UNIVERSITA’ DEGLI STUDI DI SIENA FACOLTA’ DI INGEGNERIA Corso di Laurea Specialistica in Ingegneria Gestionale LA MISURAZIONE E IL CONTROLLO DELLE PERFORMANCE DEL RAPPORTO DI OUTSOURCING: IL CASO POSTE ITALIANE S.p.A. Relatore: Chiar.ma Prof.ssa Elena Giovannoni Correlatore: Dott. Federico Barnabè Correlatore: Dott. Sergio Gallarino Tesi di laurea di Marilena Lombardi Anno accademico 2008-2009 1 Ai miei genitori Palmina e Francesco e a mio fratello Tommaso 2 “L'uomo non ha il controllo dei risultati. Non appena s'illude di averlo, fallisce.” Mahatma Gandhi 3 Indice Introduzione…………………………………………………………7 Capitolo I Aspetti generali del processo di Outsourcing 1.1 Premessa ……………………………………………………10 1.2 Definizione di Outsourcing…………………………..……..10 1.3 Dimensioni del fenomeno…………………………………..14 1.4 Fattori determinanti per le scelte di Outsourcing………...…17 1.5 Gli ambiti di applicazione dell’Outsourcing………………..24 1.6 L’Outsourcing delle funzioni IT……………………………26 1.6.1 Le tipologie di Outsourcing IT………………………….28 1.7 Criticità nell’implementare un percorso di Outsourcing......32 Capitolo II Il contratto di Outsourcing: caratteristiche generali e specificità dell’Outsourcing IT 2.1 Premessa………………………………………………….…38 2.2 Il contratto di Outsourcing…………………………………....….38 2.2.1 Definizione dei criteri di scelta………………………….……42 2.2.2 Selezione e scelta del service provider………………….43 4 2.3. L’importanza del controllo delle performance in un rapporto di Outsourcing………………………………………………………47 2.4. Caratteristiche del contratto di Outsourcing IT……..…….51 2.4.1. La sicurezza e riservatezza dei dati e delle informazioni in un contratto di Outsourcing IT……………………………54 2.5. La valutazione del rapporto di Outsourcing……………...…59 2.6. Considerazioni finali sui contratti di Outsourcing………….61 Capitolo III L’Outsourcing e il controllo delle performance 3.1 Premessa…………………………………………………….63 3.2 Introduzione………………………………………………...63 3.3 La Balanced Scorecard come strumento strategico di controllo……………………………………………………………..67 3.3.1 Le quattro prospettive della Balanced Scorecard…….70 3.3.2 Le relazioni di causa-effetto……………………………72 3.3.3 Il processo di costruzione della Balanced Scorecard…..74 3.3.4 Vantaggi e criticità del sistema………………………….77 3.4 Il contributo della System Dynamics………………………..81 3.4.1 Variabili di stock e di flusso…………………………….85 5 Capitolo VI Outsourcing della manutenzione hardware: Il caso Poste Italiane S.p.a 4.1. Premessa metodologica…………………………………………90 4.2. Introduzione…………………………………………………….91 4.2.1. Le aree tematiche dell’Information Technology………....95 4.3. L’Outsourcing della funzione manutenzione hardware……..98 4.4. Il contratto………………………………………………….....102 4.4.1 gli strumenti di misurazione e controllo…………….…..103 4.5. Costruzione della mappa strategica………………………….106 4.5.1 Le relazioni di causa-effetto………………………….…113 4.6. L’apporto della metodologia System Dynamics…………....116 4.6.1 Sviluppi futuri…………………………………………...125 Conclusioni……………………………………………………..…129 Bibliografia…………………………………………………….….138 Sitografia……………………………………………………..…....140 Ringraziamenti……………………………………………………..141 6 Introduzione Nel corso degli ultimi anni, lo scenario socio-economico in cui le aziende operano è soggetto a profondi e continui cambiamenti. Questi, in particolare, impongono: una corsa continua all’innovazione, allo sviluppo di nuovi prodotti al fine di soddisfare le richieste dei consumatori in termini di varietà e flessibilità; una drastica riduzione dei tempi di produzione (time to market); un’ottimizzazione della qualità dei prodotti; un’ottimizzazione dei costi di produzione. I precedenti elementi traducono la volontà delle imprese di poter disporre di vantaggi competitivi che permettano di operare in un mercato globale e in continua evoluzione. In risposta a tali esigenze, molte imprese hanno cercato di valorizzare le loro attività di base (core competencies), ricercando all’esterno competenze diverse e specifiche con livelli di specializzazione che, difficilmente riuscirebbero a raggiungere “in-house”. Se si pensa, poi, alla velocità con cui si evolve in termini di specializzazione il mercato IT, ci si può rendere conto che stare al passo con le nuove tecnologie richiede studio continuo e ricerca, attività che non tutte le organizzazioni possono permettersi di sviluppare all’interno. Ciò implica la necessità di individuare e selezionare fornitori specializzati che riescano a portare avanti gli obiettivi di efficienza e specializzazione che il cliente vuole raggiungere. La scelta strategica di esternalizzare una o più attività all’interno di un’organizzazione è definita “Outsourcing”. Questo fenomeno, sempre attuale, riguarda la maggior parte delle imprese e, nonostante si sia evoluto negli anni, presenta ancora molte difficoltà di implementazione. La maggior parte delle imprese che intraprendono tale percorso, di solito, non si rendono conto delle difficoltà alle quali vanno incontro, 7 sopravvalutando gli aspetti più rilevanti per una buona riuscita del progetto. Spesso, si presta attenzione solo ai risultati nell’immediato (riduzione dei costi, specializzazione,…) senza riflettere sulle conseguenze di un approccio sbagliato. Sono molte le criticità che costituiscono ancora la causa del fallimento di tante iniziative di Outsourcing; tra le più importanti, il corretto monitoraggio delle performance. L’obiettivo primario di questo lavoro di tesi è stato quello di analizzare il processo di Outsourcing IT1 soffermandosi sugli aspetti critici che caratterizzano tale processo ed in particolare sul problema della metodologia migliore da adottare per la misurazione ed il controllo delle performance raggiunte dal fornitore di servizi . L’intento è quello di comprendere se e come strumenti del controllo di gestione, quali la Balanced Scorecard, possano essere adattati alle specificità gestionali ed organizzative del rapporto di Outsourc ing IT, al fine di risolverne le principali criticità. A tale scopo, la metodologia utilizzata è di tipo deduttivo-induttivo. Dopo aver analizzato la letteratura riguardante l’Outsourcing in generale e quello di tipo IT nello specifico si passerà all’analisi di un caso di studio attinente ad uno specifico rapporto di Outsourcing di servizi IT. Il caso pratico che verrà preso in esame, infatti, riguarda l’esternalizzazione della funzione di manutenzione hardware da parte della società Poste Italiane S.p.A.. Si analizzerà il rapporto con il fornitore di servizi dal punto di vista del contratto e delle criticità nella misurazione delle performance dopodiché si cercherà di applicare la metodologia di controllo di tipo Balanced Scorecard al suddetto caso, integrandola con l’ausilio della metodologia System Dynamics 2 in 1 Esternalizzazione delle attività d i Information Technology presenti all’interno dell’organizzazione. 2 Metodologia che si basa sull’elaborazione di modelli matemat ici simulat i tramite supporti informat ici (Forrester 1961 e 1968; Richardson, Pugh 1981; Sterman 2000) 8 modo da avere una mappa strategica, un cruscotto Balanced Scorecard e un modello di simulazione informatizzato. Nello specifico, il presente studio è strutturato in quattro capitoli: Nel primo, viene descritto il “fenomeno” Outsourcing ed in particolare il processo di Outsourcing IT; Nel secondo vengono dell’esternalizzazione: approfonditi tre aspetti rilevanti l’aspetto contrattuale, includendo i riferimenti agli SLA (Service Level Agreements), la sicurezza dei dati e delle informazioni e le modalità di monitoraggio delle performance. Nel terzo, viene approfondito il tema della misurazione e controllo delle performance. Particolare attenzione viene prestata al possibile ruolo che può essere assunto da uno strumento tipico del controllo di gestione delle attività aziendali, ovvero la Balanced Scorecard, nella gestione del rapporto di Outsourcing. Verrà, poi, introdotta la metodologia della System Dynamics che rappresenta uno dei migliori strumenti a supporto dello strumento Balanced Scorecard. Nel quarto capitolo viene introdotto ed approfondito il caso Poste Italiane S.p.A. L’intento è, tramite la Balanced Scorecard, di individuare dei possibili indici con cui misurare il contributo dato dall’esternalizzazione all’organizzazione ed in grado di permettere un monitoraggio costante delle attività; conseguentemente si utilizzerà la metodologia della System Dynamics sviluppando uno strumento di simulazione a supporto del processo analizzato. 9 Capitolo I Aspetti generali del processo di Outsourcing 1.1. Pre messa Il presente capitolo funge da introduzione generale all'argomento “Outsourcing”. In particolare viene spiegato il significato concettuale di questo termine (paragrafo 1.2) e quali sono le dimensioni di tale “fenomeno”(1.3). Nel paragrafo 1.4 sono indicate le motivazioni per cui le organizzazioni ricorrono all’Outsourcing: la riduzione dei costi aziendali (1.4.1), la focalizzazione sulle attività “core” dell’organizzazione (1.4.2), l’accesso diretto all’esperienza del service provider (1.4.3), la mancanza di capacità specifiche all’interno dell’organizzazione(1.4.4), le difficoltà nella gestione o nel controllo di una funzione aziendale e la riduzione dei rischi (1.4.5). Si passa, nel paragrafo 1.5, ad elencare quelli che sono gli ambiti di applicazione dell’Outsourcing ed in particolare, nei sottoparagrafi 1.5.1 e 1.5.2 si parlerà dell’ambito IT. In conclusione, nel paragrafo 1.6 si analizzeranno i passaggi critici che le organizzazioni incontrano quando decidono di esternalizzare. 1.2. Definizione di Outsourcing La parola “Outsourcing” è la contrazione dell’inglese “outside resourcing”, ovvero, approvvigionamento esterno. L’Outsourcing può essere definito in vari modi e i più accreditati sono: “una collaborazione a lungo termine, orientata ai risultati, tra l’organizzazione ed uno o più service provider3 specializzati”4 oppure 3 Fornitore d i servizi. 4 OPBOK, International Association Outsourcing Professional, 2008. 10 “il processo attraverso il quale le aziende assegnano stabilmente a fornitori esterni (eventualmente con trasferimento dell’intero settore di attività), per un periodo contrattualmente definito, la gestione operativa di una o più funzioni in precedenza svolte all’interno ”5. L’Outsourcing si sostanzia nel trasferimento di alcune fasi lavorative, asset e personale di un processo produttivo a soggetti esterni all’organizzazione, con l’intento di accedere a competenze professionali e specializzate non presenti all’interno. È una collaborazione “orientata ai risultati” in quanto il service provider si assume la responsabilità delle persone, processi e tecnologie impiegate e assicura che le risorse produrranno i risultati attesi (responsabilità dei risultati e non solo delle risorse). L’Outsourcing si differenzia dalle altre forme di esternalizzazione in quanto presuppone una relazione tra committente e fornitore molto più intensa e complessa: i rapporti tra l’outsourcee (impresa che esternalizza) e l’outsourcer (l’azienda alla quale è ceduta l’attività) si basano su relazioni sia di mercato che di cooperazione, in quanto tra i due attori viene stipulato un contratto che prevede un coinvolgimento strategico del fornitore nei piani di sviluppo del cliente. In sostanza, si può parlare di un’alleanza strategica temporanea basata sul riconoscimento delle reciproche competenze, sulla volont à di stabilire una effettiva collaborazione e sulla disponibilità di sviluppare relazioni corrette e trasparenti. La tipologia di esternalizzazione è strettamente legata a due variabili: Rischio: si riferisce al livello di rischio assunto dal provider per l’impegno al raggiungimento degli obiettivi del business; 5 Bo in et al., 1998. 11 Ownership: fa riferimento al livello di controllo da parte del service provider rispetto alle risorse, ai processi e alle tecnologie impiegate. Joint Venture Strategic Ownership Alliance Outsourcing Contratto di Fornitura Rischio Figura 1:La tipologia di esternalizzazione è strettamente legata a due variabili: Rischio e Ownership (OPBOK, International Association Outsourcing Professional, 2008) Esistono diversi termini per definire le differenti tipologie di Outsourcing e tra queste: Business Process Outsourcing (BPO): racchiude in sé due potenti strumenti di business quali la gestione dei processi e l’Outsourcing. Il BPO parte dall’esame dei processi che compongono l'azienda e le sue unità funzionali e quindi, necessita della collaborazione con service provider specializzati sia nel campo della reingegnerizzazione sia in quello dell’ esternalizzazione. Information Technology Outsourcing (ITO): descrive il trasferimento della gestione delle sezioni Information Technology ad un service provider specializzato. 12 Outtasking: viene utilizzato nell’ambito manifatturiero. Si attua quando un’organizzazione decide di esternalizzare la produzione di un determinato task 6. Diverse sono anche le modalità con cui si può intraprendere un percorso di di esternalizzazione un’attività. L’approccio all’implementazione di un percorso di Outsourcing viene stabilito prendendo in considerazione diversi fattori (struttura dell’organizzazione, aspettative riguardo al rapporto di Outsourcing, etc.) che vengono analizzati e ben ponderati per dare vita alla migliore soluzione possibile. I modelli che vengono comunemente utilizzati sono di seguito richiamati: Total Outsourcing, ovvero esternalizzazione di un’intera area di business o ramo d’azienda. Le sue proprietà: È una decisione strategica; Presenza di un fornitore unico; Modello di Governance di tipo Light7 ; Particolare criticità nella gestione delle risorse interne “interessate” dall’esternalizzazione ; Contratti a lungo termine (5-10 anni); Forte partecipazione del fornitore ai rischi (forte coinvolgimento sui risultati). Selective Outsourcing, ovvero esternalizzazione di singole funzioni aziendali o parti di esse. Le sue proprietà: È una decisione tattica; Presenza di più fornitori (Best of breed); 6 OPBOK, International Association Outsourcing Professional, 2008. 7 Si focalizza l’attenzione sull’output prodotto senza preoccuparsi di “governare” l’operatività . 13 Modello di Governance di tipo Strong8; Contratti a medio termine (2-5 anni); Debole partecipazione del fornitore ai rischi (livello di coinvolgimento sui risultati finali medio/basso). Transformational Outsourcing, particolare forma di Total Outsourcing che si attua quando all’esternalizzazione del servizio si accompagna una ristrutturazione dell’area aziendale interessata. Il caso tipico è quello dell’upgrading del sistema informativo interno che viene effettuato dal provider in parallelo con la gestione dell’esistente, per evitare blocchi e disfunzioni. 9 1.3 Dime nsioni del fenomeno Allo stato attuale, le pratiche di Outsourcing si vanno sempre più diffondendo tra le imprese, sia pubbliche che private, e tendono a coprire variegate attività produttive, dalla progettazione alla logistica. Questo fenomeno viaggia in parallelo con quello della riorganizzazione della produzione su scala globale, strategia a volte indicata con il termine global sourcing (letteralmente: approvvigionamento globale). In una recente ricerca sul campo è emerso che quasi tre quarti di tutte le imprese europee hanno esternalizzato almeno una funzione 10. La generale tendenza Europea, tuttavia, maschera notevoli variazioni nel livello di adozione tra i 8 Si “pretende” di verificare non solo la validità dell’output prodotto e la sua rispondenza a quanto contrattualizzat o, ma anche di co mprendere e validare le modalità d i erogazione e le tecnologie utilizzate dai forn itori . 9 Sourcing Strategies: Relationship Models and Case Studies , C. Da Ro ld, T. Berg, Gartner, 2003. Managing successful IT Outsourcing relationship, Petter Gottschalk & Hans Solli-Saether, 2006. 10 Eu ropean Outsourcing survey, Ernst & Young’s, 2008. 14 paesi. Società belghe hanno registrato il più alto tasso di esternalizzazione all’ 81%, mentre i loro vicini francesi, hanno registrato il tasso più basso, al 63%. Il Regno Unito, invece, appare meno disposto ad accettare un cambiamento drastico nei suoi modelli di business tradizionali. Anche se l'esternalizzazione è una comune pratica commerciale, il suo utilizzo rimane limitato a un intervallo relativamente ristretto di processi di business, con una media di sole tre funzioni esternalizzate. Il settore delle organizzazioni a carattere finanziario è il più maturo in termini di adozione di Outsourcing, con l'88% delle imprese che esternalizzano almeno una funzione. Le aziende del settore focalizzano l’attenzione su una ristretta gamma di processi aziendali che possono essere esterrnalizzati con relativa facilità, come, ad esempio, i processi informatici e le operazioni contabili. Le organizzazioni non a sfondo finanziario, d'altro canto, mostrano una forte preferenza per il mantenimento in-house delle loro attività. I livelli di implementazione dei processi di Outsourcing sono generalmente al di sotto del 70%. In questi settori la gestione esterna di alcune operazioni può comportare complessi problemi di logistica e ulteriori costi di trasporto. L’analisi fatta in base alle dimensioni delle imprese indica che l’Outsourcing risulta di grande interesse per l’azienda, dalle medie imprese alle grandi multinazionali; le organizzazioni più piccole non avrebbero un numero sufficiente di dipendenti tali da giustificare un investimento così oneroso. 15 Europa Belgio Spagna UK Germania Italia Francia 0% 10% 20% 30% 40% 50% 60% 70% 80% 90% Figura 2: Dimensioni del fenomeno Outsourcing in Europa (Fonte: European Outsourcing survey, Ernst & Young’s, 2008) Anche in Italia l’Outsourcing è un’opzione consolidata per la grande e media impresa; è una leva sempre più utilizzata per ottenere un buon rapporto qualità/costi e consente la variabilizzazione degli stessi. Nonostante le prospettive del mercato siano estremamente positive, è necessario, tuttavia, considerare gli elementi di difficoltà presenti e, in particolare: La dinamicità del mercato dell’Outsourcing, caratterizzato dalla nascita di numerose aziende e da imprese estremamente aggressive che cercano di distinguersi attraverso la certificazione dei servizi erogati e la fornitura di servizi a valore aggiunto ai clienti. I clienti richiedono sempre maggiori competenze, non solo in termini di qualità dei servizi, ma anche in termini di supporto nella standardizzazione dei propri processi. 16 Il mercato dell’ Outsourcing in Italia è in continua crescita (Figura 3). La crescente domanda e la dinamicità dell’offerta lo rendono sempre più competitivo. Europa Germania Belgio Italia Francia Spagna UK 0% 5% 10% 15% 20% 25% 30% Figura 3: Aumento percentuale della domanda futura di Outsourcing in Europa (European Outsourcing survey, Ernst & Young’s, 2008) 1.4. Fattori determinanti per le scelte di Outsourcing In generale una relazione di Outsourcing nasce con la decisione da parte del Management di un’organizzazione di esternalizzare parte delle sue attività. Questa decisione dipende da tre categorie di motivazioni: 1. Driver esterni, ovvero cambiamenti nell’ambiente esterno (con ripercussioni sui propri clienti, sui competitor, sulle tecnologie, sulla finanza, etc.) o cambiamenti di tipo governativo (leggi, norme, provvedimenti); 2. Driver interni, ovvero cambiamenti strutturali dell’azienda (fusioni, acquisizioni, etc.), delle caratteristiche interne (settore, dimensioni, struttura, livello di crescita), dei programmi di re- 17 ingegnerizzazione dei processi e di sviluppo e un’analisi della rilevanza delle funzioni interne; 3. Disponibilità di soluzioni alternative, ovvero possibilità nel mercato esterno di individuare provider che possano garantire l’erogazione di un servizio di qualità uguale o maggiore a fronte di una riduzione dei costi11. La riduzione dei costi è, in effetti, il motore principale che spinge all’esternalizzazione, ma in particolare attraverso l’Outsourcing il Management può ottenere risultati indiretti altrettanto importanti per l’organizzazione come, ad esempio, la possibilità di focalizzare l’attenzione e le proprie risorse interne sulle attività core business, con conseguente miglioramento degli obiettivi aziendali. Scegliere un fornitore di servizi altamente specializzato porterà, infatti, l’organizzazione ad avere la possibilità di accedere a nuove conoscenze e competenze non presenti internamente e di conseguenza al miglioramento dei servizi erogati (Figura 4). Le motivazioni per il ricorso all’Outsourcing si differenziano a seconda del profilo dell’organizzazione che vi ricorre, del mercato in cui opera, e della tipologia di Outsourcing implementato. 11 How to Develop and Apply SLAs in Outsourcing, William Maurer, Richard T. Mat lus, Gartner, 2007. 