4° Congresso Nazionale Gruppo di Studio Interassociativo AMD-SID Piede Diabetico Il team “Piede diabetico” incontro tra gli specialisti per il futuro Programma ROMA • 19/21 Febbraio 2015 Pontificia Università San Tommaso d’Aquino Largo Angelicum, 1 • Complesso Angelicum INGRESSO AULA 11 AULA 10 ZONA WI-FI POSTER SESSION CHIOSTRO INTERNO SALA COLONNE CHIOSTRO INTERNO 19 18 17 16 AREA ESPOSITIVA AREA Lista espositori: 1 – ECOSANIT 2 – ITOP 3 – RTM ORTOPEDIA 4 – ACELITY 5 – CONVATEC 6 – B.BRAUN 7 – PODARTIS 8 – ARTSANA 9 – URGO 10-11 – DUNA 12 – MASTELLI 13 – CORM 14 – THERAS BIOCARE 15 – PERIMED ITALIA 16 – ASA 17 – Me.Te.Da. 18 – SIAD HEALTHCARE 19 – CORPORA 20 – THERESON 21 – ARTIMED 22 – VITA RESEARCH 23 – OPTIMA MOLLITER Zona Coffee Break A IV Area Congressuale del complesso angelicum P 23 22 21 20 AREA ESPOSITIVA Zona Coffee Break IT SEGRETERIA AREA VA TI OS I ES ES S PO 15 AULA 8 TOILETTE Informazioni generali Numero telefonico di riferimento presso la sede durante i giorni del congresso: ☎ 348 901 3773 SEDE DEL CONGRESSO: Complesso Angelicum • Pontificia Università San Tommaso d’Aquino Largo Angelicum, 1 Roma (RM) • Telefono 06 670 2441 • www.angelicumcongress.it CREDITI FORMATIVI ECM: Il Congresso sarà accreditato per la figura professionale del: Medico Chirurgo, Farmacista, infermiere, Podologo, Tecnico ortopedico e Fisioterapista. N° ECM di riferimento 373 - 114738 / N° ore formative: 18 / N° Crediti formativi assegnati: 9 La documentazione ECM (scheda anagrafica, questionario valutazione e apprendimento), dovrà essere riconsegnata alla Segreteria Organizzativa al termine dei lavori. Per conseguire i crediti relativi all’evento partecipato è necessario: › garantire la propria presenza in sala per il 100% della durata dell’evento › aver risposto correttamente al 75% dei quesiti del questionario di apprendimento › aver consegnato il questionario di valutazione dell’evento compilato in ogni sua parte › aver compilato in ogni sua parte con i propri dati la scheda necessaria ai fini ECM DISCIPLINE DI RIFERIMENTO PER LA PROFESSIONE DEL MEDICO CHIRURGO: Angiologia - Chirurgia Generale - Chirurgia Plastica e ricostruttiva - Chirurgia Vascolare Endocrinologia - Malattie Infettive - Medicina Interna - Malattie Metaboliche e Diabetologia Nefrologia - Neurologia - Ortopedia e Traumatologia Obiettivo formativo: Percorsi clinico-assistenziali/diagnostici/riabilitativi, profili di assistenza - profili di cura Modalità di valutazione della presenza e dell’apprendimento: › Firma di presenza › Rilevazione della qualità percepita tramite questionario › Valutazione di apprendimento tramite test composto da 3 domande per ogni credito attribuito con risposta a scelta multipla. Attestato E.C.M: L’attestato E.C.M. verrà spedito all’indirizzo di posta elettronica indicato sul modulo, dopo aver effettuato le verifiche. Attestato di Partecipazione: Ai partecipanti verrà rilasciato l’attestato di partecipazione. Quote di iscrizione Medici e Farmacisti Infermieri, Podologi e Tecnici ortopedici Dopo il 20/01/2015 € 300,00 + IVA € 180,00 + IVA La quota di iscrizione comprende: Kit congressuale, partecipazione ai lavori, coffee breaks, attestato ECM e attestato di partecipazione. L’iscrizione verrà confermata dalla Segretaria Organizzativa, D.G.M.P., alla ricezione del pagamento della quota tramite bonifico bancario secondo le seguenti indicazioni: Intestatario conto: Società Diabete Servizi s.r.l. Banca: Banca Prossima Spa IBAN: IT71 I033 5901 6001 0000 0130 996 Causale: Nome_Cognome Iscrizione 4° Congresso Nazionale Piede Diabetico Roma 19/21 Febbraio 2015. La prenotazione alberghiera può essere effettuata attraverso il seguente link che suggerisce la zona di Rione Monti/Fori Imperiali/Piazza Venezia come località più vicine alla sede: www.booking.com/city/it/rome.html?aid=315445 – 1 – Comitato Organizzatore Luigi Uccioli Presidente del Congresso Laura Giurato Lorena Mancini Comitato Scientifico Gruppo di Studio Interassociativo SID-AMD Piede M. Eugenio De Feo Presidente Comitato Scientifico Alberto Bruno Agata Chiavetta Roberto Da Ros Lorena Mancini Gisella Meloni Loredana Rizzo Segreteria Organizzativa D.G.M.P. srl Via A. Gozzini, 4 - 56121 Pisa Tel. 050 989310 - Fax 050 981264 [email protected] - www.dgmp.it Provider ECM SID Società Italiana di Diabetologia e Malattie del Metabolismo ID N. 373 Via Pisa, 21 • 00262 ROMA Tel. 06 442 409 67 • Fax 06 442 920 60 [email protected] [email protected] www.siditalia.it In collaborazione con le seguenti Società Scientifiche: AIUC - Associazione Italiana Ulcere Cutanee ISPO ITALIA - International Society for Prosthetics and Orthotics FIOTO - Federazione Italiana degli Operatori in Tecniche Ortopediche SICP - Società Italiana Caviglia Piede SIMIT - Società Italiana di Malattie Infettive e Tropicali SIN - Società Italiana Neurologia SIN - Società Italiana di Nefrologia – 2 – Programma Giovedì 19 Febbraio 2015 11.30 Apertura Segreteria 12.00 • 13.30 WORKSHOP AZIENDALI - vedi pagina 8 AULA MAGNA 14.00 • 14.30 Apertura del Congresso e Saluti (S. Caputo - Roma, E.M. De Feo - Napoli, R. Giordano - Roma, N. Musacchio - Milano, G. Sesti - Catanzaro, L. Uccioli - Roma) 14.30 • 15.00 Lettura Magistrale Moderatori: D. Lauro - Roma, L. Uccioli - Roma Il piede infetto - Nuove Frontiere del salvataggio dell’arto (A.B. Lipsky - USA) I Sessione: INFEZIONE Moderatori: M. Andreoni - Roma, E. De Feo - Napoli 15.00 • 15.20 Resistenze e nuove opzioni della terapia antibiotica (L. Sarmati - Roma) 15.20 • 15.40 Il Biofilm (C. Tascini - Pisa) 15.40 • 16.00 Salvataggio d’arto in pazienti con ischemia ed infezione acuta (E. Faglia - Milano) 16.00 • 16.20 Presentazione dello studio epidemiologico sulle infezioni nel piede diabetico del Gruppo di Studio (E. De Feo - Napoli) 16.20 • 16.40 Discussione 16.40 • 17.00 Coffee Break II Sessione:OSTEOMIELITE Moderatori: C. Caravaggi - Milano, S. Giannini - Bologna 17.00 • 17.20 È possibile un trattamento conservativo dell’osteomielite? (R. Da Ros - Monfalcone) 17.20 • 17.40 È necessario sempre un approccio demolitivo dell’osteomielite? (E. Brocco - Padova) 17.40 • 18.00 Timing ed interventi dell’osteomielite nel piede diabetico (M. Cadossi - Bologna) 18.00 • 18.20 Discussione 18.30 • 19.30 COMUNICAZIONI ORALI Moderatori: G. Meloni - Lanusei, F. Romagnoli - Ancona CO1 - Outcomes di 100 soggetti diabetici trattati chirurgicamente per ulcere profonde infette ai piedi - Paolo Galenda – 3 – CO2 - Alta prevalenza di batteri chinolonici resistenti nelle infezioni del piede diabetico - Cesare Miranda CO3 - Piede diabetico infetto: importanza della tempestività della sinergia dei trattamenti per il salvataggio “funzionale” di parte del piede - Salvatore Piazza CO4 - Aumento della TcPO2 nella ricostruzione del piede diabetico mediante l’utilizzo del sostituto dermico Integra - Luca Spazzapan CO5 - L’estensione ed il grading della osteomielite non sono correlate alla prognosi in diabetici affetti da neuroartropatia di Charcot complicata: studio prospettico di coorte - Luca Dalla Paola CO6 - Approccio chirurgico plantare e stabilizzazione con fissatore esterno nel trattamento dell’osteomielite mediotarsale del piede di Charcot ulcerato - Carlo Caravaggi Venerdì 20 Febbraio 2015 AULA MINOR III Sessione:NEUROPATIA Moderatori: C. Vermigli - Perugia, A. Truini - Roma 09.00 • 09.20 Inquadramento della polineuropatia diabetica (V. Spallone - Roma) 09.20 • 09.40 Diagnosi differenziale di dolore periferico (L. Padua - Roma) 09.40 • 10.00 Il trattamento del dolore neuropatico (A. Truini - Roma) 10.00 • 10.20 Discussione 10.20 • 10.40 Coffee Break IV Sessione: TRATTAMENTO DELLE ULCERE Moderatori: F. Petrella - Napoli, A. Aiello - Campobasso 10.40 • 11.00 Quando e perché è conveniente utilizzare medicazioni avanzate (M. Romanelli - Pisa) 11.00 • 11.20 Quando e perché è conveniente utilizzare i sostituti dermici (G. Clerici - Milano) 11.20 • 11.40 Ruolo di altri trattamenti nel processo di guarigione delle ulcere (A. Piaggesi - Pisa) 11.40 • 12.00 Discussione 12.00 • 13.30 COMUNICAZIONI ORALI Moderatori: L. Monge - Torino, L. Rizzo - Grosseto CO7 - Classificazione del rischio ulcerativo nei pazienti in dialisi: un’opportunita’ anche nei non diabetici? - Silvia Magi CO8 - Indagine a campione sulle conoscenze in tema di piede diabetico fra gli infermieri dell`azienda ospedaliero-universitaria di udine - Pier Maria Miniussi CO9 - Analisi dell’indice di comorbidità di Charlson nei pazienti affetti da piede diabetico (pd) e sua correlazione con l’evoluzione clinica - Elisabetta Iacopi – 4 – CO10 - Colonizzazione rettale da klebsiella pneumoniae carbapenemasiproduttrice è un fattore di rischio di mortalità in pazienti con piede diabetico infetto - Carlo Tascini CO11 - Lembo fasciocutaneo quadrato plantare di avanzamento nel trattamento delle ulcere plantari diabetiche non infette - Carlo Caravaggi CO12 - Nuova tecnica chirurgica per il trattamento conservativo delle lesioni ulcerate del 1° raggio con coinvolgimento osteomielitico metatarsale in una popolazione di soggetti diabetici: studio prospettico di coorte - Luca Dalla Paola CO13 - Utilizzo di palloni conici per il trattamento di occlusioni lunghe dei vasi tibiali in pazienti diabetici con ischemia critica degli arti inferiori Nicola Troisi CO14 - Calcificazioni vascolari nei pazienti diabetici con lesione ischemica del piede: confronto tra pazienti in dialisi e non - Marco Meloni CO15 - Rivascolarizzazione e chirurgia nella gestione del piede diabetico: uno studio prospettico - Laura Salvotelli CO16 - Rivascolarizzazione e piede diabetico: differenze di esito a breve e lungo termine correlate al reparto di ricovero - Francesca Fico 13.30 • 15.00 WORKSHOP AZIENDALI- vedi pagina 8 V Sessione: RENE E PIEDE Moderatori: A. Santoro - Bologna, N. Di Daniele - Roma 15.00 • 15.20 Le calcificazioni vascolari nel paziente dializzato (D. Brancaccio - Milano) 15.20 • 15.40 L’Insufficienza Renale Cronica condiziona il trattamento del piede diabetico? (L. Uccioli - Roma) 15.40 • 16.00 La malattia dei piccoli vasi del piede (R. Ferraresi - Milano) 16.00 • 16.15 Discussione 15.00 • 16.15 Sessioni in parallelo SALA 10 ATTIVITà PRATICHE Moderatore: G. Canzoneri - Palermo 15.00 • 15.15 Onicopatie (A. Campana - Roma) 15.15 • 16.15 Rieducazione ungueale (A. Federici - Roma, F. Gullace - Roma) SALA 8 ATTIVITà PRATICHE 15.00 • 15.15 Rischio ulcerativo (A. Satta Hai - Varese) 15.15 • 16.15 Screening (M. Meloni - Roma) SALA 11 ATTIVITà PRATICHE 15.00 • 15.15 Terapia a pressione negativa (A. Pecoriello - Roma) 15.15 • 16.15 Come applicarla (G. Causarano - Roma) – 5 – 16.15 • 16.30 Coffee Break 16.30 - 18.30 ATTIVITà PRATICHE - Sessioni in parallelo Sala 8 AP1: Medicazioni avanzate Tutors: V. Ruotolo - Roma, F. Toscanella - Roma, L. Giurato - Roma Sala 10 AP2: Scarico in fase acuta Tutors: L. Rizzo - Grosseto, C. Di Campli - Roma, R. De Toma - Milano Sala 11 AP3: Calzature e plantari in prevenzione primaria e secondaria Tutors: L. Mancini - Roma, M. Zimbile - Roma, D. Simonetti - Milano Sala Minor AP4: Come valutare la vasculopatia periferica - Trattamento endovascolare dell’ischemia Tutors: M. Stefanini - Roma, E. Pampana - Roma, R. Gandini - Roma Sala ColonneAP5: Collaudo delle calzature ed ortesi plantari Tutors: C. Giacomozzi - Roma, C. Vermigli - Perugia, V. Muti - Napoli Sala Colonne 18.30 • 19.30 Discussione Posters Moderatori: G. Mariani - Milano, G. Saldalamacchia - Napoli 18.30 • 19.30 Riunione referenti regionali del Gruppo Piede - Sala 11 18.30 • 19.30 Assemblea dei Podologi iscritti alla SID - Sala 10 Sabato 21 Febbraio 2015 AULA MINOR VI Sessione: TERAPIA DEL DIABETE NEL PAZIENTE PLURICOMPLICATO Moderatori: L. Uccioli - Roma, A. Chiavetta - Catania 08.30 • 08.50 Attualità della Metformina (L. Uccioli - Roma) 08.50 • 09.10 Ruolo dei nuovi Ipoglicemizzanti (R. Anichini - Pistoia) 09.10 • 09.30 La terapia insulinica nel paziente ospedalizzato (A. Bruno - Torino) 09.30 • 09.50 Discussione VII Sessione: LIVELLI DI ASSISTENZA, RIABILITAZIONE E LAVORO Moderatori: A. Bruno - Torino, M.G. Benedetti - Bologna 09.50 • 10.10 Amputazione: è un indice di qualità di cura (F. Carinci - Roma) 10.10 • 10.30 I rimborsi: problematiche in tempi di spending review (M. Laineri - Roma) 10.30 • 10.50 Ortesizzazione e scarpe anti-infortunistiche (I. Iavicoli - Roma) 0.50 • 11.10 Riabilitazione e protesi dopo l’amputazione (M. Traballesi - Roma) 11.10 • 11.30 Discussione 11.30 • 12.00 Coffee Break – 6 – SALA 11 SESSIONE PARALLELA 09.00 • 12.00 Moderatore: G. Lo Grasso - Catania 09.00 • 09.25 La collaborazione con MMG nei diabetici a rischio di ulcerazione (D. Cristofanelli - Roma) 09.25 • 09.50 Il percorso educazionale prima e dopo la lesione - follow up (D. Cristofanelli - Roma) 09.50 • 10.15 L’assistenza al paziente con lesioni e la pianificazione in ambito plurispecialistico (R. Morandini- Roma) 10.15 • 10.40 I supporti informatici indispensabili per la condivisione delle informazioni (L. Maiani - Roma) 10.40 • 11.00 Discussione SALA COLONNE SESSIONE PARALLELA 09.00 • 10.30 Moderatore: G. Federici - Roma 09.00 • 09.15 Le deformità del piede neuropatico (G. Federici - Roma) 09.15 • 09.30 Valutazione funzionale del piede neuropatico (I. Teobaldi - Verona) 09.30 • 09.45 Valutazione strumentale del piede neuropatico (D. Simonetti - Milano) 09.45 • 10.00 Riabilitazione manuale (L. D’Onofrio - Roma) 10.00 • 10.15 Taping (A. Pacilio - Napoli) 10.15 • 10.30 Discussione 10.40 • 12.00 Ortesi digitali (A. Bernini - Pistoia) Realizzazione pratica (A. Hazbiu Anisa - Roma, R. Orsetti - Ancona) AULA MINOR VIII Sessione: Premio per la migliore comunicazione orale 12.00 • 12.45 Comunicazioni Orali Moderatori: E. De Feo - Napoli, R. Anichini - Pistoia CO17 - Prevalenza e classificazione dell’anemia in pazienti affetti da “piede diabetico “ con ulcera : nostra valutazione - Maurizio Bianco CO18 - Riduzione delle amputazioni in italia e procedure di rivascolarizzazione: esiste un rapporto di causa effetto? - Alessandra De Bellis CO19 - Autoanticorpi contro collagene tipo I e II alterati da modifiche posttraslazionali indotte dallo stress ossidativo nella neuroartropatia di Charcot - Alessandro Rizzi CO20 - Protocollo clinico-strumentale di confronto statistico della gestione dell’ipercarico plantare tra ortesi realizzate con tecnica cad-cam e da calco in pazienti con diabete - Moreno D’Amico IX Sessione: CONCLUSIONI 12.45 • 13.15 Lettura magistrale: La chirurgia rigenerativa (V. Cervelli - Roma) 13.15 • 13.30 Presentazione nuovo gruppo e programmi per il prossimo anno (E. De Feo - Napoli, A. Bruno - Torino) Chiusura dei lavori e compilazione questionario ECM – 7 – Workshop Aziendali Giovedì 19/02, ore 12.00 - Aula Magna Venerdì 20/02, ore 13.30 - Aula 11 LUNCH SYMPOSIUM OPTIMA MOLLITER LUNCH WORSKHOP ECOSANIT Woundcare-Circle: Soluzioni innovative per la prevenzione, la Fase Acuta e la Riabilitazione del Piede Diabetico Moderatore: Ezio Faglia Relatori: Alberto Piaggesi (Pisa), Luca Dalla Paola (Cotignola) Fabio Romagnoli (Ancona) Giacomo Clerici (Pavia) Durante il simposio verrà offerto il lunch Venerdì 20/02, ore 13.30 - Aula 8 LUNCH WORKSHOP THERAS GROUP Ore 13.30/14.00 FREMS THERAPY nel trattamento delle complicanze periferiche del Diabete e della Sindrome del Piede Diabetico Dr. Roberto Da Ros (Servizio Diabetologia - Ospedale di Monfalcone - Gorizia) Ore 14.30-15.00 FREMS Applicazione pratica Clinical Specialist Francesca Tomei (Lorenz Lifetech) Product Specialist Andrea Ferrari (Theras Biocare) Venerdì 20/02, ore 13.30 - Aula Minor LUNCH WORKSHOP PODARTIS Attività fisica protetta: L’ortesi di nuova generazione 1)Attività Fisica e Impatto metabolico Dr. S. Balducci 2) Attività Fisica in Sicurezza Prof. L. Uccioli 3) L’impatto biomeccanico - Dr. L. Berti 4)Dalla nostra ricerca, l’Innovazione Dr. C. Buratto Durante il workshop verrà offerta una degustazione di vini e prelibatezze Venete Protocollo clinico-strumentale pilota di comparazione statistica della gestione dell’ipercarico plantare tra ortesi realizzate con tecnica CAD-CAM e da calco in pazienti diabetici 1)La corretta procedura di presa dell’impronta podalica e la metodologia di progettazione del plantare su Calco e con metodica CAD-CAM - Sig. Doriano Veri, Dott. Federico Belli 2)Il protocollo clinico: il razionale, la metodologia e i risultati ottenuti - Dott.ssa Cristiana Vermigli, Dott.ssa Celeste Ceppitelli 3)Metodologia Innovativa per l’Acquisizione, l’Elaborazione dei Dati Baropodometrici e la Valutazione Statistica dei Risultati - Ing. Moreno D’Amico Venerdì 20/02, ore 13.30 - Sala Colonne LUNCH WORKSHOP RTM ORTOPEDIA/OTTOBOCK Ore 13.30/14.00 Parte I Applicazione del medical grade silicone nella protesizzazione del piede diabetico (protesi funzionali ed estetiche) Moreno Marchesini (T.O. RTM Ortopedia Personalizzata) Ore 14.00-14.30 Rinfresco a buffet Ore 14.30-15.00 Parte II Protesi con tecnica del sottovuoto assistito, funzionalità ed evidenze scientifiche Matteo Cavina (T.O. Ottobock Italia) Venerdì 20/02, ore 13.30 - Aula 10 WORKSHOP ACELITY L’uso della pressione negativa per il trattamento del piede diabetico Relatori: Prof Luigi Uccioli, Dott. Marco Meloni - P. A. Piede Diabetico, Dip. Di Med. Interna, Policlinico Tor Vergata Dr. Roberto Anichini - Ospedale del Ceppo di Pistoia - Dipartimento di Diabetologia Abstracts Comunicazioni Orali Giovedì 19 Febbraio 2015 CO1. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . pag.10 CO2. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . pag.11 CO3. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . pag.12 CO4. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . pag.13 CO5. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . pag.14 CO6. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . pag.15 Comunicazioni Orali Venerdì 20 Febbraio 2015 CO7. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . pag.16 CO8. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . pag.17 CO9. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . pag.18 CO10. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . pag.19 CO11. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . pag.20 CO12. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . pag.21 CO13. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . pag.22 CO14. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . pag.23 CO15. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . pag.24 CO16. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . pag.25 Comunicazioni Orali Sabato 21 Febbraio 2015 CO17. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . pag.26 CO18. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . pag.27 CO19. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . pag.28 CO20. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . pag.29 Poster P1. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . pag.30 P2. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . pag.31 P3. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . pag.32 P4. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . pag.33 P5. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . pag.34 P6. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . pag.35 P7. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . pag.36 P8. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . pag.37 P9. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . pag.38 P10. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . pag.39 P11. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . pag.40 P12. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . pag.41 P13. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . pag.42 P14. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . pag.43 P15. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . pag.44 P16. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . pag.45 P17. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . pag.46 P18. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . pag.47 P19. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . pag.48 P20. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . pag.49 P21. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . pag.50 P22. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . pag.51 P23. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . pag.52 P24. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . pag.53 P25. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . pag.54 P26. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . pag.55 P27. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . pag.56 P28. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . pag.57 P29. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . pag.58 P30. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . pag.59 P31. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . pag.60 P32. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . pag.61 P33. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . pag.62 P34. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . pag.63 P35. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . pag.64 P36. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . pag.65 P37. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . pag.66 P38. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . pag.67 P39. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . pag.68 P40. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . pag.69 P41. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . pag.70 P42. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . pag.71 P43. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . pag.72 CO1 OUTCOMES DI 100 SOGGETTI DIABETICI TRATTATI CHIRURGICAMENTE PER ULCERE PROFONDE INFETTE AI PIEDI. P. Galenda①; S. Madaschi①; N. Valerio①; V. Gallicchio①; C. Cisale①; D. Colli①; R. Ferraresi②; C. M. Caravaggi①; ❶Centri Piede Diabetico, Endocrinologia, Diabetologia,Humanitas Gavazzeni,Bergamo; ❷ Laboratorio Emodinamica,Humanitas Gavazzeni,Bergamo; Le infezioni , unitamente all`ischemia, rappresentano le principali cause di amputazione nel soggetto diabetico con ulcere ai piedi. In letteratura vengono segnalati tassi amputativi superiori a 90% per le ulcere profonde infette, 100% se associate ad ischemia. L`obiettivo di questo studio è quello di valutare gli outcomes di un trattamento chirurgico tempestivo, aggresssivo , ma allo stesso tempo conservativo, di queste lesioni. Materiali e metodi Sono stati seguiti e raccolti i dati di 100 pazienti diabetici giunti consecutivamente a nostra osservazione per ulcere infette profonde dei piedi . Le lesioni sono state stadiate secondo criteri della Texas University Classification ed il sistema PEDIS-IDSA T.U.C (n): 2B (4), 2D (8), 3B (39), 3D (49) PEDIS (n): 1 (0), 2 (5), 3 (71), 4 (24) Tutti pazienti sono stati sottoposti a drenaggio in urgenza o urgenza differita dell`infezione e polichemioterapia antibiotica empirica o mirata sulla scorta di antibiogramma . Nei giorni successivi 57 soggetti sono stati sottoposti a PTA degli arti inferiori, di cui 2 inefficaci, 7 ad amputazioni maggiori transtibiali o transfemorali, 3 del mesopiede, 15 dell`avampiede, 26 di 1 o più raggi, 5 di 1 o più dita, 43 ad ulcerectomie e/o sequestrectomie ossee. Risultati Guarigione: Nel periodo di osservazione 59 pazienti sono guariti di cui 39 in meno di 12 settimane, 72 hanno ripreso a deambulare con ortesi o scarico gessato . Mortalità in fase acuta e post-acuta : 1 paziente è deceduto per setticemia prima del trattamento chirurgico, altri 2 durante la degenza, 1 dopo 20gg dalla dimisssione All`analisi statistica sono state osservate differenze nei livelli di amputazione che sono risultati più prossimali nei soggetti ischemici (p<0.1), o con infezioni più gravi (p<0.001). Il tasso di guarigione è maggiore nei soggetti non ischemici (p<0.1) senza che vi siano differenze significative nei tempi. Meno soggetti tendono a guarire se trattati per infezioni gravi (p<0.1) ed in tempi più lunghi (p<0.1). La guarigione è risultata più lenta e difficile nei soggetti dializzati (18). Conclusioni Un trattamento chirurgico tempestivo delle lesioni profonde infette consente di ridurre significativamente la prevalenza di amputazioni segnalata in letteratura . Lo stesso trattamento associato a rivascolarizzazione efficace consente di ridurre il tasso di amputazioni anche nelle ulcere ischemiche infette Il livello di amputazione è risultato direttamente proporzionale alla gravità dell`infezione. L`emodialisi si conferma quale fattore prognostico negativo di guarigione . – 10 – CO2 Alta prevalenza di batteri chinolonici resistenti nelle infezioni del piede diabetico Alta prevalenza di batteri chinolonici resistenti nelle infezioni del piede diabetico C. MIRANDA①; R. DA ROS②; R. DE ROSA③; A. CAMPORESE③; G. ZANETTE①; C. MIRANDA①; R. DA ROS②; R. DE ROSA③; A. CAMPORESE③; G. ZANETTE①; ❶SSD Diabetologia,Azienda Ospedaliera S.Maria degli Angeli,Pordenone; ❷SS ❶SSD Diabetologia,Azienda Ospedaliera S.Maria degli Angeli,Pordenone; ❷SS Diabetologia,Ospedale San Polo,Monfalcone; ❸SSC Microbiologia,Azienda Ospedaliera Diabetologia,Ospedale San Polo,Monfalcone; ❸SSC Microbiologia,Azienda Ospedaliera S.Maria degli Angeli,Pordenone; S.Maria degli Angeli,Pordenone; Premessa Le infezioni del piede diabetico sono spesso causa di ospedalizzazione e di Premessa Le infezioni piedeAbbiamo diabeticocondotto sono spesso causa di ospedalizzazione e di amputazione.Scopo del del lavoro uno studio retrospettivo degli esami amputazione.Scopo del lavoro Abbiamo condotto uno studio retrospettivo degli esami microbiologici, effettuati dal 2011 al 2014, in pz diabetici affetti da lesioni ai piedi, al fine microbiologici, effettuati dal 2011 al 2014, pz diabetici affetti da lesioni ai piedi, al fine di analizzare la flora microbica isolata e la in prevalenza dell`antibioticoresistenza.Materiali di analizzare la stati floraanalizzati microbica105 isolata e la prevalenza dell`antibioticoresistenza.Materiali e metodi Sono esami colturali effettuati su biopsie tissutali in 53 pz con e metodi moderate Sono statioanalizzati 105 effettuati su biopsie tissutali indei 53 pz con infezioni severe non in esami terapiacolturali antibiotica. Le caratteristiche cliniche infezioni moderate53 o severe in terapia Le caratteristiche clinicheperiferica dei pz erano le seguenti: pz con non 2TDM (43 M,antibiotica. 