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I ricordi di Simonetti tra le nuvole
ALA - Si svolgerà domani
all'auditorium della Cassa
Rurale della Bassa vai
Lagarina in via Roggia ad Ala
con inizio alle 20.30 la
presentazione del libro "Una
vita fra le nuvole",
cinquant'anni di emozioni e
ricordi di Giuseppe Simonetti,
il pilota del Lama. Si tratta di
un libro intervista scritto dal
giornalista Carlo Guardini,
che racconta non solo la
storia personale di Giuseppe
Simonetti, ma anche un pezzo
di storia del nucleo elicotteri
della provincia e del
soccorso in montagna nel
Trentino.
Simonetti è stato infatti un
protagonista del soccorso
alpino, che negli anni
Settanta del secolo scorso
iniziò a decollare verso la
straordinaria organizzazione
attuale, portando con
l'elicottero il braccio
operativo dell'ospedale,
medico e infermiere, al fianco
del paziente infortunato, per
permettere un soccorso più
tempestivo e adeguato a
qualsiasi emergenza
sanitaria.
Oggi il soccorso aereo, si fa
con macchine modernissime
e viene utilizzato per
interventi sanitari di tipo
primario non solo in
montagna. Gli inizi di quei
soccorsi appartengono
all'epopea del volo in
montagna. Giuseppe
Simonetti, 14 mila ore di volo,
per gli amici Bepi, appartiene
alla seconda generazione di
quei piloti, i primi furono i
mitici Ernesto Zanlucchi ed
Ilario Stringari, cui si affiancò
Riccardo Degasperi. Poi
arrivarono Giuseppe
Simonetti e Gianni Moiola ed
il soccorso in montagna con
l'elicottero, incominciò a
cambiare ad evolversi,
mantenendo però, come oggi,
quelle caratteristiche che
non sono soltanto tecnica e
mezzi a disposizione, ma
passione unita alla
competenza. Bepi Simonetti
di passione nel suo lavoro ne
ha sempre avuta e molta,
unita ad una grande
generosità, apprezzata da
coloro i quali grazie al suo
lavoro di pilota, unito a
quello del personale sanitario
e dai tecnici, hanno potuto
dopo un incidente in
montagna ritornare alla vita.
Lo si può definire non solo un
pioniere dei soccorsi in
montagna, ma un pilota che
esaltava le sue caratteristiche
umane quando ai comandi
del Lama, la macchina con la
quale si trovava in perfetta
sintonia, interveniva in una
operazione di soccorso,
spingendosi al limite delle
possibilità umane e del
mezzo.
Un top gun dell'ala rotante:
questo era Simonetti ai
comandi del Lama. Chiusa
l'esperienza con il nucleo
elicotteri della provincia dì
Trento, con un bagaglio di
esperienza unica, Simonetti
divenne pilota privato ed
operò per alcune compagnie
aeree italiane fino a dar vita,
nel 1993, ad una sua società
la Elicampiglio, con la quale
continua, superati i 70 anni e
non potendo più stare alla
cloche di un elicottero, ad
operare dall'alto della sua
grande esperienza.
Tutti quei ricordi, ora, sono
impressi nelle pagine di «Una
vita fra le nuvole»: oggi ad
Ala.come detto, la
presentazione.
L'appuntamento è per le
20.30 all'auditorium della
Rurale.
Pag. 4
VALLE DI SOLE
Anche la Rurale Rabbi Caldes è afamilyw
I VALLE DI SOLE
La Cassa Rurale Rabbi e Caldes ha ottenuto il marchio
"Family in Trentino" per la categoria sportelli informativi.
«E' nato dall'esigenza - viene
spiegato - di offrire modalità
idonee per rendere i propri
punti informativi comodamente fruibili dalle famiglie, in
particolare quelle configlipiccoli». Il riconoscimento è stato
attribuito anche perché, in
questo avvio di 2015 e in collaborazione con l'Istituto comprensivo Bassa Val di Sole, la
Rurale ha programmato la seconda serie di incontri sul tema naturalistico, con relatore
Fabio Angeli, direttore dell'Ufficio distrettuale della Forestale di Male. Alla fine dello scorso anno, l'istituto di credito cooperativo aveva ospitato le realtà scolastiche di Croviana e
di Male. Ora è la volta delle
scuole elementari di Rabbi e
Caldes con tre incontri in calendario il 25 febbraio a San
Bernardo di Rabbi, il 20 e 26
marzo a Caldes.
Altra iniziativa meritevole di
essere ricordata e che rappresenta un appuntamento diventato tradizione, è la consegna
dei premi di studio a chi ha ultimato la secondaria superiore, l'università o ha preso parte
a viaggi di studio all'estero di
durata non inferiore alle quattro settimane. Una settantina
saranno i giovani premiati alla
metà di marzo nella cornice
del Convento dei Cappuccini
di Terzolas. All'incontro ci sarà anche il cantautore trentino
Anansi (nellafoto).
Pag. 5
Cantina
Gruppo La Vis
Revisione
cooperativa
entro febbraio
TRENTO Dovrebbe essere
presentata entro la fine del
mese la «revisione cooperativa
formulata» dalla Divisione
vigilanza di Federcoop rispetto
alla società cooperativa
vitivinicola La Vis. A differenza
della revisione legale — che
esprime un giudizio sul
bilancio, indica cioè se il
documento è redatto in
conformità ai principi
contabili e in cui il revisore
esprime un giudizio
professionale assumendosene
la responsabilità —, la
revisione cooperativa è
nell'ambito del diritto
amministrativo. A cadenza
biennale, la revisione
cooperativa valuta la
correttezza degli
amministratori della coop
nell'ambito delle loro attività.
Al termine della revisione
cooperativa, in presenza di
problemi, può essere proposta
una sanzione, come un
commissariamento o una
liquidazione coatta
amministrativa. La revisione
cooperativa per la cantina La
Vis era prevista già entro la
fine del 2014, ma è stata
chiesta una proroga
temporale, che comunque
prevede una scadenza dei
terrnini per il deposto entro
febbraio, n documento, una
volta redatto; èriservatoe
viene consegnato al cda. A
revisore però potrebbe
chiederne lettura di stralci in
assemblea.
E.Orf.
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Pag. 6
VINO
La Doc Venezia cambia lo scenario. Le posizioni nel Consorzio
Sul Pinot Grigio spinge Mezzacorona
TRENTO - È stato soprattutto
il gruppo Mezzacorona a
spingere nel Consorzio Vini
per ritoccare all'insù le rese
per ettaro del Pinot Grigio
Doc, portandole da 140 a 150
quintali per ettaro. Una
misura precauzionale per il
numero uno di Mezzacorona
Luca Rigotti per tutelare la
produzione trentina
dall'arrivo sul mercato della
Doc Venezia (l'Adige di ieri).
Una decisione che ha
generato la dura protesta dei
Vignaioli, che pure nel
Consorzio pesano solo per il
5% di fronte alle grandi
cantine cooperative.
L'Associazione guidata da
Lorenzo Cesconi lancia
l'allarme sulla perdita di
qualità del prodotto trentino
e sulla «svalutazione del
territorio». Le altre cantine,
pur senza entusiasmo, hanno
acconsentito alla modifica del
disciplinare.
Le motivazioni dei singoli
attori si chiariscono
districandosi tra le
denominazioni d'origine e le
indicazioni geografiche dopo
la definitiva affermazione
della Doc Venezia, col rigetto
da parte del Consiglio di Stato
dei ricorsi trentini. L'organo
supremo della giustizia
amministrativa nella sua
sentenza ha, di fatto, dato il
via libera all'estensione della
Doc Venezia, che faceva
riferimento originariamente
alle sole province di Venezia e
Treviso, a tutto il Veneto e
anche oltre. La traduzione
pratica di questo via libera è
proprio la proposta dei veneti
di una Doc interregionale solo
per il Pinot Grigio, che è il
prodotto di punta dell'export.
Le altre varietà verrebbero
raggruppate in una lgt
«triveneta». In questo quadro
sono a rischio, per motivi
diversi, le tipologie trattate
dalle cantine trentine.
Mezzacorona è quella che
vende, oltre alla Doc,
essenzialmente Pinot Grigio
lgt delle Dolomiti e quindi
sente il rischio di essere
spiazzata dalla nuova Doc e
punta ad un accordo. L'altro
rischio lo corre il Pinot Grigio
Doc trentino ed è quello che
si riduca il differenziale
percepito rispetto alla nuova
Doc Venezia.
F. Ter.
Colpaccio trentino nel centro di Roma
(ostello compia per 38 milion
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Pag. 7
Perché il motto «squadra che funziona non si cambia» vale nel calcio e non anche nel credito
Banche di credito cooperativo
La riforma le getta in bocca agli squali
quei fondi che partecipano con
ingenti capitali. Inoltre, si afferma che, aprendosi al mercato
l sistema bancario dovreb- globale, esse potrebbero attrarbe essere l'ancella primaria re investimenti nazionali ed
dello sviluppo delle attivi- internazionali rendendole così
tà industriali e imprendi- più grandi e più competitive.
toriali dell'economia reale. Se A dir il vero, in questo modo le
così è, la riforma delle banche banche popolari diventeranno
popolari parte purtroppo da oggetto di scalate finanziarie e
una premessa sbagliata. Mira di attacchi speculativi che ne
a soddisfare le esigenze della snatureranno la loro originagrande finanria funzione
za invece di
di sostengo
' In Italia, tra il 2011
privilegiare
allo sviluppo
le s t r u t t u r e
e il 2013, le bandel territorio,
del c r e d i t o
delle pmi e
che popolari
hanno
direttamente
delle famiglie.
aumentato del
15,4%
legate al terriMolto proil
credito
offerto
alle
torio e alla sua
babilmente
imprese e alle famiglie
crescita econodiventeranno
mentre le banche spa
mica. Secondo
pedine locali
la succitata
lo hanno
diminuito
delle grandi
riforma, fatta
b a n c h e too
del 4,9%
con decreto e _ ^ _
senza alcun
E davvecoinvolgimento dell'Assopopo- ro sorprendente il fatto che
lari, le 10-11 banche popolari in Italia ci si dia da fare per
con attivi superiori a 8 miliardi offrire le banche popolari in
di euro dovranno essere tra- pasto agli squali della grande
sformate in società per azioni. finanza. Nel mondo bancario
In quanto organismi di tipo co- americano invece si riconosce
operativo, gli attuali organi di che le dimensioni enormi delle
gestione sono eletti con il voto banche globali sono il vero procapitario. Ogni socio può avere blema della stabilità finanziasoltanto un voto.
ria e sono state la causa delle
n cambiamento struttu- passate crisi sistemiche. Non si
rale proposto dal governo vie- tratta soltanto di una decina di
ne motivato dal fatto che il voto banche. Il nuovo approccio, secapitario violerebbe il principio condo noi, prima o poi investirà
_di democrazia penalizzando l'intera struttura delle banche
DI MARIO LETTIERI*
E PAOLO RAIMONDI**
I
Ì
internazionali
popolari e delle banche di credito cooperativo (bcc). Le si ritiene evidentemente obsolete
dal mondo della finanza globale. Noi pensiamo esattamente
il contrario. Non solo per il
nostro Paese ma per l'intera
Europa. Sono proprio le banche territoriali a sostenere la
crescita e a fornire ossigeno
al sistema produttivo italiano
rappresentato, come noto, per
il 95% dalle Pmi.
