METABOLISMO BASALE E FATTORI CHE LO INFLUENZANO Il fabbisogno calorico quotidiano dipende da 3 componenti: Metabolismo basale (MB O MBR) TID: termogenesi indotta dagli alimenti (chiamata anche azione dinamico-specifica degli alimenti) Attività fisica Il metabolismo basale rappresenta la quantità di energia impiegata in condizioni di neutralità termica, soggetto sveglio, ma in uno stato di totale rilassamento fisico e psichico, a digiuno da almeno 12 ore. In effetti rappresenta il minimo dispendio energetico necessario a mantenere le funzioni vitali e lo stato di veglia. In un individuo sano e sedentario rappresenta circa il 65-75% del dispendio energetico totale. E più alto negli uomini rispetto alle donne e diminuisce con l'età: tra i 60 ed i 90 anni cala di circa l'8% ogni 10 anni. Questo calo può essere rallentato da un'adeguata attività fisica. METABOLISMO BASALE Rappresenta la quantità di energia utilizzata da un individuo: a riposo, in uno stato termico neutrale; a digiuno da almeno 12÷14 ore; sveglio ma in condizioni di totale rilassamento psicologico e fisico. si esprime come quantità di energia (o lavoro) per unità di tempo (kcal/min, kcal/die, kj/min, kj/die). IL METABOLISMO BASALE VARIA IN BASE ALL’ETA’ (Mitchell, 1962) IL METABOLISMO BASALE È INFLUENZATO DIVERSI FATTORI: Innalzamento della temperatura corporea: l'aumento di 1°C incrementa il metabolismo basale del 13%; Temperatura esterna: se diminuisce si verifica un aumento del metabolismo basale e viceversa; Stato nutrizionale e tipo di dieta: una dieta troppo rigida diminuisce il metabolismo basale. Questo calo è responsabile del fallimento, dopo i primi apparenti successi, di molte diete strettamente ipocaloriche. Il nostro corpo è programmato per resistere anche a periodi di carestia. Per sopravvivere in queste situazioni, grazie ad un fine meccanismo di regolazione ormonale, l'organismo tende ad abbassare il metabolismo basale. Allo stesso tempo cerca di immagazzinare grasso aumentandone la sintesi e diminuendone l'ossidazione. La riduzione del dispendio calorico avviene quindi grazie all'inibizione di attività biologiche “accessorie”. Si entra così in un circolo vizioso in cui ad una riduzione dell'introito calorico segue una riduzione del metabolismo basale. Ovviamente tale processo non può continuare all'infinito e, raggiunta la dose critica in cui la fame diventa insopportabile, qualche saltuaria abbuffata sarà sufficiente per far riguadagnare i chili persi, con gli “interessi”. Proteggersi da queste pericolose conseguenze è piuttosto semplice. E' sufficiente praticare un po' di attività fisica per innalzare il fabbisogno calorico quotidiano, rendendo la dieta più sopportabile e aumentando al tempo stesso il metabolismo basale. (per approfondimenti vedi tipologie digiuno) Massa magra dell'individuo (FFM): si può ottenere una stima accurata del metabolismo basale considerando la composizione corporea dell'individuo. La composizione corporea (massa grassa e massa magra) è rilevabile attraverso diverse tecniche, tra le quali plicometria, pesata idrostatica e bioimpedenza. (per approfondimenti vai a misurazione metabolismo basale) Fattori ormonali: insulina, glucagone, adrenalina, cortisolo, ormoni tiroidei, GH Gravidanza e allattamento: (il metabolismo basale aumenta soprattutto nella fase finale della gestazione); Utilizzo di alcuni farmaci (i sedativi, per esempio, diminuiscono il metabolismo basale, mentre le amfetamine lo aumentano). La misurazione del metabolismo basale è utile negli sportivi e soprattutto nella valutazione di alcune malattie metaboliche (disfunzioni tiroidee, obesità e diabete, anoressia nervosa) TERMOGENESI In una dieta equilibrata il TID rappresenta circa il 10% del dispendio energetico totale. La termogenesi indotta dalla dieta si distingue in: facoltativa, che riguarda la quantità di alimenti assunti e coinvolge l’attivazione del sistema nervoso simpatico e obbligatoria, che rappresenta l’energia spesa per l’utilizzazione dei singoli nutrienti (digestione, assorbimento, trasporto, metabolismo, deposito) I glucidi (zuccheri) hanno potere termogenico basso (7% dell’energia fornita), i lipidi hanno un potere termogenico bassissimo (3% dell’energia fornita), al contrario, l’effetto termogenico delle proteine è più alto di quello degli altri nutrienti, poiché la deamminazione degli amminoacidi e la successiva produzione di urea costa molta energia all'organismo. TERMOGENESI INDOTTA DA ALTRE CAUSE La termogenesi indotta dal fumo di sigarette. Anche le sostanze nervine (caffè, tè, cacao, guaranà), alcune spezie e le catecolamine svolgono effetto termogenetico. Effetto opposto hanno invece la digitale e i beta-bloccanti. Anche il freddo rappresenta un importante stimolo termogenetico mediato nell’uomo dall’attivazione del sistema simpatico e dalle catecolamine. ATTIVITÀ FISICA: Il consumo di energia dell’attività fisica dipende dalla frequenza e dall’intensità delle attività svolta. Può variare da circa un 15% per stile di vita sedentario, fino a 3 - 4 volte il metabolismo basale per attività molto pesanti. L’esercizio fisico che comporta un impegno muscolare notevole, almeno secondo alcuni autori, sembrerebbe mantenere elevata la spesa energetica per lunghi periodi di tempo (fino a 24 ore dopo la sospensione dell’attività). La spesa energetica da attività fisica dipende dal tipo di attività, intensità, durata, massa corporea. L’attività fisica è la voce più variabile di spesa energetica, poiché dipende dalle abitudini lavorative e dallo stile di vita del soggetto. In linea generale, in un individuo sedentario, il dispendio energetico legato all'attività fisica corrisponde mediamente al 30% della spesa calorica giornaliera. Va comunque tenuto presente che il consumo energetico legato all'attività fisica è in stretta relazione con la massa corporea del soggetto. Tanto più questa è maggiore e tanto più alto sarà il dispendio calorico associato all'impegno fisico. Ciò è dovuto, ovviamente, alla maggiore richiesta energetica necessaria per spostare l'elevata mole corporea. Inoltre occorre ricordare che il tessuto adiposo funge da isolante termico impedendo la dispersione del calore prodotto. Le persone in sovrappeso sono quindi costrette a spendere maggiori energie per eliminare il calore sviluppato durante l'attività fisica.
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