I ricordi di Simonetti tra le nuvole ALA - Si svolgerà domani all'auditorium della Cassa Rurale della Bassa vai Lagarina in via Roggia ad Ala con inizio alle 20.30 la presentazione del libro "Una vita fra le nuvole", cinquant'anni di emozioni e ricordi di Giuseppe Simonetti, il pilota del Lama. Si tratta di un libro intervista scritto dal giornalista Carlo Guardini, che racconta non solo la storia personale di Giuseppe Simonetti, ma anche un pezzo di storia del nucleo elicotteri della provincia e del soccorso in montagna nel Trentino. Simonetti è stato infatti un protagonista del soccorso alpino, che negli anni Settanta del secolo scorso iniziò a decollare verso la straordinaria organizzazione attuale, portando con l'elicottero il braccio operativo dell'ospedale, medico e infermiere, al fianco del paziente infortunato, per permettere un soccorso più tempestivo e adeguato a qualsiasi emergenza sanitaria. Oggi il soccorso aereo, si fa con macchine modernissime e viene utilizzato per interventi sanitari di tipo primario non solo in montagna. Gli inizi di quei soccorsi appartengono all'epopea del volo in montagna. Giuseppe Simonetti, 14 mila ore di volo, per gli amici Bepi, appartiene alla seconda generazione di quei piloti, i primi furono i mitici Ernesto Zanlucchi ed Ilario Stringari, cui si affiancò Riccardo Degasperi. Poi arrivarono Giuseppe Simonetti e Gianni Moiola ed il soccorso in montagna con l'elicottero, incominciò a cambiare ad evolversi, mantenendo però, come oggi, quelle caratteristiche che non sono soltanto tecnica e mezzi a disposizione, ma passione unita alla competenza. Bepi Simonetti di passione nel suo lavoro ne ha sempre avuta e molta, unita ad una grande generosità, apprezzata da coloro i quali grazie al suo lavoro di pilota, unito a quello del personale sanitario e dai tecnici, hanno potuto dopo un incidente in montagna ritornare alla vita. Lo si può definire non solo un pioniere dei soccorsi in montagna, ma un pilota che esaltava le sue caratteristiche umane quando ai comandi del Lama, la macchina con la quale si trovava in perfetta sintonia, interveniva in una operazione di soccorso, spingendosi al limite delle possibilità umane e del mezzo. Un top gun dell'ala rotante: questo era Simonetti ai comandi del Lama. Chiusa l'esperienza con il nucleo elicotteri della provincia dì Trento, con un bagaglio di esperienza unica, Simonetti divenne pilota privato ed operò per alcune compagnie aeree italiane fino a dar vita, nel 1993, ad una sua società la Elicampiglio, con la quale continua, superati i 70 anni e non potendo più stare alla cloche di un elicottero, ad operare dall'alto della sua grande esperienza. Tutti quei ricordi, ora, sono impressi nelle pagine di «Una vita fra le nuvole»: oggi ad Ala.come detto, la presentazione. L'appuntamento è per le 20.30 all'auditorium della Rurale. Pag. 4 VALLE DI SOLE Anche la Rurale Rabbi Caldes è afamilyw I VALLE DI SOLE La Cassa Rurale Rabbi e Caldes ha ottenuto il marchio "Family in Trentino" per la categoria sportelli informativi. «E' nato dall'esigenza - viene spiegato - di offrire modalità idonee per rendere i propri punti informativi comodamente fruibili dalle famiglie, in particolare quelle configlipiccoli». Il riconoscimento è stato attribuito anche perché, in questo avvio di 2015 e in collaborazione con l'Istituto comprensivo Bassa Val di Sole, la Rurale ha programmato la seconda serie di incontri sul tema naturalistico, con relatore Fabio Angeli, direttore dell'Ufficio distrettuale della Forestale di Male. Alla fine dello scorso anno, l'istituto di credito cooperativo aveva ospitato le realtà scolastiche di Croviana e di Male. Ora è la volta delle scuole elementari di Rabbi e Caldes con tre incontri in calendario il 25 febbraio a San Bernardo di Rabbi, il 20 e 26 marzo a Caldes. Altra iniziativa meritevole di essere ricordata e che rappresenta un appuntamento diventato tradizione, è la consegna dei premi di studio a chi ha ultimato la secondaria superiore, l'università o ha preso parte a viaggi di studio all'estero di durata non inferiore alle quattro settimane. Una settantina saranno i giovani premiati alla metà di marzo nella cornice del Convento dei Cappuccini di Terzolas. All'incontro ci sarà anche il cantautore trentino Anansi (nellafoto). Pag. 5 Cantina Gruppo La Vis Revisione cooperativa entro febbraio TRENTO Dovrebbe essere presentata entro la fine del mese la «revisione cooperativa formulata» dalla Divisione vigilanza di Federcoop rispetto alla società cooperativa vitivinicola La Vis. A differenza della revisione legale — che esprime un giudizio sul bilancio, indica cioè se il documento è redatto in conformità ai principi contabili e in cui il revisore esprime un giudizio professionale assumendosene la responsabilità —, la revisione cooperativa è nell'ambito del diritto amministrativo. A cadenza biennale, la revisione cooperativa valuta la correttezza degli amministratori della coop nell'ambito delle loro attività. Al termine della revisione cooperativa, in presenza di problemi, può essere proposta una sanzione, come un commissariamento o una liquidazione coatta amministrativa. La revisione cooperativa per la cantina La Vis era prevista già entro la fine del 2014, ma è stata chiesta una proroga temporale, che comunque prevede una scadenza dei terrnini per il deposto entro febbraio, n documento, una volta redatto; èriservatoe viene consegnato al cda. A revisore però potrebbe chiederne lettura di stralci in assemblea. E.Orf. © RIPRODUZIONE RISERVATA Pag. 6 VINO La Doc Venezia cambia lo scenario. Le posizioni nel Consorzio Sul Pinot Grigio spinge Mezzacorona TRENTO - È stato soprattutto il gruppo Mezzacorona a spingere nel Consorzio Vini per ritoccare all'insù le rese per ettaro del Pinot Grigio Doc, portandole da 140 a 150 quintali per ettaro. Una misura precauzionale per il numero uno di Mezzacorona Luca Rigotti per tutelare la produzione trentina dall'arrivo sul mercato della Doc Venezia (l'Adige di ieri). Una decisione che ha generato la dura protesta dei Vignaioli, che pure nel Consorzio pesano solo per il 5% di fronte alle grandi cantine cooperative. L'Associazione guidata da Lorenzo Cesconi lancia l'allarme sulla perdita di qualità del prodotto trentino e sulla «svalutazione del territorio». Le altre cantine, pur senza entusiasmo, hanno acconsentito alla modifica del disciplinare. Le motivazioni dei singoli attori si chiariscono districandosi tra le denominazioni d'origine e le indicazioni geografiche dopo la definitiva affermazione della Doc Venezia, col rigetto da parte del Consiglio di Stato dei ricorsi trentini. L'organo supremo della giustizia amministrativa nella sua sentenza ha, di fatto, dato il via libera all'estensione della Doc Venezia, che faceva riferimento originariamente alle sole province di Venezia e Treviso, a tutto il Veneto e anche oltre. La traduzione pratica di questo via libera è proprio la proposta dei veneti di una Doc interregionale solo per il Pinot Grigio, che è il prodotto di punta dell'export. Le altre varietà verrebbero raggruppate in una lgt «triveneta». In questo quadro sono a rischio, per motivi diversi, le tipologie trattate dalle cantine trentine. Mezzacorona è quella che vende, oltre alla Doc, essenzialmente Pinot Grigio lgt delle Dolomiti e quindi sente il rischio di essere spiazzata dalla nuova Doc e punta ad un accordo. L'altro rischio lo corre il Pinot Grigio Doc trentino ed è quello che si riduca il differenziale percepito rispetto alla nuova Doc Venezia. F. Ter. Colpaccio trentino nel centro di Roma (ostello compia per 38 milion <""*""" pala—od ^ ^ ^ ^ ^ ^ ^ ^ ^ B w ™ . —: fintile alla stazione — ™ Termini Albercvalownifi:-IfiW pl-ff _ _ ^ —_ Pag. 7 Perché il motto «squadra che funziona non si cambia» vale nel calcio e non anche nel credito Banche di credito cooperativo La riforma le getta in bocca agli squali quei fondi che partecipano con ingenti capitali. Inoltre, si afferma che, aprendosi al mercato l sistema bancario dovreb- globale, esse potrebbero attrarbe essere l'ancella primaria re investimenti nazionali ed dello sviluppo delle attivi- internazionali rendendole così tà industriali e imprendi- più grandi e più competitive. toriali dell'economia reale. Se A dir il vero, in questo modo le così è, la riforma delle banche banche popolari diventeranno popolari parte purtroppo da oggetto di scalate finanziarie e una premessa sbagliata. Mira di attacchi speculativi che ne a soddisfare le esigenze della snatureranno la loro originagrande finanria funzione za invece di di sostengo ' In Italia, tra il 2011 privilegiare allo sviluppo le s t r u t t u r e e il 2013, le bandel territorio, del c r e d i t o delle pmi e che popolari hanno direttamente delle famiglie. aumentato del 15,4% legate al terriMolto proil credito offerto alle torio e alla sua babilmente imprese e alle famiglie crescita econodiventeranno mentre le banche spa mica. Secondo pedine locali la succitata lo hanno diminuito delle grandi riforma, fatta b a n c h e too del 4,9% con decreto e _ ^ _ senza alcun E davvecoinvolgimento dell'Assopopo- ro sorprendente il fatto che lari, le 10-11 banche popolari in Italia ci si dia da fare per con attivi superiori a 8 miliardi offrire le banche popolari in di euro dovranno essere tra- pasto agli squali della grande sformate in società per azioni. finanza. Nel mondo bancario In quanto organismi di tipo co- americano invece si riconosce operativo, gli attuali organi di che le dimensioni enormi delle gestione sono eletti con il voto banche globali sono il vero procapitario. Ogni socio può avere blema della stabilità finanziasoltanto un voto. ria e sono state la causa delle n cambiamento struttu- passate crisi sistemiche. Non si rale proposto dal governo vie- tratta soltanto di una decina di ne motivato dal fatto che il voto banche. Il nuovo approccio, secapitario violerebbe il principio condo noi, prima o poi investirà _di democrazia penalizzando l'intera struttura delle banche DI MARIO LETTIERI* E PAOLO RAIMONDI** I Ì internazionali popolari e delle banche di credito cooperativo (bcc). Le si ritiene evidentemente obsolete