10 F), età media 76,5aa, neuropatia erano learteriopatia seguenti: 53 pz con 2TDM (43 M,(13 10 %), F), età media 76,5aa, neuropatia (32%), ostruttiva arti inferiori neurovasculopatia periferica periferica (55%). (32%), arteriopatia ostruttiva arti inferiori (13sono %), neurovasculopatia Risultati Dei 105 esami raccolti, 89 (84,7%) risultati positivi,16periferica (15,3%) (55%). negativi. Risultati 105132 esami raccolti, 89 (84,7%) negativi. Sono statiDei isolati micro-organismi totali disono cui risultati 71 gram positivi,16 + ,60 gram (15,3%) - , 1 micete .I Sono statipiù isolati 132 micro-organismi cui 71 gram ,60 gram , 1 micete (12), .I patogeni frequenti fra i gram + sonototali stati:diS.Aureus (44),+seguito da-E.Faecalis patogeni più frequenti fra i gram + sono (44), sono seguito da S.Xylosus E.Faecalis(2), (12), S.Beta Emolitico (5), S.Epidermidis (4). stati: Altri S.Aureus gram + isolati stati: S.Beta Emolitico S.Epidermidis (4). Altri + isolati(1).I sono stati: S.Xylosus (2), fra i S.Agalactiae (1), (5), S.Capitis (1), S.Simulans (1),gram S.Warneri patogeni più frequenti S.Agalactiae (1), Pseudomonas S.Capitis (1), S.Simulans (1).I patogeni frequenti gram - sono stati: Aeruginosa(1), (15),S.Warneri Proteus Mirabilis (10), più E.Coli (9), fra i gram - sono Morgani stati: Pseudomonas Aeruginosa (15), Mirabilis (9), Morganella (8), Serratia Marcescens (7).Proteus Altri gram - sono(10), stati:E.Coli Citrobacter Morganella Morgani (8), Serratia (7). Altri gram stati: Citrobacter Koseri (2), Klebsiella Oxytoca (2),Marcescens Klebsiella Pneumoniae (2),- sono Klebsiella Planticola (1), Koseri (2), Klebsiella Oxytoca (2), Klebsiella Pneumoniae (2), Klebsiella Planticola Citrobacter Fruendii (1), Acitenobacter(1), Enterobacter Aerogenes(1), E.Cloacae (1) (1), .Le Citrobacter Fruendii (1),monomicrobiche Acitenobacter(1), Aerogenes(1), (1) .Le infezioni sono risultate nelEnterobacter 69,5%, polimicrobiche nel E.Cloacae 30,4%.Le sedi delle infezioni sonodita risultate monomicrobiche nel 69,5%, polimicrobiche nel( 30,4%.Le sedi delle lesioni erano (46,6%), avampiede (34,2% ), tallone (15,2%), altre 4% ). Negli esami lesioni erano ditale(46,6%), avampiede (34,2% ), tallone (15,2%), altre ( 4% ). Negli esami colturali positivi lesioni neuroischemiche sono state 62, quelle neuropatiche 27. Negli colturali positivinegativi le lesioni neuroischemiche sono state 62,5,quelle 27. Negli esami colturali le lesioni neuropatiche sono state quelleneuropatiche neuro ischemiche 11. Il esami colturali le lesioni neuropatiche state neuro ischemiche 11. Ila 46,2% (61/132)negativi dei batteri è risultato resistente sono almeno ad5,unquelle antibiotico, il 15% (21/132) 46,2% (61/132)In deiparticolare batteri è risultato almeno ad un antibiotico, il 15% (21/132)eda due antibiotici. l`11,1%resistente degli S.Aureus sono risultati meticillino-resistenti due antibiotici. In particolare l`11,1% degli S.Aureus sono meticillino-resistenti il 32,5% (43/132) dei batteri totali chinolonici resistenti, di risultati cui il 38% (27/71) dei gram +ed il 32,5% (43/132) chinoloniciI nostri resistenti, cui ilevidenziato 38% (27/71) dei gram + ed il 26,6% (16/60)dei deibatteri gram totali -. Conclusioni dati di hanno un`alta ed il 26,6%di (16/60) gram -. Conclusioni nostri dati hanno evidenziato un`alta prevalenza batteridei chinolonici resistenti, inIparticolare sono risultati resistenti il 70% dei prevalenza di batteri resistenti, particolare risultati resistentilavoro il 70%(Atti dei P.Mirabilis (7/10) ed chinolonici il 40,9% (18/44) degliinS.Aureus. In sono un nostro precedente P.Mirabilis (7/10)Nazionale ed il 40,9% (18/44) degli S.Aureus. In nostro precedente lavoro (Atti XVIII Congresso AMD 2011) la prevalenza diun batteri gram - chinolonici XVIII Congresso 2011) la di batteri gram - chinolonici resistenti era stataNazionale del 37,2%AMD e del 42,8% perprevalenza quanto riguarda P.Mirabilis (3/7). L`ischemia resistenti era stata del 37,2% e del di 42,8% perper quanto P.Mirabilis (3/7). L`ischemia sembra essere il principale fattore rischio ceppiriguarda chinolonici resistenti, infatti il 76,7% sembra essere principale fattore rischio per ceppi chinolonici infatti il (33/43) di essi ilsono stati isolati da di lesioni neuro ischemiche. Altri resistenti, fattori di rischio per76,7% lo (33/43) didiessi sono stati isolati da lesioni neuro ischemiche. fattori diterapie rischio per lo sviluppo resistenza ai chinolonici sono precedenti ricoveri Altri e precedenti sviluppo di resistenza ai chinolonici sono precedenti ricoveri e precedenti terapie antibiotiche. antibiotiche. – 11 – CO3 PIEDE DIABETICO INFETTO: IMPORTANZA DELLA TEMPESTIVITA` DELLA SINERGIA DEI TRATTAMENTI PER IL SALVATAGGIO "FUNZIONALE" DI PARTE DEL PIEDE S. PIAZZA①; A. GRASSI②; M. FERRI①; A. MORMILE②; P. LIMONE②; F. NESSI①; ❶S.C. Chirurgia Vascolare ed Endovascolare,A.O. Ospedale Mauriziano,TORINO; ❷S.C. Endocrinolgia,Diabetologia Malattie Metaboliche,A.O. Ospedale Mauriziano,TORINO; S. PIAZZA①; A. GRASSI②;e M. FERRI①; A. MORMILE②; P. LIMONE②; F. NESSI①; INTRODUZIONE: Le gangrene del piede (a partenza spesso dalle dita), soprattutto quando associate Vascolare ad ischemia infezione, comportano frequentemente il ricorso ad❷S.C. ❶S.C. Chirurgia eded Endovascolare,A.O. Ospedale Mauriziano,TORINO; amputazione maggiore. L`inquadramento eziologico dellaOspedale lesione e Mauriziano,TORINO; la tempestività dei Endocrinolgia,Diabetologia e Malattie Metaboliche,A.O. trattamenti permettono di limitare il livello di amputazione, consentendo spesso salvataggio di una parte del piede, funzionalmente valida. MATERIALI E METODI: Dal maggio 2010 al novembre 2014 sono stati trattati 138 pazienti, diabetici, affetti da lesione infetta a livello INTRODUZIONE: Le gangrene dellapiede partenza spesso dalle dita), soprattutto del piede, tutte di grado III secondo Texas(aUniversity Classification (TUC). In 29 quando associate ischemia ed infezione, comportano il ricorso ad in pazienti la lesionead (sempre secondo TUC) rientrava nellofrequentemente stadio B (infezione) mentre amputazione maggiore. L`inquadramento dellal`ampia lesionegangrena e la tempestività dei 109 nello stadio D (infezione ed ischemia).eziologico In 2 pazienti (coinvolgimento trattamenti permettono di il livello di una amputazione, consentendo salvataggio di tutti i compartimenti dellimitare piede) ha imposto amputazione maggiore spesso immediata. Negli di una parte del piede, funzionalmente MATERIALI E METODI: maggio 2010 altri 136 pazienti si è attuato un PDTA valida. (protocollo diagnostico terapeuticoDal assistenziale) al novembrein2014 sonomultidisciplinare stati trattati 138 pazienti, affetti da lesione medico infetta adilivello concordato maniera (chirurgodiabetici, vascolare/endovascolare, del piede, tutte didiabetologo, grado III secondo la Texas Il University In 29 pronto soccorso, infettivologo). paziente èClassification stato sempre (TUC). inquadrato pazienti la lesione (sempre secondo TUC)mediante rientrava esame nello stadio B (infezione) mentre in inizialmente dal punto di vista eziologico ecocolordoppler; inoltre 109 nello stadio Din(infezione ed ischemia). In 2 infettivo pazienti l`ampia gangrena (coinvolgimento tempestivamente base alla gravità del quadro (flemmone con quadro di "limb o di i compartimenti del piede)(inhaemergenza imposto una amputazione maggiore immediata. Negli lifetutti threatening") si è proceduto prima dell`inquadramento eziologico) a altri 136 pazienti si è attuato un PDTA (protocollo drenaggio della raccolta con asportazione dei tessutidiagnostico gangrenositerapeutico nonchè ad assistenziale) amputazione dei concordato in maniera (chirurgoprelievi vascolare/endovascolare, segmenti ossei coinvoltimultidisciplinare dalla gangrena (eseguiti bioptici delle ossa medico residue edidel pronto soccorso, diabetologo, Il paziente è stato sempre inquadrato fondo della lesione per esame infettivologo). colturale). In altri casi il debridement è stato eseguito in un inizialmente dal In punto vistail eziologico mediante non esame ecocolordoppler; inoltre secondo tempo. ognidicaso sito di amputazione è stato mai sottoposto a chiusura nel tempestivamente in base(anche alla gravità del quadro (flemmone confocolaio quadro di "limb o primo tempo chirurgico se convinti di unainfettivo completa bonifica del infettivo). life29 threatening") proceduto (in emergenza prima dell`inquadramento eziologico) a In pazienti nonsiè èstato necessario eseguire un intervento di rivascolarizzazione drenaggio della raccolta in con107 asportazione tessuti gangrenosi ad amputazione (eziologia neuropatica); pazienti si dei è eseguito intervento dinonchè rivascolarizzazione perdei segmenti ossei coinvolti dalla gangrena popliteo-tibiale: (eseguiti prelieviendovascolare bioptici delle ossa residue e del patologia steno-ostruttiva del segmento (88 pz), chirurgica fondo della lesione perIlesame colturale). In altricon casiottenimento il debridement stato eseguito in un (11 pz), ibrida (8 pz). percorso di guarigione di unè moncone di piede secondo tempo. In ogni caso sito di noniter è stato mai sottoposto a chiusura funzionale ha comportato un il lungo (e amputazione spesso costoso) terapeutico: antibiotico terapia nel primo tempoutilizzo chirurgico (anche senegativa convinti(NPWT) di una completa bonifica del focolaio infettivo). e.v. mirata, di pressione in tutti i casi, innesto con sostituto In 29 pazienti non èdistato necessario eseguire unper intervento di rivascolarizzazione dermico acellulare origine bovina (Integra®) la copertura di ossa e tendini sani (eziologia in 107 pazienti si ècasi); eseguito intervento rivascolarizzazione per esposti (in neuropatica); 34 casi), innesto cutaneo (in 21 ortesi di scaricodi(inizialmente per patologia steno-ostruttiva del segmento popliteo-tibiale: endovascolare (88 pz), prevenire lesioni da pressione ed in seguito per permettere la deambulazione conchirurgica scarico). (11 pz), ibridaNel (8 pz). Il percorso guarigione ottenimento di un moncone di piede RISULTATI: 91 % (124/136di pazienti) si è con ottenuto il salvataggio di un piede funzionale hacon comportato un lungo (e spesso costoso) iter terapeutico: antibiotico terapia "funzionale" amputazione minore. In 8 pazienti (8/136 pazienti) è stato necessario e.v. mirata, di pressione negativa (NPWT) in tuttidopo i casi, innesto con sostituto eseguire unautilizzo amputazione maggiore (7 gamba, 1 coscia) comunque un iniziale dermico acellulare di origine (Integra®) per laendovascolare, copertura di ossa e tendini sani tentativo di salvataggio d`artobovina (7 rivascolarizzazione 1 con procedura esposti (in 34 casi), innesto cutaneoperi-operatori (in 21 casi); ortesi scarico (inizialmente per ibrida). Si sono verificati 4 decessi (1 perdipolmonite, 3 per scompenso prevenire lesioni da pressioneIledpiede in seguito per infetto permettere la deambulazione con scarico). cardiaco). CONCLUSIONI: diabetico comporta alto rischio di amputazione RISULTATI: Nel 91 % (124/136 pazienti) si è ottenuto il salvataggio un piede maggiore. L`aggressività del trattamento multidisciplinare permette didi ottenere (a contro di "funzionale" con amputazione minore. In 8dipazienti (8/136 pazienti) è stato necessario costi a volte elevati) spesso il salvataggio una parte del piede funzionalmente valido. eseguire una amputazione maggiore (7 gamba, 1 coscia) dopo comunque un iniziale tentativo di salvataggio d`arto (7 rivascolarizzazione endovascolare, 1 con procedura – 12 – ibrida). Si sono verificati 4 decessi peri-operatori (1 per polmonite, 3 per scompenso CO4 Aumento della TcPO2 nella ricostruzione del piede diabetico mediante l`utilizzo del sostituto dermico Integra L. SPAZZAPAN①; C. NICOLETTI①; G. PAPA②; ❶UNITA` PIEDE DIABETICO E VULNOLOGIA,CASA DI CURA PEDERZOLI,PESCHIERA DEL GARDA VERONA; ❷UO di Chirurgia Plastica e Ricostruttiva,Azienda Ospedaliera Universitaria, Ospedali Riuniti,Trieste; INTRODUZIONE Scopo di questo studio comparativo retrospettivo è stato quello di valutare i risultati della ricostruzione nel piede diabetico con innesto di pelle a spessore parziale e sostituto dermico Integra® versus la ricostruzione solo con innesto di cute in termini di vascolarizzazione mediante la misurazione dell` ossigenazione tissutale periferica(TcPO2) MATERIALI E METODI Sono stati inclusi nello studio23 pazienti (12 sono stati ricostruiti con innesto di cute e 11 con Integra® e innesto di cute a tre settimane). In ogni paziente la TcPO2 è stata misurata nello stesso punto della superficie ricostruita a 14 giorni, un mese, 3 mesi, 6 mesi, 12 mesi e 24 mesi dopo la ricostruzione. RISULTATI I letti della ferite ricostruite da Integra® hanno mostrato in media una TcPO superiore di 10 mm Hg. CONCLUSIONI Il nostro studio ha valutato in modo oggettivo, con il valoredi TcPO2, l`ossigenazione del letto della ferita nel piede diabetico dopo la ricostruzione con innesto di cute da solo e con l`aggiunta del sostituto Integra® al letto della ferita. Durante il primo mese dopo la ricostruzione non state rilevate differenze statisticamente significative. Dopo 3 mesi TcPO2 studi hanno rivelato un statisticamente significativo aumento della pressione tissutale di ossigeno superiore nei piedi diabetici ricostruiti con Integra® ed innesto di cute. Questi risultati appoggiano in modo oggettivo i risultati clinici già segnalato durante l`utilizzo del sostituto dermico. Resta da spiegare il ruolo di questo aumento della pressione tissutale di ossigeno nel ridefinire le indicazioni per l`uso di sostituti dermici nella ricostruzione delle regioni scarsamente vascolarizzate. – 13 – CO5 L`ESTENSIONE ED IL GRADING DELLA OSTEOMIELITE NON SONO CORRELATE ALLA PROGNOSI IN DIABETICI AFFETTI DA NEUROARTROPATIA DI CHARCOT COMPLICATA: STUDIO PROSPETTICO DI COORTE. L. DALLA PAOLA①; A. CARONE①; L. VASILACHE①; M. C. PRINCIPATO①; M. PATTAVINA①; ❶UO PER IL TRATTAMENTO PIEDE DIABETICO,MARIA CECILIA HOSPITAL GVM CARE AND RESEARCH,COTIGNOLA; Introduzione La osteoartropatia di Charcot (NAC) è una patologia progressiva che può causare deformità,ulcerazione e,conseguentemente, elevato rischio di amputazione. Materiali e Metodi Una coorte di diabetici affetti da NAC complicata da un esteso quadro di osteomielite del mesopiede e/o retropiede è stata arruolata e seguita prospetticamente. L`estensione dell`osteomielite era stata valutata con radiografia standard e risonanza magnetica nucleare. Obiettivo del trattamento chirurgico era l`eradicazione della osteomielite. Biopsie ossee multiple sono state ottenute durante il trattamento chirurgico e quindi analizzate dal laboratorio di anatomia patologica.Sono state analizzate la percentuale di guarigione in relazione alla estensione e grading della osteomielite. Risultati Da gennaio 2010 a maggio 2014 sono stati arruolati e trattati 33 pazienti diabetici consecutivi(21 maschi e 12 femmine) con NAC complicata. La localizzazione della NAC, secondo la classificazione di Frykberg e Sanders era: classe I 1 paziente (3.03%), classe II-III 21 pazienti (63.64%), classe IV 11 pazienti (33.33%). Il numero medio di segmenti ossei coinvolti dall`osteomielite era 3.18±1.74. Durante la procedura chirurgica sono stati ottenuti multipli campioni ossei per la analisi istologica. Il grading della osteomielite era: grado 1 in 11 pazienti (33.33%), grado 2 in 7 pazienti (21.21%), grado 3 in 4 pazienti (12.12%), grado 4 in 11 pazienti (33.33%). Il follow up medio è stato di 409.35 ± 154.06 giorni. 30 pazienti sono guariti (90.91%). 3 pazienti sono deceduti durante il follow up per cardiopatia ischemica e cerebrale (2 pazienti) e per neoplasia (1 paziente). Nessuna differenza nei tempi medi di guarigione, nel numero medio di interventi chirurgici è stato evidenziato tra i pazienti. Discussione In questa coorte di pazienti diabetici affetti da NAC ed osteomielite abbiamo ottenuto una elevata percentuale di salvataggio d`arto. Tale risultato è stato ottenuto nonostante un esteso coinvolgimento osteomielitico del mesopiede/retropiede. La localizzazione, il grading e la diffusione della osteomielite non sono risultati correlati agli outcomes clinici nella popolazione studiata. – 14 – CO6 APPROCCIO CHIRURGICO PLANTARE E STABILIZZAZIONE CON FISSATORE ESTERNO NEL TRATTAMENTO DELL`OSTEOMIELITE MEDIOTARSALE DEL PIEDE DI CHARCOT ULCERATO C. Caravaggi①; A. Sganzaroli①; F. Bona①; G. Sacchi①; A. Scotti①; M. Fattori①; R. Cassino①; D. Simonetti①; ❶Centro per lo Studio e la Cura del Piede Diabetico,Istituto Clinico Citta Studi,Milano; La neuroartropatia di charcot del mesopiede si caratterizza per una severa deformita` ed instabilita` del mesopiede con inversione della volta plantare e protrusione plantare ossea. Queste deformita`, benchè alloggiate in calzature protettive con suola rigida e plantari su misura, possono evolvere in lesione ulcerative plantari recidivanti che possono complicarsi con infezioni delle ossa del mediotarso che pongono il paziente a rischio di amputazione maggiore. Scopo dello studio: valutare la sicurezza e l`efficacia di un approccio chirurgico plantare transulcerativo di bonifica del focolaio osteomielitico e stabilizzazione del mesopiede con fissatore esterno nell`osteomielite mediotarsale del piede di charcot cronico ulcerato. Materiali e metodi: nel periodo da dicembre 2009 ad agosto 2014 sono stati trattati n. 16 pazienti giunti alla nostra osservazione poiche` affetti da Neuroatropatia di Charcot di mesopiede con ulcera plantare cronica ed esposizione ossea mediotarsale. In tutti i pazienti era stata posta indicazione all`amputazione prossimale di piede o di gamba. Tutti i paziente presentavo un quadro vascolare normale con presenza dei polsi periferici. I pazienti sono stati sottoposti ad accertamenti radiologici ( radiografia standard del piede ed RMN) per vautare l`entità del processo osteomielitico. E` stato eseguito un primo step chirurgico consistente in un ampia ulcerectomia planare con scheletrizzazione del mediotarso ed ampia resezione ossea cuneiforme sino a raggiunge spongiosa ossea apparentemente sane e sanguinate. E` stata eseguita biopsia ossea per esame colturale ed istologico. E` stata impostata terapia antibiotica emprica con Piperacillina-Tazobactam 16 mg/die e Daptomicina 8 mg/kg/die. Dopo circa 7 gg di medicazioni giornaliere con zaffo di garza iodoformica e` stato eseguito l`intervento chirurgico definitivo di revisione chirurgica della lesione plantare e stabilizzazione di mesopiede e di caviglia con fissatore esterno Hofmann III. E` stata in seguito modificata la terapia antibiotica secondo il risultato dell`esame colturale che il paziente ha proseguito per 3 mesi dopo la dimissione. Dopo tre mesi il fissatore esterno e` stato rimossoed il paziente ha ripreso a deamabulare con calzature a suola rigida di protezione e plantari su calco. Risultati: nel periodo di trattamento si e` osservata la completa guarigione di 14 paziente (87%) menttre in due paziente (13%) per la progressione dell`infezione ossea e` stato necessario eseguire un`amputazione di gamba. Nel periodo di follow up non e` stata osservata una ripresa del processo infettivo. Conclusioni: l`approccio chirurgico aggressivo plantare dell`ostemielite mediotarale del piede di charcot cronico ulcerato permette un elevato rate di guarigione riducendo drasticamente il rischio di amputazione maggiore – 15 – CO7 CLASSIFICAZIONE DEL RISCHIO ULCERATIVO NEI PAZIENTI IN DIALISI: UN`OPPORTUNITA` ANCHE NEI NON DIABETICI? S. Magi①; A. Scatena①; E. Duranti②; E. Bartolini①; L. Ricci③; ❶SC Diabetologia,Ospedale San Donato ASL 8,Arezzo; ❷Direttore SC Nefrologia e Dialisi,Ospedale San Donato ASL 8,Arezzo; ❸Direttore SC Diabetologia,Ospedale San Donato ASL 8,Arezzo; SCOPI DELLA RICERCA: valutare il rischio ulcerativo in pazienti dializzati, diabetici e non diabetici. METODI IMPIEGATI: abbiamo valutato 3 gruppi di pazienti: 145 diabetici non dializzati (DMND); 36 diabetici dializzati (DMD) e 127 dializzati non diabetici (DND) per la presenza di vasculopatia tramite indice caviglia/braccio (ABPI), di perdita della sensibilità protettiva (LOPS) tramite biotesiometria (VPT) e monofilamento per poter classificare i pazienti secondo la classe di rischio ulcerativo del Documento di Consenso Internazionale. CONCLUSIONI: Come atteso, un ABPI<0,9 è presente nei tre gruppi sottoposti a studio, senza differenze significative tra i DMD (36%) e i DND (30%). Tuttavia i 3 gruppi non differivano statisticamente per l`alterazione della VPT, presente anche in 38(30%) dei DND; tutti questi ultimi presentavano una lesione in fase attiva o pregressa o pregresse amputazioni minori o maggiori. Le pregresse amputazioni minori erano presenti in 1 (0,7%) dei DMND, 5 (14%) dei DMD e in 3 (2%) dei DND; le pregresse amputazioni maggiori in 0 DMND, 1(3%) dei DMD ed in 4(3%) dei DND, senza differenze significative tra i 3 gruppi (p>0,005). Un`ulcera in fase attiva era presente in 25(17%) dei DMND, in 10(27%) dei DMD ed in 5(4%) dei DND. Pregresse ulcere in 13(9%) dei DMND, 15 (42%) dei DMD e 2(1%) dei DND. Risulta significativo che nessuno dei DMD compaia nella classe di rischio ulcerativo assente e che la maggior parte (47%) appartenga alla classe di rischio elevatissimo. Inoltre la maggior parte dei pazienti DND (55%) appartiene alle classi di rischio media, elevata ed elevatissima. Nonostante la diversa numerosità dei campioni e la mancanza di studi similari, è possibile concludere che i pazienti DMD necessitino di azioni preventive dedicate e che l`esame della sensibilità vibratoria (VPT) possa essere condotto di routine anche nei DND al fine di individuare pazienti ad alto rischio ulcerativo. Il follow-up ad un anno attualmente in corso di questi pazienti è volto a validare la classificazione del rischio ulcerativo anche nei pazienti non diabetici in dialisi. – 16 – FRA GLI INFERMIERI DELL`AZIENDA OSPEDALIERO-UNIVERSITARIA DI UDINE CO8 INDAGINE A CAMPIONE SULLE CONOSCENZE IN TEMA DI PIEDE DIABETICO FRA GLI INFERMIERI DELL`AZIENDA OSPEDALIERO-UNIVERSITARIA DI UDINE P. M. Miniussi①; S. Monticelli②; L. Caporale②; P. M. Miniussi①; S. Monticelli②; L. Caporale②; ❶Azienda ospedaliero-universitaria di Udine,S.O. Medicina Interna, Ambulatorio per la cura del piede diabetico,Cividale del Friuli; ❷Università degli Studi di Udine,Corso di Laurea in Infermieristica; ❶Azienda ospedaliero-universitaria di Udine,S.O. Medicina Interna, Ambulatorio per la Premessa. La diabetico,Cividale gestione delle lesioni croniche, tradegli cui ilStudi piededidiabetico, vienedi cura del piede delcutanee Friuli; ❷Università Udine,Corso sempre in piùInfermieristica; spesso demandata anche in ospedale al personale infermieristico. Non è però Laurea noto quale sia il suo livello di conoscenze in materia, premessa necessaria per una adeguata presa in carico di tali pazienti. Si è ritenuto perciò utile indagarlo con uno studio Premessa. gestione delle lesioni cutaneeedcroniche, tradi cuiunileventuale piede diabetico, vienedi descrittivo, La anche per valutare la necessità i contenuti programma sempre più spesso demandata anche in ospedale al personale infermieristico. però formazione specifica. Scopo dello studio . Valutare il livello di conoscenze inNon temaè di noto quale sia il suodellivello conoscenze in infermieri materia, premessa per una adeguata valutazione e cura piededidiabetico tra gli operantinecessaria nell`Azienda presa in carico di tali pazienti. Si è ritenuto utiledifferenze indagarlo tra conquanti uno studio ospedaliero-universitaria di Udine; ricercareperciò eventuali si ipotizza siano descrittivo, anche valutare la necessità ed icon contenuti un eventuale programma frequentemente odper occasionalmente a contato il piededidiabetico e quanti lo sono di formazione Scopo dello studio . Valutare livello di professionale conoscenze inetema raramente o specifica. mai; ricercare eventuali relazioni fra età,il anzianità tipo di valutazione cura deldipiede diabetico gli infermieri formazione e livello conoscente nel tra campo specifico.operanti Metodi .nell`Azienda Ci si è serviti di un ospedaliero-universitaria Udine;multiple ricercareo eventuali differenze tra quanti12siquesiti ipotizza questionario strutturato a di risposte aperte, anonimo, contenente susiano frequentemente contatosucon il piede diabetico e dell`assistenza quanti lo sono al aspetti anagraficiode occasionalmente professionali e 14a quesiti aspetti teorico/pratici raramente o mai;Ilricercare eventuali relazioni fra età, aanzianità professionale e tipo di 20 piede diabetico. questionario è stato somministrato 380 infermieri in servizio presso formazione e livellodiverse di conoscente nel campo specifico. Metodi . Ci si è serviti1 di strutture operative dell`Ospedale di Udine (Anestesia e Rianimazione e 2,unClinica questionario a risposte multiple o aperte, anonimo, contenente 12 quesiti su di Anestesia estrutturato Rianimazione, Cardiochirurgia, Cardiologia, Pneumologia, Ortopedia, aspetti e professionali e 14 quesiti su aspetti teorico/pratici dell`assistenza al Clinicaanagrafici Ortopedica, Otorinolaringoiatria, Clinica Pediatrica, Clinica Medica, Medicina piede Il questionario è stato somministrato a 380 infermieri in servizio presso 20 Internadiabetico. 1 e 2, Clinica delle Malattie Infettive, Dermatologia, Diabetologia, Nefrologia, strutture operative diverse dell`Ospedale Udine (Anestesia e Rianimazione e 2, Clinica Post-acuti. La partecipazione allo studio èdistata volontaria; 198 infermieri, pari1 al 52% degli di Anestesiaha e Rianimazione, Cardiochirurgia, Cardiologia, Ortopedia, interpellati, restituito il questionario compilato. Risultati.Pneumologia, Una maggioranza rilevante del Clinica Ortopedica, Otorinolaringoiatria, Clinica Pediatrica, Clinica Medica, Medicina personale aderente all`indagine ha dichiarato di curare raramente o mai persone con piede Interna 1 e(80,30%) 2, Clinicae di delle Dermatologia, diabetico nonMalattie aver maiInfettive, partecipato ad attività diDiabetologia, formazione eNefrologia, aggiornamento Post-acuti. La partecipazione allo studio stata volontaria; al 52% non degli sull`argomento (73,20%); peraltro, solo ilè 43,40% reputa la198 sua infermieri, conoscenzapari in materia interpellati, ha restituito ilNel questionario Una maggioranza adeguata o insufficiente. complessocompilato. le risposte Risultati. evidenziano notevoli carenzerilevante non solodel personale aderente all`indagine dichiarato di curare raramente o mai persone su argomenti pertinenti al piede ha diabetico (caratteri della cute neuropatica, sede econ piede diabetico (80,30%) e di non aversignificato mai partecipato ad attività di formazione aggiornamento trattamento delle ipercheratosi, della manovra "probe to bone", eclassificazione sull`argomento (73,20%); peraltro, soloideali), il 43,40% la sua conoscenza in materia delle lesioni, caratteristiche delle ortesi ma reputa anche su aspetti di carattere generalenon adeguata o insufficiente. Nel complesso le campione risposte evidenziano notevoli carenze non solo (sede di prelievo da una lesione aperta del per esame colturale, scelta del su argomenti pertinenti al piede diabetico della di cute neuropatica, e disinfettante). Sono risultate invece buone(caratteri le percentuali risposta correttasede ai quesiti sui trattamento delle ipercheratosi, significato della manovra to bone", classificazione criteri di avvio immediato del paziente al Pronto Soccorso,"probe sulle caratteristiche dell`ulcera delle delle ortesi ideali), ma anche su di di carattere generale infettalesioni, e sullacaratteristiche frequenza di sostituzione della medicazione inaspetti schiuma poliuretano. Non è (sede di prelievo da una lesione aperta campione per esame colturale, scelta del stata rilevata alcuna correlazione fra le del caratteristiche demografiche, il titolo di studio, disinfettante). Sono risultate buone percentuali di rispettive risposta corretta ai quesiti sui l`anzianità professionale e diinvece servizio deglileintervistati e le percentuali di risposte criteri di così avviocome immediato del paziente al Pronto Soccorso, sulle caratteristiche corrette, fra gli infermieri operanti in strutture dove il contatto con il dell`ulcera piede infetta e sulla frequenza di sostituzione medicazione in schiuma poliuretano. Non è diabetico è possibile, se non frequente, edella quelli delle strutture dove taledicontatto è altamente stata rilevata alcuna correlazione fra le caratteristiche demografiche, il titolo di studio, improbabile. l`anzianità professionale e di servizio degli intervistati e le rispettive percentuali di risposte corrette, così come fra gli infermieri operanti in strutture dove il contatto con il piede – 17 – diabetico è possibile, se non frequente, e quelli delle strutture dove tale contatto è altamente CO9 ANALISI DELL`INDICE DI COMORBIDITÀ DI CHARLSON NEI PAZIENTI AFFETTI DA PIEDE DIABETICO (PD) E SUA CORRELAZIONE CON L`EVOLUZIONE CLINICA E. Iacopi①; A. Coppelli①; C. Goretti①; C. Mattaliano①; A. Piaggesi①; ❶Sez.Dip.Piede Diabetico,Dipartimento di Area Medica,Azienda Ospedaliero-Universitaria Pisana; Scopo dello studio - L`indice di comorbidità di Charlson (ICC), derivante dalla somma di punteggi attribuiti a 19 differenti patologie croniche, è la più diffusa metodica di valutazione delle comorbidità in grado di predire la mortalità. Abbiamo valutato l`ICC in pazienti affetti da PD e abbiamo analizzato la sua correlazione con gli outcomes clinici a lungo termine. Materiali e metodi - Abbiamo calcolato retrospettivamente l`ICC in 638 pazienti consecutivi affetti da diabete mellito tipo 2 (M/F 460/178; età 68±11 aa; BMI 27.8±5.0 Kg/m2; durata diabete 19.8±12.3 aa; HbA1c 7.9±1.8%) ricoverati presso il nostro dipartimento nel periodo 2011 - 2014 per PD. I principali outcomes clinici (percentuali di guarigione, di amputazione maggiore e di morte) sono stati valutati nel corso di un follow-up di 18.9±12.4 mesi (range 1.7-43.2 mesi) e quindi correlati con il punteggio ICC. Risultati - Il punteggio ICC medio (±DS) complessivo era 5.2±1.6. La percentuale di guarigione era 67.2% (N 429), mentre quelle di amputazione maggiore e di morte erano rispettivamente 5.2% (N 33) e 19.5% (N84) nel corso del follow-up. L`ICC era significativamente più basso nei pazienti guariti rispetto ai non guariti (5.1±2.5 vs 5.8±2.1 p<0.02). Un punteggio ICC significativamente più alto (6.1±2.3 vs 5.1±2.3 p<0.02) veniva osservato nei pazienti deceduti durante il follow-up. Nessuna differenza significativa veniva trovata nei pazienti sottoposti ad amputazione maggiore d`arto rispetto agli altri. (5.5±2.6 vs 5.2±2.5 p=ns). Conclusioni - I pazienti diabetici con PD presentano un punteggio di ICC molto alto che correla con i tassi di guarigione e di mortalità, sottolineando l`importanza dell`importante coinvolgimento sistemico di questi pazienti. I nostri dati suggeriscono inoltre un possibile valore predittivo dell`ICC non solo in termini di mortalità, ma anche in relazione all`evoluzione clinica delle lesioni a lungo termine. – 18 – CO10 COLONIZZAZIONE RETTALE DA KLEBSIELLA PNEUMONIAE CARBAPENEMASI-PRODUTTRICE È UN FATTORE DI RISCHIO DI MORTALITÀ IN PAZIENTI CON PIEDE DIABETICO INFETTO C. Tascini①; E. Iacopi②; A. Coppelli②; C. Goretti②; F. Menichetti①; A. Piaggesi②; ❶U.O. Malattie Infettive,Azienda Ospedaliero-Universitaria Pisana; ❷Sez.Dip. Piede Diabetico,Dipartimento di Area Medica,Azienda Ospedaliero-Universitaria Pisana; Scopo. L`incidenza di infezioni da ceppi di Klebsiella Pneumoniae produttrice di Carbapenemasi (KPC-Kp) sta aumentando in tutto il mondo. Scopo del nostro studio era verificare se la colonizzazione e l`infezione da KPC-Kp in pazienti con piede diabetico infetto (PDI) fosse associata con un incremento della mortalità. Metodi. Abbiamo condotto uno studio retrospettivo, caso-controllo: i casi consistevano in pazienti adulti con PDI ed isolamento di KPC-Kp in un tampone rettale. Per ogni caso abbiamo selezionato almeno un controllo corrispondente, affetto da PDI, ma che presentasse tampone rettale negativo per KPC-Kp. Fra il 1 dicembre 2010 ed il 31 marzo 2014 abbiamo identificato 21 pazienti con PDI e colonizzazione rettale da KPC-Kp. In 6 (28%) di questi pazienti era presente anche isolamento di KPC-Kp da un prelievo a carico del PDI. Nello stesso periodo abbiamo poi selezionato 25 controlli corrispondenti. Risultati. Fra i due gruppi non erano presenti differenze significative in termini di età, sesso, Punteggio di Charlson, classificazione delle lesioni e numero di precedenti ricoveri. Confrontati con I pazienti del gruppo di controllo, che presentavano una mortalità complessiva del 4%, la mortalità era significativamente più alta nei pazienti con colonizzazione rettale da KPC-Kp (40%, p= 0.013) e nei pazienti con PDI da KPC-Kp (67%; p= 0.002). Mediante regressione logistica multivariata abbiamo evidenziato come la colonizzazione da KPC-Kp fosse l`unico fattore di rischio indipendente significativamente associato con la mortalità (OR=22.41, 95%CI: 3.43 455.28, p= 0.006). Conclusioni. La colonizzazione e l`infezione di piede da KPC-Kp sembrano essere associate ad un incremento della mortalità nei pazienti affetti da PDI. – 19 – CO11 LEMBO FASCIOCUTANEO QUADRATO PLANTARE DI AVANZAMENTO NEL TRATTAMENTO DELLE ULCERE PLANTARI DIABETICHE NON INFETTE C. Caravaggi①; R. Ferraresi③; A. Sganzaroli①; F. Bona①; P. Galenda②; ❶Centro Interdipartimentale per la Cura del Piede Diabetico,Istituto Clinico Citta Studi,Milano; ❷Centro per la Cura del Piede Diabetico,Istituo Clinico Humanitas Gavazzeni,Bergamo; ❸Servizio di Radiologia Interventistica Periferica,Istituto Clinico Humnitas Gavazzeni,Bergamo; L`apparecchio deambulatorio di scarico, indicato come trattamento di prima scelta nelle ulcere neuropatiche plantari non è stato ampiamente usato a causa della scarsa compliance dei pazienti e degli elevati rischi di effetti collaterali quali la comparsa di lesioni ulcerative ed infezioni. Scopo dello studio: Valutare la sicurezza e l`efficacia di un lembo fascicutaneo plantare di scorrimento nel trattamento delle ulcere neuropatiche plantari. Materiali e metodi: dal dicembre 2012 al febbraio 2013 abbiamo consecutivamente arruolato 23 pazienti con lesioni ulcerative profonde neuropatiche o neuroischemiche. 