Staphylococcus aureus Concetta Scalfaro Istituto Superiore di Sanità Dipartimento di Sanità Pubblica Veterinaria e Sicurezza Alimentare Reparto Microrganismi e Tecnologie Alimentari Università di Tor Vergata, 20 Marzo 2013 Caratteristiche morfologico-biochimiche • Cocchi Gram-positivi disposti a grappoli • Privi di capsula evidente, asporigeni, immobili • Aerobi ed anaerobi facoltativi, catalasipositivi e fermentanti il glucosio • Crescita in presenza del 5% di NaCl, alcuni anche con 10-15% • Produttori di numerose tossine ed enzimi • Acquisiscono facilmente resistenze a numerosi antibiotici • S. aureus è la specie più frequentemente responsabile di tossinfezione alimentare Caratteristiche di crescita Gli stafilococchi producono catalasi, che li differenzia dagli streptococchi. Fermentano lentamente diversi carboidrati con produzione di acido lattico e producono diverse sostanze extracellulari. Pur non essendo sporigeni, mostrano una notevole resistenza a condizioni ambientali sfavorevoli: essicamento e calore. In base alla produzione dell’enzima coagulasi si distinguono: Stafilococchi coagulasi positivi: S. aureus, S. intermedius, S. delphini, S. schleiferi subsp. schleiferi, S. schleiferi subsp. coagulans, S. lutrae. Stafilococchi coagulasi negativi: oltre 40 specie non patogene o patogene opportuniste (S. epidermidis). Staphylococcus spp. S. aureus S. epidermidis S. saprophyticus S. auricolaris S. capitis S. chromogenes S. cohinii ssp cohinii S. caprae S. sciuri S. simulans S. warnerii S. xylosus S. gallinarum S. kloosi S. lentus S. lugdunensis S. cohinii ssp urealyticum S. intermedius S. haemolyticus S. hominis S. hycus S. saccharolyticus (schleiferi) Staphylococcus aureus • E’ uno dei batteri più temuti, anche per la grande diffusione di ceppi multiresistenti agli antibiotici e, tra i segreti della sua virulenza, vi è l’inconfondibile color oro • La caratteristica colorazione giallo-oro deriva dalla elevata concentrazione di carotenoidi dotati di proprietà antiossidanti. Tali composti proteggono il batterio da sostanze ossidanti, come il perossido d'ossigeno e radicali liberi, che i neutrofili producono per eliminare i batteri • Alcuni ricercatori ipotizzano che farmaci in grado di inibire la sintesi dei carotenoidi possano rivelarsi utili per il trattamento di infezioni di S. aureus Fattori di virulenza Nel determinismo dell’azione patogena concorrono numerosi fattori di virulenza e la produzione di diverse sostanze extracellulari, quali: • Esotossine (tossine citolitiche con attività emolitica) -emolisina: proteina eterogena che lisa i globuli rossi e danneggia le piastrine β-emolisina: degrada la sfingomielina ed è tossica per molti tipi di cellule g-emolisina e d-emolisina: sono dotate di potere emolitico in vitro per le __emazie di uomo • Leucocidina (tossina con attività litica nei confronti dei leucociti). • Esoenzimi Coagulasi Enzimi lipolitici Proteasi DNAsi • Componenti strutturali Capsula Catalasi, Superossidodismutasi Ialuronidasi Stafilochinasi Coagulasi legata Proteina A Le citolisine Citolisine o Emolisine e Leucocidina PV (tossine proteiche) sono in grado di ledere le membrane delle cellule bersaglio, provocandone la morte. Agiscono con due meccanismi di azione: • formazioni di pori (tossina , tossina d) • azione enzimatica sui lipidi di membrana [tossina b, tossina g, e __tossina di Panton Valentine (PV)] Tossina K+ Formazione di pori, perdita dei nutrienti Morte cellulare Gli enzimi Catalasi: gli stafilococchi producono una catalasi, che converte il perossido di idrogeno in acqua e ossigeno. Il test della catalasi differenzia gli stafilococchi, che sono positivi, dagli streptococchi, che sono negativi. Coagulasi: in combinazione con il fattore denominato CRF (coagulase reacting factor) presente nel plasma di uomo e di altre specie animali provoca la trasformazione del fibrinigeno in fibrina. E’ in grado di creare la formazione di uno strato protettivo di fibrina interno alla cellula batterica, che ne ostacola la fagocitosi. Stafilochinasi: converte il plasminogeno presente nel plasma in plasmina, permettendo una maggiore