dal mondo della finanza globale. Noi pensiamo esattamente il contrario. Non solo per il nostro Paese ma per l'intera Europa. Sono proprio le banche territoriali a sostenere la crescita e a fornire ossigeno al sistema produttivo italiano rappresentato, come noto, per il 95% dalle Pmi. Negli ultimi anni la Bce iia messo a disposizione oltre mille miliardi di euro con operazioni di rifinanziamento a lungo termine (ltro) a tassi di interesse vicini allo zero nella speranza che questi soldi andassero a finanziare la ripresa. Finora però le grandi banche hanno incassato ma non hanno aperto i rubinetti del credito alle pmi. Nel nostro paese tra il 2011 e il 2013 le banche popolari hanno aumentato del 15,4% il credito offerto alle imprese e alle famiglie mentre le banche spa lo hanno diminuito del.4,9%. È pur vero che le popolari nel 2013 hanno erogato il 15% del credito mentre le grandi banche ne hanno erogato il 75%. Ma in Italia si ha una situazione del tutto particolare in quanto le banche di interesse nazionale sono state completamente privatizzate, perdendo così anche la loro sto- Pag. 8 rica funzione sociale e pubblica. ti. La società tedesca e molti Nel corso del 2014 le 70 banche economisti si sono mobilitati in popolari e le 381 bcc (che oc- difesa della rete di banche tercupano 120.000 dipendenti) ritoriali anch'esse sotto attacco hanno insieme dato credito da parte delle grandi banche alle pmi per quasi 240 miliar- tedesche, tra cui la Deutsche di di euro con B a n k e la un aumento di KommerzAnche in Germania ben 35 miliarb a n k , e di molti economisti sono di. Alle imprequelle interse esportatrici nazionali. mobiliati in difesa sono andati 50 Un ecodelle banche territomiliardi. Nel n o mista riali anch'esse sotto periodo .deltedesco, Riattacco da parte delle la crisi tra il chard Wergrandi banche come 2008 e il 2014 ner, direttoi finanziamenDeutsche Bank re del Centro ti alle pmi Studi Bancari e Kommersbank esportatrici dell'Universisono aumentatà inglese di ti del 28%. Esse hanno quindi Southampton, in prima fila svolto efficacemente un ruolo nella difesa delle banche poanticiclico favorendo la ripresa polari e delle bcc in Germania economica dei territori in cui e in Europa, ha scientificamenoperano. te dimostrato che sono proprio Spesso si parla della te- queste banche, e non la Bce, le nuta esemplare del tessuto banche centrali e le grandi industriale tedesco, formato banche globali, il vero motore anch'esso dal mittelstand, la della creazione di credito prorete delle pmi in Germania, duttivo e dell'ampliamento ignorando che la sua forza sta della base monetaria necesproprio nella rete capillare del- saria al sostegno della ripresa le banche di credito cooperati- economica. Senza iattanza rivo. Secondo uno studio della teniamo che sarebbe opportuBundesbank nel 2008 vi era- na una riconsiderazione della no oltre 1.200 istituti e 13.600 scelta governativa. sportelli, regolati da principi mutualistici e di interesse so*già deputato e sottoseciale, con un bilancio aggregagretario all'Economia' to di mille miliardi di euro, al ** economista servizio di 30 milioni di clien©Riproduzione riservata 9| Pag. 9 AlfAgraria oggi la sfidafragiovani chef » RIVA "Masterchef all'Agraria. Oggi pomeriggio, negli spazi dell ' azienda agraria di Riva, si terrà una sfida fra i migliori studenti degli istituti alberghieri del Trentino che eleggerà l'allievo che rappresenterà la nostra provincia alla fase nazionale del concorso di cucina "Chef senza Frontiere". La sfida culinaria avrà come ingrediente principale l'olio extravergine di oliva Dop Garda Trentino, che dovrà essere utilizzato all'interno di una ricetta realizzata unicamente con i prodotti del nostro territorio. A darsi battaglia ai fornelli saranno Samuele Bebber dell' istituto di formazione alberghiero di Rovereto, Simone Taddei dell'Enaip di Ossana, Michele Ferrari dell'alberghiera di Riva e Simone Pedrolli dell'Ifpa di Levico. La sfida prenderà il via alle 15.1 giovani chef sono iscritti al quarto anno dei rispettivi istituti alberghieri. Saranno chiamati a creare, in un'ora di tempo, un antipasto o "finger food" utilizzando una selezione di eccellenze gastronomiche del territorio - individuate dalla Strada del Vino e dei Sapori del Trentino, partner operativo dell'iniziativa - al fine di esaltare al massimo le proprietà organolettiche dell' olio di oliva. Il piatto verrà poi valutato da una giuria di esperti composta da Loriana Abbruzzetti, presidente di Pandolea, Giorgio Planchenstainer, presidente di Agraria, Francesco Antoniolli, presidente della Strada del Vino e dei Sapori del Trentino, Stefano Goller, presidente dell'Associazione Cuochi del Trentino, e Alfio Ghezzi, chef stellato della Locanda Margon. Il vincitore rappresenterà il Trentino alla fase nazionale in programma il 13 aprile alla Città del Gusto di Roma per l'assegnazione del titolo di "miglior allievo 2015". (gl.m.) Pag. 10 Agricoltura familiare, non è l'araba fenice a cura di Sergio Ferrari e Giuseppe Michelon hevisia ciascun lo dice, dove sia nessun lo sa". I l verso è del Metastasio, poeta del 18° secolo, e si riferisce all'uccello sacro e favoloso degli egiziani. E' divenuto proverbiale e si applica a persone o cose che non si trovano o che sono più uniche che rare. Nel dizionario pratico di agricoltura (Utet 1930) troviamo invece che fenice è il nome di una razza di gallina originaria del Giappone che si alleva per ornamento. Se nella seconda definizione mancasse la destinazione (gallina da uova o da carne, anziché animale da giardino), non avremmo dubbi nell'attribuire all'azienda agricola famigliare la versione più realistica e popolare del nome fenice. E' partita dall'ONU (Organizzazione mondiale delle Nazioni Unite fondata nel 1945) i l 20 novembre del 2013 la proposta di dichiarare i l 2014 anno internazionale dell'agricoltura familiare. Quando l'Onu decide di dedicare l'anno ad un tema di portata internazionale, lo fa perrichiamaresu di esso l'attenzione del Governi sollecitandoli a trovare soluzioni adeguate, ma anche per porlo all'attenzione della gente perché ne prenda conoscenza e coscienza. In Italia a raccogliere la proposta delie-Nazioni Unite è stato i l OSA, Comitato italiano per la sovranità alimentare che sottende una rete di ài C oltre 270 associazioni. Esso aveva il compito di individuare i connotati distintivi e la dimensione dell'agricoltura familiare ed indicare termini e modi per riconoscere a questo tipo di azienda un profilo sociale e politico identità rio. In Trentino si è mossa per prima Elisabetta Monti, titolare di una piccola azienda agricola multifunzionale che si trova a Mezzomonte di Folgaria. Diplomata perito agrario all'istituto tecnico di S. Michele, in passato ha svolto attività di orientamento e guida a favore di due associazioni di piccole aziende marginali: Mosaico (piccoli produttori di montagna) e Florére (produttori piante officinali e aromatiche del Trentino). Per raccogliere adesioni e collaborazione in almeno una delle tre attività programmate (comunicazione, ricerche sulterritorio, contatto con gli organi politici), Elisabetta Monti ha chiesto appoggio all'Associazione Trentino Arcobaleno riconosciuta dalla Provincia di Trento. Le adesioni non sono state molte. Gli incontri si contano sulle dita di una mano. I risultati sul piano organizzativo e legislativo sono inesistenti. Nel frattempo l'ONU ha dichiarato il 2015 "Anno internazionale dei suoli". Non è detto con dò che almeno in Trentino iltema dell'azienda agricola familiare debba essere abbandonato. I l primo lavoro da fare riteniamo sia quello di definirei termini chiari e con parametri oggettivi i l profilo socioeconomico e tecnico dell'azienda agricola familiare. Per Elisabetta Montisi tratta di far passare la figura del contadino che produce per l'autoconsumo e per la vendita diretta di una parte dei suoi prodotti. Ma in quali termini e entro quali limiti? Conviene affidare i l compito ad un economista agrario che conosce bene l'agricoltura trentina e la politica agricola e sindacale portate avanti dagli anni'50 ad oggi. I l prof. Geremia Gios, dell'Università di Trento e sindaco di Vallarsa, è a nostro avviso, la persona più adatta. Nel numero di dicembre di Vita in campagna, mensile di agricoltura parttime pubblicato dal gruppo editoriale l'Informatore agrario troviamo un illuminante articolo di Giorgio Lo Surdo intitolato: "Le piccole aziende agricole: un' eccellenza italiana da difendere". L'autore invitai derisori politici a non ripetere l'errore della grande industrializzazione, quando si è puntato sulle grandi industrie per poi costatare che la parte più resistente e dinamica della nostra economia sono le piccole e medie imprese. Le regole economiche convenzionali dicono che è l'azienda agricola grande a realizzare meglio le economie di scala ed è quindi vincente. Se prendiamo come parametro discriminante il solo reddito, questo principio trova riscontro anche in Trentino almeno nelle zone caratterizzate da frutticoltura e viticoltura intensiva o da altre coltivazioni di pregio. Le aziende familiari da salvare e sostenere le troviamo invece prevalentemente in montagna o nelle zone marginali. Si tratta di piccole aziende che in futuro forse dovranno essere compensate dall'ente pubblico perii contributo che danno alla salvaguardia dell'ambiente, alla biodiversità, alla fornitura di prodotti salubri e al turismo, non solo di eccellenza, ma anche familiare e sociale. Pag. 11 Vai di Fassa | Eventi da domani a domenica Tre giorni di bollicine trentine Cene e aperitivi con Trentodoc MOENA - Si rinnova anche quest'anno l'appuntamento con Trentodoc in Val di Fassa, per la prima volta in versione invernale. Da domani a domenica 22 febbraio sono molti gli eventi che animeranno il territorio: quattordici fra i migliori ristoranti, malghe e rifugi del territorio proporranno appuntamenti e accostamenti speciali pensati per far conoscere ed esaltare le caratteristiche dello spumante metodo classico di montagna. Ma ad essere coinvolti saranno anche enoteche, caffè e bar. Questo percorso enogastronomico sarà articolato in