IMPEGNO PER UNA VITA MIGLIORE Periodico d’informazione della Federazione Malattie Rare Infantili Anno XV - n. 2 Anno 2012 Registrato presso il Tribunale di Torino, n. 5167 del 12 giugno 1998 Direzione e Redazione: Via Susa 37 - 10138 Torino [email protected] Direttore Responsabile: Maria Antonietta Ricci Redazione: Prof. Alberto Musso Donatella Garitta, Vincenzo Vitagliano Realizzato da: Associazione Culturale Carta e Penna Via Susa, 37 - 10138 Torino Tel.: 011.434.68.13 www.cartaepenna.it [email protected] Stampa: AGV - Torino Sommario EDITORIALE 2 UN CONCERTO, IL SALONE DEL LIBRO E LA PET TERAPY: UN MESE DI MAGGIO RICCO DI EVENTI PER LA FEDERAZIONE MALATTIE RARE INFANTILI 3 NOTIZIE DA SUPERANDO.IT DA SANITÀ NEWS 4 10 LA VOCE DELLE ASSOCIAZIONI: LO SPORTELLO DELLA SCUOLA 17 SCARTABELLANDO 18 GIOCHI 21 LE RICETTE DI ELENA 23 L’ISOLA DEI DESIDERI 24 FEDERAZIONE MALATTIE RARE C.so Galileo Galilei, 38 - 10126 Torino Tel. 011 67 6002 - Fax: 011 678 70 52 www.malattie-rare.org - [email protected] Associazione Italiana Niemann Pick - ONLUS c/o Ospedale ex Mauriziano Via Marchesi della Rocca, 30 - 10074 Lanzo (TO) Tel. / Fax 0123.300585 [email protected] - www.niemannpick.org ASSOCIAZIONE ITALIANA LAFORA Via F.lli Sardi, 19 14041 Agliano Terme (AT) GLI AMICI DI VALENTINA (Atassia Teleangiectasia o Sindrome di Louis-Bar ) Via C.L.N. 42/a - 10095 Grugliasco (TO) Tel. fax: 011 4152920 www.atassia-teleangiectasia.it - [email protected] AISMAC Onlus Associazione Italiana Siringomielia e Arnold Chiari Via Monte Bianco, 20 - 10048 VINOVO (TO) C.F. 94051200015 tel. 011.9653031 - 011.9615193 - fax 011.9654723 e-mail [email protected] - www.aismac.org ANF Associazione nazionale NeuroFibromatosi Sede del Piemonte: Sig. Mostacci Tel - fax: 011 411 36 43 www.neurofibromatosi.org ANIPI - Portatori Patologia Ipofisarie Dott. Walter Zaccagnini C.so Matteotti 23 - Torino Cell.: 335 330 087 [email protected] APADEST - Sindrome di Turner Sig.ra Marta Giunti - Via Selvaggio, 188 10094 - Giaveno (TO) Tel.: 011 9339873- [email protected] ArfSAG - Famiglie Adrenogenitale Piemonte Sig.ra Domenica Palermo presso Ospedale Regina Margherita Tel. 011 313 53 45 [email protected] Federazione Associazione Soggetti Prader-Willi Presidente: Silvano Ciancamerla Cell.: 333.120.68.02 Sede: L.go G. Veratti, 24 – 00146 Roma www.praderwilli.it - [email protected] EAMAS European Association Friends of McCune-Albright Syndrome Via Borgovecchio 25 - 10041 Carignano (TO) Tel.-fax: 011 969 72 58 [email protected] META - Associazione Malattie Metaboliche Ereditarie OIRM Clinica Pediatrica Tel.: 011 313 53 63 [email protected] ASSOCIAZIONE ITALIANA ANGIODISPLASIE ED EMANGIOMI INFANTILI - ILA - Onlus Sede: Via San Giorgio, 14 - 20145 Milano Referente: Daniela Rossi tel. 349-7833712. www.angiodisplasie.org - [email protected] GRUPPO DI SOSTEGNO DBA Italia Anemia di Blackfan-Diamond. Sede: Via Pindemonte, 15 - 37126 Verona - Italia Referente: Dott.ssa Maria Villa Tel.: 338-3823468 Fax: 045-918593 http://www.diamondblackfanitalia.org/ [email protected] Impegno per una vita migliore EDITORIALE Prof. Alberto MUSSO coli ospedali oltre a costare molto, sono anche pericolosi per la salute per carenze di attrezzature, di personale e di competenze. Per far nascere vostro figlio, con tutte le dovute eccezioni, preferireste un ginecologo che fa 3-4 parti alla settimana o uno che ne fa 3-4 al giorno? O parlando di malattie rare volete che il vostro neonato sia visto la prima volta da un pediatra che vede 2-3 sindromi adrenogenitali all’anno o da uno che non ne ha mai viste in vita sua e che le conosce solo sui libri? Pensateci. Ma questa mattina un altro fatto mi ha reso ottimista: su “La Stampa” di oggi 5 luglio in prima pagina e poi tutte le pagine 2 e 3 parlavano della prova certa dell’esistenza del bosone di Higgs. Il litigio fra Fini e Schifani relegato ad una colonnetta (ed è già troppo), il calcio relegato alla pagina sportiva, la revoca degli arresti domiciliari a Schettino, tutte notizie passate in secondo piano. Un rigurgito di intelligenza che consideravo impossibile visto il livello medio del giornale. Sento l’avvicinarsi delle ferie….. All’arrivo dell’estate, con la prospettiva di andare da qualche parte, lontani dalla routine quotidiana, è d’obbligo cercare di essere ottimisti e di vedere il bicchiere mezzo pieno e non mezzo vuoto. Quindi ho deciso di smettere di preoccuparmi dell’economia che va male, delle tasse che ci perseguitano (più per la loro assurda complessità che per i soldi che ci portano via) dei tagli che ci attendono. Tanto ormai è mesi che si annunciano provvedimenti storici con titoloni sui giornali, che puntualmente si trasformano in cosine irrilevanti. La montagna continua a partorire il topolino. Quindi sto diventando un ottimista irrazionale. Solo ieri era stato annunciato il taglio della spesa sanitaria con la chiusura dei piccoli ospedali, e già oggi, puntualmente, questo provvedimento è stato tolto (ipocritamente dicendo che sarà compito delle Regioni decidere). Eppure i piccoli ospedali, che sono nati per dare assistenza capillare ai tempi delle carrozze a cavalli, non hanno significato quando la distanza fra Avigliana e Torino si calcola in 30-40 minuti di auto, o 5 minuti di elisoccorso. Ed, inoltre, i pic- Saluti www.malattie-rare.org E-mail: [email protected] 2 Anno XV - N. 1 gennaio, febbraio, marzo 2012 UN CONCERTO, IL SALONE DEL LIBRO E LA PET TERAPY: UN MESE DI MAGGIO RICCO DI EVENTI PER LA FEDERAZIONE MALATTIE RARE INFANTILI di LUCA NAVE Tra gli obiettivi della F.M.R.I. rientra certamente quello di sensibilizzare l’opinione pubblica relativamente alle problematiche vissute dalle persone affette da malattia rara e dai loro familiari. Nel mese di maggio 2012 questo impegno si è manifestato attraverso la partecipazione a tre eventi che hanno visto un’ampia partecipazione di pubblico, e dunque hanno offerto una grande visibilità alla nostra Federazione e alle Associazioni che rappresenta. Il primo evento, intitolato “Il Ritmo della solidarietà”, ha avuto luogo l’8 maggio alle ore 21,00 presso l’Auditorium dell’ “Istituto Comprensivo 66 martiri” di Grugliasco, con un concerto a scopo benefico a favore della F.M.R.I. L’ Orchestra del Corso a Indirizzo Musicale e gli ex allievi partecipanti al Laboratorio Territoriale di Musica d’Assieme, si sono esibiti in una rassegna musicale che, leggiamo sul comunicato stampa dell’iniziativa, intendeva essere “un mezzo di educazione alla cooperazione e un veicolo di sensibilizzazione e di diffusione dei valori della solidarietà”. La qualità musicale era di elevato livello e la sala era gremita di pubblico. Ringraziamo gli allievi, gli insegnanti che hanno organizzato l’evento e tutti coloro che sono interventi; il ricavato della serata contribuirà a finanziare le attività, nell’ambito della ricerca bio-medica e nella sfera socio-assistenziale, che rappresentano un cardine della nostra Federazione. Due giorni dopo, ha preso avvio uno degli eventi principali a cui ormai da diversi anni la F.M.R.I. prende parte: il Salone Internazionale del Libro (Torino, 10-14 maggio) che quest’anno è giunto alla XXV edizione, intitolata e dedicata alla Primavera Digitale. Oltre all’allestimento di uno stand – in condivisione con l’Associazione Culturale “Carta e Penna” – dove era possibile ricevere informazioni e reperire materiale a vario titolo riconducibile alle malattie rare, abbiamo contribuito alla realizzazione di due iniziative che sono state molto apprezzate da tutti coloro che vi hanno partecipato: venerdì 11 maggio alle ore 12.00 c’è stata la presentazione del libro Il Posto di Giacomo (Edizioni EricksonLive, 2010), un lungo racconto autobiografico con cui l’autore, Giacomo De Nuccio, affetto da Sindrome X Fragile, ci coinvolge nelle sue pro- fonde esperienze vissute nella quotidianità. La presentazione è stata moderata della giornalista Marina Verna, che ha intervistato l’autore e i suoi genitori. Il secondo “evento nell’evento” ha avuto luogo il giorno successivo alle ore 11.30 presso il Bookstock Village, dove Giorgia Fenocchio e Elisabetta Maùti hanno organizzato “Fiabe Rare. Laboratorio per bambini sul concetto di diversità”, che ha visto una vasta partecipazione di bimbi impegnati a riflettere e “sentire” l’idea dell’essere diversi. Un’ottima occasione pedagogica che auspichiamo possa essere replicata in altri spazi e tempi. Il terzo evento, infine, si è svolto domenica 27 maggio presso l’Ippodromo di Vinovo, dove abbiamo partecipato alla grande manifestazione “Disabilità e Pet Therapy 2012”, egregiamente organizzato dalla società Held Eventi; un evento sociale e “pet welco- me” che aveva lo scopo di sensibilizzare la cittadinanza in merito all’utilità della Pet Therapy come supporto alle terapie mediche convenzionali nei casi di traumi fisici o psichici. La massiccia presenza di pubblico e di giornalisti radio e TV ha permesso una grande visibilità alla nostra Federazione e alle altre Associazioni che hanno partecipato con noi all’evento con l’allestimento di due gazebo informativi ed espositivi di vario materiale. Con noi erano presenti: ASSOCIAZIONE ITALIANA LAFORA, ASSOCIAZIONE ITALIANA SIRINGOMIELIA E ARNOLD CHIARI, ASSOCIAZIONE NEUROFIBROMATOSI, ASSOCIAZIONE NIEMANN PICK e ASSOCIAZIONE MSC ILLNESS. Con l’arrivo dell’estate confermiamo il nostro impegno sociale a partecipare a eventi dove poter proseguire la nostra missione di sensibilizzazione pubblica relativamente alle diverse problematiche bio-psico-sociali vissute da coloro che sono affetti da una patologia rara e dai loro familiari. Alcune iniziative sono già in cantiere, altre ne nasceranno anche grazie alle vostre segnalazioni. Invitiamo a consultare il nostro sito e la nostra pagina Facebook per essere sempre aggiornati sulle nostre attività, oltre che, naturalmente, a partecipare e diffondere le proposte e i progetti che vi troverete descritti. Intanto auguriamo a tutti una buona estate! 