invasività. Ialuronidasi: depolimerizza l’acido ialuronico ed agisce da fattore diffusore, facilitando la diffusione del processo infettivo e dei prodotti tossici elaborati dai batteri. Proteinasi: enzimi con attività proteolitica svelabili con la fluidificazione della gelatina. Lipasi, esterasi, fosfatasi: enzimi con attività lipolitica. DNAsi: enzima termoresistente e presente generalmente in tutti i ceppi di Stafilococchi patogeni. Dotati di attività depolimerizzante il DNA. Antigeni di superficie Antigene capsulare: specie-specifico polisaccaridico, composto di ac. Dglucosaminuronico e di alcuni aminoacidi come L-alanina La capsula inibisce la fagocitosi da parte dei leucociti polimorfo-nucleati in assenza di anticorpi specifici Antigeni parietali: antigene proteico A e due antigeni polisaccaridici A e 263 (complesso peptidoglicano-acidi teicoici) Tutti i ceppi di S. aureus possiedono antigeni comuni superficiali tipo-specifici. Se si adsorbono i sieri agglutinanti con ceppi eterologhi, è possibile mettere in evidenza un certo numero di anticorpi tipo-specifici e i relativi antigeni, ai fini della loro identificazione Capsula (solo in alcuni tipi) Parete cellulare Tossine TSS e SSS • Tossina TSS (dello shock tossico): viene prodotta dopo la colonizzazione di alcune mucose; è in grado di funzionare come superantigene capace di indurre la formazione di una serie di citochine e di indurre grave tossiemia e shock • Tossina SSS (epidermolitica o tossina esfoliativa): provoca la cosiddetta sindrome della cute ustionata (scalded skin syndrome) o necrolisi epidermica acuta della prima infanzia. Si manifesta con uno scollamento spontaneo di ampie zone degli strati superficiali dell’epidermide a causa della rottura dei desmosomi Le enterotossine • Il p.m. è di circa 3,5x104 Da • Resistono a 100°C per 15' minuti • Sono inattivate a 110°C per 50' ed a 120°C per oltre 20' • Resistono all'azione degli enzimi gastro-intestinali • Sono cronoresistenti (negli alimenti fino a 18 mesi) • Sono crioresistenti • Sono acido-resistenti Sintomatologia nell’uomo: le Ne sono stati identificati 14 tipi enterotossine sono essenzialmente antigenici, indicati con le lettere degli emetici, in grado di agire sui da A ad O, in grado di provocare visceri addominali, dove lo stimolo sindrome gastroenterica a dosi di raggiunge i nervi simpatici e il vago. 0,5-5μg. Si manifesta quindi vomito, Sono tossiche per ingestione e, accompagnato in alcuni casi da quella di tipo B, anche per diarrea, dopo 1-6 h dall’ingestione inalazione (rientra tra le armi del cibo. Inoltre, ipersalivazione, biologiche). crampi addominali e prostrazione Infezione da S. aureus L’uomo è continuamente esposto al rischio di un’infezione stafilococcica e dal 50 al 70% degli individui adulti è colonizzato da stafilococchi potenzialmente patogeni sulla cute e soprattutto, nel naso faringe (portatori sani). Lo stato di portatore è spesso transitorio o comunque intermittente. La maggior parte delle affezioni stafilococciche sono costituite da casi singoli che si verificano sporadicamente e senza alcun legame tra di loro, tuttavia, l’intossicazione di origine alimentare da enterotossina e l’impetigine stafilococcica si manifestano spesso in forma di episodi epidemici che coinvolgono contemporaneamente numerosi individui. Principali quadri patologici Cute e tessuti molli: foruncoli, favi Apparato respiratorio: polmonite favi Apparato scheletrico: osteomielite Apparato genitourinario: ascesso renale, infezione basse vie urinarie foruncoli polmonite Sistema nervoso centrale: ascessi cerebrali ed epidurali orzaiolo sinusite ascessi mediastinici endocardite Mediastino: possibili ascessi Mucose: tossiemia vomito impetigine diarrea TSS SSS osteomielite cistite Apparato gastrointestinale: intossicazioni alimentari Resistenza a farmaci Gli stafilococchi hanno un ampio spettro di sensibilità ai farmaci antimicrobici. La resistenza è data : • produzione di beta-lattamasi (sotto il controllo plasmidico); • resistenza alla nafcillina, meticillina e oxacillina. Il meccanismo è la mancanza o la inaccessibilità ad alcune