quattro tipologie di appuntamento: «L'aperitivo Trentodoc», «I menù stellati», «I menù del territorio» e «Gli abbinamenti insoliti», introdotti da sommellier e chef. La manifestazione coinvolgerà l'intera valle, da Moena a Vigo di Fassa, da Pozza a Canazei in un mix unico di musica, cucina, chiacchiere, racconti e bollicine alla scoperta delle case spumantistiche trentine. Il programma completo e l'elenco dei locali coinvolti nella manifestazione si può vedere su www.trentodoc.com, nella sezione News & eventi. Pag. 12 Consumo Affrancamento alla «Famiglia» di Vattaro e Altipiani TRENTO La Provincia di Trento ha disposto l'affrancamento della Famiglia cooperativa di Vattaro e Altipiani. Fra le delibere della giunta di Piazza Dante ieri è stata pubblicata la nota: «Articolo 34, comma 1, lettera b) della legge regionale 9 luglio 2008, numero 5. Nomina di una persona da affiancare all'organo di amministrazione e direzione di una società cooperativa». Si tratta di un provvedimento indicato dalla Divisione vigilanza della Federazione della cooperazione che prevede il sostegno dell'attività imprenditoriale di una cooperativa evitando di «esautorare» dalla loro funzione il consiglio di amministrazione, guidato dalla presidente Maria Concetta Beber, e il direttore Carlo Giacomelli. Da quanto è possibile sapere la Famiglia cooperativa da qualche mese stava attraversando una fase delicata per cui, onde evitare l'ultima ratio del commissariamento (toccato invece di recente alla Fc Pinzolo), si è deciso di «tamponare» affiancando la coop con un esperto. Nel 2013 la Fc ha fatturato 6,37 milioni, con una perdita di 200.000 euro e un patrimonio di soli 400.000 euro. I lavoratori sono 42 e i soci sono 1343, otto (zona Vattaro e Folgaria) i punti vendita. L'affiancamento potrebbe durare un anno. E.Orf. © RIPRODUZIONE RISERVATA Pag. 13 L'assemblea convocata alle ore 20 al Palanaunia: dei sette consiglieri in scadenza quattro si ricandidano, mentre per tre è previsto il ricambio « La società guidata da GiorgioTurri chiude un altro anno positivo: fatturato in crescita dell'1,66%, forte investimento in atto su Sarnonico Superfamiglia» in assemblea Famiglia Cooperativa Val di Non, bilancio ed elezioni 2.800 SOCI 23 punti vendita in valle di Non Nella foto da sinistra il direttore Maurizio lanes ed il presidente GiorgioTurri, in occasione dell'apertura dei punto vendita di Via Degasperi, a Cles. La Famiglia cooperativa Val di Non, nata da una serie di fusioni, opera ormai da Fondo (dove c'è la sede centrale) a Portolo, e dopo il passaggio a Conad gestisce anche un hard discount (Eurospin) a Cles la spesa e dell'impegno di tutti, dai componenti del cda e del collegio sindacale, al folto gruppo di dipendenti FONDO - Domani i 2.800 soci della «Fa- che operano negli oltre 20 punti venmiglia Cooperativa Val di Non» sono dita distribuiti in mezza valle di Non, convocati in assemblea, con presen- tra i quali brilla l'Eurospin di Cles, tazione del bilàncio ed il rinnovo di hard discount che a livello di fatturaalcune cariche sociali. Il bilancio d'an- to veleggia sempre più in alto. nata, come già pubblicato su queste In scadenza un terzo del cda, compopagine, è molto positivo: «Il fatturato sto da 20 elementi: riconferma sconè in continua crescita, a conferma che tata per Luciano Marini (Cles), Eric Cala decisione di passare a Dao, sta dan- pello (Cloz), Roberto Menapace (Pavildo i suoi frutti, il commento del pre- lo), Ezio Bergamo (Nanno), mentre hansidente Giorgio Turri. «Non solo per la no deciso di non ricandidarsi Oliviesocietà, ma anche per la clientela, da- ro Ziller (Dambel) e Giovanni Menghini to che grazie alle promozioni ed al ri- (Brez). Un nuovo rappresentante ci storno a soci abbiamo garantito in- sarà anche a Mechel, dopo la recencentivi per oltre 250 mila euro. La sod- te scomparsa di Lino Deromedi. disfazione è doppia, nell'ultimo eser- In tema di investimenti, il più consicizio siamo riusciti a chiudere un bi- stente riguarda l'acquisto di spazi per lancio positivo nonostante non vi sia un ampio punto vendita nel costruenstato alcun finanziamento da parte do centro commerciale di Sarnonico, della Provincia». Il fatturato d'annata dove la «Famiglia» (che vi ha già invecresce dell'1,66%, ed ammonta a quasi 16 milioni di euro. Un risultato re- stito 2 milioni 500 mila euro) opererà so possibile grazie al contimento del- in 1.000 metri qudrati (tra spazio venGUIDO SMADELU dita e magazzino), con 64 parcheggi disponibili alla clientela. Altro investimento a Sanzeno, dove l'attuale punto vendita è ormai inadeguato alle esigenze; il nuovo negozio dovrebbe essere ospitato nell'edificio multiservizi che l'amministrazione comunale sta realizzando in un edificio a due passi da Casa de Gentili, i cui lavori di ristrutturazione sono stati rallentati dai ritrovamenti archeologici (peraltro ampiamente previsti, dato che in zona basta scavare per trovare qualcosa di antico) ora giunti a conclusione. Meno impegnativo un intervento eseguito a Nanno, dove il locale punto vendita è stato rinnovato. Novità a Fondo - dove la società ha anche la propria sede - è la realizzazione di un parcheggio autocontrollato: le vetture in entrata saranno registrate in automatico, e ne sarà calcolata la durata della sosta. La prima ora di permanenza negli stalli - per favorire gli acquirenti - sarà gratuita. Pag. 14 CONCERTI. 8 appuntamenti della Coop Irifor: oggi Tiziano Campagna e Daniele Valle È al buio che si ascolta la musica dell'anima TRENTO - La Cooperativa Sociale Irifor del Trentino nel 2015 presenta «Dark notes - La musica illumina l'anima», serie di concerti al buio. La onlus, nata nel 2008, si occupa di ciechi, ipovedenti e pluriminorazione e, tra le iniziative organizzate e i servizi offerti, punta molto sulle attività di sensibilizzazione, rivolte alle scuole e alla cittadinanza al fine di avvicinare alla disabilità con uno sguardo svincolato dalla paura e da vecchi schemi che spesso vedono solo il limite anziché il potenziale che accompagna il cieco e l'ipovedente nella quotidianità. In questo contesto che sono nati gli eventi al buio: i percorsi, i bar, le ce- ne e, infine, i concerti al buio. Presentare ad un pubblico che sì trova immerso nell'oscurità totale la performance di un artista che, da vedente, si cala nei panni di un cieco scuote con una forza concreta il pensiero che in assenza della vista non ci siano strade alternative da percorrere. L'esibizione dà prova di come ogni individuo possa attingere a tutte le risorse che ha a disposizione oltre alla vista, in primis l'udito, il tatto e la «propriocezione», per raccogliere informazioni e sensazioni. Inoltre l'ascolto, nella privazione sensoriale della vista, dà la possibilità al pubblico di entrare in un profondo contatto con se stessi. La vibrazione sonora, che sostiene musica e parola, apre nuovi spazi e scivola nell'essenza e nella consapevolezza sia individuale sia collettiva senza filtri. Altrettanto importante è, a fine concerto, il momento di condivisione tra pubblico e artisti. Le luci si accendono e, come al termine di un viaggio, si apre un confronto su quanto raccolto in itinere. Questa empatia sfocia con naturalezza dal fatto di aver vìssuto insieme un'esperienza non limitata dalla visione del palco che solitamente segna un confine e una distanza di relazione oltre che fisica, tra chi ascolta e chi suona. Gli eventi, tutti in programma alle ore 20 presso la Sala Rossa della Cooperativa Irifor in via della Malvasia 15 a Trento, richiedono la prenotazione (chiamando lo 0461/1959595 o scrivendo all'indirizzo [email protected]) e prevedono l'ingresso a offerta libera. Si tratta di otto appuntamenti: oggi' si comincia con Tiziano Campagna & Daniele Valle, i due abili ed eclettici chitarristi trentini. Poi, il 5 marzo sarà la volta del talento trentino Davide Battisti & Co., il S marzo Livia Ferri, giovane cantautrice romana, il 2 aprile Veronica Marchi, cantautrice veronese. Quindi, il 16 aprile U Coro Pasubio, il 30 aprile Jack Jaselli, il 14 maggio Yellow Kapras e il 28 maggio il Luca Olzer Trio. Pag. 15 LA DECISIONE ASSUNTA GRAZIE AL SOSTEGNO DI MOLTE PERSONE "Punto d'incontro", aperto anche la domenica G razie al sostegno di molte persone, enti privati e società come quella sportiva dell'Aquila Basquetil Punto d'Incontro potrà essere aperto anche la domenica per l'accoglienza e i pasti. I l piano delle aperture domenicali è stato presentato giovedì scorso presso la sede di via Travai a Trento dovè è stato tracciato anche un bilancio dell'attività della cooperativa nel 2014: i pasti distribuiti sono stati oltre 46 mila, 1250 le persone assistite. "L'aspetto che colpisce di questi numeri - ha spiegato i l presidente della cooperativa Punto d'Incontro, il gesuita padre Alberto Remondini - è l'aumento delle persone che sono ritornate sulla strada, persone che negli ultimi avevano trovato una sistemazione e una stabilità lavorativa". Con l'apertura domenicale i l Punto d'incontro vuole sollecitare la città a mettersi in ascolto delle povertà di oggi". Pag. 16 Due anni di Coop La Cooperativa Sodale Terre Altre compre due anni di attività e per l'occasione ha voluto organizzare un incontro con gli amministratori di Fiemme e Fassa per presentare l'attività svolta dal 2013 ad oggi e parlare di programmi futuri. Seguirà un dibattito e l'assaggio di alcuni prodotti. L'incontro è in programma sabato 21 febbraio alle 6 presso la Domus Consiliorum di Cavalese, in Piazzetta Rizzoli. Pag. 17 LA CASOLARA Latte e formaggi gran protagonisti a Trento Fiere .f % ^ N. ^» » TRENTO Torna sabato e domenica nei padiglioni di Trento Fiere, in viaBriamasco2, "LaCasolara", la tradizionale fiera dedicata alle migliori produzioni di formaggio e prodotti lattiero caseari provenienti da tutta Italia, in particolare della provincia di Trento. La manifestazione, giunta alla 17a edizione, quest' anno si svolge, rispettando la tradizione, sempre con una quarantina di espositori che metteranno in mostra il frutto in sinergia con la Camera di Commercio di Trento. La Casolare è un itinerario all'insegna del gusto, durante il quale si possono