G U INCONTRI «Momenti in puro stile trentino» al «B3» Strada dei saporì in fiera La «Strada del vino e dei sapori del Trentino» sarà tra le protagoniste della prossima edizione di Expo Hotel, ed organizza "Momenti in puro stile trentino" in fiera al padiglione B3. All'internò dell'area espositiva da 600 mq, allestita utilizzando per la prima volta l'immagine coordinata di Trentino Marketing, spazio alle eccellenze enogastronomiche dei 16 produttori coinvolti e agli appunta- Spazio a vini, prodotti biologici, marchi di pregio, alimentazione sportiva e turismo eno-gastronomico menti di approfondimento organizzati con la collaborazione di prestigiosi partner istituzionali. "Momenti in puro stile trentino" è nome del ricco calendario di appuntamenti che la «Strada del Vino e dei Sapori dei Trentino», in collaborazione con il Consorzio Vini dèi Trentino, organizza nell'ambito dell'Expo Hotel. Incontri, degustazioni, approfondimenti - tutti i giorni, tranne il mercoledì, alle 12,15 e alle 17 - che vedono il coinvolgimento sia dei partner operativi della «Strada» che di quelli istituzionali. Domenica si inizia alle 12 con "Trentodoc: perlage... di carattere", una degustazione guidata incentrata sui Trentodoc di Endrizzi e di Azienda vinicola del Revì, accompagnati dai prodotti ittici dell'Associazione Troticoltori Trentini Associati e dalle patate di montagna di Copag. Segue, alle 15, "Ecoristorazione ed Ecolabel, le scelte del turista sostenibile: due marchi per riconoscere alberghi e ristoranti ecologici" con gli interventi di Marco Katzembeger dell'Hotel Caminetto di Folgarida, Michele Trainotti dell'Hotel Grizzly di Folgaria e Sergio Valentini della Locanda delle Tre Chiavi di Isera. Alle 17 sarà invece il momento di "Dolci vette di gusto", degustazione guidata dei vini dell'azienda agricola Pojer e Sandri, dei prodotti di Maxentia e della cioccolata Cisa 20.54. Lunedì 26 "Aperitivo in stile trentino", alle 12.00, dove verranno raccontati i formaggi di Casearia Monti Trentini, le confetture di Cà dei Baghi -Azienda Agricola Valcanover e i vini dei produttori aderenti al Con- sorzio I Dolomitici. Alle 15 il momento di "Incroci di sapori" dove saranno protagonisti i prodotti ittici di Troticultura Armanini, la birra artigianale di Birra del Bosco, le susine di Dro e le mele del Consorzio La Trentina. Alle 17, approfondimento sul tema "Visibilità per la ricettività sostenibile: l'esperienza del portale ViaggiVerdi" dove si confronteranno Simone Riccardi di ViaggiVerdi, Andrea Dalmonego dell'Agriturismo Malga Riondera e Rosa Carpano dell'Active Hotel Olympic di Vigo di Fassa. Martedì alle 15.00, Federico Bigaran, Giovanni Benedetti dell'Antica Gardumo di Ronzo Chienis, Vanda Rosa del Consorzio Ortofrutticolo della Val di Gresta e Rino Artini dell'Azienda Agricola Biologica Artini di Zuclo si confronteranno su "La ristorazione biologica: una scelta che guarda al futuro". Alle 17 incontro sul tema "Nuove generazioni del vino trentino". Infine, nel giorno di chiusura della manifestazione, "Ristorazione alberghiera e spreco alimentare" a cura dell'Università di Pollenzo e Slow Food. Interverranno Adolfo Villafiorita, Paolo Costa e Claudio Ferlan, della Fondazione Bruno Kessler, che ha sviluppato il progetto. Pag. 5 Anziani e studenti: «coinquilini speciali» L'esperienza di Casa alla Vela della cooperativa Sad. Tra «vecchi» che insegnano la Divina Commedia e giovani che distribuiscono abbracci a chi è giù di morale potrebbe diventare molto più comune di quanto si possa penLuigia Zanchetta, 95 anni, mila- sare. Non solo per i vantaggi loginese della Bovisa, una vita da stici, organizzativi ed economici istitutrice in famiglie di indu- che ne derivano, ma anche per striali come i Falk, si diletta a rac- la sperimentazione di un luogo contare la Divina Commedia. nuovo dove mettere in comune, «Le cose si dimenticano - dice - ciascuno per la sua parte, la proma quando si è vecchi rispunta- pria esperienza, le proprie conono». Tra le sue coinquiline c'è scenze e la propria umanità. Al Clara, giovane studentessa fuori piano terra e al primo vivono gli sede che viene da Mazara del anziani, al terzo gli studenti, tre Vallo: «Mi trovo bene con lei», ragazzi e tre ragazze. Ognuno ha continua. «La chiamo Scorpione la sua stanza, arredata come gli perché è piccola, scura e piena pare, poi ci sono i luoghi comudi capelli». Valeria, piemontese, ni, dove incontrarsi e passare ha scelto la facoltà di ingegneria del tempo assieme, in assoluta liambientale di Mesiano: «Mi pia- bertà. «E come una grande famiceva l'idea di venire da Ivrea a glia», dice Valeria. «Ogni tanto ci Trento per trovare una seconda parliamo anche dal terrazzo. famiglia, con tante persone an- L'altro giorno Irma era in giardiziane che ti fanno un po' da non- no: mi ha detto che era giù di ni. L'altro giorno Olga mi ha in- morale. "Scendo e ti abbraccio", terrogato per un'ora sulla raccol- le ho risposto». Una "terapia" ta differenziata. Luigia invece, che «funziona per loro ma anche fa la sarta, ha voluto una del- che per noi». le nostre gonne per studiarsela e Casa alla Vela è un'alternativa ha anche fatto l'orlo a quella di all'assistenza domiciliare, che Clara». «va bene finché la persona è in Cinque anziane, due assisten- grado di gestirsi anche la notte», ti e sei studenti universitari sotto spiega la presidente di Sad, Dalo stesso tetto. La "Casa alla Ve- niela Bottura. «Quando cominla" della cooperativa Sad è una cia a subentrare la paura della famiglia allargata del nuovo mil- solitudine, ma non sei "da casa lennio, quello che vede i di riposo" perché in grado di "vecchi" moltiplicarsi in manie- condurre la tua vita a casa, quera esponenziale e i giovani fati- sta soluzione è l'ideale. Nella care sempre di più a trovare un Rsa si è soggetti a un invecchiaalloggio, un lavoro, un loro po- mento precoce e si tende a lasto nel mondo. Un'esperienza sciarsi andare. Qui invece il ralpilota di una forma di conviven- lentamento dell'invecchiamenza inedita oggi, ma che in futuro to è evidente, perché la persona di Luca Marognoli è continuamente stimolata, si rende utile e ha una prospettiva davanti. La testa è tutto...». Silvana Degasperi sta preparando delle poesie per il primo compleanno della casa, che si festeggerà a breve. Da ragazza ha lavorato come ragioniera in uno studio associato, poi è diventata casalinga. «Qui mi trovo benissimo, sono servita e riverita», dice. «La domenica, quando le nostre assistenti, "molto pazienti" e brave, sono di riposo, vengono a farci compagnia gli studenti. Con loro parlo di scuola, di politica, di tutto...». Durante la settimana, nel pomeriggio, vengono organizzate attività manuali, teatrali, di giardinaggio, o passeggiate. C'è una coordinatrice, Isabella, che tiene lefiladi un gruppo di venti volontari. La domenica il parroco, don Davide, viene a celebrare la messa. «La casa è aperta a tutti e la comunità può partecipare a questi momenti», spiega Bottura. C'è spazio anche per la creatività delle ospiti: Silvana fa degli ottimi ossobuchi, Luigina il pane. Luigia invece intrattiene tutti con i racconti dei "vip" incontrati in Toscana: da Virna Lisi («le facevo la frittata») a Walter Chiari («si divertiva a farmi arrabbiare»), fino a Lady Diana («dolce, sensibile e di un'affettuosità incantevole con i bambini»). Olga Montagnier, 91 anni, nata a Musile di Piave ma provePag. 6 niente da Merano, ha il figlio a Trento. È stato lui a proporle questa soluzione abitativa. «È la saggia del gruppo, una persona squisita», la presenta Daniela Bottura. Lei, un passato da impiegata allo stato civile, sorride: «I ragazzi? Sono molto simpatici: ci fanno anche il tè e la merenda. Parliamo spesso dei loro studi». Per Luigina Figliolo, la più giovane con i suoi 81 anni, nata a Matera e sposata con un trentino di Capriana, è venuto naturale scegliere la Casa alla Vela do- po avere frequentato per due an- ora è capitato che sia lei a benefini il centro diurno Sad, che ha ciare delle attente cure delle assisede a Mattarello. «Sono stata la stenti. «È il nostro Pierino», ride prima a prenotarmi», racconta Daniela Bottura. «Alterna girelfiera. «I mieifigliabitano in Sviz- lo, bastone e poi pistaaa». «Sì, sozera. La sera ero sempre sola e no quella che non sta mai ferma. anche la mattina facevo fatica, E non sono capace di stare sola», così sono venuta qui. Ma quan- dice lei. Ha avuto un'esperienza do ho voglia di uscire, al centro negativa con una badante. «Qui ci vado lo stesso: mi piace balla- mi trovo molto meglio», dice. re». In estate si è anche dedicata La retta è persino di poco infeall'orto, assieme a Lorenzo, un riore a quella di una Rsa. Peccavolontario di 16 anni. to solo che di luoghi come questi Irma Fontanari, 89 anni, per- ce ne siano ancora pochi. «Io per ginese, è stata infermiera: «Ho sicurezza - dice la presidente fatto le notti tante volte», ti rac- Bottura - il mio posto l'ho già conta. La ruota della vita gira e prenotato». Pag. 7 H i» JJ il # -f # # U n luogo fatto di relazioni» ni, «Qui e vieneadaogni Brentonico. studenti che vivono al terzo29: Le assistentiI sei Jole, 55 anni, e Paola, età si «Dopuò imparare piano di Casa alla Vela sono stati selezionati in base alle loro capacità relazionali. Sono iscritti a Economia, Sociologia (due di loro), Matematica, Ingegneria e Informatica e vengono tutti da fuori provincia: dalle lontane Matera e Mazara del Vallo alle più vicine Brescia e Domegliara. Pagano un affitto analogo a quello praticato dall'Opera universitaria e ottengono dei voucher se collaborano nella faccende domestiche (un esempio è la pulizia delle scale). La domenica e in altre occasioni incontrano le anziane che abitano ai piani di sotto per trascorrere qualche ora assieme. Ma sono diversi i soggetti che concorrono a rendere accogliente Casa alla Vela. «Il bello di questo posto è che quando vengono i nipotini chiamano "nonne" tutte, senza distinzioni», dice Daniela Bottura, presidente della cooperativa Sad, 130 operatori e una cinquantina di volontari, 20 dei quali attivi in questa struttura. «I familiari sono entrati nel progetto al di là delle aspettative. C'è chi porta le lasagne, chi le caramelle». Ma l'anima della casa (le chiamano "angeli custodi") sono loro: le due assistenti, Jole Bertotti e Paola Slaifer, che seguono le ospiti e abitano con loro. «Sono qui da un anno, da quando la casa è stata aperta. Prima facevo la barista», racconta Jole, divezzano, mentre prepara la pasta al pesto per il pranzo di oggi. «Ho 55 anni e la mia vita l'ho fatta. Ho avuto la fortuna di trovare questa occupazione: è un'esperienza davvero gratificante». Paola è più giovane, ha 29 an- po la laurea in tecniche dell'edilizia ho lavorato in un ufficio tecnico ma poi sono stata licenziata a causa della crisi. Così ho iniziato a fare assistenza domiciliare e ho anche prestato servizio come volontaria in casa di riposo per un anno e mezzo. Ho cercato di formarmi e mi piacerebbe fare il corso di Oss». La Casa della Vela è un posto speciale dice - perché cura le relazioni. «Qui gli anziani hanno l'opportunità di imparare anche alla loro età». A farsi una famiglia ancora non ci pensa. «Quando sarà il momento giusto andrò via. Ma portandomi dietro un bagaglio importante». (l.m.) 11 ANTONIO GIACOMELLI CUPIPA) Oggi in Trentino ci sono 4.300 posti letto nelle Rsa per una popolazione di mezzo milione di persone. Oltre mille le persone in listad'attesa. «Serviranno altri 1000 posti in 10 anni», è l'avvertimento di Antonio Giacomelli presidente dell' Upipache riunisce le 54 case di riposo in provincia. «Ne abbiamo 250 già pronti per l'accreditamento», spiega Giacomelli, «mafinoradalla Provinciaè arrivato un no alle nostre richieste». «Fino ad oggi i nostri numeri sono in linea con quelli europei, ma la politica della Provincia ora sembra sempre più orientata a potenziare i servizi di assistenza domiciliare». 11 Ll¥10 TREPIDIMI!) «La Provincia ha fatto la scelta di potenziale la domiciliarità, ma non si fa sulla carta», dice Livio Trepin, segretario della Federazione anziani e pensionati Adi. «Occorre garantire servizi, perché non sono abbastanza. Nel 2012 hanno Pag. 8 distribuito soldi per pagare la badante: l'assegnodicuraè diventato una maggiorazione dell'indennità di accom pagname nto». Occorre i nvesti re sulla loro formazione, maanche «garantire la continuità assistenziale, con la presenzadell'infermiere,quelladi un medico.quandoservedel personale per la riabilitazione». 