s o r t n e E ncu LIA ACRA FAMIG S A L L E 116 D 1 3 E A” - SUOR 547 334709 - Fax 0547 3 G E L “ O T U 0 DELL’ISTIT - Via Mami, 411 - Tel. iglia.it NA 47522 CESE www.suoresa NOTIZIARIO SPECIALE MISSIONI 2013 n. 22 a (è prevista un annuale) ne io az lic bb pu ce Dir. resp.: Fran sco Zanotti crafam «Da che cosa si può riconoscere il momento preciso in cui finisce la notte e comincia il giorno?». «Forse da quando si può distinguere con facilità un cane da una pecora?». «No!». «Quando si distingue un albero di datteri da un albero di fichi?». «No!». «Quando, allora?». «Quando guardando il volto di una persona qualunque, tu riconosci un fratello o una sorella. Fino a quel punto è ancora notte nel tuo cuore». ...SULLE STRADE DEL MONDO EDITORIALE Insieme... SULLE STRADE DEL MONDO Carissimi amici , anche quest’anno desideriamo raggiungervi tutti per poter condividere pezzetti di vita “familiare”. ENCUENTROS è alla sua tredicesima edizione, resta un giornalino casereccio che ha la pretesa di raccontare le risonanze della vita in missione, degli appuntamenti “forti” celebrati nell’anno trascorso e rinnovare la nostra gratitudine con quanti, in vario modo, partecipano a sparpagliare piccoli semi di speranza che il Signore non mancherà di rendere fecondi. Alcune delle parole che Papa Francesco ha utilizzato nella Giornata Missionaria Mondiale mi danno l’opportunità di riflettere sul senso del “nostro” apostolato e del nostro viverlo insieme a voi, rinnovando il coraggio di scelte quotidiane, propositive, a volte controcorrente. La fede è dono prezioso di Dio, non riservato a pochi ma che viene offerto con generosità. Tutti dovrebbero poter sperimentare la gioia di sentirsi amati da Dio, la gioia della salvezza!Anche per questo è un dono che non si può tenere solo per se stessi, ma che va condiviso. Se noi vogliamo tenerlo soltanto per noi stessi, diventeremo cristiani isolati, sterili e ammalati. Ogni comunità è “adulta” quando professa la fede, la celebra con gioia nella liturgia, vive la carità e annuncia senza sosta la Parola di Dio, uscendo dal proprio recinto per portarla anche nelle “periferie”, soprattutto a chi non ha ancora avuto l’opportunità di conoscere Cristo. La solidità della nostra fede, a livello personale e comunitario, si misura anche dalla capacità di comunicarla ad altri, di diffonderla, di viverla nella carità, di testimoniarla a quanti ci incontrano e condividono con noi il cammino della vita. battezzato il compito missionario di allargare i confini della fede. Così come ogni comunità è interpellata e invitata a fare proprio il mandato affidato da Gesù agli Apostoli di essere suoi «testimoni a Gerusalemme, in tutta la Giudea e la Samaria e fino ai confini della terra» (At 1,8), non come un aspetto secondario della vita cristiana, ma come un aspetto essenziale: tutti siamo inviati sulle strade del mondo per camminare con i fratelli, professando e testimoniando la nostra fede in Cristo e facendoci annunciatori del suo Vangelo. Il condividere la realizzazione di progetti a favore dei più poveri, il lavoro fianco a fianco nell’educazione, animazione e promozione della dignità e diritti umani qui, in Italia o in terra di missione, alimenti in tutti noi la consapevolezza che nel proprio piccolo ognuno contribuisce a far crescere il regno di Dio, dove l’altro è sempre un fratello, e la disponibilità a comprometterci nelle situazioni di conflitto, ingiustizia, discriminazione e pregiudizio che rischiano di alimentare in tutti uno sguardo disperato, inefficace e certamente molto parziale. 3. Spesso l’opera di evangelizzazione trova ostacoli non solo all’esterno, ma all’interno della stessa comunità ecclesiale. A volte sono deboli il fervore, la gioia, il coraggio, la speranza. A volte si pensa ancora che portare la verità del Vangelo sia fare violenza alla libertà. Paolo VI ha parole illuminanti al riguardo: «Sarebbe [...] un errore imporre qualcosa alla coscienza dei nostri fratelli. Ma proporre a questa coscienza la verità evangelica e la salvezza di Gesù Cristo con piena chiarezza e nel rispetto assoluto delle libere opzioni che essa farà [...] è un omaggio a questa libertà» (Esort. ap. Evangelii nuntiandi, 80). Dobbiamo avere sempre il coraggio e la gioia di proporre, con rispetto, l’incontro con Cristo, di farci portatori del suo Vangelo. Gesù è venuto in mezzo a noi per indicare la via della salvezza, ed ha affidato anche a noi la missione di farla conoscere a tutti, fino ai confini della terra. Se ci sentiamo spesso inadeguati, non solo perché i numeri si assottigliano o per gli acciacchi dell’età che avanza, ma soprattutto perché le problematiche che avviciniamo sembrano sempre più complesse, non possiamo rinunciare a scommettere e a rispondere al mandato che Gesù continua a fare a ciascuno di noi, di donare con generosità quanto continuamente riceviamo. Le “povertà” che tutti noi sperimentiamo possono essere risorse preziose per crescere nella comunione e nella più quotidiana e spicciola solidarietà, che normalmente ha come frutto primario, scoprire Chi di noi non ha sperimentato il successo del “conche l’altro è un dono bello solo per se stesso. tagio” nel bene e nel male? E perché non essere promotori di un contagio buono!?! 2. ...i “confini” della fede non attraversano solo luo4. Nella complessa situazione odierna si rende anghi e tradizioni umane, ma il cuore di ciascun uomo e di ciascuna donna, e ciascuno di noi ha ricevuto come cora più urgente portare con coraggio in ogni realtà il 2 ...SULLE STRADE DEL MONDO Vangelo di Cristo, che è annuncio di speranza, di riconciliazione, di comunione, annuncio della vicinanza di Dio, della sua misericordia, della sua salvezza, annuncio che la potenza di amore di Dio è capace di vincere le tenebre del male e guidare sulla via del bene. L’uomo del nostro tempo ha bisogno di una luce sicura che rischiara la sua strada e che solo l’incontro con Cristo può donare. La missionarietà della Chiesa non è proselitismo, bensì testimonianza di vita che illumina il cammino, che porta speranza e amore. La Chiesa – lo ripeto ancora una volta – non è un’organizzazione assistenziale, un’impresa, una ONG, ma è una comunità di persone, animate dall’azione dello Spirito Santo, che hanno vissuto e vivono lo stupore dell’incontro con Gesù Cristo e desiderano condividere questa esperienza di profonda gioia, condividere il Messaggio di salvezza che il Signore ci ha portato. È proprio lo Spirito Santo che guida la Chiesa in questo cammino. I progetti missionari e di sostegno a diverse realtà povere che portiamo avanti insieme a voi, sono solo un piccolo esempio di come questa testimonianza dell’amore di Dio, sia e debba essere concreta. Forse qualcuno pensa che il contributo economico sia poca cosa? Sappiamo bene che dietro al “versamento” di denaro ci sono rinunce e scelte che toccano la quotidianità e abbiamo negli anni sperimentato il coinvolgimento affettivo verso le persone che in vario modo ricevono questi aiuti. 5. Fatevi portatori coraggiosi della buona notizia di Cristo e sono grato in modo particolare ai missionari e faccio appello a quanti avvertono tale chiamata a corrispondere generosamente alla voce dello Spirito, secondo il proprio stato di vita, e a non aver paura dì essere generosi con il Signore. Un pensiero infine ai cristiani che, in varie parti del mondo, si trovano in difficoltà nel professare apertamente la propria fede e nel vedere riconosciuto il diritto a viverla dignitosamente. Sono nostri fratelli e sorelle, testimoni coraggiosi – ancora più numerosi dei martiri nei primi secoli – che sopportano con perseveranza apostolica le varie forme attuali di persecuzione. Non pochi rischiano anche la vita per rimanere fedeli al Vangelo di Cristo. Desidero assicurare che sono vicino con la preghiera alle persone, alle famiglie e alle comunità che soffrono violenza e intolleranza e ripeto loro le parole consolanti di Gesù: «Coraggio, io ho vinto il mondo» (Gv 16,33). Benedetto XVI esortava: «“La Parola del Signore corra e sia glorificata” (2Ts 3,1): possa questo Anno della fede rendere sempre più saldo il rapporto con Cristo Signore, poiché solo in Lui vi sono la certezza per guardare al futuro e la garanzia di un amore au- tentico e duraturo» (Lett. ap. Porta fidei, 15). È il mio auspicio per la Giornata Missionaria Mondiale di quest’anno. Benedico di cuore i missionari e le missionarie e tutti coloro che accompagnano e sostengono questo fondamentale impegno della Chiesa affinché l’annuncio del Vangelo possa risuonare in tutti gli angoli della terra, e noi, ministri del Vangelo e missionari, sperimenteremo «la dolce e confortante gioia di evangelizzare» (Paolo VI, Esort. ap. Evangelii nuntiandi, 80). (dal Messaggio per la Giornata Missionaria Mondiale 2013) Vogliamo infine ringraziare insieme a voi, le consorelle e i laici, che mettono mani, piedi, cuore, intelligenza e… vita nell’incontro personale e quotidiano con bambini, giovani e famiglie a cui sono diretti i progetti di solidarietà. E ringrazio da parte di ogni consorella, ciascuno di voi che qui in Italia, collabora donando tempo, pazienza, risorse umane ed economiche, competenze, suggerimenti rendendo concreta la sua vicinanza e appoggio... E allora UNO PER TUTTI, TUTTI PER GLI ALTRI... “Sulle strade del mondo”! Incoraggiati dalla freschezza e semplicità di Papa Francesco, non facciamoci prendere dalla “tentazione delle pantofole” e cioè di rimanere beati osservatori dello spettacolo della vita, oggi! Tutti in campo!!! Gesù per tutti e tutti noi per chi ci è accanto!!! srmcm SOMMARIO EDITORIALE pag. 2 Ama e amar 4 FOTO DI FAMIGLIA 7 Lo spirito e la sposa... 9 dicono: SÌ PROPOSTE 11 Il Cantiere 411 12 FORMAZIONE 13 Ridi-missionando 14 PENSANDO MISSIONE 15 Mozambico 16 COLOMBIA 19 Come sostenere un progetto 23 editoriale 3 Cristo non ha mani! Madre Lina Orfei, in occasione della giornata AMA, l’Appuntamento Missionario Annuale, 13 ottobre 2013, ci ha regalato la luce di uno sguardo ampio su alcune realtà che fermentano dentro e intorno alla nostra famiglia religiosa. “Perle preziose”, come lei stessa le definisce, di un tesoro sempre più condiviso! Seguendo il testo di una preghiera, ha così svelato le tre perle preziose: CRISTO NON HA MANI, HA SOLTANTO LE NOSTRE MANI, PER FARE IL SUO LAVORO OGGI. I Laici La nostra Fondatrice, suor M. Teresa Lega come dono speciale dello Spirito Santo, ha avuto una forte sensibilità verso la gioventù più povera. Fin dall’inizio dell’esperienza educativa, alla quale si sentiva chiamata dal Signore, ha ricercato l’aiuto e la collaborazione di laici con i quali ha vissuto un rapporto aperto e familiare. Anche noi oggi percorriamo, insieme ai laici, cammini di corresponsabilità nel vivere e testimoniare la bellezza del Vangelo e dell’azione missionaria con la peculiarità del nostro carisma. In maniera particolare siamo unite alla fraternità dei laici della Sacra Famiglia che dopo un periodo di formazione si impegnano a vivere, in modo laicale, la spiritualità e l’ansia missionaria della nostra famiglia religiosa. La presenza di laici coinvolti direttamente o indirettamente nelle opere e nei servizi in Italia, Colombia e in Mozambico, è un segno effettivo di amicizie e collaborazioni che ci incoraggiano e responsabilizzano. CRISTO NON HA PIEDI, HA SOLTANTO I NOSTRI PIEDI PER GUIDARE GLI UOMINI SUI SUOI SENTIERI. L’esperienza di “PENSANDO MISSIONE” Molte sono le persone che dall’Italia, si accostano alle strade polverose e alle periferie culturali più povere in mezzo alle quali vivono le nostre consorelle in Africa e America Latina. Della maggior parte di esse 4 abbiamo ascoltato la testimonianza nelle varie giornate AMA. “Pensando Missione” consiste in un tempo di conoscenza più approfondita della nostra famiglia religiosa e in particolare delle realtà del Mozambico e della Colombia, un tempo di preparazione per vivere al meglio una eventuale esperienza presso le nostre comunità in quelle