3 Impegno per una vita migliore N O T I Z I E DA SUPERANDO.IT lethon - il coordinamento delle iniziative diventa quindi la chiave del successo e consente di massimizzare le scarse risorse messe a disposizione dai grandi investimenti pubblici e privati». Importante notare è che il coordinamento dell’iniziativa prevede un ruolo importante della comunità scientifica nel processo strategico e decisionale, con il coinvolgimento di ricercatori di riconosciuta eccellenza nell’ambito delle Malattie Rare. Proprio in questa direzione vanno infatti le nomine di Andrea Ballabio, direttore del TIGEM di Napoli (l’Istituto Telethon di Genetica e Medicina), nel comitato dedicato alla diagnosi e ai temi correlati e, per quello focalizzato sulle terapie, di Luigi Naldini, direttore del TIGET di Milano, l’Istituto San Raffaele Telethon per la Terapia Genica. «Considero positivi i princìpi ispiratori del’IRDiRC - è il commento di Francesca Pasinelli, direttore generale della Fondazione Telethon - perché nell’ambito delle Malattie Rare è cruciale unire le forze ed evitare di disperdere risorse che sono da sempre limitate rispetto a quelle mobilitate per le patologie più diffuse. È incoraggiante, in tal senso, che il Comitato Esecutivo abbia ritenuto fondamentale il coinvolgimento di figure con una statura scientifica universalmente riconosciuta nella comunità internazionale. La nomina di Ballabio e Naldini è una conferma che il nuovo Consorzio sta procedendo in questa direzione e anche del fatto che la nostra ricerca svolge un ruolo primario a livello internazionale». MALATTIE RARE: È NATO UN ORGANISMO INTERNAZIONALE PER LA RICERCA Arrivare, entro il 2020,a duecento nuove terapie per le Malattie Rare, rendendo al tempo stesso fruibili i test diagnostici per la maggior parte delle oltre settemila patologie note: è questo l’obiettivo principale dell’IRDiRC (International Rare Diseases Research Consortium), iniziativa lanciata congiuntamente dalla Commissione Europea e dal National Institute of Health (NIH) americano, ottimo segnale per un settore in cui il coordinamento delle iniziative è quanto meno necessario, per massimizzare le scarse risorse messe a disposizione dai grandi investimenti pubblici e privati. Quest’anno, in occasione della Giornata Mondiale sulle Malattie Rare, del 29 febbraio scorso, le persone coinvolte in tali problemi e i loro familiari hanno senz’altro avuto un motivo in più di ottimismo, dato dall’avvio dell’iniziativa internazionale di ricerca denominata IRDiRC (International Rare Diseases Research Consortium), lanciata qualche mese fa dalla Commissione Europea e dal National Institute of Health (NIH) americano. «Tale Consorzio - come si può leggere in una nota diffusa nei giorni scorsi dalla Fondazione Telethon - riunisce enti governativi, ricercatori, associazioni dei malati, membri dell’industria farmaceutica e professionisti del settore sanitario. Ad oggi ne fanno parte anche quei soggetti che, come la nostra Fondazione, vantano una solida tradizione per quanto riguarda il finanziamento della ricerca su queste patologie. Tale progetto permetterà di attuare politiche coordinate al livello mondiale, per il finanziamento della ricerca sulle Malattie Rare». In particolare, l’obiettivo principale dell’IRDiRC è quello di arrivare, entro il 2020, a duecento nuove terapie per le Malattie Rare, rendendo al tempo stesso fruibili i test diagnostici per la maggior parte delle oltre settemila patologie note. «Nell’ambito della ricerca sulle Malattie Rare - come viene ancora sottolineato da Te- L.E.A (LIVELLI ESSENZIALI DI ASSISTENZA) Una rapida disamina della complessa normativa nazionale in ambito di prestazioni e servizi sociosanitari e di Livelli Essenziali di Assistenza (LEA) dovrebbe mettere in guardia da pressappochismi applicativi nelle varie Regioni e soprattutto dall’idea di applicare certe regole in quelle parti ove pensare che la sanità possa recuperare qualche denaro da caricare su utenti e Comuni. Ricordando anche che la normativa presa in esame - definita tra il 1999 e il 4 Anno XV - N. 1 gennaio, febbraio, marzo 2012 2001 - è stata recepita solo da alcune Regioni, mentre molte altre non lo hanno fatto, continuando a regolamentare i servizi secondo precedenti o successive disposizioni regionali Le prestazioni sociosanitarie sono definite dall’articolo 3 septies del Decreto Legislativo 229/99; il successivo Decreto del Presidente del Consiglio (DPCM) del 14 febbraio 2001 (Atto di indirizzo e coordinamento in materia di prestazioni socio-sanitarie) ha stabilito la tipologia delle prestazioni e i criteri di finanziamento cui le Regioni devono tener conto nel disciplinare gli interventi socio sanitari. Infine, il DPCM del 29 novembre 2001 ha definito i Livelli di Assistenza Sanitaria (LEA) che devono essere assicurati dal Servizio Sanitario Nazionale. Tale normativa è stata recepita da alcune Regioni, mentre molte altre non lo hanno fatto, continuando a regolamentare i servizi secondo precedenti o successive disposizioni regionali. Le norme sopra elencate indicano le prestazioni sociosanitarie, specificando quali siano a completo carico del fondo sanitario, quali a compartecipazione sanità/sociale, quali di esclusiva competenza sociale. I criteri per la loro individuazione sono stati stabiliti dal citato DPCM del 14 febbraio 2001, tenendo conto della natura del bisogno, della complessità e intensità dell’intervento assistenziale e della sua durata. Per ciascuno di questi criteri vengono definiti alcuni aspetti. L’intensità assistenziale viene definita in base alle fasi temporali che caratterizzano il progetto personalizzato (intensiva, estensiva, lungoassistenza), fasi nelle quali cambia l’onere economico a carico del settore sanitario (a carico delle ASL) e quello sociale (a carico dell’utente e/o del Comune). Il successivo Decreto sui LEA, che ha definito quali siano le prestazioni che il servizio sanitario è tenuto a garantire, individua quelle finanziate interamente dalla sanità e quelle a compartecipazione. Ovviamente sono scomparse quelle che l’Atto di Indirizzo sull’integrazione sociosanitaria individuava a completo carico del fondo sociale. La lettura della normativa - al fine di individuare quali prestazioni ricadano tra quelle a completo carico della sanità e tra quelle a compartecipazione (e con quale percentuale) - non è agevole ed è per certi versi contraddittoria, legittimando differenti interpretazioni. Cruciale è la definizione di ciò che è riconducibile alle diverse fasi dell’intensità assistenziale che determina una diversa componente nell’assunzione di spesa da parte della sanità e dell’utente/Comune. Le fasi dell’intensità assistenziale determinano inoltre anche costi diversi delle prestazioni e dei servizi; gli standard sono evidentemente più elevati nella fase intensiva e diminuiscono progressivamente spostandosi a quella di lungoassistenza, così come cambiano anche le figure professionali che li compongono. Va ricordato infine che mentre la quota sanitaria (intera o parziale) non prevede compartecipazione a carico dell’utente e quindi grava sul fondo sanitario, quella sociale prevede compartecipazione a carico dell’utente e nel caso il reddito sia insufficiente, è tenuto a compartecipare il Comune di residenza dell’assistito. La scheda che segue non si propone di dettagliare la normativa riguardante gli interventi sociosanitari, ma intende semplicemente focalizzare alcuni aspetti, cercando di “collocare” i servizi e le prestazioni all’interno delle griglie sopra richiamate. Prendendo dunque a riferimento i LEA, le quote a carico della sanità sono: Disabili: 100% a carico della sanità nelle fasi intensive ed estensive (rd1) e nei casi di responsività minimale; 70% per i disabili gravi nei servizi residenziali e semiresidenziali (rd3); 40% nei servizi residenziali per disabili senza sostegno familiare (rd4). Anziani: 100% a carico della sanità nelle fasi intensive ed estensive (r1, r2, r2d); 50% nella lungoassistenza residenziale e semiresidenziale (r3/sr); il documento della Commissione LEA specifica inoltre che «le prestazioni individuate con i codici r1, r2, r2d, sono riferibili alla erogazione di cure intensive o estensive ad elevata integrazione sanitaria, mentre le prestazioni individuate con i codici di attività r3 sono convenzionalmente riferibili ad assistenza e terapie di mantenimento, classificabili come prestazioni sanitarie a rilevanza sociale». Psichiatria: 100% a carico della sanità nei servizi residenziali e semiresidenziali (riferimento PO 1998/2000); 40% nelle strut5 Impegno per una vita migliore ture residenziali a bassa intensità assistenziale. Infine - anche se non è oggetto di questa analisi - all’interno delle cure domiciliari l’assistenza tutelare (trasversale ad ogni area) si ripartisce al 50% tra sanità e sociale. Il punto, dunque, è cosa connota una fase e come si definisce l’intensività (anche sulla base delle indicazioni del DPCM del 14 febbraio 2001) delle diverse fasi. Evidente è che non può essere una sigla a definirne l’appartenenza, quanto le esigenze delle persone, il “consumo” e la tipologia di assistenza, con il conseguente standard di personale. cenza) e di Brentino Belluno (Verona), il TAR ha annullato, dapprima, addirittura il Regolamento della Città di Vicenza e ora anche quello di Verona. Piena, dunque, è l’adesione del TAR all’interpretazione più rigorosa proposta dal Consiglio di Stato (Sezione V, Sentenze n. 5185 del 16 settembre 2011, n. 1607 del 16 marzo 2011 e n. 551 del 26 gennaio 2011) e comunque dalla prevalente giurisprudenza, in base alla quale l’articolo 3, comma 2 ter del Decreto Legislativo 109/ 98 “ha introdotto un principio immediatamente applicabile» e il Decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri (DPCM), che avrebbe dovuto dare attuazione a tale principio, ma che, com’è noto, non è stato mai adottato, «può sì introdurre misure innovative per favorire la permanenza dell’assistito presso il nucleo familiare di appartenenza, ma