idrica, sia a livello
aziendale che consortile, adeguatamente dimensionate e efficienti, e di favorire il riutilizzo delle acque reflue
nell’agricoltura irrigua.
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SWOT 1
Interno
Aspetti positivi
Aspetti negativi
Punti di forza
Debolezze
Mantenendo le attuali tecniche di lavorazione del terreno nelle condizioni
climatiche future non sono necessari grandi cambiamenti del parco macchine
e si prospettano minori rischi di compattamento del terreno.
I sistemi zootecnici dell’area sono in grado di adattarsi, in termini di piani
colturali e sistemi alimentari, alle disponibilità idriche e climatiche previste
dai modelli senza compromettere la tipicità e la qualità dei prodotti DOP.
Siamo in presenza di una situazione di gestione flessibile delle reti irrigue in
funzione di un servizio informativo idro-meteo-climatico efficace.
Capacità di conservare i livelli di produzione correnti (zone di pianura).
Un ruolo importante per l’adozione di tecniche di lavorazione conservativa del suolo
è rappresentato dall’esperienza e dall’abilità tecnica dell’operatore. Le spese per
l’aggiornamento del parco macchine potrebbero risultare onerose per aziende nelle
attuali condizioni di difficoltà.
Le operazioni colturali effettuate su terreni sopra la capacità di campo, causano
livelli di compattamento maggiore e diminuzioni della resa colturale rispetto alle
stesse lavorazioni eseguite a contenuto idrico ottimale.
Lo sviluppo di sistemi colturali a basse esigenze idriche potrebbe ridurre il
potenziale produttivo aziendale impattando in modo negativo sulla remunerazione
dell’allevatore.
I suoli dell’area, anche a causa delle loro caratteristiche tessiturali e di una
dotazione di sostanza organica mediamente inferiore al 2%, hanno elevata
suscettività al compattamento e alla formazione di crosta superficiale.
Rischi
Esterno
Opportunità
Le tecniche di lavorazione del suolo a basso impatto ambientale riducono gli
input energetici (carburante, ecc) limitando la degradazione dei terreni con
minori perdite di sostanza organica, riduzione dell’erosione e della
compattazione.
Diminuzione del compattamento sia attraverso cambi di rotazione colturale
che attraverso l’impiego dei sistemi di propulsione più opportuni
(pneumatici, ecc) in relazione alle operazioni da effettuare ed alle condizioni
di campo. La migliore conoscenza della variabilità spaziale all’interno dei
campi coltivati permette di identificare aree caratterizzate da omogenea
distribuzione dei parametri fisico-chimici del suolo e della resa colturale ed
una conseguente gestione differenziata.
Le condizioni climatiche previste per il 2021-2050 sembrano consentire la
prosecuzione degli attuali sistemi produttivi irrigui e dei livelli di produzione
attuali, nonostante i maggiori fabbisogni idrici e l’ipotizzata ulteriore
riduzione delle superfici coltivate, grazie ai punti forza del territorio.
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Il passaggio ad una gestione conservativa del suolo richiede un certo numero di anni
per raggiungere un nuovo equilibrio produttivo durante i quali le rese possono
essere penalizzate.
La concentrazione delle precipitazioni nei periodi autunnale e primaverile potrebbe
ridurre il periodo utile e costringere ad eseguire l’esecuzione delle operazioni
colturali al contenuto idrico non ottimale con conseguenti maggiori livelli di
compattamento e minori rese colturali.
Effetti negativi crescenti in termini di degrado dei suoli a causa della progressiva
artificializzazione e dell’abbandono delle terre (RCS nelle zone collinari).
La prevista maggiore aggressività climatica (maggior numero di eventi piovosi di
forte intensità) può ridurre la capacità di accettazione delle piogge da parte del
suolo.
SWOT 2
Opportunità
Punti di forza
Punti di debolezza
Sviluppare nuove metodologie in grado di sfruttare i punti di forza dell’area
Eliminare le debolezze per attivare nuove opportunità
Mettere a disposizione specifiche informazioni agrometeorologiche favorisce la pianificazione delle operazioni
colturali consentendo una maggiore tempestività degli interventi nei tempi utili.
Incoraggiare l’organizzazione del parco macchine aziendale in modo da adeguare le tecniche di lavorazione alle
migliori condizioni di lavorabilità del suolo.
Applicare lavorazioni conservative del terreno (in determinati ambienti e per determinate colture) può ridurre i costi
di produzione in aziende cerealicole che fanno sistematicamente ricorso al contoterzismo.
Supportare finanziariamente sistemi foraggeri meno idroesigenti che favoriscano le sinergie tra biogas e zootecnia
penalizzandone la competizione.