terre di missione. Normalmente chi partecipa a questo percorso investe poi le proprie vacanze (di almeno un mese) per vivere di persona un’esperienza missionaria. Così giovani e adulti si mettono in cammino chinandosi su chi ha bisogno, e sperimentandosi strumento dell’amore di Dio per ogni persona, donando tempo, energie, risorse economiche affinché molti, soprattutto altri giovani, possano avere la possibilità di cambiare la loro situazione di vita e sentano che c’è sempre qualcuno, a volte a più di diecimila chilometri di distanza, che si prende cura di loro e sogna con loro un futuro bello. CRISTO NON HA LABBRA, HA SOLTANTO LE NOSTRE LABBRA PER RACCONTARE DI SÉ AGLI UOMINI DI OGGI. Vorrei oggi ricordare in modo specialissimo le sorelle delle fraternità in Colombia e Mozambico. Ringrazio il Signore per la generosità con cui si spendono per fare conoscere l’amore di Dio e la sua misericordia a quanti incontrano. Noi tutte sentiamo la grande responsabilità che il Signore ci affida e, pur sentendoci indegne, con la preghiera, con l’offerta della vita e mediante iniziative pastorali e di evangelizzazione desideriamo fare conoscere Gesù, che è la nostra ricchezza. Quel poco che siamo e diamo viene arricchito da Lui e dall’incontro con le persone che avviciniamo: ci arricchiamo della loro povertà… della loro umanità, della gioia, della semplicità di rapporti e della loro essenzialità nell’uso delle cose… Condividere nella gioia l’unica esperienza cristiana: questo ci fa sen- tire sorelle in umanità e nella fede nell’unico Salvatore e Redentore del mondo: Gesù. Veramente: NOI TUTTI SIAMO L’UNICA BIBBIA CHE I POPOLI LEGGONO ANCORA; SIAMO L’UNICO MESSAGGIO DI DIO, SCRITTO IN OPERE E PAROLE. CRISTO NON HA MANI, ha soltanto le nostre mani, per fare il suo lavoro oggi. Cristo non ha piedi, ha soltanto i nostri piedi per guidare gli uomini sui suoi sentieri. Cristo non ha labbra, ha soltanto le nostre labbra per raccontare di sé agli uomini di oggi. Noi siamo l’unica Bibbia che i popoli leggono ancora; siamo l’unico messaggio di Dio, scritto in opere e parole. Nella giornata AMA del 13 ottobre scorso abbiamo ascoltato le testimonianze di: Myriam Sepulveda, promotrice della fraternità dei Laici della Sacra Famiglia in Colombia; Alessandro e Chiara Nanni che sono tornati in Colombia dove avevano già creato legami forti nella loro prima visita nel 2007; Wilma che ha accompagnato madre Lina in Mozambico nel mese di maggio; Diletta, scout della Parrocchia di San Pietro che dopo “Pensando Missione” ha trascorso il mese di agosto in Colombia, soprattutto a Cartago; Maria Chiara che si è fatta regalare un mese di esperienza a Bogotà. Altri amici e stretti collaboratori, recentemente, hanno visitato le nostre comunità sia in Colombia che in Mozambico affiancando le nostre consorelle nei loro servizi casalinghi o adoperandosi a lavori di edilizia e ristrutturazione (lasagnate per autofinanziamento, piccole e grandi pulizie, sfondamento muri e costruzione di finestre, ristrutturazione di tubature, servizi igenici e tanto altro). Quindi vorremmo ringraziare Chiara e Vittorio, Enrico e Gabriele, Fabiola ... ...SULLE STRADE DEL MONDO La giornata AMAR è l’appuntamento per bambini e ragazzi proposto per mantenere viva la sensibilità e la consapevolezza del nostro essere missionari per il fatto stesso che siamo cristiani e per tradurre in gesti e scelte concrete i progetti di bene di cui gruppi e singoli sono promotori. Il 25 maggio, Giornata AMAR 2013, hanno partecipato circa 130 bambini provenienti dalle parrocchie di Santa Maria Nuova; Duomo; Budrio; Sant’Angelo e San Pietro. Nessuno è troppo piccolo o troppo “poco” per accogliere l’amicizia che Gesù propone e ugualmente per vivere nell’amore che Lui con gesti, parole e atteggiamenti ci comunica. Abbiamo giocato ad “imparare da Gesù” la comunione, l’amore per il creato, l’accoglienza,il dare la vita e la missione… Non scherziamo però, sapete che il gioco è la prima palestra in cui ci si allena a vivere, e questi ragazzi erano già in buona forma!!!! Se vi stuzzica la cosa, il prossimo anno partecipate con il vostro gruppo di bambini/ragazzi. Questa è la testimonianza di una catechista e più sotto sono riportate alcune preghiere che i bambini in una tappa-gioco hanno rivolto a Gesù. Grazie di cuore per il bel pomeriggio che i nostri ragazzi di 5 elementare e 1ª media hanno vissuto in vostra compagnia; mi hanno riferito che tutto è stato organizzato come al solito nel migliore dei modi e che a parte l'insolito freddo, per esser ormai al termine della primavera, si sono divertiti molto. Con gioia i nostri ragazzi hanno interpretato il canto Re di Gloria; hanno trovato buona ed interessante l’idea di farli giocare basandosi su azioni compiute da Gesù e dai suoi discepoli. Hanno così spiegato i simboli che sono stati dati loro su un cartoncino colorato: AMAR Appuntamento Missionario Annuale per Ragazzi dalla 3ª elementare alla e 2ª media: un pomeriggio di gioco I NAR SIO MIS ERE testimonianze sull’ESS SABATO 17 MAGG IO 2014 dalle 15 alle 18 AMA Appuntamento Missionario Annuale Testimonianze, progetti, formazione, Mercatino Missionario... DOMENICA 26 OTTOBRE 2014 dalle 15,30 Croce (fede), Cuore (Amore) = bambino/ragazzo/adulto. La fede legata all'amore fa di tutti noi persone brave e buone che seguono la Via di Gesù, ben inserendosi nella famiglia, nella scuola, nella comunità e spaziando oltre... I catechisti e gli educatori ringraziano calorosamente e con affetto! Parrocchia di Santa Maria Nuova Tra i giochi divisi in tappe, abbiamo proposto una tappa-preghiera dove, seguendo l’esempio di san Francesco, ogni ragazzo ha confidato a Gesù: “Tu per me, sei...” scritti ciascuno in un post-it. Ci permettiamo di condividere questi rifressi luminosi... ama e AMAR 5 6 ...SULLE STRADE DEL MONDO Buon complebicentenario Madre Teresa Lega! PRONTI, PARTENZA... VIA: MEMORIA, GRATITUDINE e riprendiamo il CAMMINO La nostra carissima fondatrice ha compiuto 200 anni e a lei affacciata certamente dal cielo, abbiamo unito il nostro grazie, per il dono che la sua vita continua ad essere per tanti. Vi proponiamo una carrellata di “FOTO DI FAMIGLIA” attraverso cui ripercorriamo i festeggiamenti che in vario modo abbiamo condiviso con tanti. Vivere il BICENTENARIO DELLA NASCITA DI SUOR MARIA TERESA LEGA, per noi suore della Sacra Famiglia, è stato un TEMPO DI GRAzIA, l’occasione non solo per mettere in evidenza la bellezza e la ricchezza dell’eredità ricevuta ma soprattutto per condividere ciò che è più prezioso per il nostro cuore, un cuore che non smette di “allenarsi” all’amore. E proprio il cuore è stato, ed è il centro di tutto: la madre Lega ripeteva, usando un gioco di parole, che “per amar bene il Signore e il prossimo ci vuole un cornetto, un cor-bello, un cor-bono”. Un cornetto: cuore limpido che favorisce una vita onesta ed integra, purificato e schietto che sa godere della verità e della bellezza di Dio. Un cor-bello: cuore trasparente e solidale; che comunica con semplicità, ascolta con premura e agisce senza doppiezza di fini. Un cor-bono: cuore amabile, mite e misericordioso che comunica mediante la bontà delle parole e dello sguardo; che vive relazioni profonde di gratuità. L’APERTURA DEL BICENTENARIO della nascita di suor M. Teresa Lega ha avuto luogo nella cappella della nostra Casa Madre, a Modigliana, la sera del 13 gennaio, con i VESPRI celebrati dalle suore venute dalle sedi di Roma, Rocca San Casciano, Brisighella, Capocolle, Cesena e Santarcangelo. Al termine dei vespri la Madre generale, suor M. Lina Orfei, ha CONSEGNATO ALLE RESPONSABILI DELLE COMUNITÀ UNA RELIQUIA della fondatrice da custodire in ciascuna delle nostre case. La cena-merenda che è seguita ha regalato un bel momento di fraternità, che ve- ramente ha fatto gioire i nostri cuori. Presso il Duomo di Modigliana alle ore 20.00 LA CELEBRAZIONE DELL’EUCARESTIA, presieduta da Sua Ecc.za Monsignor Claudio Stagni, vescovo di Faenza-Modigliana, ha concluso ottimamente la giornata. Il Padre ha scelto ognuno di noi, prima della creazione del mondo!! Voluti da Dio da sempre e per sempre… ma, a che scopo?? Niente di meno che per essere santi. L’eccezione non sono i santi ma coloro che non lo diventano! È proprio della profondità dello sguardo sul dono di una vita speciale, come è per noi quella di suor Teresa, il chiedersi il senso della vita, di ogni vita. Così il vescovo è andato subito al nocciolo della festa: ringraziare e rivolgere lo sguardo a Dio che ad ognuno ha consegnato un dono grande: quello di una “vita nuova, bella e possibile”, una vita santa… … Mons. Stagni ci ha consegnato due perle di francescana saggezza: «Allontanandoci dalla volontà di Dio, ci allontaniamo dalla realizzazione gioiosa di noi stessi; dalla via della santità e solo grazie alla fede possiamo seguire efficacemente le orme di santi madri e padri che ci hanno preceduto». Mons. Stagni ha concluso ringraziando il Signore per la santità di madre Teresa Lega di cui la Chiesa ha riconosciuto l’eroicità delle virtù cristiane; chiedendo a Lui che, se rientra nei suoi disegni, la Chiesa possa riconoscere pubblicamente la sua santità di vita per poterla additare in modo più ampio col suo esempio; e ancora ringraziando per le sue figlie che ne continuano l’opera e la testimonianza... 8 GIUGNO 2012 Brisighella-Modigliana MARCIA/PELLEGRINAGGIO “SULLE ORME DI MADRE TERESA LEGA”: la speranza dà importanza al futuro: “come frecce in mano ad un eroe sono i figli della giovinezza” (Salmo 126,4). Abbiamo vissuto questo cammino, nella fertilità dell’Anno della fede come nuova foto di famiglia occasione per riscoprire e apprezzare questo dono. Il tema che ha accompagnato il cammino era la SPERANzA. Papa Francesco ci ricorda che “la nostra speranza è in Dio. Noi confidiamo nel Dio che in Gesù Cristo ha rivelato la sua volontà di stare con l’uomo, di condividere la sua storia, per guidarci tutti al suo Regno di amore e di vita. Gesù che nel momento estremo della morte si affida totalmente nelle mani di Dio Padre, ci comunica la certezza che, non cadremo mai fuori dalle mani di Dio, quelle mani che ci hanno creato, ci sostengono e ci accompagnano nel cammino dell’esistenza, perché guidate da un amore infinito e fedele”. E ancora si raccomanda: “Per favore non lasciatevi rubare la speranza!. Dobbiamo vivere la fede con un cuore giovane, sempre, anche a 70 e 80 anni. Con Cristo il cuore non invecchia mai”. Suor M. Teresa Lega più si avvicina a Cristo, più ringiovanisce nei propositi, nella capacità di spendersi e inventarsi strade per farLo incontrare agli altri, con uno sguardo e sensibilità particolari per i più piccoli e poveri. Modigliana, settembre 2012 - MOSTRA SULLA FONDATRICE nel contesto della festa dell’800, con tanto di garibaldini che sparavano per la città. I pannelli illustrativi della vita della fondatrice sono poi stati esposti in varie occasioni e luoghi a seconda delle possibilità di ogni comunità. RASSEGNA STAMPA E RISTAMPE Stampa immaginette Sacra Famiglia disegnata dalla fondatrice. Pubblicazione raccolta di preghiere della Fondatrice e di san Francesco, indirizzata ai giovani. Ristampa della vita della fondatrice di suor Diana Presepi. Ristampa di Le due vite di padre Michele Colagiovanni. Cesena, novembre 2012 TAVOLA ROTONDA: suor Teresa Lega: una donna di speranza per il nostro tempo Di vita in vita, duecento anni per la vita. Tre i relatori intervenuti e ciascuno ci ha dato una risonanza particolare sulla vita di Madre Teresa Lega. Il vescovo Douglas ha evidenziato, nella rilettura delle tappe fondamentali della vita di suor Teresa, uno “schema” 7 che si ripete nelle vite dei santi: l’incontro con Dio che richiede silenzio, preghiera, tempi lunghi di maturazione, la formazione di una solida spiritualità, la fecondità nelle opere di carità dove l’incontro con i poveri è occasione che scardina le nostre sicurezze e ci conduce su vie nuove. La radicalità del Vangelo