18 Figura 4: Motivazioni per il ricorso all’Outsourcing, (IT & Business Process Outsourcing, Conspectus, 2004) a. La riduzione dei costi aziendali 12 Sicuramente la più importante tra le ragioni di carattere tattico che inducono a ricorrere all'Outsourcing è legata alla necessità di ridurre o, quantomeno, di tenere sotto controllo la crescita dei costi fissi aziendali o, più in generale, dei costi operativi. Il ricorso all’Outsourcing consente, da un lato, di modificare la struttura dei propri costi aziendali, aumentando l’incidenza di quelli variabili e diminuendo l’incidenza di quelli fissi sui costi totali, dall’altro lato, grazie alle economie di scala e ad altri vantaggi connessi con la specializzazione del provider, permette di ridurre i costi operativi totali. Inoltre, imprese che tentano di svolgere tutte le funzioni in proprio possono incorrere in spese eccessive ed impreviste di ricerca, sviluppo o marketing, spese che dovranno essere trasferite sul cliente 12 Business Process outsourcing, The Competitive Advantage, Rick L. Click, Tho mas N. Duening, 2005 19 finale sotto forma di aumenti di prezzo e che, di conseguenza, possono rendere meno appetibili i prodotti dell’impresa sul mercato. b. Focalizzazione sulle attività “core” dell’organizzazione 13 Una consistente parte dei costi aziendali è imputabile ad attività definibili “non-core” che l’azienda deve svolgere senza avere la possibilità di avere benefici riguardo innovazione o qualità. L’Outsourcing permette all’azienda di concentrarsi sulle questioni generali, lasciando i dettagli operativi alla definizione di un esperto esterno. Esso è uno strumento manageriale che può condurre ad una maggiore chiarezza ed efficacia nel perseguimento degli obiettivi primari dell’organizzazione, che potrà in questo modo concentrarsi sul suo core-business. Per la maggior parte delle aziende vi è una sola ragione fondamentale che spiega la necessità di ricorrere all’Outsourcing, ovvero l’esigenza di liberarsi da tutti i problemi che riguardano non il “cosa fare”, ma il “come farlo”, l’approccio ad attività ausiliarie che non si sanno gestire pienamente. A volte la soluzione di questi problemi ostacola il processo decisionale aziendale, che rimane invischiato in decisioni che assorbono molto tempo ed attenzioni manageriali. Tutto questo può generare dei costi non solo di carattere finanziario ma anche in termini di opportunità non sfruttate. L’Outsourcing rende possibile all’impresa l'accelerazione della crescita ed il miglioramento dei risultati attraverso un’espansione 13 Outsourcing Applications: The Time Has Come, R. Terdiman, D. Bosik, Gartner, 1997 20 degli investimenti nelle aree che offrono maggiori vantaggi competitivi. È quindi di fondamentale importanza riuscire a selezionare quello tra i service provider che più rispetta i canoni di innovazione, qualità ed efficienza. c. Accesso diretto all’esperienza del service provider 14 Il fornitore del servizio in Outsourcing molto spesso raggiunge un grado di specializzazione e professionalità tale da poter operare in maniera competitiva su diversi mercati a livello internazionale. Questo fenomeno, può consentire al cliente che deleghi un’attività, di collaborare con un partner dal quale può apprendere una visione più globale dei processi, consentendo di venire a contatto con i più evoluti sistemi di gestione della specifica funzione aziendale. Le capacità del fornitore esterno sono, inoltre, il risultato di ingenti investimenti in tecnologie, ricerca e sviluppo e formazioni professionali specifiche per i dipendenti, oltre che delle esperienze connesse alla maggiore specializzazione. Spesso la specializzazione del vendor15 include precedenti esperienze nell’implementazione di soluzioni analoghe presso società concorrenti o comunque facenti parte dello stesso settore industriale. Questa professionalità può essere trasferita all’impresa-cliente sotto forma di applicazione di abilità, processi o tecnologie precedentemente acquisite ed ora applicabili nel nuovo contesto aziendale. In sostanza la partnership con un provider di servizi in Outsourcing di rilievo internazionale fornisce dunque i seguenti vantaggi : accesso a nuove tecnologie, strumenti e tecniche che l’organizzazione potrebbe non possedere; 14 OPBOK, International Association Outsourcing Professional, 2008 15 Altro no me per indicare un fornitore d i servizi 21 migliori opportunità di carriera per il personale, che eventualmente sia trasferito dall’organizzazione al provider; eliminazione dei costi di training associati all’acquisizione delle abilità necessarie a gestire le suddette innovazioni; accesso (seppur parziale) alle tecnologie, procedure e documentazioni in possesso al provider; maggiore efficienza nello svolgimento della funzione delegata; accesso a competenze aziendali e ad esperienze di processo che il fornitore ha acquisito presso precedenti clienti. d. Mancanza di capacità specifiche all’interno dell’organizzazione e difficoltà nella gestione di una funzione aziendale Nel caso in cui l’organizzazione non abbia all’interno della sua struttura, risorse necessarie in termini di capacità specifiche decide di ricorrere all’Outsourcing per sopperire a queste mancanze. Per esempio, se si è in fase di espansione aziendale, e specialmente se questa espansione avviene in nuovi mercati, l’Outsourcing costituisce un’alternativa praticabile e conveniente allo sviluppo in proprio, partendo da zero, di competenze specifiche riguardanti i nuovi problemi che la situazione di crescita impone di affrontare. L’Outsourcing permette di risolvere le criticità legate alla gestione di una funzione aziendale ma, nonostante ciò, non va considerata come una soluzione che porta a spostare tutta la responsabilità sul fornitore di servizi e non va considerata neppure come una soluzione che possa in qualche modo risanare nel breve periodo la situazione di imprese in difficoltà. 22 Se in un’azienda si riscontrano, infatti, difficoltà nella gestione di una funzione aziendale, l’approccio corretto a questa situazione dovrebbe consistere nel rintracciare le cause, prima di poter procedere all’implementazione di metodi di diverso genere. Dopotutto, se un’azienda non è in grado di individuare le cause che impediscono il superamento delle difficoltà, essa non sarà neppure in grado di comunicarle ad un potenziale provider. e. Riduzione dei rischi 16 Agli investimenti attuati da un’organizzazione sono sempre associati notevoli rischi. Attraverso l’Outsourcing un’azienda diviene più flessibile, più dinamica, più abile nel cogliere i cambiamenti e le mutevoli opportunità offerte dal mercato. I mercati, la competizione, le leggi ed i regolamenti, le condizioni dei mercati finanziari e le tecnologie sono soggetti a cambiamenti rapidissimi e ciò rende difficile assumere le giuste decisioni di investimento. L’Outsourcing è lo strumento più indicato per suddividere tali rischi tra più imprese. Il service provider prende decisioni di investimento non sulla base delle prospettive di mercato di una sola impresa, bensì sulla base della combinazione delle prospettive di mercato di tutte le imprese sue clienti. In questo modo il rischio connesso ad errate previsioni di mercato e conseguentemente di carichi di lavoro può essere attenuato. 16 Business Process outsourcing, The Competitive Advantage, Rick L. Click, Thomas N. Duening, 2005 23 1.5. Gli ambiti di applicazione dell’Outsourcing Ci sono tre tipologie principali di funzioni che potrebbero essere candidate ad un processo di esternalizzazione e queste sono: Funzioni accessorie: si affida a terzi la gestione di attività commodity 17 al fine di focalizzare le risorse dell’azienda per ottenere un maggior livello in termini di performance delle prestazioni e di diminuzione dei costi. Funzioni di questa categoria richiedono competenze che sono ampiamente disponibili sul mercato e la loro gestione può essere facilmente decentrata. Tali funzioni comprendono attività di manutenzione e di ristorazione. Funzioni specialistiche ma non-core: queste funzioni richiedono competenze specialistiche che non sono disponibili “in-house”, a causa delle dimensioni del società (non è raggiunta la dimensione critica necessaria per giustificare la loro gestione "in house") oppure le competenze che sono richieste non fanno parte del core business dell’organizzazione. Queste funzioni comprendono la formazione e la gestione delle risorse umane e le attività di tipo IT. La decisione di esternalizzare queste funzioni si basa più sulla necessità di ottenere competenze s pecializzate, altrimenti non disponibili, che sull’ottimizzazione dei costi aziendali. Funzioni Core-business: queste funzioni rappresentano il capitale intellettuale delle imprese. La decisione di esternalizzare è rara: più che un rapporto di Outsourcing si instaura una partenership, tra l’organizzazione ed il provider, in cui l’organizzazione mantiene il controllo delle attività. 18 17 Attività ritenute non strategiche 18 Outsourcing: the rise of fragmentation, Ernst & Young’s, 2008 24 Nonostante la sempre più vasta gamma di attività esternalizzate, le funzioni maggiormente interessate dall’Outsourcing sono quelle della prima categoria (funzioni accessorie), la decisione di fare Outsourcing, infatti, è guidata maggiormente dall’intento di diminuire i costi aziendali. Le attività di manutenzione sono in cima alla lista delle funzioni esternalizzate, seguite dalle attività di distribuzione e logistica (Figura 5). La maggior parte delle aziende si rivolge ad imprese esterne specializzate soprattutto per servizi di import/export, di controllo merci e per la gestione del magazzino. All’interno delle attività che sono ritenute “non-core” dalle imprese troviamo l’IT e le telecomunicazioni. L’Information Technology (IT) negli ultimi anni si è trasformata da strumento di supporto ad elemento competitivo determinante per consolidare e migliorare il posizionamento dell’impresa rispetto al proprio mercato di riferimento. L’importanza del sistema informativo aziendale è cresciuta in parallelo con l’evoluzione delle tecnologie informatiche: esso non è più un semplice strumento di automazione di procedure operative, ma può contribuire al perseguimento o perfino alla ridefinizione della strategia aziendale. Per queste ragioni la gestione del sistema informativo richiede, anche per le piccole e medie imprese, competenze e processi di pianificazione sempre più raffinati la cui mancanza costituisce un vincolo allo sviluppo di quelle aziende che non dispongono nel loro organico di persone specializzate, in grado di garantire adeguati livelli di produttività ed una tempestiva attività di aggiornamento. Nei prossimi paragrafi verrà approfondita questa specifica forma di Outsourcing, in quanto il caso di studio che si andrà ad analizzare nel quarto capitolo verterà sull’analisi di un rapporto di collaborazione incentrato sull’esternalizzazione di una delle funzioni IT 25 frequentemente date in Outsourcing (Figura 6) e cioè la manutenzione degli apparati hardware. Funzioni di manutenzione Distribuzione/Logistica/Trasporti IT/Telecomunicazioni Risorse umane Amministrazione e finanza Sviluppo del prodotto Marketing e vendite 0% 10% 20% 30% 40% 50% 60% 70% 80% Figura 5:Funzioni maggiormente esternalizzate (Fonte: European Outsourcing survey, Ernst & Young’s, 2008) 1.6. L’Outsourcing delle funzioni IT L’Information Technology è l'insieme di studio, progettazione, sviluppo, implementazione, e gestione dei sistemi informativi computerizzati con particolare attenzione alle applicazioni software ed ai componenti hardware che le ospitano; è anche un ambito di studio che si occupa dell'archiviazione, dell'elaborazione, della trasformazione e della rappresentazione delle informazioni con l'aiuto del computer e delle tecnologie a esso connessi. Il fine ultimo dell'IT è la manipolazione dei dati tramite conversione, immagazzinamento, protezione, trasmissione e recupero sicuro delle informazioni. Tuttavia, non risulta facile fornirne una definizione univoca, poiché non esiste una generale e condivisa definizione. L'IT può essere 26 considerata anche come risorsa essenziale delle organizzazioni, all'interno delle quali diventa sempre più importante riuscire a gestire in maniera rapida, efficace ed efficiente il volume crescente di informazioni. Proprio per questo motivo l’IT va considerata come una vera e propria arma strategica in grado di mettere a disposizione dati e informazioni qualitativamente migliori nell’ambito dell’organizzazione. 19 I primi casi di Outsourcing IT, nelle forme in cui lo si intende oggi, risalgono agli anni ’70, quando si afferma la tendenza alla ricerca di “flessibilità organizzativa” in grado di ottimizzare la dimensione delle unità aziendali e così, soddisfare la spinta a concentrare le risorse e gli sforzi sul core business. Gli anni ’80 sono caratterizzati dalla costituzione, da parte di alcune imprese, di aziende autonome dedicate alla gestione delle attività informatiche allo scopo di controllare meglio i costi. A metà degli anni ’90, l’Outsourcing IT era ritenuto essenzialmente uno strumento efficace nel contenere i crescenti costi del personale informatico e delle tecnologie. La seconda metà degli anni ’90 ha visto poi il fenomeno dell’Outsourcing IT evolvere in modo rilevante, con l’affermarsi di scelte più selettive rispetto al “total Outsourcing”20, con l’avvio di una fase di riflessione sulle esperienze maturate, con una maggiore attenzione ai sistemi di controllo, e con la comparsa di nuove forme di “esternalizzazione”. Oggi la scelta di esternalizzare funzioni IT deriva da considerazioni che vanno definitivamente oltre la sola riduzione dei costi e che riguardano, piuttosto, la volontà delle organizzazioni di migliorare tali funzioni sotto il punto di vista della qualità e dell’innovazione del servizio offerto. Tuttavia, la barriera psicologica che rende tiepida l’accettazione sull’Outsourcing IT risiede nel timore che il service 19 Wikipedia, L’enciclopedia libera, 2008 20 Si rimanda alla defin izione in par. 1.2 27 provider non sia in grado di occuparsi adeguatamente di dati di vitale importanza per l’impresa. 1.6.1. Le tipologie di Outsourcing IT Alle organizzazioni che intendono ricorrere all’Outsourcing dei servizi informatici si presenta il duplice problema dell’individuazione della soluzione più adatta alle proprie esigenze e dell’effettiva capacità del mercato dei fornitori di servizi di soddisfarla pienamente. Come visto nei paragrafi precedenti21, l’Outsourcing può essere classificato in due categorie: il Total Outsourcing ed il Selective Outsourcing. Anche nell’ambito dell’Information Technology Outsourcing troviamo la medesima distinzione tra Outsourcing Globale ed Outsourcing Selettivo 22 . Nell’Outsourcing Globale le risorse sono tutte, o quasi, gestite direttamente dal fornitore. Tali risorse, tra le quali si include il più delle volte anche il personale, generalmente sono le seguenti: Gli elaboratori e le loro periferiche Le postazioni di lavoro L’infrastruttura di Networking Le linee di telecomunicazione Il software di sistema Il software applicativo Help desk e documentazione 21 Precisamente al par. 1.2. 22 AIEA- L'Outsourcing IT- Best Practice e Auditing, 2006 28 Con l’Outsourcing Globale l’azienda si propone di perseguire obiettivi strategici quali, ad esempio, l’aumento di efficienza operativa e la reale possibilità di concentrare le risorse interne sul core business. L’Outsourcing Selettivo è la forma di Outsourcing che ha per oggetto alcuni processi, servizi o attività del servizio informatico. Il principale vantaggio che l’Outsourcing Selettivo consente di raggiungere è l’accesso diretto a particolari risorse, quali: Specifiche competenze professionali Soluzioni applicative mirate Tecnologie di nicchia o particolarmente innovative. La selettività privilegia la specializzazione e alleggerisce l’organizzazione, ottimizzando l’impiego delle risorse e rendendo più agevole il raggiungimento dei benefici economici. Nell’ambito dell’Outsourcing Selettivo si possono distinguere, nuovamente, diverse tipologie: Outsourcing verticale, che copre uno o più ambiti funzionali del portafoglio applicativo aziendale; System management, che copre l’area dei sistemi di le componenti elaborazione e del software di sistema; Network management, che riguarda dell’infrastruttura di comunicazione; Desktop management, che riguarda le postazioni di lavoro; End user computing, che copre l’ambito della gestione degli ambienti elaborativi distribuiti; Application management, che riguarda la manutenzione, l’esercizio e lo sviluppo del software applicativo del cliente; 29 Outsourcing di processi/funzioni IT, quali la qualità, o altri servizi specifici anche professionali consulenziali. I servizi IT oggetto di Outsourcing hanno risentito, nel corso degli anni, dell’evoluzione della tecnologia informatica e del contesto economico (figura 7). La complessità crescente del mondo dell’IT e la sua carica innovativa ci pongono di fronte alla comparsa di sempre nuovi servizi con un alto livello di specializzazione. È il raggiungimento di questa specializzazione, congiuntamente alla variabilizzazione dei costi, che induce all’esternalizzazione dei processi IT. Gestione telecomunicazioni Gestione network Gestione software e hardware Manutenzione delle applicazioni 0% 5% 10% 15% 20% 25% 30% 35% 40% 45% 50% Figura 6:Principali servizi IT che sono o possono essere oggetto di Outsourcing (Fonte: The Outsourcing institute’s, IT Index, 2001) L’Outsourcing emerge come uno degli strumenti manageriali, di carattere tattico e strategico, che ha conosciuto la maggiore espansione negli ultimi anni e che continuerà ad evolversi in diversi ambiti e in sempre nuove applicazioni, assecondando un mercato che, soprattutto nell’ambito dell’Information Technology, è sempre in continua espansione e che per crescere ha bisogno di alta specializzazione e qualità. 30 Le motivazioni per cui si sceglie di ricorrere all’ Outsourcing IT non sono poi così diverse da quelle che spingono ad esternali zzare qualsiasi altra funzione, cioè: Ridurre i costi e renderli variabili. Aumentare la velocità di attuazione delle attività. Ridurre i rischi di capitale nella gestione della funzione IT in continua evoluzione ed affidare la ricerca e lo sviluppo, hardware e software, a fornitori specializzati in tale ambito. 23 3% 3% Innovazione 3% 4% Conservazione Capitale Aumento Qualità 9% Aumento velocità attuazione 49% 12% Accesso a nuove capacità Struttura variabile dei costi Migliorare gli obiettivi 17% Ridurre i costi Figura7:Motivazioni alla base della scelta di Outsourcing IT (IT & Business Process Outsourcing, Conspectus, 2004) 23 Data Center Outsourcing in Europe: Where It Stands, and Why It Won't Stand Still, Gianluca Tramacere, Claudio Da Rold, Gartner, 2005 31 1.7. Criticità nell’imple mentare un percorso di Outsourcing Il percorso che porterà un’organizzazione ad esternalizzare una sua funzione, come si è visto nei paragrafi precedenti, è molto articolato e complesso. L’organizzazione deve, quindi, stabilire come prima cosa qual è la funzione che intende esternalizzare facendo uno studio accurato della sua struttura interna e affidandosi a strumenti di analisi come per esempio l’analisi SWOT che ha l’obiettivo di valutare le reali capacità dell’organizzazione, in termini di competenze nell’ambito dell’Outsourcing, coalizione strategica, impatto sui clienti, process expertise, governance style, gestione delle relazioni. S (punti di forza) W (punti di debolezza) Stakeholders favorevoli al progetto. Stakeholders sfavorevoli al progetto. Struttura ben definita per affrontare il percorso di cambiamento. Scarse capacità di project management per affrontare il cambiamento. T (minacce) O (opportunità) Riduzione costi. Perdita di conoscenze Reinvestimento di capitali. Perdita di controllo Vantaggi competitivi. Perdita di clienti Acquisizione di nuove capacità Fallimento dell’Outsourcing Figura 8: esemp io di analisi SWOT per un progetto di Outsourcing Analizzando il rapporto di Outsourcing in questo modo è facile individuare (grazie all’analisi svolta nei precedenti paragrafi) quelli che sono i punti che andranno ad aggiungersi nell’analisi dell’organizzazione classificati come in figura 8: 32 Punti di forza: tra questi troviamo il consenso di tutti gli stakeholders coinvolti nel progetto, senza il quale l’attuazione dello stesso non sarebbe possibile. Ad aggiungersi al consenso abbiamo la creazione di una struttura solida per affrontare il percorso di cambiamento. Punti di debolezza: rappresentano tutto quello che può in qualche modo fermare il processo di esternalizzazione (esattamente l’opposto dei punti di forza). Opportunità: le opportunità sono quelle tipiche di un rapporto di Outsourcing e cioè: riduzione dei costi, reinvestimento di capitali, vantaggi competitivi, acquisizione di nuove capacità. Minacce: quando si decide di esternalizzare bisogna dare particolare importanza a questa voce che ci permette di avere sotto controllo aspetti molto rilevanti della vita aziendale. Partendo da queste, infatti, l’organizzazione può valutare l’effettivo vantaggio/svantaggio che si ha implementando l’Outsourcing e le eventuali linee attuative (analisi approfondite, clausole inserite nel contratto,..) che possono in qualche modo eliminare queste minacce. Si dovrà stabilire, poi, quelle che sono le priorità, fissando obiettivi chiari che non potranno essere messi in discussione in nessun caso. Molto spesso, infatti, le organizzazioni che intendono intraprendere un percorso di Outsourcing non sanno cosa vogliono esattamente dal rapporto con i loro fornitori. Le specifiche trasmesse non sono chiare, i dati storici relativi ai trend aziendali fino a quel momento non sono stati sufficientemente analizzati per poter fare delle previsioni future; potrebbe verificarsi, infatti, che uno studio poco attento del mercato porti a definire degli obiettivi che cambieranno nel tempo. Dopo l’analisi preliminare che porterà alla scelta di un service provider l’organizzazione dovrà gestire il cambiamento che sarà 33 apportato. Esternalizzare una funzione significa, infatti, apportare cambiamenti drastici all’assetto organizzativo che non sempre vengono accettati dai dipendenti e che se non gestiti correttamente possono portare al fallimento del rapporto stesso (Figura 10). Si dovrà prima di tutto effettuare un buon piano di comunicazione che fin dalle prime fasi del processo informi tutti gli attori coinvolti nel cambiamento delle intenzioni del Top Management in modo da creare commitment ed evitare situazioni di malcontento. In questa fase, infatti, è molto importante il coinvolgimento del Top Management (come già ricordato nei paragrafi precedenti, l’Outsourcing è una scelta di strategia aziendale che può comportare grandi trasformazioni organizzative e di mission aziendale). Gli obiettivi principali della comunicazione sono: Rendere il personale consapevole della vision che guida il cambiamento; Comunicare con precisione e competenza con i dipendenti circa l'entità e le implicazioni dell’iniziativa di Outsourcing; Rendere partecipe il personale (ascoltare opinioni, pareri, lamentele…); Rassicurare il personale sulle modalità con cui verrà affrontato il cambiamento; Trovare rapide soluzioni agli eventuali problemi che nasceranno lungo il percorso; Stimolare il personale al raggiungimento degli obiettivi; Un’aperta e onesta comunicazione aumenta il grado di condivisione dei nuovi progetti da parte del personale 24(Figura 9). 24 Successfully Managing the Transition to Outsourced Services, Scott Lever, IAOP, 2008 34 oComunicazione Comunicazione ef f icace Consenso efficace Comunicazione inef f icace Tempo Figura 9: grado di accettazione del camb iamento connesso alla co municazione Si passa quindi alla fase di transizione che vedrà il trasferimento di personale e asset al service provider. Passaggio critico per le organizzazioni che subiranno sicuramente la perdita di know-how di quella particolare attività; il personale, prima impiegato in specifiche mansioni, ora non più presenti all’interno dell’organizzazione, dovrà essere ricollocato o, in alcuni casi, ceduto al provider. In questo particolare caso oltre alla perdita di know-how l’organizzazione andrà incontro ad una serie di problematiche relative all’unicità del rapporto. Trasferendo le conoscenze al provider, infatti, si incorre nel pericolo che questo le utilizzi per altri rapporti di Outsourcing con organizzazioni concorrenti. Molti sono gli aspetti che l’Outsourcee dovrà curare alla stesura dell’accordo come, ad esempio, assicurarsi che il rapporto con il provider sia univoco e che questo non si appoggi ad altre entità di 35 supporto (Figura 10); in questo caso il controllo potrebbe rivelarsi molto difficile da gestire. Il controllo delle performance, infatti, è un altro fattore di particolare rilevanza; i livelli di servizio concordati dovranno essere sempre monitorati in modo da avere in qualsiasi momento una visione chiara della situazione in atto. Nel caso in cui l’Outsourcing fallisse il backsourcing25 non deve creare eccessivi problemi (e questo dipende soprattutto dal rapporto instaurato, a monte, con l’Outsourcer) soprattutto in termini di incidenza sul budget e sul personale. A volte le aziende raccolgono solo insuccessi dalla loro scelta di esternalizzazione e ritengono opportuno di abbandonare la soluzione adottata per riallocare le funzioni delegate: ritornano a produrre internamente quei beni e quei servizi che avevano deciso di appaltare. Questa scelta, però, non deve portare a ritenere, nel modo più assoluto, che l’insourcing rappresenti il fallimento dell’attività “terziarizzata”. Spesso, infatti, la responsabilità di tali insuccessi è da attribuire proprio alle imprese che, o per la diffidenza, o per l’inesperienza, non valutano, o meglio sottovalutano, alcuni importanti segnali di allarme ( ad es. la scelta di un fornitore privo di referenze). 