Negli ultimi anni la Bce
iia messo a disposizione oltre
mille miliardi di euro con operazioni di rifinanziamento a
lungo termine (ltro) a tassi di
interesse vicini allo zero nella
speranza che questi soldi andassero a finanziare la ripresa.
Finora però le grandi banche
hanno incassato ma non hanno aperto i rubinetti del credito alle pmi. Nel nostro paese
tra il 2011 e il 2013 le banche
popolari hanno aumentato del
15,4% il credito offerto alle imprese e alle famiglie mentre le
banche spa lo hanno diminuito
del.4,9%.
È pur vero che le popolari nel 2013 hanno erogato
il 15% del credito mentre le
grandi banche ne hanno erogato il 75%. Ma in Italia si ha
una situazione del tutto particolare in quanto le banche di
interesse nazionale sono state
completamente privatizzate,
perdendo così anche la loro sto-
Pag. 8
rica funzione sociale e pubblica. ti. La società tedesca e molti
Nel corso del 2014 le 70 banche economisti si sono mobilitati in
popolari e le 381 bcc (che oc- difesa della rete di banche tercupano 120.000 dipendenti) ritoriali anch'esse sotto attacco
hanno insieme dato credito da parte delle grandi banche
alle pmi per quasi 240 miliar- tedesche, tra cui la Deutsche
di di euro con
B a n k e la
un aumento di
KommerzAnche in Germania
ben 35 miliarb a n k , e di
molti economisti
sono
di. Alle imprequelle interse esportatrici
nazionali.
mobiliati in difesa
sono andati 50
Un ecodelle banche
territomiliardi. Nel
n
o
mista
riali anch'esse
sotto
periodo .deltedesco, Riattacco
da
parte
delle
la crisi tra il
chard Wergrandi banche
come
2008 e il 2014
ner, direttoi finanziamenDeutsche
Bank
re del Centro
ti alle pmi
Studi Bancari
e
Kommersbank
esportatrici
dell'Universisono aumentatà inglese di
ti del 28%. Esse hanno quindi Southampton, in prima fila
svolto efficacemente un ruolo nella difesa delle banche poanticiclico favorendo la ripresa polari e delle bcc in Germania
economica dei territori in cui e in Europa, ha scientificamenoperano.
te dimostrato che sono proprio
Spesso si parla della te- queste banche, e non la Bce, le
nuta esemplare del tessuto banche centrali e le grandi
industriale tedesco, formato banche globali, il vero motore
anch'esso dal mittelstand, la della creazione di credito prorete delle pmi in Germania, duttivo e dell'ampliamento
ignorando che la sua forza sta della base monetaria necesproprio nella rete capillare del- saria al sostegno della ripresa
le banche di credito cooperati- economica. Senza iattanza rivo. Secondo uno studio della teniamo che sarebbe opportuBundesbank nel 2008 vi era- na una riconsiderazione della
no oltre 1.200 istituti e 13.600 scelta governativa.
sportelli, regolati da principi
mutualistici e di interesse so*già deputato e sottoseciale, con un bilancio aggregagretario
all'Economia'
to di mille miliardi di euro, al
** economista
servizio di 30 milioni di clien©Riproduzione riservata
9|
Pag. 9
AlfAgraria oggi la sfidafragiovani chef
» RIVA
"Masterchef all'Agraria. Oggi pomeriggio, negli spazi
dell ' azienda agraria di Riva, si
terrà una sfida fra i migliori
studenti degli istituti alberghieri del Trentino che eleggerà l'allievo che rappresenterà la nostra provincia alla fase
nazionale del concorso di cucina "Chef senza Frontiere".
La sfida culinaria avrà come
ingrediente principale l'olio
extravergine di oliva Dop Garda Trentino, che dovrà essere
utilizzato all'interno di una ricetta realizzata unicamente
con i prodotti del nostro territorio.
A darsi battaglia ai fornelli
saranno Samuele Bebber dell'
istituto di formazione alberghiero di Rovereto, Simone
Taddei dell'Enaip di Ossana,
Michele Ferrari dell'alberghiera di Riva e Simone Pedrolli dell'Ifpa di Levico. La
sfida prenderà il via alle 15.1
giovani chef sono iscritti al
quarto anno dei rispettivi istituti alberghieri. Saranno chiamati a creare, in un'ora di
tempo, un antipasto o "finger
food" utilizzando una selezione di eccellenze gastronomiche del territorio - individuate dalla Strada del Vino e dei
Sapori del Trentino, partner
operativo dell'iniziativa - al fine di esaltare al massimo le
proprietà organolettiche dell'
olio di oliva. Il piatto verrà poi
valutato da una giuria di
esperti composta da Loriana
Abbruzzetti, presidente di
Pandolea, Giorgio Planchenstainer, presidente di Agraria,
Francesco Antoniolli, presidente della Strada del Vino e
dei Sapori del Trentino, Stefano Goller, presidente dell'Associazione Cuochi del Trentino, e Alfio Ghezzi, chef stellato della Locanda Margon.
Il vincitore rappresenterà il
Trentino alla fase nazionale
in programma il 13 aprile alla
Città del Gusto di Roma per
l'assegnazione del titolo di
"miglior allievo 2015". (gl.m.)
Pag. 10
Agricoltura familiare,
non è l'araba fenice
a cura di
Sergio Ferrari
e Giuseppe Michelon
hevisia ciascun lo
dice, dove sia nessun
lo sa". I l verso è del
Metastasio, poeta
del 18° secolo, e si riferisce
all'uccello sacro e favoloso degli
egiziani.
E' divenuto proverbiale e si applica
a persone o cose che non si trovano
o che sono più uniche che rare.
Nel dizionario pratico di
agricoltura (Utet 1930) troviamo
invece che fenice è il nome di una
razza di gallina originaria del
Giappone che si alleva per
ornamento. Se nella seconda
definizione mancasse la
destinazione (gallina da uova o da
carne, anziché animale da
giardino), non avremmo dubbi
nell'attribuire all'azienda agricola
famigliare la versione più realistica
e popolare del nome fenice.
E' partita dall'ONU (Organizzazione
mondiale delle Nazioni Unite
fondata nel 1945) i l 20 novembre
del 2013 la proposta di dichiarare i l
2014 anno internazionale
dell'agricoltura familiare. Quando
l'Onu decide di dedicare l'anno ad
un tema di portata internazionale,
lo fa perrichiamaresu di esso
l'attenzione del Governi
sollecitandoli a trovare soluzioni
adeguate, ma anche per porlo
all'attenzione della gente perché
ne prenda conoscenza e coscienza.
In Italia a raccogliere la proposta
delie-Nazioni Unite è stato i l OSA,
Comitato italiano per la sovranità
alimentare che sottende una rete di
ài
C
oltre 270 associazioni. Esso aveva il
compito di individuare i connotati
distintivi e la dimensione
dell'agricoltura familiare ed
indicare termini e modi per riconoscere
a questo tipo di azienda un profilo
sociale e politico identità rio.
In Trentino si è mossa per prima
Elisabetta Monti, titolare di una
piccola azienda agricola
multifunzionale che si trova a
Mezzomonte di Folgaria. Diplomata
perito agrario all'istituto tecnico di S.
Michele, in passato ha svolto attività di
orientamento e guida a favore di due
associazioni di piccole aziende
marginali: Mosaico (piccoli produttori
di montagna) e Florére (produttori
piante officinali e aromatiche del
Trentino).
Per raccogliere adesioni e
collaborazione in almeno una delle tre
attività programmate (comunicazione,
ricerche sulterritorio, contatto con gli
organi politici), Elisabetta Monti ha
chiesto appoggio all'Associazione
Trentino Arcobaleno riconosciuta dalla
Provincia di Trento.
Le adesioni non sono state molte. Gli
incontri si contano sulle dita di una
mano. I risultati sul piano
organizzativo e legislativo sono
inesistenti.
Nel frattempo l'ONU ha dichiarato il
2015 "Anno internazionale dei suoli".
Non è detto con dò che almeno in
Trentino iltema dell'azienda agricola
familiare debba essere abbandonato. I l
primo lavoro da fare riteniamo sia
quello di definirei termini chiari e con
parametri oggettivi i l profilo
socioeconomico e tecnico dell'azienda
agricola familiare.
Per Elisabetta Montisi tratta di far
passare la figura del contadino che
produce per l'autoconsumo e per la
vendita diretta di una parte dei suoi
prodotti.
Ma in quali termini e entro quali limiti?
Conviene affidare i l compito ad un
economista agrario che conosce bene
l'agricoltura trentina e la politica
agricola e sindacale portate avanti
dagli anni'50 ad oggi.
I l prof. Geremia Gios, dell'Università di
Trento e sindaco di Vallarsa, è a nostro
avviso, la persona più adatta.
Nel numero di dicembre di Vita in
campagna, mensile di agricoltura parttime pubblicato dal gruppo editoriale
l'Informatore agrario troviamo un
illuminante articolo di Giorgio Lo
Surdo intitolato: "Le piccole aziende
agricole: un' eccellenza italiana da
difendere". L'autore invitai derisori
politici a non ripetere l'errore della
grande industrializzazione, quando si
è puntato sulle grandi industrie per poi
costatare che la parte più resistente e
dinamica della nostra economia sono
le piccole e medie imprese. Le regole
economiche convenzionali dicono che
è l'azienda agricola grande a realizzare
meglio le economie di scala ed è quindi
vincente. Se prendiamo come
parametro discriminante il solo
reddito, questo principio trova
riscontro anche in Trentino almeno
nelle zone caratterizzate da
frutticoltura e viticoltura intensiva o
da altre coltivazioni di pregio. Le
aziende familiari da salvare e
sostenere le troviamo invece
prevalentemente in montagna o nelle
zone marginali. Si tratta di piccole
aziende che in futuro forse dovranno
essere compensate dall'ente pubblico
perii contributo che danno alla
salvaguardia dell'ambiente, alla
biodiversità, alla fornitura di prodotti
salubri e al turismo, non solo di
eccellenza, ma anche familiare e
sociale.
Pag. 11
Vai di Fassa | Eventi da domani a domenica
Tre giorni di bollicine trentine
Cene e aperitivi con Trentodoc
MOENA - Si rinnova anche quest'anno l'appuntamento con
Trentodoc in Val di Fassa, per la prima volta in versione
invernale.
Da domani a domenica 22 febbraio sono molti gli eventi
che animeranno il territorio: quattordici fra i migliori
ristoranti, malghe e rifugi del territorio proporranno
appuntamenti e accostamenti speciali pensati per far
conoscere ed esaltare le caratteristiche dello spumante
metodo classico di montagna. Ma ad essere coinvolti
saranno anche enoteche, caffè e bar.
Questo percorso enogastronomico sarà articolato in
quattro tipologie di appuntamento: «L'aperitivo
Trentodoc», «I menù stellati», «I menù del territorio» e «Gli
abbinamenti insoliti», introdotti da sommellier e chef.
