Proposta di soluzione della prova di matematica Liceo scientifico PNI - 2014 Problema 1 Punto a) In A e O, g non `e derivabile in quanto la tangente risulta verticale (punto di cuspide). Stesso dicasi per il punto D. In C la derivata destra e sinistra sono finite non con valori differenti e quindi in C, g non `e derivabile. In B, invece, la derivata destra e sinistra vale zero e quindi g `e derivabile. Punto b)∫ −4 f (−4) = −4 g(t)dt = 0 per definizione. f (0) = −Area di mezzo cerchio di raggio 2 = −π·22 2 = −2π f (2) = f (0) + Area di un quarto di cerchio di raggio 2 = −2π + π · 22 = −2π + π = −π 1 4 · f (4) = f (2) + Area rettangolo di base 2 e altezza 2 = −π + 2 · 2 = 4−π Poich´e la parabola ha equazione x = − 12 y 2 + 6, allora: ∫6√ 3 f (6) = f (4) + 4 12 − 2xdx = 4 − π + [− 12 · 32 (12 − 2x) 2 ]64 = 4 − π + 3 1 (4) 2 = 20 −π 3 3 2 2 Poich´e l’equazione ∫ 1 √ della circonferenza `e (x − 2) + y = 4, allora: f (1) = f (0) + 0 4 − (x − 2)2 dx Posto x − 2 = 2 sin t ⇒ dx = 2 cos t; x = 0 → t = − π2 , x = 1, t = √ − π6 , 4 − (x − 2)2 = 2 cos t ⇒ 1 2 f (1) = −2π + √ 3 2 + π = − 43 π − ∫ − π6 −π √ 2 ; 4 cos2 tdt = −2π + 4[ 2t + π sin(2t) − 6 ] − π2 4 = −2π − π 3 − 3 2 Punto c) L’integrale risulta crescente al crescere di x, pertanto: f > 0 su (−4, x) f < 0 su (α, 6) f = 0 per x = α ∈ (2, 4) Il punto α `e unico poich´e f ′ (x) = g(x) e quindi f ′ > 0 su (0, 6), da cui f sempre crescente su (0, 6), e cambiando segno agli estremi di (2,4) ammette un unico zero. Poich´e f ”(x) = g ′ (x) si ha: f ” > 0 su (−2, 2) f ” < 0 su (−4, −2) ∪ (4, 6) f ” = 0 su (2, 4) Punto d) Poich´e f ′ (x) = g(x) e f ′ > 0 su (0, 6) f ′ < 0 su (−4, 0) Segue che x = 0 `e un minimo assoluto (0, −2π); mentre x = -4 , x = 6 sono massimi. Poich´e f (−4) = 0 < f (6) = 20 −π → 3 20 (-4, 0) `e massimo relativo, (6, 3 − π) `e massimo assoluto. Il grafico `e: 3 Problema 2 Punto a) Considerata la funzione √ f (x) = (2 − x) 4x − x2 determinare che il punto C ≡ (2; 0) `e centro di simmetria per il suo grafico Γ. Considero le equazioni della simmetria di centro C { ovvero x′ = 2xC − x y ′ = 2yC − y { x′ = 4 − x y ′ = −y La trasformazione inversa ha quindi equazioni { x = 4 − x′ y = −y ′ Da ci`o segue che, sostituendo al posto della x e della y nell’equazione della funzione, e, togliendo gli apici per semplicit`a di notazione, si ha g(x) = −y √ = (2 − (4 − x)) 4(4 − x) − (4 − x)2 √ = (−2 + x) 16 − 4x − (16 − 8x + x2 ) √ = (−2 + x) 16 − 4x − 16 + 8x − x2 √ = (−2 + x) 4x − x2 ovvero √ y = (2 − x) 4x − x2 Poich`e la simmetrica rispetto a C della funzione `e la funzione stessa, il punto C `e centro di simmetria per il grafico Γ. Per trovare la tangente, calcoliamo ora la derivata di f (x). 