N.226 - 20 OTTOBRE 2014 La risposta del governo russo si è rivelata peggiore delle sanzioni È possibile una fuga di massa dalla Russia da parte dei produttori occidentali di abbigliamento e di calzature, il che è legato al calo della redditività delle importazioni e all'aumento dei costi per l'affitto. p.4 Si è svolta presso l’Ambasciata d’Italia a Mosca, alla presenza dell’autore, la presentazione del libro “Mercato e disuguaglianza” del Prof. Giovanni Bazoli, Presidente del Consiglio di Sorveglianza del gruppo bancario Intesa Sanpaolo. p.6 La rassegna delle informazioni statistiche e delle previsioni sull’economia della Russia e della CSI. p. 10 Investimenti e collaborazioni industriali. p. 11 Proposte commerciali. p. 12 Le fiere internazionali in Russia e nella CSI. p. 13 Il peso delle sanzioni si fa sentire L' inasprimento delle politiche monetarie e fiscali, che, in gran parte, rappresenta una risposta delle autorità alle sanzioni occidentali, potrebbe arrecare all'economia, in una prospettiva a medio termine, non meno danni rispetto alle sanzioni stesse. Da marzo la Banca Centrale ha alzato il tasso chiave a 250 punti base, fino all'8%, e un ulteriore aumento potrebbe risultare rischioso. La Banca Centrale Russa è alle prese con l'inflazione, dovuta alla svalutazione del rublo, e con l'aumento dei prezzi sui generi alimentari, legato alle restrizioni sull’import di una serie di prodotti dai Paesi che sostengono le sanzioni. Tuttavia, poiché le banche nazionali sono costrette a contare in gran misura sui fondi della Banca Centrale, l'innalzamento del tasso di interesse chiave porterà a tassi di interesse più alti sui prestiti, limitando così la crescita del retail e del corporate lending. continua a pagina 2 La crisi dei crediti minaccia le imprese russe Le imprese russe si troveranno ad affrontare una crisi del credito se l'Occidente non attenuerà le sanzioni e non ristabilirà l'accesso ai mercati internazionali del capitale. Lo hanno dichiarato gli analisti dell’agenzia di rating internazionale Moody's. Senza l'accesso a questi mercati le società russe non saranno in grado di rifinanziarsi e allo stesso tempo di estinguere i loro debiti verso gli investitori internazionali. servizio a pagina 3 dalla prima pagina In particolare, nel mese di giugno, il tasso di crescita dei crediti retail è sceso al 20,9%, che in generale corrisponde ai tassi di interesse medi sui crediti retail non garantiti. Pertanto, l'aumento dei crediti retail non rappresenta più un fattore di crescita per l'economia, ma sta cominciando a frenarla, poiché i consumatori russi si trovano sulla soglia del ciclo di riduzione dell'indebitamento a medio termine. Inoltre è indispensabile considerare che i finanziamenti rappresentano la terza fonte di capitale di investimento (dopo i fondi di proprietà delle aziende e gli investimenti statali), e il rincaro dei crediti rallenta l'attività di investimento già di per sé debole. In questo caso è necessario ridurre i costi di credito dei debitori, attenuando la politica monetaria e di credito della Banca Centrale, ad esempio, e, di conseguenza, riducendo i tassi sui prestiti delle maggiori banche. L'inizio dei lavori sul bilancio statale per il periodo 2015-2017 è stato contrassegnato da una serie di proposte per aumentare la pressione fiscale sulla popolazione e sulle imprese. Così, nel mese di giugno, il Ministero delle Finanze ha proposto di aumentare una serie di tasse, quali IVA e imposta sul reddito, e di introdurre una tassa sulle vendite. Anche se allo stadio attuale il governo ha revocato un repentino aumento della pressione fiscale, la minaccia di un aumento nei prossimi due o tre anni rimane alta, creando così rischi concreti a sfavore di una crescita economica a medio termine. Pertanto, secondo le stime, un aumento dell'IVA del 2% potrebbe rallentare la crescita economica dello 0,20,3%. Un aumento dell'IRPEF pari al 2% potrebbe ridurre il PIL reale dello 0,2-0,3%, e una tassa sulle vendite pari al 5% lo ridurrebbe ulteriormente dello 0,1-0,2%. Inoltre, l'aumento delle tasse (in caso venisse implementato) inciderebbe inevitabilmente sull'inflazione, giacché i produttori cercherebbero di compensare le perdite. Secondo gli analisti finanziari russi l'aumento dell'IVA potrebbe innalzare l'inflazione al consumo di 1,5 punti percentuali nei mesi successivi al suo aumento. L'introduzione di una tassa sulle vendite avrebbe effetti meno pronunciati, ma potrebbe tuttavia provocare un ulteriore aumento dell'inflazione pari all'1,5%. Va notato che, nonostante il rifiuto formale di aumentare le principali tasse nel corso dell’autunno, il governo prevede di consentire alle regioni di introdurre un'imposta speciale per alcune attività imprenditoriali (quali settore alberghiero, ristorazione, servizi taxi e turismo locale), che di fatto corrisponde all'introduzione di un'imposta sulle vendite in questi segmenti. Il governo dovrebbe coordinare gli sforzi per evitare un ulteriore inasprimento della politica monetaria e una crescita della pressione fiscale. Il governo dovrebbe modificare gli obiettivi a medio termine relativi all'inflazione (al momento la Banca Centrale insiste sul 4,5% nel 2015 e sul 4% a partire dal 2016), dovrebbe rendere più efficiente l'impiego dei propri fondi (si parla di un'equa riduzione che va dall'1 al 3% dei finanziamenti su progetti statali), rimandare la realizzazione di una serie di progetti statali (si stanno compiendo dei passi verso la riduzione di alcuni programmi sociali e del finanziamento di un numero di programmi militari a più lungo termine) e aumentare i prestiti. È anche indispensabile trattenersi dall'agire in risposta alle sanzioni dell'Occidente. Al momento il divieto sull'importazione di alcune singole categorie di prodotti ha condotto ad una riduzione dell'import che va dal 20 al 70%, il che ha esercitato pressione sull'inflazione al consumo. Un'ulteriore reazione all'inasprimento delle sanzioni, evidentemente, consisterà nel tentativo di trovare una sostituzione all'import e, in seguito, in un notevole calo dell'integrazione della Russia nell'economia mondiale. 