assaggiare e apprezzare le peculiarità delle diverse produzioni artigianali dei formaggi tipici e non solo. Genuinità e biodiversità alimentare, queste le caratteristiche dei prodotti messi in vendita. Si possono trovare i presidi Slow Food come la Toma di Pecora Brigasca, la Grigio Alpina, il Bagòss e la Casatella Trevigiana. Sono previsti una decina di laboratori e menù a tema, l'ingresso è gratuito e si può parcheggiare comodamente in fiera. La tradizione della Casolara risale addirittura al XII secolo, con la "Dominica Casolarie", la prima domenica di Quaresi- delle loro produzioni. Ma la grande novità, per gli standisti e soprattutto per i visitatori, deriva dal fatto che per la prima volta la manifestazione enogastronomica abbandona, dopo 16 anni, piazza Fiera per trasferirsi nei padiglioni che si affacciano sul Muse a Trento Fiere. L'evento si avvia in questo modo a diventare uno dei più rinomati dell'intero panorama nazionale, uno dei pochi ad ospitare i presidi Slow Food. L'organizzazione, come per il passato, è a cura di Trento Fiere Spa, ma, durante la quale si svolgeva l'omonima fiera . Il nome deriva dal latino "casarie": luogo dove si fa il formaggio e " caseolaria": l'ambiente adibito al deposito e alla stagionatura del formaggio. Nel periodo della Quaresima era obbligatorio per il cristiano astenersi dal mangiare e macellare la carne, quindi la fiera " La Casolara" rappresentava l'unica possibilità per fare acquisti. La fiera ebbe il suo massimo splendore nell'Ottocento: al commercio dei prodotti caseari venne affiancato quello di animali. La manifestazione era diventata la più importante manifestazione di primavera. Le fiere furono però messe al bando nel 1934. La tradizione interrotta, è stata poi ripresa diciassette anni fa, con l'attuale manifestazione, (ci.) - -- ' — • = --- _ J> - r -""* • ~ - — - Pag. 18 ism _ _ _ LO STUDIO » Nuovo welfare e anziani: futuro e la coabita/ione Al lavoro la commissione politiche sociali del Comune con quella della Comunità Amistadi: «Dobbiamo cambiare approccio, rette delle case di riposo in aumento» di latteo Casso! I RIVA Oggi alle 17 la commissione politiche sociali del Comune di Riva proseguirà, ospitando referenti della Comunità di Valle {in primis il presidente Salvador Valandro), l'audit in relazione alle dinamiche di crisi ed emergenza sociale della zona. Il quesito chiave dell'incontro precedente era "Nell'Alto Garda c'è emergenza sociale?". «Bisogna capire - la replica di Maria Pia Amistadi, responsabile del servizio socioassistenziale dell'ex C9 - che cosa si intenda per "emergenza sociale". Il solo dato della povertà non è esaustivo del disagio sociale. C'è l'assenza di reddito che impatta percentualmente un po' di più sugli stranieri, poi ci sono le situazioni di disagio sociale, che sono complesse e molto più rilevanti. Il tavolo della povertà che riunisce i soggetti che si occupano di questo - quali la Caritas, le parrocchie e le associazioni di solidarietà - ci dice che c'è un aumento del bisogno. Sarebbe opportuno che le associazioni di volontariato iniziassero a raccogliere i dati relativi ai loro interventi, posto che tali informazioni sono importanti per il monitoraggio della situazione». Amistadi ha poi fatto presente che la Comunità di Valle per quel che riguarda i servizi essenziali eroga 62.000 ore all'anno per 700 persone con circa mille interventi singoli, mentre secondo il parametro standard si dovrebbero erogare 50.000 ore di servizi essenziali all'anno, per una media di dieci ore a persona. La responsabile del servizio ha fatto notare che nel tempo sono cambiate famiglia e assistenza: «Per vivere bisogna lavorare in due e sappiamo che la fa- Anziani all'interno di una casa di riposo. Per il futuro si pensa ad una soluzione di coabitazione miglia tipo di Riva ha il marito impiegato in fabbrica e la moglie che fa la stagione. I servizi sociali sono integrativi dell'assistenza agli anziani e ai disabili, ma non sono sostitutivi». Occorre tener presente che la popolazione anziana è in aumento: «Attualmente - ha spiegato Amistadi - gli anziani sono il 18% del totale, tra dieci anni saranno il 30% e quindi il lavoro di cura diventerà centrale. Nei prossimi anni il costo attuale del welfare non sarà più sostenibile; le case di riposo avranno rette più alte, quindi l'approccio sarà diverso. Probabilmente ci sarà un maggior ricorso all'assegno di cura, che assieme alla pensione minima consente di assistere l'anziano con una badante, anche se solo parzialmente. I costi dell' assistenza domiciliare sono di circa duemila euro mensile prò capite». Amistadi ha sottolineato che le soluzioni stanno evolvendo verso nuove modalità di tipo collettivo, quali ad esempio le coabitazioni di piccoli gruppi di anziani, che quindi possono usufruire collettivamente di badanti, assistenza sanitaria e così via: «A fronte di tale evoluzione ha fatto notare da parte sua Salvador Valandro - deve esserci anche un cambiamento delle strutture; ad esempio le case e i condomini - ha concluso il presidente della Comunità - devono essere costruiti o ristrutturati in funzione di queste coabitazioni». La pedagogista ai Centro Arate RIVA. Prosegue «Time Out», il cartellone di proposte che offre ai ragazzi e ai loro genitori momenti per la messa a punto dei rapporti interni allafamigliae con se stessi. Stasera laboratorio manuale creativo per genitori a cura della pedagogista Sabrina Zanon, dalle 20.30, al Centro aperto Aretè, a Casa Bresciani. La partecipazione è libera, richiesta la prenotazione. Informazioni: 0464 576234 e 339 1521066, e all'indirizzo e-mail [email protected]. Pag. 19 €11^ ' M , m uJsffiSL. MARCO BOLASCO HELLO del Garda Brescia- no è un territorio che si descrive da sempre con profumi e colori. Tanti, fatti dell'incontro fra paesaggio alpino e l'ultimo lembo di quello sub-mediter: raneo. Già, perché noi italiani non ce ne ricordiamo sempre, ma i numerosi turisti stranieri sì: quassù, con le montagne trentine sullo sfondo, si può godere di un clima miteedi unpezzettodiMediterraneo,primacheilpaesaggioeiclimisitrasforminoverso Nord. Non a caso da queste parti si veniva a svernare, un po' come a Taormina, dove l'alta stagione una volta era d'inverno. E, in effetti, in quest'area (ma solo qui sul lago) crescono olive e limoni, proprio come al meridione. E dunque ecco il cappero di Gargnano, intenso come il colore del suo fiore e il profumo e il sapore del suo frutto. Poi i bellissimi olivi, dai quali siproduceunodegliextraverginipiù significativi in qualità (il Garda D. O. P, appunto ). Un'olivicoltura che si fonda su una varietà autoctona che è la casaliya, alla quale si aggiungonoleccino,rossanel,raza,moraiolo, pendolinoefrantoio.il verdedelT oliva si specchia nei colori del lago che spaziano da un blu cobalto al verde smeraldo e non è affatto male venire a coglierne le sfumature di grigio ancheaiprimidimarzo.lestessechelascianovia via spazio ai primi colori e a qualche fioritura. «Il grigio del nostro Garda è un grigio di tranquillità», racconta Gianni Briarava, patron della Trattoria alle Rose di Salò, che del pesce di lago è grande conoscitore: «Qui le acque non sono messe male e di pesce buono ne abbiamo». E in effetti, parlando con qualcuno fra il centinaio di pescatori rimasti, vien fuori che il coregone {o lavarello ) la fa da padrone, anche perché si fa pesca sostenibile e chi ha permesso di pesca ha anche l'obbligo di consegnare uova e sperma per seminare gli ava- notti. Agoni (sardine di lago ) ce ne sono molte, mentre l'alborella, antico pesce molto piccoloegustosochesimettevasottosaleesi usava per condire, non si trova praticamente più. Un po' come per il carpione, che non ha nulla a che vedere con il famoso piatto estivo a base di aceto. Nel Garda il carpione è un salmonide che vive in profondità e ha la coda a rondine ( a differenza del salmerino che l'ha dritta) e ha carni particolarmente rosate e gustose.Popolavaabbondantementequesteacque fino a quarant'anni fa, oggi è quasi estinto, per una somma di cause naturali e umane. Anche per questo è oggetto di un Presìdio Slow Food, da qualcuno definito "Il Presìdio del pesce che non c'è". Se si lascia il lago alle spalle, magari dopo aver mangiato un piatto di luccio in ciinsa (bollito, a pezzettini, olio e alborelle o agoni salati. Servito con la polenta) o un filetto di coregone alle erbe aromatiche, si può velocemente raggiungere l'entroterra, dove sopra al laghetto artificiale di Valvestino, a Magasa, viene prodotto un formaggio interessante, il Tombea. Qui la vegetazione comincia già a virare sui boschi di quercia, pini silvestri e abeti, e non è difficile imbattersi in allevamenti di capre e capretti. Dal 1989 è stato istituito il Parco Regionale dell'Alto Garda Bresciano, che si estende fino al confine con la provincia di Trento. In stagione sì potrebbe essere richiamati sulle rive dal profumo degli agrumi, e del limone in particolare. Che qui rispetto a quelli a cui siamo abituati profuma molto di più, un po' come accade a Sorrento o ad Amalfi. Bellissime sono anche le strutture delle limonaie, fra piloni dipietra che vengono su a formare terrazzi. Il limone è da sempre ingrediente di questa cucina e di torte profumate, ma forse ancor più tradizionale è il suo uso nei piatti salati, in abbinamento a capperi, olive ed erbe aromatiche, o grattato su un risotto con il pesce persico. I più curiosi e appassionati viaggiatori del gusto sappiano poi che qui, a Gardone Riviera, c'è imo dei cuochi più capaci della nuova cucina italiana. Si chiama Riccardo Camanini ed è un gardesano doc. Pag. 20 Cooperativa a Sarche per aiutare l'Uganda I SARCHE Alla filiale della "Cassa Rurale della Valle dei Laghi", della frazione del comune di Calavino, gli scolari della quarta classe della scuola primaria dell'Istituto comprensivo della valle, hanno sottoscritto dinanzi al presidente dell'Istituto di credito cooperativo Elio Pisoni e del direttore della filiale Corrado Pisoni, l'associazione cooperativa scolastica "12 piccole api". Una coope- rativa che impegna non poco questi alunni, per raccogliere dei fondi per sostenere le proprie