penicillin-binding proteins: • tolleranza: i microrganismi sono inibiti e non uccisi, per la mancata attivazione di enzimi autolitici nella parete cellulare; • presenza di plasmidi per la resistenza a tetracicline, eritromicina, aminoglicosidi, ecc. Epidemiologia di S. aureus Il numero dei casi di intossicazione stafilococcica nel mondo sembra diminuire nel tempo, probabilmente per la maggiore consapevolezza sulle problematiche sanitarie e alimentari da parte della popolazione e degli operatori, ma anche per la meccanizzazione di molti processi produttivi che ha consentito una notevole riduzione della manipolazione degli alimenti. Negli Stati Uniti annualmente sono riportati circa 200.000 casi di intossicazione stafilococcica, mentre in Europa, dal 1988 al 1992, Staphylococcus aureus, si è reso responsabile del 5,1% di tutti gli episodi epidemici tossinfettivi riportati dalle autorità sanitarie. Alimenti implicati nelle tossinfezioni alimentari • Prodotti ad elevato contenuto proteico, a base di carne, molto manipolati, poco acidi e non propriamente sottoposti a refrigerazione dopo la cottura • Pesci cotti ed affumicati • Latte e latticini • Uova e creme di uova, sia crudi che cotti • Prodotti di gastronomia sottoposti a salagione • Dolci a base di creme Particolare attenzione va posta agli alimenti cotti, successivamente ricontaminati, conservati a temperature permissive per la replicazione di S. aureus e serviti dopo diverse ore dalla preparazione (carni fredde, polpettoni, insalate miste contenenti carne, ecc.). Un altro alimento spesso coinvolto è il prosciutto crudo: infatti S. aureus è un microrganismo alofilo, cioè in grado di sopravvivere e replicare in presenza di elevate concentrazioni di sale. In una recente indagine (2004) volta a valutare la presenza di stafilococchi potenzialmente enterotossici negli alimenti commercializzati in Italia, è emerso che il latte crudo era contaminato nel 38,4% dei casi, la ricotta nel 24,2%, le preparazioni a base di carne nel 48,1%, la carne macinata nel 31,2% ed il prosciutto nel 11,5%. Sindromi gastroenteriche • INTOSSICAZIONE ALIMENTARE: per ingestione di una enterotossina preformata negli alimenti contaminati. • ENTERITE ACUTA: più rara, per colonizzazione del tratto enterico da parte del microorganismo. Caratteristiche • Breve periodo di incubazione: 1-6 ore. • Insorgenza improvvisa della sintomatologia: vomito, crampi addominali, malessere, talvolta diarrea • Principale fonte di contaminazione è l’uomo, in particolare gli operatori addetti alla lavorazione degli alimenti Dose infettiva La patologia è causata dall’assunzione di una sostanza tossica presente nell’alimento a prescindere dalla presenza del microrganismo che l’ha sintetizzata; quindi più che la dose infettiva è importante conoscere il numero di cellule di S. aureus enterotossico presente nell’alimento. Affinché si abbia la manifestazione clinica è necessario ingerire circa 100200 ng di enterotossina; ciò significa che è necessario che il germe si replichi e raggiunga una carica microbica di circa 500.000-1.000.000 di cellule per grammo di alimento. Queste cariche microbiche possono essere raggiunte nell’alimento conservato a temperature permissive per la replicazione in 2-4 ore. Fattori coinvolti nelle tossinfezioni … • • • • Inadeguato raffreddamento Lungo intervallo di tempo tra la preparazione ed il consumo Personale malato e/o portatore sano Inadeguata cottura ... e precauzioni • Massimo rispetto delle norme di buona produzione • Mantenere i cibi cotti a temperatura al di sopra della quale gli stafilococchi cessano di moltiplicarsi (> 70°C). • Raffreddare rapidamente gli alimenti e conservarli refrigerati in contenitori poco profondi (temperatura al cuore non superiore a 7°C). • Preparare e consumare gli alimenti nel più breve tempo possibile al fine di non dare ai microrganismi, eventualmente presenti, il tempo di moltiplicarsi (2-3 ore). Sicurezza alimentare In termini di sicurezza alimentare, la caratteristica di variabilità più importante è rappresentata dalla possibilità di poter distinguere ceppi capaci di produrre enterotossine