e l’anelito alla santità, la ricerca dell’essenziale nell’incontro personale con Cristo e l’umiltà semplice nella povertà, tratto questo tipicamente francescano, sono le coordinate fondamentali della vocazione di suor Teresa che l’hanno condotta a dare vita ad una famiglia religiosa che si dedicasse alla cura e all’educazione delle bambine povere del suo tempo. Padre Michele Colagiovanni, autore di una biografia di suor Teresa dal titolo: Le due vite di Madre Teresa Lega ha invitato a guardare, attraverso la vicenda di suor Teresa, la storia come storia sacra. Solo lo sguardo della fede permette di cogliere, nell’intreccio delle vicende e dei giorni, la presenza viva e vivificante dello Spirito. Se la fede non ci permette di dormire sonni tranquilli perché ci fa cogliere nell’oggi continue sfide e stimoli, la speranza ci fa costruire nella storia opere di carità perché la speranza è voglia di costruire nell’oggi il presente di Dio. E infine, Carmelina Labruzzo ha tratteggiato con il suo caratteristico entusiasmo, il volto di suor Maria Teresa come educatrice. A partire dai suoi scritti ha riassunto un bel vademecum per qualsiasi educatore e testimone della fede che potremmo racchiudere in alcuni slogan: - Compromettersi perché non si educa stando a guardare. - Fare un lavoro di squadra perché non si educa da battitori liberi. - Saper attendere di un’attesa feconda per vedere bene, per vedere oltre. - Ogni persona è unica e questo ha una doppia conseguenza: niente etichettamenti e grande attenzione, ascolto e fiducia perché nessun germe di bene venga perduto o calpestato. - Educare è credere nella forza del seme e della semina, coltivare radici profonde e dare tempo, senza aspettarsi nulla in cambio. “Tutto è grazia” e “Per Gesù tutto è poco”, amava ripetere suor Maria Teresa. Lei ha saputo ascoltare i suoi sogni e ci invita a far diventare anche questo un metodo educativo: ascoltare i sogni, quelli grandi, quelli che Dio mette nel nostro cuore che sono via per realizzare il Regno di Dio su questa terra. SOLENNE CELEBRAZIONE EUCARISTICA, per LA CHIUSURA DEL BICENTENARIO Domenica 13 gennaio 2013, Cattedrale di Cesena: celebrazione eucaristica presieduta da Sua Eccellenza Monsignor Douglas Regattieri. Una vera e propria FESTA!!! Festa della memoria, festa della vita, festa della consacrazione, festa di Madre Teresa Lega, festa delle Suore della Sacra Famiglia, festa della condivisione dei doni che lo Spirito Santo distribuisce con abbondanza nella vita di ogni uomo! Le parole del Vescovo Douglas, la presenza di tanti sacerdoti, la vitalità dei seminaristi, il calore espresso dalle molte persone, amiche di recente e di antica data, il canto, la musica, la preghiera partecipata ci hanno confermato di vivere qualcosa di “nostro” che può crescere ancora nella misura in cui continuiamo a riceverlo e condividerlo nella Chiesa. I 303 nomi delle sorelle della “Sacra Famiglia” portati scritti in un cestino all’of- fertorio, in un momento hanno abbattuto i confini del tempo e dello spazio ed allora il Mozambico e la Colombia erano lì e, l’Ottocento, il Novecento, il Duemila non sembravano secoli, ma solo ieri, oggi e desiderio di domani. Germogli e radici, che un giorno si riincontreranno, sono la stessa pianta, la stessa linfa, la stessa vita. La Santa Famiglia di Gesù, Maria e Giuseppe ottenga ad ogni uomo di poter realizzare lo scopo della propria vita nella santità attraverso la carità, dovunque il Signore chiama a seguirlo. Una presenza viva In occasione del bicentenario della nascita di Madre Teresa Lega, è stato consegnato ad ogni comunità un piccolo cofanetto con la sua reliquia. In quel momento io facevo parte della comunità di formazione a Bo- 8 gotà (Colombia) e ho visto e vissuto questa celebrazione con gli occhi da novizia che si sta formando per essere discepola di Cristo allo stile di suor Teresa Lega. Sono state molte le emozioni e i sentimenti di quel momento, come la gioia nata dal clima di festa, la sorpresa di chi riceve un dono prezioso, la consolazione nel sentirsi accompagnati e sostenuti nel cammino. Il poter avere un “pezzettino” della fondatrice nella nostra cappel- lina, mi ha fatto sentire più vicina la presenza di quella donna di cui stavo leggendo e approfondendo la vita. Il pensare che in tutte le comunità era presente, mi faceva sentire parte di questa grande e piccola famiglia, mi invitava a ringraziare ogni giorno per ciò che la Fondatrice ha incominciato e che ci è chiesto di portare avanti! Ringrazio il Signore e veramente… non si può non voler bene alla nostra famiglia. sr M. Chiara Fabbri ...SULLE STRADE DEL MONDO “BENDECIRÉ AL SEÑOR CON TODA MI ALMA, BENDECIRÉ AL SEÑOR CON TODO MI SER” Dio non si stanca di amare, di starci vicino e di chiamare al suo servizio! È stata una grande gioia poter consacrare la mia vita al Signore, è bello sentire che l’iniziativa è partita da Lui e la Sua grazia mi accompagna. Il Suo sguardo ha raggiunto il mio cuore e lo ha attirato a sé, lo ha conquistato tanto da decidere di seguirlo più da vicino. Il Signore continua a chiamarmi alla fedeltà del dono della vita che in Lui ha pienezza. Come una mamma prende in braccio il suo bimbo e lo contempla con tenerezza così mi sono sentita guardata dal Signore che come a Pietro, rivolge a me la domanda: “Mi ami tu più di tutti?”. È un invito ad amarlo più di tutti e più di tutto ed è quello che desidero. L’offerta quotidiana della vita mi permette di portare con gioia la croce dietro a Gesù e come Maria ai piedi della Sua croce cotemplo la grandezza del Suo amore per noi. Prego perché la Grazia di Dio mi aiuti a alla corrispondere voce dello Spirito che fa nuove tutte le cose. Essere sposa di Cristo è un mistero grande e sono felice di partecipare a questo mistero. hna Andrea Guerrero LA SPOSA DELL’ETERNO RE La vita consacrata e la professione dei consigli evangelici oggi più che mai sono una sfida. Le persone che fanno una scelta in contrasto con quanto propone il mondo appaiono pazze, sembrano “soggetti rari”, perché abbracciano un modo di vivere che non è di moda, professano valori che cercano di trasmettere un amore inimitabile, che rende liberi e felici, l’amore di Gesù per noi, che si esprime nel dare la vita sulla croce. Il 21 luglio ho fatto la mia professione perpetua come “la sposa dell’eterno Re” nelle Suore FrancesIl 21 luglio, suor Sandra Tobon ed io abbiamo avuto la Grazia di fare la nostra professione perpetua. È stato un “passo” che ha riempito di gioia la mia vita ed è stato espressione della risposta all’amore di Dio a cui voglio dare la mia vita per sempre. Per esprimere quella che è stata questa bellissima esperienza voglio condividere alcune righe scritte nei giorni precedenti alla professione. Parole che esprimono bene i sentimenti del mio cuore. Quando l’Amore raggiunge le fibre dell’anima, non si può far altro che dire: cane della Sacra Famiglia: gioia infinita, una sensazione indescrivibile, che può sperimentare solo chi ha sentito su di sé la misericordia e l’amore di Gesù. Sono certa che “nessuno potrà mai separarci dal Suo amore” (Rm 8,35). Tutto ho ricevuto da Lui e ha fatto di me la sposa più felice perché so che Lui è vivo nella mia vita e mi spinge a proseguire fino alla meta che Lui stesso mi ha preparato. Così, a te giovane, che forse stai chiedendoti se sia possibile seguire “SÌ PER SEMPRE SIGNORE DELLA MIA VITA, SIGNORE DELLA MIA STORIA”. COME NON DIRTI “SÌ” Come non dirTi “Sì” se il tuo amore mi stupisce se il tuo amore mi riempie, se il tuo amore mi commuove. Cristo, dico di sì, è possibile che senza dubbio Lui è lì, è nostro amico, fratello, sposo ... SEGUILO. E tu bambino, adolescente, giovane, adulto cristiano che desideri vivere pienamente, con un impegno radicale la tua sequela a Cristo, non esitare e scopri che è bello seguire Gesù, porta il Suo amore a chi ne ha bisogno, perché GESÙ È IL MEGLIO CHE POSSA SUCCEDERE ALL’UOMO. Gesù l’amico fedele, benedice tutti noi e ci dà coraggio per corrispondere alla sua proposta di Amore. hna Sandra Elena Tobón Vásquez Come non dirTi “Sì” se la tu pace mi conforta, se la tua luce mi illumina, se la tua forza mi rialza. Come non dirTi “Sì” Signore della mia vita, se mi fai felice, se riempi i miei sogni, se mi spingi ad amare. Come non dirTi “Sì” sì per sempre Signore della mia vita sì per sempre Signore della mia storia. hna Sindy Yursey Sandoval Ortíz E mentre stiamo “andando in stampa”, noi tutte suore francescane della Sacra Famiglia, condividiamo con voi la gioia per due prossime PROFESSIONI SOLENNI. Domenica 2 Febbraio 2014 nella Celebrazione Eucaristica presieduta dal vescovo Douglas alle ore 18,00 in Cattedrale a Cesena, suor M. Alessandra Fabbri e suor M. Nadia Pompili diranno al Signore il loro Sì, per sempre. LO SpiRiTO E LA SpOSA... DicONO: SÌ 9 “Se è la felicità che cercate…” Ciao sono Chiara, originaria della parrocchia di Ronta; da 6 anni ho intrapreso il cammino di formazione religiosa presso le suore della Sacra Famiglia e il 21 settembre ho fatto la prima professione religiosa. Ricordo che in uno degli incontri vocazionali a cui ho partecipato, diversi anni fa, presso la comunità delle suore a Capocolle, il mio sguardo si posò su una scritta impressa su una pietra che si trovava nel giardino: “Se è la felicità che cercate, allora state cercando Cristo”. Questa frase che papa Giovanni Paolo II rivolgeva ai giovani è rimasta dentro di me e mi ha spinto a cercare Gesù di cui sempre avevo sentito parlare. Così ho incominciato a indagare dove potessi incontrarlo e… un pomeriggio di luglio l’ho incontrato, o meglio Lui, che è sempre presente in ogni momento della nostra vita, si è fatto “vedere” in modo più chiaro e nitido. Ero in parrocchia e facevo servizio al centro estivo quando ho capito che Dio mi stava chiamando a una vita piena di felicità perché mi stava chiedendo di innamorarmi dell’Amore. “Ti ho amato d’amore eterno, ti ho chiamato per nome, tu mi appartieni da sempre”, con questa certezza ma anche con tanti dubbi ho intrapreso un cammino di conoscenza della vita consacrata e di discernimento, che mi ha portato in questi tre ultimi anni a sperimentare le parole che papa Francesco ha detto ai giovani: “Andate, senza paura, per servire”. Andare: sinonimo di partire, cambiare, lasciare che Dio guidi “l’auto”, e per me ultimamente l’aereo, perché gli ultimi tre anni di formazione presso le suore della Sacra Famiglia li ho vissuti a Bogotà, in Colombia. CARISMA? Carisma: dono gratuito e straordinariamente vario dello Spirito per il bene della comunità. Nella prima lettera ai Corinzi, Paolo dice: «Vi sono diversi carismi, ma uno solo è lo Spirito; vi sono diversi ministeri, ma uno solo è il Signore; vi sono diverse attività, ma uno solo è Dio, che opera tutto in tutti» (1Cor. 12,4-6). Negli ultimi tre anni ho vissuto a Duitama-Boyacà, terra in cui io sono nata, qui ho potuto formarmi e formare diversi gruppi di bambini dell’Infanzia Missionaria, giovani, seminaristi e adulti impegnati nella Parroccha San José de Duitama. Persone di età differenti ma con lo stesso desiderio di conoscere meglio Gesù. L’impegno con questi gruppi è stato molto arricchente, sia per la preparazione che richiedevano gli incontri, i confronti, le lezioni, che per l’incontro con la vita delle singole persone. 