11 MÀSSIMO OCCELLO CCOOP FAI) Occello, presidente della cooperativa Fai, specializzata in servizi domiciliari, ritiene il volontariato indispensabile. «Altri soldi non possiamo aspettarcene mentre è sicuro che dovremo servi re più persone. Come si fa? Bisogna atteggiarsi non più come erogatori di servizi ma cercare di integrare ciò che facciamo con il territorio: il volontariato, le associazioni, le Adi, l'Arcidiocesi, gli alpini, tutti i soggetti presenti... Perché altrimenti, se non si dà un supporto di gratuità, questa cosa ci scappa di mano». Pag. 9 La falegnameria «Girasole»: non solo lavoro L'esecutivo della Comunità di valle in visita a un luogo che non solo lavora il legno, ma offre dignità La giunta della Comunità di Valle nei giorni scorsi si è recata in visita alla cooperativa il «Gi- rasole». «E bello essere qui - ha detto il presidente della Comunità Stefano Bisoffi- perché siamo in un luogo che utilizza il lavoro come strumento per ridare speranza e dignità a persone che vivono situazioni difficili. Qui vediamo emergere un'idea di lavoro di grande valore, perché non è solo un'attività che serve al cittadino ma è anche una mano tesa a persone che hanno necessità di lavorare». Tutto l'esecutivo della Comunità della Vallagarina ha accompagnato la responsabile dei servizi sociali Carla Comper, in vi- sita al nuovo sito del laboratorio di falegnameria delle cooperativa sociale il Girasole di Rovereto. Ad accoglierli c'era il presidente della Coop Saverio Manzana, i consiglieri Carlo Zandonai, Piergiorgio Bezzi e Rossella Girardi (che è anche operatrice) e il coordinatore Roberto Brunelli. 11 Laboratorio della Cooperativa Girasole si è trasferito dalla vecchia sede di via Cartiera a un sito in zona industriale (accanto al Rovercenter) che sarà inaugurato ufficialmente il 17 aprile prossimo in occasione dei 30 anni di vita della coo- perativa che si occupa di uomini con disagi di tipo psichico e sociale. Nel laboratorio attualmente lavorano 4 persone e chiunque può portare un mobile o altri oggetti in legno a far riparare o restaurare. Nuovissimi e all'avanguardia i macchinari e le cabine per lo smontaggio, la pulizia e la verniciatura del legno. Nel corso della visita l'esecutivo ha potuto vedere come si svolge il lavoro di falegnameria e conoscere da vicino una realtà importante sia dal punto di vista imprenditoriale che sociale. Pag. 10 NON E SOLE "VALLE ACCESSIBILE", PROSEGUE IL PROGETTO GSH, due nuovi report C ontinua i l progetto "Una valle accessibile a tutti" della cooperativa Gruppo Sensibilizzazione Handicap per segnalare te barriere architettoniche presentì sul territorio noneso e solandro. Nel 2014 è stata fatta una revisione rispetto a quanto rilevato a Revò nel 2011, in particolare sono stati presi in esame i punti critici emersi in quel primo report. Nel documento si evidenzia come molti esempi critici siano rimasti tali: via delle Maddalene, ad esempio, ancora oggi manca di camminamenti o marciapiede per rendere sicuro i l transito da questa zona, in via Monte Ozolo mancano ancora gli spazi pedonali. La situazione, si rileva nel report, è rimasta invariata, anche se l'amministrazione ha dato disponibilità a proseguire nel miglioramento. A Cavizzana, invece, la ricerca effettuata dal GSH, ha rilevato un manto stradale generalmente in buono stato, ma anche qui vi sono dei punti da rivedere, come la mancanza di camminamenti, marciapiedi e strisce per l'attraversamento pedonale o scalini al municipio, al cimitero, e mancanza di parcheggi per persone disabili. LZ. Pag. 11 Servizio nido, nessun rischio, anzi inaugurazione TON - L'asilo nido voluto non è a rischio chiusura. La conferma viene tanto da Mariangela Minati, responsabile della «Pro.Ges» che gestisce la struttura (non un asilo nido, ma un «servizio conciliazione lavoro»), sia dalla sindaco Sandra Webber. Ad avanzare l'ipotesi chiusura una genitrice: «Ad oggi si possono contare solo due iscritti, ed il servizio rischia di essere chiuso», afferma in una nota inviata in redazio- ne». Prima dell'apertura avevano dichiarato interesse 12 famiglie; «sarebbe un vero peccato», scrive la donna, «se un progetto così ben organizzato dovesse finire per presunti divari politici». La possibilità che il «nido» (definiamolo così, per semplicità) possa chiudere viene categoricamente smentita. Una struttura costata 219 mila euro, ricavata in un edificio di proprietà comunale (ex scuola) a Tbss, che ospita anche ambulatori e punto vendita della Famiglia cooperativa Primanaunia. «Nel 2010 c'era richiesta», afferma la sindaco. «Abbiamo incentrato la nostra attività sui servizi alle famiglie, e questo che garantisce aiuto a genitori che lavorano. La richiesta c'era, basti pensare che c'erano genitori che portavano il bambino all'asilo nido di Segno per poi tornare a valle e re- carsi al lavoro in Rotaliana, o magari a Trento...». Erano numerosi, gli interessati al servizio, che prevede rette proporzionate ad orari lavorativi e reddito, con i buoni di servizio, potenzialmente più economico (se a regime) di un «normale» asilo nido. «Anche ora abbiamo delle richieste per il futuro», afferma Sandra Webber. «La struttura non chiude, anzi stiamo prevedendo di inaugurarla, tra qualche settimana». Pag. 12 di Michele Cindolo Quasi 8000 fondisti alla 42 a Marcialonga di Fiemme e Fassa, accorciata di 13 chilometri. Partenza da Mazzin, non da Moena D ieci minuti netti: èil record battuto dalla 42a Marcialonga di Fiemme e Fassa prima ancora di cominciare. Sono bastati 600 secondi, lo scorso giugno, per aprire e chiudere le iscrizioni alla granfondo internazionale del prossimo 25 gennaio. Più una green...fondo al momento, non solo per l'attenzione all'ambiente ma soprattutto per la poca neve (a parte gli oltre 200000 metri cubi prodotti artificialmente), che, come nel 2007, ha costretto gli organizzatori ad accorciare di 13 chilometri il percorso ed a spostare la partenza a Mazzin (in località Campestrin) alle 9. Ridotta di 12 km (33 anziché 45) anche la "Light", che si concluderà a Predazzo nel rispetto del programma. Proprio il rispetto degli impegni presi con le amministrazioni locali, la Provincia, i volontari, gli sponsor ed i concorrenti ha prevalso di nuovo sulle bizze dell'inverno. Parliamo infatti di una Marcialonga, la prima gara al mondo monitorata dal CeRiSM di Rovereto per valutare l'affaticamento della muscolatura in atleti di medio-alto livello che si sfidano con la scivolata spinta, presa di petto(rali) quest'anno da quasi 8000 fondisti (ad oggi 7711) di 31 nazioni - scandinavi (oltre 4000) in testa, ma pure spagnoli, australiani, sudafricani, israeliani, statunitensi e giapponesi - con più dì 2500 "bisonti" italiani (sui circa 2800 totali, provenienti da una settantina di province, compresi i padroni di casa Antonella Confortola-Wyatt e Bruno Debertolis, l'ex campione olimpico friulano Giorgio Di Centa edi noti velisti Nicola e Claudio Celon) prenotatisi già a marzo. Un conto alla rovescia che fa bene non soltanto alle due valli, ma a tuttoilTrentino, visto l'indotto turistico di otto milioni di euro. Sono 44757 le presenze annue ascrivibili alla Marcialonga Ski: 33805 solo nella settimana della "popular race" più famosa d'Italia, nonché una delle più amate a livello mondiale. Il comitato organizzatore presieduto da Angelo Corradini ha ridisegnato alcune zone (quella d'incontro fra i torrenti Avisio eTravignolo a Predazzo, dov'è stato allestito un nuovo traguardo sprintin centro, e quella nei pressi del ponte dei Castellani, spostando altresì il giro di boa di Canazei all'interno dell'abitato) e previsto due ulteriori punti di produzione neve nel lungo tratto cheinteressaliVal di Fiemme (Molina-Predazzo) ed in parte la Val di Fassa, perii quale nei tre mesi invernali transitano circa mille appassionati degli sci stretti al giorno. Correttivi che, però, non faranno scalare posizioni nella classifica delle dieci piste italiane pil belle stilata dall'Osservatorio Turistico della Montagna, in cui i 70 km da Moena a Cavatese sono già l'unico tracciato "nordico" presente. Di intrattenimento agonistico sono invece gli ormai classici eventi di contorno, attesi con non meno palpitazione: la 3a Marcialonga Story di sabato 24 al "Centro delfondo"diLagodi Tesero, con sci ed abbigliamento antecedenti il 1976, che anticiperà la 15a Marcialonga Stars sempre allo stadio teserano, manifestazione a sostegno della Lega Italiana perla Lotta contro i Tumori, che farà a sua volta da battistrada alla 30a Minimarrialonga, nata proprio da un'idea dell'attuale presidente Corradini e di Elio Pontalti ed ora marchiata "Family in Trentino", e la 5a Marcialonga Young, che, grazie alle gareriservatealle categorie Allievi, Aspiranti e Junior, si protrarrà fino a domenica. Pag. 13 DIETRO LE QUINTE NELLE FOTO DI ALESSIO COSER. Un monumento d'immagini vere L'inno al volontariato nel lavoro di venti società sportive trentine a retorica è sempre in agguato, quando s'incensano le squadre vincenti, i campioncini in erba, lo spirito di gruppo. Ma le foto non mentono e, soprattutto quando sono scattate con uno spirito di realistica documentazione, sanno evitare i l rischio della retorica. Alessio Coser, fotoreporter trentino, padre di famiglia dalle antenne sociali, è riuscito^ costruire con le sue immagUff'un monumento al volontariato .sportivo, molto più efficace di tante commemorazioni e di molte righe scritte. Ha fatto visita alle sedi di alcune delle società dalla Cassa Rurale di Trento, raccontandone la Anta segreta, lo sforzo ordinario, i protagonisti silenziosi: 17 diverse discipline, molte situazioni simili come la riunione, la L trasferta, i l riordino dello spogliatoio. Con qualche scheda storica e le essenziali didascalie di Leonardo Pontalti è riuscito a realizzare un album elegante (la grafica è merito di Giulia Coslovich, e può costituire un buon format anche per i l futuro) in cui non brillano per una volta i marchi ed i trofei, i primati e le mani alzate, ma spiccano invece gli spogliatoi e i magazzini, le lavatrici e i tesseramenti. I l pane quotidiano di tanti volontari per scelta che lavorano dietro le quinte: dall'accompagnatore silenzioso al magazziniere preciso, dalla "signora delle carte" all'allenatore che non va mai in pensione. Un ritratto corale, capace di mettere in rilievo le luci, ma anche le ombre (il difficile ricambio, i l rischio agonismo, le esigenze delle famiglie, le tentazioni del mercato...) di un modo di affrontare lo sport all'insegna della gratuità: chi ha ricevuto, vuol continuare a dare. Uno stimolo per tanti volontari - anche quelli qui non present i - a non mollare, a sentirsi riconosciuti, rappresentati. Un libro che poteva essere realizzato anche dall'assessorato provinciale o dal Coni o dal CSI: i l fatto che lo abbia voluto una Cassa Rurale è un buon titolo di merito. d.a. Pag. 14 Un pezzo dell'ex Bruno salvato dal museo storico Via Dogana, iniziata ieri la demolizione della stru TRENTO L'ex sede del Centro sociale Bruno, in via Dogana, sta per scomparire del tutto. E, con essa, se ne sta per andare anche l'originale murale che abbelliva la facciata rivolta verso il cuore del capoluogo, raffigurante quell'orso a fauci spalancate disegnato per ricordare la morte dello «sfortunato» Jji (il piantigrado ucciso in Baviera nel 2006). Ieri, dopo i lavori di precantiere delle scorse settimane, le ruspe hanno iniziato ad abbattere la struttura all'angolo tra via Dogana, via Romagnosi e via Segantini: per completare la demolizione ci vorranno trequattro giorni. Poi, dell'edificio realizzato all'inizio del Novecento e divenuto sede del centro sociale dal 2007 al 2013, non rimarranno che macerie, da smantellare per lasciare posto a un parcheggio. Ieri, in via Dogana, le ruspe hanno attirato la curiosità dei passanti, cittadini ma non solo, che hanno osservato l'ultimo atto di un immobile finito suo malgrado, negli ultimi anni, alla ribalta delle cronache per la sua trasformazione in centro sociale (con conseguenti polemiche a livello comunale tra i favorevoli e i contrari all'occupazione della struttura), per il suo coinvolgimento nelle trattative tra Provincia, Comune e Cooperazione legate alla riqualificazione dell'ex Italcementi e per il successivo utilizzo da parte di senzatetto. Ma a far discutere, nel bene e nel male, era stato in questi anni anche il grande e colorato murale, realizzato nel 2008 