Scarica il fascicolo PDF della Rassegna Stampa di Giovedì 22

G U INCONTRI
«Momenti in puro stile trentino» al «B3»
Strada dei saporì in fiera
La «Strada del vino e dei sapori del Trentino» sarà tra le protagoniste della prossima edizione di Expo Hotel, ed organizza "Momenti in puro stile trentino" in fiera al padiglione B3.
All'internò dell'area espositiva
da 600 mq, allestita utilizzando
per la prima volta l'immagine
coordinata di Trentino Marketing, spazio alle eccellenze enogastronomiche dei 16 produttori coinvolti e agli appunta-
Spazio a vini,
prodotti biologici,
marchi di pregio,
alimentazione
sportiva e turismo
eno-gastronomico
menti di approfondimento organizzati con la collaborazione di prestigiosi partner istituzionali.
"Momenti in puro stile trentino" è nome del ricco calendario di appuntamenti che la
«Strada del Vino e dei Sapori
dei Trentino», in collaborazione con il Consorzio Vini dèi
Trentino, organizza nell'ambito dell'Expo Hotel.
Incontri, degustazioni, approfondimenti - tutti i giorni, tranne il mercoledì, alle 12,15 e alle 17 - che vedono il coinvolgimento sia dei partner operativi della «Strada» che di quelli
istituzionali.
Domenica si inizia alle 12 con
"Trentodoc: perlage... di carattere", una degustazione guidata incentrata sui Trentodoc di
Endrizzi e di Azienda vinicola
del Revì, accompagnati dai prodotti ittici dell'Associazione
Troticoltori Trentini Associati
e dalle patate di montagna di
Copag.
Segue, alle 15, "Ecoristorazione ed Ecolabel, le scelte del turista sostenibile: due marchi
per riconoscere alberghi e ristoranti ecologici" con gli interventi di Marco Katzembeger
dell'Hotel Caminetto di Folgarida, Michele Trainotti dell'Hotel Grizzly di Folgaria e Sergio
Valentini della Locanda delle
Tre Chiavi di Isera.
Alle 17 sarà invece il momento
di "Dolci vette di gusto", degustazione guidata dei vini dell'azienda agricola Pojer e Sandri, dei prodotti di Maxentia e
della cioccolata Cisa 20.54.
Lunedì 26 "Aperitivo in stile
trentino", alle 12.00, dove verranno raccontati i formaggi di
Casearia Monti Trentini, le confetture di Cà dei Baghi -Azienda Agricola Valcanover e i vini
dei produttori aderenti al Con-
sorzio I Dolomitici. Alle 15 il momento di "Incroci di sapori" dove saranno protagonisti i prodotti ittici di Troticultura Armanini, la birra artigianale di
Birra del Bosco, le susine di Dro
e le mele del Consorzio La Trentina.
Alle 17, approfondimento sul
tema "Visibilità per la ricettività sostenibile: l'esperienza del
portale ViaggiVerdi" dove si
confronteranno Simone Riccardi di ViaggiVerdi, Andrea Dalmonego dell'Agriturismo Malga Riondera e Rosa Carpano
dell'Active Hotel Olympic di Vigo di Fassa.
Martedì alle 15.00, Federico Bigaran, Giovanni Benedetti dell'Antica Gardumo di Ronzo
Chienis, Vanda Rosa del Consorzio Ortofrutticolo della Val
di Gresta e Rino Artini dell'Azienda Agricola Biologica Artini di Zuclo si confronteranno
su "La ristorazione biologica:
una scelta che guarda al futuro". Alle 17 incontro sul tema
"Nuove generazioni del vino
trentino".
Infine, nel giorno di chiusura
della manifestazione, "Ristorazione alberghiera e spreco alimentare" a cura dell'Università di Pollenzo e Slow Food. Interverranno Adolfo Villafiorita,
Paolo Costa e Claudio Ferlan,
della Fondazione Bruno Kessler, che ha sviluppato il progetto.
Pag. 5
Anziani e studenti:
«coinquilini speciali»
L'esperienza di Casa alla Vela della cooperativa Sad. Tra «vecchi» che insegnano
la Divina Commedia e giovani che distribuiscono abbracci a chi è giù di morale
potrebbe diventare molto più
comune di quanto si possa penLuigia Zanchetta, 95 anni, mila- sare. Non solo per i vantaggi loginese della Bovisa, una vita da stici, organizzativi ed economici
istitutrice in famiglie di indu- che ne derivano, ma anche per
striali come i Falk, si diletta a rac- la sperimentazione di un luogo
contare la Divina Commedia. nuovo dove mettere in comune,
«Le cose si dimenticano - dice - ciascuno per la sua parte, la proma quando si è vecchi rispunta- pria esperienza, le proprie conono». Tra le sue coinquiline c'è scenze e la propria umanità. Al
Clara, giovane studentessa fuori piano terra e al primo vivono gli
sede che viene da Mazara del anziani, al terzo gli studenti, tre
Vallo: «Mi trovo bene con lei», ragazzi e tre ragazze. Ognuno ha
continua. «La chiamo Scorpione la sua stanza, arredata come gli
perché è piccola, scura e piena pare, poi ci sono i luoghi comudi capelli». Valeria, piemontese, ni, dove incontrarsi e passare
ha scelto la facoltà di ingegneria del tempo assieme, in assoluta liambientale di Mesiano: «Mi pia- bertà. «E come una grande famiceva l'idea di venire da Ivrea a glia», dice Valeria. «Ogni tanto ci
Trento per trovare una seconda parliamo anche dal terrazzo.
famiglia, con tante persone an- L'altro giorno Irma era in giardiziane che ti fanno un po' da non- no: mi ha detto che era giù di
ni. L'altro giorno Olga mi ha in- morale. "Scendo e ti abbraccio",
terrogato per un'ora sulla raccol- le ho risposto». Una "terapia"
ta differenziata. Luigia invece, che «funziona per loro ma anche fa la sarta, ha voluto una del- che per noi».
le nostre gonne per studiarsela e
Casa alla Vela è un'alternativa
ha anche fatto l'orlo a quella di all'assistenza domiciliare, che
Clara».
«va bene finché la persona è in
Cinque anziane, due assisten- grado di gestirsi anche la notte»,
ti e sei studenti universitari sotto spiega la presidente di Sad, Dalo stesso tetto. La "Casa alla Ve- niela Bottura. «Quando cominla" della cooperativa Sad è una cia a subentrare la paura della
famiglia allargata del nuovo mil- solitudine, ma non sei "da casa
lennio, quello che vede i di riposo" perché in grado di
"vecchi" moltiplicarsi in manie- condurre la tua vita a casa, quera esponenziale e i giovani fati- sta soluzione è l'ideale. Nella
care sempre di più a trovare un Rsa si è soggetti a un invecchiaalloggio, un lavoro, un loro po- mento precoce e si tende a lasto nel mondo. Un'esperienza sciarsi andare. Qui invece il ralpilota di una forma di conviven- lentamento dell'invecchiamenza inedita oggi, ma che in futuro to è evidente, perché la persona
di Luca Marognoli
è continuamente stimolata, si
rende utile e ha una prospettiva
davanti. La testa è tutto...».
Silvana Degasperi sta preparando delle poesie per il primo
compleanno della casa, che si festeggerà a breve. Da ragazza ha
lavorato come ragioniera in uno
studio associato, poi è diventata
casalinga. «Qui mi trovo benissimo, sono servita e riverita», dice.
«La domenica, quando le nostre
assistenti, "molto pazienti" e
brave, sono di riposo, vengono a
farci compagnia gli studenti.
Con loro parlo di scuola, di politica, di tutto...». Durante la settimana, nel pomeriggio, vengono
organizzate attività manuali, teatrali, di giardinaggio, o passeggiate. C'è una coordinatrice, Isabella, che tiene lefiladi un gruppo di venti volontari. La domenica il parroco, don Davide, viene
a celebrare la messa. «La casa è
aperta a tutti e la comunità può
partecipare a questi momenti»,
spiega Bottura. C'è spazio anche
per la creatività delle ospiti: Silvana fa degli ottimi ossobuchi,
Luigina il pane. Luigia invece intrattiene tutti con i racconti dei
"vip" incontrati in Toscana: da
Virna Lisi («le facevo la frittata»)
a Walter Chiari («si divertiva a
farmi arrabbiare»), fino a Lady
Diana («dolce, sensibile e di
un'affettuosità incantevole con i
bambini»).
Olga Montagnier, 91 anni, nata a Musile di Piave ma provePag. 6
niente da Merano, ha il figlio a
Trento. È stato lui a proporle
questa soluzione abitativa. «È la
saggia del gruppo, una persona
squisita», la presenta Daniela
Bottura. Lei, un passato da impiegata allo stato civile, sorride:
«I ragazzi? Sono molto simpatici: ci fanno anche il tè e la merenda. Parliamo spesso dei loro
studi».
Per Luigina Figliolo, la più giovane con i suoi 81 anni, nata a
Matera e sposata con un trentino di Capriana, è venuto naturale scegliere la Casa alla Vela do-
po avere frequentato per due an- ora è capitato che sia lei a benefini il centro diurno Sad, che ha ciare delle attente cure delle assisede a Mattarello. «Sono stata la stenti. «È il nostro Pierino», ride
prima a prenotarmi», racconta Daniela Bottura. «Alterna girelfiera. «I mieifigliabitano in Sviz- lo, bastone e poi pistaaa». «Sì, sozera. La sera ero sempre sola e no quella che non sta mai ferma.
anche la mattina facevo fatica, E non sono capace di stare sola»,
così sono venuta qui. Ma quan- dice lei. Ha avuto un'esperienza
do ho voglia di uscire, al centro negativa con una badante. «Qui
ci vado lo stesso: mi piace balla- mi trovo molto meglio», dice.
re». In estate si è anche dedicata
La retta è persino di poco infeall'orto, assieme a Lorenzo, un riore a quella di una Rsa. Peccavolontario di 16 anni.
to solo che di luoghi come questi
Irma Fontanari, 89 anni, per- ce ne siano ancora pochi. «Io per
ginese, è stata infermiera: «Ho sicurezza - dice la presidente
fatto le notti tante volte», ti rac- Bottura - il mio posto l'ho già
conta. La ruota della vita gira e prenotato».
Pag. 7
H
i»
JJ
il #
-f
#
#
U
n luogo fatto di relazioni»
ni, «Qui
e vieneadaogni
Brentonico.
studenti
che vivono
al terzo29:
Le assistentiI sei
Jole,
55 anni,
e Paola,
età si «Dopuò imparare
piano di Casa alla Vela sono stati selezionati in base alle loro capacità relazionali. Sono iscritti a
Economia, Sociologia (due di loro), Matematica, Ingegneria e
Informatica e vengono tutti da
fuori provincia: dalle lontane
Matera e Mazara del Vallo alle
più vicine Brescia e Domegliara.
Pagano un affitto analogo a
quello praticato dall'Opera universitaria e ottengono dei voucher se collaborano nella faccende domestiche (un esempio
è la pulizia delle scale). La domenica e in altre occasioni incontrano le anziane che abitano
ai piani di sotto per trascorrere
qualche ora assieme.
Ma sono diversi i soggetti che
concorrono a rendere accogliente Casa alla Vela. «Il bello di
questo posto è che quando vengono i nipotini chiamano
"nonne" tutte, senza distinzioni», dice Daniela Bottura, presidente della cooperativa Sad,
130 operatori e una cinquantina
di volontari, 20 dei quali attivi in
questa struttura. «I familiari sono entrati nel progetto al di là
delle aspettative. C'è chi porta
le lasagne, chi le caramelle».
Ma l'anima della casa (le chiamano "angeli custodi") sono loro: le due assistenti, Jole Bertotti
e Paola Slaifer, che seguono le
ospiti e abitano con loro. «Sono
qui da un anno, da quando la casa è stata aperta. Prima facevo la
barista», racconta Jole, divezzano, mentre prepara la pasta al
pesto per il pranzo di oggi. «Ho
55 anni e la mia vita l'ho fatta.
Ho avuto la fortuna di trovare
questa occupazione: è un'esperienza davvero gratificante».
Paola è più giovane, ha 29 an-
po la laurea in tecniche dell'edilizia ho lavorato in un ufficio tecnico ma poi sono stata licenziata a causa della crisi. Così ho iniziato a fare assistenza domiciliare e ho anche prestato servizio
come volontaria in casa di riposo per un anno e mezzo. Ho cercato di formarmi e mi piacerebbe fare il corso di Oss». La Casa
della Vela è un posto speciale dice - perché cura le relazioni.
«Qui gli anziani hanno l'opportunità di imparare anche alla loro età».
A farsi una famiglia ancora
non ci pensa. «Quando sarà il
momento giusto andrò via. Ma
portandomi dietro un bagaglio
importante».
(l.m.)
11 ANTONIO GIACOMELLI CUPIPA)
Oggi in Trentino ci sono 4.300 posti letto
nelle Rsa per una popolazione di mezzo
milione di persone. Oltre mille le persone
in listad'attesa. «Serviranno altri 1000
posti in 10 anni», è l'avvertimento di
Antonio Giacomelli presidente dell'
Upipache riunisce le 54 case di riposo in
provincia. «Ne abbiamo 250 già pronti per
l'accreditamento», spiega Giacomelli,
«mafinoradalla Provinciaè arrivato un
no alle nostre richieste». «Fino ad oggi i
nostri numeri sono in linea con quelli
europei, ma la politica della Provincia ora
sembra sempre più orientata a
potenziare i servizi di assistenza
domiciliare».