stafilococciche, i cosiddetti ceppi enterotossici, e ceppi non enterotossici. I ceppi enterotossici rappresentano circa la metà del totale. Un altro fattore di variabilità intraspecifica è rappresentato dalla presenza di stipiti ospite-adattati; è così possibile distinguere diversi “biotipi” (umano, bovino, ovino, aviare, ecc.). Il biotipo più frequentemente enterotossico è quello umano, produttore prevalentemente di enterotossina tipo A. Diffusione L’intossicazione stafilococcica è una patologia che si registra soprattutto nei paesi sviluppati, la cui popolazione si nutre sovente di alimenti complessi e manipolati. Diagnosi differenziale La rapida comparsa della sintomatologia dopo l’assunzione del cibo contaminato è un elemento che consente di escludere agenti responsabili di infezioni alimentari (Salmonella spp., Escherichia coli patogeni, Campylobacter spp., Listeria monocytogenes, ecc.). Infatti, quando la patologia è sostenuta da un agente infettivo introdotto con l’alimento, il periodo di incubazione è generalmente più lungo (da 1 a diversi giorni). Dal punto di vista clinico, una forma simile di intossicazione è causata dalla tossina emetica di Bacillus cereus. Metodi d’identificazione L’isolamento e l’identificazione di S. aureus da alimenti o superfici dell’industria alimentare non richiede particolari attrezzature e risulta piuttosto semplice (grazie anche all’esistenza di protocolli operativi standardizzati). Di norma si impiegano terreni solidi per l’isolamento e prove biochimiche per l’identificazione del batterio. Per verificare la capacità enterotossica del ceppo isolato, invece, possono essere utilizzate tecniche immunologiche (ELISA, Agglutinazione Inversa al Lattice, Immunodiffusione, ecc.) o tecniche di biologia molecolare in grado di svelare la presenza di geni codificanti per le enterotossine stafilococciche. • Campioni: alimenti, tamponi, materiale purulento, sangue, broncoaspirato e liquor • Esame colturale: piastre di agar sangue, addizionato del 7,5% di NaCl con l’aggiunta di_mannitolo (Terreno di Chapman), o piastre di terreno selettivo a base di tellurito di potassio e rosso d’uovo (Baird-Parker) • Esame microscopico: cocchi Gram-positivi ___con la tipica disposizione a grappolo Metodi d’identificazione • Test della catalasi: una goccia di soluzione al 3% di perossido di idrogeno viene posta su un vetrino a una piccola quantità della colonia sospetta viene aggiunta alla soluzione. La formazione di bolle (rilascio di ossigeno) indica la positività del test. I batteri produttori di catalasi causano la liberazione di ossigeno che svolgendosi in forma gassosa provoca la formazione di una schiuma evidente intorno e sulla patina batterica Distinzione con streptococchi e pneumococchi Negativo Positivo • Test della coagulasi: in una provetta viene miscelata una piccola quantità (0,5 ml) di una brodocoltura dello stafilococco in esame con 1 o 2 ml di plasma citratato ricco in CRF (es. di coniglio) e si incuba a 37°C. Nel caso di stafilococchi patogeni, entro 3 ore si produce un evidente coagulo, mentre gli stafilococchi non patogeni lasciano inalterata la fluidità della miscela. • Test della DNAsi: le colture in esame vengono inoculate su una piastra di agar-nutritivo che incorpora una certa quantità di DNA (in genere da timo di vitello), che opacizza il terreno. Intorno alle colture di batteri con attività DNAsica si produce un alone chiaro per la depolimerizzazione del DNA. Conclusione L'uso indiscriminato di antibiotici ha portato, allo sviluppo di ceppi meticillino resistenti, quindi insensibili all'azione delle penicilline e delle cefalosporine, e in epoca più recente di altri ceppi a resistenza multipla, sviluppata anche nei confronti della vancomicina, uno dei pochi farmaci ancora capaci di debellare le infezioni di questo batterio. Dei circa due miliardi di esseri umani colonizzati da Staphylococcus aureus, è stato stimato che nel 2006 i portatori di ceppi MRSA erano compresi tra i 2 e i 53 milioni, ma altri studi attribuiscono al fenomeno una portata maggiore.
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