dal messicano Omar Garda Cruz e dallo spagnolo Jordi Galindo. E che in molti avevano chiesto di salvare. Ad attivarsi in questo senso, proprio in queste ore, è stata la Fondazione museo storico del Trentino, che ha fatto sapere di essere interessata a un pezzo di murale, per poterlo conservare e per utilizzarlo, in futuro, in qualche iniziativa di valorizzazione della storia dell'edificio e del centro sociale Bruno. Non solo. Sempre in questi La fondazione È stata realizzata una campagna di raccolta foto e video da usare per iniziative future giorni la fondazione ha promosso una campagna di raccolta di fotografie e video (di cui si è occupato Lorenzo Pevarello), per documentare l'immagine esterna e interna dell'immobile prima della demolizione e durante i lavori di queste ore. n materiale sarà utilizzato, anche in questo caso, probabilmente per dei progetti e delle iniziative relative alla storia del centro Bruno. Marika Giovannini Pag. 15 Facciata del Bruno in mostra GIUSEPPE FIN Ieri mattina sono iniziati i lavori di demolizione della struttura che per diversi anni ha ospitato il centro sociale Entro 10 giorni edificio raso al suolo per fare spazio a un parcheggio O t t a . Progetto del Museo storico per conservare parte del murales di via Dogana Un pezzo del murale presente sulla facciata dell'ex Centro sociale Bruno verrà conservato. A farsi promotore dell'iniziativa è la Fondazione del Museo Storico del Trentino che proprio in questi giorni ha deciso di fare un passo in avanti per evitare che l'intero murale realizzato da Omar Garcia e Jordi Galindo venga distrutto assie- me all'abbattimento dell'intero edificio. «Non sappiamo al momento - hanno spiegato alcuni rappresentanti della Fondazione - di che dimensioni sarà il pezzo di facciata che si riuscirà a conservare. Questo murale ha rappresentato un aspetto importante per la nostra città e abbiamo in futuro un progetto di utilizzarlo per un lavoro di narrazione di quello che l'edificio e il Centro sociale Bruno hanno rappresentato a livello storico per la città di Trento». Una notizia, questa, che è arrivata proprio ieri quando, alle ore 8.30 circa, dei bracci meccanici hanno affondato i propri artigli nelle vecchie mura dell'edificio dell'ex Dogana. Dopo un settimana di preparazione la ditta demolitrice «Zampedri Lorenzo Sri» ha dato il via al proprio lavoro partendo dalla tettoia presente nel lato posteriore dell'edificio, sotto alla quale fino a sette giorni fa erano in tanti i senza fissa dimora che cercavano un riparo per le fredde notti invernali. Il braccio meccanico ha letteralmente strappato una dopo l'altra le assi di legno che sostenevano la struttura fino a demolirla completamente. A guardare il cadere dei detriti e l'inizio della demolizione di un edificio che, nel bene o nel male, ha rappresentato una parte di storia della città di Trento, sono accorsi diversi cittadini e numerosi dipendenti della Trentino Trasporti presenti nei vicini stabili della stazione di Trento - Male. «I la- vori - hanno spiegato i responsabili della ditta - proseguiranno per circa 10 giorni. Ci dovrà essere anche la pulizia dei detriti. I serramenti dell'edificio sono già stati tolti preventivamente nei giorni scorsi e ad essere recuperati sono stati anche gli scalini interni». L'edificio dell'ex Dogana, in passato, era stato luogo di deposito merci per poi tornare alla ribalta, dopo un periodo di abbandono, nell'ottobre del 2007 con l'occupazione da parte del Centro sociale Bruno che proprio in quei mesi aveva lasciato l'ex collegio Mayer. Ieri, dopo la demolizione della tettoia esterna si è iniziato a colpire la struttura stessa dell'edificio partendo dalla parte posteriore, quella vicina al palazzo della Cooperazione. Anche in questo caso il braccio meccanico ha affondato i propri artigli di ferro all'interno delle vecchie mura come fossero pezzi di burro. Detriti di cemento e assi di legno hanno iniziato a riempire l'intero perimetro che si trova attorno al Bruno delimitato da grosse transenne di ferro e cemento per evitare pericoli ai cittadini. I lavori proseguiranno anche nei prossimi giorni. L'ultima tappa della demolizione, se i programmi non cambieranno, riguarderà la facciata principale con il murale. Come già detto nei giorni scorsi, al posto dell'ex Dogana verranno realizzati 38 parcheggi per il personale della Trentino Trasporti. Pag. 16 emolitori al lavoro Presto l'ex Dogana sarà solo un ricordo % ili n m Iniziato ieri mattina Tabbattimento della struttura austriaca Anche il murales del Bruno destinato ad essere spazzato via Ieri, di buon mattino, è inizia- tive hanno spesso protestato. ta la fine dell'ex Dogana. Ha La macchina demolitrice ha preso il via quando T'escava- lavorato per tutta la giornata tore della ditta Zampedri di di ieri, "divorando" l'edificio Pergine ha cominciato a partendo dalla parte nord, co"mangiare" la vecchia strut- stantemente spruzzato da un tura. Quasi come la bocca di cannone molto simile a quelun drago, la pinza meccanica li usati sulle piste per l'inneha staccato per primo un pez- vamento artificiale con aczo di grondaia e poi ha preso qua nebulizzata, che impedia tirar giù le parti in muratura va alla polvere di alzarsi dalle della struttura realizzata tra il macerie. L'abbattimento pro1901 e il 1904 per ospitare seguirà anche oggi e sotto i proprio la Dogana dell'impe- colpi del braccio della ruspa ro austrungarico. Una strut- cadrà anche il grande e colotura governativa, insomma, ratissimo murales, realizzato che quasi cento anni più tar- nel 2008 da un gruppo di artidi avrebbe ospitato il centro sti messicani. Sparirà il gransociale Bruno, i cui attivisti de orso - si tratta ovviamente contro le istituzioni governa- di Bruno, il figlio di Jurka che era stato ucciso poco prima della realizzazione dell'opera - che nella sua bocca "ospita" la porta d'entrata sul lato sud dell'edificio. Un'opera artistica che in molti, nelle scorse settimane, avrebbero voluto in qualche modo salvare, ma che invece sparirà per lasciare spazio ad un parcheggio. Sparisce un pezzo di storia di Trento per creare preziosissimi spazi alle automobili. Conclusa la demolizione, infatti, si prowederà alla rimozione della montagna di macerie, per poi dare il via alla sistemazione dell'area. (p.t.) ORIPR0DUZI0NE RISERVATA Pag. 17 «L'autonomìa delle Rurali è in perìcolo» JL Dopo la cancellazione del contratto integrativo, i sindacati spiegano i quattro giorni di sciopero della prossima settimana I DIPENDENTI I TAGLIENTE A PAG. 21 «Scioperiamo perché le Rurali rischiano» Dopo la cancellazione del contratto integrativo, i sindacati spiegano i quattro giorni di sciopero della prossima settimana. I bancari: «Qui tocca a noi difendere la cooperazione trentina» eli Paolo Tagliente «Non è una questione di benefit o di agevolazioni. No, si tratta di una questione di principio e in gioco c'è l'autonomia stessa delle nostre Casse Rurali e di quella specificità che da sempre ha fatto del Trentino un modello per molti». A parlare sono i segretari delle quattro sigle sindacali dei bancari trentini: Romano Vicentini della Fisac Cgil, Domenico Mazzucchi della Fabi, Maurizio Mosaner della Uilca Uil e Mariano Perotti della Fiba Cisl che ieri, nella sede della Fiba, in passaggio Vittorio Zippel, hanno spiegato le ragioni della mobilitazione che la settimana prossima si tradurrà in quattro giorni di sciopero -lunedì 26, martedì 27, giovedì 29 e venerdì 30 gennaio - della Casse Rurali del Trentino e che, salvo passi indietro della Federazioni, proseguirà anche la settimana successiva con altre quattro giornate, nei medesimi giorni. Lunedì e mercoledì mattina, inve- ce, i presidi davanti alla Federazione. «Il 19 dicembre scorso spiega Mazzucchi - Federcasse Roma ha di fatto deciso la cancellazione del contratto integrativo provinciale a partire dal 1 febbraio "per sostenere al meglio il tavolo nazionale del rinnovo del Contratto Nazionale", scaduto il 31 dicembre del 2013. Sconcertano il modo e l'atteggiamento dell'associazione nazionale delle Banche di Credito Cooperativo e Casse Rurali, ma sconcerta ancora di più l'acritica obbedienza della Federazione di Trento che, tra le prime in Italia, ha accolto le indicazioni di Roma e ha unilateralmente disdetto l'integrativo. Atteggiamento opposto a quello della Federazione altoatesina che ha subito opposto un fermo rifiuto alle indicazioni di Federcasse questa proposta». In questi giorni, i sindacalisti hanno girato in lungo e in largo la provincia per incontrare i dipendenti delle rurali - 33 le consultazioni assembleari - e spiegare loro cosa sta accaden- do. La partecipazione è stata altissima, raggiungendo la percentuale record del 92 per cento del personale interessato. «Un 92 per cento che si è schierato contro la cancellazione dell'integrativo» hanno spiegato. E proprio perché non si tratta di una mera questione di benefici economici, per i rappresentanti sindacali è necessario che anche la gente, che i trentini conoscano quali sono le ragioni dello sciopero e quali sono i rischi per la cooperazione trentina «di cui, ormai, lavoratori e sindacato sembrano essere gli unici difensori rimasti». «Se le cose non cambieranno continuano - il prossimo 1 febbraio l'integrativo verrà sostituito da un regolamento aziendale sostitutivo che ai lavoratori toglie dignità, svilisce il loro lavoro, costante e profondamente radicato nel tessuto sociale, e priva le Casse Rurali di ogni potere di gestione su un territorio fatto di una miriade di microrealtà, dove la rurale non è mai vista come una semplice banca e dove unafittissimarete di relazioni personali e associazionismo rappresenta un patrimonio unico. Impossibile pensare che un regolamento redatto per Banche di credito cooperativo con centinaia o migliaia di dipendenti attive in altre regioni italiane, possa rispondere alle esigenze di realtà trentine che di dipendenti ne contano anche solo sette. L'obbiettivo di tutta questa operazione è evidente: accentrare tutto il potere a Roma, privando di qualsiasi autonomia le Casse Rurali, l'ultimo istituto bancario trentino dopo che Btb e Caritro sono Pag. 18 passate in altre mani». Domenico Mazzucchi La scelta unilaterale di disdire il contratto integrativo toglie dignità ai lavoratori e alle persone: il futuro si affronta dialogando Maurizio Mosaner Dall'Alto Adige è arrivata la ferma opposizione alle richieste di Federcasse Roma Qui tocca a noi difendere la cooperazione trentina Pag. 19 UN MONDO IN EWOLUZIONE ambiamenti necessari decidiamo assieme» A chi sottolinea che in questo difficile momento storico anche il mondo delle banche sta profondamente cambiando, i segretari di Fabi, Fiba Cisl, Fosac Cgil e Uilca Uil rispondono che tutti sono pienamente consapevoli dei profondi mutamenti in corso. «Nessuno spiegano - ha intenzione di fare muro contro muro e da parte di tutti c'è la massima disponibilità al dialogo per far fronte alle nuove problematiche. Ma deve essere un dialogo costruttivo, dev'essere un confronto aperto e civile. I problemi non si risolvono certo con colpi di mannaia calati dall'alto, il cui scopo è quello di togliere autonomia ad un territorio e a realtà che stanno affrontando le nuove sfide in maniera dinamica ed efficace». A provarlo sono i dati della stessa Federcasse Roma e relativi all'anno 2013. Per quel che riguarda il costo del personale il costo per singolo dipendente è di 76.550 euro nelle banche dell'Abi, di 74.659 euro nel sistema nazionale delle Banche di Credito Cooperativo e di 71.989 euro nella Casse Rurali Trentine. Ma non solo. Altri dati della Federazione trentina mostrano che le spese per il personale sul totale dell'attivo nel settore delle Casse Rurali e Banche di Credito Cooperativo, il Trentino si piazza al secondo posto, con un 0.89 per cento, dietro il Piemonte a 0.81 e a fronte di una media nazio- nale che è di 1.08 per cento. Anche su questo fronte, insomma, il Trentino andrebbe preso a modello. «Invece si cerca di azzerare tutto - tuonano - di cancellare la nostra identità». Ma qualcosa già si sta muovendo: proprio in queste ore i presidenti delle rurali di Non e Sole avrebbero scritto al presidente della Cooperazione Trentina, Diego Schelfi, per chiedergli di fare un passo indietro e ritirare la disdetta. Presidenti che, evidentemente, la pensano in maniera opposta ai rappresentanti che, nella Capitale,il 19 dicembre scorso^vevano approvato le scelte di Federcasse Roma per