11 Ll¥10 TREPIDIMI!)
«La Provincia ha fatto la scelta di
potenziale la domiciliarità, ma non si fa
sulla carta», dice Livio Trepin, segretario
della Federazione anziani e pensionati
Adi. «Occorre garantire servizi, perché
non sono abbastanza. Nel 2012 hanno
Pag. 8
distribuito soldi per pagare la badante:
l'assegnodicuraè diventato una
maggiorazione dell'indennità di
accom pagname nto». Occorre i nvesti re
sulla loro formazione, maanche
«garantire la continuità assistenziale, con
la presenzadell'infermiere,quelladi un
medico.quandoservedel personale per
la riabilitazione».
11 MÀSSIMO OCCELLO CCOOP FAI)
Occello, presidente della cooperativa Fai,
specializzata in servizi domiciliari, ritiene
il volontariato indispensabile. «Altri soldi
non possiamo aspettarcene mentre è
sicuro che dovremo servi re più persone.
Come si fa? Bisogna atteggiarsi non più
come erogatori di servizi ma cercare di
integrare ciò che facciamo con il
territorio: il volontariato, le associazioni,
le Adi, l'Arcidiocesi, gli alpini, tutti i
soggetti presenti... Perché altrimenti, se
non si dà un supporto di gratuità, questa
cosa ci scappa di mano».
Pag. 9
La falegnameria «Girasole»: non solo lavoro
L'esecutivo
della
Comunità
di valle
in visita a un
luogo che
non solo
lavora
il legno, ma
offre dignità
La giunta della Comunità di Valle nei giorni scorsi si è recata
in visita alla cooperativa il «Gi-
rasole». «E bello essere qui - ha
detto il presidente della Comunità Stefano Bisoffi- perché siamo in un luogo che utilizza il
lavoro come strumento per ridare speranza e dignità a persone che vivono situazioni difficili. Qui vediamo emergere
un'idea di lavoro di grande valore, perché non è solo un'attività che serve al cittadino ma
è anche una mano tesa a persone che hanno necessità di
lavorare».
Tutto l'esecutivo della Comunità della Vallagarina ha accompagnato la responsabile dei servizi sociali Carla Comper, in vi-
sita al nuovo sito del laboratorio di falegnameria delle cooperativa sociale il Girasole di
Rovereto. Ad accoglierli c'era
il presidente della Coop Saverio Manzana, i consiglieri Carlo Zandonai, Piergiorgio Bezzi
e Rossella Girardi (che è anche
operatrice) e il coordinatore
Roberto Brunelli.
11 Laboratorio della Cooperativa Girasole si è trasferito dalla
vecchia sede di via Cartiera a
un sito in zona industriale (accanto al Rovercenter) che sarà inaugurato ufficialmente il
17 aprile prossimo in occasione dei 30 anni di vita della coo-
perativa che si occupa di uomini con disagi di tipo psichico e sociale. Nel laboratorio attualmente lavorano 4 persone
e chiunque può portare un mobile o altri oggetti in legno a far
riparare o restaurare.
Nuovissimi e all'avanguardia i
macchinari e le cabine per lo
smontaggio, la pulizia e la verniciatura del legno. Nel corso
della visita l'esecutivo ha potuto vedere come si svolge il
lavoro di falegnameria e conoscere da vicino una realtà importante sia dal punto di vista
imprenditoriale che sociale.
Pag. 10
NON E SOLE "VALLE ACCESSIBILE", PROSEGUE IL PROGETTO
GSH, due nuovi
report
C
ontinua i l progetto "Una valle accessibile a
tutti" della cooperativa Gruppo Sensibilizzazione Handicap per segnalare te barriere architettoniche presentì sul territorio noneso e solandro.
Nel 2014 è stata fatta una revisione rispetto a
quanto rilevato a Revò nel 2011, in particolare sono stati presi in esame i punti critici emersi in quel
primo report. Nel documento si evidenzia come
molti esempi critici siano rimasti tali: via delle Maddalene, ad esempio, ancora oggi manca di camminamenti o marciapiede per rendere sicuro i l transito da questa zona, in via Monte Ozolo mancano ancora gli spazi pedonali. La situazione, si rileva nel
report, è rimasta invariata, anche se l'amministrazione ha dato disponibilità a proseguire nel miglioramento. A Cavizzana, invece, la ricerca effettuata
dal GSH, ha rilevato un manto stradale generalmente in buono stato, ma anche qui vi sono dei
punti da rivedere, come la mancanza di camminamenti, marciapiedi e strisce per l'attraversamento
pedonale o scalini al municipio, al cimitero, e mancanza di parcheggi per persone disabili.
LZ.
Pag. 11
Servizio nido,
nessun rischio,
anzi inaugurazione
TON - L'asilo nido voluto non
è a rischio chiusura. La conferma viene tanto da Mariangela Minati, responsabile della «Pro.Ges» che gestisce la
struttura (non un asilo nido,
ma un «servizio conciliazione lavoro»), sia dalla sindaco
Sandra Webber.
Ad avanzare l'ipotesi chiusura una genitrice: «Ad oggi si
possono contare solo due
iscritti, ed il servizio rischia
di essere chiuso», afferma in
una nota inviata in redazio-
ne». Prima dell'apertura avevano dichiarato interesse 12
famiglie; «sarebbe un vero
peccato», scrive la donna, «se
un progetto così ben organizzato dovesse finire per presunti divari politici».
La possibilità che il «nido»
(definiamolo così, per semplicità) possa chiudere viene
categoricamente smentita.
Una struttura costata 219 mila euro, ricavata in un edificio di proprietà comunale (ex
scuola) a Tbss, che ospita anche ambulatori e punto vendita della Famiglia cooperativa Primanaunia. «Nel 2010
c'era richiesta», afferma la sindaco. «Abbiamo incentrato la
nostra attività sui servizi alle famiglie, e questo che garantisce aiuto a genitori che
lavorano. La richiesta c'era,
basti pensare che c'erano genitori che portavano il bambino all'asilo nido di Segno
per poi tornare a valle e re-
carsi al lavoro in Rotaliana, o
magari a Trento...». Erano numerosi, gli interessati al servizio, che prevede rette proporzionate ad orari lavorativi e reddito, con i buoni di servizio, potenzialmente più economico (se a regime) di un
«normale» asilo nido. «Anche
ora abbiamo delle richieste
per il futuro», afferma Sandra
Webber. «La struttura non
chiude, anzi stiamo prevedendo di inaugurarla, tra qualche
settimana».
Pag. 12
di Michele Cindolo
Quasi 8000 fondisti
alla 42 a Marcialonga
di Fiemme e Fassa,
accorciata
di 13 chilometri.
Partenza da Mazzin,
non da Moena
D
ieci minuti netti: èil record
battuto dalla 42a Marcialonga
di Fiemme e Fassa prima ancora
di cominciare. Sono bastati 600
secondi, lo scorso giugno, per aprire e
chiudere le iscrizioni alla granfondo
internazionale del prossimo 25 gennaio.
Più una green...fondo al momento, non
solo per l'attenzione all'ambiente ma
soprattutto per la poca neve (a parte gli
oltre 200000 metri cubi prodotti
artificialmente), che, come nel 2007, ha
costretto gli organizzatori ad accorciare di
13 chilometri il percorso ed a spostare la
partenza a Mazzin (in località Campestrin)
alle 9. Ridotta di 12 km (33 anziché 45)
anche la "Light", che si concluderà a
Predazzo nel rispetto del programma.
Proprio il rispetto degli impegni presi con
le amministrazioni locali, la Provincia, i
volontari, gli sponsor ed i concorrenti ha
prevalso di nuovo sulle bizze dell'inverno.
Parliamo infatti di una Marcialonga, la
prima gara al mondo monitorata dal
CeRiSM di Rovereto per valutare
l'affaticamento della muscolatura in atleti
di medio-alto livello che si sfidano con la
scivolata spinta, presa di petto(rali)
quest'anno da quasi 8000 fondisti (ad
oggi 7711) di 31 nazioni - scandinavi
(oltre 4000) in testa, ma pure spagnoli,
australiani, sudafricani, israeliani,
statunitensi e giapponesi - con più dì
2500 "bisonti" italiani (sui circa
2800 totali, provenienti da una
settantina di province, compresi i
padroni di casa Antonella
Confortola-Wyatt e Bruno
Debertolis, l'ex campione olimpico
friulano Giorgio Di Centa edi noti
velisti Nicola e Claudio Celon)
prenotatisi già a marzo.
Un conto alla rovescia che fa bene
non soltanto alle due valli, ma a
tuttoilTrentino, visto l'indotto
turistico di otto milioni di euro. Sono
44757 le presenze annue ascrivibili
alla Marcialonga Ski: 33805 solo
nella settimana della "popular race"
più famosa d'Italia, nonché una delle
più amate a livello mondiale.
Il comitato organizzatore presieduto
da Angelo Corradini ha ridisegnato
alcune zone (quella d'incontro fra i
torrenti Avisio eTravignolo a
Predazzo, dov'è stato allestito un
nuovo traguardo sprintin centro, e
quella nei pressi del ponte dei
Castellani, spostando altresì il giro di
boa di Canazei all'interno
dell'abitato) e previsto due ulteriori
punti di produzione neve nel lungo
tratto cheinteressaliVal di Fiemme
(Molina-Predazzo) ed in parte la Val
di Fassa, perii quale nei tre mesi
invernali transitano circa mille
appassionati degli sci stretti al
giorno. Correttivi che, però, non
faranno scalare posizioni nella
classifica delle dieci piste italiane pil
belle stilata dall'Osservatorio
Turistico della Montagna, in cui i 70
km da Moena a Cavatese sono già
l'unico tracciato "nordico" presente.
Di intrattenimento
agonistico sono invece
gli ormai classici eventi
di contorno, attesi con
non meno palpitazione:
la 3a Marcialonga Story
di sabato 24 al "Centro
delfondo"diLagodi
Tesero, con sci ed
abbigliamento
antecedenti il 1976, che
anticiperà la 15a
Marcialonga Stars sempre allo stadio
teserano, manifestazione a sostegno
della Lega Italiana perla Lotta
contro i Tumori, che farà a sua volta
da battistrada alla 30a
Minimarrialonga, nata proprio da
un'idea dell'attuale presidente
Corradini e di Elio Pontalti ed ora
marchiata "Family in Trentino", e la 5a
Marcialonga Young, che, grazie alle
gareriservatealle categorie Allievi,
Aspiranti e Junior, si protrarrà fino a
domenica.
Pag. 13
DIETRO LE QUINTE NELLE FOTO DI ALESSIO COSER.
Un monumento
d'immagini vere
L'inno al volontariato
nel lavoro di venti
società sportive
trentine
a retorica è sempre in agguato,
quando s'incensano le squadre
vincenti, i campioncini in erba,
lo spirito di gruppo. Ma le foto non
mentono e, soprattutto quando sono
scattate con uno spirito di realistica
documentazione, sanno evitare i l rischio della retorica.
Alessio Coser, fotoreporter trentino,
padre di famiglia dalle antenne sociali,
è riuscito^ costruire con le sue immagUff'un monumento al volontariato
.sportivo, molto più efficace di tante
commemorazioni e di molte righe
scritte. Ha fatto visita alle sedi di alcune delle società dalla Cassa Rurale di
Trento, raccontandone la Anta segreta,
lo sforzo ordinario, i protagonisti silenziosi: 17 diverse discipline, molte
situazioni simili come la riunione, la
L
trasferta, i l riordino dello spogliatoio.
Con qualche scheda storica e le essenziali didascalie di Leonardo Pontalti è
riuscito a realizzare un album elegante
(la grafica è merito di Giulia Coslovich,
e può costituire un buon format anche
per i l futuro) in cui non brillano per
una volta i marchi ed i trofei, i primati e
le mani alzate, ma spiccano invece gli spogliatoi e i magazzini, le lavatrici e i tesseramenti.
I l pane quotidiano di tanti volontari per scelta che lavorano dietro le quinte: dall'accompagnatore silenzioso al magazziniere preciso,
dalla "signora delle carte" all'allenatore che
non va mai in pensione. Un ritratto corale, capace di mettere in rilievo le luci, ma anche le
ombre (il difficile ricambio, i l rischio agonismo, le esigenze delle famiglie, le tentazioni
del mercato...) di un modo di affrontare lo
sport all'insegna della gratuità: chi ha ricevuto, vuol continuare a dare. Uno stimolo per
tanti volontari - anche quelli qui non present i - a non mollare, a sentirsi riconosciuti, rappresentati. Un libro che poteva essere realizzato anche dall'assessorato provinciale o dal Coni o dal CSI: i l fatto che lo
abbia voluto una Cassa Rurale è un buon titolo di merito.
d.a.
Pag. 14
Un pezzo dell'ex Bruno
salvato dal museo storico
Via Dogana, iniziata ieri la demolizione della stru
TRENTO L'ex sede
del Centro sociale Bruno, in via Dogana, sta
per scomparire del tutto. E, con
essa, se ne sta per andare anche
l'originale murale che abbelliva
la facciata rivolta verso il cuore
del capoluogo, raffigurante
quell'orso a fauci spalancate disegnato per ricordare la morte
dello «sfortunato» Jji (il piantigrado ucciso in Baviera nel
2006).
Ieri, dopo i lavori di precantiere delle scorse settimane, le
ruspe hanno iniziato ad abbattere la struttura all'angolo tra
via Dogana, via Romagnosi e
via Segantini: per completare
la demolizione ci vorranno trequattro giorni. Poi, dell'edificio
realizzato all'inizio del Novecento e divenuto sede del centro sociale dal 2007 al 2013, non
rimarranno che macerie, da
smantellare per lasciare posto
a un parcheggio.