2 La crisi dei crediti minaccia di mandare KO le imprese russe Le imprese russe si troveranno ad affrontare una crisi del credito se l'Occidente non attenuerà le sanzioni e non ristabilirà l'accesso ai mercati internazionali del capitale. Lo hanno dichiarato gli analisti dell’agenzia di rating internazionale Moody's. L'emissione dei debiti delle imprese russe sui mercati mondiali del capitale si è interrotta nel giugno 2014. Allora l'Unione Europea e gli Stati Uniti avevano inasprito le sanzioni contro la Russia a causa dell'incidente del Boeing della Malesia Airlines nell'Ucraina dell'est. Senza l'accesso a questi mercati le società russe non saranno in grado di rifinanziarsi e allo stesso tempo di estinguere i loro debiti verso gli investitori internazionali. Secondo gli analisti, la crisi potrebbe colpire nel 2016 e a soffrirne saranno soprattutto la metallurgia e il mercato immobiliare. "La maggior parte delle imprese russe ha sufficiente liquidità per rispettare tutti i termini di estinzione dei crediti nel 2015. Ma nel 2016 e 2017 potrebbero aversi dei problemi se sarà loro negato l'accesso ai mercati internazionali del capitale", - ha annunciato David Staples, direttore di Moody's e responsabile dei Paesi in via di sviluppo. Secondo i dati della Banca Centrale Russa, le banche e le imprese russe dovranno pagare 134 miliardi di dollari entro la fine del 2015. Solo in dicembre l'estinzione corrisponderà all'enorme somma di 32 miliardi di dollari. Questo prestito, comunica il giornale, è scaturito dalla necessità di finanziare le operazioni di acquisto di Rosneft della società TNKVP nel marzo dello scorso anno. Gli analisti avvertono che un boom di estinzioni dei debiti esteri porterà ad un aumento del deflusso di capitali dal Paese, che nel primo semestre di quest'anno ha raggiunto i 74 miliardi di dollari. Gli esperti dell'agenzia avvertono che a soccombere per il mancato accesso al mercato mondiale del capitale saranno soprattutto le piccole imprese private, a differenza di Rosneft e Gazprom che, colpiti dalle sanzioni, s i s ono aggiudicate una promessa di aiuto da parte dello Stato. In questa situazione la Russa si rivolge alla Cina per un supporto finanziario, e le banche cinesi sono intenzionate a concedere prestiti agli istituti di credito russi e ad intensificare la cooperazione. Lo ha a n n u n c i a t o l'ambasciatore della Repubblica Popolare Cinese a Mosca, Li Chuej. "Cr ed o ch e co o p er er e mo strettamente con la Russia, come abbiamo sempre fatto, intensificheremo i r a p p o r t i , naturalmente, e tra le nostre banche vigeranno comprensione ed aiuto reciproco". - ha dichiarato l'ambasciatore, rispondendo alle domande di "Interfax" sulla volontà della Cina di concedere ingenti finanziamenti alle banche russe a seguito del loro limitato accesso ai crediti europei dovuto alle sanzioni. "Le banche cinesi e russe hanno cominciato a collaborare tanto tempo fa. A Mosca sono già state finanziate quattro banche e una banca verrà aperta", - ha aggiunto. Nel mese di luglio USA e Unione Europea hanno avviato una serie di sanzioni contro i maggiori istituti di credito russi. In particolare si vieta alle banche europee e americane di concedere nuovi prestiti per un periodo superiore ai 30 giorni alle cinque maggiori banche russe - Sberbank, VTB, Gazprombank, Rossel'khozbank e Vneshekonombank - e di acquistare le loro azioni o obbligazioni di nuova emissione con scadenza superiore ai 30 giorni. 3 I marchi di moda minacciano di abbandonare la Russia L'azienda tedesca produttrice di abbigliamento Gerry Weber, molto famosa in Russia, sta valutando la possibilità di interrompere il lavoro con i suoi partner in Russia. L'azienda potrebbe porre fine agli accordi di franchising per i negozi Gerry Weber. È possibile una fuga di massa dalla Russia da parte dei produttori occidentali di abbigliamento e di calzature, il che è legato al calo della redditività delle importazioni e all'aumento dei costi per l'affitto di uno spazio nei centri commerciali. Ciò è attribuibile alle tariffe per l'affitto di spazi commerciali e alle fatture sulle merci importate denominate in valuta estera. Anche se la Russia rappresenta un importante mercato d'esportazione per i produttori occidentali di abbigliamento e calzature, alcune aziende potrebbero interrompere la collaborazione con i partner russi e ucraini già nel 2015. Come evidenziano in Gerry Weber, la decisione non è legata alle sanzioni contro la Russia: "noi non lavoriamo con Paesi aventi un basso rating di credito", - sottolineano i tedeschi. A fine aprile, l'agenzia internazionale Standard & Poor's ha ribassato il rating sovrano della Russia in valuta estera portandolo da BBB a BBB -, con una previsione di rating "negativa". Le agenzie Moody's e Fitch non