la cancellazione dell'integrativo, (p.t.) Pag. 20 «L integrativo delle Rurali moneta di scambio con Iccrea» Scioperi, l'accusa dei sindacati. Disdetta, le valli di Non e Sole protestano Rurali, i sindacati preparano la battaglia Cooperazione sotto accusa: «L'integrativo barattato con la holding del Nordest» di Enrico Orfano Ore decisive per il credito cooperativo trentino, I sindacati di settore confermano gli 8 giorni di sciopero, che rischiano di paralizzare anche gran parte delle Bcc del resto d'Italia, dato il coinvolgimento di Phoenix e Cassa centrale. Oggi Schelfi a Roma tenterà di strappare una proroga, domani in assemblea riferirà ai presidenti. I sindacati ritengono che il «sacrificio» locale serva a spingere la holding del Nordest. a pagina 11 TRENTO I sindacati del credito cooperativo, forti della partecipazione sostenuta a 33 assemblee di fila in due settimane, confermano gli 8 giorni di sciopero a partire da lunedì. I primi due giorni sono previsti presidi davanti alla sede della Federazione, venerdì 30 ci sarà un vero corteo, da via Segantini a Piazza Dante. La disdetta dell'integrativo, che di fatto esautora la rappresentanza dei lavoratori, viene letta come il prezzo che la cooperazione trentina paga a Roma pur di rimanere «in partita» nel confronto Iccrea-Cassa centrale banca. Intanto oggi si spera che Schelfi riesca a strappare una proroga al presidente Azzi. Del clima che si surriscalda parla Domenico Mazzucchi, segretario Fabi: «I presidenti delle Rurali di Val di Non e Sole hanno scritto una lettera la presidente di Federcoop Diego Schelfi in cui gli chiedono di ritirare le disdetta». La Federazione però ha ricordato che la disdetta dell'integrativo pro*vinciale — comandata da Federasse in applicazione dal primo febbraio per stringere la morsa sul tavolo della contrattazione nazionale — è stata votata «all'unanimità». «Ma non è vero — ribattono i sindacati — il sì è arrivato nel Comitato di settore, nel cda di Federcoop e nella delegazione sindacale. Mai hanno votato i presidenti». C'è da dire però che la mano l'hanno alzata i rappresentanti di quelle 42 Casse rurali e società di sistema, e ora forse è tardi per lamentarsi. Fabi (di gran lunga sigla maggioritaria), Uilca, Fisac Cgil e Fiba Cisl vogliono andare fino in fondo. La loro arma più forte è forse l'appoggio dei lavoratori di Phoenix informatica bancaria e di Cassa centrale: le due assemblee di ieri hanno registrato oltre il 90% di adesione. «I dipendenti sono preoccupati per l'impatto che la loro protesta può avere, ma sono obbligati» continua Mazzucchi. Gira voce che le due strutture stiano «lavorando ai fianchi» Schelfi per scongiurare lo sciopero, che avrebbe un impatto fortissimo, dato che Phoenix gestisce l'informatica di 250 fra Bcc e società annesse e Ccb guida tutto il credito cooperativo del Nordest (e oltre). Il polo del Triveneto, che ria come fulcro Trento (Phoenix-Ibt-Ccb-Mediocredito), da tempo si contrappone a quello dell'asse Roma-Milano (Iside-Iccrea). Trento sta creando una «holding del Nordest» e forse, perché il presidente nazionale Alessandro Azzi lo conceda, qualcosa deve cedere. «La partita fra Trento e Roma è importante, dal punto di vista imprenditoriale — ragiona dun- que il segretario della Fabi — il Trentino non vuole rimanere fuori: il nostro contratto è un pretesto, un prezzo da pagare a Roma». giorni Che il contrato sia «moneta Gli scioperi di scambio» i sindacati lo deproclamati ducono confrontando i conti. nelle Rurali In bilancio la spèsa media per un dipendente con contratto Abi è 76.550 euro, nel sistema Bcc nazionale è 74.659 e nelle Rurali trentine solo 71.989. La spesa per il personale sul totale mila dell'attivo in media è dell'i,o896, mentre in Trentino solo dello Il personale 0,89%. Qui dunque il personale con contratto costa meno, perché punirlo? Federcasse Oggi a Roma è previsto un esecutivo in cui Schelfi, che è vicepresidente nazionale, proverà a portare a casa una proroga dell'integrativo. Ma due o tre banche mesi per i sindacati non sono Le Casse rurali sufficienti. «L'orizzonte a cui del Trentino: si puntiamo è almeno quello di aggiungono maggio-giugno — dice RomaCcb e Phoenix no Vicentini (Fisac Cgil) —, in modo da aver tempo di lavorare a una controproposta». Se non arriveranno risultati, anche in extremis, allora lo sciopero sarà certo. «Un disconoper cento scimento del sindacato, che La media della deriverebbe dall'imposizione presenza alle di un regolamento unilaterale assemblee al posto del contratto, verrebbe visto malissimo anche dagli altri comparti» ragiona Maurizio Mosaner (Uilca). Senza contare che verrebbe meno nell'am«L'integrativo delle Rurali noncta di scambio con Iccrea» biente cooperativo, tradizioSÌÌK=nalmente terreno collaboratil" f s s ^ S i i l i \M: vo. «Centinaia fra i 3000 dipenWSmmsSMj^? = islss^ - ^Sissssdenti sono amministratori di coop, una trentina perfino presidenti» nota Mariano Perotti (Fiba Cisl). La rabbia cresce. 8 42 92~ Eonon* HI istigai Enrico Orfano © RIPRODUZIONE RISERVATA ^ ^ _ ,__ Kxpo hotel punta a 20.000 visi Slow food parla di sostenibilità • ! • • • I=!~' Pag. 21 Casse rurali. Sciopero, Tira dei sindacati «Così ci tolgono tutta la dignità» «Nessuna questione economica ma la necessità di proteggere i nostri valori cooperativi». I segretari di Fabi, Fiba Cisl, Fisac Cgil e Uilca a pochi giorni dall'inizio dello sciopero che porterà per ben quattro giornate, il 26,27,29 e 30 gennaio, l'astensione dal lavoro per gli addetti del credito cooperativo in Trentino, hanno chiarito ieri le motivazioni di questa prima e importante iniziativa che replicherà poi il 16,17 e 19,20 febbraio. Lo stato di agitazione è nato nel momento in cui la Federazione Trentina delle Cooperative ha disdetto i contratti integrativi aziendali in tutte le Casse Rurali a partire dal primo di febbraio sostituendoli con regolamenti interni imposti unitariamente dalle singole aziende a tutti i dipendenti. «Abbiamo deciso questa azione di sciopero - ha spiegato ieri Domenico Mazzucchi della Fabi - perché non accettiamo questo sistema. Si vuole togliere la dignità del lavoratore». Da un lato a creare preoccupazione è la decisione di lasciare all'azienda il potere di gestire i rapporti di lavoro ma dall'altro i timori riguardano l'intero sistema cooperativo. «Quello che sta accadendo ha spiegato Mazzucchi - può creare un percorso di azzeramento delle capacità e dell'autonomia delle casse rurali che andrà a Roma». Problematiche, queste, che sembrano essere molto sentite dai lavoratori presenti nelle 42 Casse Rurali sparse sul territorio. Proprio in queste settimane si stanno svolgendo le 33 consultazioni assembleari dove la partecipazione dei lavoratori supera il 92%. «Abbiamo percepito - hanno spiegato i sindacati - rabbia e avvilimento. Oggi i lavoratori e il sindacato s o n o r i unici ad essere i difensori della vera cooperazione trentina». La decisione di azzerare il contratto integrativo è stata giustificata, hanno spiegato i sindacati, dalla necessità di un cambiamento dovuto alle criticità dell'attuale situazione economica. Giustificazioni a cui i sindacati hanno risposto con dati che dimostrano la virtuosità e l'efficienza del sistema trentino. Prendendo i dati 2013 di Federcasse Roma, riguardanti il costo medio per singolo dipendente, è possibile vedere che per le Casse Rurali questo valore è di 71 mila 989 euro ben inferiore rispetto le banche Abi e Bcc. Se si prende in esame, poi, il dato che riguarda il raffronto tra quanto un lavoratore percepisce con ciò che complessivamente produce sul posto di lavoro il Trentino arriva secondo con una percentuale dello 0,89% rispetto una me- dia nazionale dell'1,08%. «Con un dato trentino inferiore del 20% rispetto la media nazionale - hanno affermato i sindacati - non capiamo come l'azzeramento della contrattazione trentina porterà vantaggi». Ed ecco allora che da Fabi, Fiba Cisl, Fisac Cgil e Uilca arriva un appello a tutti i presidenti delle singole casse rurali affinché «non cedano alla logica imposta da Roma con l'introduzione di un regolamento aziendale sostitutivo di un contratto». Al mondo della politica si chiede di «attivarsi in difesa del modello di banca della Casse Rurali». Per quanto concerne lo sciopero, lunedì e martedì prossimi si terrà un presidio presso la Federazione in via Segantini dalle ore 9.30 alle ore 11.30 mentre per venerdì prossimo si sta organizzando una manifestazione che si svolgerà da via Segantini a piazza Dante. G.Fin Pag. 22 «Fondo strategico» Domani il road show promosso da Laborfonds TRENTO Arriva in Trentino, dopo la tappa bolzanina, il roadshow per la presentazione del «Fondo strategico» promosso da Laborfonds, Regione e Province autonome. L'appuntamento è per domani, 23 gennaio, dalle 16 alle 18 nella sede della Camera di commercio. Dopo i saluti del presidente della Camera Gianni Bort e della Provincia Ugo Rossi interverranno Gianfranco Cerea (presidente di Cassa del Trentino); Mauro Sbroggiò (ad di Finint investments sgr); Antonello Briosi (presidente di Laborfonds). A seguire è in programma una tavola rotonda a cui parteciperanno Andrea de Vido (ad di Finanziaria internazionale); Fausto Manzana (presidente di Gpi spa); Giuseppe Bertolini (presidente della Cooperativa artigiana di garanzia); Alessandro Toldo (direttore dell'area di Trento di Volksbank); e Lino Benassi (presidente di Finanziaria trentina). Modera il direttore del Corriere del Trentino, Enrico Franco. D. Fondo strategico serve per fornire finanziamenti alle imprese che non riescono a reperirlo dal credito bancario. Oltre agli investimenti in rninibond, il Fondo punterà su cambiali finanziarie, export credit notes ed altri strumenti finanziari innovativi. Pag. 23 ParteDiNoLit il mini-portale delle Plurali TRENTO. «ParteDWoi.it» è iE nome scelto per II mini-sito delle Casse Rurali Trentine con la persona al centro. «Il credito cooperativo - viene spiegato da Giuseppe Armani, responsabile marketing di Cassa Centrale Banca - è formato Innanzitutto dalle persone. Mai non abbiamo semplicemente collaboratori, soci e clienti. Noi abbiamo, prima di tutto, persone. Tutte quelle che ogni giorno, a vario titolo, esprimono la loro fiducia al sistema della cooperazione di credito, investendo e partecipando alla vita della comunità». Al mini-sito i ricolloci meliti di Mediastars; premio indipendente che celebra il meglio della creatività italiana dove ha collezionato quattro risultati; primo posto in due categorie (Corporate Identity e visual identity), la menzione speciale per l f Art Direction e la finale della sezione Esterna. Pag. 24 La Vis, banche ferme L'assemblea si avvicina Situazione incerta TRENTO Ancora non sono state prese decisioni riguardo alla vicenda della Cantina La Vis, a capo dell'omonimo gruppo. Gli istituti di credito devono ancora dare un giudizio rispetto al piano di risanamento presentato nei giorni scorsi, che poggia su un preliminare ok allo stand-stili (moratoria sulle linee di credito scadute, in tutto 57 milioni) fino al 31 marzo. In particolare sembra che ad allungare i tempi ci sia stata la richiesta di «super-riservatezza» sul medesimo piano (che comunque non dovrebbe essere molto diverso da quanto circolava negli ultimi mesi) fatta alle banche. C'è molta attenzione alle decisioni che prenderanno Rurale di Trento e Cassa centrale banca, in precedenza contrarie. Difficile un assenso extra-cooperativo se manca il sostegno all'interno dello stesso movimento. Intanto si avvicina l'assemblea di lunedì 26 gennaio: forse il bilancio della cantina, finora «provvisorio» diventerà definitivo e messo ai voti, pur senza i poco meno di 20 milioni provinciali. Dovrebbe venire illustrato anche il consolidato, finora non pervenuto. Centrale il nodo di Casa Girelli, ma da Palazzo Thun nessun segnale. © RIPRODUZIONE RISERVATA Pag. 25 MERCATI MELE A PREZZI BASSI. La vendita di mele produzione 2014 da parte di Melinda prosegue con regolarità e rispetta i l programma di decumulo. I prezzi realizzati finora sono però inferiori del 25-30% rispetto a quelli della precedente campagna. Le altre OP del Trentino operano in condizioni simili o anche peggiori. Pag. 26 a cura di Sergio Ferrari e Giuseppe Michelon Un'indagine di Nomisma fornisce indicazioni per incentivare in modo proficuo il rapporto tra vini e cantine del Trentino e turisti abituali od occasionali. Serve però unità di intenti egli ultimi mesi abbiamo letto e approfondito i l contenuto di quattro documentiriguardantivino e viticoltura che, salve le differenze legate alla finalità e ai territori di riferimento, hanno in comune, seppure parzialmente, il rapporto tra vini e turismo. Li citiamo in ordine cronologico. "Gli italiani, i l Franciacorta e la Franciacorta", sintesi dell'indagine demoscopica svolta nel settembre 2014 da AstraRicerche perii Consorzio di tutela del Franciacorta. 