Adottare indicatori che esprimono il tempo di esecuzione del lavoro come efficienza di campo (ha/h) e consumo
unitario di combustibile (kg/ha) consente di valutare l'efficienza energetica globale della lavorazione. Inoltre l’utilizzo
di pneumatici extra larghi o cingoli riduce i danni da compattamento del suolo rispetto ai pneumatici tradizionali e
possono permettere il transito anche con umidità del terreno elevata.
Limitare l’espansione di colture idroesigenti, in particolare prati stabili e/o erbai. Questo per evitare tensioni ulteriori
sui sistema irrigui consortili. Attuazione di misure di finanziamento solo per nuove colture non idroesigenti (es. orzo,
grano…)
Mantenere e possibilmente intensificare gli attuali livelli produttivi di prodotti DOP senza modificare gli attuali sistemi
irrigui. Si consiglia l’attuazione di misure a supporto delle produzioni DOP.
Adottare “best practices” a livello aziendale e di politiche territoriali mirate (riduzione del consumo di suolo e
contrasto dell’ abbandono) può contenere gli effetti negativi imputabili ai cambiamenti climatici ed ai cambiamenti
di uso del suolo previsti. Tendere a un’agricoltura sostenibile che valorizzi tutte le produzioni agricole dell’area.
Favorire l’adozione di modelli di gestione del suolo a minore input energetico (lavorazioni ridotte, semina su sodo) al
fine di consentire il mantenimento e, soprattutto, l’incremento della dotazione di materia organica.
Sfruttare i punti di forza per limitare l’impatto dei rischi
Pianificare interventi per evitare l’aggravamento dei punti di debolezza
Considerare i suoli nelle strategie di lotta al cambiamento climatico favorendo strumenti d’incentivazione finalizzati a
premiare o sostenere gli agricoltori che gestiscono i suoli in modo virtuoso anche in termini di sequestro di carbonio
nei terreni.
Supportare finanziariamente le aziende che desiderano adeguare il parco macchine a tecniche di lavorazione capaci di
fronteggiare la variabilità climatica.
Durante le lavorazioni l’utilizzo di indicatori che esprimono il tempo di esecuzione del lavoro come un'efficienza di
campo (ha/h) ed un consumo unitario di combustibile (kg/ha) permette di controllare l’uso del cantiere di lavoro ed
anche dello slittamento degli pneumatici o dei cingoli che se superiore al 10% può provocare ulteriori danni al suolo
come azione di taglio e di spostamento di suolo che sarà più esposto all’azione di erosione. Inoltre l’utilizzo di
pneumatici extra larghi o cingoli riduce i danni da compattamento del suolo rispetto ai pneumatici tradizionali e
permette il transito anche con umidità del terreno elevata.
Rischi
Implementare “best practices” e misure territoriali sostenibili, attraverso meccanismi di incentivazione finanziaria,
strumenti di pianificazione territoriale a scala vasta e a livello locale, promozione territoriale mirata alle aree collinarimontane e supporto all'agricoltura peri-urbana di nicchia.
Si consiglia l’attuazione di misure per la riduzione delle estensioni occupate da colture idroesigenti a favore di colture
meno idroesigenti, al limite alimentate dalle sole precipitazioni.
Impiego dei sistemi informatici di monitoraggio e controllo equipaggianti il macchinario agricolo per gestioni aziendali
più efficienti. Stimolare l’adozione di tecniche colturali conservative, di sistemi di propulsione adatti alle condizioni
idriche del suolo agrario e la disincentivazione di interventi colturali che danneggino la risorsa suolo. Si dovrà inoltre
stimolare l’adozione di piani colturali che ottimizzino la gestione agraria favorendo la gestione differenziata dei campi
coltivati e le tecniche di agricoltura di precisione e si dovranno pianificare azioni di decompattamento, di drenaggio e
di sistemazioni idrauliche del suolo.
Ottimizzazione delle tecniche agronomiche per il risparmio idrico, scelta di ibridi di mais tolleranti allo stress idrico e
uso di tecniche di controllo dello sviluppo di funghi mico-tossigeni come da esperienze delle annate agrarie 2003,
2007 e 2013.
Si sconsiglia il supporto finanziario alla realizzazione di nuovi erbai e/o colture particolarmente idroesigenti; si
consiglia lo sviluppo di modelli agro-zoo-economici di supporto all’allevatore nelle scelte aziendali di adattamento alle
nuove situazioni climatiche.
Si adottino misure drastiche di riduzione del consumo di suolo e di risparmio idrico per limitare l'impatto dei maggiori
fabbisogni idrici nello scenario peggiore, al fine di conservare il potenziale produttivo dell’area.
Si suggerisce di supportare la realizzazione e il mantenimento in efficienza delle opere di regimazione idraulica
(affossature e drenaggi)
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