Ieri, in via Dogana, le ruspe
hanno attirato la curiosità dei
passanti, cittadini ma non solo,
che hanno osservato l'ultimo
atto di un immobile finito suo
malgrado, negli ultimi anni, alla ribalta delle cronache per la
sua trasformazione in centro
sociale (con conseguenti polemiche a livello comunale tra i
favorevoli e i contrari all'occupazione della struttura), per il
suo coinvolgimento nelle trattative tra Provincia, Comune e
Cooperazione legate alla riqualificazione dell'ex Italcementi e
per il successivo utilizzo da
parte di senzatetto.
Ma a far discutere, nel bene e
nel male, era stato in questi anni anche il grande e colorato
murale, realizzato nel 2008 dal
messicano Omar Garda Cruz e
dallo spagnolo Jordi Galindo. E
che in molti avevano chiesto di
salvare.
Ad attivarsi in questo senso,
proprio in queste ore, è stata la
Fondazione museo storico del
Trentino, che ha fatto sapere di
essere interessata a un pezzo di
murale, per poterlo conservare
e per utilizzarlo, in futuro, in
qualche iniziativa di valorizzazione della storia dell'edificio e
del centro sociale Bruno.
Non solo. Sempre in questi
La fondazione
È stata realizzata una
campagna di raccolta
foto e video da usare
per iniziative future
giorni la fondazione ha promosso una campagna di raccolta di fotografie e video (di
cui si è occupato Lorenzo Pevarello), per documentare l'immagine esterna e interna dell'immobile prima della demolizione e durante i lavori di
queste ore. n materiale sarà utilizzato, anche in questo caso,
probabilmente per dei progetti
e delle iniziative relative alla
storia del centro Bruno.
Marika Giovannini
Pag. 15
Facciata del Bruno in mostra
GIUSEPPE FIN
Ieri mattina sono
iniziati i lavori di
demolizione della
struttura che per
diversi anni ha
ospitato il centro
sociale
Entro 10 giorni
edificio raso al suolo
per fare spazio a un
parcheggio
O t t a . Progetto del Museo
storico per conservare parte
del murales di via Dogana
Un pezzo del murale presente sulla
facciata dell'ex Centro sociale Bruno
verrà conservato. A farsi promotore
dell'iniziativa è la Fondazione del Museo Storico del Trentino che proprio
in questi giorni ha deciso di fare un
passo in avanti per evitare che l'intero murale realizzato da Omar Garcia
e Jordi Galindo venga distrutto assie-
me all'abbattimento dell'intero edificio. «Non sappiamo al momento - hanno spiegato alcuni rappresentanti della Fondazione - di che dimensioni sarà il pezzo di facciata che si riuscirà
a conservare. Questo murale ha rappresentato un aspetto importante per
la nostra città e abbiamo in futuro un
progetto di utilizzarlo per un lavoro
di narrazione di quello che l'edificio
e il Centro sociale Bruno hanno rappresentato a livello storico per la città di Trento».
Una notizia, questa, che è arrivata proprio ieri quando, alle ore 8.30 circa,
dei bracci meccanici hanno affondato i propri artigli nelle vecchie mura
dell'edificio dell'ex Dogana.
Dopo un settimana di preparazione
la ditta demolitrice «Zampedri Lorenzo Sri» ha dato il via al proprio lavoro partendo dalla tettoia presente nel
lato posteriore dell'edificio, sotto alla quale fino a sette giorni fa erano in
tanti i senza fissa dimora che cercavano un riparo per le fredde notti invernali.
Il braccio meccanico ha letteralmente strappato una dopo l'altra le assi
di legno che sostenevano la struttura fino a demolirla completamente. A
guardare il cadere dei detriti e l'inizio
della demolizione di un edificio che,
nel bene o nel male, ha rappresentato una parte di storia della città di
Trento, sono accorsi diversi cittadini
e numerosi dipendenti della Trentino
Trasporti presenti nei vicini stabili
della stazione di Trento - Male. «I la-
vori - hanno spiegato i responsabili
della ditta - proseguiranno per circa
10 giorni. Ci dovrà essere anche la pulizia dei detriti. I serramenti dell'edificio sono già stati tolti preventivamente nei giorni scorsi e ad essere recuperati sono stati anche gli scalini
interni».
L'edificio dell'ex Dogana, in passato,
era stato luogo di deposito merci per
poi tornare alla ribalta, dopo un periodo di abbandono, nell'ottobre del
2007 con l'occupazione da parte del
Centro sociale Bruno che proprio in
quei mesi aveva lasciato l'ex collegio
Mayer.
Ieri, dopo la demolizione della tettoia esterna si è iniziato a colpire la struttura stessa dell'edificio partendo dalla parte posteriore, quella vicina al
palazzo della Cooperazione. Anche in
questo caso il braccio meccanico ha
affondato i propri artigli di ferro all'interno delle vecchie mura come fossero pezzi di burro. Detriti di cemento e assi di legno hanno iniziato a riempire l'intero perimetro che si trova attorno al Bruno delimitato da grosse
transenne di ferro e cemento per evitare pericoli ai cittadini. I lavori proseguiranno anche nei prossimi giorni. L'ultima tappa della demolizione,
se i programmi non cambieranno, riguarderà la facciata principale con il
murale. Come già detto nei giorni scorsi, al posto dell'ex Dogana verranno
realizzati 38 parcheggi per il personale della Trentino Trasporti.
Pag. 16
emolitori al lavoro
Presto l'ex Dogana
sarà solo un ricordo
%
ili
n
m
Iniziato ieri mattina Tabbattimento della struttura austriaca
Anche il murales del Bruno destinato ad essere spazzato via
Ieri, di buon mattino, è inizia- tive hanno spesso protestato.
ta la fine dell'ex Dogana. Ha La macchina demolitrice ha
preso il via quando T'escava- lavorato per tutta la giornata
tore della ditta Zampedri di di ieri, "divorando" l'edificio
Pergine ha cominciato a partendo dalla parte nord, co"mangiare" la vecchia strut- stantemente spruzzato da un
tura. Quasi come la bocca di cannone molto simile a quelun drago, la pinza meccanica li usati sulle piste per l'inneha staccato per primo un pez- vamento artificiale con aczo di grondaia e poi ha preso qua nebulizzata, che impedia tirar giù le parti in muratura va alla polvere di alzarsi dalle
della struttura realizzata tra il macerie. L'abbattimento pro1901 e il 1904 per ospitare seguirà anche oggi e sotto i
proprio la Dogana dell'impe- colpi del braccio della ruspa
ro austrungarico. Una strut- cadrà anche il grande e colotura governativa, insomma, ratissimo murales, realizzato
che quasi cento anni più tar- nel 2008 da un gruppo di artidi avrebbe ospitato il centro sti messicani. Sparirà il gransociale Bruno, i cui attivisti de orso - si tratta ovviamente
contro le istituzioni governa- di Bruno, il figlio di Jurka che
era stato ucciso poco prima
della realizzazione dell'opera
- che nella sua bocca
"ospita" la porta d'entrata sul
lato sud dell'edificio. Un'opera artistica che in molti, nelle
scorse settimane, avrebbero
voluto in qualche modo salvare, ma che invece sparirà
per lasciare spazio ad un parcheggio. Sparisce un pezzo di
storia di Trento per creare
preziosissimi spazi alle automobili. Conclusa la demolizione, infatti, si prowederà
alla rimozione della montagna di macerie, per poi dare il
via
alla
sistemazione
dell'area.
(p.t.)
ORIPR0DUZI0NE RISERVATA
Pag. 17
«L'autonomìa delle Rurali è in perìcolo»
JL
Dopo la cancellazione del contratto integrativo, i sindacati spiegano i quattro giorni di sciopero della prossima settimana
I DIPENDENTI
I TAGLIENTE A PAG. 21
«Scioperiamo
perché le Rurali
rischiano»
Dopo la cancellazione del contratto integrativo, i sindacati spiegano i quattro giorni di sciopero della prossima settimana. I bancari: «Qui
tocca a noi difendere la cooperazione trentina»
eli Paolo Tagliente
«Non è una questione di benefit o di agevolazioni. No, si tratta di una questione di principio
e in gioco c'è l'autonomia stessa delle nostre Casse Rurali e di
quella specificità che da sempre ha fatto del Trentino un
modello per molti». A parlare
sono i segretari delle quattro sigle sindacali dei bancari trentini: Romano Vicentini della Fisac Cgil, Domenico Mazzucchi
della Fabi, Maurizio Mosaner
della Uilca Uil e Mariano Perotti della Fiba Cisl che ieri, nella
sede della Fiba, in passaggio
Vittorio Zippel, hanno spiegato
le ragioni della mobilitazione
che la settimana prossima si
tradurrà in quattro giorni di
sciopero -lunedì 26, martedì
27, giovedì 29 e venerdì 30 gennaio - della Casse Rurali del
Trentino e che, salvo passi indietro della Federazioni, proseguirà anche la settimana successiva con altre quattro giornate, nei medesimi giorni. Lunedì e mercoledì mattina, inve-
ce, i presidi davanti alla Federazione. «Il 19 dicembre scorso spiega Mazzucchi - Federcasse
Roma ha di fatto deciso la cancellazione del contratto integrativo provinciale a partire dal 1
febbraio "per sostenere al meglio il tavolo nazionale del rinnovo del Contratto Nazionale",
scaduto il 31 dicembre del
2013. Sconcertano il modo e
l'atteggiamento dell'associazione nazionale delle Banche di
Credito Cooperativo e Casse
Rurali, ma sconcerta ancora di
più l'acritica obbedienza della
Federazione di Trento che, tra
le prime in Italia, ha accolto le
indicazioni di Roma e ha unilateralmente disdetto l'integrativo. Atteggiamento opposto a
quello della Federazione altoatesina che ha subito opposto
un fermo rifiuto alle indicazioni di Federcasse questa proposta». In questi giorni, i sindacalisti hanno girato in lungo e in
largo la provincia per incontrare i dipendenti delle rurali - 33
le consultazioni assembleari - e
spiegare loro cosa sta accaden-
do. La partecipazione è stata altissima, raggiungendo la percentuale record del 92 per cento del personale interessato.
«Un 92 per cento che si è schierato contro la cancellazione
dell'integrativo» hanno spiegato. E proprio perché non si tratta di una mera questione di benefici economici, per i rappresentanti sindacali è necessario
che anche la gente, che i trentini conoscano quali sono le ragioni dello sciopero e quali sono i rischi per la cooperazione
trentina «di cui, ormai, lavoratori e sindacato sembrano essere gli unici difensori rimasti».
«Se le cose non cambieranno continuano - il prossimo 1 febbraio l'integrativo verrà sostituito da un regolamento aziendale sostitutivo che ai lavoratori
toglie dignità, svilisce il loro lavoro, costante e profondamente radicato nel tessuto sociale, e
priva le Casse Rurali di ogni potere di gestione su un territorio
fatto di una miriade di microrealtà, dove la rurale non è mai vista come una semplice banca e
dove unafittissimarete di relazioni personali e associazionismo rappresenta un patrimonio unico. Impossibile pensare
che un regolamento redatto
per Banche di credito cooperativo con centinaia o migliaia di
dipendenti attive in altre regioni italiane, possa rispondere alle esigenze di realtà trentine
che di dipendenti ne contano
anche solo sette. L'obbiettivo
di tutta questa operazione è evidente: accentrare tutto il potere a Roma, privando di qualsiasi autonomia le Casse Rurali,
l'ultimo istituto bancario trentino dopo che Btb e Caritro sono
Pag. 18
passate in altre mani».
Domenico
Mazzucchi
La scelta
unilaterale di disdire
il contratto integrativo
toglie dignità ai lavoratori
e alle persone: il futuro
si affronta dialogando
Maurizio
Mosaner
Dall'Alto Adige
è arrivata la ferma
opposizione alle richieste
di Federcasse Roma
Qui tocca a noi difendere
la cooperazione trentina
Pag. 19
UN MONDO IN EWOLUZIONE
ambiamenti necessari
decidiamo assieme»
A chi sottolinea che in questo
difficile momento storico anche il mondo delle banche sta
profondamente cambiando, i
segretari di Fabi, Fiba Cisl, Fosac Cgil e Uilca Uil rispondono
che tutti sono pienamente consapevoli dei profondi mutamenti in corso. «Nessuno spiegano - ha intenzione di fare muro contro muro e da parte di tutti c'è la massima disponibilità al dialogo per far fronte
alle nuove problematiche. Ma
deve essere un dialogo costruttivo, dev'essere un confronto
aperto e civile. I problemi non
si risolvono certo con colpi di
mannaia calati dall'alto, il cui
scopo è quello di togliere autonomia ad un territorio e a realtà che stanno affrontando le
nuove sfide in maniera dinamica ed efficace».
A provarlo sono i dati della
stessa Federcasse Roma e relativi all'anno 2013. Per quel che
riguarda il costo del personale
il costo per singolo dipendente
è di 76.550 euro nelle banche
dell'Abi, di 74.659 euro nel sistema nazionale delle Banche
di Credito Cooperativo e di
71.989 euro nella Casse Rurali
Trentine. Ma non solo. Altri dati della Federazione trentina
mostrano che le spese per il
personale sul totale dell'attivo
nel settore delle Casse Rurali e
Banche di Credito Cooperativo, il Trentino si piazza al secondo posto, con un 0.89 per
cento, dietro il Piemonte a 0.81
e a fronte di una media nazio-
nale che è di 1.08 per cento. Anche su questo fronte, insomma, il Trentino andrebbe preso
a modello. «Invece si cerca di
azzerare tutto - tuonano - di
cancellare la nostra identità».