'Ilfuturo della vitivinicoltura Altoatesina", intervento di Alois Lageder al seminario su "Come cambia la viticoltura: immagine delfuturo" nel'ambito del progetto "A nord di Trento, a sud di Bolzano" del 23 ottobre 2014. N "Nuovi scenari evolutivi del mercato del vino",ricercasvolta da Winemonitor Nomisma perincarico del Consorzio tutela vini trentini, 6 novembre 2014. "Indagine su turisti e escursionisti in Trentino" eseguita nel mese di novembre dagli stessi esperti, sempre proporre tutta intera la nostra regione perincarico del Consorzio, 11 dicembre come ecologica, avremmo un grande 2014. asso nella manica e un unico punto di La primaricercarealizzata tramite 1.500 forza. Con grandi benefici, oltre che per interviste on-line a un campione l'agricoltura, anche périlturismo e rappresentativo degli italiani l'intera economia". 18/70enni, pari a circa 40,9 milioni di I l primo resocónto di Nomisma affronta adulti, ha stabilito che la conoscenza la situazione a livello mondiale e porta a aiutata del Franciacorta è di ben il 95% due conclusioni: conviene puntare degli interessati e quello della zona di sempre di più sull'esportazione dei vini produzione del Franciacorta DOCG, pure trentini e cercare anche nuovi mercati; aiutata, raggiunge l'85% del campione. prestare impegno non solo per Convince lo stile asciutto ed essenziale assicurare ai vini del Trentino la massima delle domande: profilo di immagine, qualità, ma per renderli distinti rispetto occasioni di consumo, abbinamento tra alla concorrenza. cibi e Franciacorta, fedeltà di acquisto e La secondaricercaè densa di afre e di consumo. I l resoconto si conclude con spunti propositivi, mai dati più l'elenco a percentuale decrescente delle importanti ai fini applicativi sono azioni per portare la Franciacorta e il suo sommersi da una serie di domande prodotto sempre più in alto nella anche superflue a scapito di alcune che valutazione dei potenziali visitatori e dovevano mirare diritto all'obiettivo: c'è consumatori. Offrire promozioni, sconti, spazio per accrescere proficuamente il pacchetti convenienti; promuovere il rapporto tra vini trentini e turisti turismo enogastronomico; creare temi abituali e occasionali? tematici (naturali enogastronomici, Sono stateintervistate 1.397 persone culturali), ospitare grandi eventi tra cui 450 turisti ed escursionisti che (musicali, di cinema, sportivi). negli ultimi 2-3 anni si sono recati in una Si tratta, è benerimarcarlo,di località del Trentino. Un primo dato: il suggerimenti forniti dagli intervistati. 20% degli italiani preferisce fare Alois Lagederè personaggio mitico della vacanzein un territorioriccodi vini di vitienologia altoatesina e rappresenta di qualità, mentreil44%riconoscenei vigneti un espressione molto bella del diritto e con onore la categoria dei territorio. titolari di cantine private dell'Alto Ma comesi posizionailTrentino rispetto Adige. La sua relazione, ampia e alle altre regioni italiane? Al quinto dettagliata, pone a confronto due posto dopo Toscana, Sidlia, Puglia e epoche storiche: i primi anni '80 del '900, quando la vitienologia altoatesina Sardegna. IlTrentino è percepito come luogo amico della natura (32%), ma ha imboccato con decisione e con i l anchericcogiacimento di cibi e di vini di supporto dei politici la strada del grande qualità (28%). rinnovamento per usare dalle L'enogastronomia è considerata al conseguenze, seppure indirette, dello primo posto per l ' l l % dei turisti. 1148% scandalo del vino al metanolo eil dichiara di conoscere i vini trentini. I più momento attuale che consente di noti sono: Pinot grigio, MùllerThurgau e evidenziare i buoni risultati raggiunti Chardonnay. dai vini dell'Alto Adige, ma obbliga a 1140% degli escursionisti e turisti del guardare alfuturo e alle sfide da Trentino'sarebbe interessato a affrontare. trascorrere un breve periodo di vacanza Prime fra tutte il caos climatico e la in una azienda vitivinicola. Completano accresciuta sensibilità ai problemi della il quadro altri dati utili per ricavarne biodiversità e dell'agricoltura indirizzi operativi. I l Consorzio Vini del ecosostenibile. Trentino e la Strada del vino e dei sapori La proposta di Alois Lageder è intendono utilizzarli concretamente. sintetizzata così: "Se potessimo Pag. 27 Serve però unità di intenti per passare dalle parole ai fatti. Pag. 28 PinzoIof la Famiglia cooperatila chiude in rosso il bilancio PIMIOLO. Mentre ancora sé attende il pronunciamento del Tarsisi ricorso del Pex presidente Ornello Blnelli, come si ricorderà "destituito" dalla Provincia attraverso il commissariamento dell'intero cda, per la Famiglia cooperativa di Pinzolo (nella foto) si avvicina il giorno dell'assemblea, convocata per il 15 febbraio. E i conti che il commissario Maurizio Postai presenterà non sono brillanti: il bilancio chiuso al 30 settembre 2014 indica infatti una perdita di oltre 131 mila euro. Un andamento che aveva caratterizzato anche Tanno precedente, poiché rutile di circa 182 mila euro era allora il risultato di proventi straordinari per unacifradi poco superiore. Sullo sfondo un progressivo calo del fatturato, che si aggira attorno ai 24 milioni di euro, mentre i costi di gestione non sono diminuiti nella stessa misura, rimanendo anzi costanti. Pag. 29 «Ho fatto l'interesse generale » IL COMUNE CERCA SOLUZIONI Sarà possibile sanare gli atti annullati dal Tar? 0 bisognerà rifare tutto da capo? Questo il dubbio cui sta cercando di rispondere il Comune diTransacqua. L'amministrazione è al lavoro, «il quadro si sta chiarendo», dice il sindaco Roberto Pradel «ma ancora non abbiamo concluso del tutto le valutazioni». Una posizione cauta, per evitare al Comune altre figuracce e «trovare le migliori soluzioni per tutti». GIORGIA CARDINI TRANSACQUA L'ex sindaco rompe il silenzio e difende le scelte fatte TRANSACQUA - Pronto a rispondere alla magistratura se saranno accertate sue responsabilità, ma convinto di aver dato al Primiero un'opera di interesse strategico: insomma, di aver agito solo per il bene comune. A due giorni dall'annullamento di tutti gli atti comunali che hanno portato alla costruzione del polo residenziale e commerciale di viale Piave, ribattezzato «ecomostro», l'ex sindaco di Transacqua Marino Simoni risponde alle domande dell'Adige. Simoni, in valle c'è molta preoccupazione, la Famiglia cooperativa è priva di licenze e a lei viene imputata direttamente la responsabilità dell'accaduto. «Io dico una cosa: questa è una delle più importanti opere - delle quali vado orgoglioso - realizzate per Transacqua e il Primiero. Ha avuto un percorso molto elaborato, altrettanto dibattuto e partecipato. C'è stata trasparenza assoluta in tutte le fasi e l'ammini- strazione è stata affiancata da consulenti giuridici e tecnici di alto livello. In prima battuta gli atti sono stati annullati dal Tar per una mia incompatibilità rispetto al ruolo rivestito da mia sorella nel Cda della Famiglia cooperativa, questione che secondo i nostri approfondimenti non sussisteva. La procedura è stata rifatta totalmente, riscrivendo le delibere con i nostri consulenti legali. Perciò mi stupisce il risultato di questa seconda decisione del Tar». Ma ci sono anche gli atti trasmessi alla procura della Repubblica. nerale perseguito dal progetto. Ho sempre auspicato che ci fosse un accordo tra le parti per dirimere le controversie insorte anche perché il progetto prevede un completamento. È il lotto B, che interessa all'amministrazione comunale perché la convenzione con Primiero Sviluppo prevedeva che il Comune avesse a disposizione a titolo gratuito e per dieci anni 150 metri quadrati della nuova costruzione». Il sindaco Roberto Pradel l'ha criticata aspramente per quanto fatto. «Sono amareggiato dalle sue dichiarazioni...». Ma Pradel si è sempre opposto all'operazione. «Questo è un altro aspetto, ma per lui dovrei far scrivere sulla mia lapide che avrò eterna vergogna di quanto successo. Io non vado a insegnargli cosa deve fare e penso che si debba tenere in debita considerazione l'importanza di questa struttura a livello di valle». Se il Consiglio di Stato respingerà i ricorsi in appello, cosa succederà? «Un conto è un'illegittimità, un conto è un illecito.Una sanatoria secondo me è possibile. Qui stiamo parlando di un'area compatibile, di indici che sono rispettati, di deroghe autorizzate, di delibere della giunta provinciale che hanno avallato «Se verranno accertate mie responsa- le nostre scelte.. Ci sono vizi di forbilità, sono pronto a risponderne. Cre- ma? Si sanano. È chiaro che dev'esdo comunque di aver lavorato nell'in- serci un'azione in tal senso dell'amteresse del territorio per soddisfare ministrazione, che ora dovrà troesigenze economiche, occupazionali vare soluzioni insieme a chi vi è ine strategiche, superando tra l'altro una teressato. Dovrà prevalere un rapreesistente autorizzazione per la rea- gionamento generale, ma non sta lizzazione di un centro commercial,e a me dirlo». che non vedevo di buon occhio per- Lei, insomma, è tranquillo? ché avrebbe sconquassato l'intera re- «No, non lo sono, anche perché si te commerciale del territorio». comincia a strumentalizzare poliSarà difficile però ora risolvere la situa- ticamente quanto accaduto, rinfaczione. ciandomi di essere da giorni sulle «Ci sarà sicuramente un ricorso ulte- prime pagine per i rimborsi spese riore al Consiglio di Stato, ma credo chiesti per il mio ruolo di consiglieche in tutto questo l'interesse del ri- re provinciale, per questa faccencorrente (la ditta Brocchetto, ndr) va- da, per qualche società di interesda valutato rispetto a un interesse ge- se provinciale. E questo mi pare vada al di là del problema». Pòlo di viale Piave bocciato dal Tar, parla Marino Simoni: «Sono pronto a rispondere ai giudici se accerteranno mie responsabilità» Pag. 30 Confindustrìa cerca un leader per la svolta I bisticci fra vicepresidenti sono il segnale delle forti tensioni fra settori: è il "semestre bianco". Un progetto per rinnovare la struttura rappresentativa eli Roberto Colletti È stato un bel colpo d'ingegno quello con cui Paolo Mazzalai ha messo la sordina alla lite scoppiata ai piani alti di Palazzo Stella. "Sono orgoglioso del nostro pluralismo, teste pensanti e diversità d'opinioni sono il sale della democrazia e la forza dell'associazione" ha buttato lì, quando la polemica tra i due suoi vice presidenti, Giulio Bonazzi e Giulio Minosconel, stava per far volare gli stracci. Il richiamo, sempre invenzione sua, all' "orgoglio industriale" ha così evitato una grande guerra intestina a pochi mesi dalla scadenza del suo mandato. Tanto che ora tutti spergiurano che no, macché furiose liti, è stata "ordinaria dialettica", quella che, quando i tempi sono difficili - e lo sono da un bel po' suscita "discussioni" in tutte le famiglie , ma poi la soluzione si trova. Ma ieri, improvvida, la visita a Palazzo dell'assessore Olivi per ribadire che la "rappresentanza" di Confindustrìa, pur tra tutte le difficoltà, è indispensabile per risolvere i problemi è stato come gridare "il re è nudo". Se era un assistè stato maldestro. La quiete esibita, per cortesia, si può anche prendere per buona, ma la tempesta non è passata. Non solamente perché Bonazzi, capo di una mul- tinazionale come Aquafil che macina 500 milioni di fatturato l'anno e versa una robusta quota associativa, si è furiosamente dimesso dalla carica e pensa di sbattere la porta, armi e bagagli, con tutta l'impresa. Ma perché le questioni di fondo sollevate da lui e da Misconel sono ancora lì, irrisolte. Le posizioni contrapposte, a prima vista, erano semplici: Bonazzi crede che il futuro delle aziende si costruisca con meno pubblico e più innovazione e concorrenza; Misconel che rappresenta una categoria, quella degli edili, negli ultimi anni falcidiata da fallimenti e tracolli, spera in un ritorno della mano pubblica, magari con appaltini "su misura", adatti alle dimensioni degli associati. Due visioni comprensibili, con proprie ragioni, ma che, messe alle strette, fanno scintille. Normale dialettica, si dirà, che deve trovare la sintesi. Non è andata così ed è proprio questo, a registratori spenti, che viene rimproverato a Mazzalai. Però, posto che è troppo semplice dopo quattro anni dare la colpa alla "leadership assente", il problema è più serio e riguarda non il presidente, bensì la capacità di rappresentanza dell'intero sistema Confindustrìa Trento. È questo il vero nodo, mai affrontato. Così com'è strutturato Pa- lazzo Stella non è all'altezza dei problemi. "E' cambiato il mondo, anche Confindustrìa deve cambiare" ha detto, intervistato qualche giorno fa, Antonello Briosi. Aggiungendo che «il prossimo presidente dovrà rimettere in discussione l'attuale struttura e ridisegnare la rotta dell'associazione». Non è il solo a porsi il problema. La riflessione, già in corso, ha trovato conferme della sua urgenza dopo le ultime tensioni. Così com'è organizzata, è l'impietosa diagnosi, l'associazione è burocratica, lenta nelle decisioni, politicamente poco efficiente. Va rivoluzionata. Con un'articolazione fatta di 13 sezioni merceologiche ed altrettanti presidenti, 8 rappresentanze territoriali, un consiglio direttivo di 78 componenti, una giunta esecutiva di 19 persone, un comitato di presidenza di 8 membri ed infine un presidente assistito da 4 vice, è una costruzione bizantina, non un sindacato. Tutta questa impalcatura per 700 o poco più di soci è uno strumento congegnato per un mondo ormai scomparso che oggi produce frustrazioni e tensioni in chi dovrebbe rappresentare. E' perciò tempo di cambiare, è la conclusione, riorganizzando le aziende di Palazzo Stella sulla base di altri criteri - la dimensione, il legame di filiera, l'export... - e, soPag. 