10 Gesù quando incontrava le persone, entrava nella loro vita e continua a farlo oggi attraverso la mediazione dei fratelli. Spesso davanti a servizi più impegnativi o semplicemente diversi dai soliti, ci tiriamo indietro, mentre lo Spirito non aspetta altro che di essere messo in gioco. E così donandosi senza troppi calcoli, Lui può esprimersi al meglio e noi cresciamo nella generosità di far circolare ciò che ci vien donato. Io ho ricevuto amore, formazione, i Sacramenti, la possibilità di conoscere la Parola di Dio e questi doni cerco di condividere mentre preparo un incontro, quando parlo con le persone. Spesso invoco l’intercessione di Maria santissima e la nostra venerabile Fondatrice. Tutte le volte che ho invocato l’aiuto di suor Teresa Lega, mi è stata accanto. Ho sempre accostato con fede e amore la reliquia della Fondatrice che abbiamo in casa a Duitama e insieme a lei chiedevo al Signore il dono del di- Senza paura: ciò è possibile se cammini con Colui che tutto può, non perché è potente, forte, ricco, non perché è sicurezza o certezza, ma perché è semplice, vicino, povero, generoso, vivo, ma soprattutto perché è perdono e libertà. Per servire: in questo cammino ho avuto l’opportunità di riscoprire e approfondire la bellezza del servizio, che già avevo conosciuto con gli scout: la gioia del dare senza aspettare nulla in cambio, la speranza di costruire qualcosa di migliore, la bellezza di condividere gioie e fatiche con chi Dio ti mette accanto, l’accogliere ciò che è diverso da noi e dal nostro mondo per arricchirci e aprirci a nuove opportunità. Oggi posso solo dire che è bello seguire Gesù, lasciare che Lui entri nella vita, che la trasformi e che la riempia di quelle mille sfumature di cui è fatta. A tutti auguro che possiate lasciare entrare Dio nella vostra vita perché solo Lui è la vera felicità. Buona strada. sr Chiara Fabbri scernimento, della comprensione, la capacità di affrontare difficoltà personali e di apostolato. Tante volte i suoi scritti hanno dato luce nuova alla mia vita. Si potrebbe pensare che questo non centri nulla con i carismi. Invece centra e molto, perché appartengo alla fraternità che lei stessa ha fondato. Mi ha aiutato nel discernimento della mia vocazione, nell’incontro con il Signore, e per lei ringrazio e lodo il Signore Gesù. Ho avuto l’opportunità di donare ciò che sono non per merito mio ma dono del Signore e la Sua fiducia in me nonostante il mio essere peccatrice. Lui Padre misericordioso datore della vita, ci manda nientemeno come testimoni del Suo amore. Vorrei invitare ciascuno di voi a mettere al servizio della Chiesa i carismi che Dio ci ha dato per ANDIARE INCONTRO AGLI ALTRI. hna Fany ...SULLE STRADE DEL MONDO In 400 al pranzo “senza confini” Spaghetti vietnamiti; enpanadas colombiane; cuscus con verdure e pollo; polpette di pesce marocchine; pasta e fagioli italiana; pollo con il brodo tunisino: ecco alcuni dei piatti protagonisti del grande pranzo “senza confini” che si è tenuto lo scorso 10 novembre al Cantiere 411 a San Mauro in Valle. L’iniziativa, giunta alla sua terza edizione, ha richiamato oltre 400 persone di diverse nazionalità, per condividere una giornata alla scoperta di sapori e gusti nuovi. Tanti i Paesi rappresentati: Marocco, Tunisia, Nigeria, Senegal, Burkina Faso, Moldavia, Colombia, Ecuador, Brasile, Albania, Vietnam, Italia. Il pranzo è stato ideato allo scopo di raccogliere fondi per sostenere le attività del Cantiere 411, il centro educativo pomeridiano gratuito, avviato nel 2005 dall’associazione di pro- mozione sociale “Il Pellicano” e che accoglie bambini e ragazzi dalla prima elementare fino alle superiori, che attualmente sono circa una trentina. Al Cantiere 411, dalle 14.30 alle 16, i ragazzi possono giocare ed in alcuni periodi dell’anno partecipare a laboratori creativi, mentre lo studio viene svolto dalle 16 alle 18. I ragazzi che frequentano il centro sono per lo più stranieri nati o arrivati in Italia, da poco, residenti nel quartiere Oltre Savio, zona San Mauro. Questo pranzo è anche l’occasione per incontrare le famiglie dei ragazzi che frequentano il centro. I piatti sono stati preparati per la maggior parte dalle famiglie stesse. I ragazzi del centro educativo e i genitori del Masci di San Paolo si sono occupati dell’allestimento dei di- versi stand. Culture, etnie e tradizioni diverse si sono incontrate e unite insieme. Durante il pranzo ogni partecipante, dopo aver acquistato dei coupon da 2 euro, ha potuto presentarsi nei diversi stand e scegliere i vari piatti. Il pranzo, che ha portato alla raccolta di circa 3mila euro, è stato reso possibile anche grazie al contributo gratuito di alcune aziende del territorio quali: Piraccini Secondo Ortofrutta, gruppo Martini e il ristorante Rugantino. Barbara Baronio www.suoresacrafamiglia.it TESOROCARDIOGRAMMA Ciao a tutti, sono Alessandra, ho 24 anni e sono arrivata a La Verna mercoledì 21 agosto, per un incontro dal titolo a dir poco programmatico: TESOROCARDIGRAMMA. Ad accogliermi suor Nadia, suor Daniela e suor Martha, che mi hanno fatto subito sentire a casa e hanno pian piano levigato la mia scorza di timidezza e imbarazzo. Con me in questo viaggio alla ricerca del proprio tesoro, tre ragazze: Jessica, Janette e Vanessa, con cui sin dai primi istanti si è creata una bella amicizia. Sono state giornate intense, sia a livello fisico che a livello spirituale, lunghe camminate, momenti profondi di preghiera, istanti di gioco e divertimento, tempi di condivisione, di ricerca, di ascolto. Non ero mai stata al Santuario ed è stata una bella scoperta, un piacevole incontro con il Signore. L’esperienza che più mi ha segnato, e che custodirò sempre nei miei ricordi e nel mio cuore, è sicuramente quella della “Caccia al Tesoro”. Una caccia al tesoro dove non ci sono vincitori e vinti, ma solo fratelli alla ricerca del proprio cuore, del proprio tesoro, del Signore. Una caccia al tesoro all’insegna pROpOSTE + della riflessione e della condivisione, nell’ascolto e nella comprensione della Parola di Dio. Tappe che hanno profondamente illuminato la mia vita, che hanno dato risposte alle domande più nascoste del mio cuore, che mi hanno mostrato la bellezza e la gioia di camminare in, con e per Gesù, il desiderio grande di vivere in pienezza nel Suo Amore. Auguro a tutti di vivere ogni giorno avendo sempre più chiaro quale sia il vero tesoro che attende di essere trovato. Alessandra Asso 11 SERVIZIO DI VOLONTARIATO NEL CENTRO EDUCATIVO “Il Cantiere 411” Se hai del tempo da donare, contattaci: “IL CANTIERE 411” Via F. Mami, 411 – Cesena suor Chiara Fabbri 0547 334709 IL CANTIERE 411 Cosa dà il Cantiere ai ragazzi? J: F: sostegno e speranza li accoglie, li ascolta, li accompagna alla scoper ta della vita e dell’umanità e li sostiene nella crescita Cosa dà il Cantiere agli educatori? J: F: la bellezza che si riceve nel donarsi tutta la gioia e la soddisfazione che si prova donandosi agli altri Un colore con cui definiresti il Cantiere. marrone: il colore della terra, dei mattoni che costruiscono e degli alberi che crescono F: un colore solo non basta... perché il Cantiere ha tutti i colori dell’arcobaleno J: Qual è l’attività più amata dai bambini del Cantiere? il gioco... dallo spor t ai giochi da tavolo F: tutte le attività che si vivono Cosa si può dare al Cantiere? nel momento del gioco J: una mano per continuare a costruirlo Ma è vero che al Cantiere se ne fanno F: un pezzettino del proprio tempo, di tutti i colori? il quale sarebbe un aiuto concreto J: sì, è un arcobaleno di emozioni per la realizzazione e continue scoper te del suo prezioso progetto F: sì, perché i ragazzi trovano Se tu fossi un ragazzo, ti piacerebbe ogni giorno un modo speciale andare al Cantiere? per dipingere con colori nuovi J: sì, per sentirmi accolto e diver tirmi la quotidianità del Cantiere... F: mi piacerebbe un sacco, perché sarei Tre parole per descrivere Quanti nuovi volontari servirebbero il Cantiere... sicura di trovare qualcuno che mi per accogliere tutti i bambini in lista J: scommessa, crescita, collaborazione accoglie e mi ama così come sono di attesa? F: speranza, scoper ta, crescita J: anche solo una decina... ma più La cosa più bella del Cantiere? siamo meglio è! J: la diversità dei ragazzi F: forse una decina... che si trasforma in uguaglianza ma se fossero di F: l’incontro tra diversità più sarebbe ancora più bello... La cosa più divertente del Cantiere? perché più siamo J: le risate dei ragazzi e più F: l’allegria e la spontaneità dei ragazzi ci diver tiamo!!! Salve amici, siamo qui per presentarvi il Cantiere… e abbiamo pensato di farlo chiedendo aiuto a due educatrici che ogni giorno vivono questa realtà meravigliosa e sempre sorprendente. Ecco a voi l’intervista doppia proposta a Jessica e Francesca… chissà che leggendo le loro parole, non nasca in voi il desiderio di incontrare il Cantiere più da vicino e sperimentarlo personalmente, per capire se veramente è così speciale come loro ce lo hanno descritto. Buona lettura… La cosa più emozionante? J: gli sguardi dei ragazzi F: la gioia negli occhi dei ragazzi La cosa più difficile al Cantiere? J: aiutare i ragazzi a rispettarsi F: aiutare i ragazzi a riconoscere i propri talenti e convincerli a scommettere su di sé Un motivo per cui venire al Cantiere? J: stare in mezzo a tanti colori, dare una mano per poi riceverla, sentirsi utili perché valorizzati F: per toccare con mano la bellezza della diversità e sperimentare la gioia di adoperarsi per il bene dell’umanità 12 Se tu fossi un adulto avresti piacere di fare il volontario al cantiere? J: Che competenze sono richieste a chi vuole fare il volontario al Cantiere? tanta voglia di mettersi in gioco, disponibilità e un po’ di pazienza. J: sì, per sperimentarmi e scoprire quanto F: nessuna competenza par ticolare... è bello. solo tanta voglia di mettersi in F: ne sarei molto contenta, perché gioco e di condividere con gli altri avrei la cer tezza che il mio piccolo tutto se stesso. contributo servirebbe a realizzare C’è un’età limite per poter dare una un grande progetto e nello stesso al Cantiere? tempo diventerebbe una ricchezza J:mano dai 15 anni in su grande per la mia vita F: semplicemente dai 15 anni in su chiunque può contribuire Un atteggiamento indispensabile per al progetto meraviglioso del Cantiere vivere bene al cantiere? e arricchirlo con la sua specificità J: andare oltre all’apparenza e con idee e spunti sempre nuovi F: capacità di accogliere l’altro in tutto il suo essere così speciale VIENI ANCHE TU! J: ...SULLE STRADE DEL MONDO La sobrietà come stile di vita Estratti da “La Sobrietà” di Francesco Gesualdi LA CRISI PROFONDA E GLOBALE dell’intero modello di sviluppo, ci impone di saper leggere, in tutta la sua complessità, il messaggio che ci sta dietro: quello dell’insostenibilità di una forma di vita volta all’incentivazione del consumo ad ogni costo, anche al di là delle reali possibilità delle persone, delle comunità e dell’ambiente. Questa insostenibilità costringe chi vuole uscirne, a pensare in modo diverso, a modificare il modo di consumare e di produrre, privilegiando il sostenibile all’irresponsabile, il durevole e riciclabile al deperibile, il qualitativo al quantitativo. È proprio grazie ad un cambiamento degli stili di vita adottati nella vita quotidiana che possiamo creare un mondo rispettoso dell’ambiente naturale e dei princìpi di solidarietà ed equità sociale. Culturalmente significa porsi degli interrogativi sulle conseguenze che possono avere le nostre azioni quotidiane nel presente, nel futuro e sul resto del mondo. Gran parte di ciò che produciamo non serve a niente. Ogni individuo produce mezza tonnellata di rifiuti domestici all’anno e se dovessimo accumularli nel nostro giardino ci renderemmo conto della montagna che sono. ...Si dice che è il prezzo da pagare per il progresso. Ma chiamiamo le cose col loro nome. Questo non è il prezzo del progresso. È il boomerang dello spreco. ...ogni volta che metti mano al portafoglio, fatti una domanda semplice: “Il nuovo acquisto che sto per fare vale lo stress che ho procurato alla mia vita? Vale il tempo perso per cercarla? Il mio nuovo acquisto contribuirà a rendere il mondo migliore, più sicuro, più sano?”