9 pz sono stati sottoposti a PTA e 18 pz a trattamento chirurgico osseo come segue: a) 10 rimozioni di teste metatarsali; b) 3 osteotomie distali di sollevamento; c) 2 resezioni dell`articolazione metatarso falangea del I raggio con stabilizzazione con filo di K; d) 1 esostectomia plantare; e) 1 sesamoidectomia; f)1 calcanectomia parziale. In tutti i pz è stato scolpito un lembo fasciocutaneo plantare di copertura della lesione ulcerativa. 2 pz sono stati esclusi dall`analisi statistica poiché hanno sottoposto a carico il piede operato nei primi giorni dopo l`intervento. Risultati: è stato osservato un rate di guarigione del 100% nei rimanenti 21 pz. In 15 pz (71.5%) abbiamo osservato una guarigione per prima intenzione mentre in 5 pz (24%) per seconda intenzione ed in un pz (4.5%) dopo revisione chirurgica. Il tempo di guarigione per prima intenzione è stato di 30 gg (DS 13), in caso di guarigione per seconda intenzione di 86 gg (DS 40) mentre il tempo di guarigione totale è stato di 44 gg (DS 31). Durante un follow up di 724 gg (DS 275) non è stata osservata alcuna recidiva ulcerativa mentre si è osservata un`ulcera da trasferimento su un metatarso adiacente. Conclusioni: il lembo fascio cutaneo plantare di avanzamento può essere considerato un`opzione chirurgica sicura ed efficace nel trattamento delle ulcere neuropatiche plantari considerando l`elevato rate di guarigione, il corto periodo di guarigione ed il basso rischio di recidiva ulcerativa. – 20 – CO12 NUOVA TECNICA CHIRURGICA PER IL TRATTAMENTO CONSERVATIVO DELLE LESIONI ULCERATE DEL 1° RAGGIO CON COINVOLGIMENTO OSTEOMIELITICO METATARSALE IN UNA POPOLAZIONE DI SOGGETTI DIABETICI: STUDIO PROSPETTICO DI COORTE. L. DALLA PAOLA①; A. CARONE①; M. C. PRINCIPATO①; L. VASILACHE①; M. PATTAVINA①; ❶UO PER IL TRATTAMENTO PIEDE DIABETICO,MARIA CECILIA HOSPITAL GVM CARE AND RESEARCH,COTIGNOLA; Introduzione Le lesioni ulcerate plantari con coinvolgimento osteomielitico della articolazione metatarso-falangea del 1° raggio costituiscono, nel piede diabetico, una comune localizzazione. Il trattamento conservativo di tali lesioni è spesso difficile da pianificare e deve essere condotto attraverso un appropriato debridement sia della componente ossea che dei tessuti molli. Materiali e Metodi In una coorte di 28 pazienti diabetici che presentavano una lesione ulcerata con coinvolgimento osteomielitico della articolazione metatarso-falangea del 1° raggio (1^MTPJ), dopo la rimozione della lesione e del corripondente segmento osseo coinvolto, abbiamo posizionato uno spaziatore in cemento antibiotato e un fissatore esterno monoplanare per stabilizzare temporaneamente la sede di intervento. Risultati La durata media del follow up è stata di 12.2 ± 6.9 mesi. Nel corso del follow up 27 pazienti (96,43%) sono guariti. 24 pazienti sono guariti senza evidenziare recidive ulcerative locali o da trasferimento, problematiche di ortesizzazione o anomalie del passo. 3 pazienti hanno sviluppato una recidiva ulcerativa dopo tale procedura chirurgica. Nel periodo post-operatorio 1 paziente (3.57%) ha presentato la deiscenza del sito chirurgico ed è stato sottoposto a revisione locale e re-intervento. Durante il follow up, dopo la guarigione, 2 pazienti (7.14%) hanno presentato recidiva ulcerativa secondaria a dislocazione del cemento osseo. L`approccio chirurgico è consistito nella revisione con rimozione e riposizionamento dello spaziatore e del fissatore esterno temporaneo (1 paziente) e artrodesi con viti cannulate (1 paziente). 1 paziente (3.57%) in seguito a recidiva di ischemia critica è stato sottoposto a nuova procedura di rivascolarizzazione e ad amputazione transmetatarsale. Conclusioni Il nostro studio evidenzia la efficacia di questa tecnica chirurgica one-step per il trattamento di lesioni ulcerative con coinvolgimento osteomielitico della 1^ MTPJ in pazienti diabetici. – 21 – CO13 UTILIZZO DI PALLONI CONICI PER IL TRATTAMENTO DI OCCLUSIONI LUNGHE DEI VASI TIBIALI IN PAZIENTI DIABETICI CON ISCHEMIA CRITICA DEGLI ARTI INFERIORI N. Troisi①; G. Landini①; S. Michelagnoli①; F. Falciani①; C. Baggiore①; ❶Centro Interdipartimentale Piede Diabetico,Azienda Sanitaria Firenze,Firenze; Introduzione Il diabete è la principale causa di ischemia critica degli arti inferiori. Nei diabetici le occlusioni lunghe dei vasi tibiali sono molto comuni. Scopo di questo studio è stato quello di valutare i risultati dei palloni conici nella ricanalizzazione di occlusioni lunghe di vasi tibiali in pazienti diabetici con ischemia critica. Materiali e metodi Da Gennaio ad Agosto 2014 49 vasi tibiali con occlusioni lunghe sono stati ricanalizzati e trattati con palloni conici (Amphirion Deep; Medtronic Inc., Minneapolis, MN, USA) in pazienti diabetici con ischemia critica afferenti al percorso aziendale del piede diabetico. I risultati a 6 mesi sono stati valutati in termini di morbidità, mortalità, pervietà primaria, pervietà primaria assistita, pervietà secondaria, assenza di restenosi (target lesion revascularization TLR), guarigione delle ulcere/risoluzione dei sintomi e salvataggio d`arto. Risultati I pazienti erano prevalentemente di sesso maschile (27/35, 77.1%) con un`età media di 70.9 anni (range 51-85). La lunghezza media dell`occlusione tibiale era di 232.7 mm (range 110-380). Il successo tecnico angiosome-oriented è stato ottenuto in 44/49 casi (89.8%). Durante il follow-up (durata media 3.1 mesi, range 1-6) la guarigione delle ulcere/risoluzione dei sintomi è stata ottenuta in 28/35 casi (80%). A 6 mesi il tasso stimato di salvataggio d`arto è stato del 97.1%. Inoltre, a 6 mesi i tassi di pervietà primaria, pervietà primaria assistita, pervietà secondaria e assenza di TLR sono stati rispettivamente del 64.5%, 81.4%, 81.4%, e 78.2%. L`analisi univariata ha dimostrato che il sesso maschile, la classe Rutherford 6, la presenza di concomitante coronaropatia e l`assenza di predilatazione sono fattori predittivi di insuccesso in termini di salvataggio d`arto, pervietà del vaso e di assenza di TLR. Conclusioni I palloni conici sono sicuri ed efficaci nel trattamento di occlusioni lunghe di vasi tibiali in pazienti diabetici con ischemia critica. La predilatazione dovrebbe essere raccomandata in tutti i casi. I risultati sembrano incoraggianti, anche se sono necessarie esperienze con popolazioni di studio più ampie e con un più duraturo follow-up. – 22 – CO14 RIVASCOLARIZZAZIONE E CHIRURGIA NELLA GESTIONE DEL PIEDE DIABETICO: UNO STUDIO PROSPETTICO L. SALVOTELLI①; V. STOICO①; F. PERRONE①; M. MERIGHI②; G. PUPPINI③; M. BRUTI④; G. F. VERALDI⑤; E. BROCCO⑥; G. ZOPPINI①; E. BONORA①; ❶Endocrinologia, Diabetologia e Malattie del Metabolismo,AOUI,Verona; ❷Malattie Infettive,AOUI,Verona; ❸Radiologia,AOUI,Verona; ❹Chirurgia Plastica,AOUI,Verona; ❺ Chirurgia Vascolare,AOUI,Verona; ❻Piede Diabetico,Policlinico Abano Terme,Abano Terme (PD); Scopo. Studio osservazionale prospettico che valuta la prognosi di pazienti (pz) sottoposti ad interventi di chirurgia e rivascolarizzazione per piede diabetico. Metodi. Sono stati reclutati i pz ricoverati per essere chirurgia ed eventuale rivascolarizzazione per piede diabetico, da ottobre 2012. Outcome primari: riulcerazione, amputazione maggiore (AM). Outcome secondari: restenosi clinica dopo angioplastica (PTA), complicanze di chirurgia/rivascolarizzazione, morte. Sono stati trattati 170 pz (24 con lesioni bilaterali), 60% con storia di ulcere. Si trattava soprattutto di pz con diabete complicato da retinopatia (75%), neuropatia (95%), insufficienza renale emodialitica (8.2%). 65% dei pz aveva vasculopatia carotidea e 36% cardiopatia ischemica. Nel periodo ottobre 2012-14 sono stati eseguiti 351 interventi chirurgici; 103 pz della stessa coorte sono stati sottoposti a 130 PTA (61,2% dei pz aveva ischemica critica cronica -CLI). 12 pz sono andati incontro a riulcerazione e lo stesso numero di soggetti (9,2%) ha subito AM. La chirurgia è stata complicata da gangrena (25,6%), sanguinamento (7,7%), progressione dell`infezione (7,4%). Le PTA hanno avuto risultato positivo (completo/parziale) in oltre l`84% dei pz, con un tasso di complicanze del 6,9%. La restenosi clinica si è avuta nel 24,6%. Stato attuale dei pz: 60,7% guarito, 17,6% non guarito, 12,4% morto, 5,9% AM, 3,5% perso al follow-up. Di 21 pz deceduti (17 con CLI), la causa di morte è stata cardiovascolare (50%), insufficienza renale terminale (25%), sepsi o altro (25%). Il tasso di guarigione è stato del 59% nelle ulcere neuroischemiche, del 69% nelle neuropatiche. Conclusioni. La maggior parte dei pz con piede diabetico è affetta da diabete pluricomplicato. La prognosi delle ulcere con componente ischemica è peggiore delle ulcere neuropatiche. In un follow-up di 24 mesi, il 12,4% dei pz è deceduto -oltre l`80% affetto da CLI. Nella nostra casistica, una percentuale rilevante di interventi chirurgici è gravata da complicanze: un più lungo follow-up potrebbe consentire una più accurata stratificazione dei pazienti e, in base all`individuazione di fattori prognostici, il miglior iter da seguire. – 23 – CO15 CALCIFICAZIONI VASCOLARI NEI PAZIENTI DIABETICI CON LESIONE ISCHEMICA DEL PIEDE: CONFRONTO TRA PAZIENTI IN DIALISI E NON. M. Meloni①; V. Izzo①; E. Vainieri①; C. Del Giudice②; V. Da Ros②; V. Ruotolo①; L. Giurato①; R. Gandini②; L. Uccioli①; ❶Medicina dei Sistemi,Univerisità di Tor Vergata,Roma; ❷Radiologia,Università di Tor Vergata,Roma; Scopo: Il trattamento sostitutivo dialitico è un forte fattore di rischio per malattia vascolare periferica (MVP) e calcificazioni vascolari (CV).(1) Lo scopo di questo studio è stato quello di valutare le differenze in termini di CV nei pazienti in dialisi e non, all`interno di una popolazione di soggetti diabetici affetti da ischemia critica dell`arto (IC) e lesione al piede (LP). Metodi: Il gruppo di studio ha incluso 456 pazienti sottoposti a rivascolarizzazione endovascolare (RE) a causa di di una condizione di IC complicata da LP. Sono stati individuati due sottogruppi in relazione al trattamento dialitico (D+) (n=60) o meno (D-) (n=396). All`interno dei due sottogruppi abbiamo selezionato i pazienti con più severa MVP che hanno avuto necessità di almeno un nuovo intervento di RE per tentare il salvataggio d`arto: D+ n=18 (24,7%) e D- n=61 (14,7%). Inoltre, secondo il sistema di calcolo delle calcificazioni vascolari periferiche eseguito con fluoroscopia e angiografia a sottrazione digitale (PACCS) abbiamo valutato la severità e la localizzazione delle CV nei vasi sopra il ginocchio (SopG) e sotto (SotG) (2). Risultati: D+ ha avuto necessità di nuova RE in un maggior numero di occasioni (24,7vs14,7%) p<0,043. In relazione alle CV, D+ ha mostrato una malattia calcifica più severa (grado 4C PACCS) (56,5vs7,8%) (X=0,001) e un più alto tasso di calcificazioni combinate (intima e media) SotG (59vs9,5%) (X=0,0001) mentre D- ha mostrato un maggior coinvolgimento dell`intima sia nei vasi SopG (57,9vs4,3%) (X=0,0001) che SotG (34,2vs9%) (X=0,027). Conclusioni: Il fallimento della RE è stato più frequente nel gruppo D+ e i dializzati hanno avuto necessità di più procedure per trattare la loro MVP. Le CV sembrano svolgere un ruolo chiave nella severità della MVP e negli esiti peggiori dei pazienti dializzati. Infatti questi risultati potrebbero essere correlati alla gravità delle CV nei vasi SotG, principalmente per il coinvolgimento simultaneo sia dell`intima che della media che sembrerebbero influenzare negativamente il successo tecnico della rivascolarizzazione e determinare una più frequente re-stenosi del vaso. 1. Prompers L, Diabetologia, 2008 2. Khrishna J, Catheterization and Cardiovascular Intervention, 2014 – 24 – CO16 RIVASCOLARIZZAZIONE E PIEDE DIABETICO: DIFFERENZE DI ESITO A BREVE E LUNGO TERMINE CORRELATE AL REPARTO DI RICOVERO M. E. De Feo①; F. Fico①; S. Capece②; F. P. Volpe①; R. De Simone①; G. Piscopo①; G. Cangiano②; ❶UOD Diabetologia,AORN A. Cardarelli,NAPOLI; ❷U.O.Radiologia Vascolare,AORN A. Cardarelli,NAPOLI; SCOPO : Il Piano Nazionale Diabete ipotizza che un miglioramento nella cura del "Piede diabetico" si può ottenere se il paziente con lesioni gravi viene tempestivamente e preferibilmente inviato a strutture dedicate. Abbiamo voluto valutare eventuali differenze di esito in termini di salvataggio d`arto, amputazione maggiore e/o morte per i pazienti diabetici (D) con lesioni vascolari agli arti inferiori che giunti al PS del nostro Ospedale venivano indirizzati a differenti reparti ma subivano un uguale trattamento di rivascolarizzazione endoluminale agli arti inferiori presso un unico Servizio di radiologia vascolare. METODI : studio osservazionale retrospettivo. Tutti i D che dal Gen 2008 al Dic 2011 sono stati trattati, con esito immediato favorevole, presso il Servizio di Radiologia Vascolare del nostro ospedale sono stati valutati con un follow-up breve, a 3 mesi, ed un follow-up a 24 mesi. I dati sono stati ricavati dalle cartelle, dai registri di controllo ambulatoriale post-ricovero o con indagine telefonica. I pazienti sono stati divisi in Gruppo A (110 pz per 117 arti trattati) quelli seguiti presso l`Unità di Diabetologia (Centro Regionale per il Piede Diabetico) e Gruppo B (155 pz per 169 arti) quelli ricoverati in altri reparti del nostro ospedale (Medicine 2,7%, UTIC 3,6%, Ch. Vascolare 81%, Ch. Urgenza 12,4%). RISULTATI : caratteristiche della popolazione; Gr.A vs Gr.B: maschi 71% vs 68%, eta media sovrapponibile 67a vs 68a. Classificazione delle lesioni: Gr.A TUC 1C-D 7,2%, 2C-D 22,7%, 3C-D 70,1%; Gr.B non è stata usata una classificazione o è stata differente nei vari reparti. Esito al follow-up breve ( 3 m) Gr.A vs Gr.B: 1) salvataggio d`arto 96,36% vs 82,9% (p<0,001); 2) amputazione maggiore 3,63% vs 15,38% (p< 0,005); 3) decesso 0% vs 1,7% (p= ns). Esito al follow-up lungo (24 m): 1) salvataggio d`arto 84,01% vs 58,48% (p< 0,0001); 2) amputazione maggiore 7,99% vs 27,33% (p<0,0005); 3) decesso 7,96% vs 14,18% (p=ns). Durante il ricovero il ricorso ad una amputazione minore è stato simile: Gr.A vs B 51,9% vs 56,4%; ma le prossimali (avampiede) erano meno frequenti nel Gr.A 6,4% vs 19,6%. La degenza media è stata più breve nei reparti chirurgici. CONCLUSIONI : il miglior esito nei pazienti ricoverati in Diabetologia solo in parte potrebbe essere spiegata con una diversa selezione di pazienti al PS ma a nostro parere dipende da un miglior controllo delle complicanze multisistemiche, dal ricorso a frequenti toilette chirurgiche e da una maggiore durata del trattamento intraricovero – 25 – CO17 Prevalenza e classificazione dell`anemia in pazienti affetti da "piede diabetico " con ulcera : nostra valutazione. D. Zavaroni①; M. Bianco①; L. Busconi①; U. De Joannon①; G. Mazzoni①; ❶Cure Primarie, U.O.Diabetologia e Malattie Metaboliche,Azienda USL,Piacenza; Circa il 25 % dei pazienti diabetici è a rischio di sviluppare un`ulcera agli arti inferiori nella vita e la comparsa di questa grave complicanza correla con aumento di morbilità e mortalità.L`ulcera del piede diabetico (UPD) può associarsi ad anemia e malnutrizione , fattori che contribuiscono a peggiorare il quadro clinico generale.Tale associazione è poco studiata. Alcuni studi suggeriscono una relazione con lo stadio clinico dell`ulcera e con il peggioramento della prognosi .Scopo di questo studio è stato di valutare la prevalenza di anemia nei pazienti con UPD, classificare il tipo di anemia e costruire un protocollo di terapia in base alle cause ,per correggere sia l`alterazione della crasi ematica sia la malnutrizione . Materiali e metodi. In un periodo di 6 mesi ( da maggio a ottobre 2014 ) sono stati valutati 188 pz con UPD affetti da diabete tipo 1 e 2. La durata di malattia era di 10 anni ± 4,7 M ± DS. L`emoglobina glicata era di 8,5 ± 3,4 %.Tra questi 65 pz presentavano anemia, definita come valore di emoglobina < 12 mg/dl. I pz avevano un`ulcera stadio Texas IID e III D , durata media di 3 mesi .L`ulcera era mista, neuropatica ed ischemica con sovrapposta infezione . In tutti sono stati valutati, oltre all`emocromo, sideremia, transferrina , ferritina, Vit. B 12 , folati, elettroforesi proteica, conta leucocitaria , valutazione GFR con formula CKD-EPI,VES, PCR. In tutti è stata valutata la malnutrizione con scheda MUST. Risultati. 65 su 188 pz con UPD , pari al 28 % , presentavano anemia .In 4 l`anemia si associava a malnutrizione con punteggio MUST patologico . 3 pz presentavano anemia macrocitica con deficit di vit B 12 e folati. 7 pz avevano livelli di sideremia bassi. In 16 pz la sideremia era normale, ma con livelli di ferritina alti, segno di deficit relativo di ferro secondario all` infiammazione cronica 35 pz avevano una malattia renale cronica con stadio IIIb e IV. In tutti è stato attuato un protocollo terapeutico per normalizzare la crasi ematica a seconda della causa , associato ad una valutazione nutrizionale. Conclusioni .Nella nostra casistica un` elevata percentuale di pz con UPD ( 28 %). presentava anemia .La causa più frequente era la malattia renale cronica ( 55% ) seguita dal deficit relativo di ferro secondario all`infiammazione cronica ( 23%), dall`iposideremia ( 8 % ) e dalla malnutrizione. La correzione dell`anemia associata ad un adeguato apporto calorico e proteico , oltre alle procedure consuete di rivascolarizzazione, correzione dell`infezione e scarico della lesione, potrebbe avere un ruolo importante nel migliorare la prognosi dei pz con UPD. – 26 – RIDUZIONE DELLE AMPUTAZIONI IN ITALIA E PROCEDURE DI CO18 RIVASCOLARIZZAZIONE: ESISTE UN RAPPORTO DI CAUSA EFFETTO ?? RIDUZIONE DELLE AMPUTAZIONI IN ITALIA E PROCEDURE DI RIVASCOLARIZZAZIONE: ESISTE UN RAPPORTO DI CAUSA EFFETTO ?? A. DE BELLIS①; F. LOMBARDO②; A. TEDESCHI①; G. SEGHIERI①; M. MAGGINI② ; R. ANICHINI①; A. DE BELLIS①; F. LOMBARDO②; A. TEDESCHI①; G. SEGHIERI①; M. MAGGINI② ; R. ANICHINI①; ❶UO DIABETOLOGIA,USL 3,PISTOIA; ❷Centro Nazionale di Epidemiologia,ISTITUTO SUPERIORE DI SANITA`,ROMA; ❶UO DIABETOLOGIA,USL 3,PISTOIA; ❷Centro Nazionale di Epidemiologia,ISTITUTO SUPERIORE DI SANITA`,ROMA; E` noto che le procedure di Rivascolarizzazione (arteriosa) agli arti inferiori nei pazienti con Diabete Mellito sono efficaci nel Prevenire le Amputazioni Maggiori. Però ancora non èE`chiaro una stretta tra la riduzione di amputazioni in italia noto se cheesista le procedure dicorrelazione Rivascolarizzazione (arteriosa) agli arti inferiori neiottenute pazienti nell` ultimo decennio e l`incremento numerolediAmputazioni procedure diMaggiori. rivascolarizzazione con Diabete Mellito sono efficaci neldel Prevenire Però ancora non (REVP). Obiettivo di stretta questa correlazione analisi è testare se esista una relazione tra i ottenute trend di è chiaro se esista una tra lal`ipotesi riduzione di amputazioni in italia amputazione in Italia ee l`incremento nelle singole del realtà regionali e il numero delle procedure di nell` ultimo decennio numero di procedure di rivascolarizzazione rivascolarizzazione periferiche (REVP) agli arti inferiori nei pazienti diabeticitra negli annidi (REVP). Obiettivo di questa analisi è testare l`ipotesi se esista una relazione i trend 2003-2012. delregionali numero edelle amputazioni in italia tradiil amputazioneMetodi: in ItaliaAnalisi e nelleretrospettiva singole realtà il numero delle procedure 2003-2012 e il numero di (REVP) nello agli stesso In Italia neglinegli anni anni rivascolarizzazione periferiche (REVP) artiperiodo. inferioriRisultati: nei pazienti diabetici 2003-2012 numeroAnalisi delle amputazioni inferiori pazienti diabetici 2003-2012.ilMetodi: retrospettivaagli del arti numero dellenei amputazioni in italia(LEAs) tra il appare essersi totali si sono ridotte da 3.6 per 1000negli persone 2003-2012 e ilridotto: numerolediamputazioni (REVP) nello stesso periodo. Risultati: In Italia annicon il diabete a 2.7il %o (-23,4%), amputazioni minori ridotte da to 1,9%o (-13.1%) e le 2003-2012 numero delle le amputazioni agli arti inferiori nei2.2 pazienti diabetici (LEAs) maggiori da 1.2ridotto: a 0.7%o (38.1%) p<0,001. Nello numero totale delle appare essersi le amputazioni totali si sonostesso ridotteperiodo da 3.6 il per 1000 persone con il procedure di rivascolarizzazione progressivamente è incrementato:nel 2003, 4 persone diabete a 2.7 %o (-23,4%), le amputazioni minori ridotte da 2.2 to 1,9%o (-13.1%) e le su 1000 diabetici state (38.1%) sottoposte a REVP, di queste ebberoil un intervento maggiori da 1.2sono a 0.7%o p<0,001. Nello stesso2,5 periodo numero totaledidelle rivascolarizzazione endoluminareprogressivamente (ER) mentre 1.4%o furono sottoposte2003, a procedura procedure di rivascolarizzazione è incrementato:nel 4 persone su chirurgica (SP);sono in confronto nel 2012 REVP di furono 4.7%o di cui un 4.1intervento furono ERdie 0.6 SP. 1000 diabetici state sottoposte a REVP, queste 2,5 ebbero Il trend di incremento negli anni delle è stato di:furono +61.3% per ER con un decremento rivascolarizzazione endoluminare (ER)REVP mentre 1.4%o sottoposte a procedura del -55% per SP.inNei diabeticinel sottoposti a REVP è stata riscontrata unafurono significativa chirurgica (SP); confronto 2012 REVP furono 4.7%o di cui 4.1 ER e 0.6 SP. differenza per sesso RR=3 neglidi: anni un progressivo invecchiamento Il trend di incremento negli(maschi-femmine) anni delle REVP èestato +61.3% per ER con un decremento (2003-2012) sottoposti a REVP (p<0,01). Analizzando regionale del -55% per dei SP.soggetti Nei diabetici sottoposti a REVP è stata riscontratal`andamento una significativa di amputazioni e di REVP esiste una stretta correlazione; infatti vi sono ambiti differenza per sesso RR=3 non (maschi-femmine) e negli anni un progressivo invecchiamento regionali dove un elevato numeroa di REVP corrisponde un numero minore di regionale (2003-2012) deiadsoggetti sottoposti REVP (p<0,01). Analizzando l`andamento Amputazioni esistono andamenti intermedi e talvoltainfatti ad unvielevato numero di di amputazionima e di REVP anche non esiste una stretta correlazione; sono ambiti REVP corrisponde elevato numero Amputazioni maggiori superiori alladimedia regionali dove ad unun` elevato numero di di REVP corrisponde un numero minore nazionale. Inoltre anche dall`analisi delle regioni con minor numero di elevato amputazioni Amputazioni ma esistono anche andamenti intermedi e talvolta ad un numero di (Toscana) vi sono andamenti tra singole realtà territoriali e singoli approcci REVP corrisponde un` elevatodifferenziati numero di Amputazioni maggiori superiori alla media terapeutici. In conclusione: in Italia negli 2003-2012 il numero delle amputazioni nazionale. Inoltre anche dall`analisi delle anni regioni con minor di amputazioni maggiori pazienti diabeticidifferenziati è significativamente così come elesingoli procedure di (Toscana)nei vi sono andamenti tra singoleridotto, realtà territoriali approcci rivascolarizzazione si sono incrementate. sonoilnecessari ulteriori studi ed terapeutici. In conclusione: in Italia negli Comunque anni 2003-2012 numero delle amputazioni analisi pernei comprendere come eè perché esistano andamenti territoriodi maggiori pazienti diabetici significativamente ridotto, differenziati così come lesul procedure nazionale. Da questasianalisi inoltre, si evidenzia l` opzione Italiana nelle procedure rivascolarizzazione sono incrementate. Comunque sono necessari ulteriori studi ed vascolari concome una netta prevalenza scelta nelle endoluminari in confronto analisi perperiferiche comprendere e perché esistanodiandamenti differenziati sul territorio con le procedure Chirurgiche. nazionale. Da questa analisi inoltre, si evidenzia l` opzione Italiana nelle procedure vascolari periferiche con una netta prevalenza di scelta nelle endoluminari in confronto con le procedure Chirurgiche. – 27 – CO19 AUTOANTICORPI CONTRO COLLAGENE TIPO I E II ALTERATI DA MODIFICHE POST-TRASLAZIONALI INDOTTE DALLO STRESS OSSIDATIVO NELLA NEUROARTROPATIA DI CHARCOT A. Rizzi①; P. Rizzo①; T. Musella①; F. Costantini①; G. Scavone①; M. Galli②; S. Caputo ①; A. Nissim③; G. Ghirlanda①; D. Pitocco①; ❶Istituto di Medicina Interna, Università Cattolica del Sacro Cuore, Roma; ❷Istituto di Ortopedia, Università Cattolica del Sacro Cuore, Roma; ❸Centre for Diabetes, Queen Mary University of London, London, UK; Obiettivo La Neuroartropatia di Charcot è una delle complicanze correlate al diabete più debilitanti. Scopo dello studio è valutare la presenza di una risposta autoimmunitaria diretta verso collagene tipo I (CI) e collagene tipo II (CII), nativi e alterati da modifiche post-traslazionali indotte da specie ossidanti. Metodi In questo studio caso-controllo sono stati arruolati 124 soggetti con DM tipo 2 (47 con CN, 37 neuropatia diabetica senza CN e 40 con DMT2 senza complicanze) e 32 controlli sani. È stata valutata con metodica ELISA la presenza di autoanticorpi diretti verso CI e CII nativi e modificati da ribosio, acido ipocloroso, perossido di idrogeno e perossinitrito. Risultati I 4 gruppi erano sovrapponibili per età, BMI, circonferenza vita e fianchi, profilo lipidico. I soggetti diabetici erano inoltre sovrapponibili per livello di HbA1c e per durata di malattia. Confrontati con gli altri gruppi, i soggetti con CN hanno dimostrato un`aumentata reattività anticorpale verso CII nativo e modificato da specie ossidanti. Per CI, il gruppo CN ha mostrato un`aumentata reattività rispetto agli altri gruppi solo verso la forma modificata da perossinitrito. Conclusioni I nostri risultati suggeriscono che una risposta autoimmunitaria verso il collagene, in particolar modo CII alterato da modifiche post-traslazionali indotte da specie ossidanti, possa essere coinvolta nella patogenesi di CN. – 28 – REALIZZATE CON TECNICA CAD-CAM E DA CALCO IN PAZIENTI CON DIABETE CO20 PROTOCOLLO CLINICO-STRUMENTALE DI CONFRONTO STATISTICO DELLA GESTIONE DELL`IPERCARICO PLANTARE TRA ORTESI REALIZZATE CON TECNICA CAD-CAM