24 Provincia LA PROVINCIA DI VARESE LUNEDÌ 3 FEBBRAIO 2014 Degrado e abbandono Ecco quel che resta della sede Azzurra Air Dove buttare i rifiuti in città? Cestini, la mappa è su Facebook Gallarate In città mancano i cestini. Il comune vuole provvedere, ma saranno i cittadini a decidere dove metterli. O, perlomeno, a suggere i posti in cui ce n’è bisogno. Nella “casa” della compagnia chiusa dieci anni fa Vandali e occupanti abusivi hanno distrutto i locali Segni di vita? Bottiglie vuote e libri contabili sparsi Gallarate ANDREA ALIVERTI nel 2004, seguito da alcuni vani tentativi di rinascita. Il suo ultimo presidente, Fausto Capalbo, che nel 2005 era stato arrestato e accusato dalla procuradiBustoArsiziodibancarotta fraudolenta, oggi è a capo dell’Iceps (Istituto per la cooperazione economica internazionale e i problemi dello sviluppo), il cui vice è l’ex ministro Giuliano Urbani. La parabola della sede di Azzurra Air: dai 500 dipendenti degli anni d’oro di Malpensa 2000 allo sciacallaggio degli uffici abbandonati. In via Schiapparelli, nella zona bassa di Crenna, l’edificio che fu sede della compagnia aerea fallita nel 2004 è da tempo “aperto al pubblico”, meta dei vandali e degli Il complesso occupanti abusivi che ovunque è in vendita Detriti lo hanno preso di mira. Ma a quasi dieci anni dopo dal crac, a Crenna il loMeteora AzzurraAirèancora l’acquisto go Azzurra Air è stata una ben visibile sul canceldelle compagnie aeree dal curatore lo dell’ex capannone protagoniste del perio- fallimentare industriale di via do d’oro della città che Schiapparelli, trasforcresceva sulle ali di mato alla metà degli Malpensa 2000. anni’90inunamodernapalazzina Fondata nel 1996 da Air Malta, direzionale ad uffici. alla vigilia dell’avvio del nuovo terIeri il cancello era aperto per minal intercontinentale, Azzurra metà, e schiude verso un indecosi era stabilita a Gallarate, proprio roso scenario di degrado. La porta come molte altre compagnie (ba- a vetri dell’edificio di destra (l’area sti pensare ad Air Europe, che ave- è costituita da due volumi indiva il proprio quartier generale a pendenti che si affacciano su un poche centinaia di metri di distan- cortile, ormai ricoperto di erbacce za, in via Carlo Noè). In via Schiap- e di piante selvatiche) è stata diparelli lavoravano ben 500 dipen- strutta in mille pezzi, tutti ancora denti, fino al fallimento decretato per terra, e all’interno lo “spetta- Settant’anni di messa Festa a don Gabardi durante la patronale colo” è ben poco edificante. I vandali hanno smontato un po’ di tutto, a partire dagli elementi dei pavimenti e dei soffitti, dove i cavi sono stati estratti per recuperare il rame, per passare agli arredi e agli elementi elettrici. Si trovano chiavi sparse ovunque, libri contabili abbandonati, qualche tavolo evidentemente troppoingombrantedaasportare, ma anche numerosi segni di “vita”, come bottiglie di birra vuote, sacchetti dei fast-food o tracce di qualche falò che ha annerito il pavimento. Vicino ai milanisti Evidente come le occupazioni abusive qui siano piuttosto frequenti, nel pieno di una zona residenziale tra le più quotate di Gallarate: da queste parti ci sono gli appartamenti che vengono dati in uso ai giocatori del Milan. Ora l’intero edificio direzionale è in vendita, per conto di un importante gruppo immobiliare di Milano che lo aveva acquisito nel 2007 dal curatore fallimentare. Viene proposto come «complesso immobiliare in buone condizioni, architettonicamente piacevole e razionale». 1 nità, richiamando il valore della «carità centro di tutto»: il pensiero è quindi andato ai suoi genitori, che «mi hanno insegnato l’amore per il prossimo», fonte di un servizio che «non è un peso, ma colma la vita di gioia». Una gioia condivisa dai suoi concittadini, invitati dal parroco a unirsi ai sentimenti di don Gianpiero, che «da 70 anni ringrazia il Signore per il dono del sacerdozio». La patronale è stata inoltre l’occasione per festeggiare i 30 anni del coro parrocchiale “Laudate Dominum”, da cui è nata la formazione gospel “Praise the Lord”, arrivata a esibirsi perfino nella Carnegie Hall di New York. Trent’anni di corale Don Gianpiero Gabardi impegnato nella celebrazione di ieri Cassano Magnago Sono arrivati anche gli auguri di papa Francesco per i 70 anni di sacerdozio di don Gianpiero Gabardi, festeggiato ieri dai cassanesi nella giornata dedicata al patrono san Giulio. A leggere la pergamena con le «vive felicitazioni» e la benedizione del pontefice è stato il parroco don Gabriele Gioia, al termine della messa solenne presieduta dal vescovo Marco Ferrari in una chiesa stracolma. Insieme ai parrocchiani e ai familiari, si sono stretti intorno a don Gianpiero Gabardi gli ex allievi del Pio Istituto dei Sordomuti di Milano, di cui il sacerdote cassanese, 93 anni, è stato vicerettore per oltre mezzo secolo e a cui non ha mai smesso di dedicarsi. Amico dei sordomuti Ai suoi ragazzi, come ha osservato monsignor Ferrari, «ha insegnato a saper ascoltare e parlare, ma soprattutto ad ascoltare la voce più importante: quella del Signore». Dal canto suo, don Gabardi ha espresso riconoscenza alla comu- 1 Nonostante la popolarità raggiunta, il gruppo non ha mai perso, ha sottolineato don Gabriele, «la dimensione del servizio alla comunità», dove ieri mattina ha animato il pontificale con musiche reali sacre della scuola inglese, per coro, organo e quattro ottoni. «Siete l’orgoglio della città», ha aggiunto il sindaco Nicola Poliseno, consegnando un omaggio al direttore della corale, Marco Augusti, e a don Gianpiero, esempio di «attenzione ai più deboli». Centinaia i fedeli che anche nel pomeriggio, nonostante il maltempo abbia costretto a sospendere la processione, hanno onorato San Giulio: una devozione dimostrata dai tanti cassanesi in fila per baciare la reliquia del patrono, al termine dei vesperi presieduti dal vescovo Luigi Stucchi. A ruba come sempre il pane benedetto di San Giulio. 1 L. Gir. 2 Tutti giù per terra 3 1.Dove c’erano gli uffici brulicanti di gente, oggi troviamo disordine, vetri rotti e mobili a pezzi 2. Il cortile abbandonato dell’edificio, beffardamente affacciato sui palazzi della Gallarate bene 3. L’ingresso di via Schiapparelli: il cancello semiaperto invita i balordi a entrare VARESEPRESS È nata grazie ai social network l’iniziativa promossa dall’assessore alla Partecipazione Cinzia Colombo. Sul gruppo Facebook “Bacheca civica” alcuni utenti avevano iniziato a lamentarsi perché, passeggiando in città, non si trova spazio per buttare i rifiuti. Alessandro Quaglia, moderatore del gruppo, ha proposto all’esponente dell’esecutivo di ascoltare le proposte dei cittadini. E così si è aperta una consultazione online, con tanto di mappa aggiornata in tempo reale con le richieste di nuovi cestini e di sistemazione di quelli esistenti. Lanciata nella serata di giovedì scorso, l’iniziativa vede già più di 20 proposte. Dalle zone centrali della città, come piazza San Lorenzo, via Trombini vicino ai giardini pubblici e piazza Risorgimento, fino ai punti più periferici come viale dei Tigli a Crenna, di fronte ai licei, via Firenze a Madonna in Campagna e nelle vicinanze di un noto fast-food, via dei Celsi ad Arnate. Una curiosità: molte della segnalazioni arrivano da Giovanna Quadrelli, consigliera comunale e capogruppo della lista “Città è vita”. La quale, nonostante il ruolo istituzionale, ha scelto di inviare i propri suggerimenti come un normale cittadino. Oppure è la sua stessa maggioranza che non ascolta le sue richieste? 1 R. Sap. Caritas, tutti i numeri della crisi Anche gli italiani chiedono aiuto Gallarate La comunità pastorale di San Cristoforo ha raccolto 60mila euro per i bisognosi. Ma i soldi non bastano: sono quasi mille le persone che lo scorso anno si sono rivolte alla Casa della Carità. Si chiama “Famiglie solidali” l’iniziativa lanciata lo scorso anno dal prevosto monsignor Ivano Valagussa. «È stato chiesto a tutti i nuclei familiari di autotassarsi, donandoognimeseunacifracompresa tra i 10 e i 50 euro - spiega Marina Allegra, responsabile del centro di ascolto parrocchiale - la risposta è stata molto buona». Un magazzino di alimentari della Caritas gallaratese VARESEPRESS «Alla canna del gas» Al punto che in un anno sono stati raccolti 60mila euro. Il problema è che la situazione continua a peggiorare. «Lo scorso anno abbiamo avuto 991 colloqui: 315 persone erano facce nuove, mai conosciute. Ma abbiamo rivisto anche gente che non passava di qui da anni». In maggioranza sono stranieri, ma in un caso su tre si tratta di gallaratesi. «All’inizio sono arrivati gli immigrati, i primi ad essere colpiti dalla crisi - l’analisi di Chiara Pignataro, responsabile della Caritas - l’impressione è che gli italiani si vergognino, che prima facciano leva sui risparmi e sulle famiglie. Ma ormai siamo alla canna del gas: le loro richieste sono aumentate del 50%». Leistanzesonolepiùdisparate. Si comincia con il cibo, fornito dal Banco alimentare. Qui l’80% delle famiglie seguite sono straniere, ma quelle italiane sono raddoppiate. E ormai rappresentano un quarto di quelle a cui la Caritas fornisce degli indumenti. Cibo, abiti, bollette, medicine Chi chiede un lavoro viene indirizzato al centro per l’impiego, chi cerca una casa ai Servizi sociali del Comune:«Primaeranosoprattutto le donne a rivolgersi a noi, ora arrivano anche gli uomini. Soprattutto persone di mezza età, che già hanno una famiglia da mantene- re», spiega Allegra. Spesso uno stipendio solo non è sufficiente, specialmente se c’è un mutuo da sostenere. «Se si guadagnano 1.200 euro e la rata è di 800, la famiglia cade», i conti di Pignataro. Per queste ragioni si arriva anche a chiedere aiuto per pagare le bollette, piuttosto che per le medicine. A questo serve il fondo creato con le donazioni delle “Famiglie solidali”. «Non diamo mai soldi: intanto ci facciamo portare le carte. E poi, che siano bollette o medicine, ci pensiamo noi»: Allegra spiega così le misure per evitare che qualcuno approfitti della solidarietà della parrocchia. 1 R. Sap.
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