. “Non è sufficiente limitarsi ad iniziative straordinarie. L’impegno per la giustizia richiede un autentico cambiamento dello stile di vita, soprattutto nelle società del benessere” (Giovanni Paolo II). CONSUMO CRITICO Il consumo critico è una modalità di scelta di beni e servizi che prende in considerazione gli effetti sociali e ambientali del ciclo di vita del prodotto e determina gli acquisti dando a tali aspetti un peso non inferiore a quello attribuito a prezzo e qualità. Prende in considerazione le modalità di produzione del bene, il suo trasporto, le sue modalità di smaltimento e le caratteristiche del soggetto che lo produce. Lo scopo del consumo critico è quello di ridurre al minimo questo peso, attraverso un’azione che si muove su due livelli: da una parte riducendo l’impatto ambientale e sociale della propria spesa e dall’altro contribuendo con le proprie scelte ad indirizzare le politiche dei soggetti protagonisti del mercato. SOBRIETÀ A conti fatti la sobrietà ci conviene. Ci fa guadagnare in rapporti umani, in tranquillità, in salute. Sobrietà non è sinonimo di rinuncia. Piuttosto è espressione di libertà. È recupero di autonomia dai condizionamenti della pubblicità. La sobrietà è più un modo di essere che di avere. È uno stile di vita che sa distinguere tra i bisogni reali e quelli imposti. È la capacità di dare alle esigenze del corpo il giusto peso senza dimenticare quelle spirituali, affettive, intellettuali, sociali. È un modo di organizzare la società affinché sia garantita a tutti la possibilità di soddisfare i bisogni fondamentali con il minor dispendio di materiali e di energia. RIDURRE ...La riduzione impone scelte di qualità e di quantità. Se selezioniamo i prodotti in base alla qualità ci ren- formazione diamo conto che molti vanno scartati perché sono dannosi. Altri invece vanno scartati perché sono inutili. Rispetto ai prodotti utili, si pone un problema di quantità. Mangiamo troppo e buttiamo via troppi avanzi... ...Naturalmente non dobbiamo limitarci a rivedere i nostri consumi privati, ma anche quelli collettivi perché anche fra questi ce ne sono di dannosi e di superflui. ...Il presupposto della sobrietà è il recupero del senso di sufficienza, cioè di sazietà. Cos’è il necessario e cos’è il superfluo? ...la giusta misura dei nostri consumi si può trovare se utilizziamo contemporaneamente tre guide: il buon senso, l’attenzione per l’ambiente e la certezza che tutto ciò che abbiamo è dono che basta per tutti se viene condiviso. RIUSARE Oltre che una scelta di libertà, la sobrietà è una scelta di rispetto. Consumare con rispetto significa trattare bene gli oggetti affinché possano durare a lungo. RIPARARE Oggi non è facile riparare in quanto gli oggetti sono costruiti per essere sostituiti. Ma noi sforziamoci di comprare prodotti resistenti e ostiniamoci a riparare qualunque cosa sia possibile: dall’auto alla bicicletta, dai vestiti alle scarpe. Così facendo promuoveremo localmente l’occupazione messa in pericolo dalle multinazionali. Del resto se impariamo ad aggiustarci le cose da soli diventeremo più padroni della nostra vita. RICICLARE Quando un oggetto non è più riparabile, diventa inesorabilmente rifiuto. Ma con adeguati accorgimenti può tornare a vivere in nuovi prodotti. Continua a pag. 14 13 Continua da pag. 13 Praticamente ogni materiale è riciclabile e se oggi questa pratica è ancora poco sviluppata, è solo per mancanza di volontà e fantasia... RALLENTARE La consapevolezza di vivere in un mondo dalle risorse limitate deve renderci sempre più efficenti. L’efficienza vera è quella che ottiene il massimo servizio con il minore impiego di risorse e produzione di rifiuti. Nel settore dei trasporti su breve distanza, il simbolo dell’efficienza è la bicicletta. Piccola, robusta, semplice, moltiplica la nostra velocità senza utilizzare carburante e senza produrre rifiuti. L’uso della bicicletta va incoraggiato, come mezzo di trasporto abituale... CONOSCERE PER SCEGLIERE ...Bisogna sempre guardare al paese di origine e privilegiare i prodotti locali. Bisogna sempre controllare il calendario e privilegiare i prodotti di stagione. Non saremo mai consumatori sobri se prima non diventiamo consumatori critici. Essere critici significa innanzi tutto informarsi sulla storia dei prodotti. La tecnologia impiegata è ad alto o basso consumo energetico? Quanti e quali veleni sono stati prodotti durante la sua fabbricazione? Quanti ne produrrà durante il suo utilizzo e il suo smaltimento? È stato ottenuto da materie prime riciclate o di primo impiego? Sono state utilizzate risorse pro- venienti da foreste tropicali? Quanti chilometri ha percorso per giungere fino a noi? In quali condizioni di lavoro è stato ottenuto? Che prezzo è stato pagato ai contadini? Per colpa loro sono state tolte terre alla produzione di cibo? A volte il singolo prodotto può risultare perfetto da tutti i punti di vista, ma che dire se è stato fabbricato da una multinazionale che possiede tante altre attività inquinanti, che esporta rifiuti pericolosi nel Sud del Mondo, che nell’Europa dell’Est sfrutta i lavoratori, che è compromessa militarmente? Per questo, prima di comprare qualsiasi prodotto sarebbe utile conoscere anche il comportamento generale delle imprese produttrici con particolare riferimento alle relazioni di lavoro, al modo di condurre gli affari nel Sud del mondo, all’atteggiamento rispetto all’ambiente. Di non meno importanza sono altri aspetti come la disponibilità a dare informazioni, le vendite irresponsabili, i malaffari. cucina, meno recipienti a perdere più prodotti alla spina, meno pasti ingrassanti più correttezza alimentare. Piccole scelte possibili e salutari, per il corpo e per lo spirito, ma anche per il portafoglio perché il passaggio dal consumismo alla sobrietà fa pure risparmiare. Ma il consumismo è così radicato dentro di noi, che facciamo come i tossicodipendenti: con la testa capiamo che dobbiamo cambiare, ma alla prova dei fatti rinunciamo. Può essere da stimolo intraprendere la strada della sobrietà seguendo le informazioni fatte circolare dalla campagna Bilanci di Giustizia. ...partendo dalla constatazione che l’ingiustizia e il degrado ambientale passano inevitabilmente attraverso i nostri consumi. A SCUOLA DI SOBRIETÀ Nella vita di tutti i giorni, la sobrietà passa attraverso piccole scelte come quella di utilizzare meno auto più bicicletta, meno mezzo privato più mezzo pubblico, meno carne più legumi, meno prodotti globalizzati più prodotti locali, meno merendine confezionate più panini fatti in casa, meno cibi surgelati più prodotti di stagione, meno acqua imbottigliata più acqua del rubinetto, meno cibi precotti più tempo in RIDI-MISSIONANDO • Suor Eletta, oggi novantenne, ricorda spesso e con emozione, il giorno in cui con suor Laura partì dal porto di Genova in nave, per… l’AMERICA!!! Oltre al folcloristico viaggio che a noi pare quasi da film preistorico, suor Eletta sottolinea con orgoglio che questa chiamata a cui sembra abbia acconsentito con incoscienza... sia risultata a qualcuno, addirittura fuori luogo. Saputo che suor Eletta si avventurava in missione a 50 anni compiuti, un tale, le avrebbe chiesto in modo sprezzante: “Ma non ne avevano una più giovane da mandare?”. In verità il poco cortese interlocutore non conosceva affatto l’animo giovanile e scherzoso di suor Eletta che ancora oggi gioca con le parole meglio di un giocoliere con le sue clavette. come sapone. Solo dopo qualche tempo si è spiegata l’inefficacia del suo lavoro: questa sostanza che si scioglie nell’acqua ed ha un gusto dolce molto buono. • Quel giorno suor Angela e novizie erano state invitate a fare una gita con la “Parroquia de San José”. Nonostante le turbolenze che le procurano i viaggi in autobus, suor Angela e noviziato aderiscono alla gita. Per prevenire i predetti malori suor Angela prese un “travelgum”. Ad un certo punto il parroco chiede a suor Angela di intonare un canto mariano ed allietare i pellegrini con la musica e l’idioma italiano. A suor Angela è venuto un vuoto mentale e dopo diversi momenti di pensamento, ha intonato ROMAGNA MIA. • Sempre suor Eletta con semplicità ricorda che non I pellegrini si sono complimentati per l’originale inno è stato facile abituarsi all’alimentazione colombiana, mariano e solo l’arrivo a destinazione ha salvato suor e di aver usato, per fare il bucato, un pezzo di panela Angela dal fare il bis. 14 ...SULLE STRADE DEL MONDO PENSAVO CHE NE VALESSE LA PENA... E NON MI SBAGLIAVO! Tutto è iniziato nell’ottobre 2012 quando suor Antonietta Lucchi venne a parlare dell’esperienza missionaria in Colombia al mio gruppo scout della parrocchia di san Pietro. Dentro me è scattato subito qualcosa che mi ha fatto dire subito: “Sì, io vengo!”. Passavano i mesi e questa idea di partire non se ne andava dalla mente. Insieme ad altre due ragazze, ho iniziato a frequentare gli incontri di “Pensando Missione” condotti da due suore, suor Diana e suor Herlinda che mi hanno aiutato a prepararmi a questa esperienza. Il 2 agosto 2013 ho preso l’aereo, destinazione: Colombia. È ben nitido il ricordo del mio arrivo nell’aeroporto di Bogotà. E dopo altre dodici ore di bus sono arrivata finalmente alla meta tanto attesa: il Collegio “Juan XXIII” a Cartago. Nel mese di permanenza nel Collegio di Cartago ho avuto la possibilità di affiancare una maestra del “primero Grado”. Trascorrere le mattinate a contatto con i bambini di prima elementare mi ha riempito il cuore di emozioni. Ogni giorno era una scoperta nuova, ogni loro sguardo o gesto dicevano qualcosa della loro vita. In tanti momenti mi sono chiesta: “Come posso aiutarli veramente?”. Ho scoperto ben presto che un sorriso, una carezza, un bacio potevano fare più di qualsiasi altra cosa. La conferma mi è arrivata quando uno degli ultimi giorni un bambino con la sua bella divisa e un sorriso smagliante venne da me con un regalo e un biglietto con su scritto “Gracias por hacerme tan Feliz!”(Grazie di farmi tanto felice). I miei occhi si sono riempiti di lacrime. Penso che estos ninos siano stati il regalo più grande di questa breve esperienza: non li dimenticherò mai. I pomeriggi con suor Sindy sono trascorsi tra giochi e attività con i bambini del Collegio, visite intorno alla scuola con i giovani, visite alle famiglie dei bambini seguiti dal Plan Padrino… Il sabato alla mattina c’era il catechismo e al pomeriggio il “Grupo Juvenil”. Condividere momenti di catechesi, feste, gioco, canto con tanti giovani mi ha avvicinato alla parte bella della Colombia, che spesso erroneamente associamo solo alle problematiche sociali e politiche che ci sono ma che non sono l’aspetto predominante. È bello ora avere amici oltre Oceano. Esperienza particolare è stata accompagnare suor Bernarda a portare il CORPO DI CRISTO alle persone malate. Mi sono rimasti impressi nella mente e nel cuore, luoghi, odori, la musica che nonostante tutto non smette mai di andare, strade e persone la cui gioia più grande è offrirti quel poco che hanno: una “Galleta” (merendina), un caffè, un gelato. È incredibile come attendano questa visita! Sanno che quell’Ospite li renderà più forti in tutto. Il 28 agosto era alle porte e la mia missione era quasi al termine. I bimbi della classe prima mi hanno lasciato un bustone pieno di disegni, dediche e dolci; il gruppo giovanile un biglietto stupendo con una stecca di cioccolato buonissimo, le suore mi hanno regalato… bèh che dire mi hanno regalato tutto. Degli insegnanti mi ha colpito quanto credono e vivono in Gesù, come parlano di Lui e quanto lo amano. Non vorrei “tornare” alla solita vita quotidiana dove frenesia e caos sono sempre pronti a distogliermi lo sguardo dalle cose vere e importanti. PensAndo Missione Incontri per approfondire la conoscenza della realtà MISSIONARIA in Mozambico e in Colombia, anche in vista di un’eventuale esperienza di volontariato. suor Marta 0543 960789 suor Chiara 0541 621138 Questo l’ho imparato: FERMATI E RIFLETTI; prendi il tempo e pensa a quello che sei e a quello che vorresti essere, solo Lui sa dove ti condurrà, ascoltalo! “Que Dios te bendiga” mi veniva detto ogni giorno e più volte al giorno anche quando si usciva da negozi o supermercati. Sono stata proprio benedetta! Questo mio piccolo pezzo di strada lo definirei “purificazione