25 Riallocamento 36 Figura10:Cause del fallimento del rapporto di Outsourcing (Fonte: IT & Business Process Outsourcing, Conspectus, 2004) Allo scopo di superare le criticità appena menzionate, una soluzione possibile viene spesso identificata nella tutela contrattuale del rapporto di Outsourcing. La ricerca della compliance rispetto al contratto viene in tal senso vista come garanzia del rapporto. Nel capitolo II tali aspetti saranno oggetto di ulteriore approfondimento. 37 Capitolo II Il contratto di Outsourcing: caratteristiche generali e specificità dell’Outsourcing IT 2.1. Pre messa In questo capitolo si passerà ad analizzare il contratto di Outsourcing (2.2) dalle sue fasi iniziali fino alla sua naturale conclusione (2.4). Si analizzerà nello specifico il contratto di Outsourcing IT (2.3) e le sue caratteristiche; questa particolare tipologia di contratto sarà, infatti, trattata nel caso di studio che verrà analizzato nel quarto capitolo. In conclusione, alcune considerazioni sul contratto in modo da sottolinearne gli aspetti salienti e le maggiori problematiche ad esso connesse (2.5). 2.2. Il contratto di Outsourcing Come evidenziato nel capitolo I, l’Outsourcing è una collaborazione regolamentata da un contratto stipulato dal committente (Outsourcee), ovvero l’organizzazione che sceglie di esternalizzare parte delle sue attività interne, e un Service Provider (Outsourcer). La relazione tra committente e Service Provider si configura come una Partnership stabile nel tempo e caratterizzata da una responsabilità condivisa sui risultati del processo: L’Outsourcee mantiene la responsabilità finale sul processo/servizio/attività; L’Outsourcer, a differenza di altre forme di esternalizzazione, si assume la responsabilità per i risultati prefissati. 38 Figura 11:Schema relativo ad un rapporto di Outsourcing Per contratto di Outsourcing, quindi, si intende l'affidamento da parte di un’entità economica (cliente o committente) di tutta o di una parte sostanziale di una determinata funzione ad un’ organizzazione esterna dotata delle competenze professionali e tecnologiche necessarie per lo svolgimento delle attività per garantire la continuità nel lungo periodo. Il contratto di Outsourcing cattura: Gli intenti della relazione ; Le modalità di gestione della relazione ; Il campo di applicazione ; Le responsabilità delle parti; Le modalità di valutazione dei risultati; Le modalità di pagamento al service provider26 . Strutturalmente, la maggior parte dei contratti di Outsourcing sono divisi in tre sezioni distinte: una prima sezione in cui si trovano i termini del contratto, una seconda in cui viene specificato il campo di 26 AIEA- L'Outsourcing IT- Best Practice e Auditing, 2006; Best Practices for Renegotiating Outsourcing Contracts , Helen Huntley, Gartner, 2008 39 applicazione ed una terza in cui vengono indicati i costi. Questa struttura rende più facile descrivere gli accordi che comprendono i diversi tipi di servizi e che consente, inoltre, per ogni principale area di servizio esternalizzato, di essere gestita separatamente. La sezione in cui sono collocati i termini del contratto definisce l'intento della relazione e come sarà gestita; essa contiene le condizioni contrattuali che disciplinano l'accordo globale. Durante la fase di negoziazione verranno definite le norme che dovranno regolamentare in dettaglio e nel rispetto della normativa vigente modalità operative, criteri di valutazione delle prestazioni, responsabilità e sanzioni. Questa fase è caratterizzata da un intenso coinvolgimento delle parti, in cui le tensioni interne, dovute soprattutto all'ansia che una decisione strategica potenzialmente irreversibile può provocare, si aggiungono ai costi elevati connessi alla rivoluzione organizzativa in corso. Uno o più sezioni del contratto servono a descrivere il campo di applicazione dei servizi ( i servizi esternalizzati possono essere molteplici) e sono utilizzate per delineare il tipo, la portata e la natura di tutte le prestazioni che devono essere fornite dal provider e le modalità in cui queste saranno rese disponibili. Generalmente, le attività da svolgere sono descritte in modo molto dettagliato, congiuntamente ad una attribuzione delle responsabilità e dei doveri ad esse associate. L'intento è quello di rendere questa sezione più chiara possibile in modo che il service provider non possa in nessun modo fraintenderne le specifiche e gli obiettivi 27. Un’altra scelta che l’organizzazione si trova a dover affrontare è la durata del contratto di Outsourcing, che varia in base alle attività che si intende esternalizzare. Tanto più queste attività avranno bisogno di continuità nel tempo, tanto più il contratto sarà lungo. Solitamente è 27 Struttura necessaria a delineare aspetti chiave trattati nel cap.1 par.6 40 prevista una clausola di rinnovo tacito, in modo da permettere al fornitore di recuperare gli investimenti e all'azienda cliente di godere dei vantaggi organizzativi ed economici che l'operazione di esternalizzazione comporta e deve permettere al cliente di acquistare stabilità 28. Un altro fattore che differenzia il contratto di Outsourcing dai contratti di stampo “tradizionale”, è costituito dalle modifiche in corso d’opera che, nei contratti “tradizionali”, rappresentano delle eccezioni, e sono guardate con un certo sospetto da parte della committenza. In un rapporto di Outsourcing, infatti, l’esigenza di tali modifiche fa parte della normalità, tanto che una sistematica assenza di tale esigenza si dovrebbe considerare, semmai, come segnale di potenziale criticità. Il contratto, infatti, deve tener conto delle mutevoli esigenze del mercato, a tale proposito sembra evidente l’impossibilità di regolare ex ante, tramite una specifica clausola, tutta la complessità del continuo adeguamento del rapporto tra le parti all’evoluzione aziendale ed alle dinamiche tecnologiche e di mercato. Esiste, piuttosto, una serie di predisposizioni e/o di clausole che, nel loro insieme, contribuiscono a determinare una sorta di codice comportamentale in grado di favorire la collaborazione tra le parti e permettere di gestire al meglio questa dinamica continua. 29 28 Vannutelli, 1994 29 AIEA- L'Outsourcing IT- Best Practice e Auditing, 2006; Best Practices for Renegotiating Outsourcing Contracts , Helen Huntley, Gartner, 2008. 41 2.2.1. Definizione dei criteri di scelta30 Prima di intraprendere un percorso di esternalizzazione, è importante stabilire con chiarezza gli obiettivi da perseguire 31 . Tali requisiti devono essere definiti in modo da poter essere tradotti in requisiti contrattuali includendo i servizi di base e la definizione dei livelli di servizio. L’organizzazione deve stilare un documento completo, che indichi gli attuali costi impiegati per raggiungere determinati livelli di servizio e le performance attese dal service provider. Oltre a ciò, l’organizzazione dovrà stabilire: i requisiti fisici adeguati al processo (ad esempio, attrezzature specializzate, stazioni di lavoro); le procedure necessarie (ad esempio, la privacy e le politiche di sicurezza); i requisiti del personale addetto al servizio (specializzazioni, esperienze, etc.). Una volta delineate le esigenze dell’organizzazione, dovrà essere pianificato un metodo di comunicazione di tali requisiti al mercato dei fornitori. L'approccio più strutturato da utilizzare è quello di valutare i requisiti dei service provider; tali requisiti possono includere la salute finanziaria, l’attuale gamma di servizi erogati, l’esperienza maturata negli anni e gli attuali clienti. In pratica, l’organizzazione emana una richiesta di informazioni ( RFI ) 32 nella quale, di solito, si trovano una vasta gamma di dati che il provider è tenuto a fornire. L’RFI comprende, quindi, una serie di informazioni che potrebbero avere un 30 The manager’s step-by-step guide to Outsourcing, Linda R. Do minguez, M cGraw-Hill, 2006 31 Cap.1 par.6 32 Request for information 42 impatto significativo sull’organizzazione che decidesse di affidare le sue attività a quel particolare vendor. Il documento che, comunque, è più utilizzato dalle organizzazioni è l’RFP ( Request For Proposal). L’RFP è utilizzato per definire i requisiti dell’organizzazione richiedente (la portata, gli obiettivi, i servizi, i prodotti, le condizioni commerciali, etc.) così che il service provider possa fare una proposta da valutare in un momento successivo. Un efficace RFP, tipicamente, riflette la strategia di breve e lungo periodo dell’organizzazione e ne delinea gli obiettivi fornendo informazioni dettagliate su cui i fornitori di servizi saranno in grado di offrire le proprie proposte. 2.2.2 Selezione e scelta del service provider Una volta definiti i requisiti di scelta è possibile affrontare il problema della selezione di uno o più service provider che siano in grado di fornire i servizi richiesti. I provider possono essere classificati in base ad una serie di caratteristiche, quali la vicinanza geografica, le dimensioni (piccole, piccole e medie, medio-grandi, grandi) e le specializzazioni. Essi possono essere uno (single vendor) o più di uno (Best of Breed), in base al servizio richiesto (Figura 12) : Unicità e maturità del processo sviluppato; Grandezza delle attività/processi destinati all’Outsourcing; Complessità delle organizzazioni (geografica, dei comparti) che fruiscono del servizio; Capacità di gestire più processi di sourcing; 43 14% Non sa Multi vendor 52% 34% Single vendor Figura 12: Percentuali relative alla scelta di single vendor o multi vendor (Fonte: IT & Business Process Outsourcing, Conspectus, 2004) Allontanandosi dal modello cliente-fornitore, l'outsourcer cessa di essere semplicemente un venditore per diventare un business-partner che offre prodotti e servizi personalizzati e coerenti con la strategia dell'impresa. Il rapporto antagonistico tra cliente e fornitore viene ridefinito in modo tale da riflettere una condivisione di rischi ed opportunità 33 . Numero di fornitori Best of Breed Venditore singolo Semplicità di Governance Vantaggi Condivisione dei rischi Economie di scala Competizione Partnership di lungo periodo Miglior prezzo/risultati di rapporto Innovazione Dipendenza Rischi Complessità di Governance Figura 13: Caratteristiche relat ive al modello di imp lementazione dell’Outsourcing in base alla scelta di uno o più forn itori 33 Durante e Gav inelli, 1997 44 Per garantire una buona partnership, quindi, l’organizzazione che intende attuare l’esternalizzazione deve impegnarsi in una accurata selezione e conoscenza del partner per poter, poi, iniziare il dialogo con quest’ultimo 34. Il mancato raggiungimento di un compromesso, in sede di negoziati, potrebbe portare alla chiusura anticipata del rapporto; se l’accordo è raggiunto, invece, il rapporto inizia “ufficialmente”. Ci sono diversi modi per individuare i potenziali fornitori di servizi e tra questi35: Bidders Conference36 Presentazione dei service provider Lista di referenze Due diligence Visite in loco Debriefing Sessions37 Valutazione e selezione Tra queste la metodologia che più di tutte viene messa in atto per analizzare il valore e le condizioni di un service provider è la Due Diligence38 che permette di analizzare: Il Business background e la stabilità della compagnia del service provider. 34 Best Practices for IT Outsourcing Site Visits: Provider Sites, Richard T. Matlus, Gartner, 2006 35 OPBOK, International Association Outsourcing Professional, 2008 36 Riunione degli offerenti 37 Riunione atte allo scopo di ricevere informazioni 38 Identifica il processo investigativo che viene messo in atto per analizzare valore e condizioni di un'azienda, o di un ramo d i essa, per la quale vi siano intenzioni d i acquisizione o investimento (Wikipedia). 45 Il possesso delle infrastrutture necessarie per adempiere gli obblighi contrattuali. Il possesso di risorse di personale (già esistenti o di un piano per l'acquisizione e la formazione) necessarie per fornire i servizi. Il possesso di strumenti e metodologie in grado di assicurare le conoscenze e le competenze in materia di servizi. Il track record riferimenti per dimostrare la continuità di funzionamento per un periodo di tempo. Ogni fase della Due Diligence deve essere affrontata in modo chiaro e funzionale per poter garantire la migliore e la più consapevole scelta possibile per l’organizzazione. Tecniche specifiche Referenze/reputazione Prezzo Posizione geografica Linguaggio/cultura Scalabilità Certificazioni Flessibilità del contratto Altro Risorse disponibili 0% 2% 4% 6% 8% 10% 12% 14% 16% 18% 20% Figura 14:Criteri di selezione del service provider (Fonte: Outsourcing Survey Results, TrestleGroup, 2004) 46 2.3. L’importanza del controllo delle performance in un rapporto di Outsourcing Gestire un rapporto di Outsourcing con successo è, ancora oggi una sfida per le organizzazioni che intendono procedere in questo percorso per raggiungere determinati obiettivi e per i vendor che dovranno perseguirli39 . Nonostante i benefici potenziali dell’esternalizzazione (che sono stati a lungo articolati nei capitoli precedenti) la natura complessa di un accordo di Outsourcing si presta a notevoli problematiche relative alla gestione del rapporto che intercorre tra l’Outsourcee e l’Outsourcer. Sebbene la gestione del rapporto tra le due parti sia una componente chiave per il successo di qualsiasi progetto di Outsourcing, molto spesso è la parte più trascurata dell’intero processo. Il successo della gestione di un rapporto di Outsourcing dipende molto, anche, da come sono definiti i requisiti di scelta del fornitore, gli obiettivi che si intende perseguire e la redazione del contratto, facendo molta attenzione alle clausole di recessione dello stesso. Comunque è di fondamentale importanza, per il successo di una collaborazione di Outsourcing, definire una struttura di controllo che porti alla verifica puntuale e costante di tutti i livelli di servizio contenuti nel contratto. Per fare questo bisogna affidarsi ad un sistema di misurazione/monitoraggio delle performance, che è lo strumento che consente di esercitare il vero e proprio controllo. Le organizzazioni, ad oggi, richiedono prestazioni sempre più elevate ed il mercato dei service provider è sempre più maturo, perciò la collocazione dei service level agreement nei contratti diviene sempre più di rado un’eccezione. 39 Cap.1 par.6 47 Alcuni obiettivi comuni per voler utilizzare i service level agreement 40 sono: Valutare le aspettative dell’utente finale: l’organizzazione può utilizzare gli SLA, come strumenti per comunicare con gli utenti finali che avranno una visione chiara sui livelli e gli obiettivi del contratto di Outsourcing Monitorare le performance: gli SLA servono all’organizzazione per valutare le prestazioni del service provider. Dimostrare il rispetto dei termini del contratto: monitorando gli SLA il provider può dimostrare il rispetto o l’inadempienza dei termini del contratto e applicare i bonus e le penali relative 41 Alcune delle tecniche più comuni utilizzate per stabilire gli SLA sono: SLA già esistenti: alcune organizzazioni hanno definito gli SLR per il conseguimento delle performance già prima di intraprendere il processo di Outsourcing. In questo caso si ha un punto di partenza già collaudato. Dati storici: se l’organizzazione ha dei dati storici che documentano le prestazioni ottenute prima dell'esternalizzazione può, congiuntamente con il provider, utilizzare tali dati per definire i livelli di servizio adeguati. Benchmarking delle prestazioni future: se l’organizzazione non ha a disposizione dati storici su cui basarsi effettuerà una stima, congiuntamente al provider, di dati raccolti nel mercato di aziende operanti nello stesso settore o durante un periodo di 40 I Service Level Agreement (SLA) sono strumenti contrattuali attraverso i quali si definiscono le metriche di servizio che devono essere rispettate da un fornitore di servizi 41 Business Process Outsourcing, The Competit ive Advantage, Rickl. Click Tho mas N. Duening, 2005 48 tempo rappresentativo. I dati raccolti saranno utilizzati per definire gli SLA. Esigenze dei clienti: si stabiliscono i livelli di servizio sulla base di esigenze degli utenti finali. 42 L’organizzazione deve specificare quale sarà il livello di dettaglio che desidera includere nei service level agreement. Il concetto di service level sta diventando sempre più comune; le organizzazioni ed i provider stanno diventando sempre più innovativi per quanto riguarda la loro formulazione nei contratti di Outsourcing. Il controllo è molto difficile, se non impossibile, quando tutto il processo aziendale da controllare è gestito da altri, perché di norma non si ha la possibilità di accedere direttamente alle strutture di controllo. Se analizziamo ad esempio un rapporto di Outsourcing di una funzione IT notiamo che quest’ultimo è generalmente realizzato nel seguente modo: il provider ha (in proprietà, leasing, comodato d'uso, ecc.) gli elaboratori; il provider ha le licenze per eseguire su questi elaboratori dei programmi; il provider ha il personale tecnico per configurare, gestire, controllare e mantenere sia gli elaboratori sia i programmi, nel caso anche tramite servizi sub-appaltati a terze parti; gli operatori dell’organizzazione collegano i propri terminali agli elaboratori del provider per eseguire le operazioni necessarie al processo aziendale in questione. 42 Managing successful IT Outsourcing relationships, Petter Gottschalk&Hans Solli-Sæther, 2006 49 In questo contesto si capisce molto bene la difficoltà che l’azienda incontra nel cercare di gestire il controllo delle performance nel migliore dei modi. Le verifiche degli SLA sono un aspetto fondamentale da tenere in considerazione e devono poter essere effettuate in modo indipendente dalle parti ed in alcune situazioni conviene che siano team congiunti ad occuparsene. Le verifiche possono essere fatte in modo periodico e predeterminato, ma si deve anche permettere a ciascuna delle due parti di attivare una procedura di verifica non predeterminata nel caso in cui ritenga che ci siano dei problemi. Nel caso di meccanismi Bonus/Malus è importante che nel contratto siano chiaramente indicate le soglie che fanno scattare il meccanismo di premio/penalizzazione, chi è deputato alla misurazione e quali parametri sono utilizzati nella misurazione. Per evitare contenziosi tra le parti, potrebbe essere utile nominare una terza parte alla quale affidare la verifica degli SLA secondo procedure predefinite. Una volta che i livelli di servizio sono stati decisi dall’organizzazione e dal provider, si studiano le possibili azioni da intraprendere nel caso in cui il provider non riesca a soddisfarli. L’organizzazione può: Analizzare le cause alla radice: l’organizzazione può decidere di includere una clausola nel contratto di outsourcing, che obblighi il provider, nel momento in cui si verifichi un fallimento, di indagarne le cause, di porvi rimedio, e di fornire garanzie che attestino il non ripresentarsi del problema. Rivendicare un credito nel caso di fallimento: molte organizzazioni includono nel contratto una clausola che le tuteli dalla diminuzione o dal fallimento delle performance. Questa clausola consiste nel rivendicare un credito in caso di fallimento 50 del provider. Queste precauzioni non vengono prese per tutte le attività oggetto di Outsourcing ma per quelle più critiche per l’organizzazione. Dare un bonus in caso di raggiungimento delle performance: se l’organizzazione rivendica un credito nei confronti del provider in caso di fallimento allora questo rivendicherà un bonus nel caso in cui riuscirà ad incrementare il livello di servizio. Porre termine all’accordo: se il provider non raggiunge i livelli di servizio concordati allora l’organizzazione può rescindere il contratto. Comunque, l’organizzazione deve poter utilizzare degli strumenti per il monitoraggio dei livelli di servizio raggiunti dal provider, in quanto la mera indicazione dei requisiti e degli obiettivi da raggiungere non sono sufficienti alla buona riuscita della collaborazione 43. 2.4. Caratteristiche del contratto di Outsourcing IT Nel 2008, tra i venti maggiori contratti di Outsourcing stipulati a livello mondiale, più del 70% riguardava l’Outsourcing di Servizi IT 44 . In questo particolare caso il rapporto contrattuale fra le parti si configura, spesso, come un insieme di contratti diversi, tra loro collegati e regolati, nel quale il fornitore del servizio IT acquisisce, ad esempio, strutture hardware, licenze software, etc.. Talvolta, si fa riferimento al contratto di appalto di servizi, con prestazioni continuative o periodiche, ma questa qualificazione giuridica è solo parziale e non abbraccia tutta la casistica che si manifesta nella pratica. 43 Gli strumenti d i gestione e controllo saranno approfonditi nel cap.3 44 Gartner, 2007 51 La struttura dei contratti di Outsourcing IT può essere molto varia, in base alle differenti esigenze che dovessero sorgere in ambito aziendale. L’organizzazione deve porre particolare attenzione alla fase di scelta e optare per la tipologia di contratto che più si addice alle sue esigenze in termini di durata, condivisione delle responsabilità e sicurezza 45. La scelta dipende essenzialmente da considerazioni tecniche, per controbilanciare il potere negoziale del fornitore l’azienda deve conoscere a fondo i requisiti specifici del servizio associati alle tecnologie in Outsourcing e cioè: Maturità tecnologica: stabilisce la capacità di definire in modo preciso i requisiti al fornitore. Outsourcing di tecnologie non mature comporta notevoli rischi nella negoziazione del contratto e nella valutazione delle prestazioni del fornitore. Grado di integrazione: un’attività di IT che può essere facilmente isolata dal business ha più possibilità di successo in caso di Outsourcing. Al crescere del livello di integrazione con i processi aziendali aumentano i rischi nel momento dell’esternalizzazione. Le principali tipologie di contratti di Outsourcing IT riscontrate sul mercato sono: 1. Strategia di contract-out: il provider è responsabile del risultato dell’attività di Information Technology. La strategia ha successo quando il richiedente è in grado di esprimere esattamente le proprie necessità all’interno del contratto (cosa non semplice da ottenere). 2. Preferred contractor: contratti a lungo termine tra provider e cliente finalizzati alla mediazione dei rischi. Il provider è 45 Best Pract ices for IT Outsourcing Site Visits Provider Sites, Richard T. Matlus, Gartner, 2006 52 responsabile della gestione e della fornitura di un’attività di IT ed è necessario identificare incentivi e penali per garantire le prestazioni che l’organizzazione vuole raggiungere. 3. Strategia di Buy-in: non è un vero contratto di Outsourcing, l’obiettivo è quello di supplire a una mancanza temporanea di risorse nel caso di specifici progetti. I contratti definiscono le competenze necessarie per lo svolgimento di specifiche attività. 