La manifestazione coinvolgerà l'intera valle, da Moena a
Vigo di Fassa, da Pozza a Canazei in un mix unico di
musica, cucina, chiacchiere, racconti e bollicine alla
scoperta delle case spumantistiche trentine.
Il programma completo e l'elenco dei locali coinvolti nella
manifestazione si può vedere su www.trentodoc.com, nella
sezione News & eventi.
Pag. 12
Consumo
Affrancamento
alla «Famiglia»
di Vattaro
e Altipiani
TRENTO La Provincia di Trento
ha disposto l'affrancamento
della Famiglia cooperativa di
Vattaro e Altipiani. Fra le
delibere della giunta di Piazza
Dante ieri è stata pubblicata la
nota: «Articolo 34, comma 1,
lettera b) della legge regionale
9 luglio 2008, numero 5.
Nomina di una persona da
affiancare all'organo di
amministrazione e direzione
di una società cooperativa». Si
tratta di un provvedimento
indicato dalla Divisione
vigilanza della Federazione
della cooperazione che
prevede il sostegno dell'attività
imprenditoriale di una
cooperativa evitando di
«esautorare» dalla loro
funzione il consiglio di
amministrazione, guidato
dalla presidente Maria
Concetta Beber, e il direttore
Carlo Giacomelli. Da quanto è
possibile sapere la Famiglia
cooperativa da qualche mese
stava attraversando una fase
delicata per cui, onde evitare
l'ultima ratio del
commissariamento (toccato
invece di recente alla Fc
Pinzolo), si è deciso di
«tamponare» affiancando la
coop con un esperto. Nel 2013
la Fc ha fatturato 6,37 milioni,
con una perdita di 200.000
euro e un patrimonio di soli
400.000 euro. I lavoratori sono
42 e i soci sono 1343, otto
(zona Vattaro e Folgaria) i
punti vendita. L'affiancamento
potrebbe durare un anno.
E.Orf.
© RIPRODUZIONE RISERVATA
Pag. 13
L'assemblea convocata alle ore 20
al Palanaunia: dei sette consiglieri
in scadenza quattro si ricandidano,
mentre per tre è previsto il ricambio
«
La società guidata da GiorgioTurri
chiude un altro anno positivo: fatturato
in crescita dell'1,66%, forte
investimento in atto su Sarnonico
Superfamiglia» in assemblea
Famiglia Cooperativa Val di Non, bilancio ed elezioni
2.800 SOCI
23 punti vendita
in valle di Non
Nella foto da sinistra il direttore
Maurizio lanes ed il presidente
GiorgioTurri, in occasione
dell'apertura dei punto vendita di
Via Degasperi, a Cles.
La Famiglia cooperativa Val di
Non, nata da una serie di fusioni,
opera ormai da Fondo (dove c'è la
sede centrale) a Portolo, e dopo il
passaggio a Conad gestisce anche
un hard discount (Eurospin) a Cles
la spesa e dell'impegno di tutti, dai
componenti del cda e del collegio sindacale, al folto gruppo di dipendenti
FONDO - Domani i 2.800 soci della «Fa- che operano negli oltre 20 punti venmiglia Cooperativa Val di Non» sono dita distribuiti in mezza valle di Non,
convocati in assemblea, con presen- tra i quali brilla l'Eurospin di Cles,
tazione del bilàncio ed il rinnovo di hard discount che a livello di fatturaalcune cariche sociali. Il bilancio d'an- to veleggia sempre più in alto.
nata, come già pubblicato su queste In scadenza un terzo del cda, compopagine, è molto positivo: «Il fatturato sto da 20 elementi: riconferma sconè in continua crescita, a conferma che tata per Luciano Marini (Cles), Eric Cala decisione di passare a Dao, sta dan- pello (Cloz), Roberto Menapace (Pavildo i suoi frutti, il commento del pre- lo), Ezio Bergamo (Nanno), mentre hansidente Giorgio Turri. «Non solo per la no deciso di non ricandidarsi Oliviesocietà, ma anche per la clientela, da- ro Ziller (Dambel) e Giovanni Menghini
to che grazie alle promozioni ed al ri- (Brez). Un nuovo rappresentante ci
storno a soci abbiamo garantito in- sarà anche a Mechel, dopo la recencentivi per oltre 250 mila euro. La sod- te scomparsa di Lino Deromedi.
disfazione è doppia, nell'ultimo eser- In tema di investimenti, il più consicizio siamo riusciti a chiudere un bi- stente riguarda l'acquisto di spazi per
lancio positivo nonostante non vi sia un ampio punto vendita nel costruenstato alcun finanziamento da parte do centro commerciale di Sarnonico,
della Provincia». Il fatturato d'annata dove la «Famiglia» (che vi ha già invecresce dell'1,66%, ed ammonta a quasi 16 milioni di euro. Un risultato re- stito 2 milioni 500 mila euro) opererà
so possibile grazie al contimento del- in 1.000 metri qudrati (tra spazio venGUIDO SMADELU
dita e magazzino), con 64 parcheggi
disponibili alla clientela. Altro investimento a Sanzeno, dove l'attuale
punto vendita è ormai inadeguato alle esigenze; il nuovo negozio dovrebbe essere ospitato nell'edificio multiservizi che l'amministrazione comunale sta realizzando in un edificio a
due passi da Casa de Gentili, i cui lavori di ristrutturazione sono stati rallentati dai ritrovamenti archeologici
(peraltro ampiamente previsti, dato
che in zona basta scavare per trovare qualcosa di antico) ora giunti a conclusione. Meno impegnativo un intervento eseguito a Nanno, dove il locale punto vendita è stato rinnovato.
Novità a Fondo - dove la società ha
anche la propria sede - è la realizzazione di un parcheggio autocontrollato: le vetture in entrata saranno registrate in automatico, e ne sarà calcolata la durata della sosta. La prima
ora di permanenza negli stalli - per
favorire gli acquirenti - sarà gratuita.
Pag. 14
CONCERTI. 8 appuntamenti della Coop Irifor: oggi Tiziano Campagna e Daniele Valle
È al buio che si ascolta la musica dell'anima
TRENTO - La Cooperativa Sociale Irifor del Trentino nel 2015
presenta «Dark notes - La musica illumina l'anima», serie di
concerti al buio.
La onlus, nata nel 2008, si occupa di ciechi, ipovedenti e pluriminorazione e, tra le iniziative
organizzate e i servizi offerti,
punta molto sulle attività di sensibilizzazione, rivolte alle scuole e alla cittadinanza al fine di
avvicinare alla disabilità con
uno sguardo svincolato dalla
paura e da vecchi schemi che
spesso vedono solo il limite anziché il potenziale che accompagna il cieco e l'ipovedente
nella quotidianità. In questo
contesto che sono nati gli eventi al buio: i percorsi, i bar, le ce-
ne e, infine, i concerti al buio.
Presentare ad un pubblico che
sì trova immerso nell'oscurità
totale la performance di un artista che, da vedente, si cala nei
panni di un cieco scuote con
una forza concreta il pensiero
che in assenza della vista non
ci siano strade alternative da
percorrere.
L'esibizione dà prova di come
ogni individuo possa attingere
a tutte le risorse che ha a disposizione oltre alla vista, in primis
l'udito, il tatto e la «propriocezione», per raccogliere informazioni e sensazioni. Inoltre
l'ascolto, nella privazione sensoriale della vista, dà la possibilità al pubblico di entrare in
un profondo contatto con se
stessi. La vibrazione sonora,
che sostiene musica e parola,
apre nuovi spazi e scivola nell'essenza e nella consapevolezza sia individuale sia collettiva
senza filtri.
Altrettanto importante è, a fine
concerto, il momento di condivisione tra pubblico e artisti. Le
luci si accendono e, come al termine di un viaggio, si apre un
confronto su quanto raccolto
in itinere. Questa empatia sfocia con naturalezza dal fatto di
aver vìssuto insieme un'esperienza non limitata dalla visione del palco che solitamente segna un confine e una distanza
di relazione oltre che fisica, tra
chi ascolta e chi suona.
Gli eventi, tutti in programma
alle ore 20 presso la Sala Rossa
della Cooperativa Irifor in via
della Malvasia 15 a Trento, richiedono la prenotazione (chiamando lo 0461/1959595 o scrivendo all'indirizzo [email protected]) e prevedono l'ingresso a offerta libera. Si tratta
di otto appuntamenti: oggi' si comincia con Tiziano Campagna &
Daniele Valle, i due abili ed eclettici chitarristi trentini. Poi, il 5
marzo sarà la volta del talento
trentino Davide Battisti & Co., il
S marzo Livia Ferri, giovane cantautrice romana, il 2 aprile Veronica Marchi, cantautrice veronese. Quindi, il 16 aprile U Coro Pasubio, il 30 aprile Jack Jaselli, il 14 maggio Yellow Kapras
e il 28 maggio il Luca Olzer Trio.
Pag. 15
LA DECISIONE ASSUNTA GRAZIE AL SOSTEGNO DI MOLTE PERSONE
"Punto d'incontro",
aperto anche la domenica
G
razie al sostegno di molte persone, enti privati e società come quella sportiva dell'Aquila
Basquetil Punto d'Incontro potrà essere aperto anche la domenica per l'accoglienza e i pasti.
I l piano delle aperture domenicali è stato presentato giovedì scorso presso la sede di via Travai a Trento dovè è stato tracciato anche un bilancio dell'attività della cooperativa nel 2014: i pasti distribuiti
sono stati oltre 46 mila, 1250 le persone assistite.
"L'aspetto che colpisce di questi numeri - ha spiegato i l presidente della cooperativa Punto d'Incontro, il gesuita padre Alberto Remondini - è l'aumento delle persone che sono ritornate sulla strada, persone che negli ultimi avevano trovato una
sistemazione e una stabilità lavorativa".
Con l'apertura domenicale i l Punto d'incontro vuole sollecitare la città a mettersi in ascolto delle povertà di oggi".
Pag. 16
Due anni di Coop
La Cooperativa Sodale Terre
Altre compre due anni di
attività e per l'occasione ha
voluto organizzare un
incontro con gli
amministratori di Fiemme e
Fassa per presentare
l'attività svolta dal 2013 ad
oggi e parlare di programmi
futuri. Seguirà un dibattito e
l'assaggio di alcuni prodotti.
L'incontro è in programma
sabato 21 febbraio alle 6
presso la Domus
Consiliorum di Cavalese, in
Piazzetta Rizzoli.
Pag. 17
LA CASOLARA
Latte e formaggi
gran protagonisti
a Trento Fiere
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» TRENTO
Torna sabato e domenica nei
padiglioni di Trento Fiere, in
viaBriamasco2, "LaCasolara",
la tradizionale fiera dedicata alle migliori produzioni di formaggio e prodotti lattiero caseari provenienti da tutta Italia,
in particolare della provincia
di Trento. La manifestazione,
giunta alla 17a edizione, quest'
anno si svolge, rispettando la
tradizione, sempre con una
quarantina di espositori che
metteranno in mostra il frutto
in sinergia con la Camera di
Commercio di Trento. La Casolare è un itinerario all'insegna
del gusto, durante il quale si
possono assaggiare e apprezzare le peculiarità delle diverse
produzioni artigianali dei formaggi tipici e non solo. Genuinità e biodiversità alimentare,
queste le caratteristiche dei
prodotti messi in vendita. Si
possono trovare i presidi Slow
Food come la Toma di Pecora
Brigasca, la Grigio Alpina, il Bagòss e la Casatella Trevigiana.