E DA CALCO IN PAZIENTI CON DIABETE M. D`AMICO①; P. RONCOLETTA①; C. VERMIGLI②; A. GNALDI COLESCHI③; C. CEPPITELLI②; F. NOTARSTEFANO②; ❶SMART LAB, Bioengineering & Biomedicine CompanyA. Srl, Pescara;COLESCHI③; ❷SC Misem C. M. D`AMICO①; P. RONCOLETTA①; C. VERMIGLI②; GNALDI Dipartimento di Medicina Interna, Università degli Studi di Perugia, Perugia; ❸Divisione CEPPITELLI②; F. NOTARSTEFANO②; Ecotechnology, Ecosanit, Anghiari Introduzione Scopo del presente & lavoro pilota è stato quelloSrl, di identificare un Misem protocollo ❶SMART LAB, Bioengineering Biomedicine Company Pescara; ❷SC ed una rigorosa quantitativo-statistica perStudi permettere il confronto le Dipartimento di procedura Medicina Interna, Università degli di Perugia, Perugia;tra❸Divisione performances ottenute da ortesi plantari progettate e realizzate: con metodo tradizionale con Ecotechnology, Ecosanit, Anghiari metodo CAD-CAM.Metodo Nel protocollo sperimentale è stato utilizzato lo strumento baropodometrico a solette multi sensore Pedar (Novel Gmbh), il sistema CAD-CAM Ecoplan SI (Ecosanit Ecotechnology) e appositi che permettevano Introduzione Scopo del presente lavoro pilota èsandali stato quello di identificarealternativamente un protocollo l`inserimento di procedura una suola quantitativo-statistica neutra o di plantari realizzati su misura per ciascun ed una rigorosa per permettere il confronto trapaziente. le Sono stati valutati n. 30dapazienti: età >18progettate anni; diabete mellito con neuropatia con performances ottenute ortesi plantari e realizzate: conassociata metodo tradizionale sensitivoCAD-CAM.Metodo motoria periferica edNel ipercarico plantare o con pregresse lesioni ulcerative metodo protocollo sperimentale è stato utilizzato lo strumento neuropatiche plantari. Tuttimulti i pazienti sono stati(Novel valutatiGmbh), in 2 tempi. Al (t0)CAD-CAM sono state baropodometrico a solette sensore Pedar il sistema rilevate: SI impronta dei Ecotechnology) piedi con schiuma fenolica,sandali aree diche ipercheratosi/rischio ulcerazione Ecoplan (Ecosanit e appositi permettevano alternativamente con carta millimetrata, analisi baropodometrica durante il a cadenza controllata l`inserimento di una suola neutra o di plantari realizzati sucammino misura per ciascun paziente. con sandali con soletta Sono un minimo 24 associata appoggi per singolo Sono stati valutati n. 30neutra. pazienti: età stati >18 richiesti anni; diabete mellitodicon neuropatia piede determinato come il numero di appoggi validi necessari, imponendo una Potenza del sensitivo motoria periferica ed ipercarico plantare o con pregresse lesioni ulcerative test P = 80% significatività = 99% per individuare differenze significative tra le medie neuropatiche plantari. Tutti α i pazienti sono stati valutati in 2 tempi. Al (t0) sono state pari al livello di una standard fenolica, del campione rappresentativo della popolazione. rilevate: impronta deideviazione piedi con schiuma aree di ipercheratosi/rischio ulcerazione Da tutti appoggi sono state baropodometrica calcolate le mediedurante delle distribuzioni picco sucontrollata cui è stata con cartaglimillimetrata, analisi il cammino adicadenza effettuata tutta statistica. Dall`impronta state realizzate due paia plantari con sandali conl`analisi soletta neutra. Sono stati richiestisono un minimo di 24 appoggi perdisingolo per ogni paziente con metodo tradizionale e con metodo CAD-CAM con i quali al tempo piede determinato come il numero di appoggi validi necessari, imponendo una Potenza del (t1) P è stato effettuato un secondo esame analogo a quello effettuato al t0. test = 80% significatività α = 99% perbaropodometrico, individuare differenze significative tra le medie L`analisi statistica è stata condotta in duedel fasicampione successive: paired t-test intra-individuale tra pari al livello di una deviazione standard rappresentativo della popolazione. le medie delle mappesono di picco tre condizioni a livello del singolo sensore Da tutti gli appoggi state nelle calcolate le medie delle distribuzioni di picco super cui è stata determinare l`azione indotta dai due tipi di plantare sulle aree di rischio effettuata tutta l`analisi statistica. Dall`impronta sono state realizzate duerisultate paia di plantari statisticamente maggiori di 200KPa (p<0.05). l`estensione delle aree con di rischio 30 per ogni paziente con metodo tradizionale e con metodo CAD-CAM i qualidei al tempo soggetti è stata raggruppata, per ciascuna delle tre condizioni considerate edeffettuato è stato al t0. (t1) è stato effettuato un secondo esame baropodometrico, analogo a quello applicato statistica un test ANOVA, a una viainsu misure ripetute separatamente ciascun piede.tra L`analisi è stata condotta due fasi successive: paired t-test per intra-individuale Risultati Per tutti i soggetti è rilevato che l`uso adilivello un plantare correttivo determina una le medie delle mappe di piccosinelle tre condizioni del singolo sensore per riduzione statisticamente significativa delle estensioni delle regioni a rischio ulcerazione. I determinare l`azione indotta dai due tipi di plantare sulle aree di rischio risultate due test ANOVA sono risultati entrambi statisticamente significativi p<1e-9) statisticamente maggiori di 200KPa (p<0.05). l`estensione delle aree (DX di rischio dei (SX 30 p< 3e-12). Ièconfronti post hoc confermano migliore performance dei plantari progettati e soggetti stata raggruppata, per ciascunauna delle tre condizioni considerate ed è stato realizzati con tecnica CAD-CAM rispetto a quelli progettati da calco con applicato un test ANOVA, a una via su misure ripetute separatamente pertecnica ciascunmanuale piede. tradizionale (DX Da questo studio pilota risultauna Risultati Per tuttip<0.0083, i soggettiSX si èp<0,0055). rilevato cheConclusioni l`uso di un plantare correttivo determina evidente che il protocollosignificativa di acquisizione edestensioni elaborazione sviluppati, idonei ed efficaci riduzione statisticamente delle delle regioni a sono rischio ulcerazione. I per impostare un lavoro di confronto quantitativo-statistico sulle performances correttive due test ANOVA sono risultati entrambi statisticamente significativi (DX p<1e-9) (SX p<di ortesi plantari di differente permettendo di rilevare: la superiorità 3e-12). I confronti post hoctipo confermano una migliore performance deistatisticamente plantari progettati e confermata dell`approccio con progettazione e realizzazione CAD-CAM ortesi realizzati con tecnica CAD-CAM rispetto a quelli progettati da calco con delle tecnica manuale plantari rispetto metodo tradizionale con calco. tradizionale (DXalp<0.0083, SX p<0,0055). Conclusioni Da questo studio pilota risulta evidente che il protocollo di acquisizione ed elaborazione sviluppati, sono idonei ed efficaci per impostare un lavoro di confronto quantitativo-statistico sulle performances correttive di – 29 – ortesi plantari di differente tipo permettendo di rilevare: la superiorità statisticamente P1 USTIONE SUL DORSO DEL PIEDE DI UN PAZIENTE DIABETICO COMPLICATO:CASO CLINICO. C. Spendolini❺; G. M. Garrapa❺; M. Montoni❺; F. Lizzadro❺; L. Riccialdelli❺; G. Lucarelli❺; E. Landini❺ ❺U.O. Diabetologia, Presidio di Fano, Azienda Ospedali Riuniti Marche Nord E` stata valutata l`efficacia di una medicazione a base di Argento Nanocristallino nella gestione di una ustione sul dorso del piede in un paziente diabetico neuropatico già con pregresse amputazioni minori. Descrizione del caso clinico: paziente maschio di 76 anni, pensionato, celibe, vive solo, affetto da diabete tipo 2 diagnosticato da 16 anni, in terapia insulinica intensiva con basal bolus, in buon compenso metabolico ( ultima HbA1c pari a 6,1%). Il paziente è pluricomplicato: neuropatia sensitivo-motoria con plurime amputazioni minori piede destro, AOP IV stadio trattata con PTA, retinopatia pre-proliferante, cardiopatia ischemica ed encefalopatia vascolare con esiti malacici. Il paziente nonostante avesse ricevuto adeguata istruzione sulla prevenzione di nuove lesioni e venisse visitato regolarmente presso l`ambulatorio podologico, ha effettuato un pediluvio in acqua bollente procurandosi un`ustione di 2° sul dorso del piede destro. Il paziente riferisce l`evento solo dopo due giorni: il piede si presentava edematoso con una vasta ustione secernente e segni visibili d`infiammazione tissutale. Materiali e Metodi: è stata iniziata terapia antibiotica per os con Amoxicillina e Acido Clavulanico, l`ustione è stata detersa con preparazione iniettabile ed applicata medicazione a base di Argento Nanocristallino a giorni alterni per la prima settimana, poi con medicazioni ogni 3-4 giorni per altri 12 giorni; dopo tre settimane l`ustione appariva completamente riepitelizzata. Conclusione: La medicazione avanzata con Argento Nanocristallino ha pemesso di gestire l`essudato e il rischio d`infezione sovrapposta alla lesione, favorendo una veloce riepitelizzazione. Unitamente all`utilizzo della medicazione avanzata, il buon compenso metabolico e la terapia antibiotica hanno permesso di risolvere, in un relativo breve lasso di tempo, una situazione clinica con potenziali gravi conseguenze in un paziente già fragile. Questo lavoro vuole sottolineare l`importanza dell`educazione terapeutica, che deve essere un processo continuo, con periodiche rivalutazioni, soprattutto nei pazienti che vivono soli, già con complicanze pre-esistenti e con elementi di fragilità. – 30 – P2 IL TRATTAMENTO ANTIBIOTICO DEL PIEDE DIABETICO RIULCERATO: ESAME DEGLI ANTIBIOGRAMMI IN 2 SOGGETTI CON GANGRENA ED OSTEOMIELITE GUARITE SENZA AMPUTAZIONE (STORIA DI 20 E 3 ANNI ) P. Marrino①; M. Sarti②; G. Vezzani③; ❶Servizio di Diabetologia, AUSL,Reggio Emilia.; ❷Microbiologia,Nuovo Ospedale S. Agostino Estense Baggiovara, Modena; ❸Centro Iperbarico,Ospedale Di Vaio,Fidenza Parma; I piedi colpiti da lesioni ulcerative restano piedi a rischio di recidive e vanno monitorati e seguiti con un follow up stretto. Scopo dello studio è descrivere 2 casi clinici di soggetti che hanno presentato riulcerazioni,la ricorrenza di resistenze e sensibilità antibiotiche ed i trattamenti effettuati, che permettono di orientare scelte per terapie antibiotiche future. Il 1°paziente,IV, anni 59, ha presentato la prima lesione nel 1993 al piede sx con proposta di amputazione alla caviglia, rifiutata: è stato quindi trattato con ampia pulizia chirurgica e terapia antibiotica, cicli di terapia iperbarica dal 1994 al 2005,e e successivo impianto di cute. Dopo 10 anni comparsa di ulcera plantare con fistolizzazioni trattata con disarticolazione metatarso-falangea. Dopo 1 anno ricovero per flemmone al piede dx e gangrena dell`alluce, trattati con terapia antibiotica mirata,dopo rifiuto di amputazione. Nel 2008 le lesioni sono definite guarite dalla RNM ("non attività di malattia").In giugno 2014 comparsa di nuova ulcera plantare infetta (stafilococco aureo sensibile ad amoxicillina/acido clavulanico e resistenza ai chinolonici, già riscontrata in precedenza, oltre a acinetobacter haemolyticus, alcaligenes faecalis),ed è stata effettuata rivascolarizzazione dell`arto inferiore dx. Il 2° paziente FA, anni 71, ha presentato la prima lesione nel 2007 all`alluce piede dx con proposta, rifiutata,di amputazione;dopo 6 mesi comparsa di ascesso sottocutaneo sotto l`alluce, con osteomielite trattata e risolta da ter antibiotica mirata (Stafilococco epidermidis identificato con biopsia ossea, con stessa sensibilità e resistenze isolate anche successivamente) e terapia iperbarica: successiva biopsia ossea negativa. Nella sequenza di lesioni di entrambi i pazienti si sono moltiplicate nel tempo le resistenze a diversi antibiotici. Conclusioni: i due casi riportati, con lunga storia di ulcerazioni del piede, permettono di concludere che all`insorgere di nuove lesioni, nei soggetti con piede a rischio, occorre intraprendere una terapia antibiotica mirata, effettuando un prelievo idoneo per l`indagine colturale, per l`alto rischio di incorrere in resistenze multiple, non potendosi utilizzare la raccomandazione di una terapia empirica, che ha come presupposto la sensibilità dei germi alla maggior parte degli antibiotici. Indagini di biologia molecolare su agenti infettanti con stesso antibiofenotipo in diverse occasioni nello stesso soggetto potrebbero fornire nuovi spunti. – 31 – P3 IL PIEDE DIABETICO NEL BAMBINO: LA NUOVA EPIDEMIA? L. SPAZZAPAN①; C. NICOLETTI① ❶UNITA` PIEDE DIABETICO E VULNOLOGIA, CASA DI CURA PEDERZOLI, PESCHIERA DEL GARDA VERONA; INTRODUZIONE Ogni anno negli Stati Uniti vengono diagnosticati 13000 nuovi casi di diabete mellito di tipo 1 e un`aumentata prevalenza di diabete mellito di tipo 2 negli adolescenti è stata riportata nel mondo. Come sappiamo le ulcerazioni dei piedi nei soggetti diabetici rappresentano una delle complicanze più temibili della malattia diabetica. Negli adulti l`aumentato rischio di amputazioni è stato visto essere associato alla neuropatia periferica con perdita della sensibilità, alla alterata biomeccanica e all`ischemia d`arto. Ci sono tuttavia pochi lavori a riguardo del problema piede diabetico nella popolazione pediatrica. Scopo di questo lavoro è quello di valutare l`attuale letteratura sul piede diabetico nel bambino e adolescente con diabete mellito. MATERIALI E METODI La ricerca bibliografica è stata condotta su tutti gli articoli pubblicati in MEDLINE, EMBASE, CENTRAL, SCOPUS, CLINICAL KEY da gennaio 1994 a settembre 2014 ricercando i termini: piede, diabetico, pediatrico, bambino. RISULTATI Le linee guida internazionali raccomandano in questi pazienti l`esame dei piedi dalla pubertà una volta all`anno con particolare attenzione alla sensibilità protettiva, alla presenza dei polsi periferici, all`integrità della cute e alla ricerca di eventuali problemi delle unghie. Diversi autori hanno descritto che molti giovani pazienti con diabete mellito hanno problemi ai piedi e segni di precoci manifestazioni della neuropatia periferica. CONCLUSIONI Con questo lavoro vogliamo porre l`attenzione sull`importanza della cura del piede nei pazienti pediatrici con il diabete. Più ampi studi prospettici sono a nostro avviso necessari per stabilire l`esatta prevalenza della patologia ed ottimizzare gli interventi di prevenzione. – 32 – P4 EFFICACIA DEL DEBRIDEMENT OSMOTICO CON MEDICAZIONE AVANZATA A BASE DI POLIACRILATO SUPERASSORBENTE E POLYHEXANIDE IN PAZIENTE DIABETICO CON LESIONE NON-HEALING DI GAMBA A. GIRELLI①; L. SPAZZAPAN①; C. NICOLETTI①; ❶UNITA` PIEDE DIABETICO E VULNOLOGIA,CASA DI CURA PEDERZOLI,PESCHIERA DEL GARDA VERONA; INTRODUZIONE : OBIETTIVO DEL NOSTRO STUDIO E` STATA LA VALUTAZIONE DELL` EFFICACIA NELL` UTILIZZO DI MEDICAZIONE AVANZATA PER DEBRIDEMENT OSMOTICO IN PAZIENTI DIABETICI PORTATORI DI LESIONE DI GAMBA NON - HEALING E DI DIFFICILE SBRIGLIAMENTO AUTOLITICO/ENZIMATICO. MATERIALI E METODI : TRATTASI DI UNO STUDIO PROSPETTICO SU PAZIENTI CON ULCERE DI GAMBA CON LE SEGUENTI CARATTERISTICHE: -TAMPONE COLTURALE NEGATIVO E ASPETTO CLINICO DI CONFERMA - LESIONE DI GAMBA A STAMPO CON BORDI INDENNI MA INFIAMMATI E FONDO FIBRINOSO RESISTENTE A DEBRIDEMENT AUTOLITICO TRAMITE IDROGELI DOPO 30 GIORNI I PAZIENTI SONO STATI VALUTATI IN PRIMA VISITA PRESSO IL NOSTRO AMBULATORIO PIEDE DIABETICO E VULNOLOGIA E SEGUITI A DOMICILIO DA ASSISTENZA DOMICILIARE ADEGUATAMENTE INFORMATA SULL` UTILIZZO DI MEDICAZIONE OSMOTICA CON POLYHEXANIDE. OGNI PAZIENTE È STATO CONTROLLATO AMBULATORIALMENTE OGNI 15 GIORNI PER 60 GIORNI CON DOCUMENTAZIONE FOTOGRAFICA PER VALUTAZIONE DELL` ASPETTO DEL FONDO DELLA LESIONE RISULTATI: SONO STATI VALUTATI 4 PAZIENTI (3M E 1 F). IN TUTTI I PAZIENTI ABBIAMO RISCONTRATO UNA POSITIVA EFFICACIA NELL` UTILIZZO DELLA MEDICAZIONE IN TERMINI DI WOUND CLEANSING E DI PREVENZIONE DI CONTAMINAZIONE IN LESIONE CRONICA . CONCLUSIONE: RITENIAMO LA MEDICAZIONE IN OGGETTO particolarmente adatta per il trattamento di ferite croniche e di difficile guarigione nella fase di detersione NEI PAZIENTI DIABETICI. è NOSTRA INTENZIONE PROSEGUIRE CON L`UTILIZZO DELLA MEDICAZIONE IN QUESTO TIPO DI FERITE PER POTER RAGGIUNGERE UNA CASISTICA PIù AMPIA. – 33 – P5 Uso di medicazioni avanzate con tecnologia Hydrofiber® ed aggiunta di ioni argento nella cura del piede diabetico M. S. Aliquò①; S. Giordano①; P. Guzzetta①; G. Mamone①; R. Di Franco①; R. Pinto①; ❶Cura piede diabetico,ARNAS CIVICO,Palermo; Scopo della ricerca:Valutare i vantaggi di un trattamento delle lesioni del piede diabetico con medicazione medicazioni avanzate con tecnologia Hydrofiber®.Le medicazioni antimicrobiche topiche all`argento,sono utilizzate per la prevenzione e il trattamento delle infezioni in numerose tipologie di ferite,sono facili da applicare,garantiscono una disponibilità prolungata dell`argento,richiedono cambi della medicazione meno frequenti e assicurano ulteriori benefici,come la riduzione dell`eccesso di essudato,il mantenimento di un ambiente umido,la facilitazione dello sbrigliamento autolitico. Metodi:Abbiamo selezionato,36 pazienti diabetici con ulcere degli arti inferiori e segni di infezione.I pazienti sono stati medicati con Medicazione in Tecnologia Hydrofiber® con fibra rinforzante, di carbossimetilcellulosa sodica pura in fibre gelificanti e rinforzanti con aggiunta di ioni argento.Questa medicazione altamente assorbente e conformabile,interagisce con l`essudato della lesione formando un gel che mantiene l`ambiente umido e non rilascia essudato.Sono stati esclusi dal campione esaminato 13 pazienti medicati per un periodo minore di due settimane.I pazienti trattati erano 23 (7 F e 16 M) di età media 66 anni.15 pazienti avevano ulcere ai piedi ed 8 alle gambe.Il trattamento medio e` stato di 4 settimane.In presenza di segni di infezione è stato eseguito tampone con prelievo dei tessuti profondi dopo lavaggio con soluzione fisiologica.In caso di positività, e` stata intrapresa antibioticoterapia mirata.9 pz sono guariti,10 hanno ottenuto un miglioramento della lesione (riduzione di diametro o presenza di tessuto di granulazione),2 pazienti non hanno ottenuto benefici ed in 2 pazienti si è avuto un peggioramento delle lesioni.Conclusioni: Il trattamento, ha consentito di ottenere un buon controllo dell`essudato ed il miglioramento delle lesioni in oltre l`80% dei casi. Considerato il progressivo aumento del fenomeno dell`antibiotico-resistenza, la diminuzione del numero di antibiotici in fase di sviluppo e la restrizione di trattamento, le medicazioni utilizzate, possono essere un valido aiuto nella cura delle ulcere degli arti inferiori in pazienti diabetici. – 34 – P6 PIEDE DIABETICO TRA OSPEDALE E TERRITORIO: IL NUOVO PROTOCOLLO AZIENDALE DELLA ULSS 4 ALTO VICENTINO A. Senesi①; B. De Pretto①; G. Armatura①; R. Debortoli①; L. Pasin①; F. Calcaterra①; ❶U.O.T diabetologia,Ulss 4 Alto Vicentino,Schio (VI); Il piede diabetico è una delle complicanze più invalidanti della patologia diabetica. E` nota l`entità del problema e le sue ripercusisoni sul piano economico. E`nota inoltre la patogenesi multifattoriale e la conseguente importanza di un approccio multidisciplinare. Da circa un anno e mezzo presso la ULSS 4 Alto Vicentino è stato applicato un nuovo protocollo aziendale che prevede la collaborazione di più specialisti (diabetologo, MMG, chirurgo, ortopedico, podologo, tecnico ortopedico, infettivologo), con lo scopo di prevenire le ulcerazioni, ridurre il tasso di amputazione, ottimizzare le risorse. Il diabetologo appartenente alla U.O.T diabetologia è il responsabile clinico della patologia; ne stabilisce il percorso operativo coordinandosi con l`ospedale per eventuali ricoveri. L`ambulatorio piede diabetico è dislocato nel territorio, è gestito dal diabetologo che, in caso di necessità, attiva il percorso ospedaliero. il diabetologo inoltre afferisce in ospedale per la parte chirurgica. Nel territorio il diabetologo lavora a stretto contatto con il podologo e il tecnico ortopedico in modo da dare assitenza completa al paziente diabetico. Prossimamente verranno analizzati i dati relativi al numero di ricoveri e ai tassi di amputazione presso la nostra ULSS valutando così la reale efficienza e efficacia di tale protocollo. – 35 – P7 PERICARDITE E MANIFESTAZIONE CUTANEA DA STENOTROPHOMONAS MALTOPHILIA - CASE REPORT A. Grembiale②; D. Donato③; G. Buffone①; A. Provenzale①; F. G. Caliò①; ❶U.O. Chirurgia Vascolare, Sant`Anna Hospital, Catanzaro; ❷U.O. Medicina Generale, U.L.S.S. 10 - Veneto Orientale, San Donà di Piave; ❸Chirurgia Cardiovascolare, Sant`Anna Hospital, Catanzaro; Stenotrophomonas Maltophilia (S. Maltophilia),bacillo aerobio gram negativo presente in ambienti acquatici,colonizzatore frequente di fluidi utilizzati in ambiente ospedaliero. Organismo a bassa virulenza ed opportunista.Le infezioni da S.Maltophilia derivano in genere dalla combinazione di: prolungata ospedalizzazione, dispositivi medici colonizzati,impianti protesici, abuso di droghe per via ev, somministrazione di antibiotici ad ampio spettro per lungo periodo e neoplasie. CASE REPORT: paziente di 67 anni, diabetico, immunocompetente, sottoposto a lunghe e diverse terapie antibiotiche per una necrosi distale infetta del moncone di pregressa amputazione piede sx con versamento pericardico causato da una batteriemia da S.Maltophilia.Manifestava febbre, leucocitosi neutrofila, tachicardia, anemia e lieve dispnea. Un ecocardiogramma (EcoCG) ha mostrato un versamento pericardico nelle sezioni dx, circa 2,3 cm, associato a materiale organizzato.Iniziata terapia antibiotica empirica, steroidi e diuretici, successivamente è stato sottoposto ad amputazione alta dell`avampiede sx.L`emocoltura, negativa al momento del ricovero, era positiva in un secondo riscontro per S.maltophilia.L`esame colturale del tampone e di un frammento di cute ha confermato la presenza di S.maltophilia. L`antibiogramma ha mostrato sensibilità al trimetoprim/sulfametossazolo (TMP-SMX) e multiresistenza ad altre classi di antibiotici, quindi abbiamo iniziato una terapia antibiotica specifica.Dopo 24 ore dall`intervento il paziente era apiretico, dopo 3 giorni i globuli bianchi erano nei limiti con miglioramento delle condizioni cliniche generali. Un nuovo EcoCG, non ha mostrato alcun versamento pericardico. Lo S.Maltophilia causa un ampio spettro di infezioni, le sue manifestazioni cutanee e dei tessuti molli sono un`entità sempre più frequenti sia per l`abuso di terapia antibiotica che per la presenza di più pazienti immunodepressi. CONCLUSIONI: La rapida identificazione e terapia antibiotica precoce ci hanno permesso una rapida risoluzione del versamento pericardico e impedito una probabile evoluzione in endocardite batterica.Il TMP-SMX è raccomandato come terapia delle infezioni da S.Maltophilia in quanto è attivo contro la maggior parte dei ceppi di resistenza, nonostante essa sia in aumento. – 36 – P8 UTILIZZO DI NUOVA SCHIUMA DI POLIURETANO NEL TRATTAMENTO DEL SITO DONATORE DI INNESTO CUTANEO L. SPAZZAPAN①; C. NICOLETTI① ❶UNITA` PIEDE DIABETICO E VULNOLOGIA, CASA DI CURA PEDERZOLI, PESCHIERA DEL GARDA VERONA; Obiettivo: obiettivo di questo studio è quello di presentare il nostro protocollo per la gestione del sito donatore di innesto cutaneo con nuova medicazione in schiuma di poliuretano rivestito di idrogel a forma di rete. Metodi: il protocollo prevede al tempo zero l`applicazione sulla ferita di una medicazione emostatica e dopo 48 ore, al primo cambio della medicazione, l`utilizzo di un nuovo tipo di medicazione in schiuma rivestito di idrogel a forma di rete. Attraverso questa struttura a forma di rete, l`essudato in eccesso della ferita viene assorbito in modo rapido ed efficace. Abbiamo condotto uno studio prospettico da marzo a settembre 2014. Risultati: sono stati reclutati per lo studio 20 pazienti .Tra questi 18 maschi e 2 pazienti di sesso femminile con un`età media complessiva di 62 anni (range 59-92 anni). In 19 pazienti il sito donatore è guarito in 10 giorni con un buon controllo del dolore. Discussione: riteniamo che il processo di guarigione della ferita del sito donatore sia aiutato dall`ambiente umido e dall`azione antibatterica film di supporto della medicazione. La struttura tridimensionale della faccia della medicazione a contatto con il letto della ferita garantisce la riepitelizzazione e al momento della rimozione la non aderenza. Conclusioni: questo studio suggerisce che questa medicazione in schiuma è sicura ed efficace per la gestione del sito donatore dell`innesto di cute e questa medicazione in schiuma rivestito di idrogel a forma di rete è ora la nostra prima scelta nel trattamento del sito donatore di innesto cutaneo. Tuttavia, per produrre risultati statisticamente significativi, questo studio verrà proseguito su un numero più ampio di pazienti. – 37 – P9 INDAGINE DI PREVALENZA: LESIONI CUTANEE DEGLI ARTI INFERIORI E PATOLOGIE PODOLOGICHE, IN UNA POPOLAZIONE DI PERSONE SENZA DIMORA I. Teobaldi①; E. Oliveri②; G. Davini②; E. Banchellini③; E. Materazzi②; M. Rossi④; V. Ruggeri④; ❶Ambulatorio Piede Diabetico,AOUI,Verona; ❷Podologia,AOUP,Pisa; ❸Ambulatorio Piede Diabetico,USL 12,Versilia; ❹Terapia Intensiva Cardiologica,AOU- Careggi,Firenze; OBIETTIVI.Valutare la prevalenza di:lesioni agli arti inferiori, distrofie cutanee e ungueali, alterazioni di deambulazione e morfologia dei piedi, comorbidità, stili di vita, provenienza etnica in una popolazione di persone senza dimora (PSD). METODI. Sono state valutate le PSD afferenti al Centro Diurno/Dormitorio Pubblico dei comuni di Pisa,Livorno,Grosseto,Viareggio,Lucca dal 1/11 al 10/12 2012. Parametri valutati:sesso, età, etnia; tempo vita in strada, luogo abituale riposo, frequenza pasti e igiene, alcol, fumo, sovrappeso/obesità, presenza e durata di diabete; presenza, eziologia, clinica e trattamento locale lesioni (ulcerative); morfologia dei piedi; tipologia delle calzature e della deambulazione; dolore; presenza di ipercheratosi, curettage ungueale, presenza di distrofie/micosi cutanee e ungueali. RISULTATI.Totale: 91 schede, Sesso: m 78, f 13; Età Media: anni 47.1 [min18-max74]; Etnia:UE 55 ( ITALIANI 23) Extra UE 4, AFRICA 28, AMERICA 1, ASIA 3; Tempo di Vita in Strada: nd 3 (3.3%), < 1 mese 16 (17.6%), < di 6 mesi 21( 23.1%), tra 6 mesi e 1 anno 12 (13.2%), tra 1 e 3 anni 20 (22.0%), > di 3 anni 19 (20.9%); Luogo abituale di riposo: automobile 6 (6.6%), stazione 12 (13.2%), dormitorio 29 (31.9%), altro 44(48.4%); Frequenza pasti: regolare 71(78.0%), saltuaria 20 (22%); Frequenza igiene: giornaliera 42 (46,2%), settimanale 44 (48.4%), saltuaria 5 (5.5) CONCLUSIONI. I dati demografici del campione rispettano i dati nazionali Istat. Probabilmente a causa delle insufficienti condizioni igieniche e dell`inadeguatezza del luogo abituale di riposo la maggior parte del campione presentava micosi cutanee e distrofie ungueali; un terzo del campione lamentava dolore e difficoltà nella deambulazione;la maggior parte delle PSD indossava calzature idonee e utilizzava uno strumento per il curettage appropriato, da cui probabilmente la bassa prevalenza di unghie incarnite; la prevalenza delle lesioni (ulcerative) è insufficiente per trarne conclusioni.In futuro sarebbe necessario migliorare la scheda di prevalenza,inserendo test biomeccanici, vascolari,neurologici, micologici, e successivamente ripetere l`indagine su un campione più rappresentativo. – 38 – P10 Innesto di membrana amniotica nel trattamento del piede diabetico A. Senesi①; B. De Pretto①; F. Calcaterra①; ❶U.O.T diabetologia,ULSS4 Alto Vicentino,Schio (Vi); INTRODUZIONE: le lesioni al piede diabetico sono spesso caratterizzate da vasta perdita di sostanza. La gestione di queste ulcere è spesso una sfida, sia per la natura refrattaria sia per l`impatto economico. Nelle vaste lesioni aperte non infette e non ischemiche il trattamento di prima scelta è l`innesto di sostituto dermico e/o di tessuto autologo, a seconda della tipologia della lesione. Sebbene queste tecniche siano disponibili, sono da un lato molto costose e dall`altro traumatiche per il paziente. La membrana amniotica ha attratto la nostra attenzione per le sue capacità di promuovere la granulazione e la riepitelizzazione controllando sia il fattore infettivo sia la sintomatologia dolorosa. Inoltre la membrana ha capacità angiogenetica e ha una bassa immunogenicità. Tale membrana è di derivazione placentare ed è ricca di fattori di crescita. SCOPO: valutare l`efficacia dell`innesto di membrana amniotica crioconservata nel trattamento delle lesioni al piede diabetico. MATERIALI E METODI: in questo studio 3 pazienti con lesioni post chirurgiche al piede di grado II A sec TUC sono stati trattati con innesto di membrana amniotica crioconservata. Una volta eseguito l`innesto i pazienti sono stati valutati settimanalmente e solo in tale occasione medicati con semplice garza grassa. RISULTATI: due pazienti sono andati a guarigione in due mesi dal trattamento. 