4. Preferred supplier: sviluppo di una relazione di lungo termine con un fornitore per l’accesso a risorse per lo svolgimento di attività di IT relazione gestita con contratti basati su incentivi che definiscono obiettivi complementari. 46 Alta Preferred contractor Preferred supplier Grado di integrazione Bassa Buy-in Contract-out Bassa Alta Maturità tecnologica Figura 15:Collocazione dei contratti in base ai livelli di grado di integrazione e maturità tecnologica (Fonte: www.pclinkitalia.com/outsourcing) 46 www.pclinkitalia.co m/outsourcing 53 Un efficace contratto di Outsourcing, sia esso relativo alla funzione IT o meno, deve comunque riflettere con esattezza gli obiettivi strategici e le aspettative stabilite dall’organizzazione. La sfida consiste nel rendere questi obiettivi realizzabili sul medio e lungo periodo. Un fattore di fondamentale importanza legato ai contratti di Outsourcing IT è la sicurezza dei dati e delle informazioni, necessaria per garantire la loro disponibilità solo ed esclusivamente per i soggetti che hanno diritto all'accesso. Quindi, per attenuare la possibilità ed i rischi di un loro utilizzo fraudolento si adottano, in genere, due comportamenti: il primo consiste nell'attenzione posta nella scelta del fornitore che potrebbe essere creato con un'apposita operazione di spin-off, dando vita in tal modo ad un Group Outsourcing e, inoltre, nello stipulare rapporti di esclusività nell'ambito dello stesso settore (il fornitore stipula nell'ambito di un settore un contratto con un solo cliente). Il secondo comportamento consiste nella predisposizione di clausole che disciplinino le procedure minime per evitare la perdita e la violazione della segretezza delle informazioni. 2.4.1. La sicurezza e riservatezza dei dati e delle informazioni in un contratto di Outsourcing IT La sicurezza dei dati e delle informazioni riveste un ruolo fondamentale in un contratto di Outsourcing, in particolare quando un’organizzazione decide di esternalizzare una funzione di tipo IT. Le problematiche di sicurezza, infatti, si pongono alle parti contraenti in tutte quelle situazioni in cui vi sia almeno uno dei seguenti elementi: Accesso fisico e/o virtuale al domicilio dell’altra parte Intromissione/permanenza all’interno dei processi aziendali 54 Sviluppo di applicazio ni/ nuove procedure/ implementazioni di know-how In Durata a medio o lungo termine caso di Outsourcing di parti del sistema informatico dell’organizzazione presso i locali del provider, è necessario che questa ritenga adeguate le misure di sicurezza del provider. Le specifiche tecniche possono riguardare: 1. la sicurezza fisica, cioè a tutto quanto riguardi il controllo degli accessi, l’identificazione delle persone, le procedure di accesso e di conservazione di determinati documenti e supporti, etc.; 2. la sicurezza logica, cioè specifiche riguardanti le misure in atto per la salvaguardia del sistema e dei dati in esso contenuti (ad esempio firewall, sistemi di intrusion detection, etc.)47 . Per strutturare al meglio un contratto e, quindi, ridurre al minimo i rischi per le parti, è necessario inquadrare giuridicamente l’intero contesto. Nei contratti di Outsourcing di servizi informatici, le obbligazioni assunte dal fornitore comportano, nella quasi totalità dei casi, l’accesso e l’uso di sistemi e di informazioni del committente. A questo punto bisogna capire cosa si intende per “dati” e per “informazioni” : Con il termine “Dati” si intende un insieme di elementi alfanumerici (in gergo, “stringhe”) suscettibili di essere inseriti in un sistema di elaborazione, per essere memorizzati, elaborati,gestiti, trasmessi, etc.; 47 L. Vannutelli - Infosecurity, 2003 55 Con il termine “Informazioni” si intende un insieme aggregato di dati tale che chi ne entra in possesso viene a conoscenza di una o più nozioni con un significato. La protezione dovrà riguardare le intromissioni dolose e gli attacchi da virus; ma anche i casi di deterioramento o perdita di dati determinati da errori umani. La protezione dei “dati” deve essere attiva, naturalmente, non solo quando essi risiedono sui supporti di memorizzazione, ma anche nei momenti in cui essi transitano su linee di trasmissione dati. I fornitori di tecnologia hanno sviluppato e continuano a incrementare ed aggiornare una serie di strumenti di sicurezza fisica e logica, quali sistemi di crittografia, sistemi di autenticazione, firewall, sistemi antivirus e antispyware con lo scopo di rendere massima la sicurezza dei dati. Ovviamente, il livello idoneo di sicurezza dei dati sarà tanto maggiore quanto maggiore sarà l’importanza dei dati trattati. Quando l’organizzazione si interfaccia con un provider si deve assicurare che questo sia in possesso di tutte le caratteristiche per poter adempiere agli obblighi dettati dalle politiche di sicurezza del committente 48 . I requisiti di base della sicurezza delle Informazioni sono sintetizzati da tre aspetti fondamentali che sono 49: Confidenzialità (Confidentiality): tutelare la riservatezza delle informazioni affinché queste siano visibili solo da chi è autorizzato. Disponibilità (Availability): garantire la disponibilità delle informazioni. 48 AIEA- L'Outsourcing IT- Best Practice e Auditing, 2006; Outsourcing informat ion security, C. Warren A xelrod, Artech house, 2004. 49 La sicurezza delle applicazioni Web, http://sicurezza.ht ml.it; 56 Integrità (Integrity): garantire l’integrità delle informazioni affinché queste non vengano modificate da chi non è autorizzato. Con il termine Confidenzialità si intende, nell'ambito della sicurezza informatica, la protezione dei dati e delle informazioni scambiate tra un mittente e uno o più destinatari nei confronti di terze parti (anche riservatezza). Tale protezione deve essere realizzata a prescindere dalla sicurezza del sistema di comunicazione utilizzato: assume, anzi, particolare interesse il problema di assicurare la confidenzialità quando il sistema di comunicazione utilizzato è intrinsecamente insicuro (come ad esempio la rete internet). In un sistema che garantisce la confidenzialità, una terza parte che entri in possesso delle informazioni scambiate tra mittente e destinatario, non è in grado di ricavarne alcun contenuto informativo intelligibile. Per assicurarla si ricorre a meccanismi di cifratura (crittografia) e all'occultamento della comunicazione. I meccanismi di cifratura garantiscono la confidenzialità per il tempo necessario a decifrare il messaggio. Per questo motivo occorre stabilire per quanto tempo il messaggio deve restare confidenziale. Con il termine Integrità dei dati si intende, nell'ambito della sicurezza informatica e delle telecomunicazioni, la protezione dei dati e delle informazioni nei confronti delle modifiche del contenuto, accidentali oppure effettuate da una terza parte, essendo compreso nell'alterazione anche il caso limite della generazione ex novo di dati ed informazioni. I dati e le informazioni possono essere sia scambiati tra un mittente ed uno o più destinatari, sia memorizzati e/o archiviati su un generico supporto. L'integrità dei dati garantisce la qualità del supporto che li contiene (ad es. CD, DVD, etc.) o di un software, ad esempio un database. Insito nel concetto di integrità vi è la possibilità di verificare, con assoluta certezza, se un dato o una informazione sono 57 rimasti integri, ossia inalterati nel loro contenuto, durante la loro trasmissione e/o la loro memorizzazione. In un sistema che garantisce l'integrità, quindi, viene rilevata l'azione di una terza parte, di modifica del contenuto delle informazioni scambiate tra mittente e destinatario Maggiore sarà l'integrità dei dati, maggiore sarà la possibilità di esatta lettura/scrittura degli stessi e quindi di prevenzione degli errori. Infine, per Disponibilità si intende la prevenzione della non accessibilità, ai legittimi utilizzatori, sia delle informazioni che delle risorse, quando sia le informazioni sia le l’utilizzo. Il concetto, quindi, oltre risorse servano per che riguardare dati ed informazioni, è esteso a tutte le possibili risorse che costituiscono un sistema informatico, come, ad esempio: la banda di trasmissione di un collegamento; la capacità di calcolo di un elaboratore; lo spazio utile di memorizzazione dati; Altro. Un altro aspetto importante e da non sottovalutare è la riservatezza. Per “Riservatezza delle Informazioni” si intende uno step successivo alla sicurezza del dato puro: si tratta di una riservatezza di carattere soggettivo. Innanzitutto, bisogna stabilire quali informazioni siano da considerarsi riservate e per quale lasso di tempo, quali siano le limitazioni alla riservatezza e in quali casi possono essere considerati non applicabili. Bisogna definire, quindi, riservate, tutte quelle informazioni che: Siano definite, nei supporti cartacei od altro, come “Riservate”, “Confidenziali”, o altre indicazioni consimili. Tutte le informazioni riguardanti determinate materie, quali ad esempio: i processi produttivi del committente, le informazioni 58 sulle strategie commerciali, i dati numerici e/o statistici riguardanti l’attività commerciale, quelli relativi al personale, etc.. Definire riservate tutte le informazioni derivanti da particolari situazioni per le quali sia opportuno stipulare un apposito “non disclosure agreement”50 per attività da parte di terzi fornitori (o comunque coinvolti) che comportino l’accesso a veri e propri segreti industriali. L’impegno a rispettare tale obbligo deve esistere durante lo svolgimento degli obblighi contrattuali e deve sopravvivere al termine del contratto. Può essere previsto il pagamento di una penale, economicamente commisurata all’importanza delle informazioni riservate, in caso di mancato rispetto degli obblighi 51. 2.5. La valutazione del rapporto di Outsourcing A seguito di un’analisi finale delle prestazioni del provider, basandosi sui risultati dell’attività di controllo, l’organizzazione deve valutare se: intende concludere il rapporto di collaborazione con il provider; intende continuare il rapporto di collaborazione con il provider; intende concludere il rapporto di collaborazione con il provider e selezionarne un altro per gli stessi scopi; 50 Accordo di non divulgazione 51 AIEA- L'Outsourcing IT- Best Practice e Auditing, 2006 59 intende riportare l’attività “in-house”. La conclusione del rapporto di collaborazione con un service provider può avvenire per quattro ragioni: Normale: per normale terminazione della collaborazione alla data effettiva di chiusura del contratto. Per colpa: quando una delle parti ha violato una clausola contrattuale. Ci possono essere ulteriori rimedi contrattuali previsti prima di dare atto ad una simile risoluzione. Non tutte le violazioni dei termini contrattuali possono essere dannose o volontarie. Per convenienza: quando una delle due parti ha il diritto di svincolarsi senza un motivo. preciso. Per “pericolo”: quando un contratto deve essere annullato a causa di un cambiamento che è fuori dal controllo di una delle parti. Questa risoluzione è rara ma può essere applicata se un divieto legislativo potesse rendere inapplicabile un contratto (ad esempio, un paese che vieta di stringere rapporti lavorativi con una società situata in un altro paese). 52 Non importa quale sia la ragione per la conclusione di un rapporto di collaborazione, è importante stabilire regole chiare di chiusura in modo da impedire che verifichino dispute legali che porterebbero l’organizzazione al sostenimento di costi non previsti. 52 OPBOK, International Association Outsourcing Professional, 2008 60 2.6 Considerazioni finali sui contratti di Outsourcing Lo strumento di controllo maggiormente utilizzato, quindi, per risolvere tutti i problemi legati alle criticità che si riscontrano in un rapporto di Outsourcing è il contratto. Come si è visto nei paragrafi precedenti, infatti, grazie al contratto l’organizzazione che esternalizza può: 1. definire esattamente quali sono le attività che esternalizzerà; 2. chiarire gli obiettivi strategici; 3. definire i requisiti richiesti al provider; 4. costruire clausole ad hoc per poter controllare la fuga di notizie e di know-how; 5. definire obiettivi chiari e livelli di servizio ai quali il vendor dovrà attenersi; 6. indicare le modalità di termine della collaborazione. Tuttavia, il contratto dà solo delle linee guida da seguire e per questo non può essere considerato un vero e proprio mezzo del controllo. Diviene, quindi, di fondamentale importanza il corretto uso degli strumenti di controllo che valutano istante per istante l’operato del provider e offrono una visione chiara dell’andamento del rapporto di collaborazione. Molto spesso i controlli sono sottovalutati, i report vengono effettuati raramente e in alcuni casi si perdono di vista quelli che sono i reali obiettivi da raggiungere anche perché le stesse organizzazioni che esternalizzano non hanno dati sufficienti a stabilire livelli di servizio adeguati e raggiungibili. È in questa ottica quindi che molto spesso la funzione esternalizzata diviene una parte a se stante dell’organizzazione che pensa erroneamente di non doversene più far carico. In questo modo l’organizzazione non solo non raggiunge gli obiettivi della funzione esternalizzata ma 61 contemporaneamente non accede ai benefici sperati che sono tipici del rapporto di Outsourcing. Il controllo, quindi, diviene un fattore cruciale per il rapporto di collaborazione, ed è per questo che nei prossimi capitoli ci si soffermerà ad analizzare degli strumenti che potrebbero in qualche modo aiutare a migliorare questo aspetto molto delicato tra l’organizzazione ed il service provider. 62 Capitolo III L’Outsourcing e il controllo delle performance 3.1. Pre messa In questo capitolo si parlerà degli strumenti di cui ci serviremo nella trattazione del caso di studio. Dopo una breve introduzione sul controllo di gestione e sugli strumenti maggiormente utilizzati per la valutazione delle performance (3.2) si passerà a descrivere lo strumento Balanced Scorecard (3.3) e le sue componenti caratteristiche: mappa strategica (3.3.1), relazioni di causa-effetto (3.3.2) ed il suo processo di costruzione (3.3.3). Si analizzerà, poi, il contributo che la metodologia System Dynamics (3.4) e le sue componenti principali (3.4.1) apportano all’implementazione di un sistema di Balanced Scorecard. 3.2. Introduzione Come visto nei capitoli precedenti il controllo di un rapporto di Outsourcing è di fondamentale importanza per la buona riuscita del progetto; a partire dalle fasi iniziali di idea fino a quelle conclusive in cui si valutano gli eventuali benefici apportati dall’adozione dell’esternalizzazione fino a decidere se continuare o meno con il progetto. Uno strumento fondamentale per poter fare tutto questo, quindi, è il controllo di gestione che guida il top management verso il conseguimento degli obiettivi stabiliti in sede di pianificazione operativa, rilevando attraverso la misurazione di appositi indicatori lo scostamento tra obiettivi pianificati e risultati conseguiti in modo da poter attuare le opportune azioni correttive 53. Il controllo di gestione, 53 IPSOA-Manuale del controllo d i gestione, Riccardo Mussari, 2004 63 quindi, costituisce un elemento essenziale per il buon governo del rapporto di Outsourcing; permette l’affermarsi della cultura dei risultati senza la quale il controllo rimarrebbe un meccanismo meramente formale e simbolico. Proprio questo, infatti, è il problema principale che si riscontra analizzando un rapporto di Outsourcing e cioè la poca attenzione nel controllo delle performance del provider e di come queste influiscano sull’andamento dell’intera organizzazione. Alcuni strumenti utilizzati per far fronte a questa necessità, e che fanno parte del processo finale del controllo di gestione sono sono il Benchmarking ed i sistemi di Reporting. Il Benchmarking è un'efficace metodologia per misurare e incrementare le performance di un’impresa. L’utilizzo sistematico di metodologie e di strumenti di benchmarking stimola ed integra i processi di apprendimento e cambiamento, l’efficacia e l’efficienza dei processi aziendali e il rinnovamento della cultura aziendale, assicurando un miglioramento continuo grazie al costante confronto con l’esterno 54. Per implementare un’analisi di benchmarking: Si definisce l'argomento o il tema da analizzare. Si sviluppa uno schema di riferimento per l'analisi. Si individuano dei potenziali partecipanti all'attività di raccolta dati. Si elaborano i dati rilevati. L’analisi può essere svolta da: 1. Una terza parte indipendente ; 2. Consulenti dell’organizzazione o del provider (affiliati o non affiliati); 54 AIEA- L'Outsourcing IT- Best Practice e Auditing, 2006 64 3. Dipendenti del provider assegnati al progetto di Outsourcing; 4. Personale non dipendente del provider. I benchmarker valuteranno i prezzi, la tecnologia, i servizi e il raggiungimento dei requisiti di riferimento del provider. Se i risultati mostrano che il provider non è in linea con i requisiti di riferimento si dovranno attuare azioni correttive. Il sistema di reporting (sul quale ci soffermeremo) è costituito da un insieme di schede che mettono in condizione i diversi responsabili aziendali di tenere sotto controllo la gestione verificando gli “scostamenti” che si sono realizzati rispetto alle previsioni contenute nel budget. Offre al management la rappresentazione del presente per capire ed influenzare il futuro dell’azienda e assumere decisioni tattiche e strategiche con maggiore cognizione di causa. Possiamo affermare, poi, che questo è uno strumento di valutazione critica dell'efficacia e dell'efficienza dei processi costituenti tutto il sistema implementato dal provider55. Le caratteristiche di un sistema di reporting sono56 : Tempestività: i report devono essere forniti al management responsabile nei tempi più brevi in modo da attuare azioni correttive rapide ed efficaci. È indispensabile rendere disponibili le informazioni agli utilizzatori nei tempi idonei, soprattutto in contesti socio-economici altamente competitivi. Affidabilità: per consentire al management di prendere decisioni su basi sufficientemente solide. Il sistema di reporting risulta attendibile se i parametri utilizzati per la 55 56 Outsourcing Technology Services, Federal Financial Institutions Examination Council, 2005 IPSOA- Manuale del controllo di gestione, Riccardo Mussari, 2004 65 misurazione dei risultati sono ritenuti idonei ad una valutazione, quanto più oggettiva delle performance. Chiarezza: i report devono essere immediatamente leggibili e interpretabili dai responsabili Sinteticità: i dati devono essere il più sintetici possibile anche nel numero di fogli. Dal punto di vista sostanziale il reporting, quindi, è un’attività di rilevazione e misurazione dei risultati effettuata periodicamente tramite l’impiego degli strumenti di contabilità direzionale. La sua efficacia dipende dalla tipologia degli strumenti impiegati e dalle metodologie adottate. Il reporting come fase cruciale del processo di controllo, è influenzato dai cambiamenti che interessano l’unità economica nel suo ciclo di vita e per questo è importante che sia flessibile. Una forma di report alla quale ci affideremo per l’analisi del caso aziendale è la Balanced Scorecard che rappresenta una metodologia di controllo strategico utilizzata in una struttura multidimensionale per descrivere, attuare e gestire la strategia di tutta l’organizzazione allo scopo di tradurre mission e strategie in una serie completa di misure della performance, che forniscono un modello di struttura per un sistema strategico di misurazione e gestione 57. 57 La Balanced scorecard: uno strumento di controllo strategico, http://www.teocollector.co m 66 3.3. La Balanced Scorecard come strume nto strategico di controllo La metodologia della Balanced Scorecard nasce nel 1992 con un articolo pubblicato sulla Harvard Business Review da Robert Kaplan e David Norton dal titolo: “The Balanced Scorecard. The measure that drive performance”. La Balanced Scorecard (BSC) traduce la missione e la strategia di una azienda in una serie completa ed equilibrata di misure della performance, che forniscono un modello di struttura per un sistema strategico di misurazione e gestione. In tal modo viene a delinearsi un nuovo sistema di management in cui la Balanced Scorecard ha il merito di collegare gli obiettivi operativi a breve termine con gli obiettivi strategici a lungo termine, ponendo a confronto misure finanziarie e non, indicatori ritardati e indicatori di tendenza, prospettive di performance interna e di quella esterna. Nelle intenzioni degli autori questa metodologia deve permettere di impostare un sistema di misure intorno alle quali implementare una struttura di controllo direzionale efficacemente collegato alle componenti della gestione aziendale, per poterne verificare la coerenza con le strategie poste in essere dall’azienda. Se la Balanced Scorecard viene implementata sulla base di questa coerenza, essa può essere definita come un “sistema coerente di misurazione e controllo integrato”. Le organizzazioni utilizzano le misurazioni della Balanced Scorecard per assolvere ai processi critici di gestione: 1. Tradurre e chiarire la vision e la strategia; 2. Comunicare e collegare gli obiettivi strategici e le misurazioni; 3. Pianificare, fissare gli obiettivi, e allineare le iniziative strategiche; 67 4. Migliorare il feedback strategico e l'apprendimento 58 . Figura 16: Gestire la strategia: quattro processi ( Using the Balanced Scorecard as a strategic management system, Robert S. Kaplan & David P. Norton, 1996). La continua evoluzione degli scenari macroeconomici impone alle aziende la ricerca di modelli innovativi per fronteggiare le continue sfide di una concorrenza sempre più agguerrita, in questo caso la Balanced Scorecard è lo strumento gestionale che più di altri rappresenta il cambiamento che ha interessato i sistemi di gestione e controllo aziendale negli ultimi anni. Il modello della Balanced Scorecard parte dalla premessa che non ci si può affidare unicamente a misure di tipo economico-finanziario ed infatti, ad oggi, anche i migliori indicatori finanziari non sono in grado di catturare tutta la dinamica delle performance 59. La tendenza ad affidarsi esclusivamente 58 Translating strategy into action, Robert S. Kaplan & Dav id P. Norton, 1996 59 Robert S.Kap lan e Dav id P.Norton, 2002 68 alle misure finanziarie incoraggia un comportamento a breve termine quando invece per riuscire a cogliere tempestivamente le esigenze del cambiamento occorre orientarsi al futuro più che ai risultati conseguiti. Il passato serve soprattutto a fornire materiale di osservazione e riflessione, per cercare di realizzare processi di apprendimento.60 Tutto ruota attorno al concetto di strategia, infatti questa nella Balanced Scorecard, viene posta al centro dell’organizzazione, e come indicato da Robert S.Kaplan e David P.Norton i principi ispiratori di un’impresa orientata alla strategia sono: 1. Tradurre la strategia in termini operativi: la Balanced Scorecard consente di tradurre gli obiettivi strategici dell’azienda in un set di misure quantificabili. Ogni misura viene, poi inserita in una catena logica di rapporti causa-effetto che collega i risultati previsti dalla strategia con i driver che porteranno ai risultati strategici. Una mappa strategica abbinata ad una Balanced Scorecard non fa che rendere esplicite le ipotesi implicite nella strategia. 