non sarebbe comunque abilitato, stante il tenore della legge, a stabilire un principio diverso dalla valutazione della situazione del solo assistito”. Viene inoltre confermato che tale principio “è idoneo a costituire uno dei livelli essenziali delle prestazioni da garantire in modo uniforme sull’intero territorio nazionale, atteso che persegue lo scopo di assicurare una facilitazione all’accesso ai servizi sociali per le persone più bisognose di assistenza» e che «si pone in una linea di coerente continuità con i principi di valorizzazione della dignità intrinseca, dell’autonomia individuale e dell’indipendenza della persona disabile, sanciti dalla Convenzione di New York del 13 dicembre 2006, sui “diritti delle persone con disabilità”, ratificata con legge 3 marzo 2009 n.18". Va infine sottolineata la portata di tali decisioni le quali impongono alle Amministrazioni Comunali - che si sono viste annullare atti di natura regolamentare -, il rispetto del principio di evidenziazione della situazione economica del solo assistito non solo ai ricorrenti, ma a tutti quelli cui la disposizione annullata si applicava: per pacifica giurisprudenza, infatti, la decisione di annullamento - che in via ordinaria esplicherebbe effetti soltanto fra le parti in causa acquista invece efficacia erga omnes nei casi di atti a contenuto generale e inscindibile, ovvero di atti a contenuto normativo, quali sono appunto i Regolamenti Comunali, nei quali gli effetti dell’annullamento non sono CONCLUSIONI Questa rapida disamina della complessa normativa nazionale nel settore dovrebbe mettere in guardia da pressappochismi applicativi. E soprattutto dall’idea di darne applicazione in quelle parti dove si può ritenere che la sanità possa recuperare qualche denaro da caricare su utenti e Comuni. Questione risolta per il TAR del Veneto: conta solo il reddito dell’assistito In due Sentenze successive, infatti, il Tribunale Amministrativo Regionale del Veneto - adottando tra l’altro provvedimenti “in forma semplificata”, a voler dire che la questione è definitivamente risolta - ha annullato ben due Regolamenti Comunali - quelli delle città di Vicenza e di Verona - consolidando fortemente il principio di evidenziazione della situazione economica del solo assistito, in ambito di compartecipazione al costo dei servizi a favore di persone con disabilità grave e anziani non autosufficienti. Si tratta di Sentenze dalla notevole portata, dal momento che - agendo su atti normativi quali appunto i Regolamenti Comunali - esse valgono per tutti i Cittadini e non solo per chi ha avviato gli specifici ricorsi. Le ultime decisioni del Tribunale Amministrativo Regionale (TAR) del Veneto hanno visto il pieno consolidamento - in ambito di compartecipazione al costo dei servizi a favore di persone con disabilità grave e anziani non autosufficienti - del principio di evidenziazione della situazione economica del solo assistito anche presso una sede che su questo tema, in passato, aveva manifestato non poche incertezze. Dopo avere infatti annullato i provvedimenti dei Comuni di Monticello Conte Otto (Vi6 Anno XV - N. 1 gennaio, febbraio, marzo 2012 circoscrivibili ai soli ricorrenti, essendosi in presenza di un documento contenuto generale, sostanzialmente e strutturalmente unitario, il quale non può esistere per taluni e non esistere per altri. delle persone che diventano disabili in età adulta, soprattutto per esiti di traumi. Tre i principali protagonisti della riflessione: la persona con disabilità e la sua famiglia, gli operatori, le politiche sociali. Ci si è interrogati su come si possa mettere a disposizione un’esperienza ultratrentennale all’interno del più ampio panorama progettuale delle politiche sociali attuali, riconoscendo il fondamentale ruolo della famiglia. In particolare, i relatori si sono chiesti se i servizi - e in questo caso il Centro Diurno sono capaci di riconoscere l’identità della persona con disabilità: infatti, sulla base di come si imposta la relazione di cura ed educativa, l’operatore riconosce o disconosce l’identità della persona, senza dimenticare mai che quest’ultima ha le sue radici nella famiglia e che si costituisce anche di altre “tessere”, relative ai diversi contesti che il disabile stesso frequenta. La prima domanda da porsi è quindi: tutti lavorano nel Centro Diurno per costruire l’identità del disabile? E ancora: qual è l’efficacia oggi del Centro Diurno? E dentro quale progettualità è inserito il “Progetto Centro Diurno”? Per non disperdere energie e competenze, è necessario prima di tutto che ci sia una sovrapposizione ampia e possibile tra la progettualità degli educatori del Centro Diurno, della famiglia e del sistema delle politiche sociali. Il lavoro del Centro Diurno deve cioè essere messo a disposizione, per costruire quotidianamente l’identità della persona disabile e garantirle al tempo stesso il diritto a diventare adulta, acquisendo la massima autonomia possibile. E a proposito della famiglia, cosa si aspetta quest’ultima? Cosa significa per una famiglia mandare un figlio adulto con disabilità al Centro Diurno? Si è ribadita in tal senso la necessità di affiancare la famiglia in questo percorso - prima dell’ingresso e dopo - facendo capire che il Centro Diurno apre e chiude ogni giorno e che le sperimentazioni quotidiane di autonomia e identità che gli operatori programmano in tale struttura con il disabile devono essere poi riproposte anche al di fuori. Solo in questa prospettiva, infatti, il Centro Diurno non verrà più visto dalla famiglia come “fine dei sogni” o “unica possibilità di sollievo”, sensazione che purtroppo spesso i genitori si trovano a percepire, alla fine del percorso IL CENTRO DIURNO DEVE DIVENTARE UN LUOGO DI IMMAGINAZIONE DI SIBILLA GIACCAGLIA Solo in tal modo, infatti, questa struttura può realmente essere un luogo di inclusione e di apertura, con lo spazio necessario per disegnare e ridisegnare i progetti, in un lavoro quotidiano che si sperimenta e si concretizza con gesti semplici di cura, ripetuti e pensati. Un vero “Centro Diurno aperto”, inoltre, per non essere percepito come una struttura chiusa ed escludente, deve presentarsi come un luogo “di tutti”, un luogo della comunità. Raccontiamo ai Lettori gli esiti di un interessante incontro dedicato ai Centri Diurni, organizzato il 20 aprile scorso a Jesi (Ancona) dal Gruppo Solidarietà È proseguita il 20 aprile a Jesi (Ancona), la seconda edizione del ciclo di seminari promossi dal Gruppo Solidarietà, denominato Persone con disabilità. I diritti, i bisogni, le politiche, i servizi, con il secondo incontro, centrato sul tema Centri Diurni. Luoghi di separazione o di inclusione?, che ha visto la partecipazione di numerosi operatori, familiari e volontari. Scopo del seminario era quello di interrogarsi sul senso e il ruolo dei Centri Diurni, come risposta alle esigenze delle persone con grave disabilità intellettiva. Una riflessione che si è poi allargata al ruolo e alla funzione dei servizi territoriali, anche alla luce delle attuali trasformazioni politiche, sociali ed economiche. I due relatori, Mario Paolini, pedagogista e formatore di Treviso) e Mauro Burlina, psicologo, responsabile dell’Ufficio Disabilità dell’ULLS 6 di Vicenza, si sono confrontati sul significato e l’efficacia di questo servizio territoriale. Nati negli anni Settanta, sulla scia delle grandi trasformazioni dell’epoca e soprattutto come una delle risposte ai processi di deistituzionalizzazione, oggi i Centri Diurni sono messi di fronte a nuove problematiche, come l’invecchiamento, l’aggravamento delle condizioni di salute e la condizione 7 Impegno per una vita migliore scolastico per i loro figli adulti, che non avranno possibilità di essere inseriti nel circuito del mondo del lavoro. È necessario dunque stabilire un patto educativo, che riconosca il ruolo della famiglia svolto fino a quel momento (con tutte le problematiche, difficoltà e distorsioni che ciò può implicare); la famiglia dev’essere sicura che è stata capìta e sulla base di questo presupposto potrà fidarsi e farsi affiancare nel percorso di riconoscimento dell’individualità del figlio. Nel lavoro quotidiano di cura ed educazione dei Centri Diurni, questo si traduce nella personalizzazione dell’intervento (piano educativo): vale a dire che solo dopo aver conosciuto il disabile, la sua storia, la sua famiglia, potrò costruire un percorso personalizzato, finalizzato alla costruzione della sua identità; percorso che ovviamente l’équipe dovrà rivalutare e modificare, in un modello quasi “artigianale”. Personalizzazioni, insomma, finalizzate all’autodeterminazione, cioè al riconoscimento del diritto della persona disabile di essere capace di decidere per se stessa: in questo senso il Centro Diurno è aperto e diventa una forma di appartenenza. Il rischio per i genitori, infatti, è che il desiderio di protezione dei figli superi quello di farli crescere e diventare adulti, non riconoscendo la loro potenziale individualità. Per fare questo, gli educatori devono essere ben consapevoli di quello che fanno, sul loro lavoro e sulla qualità degli incontri. In conclusione, per essere realmente un luogo di inclusione e di apertura, il Centro Diurno deve diventare un luogo di immaginazione, con lo spazio necessario per disegnare e ridisegnare i progetti, in un lavoro quotidiano che si sperimenta e concretizza con gesti semplici di cura, ripetuti e pensati. Ma parlare di “Centro Diurno aperto” significa anche affermare che esso è “di tutti”, che è un luogo della comunità; infatti, solo un programmato e coordinato lavoro di rete e di corresponsabilità potrà evitare che questi luoghi siano e vengano percepiti come chiusi ed escludenti. SODDISFATTA CITTADINANZATTIVA PER QUEL PROVVEDIMENTO DI SEMPLIFICAZIONE Si tratta di un articolo del cosiddetto “Decreto Legge sulle Semplificazioni”, del quale nei giorni scorsi è stata modificata la precedente versione, ove si prevede che le Commissioni Mediche