1 paziente non ha avuto beneficio ed è stato sottoposto successivamente a revidsione chirurgica CONCLUSIONI: i dati mettono in evidenza come l`innesto di membrana amniotica abbia portato a guarigione in tempi ristretti. Il fallimento terapeutico del terzo paziente probabilmente è da imputare alla presenza di una sottostante oesteomielite diagosticata solo sucessivamente all`innesto di membrana amniotica. L`innesto è stato ben tollerato e si è dimostrato un valido mezzo terapeutico nel trattamento dei lesioni trofiche al piede. – 39 – P11 PIEDE DIABETICO INFETTO: PERCORSO INTEGRATO DI CURA NEL TERRITORIO DELL`AZIENDA SANITARIAINTEGRATO LOCALE CN1-PIEMONTE PIEDE DIABETICO INFETTO: PERCORSO DI CURA NEL TERRITORIO DELL`AZIENDA SANITARIA LOCALE CN1-PIEMONTE M. S. SBRIGLIA①; D. Sansone①; I. Meineri①; A. Scognamiglio①; G. Menardi①; S. Bertello①; S. E. Oleandri①; M. S. SBRIGLIA①; D. Sansone①; I. Meineri①; A. Scognamiglio①; G. Menardi①; S. Bertello①; S. E. Oleandri①; ❶S.C. Endocrinologia, Diabetologia ASLCN1 - Piemonte, Dipartimento di Area Medica,Ospedale SS. Annunziata; ❶S.C. Endocrinologia, Diabetologia ASLCN1 - Piemonte, Dipartimento di Area Medica,Ospedale SS. Annunziata; Tra le varie complicanze croniche della malattia diabetica, vi è la patologia neurovascolare che il piede, definita piede diabetico. stima cheviilè15% dei pazienti diabetici Tracoinvolge le varie complicanze croniche della malattiaSidiabetica, la patologia neurovascolare vada incontro, ilnella suadefinita storia dipiede malattia, a questa complicanza, chedei rappresenta la prima che coinvolge piede, diabetico. Si stima che il 15% pazienti diabetici causaincontro, di amputazione non traumatica degliaarti. vada nella sua storia di malattia, questa complicanza, che rappresenta la prima Pertanto, considerando chetraumatica nel 2014 la popolazione assistita dalla nostra causa di amputazione non degli arti. Struttura a circa pazienti, dobbiamo assistita aspettarci chenostra tale complicanza Pertanto,ammonta considerando che18000 nel 2014 la popolazione dalla coinvolga circa 2500 soggetti nel pazienti, territoriodobbiamo dell`ASLCN1. Struttura ammonta a circa 18000 aspettarci che tale complicanza Allo scopocirca di prevenire le amputazioni maggiori, all`inizio del 2013, abbiamo messo in atto coinvolga 2500 soggetti nel territorio dell`ASLCN1. un percorso di le cura del piede diabetico, ambulatori primoin atto Allo scopo diintegrato prevenire amputazioni maggiori, attivando all`inizio alcuni del 2013, abbiamodimesso livello decentrati nel territorio dell`ASL (Fossano,attivando Saluzzo,alcuni Cuneo,ambulatori Mondovì)died, a un percorso integrato di cura del piede diabetico, primo Savigliano, un ambulatorio di secondo con due posti Cuneo, letto perMondovì) il ricoveroed, ordinario livello decentrati nel territorio dell`ASLlivello (Fossano, Saluzzo, a dei pazienti un conambulatorio lesioni infette agli arti inferiori. Nello stessoletto periodo Savigliano, di secondo livello con due posti per ilabbiamo ricoveroreso ordinario operativa la con collaborazione fissa con la inferiori. ChirurgiaNello Vascolare Mauriziano di dei pazienti lesioni infette agli arti stessodell`Ospedale periodo abbiamo reso Torino perlalacollaborazione cura dei pazienti con arteriopatia periferica e con la Diabetologia del CTO operativa fissa con la Chirurgia Vascolare dell`Ospedale Mauriziano di di i pazienti prevalenti complicanze neuropatiche. Torino per la cura deicon pazienti con arteriopatia periferica e con la Diabetologia del CTO di Dal 1.01.2013 al 15.12.2014 sono stati seguiti in regime di ricovero ordinario 42 pazienti, Torino per i pazienti con prevalenti complicanze neuropatiche. trattati come schematizzato tabella riassuntiva: Dal 1.01.2013 al 15.12.2014nella sonoseguente stati seguiti in regime di ricovero ordinario 42 pazienti, trattati come schematizzato nella seguente tabella riassuntiva: CURETTAGE E CURETTAGE + PTA; AMPUTAZIONE MINORE (*) AMPUTAZIONE AMPUTAZIONE CURETTAGE E CURETTAGE + PTA; AMPUTAZIONE MINORE (*) AMPUTAZIONE AMPUTAZIONE MEDICAZIONE AVANZATA PTA/STENTING + PTA; PTA/STENTING MINORE (*) MAGGIORE MEDICAZIONE 19 AVANZATA PTA/STENTING 5 + PTA; PTA/STENTING 10 19 5 10 (*) amputazioni di dita. In un solo caso, amputazione trans-metatarsale. MINORE 7 (*) MAGGIORE 1 7 1 (*) amputazioni di dita. In un solo caso, amputazione trans-metatarsale. CONCLUSIONI Il percorso di cura integrato, riservando ai nostri pazienti un profilo di assistenza CONCLUSIONI privilegiato, grazieriservando alla rapidaaiattuazione di terapia antibiotica ad ampio spettro Il percorso disoprattutto cura integrato, nostri pazienti un profilo di assistenza ed alla procedura di rivascolarizzazione entro sette giorni dal ricovero, ha spettro privilegiato, soprattutto grazie alla rapidaeffettuata attuazione di terapia antibiotica ad ampio consentito di evitare ogni tipo di amputazione nel 57% casi (24/42) di ricorrere ed alla procedura di rivascolarizzazione effettuata entrodei sette giorni dal ericovero, ha ad amputazioni 40% dei casi (17/42). consentito di minori evitarenel ogni tipocirca di amputazione nel 57% dei casi (24/42) e di ricorrere ad Solo una paziente, rifiutato il ricovero per oltre dieci giorni dopo la diagnosi di amputazioni minoriavendo nel 40% circa dei casi (17/42). infezione, è andata avendo incontrorifiutato a sepsi iledricovero ha subito un`amputazione di dopo gamba. Solo una paziente, per oltre dieci giorni la diagnosi di infezione, è andata incontro a sepsi ed ha subito un`amputazione di gamba. – 40 – P12 VALUTAZIONE DELLA FUNZIONE SUDMOTORIA MEDIANTE NEUROPAD COME METODO DI SCREENING DELLA NEUROPATIA PERIFERICA NEI PAZIENTI DIABETICI ASINTOMATICI S. Cordone①; A. Salzo①; S. Di Vincenzo①; L. Cocco①; F. Di Ponte①; A. Aiello①; ❶U.O.C Diabetologia-Endocrinologia,P.O Cardarelli Azienda Sanitaria Regionale Molise,Campobasso; S. Cordone①; A. Salzo①; S. Di Vincenzo①; L. Cocco①; F. Di Ponte①; A. Aiello①; Background Il Neuropad (NP) è un test di screening per la polineuropatia periferica diabetica e dai risultati diDiabetologia-Endocrinologia,P.O alcuni studi anche della neuropatia autonomica cardiovascolare (CAN). ❶U.O.C Cardarelli Azienda Sanitaria Regionale Obiettivo dello studio Molise,Campobasso; Valutare le prestazioni del NP rispetto al DNI (Diabetic Neuropathy Index) e ai singoli test di screening delle sensibilità periferiche in una popolazione di pazienti diabetici asintomatici, di tipo 1e tipo 2. Background Materiali e metodi Il Neuropad (NP) è un test di screening per lafunzione polineuropatia periferica diabetica e dai I pazienti sono stati sottoposti a studio della sudomotoria mediante applicazione di risultati di alcuni cardiovascolare (CAN). NP alla pianta deistudi piedianche per 10della min,neuropatia ispezione autonomica del piede, valutazione dei riflessi achillei e Obiettivo dello studio rotulei, sensibilità vibratoria (VPT), sensibilità pressoria, sensibilità tattile e dolorifica e Valutare prestazioni del NP rispetto al DNI dicotomiche (Diabetic Neuropathy Index) e aiMcNemar. singoli test DNI. Per le studiare le concordanze tra variabili è stato usato il test di screening delle sensibilità periferiche in una popolazione di pazienti diabetici Risultati asintomatici, 1e tipo 2.(pz), NP rispetto al DNI ha riconosciuto 7 su 10 pz affetti (sens Nel campionediditipo 22 pazienti Materiali e metodi 70%), valutando come positivi 6 pz su 12 pz negativi (spec 50%). L`Accuratezza (Acc) del Idispositivo pazienti sono sottoposti studio della funzione sudomotoria mediante applicazione è delstati 59%, il valorea predittivo positivo (PPV) è del 53,8%, il valore predittivo di NP alla pianta piedi per 10Non min,è ispezione delp-value piede, valutazione dei riflessi achilleiper e negativo (NPV)dei è del 66,7%. stato trovato statisticamente significativo rotulei, sensibilità vibratoria (VPT), sensibilità pressoria, sensibilità tattile e dolorifica e escludere la concordanza tra funzione sudomotora, rilevata da NP e la DPN (p-value 0,50). DNI. Per studiare le concordanze tra variabili dicotomiche è stato usato il test McNemar. Andando ad analizzare i singoli test: Sens Spec PPV NPV Acc p-value Risultati Alluce 63,6 45,5 53,8 55,6 54,5 0,75 Nel campione di 22 pazienti (pz), NPVPT rispetto al DNI ha riconosciuto 7 su 10 pz affetti (sens 70%), valutando come positivi 6 pz su 12 pz negativi (spec 50%). L`Accuratezza (Acc) VPT Malleolo 57,1 37,5 61,5 33,3 50,0 1,0 del dispositivo è del 59%, il valore predittivo positivo (PPV) è del 53,8%, il valore predittivo Monofilamento 100statisticamente 42,9 7,7 100 45,5 0,001 negativo (NPV) è del 66,7%. Non è stato trovato p-value significativo per escludere la concordanza tra funzioneROT sudomotora, rilevata da NP e la DPN (p-value 0,50). Achilleo 66,7 43, 30,8 77,8 50,0 0,07 Andando ad analizzare i singoli test: Sens Spec PPV NPV Acc p-value ROT Rotuleo 75,0 44,4 23,1 88,9 50,0 0,01 VPT Alluce 63,6 45,5 53,8 55,6 54,5 0,75 Sens. Dolorifica 100 45,0 15,4 100 50,0 0,002 VPT Malleolo 57,1 37,5 61,5 33,3 50,0 1,0 Sens. Tattile 100 45,0 15,4 100 5,0 0,002 Monofilamento 100 42,9 7,7 100 45,5 0,001 Conclusioni Nel rilevare la DPN, NP mostra dati sovrapponibili letteratura in termini spec0,07 ma ROT Achilleo alla66,7 43, 30,8 77,8 di50,0 inferiori in termini di sens ma suddividendo la popolazione in base alla durata di malattia e ROT Rotuleo 75,0 44,4 50,0 al controllo metabolico, è stato riscontrato che le prestazioni di NP23,1 sono 88,9 migliori nei0,01 pz in follow-up vs pz neodiagnosticati e nelSens. sottogruppo con100 HbA1c≥ mmol/mol vs Hba1c Dolorifica 45,05415,4 100 50,0 0,002≤ 53 mmol/mol. Nel primo caso la sensSens. passaTattile dal 25% al100 100%, la spec 42% 5,0 al 60%, 45,0 15,4dal100 0,002 l`Acc da 36,4 all`81,8%, il PPV dal 20% al 75%, l`NPV dal 50% al 100%, nel seondo caso, la sens passa dall`80% al 60%, la specConclusioni dal 66,7 % al 33,3 %, l`Acc dal 72,7% al 45,5%, il Nel rilevare mostra dati sovrapponibili alla letteratura in termini di spec ma PPV dal 66%laalDPN, 42 %,NP l`NPV dall`80% al 50%. inferiori in termini di sens ma suddividendo la popolazione in base alla durata di malattia e al controllo metabolico, è stato riscontrato che – 41le–prestazioni di NP sono migliori nei pz in follow-up vs pz neodiagnosticati e nel sottogruppo con HbA1c≥ 54 mmol/mol vs Hba1c ≤ P13 SPETTRO E SENSIBILITÀ ANTIBIOTICA DEI GERMI ISOLATI IN ULCERE INFETTE DI PAZIENTI CON PIEDE DIABETICO A. Rizzi①; F. Zaccardi①; T. Musella①; F. Costantini①; G. Scavone①; A. Flex①; G. Tinelli ②; M. Galli③; B. Fiori④; S. Caputo①; G. Ghirlanda①; T. Spanu④; D. Pitocco①; ❶Istituto di Medicina Interna,Università Cattolica del Sacro Cuore,Roma; ❷Istituto di Chirurgia Vascolare,Università Cattolica del Sacro Cuore,Roma; ❸Istituto di Ortopedia,Università Cattolica del Sacro Cuore,Roma; ❹Istituto di Microbiologia,Università Cattolica del Sacro Cuore,Roma; Obiettivo Le infezioni sono la prima causa di ospedalizzazione nei pazienti affetti da piede diabetico. Scopo dello studio è identificare le popolazioni batteriche e valutare resistenza e sensibilità agli antibiotici dei patogeni isolati. Metodi Sono stati esaminati 765 campioni, prelevati da ulcere infette, per valutarne la popolazione microbica e per verificare in vitro sensibilità e resistenza verso diverse classi di antibiotici. Risultati Sono stati isolati 1251 microrganismi e 69 specie microbiche. I Gram-positivi sono stati indentificati nel 52,6% dei campioni: tra essi, Stafilococchi nel 31.5%, con maggiore prevalenza di S. Aureus (26.8%) e S. coaugulasi negativi. Enterococchi sono stati isolati nel 16,9% dei campioni, Streptococchi nel 4.2%. Batteri Gram-negativi sono stati isolati nel 41.5% dei campioni: tra questi i più frequenti sono P. Aeruginosa (13,1%), E. Coli (6.8%), P. Mirabilis (5.2%), A. Baumannii (3.5%), K. Pneumoniae (3.3%). Patogeni anaerobi sono stati isolati nel 5.9% dei campioni, con maggiore prevalenza di B. Fragilis (3.9%). Le colture, inoltre, sono state distinte in mono- (57.2%) e poli-microbiche (47.3%). Le principiali associazioni individuate sono S.Aureus/P.Aeruginosa (7.4%), S.Aureus/Ent.D Faecalis (6.2%), P.Aeruginosa/Ent.D. Faecalis (6.1%). Circa la resistenza agli antibiotici, gli stafilococchi hanno dimostrato resistenza a amoxicillina/acido clavulanico (66%), ciprofloxacina (62%), eritromicina (56.9%) e gentamicina (51.8%). Gli enterococchi hanno mostrato resistenza a eritromicina (66.7%), imipenem (25%), ampicillina (17.5%), vancomicina (4.5%) e teicoplanina (4.2%). Gli streptococchi hanno dimostrato resistenza a eritromicina (32.4%) e gentamicina (31.3%). I Gram-negativi hanno dimostrato resistenza a cefotaxime (60.7%), ciprofloxacina (57.5%), amoxicillina/acido clavulanico (55%) e gentamicina (54.4%). Conclusioni Dai dati emerge che 6 specie microbiche sono responsabili di circa il 70% delle infezioni e che S. Aureus e S. Coaugulasi-negativi ne causano circa il 31.5%. La copertura antibiotica iniziale dovrebbe sempre includere lo S. Aureus e i Gram-negativi. – 42 – P14 PERCORSO ASSISTENZIALE INTEGRATO TRA OSPEDALE E TERRITORIO PER LA GESTIONE DEL PIEDE DIABETICO NEL DISTRETTO DI REGGIO EMILIA R. Trianni①; P. Sbordone①; E. Manicardi②; M. Ganassi②; R. Ceci①; D. Gazzotti①; S. Pingani①; P. Romani①; G. Mercati①; S. Romani③; M. Greci③; V. Manicardi①; ❶Servizio Diabetologia,AUSL di Reggio Emilia,Reggio Emilia; ❷SOS Diabetologia,Azienda Ospedaliera S.Maria Nuova,Reggio Emilia; ❸Cure Primarie,AUSL di Reggio Emilia,Reggio Emilia; Le lesioni del Piede Diabetico richiedono un team competente e rapidità di intervento in caso di piede infetto. Il Servizio di Diabetologia di Reggio Emilia è territoriale, inserito nel Dipartimento Cure Primarie dell`AUSL, gestisce 7.200 diabetici che hanno l`ospedale di riferimento nella AoSMN della città. Per affrontare con appropriatezza le lesioni del piede diabetico è stato costruito un PDTA che coinvolge professionisti di entrambe le Aziende Sanitarie:servizio di diabetologia territoriale(SDT),servizio infermieristico territoriale(SIT),podologo,team diabetologico ospedaliero(TDO). Il SDT effettua attività di educazione di gruppo,ed ha attivato un ambulatorio settimanale per il piede diabetico, istituita una fascia oraria per le urgenze: vengono valutate le lesioni acute, fatte medicazioni e debridment,poi i pazienti vengono affidati agli infermieri del SIT,che proseguono le medicazioni fino a guarigione.In caso di piede infetto o di situazioni critiche che richiedono ter antibiotica ev, approccio chirurgico alla lesione,il SDT invia direttamente in urgenza il paziente al TDO,che ha letti dedicati e riceve le urgenze con accesso diretto.Risolta la fase acuta,il paziente viene riaffidato al SDT e al SIT,riducendo i tempi di degenza.Il PDTA è stato approvato da entrambe le Aziende Sanitarie ed è attivo da oltre un anno.Nel 2014 sono stati presi in carico per Piede Diabetico 220 pazienti(di cui 137 con ulcere in atto), sono state eseguite 465 medicazioni e le restanti sono state assegnate al SIT fino a guarigione;1 paziente ha subito una amputazione maggiore e 29 amputazioni minori;27 presentavano piede vascolare,33 neuropatico,10 deformità;18 pazienti sono stati inviati in urgenza al TDO per lesioni complesse.Il podologo ha valutato oltre 600 pazienti. Conclusioni: un percorso integrato ospedale-territorio per il piede diabetico assicura la presa in carico dei pazienti dalla prevenzione alla guarigione delle lesioni,la appropriatezza delle prestazioni e la continuità assistenziale ospedale-territorio. – 43 – P15 ISOLAMENTI BATTERICI IN DIABETICI RICOVERATI PER LESIONI COMPLICATE AGLI ARTI INFERIORI IN UN CENTRO PER LA CURA DEL PIEDE DIABETICO L. DALLA PAOLA①; A. CARONE①; M. C. PRINCIPATO①; L. VASILACHE①; M. PATTAVINA①; ❶UO PER IL TRATTAMENTO PIEDE DIABETICO,MARIA CECILIA HOSPITAL GVM CARE AND RESEARCH,COTIGNOLA; Introduzione Il Diabete Mellito è una malattia cronica con che presenta progressive complicanze croniche d`organo. L`infezione di lesioni che insorgono a livello dei piedi è una delle più impegnative complicanze che può condurre ad una amputazione d`arto. Abbiamo analizzato gli isolamenti microbiologici in pazienti con piede diabetico infetto ricoverati presso il nostro Centro specializzato nel trattamento del piede diabetico. Materiali e Metodi Da gennaio 2013 a dicembre 203, sono stati analizzati 984 campioni tissutali ottenuti dai pazienti ricoverati. Lo staging clinico di infezione era moderato-severa in accordo con la classificazione IDSA (Infectious Disease Society of America) ovvero grado 3-4 in accordo con la classificazione PEDIS. Risultati I più comuni microorganismi isolati sono stati: Staphylococcus aureus (SA) (26%), Pseudomonas aeruginosa (PA) (17%) , Staphylococcus epidermidis (17%), Proteus mirabilis (PM) (5%), Staphylococcus intermedius (5%), Escherichia coli (EC)(4%), Enterococcus cloacae (3%), Enterococcus faecalis (3%) e Klebsiella pneumoniae (KP) (2%) Altri (18%). Nella nostra casistica il 61.6% degli SA era meticillino-resistente, con una elevata sensibilità a vancomicina, daptomicina, linezolid e teicoplanina. Dopo lo SA il secondo isolamento è stato ad appannaggio dello PA che presentava una elevata sensibilità alla colistina. Riguardo agli altri ceppi gram-negativi, l` EC, la KP ed il PM hanno dimostrato un elevato grado di sensibilità all`ertapenem e tigeciclina. Conclusioni Gli isolamenti microbiologici ottenuti nella popolazione studiata è in accordo con i dati della letteratura. Il trattamento dei quadri infettivi del piede diabetico richiede usualmente un trattamento combinato che prevede una terapia antibiotica mirata sugli isolamenti microbiologici ed un idoneo trattamento chirurgico di bonifica sia dei tessuti molli che dell`osso coinvolto. Una analisi microbiologica accurata è imperativa per una appropriata terapia antibiotica. – 44 – P16 SCREENING DEL PIEDE NELLA MALATTIA DIABETICA: CONFRONTO TRA ESAME CLINICO E CONSAPEVOLEZZA DI CURA DEL PAZIENTE A. Di Paolo①; D. Bloise①; ❶ASl RM H,Presidio ospedaliero San Giuseppe,Marino; Le lesioni del piede, complicanza invalidante del diabete, sono tuttora frequenti, comportano un grave limite nella vita del paziente e un alto onere economico per il sistema sanitario. La neuropatia sensitiva (NS) e/o l`arteriopatia periferica (AOP) agli arti inferiori sono le complicanze predisponenti allo sviluppo delle ulcere, per evitarne la comparsa i pazienti "complicati" devono essere educati alla cura del piede. L`obiettivo dello studio è stato analizzare il grado di consapevolezza nella cura dei piedi da parte dei pazienti "complicati" confrontando i dati del questionario autocompilato con i dati dello screening eseguito dal podologo. In 1 anno, 158 pazienti in visita presso l`ambulatorio di diabetologia del distretto, con durata di malattia ≥ 10 anni, sono stati sottoposti allo screening del piede. Prima della visita, ogni persona ha compilato un questionario di autovalutazione sulle conoscenze riguardo la cura del piede. La visita ha compreso il Michigan Neuropathy Screening Instrument e i test clinico-strumentali secondo le linee guida. Dai dati del questionario risulta che l`89% dei pazienti è seguito in diabetologia da più di 5 anni, le conoscenze riguardo la cura dei piedi sono irregolari e a volte insufficienti; il 39% dei pazienti esprime l`esigenza di ricevere maggiori informazioni. I pazienti con classe di rischio ≥1 per ulcere (presenza di NS o di AOP, no ulcere) sono il 51%, di questi il 77% presenta lesioni pre-ulcerative (callosità, distrofie ungueali, macerazioni) e nel 5% (4 casi) dei pazienti sono state scoperte ulcere che la persona ignorava di avere. Il 72% dei pazienti con lesioni pre-ulcerative riconosciute alla visita afferma di non avere nessun problema ai piedi, il 45% riporta comportamenti di cura "altamente a rischio" (uso di tronchesine, forbici). Da quest`analisi emerge la necessità di interventi di educazione terapeutica mirati per la cura del piede per i pazienti "complicati" e si evidenzia quanto sia un bisogno avvertito dai pazienti stessi. Inoltre lo screening strutturato permette gli approfondimenti diagnostici e la selezione dei pazienti che realmente necessitano di educazione, calzature e di ortesi per la prevenzione. – 45 – P17 VALUTAZIONE DELLE PRESSIONI PLANTARI IN PAZIENTI DIABETICI IN DIVERSE CLASSI DI RISCHIO : RISULTATI PRELIMINARI V. SASSONE②; R. VERGARA②; G. VITAGLIANO①; G. NOSSO①; G. SALDALAMACCHIA①; ❶MEDICINA CLINICA E CHIRURGIA,AZIENDA OSPEDALIERA UNIVERSITARIA POLICLINICO "FEDERICO II " UNIVERSITA` DI NAPOLI,NAPOLI; Introduzione e scopo: Benché la neuropatia rappresenti la "conditio sine qua non" per la genesi di una lesione ulcerativa, lo stress meccanico riveste un ruolo patogenetico importante nello sviluppo di un`ulcerazione; pertanto la valutazione della distribuzione delle pressioni plantari è attualmente considerata un`importante strumento di quantificazione del rischio di ulcerazione e/o re-ulcerazione. L`obiettivo del presente studio è quello di misurare le pressioni plantari in pazienti diabetici in diverse classi di rischio e di rivalutarne l`esito ad un anno. Metodi: quattordici pazienti affetti da diabete mellito tipo 2 (età: 63±7 anni; durata diabete: 15±10 anni) in diverse classi di rischio di ulcerazione sono stati sottoposti a valutazione delle pressioni distali mediante sistema Novel Pedar (utilizzato in caso di pazienti in prevenzione primaria) e Optima Sense (utilizzato in prevenzione secondaria) al tempo 0 (T0) e dopo 12 mesi (T1).Dove necessario, è stato prescritto utilizzo di ortesi e calzature specifiche. Risultati: al T0, 6 pazienti erano in prevenzione primaria (classe di rischio 1), 3 soggetti erano in prevenzione secondaria (re-ulcerazione, classe di rischio 2) e 5 pazienti presentavano ulcere in atto (classe di rischio 3). Circa il 70% dei soggetti ha utilizzato correttamente, durante tutto il periodo di follow-up,le ortesi specifiche prescritte. La pressione plantare media registrata al T0 è stata di 258±125kilopascal) e si riduceva significativamentedopo 12 mesi (203±95 kilopascal p=0.03). Dopo un anno, tutti i soggetti nelle classi di rischio 2 e 3 presentavano assenza di lesioni ulcerative; nessuna nuova lesione è stata diagnosticata durante il periodo di follow-up. Conclusioni: I nostri dati, seppur preliminari, documentano che la valutazione delle pressioni plantari si rivela un valido supporto all`individuazione del corretto intervento preventivo/terapeutico del piede diabetico. Emerge una nuova era nella medicina del piede diabetico, la classificazione della distribuzione delle pressioni plantari assume un significato nel determinare un corretto intervento preventivo/terapeutico del piede diabetico. – 46 – P18 Analisi dei costi sanitari del management ambulatoriale del piede diabetico in ospedale e progetto di assistenza basato sull`intensità di cure M. S. Aliquò①; S. Giordano①; P. Guzzetta①; G. Mamone①; G. Canzoneri①; R. Di Franco ①; R. Pinto①; ❶U.O.S.D. CURA PIEDE DIABETICO,ARNAS Civico,Palermo; Introduzione:Dati dell`Osservatorio ARNO Diabete mostrano che il diabete occupa il secondo posto tra le patologie per i più alti costi diretti: per ogni diabetico spendiamo 2756 € l`anno, contro i 1545 spesi per chi non ha il diabete. Circa 1600 € derivano dai ricoveri, che sono circa l`80 % in più rispetto a chi non ha diabete. Le amputazioni nei pazienti diabetici, sono cinque volte più frequenti. Scopo del lavoro: valutare i costi di un team multidisciplinare per la gestione ambulatoriale del piede diabetico in ospedale. Metodi: è stata fatta una analisi dei costi relativi al personale coinvolto nella cura del piede diabetico, al materiale impiegato per le medicazioni, alle analisi strumentali e di laboratorio eseguite, alle terapie antibiotiche praticate. Il costo di gestione ambulatoriale e` stato confrontato con il costo di gestione in degenza ospedaliera. E` stato inoltre ideato un percorso di rete assistenziale intraospedaliero ed ospedale-territorio basato sull`intensità di cure che consente il follow-up del paziente e la razionalizzazione delle risorse. Conclusione: la gestione ambulatoriale della cura del piede diabetico da parte di un team multidisciplinare e` economicamente vantaggiosa, efficace e può ridurre il numero di ricoveri nel paziente con piede diabetico con risparmio per il SSN. – 47 – VALUTAZIONE DELLA FUNZIONE SUDOMOTORIA MEDIANTE NEUROPAD COME P19 METODO DI SCREENING DELLA NEUROPATIA AUTONOMICA CARDIOVASCOLARE VALUTAZIONE DELLA FUNZIONE SUDOMOTORIA MEDIANTE NEUROPAD COME METODO DI SCREENING DELLA NEUROPATIA AUTONOMICA CARDIOVASCOLARE S. Cordone①; A. Salzo①; S. Di Vincenzo①; L. Cocco①; F. Di Ponte①; A. Aiello①; S. Cordone①; A. Salzo①; S. Di Vincenzo①; L. Cocco①; F. Di Ponte①; A. Aiello①; ❶U.O.C Diabetologia-Endocrinologia,P.O "Cardarelli" Azienda Sanitaria Regionale Molise,Campobasso; ❶U.O.C Diabetologia-Endocrinologia,P.O "Cardarelli" Azienda Sanitaria Regionale Molise,Campobasso; Background Il Neuropad (NP) è un test di screening per la polineuropatia periferica diabetica e dai risultati di alcuni studi anche della neuropatia autonomica cardiovascolare (CAN). Background Obiettivo dello studio Il Neuropad (NP) è un test di screening polineuropatia e dai Valutare le prestazioni del NP rispetto aiper testladi Ewing per lo periferica screening diabetica della CAN. risultati diealcuni studi anche della neuropatia autonomica cardiovascolare (CAN). Materiale metodi Obiettivo dello studio afferenti al nostro centro sono stati selezionati e sottoposti ai test di Pazienti (pz) diabetici Valutare le prestazioni NP rispetto test di Ewing lo screening CAN. Ewing : Deep Breathingdel (DB), Lying toaiStanding (LS),per Cought test (CT)della e Postural Materiale e metodi Hypotension (PH) e a valutazione della funzione sudomotoria mediante NP applicato alla Pazienti diabetici nostro le centro sono statitraselezionati e sottoposti aiè test pianta dei(pz) piedi per 10 afferenti min. Per al studiare concordanze variabili dicotomiche, statodi Ewing Deep Breathing (DB), Lying to Standing (LS), Cought test (CT) e Postural usato il:test McNemar. Hypotension (PH) e a valutazione della funzione sudomotoria mediante NP applicato alla Risultati pianta dei piedi per 10i min. Per studiare le concordanze tra variabili dicotomiche, stato 20 pz hanno eseguito test neuroautonomici, il 25% è risultato positivo ad 1 test, ilè 15 % usato il test McNemar. a 2 test, nessun pz è risultato positivo a 3 test o all`intera serie, suggerendo una neuropatia Risultati autonomica cardiaca precoce non sintomatica. Nel campione di 20 pz che hanno eseguito 20 pz hanno eseguito i test neuroautonomici, il 25% risultato positivo il 15 % almeno un test neuroautonomico, NP è stato in gradoèdi riconoscere 4 suad5 1pztest, affetti a(sensiblità 2 test, nessun pzriconoscendo è risultato positivo 3 test 8o su all`intera serie, suggerendo neuropatia 80 %), come apositvi 15 pz negativi (specificitàuna 46%). autonomica cardiaca non sintomatica. di 20 che predittivo hanno eseguito L`Accuratezza (Acc) precoce del dispositivo è risultataNel del campione 55 %, mentre il pz valore almeno test neuroautonomico, NP è statonegativo in grado (NPV) di riconoscere 4 su 5Non pz affetti positivoun (PPV) è del 33%, valore predittivo è del 87,5%. è stata (sensiblità riconoscendo come positvisignificativa 8 su 15 pz negativi (specificità 46%). riscontrata 80 una%), concordanza statisticamente tra la neuropatia autonomica L`Accuratezza (Acc) è risultata 55 %, mentre il valore predittivo diabetica, rilevata dai del testdispositivo neuroautonomici, e ladel funzione sudomotoria, rilevata da NP positivo è del 33%, valore negativo (NPV) è del 87,5%. Nonrisultate è stata (p-value (PPV) 0,04). La sens, spec, PPVpredittivo e NPV del NP rispetto ai singoli test sono riscontrata una concordanza statisticamente tra l`Acc la neuropatia autonomica essere rispettivamente: per DB 66,7%, 40%,significativa 18,2%, 85,7%, de 44 %; per CT 100%, diabetica, rilevata daiquest`ultimo test neuroautonomici, la funzione sudomotoria, da NP al 47%, 18,2%, 100%, influenzatoe dall`assenza di pz psitivi alrilevata test e negativi (p-value La sens, PPV e 47%, NPV del NP rispetto ai singoli testinfluenzato sono risultate NP, l`Acc0,04). del 44,4%; perspec, PH 100%, 18,2%, 100%, quest`ultimo essere rispettivamente: peraDB 40%, 85,7%, l`Accper deLS 44non %; per CT 100%, dall`assenza di pz positivi test66,7%, e negativi al 18,2%, NP, l`Acc de 44%; è stato 47%, 18,2%, 100%, quest`ultimo influenzato di pz psitivi test eenegativi possibile valutare la sens e PPV, per assenza ddall`assenza pz positivi sia al test sia al all`NP la spec al NP, l`Acc del83,3%, 44,4%;l`Acc per PH 33,3%, NPV del100%, 31,3%47%, 18,2%, 100%, quest`ultimo influenzato dall`assenza Conclusioni di pz positivi a test e negativi al NP, l`Acc de 44%; per LS non è stato possibile valutare la sens e PPV, per pz positivi sia al test sia e la specla Nel rilevare la CAN il dispositivo NPassenza mostra dperformance moderate, maall`NP suddividendo 33,3%, NPV in 83,3%, l`Acc del 31,3% popolazione oggetto in base alla durata di malattia è stato osservato che nei pz Conclusioni neodiagnosticati vs pz in follow-up, NP presenta migliore spec (57 vs 28%), e Acc (55 vs Nel rilevare CAN il dispositivo NP migliore mostra performance ma suddividendo 50%), mentrelane gruppo al follow-up sens (100 vsmoderate, 50%); in base al range di la popolazione in oggetto base alla vs durata di malattia èNP stato osservato che sens nei pz HbA1c, per valori ≥ 54 in mmol/mol ≤54 mmol/mol, mostra migliore (100 vs 50 neodiagnosticati vs pz l`Acc in follow-up, presenta migliore specNPV (57 (100 vs 28%), e Acc (55 vs %), spec (57 vs 37%), (70 vs 40NP %), PPV (50 vs 16 %), vs 75%). 