2. Allineare l’azienda alla strategia: le singole strategie dei diversi settori, unità di business e dipartimenti specializzati che compongono l’organizzazione vengono correlate ed integrate fra loro. 3. Fare della strategia un’attività “quotidiana”: la strategia è comunicata dal vertice alla base mediante il ribaltamento a cascata della Balanced Scorecard. 4. Fare della strategia un processo continuo: rivedere costantemente la strategia (feedback) e non più una volta all’anno. 60 Bacci, 2004 69 5. Mobilizzare la strategia (ed il cambiamento) attraverso la leadership: la Balanced Scorecard si associa al cambiamento ed è una conseguenza logica che all’interno dell’organizzazione deve essere presente una sponsorship del vertice. È proprio all’interno di questa visione orientata alla strategia che la BSC si inserisce come parte attiva del processo di esternalizzazione. Grazie alle sue caratteristiche questo strumento del controllo di gestione potrà aiutare il management ad avere una visione più chiara degli obiettivi da raggiungere e del modo in cui raggiungerli oltre ad avere un sempre più forte controllo delle performance imputabili al service provider. 3.3.1. Le quattro prospettive della Balanced Scorecard La metodologia della Bal anced Scorecard parte dal presupposto che, per avere una visione esauriente dell’intera situazione aziendale, nessun indicatore di performance deve essere preso singolarmente, ma occorre costruire un insieme organizzato di indicatori che collegati tra loro consentano una valutazione globale dei risultati aziendali. Per tale motivo l’impostazione tradizionale di questo strumento analizza i risultati dall’azienda sulla base di quattro dimensioni rilevanti: 1. La prospettiva economica finanziaria che pone in relazione i risultati ottenuti dall’azienda con le aspettative di profitto degli azionisti. Si trae beneficio dalla conservazione delle misure economico-finanziarie come risultati finali, senza la miopia e le distorsioni che derivano dal concentrarsi unicamente sul miglioramento delle misure economicofinanziarie a breve termine. 70 2. La prospettiva del cliente che fa riferimento alla necessità di orientare l’attività svolta alla soddisfazione delle esigenze da questo manifestate allo scopo di differenziarsi dalla concorrenza. Individua i segmenti della clientela e del mercato in cui l’unità di business intende diventare competitiva e le misure delle performance in quei determinati segmenti. 3. La prospettiva dei processi interni diretta all' individuazione dei fattori critici di successo per la soddisfazione dei clienti e degli azionisti e di conseguenza delle iniziative operative di miglioramento per il raggiungimento degli obiettivi ai vari livelli aziendali; 4. La prospettiva strettamente dell’apprendimento connessa all’innovazione e della di crescita, processo e all’apprendimento che consentono uno sviluppo globale dell’organizzazione in termini di: capacità e competenze del personale, motivazione, responsabilizzazione e coinvolgimento del personale, sistema informativo. Economico - Finanziaria Obiettivi Misure Target Iniziative Clienti Obiettivi Misure Target Processi interni Visione e strategia Iniziative Obiettivi Misure Target Iniziative Apprendimento e crescita Obiettivi Misure Target Iniziative Figura 17: Gestire la strategia: le quattro prospettive ( Robert S. Kaplan & David P. Norton, 1996). 71 Le quattro prospettive sono da ritenersi una base che può portare all’aggiunta di una o più prospettive (es. Dipendenti, Fornitori, etc.). Anche se la molteplicità di misure presenti in una Balanced Scorecard può causare confusione, le schede ben costruite contengono un intento unitario, in quanto tutte le misure sono orientate verso il raggiungimento di una strategia integrata. Nel caso particolare di una funzione esternalizzata per realizzare la mappa strategica dobbiamo tenere conto del fatto che stiamo analizzando due entità distinte ma allo stesso tempo legate fortemente tra loro. Nello specifico si può notare che: la prospettiva apprendimento e crescita è tutta imputabile al service provider; la prospettiva processi interni è imputabile in parte all’azienda che esternalizza in parte al vendor ; le prospettive economico-finanziaria e cliente restano sotto il controllo diretto dell’organizzazione. 3.3.2. Le relazioni di causa-effetto “La strategia è costituita da un set di relazioni di causa -effetto. Le relazioni causa-effetto possono essere espresse da una sequenza di scelte del tipo if-then.”61 La strategia, dunque, è sempre e comunque collegata alla formulazione delle strategie aziendali. Tali strategie e gli obiettivi gestionali ad esse collegate, possono essere descritte attraverso l’utilizzo delle mappe strategiche, nell’ambito delle quali gli obiettivi e gli indicatori di performance chiave ( KPIs ) presenti nella Balanced Scorecard vengono collegati in una catena di rapporti 61 Translating strategy into action ( pg.149 ), Robert S. Kaplan & David P. Norton, 1996 72 causa-effetto in grado di rendere visibili i legami tra i temi strategici che l’azienda intende perseguire e le attività (driver) che porteranno al raggiungimento degli obiettivi prefissati. 62 Quanto più si riesce a risalire nelle relazioni causa-effetto alla vera variabile che determina un risultato, tanto più l’azione che si decide di intraprendere risulta efficace. Le domande chiave Quale strategia? Quali dimensioni? Finanza Clienti Processi interni Apprendimento e crescita Dove leggerò il successo della mia iniziativa? Cosa non devo assolutamente sbagliare? Quali KPA? Quali KPI? Quali sono i miei obiettivi? Obiettivi strategici e tattici Balanced Scorecad Come misurerò le mie prestazioni? Figura 18: Domande chiave per la costruzione di una mappa strategica (Governance, strategia e misurazione delle Performance: le nuove frontiere della Balanced Scorecard, Cristiano Busco,Angelo Riccaboni e Alessandro Saviotti, 2008) 62 Governance, strategia e misurazione delle Performance: le nuove front iere della Balanced Scorecard, Cristiano Busco,Angelo Riccaboni e Alessandro Saviotti, 2008 73 Mantenere costante il margine operativo Prospettiva economicofinanziaria Controllo dei costi fissi e variabili Mantenere il fatturato Monitorare la situazione finanziaria clienti Prospettiva clienti Soddisfazione del cliente Servizio offerto Ricerca e sviluppo Alta qualità del prodotto Produzione Acquisti Prodotto giusto Controllo qualità Magazzino Comm.le Immagine aziendale Gestione post vendita Prospettiva processi interni Prospettiva della crescita e apprendimento Soddisfazione del personale Pieno utilizzo dei sistemi informativi Figura 19: Esempio di mappa strategica (Governance, strategia e misurazione delle Performance: le nuove frontiere della Balanced Scorecard, Cristiano Busco,Angelo Riccaboni e Alessandro Saviotti, 2008) 3.3.3. Il processo di costruzione della Balanced Scorecard La Balanced Scorecard spesso è costruita secondo un processo di tipo top-down, anche se è assolutamente richiesto il coinvolgimento e la condivisione di obiettivi strategici ed operativi da parte di tutti i livelli aziendali. Si definiscono i livelli di management aziendale su cui si vuole strutturare il modello: 1. Livello direzionale 2. Livello di area funzionale – processo 3. Livello individuale Dovranno poi essere individuati i fattori critici di successo relativi al raggiungimento degli obiettivi di ciascuna prospettiva e identificati gli indicatori di performance ad essi collegati, ad esempio: 74 Innovazione; Efficienza e qualità; Soddisfazione del cliente; Verranno di seguito fissati i valori target che l’impresa si prefigge di raggiungere per ciascun parametro di performance misurato, e ogni singolo obiettivo sarà assegnato alla responsabilità di un manager che dovrà conseguirlo predisponendo adeguati piani di azione. Il modello costruito non dovrà però essere inteso in maniera rigida, ma adattato al campo di applicazione e alle caratteristiche del business, ricercando sempre il giusto equilibrio che soddisfi gli interessi di tutti i portatori di interesse dell’impresa. Le fasi successive all’implementazione di tale sistema saranno il rilevamento degli indici, la loro analisi, il giudizio sulle attività svolte e sulle performance raggiunte dall’azienda nel suo complesso e nelle singole aree organizzative in relazione agli obiettivi individuati. Vision Obiettivi e strategie Imperativi di creazione del valore Prospettiva apprendimento e crescita Prospettiva del cliente Prospettiva processi interni Prospettiva economico/finanziaria Fattori critici di successo Indicatori di performance Valori target e piani di azione dei manager Figura 20:Il processo di costruzione della Balanced Scorecard 75 Nel caso di un rapporto di Outsourcing le fasi di implementazione non si discostano molto dalla struttura generale; in questo caso possiamo trovare: 1. la fase di idea di implementazione di un processo di esternalizzazione; 2. la definizione degli obiettivi; 3. la definizione dei livelli di servizio desiderati; 4. i fattori critici di successo63 ; 5. indicatori di performance; 6. valutazione del service provider ed eventuali azioni correttive. Idea Obiettivi Livelli di servizio desiderati Prospettiva apprendimento e crescita Prospettiva del cliente Prospettiva processi interni Prospettiva economico/finanziaria Fattori critici di successo Indicatori di performance Valutazioni sull’operato del service provider ed eventuali azioni correttive Figura 21:Il processo di costruzione della Balanced Scorecard per l'Outsourcing 63 A questo punt oil service provider è stato già selezionato 76 3.3.4. Vantaggi e criticità del sistema La Balanced Scorecard fornisce le basi per realizzare strategie di successo e gestire efficacemente il cambiamento in un’impresa. Essa costituisce uno strumento capace di unificare in un unico sistema integrato la definizione della vision aziendale, il sistema di monitoraggio delle strategie e la valutazione delle performance raggiunte. Lo strumento consente non solo di monitorare le performance ma anche di incrementarle 64. Uno studio portato a termine da Strohhecker (2004) indica tutti i rapporti di causa-effetto tra la Balanced Scorecard ed il suo impatto sulle performance: Figura 22:Ipotesi dell’impatto della Balanced Scorecard sulle performance (Does a Balanced Scorecard Management Cockpit Increase Strategy Implementation Performance?, Jürgen Strohhecker, 2007) 64 Kaplan & Norton, 1992; 1996a; 1996b; 2001; 2004a; 2004b 77 Dalla figura 18 si può notare ad esempio che: a) se il management di un’organizzazione si avvale della Balanced Scorecard come sistema per la gestione e il controllo, il sovraccarico di informazioni (informazioni utili unite a quelle di poco conto) diminuisce; b) se il management di un’organizzazione si avvale della Balanced Scorecard, come sistema per la gestione e il controllo, la qualità delle informazioni migliora. La costruzione di un sistema di Balanced Scorecard, comunque, obbliga il personale a inquadrare in modo differente la propria organizzazione e il proprio lavoro e a pensare in modo strategico. Essa comporta spesso sensibili cambiamenti all’organizzazione come può essere l’instaurarsi di una nuova cultura, di un nuovo linguaggio e dell’implementazione di nuovi processi. Per molte imprese questi cambiamenti possono essere problematici data la riluttanza dei dipendenti ad accettare trasformazioni; per questo motivo è essenziale dedicare molta attenzione alla preparazione dell’impresa al cambiamento e introdurre gradualmente il sistema a partire, ad esempio, dalle sue business unit. Per implementare al meglio lo strumento Balanced Scorecard è necessario agire con attenzione su quelli che sono i sui aspetti limitanti. Le aree critiche (quelle che più di tutte andrebbero migliorate) di maggiore interesse analizzate in letteratura sono 65: 1. Il concetto di causalità presentato dalla Balanced Scorecard appare incompleto, è difficile infatti la visualizzazione di tutte le variabili chiave e dei loro legami di causa-effetto che anche se vengono individuati sono collegati tra loro in modo 65 Federico Barnabè, Sviluppo di una Balanced Scorecard “dinamica” Teaching the Dynamic Balanced Scorecard, Rydzak F., Magnuszewski P., Send zimir J., Ch lebus E. 78 unidirezionale ignorando completamente, in questo modo, il concetto di feedback loop, ovvero un circuito chiuso in cui più variabili si influenzano in modo circolare. 2. La Balanced Scorecard manca di dinamicità in quanto non considera in modo appropriato le dinamiche esistenti all’interno del sistema in analisi, trascurando l’esplicita considerazione dei ritardi temporali esistenti tra le cause e gli effetti. 3. La Balanced Scorecard contiene al proprio interno solo un limitato numero di indicatori. E’ fondamentale individuare le metriche più adatte a rappresentare il funzionamento dell’impresa e le sue capacità di creazione del valore; si presenta la necessità di limitare il numero degli obiettivi e degli indicatori al fine di comunicare le priorità. Determinare le giuste metriche, però, risulta spesso un’operazione lunga e difficoltosa, in particolare quando si riferiscono a fenomeni di natura non economico-finanziaria. 4. Il processo di sviluppo della Balanced Scorecard è prevalentemente di tipo top-down. In questo caso lo scarso coinvolgimento di tutte le componenti dell’organizzazione porta inevitabilmente a creare disordini a livello gestionale. 5. Eccessiva focalizzazione interna. La tradizionale suddivisione in quattro prospettive rischia di ignorare alcuni componenti o soggetti che sono dell’organizzazione parte integrante concedendo, della invece, value chain un’eccessiva attenzione agli elementi/attori interni all’organizzazione stessa. Per quanto riguarda l’implementazione della BSC in un rapporto di Outsourcing, alle problematiche sopraelencate si aggi unge una particolarità: non si sta parla più di un’unica organizzazione ma di due 79 o più. Come visto in precedenza 66 un’intera sezione della mappa strategica è imputabile direttamente al vendor; non è semplice per l’azienda che esternalizza avere sempre uno scenario aggiornato sugli investimenti o le decisioni strategiche prese dal provider. I fornitori di servizi, il più delle volte, non sono disposti a condividere determinate informazioni con l’organizzazione richiedente e, quindi, effettuare il controllo è quasi impossibile se non in fase contrattuale 67 . Comunque, la costruzione della BSC oltre ad aiutare l’azienda ad affrontare il cambiamento (il processo di Outsourcing si basa tutto sul cambiamento) consente di avere una visione chiara e globale di tutte le variabili in gioco e di tutte le relazioni che intercorrono tra le stesse 68 . Le sovra citate aree critiche, comunque, potrebbero essere migliorate o integrate con altri strumenti di analisi come ad esempio la System Dynamics che renderebbe la Balanced Scorecard uno strumento di misurazione delle performance più “dinamico”. 66 Cap. 3 par.3 sottopar.1 67 Il provider, in fase contrattuale deve dimostrare di avere le caratteristiche rich ieste dall’organizzazione. 68 Questo concetto verrà approfondito nel capitolo IV. 80 3.4. Il contributo della System Dynamics La System Dynamics è una metodologia che si basa sulla elaborazione di modelli matematici, simulati tramite supporti informatici. 69 La prospettiva di analisi è orientata alla identificazione, studio e comprensione dei circuiti di retroazione (anche detti feedback loop) tra le differenti variabili che caratterizzano i sistemi aziendali indagati, coniugando in un unico approccio la ricostruzione formale della struttura causale di un determinato sistema e la riproduzione e l’osservazione del comportamento dinamico di quella stessa struttura, generato attraverso la simulazione su computer. 70 Obiettivo principale della metodologia è il supporto alla policy analysis ed ai processi di apprendimento aziendali, concretizzatisi nell’ottenimento di una migliore conoscenza sulla struttura e sul comportamento di un determinato sistema piuttosto che nella previsione e nella predizione delle dinamiche attese di quello stesso sistema.71 Nel suo complesso, la System Dynamics mette a disposizione dell’analista un insieme completo di strumenti tra i quali 72 : a) Mappe, quali i “Casual Loop Diagrams” (CLD’s) o gli “Stock and Flow Diagrams” (S&FD’s), volte ad esplicitare e razionalizzare le conoscenze e le informazioni possedute dai vari soggetti; b) Modelli di simulazione, che filtrano ed organizzano la conoscenza degli attori, formalizzando le nozioni ed i dati disponibili tramite l’uso del linguaggio matematico. 69 Forrester 1961 e 1968, Richardson, Pugh 1981, Sterman 2000 70 Davidsen 2000 71 Controllo di gestione, Busca C., Giovannoni E., Riccaboni A., M ilano, 2009 72 Morecroft 2000: 5 e 9-11 81 L’assunto fondamentale alla base della System Dynamics consiste nel riconoscere l’esistenza di due uniche tipologie di feedback 73 : 1. Un circuito di feedback positivo ( reinforcing loop – R) che comprende e descrive l’interazione tra diverse variabili tra le quali esiste una relazione di casualità diretta. Un loop positivo opera rinforzando le tendenze e le dinamiche in atto all’interno di un determinato sistema. Il segno del collegamento tra le due variabili di causa ed effetto viene definito polarità. La polarità in questo caso è positiva ( indicata con un “+”, che dimostra la tendenza delle due variabili a muoversi nella stessa direzione in seguito ad una variazione intervenuta nella prima). + Tempestività del servizio Customer satifaction Figura 23: Nesso causale con polarità positiva Da un punto di vista dinamico, un circuito di feedback positivo può dare origine unicamente ad una crescita o decrescita di tipo esponenziale. 73 Circu iti ch iusi di legami causa-effetto tra due o più variab ili 82 Figura 24: Struttura e comportamento dinamico di un feedback positivo (Controllo di gestione, Busca C., Giovannoni E., Riccaboni A., Milano, 2009) 2. Un circuito di feedback negativo (balancing loop – B) che è finalizzato a regolare le tendenze in atto nel sistema creando in tal modo un processo di auto-bilanciamento ed allineame nto verso un equilibrio statico. In questo caso le polarità è negativa (indicata con un “-”, che dimostra la tendenza delle due variabili a muoversi in direzioni opposte). 74 74 Controllo di gestione, Busca C., Giovannoni E., Riccaboni A., M ilano, 2009 ; Federico Barnabè, Sviluppo di una Balanced Scorecard “dinamica” 83 Tempi di attesa lunghi Customer satifaction Figura 25: Nesso causale con polarità negativa Il comportamento generato da questo tipo di feedback è definito di goal-seeking. Figura 26: Struttura e comportamento dinamico di un feedback negativo (Controllo di gestione, Busca C., Giovannoni E., Riccaboni A., Milano, 2009). Oltre alla crescita (o decrescita) esponenziale ed al goal-seeking, le oscillazioni possono essere classificate come la terza modalità fondamentale di comportamento in un sistema dinamico. 84 Nel caso in cui ci si trovi ad analizzare un caso di feedback negativo ci si pone l’obiettivo di attuare azione correttive che portino il gap riscontrato al livello desiderato e, in situazioni di possibilità, a superarlo. Figura 27: Comportamento dinamico caratterizzato da oscillazioni (Controllo di gestione, Busca C., Giovannoni E., Riccaboni A., Milano, 2009) 3.4.1 Variabili di Stock e di Flusso Dopo aver elencato quelle che sono le principali strutture e modalità di comportamento dinamico, si devono specificare quelle che sono le variabili che vengono utilizzate per l’effettiva modellizzazione del sistema: variabili stock e variabili flusso. Esse sono indispensabili per la rappresentazione logico-matematica del sistema di riferimento, delle interrelazioni esistenti e sono riferite ai fenomeni gestionali indagati. Gli stock e i flussi rappresentano il fulcro dell’analisi dinamica, infatti, i primi rappresentano lo stato del sistema, identificano le risorse/variabili chiave da gestire e sulle quali agire, mentre i secondi costituiscono l’unica modalità con la quale è possibile intervenire e modificare gli stock. 85 Figura 28 75 : Struttura stock e flussi di una fase di progetto (Business Dynamics – Systems Thinking and Modelling for a Complex Word, McGraw-Hill, 2000 ) Il modello di simulazione, quindi, risulta sempre composto da due differenti parti (ma tra loro complementari) 76: 1. La descrizione della struttura fisica del sistema reale analizzato; 75 Le convenzioni utilizzate sono le seguenti: a) Gli stock sono rappresentati da rettangoli che, nella loro concezione grafica, dovrebbero rappresentare contenitori di uno specifico oggetto. b) Gli inflow sono rappresentati da una freccia in entrata indirizzata verso lo stock che indica un flusso destinato ad accrescere il livello dello stock. c) Gli outflow sono raffigurati da frecce in uscita dallo stock, provocandone una diminuzione. d) Ogni flusso possiede una valvola che ne controlla l’intensità ed è frutto delle polit iche aziendali messe in atto. e) Eventuali costanti contenute nel modello vengono rappresentate tramite il ricorso a dei rombi. f) Variabili ausiliarie del modello sono rappresentate con un cerchio, collegato da frecce (nessi informat ivi) ad altre variabili od ai flussi. g) I nessi informat ivi esistenti tra tutte le tipologie d i variabili menzionate sono rappresentati da frecce u lteriori, d i carattere più sottile delle precedenti relative ai flussi. 76 Sterman 1991:10 86 2. La rappresentazione comportamentale degli della attori struttura decisionale principali, ovvero e la formalizzazione delle regole decisionali seguite dagli stessi soggetti ed utilizzate per agire e reagire in presenza di determinate situazioni contingenti. Le fasi che portano a questa struttura del modello di simulazione sono molteplici e molto spesso di difficile implementazione: 1. si definisce il tema specifico da analizzare e si individuano gli andamenti problematici in relazione alle variabili chiave considerate; 2. si da inizio alla formulazione di ipotesi a carattere dinamico, atte ad esplicitare la struttura di base delle relazioni causali tra le variabili analizzate; 3. si procede allo sviluppo di un modello formale di simulazione; 4. si effettuano specifici test di validità del modello di simulazione; 5. nella fase finale si analizza la simulazione e si valutano i risultati ottenuti. In definitiva, nell’insieme emerge una metodologia in grado di supportare l’analisi di contesti complessi e dinamici. Dopo aver costruito il modello generale di partenza si passa al modello ampliato comprensi vo delle principali variabili stock, dei flussi che connettono tali variabili livello, delle variabili ausiliarie primarie tendenti a chiarire le regole decisionali all’interno del sistema. Tutte le relazioni tra le variabili di interesse vengono così esplicitate, tutte le relazioni causa-effetto vengono indicate e valutate in modo da tenere sempre aggiornato il modello nel caso da modificarlo qualora le condizioni iniziali non dovessero più sussistere. 