Sono previsti una decina di laboratori e menù a tema, l'ingresso è gratuito e si può parcheggiare comodamente in fiera. La tradizione della Casolara
risale addirittura al XII secolo,
con la "Dominica Casolarie",
la prima domenica di Quaresi-
delle loro produzioni. Ma la
grande novità, per gli standisti
e soprattutto per i visitatori, deriva dal fatto che per la prima
volta la manifestazione enogastronomica abbandona, dopo
16 anni, piazza Fiera per trasferirsi nei padiglioni che si affacciano sul Muse a Trento Fiere.
L'evento si avvia in questo modo a diventare uno dei più rinomati dell'intero panorama nazionale, uno dei pochi ad ospitare i presidi Slow Food. L'organizzazione, come per il passato, è a cura di Trento Fiere Spa,
ma, durante la quale si svolgeva l'omonima fiera . Il nome
deriva dal latino "casarie": luogo dove si fa il formaggio e " caseolaria": l'ambiente adibito al
deposito e alla stagionatura del
formaggio. Nel periodo della
Quaresima era obbligatorio
per il cristiano astenersi dal
mangiare e macellare la carne,
quindi la fiera " La Casolara"
rappresentava l'unica possibilità per fare acquisti. La fiera ebbe il suo massimo splendore
nell'Ottocento: al commercio
dei prodotti caseari venne affiancato quello di animali. La
manifestazione era diventata
la più importante manifestazione di primavera. Le fiere furono però messe al bando nel
1934. La tradizione interrotta,
è stata poi ripresa diciassette
anni fa, con l'attuale manifestazione,
(ci.)
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Pag. 18
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LO STUDIO »
Nuovo welfare e anziani:
futuro e la coabita/ione
Al lavoro la commissione politiche sociali del Comune con quella della Comunità
Amistadi: «Dobbiamo cambiare approccio, rette delle case di riposo in aumento»
di latteo Casso!
I RIVA
Oggi alle 17 la commissione politiche sociali del Comune di Riva proseguirà, ospitando referenti della Comunità di Valle {in
primis il presidente Salvador Valandro), l'audit in relazione alle
dinamiche di crisi ed emergenza sociale della zona. Il quesito
chiave dell'incontro precedente
era "Nell'Alto Garda c'è emergenza sociale?". «Bisogna capire
- la replica di Maria Pia Amistadi, responsabile del servizio socioassistenziale dell'ex C9 - che
cosa si intenda per "emergenza
sociale". Il solo dato della povertà non è esaustivo del disagio sociale. C'è l'assenza di reddito
che impatta percentualmente
un po' di più sugli stranieri, poi
ci sono le situazioni di disagio
sociale, che sono complesse e
molto più rilevanti. Il tavolo della povertà che riunisce i soggetti
che si occupano di questo - quali la Caritas, le parrocchie e le associazioni di solidarietà - ci dice
che c'è un aumento del bisogno. Sarebbe opportuno che le
associazioni di volontariato iniziassero a raccogliere i dati relativi ai loro interventi, posto che
tali informazioni sono importanti per il monitoraggio della situazione».
Amistadi ha poi fatto presente che la Comunità di Valle per
quel che riguarda i servizi essenziali eroga 62.000 ore all'anno
per 700 persone con circa mille
interventi singoli, mentre secondo il parametro standard si dovrebbero erogare 50.000 ore di
servizi essenziali all'anno, per
una media di dieci ore a persona. La responsabile del servizio
ha fatto notare che nel tempo
sono cambiate famiglia e assistenza: «Per vivere bisogna lavorare in due e sappiamo che la fa-
Anziani all'interno di una casa di riposo. Per il futuro si pensa ad una soluzione di coabitazione
miglia tipo di Riva ha il marito
impiegato in fabbrica e la moglie che fa la stagione. I servizi
sociali sono integrativi dell'assistenza agli anziani e ai disabili,
ma non sono sostitutivi». Occorre tener presente che la popolazione anziana è in aumento: «Attualmente - ha spiegato Amistadi - gli anziani sono il 18% del totale, tra dieci anni saranno il
30% e quindi il lavoro di cura diventerà centrale. Nei prossimi
anni il costo attuale del welfare
non sarà più sostenibile; le case
di riposo avranno rette più alte,
quindi l'approccio sarà diverso.
Probabilmente ci sarà un maggior ricorso all'assegno di cura,
che assieme alla pensione minima consente di assistere l'anziano con una badante, anche se
solo parzialmente. I costi dell'
assistenza domiciliare sono di
circa duemila euro mensile prò
capite». Amistadi ha sottolineato che le soluzioni stanno evolvendo verso nuove modalità di
tipo collettivo, quali ad esempio
le coabitazioni di piccoli gruppi
di anziani, che quindi possono
usufruire collettivamente di badanti, assistenza sanitaria e così
via: «A fronte di tale evoluzione ha fatto notare da parte sua Salvador Valandro - deve esserci
anche un cambiamento delle
strutture; ad esempio le case e i
condomini - ha concluso il presidente della Comunità - devono essere costruiti o ristrutturati
in funzione di queste coabitazioni».
La pedagogista
ai Centro Arate
RIVA. Prosegue «Time Out», il
cartellone di proposte che offre ai
ragazzi e ai loro genitori momenti
per la messa a punto dei rapporti
interni allafamigliae con se stessi.
Stasera laboratorio manuale
creativo per genitori a cura della
pedagogista Sabrina Zanon, dalle
20.30, al Centro aperto Aretè, a
Casa Bresciani. La partecipazione
è libera, richiesta la prenotazione.
Informazioni: 0464 576234 e 339
1521066, e all'indirizzo e-mail
[email protected].
Pag. 19
€11^ ' M ,
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uJsffiSL.
MARCO BOLASCO
HELLO del Garda Brescia-
no è un territorio che si descrive da sempre con profumi e colori. Tanti, fatti
dell'incontro fra paesaggio alpino e l'ultimo lembo di quello sub-mediter: raneo. Già, perché noi italiani non ce ne ricordiamo
sempre, ma i numerosi
turisti stranieri sì: quassù, con le montagne
trentine sullo sfondo, si può godere di un clima miteedi unpezzettodiMediterraneo,primacheilpaesaggioeiclimisitrasforminoverso Nord. Non a caso da queste parti si veniva a
svernare, un po' come a Taormina, dove l'alta stagione una volta era d'inverno. E, in effetti, in quest'area (ma solo qui sul lago) crescono olive e limoni, proprio come al meridione. E dunque ecco il cappero di Gargnano, intenso come il colore del suo fiore e il profumo
e il sapore del suo frutto. Poi i bellissimi olivi,
dai quali siproduceunodegliextraverginipiù
significativi in qualità (il Garda D. O. P, appunto ). Un'olivicoltura che si fonda su una varietà autoctona che è la casaliya, alla quale si
aggiungonoleccino,rossanel,raza,moraiolo,
pendolinoefrantoio.il verdedelT oliva si specchia nei colori del lago che spaziano da un blu
cobalto al verde smeraldo e non è affatto male venire a coglierne le sfumature di grigio ancheaiprimidimarzo.lestessechelascianovia
via spazio ai primi colori e a qualche fioritura.
«Il grigio del nostro Garda è un grigio di
tranquillità», racconta Gianni Briarava, patron della Trattoria alle Rose di Salò, che del
pesce di lago è grande conoscitore: «Qui le acque non sono messe male e di pesce buono ne
abbiamo». E in effetti, parlando con qualcuno
fra il centinaio di pescatori rimasti, vien fuori
che il coregone {o lavarello ) la fa da padrone,
anche perché si fa pesca sostenibile e chi ha
permesso di pesca ha anche l'obbligo di consegnare uova e sperma per seminare gli ava-
notti. Agoni (sardine di lago ) ce ne sono molte, mentre l'alborella, antico pesce molto piccoloegustosochesimettevasottosaleesi usava per condire, non si trova praticamente più.
Un po' come per il carpione, che non ha nulla
a che vedere con il famoso piatto estivo a base di aceto. Nel Garda il carpione è un salmonide che vive in profondità e ha la coda a rondine ( a differenza del salmerino che l'ha dritta) e ha carni particolarmente rosate e gustose.Popolavaabbondantementequesteacque fino a quarant'anni fa, oggi è quasi estinto, per una somma di cause naturali e umane.
Anche per questo è oggetto di un Presìdio
Slow Food, da qualcuno definito "Il Presìdio
del pesce che non c'è". Se si lascia il lago alle
spalle, magari dopo aver mangiato un piatto
di luccio in ciinsa (bollito, a pezzettini, olio e
alborelle o agoni salati. Servito con la polenta) o un filetto di coregone alle erbe aromatiche, si può velocemente raggiungere l'entroterra, dove sopra al laghetto artificiale di Valvestino, a Magasa, viene prodotto un formaggio interessante, il Tombea. Qui la vegetazione comincia già a virare sui boschi di
quercia, pini silvestri e abeti, e non è difficile
imbattersi in allevamenti di capre e capretti.
Dal 1989 è stato istituito il Parco Regionale
dell'Alto Garda Bresciano, che si estende fino
al confine con la provincia di Trento.
In stagione sì potrebbe essere richiamati
sulle rive dal profumo degli agrumi, e del limone in particolare. Che qui rispetto a quelli
a cui siamo abituati profuma molto di più, un
po' come accade a Sorrento o ad Amalfi. Bellissime sono anche le strutture delle limonaie, fra piloni dipietra che vengono su a formare terrazzi. Il limone è da sempre ingrediente di questa cucina e di torte profumate,
ma forse ancor più tradizionale è il suo uso nei
piatti salati, in abbinamento a capperi, olive
ed erbe aromatiche, o grattato su un risotto
con il pesce persico. I più curiosi e appassionati viaggiatori del gusto sappiano poi che
qui, a Gardone Riviera, c'è imo dei cuochi più
capaci della nuova cucina italiana. Si chiama
Riccardo Camanini ed è un gardesano doc.