attività didattiche, ma soprattutto a favore dell'associazione "Karamoja Group onlus" di Povo, che opera in Uganda nella regione Karamoja, che include i distretti di Kaabong, Morato e Amudat. Dove la siccità crea notevoli problemi a queste popolazione, dedite alla pastorizia e all'allevamento degli animali, dove purtroppo sono mol- to diffuse le malattie zoonotiche, tra cui la brucellosi e la rabbia. Con il ricavato della cooperativa scolastica, composta proprio da 12 alunni (le dodici piccole api}, si darà un contributo per sostenere il progetto "Chose Life" (per la valorizzazione ed il rispetto delle donne); per il progetto "Scuola" (per l'istruzione primaria}; per il progetto "Scuola per i ragazzi di strada" (per sostenere i bambini di famiglie indigenti); per il progetto "Kidepo-Rupa" (per la promozione sociale ed umanitaria). La cooperativa ha eletto quale presidente Chiara Lleshi, vice Federico Poli, segretari Lorenzo Parisi, Eleny Gattoni, cassieri Filippo Poli, Marsel Qahajaj, documentaristi (addetti stampa) Vittorio Zanoni, Giada Pisoni, Carolina Tronchi. Piccoli risparmiatori seguiti in questo progetto educativo dalle insegnanti Raffaela Zanoni e Roberta Ricci, che da diversi anni portano avanti la costituzioni di queste piccole cooperative (tutte regolarmente registrate), ormai arrivate ad una ventina di realtà tra le varie scuole della Valle di Laghi. (r.fr.) I ragazzi coinvolti dal progetto «12 piccole api» Pag. 21 IMO Ambiente, economia e lavoro Tavola rotonda al Palamela » TAIO Sabato prossimo, dalle 14 alle 18 nella sala congressi Cocea (Palamela) tavola rotonda con moderatore il giornalista del Trentino Paolo Mantovan nell' ambito del Patto dei Sindaci sulle opportunità offerte dal progetto in tema di salvaguardia ambientale, di sviluppo socio economico e crescita occupazionale. Gli obiettivi dell'iniziativa in programma sono un check up sullo stato di attuazione del progetto Patto dei Sindaci e sottolineare e sviluppare le opportunità offerte dal progetto in tema di salvaguardia ambientale, di sviluppo socio- economico e crescita occupazionale coinvolgendo in maniera propositiva il territorio. Dopo l'introduzione dell'ingegner Alberto Bonomi e di Piero Pelizzaro del Kyoto Club, interverranno Nicoletta Clauser (Servizio Europa), Davide Libralesso (programmi Unione Europea), Gianni Lazzari (Habitech Distretto tecnologico trentino), Maurizio Fauri (Polo tecnologico per l'energia), David Tombolato (area educazione Muse) e Cristina Dalla Torre. Ospite dell'incontro il console del Messico a Milano, Marisela Morales, in valle di Non per le celebrazioni dei 50 anni dalla dedicazione a padre Eusebio Chini della statua nel Capital di Washington. (g.e.) Pag. 22 «Carispa, tornare banca del territorio» di Maurilio DaEEago I BOLZANO Qualche anno per rimettere in sesto la banca. Posizionarla al massimo come istituto di credito del territorio. Seguire nell'opera di risanamento quanto indicato da Bankitalia, con quest'ultima che però «nulla ha a che fare con la scelte del cda in tema di direzione generale». Risposta gelida a quelle forze politiche (M5S, Sei e Fratelli d'Italia) che hanno avanzato l'ipotesi di u n suo possibile conflitto d'interessi sul tema dell'energia: «Sul mio lavoro in Aew si è espressa la proprietà, gli altri commenti non mi interessano». Ed ancora d'accordo con l'aumento di capitale che dovrà essere deliberato quest'anno dall'assemblea dei soci (sui 200 milioni di euro) e con l'altra scelta già fatta dal cda in merito agli esuberi di personale (160 unità). Per Nicola Calabro - bolzanino, nato nel 1966, due figlie, un passato nel gruppo Intesa Sanpaolo, con la direzione di Btb da gennaio 2011 e quella di Aew dal luglio 2013 - c'è stata l'ufficializzazione della scelta fatta dal consiglio d'amministrazione della Cassa di risparmio di Bolzano di nominarlo amministratore delegato e direttore generale della banca, di cui è uno - e lo rimarrà in quanto ad - dei 9 com- ponenti del cda. Promette anche u n occhio di riguardo per i piccoli azionisti. Dottor Calabro, quando inizierà il lavoro in Carispa? «Posso immaginarmi che passerà qualche settimana nel passaggio tra Aew e Cassa di risparmio, trovando un equilibrio tra le cosa da finire in Azienda energetica e l'impellente necessità della banca di avere il vertice operativo». Un parto difficile, quello legato alla sua nomina. Tra riunioni del cda, bocche cucite, scelte e ufficializzazioni in t e m p i differiti. «Il tutto era solo legato dapprima ad u n periodo di riflessione che mi ero preso per decidere, poi alla volontà di mettere al corrente l'azienda per cui stava lavorando». E Banca d'Italia ci h a messo lo zampino? «Escludo assolutamente che Bankitalia abbia formulato qualsivoglia richiesta in merito ad una candidatura, piuttosto che un'altra, per la direzione generale. Non è nelle sue competenze» Ed allora perché la necessit à di smentire tale ipotesi da parte dei vertici di Carispa. «Solo perché alcuni organi di informazione, non il vostro, avevano avanzato l'ipotesi. Il cda ha scelto in assoluta autonomia sulla base di criteri pre- visti dalla normativa in vigore, a cui aggiungere conoscenza del teritorio e bilinguismo». Non quindi u n premio alla fedeltà del manager Nicola Calabro? «Se qualcuno conosce la situazione di Carisparmio, sa che la mia non è certo una poltrona dorata. Ci sarà da fare parecchio lavoro. In più lasciare Aew non è stato facile, soprattutto nella prospettiva post-fusione con Sei». Comunque la normale attività di ispezione e controllo da parte dei funzionari di Banca d'Italia in Carispa è ancora in corso. Quando finirà e come intende muoversi rispetto ai rilievi che sono stati e verranno fatti. «Credo che l'attività di controllo finirà a fine mese, poi ci sarà da fare tutto quanto è norma in casi di questo genere, si segue la strada indicata da Bankitalia». Tra le indiscrezioni, quelle che vogliono u n bilancio 2014 che per Carispa si chiuderà con u n passivo anche superiore ai 150 milioni di euro. «Aspettiamo di vedere esattamente il progetto di bilancio, inutile sbilanciarsi sulle cifre adesso». Appare certo che nei prossimi mesi si procederà con l'aumento di capitale di 200 milio- ni di euro, m e n t r e restano i 160 esuberi tra il personale della banca. «D'accordo con le scelte già fatte dal cda. Per l'aumento di capitale vedremo se farlo con investitori istituzionali, oppure con il piccolo azionariato». Come si muoverà u n a volta preso possesso dell'incarico in Cassa di risparmio? «Da subito ci sarà il rilancio di Carispa come banca del territorio, sicuramente ci concentreremo su Bolzano e Trento, dove abbiamo le nostre radici». Significa lasciare gli altri territori, magari in u n futuro n o n prossimo? «Non mi spingerei così in avanti». La situazione in Cassa di risparmio n o n è rosea. L'attuale cda h a già invertito la rotta. Quanto tempo ci vorrà per vedere Carispa in acque più tranquille? «Alcuni anni: se ne esce solo con un lungo periodo di lavoro. Ciò n o n vuol dire che avremo altri 2014: lo scorso anno è stata fatta la pulizia dei portafogli, con rilevanti accantonamenti sui crediti». L'obiettivo finale? «Macinare utili, con u n ritorno alla redditività, aiutando imprese e famiglie». Pag. 23 LA PROPRIETÀ m AEW «Un grazie ad un manager d?alfo livello» I BOLZANO Nicola Calabro lascia la direzione generale di Azienda energetica (Aew) e vertici dell'azienda e soci di riferimento (Comuni di Bolzano e Merano) ne decantano lelodi. «Gli ultimi mesi in cui abbiamo lavorato insieme, sono stati particolarmente importanti e lo ringrazio per il determinante contributo che ha potuto dare all'azienda sia nella gestione ordinaria ed in particolare nelle attività di preparazione all'importante processo d'integrazione con Sei Spa. Nei prossimi giorni verranno definiti i dettagli sui tempi di conclusione dell'incarico attuale in modo da garantire il presidio fino a quando il contributo del dottor Calabro sarà necessario», sottolinea il presidente di Aew, Mauro Marchi. «Perdiamo un manager di alto livello, nella consapevolezza che potrà dare il suo contributo nell'importante sfida che dovrà realizzare presso la banca di riferimento del territorio locale», così il sindaco di Bolzano, Luigi Spagnolli. «Sono sicuro che potrà fare un ottimo lavoro anche nel futuro incarico nella Cassa di Risparmio», afferma Giinther Januth, sindaco di Merano riferendosi all'addio di Nicola Calabro a Aew. «Sono particolarmente riconoscente al vicedirettore Generale vicario Paolo Acuti, che ha rappresentato per me la persona che mi ha permesso di inserirmi, al momento del mio arrivo, ed accompagnarmi in Azienda energetica con un prezioso e continuo supporto, che ho apprezzato per livello di affidabilità e qualità», chiude lo stesso Calabro. Birandstitter e C@§ta; e afcs® awanti con li piano industriale^ pronti ai rilancio i! cda della Cassa di Risparmio di Bolzano, presieduto da! presidente Gerhard Brandstatter e dai vicepresidente Cario Costa, ha ufficializzato nei giorni scorsi ia designazione di Kicola Caiabrò ad amministratore delegato e direttore generale deiia banca. Dopo un'attività di seiezione svolta analizzando oltre 25 candidati ed avvalendosi della collaborazione di due società di «head hunting», ia scelta è ricaduta sui manager bolzanino che oltre ad aver maturato nella sua carriera esperienze dirigenziali pluriennali di particolare valore nel mondo bancario in Italia ed all'estero, conosce il territorio di riferimento della banca avendo, fra l'altro, svolto l'incarico di direttore generale della Banca di Trento e Bolzano dal 20S.1 al 2013. La conoscenza della lingua tedesca ha inoltre rappresentato un altro elemento distintivo rispetto ad altre candidature, «Siamo convinti di aver fatto la miglior scelta possibile per la nostra banca. Adesso, dopo aver fatto un'attività rigorosa che ha portato ad effettuare rilevanti accantonamenti sui crediti, rispettando criteri prudenziali ed in allineamento con le metodologie indicate dalle autorità di vigilanza, abbiamo bisogno di guardare avanti e portare ia banca in tempi più rapidi possibili a recuperare gradualmente