50%), mentre ne gruppo al follow-up migliore sens (100 vs 50%); in base al range di HbA1c, per valori ≥ 54 mmol/mol vs ≤54 mmol/mol, NP mostra migliore sens (100 vs 50 – 48 – %), spec (57 vs 37%), l`Acc (70 vs 40 %), PPV (50 vs 16 %), NPV (100 vs 75%). P20 ASPETTI MICROBIOLOGICI DELLE ULCERE PROFONDE INFETTE NEL PIEDE DIABETICO DOPO DEBRIDEMENT CHIRURGICO P. Galenda①; S. Madaschi①; N. Valerio①; V. Gallicchio①; C. Cisale①; D. Colli①; R. Ferraresi②; C. M. Caravaggi①; ❶Centri di Terapia del Piede Diabetico, Endocrinologia e Diabetologia,Humanitas-Gavazzeni,Bergamo; ❷LaboratorioC. di Cisale①; Emodinamica,Humanitas P. Galenda①; S. Madaschi①; N. Valerio①; V. Gallicchio①; D. Colli①; R. Gavazzeni,Bergamo; Ferraresi②; C. M. Caravaggi①; L`identificazione della flora microbica, oltre ad essere un indagine utile al trattamento polichemioterapico mirato delle ulcere infette, consente l`analisi epidemiologica delle ❶Centri di Terapia del Piede Diabetico, Endocrinologia e infezioni ai piedi nella popolazione afferente al❷Laboratorio proprio centro. clinici e documenti di Diabetologia,Humanitas-Gavazzeni,Bergamo; di Studi Emodinamica,Humanitas consenso documentano la presenza di flora polimicrobica il cui ruolo patogeno non appare Gavazzeni,Bergamo; ancora chiaro. L`obiettivo di questo studio è quello di verificare la residua presenza di germi ed il loro ruolo in soggetti diabetici sottoposti a drenaggio chirurgico aggressivo di L`identificazione infezioni ai piedi. della flora microbica, oltre ad essere un indagine utile al trattamento polichemioterapico delleseguiti ulcereeinfette, epidemiologica delle Materiali e metodi: mirato Sono stati raccolticonsente i dati di l`analisi 50 soggetti diabetici sottoposti infezioni ai piedi nella popolazione afferente proprio centro. Studi ai clinici documenti consecutivamente a trattamento chirurgico di al ulcere infette profonde piedieed esame di consenso documentano laresidui. presenzaLedilesioni flora polimicrobica il cui ruolo patogeno non appare microbiologico su tessuti sono state stadiate secondo criteri della Texas ancora chiaro. L`obiettivoed diilquesto studio è quello di verificare la residua presenza di University Classification sistema PEDIS-IDSA germi ed il loro: ruolo in2D soggetti diabetici sottoposti T.U.C (N=50) 2B (3), (1), 3B (24), 3D (22). a drenaggio chirurgico aggressivo di infezioni ai piedi. PEDIS (N=50): 1 (0), 2 (4), 3 (35), 4 (11) Materiali e metodi: Sono stati seguiti e raccoltiini urgenza dati di 50o soggetti sottoposti Tutti pazienti sono stati sottoposti a drenaggio urgenza diabetici differita dell`infezione consecutivamente trattamento chirurgico ulcere infette profonde ed esame in sala operatoria, afino ad osservare tessutidi macroscopicamente "sani"ai piedi dai quali è stato microbiologico su tessuti lesioni sono state stadiate secondosono criteri Texas prelevato un campione perresidui. esame Le microbiologico. I pazienti ischemici statidella sottoposti Classification ed il sistema aUniversity tentativo di rivascolarizzazione. DopoPEDIS-IDSA defervescenza dei segni di infezione è stato T.U.C (N=50) : 2B chirurgico (3), 2D (1),ricostruttivo. 3B (24), 3D Dimessi (22). in cura ambulatoriale dopo un periodo eseguito intervento PEDIS (N=50):minimo 1 (0), 2di(4), 3 (35), 4 (11) postoperatorio 3 giorni. Tutti pazientiperiodo sono stati sottoposti a drenaggio in urgenza urgenzadidifferita dell`infezione Risultati:Nel postoperatorio non sono emersi segnio clinici riacutizzazione in sala operatoria, fino ad osservare macroscopicamente "sani"didai quali èinstato dell`infezione. L`esame colturale hatessuti documentato presenza e crescita 1 germe 34 casi prelevato un10 campione per 3esame pazienti ischemici stati sottoposti (68%), 2 in casi (20%), o piùmicrobiologico. in 3 casi (6%). EI risultato negativo insono 3 soggetti (6%). In a4 tentativo di rivascolarizzazione. Dopo per defervescenza deisetticemia segni di infezione è stato di 5 pazienti sottoposti ad emocoltura concomitante è stata osservata eseguito intervento chirurgico ricostruttivo. Dimessi in curanel ambulatoriale dopo un periodo crescita batterica dello stesso microorganismo identificato piede. La flora microbica è postoperatorio di 3 giorni. rappresentata daminimo Stafilococchi aurei nel 44% delle colture, di cui 60% meticillinoresistenti, Risultati:Nel periodo non sono clinici di fecali riacutizzazione Corynebatteriacee nelpostoperatorio 20%, Pseudomonas Aer.emersi 10%, segni Enterococchi 10%, Serratie dell`infezione. L`esame ha documentato presenza e crescita di 1 germe in 34 casi 10%, Streptococchi 6%, colturale meno frequente la presenza di Proteus m. Candida ed altre (68%), 2 in 10 casiAll`analisi (20%), 3 ostatistica più in 3 ilcasi (6%). Edirisultato negativo soggetti (6%). In enterobatteriacee. riscontro stafilococco aureoine3corynebatteriacee 4è stato di 5 pazienti sottoposti emocoltura per concomitante setticemia stata stati osservata più frequente nelleadulcere ischemiche. Gli enterochocchi fecaliè sono riscontrati crescita batterica nelle dello infezioni stesso microorganismo identificato nel piede. La flora microbica è prevalentemente gravi ed associati ad interventi più invasivi. rappresentata da trattamento Stafilococchi aurei neltempestivo 44% delle colture, di cuiprofonde 60% meticillinoresistenti, Conclusioni:Un chirurgico delle lesioni infette è risultato Corynebatteriacee 20%,clinici Pseudomonas Aer.nonostante 10%, Enterococchi 10%, su Serratie efficace nel trattare nel i segni di infezione la presenzafecali microbica tessuti 10%, Streptococchi 6%, meno frequente la presenzaladipresenza Proteus di m.flora Candida ed altre in residui. Le indagini microbiologiche documentano polimicrobica enterobatteriacee. All`analisi statistica il riscontro di stafilococco aureo e corynebatteriacee meno di un terzo dei casi, verosimilmente la rimozione della massa di tessuti infetti èconsente stato piùdifrequente nelle ulcerepatogeno. ischemiche. Gli enterochocchi fecali sono stati riscontrati evidenziare il reale Mediante identificazione della flora microbica e prevalentemente nelle con infezioni gravi edcaratteristiche associati ad interventi piùpossono invasivi.essere condivisi della sua correlazione determinate delle ulcere, Conclusioni:Un trattamento chirurgico tempestivo delle lesioni profonde infette è risultato protocolli chemioterapici empirici orientati al trattamento dei germi di più frequente efficace riscontro.nel trattare i segni clinici di infezione nonostante la presenza microbica su tessuti residui. Le indagini microbiologiche documentano la presenza di flora polimicrobica in meno di un terzo dei casi, verosimilmente la della massa di tessuti infetti – rimozione 49 – consente di evidenziare il reale patogeno. Mediante identificazione della flora microbica e P21 LA LDL-AFERESI NEL TRATTAMENTO DEL PIEDE DIABETICO ISCHEMICO. DATI PRELIMINARI DELLO STUDIO HADIF D. Donini①; V. Stoico①; L. Salvotelli①; E. Brocco②; M. Messa①; M. Franchini③; E. Capuzzo③; F. Saggiani④; V. Pugni⑤; E. Manicardi⑤; R. Baricchi⑥; R. Anichini⑦; A. Tedeschi⑦; G. D`Alessandri⑧; E. Bonora①; M. G. Zenti①; ❶DAI Medico generale,AOUIVerona,Verona; ❷Unita` trattamento Piede Diabetico,Policlinico di Abano,Abano Terme; ❸Immunoematologia e trasfusionale,AOPOMA,Mantova; ❹Dipartimento Medico,AOPOMA,Mantova; ❺ Diabetologia,ASMN,Reggio Emilia; ❻Medicina trasfusionale,ASMN,Reggio Emilia; ❼ Diabetologia,Ospedale Pistoia,Pistoia; ❽Immunoematologia e Trasfusionale,Ospedale Pistoia,Pistoia; Introduzione : Il piede diabetico (PD), è una severa complicanza del diabete che riguarda in genere pazienti fragili con lunga durata di malattia e cardiovasculopatia, che riconosce come principali fattori patogenetici l`arteriopatia periferica e le alterazione del microcircolo. Numerose evidenze hanno documentato che la LDL-aferesi (LA) promuove il miglioramento della funzione del microcircolo, con aumento della perfusione dei tessuti periferici e pertanto trova indicazione nel trattamento del piede diabetico ischemico. Scopo: Verificare in uno studio clinico randomizzato, multicentrico, prospettico, l`effetto del trattamento con LA in aggiunta alla terapia tradizionale sulla guarigione delle ulcere, in pazienti con PD ischemico e vasculopatia periferica non rivascolarizzabile. Metodi: Sono stati arruolati 11 pazienti (6 a VR, 2 a RE, 2 a PT, 1 a MN). Di questi, 5 pazienti presentavano una coronaropatia pre-esistente all`arruolamento. 6 pazienti sono stati randomizzati al trattamento con LA in associazione alla terapia medica tradizionale (TT+LA),5 al trattamento tradizionale (TT). La LA è stata eseguita con sistema HELP: 10 sessioni in 9 settimane. Risultati: Degli 11 pazienti arruolati, 9M, 2F, età media 71 aa (range 50-80 aa), 7 presentavano ulcere di classe Texas III e 4 di classe Texas I. 5 pazienti hanno completato lo studio: 2 del braccio TT e 3 del braccio TT+LA. La guarigione si è ottenuta in 3 pazienti (1 paz in TT e 2 paz in TT+LA). Nel corso dello studio si sono verificati 3 drop-out (2 per nuovo evento cardiovascolare e 1 per nuovo tentativo di PTA). 3 pazienti stanno completando lo studio. Come atteso, la misura dell`ossimetria transcutanea (TcPO2), ha presentato un trend favorevole nei pazienti trattati con LA rispetto al gruppo controllo (TT: TcPO2 V0=31.6; V1=24,8; V2=23.5mmHg. TT+LA: TcPO2 V0=34,0; V1=38,8; V2=40.4mmHg). Conclusioni: Questi dati preliminari, in soggetti ad elevatissimo rischio cardiovascolare, mostrano nel gruppo sottoposto ad LA, il miglioramento della tensione cutanea di ossigeno, indice del potenziale riparativo della lesione ischemica. – 50 – ESPERIENZA DI UN CENTRO CATANESE PER LA CURA DEL PIEDE DIABETICO P22 IN OTTO ANNI DI ATTIVITA` (2007-2014). ESPERIENZA DI UN CENTRO CATANESE PER LA CURA DEL PIEDE DIABETICO IN OTTO ANNI DI ATTIVITA` (2007-2014). C. Licciardello①; M. Murabito②; M. Magnano③; G. Mascena④; C. Finocchiaro①; C. Licciardello①; M. Murabito②; M. Magnano③; G. Mascena④; C. Finocchiaro①; ❶UFC Malattie Disendocrine e Dismetaboliche,Centro Catanese di Medicina e Chirurgia,Catania; ❷Dipartimento di Chirurgia Generale,Centro Catanese di Medicina e Chirurgia,Catania; ❸Radiologia Interventistica,Centro Catanese ❶UFC Malattie Disendocrine e Dismetaboliche,Centro CatanesedidiMedicina Medicinaee Chirurgica,Catania; ❹Laboratorio Analisi,Centro Catanese di Medicina e Chirurgia,catania; Chirurgia,Catania; ❷Dipartimento di Chirurgia Generale,Centro Catanese di Medicina e Chirurgia,Catania; ❸Radiologia Interventistica,Centro Catanese di Medicina e INTRODUZIONE: piede diabetico rappresenta Catanese a tutt`oggidiun`emergenza sanitaria; nel Chirurgica,Catania; Il ❹Laboratorio Analisi,Centro Medicina e Chirurgia,catania; catanese i pazienti diabetici sono circa 100 mila e un numero troppo elevato di questi individui presenta ulcere deldiabetico piede, con conseguente rischio diun`emergenza amputazione.sanitaria; Negli ultimi INTRODUZIONE: Il piede rappresenta a tutt`oggi nel anni in Sicilia il numero di amputazioni maggiori costantetroppo diminuizione, catanese i pazienti diabetici sono circa 100 mila e èuninnumero elevato digrazie questianche all`attivitàpresenta del gruppo di studio SID-AMD per la curarischio del Piede Diabetico. OBIETTIVO: individui ulcere del piede, con conseguente di amputazione. Negli ultimi Valutare i risultati dell`approccio multidisciplinare podologo, infermiere anni in Sicilia il numero di amputazioni maggiori è (diabetologo, in costante diminuizione, grazie anche dedicato, del di piede, microbiologo, radiologo in pazienti diabetici all`attivitàchirurgo del gruppo studio SID-AMD per la cura interventista) del Piede Diabetico. OBIETTIVO: afferenti del Piedemultidisciplinare Diabetico del Centro Catanesepodologo, di Medicina e Chirurgia Valutare all`ambulatorio i risultati dell`approccio (diabetologo, infermiere In 8 anniindipazienti attività diabetici sono state nel periodo tra il 2007 e il 2014. METODI Eradiologo RISULTATI: dedicato, chirurgo del piede, microbiologo, interventista) effettuateall`ambulatorio 9647 prestazioni e valutati 5624 Catanese pazienti diabetici (2584 uomini e afferenti delambulatoriali Piede Diabetico del Centro di Medicina e Chirurgia 3040 donne,tra etàil65±9 durata del diabete 18±8 anni, HbA1c 8.7±2%). Di tali pazienti nel periodo 2007 anni, e il 2014. METODI E RISULTATI: In 8 anni di attività sono state il 67.4% presenta lesioni delambulatoriali piede, mentre il restante 32.6% non evidenzia alcunauomini e effettuate 9647 prestazioni e valutati 5624 pazienti diabetici (2584 alterazione il 25.7% pazienti è affetto da neuropatia periferica 3040 donne,obiettiva; età 65±9inoltre anni, durata del dei diabete 18±8 anni, HbA1c 8.7±2%). Di tali pazienti (diagnosticata mediante e monofilamento), mentre il 13.9% risulta il 67.4% presenta lesionibiotesiometria del piede, mentre il restante 32.6% non evidenzia alcuna caratterizzato da vasculopatia (ABI, doppler arti inferiori, ossimetria alterazione obiettiva; inoltre ilperiferca 25.7% dei pazienti è affetto da neuropatia periferica transcutanea). Imediante pazienti biotesiometria affetti da lesioni risultano essere 2175 (74.1% dellerisulta lesioni totali): (diagnosticata e monofilamento), mentre il 13.9% tali lesioni sono neuropatiche (54%); arti le ulcere neuro-ischemiche sono il caratterizzato daprevalentemente vasculopatia periferca (ABI, doppler inferiori, ossimetria 34 %, mentre quelle esclusivamente ischemiche rappresentano il 12 %;delle il 63 lesioni %delletotali): ulcere transcutanea). I pazienti affetti da lesioni risultano essere 2175 (74.1% sonolesioni infette.sono I pazienti affetti da ulcere neuropatiche vengono confezionando tali prevalentemente neuropatiche (54%); le ulceretrattati neuro-ischemiche sono il apparecchio scarico (TCC) o utilizzando calzatura temporanea resa rimovibile. Dei 34 %, mentrediquelle esclusivamente ischemiche rappresentano il 12 %;non il 63 %delle ulcere pazienti affetti da AOCP, il 64da%ulcere presentava indicazione ad effettuare intervento di sono infette. I pazienti affetti neuropatiche vengono trattati confezionando rivascolarizzazione (TASC 2007); sono staticalzatura pertanto temporanea effettuati 784 esami e apparecchio di scarico (TCC) o utilizzando resa non arteriografici rimovibile. Dei contestuali 623da PTA (distretto 8%, femorale 12%, tronco tibio-peroneale pazienti affetti AOCP, il 64 iliaco % presentava indicazione ad effettuare intervento24%, di tibiale 36%, interossea 20%), mentre il 9%sono dei stati pazienti è stato inviato 784 al chirurgo vascolare pereil rivascolarizzazione (TASC 2007); pertanto effettuati esami arteriografici confezionamento del (distretto by-pass. Sono effettuati 22 amputazioni maggiori e 205 contestuali 623 PTA iliacostati 8%,infine femorale 12%, tronco tibio-peroneale 24%, tibiale amputazioni minori. CONCLUSIONI: spesso sostenuto, in chirurgo maniera probabilmente 36%, interossea 20%), mentre il 9% deiViene pazienti è stato inviato al vascolare per il superficiale, che indel Sicilia il numero di amputazioni sia in22costante aumento; in realtà confezionamento by-pass. Sono stati infine effettuati amputazioni maggiori e 205 questo dato èminori. riferito CONCLUSIONI: prevalentemente alle amputazioni minori che, invece,probabilmente rappresentano amputazioni Viene spesso sostenuto, in maniera in molti casi che un salvataggio strategia bensia coordinata, precoce e in realtà superficiale, in Sicilia il d`arto. numeroUna di amputazioni in costante aumento; multidisciplinare puòprevalentemente ridurre considerevolmente il rischio di amputazione e il questo dato è riferito alle amputazioni minori che, invece,maggiore rappresentano tempo guarigione delle ulcere; si traduce, oltre che in precoce un miglioramento della in moltidicasi un salvataggio d`arto.tutto Unaciò strategia ben coordinata, e durata e della qualità dei considerevolmente pazienti, in un vantaggio economico per la spesa sanitaria: multidisciplinare può vita ridurre il rischio di amputazione maggiore e il ai costi dei dei ricoveri per amputazione devonooltre infatti i costi indiretti tempo di DRG guarigione delle ulcere; tutto ciò sisitraduce, cheaggiungere in un miglioramento della (assenza dal lavoro, durata e della qualitàfarmaci vita deiecc.). pazienti, in un vantaggio economico per la spesa sanitaria: ai costi dei DRG dei ricoveri per amputazione si devono infatti aggiungere i costi indiretti (assenza dal lavoro, farmaci ecc.). – 51 – P23 Efficacia del Fluorexin come trattamento topico nei pazienti diabetici con ulcere sovrainfettate da Candida spp C. Di Campli①; M. C. Collina①; L. Mancini①; S. Furgiuele①; ❶chirurgia vascolare saltataggio d`arto e piede diabetico,IDI.IRCCS,Roma; Introduzione e scopo: la sovrapposizione infettiva da Candida spp in ulcere infette di pazienti diabetici costituisce un fattore di rischio importante, che può peggiorare la prognosi di questi pazienti, soprattutto in caso di positività del tampone colturale per Staphilococcus spp. In particolare in questi pazienti che in genere sono in dialisi, o sotto terapia antibiotica prolungata, non sempre è facile associare terapie antifungine sistemiche e l`impiego di prodotti di medicazioni specifici ed efficaci può rilevarsi molto utile. Il Fluorexin (BluFarma srl) è una soluzione che combina quattro prodotti: fluoresceina, uncaria tomentosa, allantoina and Tea tree oil (TTO). Questi agenti hanno una dimostrata azione immunomodulante, antinfiammatoria, antiossidante, antimicrobica e antimicotica (in particolare sulle Enterobacteriaceae, S. mutans, Staphylococcus and Candida spp). Inoltre stimola la crescita dei cheratinociti e la sintesi del collagene. Metodi: abbiamo arruolato 30 diabetici con ulcere Texas II B positive per Candida spp e altre specie batteriche. Tutti i pazienti sono stati trattati con debridement chirurgico e poi assegnati a medicazione standard (garza sterile)o trattamento topico con garza imbevuta di Fluorexin. Abbiamo valutato la percentuale di guarigione a 3 mesi. Risultati: alla fine del periodo di follow up la guarigione si è ottenuta nel 90% dei casi trattati e nel 75% dei controlli. Conclusioni: la medicazione con Fluorexin nei pazienti con tampone positivo per batteri e Candida spp può essere considerato un trattamento aggiuntivo efficace e di basso costo da associare al debridement chirurgico. – 52 – P24 UTILIZZO DI UN SOSTITUTO DERMALE GEL-LIKE: STUDIO DI EFFICACIA IN UNA COORTE DI DIABETICI CON LESIONI COMPLICATE DEGLI ARTI INFERIORI L. DALLA PAOLA①; A. CARONE①; L. VASILACHE①; M. C. PRINCIPATO①; M. PATTAVINA①; ❶UO PER IL TRATTAMENTO PIEDE DIABETICO,MARIA CECILIA HOSPITAL GVM CARE AND RESEARCH,COTIGNOLA; Il trattamento conservativo può essere una sfida terapeutica per i diabetici affetti da lesioni ulcerative degli arti inferiori. In presenza di un progressione della infezione,il drenaggio chirurgico diventa un trattamento essenziale per il salvataggio d`arto. I sostituti dermali sono utilizzati per la copertura delle aree trattate con debridement chirurgico sia in caso di sequestrectomia o amputazione aperta,sia di deiscenza del sito chirurgico. Il sostituto dermale gel-like INTEGRA FLOWABLE Ò è stato sviluppato per essere utilizzato quando la geometria o la localizzazione della lesione non permetta l`uso di sostituti dermali a reticolo tridimensionale. Materiali e Metodi Da giugno 2013 ad ottobre 2014, sono stati consecutivamente arruolati 71 pazienti diabetici con lesioni ulcerative al piede o caviglia. 25 pazienti presentavano lesioni esito di un trattamento amputativo minore aperto, 21 pazienti di un trattamento di sequestrectomia aperta con presenta di esposizione della spongiosa ossea, 10 pazienti presentavano una deiscenza del sito chirurgico e 15 pazienti presentavano lesioni ulcerative primitive profonde. Tutti i pazienti presentavano una stadiazione secondo la classificazione della Università del Texas III B-D. Risultati Il periodo di follow up medio è stato di 184,08±130,09 giorni. 44 (61,97%) pazienti sono guariti con una completa riepitelizzazione della lesione. Di questi, 25 pazienti sono stati trattati con applicazione one step della matrice dermica gel-like e copertura chirurgica con innesto di cute. 4 pazienti sono stati trattati con innesto di cute a distanza dalla applicazione del sostituto dermico. 16 (22,54%) pazienti hanno evidenziato un miglioramento delle condizioni locali della lesione con crescita di efficace tessuto di copertura sulla porzione ossea esposta. 11 (15,49%) pazienti non hanno evidenziato significativo miglioramento delle lesioni in relazione ad una recidiva di ischemia critica o infettiva. Conclusioni L`uso del sostituto dermico INTEGRA FLOWABLEÒ può essere considerato un efficace trattamento per lesioni complicate del piede diabetico se inserito in un programma di trattamento multidisciplinare. – 53 – P25 EFFICACIA E SICUREZZA DELLA RISONANZA MAGNETICA TERAPEUTICA NELLA GESTIONE DELLE LESIONI DEL PIEDE DIABETCO L. Abbruzzese①; G. Bonino①; C. Mattaliano①; C. Goretti①; E. Iacopi①; A. Coppelli①; A. Piaggesi①; ❶Sez. Dip.Piede Diabetico,Dipartimento Area Medica,Azienda Ospedaliero-Universitaria Pisana; Scopo - Recentemente è stata proposta una nuova tecnologia, la risonanza magnetica terapeutica (TMR), per la gestione di una serie di condizioni ulcerative croniche, scopo del nostro studio è stato valutare la sicurezza e l`efficacia della TMR nella gestione delle lesioni del piede diabetico (DF). Metodi - Abbiamo trattato un gruppo di pazienti consecutivi ricoverati nel nostro reparto (Gruppo A - N. 10; età 67.7±18.9 aa, durata del diabete 22.3±6.6 aa, HbA1c 8.1±1.1%, BMI 29.4±2.1 kg/m2) con ampie lesioni post-chirurgiche per DF per due settimane consecutive con un apparecchio per la TMR a bassa intensità (Thereson, Milano, I) in aggiunta al trattamento standard. I pazienti, confrontati con un gruppo di controllo con le stesse caratteristiche (Gruppo B), sono stati successivamente seguiti mensilmente per 6 mesi per valutare il tasso (HR) ed il tempo (HT) di guarigione, la percentuale della lesione coperta da tessuto di granulazione a 3 mesi (GT) ed il numero di eventi avversi. Risultati - HR era del 90% nel Gruppo A and 30% nel Gruppo B (p<0.05); GT era 73.7±13.2% nel Gruppo A vs 51.84±18.77% nel Gruppo B (p<0.05). HT nel Gruppo A era di 84.46±54.38 giorni vs 148.54±78.96 giorni nel Gruppo B (p<0.01). Nessuna differenza nel numero di eventi avversi (5 nel Gruppo A vs 6 nel Gruppo B) veniva registrata nel corso dello studio. Conclusioni - TMR si è dimostrata sicura ed efficace, in aggiunta al rattamento standard, nella gestione delle ampie lesioni post-chirurgiche del piede diabetico. – 54 – P26 ELEVATA PREVALENZA DI DECUBITI DEL TALLONE IN UN OSPEDALE DI TERZO LIVELLO ED INEFFICACIA DI UN INTERVENTO EDUCATIVO NEL RIDURNE L`INCIDENZA M. Pradal①; L. Ambrosini Nobili②; F. Uccelli③; A. Casano②; M. Scateni①; A. Piaggesi②; ❶Direzione Infermieristica,Azienda Ospedaliero-Universitaria Pisana; ❷Sez.Dip.Piede Diabetico,Dipartimento Area Medica,Azienda Ospedaliero-Universitaria Pisana; ❸U.O. Gestione Rischio Clinico,Azienda Ospedaliero-Universitaria Pisana; Scopo - Il tallone rappresenta una frequente localizzazione di lesioni da pressione, e la prima tra i pazienti diabetici. Abbiamo condotto questo studio allo scopo di misurare la frequenza sia dei decubiti primitivi e di quelli jatrogenici del tallone nel nostro ospedale di terzo livello e per valuitare l`efficacia di un rogramma educativo in-service, speciaficamente dedicato lalla prevenzione e al trattamento dei decubiti del tallone. Metodi - Abbiamo screenato prospetticamente tutti i pazienti ricoverati nel nostro ospedale nel periodo compreso tra Marzo ed aprile 2014 alla ricerca di lesioni da decubito del tallone, sia primitive che jatrogeniche. Abbiamo successivamente sottoposto due infermieri per reprto ad un intervento intensificato di formazione per la individuazione preoce e trattamento adeguato delle lesioni nel periodo compreso tra Maggio e Giugno 2014. abbiamo quindi ripetuto lo screening nei mesi di Settembre e Ottobre del 014 per verificare li cambiamenti rispetto al baseline. Risultati - 75 lesioni da decubito su 2730 ricoveri (0.027 lesioni/ricovero) sono stati identificate nei due mesi di screening; il 36% di questi era di natura jtrogenica. Secondo la classificazione EPUAP erano così distribuiti: 32% stadio I; 33.3% stadio II; 25.3% stadio III; and 9.4% stadio IV. Nel periodo successivo alla formazione specifica, nei mesi di Settembre e Ottobre 75 lesioni su 2920 ricoveri (0.026 lesioni/ricovero) sono state registrate; 24% jatrogeniche (c2 = 0.267; p = 0.7305 post- vs pre-); EPUAP staging: 40% stadio I; 37.3% stadio II; 21.3% stadio III; and 1.4% stadio IV (c2 = 5.595; p = 0.133 post- vs pre-). Conclusioni - I nostri dati confermano l`elevata prevalenza delle lesioni da decubito del tallone e della necessità di un intervento prolungato ed articolato per ridurne significativamente la prevalenza tra i pazienti ricoverati. – 55 – P27 Outcomes dell`angioplastica periferica in pz diabetici anziani con ischemia critica C. MIRANDA①; M. CASSIN②; R. NERI②; G. ZANETTE①; R. DA ROS③; ❶SSD Diabetologia,Azienda Ospedaliera S.Maria degli Angeli,Pordenone; ❷SC Cardiologia,Azienda Ospedaliera S.Maria degli Angeli,Pordenone; ❸SS Diabetologia,Ospedale San Polo,Monfalcone; Introduzione. Diversi studi hanno dimostrato che la rivascolarizzazione è in grado di ridurre in maniera significativa il tasso delle amputazioni maggiori in pz diabetici affetti da ischemia critica (CLI) . Scopo Valutare gli outcomes dell`angioplastica periferica in diabetici over 65 anni .Materiali e metodi Abbiamo selezionato una popolazione di 46 pz diabetici over 65 anni sottoposti a PTA perchè affetti da piede diabetico e da ischemia critica , secondo i criteri della TASC del 2007. La procedura di rivascolarizzazione era decisa da un team multidisciplinare ( diabetologo, cardiologo interventista, chirurgo vascolare ) coordinato dal diabetologo.Nel bienno 2012-2013 un totale di 46 pazienti sono stati sottoposti a PTA. L`età media dei pz era 78.6 ±6.37 aa, 31 pz (67.3%) erano maschi . Abbiamo valutato i seguenti outcomes: 1) tasso di salvataggio d`arto ,2) re-ulcerazione e guarigione, 3) amputazioni maggiori e minori, 4) decesso, 5) re-PTA, 6) PTA contro-laterale.Risultati La PTA è stata eseguita su 67 arti inferiori, il 56.7% delle PTA ha interessato arterie sopra il ginocchio , il 28,3% delle PTA arterie sotto il ginocchio, il 14,9% delle PTA arterie sia sopra che sottogenicolate. Dopo un follow-up di 267.5 ±145.1 giorni , i risultati sono i seguenti: 1) il tasso di salvataggio d`arto è stato del 96%, 2) le reulcerazioni sono state il 34,7% (n.16) , il 19,5% ( n.9) dei pz non è guarito 3) 2 pz (4,34%) hanno avuto amputazioni maggiori , 19 pz (41,3% ) amputazioni minori, 4) 2 pz ( 4.34%) sono deceduti , 5) il 34,7% dei pz (n.16) hanno avuto una re-PTA, 6) l`8,7% (n.4) dei pz hanno avuto una PTA controlaterale. Conclusioni La procedura di rivascolarizzazione endoluminale conferma il ruolo positivo della PTA come primo approccio per la rivascolarizzazione anche nei pz anziani con ischemica critica e piede diabetico, anche se spesso è necessario una seconda procedura di PTA per ottenere la guarigione delle lesioni. – 56 – P28 L`ATTIVITA' DELLE METALLOPROTEASI DI MATRICE INFLUENZA L`INTEGRAZIONE DEGLI INNESTI DERMICI NELLE ULCERE DEL PIEDE DIABETICO V. IZZO①; M. MELONI①; E. VAINIERI①; L. GIURATO①; V. RUOTOLO①; L. UCCIOLI①; ❶MEDICINA DEI SISTEMI,POLICLINICO TOR VERGATA,ROMA; SCOPO: L`Obiettivo del nostro studio è stato quello di analizzare l`influenza dell`attività delle metalloproteasi di matrice (mmps) nell`integrazione degli innesti dermici quando applicati nelle ulcere del piede diabetico. MATERIALI E METODI: Da Settembre 2012 a Settembre 2013, 35 pazienti