Pag. 20
Cooperativa a Sarche per aiutare l'Uganda
I SARCHE
Alla filiale della "Cassa Rurale
della Valle dei Laghi", della frazione del comune di Calavino,
gli scolari della quarta classe della scuola primaria dell'Istituto
comprensivo della valle, hanno
sottoscritto dinanzi al presidente dell'Istituto di credito cooperativo Elio Pisoni e del direttore
della filiale Corrado Pisoni, l'associazione cooperativa scolastica "12 piccole api". Una coope-
rativa che impegna non poco
questi alunni, per raccogliere
dei fondi per sostenere le proprie attività didattiche, ma soprattutto a favore dell'associazione "Karamoja Group onlus"
di Povo, che opera in Uganda
nella regione Karamoja, che include i distretti di Kaabong, Morato e Amudat. Dove la siccità
crea notevoli problemi a queste
popolazione, dedite alla pastorizia e all'allevamento degli animali, dove purtroppo sono mol-
to diffuse le malattie zoonotiche, tra cui la brucellosi e la rabbia. Con il ricavato della cooperativa scolastica, composta proprio da 12 alunni (le dodici piccole api}, si darà un contributo
per sostenere il progetto "Chose
Life" (per la valorizzazione ed il
rispetto delle donne); per il progetto "Scuola" (per l'istruzione
primaria}; per il progetto
"Scuola per i ragazzi di strada"
(per sostenere i bambini di famiglie indigenti); per il progetto
"Kidepo-Rupa" (per la promozione sociale ed umanitaria). La
cooperativa ha eletto quale presidente Chiara Lleshi, vice Federico Poli, segretari Lorenzo Parisi, Eleny Gattoni, cassieri Filippo
Poli, Marsel Qahajaj, documentaristi (addetti stampa) Vittorio
Zanoni, Giada Pisoni, Carolina
Tronchi. Piccoli risparmiatori seguiti in questo progetto educativo dalle insegnanti Raffaela Zanoni e Roberta Ricci, che da diversi anni portano avanti la costituzioni di queste piccole cooperative (tutte regolarmente registrate), ormai arrivate ad una
ventina di realtà tra le varie scuole della Valle di Laghi.
(r.fr.)
I ragazzi coinvolti dal progetto «12 piccole api»
Pag. 21
IMO
Ambiente, economia e lavoro
Tavola rotonda al Palamela
» TAIO
Sabato prossimo, dalle 14 alle
18 nella sala congressi Cocea
(Palamela) tavola rotonda con
moderatore il giornalista del
Trentino Paolo Mantovan nell'
ambito del Patto dei Sindaci sulle opportunità offerte dal progetto in tema di salvaguardia
ambientale, di sviluppo socio economico e crescita occupazionale. Gli obiettivi dell'iniziativa in programma sono un check up sullo stato di attuazione
del progetto Patto dei Sindaci e
sottolineare e sviluppare le opportunità offerte dal progetto in
tema di salvaguardia ambientale, di sviluppo socio- economico e crescita occupazionale
coinvolgendo in maniera propositiva il territorio. Dopo l'introduzione dell'ingegner Alberto Bonomi e di Piero Pelizzaro
del Kyoto Club, interverranno
Nicoletta Clauser (Servizio Europa), Davide Libralesso (programmi Unione Europea),
Gianni Lazzari (Habitech Distretto tecnologico trentino),
Maurizio Fauri (Polo tecnologico per l'energia), David Tombolato (area educazione Muse) e
Cristina Dalla Torre.
Ospite dell'incontro il console del Messico a Milano, Marisela Morales, in valle di Non per le
celebrazioni dei 50 anni dalla
dedicazione a padre Eusebio
Chini della statua nel Capital di
Washington.
(g.e.)
Pag. 22
«Carispa, tornare banca del territorio»
di Maurilio DaEEago
I BOLZANO
Qualche anno per rimettere in
sesto la banca. Posizionarla al
massimo come istituto di credito del territorio. Seguire
nell'opera di risanamento
quanto indicato da Bankitalia,
con quest'ultima che però «nulla ha a che fare con la scelte del
cda in tema di direzione generale». Risposta gelida a quelle
forze politiche (M5S, Sei e Fratelli d'Italia) che hanno avanzato l'ipotesi di u n suo possibile
conflitto d'interessi sul tema
dell'energia: «Sul mio lavoro in
Aew si è espressa la proprietà,
gli altri commenti non mi interessano». Ed ancora d'accordo
con l'aumento di capitale che
dovrà
essere
deliberato
quest'anno dall'assemblea dei
soci (sui 200 milioni di euro) e
con l'altra scelta già fatta dal
cda in merito agli esuberi di
personale (160 unità). Per Nicola Calabro - bolzanino, nato nel
1966, due figlie, un passato nel
gruppo Intesa Sanpaolo, con la
direzione di Btb da gennaio
2011 e quella di Aew dal luglio
2013 - c'è stata l'ufficializzazione della scelta fatta dal consiglio d'amministrazione della
Cassa di risparmio di Bolzano
di nominarlo amministratore
delegato e direttore generale
della banca, di cui è uno - e lo rimarrà in quanto ad - dei 9 com-
ponenti del cda. Promette anche u n occhio di riguardo per i
piccoli azionisti.
Dottor Calabro, quando inizierà il lavoro in Carispa?
«Posso immaginarmi che
passerà qualche settimana nel
passaggio tra Aew e Cassa di risparmio, trovando un equilibrio tra le cosa da finire in
Azienda energetica e l'impellente necessità della banca di
avere il vertice operativo».
Un parto difficile, quello legato alla sua nomina. Tra riunioni del cda, bocche cucite,
scelte e ufficializzazioni in
t e m p i differiti.
«Il tutto era solo legato dapprima ad u n periodo di riflessione che mi ero preso per decidere, poi alla volontà di mettere al corrente l'azienda per cui
stava lavorando».
E Banca d'Italia ci h a messo
lo zampino?
«Escludo assolutamente che
Bankitalia abbia formulato
qualsivoglia richiesta in merito
ad una candidatura, piuttosto
che un'altra, per la direzione
generale. Non è nelle sue competenze»
Ed allora perché la necessit à di smentire tale ipotesi da
parte dei vertici di Carispa.
«Solo perché alcuni organi di
informazione, non il vostro,
avevano avanzato l'ipotesi. Il
cda ha scelto in assoluta autonomia sulla base di criteri pre-
visti dalla normativa in vigore,
a cui aggiungere conoscenza
del teritorio e bilinguismo».
Non quindi u n premio alla
fedeltà del manager Nicola Calabro?
«Se qualcuno conosce la situazione di Carisparmio, sa
che la mia non è certo una poltrona dorata. Ci sarà da fare parecchio lavoro. In più lasciare
Aew non è stato facile, soprattutto nella prospettiva post-fusione con Sei».
Comunque la normale attività di ispezione e controllo da
parte dei funzionari di Banca
d'Italia in Carispa è ancora in
corso. Quando finirà e come
intende muoversi rispetto ai
rilievi che sono stati e verranno fatti.
«Credo che l'attività di controllo finirà a fine mese, poi ci
sarà da fare tutto quanto è norma in casi di questo genere, si
segue la strada indicata da
Bankitalia».
Tra le indiscrezioni, quelle
che vogliono u n bilancio 2014
che per Carispa si chiuderà
con u n passivo anche superiore ai 150 milioni di euro.
«Aspettiamo di vedere esattamente il progetto di bilancio,
inutile sbilanciarsi sulle cifre
adesso».
Appare certo che nei prossimi mesi si procederà con l'aumento di capitale di 200 milio-
ni di euro, m e n t r e restano i
160 esuberi tra il personale
della banca.
«D'accordo con le scelte già
fatte dal cda. Per l'aumento di
capitale vedremo se farlo con
investitori istituzionali, oppure
con il piccolo azionariato».
Come si muoverà u n a volta
preso possesso dell'incarico
in Cassa di risparmio?
«Da subito ci sarà il rilancio
di Carispa come banca del territorio, sicuramente ci concentreremo su Bolzano e Trento,
dove abbiamo le nostre radici».
Significa lasciare gli altri territori, magari in u n futuro
n o n prossimo?
«Non mi spingerei così in
avanti».
La situazione in Cassa di risparmio n o n è rosea. L'attuale
cda h a già invertito la rotta.
Quanto tempo ci vorrà per vedere Carispa in acque più tranquille?
«Alcuni anni: se ne esce solo
con un lungo periodo di lavoro.
Ciò n o n vuol dire che avremo
altri 2014: lo scorso anno è stata
fatta la pulizia dei portafogli,
con rilevanti accantonamenti
sui crediti».
L'obiettivo finale?
«Macinare utili, con u n ritorno alla redditività, aiutando imprese e famiglie».
Pag. 23
LA PROPRIETÀ m AEW
«Un grazie
ad un manager
d?alfo livello»
I BOLZANO
Nicola Calabro lascia la direzione generale di Azienda energetica (Aew) e vertici dell'azienda e
soci di riferimento (Comuni di
Bolzano e Merano) ne decantano lelodi. «Gli ultimi mesi in cui
abbiamo lavorato insieme, sono stati particolarmente importanti e lo ringrazio per il determinante contributo che ha potuto dare all'azienda sia nella
gestione ordinaria ed in particolare nelle attività di preparazione all'importante processo d'integrazione con Sei Spa. Nei
prossimi giorni verranno definiti i dettagli sui tempi di conclusione dell'incarico attuale in
modo da garantire il presidio fino a quando il contributo del
dottor Calabro sarà necessario», sottolinea il presidente di
Aew, Mauro Marchi.
«Perdiamo un manager di alto livello, nella consapevolezza
che potrà dare il suo contributo
nell'importante sfida che dovrà
realizzare presso la banca di riferimento del territorio locale»,
così il sindaco di Bolzano, Luigi
Spagnolli. «Sono sicuro che potrà fare un ottimo lavoro anche
nel futuro incarico nella Cassa
di Risparmio», afferma Giinther
Januth, sindaco di Merano riferendosi all'addio di Nicola Calabro a Aew. «Sono particolarmente riconoscente al vicedirettore Generale vicario Paolo
Acuti, che ha rappresentato per
me la persona che mi ha permesso di inserirmi, al momento del mio arrivo, ed accompagnarmi in Azienda energetica
con un prezioso e continuo supporto, che ho apprezzato per livello di affidabilità e qualità»,
chiude lo stesso Calabro.
Birandstitter e C@§ta; e afcs® awanti
con li piano industriale^ pronti ai rilancio
i! cda della Cassa di Risparmio di Bolzano, presieduto da! presidente
Gerhard Brandstatter e dai vicepresidente Cario Costa, ha
ufficializzato nei giorni scorsi ia designazione di Kicola Caiabrò ad
amministratore delegato e direttore generale deiia banca. Dopo
un'attività di seiezione svolta analizzando oltre 25 candidati ed
avvalendosi della collaborazione di due società di «head hunting», ia
scelta è ricaduta sui manager bolzanino che oltre ad aver maturato
nella sua carriera esperienze dirigenziali pluriennali di particolare
valore nel mondo bancario in Italia ed all'estero, conosce il territorio
di riferimento della banca avendo, fra l'altro, svolto l'incarico di
direttore generale della Banca di Trento e Bolzano dal 20S.1 al 2013.