Integrate ASL-INPS, contestualmente all’accertamento dei requisiti sanitari per il riconoscimento di invalidità civile, accompagnamento e Legge 104/92, possano verificare anche la sussistenza dei requisiti sanitari utili ai fini del rilascio del contrassegno di circolazione e per le agevolazioni fiscali relative ai veicoli previste per le persone con disabilità. «Una misura utile sia allo Stato che ai Cittadini», secondo Tonino Aceti, responsabile del CnAMC (Coordinamento nazionale delle Associazioni dei Malati Cronici) di Cittadinanzattiva «Finalmente con questa norma i Cittadini non saranno più costretti a sottoporsi alle ripetute e inutili visite da parte di più Commissioni al fine di ottenere le diverse certificazioni utili, rilasciate dalle Amministrazioni a fronte dell’accertamento degli stessi requisiti sanitari»: sono parole di Tonino Aceti, responsabile del CnAMC (Coordinamento nazionale delle Associazioni dei Malati Cronici) di Cittadinanzattiva, che commenta favorevolmente l’articolo 4 del cosiddetto “Decreto Legge sulle Semplificazioni” (Disposizioni urgenti in materia di semplificazione e di sviluppo) - rivisto il 3 febbraio scorso dal Consiglio dei Ministri, dopo la prima versione del 27 gennaio - ove si prevede che le Commissioni Mediche Integrate ASL-INPS - quelle stabilite dall’articolo 20 della Legge 102/09 - contestualmente all’accertamento dei requisiti sanitari per il riconoscimento di invalidità civile, accompagnamento e Legge 104/92, possano verificare anche la sussistenza dei requisiti sanitari utili ai fini del rilascio del contrassegno di circolazione e per le agevolazioni fiscali relative ai veicoli previste per le persone con disabilità. 8 Anno XV - N. 1 gennaio, febbraio, marzo 2012 Fondazione Promozione Sociale di Torino, tel. 011 8124469, [email protected]. UN INCONTRO A ROMA, DEDICATO ALLA PETIZIONE SUI LEA In occasione della prima consegna alla Camera e al Senato delle firme e delle adesioni relative alla petizione popolare nazionale che ha avuto come prima ispiratrice la Fondazione Promozione Sociale di Torino e che mira ad ottenere le risorse economiche indispensabili per l’attuazione dei LEA (Livelli Essenziali di Assistenza Sanitaria) la stessa Fondazione, in collaborazione con l’Associazione Codici - Centro per i Diritti del Cittadino, ha organizzato per il 10 febbraio a Roma un incontro con le organizzazioni e le persone che collaborano all’iniziativa. In occasione della prima consegna alla Camera e al Senato delle firme e delle adesioni relative alla petizione popolare nazionale che ha avuto come prima ispiratrice (e coordinatrice della Segreteria) la Fondazione Promozione Sociale di Torino e che mira ad ottenere le risorse economiche indispensabili per l’attuazione dei LEA, i Livelli Essenziali di Assistenza Sanitaria. «Lo scopo - spiegano i promotori - è innanzitutto quello di scambiare le reciproche esperienze in merito alla raccolta delle firme e delle adesioni e di verificare le concrete possibilità di ottenere fin d’ora l’attuazione dei LEA, in particolare per quanto concerne da una parte il diritto delle persone con handicap intellettivo in situazione di gravità alla frequenza dei centri diurni e all’accoglienza presso comunità alloggio o altre strutture, nei casi in cui non siano più praticabili le prestazioni domiciliari, dall’altra il diritto degli anziani cronici non autosufficienti, delle persone colpite dal morbo di Alzheimer o da altre forme di demenza senile e dei pazienti con gravi disturbi psichiatrici alle cure sanitarie e socio-sanitarie, senza alcuna interruzione e senza limiti di durata». Durante l’incontro, viene altresì segnalato, verranno prese in considerazione anche le questioni relative alle prioritarie prestazioni domiciliari dei citati gruppi di persone e il problema dei contributi economici illegittimamente imposti ai congiunti degli assistiti, qualora si tratti di soggetti con handicap in situazione di gravità o di ultrasessantacinquenni non autosufficienti». Per ulteriori informazioni: IL CONSIGLIO DI STATO CONFERMA IN MODO INEQUIVOCABILE LE NOSTRE POSIZIONI SUI CONTRIBUTI ECONOMICI Con la sentenza n. 5185/2011 del 31 maggio 2011 depositata in Cancelleria il 16 settembre 2011, il Consiglio di Stato ha confermato in modo inequivocabile che gli assistiti, qualora si tratti di soggetti con handicap in situazione di gravità, devono contribuire esclusivamente sulla base delle loro personali risorse economiche senza alcun onore ai congiunti conviventi o non conviventi. Il Consiglio di Stato ha fondato la sua decisione anche sulla base della Convenzione delle Nazioni Unite sui diritti delle persone con disabile, ratificata del nostro Paese con la legge n. 18/2009, affermando quanto segue: “La giurisprudenza ha già sottolineato che la Convenzione si basa sulla valorizzazione della dignità intrinseca, dell’autonomia individuale e dell’indipendenza della persona disabile”. Si ricorda che le norme di legge riguardanti i soggetti con handicap grave sono identiche a quelle concernenti gli ultra sessanta cinquenni non autosufficienti. LA REGIONE LOMBARDIA NON VERSA L’INTERO FINANZIAMENTO PREVISTO DALLA LEGGE PER I CENTRI DIURNI DESTINATI AI SOGGETTI CON HANDICAP INTELLETTIVO GRAVE Nella sentenza del TAR della Lombardia n. 1451/2001 del 14 luglio 2011, depositata in Cancelleria il 21 ottobre 2011, viene segnalato che la Regione Lombardia copre nella misura del 48,26% il costo medio giornaliero (ammontante a euro 104,00) dei centri diurni per i soggetti con grave handicap intellettivo. Il decreto del Presidente del Consiglio del Ministri del 29 novembre 2001, le cui norme sono cogenti in base all’articolo 54 della legge 289/2002, stabilisce che per le attività succitate la quota a carico del Servizio sanitario è del 70% del costo. Evidenti sono le conseguenze negative per i Comuni, che continuamente lamentano la carenza dei mezzi economici 9 Impegno per una vita migliore e che molto spesso, come abbiamo più volte documentato su questa rivista, assumono provvedimenti per imporre contributi, non ammessi dalle leggi vigenti, ai congiunti dei succitati utenti. Poiché i Comuni non chiedono alla Regione il versamento di quanto dovuto, i cittadini possono intervenire ai sensi dell’articolo 7 della legge 8 giugno 1990 n. 142 “Ordinamento delle autonomie locali”, modificata dalla legge 25 marzo 1993 n. 81, che stabilisce quanto segue: “Ciascun cittadino può far valere, innanzi alle giurisdizioni amministrative, le azioni ed i ricorsi che spettano al Comune”. Occorrerebbe altresì che le persone e le organizzazioni interessate accertassero se la Regione Lombardia versa gli importi, dovuti per legge, riguardanti le strutture residenziali per i soggetti con handicap intellettivo grave, per gli anziani malati cronici non autosufficienti, le persone colpite dal morbo di ALZHEIMER o da altre forme di demenza senile. DA SANITÀ NEWS po di smettere di mangiare. Ma se i segnali non riescono a raggiungere le corrette posizioni nell’ipotalamo, l’area del cervello che segnala la sazietà, la persona continua a sentire il bisogno di alimentarsi. “Questa scoperta potrebbe aprire nuove strategie per agire sul cervello dei pazienti obesi”, ha affermato Baoji Xu, professore associato di Farmacologia e fisiologia alla Georgetown e primo autore dello studio. Xu ha studiato a lungo il gene BDN F, scoprendo che esso è responsabile di un fattore di crescita che controlla la comunicazione tra i neuroni. Ma, fino a ora, nessuno era stato in grado di descrivere esattamente come BDNF controlla il peso corporeo. “Se c’è un problema con il gene BDNF, i neuroni non possono parlare tra loro, e i segnali emessi dalla leptina e dall’insulina diventano inefficaci, lasciando la sensazione di appetito del tutto inalterata.” “Ora l’approccio migliore potrebbe essere quello di trovare un farmaco in grado di stimolare l’espressione di BDNF nell’ipotalamo”, ha concluso il ricercatore. Per la diagnosi risonanza più efficace della TAC. L’OBESITÀ E LA MUTAZIONE DEL GENE LEGATO AL SENSO DI SAZIETÀ tradotto da Giorgio Fornasier I ricercatori del Georgetown University Medical Center hanno mostrato come una singola mutazione in un singolo gene sia responsabile dell’incapacità dei neuroni di trasmettere in modo efficace il segnale di soppressione dello stimolo dell’appetito, generando condizioni che possono portare all’obesità. Lo studio, pubblicato line su Nature Medicine, suggerisce che potrebbe essere individuato un modo per stimolare l’espressione di quel gene al fine di curare l’obesità causata da un appetito incontrollato. Il team di ricerca ha individuato una mutazione nel cosiddetto fattore neurotrofico (BDNF), un gene che, se non funzionante, non consente ai neuroni del cervello di lanciare in modo efficace i segnali chimici della leptina e dell’insulina attraverso il cervello. Negli esseri umani questi ormoni, rilasciati nel corpo dopo aver mangiato, sono in un certo senso progettati per ordinare al cor- Per destinare il 5 x 1000 indica il codice fiscale 97599030018 10 Anno XV - N. 1 gennaio, febbraio, marzo 2012 LA VOCE DELLE ASSOCIAZIONI RELAZIONE SUL WORK-SHOP DI PERUGIA 2012 Devo ammettere che prima di partire per Perugia nella mia testa c’erano molte riserve sulla motivazione a partecipare al work shop dovute al fatto che ero l’unica ragazza di Torino e che non sentivo miei parecchi argomenti che sarebbero stati trattati. Ma una volta arrivata a Perugia mi sono trovata in un ambiente accogliente e famigliare, ho avuto l’occasione di fare conoscenza con alcune ragazze più o meno coetanee e l’opportunità di scambiarci informazioni ed esperienze. Entrati poi nel vivo del work–shop ho potuto ricevere un immenso bagaglio di nozioni forniteci da relatori esperti che con molta professionalità ed umanità e anche chiarezza ci hanno illustrato l’aggiornamento sulle cure per le malattie rare e deficit dell’ormone della crescita, senza negare anche il limite di queste terapie. Il momento