PIL Luigi Balletta, Salvatore Modica 31 luglio 2014 Indice 1 Contabilità 1 2 Prezzi, quantità, tempo e tassi 9 2.1 Indici di prezzo e inazione . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 10 2.2 Scambi e beni a date diverse . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 12 2.3 Tassi di interesse . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 13 2.3.1 Il tasso di interesse nominale. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 13 2.3.2 Il tasso reale. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 14 2.3.3 Interesse e sconto fra t e t+s. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 15 3 Due esempi più elaborati 17 4 Esercizi 20 5 Soluzioni 23 1 Contabilità Vedremo cos'è il PIL, come si calcola e come se ne segue l'andamento nel tempo attraverso esempi concreti che lo inquadreranno da varie angolazioni. PIL sta per Prodotto Interno Lordo, dove Interno si capisce (si riferisce a una economia nazionale), Lordo poi lo vediamo, e Prodotto è il valore dei beni nali prodotti. In Italia il PIL è circa 1500 Miliardi di Euro. Questo ovviamente non vuol dire niente nché non si specica in quanto tempo PIL è stato dell'ordine dei 1500 Miliardi usso. si produce; la frase corretta è che negli ultimi anni il l'anno. Quindi, prima cosa da tenere presente: il PIL È il reddito annuale della nazione. 1 è un Esempio 1 (Beni Intermedi e Valore Aggiunto). In questa economia ci sono 3 settori che producono con il solo lavoro (e la capacità produttiva/imprenditoriale): gli agricoltori che producono grano, i mugnai che trasformano il grano prodotto in farina, e i panettieri che trasformano la farina in pane. Nel PIL non possiamo contare grano e farina perché sono interamente distrutti nei vari stadi del processo produttivo, cioè sono impiegati come beni intermedi; dobbiamo contare solo il valore del pane, che è quello che eettivamente le persone in questa economia consumano. Quindi il PIL è Settore Ricavi Produttivo (1) Costo Beni Valore Aggiunto Intermedi (1)-(2) (2) Grano 24 Farina 40 24 16 Pane 75 40 35 PIL 75 75, 24 75 uguale al valore dei beni nali, cioè non usati come beni intermedi. ricavi dei vari settori meno il valore dei beni usati nei processi produttivi: 40). E' uguale ai 75 = (24 + 40 + 75) − (24 + La cosa interessante è vedere quanto contribuisce ogni settore. Per esempio i mugnai hanno trasformato grano, valore 24, in farina di valore 40; cioè nel loro processo produttivo hanno valore 16. Valore Aggiunto. E così si chiama la dierenza fra ricavi e costi dei beni intermedi: È esattamente quello dell'IVA, Imposta sul Valore Aggiunto - ne riparleremo. è uguale ai ricavi, perché non hanno usato beni intermedi (soltanto lavoro). vediamo che il PIL è la somma dei valori aggiunti dai vari settori: aggiunto Per gli agricoltori Dall'ultima colonna 75 = 24 + (40 − 24) + (75 − 40). Dunque P IL = dove V Aj è il valore aggiunto del settore j, X j V Aj che mostra da dove viene Esempio 2 (Distribuzione del Reddito). Ora ci chiediamo risposta non potrà che essere: un esempio. a chi va il reddito prodotto. ciò che viene prodotto, e la a quelli che partecipano al processo produttivo. Vediamolo con Qui ci sono due settori, quello siderurgico e quello automobilistico, e di nuovo si assume (molto irrealisticamente) che l'unico fattore produttivo sia il lavoro. Nel secondo settore si usa l'acciaio prodotto dal primo. Qui prendiamo in considerazione la remunerazione del fattore produttivo (lavoro), e deniamo protto come residuo ricavo meno costi (come abbiamo fatto nella parte di Microeconomia) che è di fatto la remunerazione dell'attività imprenditoriale. 2 Settore Ricavi Produttivo (1) Siderurgia 100 Automobili 210 PIL 210 Costo Beni Costo Intermedi Lavoro (2) (3) 100 Protti (1)-(2)-(3) Valore Aggiunto (1)-(2) 80 20 100 70 40 110 210 Nota che per ogni settore, e quindi anche in aggregato, abbiamo Profitto = Ricavo − Costo Beni Intermedi − Costo Lavoro = Valore Aggiunto − Costo Lavoro dove il Costo Lavoro non sono altro che i Salari: Costo Lavoro = Salari . Da qui vediamo che PIL = Somma Valori Aggiunti = Salari + Profitti cioè, il PIL è distribuito a lavoratori e imprenditori: Settore Produttivo Valore Costo Aggiunto Lavoro (1) (2) Protti (1)-(2) Siderurgia 100 80 20 Automobili 110 70 40 Somma 210 150 60 Questo ti dovrebbe ricordare il diagramma di usso visto all'inizio del corso: le spese per beni nali, ricavi delle imprese, sono uguali ai redditi distribuiti alle famiglie (comprese quelle degli imprenditori). Mettiamo qui la rappresentazione che si trova su Wikipedia (alla voce Circular Flow of Income) come reminder: Più in generale fra i fattori produttivi ci sono i beni capitali, e il reddito da capitale (altro costo) è rappresentato dagli interessi. E c'è anche lo Stato che entra nella produzione indirettamente tramite i beni pubblici di cui le imprese usufruiscono. Il costo di questo intervento sono le Imposte Indirette - quelle sul valore aggiunto per l'appunto. Quindi la relazione di distribuzione diventa: PIL = Somma Valori Aggiunti = Salari + Profitti + Interessi + Imposte Indirette 3 Nota che stiamo scrivendo Profitto = Ricavo − Costo Beni Intermedi − Costo Lavoro − Costo Capitale − Imposte Indirette e qui, a parte l'aggiunta delle imposte, c'è da notare l'accento che si pone sui costi dei beni intermedi - che non abbiamo evidenziato in Micro - che vanno evidenziati per arrivare alla misura del PIL dove vanno evitate le duplicazioni. Esempio 3 (Tecnologia e Prezzi). Negli esempi precedenti abbiamo sommato valori, ovvero somme in euro che rappresentavano il valore del PIL, il valore aggiunto dei settori, salari, protti etc. In questo esempio decomponiamo il valore introducendo tecnologia e prezzi, così possiamo fare Ricavo = Prezzo × Quantità. Ci sono 2 settori, Grano e Brioche (Pane non può essere perché comincia per P che indica prezzi). Indicando con G, B, L quantità di grano, brioche e lavoro, i due settori impiegano rispettivamente le tecnologie G(L) = 4L, B(L, G) = min{L, G/5} cioè: nel settore Grano 1 unità di lavoro ne produce 4 di grano, nel settore Brioche 1 brioche è prodotta con 1 unità di lavoro e 5 di grano. La produzione è descritta nella seguente tabella: Settori Q.tà usata di Grano 2500 Brioche 1200 I prezzi siano dati da Settore Produttivo L Q.tà usata di G Q.tà prodotta di G Q.tà prodotta di 10000 6000 (pL , pG , pB ) = (2, 1, 8). Ricavi 1200 Dunque abbiamo Costo Beni Costo Intermedi Lavoro Protti Valore Aggiunto 10000 × 1 1200 × 8 10000 6000 × 1 2500 × 2 1200 × 2 5000 Brioche 1200 3600 Somma 19600 6000 7400 6200 13600 Grano B Da questa tabella si vede quello che ci interessa. Il PIL è 13600, che possiamo calcolare come ricavi meno costi beni intermedi: netto degli utilizzi: 10000 × 1 + 1200 × 8 − 6000 × 1; (10000 − 6000) × 1 + 12000 × 8, nei processi; o come somma dei valori aggiunti, reddito nazionale sono rispettivamente o come somma dei valori prodotti al dove 4000 sono le unità di grano non utilizzate 10000 + 3600. 