Ma qualcosa già si sta muovendo: proprio in queste ore i presidenti delle rurali di Non e Sole avrebbero scritto al presidente della Cooperazione
Trentina, Diego Schelfi, per
chiedergli di fare un passo indietro e ritirare la disdetta. Presidenti che, evidentemente, la
pensano in maniera opposta ai
rappresentanti che, nella Capitale,il 19 dicembre scorso^vevano approvato le scelte di Federcasse Roma per la cancellazione dell'integrativo,
(p.t.)
Pag. 20
«L integrativo delle Rurali
moneta di scambio con Iccrea»
Scioperi, l'accusa dei sindacati. Disdetta, le valli di Non e Sole protestano
Rurali, i sindacati preparano la battaglia
Cooperazione sotto accusa: «L'integrativo barattato con la holding del Nordest»
di Enrico Orfano
Ore decisive per il credito cooperativo trentino, I sindacati
di settore confermano gli 8
giorni di sciopero, che rischiano di paralizzare anche gran
parte delle Bcc del resto d'Italia, dato il coinvolgimento di
Phoenix e Cassa centrale. Oggi
Schelfi a Roma tenterà di strappare una proroga, domani in
assemblea riferirà ai presidenti. I sindacati ritengono che il
«sacrificio» locale serva a spingere la holding del Nordest.
a pagina 11
TRENTO I sindacati del credito
cooperativo, forti della partecipazione sostenuta a 33 assemblee di fila in due settimane,
confermano gli 8 giorni di
sciopero a partire da lunedì. I
primi due giorni sono previsti
presidi davanti alla sede della
Federazione, venerdì 30 ci sarà
un vero corteo, da via Segantini
a Piazza Dante. La disdetta dell'integrativo, che di fatto esautora la rappresentanza dei lavoratori, viene letta come il prezzo che la cooperazione trentina
paga a Roma pur di rimanere
«in partita» nel confronto Iccrea-Cassa centrale banca. Intanto oggi si spera che Schelfi
riesca a strappare una proroga
al presidente Azzi.
Del clima che si surriscalda
parla Domenico Mazzucchi, segretario Fabi: «I presidenti delle Rurali di Val di Non e Sole
hanno scritto una lettera la
presidente di Federcoop Diego
Schelfi in cui gli chiedono di ritirare le disdetta». La Federazione però ha ricordato che la
disdetta dell'integrativo pro*vinciale — comandata da Federasse in applicazione dal
primo febbraio per stringere la
morsa sul tavolo della contrattazione nazionale — è stata votata «all'unanimità». «Ma non
è vero — ribattono i sindacati
— il sì è arrivato nel Comitato
di settore, nel cda di Federcoop
e nella delegazione sindacale.
Mai hanno votato i presidenti».
C'è da dire però che la mano
l'hanno alzata i rappresentanti
di quelle 42 Casse rurali e società di sistema, e ora forse è
tardi per lamentarsi. Fabi (di
gran lunga sigla maggioritaria), Uilca, Fisac Cgil e Fiba Cisl
vogliono andare fino in fondo.
La loro arma più forte è forse
l'appoggio dei lavoratori di
Phoenix informatica bancaria
e di Cassa centrale: le due assemblee di ieri hanno registrato oltre il 90% di adesione. «I
dipendenti sono preoccupati
per l'impatto che la loro protesta può avere, ma sono obbligati» continua Mazzucchi. Gira
voce che le due strutture stiano
«lavorando ai fianchi» Schelfi
per scongiurare lo sciopero,
che avrebbe un impatto fortissimo, dato che Phoenix gestisce l'informatica di 250 fra Bcc
e società annesse e Ccb guida
tutto il credito cooperativo del
Nordest (e oltre). Il polo del
Triveneto, che ria come fulcro
Trento (Phoenix-Ibt-Ccb-Mediocredito), da tempo si contrappone a quello dell'asse Roma-Milano (Iside-Iccrea).
Trento sta creando una «holding del Nordest» e forse, perché il presidente nazionale
Alessandro Azzi lo conceda,
qualcosa deve cedere. «La partita fra Trento e Roma è importante, dal punto di vista imprenditoriale — ragiona dun-
que il segretario della Fabi — il
Trentino non vuole rimanere
fuori: il nostro contratto è un
pretesto, un prezzo da pagare a
Roma».
giorni
Che il contrato sia «moneta
Gli scioperi
di scambio» i sindacati lo deproclamati
ducono confrontando i conti.
nelle Rurali
In bilancio la spèsa media per
un dipendente con contratto
Abi è 76.550 euro, nel sistema
Bcc nazionale è 74.659 e nelle
Rurali trentine solo 71.989. La
spesa per il personale sul totale
mila
dell'attivo in media è dell'i,o896,
mentre in Trentino solo dello
Il personale
0,89%. Qui dunque il personale
con contratto
costa meno, perché punirlo?
Federcasse
Oggi a Roma è previsto un
esecutivo in cui Schelfi, che è
vicepresidente nazionale, proverà a portare a casa una proroga dell'integrativo. Ma due o tre
banche
mesi per i sindacati non sono
Le Casse rurali
sufficienti. «L'orizzonte a cui
del Trentino: si
puntiamo è almeno quello di
aggiungono
maggio-giugno — dice RomaCcb e Phoenix
no Vicentini (Fisac Cgil) —, in
modo da aver tempo di lavorare a una controproposta». Se
non arriveranno risultati, anche in extremis, allora lo sciopero sarà certo. «Un disconoper cento
scimento del sindacato, che
La media della
deriverebbe dall'imposizione
presenza alle
di un regolamento unilaterale
assemblee
al posto del contratto, verrebbe
visto malissimo anche dagli altri comparti» ragiona Maurizio
Mosaner (Uilca). Senza contare
che verrebbe meno nell'am«L'integrativo delle Rurali
noncta di scambio con Iccrea»
biente cooperativo, tradizioSÌÌK=nalmente terreno collaboratil" f s s ^
S
i
i
l
i
\M:
vo. «Centinaia fra i 3000 dipenWSmmsSMj^?
= islss^
- ^Sissssdenti sono amministratori di
coop, una trentina perfino presidenti» nota Mariano Perotti
(Fiba Cisl). La rabbia cresce.
8
42
92~
Eonon*
HI istigai
Enrico Orfano
© RIPRODUZIONE RISERVATA
^ ^ _
,__
Kxpo hotel punta a 20.000 visi
Slow food parla di sostenibilità
• ! • • • I=!~'
Pag. 21
Casse rurali. Sciopero, Tira dei sindacati
«Così ci tolgono
tutta la dignità»
«Nessuna questione economica ma la necessità di proteggere i nostri valori cooperativi». I segretari di Fabi, Fiba Cisl,
Fisac Cgil e Uilca a pochi giorni dall'inizio dello sciopero
che porterà per ben quattro
giornate, il 26,27,29 e 30 gennaio, l'astensione dal lavoro
per gli addetti del credito cooperativo in Trentino, hanno
chiarito ieri le motivazioni di
questa prima e importante iniziativa che replicherà poi il
16,17 e 19,20 febbraio.
Lo stato di agitazione è nato
nel momento in cui la Federazione Trentina delle Cooperative ha disdetto i contratti integrativi aziendali in tutte le
Casse Rurali a partire dal primo di febbraio sostituendoli
con regolamenti interni imposti unitariamente dalle singole aziende a tutti i dipendenti.
«Abbiamo deciso questa azione di sciopero - ha spiegato ieri Domenico Mazzucchi della
Fabi - perché non accettiamo
questo sistema. Si vuole togliere la dignità del lavoratore».
Da un lato a creare preoccupazione è la decisione di lasciare all'azienda il potere di
gestire i rapporti di lavoro ma
dall'altro i timori riguardano
l'intero sistema cooperativo.
«Quello che sta accadendo ha spiegato Mazzucchi - può
creare un percorso di azzeramento delle capacità e dell'autonomia delle casse rurali che
andrà a Roma».
Problematiche, queste, che
sembrano essere molto sentite dai lavoratori presenti nelle 42 Casse Rurali sparse sul
territorio. Proprio in queste
settimane si stanno svolgendo le 33 consultazioni assembleari dove la partecipazione
dei lavoratori supera il 92%.
«Abbiamo percepito - hanno
spiegato i sindacati - rabbia e
avvilimento. Oggi i lavoratori
e il sindacato s o n o r i unici ad
essere i difensori della vera
cooperazione trentina».
La decisione di azzerare il contratto integrativo è stata giustificata, hanno spiegato i sindacati, dalla necessità di un
cambiamento dovuto alle criticità dell'attuale situazione
economica. Giustificazioni a
cui i sindacati hanno risposto
con dati che dimostrano la virtuosità e l'efficienza del sistema trentino. Prendendo i dati
2013 di Federcasse Roma, riguardanti il costo medio per
singolo dipendente, è possibile vedere che per le Casse Rurali questo valore è di 71 mila
989 euro ben inferiore rispetto le banche Abi e Bcc.
Se si prende in esame, poi, il
dato che riguarda il raffronto
tra quanto un lavoratore percepisce con ciò che complessivamente produce sul posto
di lavoro il Trentino arriva secondo con una percentuale
dello 0,89% rispetto una me-
dia nazionale dell'1,08%.
«Con un dato trentino inferiore del 20% rispetto la media
nazionale - hanno affermato i
sindacati - non capiamo come
l'azzeramento della contrattazione trentina porterà vantaggi». Ed ecco allora che da
Fabi, Fiba Cisl, Fisac Cgil e Uilca arriva un appello a tutti i
presidenti delle singole casse
rurali affinché «non cedano alla logica imposta da Roma con
l'introduzione di un regolamento aziendale sostitutivo di
un contratto». Al mondo della politica si chiede di «attivarsi in difesa del modello di banca della Casse Rurali». Per
quanto concerne lo sciopero,
lunedì e martedì prossimi si
terrà un presidio presso la Federazione in via Segantini dalle ore 9.30 alle ore 11.30 mentre per venerdì prossimo si sta
organizzando una manifestazione che si svolgerà da via Segantini a piazza Dante. G.Fin
Pag. 22
«Fondo strategico»
Domani il road show
promosso da Laborfonds
TRENTO Arriva in Trentino, dopo la tappa
bolzanina, il roadshow per la presentazione del
«Fondo strategico» promosso da Laborfonds,
Regione e Province autonome. L'appuntamento
è per domani, 23 gennaio, dalle 16 alle 18 nella
sede della Camera di commercio. Dopo i saluti
del presidente della Camera Gianni Bort e della
Provincia Ugo Rossi interverranno Gianfranco
Cerea (presidente di Cassa del Trentino); Mauro
Sbroggiò (ad di Finint investments sgr);
Antonello Briosi (presidente di Laborfonds). A
seguire è in programma una tavola rotonda a
cui parteciperanno Andrea de Vido (ad di
Finanziaria internazionale); Fausto Manzana
(presidente di Gpi spa); Giuseppe Bertolini
(presidente della Cooperativa artigiana di
garanzia); Alessandro Toldo (direttore dell'area
di Trento di Volksbank); e Lino Benassi
(presidente di Finanziaria trentina). Modera il
direttore del Corriere del Trentino, Enrico
Franco. D. Fondo strategico serve per fornire
finanziamenti alle imprese che non riescono a
reperirlo dal credito bancario. Oltre agli
investimenti in rninibond, il Fondo punterà su
cambiali finanziarie, export credit notes ed altri
strumenti finanziari innovativi.
Pag. 23
ParteDiNoLit
il mini-portale
delle Plurali
TRENTO. «ParteDWoi.it» è iE
nome scelto per II mini-sito
delle Casse Rurali Trentine con
la persona al centro. «Il credito
cooperativo - viene spiegato da
Giuseppe Armani, responsabile
marketing di Cassa Centrale
Banca - è formato Innanzitutto
dalle persone. Mai non abbiamo
semplicemente collaboratori,
soci e clienti. Noi abbiamo,
prima di tutto, persone. Tutte
quelle che ogni giorno, a vario
titolo, esprimono la loro fiducia
al sistema della cooperazione
di credito, investendo e
partecipando alla vita della
comunità». Al mini-sito i
ricolloci meliti di Mediastars;
premio indipendente che
celebra il meglio della
creatività italiana dove ha
collezionato quattro risultati;
primo posto in due categorie
(Corporate Identity e visual
identity), la menzione speciale
per l f Art Direction e la finale
della sezione Esterna.
Pag. 24
La Vis, banche ferme
L'assemblea si avvicina
Situazione incerta
TRENTO Ancora non
sono state prese decisioni
riguardo alla vicenda della Cantina La Vis, a
capo dell'omonimo gruppo. Gli istituti di
credito devono ancora dare un giudizio rispetto
al piano di risanamento presentato nei giorni
scorsi, che poggia su un preliminare ok allo
stand-stili (moratoria sulle linee di credito
scadute, in tutto 57 milioni) fino al 31 marzo. In
particolare sembra che ad allungare i tempi ci
sia stata la richiesta di «super-riservatezza» sul
medesimo piano (che comunque non dovrebbe
essere molto diverso da quanto circolava negli
ultimi mesi) fatta alle banche. C'è molta
attenzione alle decisioni che prenderanno
Rurale di Trento e Cassa centrale banca, in
precedenza contrarie. Difficile un assenso
extra-cooperativo se manca il sostegno
all'interno dello stesso movimento. Intanto si
avvicina l'assemblea di lunedì 26 gennaio: forse
il bilancio della cantina, finora «provvisorio»
diventerà definitivo e messo ai voti, pur senza i
poco meno di 20 milioni provinciali. Dovrebbe
venire illustrato anche il consolidato, finora
non pervenuto. Centrale il nodo di Casa Girelli,
ma da Palazzo Thun nessun segnale.