87 Come detto in precedenza 77 , questo strumento permette di adottare un linguaggio ed una metodologia appropriata per ben rappresentare le iniziative strategiche portate avanti dall’organizzazione, e le relative relazioni causa-effetto che in questo modo vengono esplicitate con più chiarezza e facilità 78. La System Dynamics dà la possibilità ai manager di condurre un’analisi approfondita attraverso l’intero sistema, permette di definire indicatori di performance appropriati 79 e di utilizzare lo strumento Balanced Scorecard in modo dinamico. David Norton scrisse: “ Bob Kaplan e io abbiamo creduto a lungo che la System Dynamics potesse essere l'ultima espressione per l’organizzazione della strategia e la perfetta base per una Balanced Scorecard”. (2000)80 In conclusione, si può asserire che l’utilizzo della BSC, resa “dinamica” dall’apporto della metodologia System Dynamics, può essere uno strumento utile al controllo del rapporto di Outsourcing. La costruzione della mappa strategica, infatti, metterà in evidenza non solo le relazioni di causa-effetto, ma anche il modo in cui le variabili si influenzano grazie all’introduzione del concetto di polarità. In tal modo sarà possibile individuare più facilmente i circuiti di feedback e su di essi si potrà lavorare in modo dinamico per mettere in atto analisi e simulazioni in gradi di stabilire eventuali azioni correttive. Grazie alla metodologia System Dynamics e, più precisamente, all’utilizzo della struttura con variabili di stock e di flusso si avrà una visione più chiara del processo di erogazione del servizio da parte del 77 Paragrafo 3.3.4 78 Rich mond 2001 79 Akkermans and Oorschot 2002, 5 80 Teaching the Dynamic Balanced Scorecard, Ryd zak F., Magnuszewski P.1, Pietruszewski P.2, Send zimir J.3, Chlebus E. 88 provider e si riusciranno ad analizzare tutte le variabili che in qualche modo lo influenzano. Tutti gli aspetti sopraelencati verranno approfonditi nel caso di studio che metterà in risalto il rapporto di Outsourcing IT tra la società Poste Italiane S.p.A e gli eventuali vendor che ne prenderanno in carico il servizio di manutenzione degli apparati hardware. 89 Capitolo IV Outsourcing della manutenzione hardware: Il caso Poste Italiane S.p.a 4.1 Pre messa metodologica Acquisite le conoscenze teoriche disponibili sull’Outsourcing e gli strumenti di controllo delle performance aziendali, viene di seguito presentato il caso Poste Italiane S.p.A. (P.I.). Individuato il soggetto dello studio, acquisiti i contatti necessari per accedere alla documentazione e ottenute le autorizzazioni del caso, ho avuto la possibilità di visionare vari documenti interni all’azienda e attinenti i processi di esternalizzazione. L’accesso alla documentazione mi ha permesso di rilevare un frequente ricorso da parte di Poste Italiane all’Outsourcing per la realizzazione di vari servizi e in ambiti differenti. Ciò mi ha portato a dover scegliere un caso che fosse particolarmente rappresentativo per lo studio affrontato. Si può dedurre facilmente che la scelta è stata adottata in modo soggettivo seppur considerando come parametro principale il ruolo fondamentale della manutenzione hardware. Essa infatti, a mio avviso, costituisce il cardine per il funzionamento di ogni attività di una società come Poste Italiane: un qualsiasi guasto nel sistema hardware impedirebbe la normale erogazione di servizi da parte della società ai clienti. Il punto di partenza per lo svolgimento dell’analisi è stato il contratto tra Poste Italiane ed i suoi vendor, attraverso cui ho acquisito le conoscenze necessarie per interpretare i meccanismi del rapporto tra le parti contraenti. Solo in questa fase ho proceduto ad effettuare delle 90 “interviste” ai soggetti responsabili dello sviluppo e del controllo delle fasi di Outsourcing della manutenzione hardware. Tramite le interviste ho sottoposto a tali soggetti questioni relative al contratto ed alla gestione del controllo delle performance dei provider selezionati. Una volta acquisite tutte le informazioni ed i dati ho proceduto all’analisi effettiva del caso e, quindi, alla stesura della parte empirica del lavoro di tesi. 4.2 Introduzione La Società per Azioni Poste Italiane è il primo operatore di servizi postali in Italia. I settori di riferimento sono il servizio universale postale e quello dei servizi finanziari. Nel settore dei servizi postali, Poste Italiane effettua la raccolta, lo smistamento e il recapito delle lettere ordinarie, delle stampe, delle raccomandate, delle assicurate e dei pacchi, il servizio telegrammi, il servizio di corriere espresso Postacelere, per l’Italia e per l’estero, e i servizi di “comunicazione ibrida”. Poste Italiane, inoltre, svolge in collaborazione con il Ministero delle Comunicazioni, le attività connesse alla emissione e alla commercializzazione dei francobolli. Nel settore dei servizi finanziari l’offerta di Poste Italiane, rivolta sia ai privati sia alle aziende, comprende una vasta gamma di prodotti, tra cui il conto corrente postale, il libretto di risparmio postale, i buoni fruttiferi postali, il vaglia nazionale e internazionale oltre che il servizio di cambiavalute. A questi servizi si aggiungono quelli di incasso e pagamento per le imprese e la Pubblica Amministrazione. La Divisione Banco Posta eroga i prodotti e i servizi finanziari sia direttamente, sia attraverso le società di prodotto Poste Vita e BancoPosta Fondi SGR. 91 Poste impiega circa 151.000 persone, di cui circa 67.000 addetti agli sportelli degli Uffici Postali. Totale dipendenti Gruppo Poste Italiane (media annuale) 155.732 Aree Territoriali Mercato Privati 9 Filiali 140 Uffici Postali 13.911 La società è caratterizzata da una struttura distribuita sul territorio nazionale estremamente capillare, costituita da: 1. circa 4.000 Uffici Postali Maggiori; 2. circa 9.000 Uffici Postali Minori; 3. circa 1.000 Uffici Postali Modulari (External) ; 4. circa 500 Uffici Direzionali distribuiti in circa 350 sedi. Il Gruppo serve circa 23 milioni di Clienti, Business e Retail, attraverso vari canali commerciali e distributivi. L’ offerta attuale si articola nelle seguenti macro aree di prodotti/servizi: Corrispondenza Filatelia Bancoposta Logistica e corriere espresso ICT business communication 92 Servizi di Safety e Security Altri prodotti e servizi (rete PT Business, Progetto Ariete, Poste Shop, Kipoint). L'attuale modello organizzativo di Poste Italiane, che centralità del assume cliente la come principio base, è caratterizzato da: due canali commerciali (Mercato Privati e Clienti Affari), responsabili dello sviluppo e della gestione dei segmenti di clientela rispettivamente assegnati. La funzione Mercato Privati, inoltre, rappresenta il principale canale di accesso ai prodotti/servizi forniti da Poste Italiane, attraverso il coordinamento della rete degli Uffici Postali. Oltre ai canali fisici dedicati alla commercializzazione, un ulteriore e fondamentale canale di contatto con la clientela è costituito dalla funzione Servizi al Cliente e Qualità che offre servizi di assistenza alla clientela; quattro funzioni di business (Servizi Postali, BancoPosta, Corriere Espresso e Pacchi, Filatelia) responsabilizzate sullo sviluppo dei prodotti/servizi di competenza e sulla gestione di parte delle operatività connesse all'erogazione degli stessi. La funzione Servizi Postali garantisce, inoltre, la pianificazione e la gestione del processo logistico in tutte le sue fasi; funzioni corporate di governo, controllo ed erogazione di servizi a supporto dei processi di business. 93 A sostegno dell’importanza economica e finanziaria che riveste Poste Italiane nel nostro Paese, si riportano di seguito alcuni dati del bilancio 200881: Gruppo poste Italiane Utile netto 882,6 milioni di euro Poste Italiane S.p.A Utile netto 720,8 milioni di euro Poste Italiane S.p.A. è una presenza indispensabile per i cittadini, per le piccole e medie imprese, per le grandi aziende, per le Pubbliche Amministrazioni. Ogni cliente rappresenta una richiesta specifica e un confronto necessario a livello nazionale e internazionale per migliorare i servizi e i prodotti offerti. 81 Poste Italiane S.p.A, Bilancio 2008. 94 In questo capitolo analizzeremo la sezione Information Technology di Poste Italiane S.p.A e, più precisamente, la funzione di manutenzione hardware. Prima, però, è indispensabile descrivere le aree tematiche dell’ Information Technology per di Poste Italiane e vedere come queste si inseriscono all’interno dell’azienda 82 . 4.2.1. Le Aree tematiche dell' Information Technology Nell'ottica del miglioramento, sia dei servizi offerti alla clientela, sia dei servizi di automazione dei processi interni, le attività della Direzione Centrale TI (Tecnologie dell’Informazione) si svolgono prevalentemente all' interno delle seguenti Aree tematiche: Servizi Internet: hanno come obiettivo quello di migliorare l’immagine dell’Azienda e di fornire al pubblico nuovi servizi avanzati sul World Wide Web, come Internet Banking per i servizi di BancoPosta, Pagamento Bollettini Online, Telegrammi Online, Posta Ibrida, Posta Elettronica, Commercio Elettronico, Certificazione, Electronic Billing. Servizi Intranet ed E-mail: hanno come obiettivo quello di standardizzare ed estendere forme di comunicazione e modalità di fruizione delle informazioni all’interno dell’Azienda, utilizzando il paradigma del Web e della Posta Elettronica anche nella rete interna. Servizi di Agenzia: hanno come obiettivo quello di migliorare i servizi al pubblico di fruibilità tradizionale, come quelli di BancoPosta, Corrispondenza, Divisione Espresso Logistica e Pacchi (DELP). 82 Poste Italiane S.p.A., www.posteitaliane.it 95 Servizi di Customer Relationship Management: hanno come obiettivo quello di migliorare il supporto offerto al pubblico che usufruisce dei servizi dell’Azienda e si concretizzano nella gestione dei sistemi di help-desk e del Call Center. Servizi di analisi dati: hanno come obiettivo quello di effettuare analisi statistiche sui dati forniti dai sistemi in esercizio, in modo da supportare al meglio la qualità dei servizi offerti alla clientela sia pubblica che privata. Servizi di implementazione in ambito ERP: hanno come obiettivo quello di integrare, normalizzare ed implementare l’ambito ERP di Poste Italiane. Servizi di DataWareHouse e Datamart specifici: hanno come obiettivo quello di garantire la disponibilità di anagrafiche uniche e condivise, gestite/manutenute centralmente da una funzione specifica, nonché una base dati coerente e univoca, cui si accede con strumenti di Business Analisys snelli, flessibili e direttamente utilizzabili da parte dell’utente finale, che permettano analisi dinamiche e interattive dei dati. Dunque, un ruolo fondamentale è dato all’ information technology e alla sua gestione. Grande importanza poi viene attribuita alla gestione e al monitoraggio dell’infrastruttura tecnologica utilizzata da Poste per l’erogazione dei servizi. Vengono impiegate, per svolgere tali funzioni, le seguenti strutture organizzative: 1. Service Support: tale struttura è responsabile del supporto di primo e di secondo livello agli operatori di sportello degli Uffici Postali e al personale degli Uffici Direzionali. All’interno del Service Support, il servizio di Help Desk, erogato dal Service Desk, è caratterizzato da: 96 assistenza telefonica agli utenti, con la possibilità di risolvere on-line il problema; creazione di un Trouble Ticket per ogni chiamata; screening approfondito anche in caso di problematiche HW; assegnazione dei Ticket aperti al Back-office specializzato nell’ ambito della struttura di Service Support ; assegnazione di attività a fornitori esterni (per esempio: Manutenzione HW). Il Service Support è ubicato presso ciascun Polo Tecnologico 83 ma svolge il servizio in modo virtuale su tutto il territorio nazionale. 2. System Management: tale struttura è responsabile del monitoraggio e del controllo in remoto sia delle Server Farm84 di infrastrutture ubicate presso i Poli Tecnologici, sia dei server di Agenzia presenti negli Uffici Postali. Anche il System Management è presente in ciascun Polo Tecnologico 85 . I nove poli tecnologici sono distribuiti sull’intero territorio nazionale in modo da consentire una visione particolareggiata dello specifico ambito di assegnazione ed una, più generale, derivante dalle varie relazioni di ciascun polo. Queste strutture, come vedremo in seguito sono quelle adibite al colloquio con il provider e, quindi, all’apertura 83 Unità organizzat iva distribuita sul territorio nazionale e costituita dai Centri Serv izi ubicati nelle città di Genova, Torino, Milano, Bologna, Venezia, Firen ze, Ro ma, Napoli, Bari e Palermo avente la responsabilità di: supportare il territorio nelle aree d i Incident e Problem Management; sw distribution sul territorio di co mpetenza; delivery di progetti sul territorio e lo ro monitoraggio via SA L; gestione e monitoraggio delle Server Farm; gestione tecnica della manutenzione. 84 Dove si trovano i server che ospitano le applicazioni di tipo web based. Presso ogni Polo Tecnologico è installata una Server Farm con lo scopo di erogare servizi infrastrutturali,servizi gestionali e servizi d i utilità verso le strutture territoriali. 85 97 ed alla chiusura dei guasti ed al monitoraggio delle performance dello stesso. L’Outsourcing IT della funzione manutenzione 4.3. hardware Il Servizio di manutenzione hardware è finalizzato alla risoluzione di ogni problematica inerente guasti meccanici/elettronici delle apparecchiature hardware IT (server, client, periferiche standard e custom) installate presso la Società; di solito il servizio è sviluppato in due fasi: la fase di manutenzione preventiva, se espressamente prevista per ciascun prodotto hardware e la fase di manutenzione correttiva, che consiste nella riparazione di guasti o dei malfunzionamenti che dovessero verificarsi sui prodotti. La funzione manutenzione hardware riveste un ruolo fondamentale per la funzionalità degli apparati della società: grazie ad esso è possibile evitare preventivamente o, comunque, risolvere in maniera tempestiva, qualsiasi problematica potenziale causa di interruzioni dell’erogazione dei servizi. Come abbiamo visto nei capitoli precedenti, questa particolare funzione si inserisce al primo posto tra le attività esternalizzate nell’ambito dell’information technology86 (figura 20). Il mercato dei fornitori di servizi, infatti, è molto sviluppato e offre competenze specializzate che le società hanno difficoltà a creare all’interno della loro struttura per questo è considerata da molte organizzazioni una funzione di tipo specialistico ma non-core87 . Per una società come Poste Italiane questa funzione è di particolare interesse, di conseguenza, 86 Cap.1 par.5 sottopar.2 87 Cap.1 par.5 per la sua realizzazione si ricorre all’utilizzo di 98 organizzazioni specializzate nella materia che investono molto in ricerca e sviluppo; questa scelta è dettata dalla necessità di avere elevate competenze specialistiche. Nel caso specifico, quindi, si parla di Information Technology Outsourcing di tipo Selettivo88 . Gestione telecomunicazioni Gestione network Gestione software e hardware Manutenzione delle applicazioni 0% 5% 10% 15% 20% 25% 30% 35% 40% 45% 50% Figura 29: Principali servizi IT che sono o possono essere oggetto di Outsourcing (Fonte: The Outsourcing institute’s, IT Index, 2001) Il rapporto di Outsourcing IT che Poste Italiane attiva con i suoi fornitori di servizi consta di: 1. Servizi di Manutenzione Hardware On site (preventiva e correttiva): a. Servizio di manutenzione con ripristino della funzionalità per gli apparati degli Uffici Direzionali 88 b. Servizio di riparazione delle unità/parti guaste c. Servizio di manutenzione preventiva Cap.2 par.3 99 2. Servizi di Manutenzione Hardware (preventiva e correttiva) per alcune tipologie di periferiche: a. Servizio di swap: ritiro dell’apparecchiatura (a seguito di pianificazione preventiva o correttiva per guasto) e installazione (in sostituzione) di altra apparecchiatura funzionante con verifica con verifica della funzionalità b. Servizio di manutenzione preventiva e/o riparazione delle unità/parti guaste in laboratorio 3. Servizi di Ripristino della Configurazione: a. Riconfigurazione comprensiva di della sistema piattaforma operativo, software, middleware, componente applicativa e dati, delle unità server degli Uffici Postali b. Riconfigurazione comprensiva di della piattaforma sistema operativo, software, middleware e componente applicativa, delle unità client degli Uffici Postali c. Riconfigurazione della piattaforma software di base per le unità client degli Uffici Direzionali 4. Servizi di Logistica 5. Servizi di Supporto Tecnico e Gestionale: a. Qualificazione delle richieste di intervento b. Gestione del flusso delle richieste di interventi c. Aggiornamento dei dati di asset e call management, operando direttamente sul sistema di Asset e Call Management di Poste Italiane 6. Servizi opzionali a richiesta: a. Manutenzione straordinaria 100 b. Supporto ai progetti di implementazione c. Ritiro delle apparecchiature obsolete d. Inventario fisico. La fornitura del servizio, poi, è suddivisa in 5 Lotti, non cumulabili tra loro, su base geografica: 1. Lotto 1: Uffici Postali / Direzionali nelle aree geografiche Piemonte, Valle d’ Aosta, Liguria, Veneto, Trentino Alto Adige, Friuli Venezia Giulia 2. Lotto 2: Uffici Postali / Direzionali nell’ area geografica Lombardia 3. Lotto 3: Uffici Postali / Direzionali nelle aree geografiche Toscana, Umbria, Emilia Romagna, Marche, Lazio e Abruzzo 4. Lotto 4: Uffici Postali / Direzionali nelle aree geografiche Puglia, Molise, Basilicata, Campania e Calabria 5. Lotto 5: Uffici Postali / Direzionali nelle aree geografiche Roma Direzione Generale, Sardegna e Sicilia. Si ricorre, quindi, ad una scelta di servizio multivendor89, ad ogni lotto, infatti, viene assegnato un provider che prenderà in carico i guasti che avverranno in quella particolare area geografica. Questa scelta è dettata dal fatto che le postazioni di Poste Italiane S.p.A. sono distribuite capillarmente su tutto il territorio italiano. I criteri di selezione 90 (in questo caso inseriti in un bando di gara europeo), quindi, sono diventati più restrittivi. 89 Cap. 2 par.4 sottopar.2 90 Cap.2 par.2 sottopar.2 101 4.4. Il contratto Come accennato in precedenza i criteri di selezione dei service provider sono molto accurati e ben delineati nel contratto stipulato tra le parti. Il contratto, infatti, stabilisce che: 1. Sarà presente almeno una risorsa specificamente dedicata alla verifica e al monitoraggio del servizio di manutenzione (Coordinatore Tecnico – Supervisor) il quale sarà componente del Tavolo Operativo Avanzato. 2. L’ Impresa dovrà comunicare a Poste Italiane, per ciascun Polo Tecnologico, l’identità e le competenze di tutte le risorse utilizzate nella realizzazione della fornitura e dedicate a Poste Italiane (le risorse possono essere rifiutate da Poste a proprio insindacabile giudizio). 3. L’ Impresa deve garantire una presenza territoriale di tecnici specializzati in quantità che verranno indicate nelle specifiche tecniche del contratto. Il contratto di Outsourcing91 IT con il provider può essere inserito tra quelli di tipo contract-out92 : si ritiene, infatti, che in questo caso ci sia una elevata maturità tecnologica 93 tale per cui i requisiti del servizio possono essere illustrati dettagliatamente alle parti interessate. Una sezione specifica del contratto è destinata alla sicurezza e alla riservatezza dei dati e delle informazioni 94 trattando il servizio di 91 Cap.2 par.3 92 Cap.2 par.4 sottopar.3 93 Cap.2 par.4 sottopar.3 94 Cap. 2 par. 4 sottopar. 4 102 materiale hardware e software particolarmente sensibile; infatti, qualsiasi notizia, documento, informazione, concetto o know-how concernente in modo diretto od indiretto l’organizzazione o l’attività di Poste Italiane di cui dovesse venire a conoscenza il personale del provider per qualsiasi motivo, dovrà essere tenuto riservato e non potrà essere comunicato a terzi, in tutto od in parte, senza esplicita autorizzazione di Poste Italiane stessa. L’obbligo di riservatezza riguarda anche le idee, le metodologie e le esperienze tecniche che il vendor sviluppa o realizza in esecuzione delle prestazioni contrattuali. Infine, vengono descritte dettagliatamente tutte le clausole di chiusura del contratto che si rifanno alle normali clausole di chiusura di un contratto di Outsourcing 95. 