7400/13600 = 54% e Inoltre, le quote di salari e protti nel 6200/13600 = 46%. Esempio 4 (Come funziona l'IVA). L'IVA la paga il compratore. Se poi un compratore a un altro Il signor B, A quest'ultimo paga ad A quello che A A rivende ha pagato più l'imposta sul valore aggiunto di A. trattiene quello che aveva pagato e versa la parte riguardante il proprio valore aggiunto 4 allo Stato. Se il prodotto arriva al consumatore nale lui paga l'imposta sul valore del bene, cioè su tutto il valore aggiunto; e tramite i versamenti dei venditori quello che lui paga arriva allo Stato. Vediamolo con i numeri, con IVA al 10% (CBI per Costi Beni Intermedi). Settori Ricavi A B C 100 CBI VA Entrate IVA Uscite IVA Versamenti 100 10 130 100 30 13 10 10 3 200 130 70 20 13 7 Spesa Consumatori Gettito 200 20 Stato Qui B paga compra da 10 per 100e, e alla ne C che li versa all'Erario, incassa da C , 10 B se li tiene (quelli che aveva aveva pagato che ha comprato, e 7. I consumatori nali pagano 20 e non scaricano nulla. In generale chi rivende non paga IVA, cioè Entrate IVA=Uscite riprende dai dai 20 13 In gergo, che incassa da scarica C. 10 13 Per l'IVA, 130 li versa. B 200e. vende ai consumatori nali per che aveva pagato li e 3 A A 10 ad A) ad 20 di IVA su C , nel senso che i Questi a sua volta paga che incassa dai consumatori recupera i 13 13 a B sui che aveva pagato e versa IVA+Versamenti all'Erario ; l'IVA la la paga tutta l'ultimo che compra e non rivende. di questo meccanismo è che se per esempio C fallisce, cioè non crea valore aggiunto, lo Stato ha già incassato la parte di imposta sul valore aggiunto creato da all'atto dell'acquisto, ed A e B La cosa furba A e B (13 su 130) perché C li ha pagati li hanno versati. Esempio 5 (Il PIL è Lordo: gli Ammortamenti). Qui tabella non ce n'è, la situazione è semplice: con lavoro e macchinari pre-esistenti si sono prodotti beni agricoli e macchinari nuovi per un valore complessivo di 2000. Non sono stati usati beni prodotti nei processi produttivi. Quindi il PIL è 2000. Ma i macchinari vecchi si sono in parte ammortati - radice etimologica morte stimata del loro valore di 300. Non ne dobbiamo tenere conto? Nel prodotto conto. Ma il prodotto -, con una perdita lordo non se ne tiene netto, cioè al netto degli ammortamenti, è 2000 − 300 = 1700. Si chiama per l'appunto PIN, dove N sta per netto. Di solito si usa il PIL nei conti economici nazionali, perché il valore degli ammortamenti è un valore stimato, e spesso è anche manipolato nei bilanci per scelta strategica. Poiché nelle varie economie si può supporre che gli ammortamenti siano simili, l'errore in cui si incorre è lo stesso per tutti e i dati internazionali sono paragonabili. Includendo gli ammortamenti, la relazione di distribuzione diventa: PIL = Somma VA = Salari + Profitti + Interessi + Imposte Indirette + Ammortamenti 5 Ovviamente gli ammortamenti non sono un reddito, ma sono implicitamente nel primo membro quindi vanno messi anche al secondo per bilanciare. Esempio 6 (Risorse e Impieghi). La relazione qui sopra risponde alla domanda che viene prodotto. a chi va quello Pensando al PIL come valori di beni prodotti, l'altro aspetto interessante è: cosa ne facciamo di queste risorse ? Cioè, come le impieghiamo ? Che tipo di beni produciamo? Qui non ci interessa una classicazione tipo beni di prima necessità e beni di lusso; ci occupiamo del PIL perché siamo interessati al suo andamento nel tempo, in particolare alla sua crescita. E questa è determinata dalla crescita dei fattori produttivi, fondamentalmente capitale e lavoro. Ma la forza lavoro cresce per cause determinate in buona parte al di fuori del sistema economico, quindi bisogna concentrarsi sulla accumulazione di capitale, che è data dal usso di investimenti che si fanno nell'economia. Quindi ci interessa sapere quanti investimenti facciamo, e quanto del prodotto invece utilizziamo per soddisfare i nostri bisogni di consumo presente. La risposta alla domanda di sopra è dunque che i beni prodotti vengono impiegati fondamentalmente in due modi: come beni di e come beni di investimento 1 . consumo Nota che gli investimenti sono investimenti in capacità produttiva, quindi in ultima analisi in consumo futuro. Essi includono, oltre al capitale sso, anche la variazione delle scorte di materie prime e prodotti niti, che è quindi vista come un impiego delle imprese. Quindi gli impieghi li possiamo pensare come consumo presente e consumo futuro. Denotando con C ed I il valore di consumi e investimenti, abbiamo dunque PIL = C + I. Le cose sono un minimo più complicate perché mancano Stato e rapporti con l'estero. Gli acquisti di beni e servizi da parte delle Amministrazioni Pubbliche sono di solito contabilizzati a parte, e si indicano con la lettera G. È importante ricordare che sono valutati al costo : per esempio il lavoro di un docente universitario vale nel PIL quanto il suo stipendio, sia che sia bravo sia che non lo sia. Il motivo di questa convenzione è che per molte attività dello Stato è dicile quanticare l'output (si pensi alla difesa del territorio). Inoltre, spesso non esiste un mercato, e quindi non c'è un prezzo di vendita a cui valutare la quantità prodotta. È un problema che si sta cominciando ad arontare seriamente. I rapporti con l'estero riguardano qui Importazioni ed Esportazioni, dove le importazioni sono di fatto risorse a nostra disposizione, mentre le Esportazioni sono un possibile impiego. Quindi la relazione generale fra risorse e impieghi è la seguente: PIL + Importazioni = C + G + I + Esportazioni . Questa relazione dà luogo a quello che si chiama proprio Conto delle risorse e degli Impieghi, fonda- 1 Nota che questa classicazione è puramente contabile. ovvero è sempre vera perché abbiamo denito L'identità che ne deriva è quindi un'identità contabile, il PIL come essere composto da beni di consumo ed investimento. 