dei pasti ha costituito una grossa opportunità per parlarci e scambiarci informazioni e sostenerci a vicenda. E’ stato per me un motivo di arricchimento poter dare anche una parola di conforto a dei genitori ancora pieni di dubbi e di paure riguardo alle loro bambine più piccole, d’altro canto è stata per me una grossa lezione di vita vedere dei genitori pieni di risorse e di grande forza interiore nell’affrontare la situazione delle loro figlie. Non sono mancati i momenti di svago e di socializzazione come il concerto e la gita a Perugia , qui abbiamo avuto l’opportunità di stare insieme ridere e divertirci e dare anche una nota di vacanza al nostro workshop. Dalla riunione con i vari referenti regionali sono emerse molto chiaramente anche le difficoltà e gli ostacoli che le nostre famiglie incontrano quotidianamente ma vi è anche una grande voglia di lottare e stare uniti per abbattere le barriere sia psicologiche che pratiche che chi è nella nostra condizione deve affrontare, e qui ho capito di non essere sola ma di poter contare su una grossa rete di sostegno. Una parola la spendo anche per l’organizzazione che è stata ineccepibile, anche i bimbi più piccoli erano sempre intrattenuti nei momenti dei lavori. Anche l’albergo era in posto splendido, si affacciava su un meraviglioso panorama delle colline umbre. Non è mancata nemmeno la S. Messa la domenica mattina e in quanto credente e praticante è stato per me importante poter condividere anche la forza della fede con altre persone che vivono una situazione simile alla mia. Voglio concludere condividendo con voi l’immagine della grossa tavolata che abbiamo formato alla cena al ristorante a Perugia, era veramente eccezionale vedere questa bellissima catena umana e guardandola dall’alto per poter fare la foto ho avuto la certezza di aver fatto la cosa giusta a partecipare e nel cuore ho ringraziato ognuna di quelle persone perché mi hanno resa più ricca e spero di aver dato anche il mio piccolo contributo e sostegno anche se non ho avuto l’opportunità di conoscere personalmente tutti. Grazie Elena 11 Impegno per una vita migliore FEDERAZIONE TRA LE ASSOCIAZIONI PER L’AIUTO AI SOGGETTI CON LA SINDROME DI PRADER WILLI LE DIFFERENZE TRA I SOTTOTIPI GENETICI DELLA SINDROME DI PRADER-WILLI (PWS) DI SUZANNE CASSIDY TRADOTTO DA GIORGIO FORNASIER cromosoma 15 che doveva essere ereditato dal padre (quello in cui sarebbero espressi i geni relativi alla PWS) è assente. Questa situazione è relativamente più comune nei figli nati da donne sopra i 35 anni d’età. Un difetto dell’imprinting è una condizione nella quale vi è un cromosoma 15 materno e uno paterno, ma quest’ultimo si comporta come se fosse stato ereditato dalla madre, almeno per quanto riguarda i geni relativi alla PWS. Questi geni sono infatti spenti in entrambe le copie del cromosoma 15, quello ereditato dalla madre (imprinting normale) e quello ereditato dal padre (difetto di imprinting). La maggioranza dei casi di difetto dell’imprinting sono casuali e a causa ignota, ma una esigua porzione di essi è dovuta a una piccola delezione nel centro dell’imprinting, il quale è responsabile di spegnere e accendere i geni circostanti (applicando e rimuovendo la metilazione del DNA). In alcune famiglie che hanno avuto un bambino con PWS a causa di delezione del centro dell’imprinting, esiste un rischio significativo di avere un altro bambino affetto. Pertanto, nelle famiglie che pianificano ulteriori gravidanze è molto importante approfondire gli studi genetici e fornire una consulenza genetica che tenga conto del sottotipo genetico. Alcune persone con PWS possono avere una “traslocazione”, due cromosomi ricombinano e parte di un cromosoma si attacca ad un altro cromosoma. Nella maggior parte dei casi quando questo è avvenuto in una persona con PWS, la traslocazione coinvolge il cromosoma 15 e c’è una delezione nel cromosoma ricombinato che coinvolge la regione dei geni collegati con la PWS. In questi casi, la forma di PWS sarà simile a quella da delezione. Occasionalmente una traslocazione può causare disomia uniparentale del cromosoma 15 e la persona con questo tipo di ricombinazione avrà COME MAI DIFFERENTI CAMBI GENETICI POSSONO CAUSARE LA PWS? La sindrome di Prader-Willi (PWS) è dovuta alla mancata espressione di alcuni geni sul cromosoma 15. In particolare, della mancata espressione dei geni che si trovano sulla copia del cromosoma 15 ereditata dal padre, va ricordato che questi stessi geni non sono espressi sulla copia del cromosoma 15 ereditata dalla madre (imprinting). La mancata espressione della copia materna di questi geni è dovuta a una reazione chimica chiamata metilazione del DNA. In altre parole nella popolazione generale, i geni coinvolti nella PWS sono espressi solo dalla copia paterna del cromosoma 15. Nella PWS la copia paterna di questi geni è assente (nel caso di delezioni o disomia uniparentale) o erroneamente “spenta” (difetto di imprinting) così come normalmente lo è la copia materna (imprinting normale). Si chiama delezione quando manca una parte del DNA di un cromosoma. Nella PWS, il pezzo mancante si trova sulla cima del braccio lungo (chiamato q) del cromosoma 15, in una regione chiamata 15q11.2q13. Ci sono tre posizioni comuni lungo il cromosoma 15 nelle quali si collocano i punti di rottura, due da una parte, con 4 geni tra di loro, e una dall’altra parte. La delezione più estesa, che perde un maggior quantitativo di materiale genetico viene talvolta chiamata Tipo 1 mentre la delezione minore viene talvolta chiamata Tipo 2. Alcune rare delezioni sono più piccole o più grandi di quelle comuni, ma la maggior parte dei test genetici per PWS non riesce ad identificare queste differenze. Disomia uniparentale materna (chiamata anche UPD) è una condizione nella quale entrambi i cromosomi 15 sono stati ereditati dalla madre (e i geni relativi alla PWS non sono espressi su nessuno dei due). Il 12 Anno XV - N. 1 gennaio, febbraio, marzo 2012 Le persone con UPD hanno una probabilità maggiore di nascere post-termine. Come menzionato in precedenza, hanno un IQ leggermente più alto rispetto al sottogruppo con delezione. In più hanno, in una certa misura, problemi di comportamento più lievi (scatti d’ira, testardaggine, controllo del comportamento). D’altro canto, appare che le persone con UPD come sottogruppo hanno un incidenza significativamente più alta rispetto alle persone con delezione di caratteri autistici e di disordini psichiatrici, incluse le psicosi. In aggiunta a queste differenze, ci sono alcuni studi che suggeriscono problemi comportamentali più gravi nelle persone con delezione di Tipo 1 (leggermente più estesa) rispetto alle persone con delezione di Tipo 2 (leggermente meno estesa). Tuttavia esistono altri studi che non hanno evidenziato queste differenze. E importante ribadire di nuovo che conoscere il sottotipo genetico non è in grado di predire le manifestazioni della PWS in un individuo. L’importanza primaria della corretta definizione del sottogruppo al giorno d’oggi è per potere fornire una corretta consulenza genetica. un quadro simile a quello da UPD. Alcune volte nelle traslocazioni possono esserci altre porzioni di genoma mancanti oltre a quelle causanti PWS rendendo la sintomatologia più complessa. QUALI SONO LE DIFFERENZE OSSERVABILI TRA I DIFFERENTI SOTTOGRUPPI GENETICI DI PWS? Dagli studi di molte persone appartenenti ai diversi sottogruppi genetici di PWS (principalmente sono due le cause più comuni: delezioni e disomia uniparentale materna) i ricercatori hanno identificato alcune differenze tra i vari sottogruppi. La maggior parte di queste differenze risiedono nella variabilità di espressione dei sintomi tra i vari sottogruppi. Persone con difetti dell’imprinting sembrano essere sostanzialmente simili a quelle con UPD. Prima di menzionare queste differenze, è molto importante sottolineare che queste sono differenze tra GRUPPI non tra singoli individui. Non c’è nessun sintomo che è esclusivo ad un unico dei tre sottogruppi genetici principali. Ed è importante ricordare che anche all’interno di un sottogruppo con la medesima base genetica c’è un estrema variabilità, tale che esiste una forte sovrapposizione tra i diversi sottogruppi. Per esempio, anche se le persone con UPD come gruppo hanno un quoziente intellettivo medio (IQ) leggermente superiore a quello delle persone con delezione (in media la differenza e di 8 punti, con un IQ di 100 stabilito come la media nella popolazione generale), esiste una marcata variabilità del IQ all’interno di ciascun sottogruppo genetico (con valori di IQ tra 40 e 90). Pertanto in una persona con PWS, conoscere il sottogruppo genetico non mette nelle condizioni di poter predire né le abilità né i problemi che emergeranno in futuro. Il sottogruppo delle persone con delezione sono in generale più propense ad una carnagione chiara con occhi chiari e capelli chiari, mente le persone del sottogruppo con UPD assomigliano di più ai genitori. Le persone con delezione hanno maggiori probabilità rispetto a quelle con UPD di avere i tratti del viso caratteristici della PWS. Inoltre sono più abili nel comporre i puzzle. PERCHÉ CI SONO DIFFERENZE CLINICHE TRA I DIVERSI SOTTOGRUPPI GENETICI? La base genetica e biologica per queste differenze non è stata ancora determinata. Nelle persone con delezione, un numero di geni è assente, e alcuni di questi geni sono normalmente espressi da entrambe le copie del cromosoma 15, quella di origine materna e quella di origine paterna. Nelle persone con UPD o difetti di imprinting, i geni non sono fisicamente assenti, semplicemente non sono espressi (trascritti in molecole messaggere, regolatrici o tradotti in proteine). La presenza di alcuni geni che, secondo le conoscenze attuali, non sono connessi con la PWS ma si trovano nel segmento cromosomico colpito da delezione, potrebbe avere un impatto sulle manifestazioni cliniche. C’è ancora molto da imparare sulla genetica della PWS! 13 Impegno per