© RIPRODUZIONE RISERVATA
Pag. 25
MERCATI
MELE A PREZZI BASSI.
La vendita di mele produzione 2014
da parte di Melinda prosegue con regolarità e rispetta i l programma di decumulo. I prezzi realizzati finora sono però inferiori del 25-30% rispetto a quelli della precedente campagna. Le altre OP del Trentino operano in condizioni simili o
anche peggiori.
Pag. 26
a cura di
Sergio Ferrari
e Giuseppe Michelon
Un'indagine
di Nomisma fornisce
indicazioni per
incentivare in modo
proficuo il rapporto
tra vini e cantine
del Trentino
e turisti abituali
od occasionali.
Serve però unità
di intenti
egli ultimi mesi abbiamo
letto e approfondito i l
contenuto di quattro
documentiriguardantivino e
viticoltura che, salve le differenze legate
alla finalità e ai territori di riferimento,
hanno in comune, seppure
parzialmente, il rapporto tra vini e
turismo.
Li citiamo in ordine cronologico.
"Gli italiani, i l Franciacorta e la
Franciacorta", sintesi dell'indagine
demoscopica svolta nel settembre 2014
da AstraRicerche perii Consorzio di
tutela del Franciacorta.
'Ilfuturo della vitivinicoltura
Altoatesina", intervento di Alois Lageder
al seminario su "Come cambia la
viticoltura: immagine delfuturo"
nel'ambito del progetto "A nord di
Trento, a sud di Bolzano" del 23 ottobre
2014.
N
"Nuovi scenari evolutivi del mercato del
vino",ricercasvolta da Winemonitor
Nomisma perincarico del Consorzio
tutela vini trentini, 6 novembre 2014.
"Indagine su turisti e escursionisti in
Trentino" eseguita nel mese di
novembre dagli stessi esperti, sempre
proporre tutta intera la nostra regione
perincarico del Consorzio, 11 dicembre
come ecologica, avremmo un grande
2014.
asso nella manica e un unico punto di
La primaricercarealizzata tramite 1.500 forza. Con grandi benefici, oltre che per
interviste on-line a un campione
l'agricoltura, anche périlturismo e
rappresentativo degli italiani
l'intera economia".
18/70enni, pari a circa 40,9 milioni di
I l primo resocónto di Nomisma affronta
adulti, ha stabilito che la conoscenza
la situazione a livello mondiale e porta a
aiutata del Franciacorta è di ben il 95%
due conclusioni: conviene puntare
degli interessati e quello della zona di
sempre di più sull'esportazione dei vini
produzione del Franciacorta DOCG, pure trentini e cercare anche nuovi mercati;
aiutata, raggiunge l'85% del campione.
prestare impegno non solo per
Convince lo stile asciutto ed essenziale
assicurare ai vini del Trentino la massima
delle domande: profilo di immagine,
qualità, ma per renderli distinti rispetto
occasioni di consumo, abbinamento tra
alla concorrenza.
cibi e Franciacorta, fedeltà di acquisto e La secondaricercaè densa di afre e di
consumo. I l resoconto si conclude con
spunti propositivi, mai dati più
l'elenco a percentuale decrescente delle importanti ai fini applicativi sono
azioni per portare la Franciacorta e il suo sommersi da una serie di domande
prodotto sempre più in alto nella
anche superflue a scapito di alcune che
valutazione dei potenziali visitatori e
dovevano mirare diritto all'obiettivo: c'è
consumatori. Offrire promozioni, sconti, spazio per accrescere proficuamente il
pacchetti convenienti; promuovere il
rapporto tra vini trentini e turisti
turismo enogastronomico; creare temi
abituali e occasionali?
tematici (naturali enogastronomici,
Sono stateintervistate 1.397 persone
culturali), ospitare grandi eventi
tra cui 450 turisti ed escursionisti che
(musicali, di cinema, sportivi).
negli ultimi 2-3 anni si sono recati in una
Si tratta, è benerimarcarlo,di
località del Trentino. Un primo dato: il
suggerimenti forniti dagli intervistati.
20% degli italiani preferisce fare
Alois Lagederè personaggio mitico della vacanzein un territorioriccodi vini di
vitienologia altoatesina e rappresenta di qualità, mentreil44%riconoscenei
vigneti un espressione molto bella del
diritto e con onore la categoria dei
territorio.
titolari di cantine private dell'Alto
Ma comesi posizionailTrentino rispetto
Adige. La sua relazione, ampia e
alle altre regioni italiane? Al quinto
dettagliata, pone a confronto due
posto dopo Toscana, Sidlia, Puglia e
epoche storiche: i primi anni '80 del
'900, quando la vitienologia altoatesina Sardegna. IlTrentino è percepito come
luogo amico della natura (32%), ma
ha imboccato con decisione e con i l
anchericcogiacimento di cibi e di vini di
supporto dei politici la strada del
grande qualità (28%).
rinnovamento per usare dalle
L'enogastronomia è considerata al
conseguenze, seppure indirette, dello
primo posto per l ' l l % dei turisti. 1148%
scandalo del vino al metanolo eil
dichiara di conoscere i vini trentini. I più
momento attuale che consente di
noti sono: Pinot grigio, MùllerThurgau e
evidenziare i buoni risultati raggiunti
Chardonnay.
dai vini dell'Alto Adige, ma obbliga a
1140% degli escursionisti e turisti del
guardare alfuturo e alle sfide da
Trentino'sarebbe interessato a
affrontare.
trascorrere un breve periodo di vacanza
Prime fra tutte il caos climatico e la
in una azienda vitivinicola. Completano
accresciuta sensibilità ai problemi della
il quadro altri dati utili per ricavarne
biodiversità e dell'agricoltura
indirizzi operativi. I l Consorzio Vini del
ecosostenibile.
Trentino e la Strada del vino e dei sapori
La proposta di Alois Lageder è
intendono utilizzarli concretamente.
sintetizzata così: "Se potessimo
Pag. 27
Serve però unità di intenti per passare
dalle parole ai fatti.
Pag. 28
PinzoIof la Famiglia
cooperatila chiude
in rosso il bilancio
PIMIOLO. Mentre ancora sé
attende il pronunciamento del
Tarsisi ricorso del Pex
presidente Ornello Blnelli, come
si ricorderà "destituito" dalla
Provincia attraverso il
commissariamento dell'intero
cda, per la Famiglia cooperativa
di Pinzolo (nella foto) si avvicina
il giorno dell'assemblea,
convocata per il 15 febbraio. E i
conti che il commissario
Maurizio Postai presenterà non
sono brillanti: il bilancio chiuso
al 30 settembre 2014 indica
infatti una perdita di oltre 131
mila euro. Un andamento che
aveva caratterizzato anche
Tanno precedente, poiché rutile
di circa 182 mila euro era allora
il risultato di proventi
straordinari per unacifradi
poco superiore. Sullo sfondo un
progressivo calo del fatturato,
che si aggira attorno ai 24
milioni di euro, mentre i costi di
gestione non sono diminuiti
nella stessa misura, rimanendo
anzi costanti.
Pag. 29
«Ho fatto l'interesse generale
»
IL COMUNE
CERCA
SOLUZIONI
Sarà possibile sanare gli atti annullati
dal Tar? 0 bisognerà rifare tutto da
capo? Questo il dubbio cui sta cercando
di rispondere il Comune diTransacqua.
L'amministrazione è al lavoro, «il
quadro si sta chiarendo», dice il
sindaco Roberto Pradel «ma ancora
non abbiamo concluso del tutto le
valutazioni». Una posizione cauta, per
evitare al Comune altre figuracce e
«trovare le migliori soluzioni per tutti».
GIORGIA CARDINI
TRANSACQUA
L'ex sindaco rompe il silenzio
e difende le scelte fatte
TRANSACQUA - Pronto a rispondere
alla magistratura se saranno accertate sue responsabilità, ma convinto di
aver dato al Primiero un'opera di interesse strategico: insomma, di aver agito solo per il bene comune.
A due giorni dall'annullamento di tutti gli atti comunali che hanno portato
alla costruzione del polo residenziale
e commerciale di viale Piave, ribattezzato «ecomostro», l'ex sindaco di Transacqua Marino Simoni risponde alle domande dell'Adige.
Simoni, in valle c'è molta preoccupazione, la Famiglia cooperativa è priva di licenze e a lei viene imputata direttamente la responsabilità dell'accaduto.
«Io dico una cosa: questa è una delle
più importanti opere - delle quali vado orgoglioso - realizzate per Transacqua e il Primiero. Ha avuto un percorso molto elaborato, altrettanto dibattuto e partecipato. C'è stata trasparenza assoluta in tutte le fasi e l'ammini-
strazione è stata affiancata da consulenti giuridici e tecnici di alto livello.
In prima battuta gli atti sono stati annullati dal Tar per una mia incompatibilità rispetto al ruolo rivestito da mia
sorella nel Cda della Famiglia cooperativa, questione che secondo i nostri
approfondimenti non sussisteva.
La procedura è stata rifatta totalmente, riscrivendo le delibere con i nostri
consulenti legali. Perciò mi stupisce il
risultato di questa seconda decisione
del Tar».
Ma ci sono anche gli atti trasmessi alla
procura della Repubblica.
nerale perseguito dal progetto. Ho sempre auspicato che ci fosse un accordo
tra le parti per dirimere le controversie insorte anche perché il progetto
prevede un completamento. È il lotto
B, che interessa all'amministrazione
comunale perché la convenzione con
Primiero Sviluppo prevedeva che il Comune avesse a disposizione a titolo
gratuito e per dieci anni 150 metri quadrati della nuova costruzione».
Il sindaco Roberto Pradel l'ha criticata aspramente per quanto fatto.
«Sono amareggiato dalle sue dichiarazioni...».
Ma Pradel si è sempre opposto all'operazione.
«Questo è un altro aspetto, ma per
lui dovrei far scrivere sulla mia lapide che avrò eterna vergogna di
quanto successo. Io non vado a insegnargli cosa deve fare e penso
che si debba tenere in debita considerazione l'importanza di questa
struttura a livello di valle».
Se il Consiglio di Stato respingerà i
ricorsi in appello, cosa succederà?
«Un conto è un'illegittimità, un conto è un illecito.Una sanatoria secondo me è possibile. Qui stiamo parlando di un'area compatibile, di indici che sono rispettati, di deroghe
autorizzate, di delibere della giunta provinciale che hanno avallato
«Se verranno accertate mie responsa- le nostre scelte.. Ci sono vizi di forbilità, sono pronto a risponderne. Cre- ma? Si sanano. È chiaro che dev'esdo comunque di aver lavorato nell'in- serci un'azione in tal senso dell'amteresse del territorio per soddisfare ministrazione, che ora dovrà troesigenze economiche, occupazionali vare soluzioni insieme a chi vi è ine strategiche, superando tra l'altro una teressato. Dovrà prevalere un rapreesistente autorizzazione per la rea- gionamento generale, ma non sta
lizzazione di un centro commercial,e a me dirlo».
che non vedevo di buon occhio per- Lei, insomma, è tranquillo?
ché avrebbe sconquassato l'intera re- «No, non lo sono, anche perché si
te commerciale del territorio».
comincia a strumentalizzare poliSarà difficile però ora risolvere la situa- ticamente quanto accaduto, rinfaczione.
ciandomi di essere da giorni sulle
«Ci sarà sicuramente un ricorso ulte- prime pagine per i rimborsi spese
riore al Consiglio di Stato, ma credo chiesti per il mio ruolo di consiglieche in tutto questo l'interesse del ri- re provinciale, per questa faccencorrente (la ditta Brocchetto, ndr) va- da, per qualche società di interesda valutato rispetto a un interesse ge- se provinciale. E questo mi pare vada al di là del problema».
Pòlo di viale
Piave bocciato
dal Tar, parla
Marino Simoni:
«Sono pronto
a rispondere
ai giudici se
accerteranno mie
responsabilità»
Pag. 30
Confindustrìa cerca
un leader per la svolta
I bisticci fra vicepresidenti sono il segnale delle forti tensioni fra settori:
è il "semestre bianco". Un progetto per rinnovare la struttura rappresentativa
eli Roberto Colletti
È stato un bel colpo d'ingegno
quello con cui Paolo Mazzalai
ha messo la sordina alla lite
scoppiata ai piani alti di Palazzo Stella. "Sono orgoglioso del
nostro pluralismo, teste pensanti e diversità d'opinioni sono il sale della democrazia e la
forza dell'associazione" ha
buttato lì, quando la polemica
tra i due suoi vice presidenti,
Giulio Bonazzi e Giulio Minosconel, stava per far volare gli
stracci. Il richiamo, sempre invenzione sua, all' "orgoglio industriale" ha così evitato una
grande guerra intestina a pochi mesi dalla scadenza del
suo mandato. Tanto che ora
tutti spergiurano che no, macché furiose liti, è stata
"ordinaria dialettica", quella
che, quando i tempi sono difficili - e lo sono da un bel po' suscita "discussioni" in tutte le
famiglie , ma poi la soluzione
si trova. Ma ieri, improvvida, la
visita a Palazzo dell'assessore
Olivi per ribadire che la
"rappresentanza" di Confindustrìa, pur tra tutte le difficoltà,
è indispensabile per risolvere i
problemi è stato come gridare
"il re è nudo". Se era un assistè
stato maldestro.
La quiete esibita, per cortesia, si può anche prendere per
buona, ma la tempesta non è
passata. Non solamente perché Bonazzi, capo di una mul-
tinazionale come Aquafil che
macina 500 milioni di fatturato l'anno e versa una robusta
quota associativa, si è furiosamente dimesso dalla carica e
pensa di sbattere la porta, armi e bagagli, con tutta l'impresa. Ma perché le questioni di
fondo sollevate da lui e da Misconel sono ancora lì, irrisolte.