6 mentale in tutte le statistiche economiche. Quella di sotto riguarda l'Italia nel 2010 ed è pubblicata dall'Istat, i valori sono quelli veri. Nota la variazione delle scorte sotto la voce investimenti, e che gli ammortamenti non sono cosa da poco. Conto Economico delle Risorse e degli Impieghi, Anno 2010 (Milioni di Euro) Risorse 2 000 535.5 Prodotto Interno Lordo Importazioni Impieghi 1 556 028.6 2 000 535.5 Spesa per Consumi 444 506.9 1 268 372.7 Famiglie 934 293.1 Amministrazioni Pubbliche 334 079.6 Investimenti 317 368.4 Investimenti ssi netti 41 836.3 Ammortamenti 264 062.4 Variazione delle scorte 9 104.5 Oggetti di valore 2 365.3 Esportazioni In conclusione, indicando le esportazioni nette con 414 794.3 NX ≡ Esportazioni − Importazioni , possiamo scrivere il PIL come Y = C + I + G + N X. Esempio 3 (Continua: Tecnologia e Prezzi). Nell'esempio 3 come è ripartito il PIL fra consumi e investimenti? Le brioche sono chiaramente consumo, mentre il grano non utilizzato nella produzione di brioche verrà piantato per ottenere altro grano in futuro, quindi è investimento. P IL = 13600 è diviso in C = 9600 (valore delle brioche) ed I = 4000 Dunque il (valore del grano non utilizzato come bene intermedio nella produzione del bene di consumo). Esempio 6 (Continua: I Risparmi). Come denire Risparmio ? La risposta è semplice: quello che non si consuma. Per abbreviare cominciamo a usare la lettera che si usa sempre per il PIL, la caso semplice Y = C + I. Si denisce quindi risparmio da cui direttamente discende I = S, S (S per Savings) la dierenza l'uguaglianza fra risparmi e investimenti. consumato è per denizione investito, Y. Nel S := Y − C , Quello che non è se non in macchinari in variazione delle scorte. Nel caso generale abbiamo S := Y − C − G − NX , da cui di nuovo la relazione S = I. Altra cosa interessante è che indicando con T le imposte complessive (dirette e indirette), il reddito eettivamente disponibile ai cittadini per consumo o risparmio è Y − NX − T, da cui dalla relazioni di sopra segue S = (Y − NX − T − C) + (T − G) = Risparmi Privati + Risparmi Pubblici , dove questi ultimi sono la dierenza fra le entrate pubbliche T e le spese G. Esempio 6 (Continua: Risparmi Investimenti e Decit Pubblico). Il decit pubblico in un certo anno è la dierenza fra uscite ed entrate pubbliche: 7 G − T. Ricordando che il totale dei risparmi è uguale agli investimenti: (Y − NX − T − C) + (T − G) = I otteniamo Y − NX − T − C = I + (G − T ) che dice che il risparmio privato nanzia investimenti produttivi e decit pubblico. Esempio 7 (Variazioni del PIL nel tempo: PIL nominale e PIL reale). Come già osservato, il PIL si misura per vedere come varia nel tempo. E qui cominciano i problemi, perché nel tempo variano le quantità ma anche i prezzi, quindi si deve capire quanto una data variazione di valore, per esempio in aumento, rietta un più alto tenore di vita, maggiori investimenti eccetera, e quanto sia invece l'eetto di un aumento del livello dei prezzi. Vediamo un esempio, poi torniamo sull'argomento nella prossima sezione. Tasso PIL Tasso Cre- Prezzi Cre- scita 2005 scita 1350 93% 850 21% 1.59 1600 18% 800 -6% 2 Q.tà Prezzo Q.tà Prezzo Pizze Pizze Pane Pane 2005 100 5 200 1 700 2006 150 7 100 3 2007 120 10 200 2 Anno PIL nominale 700 t e t+1 PIL 1 I tassi di crescita sono deniti come incrementi relativi. Per qualunque variabile fra Deatore x, il tasso di crescita è denito come xt+1 − xt . xt Per esempio la crescita del PIL nominale (1350 − 700)/700 = 0.928 = 92.8%. (cioè calcolato a prezzi correnti) fra il 2005 e il 2006 è Il problema è che nel frattempo sono anche aumentati i prezzi. Per apprezzare le variazioni nella produzione reale isolando l'eetto della variazione dei prezzi si calcola il PIL nei vari anni a prezzi costanti, che si chiama PIL reale.2 Valutando la produzione a prezzi costanti dell'anno 2005 si vede che i tassi di crescita cambiano in modo rilevante. Per scomporre la variazione totale in variazione del PIL reale e variazione dei prezzi si denisce un indice reale Pt PILbt , del livello dei prezzi - detto deatore del PIL - dividendo PIL nominale PILt per il PIL dove il soprascritto indica che quest'ultimo è calcolato a prezzi di un anno base Pt := b: PILt . PILbt Il rapporto riette la variazione dei prezzi perché le quantità sono uguali sia al numeratore che al denominatore. Il deatore nel nostro esempio è riportato nell'ultima colonna della tabella. La 2 Calcolare il PIL a prezzi costanti signica valutare la produzione al tempo t, t + 1, t + 2 arbitrariamente scelto, che si denisce anno base. Nell'esempio l'anno base è il 2005. 8 etc. ai prezzi di un anno scomposizione a questo punto è semplice, perché da PILt = Pt · PILbt valore=prezzo per quantità - si ottiene subito, per due periodi diversi PILt = PILs - che ricorda la relazione s e t, Pt PILbt Ps PILbs in cui il primo fattore riette la variazione del livello dei prezzi, il secondo la variazione del PIL reale. Nel nostro esempio, fra il 2006 e il 2007 abbiamo 1.18 = 1600 2 800 = = 1.26 · 0.94. 1350 1.59 850 Esempio 7 (Continua: Caveat). La estrazioni delle variabili reali richiede sempre scelte in qualche misura arbitrarie. Nel caso del PIL reale la scelta arbitraria riguarda l'anno base, che può condizionare anche pesantemente i risultati. Vediamolo in un esempio estremo cambiando i numeri nella tabella di sopra. Q.tà Prezzo Q.tà Prezzo Pizze Pizze Pane Pane 2005 2 1 1 2 4 2006 1 2 2 1 4 Anno PIL Tasso Tasso PIL Tasso PIL Cre- Prezzi Cre- Prezzi Cre- scita 2005 scita 2006 scita 0 5 25% 4 4 5 -20% Ricapitolando Abbiamo calcolato il PIL come somma dei valori dei beni prodotti al netto degli utilizzi, e somma dei valori aggiunti. Lo abbiamo scomposto come somma dei redditi dei fattori produttivi (con protto come residuo). E abbiamo classicato gli impieghi delle risorse prodotte nelle due categorie generali di consumo e investimento (che serve al consumo futuro). Negli ultimi esempi abbiamo cominciato a parlare di tempo, prezzi e quantità, e di questo continuiamo a parlare nella sezione che segue. 2 Prezzi, quantità, tempo e tassi Cominciamo col riscrivere il PIL esplicitamente in generale, e in forma più compatta. Come abbiamo visto PIL è valore, cioè prezzi per quantità, del vettore dei beni nali. Ci siano ed m imprese j = 1, 2, . . . m. Siano Xi (j), Xiint (j) e usato come bene intermedio dall'impresa j. le quantità del bene X j Xi (j), beni Xiint = 9 X j Xiint (j). i = 1, 2, . . . n, rispettivamente prodotto Dunque le quantità totali del bene prodotte e usate nei processi produttivi sono Xi = i n i rispettivamente Se p = (p1 , p2 , . . . pn ) è il vettore dei prezzi abbiamo dunque (la prima relazione per denizione, la seconda sostituendo da sopra e invertendo le sommatorie, la terza di nuovo per denizione) PIL X X pi Xi − pi Xiint i i i X hX X = pi Xi (j) − pi Xiint (j) j i i X = VAj = j dove con VAj è il valore aggiunto dell'impresa X = (X1 , . . . Xn ) il vettore dei beni usate nei processi), così pX := P i pi Xi . PIL = P i pi Xi . A questo punto se Xt j . Adesso semplichiamo un po' la notazione. nali Denotiamo prodotti nell'economia (già al netto delle quantità E usiamo la notazione matriciale per questo tipo di somme: è il vettore dei beni nali prodotti a t e pt è il corrispondente vettore dei prezzi possiamo scrivere semplicemente PILt = pt Xt . 