hanno modificato i rat ing della Russia per quest'anno, ma le loro stime sono peggiorate: a causa della svalutazione del rublo e del calo dei prezz i d el p etrolio quest'anno la probabilità che il rating cambi nuovamente è alta. In Russia l'azienda tedesca non ha punti vendita di proprietà, ma lavora con dei partner in franchising, grazie ai quali ha aperto più di 60 punti vendita a Mosca, San Pietroburgo, Novosibirsk, Ekaterinburg e in altre città. In Europa Gerry Weber conta circa 300 negozi di proprietà. L'attività in Russia dei retailer europei sta soffrendo seriamente per la svalutazione del rublo e il calo della capacità d'acquisto della popolazione. La situazione è aggravata dalle prospettive poco chiare per il 2015 in un contesto di incertezza politica, notano le aziende e gli esperti. "La crisi attuale è peggiore della crisi del 2008. L'atteggiamento di panico è più acuto", - ha raccontato a "Deutsche Welle" Darja Jadernaja, direttrice dell'agenzia di consulting Esper Group. Stando alle sue parole, per i rivenditori è molto difficile valutare i rischi economici, essendo essi determinati principalmente da fattori politici. Dall'inizio dell'anno il rublo nei confronti dell'euro è sceso di oltre il 10%. Una delle vittime di questa svalutazione è stato il gruppo retail finlandese Stockmann. "Il rallentamento della crescita economica e, in particolare, l'indebolimento del rublo hanno avuto un impatto negativo sul potere d'acquisto dei consumatori e, di conseguenza, sull'attività di Stockmann", ha comunicato a "Deutsche Welle " la portavoce dell'azienda Nora Malin. Nel periodo aprile-luglio le vendite di Stockmann in Russia sono calate del 15% rispetto al secondo trimestre del 2013, secondo un rapporto finanziario pubblicato nel mese di agosto. "La situazione sul mercato russo rimane difficile: il rublo è debole, e gli ulteriori movimenti dell'economia sono incerti," - fa notare. Considerando l'indebolimento dell'economia russa e gli alti prezzi d'affitto, l'azienda ha deciso di chiudere la catena di negozi Seppala in Russia. Nel corso del 2014 e del 2015 verranno chiusi i restanti 16 negozi russi di questa catena, si legge in un comunicato stampa di Stockmann pubblicato il 2 ottobre. La catena di negozi Stockmann e i negozi di abbigliamento Lindex rimarranno sul mercato russo, spiega Malin. Le oscillazioni del tasso di cambio hanno colpito anche l'attività di aziende quali Esprit, 4 OVS e River Island. I negozi OVS sono già stati chiusi, mentre River Island ed Esprit, secondo gli esperti russi, potrebbero chiudere a breve. Il problema principale, che al momento preoccupa i retailer del fashion, è l'incertezza del mercato attribuibile all'imprevedibilità del tasso di cambio del rublo. Ora i retailer stanno già programmando gli ordini per il periodo primavera-estate 2015, e in dicembre inizieranno ad ordinare merce per le collezioni autunno-inverno 2015-2016. Pertanto bisogna prevedere gli andamenti del mercato con sei mesi d'anticipo. E se le regole del gioco non sono chiare, impostare una strategia per le stagioni successive diventa complesso per le aziende. Il calo della domanda sull'abbigliamento è cominciato alla fine del 2013 e a luglio 2014 il mercato ha toccato il fondo. Secondo le stime, alla fine del 2014 le vendite nel segmento della moda potrebbero ridursi del 5-7% in termini quantitativi. Molto probabilmente gli esportatori europei dovranno attendersi un altro anno difficile: il volume di ordini nel 2015 potrebbe ridursi ulteriormente del 10-15%. Un barlume di speranza potrebbe accendersi nel 2016, e nel 2017 il mercato potrebbe stabilizzarsi definitivamente. 5 Sempre più capillare la presenza italiana in Russia Si è svolta presso l’Ambasciata d’Italia a Mosca, alla presenza dell’autore, la presentazione del libro “Mercato e disuguaglianza” del Prof. Giovanni Bazoli, Presidente del Consiglio di Sorveglianza del gruppo bancario Intesa Sanpaolo. Nel volume, il Presidente Bazoli, già autore di numerose pubblicazioni sui temi dell’economia e dell’etica, a f fr o nt a l e s f i d e de l l a globalizzazione, i rapporti tra mercato e democrazia e il ruolo dell’etica quale fondamento dell’agire economico. La presentazione è stata aperta dall’Ambasciatore Ragaglini, che si e’ soffermato sul contributo che l’opera potra’ offrire al dibattito su tali temi nella Federazione Russa, ed è stata animata dagli interventi del Rabbino Capo Berl Lazar, dell’Archimandrita Filaret, e del Nunzio Apo stolico n ell a Federazione Russa Ivan Jurkovic. L’evento si è concluso con il concerto del primo soprano del Teatro Bolshoy di Mosca, Svetlana Kasyan, accompagnata dal pianista Alexey Demchenko. Nel 1764 la zarina Caterina II di Russia acquistò 225 dipinti da un mercante berlinese. Nacque così il primo nucleo dell'Hermitage, il grande Museo di San Pietroburgo che rappresenta oggi una delle collezioni d'arte più ricche del mondo e una delle mete artistiche più amate dal turismo globale. Eppure la zarina lo aveva immaginato come un luogo isolato, un eremo non lontano dalla Prospettiva Nevskij e con una magnifica vista sulla Neva. Doveva essere un «petit ermitage», un luogo esclusivo dove godersi momenti di rigenerante riposo circondata solo da pochi amici intimi e da opere d'arte. Gli uomini che vi venivano invitati dovevano attenersi a una regola ferrea: prima di entrare dovevano deporre la spada. Tutti gli altri zar della dinastia Romanov, anno dopo anno, arricchirono la