redditività, quote di mercato e raggiungere gii importanti obiettivi definiti dai piano industriale approvato nei mesi scorsi ed elaborato con l'assistenza della società di consulenza Rie Kinsey», afferma Gerhard Brandstatter; riferendosi alla nomina. «Dobbiamo girare pagina, gii scorsi 9 mesi, da quando il nuovo cda si è insediato, sono stati dedicati alla pulizia di bilancio ed alla prima fase di riorganizzazione, ora è giunto il momento del rilancio ed abbiamo bisogno di una persona che possa guidare efficacemente la banca nel superare le difficoltà e nel motivare ia squadra», così Carlo Costa. Pag. 24 OM:«Nidi negli incubatoli aziendali» TRENTO D problema per Olivi va affrontato su più piani. L'imprenditoria femminile in Trentino arranca, i dati non sono confortanti, la provincia di Trento con un tasso di imprese femminili del 17,3% si piazza alle spalle del vicino Alto Adige e di altre aree del Nordest (Cornere del Trentino di ieri ndr). I numeri non stupiscono il vicepresidente della Provincia, nonché assessore allo sviluppo economico, Alessandro Olivi, che legge il dato in chiave culturale e sociale. Servono progetti a lungo respiro e «riuscire a conciliare lavoro e famiglia». La maternità è un freno alle nuove iniziative imprenditoriali. Quindi «nidi aziendali e più servizi» dice, possono essere la chiave di volta. «Molto è stato fatto, ma non basta» ammette Olivi che parla della necessità di evitare la «segregazione culturale». «Abbiamo già introdotto incentivi per l'imprenditoria femminile, abbattendo alcuni costi, qualcosa è servito — spiega — ma non è sufficiente». La Provincia ha messo in campo un fondo unico per sostenere le nuove iniziative imprenditoriali sia dei giovani e «soprattutto delle donne — precisa — non si tratta solo di incentivi, ma di un sostegno alle imprese, un aiuto concreto, ma credo si debba dare anche una spinta a quei settori dove la competenza e la sensibilità femminili sono più facili da as- sorbire, parlo, ad esempio, dei servizi alla persona». Secondo Olivi serve un intervento ad ampio raggio e pensa a costruire un sistema di aiuto che tenga conto anche del fattore tempo, «per conciliare lavoro e famiglia, che spesso è un ostacolo alle nuove iniziative». Pensa a orari più elastici dei nidi e a strutture aziendali. «Mi piacerebbe — continua — creare, dentro il polo della Manifattura di Rovereto, una rete di imprese, dando spazio a nuove aziende feniminiM innovative con i servizi annessi, come nidi aziendali. Penso a nuovi incubatoli di imprese con all'interno servizi e nidi». È della stessa idea l'assessora alle Pari Opportunità, Sara Ferrari, ma è cauta sui dati. «Vorrei vedere meglio le statistiche e approfondire» afferma. Ma aggiunge: «Non è comunque un dato nuovo per il Trentino, alla base c'è ancora un problema culturale, bisogna lavorare sulla cultura dell'impresa che non è così diffusa, partendo dalle nuove generazioni, affiancandola a un'educazione al ruolo femminile. Si devono scardinare gli stereotipi di genere». La Provincia — dice Ferrari — ha messo in campo molti incentivi, ma non sono molto conosciuti. «Abbiamo modificato la legge 6 sull'imprenditoria femminile — precisa — cambiando il regolamento e rendendola più efficace. Prima erano previsti degli incentivi sulla spesa, ora per partire si affianca all'imprenditrice un tutor che offre un sostegno concreto per affrontare le difficoltà di avviare una nuova impresa». Per andare incontro alle mamme-manager l'Agenzia del lavoro, offre un aiuto per avere un sostituto per il primo anno del bambino. C'è un registro di persone preparate a cui attingere e un budget di 23.000 euro. «Esiste solo da noi» precisa Ferrari. E ora Piazza Dante sta lavorando anche registro delle babysitter, «persone preparate che sono disponibili a chiamata, ma stiamo lavorando anche sugli orari dei nidi e Tagesmutter». I servizi potrebbero essere la spinta all'aumento di quote rosa nel mondo imprenditoriale. Ne è convinta anche Manuela Terragnolo, segretaria generale della Fiom Trentino Cgil. Le quote rosa anche nei sindacati sono poco rappresentate, ma qualcosa sta cambiando. «La Cgil ha fatto molto negli ultimi anni, ci sono donne alla guida della Fiom, della Flai e della scuola, ma anche nella segreteria — spiega—forse manca un percorso di autostima per le donne a partire dalla scuola e dall'educazione. Ma servono anche più servizi, su una fascia temporale ampia, per permettere anche alle madri di mettersi in gioco». Dafne Roat © RIPRODUZIONE RISERVATA Pag. 25 FOLLA PER LA SERATA PROPOSTA DALL'ISTITUTO SOPHIA "Un capitano, c'è solo r# un capitano di Patrizia Niccoli ni n punto di riferimento e un esempio peri compagni, quando si vince ma soprattutto quando si perde. Chi indossa la fascia di capitano ha un ruolo fondamentale all'interno di una squadra, fuori e dentro i l campo, e può diventare fonte di ispirazione e cambiamento. Di questo e molto altro hanno parlato Emanuele Birarelli, Giada Marchioron eToto Forray, giovedì 12 febbraio sul palco della sala della Cooperazione nella serata promossa dall'Istituto Universitario Sophia di Loppiano (IUS), fondato da Chiara Lubich, a margine dell'IntemationalWinter School svoltasi a Trento dal 10 al 15 febbraio. I capitani di Trentino Volley, Trentino Rosa e Aquila Basket sono U stati protagonisti di "Capitano, mio capitano!", un confronto "su creatività ed innovazione alservizio del team" guidato dal medico sportivo Paolo Crepaz, giornalista e presidente della "Fondazione per Sophia". "Essere capitano è un privilegio, un ruolo di cui essere orgogliosi - ha esordito Birarelli, capitano anche della Nazionale italiana di pallavolo -, altempo stesso implica delle responsabilità: bisogna mettere da parte egoismi e ambizioni personali e agire nell'interesse della squadra, perché il gruppo viene sempre prima dell'individuo". Gli ha fatto eco Forray: "La leadership trova la sua espressione nella capacità di contagiare tutti i membri della squadra con il proprio esempio, la voglia di allenarsi e la disponibilità alsacrificio". "Essere prescelta dalla società per rivestire questo ruolo - ha confidato Marchioron - mi ha aiutato a maturare: so che nelle situazioni di difficoltà devo dominare le emozioni e non posso permettermi di mollare". Più volte dall'inizio del campionato, il primo della Delta Informatica in A2, l'opposta gialloblù è stata bestscorer, dimostrando che il gioco espresso in partita è frutto del lavoro svolto in palestra durante gli allenamenti settimanali, come poi hanno sottolineato anche Forray e Birarelli nel corso dell'incontro seguito da un folto pubblico e promosso in collaborazione con CONI, Cooperazione Trentina e Cassa Rurale di Trento. Essere leader e vincenti non dipende però esclusivamente dai risultati: per essere "parte del cambiamento", i l motto scelto dagli studenti della Winter School, sono altresì indispensabili la volontà di migliorarsi e accettare nuove sfide, lavorando per superare i propri limiti, ma riconoscendo la superiorità degli avversari qualora più meritevoli. Attitudini che i tre capitani hanno mostrato di possedere anche fuori dal campo muovendosi bene in un "match" diverso dal solito, raccontando la loro esperienza nel mondo dello sport professionistico. Una serata da ripetere,ricordandoche lealtà, correttezza e rispetto sono valori che la pratica sportiva promuove indipendentemente dall'età, dalla categoria e dagli obiettivi perseguiti. Nella stona dello sport trentino quale ritenete essere il capitano che meglio ha interpretato le qualità richieste a questo ruolo? Votate sul sito www.vitatrentina.it 1. Mathey Kazyjsky, nel trìplete del volley nel 20112012 2. Francesco Moser, nel Giro d'Italia del 1984 3. Giorgio Lutterotti, nel Trento neopromosso nel 1979-80 4. Toto Forray, nell'Aquila Basket neopromossa nel 2013-2014 5. JoelRetornaz nella squadra italiana di cuiiing alle Olimpiadi di Torino 2006 Pag. 26 LA SCOMPARSA DELLA NOSTRA COLLABORATRICE, ALLA GUIDA DELL'UCSI Silvana, donna in cerca dell'unità / / f+ ome state, ragazzi, di che co sa si scrive oggi?..." era la battuta con cui apriva Le sue visite quasi giornaliere Silvana Jelliri Formilan, fedele firma di Vita Trentina da oltre 30 anni e voce della radio diocesana fin dalle origini. Ora che una malattia feroce l'ha strappata a 66 anni all'affetto del marito Egidio e dei figli Giovanni e Anna, avvertiamo un vuoto anche in redazione (dove trovava la sua seconda casa, "siete una grande famiglia", diceva) e ci par di risentire quel suo saluto, felice espressione delle sue doti: la curiosità giornalistica, dettata dal desiderio di interpretare meglio l'attualità per lei che aveva gli strumenti della laureata in lingue e letterature straniere e in sociologia delle religione, e la passione ecclesiale, maturata negli studi teologici che l'avevano portata al Magistero in scienze religiose. Docente di francese per molti anni nelle scuole trentine e all'Università, aveva trasferito le sue competenze nei media diocesani, specializzandosi nei temi ecumenici a cui l'aveva avviata l'amicizia con don Silvio Franch: i l lavoro di cui era giustamente orgogliosa è i l testo "Tracce di un cammino" (Edizioni Arca, 2012) dedicato a 40 anni di dialogo fra le fedi in Trentino, un testo da cui traspare anche la sua inesausta ricerca di strade nuove per favorire l'unità fra le persone e i gruppi sociali. Un libro costruito sui ritagli dei giornali trentini, guidato quindi da quella sfrenata passione perii giornalismo che la portava nel vivo delle redazioni (ha collaborato anche con le pagine culturali del "Trentino"), nei palazzi della politica e nei centri culturali e che l'ha spinta fin dal 2007 a trainare come vicepresidente per la sezione locale dell'UCSI (Unione Cattolica Stampa Italiana). Da due anni, dalla morte improvvisa di Lorenzo Lucianer e dopo Bruno Sanguanini, faceva le funzioni di presidente con la convinzione tenace di chi crede nella testimonianza attraverso i media e nell'utilità dell'associazionismo ecclesiale. All'ultima riunione ci aveva proposto prima dell'assemblea elettiva di C Silvana Jellici Formilan in un recente incontro