diabetici, con lesioni difinite come A2 secondo la classificazione dell`Università del Texas e con un`ampia perdita di sostanza dopo esteso debridement chirurgico per la rimozione di tessuti infetti o gangrena, sono stati ritenuti idonei per l`applicazione di innesti dermici. Prima dell`arruolamento abbiamo garantito le migliori condizioni locali per favorire la guarigione dell`ulcera: apporto ematico adeguato, assenza di infezione, scarico della lesione. L`attività delle mmps di ogni lesione è stata valutata prima dell`applicazione dell`innesto dermico. Dopo un mese di follow up, l`integrazione dell`innesto dermico è stata considerata adeguta se non si evidenziava un piano di clivaggio tra il letto dell`ulcera ed il sostituto stesso; l`innesto è stato invece considerato non integrato quando risultava facilmente removibile dal letto dell`ulcera. Abbiamo analizzato la correlazione tra i dati clinici del paziente, le caratteristiche della lesione (includendo l`attività delle mmps), il tipo di sostituto dermico applicato e l`outcome espresso in termini di integrazione dell`innesto. RISULTATI: Abbiamo osservato l`integrazione dell`innesto in 28/35 pazienti (80%). Nell`analisi multivariata l`unico predittore negativo per l`integrazione del sostituto dermico era l`attività elevati delle mmps (p<0.0007). Inoltre, in relazione all`attività delle mmps abbiamo diviso i pazienti in due gruppi: gruppo 1, lesioni con bassa attività delle mmps (24 pazienti) e gruppo 2 con lesioni con elevata attività delle mmps (11 pazienti). L`integrazione del sostituto dermico è stata del 100% nel gruppo 1 (24/24) e del 36.4% nel gruppo 2 (4/11) [p<0.0001]. CONCLUSIONE: Sulla base dei nostri risultati la valutazione dell`attività delle mmps potrebbe risultare utile nell`adottare un`adeguata strategia terapeutica ed ottenere migliori risultati in termini di successo clinico e riduzione dei costi. – 57 – P29 PIEDE DIABETICO INFETTO: IL TRATTAMENTO ENDOVASCOLARE PRECOCE SEGUITO DA TRATTAMENTO CHIRURGICO LOCALE LIMITA IL LIVELLO D`AMPUTAZIONE N. Troisi①; G. Landini①; S. Michelagnoli①; F. Falciani①; C. Baggiore①; ❶Centro Interdipartimentale Piede Diabetico,Azienda Sanitaria Firenze,Firenze; Introduzione L`infezione del piede diabetico rappresenta una drammatica complicanza, che aumenta considerevolmente il tasso di amputazioni nei soggetti diabetici. Scopo di questo studio è stato quello di dimostrare che un trattamento endovascolare precoce seguito da trattamento chirurgico locale contribuisce a limitare il numero e il livello di amputazioni in soggetti con piede diabetico infetto. Materiali e metodi Tra Gennaio e Novembre 2014 48 pazienti con piede diabetico infetto sono stati sottoposti a rivascolarizzazione precoce per via endovascolare e a trattamento chirurgico locale a breve distanza di tempo. In tutti i casi la procedura endovascolare è stata effettuata entro 1 settimana dalla diagnosi di infezione. I risultati a 6 mesi sono stati valutati in termini di pervietà dei vasi trattati, di assenza di restenosi (target lesion revascularization TLR) e di salvataggio d`arto. Risultati I pazienti erano prevalentemente di sesso maschile (34/48, 70.8%) con un`età media di 72.4 anni (range 51-91). Trentadue pazienti (66.7%) avevano ulcere ischemiche ed infette coinvolgenti anche l`articolazione o l`osso (TUC IIID). Il successo tecnico angiosome-oriented è stato raggiunto in tutti i casi tranne due (95.8%). Il trattamento chirurgico locale è consistito in debridement senza resezione ossea in 27 casi (56.2%), amputazione di dito/raggio in 15 casi (31.2%), amputazione di Lisfranc in 2 casi (4.2%), amputazione transmetatarsale in 2 casi (4.2%), e amputazione di gamba in 2 casi (4.2%). Durante il follow-up (durata media 3.5 mesi, range 1-8) la guarigione delle ulcere è stata ottenuta nei 2/3 dei casi (32/48). A 6 mesi i valori stimati di pervietà primaria, pervietà primaria assistita, pervietà secondaria, assenza di TLR e salvataggio d`arto sono stati del 77.8%, 87%, 87%, 84.6% e 94%, rispettivamente. Conclusioni Il trattamento endovascolare precoce seguito da trattamento chirurgico locale contribuisce nella nostra esperienza a limitare il livello d`amputazione nei soggetti affetti da piede diabetico infetto. L`approccio multidisciplinare e l`adozione di un triage del piede diabetico sono essenziali per ottenere questi risultati. – 58 – P30 MULTIPROFESSIONALITA` E MULTIDISCIPLINARIETA` NELLA GESTIONE INTEGRATA OSPEDALE TERRITORIO PER LA PREVENZIONE E CURA DEL PIEDE DIABETICO. S. Viti①; A. Bernini①; R. Picciafuochi①; M. Lazzeretti①; M. Perini①; L. Butelli①; T. Bruschi①; M. Gioffredi①; R. Gori①; R. Bini①; M. E. Ceccanti①; I. S. Howard①; A. Lazzarini①; F. Paolacci②; A. De Bellis①; A. Tedeschi①; L. Barbanera①; G. Fiore①; A. Magiar①; R. Salvadori②; R. Anichini①; ❶UO DIABETOLOGIA, SEZ. PIEDE DIABETICO,USL 3,PISTOIA; ❷SOCIETA` DELLA S. Viti①;SALUTE,CCM A. Bernini①; R.USL3,PISTOIA; Picciafuochi①; M. Lazzeretti①; M. Perini①; L. Butelli①; T. Bruschi①; M. Gioffredi①; R. Gori①; R. Bini①; M. E. Ceccanti①; I. S. Howard①; A. Lazzarini①; F. Paolacci②; A. De Bellis①; A. Tedeschi①; L. Barbanera①; G. Fiore①; A. Magiar①; R. Salvadori②; R.multiprofessionalità Anichini①; La Multidisciplinarietà e la sono gli strumenti principali della Gestione Integrata tra Ospedale e Territorio indicati nel Piano Nazionale sulla Malattia ❶UO DIABETOLOGIA, SEZ. PIEDE DIABETICO,USL 3,PISTOIA; ❷SOCIETA` Diabetica (2012). Obiettivi - Scopo del nostro studio è stato quello di valutare gli effetti DELLA SALUTE,CCM USL3,PISTOIA; della Gestione Integrata tra territorio (MMG, Chronic Care Model - CCM, modalità di assistenza alle malattie croniche in atto in Toscana dal 2009) e strutture specialistiche, sulle attività di screening, prevenzione ed educazione sul Piede Diabetico (PD) attraverso l`integrazione tra figureeprofessionali differenti sono medici,Podologi Infermieri Ospedalieri La Multidisciplinarietà la multiprofessionalità gli strumentiedprincipali della eGestione Territoriali attraverso l` utilizzoe di Specificiindicati Piani Diagnostico Terapeutici Assistenziali Integrata tra Ospedale Territorio nel Piano Nazionale sulla Malattia (PDTA). e Metodi - Tutti compenenti del Team un ruologlispecifico DiabeticaPazienti (2012). Obiettivi ScopoI del nostro studio è statoSvolgevano quello di valutare effetti nel PDTA Al MMg le competenze paziente seguito territorio , al Podologo della Gestione Integrata tra territoriocliniche (MMG,del Chronic Care Modelsul - CCM, modalità di quello di svolgere attività di prevenzione cura deldal PD,2009) con controlli periodici in base sulle alle assistenza alle malattie croniche in atto ineToscana e strutture specialistiche, classi didirischio ulcerativo; all`Infermiere ospedaliero quello di educazione teorico-pratica, attività screening, prevenzione ed educazione sul Piede Diabetico (PD) attraverso agli Infermieritra del figure Territorio quello di differenti osservazione diretta, di diagnosi precoce eOspedalieri di l`integrazione professionali medici,Podologi ed Infermieri immediata verso la Struttura Specialistica.Al medico Diabetologo ereferenza Territoriali attraverso l` utilizzo di Specifici Piani Diagnostico Terapeutici opspedaliero Assistenziali il ruolo di presa in carico clinico del paziente a rischio ulcerativo o con lesioni ulcerosa e la (PDTA). Pazienti e Metodi Tutti I compenenti del Team Svolgevano un ruolo specifico diretta attuazione dei le PDTA intraospedalieri multidisciplinari. attuazione Inoltre, le nel PDTA Al MMg competenze cliniche del paziente seguito sul territorio , al tutte Podologo figure alla definizione di Piani di del Medicazioni Integratiperiodici per garantire unaalle quello partecipavano di svolgere attività di prevenzione e cura PD, con controlli in base continuità assistenziale Ospedale-Territorio. Risultati -quello I dati di ottenuti sono stati estrapolati classi di rischio ulcerativo; all`Infermiere ospedaliero educazione teorico-pratica, dalla Cartella Clinica Elettronica (MyStarConnect Nel 2013 circa l`85% deieDiabetici agli Infermieri del Territorio quello di osservazione®). diretta, di diagnosi precoce di residenti 3 ha effettuato almeno una volta unamedico visita diDiabetologo screening per valutazioneil referenzanell`USL immediata verso la Struttura Specialistica.Al opspedaliero ispettiva del piede. In relazione a queste attività, i pazienti esaminati il 2008 e il 2013 ruolo di presa in carico clinico del paziente a rischio ulcerativo o contra lesioni ulcerosa e la sono divisi indei duePDTA gruppi; gruppo A, rappresentato dai pazienti che accedevano alla direttastati attuazione intraospedalieri multidisciplinari. attuazione Inoltre, tutte le Struttura solo per un trattamento podologico e gruppo B, rappresentato dai figure partecipavano alla definizione di Pianidi dicontrollo, Medicazioni Integrati per garantire una pazienti che accedevanoOspedale-Territorio. per eventi acuti (ulcerazioni I risultati negli continuità assistenziale Risultati o- recidive). I dati ottenuti sono indicano stati estrapolati anni, una diminuzione del numero(MyStarConnect dei pazienti afferenti per2013 eventi acuti (da 508 dalla Cartella Clinica Elettronica ®). Nel circa l`85% dei pazienti Diabeticinel 2008 a 286 nel 2013) edeffettuato un aumento del numero delle podologiche per pazienti residenti nell`USL 3 ha almeno una volta unaprestazioni visita di screening per valutazione non ulcerati 376Inpazienti nela2008 a 1022 neli2013), siaesaminati in prevenzione primaria che ispettiva del (da piede. relazione queste attività, pazienti tra il 2008 e il 2013 secondaria. La definizione di PDTA specifici ha permesso integrare uniformare alla le sono stati divisi in due gruppi; gruppo A, rappresentato daidi pazienti cheeaccedevano procedure di medicazione tra Ospedale e Territorio e di rendere tempestiva - entro ledai 24 ore Struttura solo per un trattamento podologico di controllo, e gruppo B, rappresentato (70%) entroaccedevano 72 ore (25%) la presa in carico del paziente con lesione attiva da parte della pazientio che per -eventi acuti (ulcerazioni o recidive). I risultati indicano negli Struttura attraverso Infermieristica Nel (da 2013, pazienti anni, una Specialistica, diminuzione del numerol`attività dei pazienti afferenti perIntegrata. eventi acuti 508793 pazienti nel (5% popolazione diabeticadel dell`USL hanno effettuato, durante il 1° 2008dell`intera a 286 nel 2013) ed un aumento numero3)delle prestazioni podologiche peraccesso pazienti presso la Diabetologia, una seduta educativa sulsia piede. Conclusioni - L`approccio non ulcerati (da 376 pazienti nel 2008 a 1022specifica nel 2013), in prevenzione primaria che multiprofessionale e la Gestione Integrata attraverso la definizione di PDTA secondaria. La definizione di PDTA specifici ha permesso di integrare e uniformare le Ospedale-Territorio dedicati prevenzione, educazione, diagnosi precoce- eentro trattamento procedure di medicazione traalla Ospedale e Territorio e di rendere tempestiva le 24 ore del Piede Diabetico storiadel naturale della incidendo (70%) o entro 72 orepossono (25%) -modificare la presa in la carico paziente conpatologia lesione attiva da parte della positivamente sulla prevalenza delle lesioni, sull`efficacia Integrata. ed appropriatezza del793 loro Struttura Specialistica, attraverso l`attività Infermieristica Nel 2013, pazienti trattamento e possibilmente esiti dell`USL a medio e3) lungo termine. (5% dell`intera popolazione sugli diabetica hanno effettuato, durante il 1° accesso presso la Diabetologia, una seduta educativa specifica sul piede. Conclusioni - L`approccio multiprofessionale e la Gestione Integrata attraverso – 59 – la definizione di PDTA Ospedale-Territorio dedicati alla prevenzione, educazione, diagnosi precoce e trattamento P31 Azione della terapia iperbarica topica sulla carica batterica di ulcere infette degli arti Azione terapia diabetici iperbarica topica sulla carica batterica di ulcere infette degli arti inferioridella in pazienti inferiori in pazienti diabetici E. Vainieri①; L. Giurato①; M. Meloni①; V. Ruotolo①; V. Izzo①; L. Uccioli①; E. Vainieri①; L. Giurato①; M. Meloni①; V. Ruotolo①; V. Izzo①; L. Uccioli①; ❶PA Piede Diabetico,Policlinico Tor Vergata,ROMA; ❶PA Piede Diabetico,Policlinico Tor Vergata,ROMA; Scopo: Determinare gli effetti della terapia iperbarica topica sulla carica batterica di ulcere Scopo: gli effetti della terapia iperbarica topicaselezionato sulla caricapazienti battericadiabetici di ulcere infette diDeterminare pazienti diabetici . Materiali e Metodi: Abbiamo infette di pazienti diabetici Materiali e Metodi: Abbiamo selezionato pazienti diabetici con ulcere infette degli arti .inferiori (classe B secondo la classificazione Texas) trattati con ulcere infette degli inferiori (classe secondoillanostro classificazione trattati presso l`Università degliarti Studi di Roma TorBVergata; protocolloTexas) terapeutico è presso l`Università degli Studi di Roma Tor Vergata; nostro protocollo terapeutico è caratterizzato dall`utilizzo di terapia antibiotica mirata,il debridment chirurgico delle lesioni caratterizzato dall`utilizzo di terapia antibiotica mirata, debridment chirurgico delle lesioni e l`utilizzo di terapia iperbarica topica per almeno 3 settimane con almeno 2 applicazioni eper l`utilizzo di terapia iperbarica almenoutilizzato 3 settimane con almeno 2per applicazioni ogni settimana . Per il nostrotopica studioper abbiamo un apparecchio la terapia per ogni settimana . Per il nostro abbiamo utilizzato un apparecchio perinlamaniera terapia iperbarica topica (Hyperbox twostudio della AOTI SIAD) che consente di trattare iperbarica AOTI che consente di corpo trattare. Ogni in maniera distrettuale topica le sole(Hyperbox lesioni aglitwo artidella inferiori e diSIAD) escludere il resto del sessione distrettuale le sole lesioni agliutilizzando arti inferiori e di escludere il resto del corpo . Ogni sessione terapeutica durava 60 minuti Ossigeno al 100% (10 lt/min) ad una pressione di terapeutica durava 60identificare minuti utilizzando al 100%nelle (10 lesioni lt/min) abbiamo ad una pressione di 50 mmHg. Al fine di il tipo diOssigeno batteri presenti effettuato 50 di identificare il tipo batteri presenti nelle effettuato un mmHg. prelievoAl di fine tessuto prima e dopo ognidisessione terapeutica di lesioni cameraabbiamo iperbarica ed un prelievo di tessuto prima dopo ogni sessione terapeutica iperbarica ed abbiamo inoltre effettuato unelavaggio della lesione con 10 ccdidicamera soluzione fisiologica abbiamo inoltre effettuato della lesione 10batterica cc di soluzione fisiologica prima e dopo ogni sessioneunallavaggio fine di quantificare la con carica Risultati: Abbiamo prima e dopo ogni sessione al fine di quantificare la carica batterica Risultati:le Abbiamo effettuato in totale 43 applicazioni camera iperbarica locale ; comparando conte effettuato 43 applicazioni di camera iperbarica locale ; comparando le conte batteriche in neitotale lavaggi pre e post abbiamo trovato: negativizzazione della carica batterica nel batteriche nei lavaggi pre e postdella abbiamo negativizzazione carica 31,4%, riduzione significativa caricatrovato: nel 20%, la stessa carica della batterica nelbatterica 22,9% ,nel 31,4%, significativa carica nel 20%, la stessa carica batterica nelsia 22,9% un lieveriduzione incremento della contadella nel 17,1%, e nell` 8,6% le conte erano negative prima, un dellaVa conta nel 17,1%, 8,6% le contepost erano negative sia chelieve dopoincremento il trattamento. sottolineato cheeilnell` livello raggiunto trattamento si prima che dopo il fino trattamento. Va sottolineato che il livello raggiunto post trattamento si manteneva al successivo, quindi si assisteva ad una significativa e progressiva manteneva finocarica al successivo, si assisteva una significativa e progressiva riduzione della battericaquindi da valori nel rangeaddell`infezione (10.000.000) a valori di riduzione carica batterica daavalori nel Comparando range dell`infezione (10.000.000) a valori di numeri di della colonie anche inferiori 50 x ml. i prelievi di tessuto effettuati numeri colonie anche inferiori a 50 x ml. la Comparando prelievi di tessuto prima e di dopo le procedure abbiamo trovato persistenzai dello stesso batterioeffettuati nel 78,6%, prima le procedure abbiamo trovato la persistenza dello stesso batterio nel2,4% 78,6%, mentreeladopo selezione di una flora batterica differente si e` osservata nel 19% e nel le mentre selezione di una flora batterica si e`abbiamo osservata nel 19%che e nel 2,4% le biopsie la erano negative. Conclusioni :Nel differente nostro studio osservato la terapia biopsie erano negative. Conclusioni :Nelsulla nostro studio abbiamo osservato che sua la terapia iperbarica topica ha effetti significativi conta batterica in termini di una riduzione iperbarica topica ha mentre effetti significativi sulla batterica in simili terminiper di quanto una suariguarda riduzione dopo il trattamento, non sono stati staticonta osservati effetti i dopo il trattamento, mentre non sono stati stati osservati effetti similiche perpuo` quanto riguarda prelievi di tessuto. Non possiamo quantizzare al momento il ruolo avere questo i prelievi di tessuto. Nongenerale possiamo quantizzare alPossiamo momentoipotizzare il ruolo che avere di questo effetto sulla evoluzione dell`infezione. chepuo` l`assenza effetti effetto sulla evoluzione Possiamo ipotizzare l`assenza di effetti significativi sui prelievi generale di tessutodell`infezione. in termini di negativizzazione dellache presenza batterica significativi suipossa prelievi di tessuto in termini di negativizzazione presenzaE`batterica dopo la terapia essere attribuito alla durata complessiva deldella trattamento. necessario dopo la terapia possa essere attribuito alla durata complessiva deledtrattamento. proseguire la sperimentazione aumentando il numero di pazienti estendendoE` lanecessario durata proseguire sperimentazione aumentando il numero di pazienti ed estendendo la durata complessivaladella terapia per ciascun paziente. complessiva della terapia per ciascun paziente. – 60 – P32 STAPHYLOCOCCUS AUREUS METICILLINO RESISTENTE ED INFIAMMAZIONE SONO ASSOCIATE CON AUMENTO DI MORTALITÀ IN PAZIENTI CON OSTEOMIELITE DA PIEDE DIABETICO C. Tascini①; E. Iacopi②; A. Coppelli②; C. Goretti②; F. Menichetti①; A. Piaggesi②; ❶U.O. Malattie Infettive,Azienda Ospedaliero-Universitaria Pisana; ❷Sez.Dip.Piede Diabetico,Dipartimento Area Medica,Azienda Ospedaliero-Universitaria Pisana; Scopo. L`osteomielite (OM) nel piede diabetico (PD) è causata da vari micro-organismi multiresistenti (MOMR) ed è associata con alti tassi di mortalità. Scopo del nostro studio era valutare se alcuni MOMR siano predittori di mortalità in pazienti con PD ed OM. Metodi. Abbiamo analizzato retrospettivamente il database di microbiologia per selezionare i casi di PD ed osteomielite dal 2001 al 2013. Abbiamo confrontato i pazienti in base alle seguenti classificazioni: 1) Staphylococcus Aureus (SA) Meticillino-Resistente (MRSA) vs SA Meticillino-Sensibile (MSSA); 2) Pseudomonas aeruginosa (PA) resistente a Ciprofloxacina (CiproRPA) vs PA sensibile a Ciprofloxacina (CiproSPA); 3) PA resistente ai Carbapenemi (CRPA) vs PA sensibile ai Carbapenemi (CSPA); 4) Enterobatteri (EB) resistenti a Ciprofloxacina (CiproRE) vs EB sensibili a Ciprofloxacina (CiproSE); 5) EB produttori di Beta-lattamasi a spettro esteso (ESBL) (ESBL+) vs EB non produttori di ESBL (ESBL-); 6) Candida parapsilosis (CP) vs Candida non parapsilosis (CNP). Era valutato la presenza di leucociti polimorfonucleati (PMN) alla colorazione di Gram. Abbiamo poi valutato mediante follow-up presso l`Ambulatorio del Piede Diabetico: mortalità, tempo di guarigione (TG), recidive, tempo libero da lesioni. Risultati. Sono stati selezionati 625 isolati in 401 pazienti affetti da PD ed osteomielite. SA è stato selezionato in 140 isolati (78 MRSA 55.7%); EB in 117 isolati (Cipro RE 46 - 39.5%, ESBL+ 34 34.3%); PA in 95 isolati (53 CiproRPA 55.2%, 31 CRPA 32.1%); Lieviti in 32 isolati. I pazienti affetti da PD con OM da MRSA rispetto a MSSA presentano una mortalità complessiva significativamente più alta (p= 0.005) ed un aumento del TG (p= 0.024). La presenza di PMN era associata ad un aumento della mortalità complessiva (p= 0.008) e del TG (p= 0.026). Le altre caratteristiche non erano associate a differenze significative, sebbene un aumento non significativo del TG fosse osservato per CiproRE rispetto a CiproSE (p= 0.07) e per CP rispetto a CNP (p= 0.095). Conclusioni: In pazienti con PD ed OM l`isolamento di MRSA e la presenza di PMN sono associati con incremento della mortalità complessiva e del TG. – 61 – P33 ALTERAZIONI DELLA BIOMECCANICA DEL PASSO E COMPLICANZE CRONICHE MICROVASCOLARI NEI PAZIENTI AFFETTI DA DIABETE MELLITO DI TIPO 2 E. Iacopi①; A. Coppelli①; G. Lamola②; D. Martelli③; C. Goretti①; M. Venturi②; C. Chisari②; A. Piaggesi①; ❶Sez.Dip.Piede Diabetico,Dipartimento Area Medica,Azienda Ospedaliero-Universitaria Pisana; ❷U.O. Neuroriabilitazione,Dipartimento di Neuroscienze,Azienda Ospedaliero-Universitaria Pisana; ❸Scuola Superiore Sant`Anna,Pisa; Scopo - Abbiamo valutato le alterazioni della biomeccanica del passo e le correlazioni con le complicanze microvascolari croniche in pazienti affetti da diabete mellito di tipo 2 (T2DM). Metodi - 36 pazienti affetti da T2DM (M/F: 27/9; età: 63±10 aa; durata diabete: 12±11 aa; BMI: 29.2±5.6 Kg/m2; HbA1c 8.1±0.9%) seguiti presso il nostro ambulatorio del piede diabetico, sono stati divisi in tre gruppi: Gruppo 1 (12 pz) senza neuropatia diabetica (DN) nè lesioni ulcerative al piede; Gruppo 2 (10 pz) con DN ma senza lesioni; Gruppo 3 (15 pz) con DN e lesioni, non infette nè ischemiche. Abbiamo analizzato le alterazioni della biomeccanica degli arti inferiori con un sistema di analisi del movimento (BTS Elite Clinic, BTS Bioengineering, Milano, Italia). I parametri spazio-temporali e cinematici sono stati raccolti mediante telecamere fotogrammetriche ad infrarossi mentre i dati di cinetica con due piattaforme di forza. I dati sono stati correlati con lo stato di evoluzione della retinopatia diabetica (RD) come indicatore delle complicanze microangiopatiche del diabete: in tutti I pazienti sono state eseguite retinoscopia diretta ed indiretta e due foto retiniche non stereoscopiche a 45° per occhio. La RD è stata classificata secondo la Classificazione Eurodiab. Risultati - La larghezza del passo (LP) era maggiore nel gruppo 2 (240.9±47.5 mm) e nel gruppo 3 (271.6±41.7 mm, p<0.02 rispetto al gruppo 1); l`escursione articolare (EA) di caviglia era significativamente minore nel Gruppo 3 (Gruppo 1: 26.6±5.6°, Gruppo 2: 26.0±4.9°, Gruppo 3: 23.6±4.7° (Gruppo 3 p<0.05 vs Gruppo 1 e 2); l`EA di piede era significativamente inferiore nel Gruppo 3 (Gruppo 1: 37.2±6.6°, Gruppo 2: 34.8±1.7°, Gruppo 3: 30.2±1.5° (Gruppo 3 p<0.02 vs Gruppo 1 e 2). Una correlazione positiva veniva osservata tra presenza e severità di RD con LP (r=0.6; p< 0.05) ed EA di piede (r=0.65; p< 0.05). Conclusioni - Il nostro studio dimostrava una correlazione positiva tra le alterazioni biomeccaniche del passo e RD in pazienti affetti da T2DM, suggerendo quindi un possibile contributo delle complicanze croniche microvascolari nella patogenesi delle lesioni ulcerative di piede diabetico. – 62 – P34 AREZZO BEST PRACTICE ITALIANA 2007-2013. ACCESSO AL PERCORSO EASY, TRATTAMENTO DELL`ISCHEMIA FASTE CHIRURGIA DEMOLITIVA/RICOSTRUTTIVA SLOW. A. SCATENA①; F. Liistro②; I. Porto②; G. Ventoruzzo③; F. Turini③; G. Bellandi③; D. Tacconi④; L. Bolognese⑤; L. Ricci⑥; ❶SC DIABETOLOGIA,OSPEDALE SAN DONATO ASL 8,AREZZO; ❷UO Cardiologia Interventistica,Ospedale San Donato, ASL 8,Arezzo; ❸SC Chirurgia Vascolare,Ospedale San Donato, ASL 8,Arezzo; ❹SC Malattie Infettive,Ospedale San Donato, ASL 8,Arezzo; ❺Direttore Dipartimento Cardiovascolare e Neurologico,Ospedale San Donato, ASL 8,Arezzo; ❻Direttore SC Diabetologia,Ospedale San Donato, ASL 8,Arezzo; SCOPO DELLO STUDIO: valutare retrospettivamente i pazienti afferiti all`Ambulatorio del Piede Diabetico di Arezzo alla luce dei dati del PNE Agenas, che confermano anche per il 2013 il minor tasso di ospedalizzazione per amputazioni maggiori per diabete ad Arezzo nella popolazione residente. MATERIALI E METODI: abbiamo analizzato 774 pazienti (63% maschi) dal 1 Gennaio 2012 al 31 Dicembre 2013 giunti per una prima valutazione. CONCLUSIONI: Dei 774 pazienti, 554 (72%) presentavano un`ulcera. 650 (84%) risultavano neuropatici, 307 (40%) avevano un ABI<0,9, di cui 204 (66%) con ischemia critica e pertanto rivascolarizzati mediante angioplastica (PTA) e solo 3 (0,8%) mediante bypass. 103 (34%) pazienti sono stati esclusi dalla rivascolarizzazione per l`evoluzione positiva della lesione, per le condizioni generali o per limitazioni tecniche. 57 (28%) pazienti hanno necessitato di una re-PTA per giungere a guarigione completa. Sono stati eseguiti 563 interventi chirurgici, di cui 413 (73%) debridement in acuto e 150 (27%) amputazioni minori seguendo i piani di clivaggio e il territorio trofico dopo la rivascolarizzazione. Abbiamo analizzato poi la tempistica: l`attesa per l`accesso ambulatoriale è risultata 0-10 giorni (5,04±3,15); per il ricovero in caso di infezione acuta (grado PEDIS moderato-severo) 0 giorni; per la procedura di rivascolarizzazione 0-14 gg (8,12±4,10); per il drenaggio chirurgico dell`infezione 0 giorni. La chirurgia ricostruttiva ha seguito di 30-75 gg (37,2±13,77) la rivascolarizzazione per attendere il trofismo dei tessuti in cui attuare l`incisione e la sutura. Al termine del follow-up di 66±27 settimane, 749 (97%) pazienti sono guariti con un tempo medio di guarigione di 111,74±95,11 giorni, 19 (2%) pazienti risultano ancora in trattamento e 6 pazienti hanno subito un`amputazione maggiore (0,77%). 