collezione e la aprirono al pubblico nell'Ottocento. Oggi il museo custodisce 3 milioni di pezzi. Nel 2014 l'Hermitage ha compiuto 250 anni. e celebra il suo anniversario, tra le altre cose, con uno spettacolare film sulla sua storia e le sue meraviglie trasmesso in tutto il mondo il 14 ottobre. L'elenco delle città e delle sale cinematografiche che lo proietteranno si trova su www.nexodigital.it. I lettori della Domenica de Il Sole 24 Ore che si presenteranno alle biglietterie con la copia del numero del 13 ottobre potranno usufruire di uno sconto sul biglietto d'ingresso: 8 euro invece di 10 (in tutte le sale che aderiranno alla promozione). Prende forma una possibile, pesante risposta del Cremlino alle sanzioni occidentali. In prima lettura, la Duma russa ha dato la propria approvazione al progetto di legge che vuole autorizzare la confisca di beni e proprietà in Russia di uno Stato straniero che abbia a sua volta bloccato asset di russi all'estero. Come è avvenuto in settembre ad Arkadij Rotenberg, uno degli imprenditori russi più vicini a Vladimir Putin, cui la Guardia di Finanza italiana ha congelato beni e attività per circa 28 milioni di euro. Rotenberg è 6 stato inserito, insieme ad altri protagonisti della cerchia interna di Putin, nelle "liste nere" della Ue e degli Stati Uniti, nell'ambito delle sanzioni imposte a Mosca per la crisi ucraina. La proposta - cui ora si fa riferimento come "legge Rotenberg" - prevede anche il rimborso delle proprietà perdute dalle "vittime" delle sanzioni. Decisione approvata al Parlamento di Mosca con 233 voti contro 202, una vittoria insolitamente sofferta: a favore i deputati del partito del potere, Russia Unita; contrari i comunisti, i nazionalisti del Partito "liberaldemocratico" di Vladimir Zhirinovskij e l'altro partito di opposizione, Russia Giusta. Per diventare legge, il progetto deve superare altre due votazioni alla Duma e avere poi l'approvazione della Camera alta russa, il Consiglio della Federazione, e la firma di Putin. Consentirà «a un gran numero di cittadini russi ed entità legali ha chiarito il deputato di Russia Unita autore della proposta, Vladimir Ponevezhskij - di essere protetti dallo Stato come se fossero in Russia». In realtà c'è chi pensa a una mossa per mettere al riparo dall'impatto delle sanzioni gli oligarchi e i funzionari più inf lu e nti ; m ent r e a n che all'interno dello stesso governo russo le perplessità sono molte. Il ministro dell'Economia, Aleksej Uljukaev, ha osservato che la legge di fatto «incoraggia la fuga di capitali dal Paese in diverse forme, il che non è un obiettivo della nostra politica economica. Dal mio punto di vista - ha concluso Uljukaev - la l e g g e s a r e b b e controproducente». I capitali in uscita dalla Russia stanno toccando quest'anno dimensioni record, con la prospettiva di arrivare a un totale di 120 miliardi di dollari. Il ministro Uljukaev ha parlato di «gravi collisioni» tra la legge di Ponevezhskij e gli «obblighi internazionali». I beni di Paesi stranieri che potrebbero finire sotto sequestro - secondo il testo della legge - sarebbero anche le proprietà coperte dall'immunità diplomatica. E tuttavia, ha sottolineato Alexander Kliment di Eurasia Group, «la legge non prende di mira la proprietà privata». E se sarà approvata, «l'impatto sarà più che altro simbolico. Il progetto di legge riflette il più generale inasprimento dell'atteggiamento ufficiale russo verso governi e capitali stranieri a causa dell'Ucraina». Da parte sua Arkadij Rotenberg ha fatto sapere all'agenzia russa Interfax di non aver esercitato lobbying per far passare la legge. Né chiederà rimborsi per le proprietà perdute, quattro ville in Sardegna e un albergo a Roma, vicino a via Veneto. Secondo Marco Tronchetti Provera le tensioni geopolitiche in Russia non impattano sul gruppo nel cui capitale è presente Rosneft Pirelli conferma i target di fine 2014. Nonostante la fase difficile e il rallentamento in alcune aree - ha detto il presidente e ceo Marco Tronchetti Provera a margine di un evento all'Hangar Bicocca «le nostre attività nel loro insieme confermano i target di fine anno. In alcune aree vanno più veloci, in altre meno, ma quello che ci lascia tranquilli sono le nostre azioni in termini di miglioramento del mix di prodotto, efficienze e miglioramento delle tecnologie». In occasione della semestrale, Pirelli aveva indicato ricavi consolidati a circa 6,2 miliardi con un ebit di 850 milioni post oneri di ristrutturazione. Le dichiarazioni del numero uno di Pirelli arrivano dopo che la scorsa settimana le indicazioni del management Michelin circa la crescente difficoltà nel raggiungere gli obiettivi di ricavi 2014 avevano contribuito a indebolire i titoli del settore pneumatici. L’ultimo giorno di settembre, però, le azioni della Bicocca hanno guadagnato lo 0,83%. «Anche la Russia che conta per il 4% delle nostre attività - ha precisato - è in linea con le nostre previsioni in un mercato, soprattutto del primo equipaggiamento, che sta rallentando molto». Tronchetti è poi tornato a commentare le ipotesi di effetti negativi su Pirelli dalle sanzioni imposte da Ue e Usa alla Russia nell'ambito della crisi ucraina. Come noto, in primavera il gruppo russo Rosneft attraverso un fondo pensione ha rilevato il 50% della holding che detiene il 26% circa di Pirelli e ha portato sei suoi rappresentanti nel board della Bicocca. Dalle sanzioni, ha ribadito Tronchetti, a «impatto zero» sia