dell'UCSI arClesio": i funerali si tengono giovedì 19 febbraio alle 16 nella chiesa del Santissimo fotoZotta poter tenere per i colleghi un incontro formativo proprio sull'alfabeto del dialogo ecumenico. "Silvana era una persona di grandissima umanità - ci ha scritto Andrea Melodia, presidente nazionale UCSI e per noi un sicuro punto di riferimento". Ma la sua passione ecclesiale si esprimeva anche nel Movimento Rinascita Cristiana (di cui era delegata regionale), nel gruppo culturale "Comunità in dialogo" di Sant'Antonio, nel servizio in parrocchia prima come catechista e ora come ministro dell'Eucaristia. C'era una dimensione personale contemplativa, alla sorgente del suo attivismo sociale che - assieme al marito Egidio - l'aveva vista guidare per un triennio anche l'associazione "Famiglie Insieme": l'adorazione quotidiana dell'Eucaristia in cui da anni era impegnata attraverso il Sodalizio degli Adoratori nella chiesa di Santa Chiara, di cui era presidente. Amante della cultura, della montagna e dell'arte, Silvana era una donna sempre in ricerca, esigente ricerca. Piace qui anche ricordarla per la cura scrupolosa con cui concordava ed elaborava i suoi contributi, attenta a non dimenticare nulla e nessuno, per un servizio che favorisse la diffusione del Vangelo attraverso i l giornale e la radio. d.a. Pag. 27 La Provincia acquista l'area dagli eredi Bertoldi NOT, AVANTI R nuovo bando entro un mese DOMENICO SARTORI [email protected] Se qualcuno avesse avuto dubbi sulla volontà di proseguire con il progetto del Not, il Nuovo ospedale trentino in via Desert, a Trento sud, non ci sono solo le esternazioni del presidente Ugo Rossi a confermare la scelta. C'è anche, ora, l'acquisto, da parte della Provincia, della particella fondiaria 1637/2, di 1.666 metri quadrati. La Giunta, nella seduta di lunedì scorso, ha autorizzato l'Apac-Servizio contratti e appalti a stipulare il relativo atto di acquisto, a trattativa privata. L'area è limitrofa al nuovo Centro per la protonterapia ed appartiene a Daniela Paoli e Gianluca e Giacomo Bertoldi (eredi Bertoldi), quest'ultimo presidente di Orvea spa, il gruppo della grande distribuzione alimentare di cui lo scorso anno il Gruppo Poli è diventato azionista di maggioranza. Per la vendita, incasseranno dalla Provincia 499.800,00 euro (300 euro al mq), cui si aggiungono, a carico dell'acquirente, 45.200,00 euro di oneri fiscali e contrattuali. Un acquisto programmato nel «Fondo di riserva Not», che rientra nel Piano per l'edilizia sanitaria approvato Io scorso dicembre, anche se il contratto preliminare risale, ricorda l'assessora alla salute Donata Borgonovo Re, ancora al 2011. Si tratta di un lotto, in Prg destinato ad attrezzature pubbliche di uso pubblico, che alla Provincia serve per sistemare la viabilità interna di collegamento alle varie strutture ospedaliere (Centro protonterapia e futuro Not) e quella esterna di interesse comunale. Lì arriverà la bretella di raccordo con la rotatoria, quindi con la tangenziale. Rossi aveva anticipato che una decisione sul nuovo bando per il Not, dopo che la precedente gara è stata bocciata dalla giustizia amministrativa in seguito ai ricorsi incrociati dei gruppi di impresa partecipanti, sarebbe stata presa entro gennaio. «Ci vorrà ancora un mese» ha spiegato ieri «prima dobbiamo ultimare la valutazione del quadro finanziario e l'interesse pubblico a modificare il bando. Dobbiamo essere certi su come intervenire, visto che si va a modificare il ban- do fatto». A definire il possibile quadro finanziario è stata chiamata Cassa del Trentino spa, braccio finanziario della Provincia, che ha verificato la disponibilità della Bei, la Banca europea per gli investimenti. Per il Not, dei 300 milioni messi in gara per la realizzarlo, 160 sono già stanziati a bilancio della Provincia. Il resto, secondo il bando originario, se lo dovrebbero accollare i privati che realizzano l'investimento con la finanza di progetto (project financing). Vero è che, con gli scenari dei tassi profondamente mutati rispetto a qualche anno fa, accedere oggi al finanziamento Bei sarebbe di gran lunga più vantaggioso del ricorso alla finanza di progetto. Ma a fronte di un indubbio vantaggio sul piano finanziario, la scelta dell'appalto tradizionale diretto, finanziato dalla Bei, comporterebbe, oltre che un aumento dell'indebitamento a bilancio, l'assunzione diretta in capo alla Provincia di tutti gli elementi di rischio (su tempi di consegna, varianti e disponibilità del bene) che la finanza di progetto metterebbe teoricamente sulle spalle del privato. Pag. 28 L'INCONTRO L'assessora Donata Borgonovo Re ha incontrato il nuovo consiglio dell'Ordine dei medici «Dobbiamo essere i principali interlocutori» Un incontro di presentazione tra il nuovo consiglio dell'Ordine dei medici e l'assessora alla salute Donata Borgonovo Re è diventato anche momento di confronto su temi particolarmente caldi in questo periodo. Dai punti nascita al Not, dalla medicina difensiva alla medicina del territorio. Poi ancora umanizzazione delle cure, motivazione del personale e condivisione di progetti. Per quanto riguarda il Not l'argomento è stato solamente sfiorato ma i medici non hanno mancato di far presente che, a distanza di anni, il progetto andrebbe rivisto in quanto ciò che era stato deciso a suo tempo oggi ha probabilmente bisogno di qualche modifica. La stessa localizzazione lascia qualche dubbio per il fatto che il nuovo ospedale si troverebbe ad essere, come il S. Chiara, in città. I presidente Marco loppi BUDGET «Per quanto riguarda il futuro - spiega loppi - abbiamo puntato sul fatto che noi ci impegneremo a fare in modo che ci sia umanizzazione delle cure e un miglioramento professionale, ma ci sono da mettere in atto iniziative per educare il pubblico a fare buon uso delle risorse e per stimolare politici a fare scelte inderogabili». L'ordine chiede alla politica soprattutto di essere ascoltato. «L'Ordine è l'interlocutore principale per l'istituzione polìtica e vuole recitare un ruolo propositivo alla soluzione dei problemi sanitari, tenendo ben presente l'interesse dell'intera categoria: ovvero la salute dei cittadini», dice il presidente Marco loppi. Per quanto riguarda il tema delle cure, loppi ha invitato a puntare «sull'appropriatezza delle cure, ispirandosi alla "slow medicine", medicina sobria ed essenziale». «Per intraprendere questa strada non è pensabile agire senza coinvolgere medici e odontoiatri», ha concluso il presidente. «Dobbiamo lavorare insieme per evitare che il Trentino vanifichi gli sforzi fin qui fatti che hanno assicurato un sistema sanitario universale ed equo». L'assessore Borgonovo Re ha riconosciuto all'Ordine il ruolo di interlocutore, affermando che è giusto che sia coinvolto in modo libero su ogni argomento, esprimendo un parere tecnico, e ha condiviso la necessità di puntare sulla prevenzione, utilizzando con saggezza le risorse a disposizione. Quindi, è stato affrontato il punto dell'integrazione ospedale-territorio, sul quale l'assessore ha chiesto protagonismo all'Ordine, ed è stato sottolineato il ruolo «formativo e culturale» della Scuola di medicina generale. Alle strutture convenzionate 72 milioni. 2 milioni in meno del 2014 Tagli per le private Ma via al tetto per chi viene da fuori PATRIZIA TOPESCO Tariffe ridotte del 3,5% e budget complessivi diminuiti rispetto al 2014 di 2 milioni di euro per il 2015, di 2 milioni e 800 mila euro nel 2016 e 3 milioni e 300 mila euro nel 2017.Questo l'accordo siglato tra le strutture private convenzionate e la Provincia. Sulla base di questo accordo l'Azienda provinciale, nei giorni scorsi, ha deliberato gli importi sia per l'attività di degenza che per quanto riguarda l'assistenza specialistica e la diagnostica ambulatoriale convenzionata. «Con la diminuzione complessiva dei budget compensati dalla riduzione delle tariffe la variazione del numero delle prestazioni dovrebbe risultare modesto», assicura Giovanni Maria Guarrera, a capo dell'unità di specialistica ambulatoriale dell'Azienda sanitaria. Per quanto riguarda quest'ultima l'importo destinato alle strutture private accreditate è di 20.315.000,993 mila euro in meno rispetto al 2014. «Il taglio maggiore in termini di tariffe è stato registrato per quanto riguarda le risonanze magnetiche muscolo scheletriche spiega Carlo Stefenelli, rappresentante delle strutture private trentine - i cui importi sono stati ridotti del 25%». Stesso taglio anche per gli esami di laboratorio. Sulle rimanenti prestazioni la riduzione è invece del 3,5%. Secondo quanto stabilito per il 2015 il volume delle risonanze magnetiche da acquisite esternamente deve essere il linea con quello del 2014, per un massimo di 17.500 esami. A questo numero vanno aggiunte altre 95 mila ecografie mediche e un volume di prestazione di radiologia tradizionale in linea con quello dello scorso anno. Negli oltre 20 mila sono compresi anche 5 milioni 150 mila euro da assegnare ai distretti per l'odontoiatria convenzionata. L'importo complessivo di 20.315.000 è stato diviso tra Solatrix di Rovereto (1.830.000 euro per branche varie e Rm e 230.000 per day service), Villa Bianca di Trento (2.050.000 branche varie e Ma e 110.000 day service), Eremo di Arco (1.544.000 branche varie e Rm e 136.000), ospedale S. Camillo di Trento (2.488.000 day service e 82.000 branche varie), ospedale S. Pancrazio di Arco (445.000 riabilitazione alcologia più 550.000), Laboratorio Adige (750.000 per analisi di laboratorio), Laboratorio Druso (500.000 per analisi di laboratorio), Tecnomed di Trento e Rovereto (1.180.000 per ecografie mediche e Rm), Ucipem (100.000 per attività di consultorio), Cerin di Rovereto (250.000 per riabilitazione neurologica), Istituto de Tschiderer di Trento (960.000 riabilitazione logopedia), Cst Mezzolombardo (220.000 per ecografie), Cst Trento (390.000 per ecografie e Rm), Atsm Trento (470.000 per riabilitazione psicofisica), Irifor (90.000 riabilitazione ipovedenti), Agsat (130.000 riabilitazione autismo), Anffas (70.000 per riabilitazione psicofisica), Rsa varie (120.000 per cure per esterni) e infine 5.145.000 per cure