4.4.1. Gli strume nti di misurazione e controllo Il rapporto di collaborazione tra Poste Italiane ed i provider presenti sul territorio vengono regolarizzati da una serie di norme riguardanti la misurazione delle prestazioni ed il confronto con i risultati attesi. Nel contratto vengono inseriti i livelli di servizio 96 da raggiungere legati ad una serie di penali e riduzioni di canone che vengono messe in atto una volta stabilita la non conformità dei risultati attesi. I controlli vengono fatti periodicamente e tengono conto di tutte le variabili presenti nel contesto che, essendo implementato su larga scala, è da ritenersi molto complesso. Infatti, molti sono i vincoli e le variabili presenti tra cui, ad esempio: orari di apertura e chiusura degli uffici postali, giorni “critici 97”, giornate di festa nazionali o locali, tipologie di guasti definiti “bloccanti 98 ” o meno. Nel contratto sono quantificati nello specifico tutti i tempi di ripristino entro i quali le 95 Cap. 2 par. 4 sottopar.5 96 Cap.2 par.2 sottopar.3 97 Giorni d i pagamento pensioni, scadenze particolari, ecc. 98 L’ufficio non può svolgere servizio al pubblico 103 riparazioni devono essere effettuate a seconda del tipo di dispositivo che viene utilizzato e dalla tipologia di guasto, ovvero, se questo è da considerarsi bloccante o meno (Figura 30). Ad esempio: Tipologia di apparato Tempo di ripristino “Guasto non bloccante” Tempo di ripristino “Guasto bloccante” Server Giorno lavorativo successivo 6 ore lavorative Client Giorno lavorativo successivo 6 ore lavorative Altre periferiche Giorno lavorativo successivo Giorno lavorativo successivo Figura 30: tempi di ripristino apparecchiature I livelli di servizio sono calcolati sulla base delle disponibilità standard richieste dall’azienda scendendo sotto le quali il provider è tenuto a pagare una penale per lo scostamento dai risultati ottenuti. Per tenere costantemente il controllo dei vari provider Poste Italiane utilizza tre indici che indicano: 1. Disponibilità puntuale server 2. Disponibilità globale 3. Disponibilità globale nei "Giorni Critici" Questi indici permettono di valutare l’operato del provider in relazione agli accordi contrattuali. Il rapporto di Outsourcing in questo caso viene svolto prendendo in considerazione solo una determinata funzione, la manutenzione 104 hardware e, quindi, lavorando unicamente in funzione dei processi interni e dell’applicazione degli SLA 99 contrattuali. In questo caso particolare, la società ha piena consapevolezza dei propri obiettivi e dei livelli di servizio desiderati ed in nessun modo il provider può fraintendere tali intenti. Questo evita a Poste Italiane di incorrere nelle problematiche derivanti dalla mancata chiarezza degli obiettivi da perseguire 100 . Il sistema così creato, però, non tiene conto di tutte le altre variabili che entrerebbero in gioco se si andasse ad analizzare l’impatto che il rapporto di Outsourcing e le relative performance hanno sull’intera organizzazione, cercando quindi di non relegare il controllo ad un mero calcolo sistematico ma implement andolo in funzione di un progetto di sviluppo più ampio, dislocato su più fronti. A questo proposito viene di seguito proposta l’utilizzazione dello strumento BSC con cui si potrà implementare una struttura di controllo direzionale efficacemente collegata alle varie componenti della gestione aziendale per poter verificare la coerenza con le strategie poste in essere dall’azienda 101. Coerenza, quindi, con gli obiettivi del rapporto di Outsourcing ma anche e soprattutto con gli obiettivi generali della società. La strategia sarà sempre parte integrante del progetto: grazie, ad esempio, alla costruzione di una mappa strategica potranno essere descritte e rese visibili tutti gli obiettivi strategici che l’azienda intende perseguire e le attività che porteranno al raggiungimento di tali intenti. Si cercherà, quindi, di verificare come il rapporto di Outsourcing e quindi le variabili aziendali influenzate dallo stesso ricadano sull’andamento globale dell’azienda in modo da avere 99 Cap.3 par.2 100 Cap.1 par.6 101 Cap.3 par.3 105 sempre una visione chiara all’utilizzo, poi, della dello stato di salute aziendale. Grazie metodologia System Dynamics 102 si evidenzieranno non solo le relazioni di causa-effetto tra le variabili ma, con l’introduzione delle polarità, si potrà analizzare il modo in cui le variabili si influenzano tra loro. 4.5. Costruzione della mappa strategica L’implementazione della BSC, applicata ad un caso di Outsourcing relativo ad una sola funzione all’interno dell’organizzazione, porterà a collegare il medesimo caso con le altre variabili presenti nel contesto aziendale. In tal modo, si potrà analizzare quanto e in che modo la funzione esternalizzata influisce sull’andamento generale dell’organizzazione: si potranno individuare le varie prospettive tipiche di questo strumento di controllo e verificare come queste si influenzino, grazie alla costruzione di mappe strategiche che ne definiscano le eventuali relazioni di causa-effetto. Come già accennato nei capitoli precedenti 103 , è possibile suddividere gli interessi dell’organizzazione in quattro prospettive: 1. Prospettiva apprendimento e crescita; 2. Prospettiva processi interni; 3. Prospettiva cliente; 4. Prospettiva economico/finanziaria. Attraverso le informazioni desunte dai documenti forniti da P.I. è stato possibile costruire una mappa strategica che si adattasse agli obiettivi strategici che la società intende raggiungere esternalizzando la funzione e, congiuntamente, si è cercato di assegnare a tali obiettivi 102 Cap.3 par.4 103 Cap.3 106 alcuni dei molteplici indici che potrebbero essere utilizzati per calcolarne i livelli raggiunti. Redditività Prospettiva “EconomicoFinanziaria” Costi di manutenzione Customer satisfaction Prospettiva “Cliente” Valorizzazione canali di contatto con la clientela Prospettiva “Processi interni” Efficienza operativa Prospettiva “Apprendimento e crescita” Nuove capacità Tempestività erogazione del servizio Costituzione di sinergie Investimenti IT Innovazione tecnologica Certificazioni e specializzazioni Figura 31: Mappa strategica costruita sugli obiettivi di Poste Italiane S.p.A Partendo dal basso (figura 21), si analizza la prospettiva “apprendimento e crescita”. Questa prospettiva influenza tutte le altre ma riguarda esclusivamente il provider: a quest’ultimo, infatti, è affidato il compito di erogare il servizio e, quindi, di investire in organizzazione e strumenti atti alla risoluzione delle eventuali problematiche. I tre obiettivi, con i relativi indici per il calcolo del livello raggiunto, che il provider deve perseguire per portare a termine con efficienza il suo mandato e che Poste Italiane richiede come caratteristiche sono: 1. Lo sviluppo di nuove capacità: il provider deve essere in continuo aggiornamento sulle nuove tecniche di intervento, sulle tecnologie innovative e sugli strumenti presenti sul mercato per riuscire a rendere efficiente il proprio lavoro. Gli indici sono: 107 a. Indice di miglioramento dell’erogazione del servizio: di quanto, in base al confronto con il passato, è migliorata la tempestività e la qualità nell’erogazione del servizio. b. Addetti specializzati: personale con specializzazioni avanzate e conoscenze di nuove tecnologie. 2. Investimenti in IT: continui investimenti in IT sono fondamentali per stare al passo con le nuove tecnologie specialmente in un mercato tecnologico in continua evoluzione. L’indice a cui si farà riferimento: a. Spesa in organizzazione e nuove tecnologie: quanto l’organizzazione provider investe nella sua sezione di ricerca e sviluppo. 3. Certificazioni e specializzazioni: ogni singolo componente del team del provider deve essere certificato ed informato sulla continua evoluzione delle tecniche di lavoro e degli apparati che dovranno essere gestiti. Questo conferma come il lavoro assegnato possa essere gestito con efficacia. A tale proposito si richiede: a. Certificazioni: certificazioni di qualità e di competenza specialistica (Microsoft, Cisco, ecc.) che l’organizzazione provider possiede. Al secondo step, scorrendo la mappa, troviamo la prospettiva “processi interni”, dove per processi interni si intendono i fluss i che danno vita all’apertura ed alla chiusura del guasto verificatosi. Questa sezione scaturisce completamente dal contratto di collaborazione. 108 Nello specifico, gli obiettivi che congiuntamente il provider e l’organizzazione devono raggiungere sono: 1. Efficienza operativa: si mira sempre ad un livello elevato dell’efficienza alla risposta al guasto. Questo obiettivo deve essere perseguito da entrambe le organizzazioni ma è direttamente influenzato dal livello che il provider riesce a raggiungere nella prospettiva “apprendimento e crescita”. Gli indici di seguito elencati sono relativi a quelli contenuti nel concordato tra Poste ed il provider: a. Disponibilità puntuale server: la disponibilità puntuale consiste nella misurazione esatta, espressa in percentuale, rispetto a tutti i server degli Uffici Postali, dei tempi di fermo per indisponibilità di qualunque tipo (hardware, software, ecc.) calcolata su base mensile. b. Disponibilità globale: consiste nella misurazione esatta, espressa in percentuale, rispetto a tutte le apparecchiature assistite (suddivisi tra Uffici Postali e Uffici Direzionali), dei tempi di fermo calcolata su base mensile. c. Disponibilità globale nei "Giorni Critici": La disponibilità globale consiste nella misurazione esatta (con riferimento ai soli Uffici Postali), espressa in percentuale, rispetto a tutte le apparecchiature assistite, dei tempi di fermo calcolata nel giorno specifico. 2. Costituzione di sinergie: la costituzione di sinergie tra le organizzazioni è di fondamentale importanza per ridurre i tempi di risposta relativi al guasto e, quindi, all’interruzione del servizio erogato. L’indice di riferimento: a. Ritardi tra la segnalazione del guasto e la presa in carico dello stesso ( tempi di risposta ): consente di misurare il grado di 109 sincronizzazione tra l’azienda ed il provider. Il riconoscimento tempestivo del guasto da parte dei funzionari aziendali ed il sistema di comunicazione con il provider permette di accorciare i tempi di attesa di risoluzione. 3. Innovazione tecnologica: gli investimenti in apparati hardware tecnologicamente avanzati sono di interesse esclusivo di Poste che deve prestare attenzione agli investimenti che porteranno ad una più ampia capacità di affrontare il progresso tecnologico. A tale proposito: a. Tasso di guasto : indica in percentuale il numero di guasti avvenuti nell’arco temporale. Si passa ad analizzare due prospettive che sono di gestione unica di Poste Italiane e che non riflettono l’andamento del rapporto di Outsourcing, ma l’impatto su specifici obiettivi che l’intera azienda deve perseguire. Subito dopo la prospettiva “processi interni” troviamo la prospettiva “cliente”. Non è difficile immaginare quali possano essere gli obiettivi generali che una società delle dimensioni di Poste Italiane possa avere (in questo lavoro sono stati inseriti solo quelli che sono in relazione con il servizio esternalizzato): obiettivi generali che vengono menzionati anche nel concordato con i provider e che fanno parte anche della vision dell’azienda. Gli obiettivi che analizzeremo nello specifico sono: 1. Customer satisfaction: per definizione è il principale obiettivo di un’azienda orientata al marketing, i cui sforzi tendono allo sviluppo di una relazione di qualità con la clientela e alla sua conseguente fidelizzazione 104. È facile intuire, quindi che grande risalto viene dato al livello raggiunto da questo particolare 104 www.marketinginfo rmatico.it 110 obiettivo. L’indice per la misurazione del livello di soddisfazione della clientela: a. Indice di customer satisfaction: atto ad indicare il livello di soddisfazione della clientela. 2. Tempestività di erogazione del servizio: la tempestività di erogazione del servizio è direttamente legata alla customer satisfaction. Attese troppo lunghe a causa di guasti irrisolti potrebbero portare i clienti ad alti livelli di insoddisfazione. L’indice imputabile a tale obiettivo è: a. N° di reclami per mancata erogazione del servizio e per tempi di attesa elevati: inefficienze gravi causate dalla totale mancanza di erogazione del servizio o da tempi di attesa elevati dovuti al mal funzionamento degli apparati preposti. 3. Valorizzazione dei canali di contatto con la clientela : la multicanalità di Poste si esprime con la possibilità di effettuare transazioni allo sportello, tramite telefono, sistemi selfservice, internet, poste mobile. Molto è stato fatto in questi anni dall’azienda per essere all’avanguardia in questo tipo di offerta. Saper valorizzare i canali di contatto con la clientela è quindi molto importante e la manutenzione hardware gioca un ruolo fondamentale in questo scenario. A tal proposito: a. Accessi alla rete di servizi : incremento delle prestazioni dovute all’innalzamento dei livelli di qualità di erogazione del servizio da parte del provider 105 . Al top della piramide troviamo la parte economico/finanziaria costituita da due indici indicativi della situazione patrimoniale aziendale: 105 Ad esempio: l’utente può accedere al servizio d i pagamento dei bollettin i di contocorrente solo perché qualsiasi guasto riscontrato su un totem Poste Italiane è stato preso in carico e risolto tempestivamente. 111 1. Costi di manutenzione: in questo caso non esistono veri e propri costi di manutenzione in quanto i costi sono imputabili al canone che viene pagato da Poste per il servizio reso. A tale proposito è possibile monitorare soltanto la parte relativa al disservizio: a. Penali: indica il numero di volte che l’azienda provider ha pagato delle penali per mancato raggiungimento dei livelli di servizio. Questo può definirsi un costo perché nonostante si presenti come un flusso in entrata all’azienda è scaturito da un disservizio. Questo indice sarà l’unico capace di influenzare la prospettiva “apprendimento e crescita”, in quanto rappresenta un’uscita per l’organizzazione del provider. 2. Redditività: per quanto riguarda questo particolare obiettivo si analizzerà solo il modo in cui il rapporto di Outsourcing lo influenza senza entrare nel merito degli indicatori di redditività generale dell’azienda. Si prendono in considerazione in questo caso: a. Indice di redditività: si tratta, nel caso specifico, di un unico indice che comprende gli indici di redditività tipici di un’organizzazione. Non entreremo nel dettaglio in questo particolare caso, ma si analizzerà come questo indice generico viene influenzato dagli altri indicati. Dopo aver costruito la mappa strategica si passa ad analizzare le relazioni di causa-effetto che la contraddistinguono. 112 4.5.1 Le relazioni di causa-effetto Grazie al supporto della mappa strategica saremo in grado di analizzare le relazioni di causa-effetto che legano gli obiettivi, e di studiare come questi si influenzano tra loro (indirettamente o direttamente). Si passerà dalla lettura in verticale della mappa a quella tipica in orizzontale che permetterà una visione più chiara dei collegamenti e degli eventuali cicli che si verranno a formare. Prospettiva “Cliente” Customer satisfaction Prospettiva “Processi interni” Valorizzazione dei canali di contatto con la clientela Efficienza operativa Costituzione di sinergie Tempestività di erogazione del servizio Innovazione tecnologica Nuove capacità Redditività Investimenti IT Certificazioni e specializzazioni Costi di manutenzione Prospettiva “Economico-Finanziaria” Prospettiva “Apprendimento e crescita” Figura 32: mappa strategica e relazioni di causa-effetto Le variabili si influenzano tra di loro direttamente come ad esempio: L’efficienza operativa influenza direttamente la customer satisfactcion 106 . Nel caso di obiettivi che si influenzano indirettamente, possiamo estrapolare dalla mappa dei cicli (loop) che riconducono le variabili a 106 Si può immaginare che au mentando l’efficienza operativa possa aumentare anche la soddisfazione del cliente (queste considerazioni verranno trattate di seguito) 113 far parte di un unico processo di relazioni. Si evidenzieranno alcuni di questi in modo da capire come le variabili interagiscono tra loro. Prospettiva “Cliente” Prospettiva “Processi interni” Efficienza operativa Customer satisfaction Innovazione tecnologica Redditività Prospettiva “Economico-Finanziaria” Prospettiva “Cliente” Customer satisfaction Prospettiva “Apprendimento e crescita” Prospettiva “Processi interni” Efficienza operativa Tempestività di erogazione del servizio Innovazione tecnologica Redditività Prospettiva “Economico-Finanziaria” Prospettiva “Apprendimento e crescita” 114 Prospettiva “Cliente” Prospettiva “Processi interni” Efficienza operativa Innovazione tecnologica Costi di manutenzione Redditività Prospettiva “Economico-Finanziaria” Prospettiva “Apprendimento e crescita” Si è potuta evidenziare, con l’analisi dei loop precedenti, una forte dipendenza degli obiettivi della mappa strategica con la redditività aziendale. Questo dovrebbe essere di facile comprensione in quanto tutti gli investimenti e le migliorie da apportare al processo sono dovute a questo particolare fattore, ovvero la capacità di investire. Tutte le attività vengono svolte per diminuire i costi ed allo stesso tempo aumentare la soddisfazione del cliente, portata dal miglioramento del servizio grazie alle specializzazioni del provider, e quindi la redditività aziendale; questo concetto sta proprio alla base dell’idea che hanno le organizzazioni che intendono esternalizzare una loro funzione. 115 Prospettiva “Cliente” Prospettiva “Processi interni” Efficienza operativa Innovazione tecnologica Nuove capacità Costi di manutenzione Investimenti IT Prospettiva “Economico-Finanziaria” Prospettiva “Apprendimento e crescita” Dalla figura precedente emerge che i costi di manutenzione, includendo l’indice relativo alle penali pagate per la mancata o inefficiente erogazione del servizio, sono l’unico obiettivo in grado di influenzare la prospettiva apprendimento e crescita. Come nel caso precedente, infatti, l’indice economico finanziario indica il livello degli investimenti che l’organizzazione del provider può fare per incrementare la spesa in organizzazione e nuove tecnologie. Più investimenti vengono fatti nella suddetta area, più il provider potrà sperare di accedere con facilità a selezioni che richiedono alte specializzazioni. 4.6. L’apporto della metodologia System Dynamics Dopo aver individuato obiettivi e relativi indici della BSC e, dopo aver costruito le relazioni di causa-effetto tra gli stessi, si passa all’utilizzo della metodologia System Dynamics per creare una base che porti alla ricostruzione formale della struttura del sistema e alla riproduzione e all’osservazione del comportamento dinamico dello stesso. 116 Prendendo sempre come punto di riferimento il contratto, e nello specifico il “capitolato tecnico” che Poste ha con i suoi fornitori, e grazie alle indicazioni fornitemi dal dirigente che ha seguito il lavoro, ho ricreato il processo interno utilizzato per comunicare con i fornitori di servizi. Richiesta Ripreso Rifiutato Sospeso Richiesta polo tecnologico Trasferito al manutentore Proposta di chiusura In carico Riassegnato Sollecito Errore trasmissione Cancellato Concluso Chiuso Figura 33: processo Trouble Management tra Poste e il service provider Il Fornitore dovrà utilizzare il sistema di Trouble Ticketing di Poste Italiane al fine di segnalare, per ogni intervento, tutti gli stati di avanzamento fino alla completa chiusura del caso. Richiesta polo tecnologico: è lo stato in cui si trova una richiesta di intervento nel momento in cui viene accolta dall'agente di Service Desk di Poste Italiane e viene assegnata alla coda del Fornitore. Trasferito al manutentore: la richiesta di intervento viene trasferita al Fornitore. In carico: la richiesta di intervento viene presa in carico dal fornitore. Sollecito : la richiesta viene sollecitata al Fornitore. 117 Rifiutato: è lo stato in cui il Fornitore pone la richiesta di intervento nel caso in cui ritenga che non sia di sua competenza o per mancanza di informazioni. Errore di trasmissione: errore durante il trasferimento del problem. Sospeso: è lo stato in cui il Fornitore pone la richiesta di intervento nel caso in cui, per chiudere l’intervento, necessiti di una azione indipendente dalla sua organizzazione. Ripreso: il Fornitore riprende in carico la richiesta in seguito a sospensione Cancellato : la richiesta viene cancellata da poste Proposta di chiusura: il Fornitore pone la richiesta di intervento dopo avere eseguito un’ attività che ritenga conclusa dal suo punto di vista, ma non dal punto di vista del cliente. Riassegnato al manutentore: la chiusura proposta dal fornitore non viene accettata da Poste. Chiuso: problem chiuso definitivamente da Poste. Partendo da questo processo ho costruito una struttura, in base alla metodologia System Dynamics, di tipo stock e flussi che racchiude in sè tutte le variabili presenti all’interno del processo. 118 Figura 34: Processo interno con stock e flussi Nello specifico, si prendono in considerazione tutti i flussi in ingresso al sistema per avere una visione chiara dei fenomeni gestionali indagati; in questo modo, non solo si delinea il processo di comunicazione con il provider, ma ci si focalizza sui punti chiave che rendono il sistema efficace ed efficiente. Sono stati individuati i seguenti flussi in ingresso per mezzo dei quali gli stock possono essere modificati: 1. Tasso di guasto: indica il numero di guasti avvenuti nell’arco temporale. 2. Totale apparati: totale apparati hardware presente in un lotto. 3. Orario lavorativo: giornate/ore di lavoro effettivo. 4. Ritardo di segnalazione guasto: tempo impiegato perché un problem possa essere trasferito e preso in carico dal fornitore. 119 5. Ritardo ritrasmissione: tempo necessario a ritrasmettere il problem. 6. N° addetti specializzati: addetti assegnati a ciascuna lavorazione. 7. Tempo di risoluzione: tempo necessario per la risoluzione di un guasto. 4. Tempo di analisi: tempo che Poste impiega a verificare se il problem è stato effettivamente chiuso. 5. Tempo di reincarico: tempo che si aggiunge a quello di risoluzione se il problem non fosse effettivamente risolto. 6. Tempo impiegato totale: somma di tutti gli intervalli di tempo che hanno portato alla risoluzione del guasto. Grazie a questa struttura sarà possibile avere un controllo più significativo sulle variabili in ingresso al sistema in modo da poter avere consapevolezza delle azioni necessarie al miglioramento dello stesso. Dunque, tale struttura permette sia la gestione del processo interno, sia il monitoraggio delle performance, ma è anche uno strumento di controllo e previsione; si potrà in questo modo tenere sempre aggiornato il modello in modo da apportare delle modifiche laddove le condizioni iniziali non dovessero più sussistere. Dall’analisi dei processi interni si è in grado di calcolare gli indici di efficienza operativa presenti nella BSC e, da questi, passare all’analisi dell’intera mappa strategica; grazie alle polarità, le relazioni di causaeffetto tra gli obiettivi saranno più chiare e si avrà un’idea precisa di come, al variare di uno, l’intero sistema possa modificarsi in modo dinamico: 120 Figura 35: Rappresentazione della BSC con annesse polarità Nella Figura 36 possiamo notare come gli obiettivi si influenzano tra di loro; come visto nel Capito III le polarità positive ( indicate con un “+”) dimostrano la tendenza delle due variabili a muoversi nella stessa direzione in seguito ad una variazione intervenuta nella prima, quelle negative (indicate con un “-”) dimostrano la tendenza a muoversi in direzioni opposte. Grazie a questa rappresentazione è possibile analizzare i loop, già visti, che si vengono a creare nella BSC. 121 Figura 36: Circuito di feedback positivo (reinforcing loop -R ) Figura 37: Circuito di feedback positivo (reinforcing loop -R ) 122 Le figure 39 e 40 indicano che tra gli obiettivi si vengono a creare circuiti di feedback positivi (reinforcing loop-R); un loop positivo opera rinforzando le tendenze e le dinamiche in atto all’interno del sistema107 . Per questo ad esempio: In Figura 39 si nota che all’ aumento (diminuzione) della redditività conseguentemente aumenta (diminuisce) la capacità dell’azienda di investire in tecnologie: questo va ad impattare sull’aumento (diminuzione) dell’efficienza operativa che porta la customer satisfaction a crescere (diminuire). Tutte le variabili si muovono nella stessa direzione, si può avere quindi una crescita o una decrescita di tipo esponenziale. Incrementando (diminuendo) un solo obiettivo aumenteranno (diminuiranno) tutti gli altri obiettivi ad esso legati in maniera diretta o indiretta. Figura 38: Circuito di feedback negativo (balancing loop-B) 107 Cap. III par 4 123 Figura 39:Circuito di feedback negativo (balancing loop-B) Le Figure 41 e 42 indicano che tra gli obiettivi si vengono a creare circuiti di feedback negativi (balancing loop-B); un loop negativo è finalizzato a regolare le tendenze in atto nel sistema creando, in tal modo, un processo di auto-bilanciamento ed allineamento verso un equilibrio statico 108 . Per questo ad esempio: In Figura 42 se diminuisce (aumenta) l’efficienza operativa aumentano (diminuiscono) i costi di manutenzione: in questo modo diminuiscono (aumentano) gli investimenti IT del service provider e quindi diminuisce (aumenta) l’obiettivo legato alle nuove capacità che si muove nella stessa direzione dell’innovazione tecnologica e dell’efficienza operativa. Quindi, quando ci si trova ad analizzare un caso di feedback negativo, bisogna attuare azioni correttive che portino il sistema al livello desiderato. In questo caso, se il livello desiderato non fosse stato raggiunto, si sarebbe analizzata 108 Cap. III par 4 124 nuovamente la struttura dei processi interni lavorando sulle variabili per attuare azioni correttive che portino all’aumento dell’efficienza operativa. L’analisi del sistema, quindi, è diretta, il controllo sulle variabili immediato, ogni variazione è costantemente monitorata e questo permette di analizzare facilmente contesti molto complessi. 