in riferimento alla presenza in cda dei rappresentanti di Rosneft a monte nell'azionariato di Camfin. «Ci auguriamo che si trovi presto – ha aggiunto – un percorso per normalizzare la situazione». Tronchetti ha poi commentato il quadro politico. Partendo da un punto fermo: fiducia al Governo di Matteo Renzi: «Credo si debba sostenere la linea del governo che vuole cambiare il paese, dare fiducia ai giovani che mostrano la volontà di cambiare e sostenerli nella re a l iz z az i o n e» h a d ett o Tronchetti. Inoltre, a suo avviso, la riforma del mercato del lavoro va «nella direzione giusta» e va «vista nel contesto generale» cioè legata alla necessità «di stimolare i consumi e gli investimenti» e 7 alla «necessità fiducia». di creare Fidarsi ciecamente dei toni rassicuranti usati da Elvira Nabiullina, governatore della Banca centrale Russa, richiede una massiccia dose di ottimismo. «Non ci sarà alcun tipo di restrizione (ai movimenti di capitale), nemmeno nello "stress scenario"» ha chiarito il governatore. Lo scenario a cui si riferiva è quello di un ipotetico tracollo dei prezzi del greggio a 60 dollari al barile, vale a dire quasi la metà del valore di quattro mesi fa. Un'ipotesi che il Cremlino sta ora prendendo in considerazione - e questa è già una notizia - cercando di elaborare politiche di emergenza a supporto dell'economia. Quali siano nel dettaglio non è ancora chiaro. Quando le quotazioni del greggio accusano una decisa e duratura caduta le economie dei paesi petro-dipendenti traballano. Questa volta, tuttavia, la Russia rischia di essere la vittima più illustre. D'altronde non era prudente per una potenza con un Pil da 2mila miliardi di dollari affidarsi a un budget che dipendesse per metà del suo valore dall'export di petrolio e gas. Soprattutto in un periodo come questo, con l'economia messa a dura prova da sanzioni internazionali sempre più aggressive a causa della crisi in Ucraina. Quella russa è una scomoda esposizione energetica, quindi pericolosa perché rende il Cremlino dipendente dalle oscillazioni e dalla volubilità dei mercati. Il pr ocesso di diversificazione dell'economia è stato tutt'altro che brillante. Petrolio e gas rappresentano oggi più di due terzi del totale delle esportazioni in valore. Già nel 2012 un rapporto della Bers, la Banca europea per la ricostruzione e lo sviluppo, dal titolo peraltro emblematico Diversifying Russia - usava toni severi nei confronti del Cremlino, reo di non aver raggiunto risultati tangibili nel processo di diversificazione a dispetto degli impegni annunciati. Nel 2013 le cose sono peggiorate, con il deficit del settore "non-oil" cresciuto al 10,3% del Pil. Da tempo la crescita dei consumi mondiali di petrolio mostrava segni di debolezza. In balia delle tensioni geopolitiche, il prezzo del barile non rispecchiava la realtà. I fondamentali - vale a dire il bilancio tra domanda e offerta indicava un eccesso produttivo. Mosca aveva cercato di ma s si m izz ar e l e e ntr ate producendo quanto più poteva, fino a toccare in agosto un picco produttivo di 10,61 milioni di barili al giorno (mbg), solo 300mila barili in meno rispetto ai 10,64 mbg estratti in gennaio, il livello più alto dal lontano 1987. Ma già a metà settembre cominciavano ad affiorare le preoccupazioni. Se il petrolio Ural, la qualità russa più scambiata sui mercati, si manterrà sotto i 100 dollari, ma anche a 100, avvertivano diversi analisti, Mosca rischia la recessione. A metà ottobre il greggio del marchio Urals era quotato 92 dollari. Dal 15 agosto al 14 settembre la media è stata di 98,28. Per avere un'idea delle conseguenze bastano pochi numeri: il budget 2014 è stato formulato basandosi su di un prezzo di 100 dollari. Quello del 2015 a 96 dollari. E quello medio del periodo 2015-2017 a 100 dollari. Ogni volta che il greggio scende di un dollaro - aveva sottolineato Maxim Oreshkin, capo del dipartimento di pianificazione strategica presso il ministero delle Finanze - il budget perde 2,1 miliardi di dollari. L'Fmi ha già dimezzato le sue stime per il 2015 calcolando una crescita del Pil dello 0,5% (0,3% per la Banca mondiale). La tempesta che si sta abbattendo sul rublo rischia di peggiorare decisamente le cose. Nel trimestre luglio-settembre la moneta russa si è svalutata del 14% sul dollaro. Se l'anno prossimo i prezzi del greggio dovessero realmente scendere a 60 dollari, e mantenersi su questi livelli, alcuni analisti ritengono che il deficit del budget arriverebbe al 4,5% del Pil (il Cremlino prevede per il 2015 un deficit dello 0,6%). La Banca centrale sta dunque rivendendo i piani di emergenza tracciando diversi scenari. Fino a pochi giorni fa ne aveva elaborati tre: quello base prevedeva un prezzo del greggio a 100 dollari al barile per i prossimi tre anni. Quello più prudente 86,5 dollari. Nessuno osava parlare di 60. «Di ordini lì ne abbiamo. Però non sappiamo bene cosa farne». Quando si parla di Russia Ettore Batisti allarga le braccia e per la verità i problemi del presidente di Pama, tra i big italiani delle macchine utensili, sono comuni a molte aziende del settore, alle prese con gli effetti dell'embargo Ue verso Mosca. «A Bruxelles vivono tra le nuvole» spiega sconsolato Adriano Carnaghi, che sulle politiche europee aggiunge anche altre espressioni un poco più colorite. «A noi ballano commesse per due milioni di euro - racconta Riccardo Rosa – e francamente vorrei evitare di avere problemi». Nel giorno di avvio