dell’anima” perché mi sembra sia stato: un mese di “pulizia” interiore, che mi ha avvicinata a Dio, e anche di “pulizia” esteriore, dal cellulare, dalle mode e dalle parolacce che in questo tempo mi ero completamente dimenticata. Grazie a tutti coloro che mi hanno aiutata a non mollare, a tutte le persone che ho incontrato in questo cammino. GRAZIE “HERMANAS”, GRAZIE COLOMBIA, GRAZIE GESÙ, GRAZIE FAMIGLIA, e un GRAZIE speciale va a te, NONNA, che da lassù sicuramente mi hai protetto in questo viaggio. Colombia tornerò. Diletta, 20 anni - Cesena pENSANDO MiSSiONE 15 Oggi le nostre consorelle ci possono scrivere per mail... Non ci crederete ma è stata una conquista molto emozionante e accolta con grata meraviglia. “Avete capito proprio bene, abbiamo internet a casa nostra e si può comunicare anche con skype con un po’ di fortuna... quando la rete é buona ci si può anche vedere solo che non regge molto e cade spesso la linea, ma se penso agli inizi in cui non avevamo neanche l’acqua fresca, puotete immaginare che passi sono stati fatti. Mi viene quasi da piangere se ci penso, ma non ricambierei con nessun altro l’esperienza e la fatica di quegli anni, così come l’emozione e la gioia del nuovo e dell’inatteso e inaspettato perché non sapevi mai che cosa poteva accadere il giorno dopo, visto che tutto era novitá”. Anche questo parla della fatica e della bellezza della missione, la fatica e la bellezza di essere andate dove il Signore ci chiama. MA CHE MUUUSICA MAESTRO! Sabato 7 e domenica 8 settembre nella Missione di Charre si è svolta la Festa del Padroeiro San Pedro Claver. È stata una bella festa che rimarrà incisa nella storia della Parrocchia e nei cuori e nella memoria di tante persone. È la prima volta che si fe- steggia il patrono, e in questa occasione è stata presentata la vita e l’immagine di San Pedro Claver. Il sabato pomeriggio ha avuto inizio la festa con una gara di giochi, di squadra o individuali: dalla corsa con i sacchi, il famoso “fazzoletto figurato” (che ha fatto un gran successo) e altri giochi con occhi bendati o di equilibrio. Ai vincitori sono stati consegnati come premi cappellini, ciabatte e saponette. La partecipazione in massa è stata davvero inaspettata; bambini di tutte le età a non finire, adulti, ma soprattutto tanti giovani che non avevo mai visto così numerosi, nemmeno a scuola! All’imbrunire, film per tutti, all’aperto ovviamente. La domenica, all’alba c’era già movimento di persone nei pressi della chiesa. Uomini, donne, giovani e bambini, ognuno con i suoi abiti più belli e puliti. Rappresentanze provenienti dalle varie comunità e da Inhangoma, la chiesa era piena. Ad aprire la celebrazione i due padri della missione preceduti da numerosi chierichetti e da 20 ballerine in uniforme e un coro enorme di giovani guidato da un maestro. Ma chi coronava e dava “tono” era il debutto dei due giovani che partecipano al corso di chitarra: Pedro ed Edilson e io con la tastiera. Dovevate sentire che bella armonia di voci e di suoni e che bell’entusiasmo da parte di tutti! Si poteva immaginare che dal cielo Padre Bruno gioisse al fianco di San Pedro Claver dicendogli: “Questa è la mia parrocchia, senti che roba. Gloria a Deus!”. È stata una bella esperienza, intensa e impegnativa, dove ognuno ha dato quello che poteva sia in capacità, sia in energia, sia in tempo... ed in tutti sono rimasti il desiderio e la voglia di rimettersi in gioco e ripetere l’esperienza vissuta. sr Claudia PROGETTO “SALVARE UNA VITA” Missione di Charre - MOZAMBICO Molti neonati che perdono la mamma durante o subito dopo il parto, sono destinati a morire, perché spesso familiari e amici, per diversi motivi (tradizioni, mancanza di igiene, eccessiva povertà) non riescono a prendersi cura degli orfani. Così sarebbe anche per i neonati di mamme malate di AIDS. Il sostegno del Progetto permette alle suore l’acquisto di latte in polvere per la sopravvivenza di questi bimbi. Con 250 euro si garantiscono le spese per sostenere l’alimentazione di un bimbo per un anno. 16 La gente di Charre è molto grata per l’aiuto che viene dall’Italia a sostegno di questo progetto. Per noi suore è una gioia indescrivibile vedere come stanno crescendo tanti dei bimbi strappati alla morte, vederceli arrivare incontro sgambettando o portati da qualche familiare contento di farci vedere come stanno. Ogni giorno giungono nuove richieste e non riusciamo ad accoglierle tutte. Vi chiediamo di non disanimarvi in questo aiuto; da parte nostra vi assicuriamo un impegno entusiasta e la preghiera per ciascuno di voi. hna Sandra, sr Claudia, sr Damiana, hna Esperanza ...SULLE STRADE DEL MONDO Hola! Grazie a Dio sto bene, nei primi mesi mi ammalavo continuamente, adesso sto meglio. A volte sento forte il caldo, sento il corpo fiacco, ma sono contenta. Ancora non conosco il Cisena e per questo non posso seguire una vera e propria “Pastorale”. Ma la gente è molto comprensiva e si rallegra delle poche parole che riesco a dire nella loro lingua. La cultura mozambicana è essenzialmente “acustica”, è l’udito l’organo di percezione per eccellenza. Sono comunicativi il ritmo, la musica, la danza, la ripetizione, i detti e le metafore. Praticamente non usano testi, le persone imparano ascoltando e ripetendo, ed hanno una grande saggezza. È tipico di questa cultura la pratica di riti e ceremonie. Agli adolescenti si pratica la circoncisione e sono gli anziani a consigliare come intessere il rapporto con la donna. La presenza degli antenati segna la vita quotidiana, non c’è separazione fra vivi e morti, perché i morti continuano a vivere nei discendenti. Gli antenati sono interpellati nei momenti più importanti della vita privata e sociale: nascita, iniziazione, matrimonio, malattia, morte e in occasione di eventi legati al ciclo della natura. O MEU ENCONTRO COM UNA CULTURA NUOVA PROGETTO I genitori, per tradizione, scelgono il coniuge per i loro figli. Con il passare del tempo alcune cose vanno cambiando. Gli stregoni e i guaritori sono figure tipiche di questa cultura. Sono due mestieri trasmessi di generazione in generazione. “CASA NAZARETH” Missione di Charre - MOZAMBICO Questo progetto ci permette di accogliere 25 ragazze provenienti da villaggi lontani che possono così frequentare la scuola media e superiore che si trovano nella “missione”. Alle ragazze è chiesta una retta annuale simbolica e vengono assicurati loro vitto, alloggio, spese mediche e libri di studio. Le accompagnamo in un cammino educativo integrale e di acquisizione di competenze come la coltivazione di un orto, l’allevamento di un pollaio, taglio e cucito, la produzione di pane e altre attività che possano promuovere la loro autonomia. Le ragazze e le famiglie sono molto grate per l’opportunità di poter essere accolte nell’“internato”. Dobbiamo comunque lavorare molto e con una prudenza coraggiosa perché nella cultura del Mozambico è ancora abbastanza eccezionale che una donna acceda all’istruzione anche solo elementare e questo forse spiega la scarsa motivazione delle ragazze stesse. D’altra parte le prime ragazze che sono state qui, oggi sono infermiere e questo è di stimolo per le altre. Per noi è sempre una nuova esperienza l’arrivo alla missione di una ragazza. Spesso sono intimorite perché siamo “bianche”. Solo il tempo rassicura loro che siamo qui solo per aiutarle nel loro cammino di crescita e che è arricchimento reciproco la condivisione di tanti momenti quotidiani. Grazie dell’aiuto che ci viene dall’Italia! Il Signore ricompenserà con abbondanza quanto fatto per chi si trova in maggior difficoltà. Vi chiediamo di ricordarci nella preghiera soprattutto perché sappiamo sempre più amare questa realtà e queste ragazze che arrivano con le proprie idee e con una cultura per noi ancora molto difficile da comprendere. hna Sandra MOZAMBicO La stregoneria può essere praticata a qualsiasi età. A differenza dello stregone, il guaritore cura, risolve problemi di salute, di sorte e scaccia gli spiriti cattivi, legge il futuro delle persone e usa piante medicinali. Qualcuno esercita queste professioni per truffa, ma molti ci credono. Cada dia es una aventura nueva con nuevas experiencias, de verdad que es enriquecedor. hna Esperanza STUDARE: UMA GRANDE ALEGRIA Sono entrata nell’internato di Charre nel 2007. Frequentavo la prima media. Era la prima volta che mi allontanavo dalla mia famiglia. I primi mesi sono stati un po’ difficili, non sapevo parlare il portoghese, spesso prendevo una “punizione”, ma poco a poco la situazione migliorò. Fui promossa in seconda media e decisi di continuare nell’internato, perché così potevo continuare lo studio, ricevere una buona educazione, imparare i valori umani come il rispetto e molto di più. Alla fine della seconda media fui ammessa alla terza, dispensata dagli esami. Entrai nel gruppo vocazionale e giovanile, la responsabile era suor Claudia, la quale lavorava nella scuola come insegnante di Morale. In questi anni, molte cose sono cambiate qui nella missione e anche nella mia vita. Sono molto riconoscente per la possibilità che ho avuto di poter stare nell’internato. Ringrazio Dio che mi è stato a fianco, attraverso queste suore e tante altre belle persone, perché io non avevo la speranza di arrivare all’ultimo anno delle superiori. Com a força de Deus e de Maria e seu filho Jesu eu alcancei o objetivo. Vorrei proseguire la scuola e studiare infermieria, perché mi piace molto aiutare gli ammalati. Fatima 17 LO SCOUTISMO IN MOZAMBICO Le nostre suore in Mozambico, quest’anno hanno incontrato due esperienze di una realtà diffusa con successo in tutto il mondo, che per le sue caratteristiche metodologiche permette di raggiungere tanti bambini e giovani che altrimenti difficilmente si avvicinerebbero ad un cammino formativo. Un metodo che può dare molto alla gioventù desiderosa di “lasciare un mondo migliore di come lo si incontra” e spinge a stare “sempre pronti a servire” chi ha più bisogno, un metodo che, se radicato nella fede, favorisce la scoperta della propria persona, la preziosità della comunità e un incontro con Gesù “sulla strada” della vita come l’incontro che dà senso a tutto: lo SCOUTISMO. La prima esperienza è quella di PADRE POLO, padre saveriano, messicano, assistente scout. Suor Claudia lo ha incontrato nella preparazione all’animazione liturgica e vocazionale dei villaggi. A lei p. Polo ha raccontato della ricchezza di questo metodo. A Dondo, nella parrocchia Sant’Anna, p. Polo dopo diversi incontri più o meno fortuiti ha acconsentito all’apertura del 2° gruppo scout dell’Arcidiocesi di Beira, e si è preso la responsabilità di seguirne il cammino di formazione. Di questa esperienza ciò che lo ha maggiormente incoraggiato è l’aver toccato con mano che a partire dal buon esempio di uno si motivano altri. Il contagio del Bene! PADRE ANDREA è un religioso saveriano, originario di Viadana (Mantova), che poco dopo la “partenza” scout ha intrapreso il cammino verso la consacrazione e il sacerdozio. Le nostre suore lo hanno incontrato a Dondo. È arrivato in Mozambico da poco più di una anno e ha avuto l’opportunità di avvicinare la commissione Giustizia e Pace di cui oggi fa parte. “Gioca, non stare a guardare!” non è più solo un motto ma uno stile di vita anche nel servire Dio e ogni fratello, oggi, per p. Andrea, in Mozambico. Ecco uno stralcio di una sua testimonianza: “A febbraio ho cominciato a collaborare con l’Università Cattolica del Mozambico, nella sua sede di Beira, seconda città del paese, a 35 chilometri da Dondo. Mi aveva invitato Manuel, coetaneo portoghese, gesuita molto in gamba che lì insegna diritto nel corso di Scienze Politiche. Si chiacchiera una buona ora e pare di conoscersi da lungo tempo. Tempo sufficiente per partorire l’idea di un gruppo di ricerca sullo sfrut- 18 tamento delle risorse naturali in Mozambico. Partiamo in tre a raccogliere materiale e ci si incontra un mattino a settimana. A giugno elaboriamo un progetto che coinvolge