2.1 Indici di prezzo e inazione Il deatore del PIL che abbiamo visto non è altro che Pt = pt Xt := PtPA . pb Xt Numeratore e denominatore sono di fatto medie dei prezzi ponderate con pesi Xit / P i Xit . Il problema è che quando costruiamo la sequenza degli indici così ottenuti nel tempo i pesi vanno cambiando. L'indice così ottenuto - con pesi al tempo che l'ha inventato. Per questo lo abbiamo chiamato t - si chiama di Paasche, dal signor Paasche PtPA . 3 Un indice più puro della variazione dei prezzi (quello che usa il Fondo Monetario Internazionale) si ottiene lasciando ssi i pesi, usando per esempio le quantità prodotte al tempo base b, cioè Xb , in modo che calcolando l'indice nel tempo variano soltanto i prezzi. Si ottiene così l'indice di prezzo di Laspeyres (il nome del suo inventore), che si chiama anche PtLA = Indice dei Prezzi al Consumo : pt Xb . pb Xb Come vedremo è questo l'indice che emerge in modo naturale quando vogliamo paragonare il potere 3 Un numero indice è il rapporto tra il valore di una determinata variabile ad un certo tempo ed il valore della stessa variabile ad un tempo di riferimento. Quindi, se l'indice ha valore maggiore di 1 la variabile che stiamo misurando è cresciuta rispetto al periodo di riferimento. 10 d'acquisto in periodi diversi (vedi esempio 9) o quando dobbiamo denire il tasso di interesse reale. Nota 1. 4 Né l'indice di Laspeyres né quello di Paasche sono ad 'utilità costante', cioè non tengono conto dell'eetto sostituzione. Per quello di Laspeyres per esempio si osserva che necessario a consumare Xb al tempo t, ma con quel reddito ai prezzi pt pt Xb è il reddito i consumatori sceglierebbero un altro paniere collocandosi su una curva di indierenza più alta. Per mantenerli sulla curva di indierenza di Xb basterebbe un reddito inferiore al numeratore dell'indice di Laspeyres (ricorda il discorso sulla compensazione monetaria quando abbiamo studiato gli eetti reddito e sostituzione). Allo stesso modo si può osservare che nell'indice di Paasche è il denominatore ad essere più alto di quanto basterebbe per mantenere i consumatori sulla curva di indierenza di Xt . Vedi esercizio 9. Nella realtà della contabilità nazionale, quando si considerano indici di prezzi su periodi lunghi i pesi si fanno variare comunque, ottenendo indici concatenati. Dettagli nell'esempio 12. Nota 2. Indici analoghi si possono costruire per misurare variazioni di quantità, pesandole con prezzi. Per esempio l'indice di quantità di Laspeyres QLA t QLA = t Osserva che il deatore del PIL PtPA tiene i prezzi ssi a pb : pb Xt . pb Xb è la variazione totale in rapporto alla variazione (Laspeyres) delle quantità: PtPA = pt Xt /pb Xb QLA t cioè variazione del PIL depurata dalla variazione delle quantità. In questo senso è un indice dei prezzi calibrato sul PIL. Qualunque sia l'indice Pt utilizzato, il tasso di inazione πt da t a t+1 è denito come il tasso di crescita dell'indice: 1 + πt = Pt+1 . Pt Ovviamente la denizione dipende da quale indice del livello dei prezzi si usa. Per esempio se si usa Laspeyres, con X = Xb , risulta 1 + πt = pt+1 X/pt X (giusto?). Analogamente si denisce il tasso di inazione fra due periodi s, t: l'inazione πt,t+s da t a t + s, è allora denita da 1 + πt,t+s = 4 In Pt+s . Pt questo e nei capitoli che seguono le Note sono di fatto approfondimenti. Le Osservazioni invece saranno parti essenziali. 11 πt,t+s = (Pt+s − Pt )/Pt t + 1. La relazione fra è la variazione relativa dei prezzi. Nota che πt,t+s e i tassi di inazione fra t e t+s πt ≡ πt,t+1 , l'inazione fra t e è la seguente, come è facile vericare: 1 + πt,t+s = (1 + πt ) · (1 + πt+1 ) · . . . · (1 + πt+s−1 ). 2.2 Scambi e beni a date diverse Per andare avanti conviene usare una abbreviazione comoda. Se vieremo x unità di a con x a; a è un bene o un paniere abbre- e per dire che queste si scambiano con y unità di b (cioè con y b) scriveremo x a ' y b. Assumeremo che questa relazione sia per ogni p k > 0. nel senso che xa ' yb se e solo se kx a ' ky b c ha prezzo 3 c ' 3p e, L'interpretazione è ovvia. Dalla linearità segue per esempio che se il bene in Euro (una unità di cioè 3 unità di lineare, c c si scambia con si scambieranno con 3p anche che dallo stesso argomento segue p unità di Euro), cioè 1 c ' p e, allora unità di Euro; e così per ogni multiplo positivo. Osserva 1 e ' 1/p c (se una unità costa 2 Euro, con 1 Euro ne viene mezza unità). È importante realizzare che un bene è denito, oltre che dalle sue speciche siche, dall'istante in cui è disponibile: un Euro oggi è un bene diverso da un Euro fra 10 anni, e lo stesso vale per una mela. Parlando di tassi di interesse questa precisazione sarà indispensabile. metteremo come apice il tempo in cui il bene è disponibile. e ,e t t+1 e così via; e lo stesso per un paniere Mettendo le date, se pt è il prezzo di 1 et+1 ' c X, parleremo di al tempo 1 t+1 c , pt+1 t Quindi per esempio parleremo di X t , X t+1 - cioè il prezzo di α et+1 ' Per esplicitarla eccetera. ct - sarà per esempio α t+1 c . pt+1 (1) Esempio 8. L'indice di Laspeyres è alla base delle contrattazioni sulle indicizzazioni delle retribu- zioni: Xb mi costava perché a prezzi pt pb Xb , ora mi costa pt Xb , mi devi dare la dierenza tu consumi un paniere diverso da Xb . Precisamente: - No ti devo dare di meno PtLA è uguale al numero di Euro necessari a comprare a t la stessa frazione di Xb che si comprava a b con 1 Euro. 1 Xbb ' pb Xb eb da cui per linearità (1/pb Xb ) Xbb ' 1 eb ; ' pt Xb et da cui (1/pb Xb ) Xbt ' (pt Xb /pb Xb ) et = PtLA et . Abbiamo in eetti 1 Xt b d'altra parte Esempio 9 (Conversione di somme in periodi diversi). Quanto varrebbe oggi in termini di potere d'acquisto un stipendio di 10000 Euro l'anno di vent'anni fa? 12 Intuitivamente, la risposta è devi tener conto dell'inazione. In generale la domanda è: si ha una certa quantità t, k di Euro al tempo t + s? In termini più t precisi la domanda può essere formulata come segue: ssa un paniere X = Xb ; con k e si comprava t ' α X ; quanto ci vorrebbe una frazione α di X , cioè, nella notazione appena introdotta, k e t+s 0 0 ora per ricomprarla, cioè, per quale k vale k e ' α X ? La risposta è pronta nella denizione LA t+s LA LA t e comprano la stessa e e Pt+s di Pt , per linearità. Infatti dall'Esempio 8 segue che Pt per esempio uno stipendio; quanto varrebbe in termini reali questa somma a α di Xb , quella che si comprava a b con un Euro. Per linearità saranno quindi equivalenti t LA LA LA t+s e , e quindi anche k et e kPt+s /PtLA et+s . Ovviamente è opportuno anche 1 e e Pt+s /Pt t t+s LA scegliere Pt = Pt , nel qual caso il risultato dice che k e sono equivalenti a k(1 + πt,t+s ) e : frazione il moltiplicatore è l'eetto inazione fra t e t + s. 2.3 Tassi di interesse Il tasso di interesse nominale è il prezzo della moneta oggi in termini di moneta domani: se un Euro oggi è scambiabile con 1.02 Euro domani il tasso di interesse è 0.02 = 2%. Per il tasso reale vale lo stesso discorso quando però si scambiano beni reali. 