di Bimu-Sfortec (30.09.2014 N.d.R.), tra le maggiori rassegne mondiali del settore, è quasi naturale che i produttori nazionali di macchine utensili guardino con 8 apprensione a ciò che accade all'estero. Per i robot italiani l'export vale infatti i tre quarti dei ricavi ed è solo grazie alla tenuta oltreconfine che l'Italia resiste ai vertici mondiali. Terzo esportatore al mondo alle spalle di Germania e Giappone, il nostro paese paga infatti in modo evidente la caduta del mercato interno, dimezzato dal 2007 ad oggi e ancora in calo costante negli ultimi tre anni. Volumi mancanti (tra i maggiori costruttori solo l'Italia ha consumi interni di robot in calo) che spiegano la stasi della produzione, solo poco al di sopra dei livelli 2009 mentre per altri paesi come Giappone e Corea del Sud i dati da allora sono raddoppiati. Eppure, a dispetto delle difficoltà, un giro tra gli stand mostra un'Italia produttiva solida, innovativa, capace di sfidare alla pari sul t err e n o d e l l a q u a l it à i concorrenti tedeschi e giapponesi. «Il 70% di queste aziende – spiega il presidente della Fondazione Fiera Milano e del Sole 24 Ore Benito Benedini – porta sul mercato ogni anno prodotti nuovi: noi abbiamo bisogno di queste imprese, perché solo l'innovazione continua può portare vantaggi economici duraturi». Brevetti visibili chiaramente in fiera, tra rettificatrici e raddrizzatori, macchine di misura capaci di "leggere" discrepanze di micron, stampanti 3D in grado in 90 ore di lavoro di costruire da zero una bici in titanio, centri di lavoro e fresatrici che possono prendere in carico qualunque pezzo di metallo trasformandolo a piacere. La sensazione è che la domanda italiana possa dare quest'anno segnali di risveglio, con una crescita di qualche punto percentuale dopo tre anni in caduta continua. Ma è ancora l'estero il principale motore dei robot, ed è lìche si concentrano gli sforzi delle aziende, per fortuna con più di una soddisfazione. «Siamo vicini al top di ricavi – spiega Riccardo Rosa, 12 milioni di fatturato nelle rettificatrici – e abbiamo già produzione assicurata fino a febbraio 2015». «General Electric ci ha appena piazzato un ordine da decine di milioni – aggiunge Adriano Carnaghi, 90 milioni di vendite in torni e fresatrici – e questo significa lavoro fino al 2017». Nel 2014 l'export di macchine utensili è visto in crescita del 4,7% a 3,4 miliardi, invertendo nel secondo semestre un trend negativo verificato nei primi sei mesi dell'anno, penalizzati da un contesto internazionale sempre più complesso. «Di aree tranquille – spiega il presidente di Federmacchine Giancarlo Losma – ce ne sono sempre meno. Eppure andare all'estero per le aziende è una necessità, dobbiamo portare le merci dove i mercati crescono, dove i clienti acquistano». «Per rilanciare il nostro mercato – aggiunge il presidente di Ucimu Luigi Galdabini, servono provvedimenti che incentivino la sostituzione dei macchinari obsoleti. Ci piacerebbe poi avere a che fare con un'Europa non ideologica, capace di sostenere in modo concreto le aziende. Alcuni regolamenti sulla sostenibilità non vanno in questa direzione e a volte mettono in difficoltà le imprese obbligandole allo sviluppo di soluzioni che oltre la Ue non hanno mercato. Gli interventi vanno sempre ponderati, affinché non siano penalizzanti per le imprese: penso alla sostenibilità, ma anche al blocco dell'export verso la Russia». In sei mesi la crisi Russo-Ucraina è già costata al settore quasi 20 milioni di ricavi, con la certezza che a fine anno il bilancio sarà anche peggiore. Ma nonostante le difficoltà oltreconfine e la debolezza della domanda interna, in Bimu l'ottimismo sull'Italia non sparisce. «Le riforme si faranno – spiega il presidente di Pama Ettore Batisti – perché siamo costretti a 9 La rassegna delle informazioni statistiche e delle previsioni sull’economia della Russia Entro la fine di quest'anno il Ministero dell'Industria e del Commercio non si attende una crescita delle vendite e della produzione di automobili nel Paese, ha annunciato ad "Interfax" il ministro Denis Manturov. "Per quanto riguarda la produzione, muoviamo dal presupposto che, nel migliore dei casi, si tratterà di uno "zero", ha affermato il ministro. Nel settembre del 2014 il volume delle vendite sul mercato automobilistico russo è calato del 20,1% rispetto al mese analogo del 2013: fino a 197.233 automobili, testimoniano i dati del Comitato dei produttori di autovetture. Nel periodo gennaio-settembre sul mercato automobilistico russo sono state vendute 1.779.947 di nuove autovetture e di veicoli commerciali leggeri, ossia il 13% in meno rispetto al periodo analogo del 2013 (dati del Comitato dei produttori di autovetture). Tra i leader nelle vendite di nuove autovetture leggere vi sono dieci modelli di produzione locale. "In settembre le vendite di nuove auto hanno dimostrato un evidente miglioramento rispetto ad agosto, il che rispecchia la tendenza stagionale dovuta alla fine delle vacanze e agli sforzi di chiudere bene il trimestre da parte degli attori del mercato. Allo stesso tempo, l'andamento generale del mercato automobilistico russo rimane piuttosto debole e rivela un continuo calo dei volumi di produzione rispetto allo scorso anno. Per i restanti mesi dell'anno ci si attende una certa attenuazione delle tendenze negative attuali, grazie a misure statali di sostegno a favore della produzione locale di automobili. Ma nonostante ciò, non si