un piccolo gruppo di studenti del primo e secondo anno di Scienze Politiche con l’obiettivo, tra gli altri, di proporre una giornata di studio agli iscritti al corso di laurea. Ci sono Álvaro, Ruben, Lourdes, Ligia, Lélio, Priscilla: vent’anni di vita – è la prima generazione che non ha conosciuto la guerra – e negli occhi il desiderio di costruire un Paese migliore. Nel nostro lavoro ci lasciamo orientare da alcune contraddizioni stridenti. Non passa settimana in cui il governo non autorizzi nuove concessioni a multinazionali straniere per lo sfruttamento delle immense risorse naturali. Si prevede che nei prossimi anni il Mozambico entri nella lista dei dieci maggiori produttori di carbone e dei venti maggiori produttori di gas naturale a livello globale. È legittimo supporre che questa crescita economica, cominciata ormai dieci anni fa, stia portando ad un miglioramento delle condizioni di vita della popolazione. Tutt’altro! Secondo il rapporto ONU sullo sviluppo umano di quest’anno, il Mozambico è il terzo peggiore Paese al mondo in quanto a Indice di Sviluppo Umano, indice statistico composto che bilancia prodotto interno lordo pro capite, speranza di vita e tasso di alfabetizzazione. La povertà che cresce molto più rapidamente della popolazione. Assieme ad altri pastori, decidiamo un’assemblea di formazione sulla Legge della Terra per sabato 31 di agosto, invitando di nuovo la Commissione diocesana di Giustizia e Pace di Beira, come già avevamo fatto a giugno. Riusciamo nell’intento di fissare l’incontro in una chiesa evangelica, di modo che non passi l’idea che è la Chiesa cattolica a tessere le fila. Grazie al passaparola delle nonne della pastorale della carità, l’avviso arriva capillarmente in tutte le nostre comunità. In più, due giorni prima rilascio una intervista alla radio comunitaria, la cui frequenze giungono fino a Beira. Tutto è organizzato per il meglio. Cominciamo ascoltando un versetto del libro del Levitico. Il Dio della vita parla all’uomo di ogni tempo, spazio e cultura dicendo: «La terra non potrà essere venduta per sempre, perché la terra mi appartiene e voi siete migranti e ospiti» (Lv 25,23). Preghiamo il Padre Nostro in cisena «Baba wathu…» e chiediamo al Dio della vita di continuare ad accompagnare il cammino di chi cerca e lotta per la giustizia. Poi la- ...SULLE STRADE DEL MONDO sciamo la parola a Rosa che per due ore spiega la Legge in cisena e portoghese, in modo che tutti possano comprendere: «La terra è proprietà dello Stato e non può essere venduta, alienata o confiscata (art. 3). Il processo di titolazione del diritto e sfruttamento della terra deve essere preceduto dalla consultazione delle comunità (art. 13) …». Rosa racconta che chi per primo disattende la Legge è il governo stesso: le grandi multinazionali del land grabbing contattano direttamente il Ministero dell’Agricoltura e la terra è svenduta sottobanco. Le consultazioni pubbliche sono ridotte a farsa come, ad esempio, è avvenuto nel distretto di Chemba l’anno scorso, dove hanno regalato una moto ai capi villaggio, li hanno invitati ad un lauto pranzo, fatti ubriacare e firmare l’atto di esproprio di 10.000 ettari di terra dove vivevano centinaia di famiglie. In seguito, chi vuole prende liberamente la parola: si ascolta in silenzio e la conclusione di ogni intervento è accolta con il grido della gioia e il battito delle mani. La rabbia e la rassegnazione di un tempo sono canalizzate in qualcosa di progettuale e di propositivo. È il povero, l’oppresso, colui che fino ad un attimo prima era singolo individuo arrendevole, ridotto al silenzio dal potere e dalla paura che, ora, assieme al suo fratello, prende coscienza della sua dignità di persona e, al tempo stesso, di soggetto collettivo: è forza di popolo unito, che lotta per rivendicare giustizia e diritto alla vita. Tutto questo procede dentro il flusso immenso della vita, tra una Eucaristia sotto un tetto di paglia e la gioia di scambiare due parole con una nonna che parla solo cisena, tra un incontro biblico e la visita ad un malato, tra una riunione con gli scout e due passi nella foresta a cercare un po’ di silenzio, tra una lezione di cisena con Fernando e un giro al mercato in bicicletta a comprare i pomodori e le banane. Generalmente si dice ad un missionario che il primo anno in una terra che ti accoglie è quello del vedere, dello stare sulla soglia per entrare in punta di piedi. Invece, mi trovo dentro al vortice della vita, risucchiato dalla sua potenza, di fronte alla quale sarebbe peccato di omissione rimanere indifferenti. E così prendo atto che la vita è fiume che corre e si porta dentro tutto. Dio della vita, Dio dei vortici che risucchiano, Dio che unisci tutti i punti e a capo... continua a prendermi per mano. Amen”. p. André Questo posto all’inizio mi incuteva timore ma poi col passar del tempo è divento il posto più bello della mia infanzia e giovinezza. Qui ho conosciuto persone che hanno segnato la mia vita e sono entrate nella mia storia che si apre al futuro. Valori, amicizia e compagnia… tutto questo ti viene donato nella scuola “Giovanni XXIII” dove ho trascorso gli ultimi miei 10 anni! L’amicizia trasmessa con gesti, sguardi e sorrisi, una grande famiglia che ti prepara al futuro della storia che stai costruendo! ESTEFANY LOPEz APONTE ORGOGLIOSA DI AVER FREQUENTATO LA SCUOLA “GIOVANNI XXIII” Undici anni di sacrifici, lacrime, sorrisi, momenti bellissimi e tanti compagni “di vita”!!! L’educazione che abbiamo ricevuto in questa scuola ci apre le porte ad un futuro che ci aspetta, dove non ci sono scuse che tengono ad un eventuale nostro disimpegno e di cui ciascuno deve essere responsabile. Iniziando la scuola elementare ti sembra di avere davanti un’eternità di anni scolastici, ed i ragazzi dell’11° incutono rispetto. Oggi, siamo noi i grandi e ci affacciamo alle future professioni in Colombia o forse anche all’estero. Siamo consapevoli di aver ricevuto gli strumenti per essere persone critiche; vogliamo avventurarci nel mondo non da solitari, sappiamo di poter contare su rapporti di amicizia e di rispetto preziosi anche in futuro e desideriamo continuare secondo i valori che qui abbiamo “respirato”… Daniela Marulanda Avevo 8 anni quando, vestito bene, con il mio zaino, il sorriso nervoso, ero accompagnato per mano dalla mamma... iniziavo il mio primo giorno di scuola alla “Giovanni XXIII”! La classe era piena di alunni che pian piano sono diventati miei compagni di vita. Sicuramente quella scuola resta uno dei ricordi più belli della mia infanzia e giovinezza. Le belle persone che ho incontrato tra gli insegnanti, mi hanno insegnato non solo quanto scritto nei libri, ma soprattutto che noi ragazzi e ragazze siamo i veri protagonisti della nostra crescita. Sono orgoglioso di aver frequentato la scuola Giovanni XXIII, dove ho imparato la voglia di lavorare e il desiderio di farmi guidare da Gesù sui sentieri della vita. Un GRAZIE speciale a suor Mireja che con la sua presenza attiva e generosa ha colmato di gioia tante persone. Cristian Mosquera Gomez La scuola è il luogo che pian piano è diventato la mia seconda casa e che ha lasciato una impronta indelebile nella mia vita. In questa scuola ho incontrato persone speciali, sia tra i compagni che tra i professori e altre persone che lavorano qui. Certamente posso dire di aver avuto una formazione che ha curato sia l’aspetto delle conoscenze, che l’aspetto spirituale della mia personalità, e questa è la cosa di cui sono maggiormente grato alla “mia scuola”. Un semplice GRAZIE è sicuramente poco per la gioia, gli insegnamenti, le conquiste, le soddisfazioni, l’amicizia che ho ricevuto!!!!! JUAN CAMILO CORTES D. PROGETTO “CORDATA” Scuola diocesana “Giovanni XXIII” a Cartago - COLOMBIA Il Collegio “Giovanni XXIII” è una scuola diocesana gestita dalle suore e frequentata da circa 500 bambini e ragazzi che provengono da uno dei quartieri più poveri della città. Collaborando con questo progetto, si viene incontro alle tante spese che devono essere sostenute per insegnanti, materiale didattico e per la proposta di attività culturali e ricreative che mirano non solo ad uno sviluppo accademico, ma stimolano la creatività e le relazioni interpersonali, così da togliere i bambini e i giovani dalla strada e motivarli e prepararli a percorsi professionali validi. In questo momento la scuola Giovanni XXIII avrebbe la necessità di allestire un LABORATORIO VIRTUALE DI CHIMICA, BIOLOGIA E FÍSICA, insieme ad alcuni nuovi computers. Cartago, 2013 CARISSIMI BENEFATTORI Ringraziamo il Signore per l’opportunità di poter lavorare nella scuola “Giovanni XXIII”. Una volta incontrata questa opera educativa della Sacra Famiglia, siamo stati contagiati dalle suore a svolgere questa professione con più generosità. La scuola è diventata la nostra seconda casa, il luogo dove desideriamo spenderci per ciascuno dei bimbi e giovani che la frequentano e lottare perché ognuno di loro possa essere riconosciuto nella sua dignità e peculiarità e possa guardare con speranza al futuro. Non ci stancheremo mai di ringraziare il Signore, per il bene che tante persone di cuore rendono possibile affinché bimbi e giovani costruiscano da oggi, un futuro bello. Dio vi ricompensi con le grazie necessarie per continuare a vivere tutto nel Suo Amore. colombia Docentes “Juan XXIII”, 2013 19 Rendo grazie a Dio per questa grande benedizione per me e per la mia famiglia. Chiedo al Signore di benedire tutte le persone attraverso le quali il progetto PLAN PADRINO continua ad esistere. Da quando mi hanno detto che qualcuno sosteneva i miei studi, ho sempre cercato di corrispondere al meglio. Poter studiare alla scuola “Giovanni XXIII” mi ha fatto molto felice, mi ha fatto crescere anche nella fede. È una scuola che prepara molto bene dal punto di vista scolastico e della disciplina. La cosa che la rende ancora più speciale è l’insegnamento religioso, nei suoi valori e nel rapporto con Dio. Mentre mi accingo a lasciare la scuola ormai conclusa, vorrei raggiungere tutti: insegnanti, compagni studenti e padrini per tutto il bene che ho ricevuto, e per aver potuto raggiungere una meta, che i miei genitori per le scarse risorse economiche potevano solo sognare. PROGETTO “PLAN PADRINO” Sostegno a distanza Cartago - Duitama - Villavicencio - Bogotà COLOMBIA Con la quota versata annualmente per un bimbo o un ragazzo, gli viene garantita l’istruzione scolastica, acquistando per lui il materiale didattico (quaderni, libri di studio, divisa scolastica, tuta, penne, colori ecc.) che le scuole richiedono agli studenti ed il pagamento della retta scolastica. Perché famiglie e ragazzi corrispondano con responsabilità a questo aiuto, è chiesto loro un riscontro sulla frequenza e andamento scolastico e la partecipazione a tre incontri annuali di informazione e formazione umana che organizziamo nelle rispettive comunità. Insieme a laici volontari, le suore fanno periodiche visite alle famiglie, anche per verificare eventuali bisogni a cui poter in qualche modo contribuire (visite mediche, “mercati” occasionali…). STEFANY ZAPATA MUNOZ PLAN PADRINO, GRAZIE… OGGI LAVORO PRESSO L’UNIVERSITÀ Mi chiamo Gabriel Fernando Sandoval Becerra e sono stato aiutato dal progetto Plan Padrino per diversi anni e grazie al sostegno delle Suore della Sacra Famiglia ho potuto terminare gli studi universitari. Quando, nel 2003, ho terminato i miei studi di scuola superiore ed ho ottenuto la maturità ancora non mi era chiaro che cosa volessi fare e se fosse stato possibile frequentare l’università, come io desideravo, a causa dell’impegno economico che questo avrebbe comportato per i miei genitori. In quel momento ho avuto la possibilità di essere aiutato dal progetto “Plan Padrino” ed ho utilizzato questo aiuto per iscrivermi al corso di laurea in lingue moderne (spagnolo-inglese) presso l’Università Pedagogica e Tecnologica di Colombia, con sede in Tunja, Boyaca. Il mio padrino è stato