Le posizioni contrapposte, a
prima vista, erano semplici:
Bonazzi crede che il futuro delle aziende si costruisca con
meno pubblico e più innovazione e concorrenza; Misconel
che rappresenta una categoria, quella degli edili, negli ultimi anni falcidiata da fallimenti
e tracolli, spera in un ritorno
della mano pubblica, magari
con appaltini "su misura",
adatti alle dimensioni degli associati. Due visioni comprensibili, con proprie ragioni, ma
che, messe alle strette, fanno
scintille.
Normale dialettica, si dirà,
che deve trovare la sintesi.
Non è andata così ed è proprio
questo, a registratori spenti,
che viene rimproverato a Mazzalai. Però, posto che è troppo
semplice dopo quattro anni
dare la colpa alla "leadership
assente", il problema è più serio e riguarda non il presidente, bensì la capacità di rappresentanza dell'intero sistema
Confindustrìa Trento. È questo il vero nodo, mai affrontato. Così com'è strutturato Pa-
lazzo Stella non è all'altezza
dei problemi. "E' cambiato il
mondo, anche Confindustrìa
deve cambiare" ha detto, intervistato qualche giorno fa, Antonello Briosi. Aggiungendo
che «il prossimo presidente
dovrà rimettere in discussione
l'attuale struttura e ridisegnare la rotta dell'associazione».
Non è il solo a porsi il problema. La riflessione, già in corso,
ha trovato conferme della sua
urgenza dopo le ultime tensioni. Così com'è organizzata, è
l'impietosa diagnosi, l'associazione è burocratica, lenta nelle
decisioni, politicamente poco
efficiente. Va rivoluzionata.
Con un'articolazione fatta di
13 sezioni merceologiche ed
altrettanti presidenti, 8 rappresentanze territoriali, un consiglio direttivo di 78 componenti, una giunta esecutiva di 19
persone, un comitato di presidenza di 8 membri ed infine
un presidente assistito da 4 vice, è una costruzione bizantina, non un sindacato. Tutta
questa impalcatura per 700 o
poco più di soci è uno strumento congegnato per un
mondo ormai scomparso che
oggi produce frustrazioni e
tensioni in chi dovrebbe rappresentare. E' perciò tempo di
cambiare, è la conclusione,
riorganizzando le aziende di
Palazzo Stella sulla base di altri
criteri - la dimensione, il legame di filiera, l'export... - e, soPag. 31
prattutto, sfoltendo la pletora
di presidenti e vice tornando a
mandati più brevi, magari i già
sperimentati due anni più
due. Questo il progetto. L'identikit del successore di Mazzalai è iniziato. Sotto i bisticci
delle primedonne, insomma,
ci sono lavori in corso. Ipotesi
che tentano di adeguarsi alla
realtà in mutamento: il mercato è più duro e selettivo, l'innovazione è una necessità, il pubblico non è più la soluzione di
tutti i problemi. Problemi, in
verità, non di oggi, ma che Pa-
lazzo Stella in questi anni non
ha affrontato. È mancata la riflessione comune. Questa è la
vera mancanza che, con i soci
impegnati a cavarsela, ha fatto
litigare i piani alti. Da qui alle
elezioni di maggio, forse, si
può rimediare.
Pag. 32
Industria in diminuzione
Perse 26 aziende
rispetto all'anno scorso
TRENTO Le industrie
in Trentino al 30 giugno
2013 sono in tutto 602,26 in meno rispetto
all'anno precedente, cifra che risulta dalle 55
uscite e dalle 29 nuove entrate. Nel gruppo
analizzato dalla Camera di commercio
rientrano le imprese del settore con più di 10
dipendenti, n dato occupazionale, che vede nel
complesso 30.077 addétti, risente della perdita
di 530 dipendenti nel complesso. In Trentino, il
fenomeno della terziarizzazione dell'economia
si è avviato con un leggero ritardo rispetto alla
media nazionale, ma è poi proseguito con
maggiore intensità. I dati più recenti mostrano
che la provincia ha una percentuale di occupati
nell'industria pari al 26,1% del totale e una quota
del valore aggiunto industriale pari al 23,4%,
valori che si collocano al di sotto della media
nazionale. Al graduale processo di
ridimensionamento ha concorso la recente crisi
economica del 2008-2009, che ha interessato in
particolar modo proprio il settore secondario.
Tuttavia, sebbene la crisi abbia causato effetti
negativi — le imprese sono diminuite rispetto
al 2008 di 100 unità, mentre i dipendenti d di
quasi 3mila unità — «l'industria ha tenuto,
grazie anche all'intervento pubblico».
© RIPRODUZIONE RISERVATA
Pag. 33
industria cambia: più marketing e laureati
L'indagine della Camera di commercio: accentuato il fenomeno di terziarizzazione dell'economia
È un processo di terziarizzazione quello che sta vivendo l'economia trentina. Un processo
che qui è partito con un leggere ritardo rispetto al trend nazionale ma che poi è proseguito con velocità. A dirlo è l'indagine dell'ufficio studi e ricerche della Camera di commercio sull'industria trentina.«I dati più recenti - si legge - mostrano che la nostra provincia ha
una percentuale di occupati
nell'industria pari al 26,1 per
cento del totale e una quota del
valore aggiunto industriale pari al 23,4%, valori che si collocano al di sotto della^ media^ na-
zionale. Se a queste osservazioni aggiungiamo il fatto che in
Trentino il peso delle costruzioni è particolarmente elevato e al di sopra della media italiana, l'incidenza dell'industria in senso stretto risulta ulteriormente ridimensionata. Si
è verificato anche un fenomeno di terziarizzazione dell'industria: rispetto alla mera fabbricazione di prodotti, acquistano cioè sempre maggior importanza l'innovazione di processo e di prodotto, la ricerca,
il marketing e l'internazionalizzazione. Il settore industriale è
stato interessato quindi anche
da tutta una serie di trasformazioni qualitative. In particolare, nel corso del tempo si è assistito a un progressivo arricchimento della dotazione di capitale umano delle imprese: è aumentata la proporzione di addetti in possesso di un diploma
(raddoppiati rispetto ai primi
anni 90) e parallelamente di coloro che sono in possesso di
una laurea (quintuplicati rispetto ai primi anni 90). Al tempo stesso si è assistito a un graduale aumento della presenza
femminile nelle imprese».
Pag. 34
Nuovo blitz: spunta la Regione Triveneto
Emendamento del Pd Morassut. Riforma costituzionale, oggi Rossi a Roma incontra Bressa
Province autonome ancora
nel mirino e ormai, verrebbe
da dire, non è certo una novità. L'ultima incursione arriva
da un deputato del Pd, Roberto Morassut, che ha depositato un emendamento al disegno di legge di riforma costituzionale che si sta discutendo
alla Camera, di ridurre le Regioni a 12 e di dare vita ad una
nuova Regione del Triveneto
nella quale verrebbe accorpato anche il Trentino Alto Adige
insieme a Veneto e Friuli Venezia Giulia.
Un blitz che ha subito scatenato la reazione di Forza Italia:
«La nostra tanto amata autonomia viene svenduta dal centrosinistra con l'appoggio dei
rappresentanti trentini i quali,
nonostante le loro dichiarazioni sui giornali locali, non dimostrano di combattere contro le
imposizioni del governo Ren-
zi», scrivono il consigliere provinciale Giacomo Bezzi e il coordinatore giovani Cristian Zanetti. «Milioni e milioni di euro richiesti e dati al governo romano per risanare il debito
pubblico per ricevere in cambio un simile trattamento. Ma
Pd, Patt e Upt dove sono?».
Non si è fatta attendere la risposta di Lorenzo Dellai: «Non
è accaduto nulla di tutto ciò e
per quanto ci riguarda non potrà accadere. È vero invece che
una proposta di legge in questo senso è stata da tempo presentata da un gruppo di deputati. Il Presidente della Commissione Affari Costituzionali
Sisto aveva proposto - per fortuna senza successo - di accorpare la discussione di tale proposta alla riforma costituzionale ora in discussione. La cosa curiosa è che il presidente
Sisto appartiene a Forza Italia,
lo stesso partito del consigliere
Bezzi». La mossa di Morassut
arriva a pochi giorni di distanza dal blitz del governo in commissione sempre sulla riforma
costituzionale, con un emendamento che ha previsto il potere sostitutivo dello Stato sulle Province di Bolzano e Trento. «Un pericolo e una potenziale violazione dell'autonomia», ha detto ieri in aula il
presidente Ugo Rossi, che oggi
a Roma incontrerà il sottosegretario Gianclaudio Bressa.
«Abbiamo richiamato il governo al rispetto della clausola di
salvaguardia e chiesto un
emendamento correttivo». Anche Dellai ricorda che i deputati regionali hanno già presentato emendamenti e avviato un
confronto con il governo per
modificare il testo approvato
in commissione.
(ch.be.)
Pag. 35
Expo hotel punta a 20.000 visite
Slow food parla di sostenibilità
di Linda Pisani
TRENTO Saranno la lotta agli
sprechi, gli ambiti del riciclo e
del recupero e l'alta formazione professionale le tematiche
clou dellar"39esima edizione di
Expo Riva Hotel, storico appuntamento dedicato al mondo dell'ospitalità e della ristorazione professionale che aprirà i battenti domenica (alle 11)
nella sala convegni del quartiere fieristico di Riva del Garda,
per rimanere aperta con tantissimi appuntamenti fino a mercoledì.
Ieri la presentazione dell'evento con il presidente di
Fierecongressi, Roberto Pellegrini, che ha tenuto a sottolineare come Expo Riva Hotel sia
oggi «una delle tre fiere di settore più partecipate del Paese,
patrocinata nel nostro territorio anche da Asat e Unat», le
due associazioni degli albergatori.,,l?ue gli elementi che contraddistingueranno questa edizione: da un lato la vetrina di
prodotti «reali e innovativi»,
dall'altro i luoghi di scambio di
saperi e idee, con convegni, dibattiti e corsi finalizzati a cogliere dove va, e come dovrà essere, il turismo ricettivo. Una
fiera, quindi, non solo per addetti ai lavori, pronta ad accogliere — in 34mila metri quadrati e 6 padiglioni — quasi
500 aziende espositóri (suddivise in 4 grandi aree tematiche:
indoor & outdoor contract, coffee & beverage, food & equipment ed eco & wellness) e almeno 2omila visitatori. «Puntiamo ad offrire una pano{amica completa su novità e
tendenze di tutti i settori — ha
aggiunto il direttore Giovanni
Laezza — perché prendere i
singoli ambiti per farne singole
fiere non paga. Molti enti sono
caduti proprio andando a segmentare troppo questo settore». Tante le iniziative in programma per l'edizione 2015 tra
cui spicca, nello spazio «Cibo
cultura sostenibilità» promosso dall'università di Scienze gastronomiche di Pollenzo, la
collaborazione di Slow Food
Italia. Qui si terranno numerosi
incontri fra cui tre convegni
centrati alla lotta allo spreco in
cucina e alla sostenibilità, n tema del rispetto dell'ambiente
sarà poi ripreso anche da «Territorio sostenibile», un'area
espositiva all'interno del padiglione eco & wellness dove alcune aziende dell'Alto Garda
hanno deciso di unire le esperienze maturate nel settore e
raccontare, ad albergatori e ristoratori, cosa stanno facendo
e come stanno collaborando al
raggiungimento degli obiettivi
che il territorio si è posto in termini di sostenibilità. Fondamentale anche il focus che ci
sarà nell'ambito dell'alta formazione professionale. Quest'anno in particolare il format
«Riva Formazione» avrà come
p a r t n e r d'eccezione Teamwork, società di Rimdni specializzata in consulenza alberghiera, hotel management formazione professionale. Info
d e t t a g l i a t e sul p o r t a l e
www.exporivahotel.it.
© RIPRODUZIONE RISERVATA
Pag. 36
Illearina lanes: «Tutela del territorio, come con le Carte di Regola»
Futuro sostenibile
rilancia il parco agricolo
Nuovo direttivo, Pezzini confermato presidente
mico».
L'associazione, molto attiva
VAL DI NON - L'obiettivo dichia- nella difesa delle praterie di
rato è di giungere all'istituzio- montagna (pradiei, nella foto,
ne in alta valle di un «parco in primis), e che opera in simagricolo». Che non deve esse- biosi con gli «Amici della terre frainteso con un parco na- ra» che producono prodotti
turale, sottolinea Giuliano Pez- agricoli biologici e relativi trazini, rieletto alla guida dell'as- sformati, ha vissuto l'assemsociazione «Alta Val di Non - Fu- blea annuale, con rinnovo delturo sostenibile»: il termine le cariche sociali: alla presiden«parco» incute timore al mon- za conferma per Giuliano Pezdo agricolo, «mentre in questo zini, vicepresidente è Carla Pocaso», chiarisce Pezzini, «si par- detti cui sono affidati eventi ed
la di una operazione che deve azioni di ascolto, segretaria è
svolgersi in collaborazione tra Nadia Izzo (incarichi per filiera
corta, formazione e progetto
agricoltura e turismo, e da cui Ortinrete), tesoriere Luciano
possono trarre beneficio com- Covi (idem, con in più il tessemercio e artigianato. Il parco ramento). A tutti i consiglieri
agricolo di Ledro, o l'analoga sono affidati degli incarichi: gli
realtà della Val di Gresta, sono eletti sono Giuseppe Wegher
esempi chiari, in tal senso, e (parco agricolo, collaborazionon stanno certo causando ne con le istituzioni), Candido
danno a nessun settore econo- Marches (controllo del territoGUIDO SMADELU
rio, periodico «Natura e Cultura» e formazione), Daniele Veronese (filiera corta, Ortinrete,
coinvolgimento dei giovani), IIleanna lanes (formazione e informazione) Italo Francisci (consulente in agricoltura dato che
la esercita come professione).