84 (11%) pazienti sono deceduti, di cui 71 (85%) per cause cardiovascolari. Nella nostra esperienza, i buoni risultati sono il frutto della creazione di un team multidisciplinare, in cui il diabetologo coordina l`intervento dei vari specialisti e garantisce il rispetto dei tempi in cui avvicendare le fasi del percorso assistenziale. – 63 – P35 VALUTAZIONE DELL`UTILIZZO E DELL`EFFICACIA DI CALZATURE E PLANTARI IN PAZIENTI DIABETICI AD ELEVATO RISCHIO ULCERATIVO F. Fico①; R. Vergara②; G. Diana②; C. De Angelis②; G. Castronuovo①; G. Piscopo①; M. E. De Feo①; ❶U.O.D. Diabetologia,AORN A. Cardarelli,NAPOLI; ❷Centro Tecnico Ortopedico,Corpora s.u.r.l.,Gricignano d`Aversa; Scopo. L`off-loading è fondamentale per la guarigione delle ulcere diabetiche ma non tutti i medici insistono per l`uso di ortesi specifiche(OS) per la prevenzione secondaria. A ciò si aggiunge la difficoltà di acquisizione di OS e la mancata compliance del paziente (pz). Abbiamo valutato quanti pz diabetici, con pregresse lesioni ai piedi, provenienti anche da altre realtà territoriali della Campania, al momento della visita al nostro ambulatorio, utilizzavano OS e l`idoneità di queste. Materiali e metodi. Per 2 mesi, 1 volta a settimana, sono state misurate le pressioni plantari dei pz che venivano a controllo. Sono stati valutati 55 pz, 45 maschi (81,8%) e 10 femmine (18,2%), età media 65±8anni, durata media del diabete di 20±9anni. E` stata compilata una scheda anamnestica, scarpe e plantari sono stati fotografati e valutati circa la congruità con il piede del paziente. Tutti i pz sono stati sottoposti ad esame con Novel Pedar®(solette con 99 sensori piezocapacitivi) e/o Multisensor Optima Sense® (8 sensori piezoelettrici posizionabili in zone critiche: teste metatarsali e ipercheratosi). I pz, indossati i rilevatori con le loro calzature, deambulavano per qualche minuto per acquisire un numero di rilevazioni sufficienti all`analisi con software dedicato. I picchi pressori erano considerati a rischio se >200kPa. Risultati. Dei pz osservati 16(29%) non indossavano OS; 9 per mancata compliance, 5 per mancata invalidità e 2 per danni causati dalle OS. Dei 39(71%) che indossavano OS 22 avevano scarpe di serie e 17 su misura; il 30% dei 39 indossava OS incongrue (plantare monostrato, non su misura e/o calzata della scarpa troppo piccola e/o suola non rigida e basculante) quasi tutte erano con scarpe su misura. Dei pz che non indossavano OS il 63% presentava picchi pressori rischiosi, dei pz che usavano OS il 41% non risultava esposto ad ipercarichi mentre il 59% usava calzature non efficaci. Conclusioni. I pz della nostra realtà regionale non sono sufficientemente motivati all`uso di OS, spesso vengono realizzate OS non idonee per la prevenzione delle reulcerazioni. Riteniamo che una importante causa sia la normativa regionale che obbliga il pz a rivolgersi ad ortopedici e fisiatri per la prescrizione, la verifica ed il collaudo delle OS. – 64 – P36 LA RIVASCOLARIZZAZIONE DIRETTA DELL`ANGIOSOMA RIDUCE AMPUTAZIONI MAGGIORI E MORTALITA` NEI PAZIENTI DIABETICI CON ISCHEMIA CRITICA E LESIONI ATTIVE A. Coppelli①; E. Iacopi①; I. Bargellini②; A. Cicorelli②; C. Goretti①; A. Lunardi②; C. Mattaliano①; R. Cioni②; A. Piaggesi①; ❶Sez.Dip.Piede Diabetico,Dipartimento Area Medica,Azienda Ospedaliero-Universitaria Pisana; ❷Sez.Dip.Radiologia Interventistica,Dipartimento Immagini,Azienda Ospedaliero-Universitaria Pisana; Scopo dello studio - Il ruolo del modello degli angiosomi (MA) come guida per le procedure di rivascolarizzazione è a tutt`oggi dibattuto. Abbiamo valutato se la rivascolarizzazione diretta secondo il MA possa modificare positivamente l`evoluzione clinica in soggetti affetti da diabete mellito tipo 2 (DMT2) con ischemia critica (IC) sottoposti a rivascolarizzazione percutanea endoluminale (PTA). Metodi - Abbiamo valutato retrospettivamente 445 PTA efficaci consecutive a carico degli arti inferiori in 370 pazienti (1.2 PTA/paz) affetti da DMT2 (M/F 257/113; età 73.5±9.3 aa; BMI 27.4±4.8 Kg/m2; durata diabete 21.4±12.8 aa; HbA1c 7.8±1.6%) ricoverati nel nostro reparto per IC e lesioni ulcerative (LU) al piede. I pazienti sono stati divisi in due gruppi: diretto (GD 266 pz, 72%) e indiretto (GI 104 pz, 28%) in base all`acquisizione o meno di flusso diretto a livello dell`arteria che alimenta il sito di lesione, secondo il MA. Nessuna differenza significativa è stata osservata tra i due gruppi riguardo alle principali caratteristiche cliniche. Le percentuali di guarigione delle lesioni (GL), di amputazione maggiore (AM) e di morte (M) sono stati confrontati nei due gruppi durante un follow-up di 18.9±12.4 mesi (range 0.7-43.2 mesi). Risultati - La percentuale di GL era 68% in GD e 52% in GI (χ2=9.6; p< 0.05), quella di AM era 11% in GD e 4% in GI (χ2=9.4; p< 0.02). Il tasso di mortalità cumulativa durante il follow up era 14% in GD e 27% in GI (χ2=8.7; p< 0.02). Conclusioni - I nostri dati confermano come la rivascolarizzazione diretta dell`angiosoma della lesione a livello del piede si associ a maggiori percentuali di guarigione ed a una riduzione delle percentuali di amputazione maggiore e di morte, se confrontata con la rivascolarizzazione indiretta. Il MA dovrebbe quindi essere preso in considerazione nei pazienti diabetici con lesioni al piede che vengano sottoposti a PTA. – 65 – P37 LA RIVASCOLARIZZAZIONE CHIRURGICA ESTREMA DEL PIEDE DIABETICO ISCHEMICO-INFETTO: RISULTATI DI UN APPROCCIO INTEGRATO NEL SALVATAGGIO D`ARTO. A. Odero①; C. Caravaggi②; M. Cugnasca①; A. Danieli①; G. M. Zorzan①; A. Sganzaroli②; ❶Chirurgia Vascolare,Istituto Clinico Città Studi,Milano; ❷Centro Interdipartimentale Cura del Piede Diabetico,Istituto Clinico Città Studi,milano; La CLI rappresenta la causa principale di amputazione maggiore nell`infezioni severe del piede diabetico. La PTA degli arti inferiori è stata recentemente indicata da diversi autori come l`approccio di prima scelta per l`alta feasibility, bassa morbilità e mortalità periprocedurale ed elevata percentuale di successo emodinamico e di salvataggio d`arto. Circa il 15% dei pazienti affetti da CLI presentano patterns occlusivi non trattabili per via percutanea nei quali la soluzione chirurgica rappresenta l`ultima opzione per evitare l`amputazione. Scopo dello studio: valutazione del salvataggio d`arto e della mortalita` a breve ed a lungo termine in un coorte di pazienti affetti da CLI ed infezione severa del piede diabetico (3 C-D) sottoposti a rivascolarizzazione chirurgica estrema (sottogenuale) e trattamento chirurgico dell`infezione Materiale e metodi: da novembre 2012 ad agosto 2014 sono stati trattati 56 pazienti non candidabili a PTA in quanto affetti da occlusione lunga del tratto femorale-popliteo (n.35) e femoro-popliteo-tibiale (21). L`approccio integrato prevedeva il trattamento chirurgico in urgenza delle lesioni in caso di infezione seguito dalla procedura di rivascolarizzazione chirurgica. Risultati: 35 pazienti sono stati sottoposti a by pass Fe-Po: di questi 21 in VGS, 3 compositi in vena-vena e 11 in PTFE. 21 pazienti sono stati sottoposti a by pass Fe-Distale (di cui 18 in VGS e 3 in composito PTFE e VGS) su mono vaso di gamba come segue: 7 su ATA, 9 su ATP, 1 su Pedidia e 4 su Peroniera. Il salvataggio d`arto nella popolazione globale trattata è stato del 80% ( 11 amputazioni maggiori su 56 pazienti) con una mortalità perioperatoria del 5.3% ed del 3.7% ad un follow-up medio di 14.5 (DS 5) mesi. In particolare nei bypass Fe-Po eseguiti in VGS o composito + materiale venoso si e` osservato un salvataggio d`arto del 91% mentre con impiego di materiale protesico il salvataggio d`arto e` stato solo del 54%. Nei bypass Fe-Tibiali il salvataggio d`arto e` stato dell`81% ( 4 amputazioni maggiori su 21 pazienti). 3 dei 4 pazienti sottoposti ad amputazione maggiore erano stati rivascolarizzati in composito con PTFE e vena. Conclusioni: i dati del nostro studio confermano che la rivascolarizzazione chirurgica estrema rappresenta nei pazienti fit-for-surgery e non candidabili ad una rivascolarizzazione periferica emdoluminale un approccio terapeutico sicuro ed efficace. Inoltre si riconferma che la disponibilità di materiale venoso autologo per il confezionamento del bypass e` garanzia di un piu` elevato outcome. – 66 – P38 RUOLO PROTETTIVO DELLE STATINE NEI PAZIENTI DIABETICI CON ISCHEMIA CRITICA DELL`ARTO E LESIONE AL PIEDE M. Meloni①; V. Izzo①; E. Vainieri①; V. Ruotolo①; L. Giurato①; L. Uccioli①; ❶Medicina dei Sistemi,Università di Tor Vergata,Roma; Scopo: Osservare il ruolo protettivo delle statine nei pazienti diabetici con ischemia critica dell`arto (IC) e lesione al piede (LP) dopo trattamento con rivascolarizzazione endovascolare (RE). Metodi: Sono stati inclusi 641 pazienti diabetici con IC e LP trattati con RE nel periodo tra Novembre 2013 e Novembre 2014. Dopo la rivascolarizzazione tutti i pazienti hanno ricevuto lo standard care per la cura della lesione e i fattori di rischio cardiovascolare sono stati periodicamente sorvegliati. La terapia con statine è stata prescritta nei pazienti non a target per ottenere un colesterolo LDL < 70 mg/dl e nei pazienti con recente ischemia miocardica indipendentemente dai valori di LDL. Salvataggio d`arto, amputazione e mortalità sono stati valutati in relazione alle variabili registrate. Risultati: 279 pazienti hanno ricevuto la terapia con statine (St+) mentre 362 non sono stati trattati (St-). In relazione ai 2 gruppi i risultati per St+ e St- sono stati rispettivamente: salvataggio d`arto (86,7 vs 70%), amputazione (6,8 vs 14,8%), mortalità (6,5 vs 15,2%) X=0,0001. Sono stati anche registrati i valori di LDL e non è stata trovata alcuna correlazione tra LDL a target (tLDL) e LDL non a target (ntLDL) in rapporto agli esiti:salvataggio d`arto (87,5 vs 87,6%), amputazione (9,6 vs 5,8%), mortalità (2,9 vs 6,6%) X2=0,16. Tra le variabili analizzate anche la dialisi e la dimensione dell`ulcera (>5 cm2) hanno avuto un ruolo indipendente negli esiti. Conclusioni: Il nostro studio ha dimostrato una maggior salvataggio d`arto e una ridotta mortalità nei pazienti trattati con statine. Questi risultati sono stati ottenuti indipendentemente dai valori di colesterolo LDL. La terapia con statine sembrerebbe avere un ruolo protettivo nei pazienti diabetici con IC e LP sottoposti a intervento di rivascolarizzazione. Riteniamo che questi risultati potrebbero essere legati all`effetto pleiotropico e protettivo della statina sul letto vascolare aldilà della riduzione dei livelli di colesterolo LDL. – 67 – P39 DEFINIZIONE DI PROTOCOLLI DIAGNOSTICO TERAPEUTICO ASSISTENZIALI (PDTA) NEL MANAGEMENT DELL` ISCHEMIA CRITICA CRONICA E NEL PiIEDE ULCERATO NEGLI OSPEDALI PER INTENSITA` DI CURA: OUTCOMES A. TEDESCHI①; R. BECHERINI②; S. VITI①; A. SABATO③; A. DE BELLIS①; M. COMEGLIO②; R. ANICHINI①; ❶UO DIABETOLOGIA Sezione Piede Diabetico,usl 3,PISTOIA; ❷uo Emodinamica Interventistica,usl 3,PISTOIA; ❸Sezione di Chirurgia Vascolare,usl3,PISTOIA; L`ischemia critica degli arti inferiori nei pazienti con diabete mellito rappresenta la piu` comune causa di amputazione. La procedura di rivascolarizzazione endoluminale percutanea delle arterie sottogenicolari attualmente, evidenzia una elevata percentuale di successo terapeutico e bassa incidenza di eventi avversi. Scopo dello studio è stato valutare i risultati delle procedure di rivascolarizzazione endoluminale percutanea (PTA) in pazienti diabetici affetti da ischemia critica arti inferiori (CLI) in termini di amputazione d`arto e guarigione di ulcere grazie all`attivazione di PDTA per la gestione di tale criticita`. Dal 1 gennaio 2013 al 30 giugno 2014 sono stati sottoposti and angiografia arti inferiori associata a PTA (per presenza di CLI) 129 pazienti affetti da diabete mellito. Di tali pazienti sono stati registrati i parametri metabolici ( HbA1c, profilo lipidico) , la presenza/ assenza di ipertensione arteriosa, abitudine al fumo, insufficienza renale cronica (IRC), cardiopatia ischemica, aterosclerosi carotidea.I pazienti sono stati valutati per l`arteriopatia obliterante periferica cronica (AOPC), prima e dopo rivascolarizzazione periferica, mediante : ossimetria transcutanea (TcPo2), ecocolordoppler arterioso arti inferiori ( ECD ). Sono stati identificati il numero e le sedi di stenosi e/o occlusione vascolare mediante lo studio angiografico periferico e classificate le lesioni distali mediante la Texas University Classification (TUC).Le procedure di rivascolarizzazione endoluminale sono state concluse con successo nel 95% dei casi con ripristino del flusso diretto in almeno una delle arterie di gamba con miglioramento significativo del valore di TcPo2.(secondo la metodica "Foot Angiosomes Concepts"). I tempi di guarigione registrati: 30+/- 25 giorni, con completa guarigione nel 78% , riduzione del diametro delle lesioni > 50% nel 14% , amputazione minore 6%, amputazione maggiore 2%, complicazioni associate 3% (edema polmonare , sanguinamenti minori). Confrontando i risultati nel primo semestre 2013 con quelli ottenuti nel primo semestre 2014 abbiamo osservato aumento delle PTA del 3.1% con incremento delle femoropoplitee del 3.2% e delle sottogenicolari del 15%.l`applicazione del PDTA ha inoltre ridotto la durata di ospedalizzazione media rispetto agli anni precedenti (2011-2012) di 1,8+/- 4.2 giorni. Conclusioni: Le procedure di rivascolarizzazione endoluminali perferiche sono associate ad un significativo miglioramento degli outcomes (aumento della percentuale e riduzione tempi di guarigione delle ferite, con riduzione del rischio di amputazione d`arto, e una riduzione dei costi associati alla ospedalizzazione (riduzione durata).Inoltre il coinvolgimento di figure multidisciplinari rappresenta il miglior approccio per questo tipo di pazienti critici. – 68 – P40 STUDIO CORONARICO CON MDCT IN PAZIENTI AFFETTI DA DM TIPO 2 CON NEUROPATIA DIABETICA: IL RUOLO DELLA NEUROARTROPATIA DI CHARCOT A. Rizzi①; R. Marano②; T. Musella①; F. Costantini①; G. Scavone①; M. Galli③; S. Caputo①; L. Bonomo②; G. Ghirlanda①; D. Pitocco①; ❶Istituto di Medicina Interna,Università Cattolica del Sacro Cuore,Roma; ❷Istituto di Radiologia,Università Cattolica del Sacro Cuore,Roma; ❸Istituto di Ortopedia,Università Cattolica del Sacro Cuore,Roma; Obiettivo Confrontare il livello di Calcio coronarico (CACS) e la severità della coronaropatia (CAD), entrambi valutati tramite MDCT, in pazienti affetti da DM Tipo 2 complicati da Neuropatia diabetica con e senza Neuroartropatia di Charcot (CN). Metodi 34 pazienti con CN e 36 pazienti con neuropatia diabetica senza CN (DN), tutti asintomatici per CAD, sono stati sottoposti a MDCT per valutare CACS e severità della coronaropatia. I due gruppi erano sovrapponibili per età, sesso e tradizionali fattori di rischio cardiovascolare. I pazienti che alla MDCT presentavano almeno una stenosi >50% sono stati considerati positivi per CAD significativa. I pazienti con almeno una stenosi significativa sono stati sottoposti a coronarografia per approfondimento diagnostico ed eventuale trattamento. Risultati I pazienti con CN hanno dimostrato una maggior frequenza di CAD significativa rispetto ai pazienti con DN (p<0.001), mentre non sono state osservate differenze significative per CACS (p=0.980). Analizzando la distribuzione di CACS per stenosi <50% e ≥50%, nessuna differenza significativa è stata osservata sia considerando tutti i pazienti complessivamente (p=0.814) sia considerando singolarmente i due gruppi (p gruppo CN=0.661 e p gruppo DN=0.559). MDCT ha dimostrato un`accuratezza diagnostica complessiva per CAD significativa del 87%. Conclusioni Questi dati preliminari suggeriscono che, confrontati con i pazienti con DN, i pazienti con CN presentano una maggiore prevalenza di CAD severa mentre le placche coronariche non mostrano un aumentato livello di calcio. MDCT può essere utile nella valutazione del rischio cardiovascolare in pazienti con DMT2 con neuropatia autonomica asintomatici per CAD. – 69 – nostra esperienza . P41 Effetti di un percorso strutturato di educazione terapeutica ( ETS ) del paziente diabetico ad alto rischio per ulcera agli arti inferiori sulla prevenzione dell`ulcera nostra esperienza . : la M. BIANCO①; D. ZAVARONI①; L. BUSCONI①; U. DE JOANNON①; E. MORANDI① ; P. BREA①; A. BALZARELLI①; G. BEGHI①; S. GRASSI①; I. LAZZARI①; C. SCAVONE①; F. TURATTO①; ❶CURE PRIMARIE,UNITA` OPERATIVA DIABETOLOGIA E MALATTIE M. BIANCO①; D. ZAVARONI①; L. BUSCONI①; U. DE JOANNON①; E. MORANDI① METABOLICHE AZIENDA ASL PIACENZA,PIACENZA; ; P. BREA①; A. BALZARELLI①; G. BEGHI①; S. GRASSI①; I. LAZZARI①; C. SCAVONE①; F. TURATTO①; La prevenzione primaria dell` ulcera agli arti DIABETOLOGIA inferiori ( AI ) nel E paziente diabetico è un ❶CURE PRIMARIE,UNITA` OPERATIVA MALATTIE obiettivo importantissimo sia ASL per laPIACENZA,PIACENZA; salute e la qualità di vita del paziente, sia per i costi METABOLICHE AZIENDA sanitari conseguenti alle cure di questa patologia .Le strategie per la prevenzione dell`ulcera hanno come punto fondamentale l`adesione del paziente al piano di cura , che si ottiene solo attraverso la sua conoscenza e condivisione dei trattamenti. Scopo di questo La prevenzione primaria gli dell` ulceradiagli inferiori AI ) nel paziente diabetico è un ( studio è stato di valutare effetti unarti percorso di(educazione terapeutica strutturata obiettivo sia per ladelle saluteulcere e la qualità vita delnei paziente, siadiabetici per i costi ETS ) perimportantissimo la prevenzione primaria agli artidiinferiori pazienti sanitari alle cure di questa patologia .Le strategie prevenzione afferenticonseguenti all`UO di Diabetologia di Piacenza. Materiali e metodiper la Presso l`ambulatorio dell`ulcera punto fondamentale del paziente al piano cura480 , che del piede èhanno stato come attivato un percorso di ETSl`adesione che ha coinvolto nell`arco di un di anno si ottieneaffetti solo attraverso sua conoscenza e condivisione deianni trattamenti. Scopo di questo pazienti da diabetelamellito tipo 1 e 2,di età tra 46 e 77 . Tutti sono stati studio è stato valutare un percorso di educazione terapeutica selezionati perdialto rischiogli dieffetti ulcera di in base a lunga durata di malattia diabeticastrutturata > 10 anni ( ETS ) peradlaalmeno prevenzione primaria ulcere agli arti inferiori nei pazienti associata uno dei seguentidelle fattori: 1-deformazioni dei piedi ( allucediabetici varo, valgo, afferenti all`UO di cavo Diabetologia di Piacenza. Materiali e metodi agli Presso l`ambulatorio piede piatto, piede , callosità,ecc. 2-presenza di arteriopatia arti inferiori del piede è stato un percorso di ETS che ha coinvolto nell`arco didocumentata un anno 480con documentata con attivato indice ABI , ecocolordoppler arterioso, o di neuropatia pazienti affetti dabiotesiometria diabete mellito tipo 1 e 2,di età tra 46. 3e 77 anni compenso . Tutti sonoglicemico stati esame obiettivo, e /o EMG arti inferiori scarso selezionati alto rischio ulcerasono in base lunga durata di malattia diabetica > 10 anni con valori per di glicata < 8,5 di %.Tutti statia inseriti in un ciclo di incontri di ETS associata uno dei fattori:e1-deformazioni piedi, (presidiato alluce varo, costruito ad conalmeno l`intervento delseguenti diabetologo dell`infermiera dei esperta da valgo, un care piede piatto,Diabetologia piede cavo ,, callosità,ecc. 2-presenza di arteriopatia agliciclo arti si inferiori giver della con rivalutazione di rinforzo a 6 mesi . Al associava il documentata indice ABI , ecocolordoppler arterioso, o diilneuropatia documentata con monitoraggiocon glicemico periodico con modifiche terapia per miglioramento del esame obiettivo, biotesiometria e /o EMG arti inferiori 3- Dietista scarso compenso compenso glicometabolico, revisione dietoterapia con. la , controlloglicemico dell`efficacia conpresidi valori ortesici di glicataprescritti < 8,5 %.Tutti sono inseritiaiinpiedi. un ciclo di incontri di ETS dei per i pz constati deformità I pazienti sono stati confrontati costruito con l`intervento diabetologo , presidiato da inserite un care con un gruppo di controllodel di 300 pazienti eaddell`infermiera alto rischio cheesperta non è stato possibile giver della Diabetologia , conricevuto rivalutazione di rinforzo astandard 6 mesi . sulla Al ciclo associava nel percorso , ma che hanno solo informazioni curasidel piede il monitoraggio glicemico condimodifiche per il miglioramento del durante le visite. Risultatiperiodico Nel gruppo pz inserititerapia nel percorso di ETS lo sviluppo compenso glicometabolico, revisione Dietistaal, 21 controllo nell`anno successivo di ulcere ai piedi dietoterapia è stato del 12con % larispetto % dei dell`efficacia pz del dei presidi ortesici prescritti pz con deformità I pazienti sono stati dei confrontati gruppo di controllo .La causaper piùifrequente di ulceraaièpiedi. stato l`incostante utilizzo precisi con un gruppo di controllo di 300 ad alto non è stato possibile inserite ortesici consigliati e la scarsa igienepazienti personale . In rischio 5 casi i che pz avevano interrotto nel percorso , ma che le hanno ricevuto solo.Nei informazioni sulla cura delun piede saltuariamente anche terapie prescritte pz educatistandard si è verificato anche durante le visite.dell` Risultati Nel gruppo di pz inseriti nel percorso ETS sviluppo lipidico miglioramento emoglobina glicata ( riduzione media di 0,7di % )e lo dell`assetto nell`anno successivo ulcere sulla ai piedi è stato delprimaria 12 % rispetto al 21si riferiscono % dei pz delad un . Conclusion i I nostridirisultati prevenzione dell`ulcera gruppo .La causa più frequente di ulceradièETS stato, ma l`incostante utilizzo dei precisi periododi dicontrollo solo un anno conseguente all`intervento consentono di trarre alcune ortesici consigliati e la scarsa igiene personale . In 5educativo. casi i pz avevano considerazioni positive sull` efficacia del percorso Rispetto interrotto al gruppo di saltuariamente anche le prescritte educati si è verificato un e controllo, i pz inseriti nelterapie percorso hanno .Nei avutopzminor sviluppo di ulcereanche ai piede miglioramento dell` emoglobina glicata media di 0,7 malattia % )e dell`assetto maggior impegno anche nell`adesione alla( riduzione cura in generale della diabetica,lipidico .dimostrato Conclusion nostri risultati del sulla prevenzione primaria dell`ulcera dali Imiglioramento dato di emoglobina glicata. Il puntosidiriferiscono debolezza ad è ilun forte periodo solo un al anno conseguente all`intervento di ETS , ma trarre alcune impegnodirichiesto personale sanitario per la realizzazione delconsentono percorso didiETS , che considerazioni positive sull` efficacia del percorso educativo. Rispetto al gruppo di richiederebbe risorse aggiuntive. controllo, i pz inseriti nel percorso hanno avuto minor sviluppo di ulcere ai piede e maggior impegno anche nell`adesione alla cura – 70 in – generale della malattia diabetica, dimostrato dal miglioramento del dato di emoglobina glicata. Il punto di debolezza è il forte P42 VALUTAZIONE CLINICA BIOMECCANICA E RISCHIO DI CADUTE NEI PAZIENTI DIABETICI CON LIVELLI BIOMECCANICA CRESCENTI DI PATOLOGIA PIEDE NEI PAZIENTI VALUTAZIONE CLINICA E RISCHIO DEL DI CADUTE DIABETICI CON LIVELLI CRESCENTI DI PATOLOGIA DEL PIEDE A. Coppelli①; E. Iacopi①; G. Lamola②; D. Martelli③; C. Goretti①; M. Venturi②; C. Chisari②; A. Piaggesi①; A. Coppelli①; E. Iacopi①; G. Lamola②; D. Martelli③; C. Goretti①; M. Venturi②; C. Chisari②; A. Piaggesi①; ❶Sez.Dip.Piede Diabetico,Dipartimento Area Medica,Azienda Ospedaliero-Universitaria Pisana; ❷U.O. Neuroriabilitazione,Dipartimento di Neuroscienze,Azienda ❶Sez.Dip.Piede Diabetico,Dipartimento Area Medica,Azienda Ospedaliero-Universitaria Ospedaliero-Universitaria Pisana; ❸Scuola Superiore Sant`Anna,Pisa; Pisana; ❷U.O. Neuroriabilitazione,Dipartimento di Neuroscienze,Azienda Ospedaliero-Universitaria Pisana; ❸Scuola Superiore Sant`Anna,Pisa; Scopo dello studio - Valutare l`efficacia di semplici test clinici di funzionalità motoria nel definire le alterazioni del pattern motorio di edsemplici il corrispondente di caduta,motoria in pazienti Scopo dello studio - Valutare l`efficacia test clinicirischio di funzionalità nel con neuropatia diabetica iniziale ed ed avanzata. Metodi - 35 pazienti consecutivi, affetti definire le alterazioni del(ND) pattern motorio il corrispondente rischio di caduta, in pazienti da mellito tipo 2 (M/F etàed 62.1±9.7 aa)Metodi valutati- 35 presso il nostro Ambulatorio condiabete neuropatia diabetica (ND) 27/8; iniziale avanzata. pazienti consecutivi, affetti del piede diabetico sono2 stati gruppi: Gruppo 1 (10presso pazienti) senza Ambulatorio ND né lesioni da diabete mellito tipo (M/Fdivisi 27/8;in età4 62.1±9.7 aa) valutati il nostro ulcerative (LU) al piede; Gruppo 2 (9 ND ma senza LU; Gruppo 3 (7népazienti) del piede diabetico sono stati divisi in pazienti) 4 gruppi:con Gruppo 1 (10 pazienti) senza ND lesioni con ND e LU al al piede nonGruppo infette 2e (9 non ischemiche; Gruppo 4 (9 pazienti) con 3pregresse ulcerative (LU) piede; pazienti) con ND ma senza LU; Gruppo (7 pazienti) LU I pazienti sono poi stati valutati in Gruppo base ai seguenti parametri: (i) Test del con neuropatiche. ND e LU al piede non infette e non ischemiche; 4 (9 pazienti) con pregresse cammino in 6 minuti (6MWT), cammino in 10 (10mWT); (iii)(i)Scala LU neuropatiche. I pazienti sono(ii) poiTest statidel valutati in base ai metri seguenti parametri: Test del dell`equilibrio di Berg(6MWT), (SEB); (iv) Gait indexin(DGI); (v)(10mWT); Test Timed(iii) UpScala and Go cammino in 6 minuti (ii)Dynamic Test del cammino 10 metri (TUG). SEB rappresenta un indice di equilibrio indici di Go dell`equilibrio di Berg (SEB); (iv) Dynamic Gaitstatico index mentre (DGI); gli (v) altri Testsono Timed Up and equilibrio dinamico. Risultati I risultati e le relative significatività sono riportati nella (TUG). SEB rappresenta un indice di equilibrio statico mentre gli altri sono indici di tabella sottostante. 6MWTe le TUG 10mWT DGI SEB equilibrio dinamico.GRUPPO Risultati - I risultati relative significatività sono riportati nella tabella sottostante. GRUPPO 6MWT DGI 1 423.6 TUG 9.8 10mWT 8.7 23.6 SEB 54.8 12 423.6 23.6 330.2 9.8 11.2 8.7 10.2 22.7 54.8 53.2 23 330.2 22.7 394.8 11.2 10.6 10.2 8.3 21.6 53.2 54 34 394.8 21.6 401.6 10.6 9.8 8.3 9 21.9 54 51.6 4Significatività 401.6 9.8 9 21.9 51.6 Significatività p 1 vs 2 0.002 0.06 0.102 0.129 0.173 p 1 vs 23 0.002 0.129 0.329 0.06 0.38 0.102 0.66 0.009 0.173 0.19 p 1 vs 34 0.329 0.009 0.504 0.38 0.965 0.66 0.824 0.06 0.19 0.056 p 12 vs 43 0.504 0.06 0.057 0.965 0.491 0.824 0.05 0.142 0.056 0.667 p 2 vs 34 0.057 0.142 0.027 0.491 0.102 0.05 0.36 0.577 0.667 0.626 p 23 vs 4 0.027 0.577 0.728 0.102 0.563 0.36 0.418 0.516 0.626 0.412 Conclusioni I risultati del nostro studio suggeriscono p 3 vs 4 0.728 0.563 0.418 0.516 0.412 come la presenza di ND in soggetti affetti da diabete mellito tipo 2 determini maggiori Conclusioni - I risultati del nostro studioalterazioni suggeriscono come la presenza nell`equilibrio dinamico chediabete in quello statico. dati permettono inoltre di iniziare a di ND in soggetti affetti da mellito tipoTali 2 determini alterazioni maggiori valutare l`azione della ND sulinrischio caduta. nell`equilibrio dinamico che quello di statico. Tali dati permettono inoltre di iniziare a valutare l`azione della ND sul rischio di caduta. – 71 – P43 PIEDE DI CHARCOT: UNA COMPLICANZA POCO CONOSCIUTA. APPROCCIO DIAGNOSTICO MULTIDISCIPLINARE. L. Baccolini①; G. Forlani①; S. Diodato②; P. Guidalotti②; S. Fanti②; G. Marchesini Reggiani①; ❶SSD Malattie del Metabolismo e Dietetica Clinica,Policlinico S.Orsola-Malpighi,Bologna; ❷U.O. Medicina Nucleare,Policlinico S.Orsola-Malpighi,Bologna; Il piede di Charcot è caratterizzato, da un punto di vista morfo-strutturale, da una completa alterazione dei normali rapporti osteoarticolari con presenza di fratture ossee che comportano vari gradi di deformità del piede. La maggior parte dei pazienti affetti da Osteoartropatia di Charcot ha un`età compresa fra i 50 e i 60 anni, con una prevalenza fra lo 0,08-13% delle persone con diabete, tuttavia con prevalenza reale verosimilmente più alta a causa della tardiva o errata diagnosi. Riportiamo il caso di un uomo di 58 anni (BMI 35.19). All`APR, IMA a 54 anni, diabete mellito a 42, con polineuropatia, ipertensione arteriosa (sindrome metabolica), BPCO, discopatia degenerativa del rachide, pregresso TVP arto inferiore destro, pregresso intervento di cataratta all`occhio sinistro, meniscectomia bilaterale. Sette giorni prima, ricovero presso altro presidio per linfedema arto inferiore destro e placca sopraelevata arrossata interpretata dallo specialista dermatologo come erisipela, trattata con antibiotico-terapia con scarso beneficio. All`ingresso il paziente presentava sintomatologia algica bilaterale a carico degli AAII, più importante a destra. Non alterazioni dei valori ematochimici ad eccezione dell`emoglobina glicosilata (66,1 mmol/mol) e PCR 8,6 mg/l. L`ecocardiografia evidenziava cardiopatia ischemico-ipertensiva in fase dilatativa. L`ECD AAII evidenziava medio-calcinosi in assenza di occlusioni stenosanti significative e TVP in atto. La consulenza diabetologica è stata completata dalla valutazione podologica per la presenza di una lesione ulcerativa plantare al piede destro. EO podologico: lesione ulcerativa plantare IA TUC piede dx in quadro clinico compatibile con artropatia di Charcot in fase attiva. E` stata eseguita 18F FDG PET/TC. La metodica ha mostrato un ipermetabolismo in corrispondenza di una lesione ulcerativa, senza interessamento dei piani profondi e dei tessuti ossei. Coesisteva una captazione diffusa della ragione tarsale sinistra, con esclusivo interessamento articolare, diagnostica per artropatia di Charcot. Nel paziente diabetico la complicanza più invalidante a carico degli AAII è rappresentata dal piede diabetico. L`artropatia di Charcot può coesistere, rendendo fondamentale un`accurata diagnosi differenziale. L`indagine più utilizzata è la MRI ma la letteratura riporta molteplici studi sull`utilizzo della 18FFDG PET/TC, che ha discreta sensibilità e buona specificità (74% - 91%) nella diagnosi di osteomielite, costituendo uno strumento utile nella diagnosi differenziale tra piede diabetico e artropatia di Charcot. – 72 – Note_ ____________________________________________________________________ _________________________________________________________________________ _________________________________________________________________________ _________________________________________________________________________ _________________________________________________________________________ _________________________________________________________________________ _________________________________________________________________________ _________________________________________________________________________ _________________________________________________________________________ _________________________________________________________________________ _________________________________________________________________________ _________________________________________________________________________ _________________________________________________________________________ _________________________________________________________________________ _________________________________________________________________________ _________________________________________________________________________ _________________________________________________________________________ _________________________________________________________________________ – 73 – Con il contributo non condizionante di w w w . i t o p . i t
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