31 prattutto, sfoltendo la pletora di presidenti e vice tornando a mandati più brevi, magari i già sperimentati due anni più due. Questo il progetto. L'identikit del successore di Mazzalai è iniziato. Sotto i bisticci delle primedonne, insomma, ci sono lavori in corso. Ipotesi che tentano di adeguarsi alla realtà in mutamento: il mercato è più duro e selettivo, l'innovazione è una necessità, il pubblico non è più la soluzione di tutti i problemi. Problemi, in verità, non di oggi, ma che Pa- lazzo Stella in questi anni non ha affrontato. È mancata la riflessione comune. Questa è la vera mancanza che, con i soci impegnati a cavarsela, ha fatto litigare i piani alti. Da qui alle elezioni di maggio, forse, si può rimediare. Pag. 32 Industria in diminuzione Perse 26 aziende rispetto all'anno scorso TRENTO Le industrie in Trentino al 30 giugno 2013 sono in tutto 602,26 in meno rispetto all'anno precedente, cifra che risulta dalle 55 uscite e dalle 29 nuove entrate. Nel gruppo analizzato dalla Camera di commercio rientrano le imprese del settore con più di 10 dipendenti, n dato occupazionale, che vede nel complesso 30.077 addétti, risente della perdita di 530 dipendenti nel complesso. In Trentino, il fenomeno della terziarizzazione dell'economia si è avviato con un leggero ritardo rispetto alla media nazionale, ma è poi proseguito con maggiore intensità. I dati più recenti mostrano che la provincia ha una percentuale di occupati nell'industria pari al 26,1% del totale e una quota del valore aggiunto industriale pari al 23,4%, valori che si collocano al di sotto della media nazionale. Al graduale processo di ridimensionamento ha concorso la recente crisi economica del 2008-2009, che ha interessato in particolar modo proprio il settore secondario. Tuttavia, sebbene la crisi abbia causato effetti negativi — le imprese sono diminuite rispetto al 2008 di 100 unità, mentre i dipendenti d di quasi 3mila unità — «l'industria ha tenuto, grazie anche all'intervento pubblico». © RIPRODUZIONE RISERVATA Pag. 33 industria cambia: più marketing e laureati L'indagine della Camera di commercio: accentuato il fenomeno di terziarizzazione dell'economia È un processo di terziarizzazione quello che sta vivendo l'economia trentina. Un processo che qui è partito con un leggere ritardo rispetto al trend nazionale ma che poi è proseguito con velocità. A dirlo è l'indagine dell'ufficio studi e ricerche della Camera di commercio sull'industria trentina.«I dati più recenti - si legge - mostrano che la nostra provincia ha una percentuale di occupati nell'industria pari al 26,1 per cento del totale e una quota del valore aggiunto industriale pari al 23,4%, valori che si collocano al di sotto della^ media^ na- zionale. Se a queste osservazioni aggiungiamo il fatto che in Trentino il peso delle costruzioni è particolarmente elevato e al di sopra della media italiana, l'incidenza dell'industria in senso stretto risulta ulteriormente ridimensionata. Si è verificato anche un fenomeno di terziarizzazione dell'industria: rispetto alla mera fabbricazione di prodotti, acquistano cioè sempre maggior importanza l'innovazione di processo e di prodotto, la ricerca, il marketing e l'internazionalizzazione. Il settore industriale è stato interessato quindi anche da tutta una serie di trasformazioni qualitative. In particolare, nel corso del tempo si è assistito a un progressivo arricchimento della dotazione di capitale umano delle imprese: è aumentata la proporzione di addetti in possesso di un diploma (raddoppiati rispetto ai primi anni 90) e parallelamente di coloro che sono in possesso di una laurea (quintuplicati rispetto ai primi anni 90). Al tempo stesso si è assistito a un graduale aumento della presenza femminile nelle imprese». Pag. 34 Nuovo blitz: spunta la Regione Triveneto Emendamento del Pd Morassut. Riforma costituzionale, oggi Rossi a Roma incontra Bressa Province autonome ancora nel mirino e ormai, verrebbe da dire, non è certo una novità. L'ultima incursione arriva da un deputato del Pd, Roberto Morassut, che ha depositato un emendamento al disegno di legge di riforma costituzionale che si sta discutendo alla Camera, di ridurre le Regioni a 12 e di dare vita ad una nuova Regione del Triveneto nella quale verrebbe accorpato anche il Trentino Alto Adige insieme a Veneto e Friuli Venezia Giulia. Un blitz che ha subito scatenato la reazione di Forza Italia: «La nostra tanto amata autonomia viene svenduta dal centrosinistra con l'appoggio dei rappresentanti trentini i quali, nonostante le loro dichiarazioni sui giornali locali, non dimostrano di combattere contro le imposizioni del governo Ren- zi», scrivono il consigliere provinciale Giacomo Bezzi e il coordinatore giovani Cristian Zanetti. «Milioni e milioni di euro richiesti e dati al governo romano per risanare il debito pubblico per ricevere in cambio un simile trattamento. Ma Pd, Patt e Upt dove sono?». Non si è fatta attendere la risposta di Lorenzo Dellai: «Non è accaduto nulla di tutto ciò e per quanto ci riguarda non potrà accadere. È vero invece che una proposta di legge in questo senso è stata da tempo presentata da un gruppo di deputati. Il Presidente della Commissione Affari Costituzionali Sisto aveva proposto - per fortuna senza successo - di accorpare la discussione di tale proposta alla riforma costituzionale ora in discussione. La cosa curiosa è che il presidente Sisto appartiene a Forza Italia, lo stesso partito del consigliere Bezzi». La mossa di Morassut arriva a pochi giorni di distanza dal blitz del governo in commissione sempre sulla riforma costituzionale, con un emendamento che ha previsto il potere sostitutivo dello Stato sulle Province di Bolzano e Trento. «Un pericolo e una potenziale violazione dell'autonomia», ha detto ieri in aula il presidente Ugo Rossi, che oggi a Roma incontrerà il sottosegretario Gianclaudio Bressa. «Abbiamo richiamato il governo al rispetto della clausola di salvaguardia e chiesto un emendamento correttivo». Anche Dellai ricorda che i deputati regionali hanno già presentato emendamenti e avviato un confronto con il governo per modificare il testo approvato in commissione. (ch.be.) Pag. 35 Expo hotel punta a 20.000 visite Slow food parla di sostenibilità di Linda Pisani TRENTO Saranno la lotta agli sprechi, gli ambiti del riciclo e del recupero e l'alta formazione professionale le tematiche clou dellar"39esima edizione di Expo Riva Hotel, storico appuntamento dedicato al mondo dell'ospitalità e della ristorazione professionale che aprirà i battenti domenica (alle 11) nella sala convegni del quartiere fieristico di Riva del Garda, per rimanere aperta con tantissimi appuntamenti fino a mercoledì. Ieri la presentazione dell'evento con il presidente di Fierecongressi, Roberto Pellegrini, che ha tenuto a sottolineare come Expo Riva Hotel sia oggi «una delle tre fiere di settore più partecipate del Paese, patrocinata nel nostro territorio anche da Asat e Unat», le due associazioni degli albergatori.,,l?ue gli elementi che contraddistingueranno questa edizione: da un lato la vetrina di prodotti «reali e innovativi», dall'altro i luoghi di scambio di saperi e idee, con convegni, dibattiti e corsi finalizzati a cogliere dove va, e come dovrà essere, il turismo ricettivo. Una fiera, quindi, non solo per addetti ai lavori, pronta ad accogliere — in 34mila metri quadrati e 6 padiglioni — quasi 500 aziende espositóri (suddivise in 4 grandi aree tematiche: indoor & outdoor contract, coffee & beverage, food & equipment ed eco & wellness) e almeno 2omila visitatori. «Puntiamo ad offrire una pano{amica completa su novità e tendenze di tutti i settori — ha aggiunto il direttore Giovanni Laezza — perché prendere i singoli ambiti per farne singole fiere non paga. Molti enti sono caduti proprio andando a segmentare troppo questo settore». Tante le iniziative in programma per l'edizione 2015 tra cui spicca, nello spazio «Cibo cultura sostenibilità» promosso dall'università di Scienze gastronomiche di Pollenzo, la collaborazione di Slow Food Italia. Qui si terranno numerosi incontri fra cui tre convegni centrati alla lotta allo spreco in cucina e alla sostenibilità, n tema del rispetto dell'ambiente sarà poi ripreso anche da «Territorio sostenibile», un'area espositiva all'interno del padiglione eco & wellness dove alcune aziende dell'Alto Garda hanno deciso di unire le esperienze maturate nel settore e raccontare, ad albergatori e ristoratori, cosa stanno facendo e come stanno collaborando al raggiungimento degli obiettivi che il territorio si è posto in termini di sostenibilità. Fondamentale anche il focus che ci sarà nell'ambito dell'alta formazione professionale. Quest'anno in particolare il format «Riva Formazione» avrà come p a r t n e r d'eccezione Teamwork, società di Rimdni specializzata in consulenza alberghiera, hotel management formazione professionale. Info d e t t a g l i a t e sul p o r t a l e www.exporivahotel.it. © RIPRODUZIONE RISERVATA Pag. 36 Illearina lanes: «Tutela del territorio, come con le Carte di Regola» Futuro sostenibile rilancia il parco agricolo Nuovo direttivo, Pezzini confermato presidente mico». L'associazione, molto attiva VAL DI NON - L'obiettivo dichia- nella difesa delle praterie di rato è di giungere all'istituzio- montagna (pradiei, nella foto, ne in alta valle di un «parco in primis), e che opera in simagricolo». Che non deve esse- biosi con gli «Amici della terre frainteso con un parco na- ra» che producono prodotti turale, sottolinea Giuliano Pez- agricoli biologici e relativi trazini, rieletto alla guida dell'as- sformati, ha vissuto l'assemsociazione «Alta Val di Non - Fu- blea annuale, con rinnovo delturo sostenibile»: il termine le cariche sociali: alla presiden«parco» incute timore al mon- za conferma per Giuliano Pezdo agricolo, «mentre in questo zini, vicepresidente è Carla Pocaso», chiarisce Pezzini, «si par- detti cui sono affidati eventi ed la di una operazione che deve azioni di ascolto, segretaria è svolgersi in collaborazione tra Nadia Izzo (incarichi per filiera corta, formazione e progetto agricoltura e turismo, e da cui Ortinrete), tesoriere Luciano possono trarre beneficio com- Covi (idem, con in più il tessemercio e artigianato. Il parco ramento). A tutti i consiglieri agricolo di Ledro, o l'analoga sono affidati degli incarichi: gli realtà della Val di Gresta, sono eletti sono Giuseppe Wegher esempi chiari, in tal senso, e (parco agricolo, collaborazionon stanno certo causando ne con le istituzioni), Candido danno a nessun settore econo- Marches (controllo del territoGUIDO SMADELU rio, periodico «Natura e Cultura» e formazione), Daniele Veronese (filiera corta, Ortinrete, coinvolgimento dei