odontoiatriche presso studi convenzionati. Importi più consistenti, ovvia- Pag. 29 mente, per quanto riguarda l'attività di ricovero. In totale l'importo negoziato per attività di degenza è stato di 51.860.000 euro. Di questo budget, 11.180.000 euro vanno all'Eremo di Arco, 10.895.000 all'ospedale S. Camillo, 8.530.000 alla Solatrix, 7.500.000 al Villa Regina di Arco, 6.650.000 al Villa Bianca, 6.000.000 al S. Pancrazio di Arco e infine 1.105.000 alla S. Famiglia di Arco. «Abbiamo accettato i tagli anche per venire incontro alla fase di crisi che stiamo vivendo e, di contro, abbiamo ottenuto da una parte una validità triennale dell'accordo e dall'altra è stato finalmente eliminato il tetto per i pazienti provenienti da fuori provincia. Il Trentino ha un debito di 16 milioni di euro nei confronti del- le regioni del Nord per prestazioni sanitarie, mentre i vicini di Bolzano hanno un credito di 6. Fortunatamente dal primo gennaio c'è stata l'eliminazione di questo tetto». In pratica ora, sempre se i residenti fuori provincia troveranno appetibili le prestazioni offerte in queste strutture private, i pazienti potranno accedere alle strutture private convenzionate in maniera illimitata. L'Azienda anticiperà gli importi scontati alle strutture e poi, a distanza di circa due anni, ritornerà in possesso degli importi pagati. II tutto, ovviamente, se le altre Aziende sanitarie saranno puntuali nel saldare il loro debito. Se e quanti pazienti da fuori provincia verranno in Trentino per effettuare esami o visite, oppure se ci saranno ripercussioni sul bilancio del- l'Azienda sanitaria, lo sapremo solo tra qualche anno. «Unico neo è che le strutture di riabilitazione e per lungodegenti avevano chiesto un aumento dei posti letto anche per le forti richieste di prestazioni. Ma non stato concesso in quanto la Provincia ritiene che in Trentino ci sia già un numero di posti letto per riabilitazione e lungodegenti superiore alla media nazionale», aggiunge Stefenelli. Tra le novità introdotte dalla nuova convenzione con le strutture private accreditate c'è poi la richiesta di garanzia, anche ai privati, di cercare di «fidelizzare» i pazienti, evitando che dopo il primo accertamento si rivolgano per cure fuori provincia, magari entrando in contatto con un professionista che opera privatamente fuori dal Trentino. Pag. 30 Cobaccio trentino nel centro di Roma TRENTO - Colpaccio immobiliare di Castello sgr in pieno centro di Roma. La società finanziaria che fa capo a Isa, Mittel, Fondazione Caritro, Itas ha comprato il palazzo all'angolo tra via Cavour e piazza dei Cinquecento, di fronte alla stazione Termini, che ospita uffici pubblici del Ministero dell'Interno (nella foto). L'edificio è stato acquisito attraverso il fondo immobiliare Picasso dal fondo Beta di Idea Fimit sgr, gruppo De Agostini. Prezzo: 38,7 milioni di euro. L'immobile è un palazzo costruito alla fine deU'800, con otto piani fuori terra e due piani interrati, e occupa l'intero isolato delimitato da via Cavour, piazza dei Cinquecento, via Amendola e via Manin. Il cortile interno può ospitare 30 posti auto. La porzione commerciale con i negozi a piano terra non è invece oggetto di compravendita perché non era di proprietà del fondo Beta. L'immobile, che ha una superficie complessiva di 9.871 metri quadri, è stato ristrutturato nei primi anni '90. Nel palazzo hanno sede in affitto uffici del Ministero dell'Interno, che paga un canone annuo di circa 3 milioni di euro. Il fondo Beta, finora proprietario del palazzo, è un fondo di investimento immobiliare gesti- to da Idea Fimit e quotato sul segmento Miv di Borsa Italiana. Per Idea Fimit la vendita è stata sicuramente un affare, dato che ha registrato una plusvalenza di 624 mila euro sulla sua stima del valore dell'immobile e di ben 10 milioni e mezzo di euro rispetto al costo storico di 28,2 milioni. Ma anche per Castello l'affare non manca. Il palazzo è un immobile a reddito, con un rendimento lordo intorno al 6%, come altri edifici romani in via di dismissione da parte di fondi immobiliari che stanno arrivando a scadenza. Il fondo Picasso è solo uno degli ormai 14 fondi immobiliari gestiti da Castello, tra i quali c'è Clesio, il fondo proprietario del nuovo quartiere delle Albere a Trento (vedi a fianco). Picasso possiede, oltre al nuovo palazzo acquisito, immobili per un valore al 30 giugno 2014 di 76,5 milioni. Si tratta del centro direzionale Immobile Lamaro, anch'esso a Roma in zona Cinecittà, affittato a Telecom Italia e del complesso direzionale Metrocomplex nella zona nord est di Milano, affittato a uffici. Castello sgr, guidata dal presidente Giovanni Raimondi e dall'amministratore delegato Giampiero Schiavo, gestisce attività per un valore totale di 1 miliardo e mezzo di euro. F. Ter. Pag. 31 Oggi vertice con i sindacati Abifiduciosasul rinnovo del contratto dei bancari «Ma non a ogni costo» «Sì al contratto, ma non a ogni costo». Ieri Alessandro Profumo, presidente del Casi, il comitato sindacale dell'Abi, ha ribadito cosi la posizione dell'associazione bancaria rispetto al rinnovo del contratto della categoria. Dopo la rottura con i sindacati e lo sciopero generale del 30 gennaio scorso, il confronto riprenderà domani. Ieri, invece si è riunito il comitato esecutivo dell'Abi. «Sono molto fiducioso perché in questa sede è stata riconfermata la nostra posizione», ha aggiunto Profumo. In sostanza, complice l'Europa e le nuove tecnologie, è cambiato strutturalmente il modo di fare banca. E in questo modo non sarebbe più sostenibile un contratto come articolato oggi. Di qui la messa in discussione degli scatti di anzianità e delle voci di conteggio del tfr. Sul contratto è intervenuto ieri anche lo stesso presidente di Abi Antonio Patuelli, a Ber- gamo per la presentazione del suo libro «Banche, cittadini e imprese». «Il problema del contratto va risolto, vogliamo il contratto nazionale ma in realtà il settore dovrebbe puntare a un contratto europeo», ha detto Patuelli, sottolineando l'esigenza di un contesto concorrenziale omogeneo in Europa anche sul fronte del costo del lavoro. E il sindacato? «Vogliamo fare il contratto ma non ci condizioneranno né la disapplicazione (che interverrà dal primo aprile, ndr;) né l'intervento del governo», va a muso duro Landò Maria Sileoni, a capo della Fabi. In realtà fonti informali lasciano intendere che uno spiraglio nella trattativa si sarebbe a questo punto aperto. L'incontro di oggi potrebbe essere l'occasione per mettere sul tavolo le date dei prossimi incontri. E dare spessore al confronto. Rita Querzé Ì0@rquerze Pag. 32 «Popolari, la riforma è positiva» r N e l l e tabelle fornite a deputati c'erano an che dei dati sull'in ternal dealing, c i o è sulle compravendite di titoli rea lizzate da dirigenti e ammi nistratori delle banche popolari. Anche su quelle ave te acceso un faro? Esatto. Anche quel fenome no è oggetto di considerazioni Più in g e n e r a l e , lei che valutazione dà del proget to di riforma? La riforma è un fatto positi vo: riguarda delle banche ch( sono quasi sistemiche, che de vono avere u n meccanismc istituzionale e di governane* come le altre, altrimenti a w i e ne una distorsione del merca to.Tutto ciò che vain direzione di una maggiore concorrenza i positivo ed è evidente che pei le aziende di credito oggetto della riforma debba essere considerato l'aspetto dimen sionale. Altra cosa, infatti, è i discorso per le banche vera mente piccole: in pratica è co me se stessimo considerande la differenza fra artigiani e grandi imprese. Veniamo all'incontro cor il commissario Hill. Qual idee italiane lei ha portate nella discussione? Abbiamo indicato per que che riguarda l'Italia l'opportu nità di ridurre i doveri di co municazione per le pmi. Insie me all'introduzione del vote multiplo, per le piccole e me die imprese si tratta di iniziati ve utili e importanti. La mi; impressione è che siamo d fronte a un approccio nuovo prudente e pragmatico, atten to all'esigenza di finanziare via mercato le piccole e medie imprese. E questa in particola re è un'idea coincidente con la strategia che la Consob porta avanti da tempo. A cosa si riferisce? Due anni fa abbiamo sottoscritto un m e m o r a n d u m of understanding che si chiamava "Più borsa" espressamente finalizzato a migliorare l'accesso al mercato delle piccole e medie imprese e poi abbia- mo avuto il fondo dei fondi, i fondi pubblici. Molte nuove imprese si sono quotate al "borsino" dell'Aim. Il punto sul quale c'è tra noi e il commissario Hill una coincidenza' totale di opinioni è che il mercato finanziario va considerato un mezzo e non un fine. Lo scopo comune è ottenere più sviluppo e più occupazione. Che significa costruire un'unione dei mercati dei capitali? Significa costruire un secondo pilastro essenziale accanto a quello dell'Unione bancaria. L'Unionebancaria deve garantire regole omogenee e controlli uniformi per assicurare stabilità al sistema bancario europeo: ebbene, la stessa cosa deve valere per i sistemi finanziari, per evitare il free ride fra i paesi. Occorre dunque una maggiore unificazione e semplificazione delle regole, con unmeccanismo di controllo affidato ai singoli stati ma sulla base di guide Lines omogenee. Abbiamo anche cominciato a parlare di alcune idee per far vivere quest'unione del mercato dei capitali. Per esempio? Per esempio l'idea di utilizzare una frazione dell'area dell'Expo per dare vita a un'agenzia con u n data base europeo, una piattaforma unica per le piccole e medie imprese basata a Milano, che gestisca tutti i dati e permetta ai risparmiatori di valutare la bontà di questi titoli meno liquidi: è essenziale poterne disporre, se no il mercato resta in ombra. Ma questo è solo il primo passo. E cosa seguirà? Intendiamo proporre l'idea di una veraepropriaborsa europea per le piccole e medie imprese. Ma con il commissario Hill abbiamo anche valutato l'ipotesi di rendere questi prodotti poco liquidi oggetto di acquisto da parte dei fondi pensione, che sono il tipico investitore istituzionale di lungo termine. V RIPRODUZIONE RISERVATA Pag. 33
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