4 √ 1 f ′ (x) = − 4x − x2 + (2 − x) √ (4 − 2x) 2 4x − x2 √ 1 = − 4x − x2 + (2 − x) √ 2(2 − x) 2 4x − x2 = √ (2 − x)2 − 4x − x2 + (2 − x) √ 4x − x2 = −(4x − x2 ) + (2 − x)2 √ 4x − x2 2x2 − 8x + 4 √ 4x − x2 La pendenza della retta tangente nel punto C `e quindi f ′ (2) = −2, da cui l’equazione di tale retta `e = y = −2x + 4 Detto α l’angolo che la tangente forma con la direzione positiva dell’asse x, si ha α = arctan(−2), ovvero α = 2.034 rad che pari a circa 116, 565◦ con 0, 565◦ frazione di 1 grado. Per trovare a quanti primi sessagesimali x corrisponde, tenendo conto della proporzione 0, 565 : 1 = x : 60 segue che x = 0, 565 · 60 ≃ 34′ , per cui α ≃ 116◦ 34′ Punto b) Si consideri la derivata di f (x) f ′ (x) = 2x2 − 8x + 4 √ 4x − x2 Si calcoli f ′ (2 + t) 2(2 + t)2 − 8(2 + t) + 4 f (2 + t) = √ 4(2 + t) − (2 + t)2 ′ 2(4 + 4t + t2 ) − 16 − 8t + 4 = √ 8 + 4t − (4 + 4t + t2 ) 5 2t2 − 4 =√ 4 − t2 Analogamente, per f ′ (2 − t) 2(2 − t)2 − 8(2 − t) + 4 f ′ (2 − t) = √ 4(2 − t) − (2 − t)2 = 2(4 − 4t + t2 ) − 16 + 8t + 4 √ 8 − 4t − (4 − 4t + t2 ) 2t2 − 4 =√ 4 − t2 Da cui segue che le rette tangenti a Γ nei punti di ascissa (2 + t) e (2 − t) sono parallele. Indichiamo ora la retta 21x + 10y + 31 = 0 con r e la retta 23x + 12y + 35 = 0 con s; affinch´e siano parallele a rette tangenti a Γ deve accadere che, indicate le rispettive pendenze con mr e ms , sia f ′ (x) = mr e f ′ (x) = ms per qualche x. Dalle equazioni cartesiane, si ricava√che 21 mr = − 10 e ms = − 23 ; tenendo conto che f ′ (x) = 0 per x = 2 − 2 e 12 √ √ per x = 2√+ 2, e che f ′ (2) = −2, consideriamo gli intervalli [2 − 2, 2] e [2, 2 + 2]. Nel primo intervallo, per il primo teorema dei valori intermendi, essendo f ′ (x) continua in tale intervallo, essa assume tutti i valori compresi tra 0 e −2; esiste quindi un valore di x appartenente a quest’intervallo per cui f ′ (x) = −23/12, essendo −2 < −23/12 < 0. Esistono quindi rette parallele alla retta s. Con un ragionamento analogo, si prova che anche nel secondo intervallo c’e una retta parallela a s. Di contro, essendo −2 il valore minimo della derivata prima di f , non pu`o esistere una retta parallela alla retta r, dato che il suo coefficiente angolare `e mr < −2. Punto c) Data la simmetria di Γ rispetto al punto di coordinate (2; 0), l’area compresa tra il grafico e l’asse delle x `e pari al doppio dell’area compresa tra Γ e l’asse nell’intervallo [0; 2]. Indicata quindi tale area con S, si ha ∫ 2 √ S=2 (2 − x) 4x − x2 dx 0 6 Integrando per parti, segue [ ] ( ) ) ∫ 2( 2 2 2 √ x x 1 − √ 2x − (4 − 2x)dx S=2 4x − x2 2x − 2 0 2 4x − x2 0 [ ] ( ) ∫ 2 2 2 2 √ 1 4x − x 4x − x − √ =2 4x − x2 (4 − 2x)dx 2 2 0 4x − x2 0 Semplificando, si ottiene 2 ∫ S = (4x − x ) − 2 3 2 0 2 √ 4x − x2 (4 − 2x)dx 0 2 (4x − x2 ) 23 2 = (4x − x2 ) − 3 0 2 0 2 3 3 2 2 = (4x − x2 ) 2 − (4x − x2 ) 2 3 0 0 2 √ 3 3 1 8 1 1 64 = = (4x − x2 ) 2 = (8 − 4) 2 = 3 3 3 3 0 3 2 Punto d) Considerata la funzione h(x) = sin(f (x)), deve essere h(x) = 1, ovvero f (x) = π2 , a meno di periodicit`a da cui segue √ π (2 − x) 4x − x2 = 2 ovvero √ π 4x − x2 = 2(2 − x) la quale ha soluzione solo per 0 < x < 2 (ricordiamo che la f `e definita per 0 < x < 4). Sviluppando, segue π2 (4x − x2 ) = 4(2 − x)2 da cui 4(2 − x)2 (4x − x2 ) − π 2 = 0 e quindi π2 =0 4 Possiamo scrivere quest’ultima equazione come p(x) = 0. Osserviamo 2 che in 0 e 2 la funzione p(x) assume il medesimo valore − π4 , per cui, x4 − 4x3 − 2x2 + 8x − 7 dal teorema di Rolle, esiste almeno un punto in cui la derivata prima di p(x) si annulla. Calcolando le derivate di p(x), segue p′ (x) = 4x3 − 12x2 − 4x + 8 e p′′ (x) = 12x2 − 24x − 4 Verifichiamo quando p′′ (x) > 0 12x − 24x − 4 > 0 ⇔ 3x − 6x − 1 > 0 ⇔ x < 2 2 3− √ 12 ∪x > 3+ √ 12 3 3 Da ci`o segue che la funzione p(x) `e sempre concava nell’intervallo [0; 2], per cui ammette un unico punto a tangente orizzontale, che `e un punto di massimo relativo. Si osservi anche che p(1) > 0. Dalla continuit`a e dal fatto che agli estremi dell’intervallo assume lo stesso valore negativo, segue che essa si annulla in due punti, per cui ci sono due punti in cui la funzione h(x) assume valore 1. Nell’intervallo [0;4] la funzione f (x) ha una simmetria centrale che ha per centro il punto medio dell’intervallo; pu`o perci`o essere considerata la traslata di una funzione dispari su un intervallo centrato nell’origine. Poich´e la h(x) si ottiene componendo la f con un’altra funzione dispari, risulta dispari anche h(x). Essa assume due massimi assoluti in corrispondenza dei punti per i quali si ha h(x) = 1, che `e il massimo valore che pu`o assumere il seno. In corrispondenza dei simmetrici di tali punti rispetto al punto di ascissa x = 2, la funzione h(x) assume il valore −1, che `e un minimo assoluto. Per trovare altri punti di minimo relativo, calcoliamo h′ (x) = cos(f (x)))f ′ (x) la quale si annulla nei punti in cui la h(x) assume valore 1 e in quelli per cui f ′ (x)) = 0. Riscriviamo la derivata di f f ′ (x) = 2x2 − 8x + 4 √ 4x − x2 √ √ che si annulla per x = 2 ± 2. In corrispondenza di 2 − 2 si trova un altro punto di minimo relativo. √ 2) < k < 1 L’equazione h(x) = k assume quattro radici reali per h(2− √ e per −1 < k < h(2 + 2), come si evince dal grafico Infine, sempre per ragioni di simmetria, si ha che ∫ 4 3 2 3 1 8 1 1√ h(x)dx = (4x − x2 ) 2 = (8 − 4) 2 = 64 = 3 3 3 3 0 0 8 Quesito 1 Sappiamo che in un triangolo qualunque vale la seguente relazione tra lati e angoli: a b c = = sin α sin β sin γ Nel nostro caso abbiamo: 4 3 = sin α sin 30◦ ⇒ sin α = 4 2 2 sin 30◦ = ⇒ α = arcsin ≈ 41◦ 48′ 3 3 3 Quesito 2 Esiste un teorema che assicura che la somma degli angoli che formano le facce di un angolo solido `e minore di un angolo giro. • Notiamo che ad ogni vertice concorrono almeno 3 facce, e che la somma delle ampiezze degli angoli che concorrono in quel vertice deve essere minore di 360◦ Esistono quindi solo 5 poliedri regolari: A) Tre hanno come facce triangoli rettangoli. • 3 · 60◦ = 180◦ TETRAEDRO REGOLARE • 4 · 60◦ = 240◦ OTTAEDRO REGOLARE • 5 · 60 = 300◦ ICOSAEDRO REGOLARE B) Uno ha come facce quadrati: • 3 · 90 = 180◦ CUBO C) Uno ha come facce pentagoni regolari: • 3 · 108◦ = 270◦ DODECAEDRO REGOLARE D) Non esistono poliedri regolari che hanno come facce esagoni regolari: infatti si avrebbe 3 · 120◦ = 360◦ [IMPOSSIBILE] Quesito 3 Ci troviamo di fronte ad una distribuzione ipergeometrica. 