giovani), IIleanna lanes (formazione e informazione) Italo Francisci (consulente in agricoltura dato che la esercita come professione). «Il parco agricolo non deve essere visto come un limite», afferma Illeanna lanes. «Una regolamentazione sull'utilizzo del territorio e sulla sua salvaguardia dovrebbe essere visto come le Carte di regola che per secoli hanno garantito una corretta ed oculata gestione, anche se evidentemente in veste attualizzata. Riteniamo comunque che una protezione dell'ambiente sia necessaria. Qui d'altronde non esiste una cultura del presente, c'è solo quella del passato. Recuperiamo pertanto un'idea vecchia, ma le Carte di regola nascevano da pubbliche riunioni, era la gente a dibattere e discutere...». Mentre il tesseramento all'associazione ha preso il via (informazioni sul sito web) ed è già al quarto numero il notiziario «Cultura e natura» che esce a cadenza stagionale, Giuliano Pezzini sottolinea ulteriormente cosa l'associazione intenda per «parco»: «Une struttura moderna e dinamica, che favorisca lo sviluppo di tutte le attività e si basi sulla sinergia tra le stesse. Solo così un parco agricolo potrebbe favorire possibilità occupazionali ed un benessere tanto economico quanto paesaggistico». Tra i programmi a breve, anche dei «viaggi di studio» al Parco agricolo di Ledro, in Val di Gresta e raltà simili. Pag. 37 Volksbank sarà una «spa» TRENTO La Banca popolare dell'Alto Adige sarà l'undicesimo istituto italiano che dovrà trasformarsi in Spa. Dall'i aprile, la Volksbank e la Popolare di Marostica si fonderanno: le assemblee che concluderanno l'iter avviato il 24 ottobre si terranno il 22 e 23 febbraio. «A quel punto—spiega Johannes Schneebacher, direttore della Popolare altoatesina — ai nostri oltre 6 miliardi di attivo si aggiungeranno i 2 miliardi di Marostica». In tutto 8 miliardi, proprio il limite oltre il quale le Popolari devono modificare lo statuto e trasformarsi in Spa entro 18 mesi, abolendo il voto capitario. È l'effetto dell'investment compact di Renzi. Felice Espro © RIPRODUZIONE RISERVATA Pag. 38 Lavoro in carcere, nuovi spazi Incontro di verifica Dap-cooperative dopo lo stop alle mense ILARIA SESANA n'intera giornata di colloqui, di 45 minuti ciascuno, per stabilire il futuro delle dieci cooperative sociali che il 15 gennaio scorso hanno dovuto restituire all'amministrazione penitenziaria la gestione delle mense delle carceri. Dalle 9.30 di ieri mattina efinosera, il capo del Dipartimento amministrazione penitenziaria (Dap), Santi Consolo ha incontrato, uno alla volta, i rappresentanti delle coop coinvolte. Da questi incontri è emersala volontà del Dap di recepire nuovi progetti che permettano di non far morire nessuna delle attività collaterali nate parallelamente alla gestione delle cucine. Come il catering di Bollate, il tarallificio di Trani o le pasticcerie di Padova e Siracusa. Al contrario, dai rappresentanti del dipartimento, è arrivata una richiesta precisa alle cooperative: portare nuovo lavoro in carcere. «Abbiamo trovato grande disponibilità afinanziaretutti quei progetti che consolidino e amplino attività già esistenti - commenta Nicola Boscoletto della cooperativa "Giotto" di Padova -. E siamo stati invitati a presentare idee nuove per ampliare il numero di detenuti lavoratori all'interno delle carceri». Spetta ora alle cooperative rimboccarsi le maniche U e mettere a punto nuovi progetti, non necessariamente legati aristorazionee gastronomia. «È stato un confronto molto utile, a livello progettuale, e molto collaborativo. Sono molto soddisfatto perché molte cooperative hanno portato avanti progetti interessanti», sottolinea Santi Consolo. La tempistica con cui si realizzeranno i nuovi progetti dipenderà dalla velocità con cui ciascuna realtà, in collaborazione con la propria amministrazione penitenzia- Per il Dipartimento «presentati molti progetti interessanti» Ma senza fondi alcune coop hanno dovuto già licenziare ria e il Provveditorato regionale, riuscirà a definire nuove linee d'azione. Ma la decisione di Cassa delle ammende di non rinnovare ilfinanziamento(pari a circa 6 milioni di euro) alle cooperative, per alcuni, è stata un colpo troppo duro. "Syntax Error" e "Men at work", che lavorano nelle carceri romane, hanno annunciato l'intenzione di chiudere l'esperienza. Proprio afebbraio SvntaxJirrnr avrebbe Dotuto cominciare a lavorare con i cinema romani per una commessa di quattro mesi. «Sarebbe stata un'occasione - dice Maurizio Morelli di Syntax Error - avevamo bisogno di più tempo per consolidare ciò che abbiamo cominciato». Interlocutoria la situazione di "Abc-La sapienza in tavola". «Ci hanno incoraggiato. Ho già in mente un nuovo progetto, molto impegnativo, su cui stiamo già lavorando» spiega la presidente Silvia Polleri che - forse per scaramanzia- preferisce non dare ulteriori dettagli. «Ma in questo momento stiamo esaminando la nostra possibilità di sopravvivenza a un cambio di passo così importante», aggiunge. Per una piccola cooperativa come "Abc" la perdita della mensa è stato un duro colpo. Con la riduzione del carico di lavoro è stata costretta a licenziare sette dipendenti: il pagamento di Tfr, contributi e ferie non dovute rappresenta una spesa troppo ingente per una realtà con un piccolo capitale sociale. Tanto più in un momento dell'anno in cui il lavoro scarseggia per le poche richieste di catering. La palla ora passa alle cooperative che hanno illustrato, e in alcuni casi già inoltrato, utili progetti da sottoporre a Cassa delle Ammende. Santi Consolo ha assicurato che il consiglio d'amministrazione di Cassa delle Ammende sarà convocato nel più breve tempo possibile dalla data di presentazione dei progetti, per valutarne la concreta fattibilità. MIRABELLI (PD) «I tagli di Orlando? Incomprensibili» Bene l'apertura del Dap per salvare le commesse esteme delle cooperative che gestiscono le mense in carcere. Ma non basta. A dirlo è il senatore del Pd, Franco Mirabelli, che nei giorni scorsi aveva presentato al collega di partito, il ministro Andrea Orlando, un'interrogazione parlamentare per chiedere spiegazioni in merito alle ragioni che hanno spinto al taglio delle dieci cooperative. «Risulta difficilmente comprensibile la ragione di questa scelta - sottolinea Mirabelli . Francamente abbiamo dubbi». Oltretutto, aggiunge il senatore democratico, la decisione è stata presa «senza prima aver valutato l'esito di questa sperimentazione». Pag. 39 Popolari, ilfrontepro-coop si organizza in Parlamento La proposta di limitare la riforma alle sole quotate MARCO GIRARDO e dieci grandi banche popolari "selezionate" dal governo hanno diciotto mesi di tempo per diventare società per azioni. Il Parlamento ha sessanta giorni per provare a correggere un provvedimento d'urgenza che riduce di fatto la "biodiversità" del sistema economico italiano. Una corsa contro il tempo, nel primo caso, le cui regole sono dettate dall'articolo 1 dell'ultima bozza del decreto approvato martedì dal Cdm. La soglia oltre la quale scatta l'obbligo di diventare Spa è quella annunciata: 8 miliardi di attivi a livello consolidato. Ma per chi in futuro dovesse superare il limite - ed entro un anno non tornare sotto la soglia o non deliberare la trasformazione in Spa - Bankitalia potrà adottare sanzioni fino alla revoca della licenza. Per evitare blocchi di sbarramento in assemblea, è stata abbassata la maggioranza necessaria: già dalla seconda votazione deve essere dei «due terzi dei voti, qualunque sia il numero dei soci» presenti. E cambia anche il numero di deleghe che si possono attribuire: andranno da 10 a un massimo di 20. Misure studiate dai tecnici di Bankitalia per evitare brutti scherzi. Già, perché la riforma, secondo le ricostruzioni che si sono potute fare, ha una forte vocazione " tecnica". Capace di superare anche le resistenze politiche a una simile accelerazione. Dentro al Tesoro e anche a Palazzo Chigi. Il filo rosso parte infatti dall'ultimo rapporto sulla situazione delle banche in Europa stilato dall'ex Commissario Olii Rehn nel marzo scorso. Rapporto che recepiva le indicazioni fornite dal Fmi e preparava il terreno a quell'Unione bancaria che, dal 4 novembre 2014, ha spostato la vigilanza per le grandi banche da Roma a Francoforte. Nella stesura del decreto ha dunque giocato un ruolo attivo la Banca d'Italia, di sponda con i tecnici del Tesoro e di Palazzo Chigi. Inizialmente la doccia avrebbe dovuto essere —almeno nelle intenzioni dei "regolatori" - ben più fredda. E coinvolgere tutte le popolari, senza soglie, fino a includere le Bcc. Che guai "sistemici" possano provocare 380 banche territoriali del credito cooperativo con un tasso di commissariamento pari ad appena l'l,9% è difficile da comprendere. Ma il sistema di vigilanza previsto dall'Unione bancaria europea - a differenza di quello statunitense, ad esèmpio - non è stato costruito in modo così raffinato da distinguere taglie finanziarie e soprattutto ruoli sociali. L'intervento politico ha comunque provato a smussare l'impatto. Anzitutto escludendo le Bcc e fissando la soglia degli 8 miliardi, anche se c'era chi avrebbe preferito distinguere semplicemente fra "quotate" e "non quotate". È stato sommessamente proposto pure di L non utilizzare il decreto, ma c'era urgenza. Così il punto di mediazione lo si è trovato nei 18 mesi concessi alle popolari per trasformarsi in Spa. La Commissione Uè plaude e incalza: il decreto deve essere trasformato in Legge entro 60 giorni, ha ricordato ieri il portavoce del commissario Uè ai servizi finanziari, Jonathan Hill. In Parlamento si sta costituendo intanto un fronte trasversale pronto ad "emendare". Se per Francesco Boccia (Pd) la riforma «annacqua la funzione straordinaria delle popolari», Alleanza popolare assumerà - ha dichiarato Maurizio Sacconi - «una forte iniziativa per modificare il provvedimento: se è logica la trasformazione della banca popolare che ha scelto la quotazione di mercato - ha spiegato - sarebbe davvero assurdo mettere in discussione per legge una storia largamente positiva dell'esperienza italiana, quella delle banche di popolo, cioè fondate e alimentate da una moltitudine di piccoli risparmiatori, lavoratori, operatori economici che trovano la garanzia della loro rappresentanza proprio nel voto capitario. © RIPRODUZIONE RISERVATA Pag. 40 "Popolari" in Borsa Performance di ieri in % Così le 7 banche quotate, che dovrebbero trasformarsi in spa insieme ad altre 3 non quotate (Popolare Vicenza, Venetobanca, Popolare Bari) inizio giornata Popolare Etruria e Lazio | fine seduta 1*12,0 mm 1+18,0 Popolare di Sondrio +11,2 Credito Valtelllnese +10,9 Banco Popolare Bpm (Milano) Bper (Emilia R.) Ubi banca ANSA -centimetri IL TESTO DEL DECRETO Ridotto il quorum per la trasformazione in Spa L'articolo 1 dell'ultima bozza dei decreto, approvato dal Consiglio dei ministri, modifica il Testo unico bancario, e precisa che i 18 mesi per la trasformazione in Spa scatteranno dopo che la Banca d'Italia avrà stabilito i dettagli tecnici. La soglia oltre la quale scatta l'obbligo di diventare Spa è quella annunciata di 8 miliardi di attivi a livello consolidato. Per chi in futuro dovesse superare il nmitH, ed entrò un armo non tomi sotto la soglia o non deliberi la trasformazione in Spa, Bankitalia potrà adottare sanzioni fino alla revoca della licenza. Per ottenere il via libera alla trasformazione in Spa si abbassa la maggioranza necessaria, che, già dalla seconda votazione, deve essere dei «due terzi dei voti, qualunque sia il numero dei soci» in assemblea. Cambia anche il numero di deleghe che si possono attribuire ai soci, che andranno da 10 a un massimo di 20. Bankitalia potrà limitare il diritto al rimborso in caso di recesso dei soci «anche in deroga a norme di legge». Pag. 41 MEDIA IN CORO WBMEBEÒEUASmA ^ ,;j„; ffmiovopattospaccaìiartiHr^ «Le banche popolari spa- finita l'era dei piccoli soci». È il titolo che ha messo in prima pagina del Corriere della Sera di ieri, mentre nell'articolo viene citata subito la contrarietà alla riforma dei ministri Angelino Alfano e Maurizio Lupi. ;. Il commento a fianco £ titola: «Le ragioni di * una svolta necessaria». «Banche popolari trasformate in Spa. Una spinta per i) credito» è invece il titolo scelto da Repubblica, che parla di «riforma storica per dieci istituti» e di «nuova govemance, fusioni più facili». Renzi questa volta «replica il modello di attacco frontale usato per l'articolo 