una vita migliore Per facilitare l’iscrizione al XIV Congresso Nazionale della Federazione Nazionale Prader Willi, che si svolgerà a San Giovanni Rotondo il 7 e l’8 settembre 2012, pubblichiamo i modelli di iscrizione da inviare anche via Fax al n. 0884 530242. È possibile iscriversi anche on line collegandosi al sito della Federazione Prader Willi e seguendo le istruzioni. SCHEDA DI ISCRIZIONE Ǧ S. Marco in Lamis (Borgo Celano), 7 settembre 2012 Da compilare in modo leggibile ed inviare entro e non oltre il 1 settembre 2012 ad ATENA EVENTI al n. fax 0884 530242 Cognome Nome Codice Fiscale Data e Luogo di nascita Professione Specializzazione Tel Cell. e-mail Ind. abitazione CAP Città Prov. (______) Ospedale Indirizzo CAP Città Prov. (______) Intendo, inoltre, partecipare in qualità di uditore anche al XIV CONGRESSO NAZIONALE FEDERAZIONE SINDROME DI PRADER WILLI sabato 8 settembre 2012. SI’ NO Acconsento al trattamento dei dati personali, che saranno trattati nel pieno rispetto e con l’osservanza delle disposizioni del D. Lgs. 196/2003, per le finalità inerenti alla gestione dell’evento ECM e per l’invio di informazioni relative agli eventi in programma. Data Firma 14 Anno XV - N. 1 gennaio, febbraio, marzo 2012 ^,//^Z//KE y/sKE'Z^^KE/KE>&Z/KE^/EZKD/WZZt/>>/ S. Marco in Lamis (Borgo Celano), 8 settembre 2012 ĂĐŽŵƉŝůĂƌĞŝŶŵŽĚŽůĞŐŐŝďŝůĞĞĚŝŶǀŝĂƌĞ ĞŶƚƌŽĞŶŽŶŽůƚƌĞŝůϭƐĞƚƚĞŵďƌĞϮϬϭϮ ĂĚdEsEd/ĂůŶ͘ĨĂdžϬϴϴϰϱϯϬϮϰϮ Cognome Nome Codice Fiscale Data e Luogo di nascita Professione Specializzazione Tel Cell. e-mail Ind. abitazione CAP Città Prov. (______) Ospedale Indirizzo CAP Città Prov. (______) Acconsento al trattamento dei dati personali, che saranno trattati nel pieno rispetto e con l’osservanza delle disposizioni del D. Lgs. 196/2003, per le finalità inerenti alla gestione dell’evento ECM e per l’invio di informazioni relative agli eventi in programma. Data Firma 15 Impegno per una vita migliore $662&,$=,21(3(5/¶$,872$,62**(77, CON SINDROME DI PRADER-WILLI ED ALLE LORO FAMIGLIE SEZIONE PUGLIA XIV CONGRESSO NAZIONALE )HGHUD]LRQHIUDOH$VVRFLD]LRQLSHUO·DLXWRDLVRJJHWWL con Sindrome di Prader Willi Borgo Celano Sabato 8 Settembre 2012 PARK HOTEL CELANO _______________________________________________________________________________ SCHEDA DI PRENOTAZIONE AL CONGRESSO Da compilare in modo leggibile e far pervenire improrogabilmente entro il 6 Luglio 2012 alla Segreteria Organizzativa Atena Eventi Via Ospedale S. Lazzaro, 8 ± 71043 Manfredonia FG Tel e Fax: 0884 530242 - email: [email protected] Nome e Cognome Indirizzo ____________________ ________ CAP _________ Città __________________________________________________ Prov. ____ Tel: Cell. e-mail: ________ Prenotazione pranzo per N. _____ persone (ad esclusione dei figli che partecipano alle attività ricreative) PRENOTAZIONE PER I ),*/,&+(3$57(&,3$12$//$*,7$23385($//¶$77,9,7¬/8',&$,1+27(/: Sesso P.W. GITA ATT. LUDICA LABORATORIO - Nome e Cognome _______________________ Età _____ [m] [f] [ ] [ ] [ ] [ ] - Nome e Cognome _______________________ Età _____ [m] [f] [ ] [ ] [ ] [ ] - Nome e Cognome _______________________ Età _____ [m] [f] [ ] [ ] [ ] [ ] Specificare eventuali problematiche dei ragazzi che interverranno, segnalandole nello spazio sottostante, indicandone il nome: _______________________________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ /¶DVVRFLD]LRQHVLIDUjFDULFRVRORSHUFKLQHIDFFLDULFKLHVWDDWWUDYHUVRO¶DSSRVLWDVFKHGDDOOHJDWDGHOO¶LQWUDWWHQLPHQWR dei bambini e dei ragazzi convenuti. QUESTION TIME LQGLFDUHO¶DUJRPHQWRdi interesse da sottoporre allo specialista) ____________________________________________________________________________________ __________________________________________________________________________________ WORKSHOP SCIENTIFICO DEL 7 SETTEMBRE 2012 Per la partecipazione al Workshop Scientifico come uditori, barrare solo in caso di risposta affermativa Ricordiamo che non sono previste attività ludiche per i ragazzi PARTECIPO [ ] N° PERSONE [ ] PRANZO [ ] N° PERSONE [ ] $VVRFLD]LRQH³)UDQFHVFR3LR´SHUO¶DLXWRDLVRJJHWWLFRQ6LQGURPHGL3UDGHU:LOOLHGDOOHORUo famiglie Sezione Puglia Sede legale: Via Duomo, 2 ± 71100 Foggia Blog: www.sindromedipraderwillipuglia.blogspot.com Tel. 0881 724058 ± 327 4590851 e-mail: [email protected] Conto corrente postale n. 87681300 IT34 W076 0115 7000 0008 7681 300 16 Anno XV - N. 1 gennaio, febbraio, marzo 2012 LO SPORTELLO DELLA SCUOLA NOVITÀ LEGISLATIVE SCUOLA: ALCUNE SENTENZE SVOLTA Non le “solite” Sentenze che ormai da molto tempo vedono soccombere il Ministero dell’Istruzione per le mancate o le ridotte ore di sostegno, ma qualcosa di più. Questo, infatti, va ravvisato di fronte ad alcuni recenti provvedimenti adottati dai giudici dei giudici dei Tribunali Amministrativi Regionali (TAR) di Campania e Sardegna, che possono realmente costituire una svolta in questo ambito. tato subito anche all’inguinzione di risarcimento dei danni esistenziali e del pagamento delle spese processuali, finora, infatti e va ricordato in tal senso che già dal 2004 ci rivolgiamo ai Tribunali e che già dal 2004 le famiglie sarde vincono contro il Ministero veniva subito emessa un’Ordinanza Cautelare per il riconoscimento del danno e della violazione del diritto, ripristinando il sostegno. Per la Sentenza definitiva, invace, bisognava aspettare una successiva udienza, solitamente a fine anno, per avere anche il risarcimento dei danni, lo scorso anno, ad esempio, oltre venti famiglie ricorrenti che avevano vinto erano state risarcite nel successivo mese di giugno”. PAGARE I DANNI Partiamo dunque dalla Sentenza n. 1640/ 2011, depositata l’11 ottobre scorso dal TAR della Campania (Sezione Distaccata di Salerno), che, oltre ad accogliere pienamente il ricorso presentato dai familiari di un ragazzo con disabilità, ha condannato il Ministero dell’Istruzione, Università e Ricerca “al risarcimento del danno non patrimoniale a favore dei ricorrenti, qualificato in £3.000”, riferendosi sostanzialmente a tutti gli anni in cui l’alunno è rimasto a scuola senza un adeguato sostegno. Da notare poi che il provvedimento non si riferisce solo alla più recente giurisprudenza nazionale (Legge 104/1992 e Sentenza della Corte Costituzionale n. 80/ 2010), ma anche alla Convenzione ONU sui Diritti delle Persone con Disabilità, quando ad esempio il Giudice scrive che quest’ultima “all’art. 24 statuisce che gli Stati “riconoscono il diritto delle persone con disabilità all’istruzione”, il quale deve essere garantito anche attraverso la predisposizione di accomodamenti ragionevoli al fine di “andare incontro alle esigenze individuali” del disabile”. CLASSI “POLLAIO” Sembra quindi che sia sempre solo la giurisprudenza a garntire il rispetto dei diritti degli alunni con disabilità, ciò che succede non solo in ambito di sostegno, ma anche di classi superaffollate, altra grave questione denunciata da molto tempo dalle associazioni di persone con disabilità e delle loro famiglie. Un precedente importante è stato stabilito, due mesi fa, dalla Sentenza n.759/2011, prununciata il 26 ottobre dal TAR della Calabria (Sezione Staccata di Reggio Calabria), ribadendo il principio che costituire classi con un numero di alunni superiore ai venti, in presenza di uno studente con grave disabilità o di due alunni con disabilità lieve, costituisce violazione di legge. Classi del genere, quindi, sono illegittime e vanno conseguentemente sdoppiate. “Vale sempre la pena ricordare con forza sottolineare in tal senso Salvatore Nocera, vicepresidente nazionale della FISH (Federazione Italiana per il Superamento dell’Handicap) che solo classi non numerose possono garantire la presa in carico del progetto di inclusione scolastica da parte di tutti i docenti curricolari, cosa impossibile con classi super affollate le quali, invece, faroriscono la delega ai soli docenti per il sostegno e, conseguentemente, i ricorsi ai TAR da parte dei genitori, che vedono abbandonato il proprio figlio quando manca il docente per il sostegno”. DANNO ANCHE ESISTENZIALE Altre importanti novità provengono poi dalla Sardegna, dove oltre a “fioccare” letteralmente le condanne al Ministero grazie anche al prezioso sostegno fornito alle famiglie dalle associazioni di persone con disabilità, e in primo luogo dall’ABC Sardegna (Associazione Bambini Cerebrolesi) vi è stato un significativo cambiamento di procedura. Nel novembre scorso, infatti, la Prima Sezione del TAR della Sardegna non solo ha accolto i ricorsi presentati da ben quattordici famiglie, prescrivendo l’integrazione delle ore di sostegno mancanti, ma ha anche direttamente condannato l’Amministrazione al pagamento delle spese legali e al risarcimento del danno esistenziale subito, nella misura di 1.000 euro per ogni mese di ritardo e frazione in proporzione. “La novità di questi provvedimenti ha commentato Francesca Palmas dell’ABC Sardegna e del Comitato Famiglie per l’Integrazione Scolastica della Regione è che oltre a dare ragione alle famiglie, essi hanno por17 Impegno per una vita migliore SCARTABELLANDO INVALIDITÀ CIVILE E CONTENZIOSO MANCATO ACCORDO In base all’articolo 38 della legge 13 luglio 2011 n.111 “Conversione in legge, con modificazioni, del decreto legge 6 luglio 2011, n.98”, sono state profondamente modificate le disposizioni riguardanti i ricorsi contro gli esiti negativi delle domande di riconoscimento dell’invalidità. In particolare viene inserito nel codice di procedura civile un nuovo articolo, il 445 bis, applicabile dal 1 gennaio 2012 che stabilisce quanto segue: “Nelle controversie in materia di invalidità civile, cecità civile, sordità civile, handicap e disabilità, nonché di pensione di inabilità e di assegno di invalidità, disciplinati dalla legge 12 giugno 1984, n.222, chi intende proporre in giudizio domanda per il riconoscimento dei propri diritti presenta con ricorso al giudice competente ai sensi dell’articolo 442 codice di procedura civile, presso il Tribunale nel cui circondario risiede l’attore, istanza di