La conoscenza della lingua tedesca ha inoltre rappresentato un altro
elemento distintivo rispetto ad altre candidature, «Siamo convinti di
aver fatto la miglior scelta possibile per la nostra banca. Adesso,
dopo aver fatto un'attività rigorosa che ha portato ad effettuare
rilevanti accantonamenti sui crediti, rispettando criteri prudenziali
ed in allineamento con le metodologie indicate dalle autorità di
vigilanza, abbiamo bisogno di guardare avanti e portare ia banca in
tempi più rapidi possibili a recuperare gradualmente redditività,
quote di mercato e raggiungere gii importanti obiettivi definiti dai
piano industriale approvato nei mesi scorsi ed elaborato con
l'assistenza della società di consulenza Rie Kinsey», afferma Gerhard
Brandstatter; riferendosi alla nomina. «Dobbiamo girare pagina, gii
scorsi 9 mesi, da quando il nuovo cda si è insediato, sono stati
dedicati alla pulizia di bilancio ed alla prima fase di riorganizzazione,
ora è giunto il momento del rilancio ed abbiamo bisogno di una
persona che possa guidare efficacemente la banca nel superare le
difficoltà e nel motivare ia squadra», così Carlo Costa.
Pag. 24
OM:«Nidi negli incubatoli aziendali»
TRENTO D problema per
Olivi va
affrontato su più piani. L'imprenditoria femminile in Trentino arranca, i dati non sono
confortanti, la provincia di
Trento con un tasso di imprese
femminili del 17,3% si piazza
alle spalle del vicino Alto Adige
e di altre aree del Nordest (Cornere del Trentino di ieri ndr). I
numeri non stupiscono il vicepresidente della Provincia,
nonché assessore allo sviluppo
economico, Alessandro Olivi,
che legge il dato in chiave culturale e sociale. Servono progetti a lungo respiro e «riuscire
a conciliare lavoro e famiglia».
La maternità è un freno alle
nuove iniziative imprenditoriali. Quindi «nidi aziendali e
più servizi» dice, possono essere la chiave di volta.
«Molto è stato fatto, ma non
basta» ammette Olivi che parla
della necessità di evitare la
«segregazione culturale».
«Abbiamo già introdotto incentivi per l'imprenditoria
femminile, abbattendo alcuni
costi, qualcosa è servito —
spiega — ma non è sufficiente». La Provincia ha messo in
campo un fondo unico per sostenere le nuove iniziative imprenditoriali sia dei giovani e
«soprattutto delle donne —
precisa — non si tratta solo di
incentivi, ma di un sostegno alle imprese, un aiuto concreto,
ma credo si debba dare anche
una spinta a quei settori dove
la competenza e la sensibilità
femminili sono più facili da as-
sorbire, parlo, ad esempio, dei
servizi alla persona».
Secondo Olivi serve un intervento ad ampio raggio e pensa
a costruire un sistema di aiuto
che tenga conto anche del fattore tempo, «per conciliare lavoro e famiglia, che spesso è
un ostacolo alle nuove iniziative». Pensa a orari più elastici
dei nidi e a strutture aziendali.
«Mi piacerebbe — continua —
creare, dentro il polo della Manifattura di Rovereto, una rete
di imprese, dando spazio a
nuove aziende feniminiM innovative con i servizi annessi, come nidi aziendali. Penso a nuovi incubatoli di imprese con all'interno servizi e nidi».
È della stessa idea l'assessora alle Pari Opportunità, Sara
Ferrari, ma è cauta sui dati.
«Vorrei vedere meglio le statistiche e approfondire» afferma. Ma aggiunge: «Non è comunque un dato nuovo per il
Trentino, alla base c'è ancora
un problema culturale, bisogna lavorare sulla cultura dell'impresa che non è così diffusa, partendo dalle nuove generazioni, affiancandola a
un'educazione al ruolo femminile. Si devono scardinare gli
stereotipi di genere». La Provincia — dice Ferrari — ha
messo in campo molti incentivi, ma non sono molto conosciuti. «Abbiamo modificato la
legge 6 sull'imprenditoria femminile — precisa — cambiando il regolamento e rendendola più efficace. Prima erano
previsti degli incentivi sulla
spesa, ora per partire si affianca all'imprenditrice un tutor
che offre un sostegno concreto
per affrontare le difficoltà di
avviare una nuova impresa».
Per andare incontro alle mamme-manager l'Agenzia del lavoro, offre un aiuto per avere
un sostituto per il primo anno
del bambino. C'è un registro di
persone preparate a cui attingere e un budget di 23.000 euro. «Esiste solo da noi» precisa
Ferrari. E ora Piazza Dante sta
lavorando anche registro delle
babysitter, «persone preparate
che sono disponibili a chiamata, ma stiamo lavorando anche
sugli orari dei nidi e Tagesmutter».
I servizi potrebbero essere la
spinta all'aumento di quote rosa nel mondo imprenditoriale.
Ne è convinta anche Manuela
Terragnolo, segretaria generale della Fiom Trentino Cgil. Le
quote rosa anche nei sindacati
sono poco rappresentate, ma
qualcosa sta cambiando. «La
Cgil ha fatto molto negli ultimi
anni, ci sono donne alla guida
della Fiom, della Flai e della
scuola, ma anche nella segreteria — spiega—forse manca un
percorso di autostima per le
donne a partire dalla scuola e
dall'educazione. Ma servono
anche più servizi, su una fascia
temporale ampia, per permettere anche alle madri di mettersi in gioco».
Dafne Roat
© RIPRODUZIONE RISERVATA
Pag. 25
FOLLA PER LA SERATA PROPOSTA DALL'ISTITUTO SOPHIA
"Un capitano,
c'è solo
r#
un capitano
di Patrizia Niccoli ni
n punto di riferimento e
un esempio peri
compagni, quando si
vince ma soprattutto
quando si perde. Chi indossa la
fascia di capitano ha un ruolo
fondamentale all'interno di una
squadra, fuori e dentro i l campo, e
può diventare fonte di ispirazione e
cambiamento. Di questo e molto
altro hanno parlato Emanuele
Birarelli, Giada Marchioron eToto
Forray, giovedì 12 febbraio sul
palco della sala della Cooperazione
nella serata promossa dall'Istituto
Universitario Sophia di Loppiano
(IUS), fondato da Chiara Lubich, a
margine dell'IntemationalWinter
School svoltasi a Trento dal 10 al
15 febbraio.
I capitani di Trentino Volley,
Trentino Rosa e Aquila Basket sono
U
stati protagonisti di "Capitano, mio
capitano!", un confronto "su creatività
ed innovazione alservizio del team"
guidato dal medico sportivo Paolo
Crepaz, giornalista e presidente della
"Fondazione per Sophia". "Essere
capitano è un privilegio, un ruolo di cui
essere orgogliosi - ha esordito Birarelli,
capitano anche della Nazionale italiana
di pallavolo -, altempo stesso implica
delle responsabilità: bisogna mettere
da parte egoismi e ambizioni personali
e agire nell'interesse della squadra,
perché il gruppo viene sempre prima
dell'individuo". Gli ha fatto eco Forray:
"La leadership trova la sua espressione
nella capacità di contagiare tutti i
membri della squadra con il proprio
esempio, la voglia di allenarsi e la
disponibilità alsacrificio". "Essere
prescelta dalla società per rivestire
questo ruolo - ha confidato Marchioron
- mi ha aiutato a maturare: so che nelle
situazioni di difficoltà devo dominare
le emozioni e non posso permettermi
di mollare". Più volte dall'inizio del
campionato, il primo della Delta
Informatica in A2, l'opposta gialloblù è
stata bestscorer, dimostrando che il
gioco espresso in partita è frutto del
lavoro svolto in palestra durante gli
allenamenti settimanali, come poi
hanno sottolineato anche Forray e
Birarelli nel corso dell'incontro seguito
da un folto pubblico e promosso in
collaborazione con CONI,
Cooperazione Trentina e Cassa Rurale
di Trento.
Essere leader e vincenti non dipende
però esclusivamente dai risultati: per
essere "parte del cambiamento", i l
motto scelto dagli studenti della
Winter School, sono altresì
indispensabili la volontà di migliorarsi
e accettare nuove sfide, lavorando per
superare i propri limiti, ma
riconoscendo la superiorità degli
avversari qualora più meritevoli.
Attitudini che i tre capitani hanno
mostrato di possedere anche fuori dal
campo muovendosi bene in un "match"
diverso dal solito, raccontando la loro
esperienza nel mondo dello sport
professionistico. Una serata da
ripetere,ricordandoche lealtà,
correttezza e rispetto sono valori che
la pratica sportiva promuove
indipendentemente dall'età, dalla
categoria e dagli obiettivi perseguiti.
Nella stona dello sport trentino
quale ritenete essere il capitano
che meglio ha interpretato le
qualità richieste a questo ruolo?
Votate sul sito www.vitatrentina.it
1. Mathey Kazyjsky, nel
trìplete del volley nel 20112012
2. Francesco Moser, nel Giro
d'Italia del 1984
3. Giorgio Lutterotti, nel
Trento neopromosso nel
1979-80
4. Toto Forray, nell'Aquila
Basket neopromossa
nel 2013-2014
5. JoelRetornaz nella squadra
italiana di cuiiing alle
Olimpiadi di Torino 2006
Pag. 26
LA SCOMPARSA DELLA NOSTRA COLLABORATRICE, ALLA GUIDA DELL'UCSI
Silvana, donna in cerca dell'unità
/ / f+
ome state, ragazzi, di che co
sa si scrive oggi?..." era la
battuta con cui apriva Le sue
visite quasi giornaliere Silvana Jelliri
Formilan, fedele firma di Vita Trentina da
oltre 30 anni e voce della radio diocesana fin dalle origini. Ora che una malattia
feroce l'ha strappata a 66 anni all'affetto del marito Egidio e dei figli Giovanni e
Anna, avvertiamo un vuoto anche in redazione (dove trovava la sua seconda casa, "siete una grande famiglia", diceva) e
ci par di risentire quel suo saluto, felice
espressione delle sue doti: la curiosità
giornalistica, dettata dal desiderio di interpretare meglio l'attualità per lei che
aveva gli strumenti della laureata in lingue e letterature straniere e in sociologia delle religione, e la passione ecclesiale, maturata negli studi teologici che l'avevano portata al Magistero in scienze religiose.
Docente di francese per molti anni nelle scuole trentine e all'Università, aveva trasferito le sue competenze
nei media diocesani, specializzandosi nei temi ecumenici a cui l'aveva avviata l'amicizia con don Silvio
Franch: i l lavoro di cui era giustamente orgogliosa è i l
testo "Tracce di un cammino" (Edizioni Arca, 2012) dedicato a 40 anni di dialogo fra le fedi in Trentino, un testo da cui traspare anche la sua inesausta ricerca di
strade nuove per favorire l'unità fra le persone e i
gruppi sociali.
Un libro costruito sui ritagli dei giornali trentini, guidato quindi da quella sfrenata passione perii giornalismo che la portava nel vivo delle redazioni (ha collaborato anche con le pagine culturali del "Trentino"),
nei palazzi della politica e nei centri culturali e che
l'ha spinta fin dal 2007 a trainare come vicepresidente
per la sezione locale dell'UCSI (Unione Cattolica Stampa Italiana). Da due anni, dalla morte improvvisa di
Lorenzo Lucianer e dopo Bruno Sanguanini, faceva le
funzioni di presidente con la convinzione tenace di chi
crede nella testimonianza attraverso i media e nell'utilità dell'associazionismo ecclesiale. All'ultima riunione ci aveva proposto prima dell'assemblea elettiva di
C
Silvana Jellici
Formilan
in un recente
incontro
dell'UCSI
arClesio":
i funerali
si tengono giovedì
19 febbraio
alle 16
nella chiesa
del Santissimo
fotoZotta
poter tenere per i colleghi un incontro formativo proprio sull'alfabeto del dialogo ecumenico. "Silvana era
una persona di grandissima umanità - ci ha scritto Andrea Melodia, presidente nazionale UCSI e per noi un
sicuro punto di riferimento".