2.3.1 Il tasso di interesse nominale. Il tasso di interesse nominale it da t a t+1 è denito dalla relazione 1 et ' 1 + it et+1 che dice che un Euro a t è scambiabile con 1 + it Euro a t + 1. Nota, dalla linearità, anche lo sconto: 1 t e 1 + it 1 et+1 ' che dice che in cambio un Euro domani puoi avere solo 1/(1 + it ) Euro oggi. Esempio 10 (Il Prezzo dei BOT). Il BOT è un pezzo di carta emesso al tempo Al tempo t + 1 ti darò un Euro . Quanto vale? Se PtB è il suo prezzo (in Euro a t su cui sta scritto t), stiamo dicendo PtB et ' 1 et+1 , che per linearità è equivalente a 1 et ' 1/PtB et+1 . PtB = Dalla denizione di 1 . 1 + it 13 it segue allora: Nota che prezzo alto vuol dire interesse basso (e viceversa). 2.3.2 Per il tasso reale Il tasso reale. Chiamiamo 1 unità di cominciamo dal denirlo per un singolo bene rtc il tasso di interesse reale in termini del bene c. c a t la relazione fra è scambiabile con rtc ed it ? 1 + rtc possono essere scambiati con essere scambiati con c unità di a c. La denizione è analoga alla precedente: t + 1. Cioè: 1 ct ' 1 + rtc ct+1 . Qual è L'idea è che il tasso reale è il tasso nominale depurato dell'inazione. Per vederlo precisamente: 1 unità di t rt , c t a pt (1 + it ) pt (1 + it )/pt+1 a pt può essere scambiata con t + 1, unità di c a ed inne t + 1. pt (1 + it ) Euro a t; inoltre Euro al tempo pt t+1 Euro a possono In altri termini (guarda gli esempi in (1)): pt (1 + it ) t+1 1 + it t+1 1 ct ' pt et ' pt (1 + it ) et+1 ' c = c . pt+1 pt+1 /pt Dunque il tasso reale è prezzo di c, 1 + rtc = (1 + it )/(pt+1 /pt ), che possiamo chiamare nell'anno base rt diviso l'inazione sul 1 + it . 1 + πtc denito rispetto a un paniere sso b), 1 + it πtc : 1 + rtc = Il tasso reale cioè il tasso nominale X (per esempio il vettore dei beni prodotti è dato dalla relazione 1 X t ' 1 + rt X t+1 . E la relazione fra it ed rt è praticamente già fatta: 1 X t ' pt X et ' (1 + it )pt X et+1 = Nota che qui p t+1 1 + it 1 + it X . pt+1 X et+1 ' pt+1 X/pt X pt+1 X/pt X rappresenta il vettore di prezzi dei beni presenti nel paniere LA pt+1 X/pt X = Pt+1 /PtLA = 1 + πt , scambio di c i = 200% e Dall'uguaglianza otteniamo la relazione generale 1 + rt = Per esempio se X. π = 100% sarà 1 + it . 1 + πt r = 50% (verica con la formula e immaginando lo in pratica). Per numeri piccoli vale la semplice approssimazione grandi, vedi l'esempio appena fatto dove rt = it − πt i − r = 100% 6= 50%), di entrambi i membri e usando l'approssimazione che si ottiene prendendo i logaritmi ln(1 + x) ' x. 14 (che non funziona con numeri Esempio 11 (Valutazione degli investimenti). Un progetto di investimento comporta dei costi presenti C t a e un usso di ricavi futuri frutto di produzione yt+1 , yt+2 , . . . yt+T , e il problema è valutare questo usso per vedere se copre il costo. Prendiamo il caso semplice che si produca solo a t+1 (cioè T = 1). parte incasserò pt+1 yt+1 et+1 ; C ≤ pt+1 yt+1 /(1 + it ). C Prendendo a prestito paniere sso X pt+1 . (1 + it )C et+1 , quindi l'investimento è da realizzare se Più alto è il denominatore rt quindi sembrano esserci due elementi contro, vende a prezzi oggi devo ridare (1 + it )C ≤ pt+1 yt+1 , 1 + it = (1 + rt )(1 + πt ) e πt . cioè se più basso il rendimento, Ma l'inazione è anche a favore perché si y Per vederlo meglio assumiamo che con cui si calcola il livello dei prezzi: quando d'altra aumenti di prezzo più o meno come il pt+1 yt+1 /pt yt+1 ≈ pt+1 X/pt X = 1 + πt . Allora la relazione di prima diventa C≤ pt yt+1 (1 + πt ) yt+1 = pt , (1 + rt )(1 + πt ) 1 + rt che dice che in questo caso l'investimento si può valutare usando prezzi costanti per il bene e scontando le quantità future al tasso reale. Dato pt yt+1 , più basso è rt più l'investimento diventa conveniente. Questo è importante. Lo rivedremo più avanti nei modelli di Macroeconomia in cui si assumerà che gli investimenti dipendono dal tasso reale. 2.3.3 Interesse e sconto fra prezzo di et+1 in termini di lo sconto reale è dato da et . t e t+s. Abbiamo già avuto modo di notare che Si chiama convenzionalmente sconto, da 1/(1 + rt ). da t a t + s 1 et ' 1 + it,t+s et+s , dove per il caso reale abbiamo ancora ssato 1 + rt,t+s ] è il prezzo di et [risp. a t. è il Analogamente Il discorso di interesse e sconto si estende facilmente a più periodi. Deniamo interesse nominale e reale [risp. t+1 1/(1 + it ) X t] con le relazioni 1 X t ' 1 + rt,t+s X t+s , X = Xb (vettore PIL al tempo in termini di et+s [risp. X t+s ]. b). Dunque 1 + it,t+s Abbiamo per esempio 1 et ' 1 + it et+1 ' (1 + it ) · (1 + it+1 ) et+2 , cioè 1 + it,t+2 = (1 + it ) · (1 + it+1 ). Nota che it = it,t+1 e analogamente rt = rt,t+1 . In modo analogo (se vuoi essere preciso, per induzione) si trovano facilmente le relazioni seguenti: 1 + it,t+s = (1 + it ) · (1 + it+1 ) · . . . · (1 + it+s−1 ) 1 + rt,t+s = (1 + rt ) · (1 + rt+1 ) · . . . · (1 + rt+s−1 ). 15 E da queste segue immediatamente che 1 + rt,t+s = Per lo sconto da t + s a t si divide per 1 + it,t+s 1 + it,t+s . 1 + πt,t+s o per 1 + rt,t+s a seconda che si voglia usare interesse nominale o reale. La dierenza è importante, come vedremo subito nell'esempio che segue. Osservazione. Nel caso di tassi costanti it+s = i, rt+s = r 1 + it,t+s = (1 + i)s , Nota 3. Nell'esempio 9 abbiamo concluso che s≥0 per ogni le formule si semplicano: 1 + rt,t+s = (1 + r)s . 1 et è `equivalente' a che entrambe le quantità comprano la stessa frazione di dato X. (1 + πt,t+s ) et+s È bene osservare che questo non implica che le due quantità di Euro siano scambiabili. Per esempio se it,t+s è alto e poi basso, 1 et è scambiabile con quella che si comprava a t (1 + it,t+s ) et+s con un Euro. nel senso con cui si comprerà una frazione di πt,t+s X risulta più alta di Esempio 12 (PIL reale a valori concatenati). Questo non è per gli esami, ma giusto per saperlo, il PIL reale nella pratica dei conti pubblici si calcola in un modo un po' più sosticato di come abbiamo visto noi, usando indici concatenati. Lo mettiamo qui così se ti capita di doverlo sapere ce l'hai a portata di mano. Il punto di partenza è che possiamo sempre scrivere ps Xt = ps Xt ps Xs ps Xs cioè: il PIL reale (come calcolato da noi) al tempo tempo 0 t con base t = s è il prodotto del PIL nominale al per l'indice Laspeyres della variazione delle quantità - che ha senso se ci pensi un attimo. Questo metodo, come abbiamo visto nella sezione precedente, è particolarmente sensibile alla scelta dell'anno base, che diventa un problema rilevante quando si utilizza un anno base relativamente lontano dall'anno per cui stiamo calcolando il PIL. L'uso degli indici concatenati si propone di superare questo limite sostituendo l'indice ps Xt /ps Xs con un indice di variazione di quantità meno ancorato all'anno base, che tiene conto delle variazioni in tutto il periodo considerato. Il metodo degli indici concatenati consiste nel calcolare una variazione percentuale tra anni adiacenti, ottenendo in questo modo una successione di tassi di variazione, per poi calcolare il PIL reale rispetto ad un anno di riferimento come prodotto tra il PIL nominale nell'anno di riferimento ed il tasso di variazione. 