Mons. Rino Bartolini che mi ha offerto un grandissimo aiuto per poter portare a compimento questo corso di laurea. A lui vanno tutta la mia gratitudine e riconoscenza e non dimenticherò mai quello che ha fatto per me. La fiducia che ha riposto in me e il suo costante impegno mi hanno dato la possibilità di laurearmi e di cominciare una esperienza lavorativa. Già dal 2010, dopo aver terminato gli esami del corso di laurea e mentre preparavo la tesi, ho ini- 20 ziato a lavorare presso una scuola elementare con indirizzo bi-linguistico dove sono rimasto per un anno. Poi ho trovato lavoro in una scuola media ed attualmente sono capo-dipartimento di lingue presso l’Università di Boyaca, dove mi occupo della formazione dei futuri professionisti. Grazie al “Plan Padrino” ho avuto la possibilità di raggiungere una ottima formazione professionale e di svolgere una libera docenza e di ciò sarò sempre immensamente grato. Oggi mi sento motivato a continuare la mia formazione professionale e a partire dal secondo semestre del 2013 inizierò un corso di dottorato che mi permetterà di completare la mia formazione professionale così da poter essere ancora più utile al mio Paese. Invito tutti i ragazzi aiutati dal progetto “Plan Padrino” a trarre il massimo profitto da questa opportunità per crescere e corrispondere con riconoscenza alla fiducia che è stata riposta in loro. ...SULLE STRADE DEL MONDO PROGETTO “SONRIE AL FUTURO” Centro Educativo a Villavicencio - COLOMBIA Il Progetto sostiene le spese di un Centro Educativo che sorge in uno dei quartieri più poveri della periferia della città di Villavicencio, al quale accedono quotidianamente circa 120 bambini. In tale centro, aperto tutto il giorno, i bambini giocano, fanno i compiti, svolgono attività espressive e ricevono un’educazione cristiana. È necessario il pagamento di due insegnanti e una persona per le pulizie. Vorremmo potenziare la biblioteca e acquistare alcuni computers (oggi sono solo tre), giochi educativi, di società, palloni e altri giochi più comuni e un lettore DVD, da poter utilizzare insieme al televisore regalato recentemente al Centro Educativo. Lo spazio esterno ai saloni è molto utile per giocare, necessiterebbe però di essere in parte ristrutturato. Le tre suore della comunità sono impegnate nel Centro seguendo ciascuna una classe di bambini. L’obiettivo a cui miriamo è quello di fare dei ragazzi, persone libere, responsabili e consapevoli delle proprie capacità. Prepararli ad un impegno sociale accompagnandoli in una formazione integrale della loro persona, capace di intessere relazioni di rispetto e collaborazione nonostante le differenze. Cerchiamo sempre più di lavorare insieme alle famiglie. Con il motto “UOMINI E DONNE DI BENE, PER UNA COLOMBIA MIGLIORE”, la comunità educativa in tutte le sue attività e risorse opera per la promozione sociale e l’educazione ai valori dell’amore, fede umiltà, responsabilità, rispetto libertà, solidarietà, autonomia, giustizia, sincerità, ordine e obbedienza. Tutto questo è possibile grazie a persone meravigliose, generose e piene di amore che mettono il proprio “pezzettino” per la costruzione di un mondo migliore. Le suore francescane della Sacra Famiglia ed i bambini del Centro Educativo ringraziano di cuore per il vostro sostegno… Estamos muy agradecidos atodos los benefactores quien sostienen esta obra maravillosa. DIOS LOS BENDIGA! hna Senid, hna Floraida, hna Elizabet Anche alcuni laici vengono come volontari ad animare le attività e collaborano condividendo l’obiettivo di accompagnare bambini e famiglie in un cammino umano e cristiano che testimoni l’amore di Gesù per tutti. PROGETTO “SAGRADA FAMILIA” Scuola materna ed elementare a Duitama - COLOMBIA Le suore della comunità collaborano con competenze e ruoli diversi, alle attività della Scuola frequentata da 201 bambini della Scuola materna e delle classi della Primaria. Con questo Progetto sono sostenute le spese per le attrezzature e la manutenzione dei laboratori informatici, di disegno e di lingua, praticamente indispensabili in ogni ordine scolastico. Anche l’area esterna attrezzata per il gioco e lo sport, necessita di periodica manutenzione e ristrutturazione. Continuamente cerchiamo di offrire una formazione integrale con un cammino personalizzato per ogni studente e investiamo molte risorse anche nel coinvolgimento delle famiglie, attraverso incontri formativi e attività condivise in parte con i bambini. colombia 21 Il 16 dicembre 2012 mi sono svegliata con il piede sinistro gonfio e che mi faceva molto male, tanto che la nonna e la mamma non hanno esitato a portarmi in ospedale per capire che cosa mi stesse accandendo. Dopo varie radiografie, il dottore ci ha chiamato nel suo ambulatorio dandoci il responso degli esami: avevo un tumore di cui però ancora non si conosceva la natura. In poco tempo si decise per l’intervento chirurgico. Molte porte si erano aperte inaspettatamente: la mia famiglia tra l’altro non sapeva come avremmo potuto sostenere il costo dell’intervento e provvidenzialmente il denaro arrivò; il Centro Tumori mise a disposizione il suo miglior medico; un intero mondo si era attivato per me, tante persone stavano pregando. In tutto questo ho visto la presenza di Dio che ho sentito vicino: Gli confidavo i miei timori, le mie ansie. Pensavo che mi avrebbero potuto tagliare la gamba o chissà cos’altro; piangevo di notte perché stavo male STAMPELLE za di Dio e per l’aiuto economico che mi hanno offerto. Ho già fatto diversi controlli e ogni volta va sempre meglio, ora posso camminare senza stampelle; a scuola ho potuto iniziare a fare alcuni esercizi di Educazione Fisica, posso salire e scendere le scale e correre, insomma posso fare tante cose e quando uno gode di salute non si accorge di quanta fortuna abbia. Credo che questa esperienza mi abbia, tra l’altro, insegnato ad apprezzare tutto ciò che Dio quotidianamente ci regala a partire dalle piccole cose. Anche se non conosco tutti, vorrei ringraziare personalmente ciascuno di quanti hanno contribuito alla mia guarigione. Credo che questo sia un dono dell’amore anzi, meglio, un MIRACOLO dell’AMORE di DIO. Laura Vanessa e perché così nessuno mi poteva vedere, non volevo che gli altri si preoccupassero troppo per me; non avevo fame; pensavo che la mia vita stesse per finire. Ma grazie a Dio oggi sto bene! Grazie alla mia famiglia per il suo appoggio e vicinanza. Grazie alle suore della Sacra Famiglia per il loro amore, la loro pazienza per avermi fatto sentire speciale e coccoCome “HOGAR”, la realtà ha dovuto in lata, per averquesti ultimi due anni, adeguare la propria mi fatto tocstruttura in base a norme anche particolacare la presenreggiate per ottenere il RICONOSCIMENTO DEL “BIENESTAR FAMILIAR” e periodicamente le suore devono stilare una relazione su ogni aspetto educativo delle bambine (dall’alimentazione allo spazio disponiCasa famiglia a Bogotà - COLOMBIA bile per ciascuna, le ore di studio, le attività svolte ecc.). In questa “casa famiglia” sono accolte 12 bambine provenienti da situazioni familiari difficili, di maltrattaLe tre suore della comunità sono sempre mento, povertà economica e relazionale. presenti, una o due vengono in aiuto il pomeriggio per i compiti dalla comunità forSi cerca di investire molto sulla conoscenza e apprezzamativa, che vive a fianco. mento della propria ed altrui dignità e nella promozione delle capacità di ciascuno e dello sviluppo integrale della Alcune ragazze cresciute nell’Hogar, oggi persona, anche attraverso attività strutturate insieme a vengono e mettono a servizio delle bambine laici con diverse competenze educative, psile loro competenze cologiche ed esprese capacità in mosive. I bisogni economido gratuito. ci dell’Hogar sono legati Le ultime necesalla gestione della casa e sità dell’Hogar rialle esigenze delle singuardano il rifagole bambine. Il desidecimento del tetto rio è anche quello di e del pavimento remunerare, almeno in del secondo piano parte, il lavoro svolto molto deteriorati dalle persone che porper le alluvioni tano avanti insieme alle degli ultimi mesi. suore il percorso formasr Catia, hna Sandra tivo-educativo delle bamhna Katerine bine. PROGETTO “ 22 HOGAR” ...SULLE STRADE DEL MONDO Se hai un SOSTEGNO A DISTANZA, per l’anno scolastico 2014 LE QUOTE DA RINNOVARE SONO Scuola materna ed elementare (Primaria) € 260,00 Scuola media e superiore (Bachillerato) € 360,00 Università € 440,00 da versare su: • c/c bancario presso Unicredit Banca Coord. Banc. IT19 C020 0823 9070 0001 0710 306 • c/c postale n. 76648682 PER SOSTENERE CON UN’OFFERTA uno dei PROGETTI, in Colombia o in Mozambico puoi utilizzare le stesse modalità di pagamento. I c/c vanno intestati a: Associazione di promozione sociale “Il Pellicano” specificando nella causale del versamento il nome del progetto che vuoi sostenere o il codice corrispondente al nome del bambino adottato agli studi. Per poter utilizzare le agevolazioni fiscali relative alle erogazioni liberali a favore delle associazioni di promozione sociale si consiglia di unire la ricevuta del versamento alla dichiarazione che verrà spedita ad inizio anno. Si ricorda che la suddetta dichiarazione deve contenere il codice fiscale di chi effettua il versamento, per cui si invitano coloro che non lo avessero ancora fatto, a comunicare il proprio codice fiscale. Per informazioni e comunicazioni varie, suor Maria Chiara Mondardini è disponibile all’indirizzo di posta elettronica [email protected] o telefonicamente il lunedì e il venerdì dalle 15 alle 18 e dalle 19,30 alle 21 al numero 327 2219060 I BAMBINI E RAGAZZI CHE SOSTENETE NELLO STUDIO ATTENDONO UNA VOSTRA COMUNICAZIONE ! CONTATTATECI PER RECAPITARE LA VOSTRA POSTA! 730 - UNICO - CUD Scegli di destinare il tuo 5x1000 a favore dell’Associazione “Il Pellicano” operando come sotto specificato IL PELLICANO Ass.ne di Promozione Sociale www.ilcantiere411.com Mario Rossi 9 0 0 5 0 5 1 04 04 Ringraziamo i 243 amici che nell’anno finanziario 2010 hanno destinato il loro 5x1000 a nostro favore. L’Agenzia delle Entrate ci ha bonificato ben € 6.607,76 nel novembre del 2012. Il vostro aiuto è stato molto apprezzato e ci ha consentito di garantire la presenza stabile di un educatore al “Cantiere 411”. Grazie ancora! Contiamo anche quest’anno sulla vostra generosità! ...SULLE STRADE DEL MONDO 23 Grazie il Signore benedica: tutte quelle persone che in occasione di COMPLEANNI, Battesimi, PRIME COMUNIONI, Cresime, MATRIMONI, funerali... sostengono uno dei progetti di solidarietà e contribuiscono a farlo crescere ! ! ! E un GrAzIE SPEcIALE a: Chiara e Vittorio - Chiara B. Elena, Andrea e Adele - Alessandro e Chiara Roberta - Wilma - Giancarlo - Monica Mara, Francesco e Andrea Francesco Z. - Sabrina L. e la “squadra del Corriere Cesenate” Marco e Alice della “Stilgraf delle meraviglie®” che continuano a donare con generosità, tempo, fantasia e competenza per coordinare al meglio le iniziative missionarie. Agenzia Cesena Malatesta Daniele, Ivan e Oreste Lungarini Via Piave 135, Cesena - Tel. 0547 27059 Ama, saluta la gente dona perdona ama ancora e saluta. Ama, dai la mano aiuta comprendi dimentica e ricorda solo il bene. E del bene degli altri godi e fai godere. Godi del nulla che hai del poco che basta giorno dopo giorno: e pure quel poco se necessario dividi. E vai, vai leggero dietro il vento e il sole e canta. Vai di paese in paese e saluta tutti il nero, l’olivastro e perfino il bianco. Canta il sogno del mondo che tutti i paesi si contendano d’averti generato. (David Maria Turoldo, Il grande male, Ed. Mondadori) SITI INTERESSANTI PER UNO SGUARDO un po’ più APERTO SUL MONDO www.missioitalia.it www.chiesacattolica.it www.altromercato.it/it www.emi.it www.gruppoabele.org www.siticattolici.it www.misna.org www.paxchristi.it www.pime.org www.qumran2.net www.justpax.it/ita/home_ita.html www.unimondo.org www.bilancidigiustizia.it 24 ...SULLE STRADE DEL MONDO
© Copyright 2024 Paperzz