prevede un cambiamento sostanziale del trend di mercato nel quarto trimestre del 2014. Considerando l'esiguo volume di mercato nel terzo trimestre del 2014, rispetto a quanto previsto, confermiamo le stime del mercato russo delle autovetture e dei veicoli commerciali leggeri ad un livello pari a 2,45 milioni di pezzi, che riflette un calo del 12% rispetto ai 2,77 milioni di auto vendute nel 2013", ha dichiarato Jorg Shr ajber, presidente del Comitato dei produttori di autovetture. Come si evince dai comunicati del Comitato, nel periodo gennaio-settembre 2014 il modello più diffuso presso gli automobilisti russi è stata la Lada Granta, le cui vendite sono ammontate a 112.078 pezzi, ossia il 12,8% in meno rispetto al periodo analogo del 2013. Al secondo posto per popolarità troviamo Hyundai Solaris, con 84.439 pezzi (-1,5%). Al terzo posto Kia New Rio: 66.416 pezzi (-1,9%). Nei primi dieci rientrano anche Renault Duster (-6%), Lada Kalina (+1,6%), Lada Largus (+17,6%), VW Polo (-16,5%), Reno Logan (+5,3%), Lada Priora (-21,1%), Nissan Almera (con una crescita di 4,3 volte). Tra le prime dieci marche, per quanto riguarda le vendite nel periodo gennaiosettembre 2014, troviamo: Lada (283.802, -17%), Renault (139.434, -10%), Kia (137.421, -7%), Hyundai (132.849, -2%), Toyota (115.589, 0%), Nissan (114.389 +12%), VW (93.797, -20%), Chevrolett (89.961, 30%), Skoda (63.179 -2%), Mitsubishi (52.462, -7%). Il calo dei prezzi del petrolio continua ad influire in modo estremamente negativo sul mercato valutario russo. I prezzi del petrolio Brent sono scesi sotto i 92 dollari al barile per la prima volta dal dicembre 2010, raggiungendo così per la quarta volta il prezzo minimo. Al momento è proprio questo il fattore che influisce in modo particolarmente negativo sulla moneta russa. Inoltre, la Banca Centrale, dopo aver condotto degli interventi valutari e spostato i valori del paniere bivalutario, composto per il 55% dal dollaro, e per il 45% dall'euro, non può garantire al rublo il doveroso sostegno. Sembra che lo stesso megaregolatore non veda al di là del limite del tasso di cambio e solo le autorità politiche potrebbero ora fermare temporaneamente il calo della valuta. Secondo gli analisti russi, molto probabilmente per un dollaro si arriverà a pagare 42-43 rubli entro la fine dell'anno, mentre un euro corrisponderà a 51-52 10 Investimenti e collaborazioni industriali La società “Agrallan Holdin” cerca un investitore strategico, per realizzare insieme un maxi progetto nel settore agricolo. Si tratta della costruzione di un complesso agroalimentare che sarà specializzato nella coltivazione di cereali, di ortaggi e nell’allevamento di bovini. L’investimento indispensabile è stimato a 150 milioni di dollari. Il termine di recupero del capitale è previsto in 10 anni. Contatti: Tel: +37 (36) 023-61-28 E-mail: [email protected] Internet: www.agrallan.fo.ru La società “Sinosovet” cerca un partner finanziario per lanciare una rete commerciale, che sarà specializzata nella vendita dei materiali da costruzione innovativi. Il finanziamento indispensabile è pari a un milione di dollari. Il termine di recupero dell’investimento è previsto in 60 mesi. Agli investitori seri sarà presentato un business plan dettagliato. Contatti: Tel: +7 (927) 772-88-36 E-mail: [email protected] La società “Kapriz” della città di Zheleznogorsk (Siberia) invita gli investitori a partecipare alla società finanziaria ad altissimo tasso di rendimento. La società è specializzata nell’erogazione dei micro crediti alla popolazione. Non ci sono concorrenti. Il finanziamento ricercato è di 2 milioni di dollari. Il termine di recupero del capitale è previsto in 36 mesi. Contatti: Tel: +7 (983) 298-92-92 E-mail: [email protected] L’imprenditore autonomo Serghej Churilin cerca un partner finanziario per portare a termine i lavori di ricerca e per la successiva vendita del progetto innovativo della ruota per fuoristrada. Il finanziamento ricercato è di 300.000 Euro. Il termine di recupero dell’investimento è previsto in 3 anni. Contatti: Tel: +7 (916) 380-85-31 E-mail: [email protected] La società “ZAV” cerca un investitore strategico per portare a termine l’elaborazione del microscopio portatile per la polizia scientifica. Il finanziamento ricercato è pari a 5 milioni di Euro. Il microscopio sarà basato sulle nanotecnologie potrà analizzare oggetti a partire da 10 µm. Il microscopio potrà sostituire quelli dell’importazione che attualmente costano da 10 a 50mila Euro cadauno. Contatti: Tel: +7 (495) 740-26-40 Fax: +7 (495) 628-65-93 E-mail: [email protected] La società “Rosta” cerca un investitore strategico per realizzare insieme il progetto di costruzione nella regione di Kazan di una fabbrica moderna per la produzione di “zucchero liquido” a base di barbabietola da zucchero. Il prodotto, che attualmente viene importato dall’estero, è molto richiesto dall’industria agroalimentare russa. Il finanziamento richiesto è pari a 1,6 milioni di Euro. Il termine di recupero dell’investimento è previsto in 3,5 anni. Contatti: Tel: +7 (843) 227-40-37 E-mail: [email protected] La società “Avtorezikling” cerca un investitore per costruire un centro per la rottamazione delle autovetture. Il progetto prevede la smontature delle auto e la successiva vendita dei pezzi di ric a mb i o p art ic ol ar m e nte preziosi. Il finanziamento indispensabile per la realizzazione del progetto è stimato a 22 milioni di dollari. All’investitore verrò concesso il 90% della società. Il termine di recupero del capitale è previsto in 3,3 anni. NPV = 15, 5 milioni di dollari. IRR = 795 l’anno. Contatti: Tel: +7 (383) 286-47-99 Fax: +7 (383) 266-68-99 E-mail: [email protected] Gli annunci nelle pagine “Investimenti e collaborazioni industriali” e “Proposte commerciali” vengono pubblicati così come sono stati ricevuti su base gratuita dagli inserzionisti. La Redazione di Russia24 non è responsabile per i contenuti delle inserzioni che vengono pubblicati su base gratuita per gli inserzionisti. 