«Il parco agricolo non deve essere visto come un limite», afferma Illeanna lanes. «Una regolamentazione sull'utilizzo del
territorio e sulla sua salvaguardia dovrebbe essere visto come le Carte di regola che per
secoli hanno garantito una corretta ed oculata gestione, anche se evidentemente in veste
attualizzata. Riteniamo comunque che una protezione dell'ambiente sia necessaria. Qui
d'altronde non esiste una cultura del presente, c'è solo quella del passato. Recuperiamo
pertanto un'idea vecchia, ma
le Carte di regola nascevano da
pubbliche riunioni, era la gente a dibattere e discutere...».
Mentre il tesseramento all'associazione ha preso il via (informazioni sul sito web) ed è
già al quarto numero il notiziario «Cultura e natura» che esce
a cadenza stagionale, Giuliano
Pezzini sottolinea ulteriormente cosa l'associazione intenda
per «parco»: «Une struttura moderna e dinamica, che favorisca lo sviluppo di tutte le attività e si basi sulla sinergia tra
le stesse. Solo così un parco
agricolo potrebbe favorire possibilità occupazionali ed un benessere tanto economico quanto paesaggistico».
Tra i programmi a breve, anche dei «viaggi di studio» al Parco agricolo di Ledro, in Val di
Gresta e raltà simili.
Pag. 37
Volksbank sarà una «spa»
TRENTO La Banca popolare dell'Alto Adige sarà
l'undicesimo istituto italiano che dovrà
trasformarsi in Spa. Dall'i aprile, la Volksbank e
la Popolare di Marostica si fonderanno: le
assemblee che concluderanno l'iter avviato il 24
ottobre si terranno il 22 e 23 febbraio. «A quel
punto—spiega Johannes Schneebacher,
direttore della Popolare altoatesina — ai nostri
oltre 6 miliardi di attivo si aggiungeranno i 2
miliardi di Marostica». In tutto 8 miliardi,
proprio il limite oltre il quale le Popolari
devono modificare lo statuto e trasformarsi in
Spa entro 18 mesi, abolendo il voto capitario. È
l'effetto dell'investment compact di Renzi.
Felice Espro
© RIPRODUZIONE RISERVATA
Pag. 38
Lavoro in carcere, nuovi spazi
Incontro di verifica Dap-cooperative dopo lo stop alle mense
ILARIA SESANA
n'intera giornata di colloqui, di 45 minuti
ciascuno, per stabilire il futuro delle dieci
cooperative sociali che il 15 gennaio scorso
hanno dovuto restituire all'amministrazione penitenziaria la gestione delle mense delle carceri. Dalle 9.30 di ieri mattina efinosera, il capo del Dipartimento amministrazione penitenziaria (Dap), Santi Consolo ha incontrato, uno alla volta, i rappresentanti delle coop coinvolte.
Da questi incontri è emersala volontà del Dap di recepire nuovi progetti che permettano di non far
morire nessuna delle attività collaterali nate parallelamente alla gestione delle cucine. Come il
catering di Bollate, il tarallificio di Trani o le pasticcerie di Padova e Siracusa. Al contrario, dai rappresentanti del dipartimento, è arrivata una richiesta precisa alle cooperative: portare nuovo lavoro in carcere. «Abbiamo trovato grande disponibilità afinanziaretutti quei progetti che consolidino e amplino attività già esistenti - commenta Nicola Boscoletto della cooperativa "Giotto" di
Padova -. E siamo stati invitati a presentare idee
nuove per ampliare il numero di detenuti lavoratori all'interno delle carceri».
Spetta ora alle cooperative rimboccarsi le maniche
U
e mettere a punto nuovi progetti, non necessariamente legati aristorazionee gastronomia. «È stato
un confronto molto utile, a livello progettuale, e molto collaborativo. Sono molto soddisfatto perché molte cooperative hanno portato avanti progetti interessanti», sottolinea Santi Consolo. La tempistica
con cui si realizzeranno i nuovi progetti dipenderà
dalla velocità con cui ciascuna realtà, in collaborazione con la propria amministrazione penitenzia-
Per il Dipartimento «presentati
molti progetti interessanti»
Ma senza fondi alcune coop
hanno dovuto già licenziare
ria e il Provveditorato regionale, riuscirà a definire
nuove linee d'azione.
Ma la decisione di Cassa delle ammende di non rinnovare ilfinanziamento(pari a circa 6 milioni di euro) alle cooperative, per alcuni, è stata un colpo troppo duro. "Syntax Error" e "Men at work", che lavorano nelle carceri romane, hanno annunciato l'intenzione di chiudere l'esperienza. Proprio afebbraio
SvntaxJirrnr avrebbe Dotuto cominciare a lavorare
con i cinema romani per una commessa di quattro
mesi. «Sarebbe stata un'occasione - dice Maurizio
Morelli di Syntax Error - avevamo bisogno di più
tempo per consolidare ciò che abbiamo cominciato». Interlocutoria la situazione di "Abc-La sapienza in tavola". «Ci hanno incoraggiato. Ho già in mente un nuovo progetto, molto impegnativo, su cui
stiamo già lavorando» spiega la presidente Silvia Polleri che - forse per scaramanzia- preferisce non dare ulteriori dettagli. «Ma in questo momento stiamo
esaminando la nostra possibilità di sopravvivenza
a un cambio di passo così importante», aggiunge. Per
una piccola cooperativa come "Abc" la perdita della mensa è stato un duro colpo. Con la riduzione del
carico di lavoro è stata costretta a licenziare sette
dipendenti: il pagamento di Tfr, contributi e ferie
non dovute rappresenta una spesa troppo ingente
per una realtà con un piccolo capitale sociale. Tanto più in un momento dell'anno in cui il lavoro scarseggia per le poche richieste di catering. La palla ora passa alle cooperative che hanno illustrato, e in
alcuni casi già inoltrato, utili progetti da sottoporre
a Cassa delle Ammende. Santi Consolo ha assicurato che il consiglio d'amministrazione di Cassa delle Ammende sarà convocato nel più breve tempo
possibile dalla data di presentazione dei progetti,
per valutarne la concreta fattibilità.
MIRABELLI (PD)
«I tagli di Orlando?
Incomprensibili»
Bene l'apertura del Dap per salvare le commesse esteme delle
cooperative che gestiscono le
mense in carcere. Ma non basta.
A dirlo è il senatore del Pd, Franco Mirabelli, che nei giorni scorsi aveva presentato al collega di
partito, il ministro Andrea Orlando, un'interrogazione parlamentare per chiedere spiegazioni in
merito alle ragioni che hanno
spinto al taglio delle dieci cooperative. «Risulta difficilmente
comprensibile la ragione di questa scelta - sottolinea Mirabelli . Francamente abbiamo dubbi».
Oltretutto, aggiunge il senatore
democratico, la decisione è stata presa «senza prima aver valutato l'esito di questa sperimentazione».
Pag. 39
Popolari, ilfrontepro-coop
si organizza in Parlamento
La proposta di limitare la riforma alle sole quotate
MARCO GIRARDO
e dieci grandi banche popolari "selezionate"
dal governo hanno diciotto mesi di tempo per
diventare società per azioni. Il Parlamento ha
sessanta giorni per provare a correggere un provvedimento d'urgenza che riduce di fatto la "biodiversità" del sistema economico italiano.
Una corsa contro il tempo, nel primo caso, le cui regole sono dettate dall'articolo 1 dell'ultima bozza del
decreto approvato martedì dal Cdm. La soglia oltre
la quale scatta l'obbligo di diventare Spa è quella annunciata: 8 miliardi di attivi a livello consolidato. Ma
per chi in futuro dovesse superare il limite - ed entro un anno non tornare sotto la soglia o non deliberare la trasformazione in Spa - Bankitalia potrà adottare sanzioni fino alla revoca della licenza. Per evitare blocchi di sbarramento in assemblea, è stata abbassata la maggioranza necessaria: già dalla seconda
votazione deve essere dei «due terzi dei voti, qualunque sia il numero dei soci» presenti. E cambia anche
il numero di deleghe che si possono attribuire: andranno da 10 a un massimo di 20. Misure studiate dai
tecnici di Bankitalia per evitare brutti scherzi.
Già, perché la riforma, secondo le ricostruzioni che
si sono potute fare, ha una forte vocazione " tecnica".
Capace di superare anche le resistenze politiche a una simile accelerazione. Dentro al Tesoro e anche a
Palazzo Chigi. Il filo rosso parte infatti dall'ultimo
rapporto sulla situazione delle banche in Europa stilato dall'ex Commissario Olii Rehn nel marzo scorso. Rapporto che recepiva le indicazioni fornite dal
Fmi e preparava il terreno a quell'Unione bancaria
che, dal 4 novembre 2014, ha spostato la vigilanza per
le grandi banche da Roma a Francoforte. Nella stesura del decreto ha dunque giocato un ruolo attivo
la Banca d'Italia, di sponda con i tecnici del Tesoro
e di Palazzo Chigi. Inizialmente la doccia avrebbe
dovuto essere —almeno nelle intenzioni dei "regolatori" - ben più fredda. E coinvolgere tutte le popolari, senza soglie, fino a includere le Bcc. Che guai
"sistemici" possano provocare 380 banche territoriali del credito cooperativo con un tasso di commissariamento pari ad appena l'l,9% è difficile da
comprendere. Ma il sistema di vigilanza previsto
dall'Unione bancaria europea - a differenza di quello statunitense, ad esèmpio - non è stato costruito
in modo così raffinato da distinguere taglie finanziarie e soprattutto ruoli sociali. L'intervento politico ha comunque provato a smussare l'impatto.
Anzitutto escludendo le Bcc e fissando la soglia degli 8 miliardi, anche se c'era chi avrebbe preferito
distinguere semplicemente fra "quotate" e "non
quotate". È stato sommessamente proposto pure di
L
non utilizzare il decreto, ma c'era urgenza. Così il
punto di mediazione lo si è trovato nei 18 mesi concessi alle popolari per trasformarsi in Spa. La Commissione Uè plaude e incalza: il decreto deve essere trasformato in Legge entro 60 giorni, ha ricordato ieri il portavoce del commissario Uè ai servizi finanziari, Jonathan Hill.
In Parlamento si sta costituendo intanto un fronte
trasversale pronto ad "emendare". Se per Francesco
Boccia (Pd) la riforma «annacqua la funzione straordinaria delle popolari», Alleanza popolare assumerà
- ha dichiarato Maurizio Sacconi - «una forte iniziativa per modificare il provvedimento: se è
logica la trasformazione della
banca popolare che ha scelto la
quotazione di mercato - ha spiegato - sarebbe davvero assurdo
mettere in discussione per legge una storia largamente positiva dell'esperienza italiana, quella delle banche di popolo, cioè
fondate e alimentate da una
moltitudine di piccoli risparmiatori, lavoratori, operatori economici che trovano la garanzia della loro rappresentanza
proprio nel voto capitario.
© RIPRODUZIONE RISERVATA
Pag. 40
"Popolari" in Borsa
Performance di ieri in %
Così le 7 banche quotate, che dovrebbero trasformarsi in spa insieme
ad altre 3 non quotate (Popolare Vicenza, Venetobanca, Popolare Bari)
inizio giornata
Popolare
Etruria e Lazio
|
fine seduta
1*12,0
mm
1+18,0
Popolare
di Sondrio
+11,2
Credito
Valtelllnese
+10,9
Banco
Popolare
Bpm
(Milano)
Bper
(Emilia R.)
Ubi
banca
ANSA -centimetri
IL TESTO DEL DECRETO
Ridotto il quorum per la trasformazione in Spa
L'articolo 1 dell'ultima bozza dei decreto, approvato dal Consiglio dei ministri, modifica il Testo
unico bancario, e precisa che i 18 mesi per la trasformazione in Spa scatteranno dopo che la Banca
d'Italia avrà stabilito i dettagli tecnici. La soglia oltre la quale scatta l'obbligo di diventare Spa è
quella annunciata di 8 miliardi di attivi a livello consolidato. Per chi in futuro dovesse superare il
nmitH, ed entrò un armo non tomi sotto la soglia o non deliberi la trasformazione in Spa, Bankitalia
potrà adottare sanzioni fino alla revoca della licenza. Per ottenere il via libera alla trasformazione in
Spa si abbassa la maggioranza necessaria, che, già dalla seconda votazione, deve essere dei «due
terzi dei voti, qualunque sia il numero dei soci» in assemblea. Cambia anche il numero di deleghe
che si possono attribuire ai soci, che andranno da 10 a un massimo di 20. Bankitalia potrà limitare il
diritto al rimborso in caso di recesso dei soci «anche in deroga a norme di legge».
Pag. 41
MEDIA IN CORO
WBMEBEÒEUASmA ^
,;j„;
ffmiovopattospaccaìiartiHr^
«Le banche popolari
spa- finita l'era dei
piccoli soci». È il titolo
che ha messo in prima
pagina del Corriere
della Sera di ieri,
mentre nell'articolo
viene citata subito la
contrarietà alla riforma
dei ministri Angelino
Alfano e Maurizio Lupi.
;. Il commento a fianco
£ titola: «Le ragioni di
* una svolta necessaria».
«Banche popolari
trasformate in Spa.