5 immaginando di dover calcolare il PIL reale per Illustriamo schematicamente la procedura 5 Dal 2005 l'ISTAT utilizza questa procedura per il calcolo del PIL reale. 16 {1, .., T }. l'intervallo 1. Si calcola in ogni anno l'indice di Laspeyres delle quantità utilizzando i prezzi del periodo immediatamente precedente 2. Si concatenano gli indici. fra 1 e 3. Preso t s QLA t,t−1 = pt−1 Xt /pt−1 Xt−1 . 6 In ogni periodo t, l'indice concatenato della variazione delle quantità è la produttoria degli indici al punto 1 dall'inizio della serie no a t: ItC = Q i≤t QLA i . come anno di riferimento, si prende come indice di variazione delle quantità fra il rapporto ItC /IsC , e si denisce PIL reale a t, base s quanto fatto prima come prodotto fra PIL nominale ad - chiamiamolo P ILt,s s e t analogamente a s, P ILs , per questo indice di variazione delle quantità: P ILt,s = 3 ItC P ILs IsC Due esempi più elaborati Esempio 13 (Economia dei servizi). In questo esempio introduciamo incertezza e rischio per vedere come le assicurazioni, che sono una parte importante del settore dei servizi, entrano nel PIL - cioè cosa producono. Per farlo considereremo un'economia prima e dopo l'entrata di una impresa di assicurazioni. La situazione di partenza è la seguente. Ci sono quattro famiglie. La quarta digiuna. Le prime tre producono ciascuna 3 mele, ma una di loro a caso ne perde 2. Il calcolo del PIL è banale: alla ne dell'anno ci sono 9−2=7 mele, quindi - in termini di mele - il PIL è 7. Nella seconda economia la quarta famiglia - che chiameremo Lina - propone ad ognuna delle altre il seguente contratto di assicurazione: Tu mi dai una mela, e se ne perdi 2 te le dò io. È una proposta ragionevole? Senza assicurazione la famiglia produttrice di mele ha e 1 con probabilità 1/3; il valore atteso (2/3) · 3 + (1/3) · 1 = 2 + 1/3 quell'uno; con l'assicurazione invece c'è la sicurezza di avere 2. 3 è più di con probabilità 2, 2/3, ma c'è il rischio di Se si è abbastanza avversi al rischio si può accettare. Assumiamo che questo sia il caso per le tre famiglie produttrici di mele. Allora: 7 Alla ne dell'anno ognuna dà una mela a Lina; Lina incassa 3, e dà 2 a quella che sore la perdita. le tre famiglie hanno 2 e Lina ha 1, sicché di nuovo P IL = 7. Tutti stanno meglio (le famiglie produttrici perché altrimenti non avrebbero accettato il contratto) ma il PIL non è aumentato, è solo redistribuito: mentre prima i valori aggiunti erano - adesso sono 6 In (2, 2, 2, 1). - con l'1 in uno dei primi tre posti Lina si è guadagnata la sua parte. pratica si fa la stessa cosa che abbiamo fatto per calcolare l'interesse o l'inazione su più periodi, (1 + r1 ) · (1 + r2 ) . . . (1 + rt+s−1 ) 7 Se (3, 3, 1, 0) o 1 + πt,t+s = (1 + πt ) · (1 + πt+1 ) · . . . · (1 + πt+s−1 ). vuoi, la famiglia che sore perdita potrebbe essere anche Lina - non cambia niente. 17 1 + rt,t+s = A questo punto viene spontaneo chiedersi: ma allora il valore aggiunto del settore assicurativo è sempre tolto a qualcun altro senza reale aggiunta al PIL? La risposta è No. Cambiamo i numeri dell'esempio e vediamo come in pratica il settore assicurativo può accrescere il PIL. In questa economia ognuna delle tre famiglie di poco fa può produrre subisce una perdita di 11 che la porta a Qui il valore atteso della produzione è −6 5 mele, ma una di loro a caso (che prenderebbe dalle scorte, investimento negativo). (2/3) · 5 + (1/3) · (−6) = 1 + 1/3 ma c'è quel −6 che pesa, ed essendo le nostre famiglie avverse al rischio preferiscono non produrre aatto, cioè preferiscono 0 con certezza alla lotteria producessero, (5, −6) con probabilità (2/3, 1/3). Quindi, 5 + 5 − 6 = 4, ma è zero perché non vogliono rischiare. P IL = 0. Potrebbe essere, se Entra in campo Lina con la sua proposta: Dammi 4 mele, e se sori la perdita ti dò io le 11. Accettando la famiglia avrà adesso 1 mela di sicuro, che è più di 0 di sicuro che era già meglio della produzione aleatoria considerata poco fa - quindi accetta, e produce tranquilla. Lina d'altra parte incassa 11 3 · 4 = 12 di premi e paga in rimborsi quindi ha un valore aggiunto di 1. E anche per gli altri il valore aggiunto (la quantità contabilizzata alla ne dell'anno) è 1; quindi adesso P IL = 4 > 0. In questo esempio non solo la compagnia assicurativa si è guadagnata la sua parte, ma ha anche reso possibile un incremento reale di PIL. Esempio 14 (Economia Reale). Anche questo esempio è un po' più complesso di quello delle sezioni precedenti, e lo usiamo anche come ponte per il modello di crescita che studieremo tra poco. Nei processi produttivi di questa economia si impiegano lavoro e macchinari di varie età, e come sempre si utilizzano beni prodotti come beni intermedi. lavoro, B brioche ed Mi macchinari già usati per I beni nell'economia sono: i lo stock di capitale, incluse le scorte di grano, è: G grano, F ferro, anni (M0 sono nuovi). Alla ne dell'anno 10M0 , 18M1 , 10M2 , 50G eccetera). La tabella seguente descrive i processi produttivi dell'anno t L t−1 (cioè 10 unità di M0 e riporta i prezzi. In riga ci sono le quantità di fattori produttivi utilizzate nella produzione del settore e la quantità prodotta del bene. Per esempio nel settore Ferro si usa il vettore di fattori (0, 10, 20, 0, 5, 8, 0, 0) (G, F, L, B, M0 , M1 , M2 M3 ) = (riga) e si producono 100 unità. Nelle colonne si leggono le quantità di beni utilizzati come fattori produttivi nei vari settori (che si dovranno sottrarre per calcolare il PIL!), per esempio il grano è usato nei settori Grano e Brioche (colonna), e le brioche non sono usate per produrre altri beni. Nota che si utilizzano 12 macchine nuove, le 10 in stock più 2 prodotte nel periodo corrente. 