1)La probabilit`a di estrarre almeno una pallina rossa. Casi possibili: ( ) m+v+g+b n 9 Casi favorevoli: ( m 1 ) m v + g + b m 15 1 2 1 2 = P (X = 1) = m+v+g+b 20 3 3 ( ) ( ) ( ) ( ) m 15 15! 15! =S = = = 15 · 7 = 105 1 2 2!(15 − 2)! 2!13! ( ) ( ) 20 20! = = 20 · 19 · 6 = 2280 3 3!17! 105·5 2280 (X = 1) = = 105 456 = 35 152 La probabilit`a che le tre palline rosse siano di colori differenti: La prima pallina estratta pu`o essere di qualsiasi colore. La seconda dovr`a essere di uno degli altri 3 colori. La terza dovr`a essere di uno degli altri due colori rimasti. Alla prima estrazione avremo 20 palline con casi favorevoli 20. Alla seconda estrazione avremo 19 palline con casi favorevoli 15. Alla terza estrazione avremo 18 palline con casi favorevoli 10. 20 15 10 5 P = 20 · 19 · 18 = 19 · 106 = 25 57 Quesito 4 Osserviamo che possiamo calcolare il volume attraverso la formula ∫ −1 V = A(x) dx −2 dove A(x) `e l’area delle sezioni verticali del solido per ogni x fissato. Per calcolare tale area, `e sufficiente notare che le sezioni risultano dei rettangoli di altezza h(x) e base f (x) e pertanto ∫ ∫ −1 V = A(x) dx = −2 −2 posto t = 1/x dt = −1/x dx, −1/2 2 ∫ V = −1 1 1/x e dx = x2 x = −1 → t = −1, x = −2 → t = [ ]−1 1 1 −et dt = −et −1/2 = −e−1 + e−1/2 = √ − e e −1/2 −1 10 Quesito 5 Le geometrie non euclidee partono da postulati opposti a quello della geometria piana di Euclide sulle rette parallele. Questo afferma che: In un piano, per un punto esterno o una retta data esiste un’unica retta passante per il punto dato e parallela alla retta data. Uno dei teoremi che segue di questo postulato `e: -In un triangolo la somma degli angoli interni `e 180 La geometria iperbolica si basa sul postulato: -per un certo punto esterno a una retta data passa pi di una retta parallela (se ne esiste pi di una ne esistono infinite). Conseguenza: In un triangolo, la somma degli angoli interni `e 180. La geometria ellittica si basa invece sul postulato: -per un punto esterno a una retta data non passa alcuna parallela. Conseguenze: In un triangolo, la somma degli angoli interni `e maggiore di 180 Per la geometria ellittica possiamo considerare invece di un piano la superficie di una sfera. i punti del piano saranno i punti della superficie della sfera. Le rette del piano corrispondono alle circonferenze massime della superficie sferica, cio`e quelle circonferenze che si ottengono intersecando la superficie della sfera con piani passanti per il centro della sfera. Ne sono un esempio i meridiani e l’equatore. Non paralleli. Sulla superficie della sfera non esistono ”rette” che non si incontrano, quindi non esistono parallele. Consideriamo il triangolo formato sulla superficie sferica di un punto in movimento