Una spinta per i)
credito» è invece il
titolo scelto da
Repubblica, che parla
di «riforma storica per
dieci istituti» e di
«nuova govemance,
fusioni più facili».
Renzi questa volta
«replica il modello di
attacco frontale usato
per l'articolo 18»
T/IS1AMB&
ÌlP(S4MSB«Smiow*swBiitì
«Le banche Popolari
spa entro 18 mesi»
titola La Stampa di
ieri. «Coinvolte in
10, capitale 8
miliardi. Via libera
dal Cdm. Padoan:
sistema più forte» si
legge, mentre il
commento a fianco
del pezzo principale
parla di un «blitz
contro un mondo
pietrificato».
Il Fatto Quotidiano ha
dato la notizia citando
la dichiarazione di
Matteo Renzi in un
sommarlo sopra la
testata: «Ho fatto .
un'altra rivoluzione, la
riforma delle Banche
popolari». E subito
dopo il commento:
«Ma l'ha costretto la
Bce, vale solo per 10
istituti su 70 e parte
fra un anno e mezzo».
Pag. 42
Intervista/1. Gitti (Pd)
«Pronti gli emendamenti
per salvaguardare l'italianità»
FRANCESCO RICCARDI
«Limite ai possesso
azionario o al diritto di
voto entro il 5%. Voto
plurimo per fondatori e
associazioni. Così si può
costruire un grande terzo
polo bancario»
• è la possibilità difissarealcu' ni paletti per difendere la spe«
cificità di questi istituti e soprattutto garantire la loro italianità». Gregorio Gitti, deputato Pd in commissione Finanze e ordinario di Diritto civile, è «pronto a
presentare una serie di emendamenti sui quali
credo che tutto il gruppo
Pd potrà convenire».
Ma era necessario un decreto?
Sarebbe stato certamente
meglio procedere con un
disegno di legge. Ma la
questione ormai è oziosa.
Il decreto c'è e occorre aprire un confronto per far
sì che la riforma porti realmente a un consolidamento del sistema bancario, con la nascita di un
grande terzo polo dopo Unicredit e Intesa.
Non c'è il rìschio di regaIareabancheefondi stranieri una porzione significativa del nostro
risparmio?
È appunto il rischio che
dobbiamo evitare. Per far- .
lo ci sono diversi strumenti. A cominciare dal limite al possesso azionario o al diritto di voto da inserire nei nuovi statuti delle 10 Popolari. Già nello statuto
di una grande Spa come Unicredit si prevede
un limite al 5% per il diritto di voto. Per Popolari delle dimensioni di Banco Popolare,
C
Bpm o Ubi banca si potrebbe ipotizzare un limite analogo. Per quelle non quotate, come
la Popolare di Vicenza, si potrebbe in alternativa introdurre il principio del voto plurimo, eventualmente estendibile anche ai soci fondatori delle quotate, come le fondazioni e le associazioni di soci.
Non sarebbe meglio limitare la riforma alle
quotate?
No, perché il criterio in realtàriguardale banche che rientrano nella vigilanza della Banca
centrale europea e prescinde dalla modalità
di accesso al mercato dei capitali. Bisogna però
evitare la trappola di assemblee delle Popolari chiamate a deliberare la
trasformazione in società
per azioni ancora con il voto capitario. Più ragionevole sarebbe concedere alle banche, nell'ambito della loro autonomia, di autoriformarsi secondo i
principi della nuova disciplina: in mancanza della
relativa delibera assembleare entro il termine predefinito dei 18 mesi scatterebbe automaticamente la trasformazione in Spa
ope legis. Sembra infatti inutilel'arma spuntata della proposta da parte di
BanMtalia alla Bce di revoca della licenza.
Cambia poco, però. Il destino delle popolari resta
segnato...
La difesa a oltranza del voto capitario per i grandi istituti mi sembra perdente. E in parte questa riforma è colpa anche delle
stesse Popolari, della lororigiditàdi fronte a
qualunque progetto di riforma in passato. Ma,
ripeto, c'è ancora la possibilità di fissare paletti e "ancoraggi" al territorio per evitare una
trasformazione brutale.
Non rischiano in futuro di essere snaturate
anche lepiccolepopolariesoprattutto le Bcc?
Non credo. Tuttavia per le Bcc si potrebbero immaginare incentivi fiscali alla fusione
e all'apertura dei Consigli d'arnministrazione alla dirigenza bancaria, e disincentivi per
chi non lo fa.
Pag. 43
Intervista/2. Barbanti (M5S)
«Decreto sbagliato e pericoloso
Daremo battaglia per fermarlo»
mi toglie dalla testa che molti speculatori si
siano arricchiti profumatamente negli ultimi
giorni.
Saranno penalizzati anche gli azionisti?
«Il governo andrebbe
Questo atto disdicevole del governo comporterà un cambiamento unilaterale nel rappordenunciato per
to di diritto tra la banca e i suoi azionisti. Iaggiotaggio dopo gii
noltre, le quote degli azionisti delle banche
popolari rischiano di perdere valore. I punti
annunci dei giorni scorsi.
oscuri della riforma sono tantissimi. E anRischi di penalizzazione
cora ignoto, ad esempio, il motivo per cui sia
stata scelta la cifra limite di 8 miliardi di atper i soci e di contrazione
tivi al di sopra della quale è obbligatorio il
del credito»
passaggio alla forma societaria. Ma soprattutto
stato un blitz in piena regola. Conon è ben chiaro cosa acsì sirischiaseriamente di arrivare
cadrà alle banche che olalla progressiva scomparsa dal sitrepasseranno (per il nastema bancario italiano di quei soggetti che,
turale sviluppo del busial contrario dei grandi istituti nazionali e inness) e scenderanno suctemazionali, negli anni di
cessivamente al di sotto
crisi hanno mantenuto adi tale soglia. È un caos
perti i rubinetti del credipreoccupante.
to per famiglie e imprese».
Le Popolari saranno coSecondo Sebastiano Barstrette a snaturarsi?
banti, deputato di M5S e
Quelle che vorranno evicomponente della comtare di diventare Spa si
missione Finanze alla Caguarderanno bene dal
mera, lariformadelle bansorpassare la soglia di 8
che popolari, approvata
miliardi, congelando le atnell'ultimo Consiglio dei
tività a scapito della creministri, rischia di proscita dimensionale. Il tetdurre «danni devastanti
to imposto potrebbe prosull'economia reale del
vocare anche una riduPaese».
zione dell'erogazione del
credito.
Onorevole, qual è l'aspetto più negativo del provOra la palla passerà al
vedimento?
Parlamento. Come si può
Anzitutto c'è una contradmigliorare la riforma? E
dizione di fondo. Perché
quale atteggiamento asda una parte si utilizza lo
sumerà M5S?
strumento del decreto legQuesto testo non deve essere migliorato in alge come se fosse una micun modo, va semplicemente buttato nel cesura necessaria e urgente,
stino. Perché si tratta di preservare una forma
mentre dall'altra si concedi "biodiversità" del sistema creditizio naziodono 18mesi per effettuanale. Noi, comunque, daremo battaglia in Aure la trasformazione in
la a colpi di emendamenti. Siamo disponibiSpa. Fatta questa premesli a fare fronte comune con tutte le forze posa, la riforma ha ben poco di logico e di con- litiche: da Forza Italia alla Lega. Speriamo che
divisibile. Non è possibile poi che una rifor- anche un partito di maggioranza come Ned
ma così epocale sia effettuata scavalcando a sia pronto a mettere sul piatto le sue poltropie pari il Parlamento. Sono da censurare an- ne in Parlamento pur di tutelare le banche
che i proclami, dagli esiti "borsistici" sconta- popolari.
ti, dello scorso week-end. D governo dovrebbe essere indagato per aggiotaggio. Nessuno
LUCA MAZZA
© RIPR00U20NE RISERVATA
Pag. 44
La sconfitta
deiprivilegi
con la riforma
delle Popolari
Franco
Debenedetti
A He banche popolari
\ \ X J L quotate servono
regole per un controllo più
efficace dell'operato degli
amministratori, un maggiore
coinvolgimento degli azionisti in assemblea anche mediante deleghe. Come ho già
osservato in passato, un
intervento legislativo è necessario».
Continua • pagina 27
• Continua da pagina 1
~W" e modifiche
JJ I
statutarie, che pure
W JL-J abbiamo sollecitato,
non possono essere risolutive».
Era il 31 maggio 2on, e a dirlo era
Mario Draghi, allora
Governatore della Banca
d'Italia. Il "necessario"
intervento legislativo adesso è
arrivato, indotto, se non
"sollecitato", dal Single
Supervisionary Mechanism
della BCE. Sette banche
popolari di rilevanza sistemica,
pur superando tutte lo stress
test e l'asset quality review,
hanno però dovuto usare il
margine di tempo consentito
per mettersi a posto: sono per
così dire borderline. Per
rafforzarsi le banche ricorrono
perlopiù alle fusioni: ma se i
loro statuti prevedono il voto
capitario, solo con delle
acrobazie di governance e di
poltrone possono ricorrere a
quello strumento, anche se
sono quotate in Borsa. Il prezzo
delle azioni non riflette il valore
potenziale della banca, tant'è
che basta l'annuncio
dell'eliminazione del voto
capitario perché i listini
prendano il volo. La
conseguenza è che abbiamo
banche sistemicamente
importanti, perlopiù efficienti,
con buon radicamento sul
territorio, che però risultano
borderline nel nuovo panorama
della Banking Union.
Il Governo ha deciso di
eliminare gli ostacoli al
superamento di questa
situazione: entro 18 mesi io
banche popolari, di cui 7
quotate, ma tutte
sistematicamente importanti,
dovranno diventare società per
azioni. E lo ha fatto, perdipiù,
con lo strumento del decreto,
evidentemente, e a mio avviso
giustamente, ravvisandola
"necessità ed urgenza" di
evitare che possano nascere
problemi in quella parte del
nostro sistema creditizio ( e
magari sperando che in questo
modo se ne possano risolvere
alcuni, tanto per intenderci tra
Siena e Genova).
Evidentemente per
Francoforte, e quindi per Roma,
l'obbligo di trasparenza
richiesto a una banca che per
dimensione è sistematicamente
rilevante, può essere
soddisfatto solo conia
governance di società per
azioni, e non con quella a voto
capitario.
C'è la retorica della
cooperazione: le banche
popolari - scriveva Raffaele
Bonanni a proposito delle
vicende BPM che mi indussero
a dare le dimissioni da
consigliere di quella bancasono "la forma più compiuta di
partecipazione al governo
dell'impresa, la forma più
avanzata di democrazia
economica". E c'è la realtà degli
interessi, quelli di associazioni
di soci, magari dipendenti e loro
famigli, che organizzando e
selezionando l'affluenza in
assemblea, riescono a
controllare il voto. Nel 2011 in
BPM il 73% del capitale era in
mano di non soci, il 27% in mano.
di 53.000 soci, di cui il 4% degli
8700 dipendenti organizzati
nell'Associazione Amici.
Questi controllano il voto in
assemblea, hanno un improprio
coinvolgimento nelle scelte
gestionali, in particolare in
quelle su avanzamenti e
promozioni, senza nessuna
responsabilità o rischio di
sanzioni. Il problema di agenzia
c'è anche nelle società per
azioni, c'è, moltiplicato, nelle
piramidi societarie, ma c'è
perlopiù la possibilità di
conquistare una maggioranza
sufficiente a sostituire il
management: una possibilità
che invece non esiste in caso di
voto capitario. Fin quando
possono esistere isole felici in '--'
cui risparmiatori coscienti di
non contare nulla corrono a
dare i loro soldi a dipendenti
perché la banca sia gestita in
modo da dare a loro vantaggi
sicuri, ovviamente a scapito
della redditività? E' nelle realtà
di media dimensione che la
cooperazione può non essere
retorica, dove anzi si può
supporre che si sia ancora
capaci di assegnare
correttamente il merito di
credito alle imprese e ai loro
progetti: che sono quindi fuori
da quanto dispone il decreto del
Governo.
Giuste le ragioni
dell'intervento, a lasciar
sorpresi è il momento scelto:
perché non è che siano mancate
le occasioni, nei 4 anni dopo il
discorso del Draghi italiano e
nei 4 mesi dopo il responso del
Draghi europeo. Le banche
popolari, proprio per le ragioni
implicite al voto capitario,
possono contare su sostenitori
tra tutte le forze politiche
rappresentate in Parlamento. Se
a suggerire l'intervento del
Governo non c'è qualche brutta
notizia di cui non si sia ancora a
conoscenza, bisogna
riconoscere che Matteo Renzi
ha dato dimostrazione di
grande determinazione
prendendo un provvedimento
che gli potrebbe alienare
consensi proprio mentre in
Parlamento hanno e avranno
luogo votazioni di decisiva
importanza per il futuro del
Paese e suo. Consideriamola
allora come una dimostrazione
di forza, e attendiamo con
fiducia la conversione del
decreto.
Giungerebbe proprio a
I
tempo. Infatti uno degli scopi
del QE che oggi verrà
annunciato dalla BCE è di
consentire alle banche di
erogare maggiori finanziamenti
alle industrie. Ma se l'economia
non cresce, gli investimenti
diventano più rischiosi, più
difficile diventa assegnare il
merito di credito. Se è vero che
molte banche popolari, anche
alcune delle grandi, grazie a una
maggiore prossimità alla
clientela, hanno (ancora)
conoscenze e competenze per
saperlo fare, è questo il
momento per loro di
concentrarsi interamente a
valorizzarle: libere dai conflitti
di interesse tipici delle
governance a voto capitario.
© R I P R O D U Z I O N E RISERVATA
Pag. 45