18 Fattori produttivi e Beni intermedi Settori G Produttivi Grano 50 Ferro Brioche Macchine F L Prezzi 1 M0 5 10 7 10 20 5 75 M0 B M1 M2 20 4 7 2 Quantità Prodotte 200 100 8 5 200 10 5 25 7 3 20 40 M3 15 0 Nota anche che i fattori produttivi sono ferro lavoro e macchine, in altri termini materie prime lavoro e capitale. Riprenderemo questa osservazione nel prossimo capitolo scrivendo la funzione di produzione aggregata come Y = F (M, K, L). Intanto calcoliamo il PIL, usando le quantità nette dagli impieghi (nota che nel prodotto lordo non si sottraggono le macchine prodotte e utilizzate): PIL = 1 × (200 − 50 − 75) + 4 × (100 − 5 − 10 − 40) + 2 × 200 + 15 × 25 = 1030. I valori aggiunti dei 4 settori: Grano 1 × 200 − 1 × 50 − 4 × 5, eccetera. Nota bene che non si sottrae il valore dell'usura delle macchine utilizzate - stiamo parlando di prodotto ammortamenti D (D lordo ! Per gli per Deprezzamento) dobbiamo calcolare la perdita di valore dei vari tipi di macchinari. Indicando con pi il prezzo dei macchinari di età i abbiamo D = 12 × (p0 − p1 ) + 18 × (p1 − p2 ) + 10 × (p2 − p3 ) = 12 × 8 + 18 × 4 + 10 × 3 = 198 dove 12 sono le macchine nuove utilizzate nella produzione dell'anno in corso, vedi la colonna di M0 nella tabella, da cui PIN = PIL − D = 832. Nota che la perdita di valore di un macchinario è denita qui come la dierenza tra il prezzo di un macchinario usato per un macchinario usato per t t−1 anni e il prezzo di anni. Per calcolare consumi e investimenti ricordiamo che questi ultimi comprendono le variazioni delle scorte, e supporremo che le scorte di grano sono diminuite di 10. Quindi oltre alle brioche si è consumato grano per 75 + 10; come sappiamo le scorte di ferro sono aumentate di 45. Quindi che C = 1 × 85 + 2 × 200 = 485 Y = C + I. ed I = 15 × 25 − 1 × 10 + 4 × 45 = 545. Nota (controlla) Sorvoliamo sulla distribuzione del reddito, perché qui è complicata dai redditi di capitale. Denotando con Kt−1 e Kt calcoliamo adesso la variazione il valore dello stock di capitale all'inizio e alla ne del periodo, ∆K = Kt − Kt−1 . Ricordando che due macchine prodotte (nuove) sono state usate durante l'anno abbiamo Kt−1 = 10p0 + 18p1 + 10p2 + 50 × 1 = 356 , quindi ∆K = 703 − 356 = 347. Kt = 23p0 + 12p1 + 18p2 + 40 × 1 + 45 × 4 = 703 La cosa importante da notare è che risulta (controlla!) ∆K = I − D 19 che dice che l'incremento di capitale è uguale agli investimenti (lordi) compri 20 lampadine, 4 si ammortano, lo stock aumenta di 16. meno gli ammortamenti: Rivedremo questa equazione nel prossimo capitolo. 4 Esercizi Esercizio 1. Modica l'esempio 1 assumendo che per produrre 75 di pane sia necessario utilizzare solo 30 della farina prodotta, i rimanenti 10 vengono consumati come bene nale. Tutte le altre ipotesi non cambiano. Ricalcola il PIL e spiega cosa è cambiato nel contributo del valore aggiunto di ogni settore. Esercizio 2. Completa la seguente tabella e calcola la quota di PIL che va in salari e protti: Settore Produttivo Ricavi Costo Beni Costo Intermedi Lavoro Protti Valore Aggiunto Siderurgia 150 0 100 ? 150 Automobili 280 150 ? 60 ? PIL ? ? Esercizio 3. Assumi che un'economia produca Grano, Zucchero e Brioche attraverso le funzioni di produzione G(L) = 5L, Z(L) = 4L, B(L, Z, G) = min{L, Z/2, G/4}, e che tutto il grano prodotto ed i 5/8 dello zucchero vengano utilizzati nella produzione di brioche. Completa la seguente tabella: Settori Q.tà Q.tà Q.tà Q.tà Q.tà Q.tà usata di usata di usata di prodotta prodotta prodotta L G Z Grano 1000 Zucchero 1000 Brioche 1250 di G di Z di B ? ? ? ? Esercizio 4. Per l'economia dell'Esercizio 3 assumi il vettore di prezzi ? (pL , pZ , pG , pB ) = (2, 3, 1, 12) e calcola valore aggiunto, costo del lavoro, protti e PIL. Esercizio 5. In questa economia ci sono due imprese A e B i cui bilanci sono descritti nella tavola seguente 20 Impresa A B Costi Ricavi Costi Tessuti 50 30 Legname 100 70 Ricavi Tavoli 200 Poltrone 150 Salari 80 180 Ammortamenti 10 30 Protti 50 20 Calcola la percentuale di imposte indirette nel PIL. Esercizio 6. Una tassa sulla vendita al dettaglio (Retail Sales Tax, RST) agisce solo sulle transazioni di beni nali, e non su quelle di beni intermedi. (i) Assumendo che volumi e prezzi non cambino, quale aliquota di RST garantisce lo stesso gettito dell'IVA al 20%? Spiega. (ii) Paragona le due tasse in termini di incentivi all'evasione. Esercizio 7. (PPP) Il tasso di cambio Con la MI ed tra due paesi I e J , E J/I , è denito come le unità di J necessarie ad acquistare una unità del paniere nel paese I. I ' E J/I X J . Il tasso di cambio nominale E J/I tra le monete notazione nel testo, 1 X M J utilizzate nei paesi è denito da 1 M I ' E J/I M J . Il vettore dei prezzi dei beni un paniere X reale disponibile nel paese nel paniere sono rispettivamente pI e pJ . (i) Interpreta la relazione che denisce il tasso di cambio nominale (ii) Trova la relazione di scambiabilità tra 1 unità di paniere X nel paese Utilizzando la linearità, trova la relazione di scambiabilità tra 1 unità di paniere la moneta del paese dove J. (iv) Utilizzando i risultati precedenti, dimostra che P P P J/I ≡ pJ X/pI X. (PPP è l'acronimo di X I ed MI. nel paese (iii) I e E J/I = E J/I /P P P J/I , Purchasing Power Parity.) Esercizio 8. Si hanno a disposizione i seguenti dati Quantità Prezzo Quantità Prezzo Carne Carne Latte Latte 1990 1020 10 2305 1 2000 1215 12 x y Anno Si sa inoltre che nel 2000 PIL nominale e reale sono rispettivamente 17955 e 14650. Si calcolino prezzo e quantità di Latte nel 2000. Esercizio 9 (Eetto sostituzione). Considera questi dati sulla produzione annuale di un'economia: 21 Quantità Prezzo Quantità Prezzo Quantità Prezzo Fragole Fragole Mele Mele Ciliege Ciliege 1999 80 12 1200 0.8 60 5 2000 100 10 1000 1 50 7 2001 110 8 800 1.2 40 10 Anno (i) Calcola Deatore PIL e Indice dei Prezzi al Consumo, con anno base 2000. (ii) A cosa è dovuta la dierenza tra i due indici? ( Sugg. uno non tiene conto dell'eetto sostituzione.) Esercizio 10. Considera la seguente economia, in cui si producono i beni prezzi qA , pA A, B, C con quantità e eccetera Anno qA pA qB pB qC pC 2000 1000 100 100 1020 30 10500 2001 990 105 106 970 31 10800 Calcola il tasso di crescita del PIL reale fra i due anni e l'inazione misurata con l'indice dei prezzi al consumo e con il deatore del PIL. Esercizio 11. In un paese si produce oro grezzo e gioielli d'oro. Nell'anno produce 100kg di oro (usando solo lavoro), il settore gioielliero (che usa per fabbricare gioielli) fattura 2005 300 unità. Il prezzo dell'oro è la produzione resta invariata ma i prezzi diventano nominale del paese nel 2000? 