4.6.1. Sviluppi futuri Grazie ad un adeguato strumento di simulazione, il processo interno potrebbe essere simulato e si potrebbero analizzare i vari scenari che si verrebbero a delineare. In fase di start-up questo potrebbe essere un buon esercizio per delineare le caratteristiche del contratto (indici, numero di persone addette ecc..), in itinere potrebbe dar vita a veloci azioni correttive in modo da apportare anche modifiche al contratto. Le caratteristiche di System Dynamics descritte in questi capitoli sono generali, ma la loro implementazione richiede l'utilizzo di specifici software. Un numero elevato di differenti pacchetti software è disponibile per implementare la metodologia System Dynamics e, per rendere l’idea di come possa essere realizzato il modello processi interni e mappa strategica, è stato utilizzato lo strumento di modellazione Powersim Studio. Powersim Studio è un ambiente di modellizzazione basato sulla scienza dei sistemi dinamici; permette di modellare sistemi - con tutte le loro relazioni di causa ed effetto, cicli di retroazione e dilazioni - in maniera grafica. Tramite questo software ho ricreato la struttura dei processi interni di Poste precedentemente analizzata. Il passaggio successivo alla modellizzazione è la quantificazione del processo attraverso i dati storici in possesso di Poste in modo da poter studiare e quantificare 125 l’operato di un singolo service provider ed in un secondo momento, se ritenuto necessario, apportare modifiche al contratto di partenza: Figura 40: modellizzazione processi interni Dopo aver studiato il risultato della simulazione della struttura dei processi interni si passerebbe ad analizzare i loop presenti all’interno della BSC. Inserendo indici adeguati (come visto nei capitoli precedenti) si riuscirebbe a studiare l’operato del service provider prendendo in considerazione l’effetto che hanno avuto le sue azioni su tutti gli obiettivi presenti nella mappa strategica. In questo modo , i dirigenti potranno avere a disposizione più elementi di analisi che porteranno alla riconferma del service provider o alla chiusura del rapporto con lo stesso. 126 Figura 41: Modellizzazione del loop in Figura 39 Si creerebbe un circuito chiuso che porterebbe a gestire il rapporto utilizzando le seguenti fasi: 1. compilazione del contratto facendo particolare attenzione alle specifiche di implementazione dei processi interni e agli indici per le misurazioni delle performance; 2. costruzione della BSC e quindi della mappa strategica; 3. modellizzazione dei processi interni e della BSC; 4. quantificazione del modello creato; 5. costruzione di scenari; 6. eventuali modifiche da apportare al contratto. 127 Contratto Balanced Scorecard Azioni correttive System Dynamics Scenari Questo lavoro di tesi non nasce per realizzare un modello di simulazione, ma per offrire un punto di partenza per una sua eventuale implementazione. Per realizzare un modello che sia significativo, infatti, occorrerebbe conoscere l’intera struttura organizzativa di Poste Italiane S.p.A., nel caso specifico, o di un’altra qualsiasi azienda presa in esame. 128 Conclusioni La scelta strategica di ricorrere all’esternalizzazione di una o più attività di un’organizzazione, come visto in precedenza, è definita “Outsourcing”. Di questo strumento si serve la maggior parte delle imprese ma, nonostante si sia evoluto negli anni, presenta ancora molte difficoltà di implementazione. Spesso accade che la maggior parte delle imprese intraprendono tale percorso senza essere consapevoli delle difficoltà che incontreranno, sopravvalutando gli aspetti più rilevanti per una buona riuscita del progetto: si tende a prestare attenzione solo ai risultati di breve termine (riduzione dei costi, specializzazione,…) senza riflettere sulle eventuali conseguenze di un approccio sbagliato. Molte iniziative di Outsourcing falliscono ancora oggi per cause diverse, la più importante delle quali è la sopravvalutazione del monitoraggio delle performance. L’obiettivo primario di questo lavoro di tesi è stato quello di analizzare il processo di Outsourcing IT109 soffermandosi sugli aspetti critici che caratterizzano tale processo ed in particolare sul problema della metodologia migliore da adottare per la misurazione ed il controllo delle performance raggiunte dal fornitore di servizi. Per costruire l’analisi oggetto di tesi sono stati utilizzati due approcci, teorico ed empirico. Con l’approccio teorico si è analizzata la letteratura relativa al fenomeno Outsourcing: partendo dalla definizione generale del concetto sono state studiate le sue principali caratteristiche: le dimensioni del fenomeno, i fattori determinanti che portano alla scelta del percorso di Outsourcing e gli ambiti di applicazione. Successivamente, è stato approfondito il fenomeno dell’Outsourcing 109 Esternalizzazione delle attività d i Information Technology presenti all’interno dell’organizzazione. 129 nell’ambito dell’Information Technology; nello specifico sono state evidenziate le diverse tipologie di Outsourcing IT e le criticità relative all’implementazione di questo percorso. Da quanto emerge dall’analisi teorica si può appurare che l’Outsourcing è un fenomeno in continua evoluzione ed ha una rilevanza estremamente attuale. Sempre dal punto di vista teorico, si è approfondito lo studio del contratto di Outsourcing. Analizzando i passaggi che portano alla sua costituzione e visionando le statistiche relative al tema trattato, si è potuto constatare che, di frequente, le organizzazioni che intraprendono il percorso di esternalizzazione si preoccupano più della forma che della sostanza dei contenuti. Solo poche, infatti, hanno consapevolezza del percorso che stanno seguendo e dei passi che devono intraprendere per portarlo a buon fine. La mancanza di autocritica e di storia pregressa documentata portano molte organizzazioni ad incontrare difficoltà nel processo di esternalizzazione. Il personale coinvolto nel cambiamento viene informato troppo tardi o non viene informato affatto, la scelta del service provider è fatta in modo errato o non è adeguata all’esigenza dell’organizzazione, gli obiettivi che vengono inseriti nei contratti sono poco chiari e troppo stringenti, clausole fondamentali vengono omesse (come ad esempio quella sulla sicurezza dei dati e delle informazioni), il controllo è una mera formalità. Si dà vita così a tutta una serie di conseguenze che portano l’organizzazione a non raggiungere gli obiettivi che si erano prefissati in partenza. Viene sottolineata, quindi, la necessità di seguire un percorso cronologico fatto di azioni che porteranno la società ad intraprendere un percorso di cambiamento in grado di determinare l’effettiva realizzazione degli obiettivi prefissati. 130 L’analisi svolta in questa tesi consente di evidenziare che per implementare correttamente un sistema di Outsourcing, le organizzazioni dovrebbero: 1. Identificare la funzione da esternalizzare, affidandosi a strumenti di analisi (nel presente lavoro è stato indicato come possibile strumento l’analisi SWOT). 2. Stabilire obiettivi chiari fondati su criteri oggettivi (bisogna analizzare accuratamente i dati storici relativi ai trend aziendali per poter fare delle previsioni future). 3. Gestire il cambiamento previsto rendendone partecipi tutti i destinatari ed implementando una struttura di change management e di comunicazione adeguata. 4. Scegliere adeguatamente il service provider. 5. Compilare un contratto chiaro e completo in tutte le sue parti; è fondamentale non dimenticare clausole importanti relative alla privacy, alla chiusura o alla revisione dello stesso. 6. Istituire un sistema di misurazione e controllo delle performance perennemente monitorato. Proprio questo ultimo punto ha fornito spunti per una discussione più approfondita dalla quale è emerso che per meglio affrontare le problematiche del controllo l’uso di uno strumento tipico del controllo aziendale, quale la Balanced Scorecard, si sarebbe potuto rilevare valido per questo scopo. Questo strumento, seppur in rapida diffusione nelle realtà aziendali, non è utilizzato nell’ambito delle problematiche relative all’Outsourcing, ciò lo dimostra anche la scarsa presenza del tema in letteratura. Molto spesso ed erroneamente, si pensa che l’unico strumento con il quale l’organizzazione può controllare il fornitore di servizi sia il 131 contratto stipulato tra le parti. Dobbiamo ricordare che il controllo per mezzo del contratto non è efficace in quanto di frequente: 1. Gli obiettivi contenuti all’interno del contratto possono essere facilmente fraintesi. 2. È spesso compilato non avendo a disposizione dati sufficienti a descrivere tutte le necessità aziendali. 3. Non delinea la struttura di controllo che porta alla verifica puntuale e costante di tutti i livelli di servizio contenuti al suo interno. 4. Non tiene conto di come il rapporto con il provider possa influenzare l’andamento dell’intera organizzazione. La BSC è lo strumento di controllo di gestione che meglio si adatterebbe a risolvere queste problematiche portando il controllo ad essere utilizzato non più come un meccanismo meramente formale e simbolico ma come parte attiva del rapporto tra le parti. Grazie a questo strumento è possibile creare obiettivi chiari ed avere sempre sotto controllo le variazioni degli indici contenuti al loro interno in modo da avere una visione sempre chiara e aggiornata della situazione. Per meglio comprendere le dinamiche del rapporto tra l’organizzazione ed il service provider, è stato visionato il contratto di Outsourcing della funzione manutenzione hardware di Poste Italiane S.p.A.. L’approfondimento di questo documento costituisce l’approccio empirico del lavoro di tesi svolto. Il contratto oggetto di studio riveste un ruolo fondamentale per la società Poste Italiane poiché la manutenzione hardware rappresenta un punto cardine per le attività svolte dall’azienda. Una volta esaminato il contratto in tutte le sue sezioni, avendo riscontrato delle corrispondenze con la letteratura, ho cercato di 132 individuare gli obiettivi chiave che Poste intendeva perseguire. La volontà di trattare il contratto di collaborazione come parte integrante della società, e non come parte a sé stante, l’intenzione di valutare come questo aspetto avrebbe potuto influenzare l’andamento di una parte degli obiettivi che l’azienda di anno in anno si prefigge, mi ha portato a costruire una mappa strategica: con tale mappa ho cercato di ricreare le relazioni di causa-effetto tra i vari obiettivi. La mappa strategica costruita non risponde ai criteri classici di costruzione: la particolarità stava nel fatto che nella mappa intervenivano due realtà e non una sola (in questo aspetto ho riscontrato una prima difficoltà). Di solito la BSC viene realizzata “inhouse”, e cioè in relazione alle vicende interne all’organizzazione (essa infatti rappresenta uno strumento di controllo che le organizzazioni costruiscono internamente), in questo caso le varie prospettive non erano assegnate in toto dalla società ma anche dal service provider. Pertanto, non bisognava solo delineare gli obiettivi strategici dell’Outsourcee ma anche dell’Outsourcer. È apparso naturale costruire la mappa strategica a cavallo delle due realtà. La prospettiva clienti ed economico-finanziaria sono rimaste come responsabilità diretta a Poste, la prospettiva apprendimento e crescita è stata attribuita univocamente al service provider ( proprio questo aspetto rappresenta la base dell’Outsourcing: riuscire a sfruttare le capacità delle società che scelgono di investire solo in determinati ambiti) e la prospettiva processi interni viene ripartita equamente tra l’organizzazione e il suo fornitore (nei processi interni entrambe le organizzazioni rivestono un ruolo specifico). Ovviamente, pur avendo assegnatari diversi, le quattro prospettive si influenzano fortemente tra di loro. L’ultimo passo per la costruzione della mappa strategica è stato l’associazione di uno o più indici ad ogni obiettivo per poterne misurare il grado di raggiungimento. 133 La prima difficoltà che si riscontra nell’applicazione della mappa così ottenuta è che l’azienda che esternalizza potrebbe incontrare delle problematicità nel controllo in itinere degli investimenti in apprendimento e crescita del proprio fornitore di servizi. L’unica possibilità di conoscere il livello di specializzazione raggiunta dai fornitori e quindi il livello raggiunto dagli indici oggetto di studio, nella quasi totalità dei casi, si ha in fase di scelta, ovvero quando si effettuano le indagini per l’assegnazione del lavoro. Solo in questa prima fase, quindi, si può immaginare come la prospettiva apprendimento e crescita possa influenzare anche le altre prospettive caratterizzanti la BSC. Un’altra difficoltà riscontrata è stata quella di assegnare indici e obiettivi alle prospettive attribuite a Poste. Essi, infatti, in una società come P.I., sono influenzati da decine di fattori e la valutazione di un solo rapporto di Outsourcing ha un’ influenza estremamente relativa sugli stessi indici. Magari questa valutazione, unitamente ad una serie di altre valutazioni riferite a diversi contratti e/o rapporti di Outsourcing, potrebbero essere determinanti per l’effettivo calcolo degli indici. Difatti, ho potuto evidenziare che la mappa strategica, in questo caso, assume quasi una connotazione n-dimensionale: per Poste ad una BSC di base, si affiancano diverse prospettive di processi interni e di ricerca e sviluppo, dal lato del service provider si gestiscono più processi con i vari clienti. 134 Pertanto, la prospettiva economico-finanziaria e la prospettiva clienti sono influenzate anche da una serie di relazioni di causa effetto indipendenti dall’organizzazione, ma attribuibili ai fornitori dei servizi. È importante non dimenticare che solo all’interno del contratto oggetto del presente lavoro di tesi sussiste una situazione multivendor, per cui si gestiscono cinque differenti provider. Infatti, un discorso differente si avrebbe per una media impresa che gestisce solo un contratto di Outsourcing fondamentale per lo svolgimento regolare del suo lavoro. In questo caso, l’implementazione di un sistema di controllo basato sulla BSC sarebbe molto più semplice dovendo esso riguardare un unico rapporto. Una volta costruita la mappa strategica si è proceduto all’individuazione di tutti i loop che si innescano tra i vari obiettivi selezionando i più importanti dal punto di vista concettuale. Successivamente, avvalendomi del supporto della metodologia System Dynamics, ho “modellizzato ” la mappa strategica precedentemente definita. Il primo passo è stato quello di costruire un modello di 135 simulazione dei processi interni partendo dalla struttura originaria utilizzata da Poste per gestire le aperture e le chiusure dei guasti. Grazie alla “modellizzazione ” di tale processo è stato possibile individuare la struttura a stock e flussi e quindi tutte le variabili presenti. In fase di start-up l’organizzazione che intende esternalizzare un servizio particolare, come può essere un servizio IT, può utilizzare un sistema di simulazione strutturato sul processo interno che intenderà implementare per comunicare con il suo provider e creare degli scenari plausibili che permettano di valutare le scelte relative agli SLA e al numero di addetti da assegnare al servizio del progetto in questione, in ambito contrattuale. Questa metodologia, unita alla redazione di un contratto flessibile e comprensivo di clausole di revisione nello stato iniziale, potrebbe in qualche modo aiutare anche quelle organizzazioni che non hanno una forte storia di reporting alle spalle. Questo non è ovviamente il caso di PI che, avendo dati storici dettagliati e avendo affinato nel corso degli anni i contratti di collaborazione, ha basi solide per poter comunicare le proprie necessità al provider; ciò non toglie che avendo a disposizione una struttura di questo tipo, in qualsiasi momento, possa apportare delle azioni correttive a miglioramento del processo. Partendo dall’obiettivo di efficienza operativa, risultato della gestione dei processi interni ed i cui indici sono indicati nel contratto, ho ricostruito la mappa strategica comprensiva delle polarità della metodologia System Dynamics. Grazie a questa metodologia si può evidenziare come, al variare di un obiettivo presente nella mappa, varino quelli ad esso collegati tramite le relazioni di causa-effetto. Questa metodologia di analisi della BSC, e nello specifico della mappa strategica, è molto utile per comprendere come effettivamente i vari obiettivi e le azioni che vengono attuate sugli stessi possano influenzare tutti quelli a cui sono collegati. In questo modo è possibile avere anche una visione più chiara della mappa strategica e riuscire a 136 monitorare, passo dopo miglioramento/peggioramento passo, determinato il grado di dal rapporto di Outsourcing sull’andamento dell’organizzazione. I loop individuati a questo punto potevano essere divisi in due categorie: feedback positivi o negativi. Analizzando i vari loop si può capire in che direzione si sta muovendo l’organizzazione in modo da intraprendere le azioni necessarie a far sì che tutti i gli obiettivi siano soddisfatti. Come visto nel capitolo precedente, infatti, l’analisi del sistema è diretto, il controllo sulle variabili immediato, ogni variazione è costantemente monitorata e questo permette di analizzare facilmente contesti molto complessi. È bene precisare che il lavoro di tesi svolto non risponde a particolari richieste da parte di Poste Italiane S.p.A., al contrario, attraverso l’analisi del caso di P.I., si è voluto mettere in luce il ruolo fondamentale che il fenomeno dell’Outsourcing riveste, oggi, nelle realtà aziendali. Inoltre, si è voluto dare spazio al concetto di controllo evidenziando che il solo contratto non è sufficiente a questa funzione. Il controllo del rapporto di Outsourcing, infatti, dovrebbe essere parte integrante della realtà aziendale per consentire uno studio dell’influenza che le performance del medesimo rapporto hanno sulle performance dell’intera attività aziendale. 137 Bibliografia OPBOK, International Association Outsourcing Professional, 2008 BOIN ET AL., 1998 C. DA ROLD, T. BERG, Sourcing Strategies: Relationship Models and Case Studies, Gartner, 2003. PETTER GOTTSCHALK & HANS SOLLI-SAETHER , Managing successful IT Outsourcing relationship, 2006. ERNST & YOUNG’S, European Outsourcing survey, 2008 WILLIAM MAURER, RICHARD T. MATLUS, How to Develop and Apply SLAs in Outsourcing, Gartner, 2007 RICK L. CLICK, THOMAS N. DUENING, Business Process Outsourcing, The Competitive Advantage, 2005 R. TERDIMAN, D. BOSIK , Outsourcing Applications: The Time Has Come, Gartner, 1997 ERNST & YOUNG’S, Outsourcing: the rise of fragmentation, 2008 AIEA- L'Outsourcing IT- Best Practice e Auditing, 2006 IT INDEX, The Outsourcing institute’s, 2001 CONSPECTUS, IT & Business Process Outsourcing, 2004 GIANLUCA TRAMACERE, CLAUDIO DA ROLD, Data Center Outsourcing in Europe: Where It Stands, and Why It Won't Stand Still, Gartner, 2005 SCOTT LEVER, Successfully Managing the Transition to Outsourced Services, IAOP, 2008 VANNUTELLI, 1994 HELEN HUNTLEY, Best Practices for Renegotiating Outsourcing Contracts, Gartner, 2008. LINDA R. DOMINGUEZ, The manager’s step-by-step guide to Outsourcing, McGraw-Hill, 2006 138 DURANTE E GAVINELLI, 1997 RICHARD T. MATLUS, Best Practices for IT Outsourcing Site Visits: Provider Sites, Gartner, 2006 L. VANNUTELLI - Infosecurity, 2003 C. WARREN AXELROD, Outsourcing information security, Artech house, 2004. RICCARDO MUSSARI, Manuale del controllo di gestione, IPSOA, 2004 FEDERAL FINANCIAL INSTITUTIONS EXAMINATION COUNCIL, Outsourcing Technology Services, 2005 ROBERT S. KAPLAN & DAVID P. NORTON, Translating strategy into action, 1996 ROBERT S. KAPLAN & DAVID P. NORTON, Using the Balanced Scorecard as a strategic management system, 1996 CRISTIANO BUSCO,ANGELO RICCABONI E ALESSANDRO SAVIOTTI, Governance, strategia e misurazione delle Performance: le nuove frontiere della Balanced Scorecard, 2008 JURGEN STROHHECKER, Management Cockpit Does Increase a Balanced Strategy Scorecard Implementation Performance?, 2007 FEDERICO BARNABÈ, Sviluppo di una Balanced Scorecard “dinamica” RYDZAK F., MAGNUSZEWSKI P., SENDZIMIR J., CHLEBUS E., Teaching the Dynamic Balanced Scorecard BUSCA C., GIOVANNONI E., RICCABONI A, Controllo di gestione, Milano, 2009 MORECROFT 2000: 5 e 9-11 Business Dynamics – Systems Thinking and Modelling for a Complex Word, McGraw-Hill, 2000 139 Sitografia 1. Wikipedia, l’enciclopedia libera – www. wikipedia.org 2. La Balanced scorecard: uno strumento di controllo strategico http://www.teocollector.com 3. La sicurezza delle applicazioni Web - http://sicurezza.html.it 4. Il contratto di Outsourcing IT - www.pclinkitalia.com/outsourcing 5. International Association of Outsourcing Professionals (IAOP) www.outsourcingprofessional.org 6. Balanced Scorecard - www.balancedscorecardreview.it 7. L’ Outsourcing - www.miranet.it 8. Glossario del marketing - www.marketinginformatico.it 9. Service level agreement Outsourcing - www.clarity- consulting.com 10. Gartner Technology Business Research Insight - www.gartner.com 11. Science Direct - www.sciencedirect.com 12. Home - Ernst & Young - Italia - www.ey.com/ 13. ISACA – Serving IT Governance Professionals - www.isacaroma.it 14. Poste Italiane S.p.A - www.posteitaliane.it 140 Ringraziamenti Grazie a tutti quelli che mi hanno aiut ato a raggiungere questo grande traguardo. Grazie alla mia meravigliosa famiglia Grazie a Claudio, sempre pronto a starmi vicino anche quando il mio carattere, alle volte insopportabile, lo rendeva un compito difficile. Grazie a Daniela, che è sempre stata e sarà sempre un punto di riferimento indispensabile nella mia vita: la mia amica di sempre. Grazie ai volontari dell’associazione di protezione civile “VER Sud Pontino” di Formia: grazie a loro ho capito il senso delle parole fiducia e dedizione, grazie a loro ho vissuto esperienze che non avrei mai pensato di vivere, anche grazie a loro sono riuscita a lasciarmi alle spalle un periodo molto difficile. Grazie ragazzi! Grazie alla Dott.ssa Eva Greco che mi ha seguito durante il tirocinio formativo: grazie a te Eva, in soli sei mesi, sono stata capace di superare alcuni dei miei limiti. Grazie al Dott. Federico Barnabè per i suoi preziosi consigli. Un ringraziamento particolare al Dott. Sergio Gallarino di Poste Italiane S.p.A per essere sempre stato gentile e disponibile nonostante i suoi numerosi impegni. Un ringraziamento alla mia relatrice Prof.ssa Elena Giovannoni che mi ha guidata verso questo traguardo. 141 142
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