Ma la sua passione ecclesiale si esprimeva anche nel
Movimento Rinascita Cristiana (di cui era delegata regionale), nel gruppo culturale "Comunità in dialogo"
di Sant'Antonio, nel servizio in parrocchia prima come
catechista e ora come ministro dell'Eucaristia. C'era
una dimensione personale contemplativa, alla sorgente del suo attivismo sociale che - assieme al marito Egidio - l'aveva vista guidare per un triennio anche
l'associazione "Famiglie Insieme": l'adorazione quotidiana dell'Eucaristia in cui da anni era impegnata attraverso il Sodalizio degli Adoratori nella chiesa di
Santa Chiara, di cui era presidente.
Amante della cultura, della montagna e dell'arte, Silvana era una donna sempre in ricerca, esigente ricerca. Piace qui anche ricordarla per la cura scrupolosa
con cui concordava ed elaborava i suoi contributi, attenta a non dimenticare nulla e nessuno, per un servizio che favorisse la diffusione del Vangelo attraverso i l
giornale e la radio.
d.a.
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La Provincia acquista l'area dagli eredi Bertoldi
NOT, AVANTI
R nuovo bando entro un mese
DOMENICO SARTORI
[email protected]
Se qualcuno avesse avuto dubbi sulla volontà di proseguire
con il progetto del Not, il Nuovo ospedale trentino in via Desert, a Trento sud, non ci sono
solo le esternazioni del presidente Ugo Rossi a confermare la
scelta. C'è anche, ora, l'acquisto, da parte della Provincia,
della particella fondiaria 1637/2,
di 1.666 metri quadrati. La Giunta, nella seduta di lunedì scorso, ha autorizzato l'Apac-Servizio contratti e appalti a stipulare il relativo atto di acquisto, a
trattativa privata. L'area è limitrofa al nuovo Centro per la protonterapia ed appartiene a Daniela Paoli e Gianluca e Giacomo
Bertoldi (eredi Bertoldi), quest'ultimo presidente di Orvea
spa, il gruppo della grande distribuzione alimentare di cui lo
scorso anno il Gruppo Poli è diventato azionista di maggioranza. Per la vendita, incasseranno dalla Provincia 499.800,00
euro (300 euro al mq), cui si aggiungono, a carico dell'acquirente, 45.200,00 euro di oneri fiscali e contrattuali. Un acquisto programmato nel «Fondo di
riserva Not», che rientra nel Piano per l'edilizia sanitaria approvato Io scorso dicembre, anche
se il contratto preliminare risale, ricorda l'assessora alla salute Donata Borgonovo Re, ancora al 2011.
Si tratta di un lotto, in Prg destinato ad attrezzature pubbliche di uso pubblico, che alla
Provincia serve per sistemare
la viabilità interna di collegamento alle varie strutture ospedaliere (Centro protonterapia
e futuro Not) e quella esterna
di interesse comunale. Lì arriverà la bretella di raccordo con
la rotatoria, quindi con la tangenziale. Rossi aveva anticipato che una decisione sul nuovo
bando per il Not, dopo che la
precedente gara è stata bocciata dalla giustizia amministrativa in seguito ai ricorsi incrociati dei gruppi di impresa partecipanti, sarebbe stata presa entro gennaio. «Ci vorrà ancora
un mese» ha spiegato ieri «prima dobbiamo ultimare la valutazione del quadro finanziario
e l'interesse pubblico a modificare il bando. Dobbiamo essere certi su come intervenire, visto che si va a modificare il ban-
do fatto».
A definire il possibile quadro finanziario è stata chiamata Cassa del Trentino spa, braccio finanziario della Provincia, che
ha verificato la disponibilità della Bei, la Banca europea per gli
investimenti. Per il Not, dei 300
milioni messi in gara per la realizzarlo, 160 sono già stanziati
a bilancio della Provincia. Il resto, secondo il bando originario, se lo dovrebbero accollare
i privati che realizzano l'investimento con la finanza di progetto (project financing). Vero è
che, con gli scenari dei tassi profondamente mutati rispetto a
qualche anno fa, accedere oggi
al finanziamento Bei sarebbe di
gran lunga più vantaggioso del
ricorso alla finanza di progetto.
Ma a fronte di un indubbio vantaggio sul piano finanziario, la
scelta dell'appalto tradizionale diretto, finanziato dalla Bei,
comporterebbe, oltre che un
aumento dell'indebitamento a
bilancio, l'assunzione diretta in
capo alla Provincia di tutti gli
elementi di rischio (su tempi di
consegna, varianti e disponibilità del bene) che la finanza di
progetto metterebbe teoricamente sulle spalle del privato.
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L'INCONTRO
L'assessora Donata Borgonovo Re ha incontrato il nuovo consiglio dell'Ordine dei medici
«Dobbiamo essere i principali interlocutori»
Un incontro di presentazione tra il
nuovo consiglio dell'Ordine dei
medici e l'assessora alla salute
Donata Borgonovo Re è diventato
anche momento di confronto su temi
particolarmente caldi in questo
periodo. Dai punti nascita al Not,
dalla medicina difensiva alla
medicina del territorio. Poi ancora
umanizzazione delle cure,
motivazione del personale e
condivisione di progetti.
Per quanto riguarda il Not
l'argomento è stato solamente
sfiorato ma i medici non hanno
mancato di far presente che, a
distanza di anni, il progetto andrebbe
rivisto in quanto ciò che era stato
deciso a suo tempo oggi ha
probabilmente bisogno di qualche
modifica. La stessa localizzazione
lascia qualche dubbio per il fatto che
il nuovo ospedale si troverebbe ad
essere, come il S. Chiara, in città.
I presidente Marco loppi
BUDGET
«Per quanto riguarda il futuro - spiega
loppi - abbiamo puntato sul fatto che
noi ci impegneremo a fare in modo
che ci sia umanizzazione delle cure e
un miglioramento professionale, ma
ci sono da mettere in atto iniziative
per educare il pubblico a fare buon
uso delle risorse e per stimolare
politici a fare scelte inderogabili».
L'ordine chiede alla politica
soprattutto di essere ascoltato.
«L'Ordine è l'interlocutore principale
per l'istituzione polìtica e vuole
recitare un ruolo propositivo alla
soluzione dei problemi sanitari,
tenendo ben presente l'interesse
dell'intera categoria: ovvero la salute
dei cittadini», dice il presidente
Marco loppi.
Per quanto riguarda il tema delle
cure, loppi ha invitato a puntare
«sull'appropriatezza delle cure,
ispirandosi alla "slow medicine",
medicina sobria ed essenziale». «Per
intraprendere questa strada non è
pensabile agire senza coinvolgere
medici e odontoiatri», ha concluso il
presidente. «Dobbiamo lavorare
insieme per evitare che il Trentino
vanifichi gli sforzi fin qui fatti che
hanno assicurato un sistema
sanitario universale ed equo».
L'assessore Borgonovo Re ha
riconosciuto all'Ordine il ruolo di
interlocutore, affermando che è
giusto che sia coinvolto in modo
libero su ogni argomento,
esprimendo un parere tecnico, e ha
condiviso la necessità di puntare
sulla prevenzione, utilizzando con
saggezza le risorse a disposizione.
Quindi, è stato affrontato il punto
dell'integrazione ospedale-territorio,
sul quale l'assessore ha chiesto
protagonismo all'Ordine, ed è stato
sottolineato il ruolo «formativo e
culturale» della Scuola di medicina
generale.
Alle strutture convenzionate 72 milioni. 2 milioni in meno del 2014
Tagli per le private
Ma via al tetto per chi viene da fuori
PATRIZIA TOPESCO
Tariffe ridotte del 3,5% e budget complessivi diminuiti rispetto al 2014 di 2 milioni di
euro per il 2015, di 2 milioni e
800 mila euro nel 2016 e 3 milioni e 300 mila euro nel
2017.Questo l'accordo siglato
tra le strutture private convenzionate e la Provincia. Sulla base di questo accordo l'Azienda provinciale, nei giorni scorsi, ha deliberato gli importi sia
per l'attività di degenza che
per quanto riguarda l'assistenza specialistica e la diagnostica ambulatoriale convenzionata. «Con la diminuzione complessiva dei budget compensati dalla riduzione delle tariffe la variazione del numero delle prestazioni dovrebbe risultare modesto», assicura Giovanni Maria Guarrera, a capo
dell'unità di specialistica ambulatoriale dell'Azienda sanitaria.
Per quanto riguarda quest'ultima l'importo destinato alle
strutture private accreditate è
di 20.315.000,993 mila euro in
meno rispetto al 2014. «Il taglio
maggiore in termini di tariffe è
stato registrato per quanto riguarda le risonanze magnetiche muscolo scheletriche spiega Carlo Stefenelli, rappresentante delle strutture private trentine - i cui importi sono
stati ridotti del 25%». Stesso
taglio anche per gli esami di laboratorio. Sulle rimanenti prestazioni la riduzione è invece
del 3,5%. Secondo quanto stabilito per il 2015 il volume delle risonanze magnetiche da acquisite esternamente deve essere il linea con quello del
2014, per un massimo di 17.500
esami. A questo numero vanno aggiunte altre 95 mila ecografie mediche e un volume di
prestazione di radiologia tradizionale in linea con quello
dello scorso anno.
Negli oltre 20 mila sono compresi anche 5 milioni 150 mila
euro da assegnare ai distretti
per l'odontoiatria convenzionata.
L'importo complessivo di
20.315.000 è stato diviso tra Solatrix di Rovereto (1.830.000
euro per branche varie e Rm e
230.000 per day service), Villa
Bianca di Trento (2.050.000
branche varie e Ma e 110.000
day service), Eremo di Arco
(1.544.000 branche varie e Rm
e 136.000), ospedale S. Camillo di Trento (2.488.000 day service e 82.000 branche varie),
ospedale S. Pancrazio di Arco
(445.000 riabilitazione alcologia più 550.000), Laboratorio
Adige (750.000 per analisi di laboratorio), Laboratorio Druso
(500.000 per analisi di laboratorio), Tecnomed di Trento e
Rovereto (1.180.000 per ecografie mediche e Rm), Ucipem
(100.000 per attività di consultorio), Cerin di Rovereto
(250.000 per riabilitazione neurologica), Istituto de Tschiderer di Trento (960.000 riabilitazione logopedia), Cst Mezzolombardo (220.000 per ecografie), Cst Trento (390.000 per
ecografie e Rm), Atsm Trento
(470.000 per riabilitazione psicofisica), Irifor (90.000 riabilitazione ipovedenti), Agsat
(130.000 riabilitazione autismo), Anffas (70.000 per riabilitazione psicofisica), Rsa varie (120.000 per cure per esterni) e infine 5.145.000 per cure
odontoiatriche presso studi
convenzionati.