18» T/IS1AMB& ÌlP(S4MSB«Smiow*swBiitì «Le banche Popolari spa entro 18 mesi» titola La Stampa di ieri. «Coinvolte in 10, capitale 8 miliardi. Via libera dal Cdm. Padoan: sistema più forte» si legge, mentre il commento a fianco del pezzo principale parla di un «blitz contro un mondo pietrificato». Il Fatto Quotidiano ha dato la notizia citando la dichiarazione di Matteo Renzi in un sommarlo sopra la testata: «Ho fatto . un'altra rivoluzione, la riforma delle Banche popolari». E subito dopo il commento: «Ma l'ha costretto la Bce, vale solo per 10 istituti su 70 e parte fra un anno e mezzo». Pag. 42 Intervista/1. Gitti (Pd) «Pronti gli emendamenti per salvaguardare l'italianità» FRANCESCO RICCARDI «Limite ai possesso azionario o al diritto di voto entro il 5%. Voto plurimo per fondatori e associazioni. Così si può costruire un grande terzo polo bancario» • è la possibilità difissarealcu' ni paletti per difendere la spe« cificità di questi istituti e soprattutto garantire la loro italianità». Gregorio Gitti, deputato Pd in commissione Finanze e ordinario di Diritto civile, è «pronto a presentare una serie di emendamenti sui quali credo che tutto il gruppo Pd potrà convenire». Ma era necessario un decreto? Sarebbe stato certamente meglio procedere con un disegno di legge. Ma la questione ormai è oziosa. Il decreto c'è e occorre aprire un confronto per far sì che la riforma porti realmente a un consolidamento del sistema bancario, con la nascita di un grande terzo polo dopo Unicredit e Intesa. Non c'è il rìschio di regaIareabancheefondi stranieri una porzione significativa del nostro risparmio? È appunto il rischio che dobbiamo evitare. Per far- . lo ci sono diversi strumenti. A cominciare dal limite al possesso azionario o al diritto di voto da inserire nei nuovi statuti delle 10 Popolari. Già nello statuto di una grande Spa come Unicredit si prevede un limite al 5% per il diritto di voto. Per Popolari delle dimensioni di Banco Popolare, C Bpm o Ubi banca si potrebbe ipotizzare un limite analogo. Per quelle non quotate, come la Popolare di Vicenza, si potrebbe in alternativa introdurre il principio del voto plurimo, eventualmente estendibile anche ai soci fondatori delle quotate, come le fondazioni e le associazioni di soci. Non sarebbe meglio limitare la riforma alle quotate? No, perché il criterio in realtàriguardale banche che rientrano nella vigilanza della Banca centrale europea e prescinde dalla modalità di accesso al mercato dei capitali. Bisogna però evitare la trappola di assemblee delle Popolari chiamate a deliberare la trasformazione in società per azioni ancora con il voto capitario. Più ragionevole sarebbe concedere alle banche, nell'ambito della loro autonomia, di autoriformarsi secondo i principi della nuova disciplina: in mancanza della relativa delibera assembleare entro il termine predefinito dei 18 mesi scatterebbe automaticamente la trasformazione in Spa ope legis. Sembra infatti inutilel'arma spuntata della proposta da parte di BanMtalia alla Bce di revoca della licenza. Cambia poco, però. Il destino delle popolari resta segnato... La difesa a oltranza del voto capitario per i grandi istituti mi sembra perdente. E in parte questa riforma è colpa anche delle stesse Popolari, della lororigiditàdi fronte a qualunque progetto di riforma in passato. Ma, ripeto, c'è ancora la possibilità di fissare paletti e "ancoraggi" al territorio per evitare una trasformazione brutale. Non rischiano in futuro di essere snaturate anche lepiccolepopolariesoprattutto le Bcc? Non credo. Tuttavia per le Bcc si potrebbero immaginare incentivi fiscali alla fusione e all'apertura dei Consigli d'arnministrazione alla dirigenza bancaria, e disincentivi per chi non lo fa. Pag. 43 Intervista/2. Barbanti (M5S) «Decreto sbagliato e pericoloso Daremo battaglia per fermarlo» mi toglie dalla testa che molti speculatori si siano arricchiti profumatamente negli ultimi giorni. Saranno penalizzati anche gli azionisti? «Il governo andrebbe Questo atto disdicevole del governo comporterà un cambiamento unilaterale nel rappordenunciato per to di diritto tra la banca e i suoi azionisti. Iaggiotaggio dopo gii noltre, le quote degli azionisti delle banche popolari rischiano di perdere valore. I punti annunci dei giorni scorsi. oscuri della riforma sono tantissimi. E anRischi di penalizzazione cora ignoto, ad esempio, il motivo per cui sia stata scelta la cifra limite di 8 miliardi di atper i soci e di contrazione tivi al di sopra della quale è obbligatorio il del credito» passaggio alla forma societaria. Ma soprattutto stato un blitz in piena regola. Conon è ben chiaro cosa acsì sirischiaseriamente di arrivare cadrà alle banche che olalla progressiva scomparsa dal sitrepasseranno (per il nastema bancario italiano di quei soggetti che, turale sviluppo del busial contrario dei grandi istituti nazionali e inness) e scenderanno suctemazionali, negli anni di cessivamente al di sotto crisi hanno mantenuto adi tale soglia. È un caos perti i rubinetti del credipreoccupante. to per famiglie e imprese». Le Popolari saranno coSecondo Sebastiano Barstrette a snaturarsi? banti, deputato di M5S e Quelle che vorranno evicomponente della comtare di diventare Spa si missione Finanze alla Caguarderanno bene dal mera, lariformadelle bansorpassare la soglia di 8 che popolari, approvata miliardi, congelando le atnell'ultimo Consiglio dei tività a scapito della creministri, rischia di proscita dimensionale. Il tetdurre «danni devastanti to imposto potrebbe prosull'economia reale del vocare anche una riduPaese». zione dell'erogazione del credito. Onorevole, qual è l'aspetto più negativo del provOra la palla passerà al vedimento? Parlamento. Come si può Anzitutto c'è una contradmigliorare la riforma? E dizione di fondo. Perché quale atteggiamento asda una parte si utilizza lo sumerà M5S? strumento del decreto legQuesto testo non deve essere migliorato in alge come se fosse una micun modo, va semplicemente buttato nel cesura necessaria e urgente, stino. Perché si tratta di preservare una forma mentre dall'altra si concedi "biodiversità" del sistema creditizio naziodono 18mesi per effettuanale. Noi, comunque, daremo battaglia in Aure la trasformazione in la a colpi di emendamenti. Siamo disponibiSpa. Fatta questa premesli a fare fronte comune con tutte le forze posa, la riforma ha ben poco di logico e di con- litiche: da Forza Italia alla Lega. Speriamo che divisibile. Non è possibile poi che una rifor- anche un partito di maggioranza come Ned ma così epocale sia effettuata scavalcando a sia pronto a mettere sul piatto le sue poltropie pari il Parlamento. Sono da censurare an- ne in Parlamento pur di tutelare le banche che i proclami, dagli esiti "borsistici" sconta- popolari. ti, dello scorso week-end. D governo dovrebbe essere indagato per aggiotaggio. Nessuno LUCA MAZZA © RIPR00U20NE RISERVATA Pag. 44 La sconfitta deiprivilegi con la riforma delle Popolari Franco Debenedetti A He banche popolari \ \ X J L quotate servono regole per un controllo più efficace dell'operato degli amministratori, un maggiore coinvolgimento degli azionisti in assemblea anche mediante deleghe. Come ho già osservato in passato, un intervento legislativo è necessario». Continua • pagina 27 • Continua da pagina 1 ~W" e modifiche JJ I statutarie, che pure W JL-J abbiamo sollecitato, non possono essere risolutive». Era il 31 maggio 2on, e a dirlo era Mario Draghi, allora Governatore della Banca d'Italia. Il "necessario" intervento legislativo adesso è arrivato, indotto, se non "sollecitato", dal Single Supervisionary Mechanism della BCE. Sette banche popolari di rilevanza sistemica, pur superando tutte lo stress test e l'asset quality review, hanno però dovuto usare il margine di tempo consentito per mettersi a posto: sono per così dire borderline. Per rafforzarsi le banche ricorrono perlopiù alle fusioni: ma se i loro statuti prevedono il voto capitario, solo con delle acrobazie di governance e di poltrone possono ricorrere a quello strumento, anche se sono quotate in Borsa. Il prezzo delle azioni non riflette il valore potenziale della banca, tant'è che basta l'annuncio dell'eliminazione del voto capitario perché i listini prendano il volo. La conseguenza è che abbiamo banche sistemicamente importanti, perlopiù efficienti, con buon radicamento sul territorio, che però risultano borderline nel nuovo panorama della Banking Union. Il Governo ha deciso di eliminare gli ostacoli al superamento di questa situazione: entro 18 mesi io banche popolari, di cui 7 quotate, ma tutte sistematicamente importanti, dovranno diventare società per azioni. E lo ha fatto, perdipiù, con lo strumento del decreto, evidentemente, e a mio avviso giustamente, ravvisandola "necessità ed urgenza" di evitare che possano nascere problemi in quella parte del nostro sistema creditizio ( e magari sperando che in questo modo se ne possano risolvere alcuni, tanto per intenderci tra Siena e Genova). Evidentemente per Francoforte, e quindi per Roma, l'obbligo di trasparenza richiesto a una banca che per dimensione è sistematicamente rilevante, può essere soddisfatto solo conia governance di società per azioni, e non con quella a voto capitario. C'è la retorica della cooperazione: le banche popolari - scriveva Raffaele Bonanni a proposito delle vicende BPM che mi indussero a dare le dimissioni da consigliere di quella bancasono "la forma più compiuta di partecipazione al governo dell'impresa, la forma più avanzata di democrazia economica". E c'è la realtà degli interessi, quelli di associazioni di soci, magari dipendenti e loro famigli, che organizzando e selezionando l'affluenza in assemblea, riescono a controllare il voto. Nel 2011 in BPM il 73% del capitale era in mano di non soci, il 27% in mano. di 53.000 soci, di cui il 4% degli 8700 dipendenti organizzati nell'Associazione Amici. Questi controllano il voto in assemblea, hanno un improprio coinvolgimento nelle scelte gestionali, in particolare in quelle su avanzamenti e promozioni, senza nessuna responsabilità o rischio di sanzioni. Il problema di agenzia c'è anche nelle società per azioni, c'è, moltiplicato, nelle piramidi societarie, ma c'è perlopiù la possibilità di conquistare una maggioranza sufficiente a sostituire il management: una possibilità che invece non esiste in caso di voto capitario. Fin quando possono esistere isole felici in '--' cui risparmiatori coscienti di non contare nulla corrono a dare i loro soldi a dipendenti perché la banca sia gestita in modo da dare a loro vantaggi sicuri, ovviamente a scapito della redditività? E' nelle realtà di media dimensione che la cooperazione può non essere retorica, dove anzi si può supporre che si sia ancora capaci di assegnare correttamente il merito di credito alle imprese e ai loro progetti: che sono quindi fuori da quanto dispone il decreto del Governo. Giuste le ragioni dell'intervento, a lasciar sorpresi è il momento scelto: perché non è che siano mancate le occasioni, nei 4 anni dopo il discorso del Draghi italiano e nei 4 mesi dopo il responso del Draghi europeo. Le banche popolari, proprio per le ragioni implicite al voto capitario, possono contare su sostenitori tra tutte le forze politiche rappresentate in Parlamento. Se a suggerire l'intervento del Governo non c'è qualche brutta notizia di cui non si sia ancora a conoscenza, bisogna riconoscere che Matteo Renzi ha dato dimostrazione di grande determinazione prendendo un provvedimento che gli potrebbe alienare consensi proprio mentre in Parlamento hanno e avranno luogo votazioni di decisiva importanza per il futuro del Paese e suo. Consideriamola allora come una dimostrazione di forza, e attendiamo con fiducia la conversione del decreto. Giungerebbe proprio a I tempo. Infatti uno degli scopi del QE che oggi verrà annunciato dalla BCE è di consentire alle banche di erogare maggiori finanziamenti alle industrie. Ma se l'economia non cresce, gli investimenti diventano più rischiosi, più difficile diventa assegnare il merito di credito. Se è vero che molte banche popolari, anche alcune delle grandi, grazie a una maggiore prossimità alla clientela, hanno (ancora) conoscenze e competenze per saperlo fare, è questo il momento per loro di concentrarsi interamente a valorizzarle: libere dai conflitti di interesse tipici delle governance a voto capitario. © R I P R O D U Z I O N E RISERVATA Pag. 45
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