accertamento tecnico per la verifica preventiva delle condizioni sanitarie legittimanti la pretesa fatta valere”. L’espletamento di detto accertamento è affidato dal Giudice ad un Consulente tecnico e costituisce la condizione sine qua non per l’apertura e la prosecuzione del ricorso. Il Consulente, prima di depositare la relazione, deve tentare la conciliazione fra le parti. Ricevuto il testo della consulenza il Giudice comunica alle parti un termine perentono non superiore a trenta giorni entro il quale le medesime parti “devono dichiarare, con atto scritto depositato in Cancelleria, se intendono contestare le conclusioni del Consulente tecnico”. In assenza di confestazioni il Giudice omologa le risultanze contenute nella relazione del Consulente tecnico e notifica la propria decisione mediante apposito decreto alle parti in causa. Questo decreto non è impugnabile né modificabile. Se sono stati soddisfatti tutti gli altri adempimenti previsti dalle leggi vigenti, le prestazioni relative all’invalidità sono erogate entro 120 giorni dalla data del succitato decreto del giudice. Nei casi di mancato accordo la parte che contesta le conclusioni tecniche del Consulente deve depositare presso il Giudice, entro il termine perentorio di trenta giorni dalla formulazione della dichiarazione di dissenso, i motivi della contestazione. La successiva sentenza del Giudice è inappellabile. CONSIDERAZIONI L’inappellabilità alla sentenza del Giudice introduce una fattispecie del diritto di cui non vi è traccia nel nostro ordinamento che lascia alquanto perplessi sulla sua costituzionalità. Peraltro nel novello articolo 445 bis non vi è previsione alcuna in merito al limite di tempo entro il quale il Giudice deve nominare il Consulente né la scadenza temporale per la consegna della relazione da parte di quest’ultimo. Altre perplessità permangono rispetto alla possibilità, prevista dall’articolo 38, comma 8, della legge 111/2011, che il medico dell’Inps, controparte del ricorrente, possa partecipare alle operazioni peritali ma la stessa possibilità non è data all’eventuale consulente del cittadino. Notiamo altresi che non vi è alcuna indicazione circa la professionalità del Consulente tecnico designato dal Giudice che quindi potrebbe anche non essere un medico legale né uno specialista dalla patologia da esaminare. Potrebbe addirittura succedere che il Consulente sia un medico dell’Inps. Validità del contrassegno in tutta Italia: la strada è aperta. Nei giorni scorsi, infatti, è stato approvato alla Camera un emendamento al cosiddetto “Decreto Semplificazioni”, sul quale successivamente l’aula di Montecitorio ha votato la fiducia. L’iniziativa, renderà ora necessario un decreto del Ministero dei Trasporti e delle Infrastrutture, d’intesa con la Conferenza Unificata, per arrivare finalmente alla validità del contrassegno per disabili su tutto il territorio nazionale. 18 Anno XV - N. 1 gennaio, febbraio, marzo 2012 «Con decreto del Ministro dei trasporti e delle infrastrutture e della salute, previo parere con la conferenza unificata di cui all’articolo 8, del decreto legislativo 28 agosto 1987, n. 281, sono disciplinate le modalità per il riconoscimento della validità su tutto il territorio nazionale del contrassegno invalidi di cui al comma 2 dell’articolo 381 del decreto del Presidente della Repubblica. E’ questo l’emendamento approvato nei giorni scorsi alle Commissioni Affari Costituzionali e Attività Produttive, che ha modificato il testo del Decreto Legge 5/ 12 (Disposizioni urgenti in materia di semplificazione di sviluppo), meglio noto come “Decreto Semplificazioni”, sul quale successivamente l’aula di Montecitorio ha votato la fiducia. L’iter del provvedimento dovrebbe concludersi nei prossimi giorni al Senato. A firmare l’emendamento - che in sostanza renderà necessario un decreto del Ministero dei Trasporti e delle Infrastrutture, d’intesa con la Conferenza Unificata, ovvero tramite il coinvolgimento degli Enti Locali, portando appunto alla validità del contrassegno per disabili su tutto il territorio nazionale - sono state le deputate Amalia Schirru e Lucia Codurelli, che dichiarano soddisfatte: «Era inconcepibile pensare che la semplificazione non contemplasse la possibilità di circolare e parcheggiare fuori i confini della propria città, se non dopo una macchinosa e preventiva richiesta di mobilità. Questo emendamento recepisce, finalmente, quanto prevedono le convenzioni europee e dell’ONU in materia di rispetto dei diritti dei disabili». Un buon passo in avanti, riteniamo, in un iter per altro ancora tutto da completare, in attesa che si arrivi a risolvere anche un’altra annosa questione - da noi più volte trattata -, vale a dire l’adozione in Italia del contrassegno standard europeo. CAMPAGNA INFORMATIVA SUI DIRITTI ESIGIBILI DELLE PERSONE CON HANDICAP INTELLETTIVO IN SITUAZIONE DI GRAVITÀ Ai sensi del decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri del 29 novembre 2001 “Definizione dei livelli essenziali di assistenza socio-sanitaria” emanato a seguito degli accordi intervenuti tra il Governo, le Regioni a statuto ordinario e speciale e le Province autonome di Bolzano e Trento, le cui norme sono cogenti in base all’articolo 54 della legge 289/2002, il Servizio sanitario nazionale ed i Comuni sono obbligati a garantire, fra l’altro, i seguenti servizi: 1. i centri diurni indicati come «prestazioni diagnostiche, terapeutiche e socio-riabilitative in regime semiresidenziale per disabili gravi». Gli oneri sono a carico della Asl nella misura minima del 70%; 2. «le prestazioni terapeutiche e socioriabilitative in regime residenziale per disabili gravi» (con rette a carico delle Asl nel limite minimo del 70%). In base ai Lea, dunque, le persone sopra indicate hanno il diritto pienamente e immediatamente esigibile alle prestazioni sociosanitarie semiresidenziali (centri diurni) e residenziali (comunità alloggio o strutture analoghe). Detti diritti devono essere attuati dalle Asl e dai Comuni singoli o associati, che non possono negare o ritardare le prestazioni nemmeno con il pretesto della mancanza di finanziamenti o di personale. L’esigibilità delle succitate prestazioni è stata confermata anche dalle sentenze del Tribunale di Firenze n.1154/2010, del Tar della Lombardia n. 784 e 785/2011 e del Tar della Toscana n. 694/2011. Come ottenere l’attuazione dei diritti sanciti dai Lea Com’è ovvio, per ottenere le prestazioni alle quali si ha il pieno ed immediato diritto esigibile ai sensi delle norme citate, occorre che la richiesta sia non solo precisa, ma anche formulata in modo da essere sicuri che il responsabile dell’ente (non questo o quell’operatore) l’abbia ricevuta. Pertanto occorre che l’interessato e/o chi lo rappresenta invii una richiesta scritta con lettera raccomandata A/R congiuntamente al Direttore generale dell’Asl e al Sindaco di re19 Impegno per una vita migliore 4) non siano accorpate con altre nel medesimo edificio; 5) non siano autorizzate e/o accreditate dagli enti locali strutture con caratteristiche diverse dalle comunità alloggio come sopra descritte. Il “dopo di noi” sarà meno preoccupante se “durante noi” sapremo contrastare anche questa nuova tendenza al ritorno strisciante verso i mai abbastanza vituperati “istituti”, quali sono attualmente le Raf (Residenze assistenziali flessibili) da 12 posti in su.Non dobbiamo accettare passivamente che tutto ciò che le famiglie e le loro associazioni hanno conquistato venga rimesso in discussione. A QUESTO RIGUARDO INVITIAMO AD ADERIRE E A SOSTENERE LA PETIZIONE POPOLARE NAZIONALE (reperibile sul sito www.fondazionepromozionesociale.it) Impegnarci a trasmettere la conoscenza delle leggi e pretenderne l’applicazione è la sola strada che ci può rassicurare sul “dopo di noi”. sidenza dell’interessato, precisando le prestazioni richieste e la data in cui se ne richiede l’attuazione. È altresì necessario indicare con precisione i riferimenti normativi in base ai quali i responsabili sopra indicati devono intervenire. Sul sito (www.utimdirittihandicap.it) sono reperibili fac-simili da utilizzare per la richiesta della frequenza di un centro diurno o di un ricovero in comunità alloggio (o altra struttura analoga). Cosa possono fare le associazioni Il primo dovere delle associazioni dei familiari delle persone con handicap intellettivo dovrebbe essere quello di fornire informazioni corrette ai loro soci e aderenti ed impegnarsi “durante noi” perché: 1) vengano realizzate strutture diurne e residenziali in numero adeguato al fabbisogno; 2) le comunità alloggio siano collocate nel normale contesto abitativo; 3) non siano autorizzati più di 10 posti letto (di cui due per il pronto intervento); SPAZIODIASCOLTO INFORMAZIONEEORIENTAMENTO SULLEMALATTIERARE PERPAZIENTI,FAMILIARIE OPERATORISANITARI TEL. 366.1529016 segreteria@malattieͲrare.org Conilpatrocinio 20 Anno XV - N. 1 gennaio, febbraio, marzo 2012 GIOCHI a cura di Vincenzo Vitagliano Ciao a tutti, apriamo i giochi di questo numero con due schemi di sudoku e proseguiamo poi con i soliti rebus arrivando infine all’enigmistica classica. Ma in questo partiamo anche con qualche barzelletta e qualche perla di saggezza tratta dai pensieri di personaggi famosi che i lettori dovranno identificare. N. 2 (M ) Sudoku n. EDIO 2 (medio) Sudoku n. 1 (facile SUDOKU - N.) 1 (FACILE) 1 4 6 2 6 5 1 8 7 9 4 6 3 1 4 9 5 7 1 2 6 4 1 8 3 3 1 2 4 5 6 5 1 9 4 7 1 2 8 9 3 2 6 4 9 4 8 5 3 4 8 8 9 5 2 1 3 6 7 4 6 4 9 1 7 5 5 8 4 2 3 2 3 3 7 9 7 1 3 4 5 9 8 DUEPERLEDISAGGEZZADICONFUCIO(551–479AC) Megliostarezittidandol’impressionediesserestupidi,cheparlare togliendoognidubbio. Lanostrafelicitàpiùgrandenonstanelnoncaderemaimanel risollevarsisempredopounacaduta. FRASI CELEBRI. Il vantaggio di essere intelligente è che si può sempre fare l’imbecille, mentre il contrarioèdeltuttoimpossibile. SAPETEINDOVINARECHILOHADETTO? F SA Al funerale di un ricchissimo imprenditore genovese un uomo vestito miseramente è in un