Importi più consistenti, ovvia-
Pag. 29
mente, per quanto riguarda
l'attività di ricovero. In totale
l'importo negoziato per attività di degenza è stato di
51.860.000 euro. Di questo budget, 11.180.000 euro vanno all'Eremo di Arco, 10.895.000 all'ospedale S. Camillo, 8.530.000
alla Solatrix, 7.500.000 al Villa
Regina di Arco, 6.650.000 al Villa Bianca, 6.000.000 al S. Pancrazio di Arco e infine
1.105.000 alla S. Famiglia di Arco.
«Abbiamo accettato i tagli anche per venire incontro alla fase di crisi che stiamo vivendo
e, di contro, abbiamo ottenuto da una parte una validità
triennale dell'accordo e dall'altra è stato finalmente eliminato il tetto per i pazienti provenienti da fuori provincia. Il
Trentino ha un debito di 16 milioni di euro nei confronti del-
le regioni del Nord per prestazioni sanitarie, mentre i vicini
di Bolzano hanno un credito
di 6. Fortunatamente dal primo gennaio c'è stata l'eliminazione di questo tetto».
In pratica ora, sempre se i residenti fuori provincia troveranno appetibili le prestazioni offerte in queste strutture
private, i pazienti potranno accedere alle strutture private
convenzionate in maniera illimitata. L'Azienda anticiperà gli
importi scontati alle strutture
e poi, a distanza di circa due
anni, ritornerà in possesso degli importi pagati. II tutto, ovviamente, se le altre Aziende
sanitarie saranno puntuali nel
saldare il loro debito.
Se e quanti pazienti da fuori
provincia verranno in Trentino per effettuare esami o visite, oppure se ci saranno ripercussioni sul bilancio del-
l'Azienda sanitaria, lo sapremo solo tra qualche anno.
«Unico neo è che le strutture
di riabilitazione e per lungodegenti avevano chiesto un aumento dei posti letto anche per
le forti richieste di prestazioni. Ma non stato concesso in
quanto la Provincia ritiene che
in Trentino ci sia già un numero di posti letto per riabilitazione e lungodegenti superiore alla media nazionale», aggiunge Stefenelli.
Tra le novità introdotte dalla
nuova convenzione con le
strutture private accreditate
c'è poi la richiesta di garanzia,
anche ai privati, di cercare di
«fidelizzare» i pazienti, evitando che dopo il primo accertamento si rivolgano per cure
fuori provincia, magari entrando in contatto con un professionista che opera privatamente fuori dal Trentino.
Pag. 30
Cobaccio trentino nel centro di Roma
TRENTO - Colpaccio immobiliare di Castello sgr in pieno centro di Roma. La società finanziaria che fa capo a Isa, Mittel,
Fondazione Caritro, Itas ha
comprato il palazzo all'angolo
tra via Cavour e piazza dei Cinquecento, di fronte alla stazione Termini, che ospita uffici
pubblici del Ministero dell'Interno (nella foto). L'edificio è
stato acquisito attraverso il fondo immobiliare Picasso dal fondo Beta di Idea Fimit sgr, gruppo De Agostini. Prezzo: 38,7 milioni di euro.
L'immobile è un palazzo costruito alla fine deU'800, con otto piani fuori terra e due piani interrati, e occupa l'intero isolato
delimitato da via Cavour, piazza dei Cinquecento, via Amendola e via Manin. Il cortile interno può ospitare 30 posti auto.
La porzione commerciale con i
negozi a piano terra non è invece oggetto di compravendita
perché non era di proprietà del
fondo Beta.
L'immobile, che ha una superficie complessiva di 9.871 metri quadri, è stato ristrutturato
nei primi anni '90. Nel palazzo
hanno sede in affitto uffici del
Ministero dell'Interno, che paga un canone annuo di circa 3
milioni di euro.
Il fondo Beta, finora proprietario del palazzo, è un fondo di investimento immobiliare gesti-
to da Idea Fimit e quotato sul
segmento Miv di Borsa Italiana.
Per Idea Fimit la vendita è stata sicuramente un affare, dato
che ha registrato una plusvalenza di 624 mila euro sulla sua
stima del valore dell'immobile
e di ben 10 milioni e mezzo di
euro rispetto al costo storico di
28,2 milioni.
Ma anche per Castello l'affare
non manca. Il palazzo è un immobile a reddito, con un rendimento lordo intorno al 6%, come altri edifici romani in via di
dismissione da parte di fondi
immobiliari che stanno arrivando a scadenza.
Il fondo Picasso è solo uno degli ormai 14 fondi immobiliari
gestiti da Castello, tra i quali c'è
Clesio, il fondo proprietario del
nuovo quartiere delle Albere a
Trento (vedi a fianco). Picasso
possiede, oltre al nuovo palazzo acquisito, immobili per un
valore al 30 giugno 2014 di 76,5
milioni. Si tratta del centro direzionale Immobile Lamaro, anch'esso a Roma in zona Cinecittà, affittato a Telecom Italia e
del complesso direzionale Metrocomplex nella zona nord est
di Milano, affittato a uffici. Castello sgr, guidata dal presidente Giovanni Raimondi e dall'amministratore delegato Giampiero Schiavo, gestisce attività per
un valore totale di 1 miliardo e
mezzo di euro.
F. Ter.
Pag. 31
Oggi vertice con i sindacati
Abifiduciosasul rinnovo
del contratto dei bancari
«Ma non a ogni costo»
«Sì al contratto, ma non a
ogni costo». Ieri Alessandro
Profumo, presidente del Casi, il
comitato sindacale dell'Abi, ha
ribadito cosi la posizione dell'associazione bancaria rispetto
al rinnovo del contratto della
categoria. Dopo la rottura con i
sindacati e lo sciopero generale
del 30 gennaio scorso, il confronto riprenderà domani. Ieri,
invece si è riunito il comitato
esecutivo dell'Abi. «Sono molto fiducioso perché in questa
sede è stata riconfermata la nostra posizione», ha aggiunto
Profumo. In sostanza, complice l'Europa e le nuove tecnologie, è cambiato strutturalmente il modo di fare banca. E in
questo modo non sarebbe più
sostenibile un contratto come
articolato oggi. Di qui la messa
in discussione degli scatti di
anzianità e delle voci di conteggio del tfr.
Sul contratto è intervenuto
ieri anche lo stesso presidente
di Abi Antonio Patuelli, a Ber-
gamo per la presentazione del
suo libro «Banche, cittadini e
imprese». «Il problema del
contratto va risolto, vogliamo il
contratto nazionale ma in realtà il settore dovrebbe puntare a
un contratto europeo», ha detto Patuelli, sottolineando l'esigenza di un contesto concorrenziale omogeneo in Europa
anche sul fronte del costo del
lavoro.
E il sindacato? «Vogliamo fare il contratto ma non ci condizioneranno né la disapplicazione (che interverrà dal primo
aprile, ndr;) né l'intervento del
governo», va a muso duro Landò Maria Sileoni, a capo della
Fabi. In realtà fonti informali
lasciano intendere che uno spiraglio nella trattativa si sarebbe
a questo punto aperto. L'incontro di oggi potrebbe essere l'occasione per mettere sul tavolo
le date dei prossimi incontri. E
dare spessore al confronto.
Rita Querzé
Ì0@rquerze
Pag. 32
«Popolari, la riforma è positiva»
r
N
e l l e tabelle fornite a
deputati c'erano an
che dei dati sull'in
ternal dealing, c i o è sulle
compravendite di titoli rea
lizzate da dirigenti e ammi
nistratori delle banche popolari. Anche su quelle ave
te acceso un faro?
Esatto. Anche quel fenome
no è oggetto di considerazioni
Più in g e n e r a l e , lei che
valutazione dà del proget
to di riforma?
La riforma è un fatto positi
vo: riguarda delle banche ch(
sono quasi sistemiche, che de
vono avere u n meccanismc
istituzionale e di governane*
come le altre, altrimenti a w i e
ne una distorsione del merca
to.Tutto ciò che vain direzione
di una maggiore concorrenza i
positivo ed è evidente che pei
le aziende di credito oggetto
della riforma debba essere
considerato l'aspetto dimen
sionale. Altra cosa, infatti, è i
discorso per le banche vera
mente piccole: in pratica è co
me se stessimo considerande
la differenza fra artigiani e
grandi imprese.
Veniamo all'incontro cor
il commissario Hill. Qual
idee italiane lei ha portate
nella discussione?
Abbiamo indicato per que
che riguarda l'Italia l'opportu
nità di ridurre i doveri di co
municazione per le pmi. Insie
me all'introduzione del vote
multiplo, per le piccole e me
die imprese si tratta di iniziati
ve utili e importanti. La mi;
impressione è che siamo d
fronte a un approccio nuovo
prudente e pragmatico, atten
to all'esigenza di finanziare
via mercato le piccole e medie
imprese. E questa in particola
re è un'idea coincidente con la
strategia che la Consob porta
avanti da tempo.
A cosa si riferisce?
Due anni fa abbiamo sottoscritto un m e m o r a n d u m of
understanding che si chiamava "Più borsa" espressamente
finalizzato a migliorare l'accesso al mercato delle piccole
e medie imprese e poi abbia-
mo avuto il fondo dei fondi, i
fondi pubblici. Molte nuove
imprese si sono quotate al
"borsino" dell'Aim. Il punto
sul quale c'è tra noi e il commissario Hill una coincidenza'
totale di opinioni è che il mercato finanziario va considerato un mezzo e non un fine. Lo
scopo comune è ottenere più
sviluppo e più occupazione.
Che significa costruire
un'unione dei mercati dei
capitali?
Significa costruire un secondo pilastro essenziale accanto
a quello dell'Unione bancaria.
L'Unionebancaria deve garantire regole omogenee e controlli uniformi per assicurare
stabilità al sistema bancario
europeo: ebbene, la stessa cosa
deve valere per i sistemi finanziari, per evitare il free ride fra i
paesi. Occorre dunque una
maggiore unificazione e semplificazione delle regole, con
unmeccanismo di controllo affidato ai singoli stati ma sulla
base di guide Lines omogenee.
Abbiamo anche cominciato a
parlare di alcune idee per far vivere quest'unione del mercato
dei capitali.
Per esempio?
Per esempio l'idea di utilizzare una frazione dell'area
dell'Expo per dare vita a
un'agenzia con u n data base
europeo, una piattaforma unica per le piccole e medie imprese basata a Milano, che gestisca tutti i dati e permetta ai
risparmiatori di valutare la
bontà di questi titoli meno liquidi: è essenziale poterne disporre, se no il mercato resta
in ombra. Ma questo è solo il
primo passo.
E cosa seguirà?
Intendiamo proporre l'idea
di una veraepropriaborsa europea per le piccole e medie
imprese. Ma con il commissario Hill abbiamo anche valutato l'ipotesi di rendere questi
prodotti poco liquidi oggetto
di acquisto da parte dei fondi
pensione, che sono il tipico
investitore istituzionale di
lungo termine.
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