3 e 1, 50kg il settore minerario di oro grezzo e lavoro quello di un gioiello è 3, 2005 (ii) Qual è il PIL reale nel 2000 3. Nell'anno rispettivamente. (i) Qual è il PIL a prezzi del 2000? (iii) Qual è il deatore del PIL? Esercizio 12. Dimostra che l'indice dei prezzi al consumo può essere scritto come PtLA = dove mi ≡ pi,b Xi,b e Ri,t ≡ pi,t /pi,b . X i mi Ri,t / X i mi , Interpreta. Esercizio 13. Dimostra che il tasso di crescita del PIL reale a valori concatenati dell'esempio 12 non dipende dall'anno di riferimento. Esercizio 14 (Micro: il vincolo di bilancio intertemporale.). Questo esercizio riprende il problema di allocazione intertemporale del consumo visto nel corso di Micro, aggiungendo l'inazione. consumatore al tempo t deve scegliere un paniere 22 (ct , ct+1 ) dove ct e ct+1 Il denotano consumo nel periodo corrente e futuro. Il reddito è costituito da di ct è pt = 1 , mt e interesse nominale e inazione sono unità di moneta a it e πt . t ed mt+1 a t + 1. Il prezzo Qual è il vincolo di bilancio del nostro consumatore? Esercizio 15. Nella seguente economia si producono motori per auto e moto, auto e moto come descritto nella seguente tabella negli anni 2000 e 2001. Nei settori Auto e Moto si utilizza un motore per unità prodotta. Calcola il tasso di crescita del PIL reale (base 2000) nel periodo. Motori 5 Auto Moto p q p q p q 2000 5 150 20 100 10 50 2001 10 230 20 101 12 60 Soluzioni Soluzione Es 1. Il valore aggiunto del settore Pane ora è altri settori non cambia, ed il PIL è 24 + 16 + 45 = 85. 75 − 30 = 45. Il valore aggiunto degli Mentre prima i ricavi di 40 del settore Farina derivavano interamente dall'utilizzo di questa nel settore Pane come bene intermedio, ora la Farina viene venduta per 10 come bene nale, che va quindi ad aumentare il PIL. Soluzione Es 2. Il valore aggiunto del settore automobili è 280 − 150 = 130, quindi il PIL è 150+130 = 280. Questo è uguale ai ricavi del settore Automobili poiché tutto il prodotto siderurgico è utilizzato per produrre automobili. I protti del settore siderurgia sono costo del lavoro del settore Automobili è 280 − 150 − 60 = 70. 150 − 100 = 50. La quota di PIL che va in salari è (100+70)/280=60.7%, la quota di PIL che va in protti è (50+60)/280=39.3%. Soluzione Es 3. Settori Q.tà Q.tà Q.tà Q.tà Q.tà Q.tà usata di usata di usata di prodotta prodotta prodotta L G Z Grano 1000 Zucchero 1000 Brioche 1250 di G di Z di B 5000 4000 5000 2500 1250 Soluzione Es 4. Settore Produttivo Ricavi Costo Beni Costo Intermedi Lavoro Protti Valore Aggiunto Grano 5000 0 2000 3000 5000 Zucchero 12000 0 2000 10000 12000 Brioche 15000 12500 2500 0 2500 Somma 32000 12500 6500 13000 19500 23 Il I Valori Aggiunti sono rispettivamente Soluzione Es 5. di salari ammortamenti e protti ammonta a 30/400% = 7.5% 370 150 e 250 da cui il PIL è 400. Il totale da cui le imposte indirette costituiscono il 100 · del PIL. (i) Una RST al 20%, cioè esattamente la stessa aliquota dell'IVA. La ragione è Soluzione Es 6. semplice. Il valore dei beni nali è la somma dei valori aggiunti a ciascuno stadio della produzione. Quindi 0.2P IL = P j 0.2V Aj . In altri termini, il meccanismo di raccolta dell'IVA descritto nel testo equivale ad una RST in cui i versamenti vengono fatti in stadi successivi, invece che in un'unica soluzione. (ii) Il meccanismo di raccolta dell'IVA comporta meno incentivi all'evasione poiché ciascun compratore di beni intermedi può dedurre l'IVA pagata dalla somma che deve versare relativa all'IVA incassata. Può fare questo solo se possiede la relativa fattura. Con una RST, invece, solo il compratore di beni nali paga l'IVA, che non può scaricare. Soluzione Es 7. I si scambia con E J/I unità di mone- 1.2 allora 1 Euro si I I ' pI X M ' pI XE J/I M J . (iv) (iii) 1 X scambia con 1.2 Dollari. (ii) pI XE J/I M J ' pI XE J/I /pJ X | X J , e quindi dal punto precedente 1 X I ' pI XE J/I /pJ X | X J , ta del paese J. (i) Una unità della moneta del paese Ad esempio, se il tasso di cambio nominale Dollaro/Euro è 1 X I ' pI X M I . che è la relazione da dimostrare. Soluzione Es 8. Dalla denizione di PIL reale 14650 = 1215 · 10 + x · 1 questo punto dalla denizione di PIL nominale si ottiene si ottiene 17955 = 1215 · 12 + 2500 · y x = 2500. da cui A y = 1.35. Soluzione Es 9. (i) L'indice dei prezzi al consumo. con anno base 2000, nei vari anni è: LA P1999 = LA LA 0.957, P2000 = 1, P2001 = 1.064. PA P1999 = Il deatore del PIL, con anno base 2000, nei vari anni è: PA PA 0.917, P2000 = 1, P2001 = 1.027. (ii) L'indice dei prezzi al consumo pesa i prezzi con le quantità dell'anno base, e quindi non tiene conto degli aggiustamenti nel consumo dovuti alla variazione dei prezzi relativi. Soluzione Es 10. 315 = 517 0.03021, e Indicando con P ILR t il PIL reale in migliaia a P ILR 2001 = 99 + 108.12 + 325.5 = 532.62, poco più del 3%. l'inazione con l'indice dei prezzi è circa ottenendo si ha P ILR 2000 = 100 + 102 + con tasso di crescita 532.62/517 − 1 = L'indice dei prezzi al consumo nel 2000 è uguale al PIL; nel 2001 è 1000 ∗ 105 + 100 ∗ 970 + 30 ∗ 10800 = 526000 il PIL nominale nel 2001: t con tasso di crescita 1.74%. 526/517 − 1 = 0.01741, Per misurarla con il deatore dobbiamo calcolare 990 ∗ 105 + 106 ∗ 970 + 31 ∗ 10800 = 541570 541570/532620 = 1.0168 cioè e dividerlo per il PIL reale, da cui l'inazione con questo procedimento risulta ci aspettavamo risulta più bassa). 24 1.68% (come Soluzione Es 11. (i) I valori aggiunti a prezzi del 50 = 850 2000 sono 100 per il settore minerario e 300 × 3 − per il settore gioielliero. Il PIL nominale è allora del PIL nominale del 950. (ii) Il PIL reale nel 2005 è lo stesso 2000, cioè 950. (iii) Il PIL nominale nel 2005 è 100 × 3 + 300 × 3 − 50 × 3 = 1050. Il deatore del PIL è quindi 1050/950=1.10. Soluzione Es 12. L'indice dei prezzi al consumo è PtLA = P i pi,t Xi,b / P i pi,b Xi,b . La formula si ottiene moltiplicando e dividendo ciascun termine della sommatoria al numeratore per interpretare come media ponderata dei rapporti all'anno t, pesate per la spesa per i Ri,t , Si può che sono le variazioni dei prezzi dall'anno base nell'anno base. Soluzione Es 13. Calcolando il tasso di crescita del PIL reale tra C P ILt,s )/P ILt,s = (It+1 − ItC )/ItC , pi,b . che non dipende da t e t+1 otteniamo (P ILt+1,s − s. Soluzione Es 14. Bisogna esprimere tutto in una singola unità di conto. Prendendo ad esempio la moneta al tempo t+1 il vincolo è (1 + it )ct + (1 + πt )ct+1 = (1 + it )mt + mt+1 Soluzione Es 15. I motori sono beni intermedi. Nel 2000 sono tutti utilizzati nella produzione di auto e moto e non si contano, quindi il PIL nel 2000 è 2500. Nel 2001 sono utilizzati i rimanenti nel 2001 è 230 − 161 = 69 dunque rimangono come investimenti in scorte, quindi il PIL reale (prezzi 2000) 101 · 20 + 60 · 10 + 69 · 5 = 2965. risultato come Nota che sommando i valori aggiunti otteniamo lo stesso 230 · 5 + (101 · 20 − 101 · 5) + (60 · 10 − 60 · 5). 2965−2500 2500 = 0.186 101 + 60 motori, cioè 18.6%. 25 Il tasso di crescita del PIL reale è
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