11 Proposte commerciali La società “Kofeman” dell’Ucraina cerca partner commerciali in Italia, fornitori di caffe, cacao, miscele di caffe, te che siano interessati a esportare verso l’Ucraina (la città di Khmelitskij). La società ucraina preferirebbe lavorare con il sistema di droshipping, ma è aperta a tutte le possibilità. Contatti: Tel: +38 (068) 032-19-90 E-mail: [email protected] La società russa “Sem Morey” cerca fornitori di caviale nelle pellicole di ovaio di pesci fluviali e marittimi, come merluzzo, theragra chalcogramma, whiptail, sogliola, perca, ecc. Il fabbisogno è stimato a 2 tonnellata alla settimana. Contatti: Tel: +7 (495) 943-09-20 E-mail: [email protected] Internet: www.sem-morey.ru La società russa “Kabel-NW” di San-Pietroburgo cerca fornitori di cavi elettrici usati di vario tipo, soggetti al riciclaggio. Si accettano i cavi elettrici, ad alta tensione, per le trasmissioni radio, e altri. Contatti: Tel: +7 (921) 948-22-05 E-mail: [email protected] Internet: www.kabel-nw.ru La società « VTB-Kabel » produce e vende macchine compatte per lo smontaggio di cavi elettrici di vario tipo di diametri compresi tra i 2 e 60 mm. con più fili e con un solo filo di 2-8 mm. La velocità del taglio è di 20 metri al minuto. La macchina è molto compatta e peso soli 20 chili e lavora con la corrente di 220 volt. Le dimensioni sono di soli 50x30x15 cm. Contatti: Tel: +7 (923) 701-02-66 Email: [email protected] La società russa “Kamchatka Puteshestvie” cerca dei partner in Italia per organizzare delle gite dei turisti italiani nella terre della Valle dei geyser nel territorio della penisola di Kamcatka (Estremo Oriente). La gita comprende il sorvolo della valle a bordo di un elicottero, una passeggiata, una trasferta i n el i c ott er o a l l a v a l l e Nalycheskaja e i bagni nei geyser caldi. Contatti: Tel: +7 (4152) 42-74-28, +7 (914) 627-02-10 E-mail: [email protected] Internet: www.travelonkamchatka.ru La società «BMP» produce manici di legno massiccio (pale, scope, rastrelli, forche, ecc.) e cerca clienti interessati a importare questi prodotti ecologici a prezzi molto interessanti. La società produce e offre anche manici per asce di vario tipo. I manici di betulla massiccia sono al 100% ecologici, leggeri e a differenza dalla plastica rimangono caldi e robusti anche alle temperature molto basse. Contatti: Tel: +7 (8172) 27-96-20 E-mail: [email protected] Iternet: www.eco-cherenki.ru La fabbrica “transtekhnologii” produce e vende delle linee tecnologiche per la separazione e la selezione automatiche dei tronchi di legno. Le linee russo sono molto economiche e accelerano notevolmente la preparazione dei tronchi per la successiva lavorazione: la produttività di una linea è di 60 metri oppure di 6 tronchi al minuto. La lunghezza dei tronchi varia da 2 a 6,5 metri con le opzioni fino a 11 metri. Contatti: Tel: +7 (833) 278-01-70 E-mail: [email protected] Internet: www.77st.ru La società “Kare” della città russa di Karsnodar produce e vende a prezzi molto economici banchi e sedie per le scuole. Banchi e sedie sono certificati e corrispondono alle normative più rigide di robustezza e di sicurezza. I prezzi franco magazzino sono per esempio di 11,6 Euro per una sedia e di 24,6 Euro per un banco. Contatti: Tel: +7 (918) 661-99-09 E-mail: [email protected] Internet: www.etalon-m.com 12 Fiere internazionali a Mosca nel 2015 Fiera di prodotti di cancellaria e da ufficio. 02-04.03.2015 tecnologie per fast food. 03-05.03.2015 Fiera di sistemi di climatizzazione per case e uffici. 03-06.03.2015 Fiera di prodotti casalinghi. 03-05.03.2015 Fiera di progetti di case di campagna, di prodotti per la villeggiatura. 03-05.03.2015 Fiera di souvenir e di regali natalizi. 03-05.03.2015 Fiera di gatti, di prodotti per i gatti. 07-08.03.2015 Fiera di calzature, di borse, di accessori e di prodotti in pelle. 10-13.03.2015 Fiera di yacht, di barche. 10-15.03.2015 Forum di servizi per la horeca. 03-05.03.2015 Fiera di oggetti di lusso per il design degli interni. 03-05.03.2015 Fiera di prodotti per bambini, giocattoli, abbigliamento, libri. 11-13.03.2015 Fiera di tecnologie e di idee per lanciare un marchio commerciale proprio. 25-26.03.2015 Fiera di camini, di stufe, di sistemi di riscaldamento autonomo. 16-29.03.2015 Fiera di progetti, di idee e di tecnologie della costruzione delle case ecologiche di legno. 26-29.03.2015 Fiera di tecnologie e di servizi SPA, di benessere, di bellezza. 26-29.03-2015 Fiera di tecnologie e di prodotti per giardinaggio. 26-28.03.2015 Fiera di servizi turistici. 14-17.03.2015 Fiera di prodotti di lusso per la casa. 03-05.03.2015 Fiera di attrezzature e di Fiera di servizio e di tecnologie pubblicitarie (stagione primavera). 17-19.03.2015 Crocus Expo IEC Phone: +7 (495) 727-26-26 E-mail: [email protected] Proprietario ed Editore: Il Sole 24 ORE S.p.A. 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