angolo che piange disperato ed urla il suo dolore. Un tale gli chiede se è un parente del defunto. L'uomo tra i singhiozzi: “ No...” - E allora perché piange? - Proprio per questo!!! M REBUSFRASE(5,10)________________________________________ Naturalmente nella vita ci sono un mucchio di cose più importanti del denaro. Ma costano un sacco di soldi.! V Io suono al conservatorio. Sì, ma non mi aprono mai! Il matrimonio è la causa principale del divorzio!. (Groucho Marx – comico americano 1890 – 1977) V REBUSFRASE(5,9)_____________________________ 21 Impegno per una vita migliore CAMBI DI INIZIALE (La parola successiva differisce dalla precedente solo per l’iniziale) La barca va a fondo Per colpa di una xxxxx Non riuscì a stare a yxxxx Ma il marinaio si salvò Tenendosi a una zxxxx. Nell’oasi Il beduino, con molta xxxxx, si riposava sotto una yxxxx Segnale precario Prendi un chiodo ed un xxxxxxxx e metti a posto Quel yxxxxxxx FALSI ACCRESCITIVI (La seconda è falso accrescitivo della prima. Es. mela – melone) Rimprovero all’attore Se non riesci ad imparare Il xxxxx sei proprio un xxxxxxx! Giocando a Carte Pur nobile era un xxxx il timido xxxxxx. In miniera Seguendo un xxxx di luce il cercatore scoprì d’oro un gran xxxxxx BOMBA A SCUOLA LAVENDETTA LA CA D Pierino torna a casa tutto contento. Non appena vede il padre gli fa: - Sai papà che oggi abbiamo messo una bomba in classe? - Una bomba in classe? Ma che siete matti? Sono sicuro che il preside vi sospenderà domani quando tornerete a scuola! - Scuola? Quale scuola? ELO REBUS–FRASE(7,6,7,3,5)___________________ __________________________________________ IRRANGIUNGIBILE Un padre dice alla figlia che sta uscendo con la macchina nuova: - Mi raccomando... non correre! - Si papà... non ti preoccupare... - Guarda che ti chiamo sul cellulare per stare tranquillo! - Si, papà... come vuoi! Basta che mi fai andare che faccio tardi... Alla sera la figlia rientra in orario e il padre senza dire una parola le molla due ceffoni. La ragazza piangendo: - Ahia! Ma perché? Che ho fatto?!? - Hai pure il coraggio di chiedermelo? Ti avrò chiamato almeno dieci volte ed ogni volta la signorina della Telecom mi diceva che l'utente non era raggiungibile. Si può sapere a che velocità andavi?!? CI ASP REBUSͲFRASE(3,5,6,1,6)______________________ _____________________________________________ SOLUZIONI Sudoku 1 : 1 6 9 8 5 3 2 7 4 357421689 824967315 412378596 986542137 573619428 735284961 691735842 248196753 Sudoku 2 7 8 9 1 6 5 4 3 2 143829567 256347891 672594183 395618274 418273956 821936745 534782619 967451328 La frase sull’intelligenza è di Woody Allen (artista USA n. 1935) Rebus: Frana pericolosa. Rebus: Marco Travaglio. Cambi di iniziale: Falla, Galla, Palla – Calma, Palma Martello, Cartello. Falsi accrescitivi: Testo, Testone – Baro, Barone – Filo, Filone. Rebus: Piccola stella cadente dal cielo; Tre amici ancora a spasso. 22 Anno XV - N. 1 gennaio, febbraio, marzo 2012 LE RICETTE DI ELENA PENSIERO Ho iniziato una nuova esperienza presso una Comunità. E’ una Comunità vicino a casa mia che conosco perché frequento il Centro Diurno e in questa casa vado già due volte alla settimana. Mi piace tanto perché mi sembra di essere in famiglia perché sono otto anni che vado al Centro Diurno e conosco tutti i ragazzi e gli educatori. Spero che questa esperienza vada a finire bene io cercherò di comportarmi bene. Ora scrivo qualcosa che mi piace perché il primo mi piace tanto. La pasta fatta in tanti modi e tanti tipi di pasta pieni di tanta roba molto buona e grassa. FETTUCCINE ALLA ROMANA 300G di fettuccine, 350G di pomodori, 200G pollo, 70G di burro, aglio, garofano, vino, cipolla, 15G funghi, 100G pecorino, sale, peperoncino, 70G prosciutto, pepe. Tritate la cipolla, quindi fatela rosolare in un tegame a fuoco basso con 40G di burro e l’aglio. Quando questo ultimo si sarà dorato, toglietelo e unite i funghi, già ammollati, in acqua tiepida e poi strizzati e tritati, e i pelati spezzettati. In un’altra padella, con il burro rimasto, fate rosolare il pollo pulito e affettato, unite il chiodo di garofano, una presa di sale, un pizzico di pepe e bagnate con mezzo bicchiere di vino bianco. Cuocere il pollo per dieci minuti poi uniteli al sugo, salate e cuocere ancora per 20 minuti, unendo un po’ di acqua calda se fosse necessario. Poco prima che termini la cottura del sugo lessate le fettuccine in abbondante acqua salata, scolatele e condite con il sugo e il pecorino grattugiato, prosciutto, peperoncino. ciolato, profumate di timo e noce moscata. Cuocere le zucchine per 10 minuti. Nel frattempo fate sciogliere in un casseruolino 30G di burro: unite Berna a fettine sottili e poco alla volta il latte tiepido. Senza mai smettere di mescolare col cucchiaio di legno, tenete sul fuoco fino a quando il formaggio si sarà completamente sciolto. Incorporate l’uovo, mescolate e tenete la crema in caldo a bagnomaria. Lessate le penne in abbondante acqua salata, scolatele al dente e condite subito. Aggiungete gli asparagi, i carciofi e fagiolini. GNOCCHI AI FORMAGGI Pepe, sale, brandy, burro, gorgonzola, mascarpone, patate, parmigiano, mozzarella, berna, fontina, grana, panna. In una capace casseruola fate bollire abbondante acqua salata. Versatevi gli gnocchi e cuocere finché vengono a galla. Nel frattempo, in una larga padella antiaderente mettete il burro con il formaggio a pezzetti e fate fondere il tutto a fuoco molto basso, mescolando in continuazione. Unite brandy, mescolate ancora e lasciate sul fuoco per un minuto. Scolate gli gnocchi con la schiumarola, uniteli nella padella al formaggio sciolto, girate delicatamente con il cucchiaio di legno in modo che si ricoprano bene di formaggio. Aggiungete il pepe, il sale, il gorgonzola, mascarpone, il parmigiano, la mozzarella, il berna la fontina, il grana e la panna. PENNE CON FONDUTA E ZUCCHINE Latte, aglio, prezzemolo, cipolla, timo, uovo, brodo, olio, sale, noce, 500G di penne, 350G di zucchine, 200G di Berna 60G di burro, asparagi, carciofi, fagiolini. Spuntate le zucchine, lavatele e tagliatele a rondelle. Tritate insieme l’aglio, la cipolla e il prezzemolo e fateli soffriggere in un tegame con l’olio. Versate le zucchine e dopo qualche minuto bagnatele con mezzo bicchiere d’acqu; salate con il dado sbri23 Impegno per una vita migliore L’isoLa dei desideri UN SISMA SI SENTE DI PIÙ SOTTO I PIEDI O NELLA MENTE DI CHI LO SUBISCE? GIANGUIDO SILVIO SARACINO Negli ultimi anni, purtroppo, nel nostro Paese si sono verificati molti terribili terremoti che hanno scosso tutti, non solo le popolazioni colpite dal fenomeno. Molti studi sono stati compiuti per cercare di determinare almeno quali zone siano più soggette al manifestarsi del sisma e, secondo le carte che sino a qualche tempo fa circolavano, la Pianura Padana non era tra le zone a rischio; è stato, quindi, un fulmine a ciel sereno la scossa che il 20 maggio ha colpito il mantovano e altre province emiliane, provocando vittime e danni. Le attuali tecnologie, sempre più sensibili e precise, aiutano i sismologi ancor di più nella “ricerca” e prevenzione di queste calamità naturali. Rilevando un pericolo per la comunità, gli studiosi dovrebbero trasmettere relazioni dettagliate agli organi competenti, amministratori pubblici, protezione civile, sindaci i quali dovrebbero attivare nuovi studi atti a confermare le analisi eseguite e porre in essere i provvedimenti necessari a ridurre al minimo i rischi. Tutto questo prevede una conoscenza approfondita dell’avvenimento, una serie di avvisaglie date dalla Terra stessa, che parte con qualche singhiozzo, passando a una tosse fragorosa, fino a darsi una bella scrollata, demolendo tutto e portando morti con la stessa facilità di una strofinata di spazzola fra i capelli. Vi sono, poi, vari episodi dove le scosse arrivano senza avvisare: codarde! Giungono, come delle ladre, spaccano, ammazzano e cessano, inghiottite dal centro della terra. Però ci sono stati degli studiosi che avevano preannunciato un cataclisma imminente chissà! Forse con gli opportuni e tempestivi interventi, stragi, perdite e vittime, sarebbero state inferiori. L’uomo forse avrebbe potuto non vincere la battaglia, ma almeno mettere al riparo tutte le truppe. Uno di questi esempi avrebbe potuto essere il recente terremoto in Emilia. Sì, avrebbe potuto esserlo, perché, nel “lontano 2007”, due studiosi, Dario Camuffo e Eugenio Carminati erano partiti con l’intenzione di studiare i possibili fenomeni sismici nelle aree veneziane, ma il campo si è necessariamente allargato, andando a comprendere anche il mantovano e quindi proprio le città coinvolte dall’ultimo sisma. Nella mappa che avevano creato i due studiosi e in quella riconosciuta dalle autorità, che riportava il rischio sismico dell’area di Mantova, c’erano grosse incongruenze: la mappa ufficiale rimarcava la non sismicità dell’area, mentre quella creata in seguito agli studi, dimostrava che di lì a poco sarebbe potuta avvenire una scossa. Il terremoto c’è stato, uomini, donne e bambini sono rimasti schiacciati dall’enorme quantità di menzogne e inadempienze dei “parrucconi-burocrati” e qualche giorno dopo, da livello ZERO di pericolosità, il mantovano e dintorni è passato magicamente al livello DUE. Forse sarebbe opportuno iniziare a prendere atto del fatto che le costruzioni italiane dovranno rispettare in modo scrupoloso gli accorgimenti necessari alla sicurezza in caso di sisma. Ogni volta che la terra da noi trema in televisione scorrono le immagini di terremoti analoghi avvenuti in Giappone, senza danni collaterali grazie alle costruzioni antisismiche… teniamone conto! E concludo con una nota di ottimismo: poiché l’Emilia quando vuole fare una macchina non ne fa una qualsiasi ma crea la Ferrari, se vuole una moto forgia la Ducati e se vuole mangiare un buon formaggio s’inventa il Parmigiano Reggiano, tutte eccellenze note nel mondo, anche nel campo delle costruzioni sismiche creerà un’eccellenza! 24
© Copyright 2024 Paperzz