che parte dal polo nord A (immaginiamo che la superficie rappresenti la superficie terrestre), arriva all’equatore in B, poi lo segue per un quarto della sua lunghezza fino a C ed infine ritorna al polo ˆ con tre angoli retti: Nord. Si tratta di un triangolo ABC ˆ + Cˆ = 270◦ Aˆ + B 11 Quesito 6 Detta 2x l’altezza del cilindro con 0 ≤ x ≤ r per il teorema di Pitagora: √ R = r2 − x2 r = raggio della sfera R = raggio di base del cilindro Il volume del √ cilindro `e dato da: V (x) = π( r2 − x2 )2 x = 2πx(r2 − x2 ) = 2πx(3 − x2 ) = 6πx − 2πx3 Troviamo il massimo di V (x) nell’intervallo 0 ≤ x ≤ r V ′ (x) = 6π − 6πx2 = 6π(1 − x)2 Quindi l’altezza del massimo cilindro circolare retto inscritto nella sfera sar`a: h = 2x = 2 Mentre √ √ il raggio R √: 2 2 R= r −x = 3−1= 2 Quesito 7 Cerchiamo le soluzioni di ln x−x+2 = 0. osserviamo che f ′ `e definita su (0, +∞): inoltre limx→0+ f ′ (x) = −∞, limx→+∞ f ′ (x) = −∞. Si ha poi f ′′ (x) = x1 − 1 ≥ 0 se e solo se 0 < x ≤ 1, pertanto f ′ cresce su (0, 1), decresce su (1, +∞) e ha un massimo in (1, 1). ne deduciamo allora che f ′ (x) = 0 per α ∈ (0, 1) e per β ∈ (1, +∞). Inoltre essendo 12 f ′ > 0 su (α, β) e f ′ < 0 su (0, α) ∪ (β, +∞) segue che il minimo si ha in x = α. La risposta corretta `e quindi la D. Quesito 8 Con il lancio di tre dadi, come nel caso della ”zara”, supponendo che non siano truccati avremo: -Casi possibili : 6 · 6 · 6· = 63 = 216 -Casi in cui la somma dei valori dei tre dadi `e 9 Fissando un valore per il primo dado e considerando le possibili combinazioni degli altri due dadi che la somma dei tre valori sia 9, si verifica facilmente che casi favorevoli : 25. 25 P (δ = 9) = 216 = 0, 1157 → 11, 57% -Ragionando analogamente nel caso in cui si vuole ottenere 10 si trova che: casi favorevoli: 27 27 P (S = 10) = 216 = 0, 125 → 12, 50% NB: Si nota che P (S = 10) > P (S = 9) Quesito 9 ℵ (aleph zero) indica la cardinalit`a di N. Ora, ogni insieme infinito ha cardinalit`a aleph zero se esiste una relazione biunivoca tra questo insieme ed N. Si dimostra che esistono biezioni che legano Z ed N e Q ed N. Quindi Z e N hanno anche essi cardinalit`a aleph zero. Cantor ha invece dimostrato che R, l’insieme dei numeri reali, non `e numerabile. Lo ha dimostrato mostrando che non esiste una corrispondenza biunivoca tra N ed R attraverso l’argomento diagonale. I numeri reali R avranno cardinalit`a diversa c con ℵ < c Quesito 10 Supponiamo di voler risolvere il: √ a+3x−2 limx→0 x Con il teorema di De l’Hopital : √ f (x) = a + bx − 2 13 g(x) = x limx→0 g(x) = 0√ limx→0 f (x) = a − 2 Per poter applicare √ il teorema dobbiamo avere che: limx→0 f (x) = 0 → a = 2 ⇒ a = 4 Usiamo ora il teorema:′ (x) (x) b limx→0 fg(x) = limx→0 fg′ (x) = limx→0 2√a+bx = 2√b a = 1 Volevamo sapere per quali valori reali di a e b il: √ a+bx−2 limx→0 =1 x Quindi: √ b √ = 1 ⇒= b = 2 a⇒b=4 2 a I valori pertanto saranno: a = 4; b = 4
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