Il peso delle sanzioni si fa sentire La crisi dei crediti

N.226 - 20 OTTOBRE 2014
La risposta del governo russo si è rivelata peggiore delle sanzioni
È possibile una fuga di massa
dalla Russia da parte dei
produttori occidentali di
abbigliamento e di calzature, il
che è legato al calo della
redditività delle importazioni e
all'aumento dei costi per
l'affitto.
p.4
Si è svolta presso l’Ambasciata
d’Italia a Mosca, alla presenza
dell’autore, la presentazione
del libro “Mercato e
disuguaglianza” del Prof.
Giovanni Bazoli, Presidente del
Consiglio di Sorveglianza del
gruppo bancario Intesa
Sanpaolo.
p.6
La rassegna delle informazioni
statistiche e delle previsioni
sull’economia della Russia e
della CSI.
p. 10
Investimenti e collaborazioni
industriali.
p. 11
Proposte commerciali.
p. 12
Le fiere internazionali in Russia
e nella CSI.
p. 13
Il peso delle sanzioni si fa
sentire
L'
inasprimento delle politiche
monetarie e fiscali, che, in
gran parte, rappresenta una
risposta delle autorità alle sanzioni
occidentali, potrebbe arrecare
all'economia, in una prospettiva a
medio termine, non meno danni
rispetto alle sanzioni stesse. Da
marzo la Banca Centrale ha alzato il
tasso chiave a 250 punti base, fino
all'8%, e un ulteriore aumento
potrebbe risultare rischioso. La Banca
Centrale Russa è alle prese con
l'inflazione, dovuta alla svalutazione
del rublo, e con l'aumento dei prezzi
sui generi alimentari, legato alle
restrizioni sull’import di una serie di
prodotti dai Paesi che sostengono le
sanzioni. Tuttavia, poiché le banche
nazionali sono costrette a contare in
gran misura sui fondi della Banca
Centrale, l'innalzamento del tasso di
interesse chiave porterà a tassi di
interesse più alti sui prestiti,
limitando così la crescita del retail e
del corporate lending.
continua a pagina 2
La crisi dei crediti minaccia le
imprese russe
Le imprese russe si troveranno ad
affrontare una crisi del credito se
l'Occidente non attenuerà le sanzioni
e non ristabilirà l'accesso ai mercati
internazionali del capitale. Lo hanno
dichiarato gli analisti dell’agenzia di
rating internazionale Moody's. Senza
l'accesso a questi mercati le società
russe non saranno in grado di
rifinanziarsi e allo stesso tempo di
estinguere i loro debiti verso gli
investitori internazionali.
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dalla prima pagina
In particolare, nel mese di
giugno, il tasso di crescita dei
crediti retail è sceso al 20,9%,
che in generale corrisponde ai
tassi di interesse medi sui crediti
retail non garantiti. Pertanto,
l'aumento dei crediti retail non
rappresenta più un fattore di
crescita per l'economia, ma sta
cominciando a frenarla, poiché i
consumatori russi si trovano
sulla soglia del ciclo di riduzione
dell'indebitamento a medio
termine. Inoltre è indispensabile
considerare che i finanziamenti
rappresentano la terza fonte di
capitale di investimento (dopo i
fondi di proprietà delle aziende
e gli investimenti statali), e il
rincaro dei crediti rallenta
l'attività di investimento già di
per sé debole. In questo caso è
necessario ridurre i costi di
credito dei debitori, attenuando
la politica monetaria e di credito
della Banca Centrale, ad
esempio, e, di conseguenza,
riducendo i tassi sui prestiti delle
maggiori banche.
L'inizio dei lavori sul bilancio
statale per il periodo 2015-2017
è stato contrassegnato da una
serie di proposte per aumentare
la pressione fiscale sulla
popolazione e sulle imprese.
Così, nel mese di giugno, il
Ministero delle Finanze ha
proposto di aumentare una
serie di tasse, quali IVA e
imposta sul reddito, e di
introdurre una tassa sulle
vendite. Anche se allo stadio
attuale il governo ha revocato
un repentino aumento della
pressione fiscale, la minaccia di
un aumento nei prossimi due o
tre anni rimane alta, creando
così rischi concreti a sfavore di
una crescita economica a medio
termine. Pertanto, secondo le
stime, un aumento dell'IVA del
2% potrebbe rallentare la
crescita economica dello 0,20,3%. Un aumento dell'IRPEF
pari al 2% potrebbe ridurre il
PIL reale dello 0,2-0,3%, e una
tassa sulle vendite pari al 5% lo
ridurrebbe ulteriormente dello
0,1-0,2%. Inoltre, l'aumento
delle tasse (in caso venisse
implementato) inciderebbe
inevitabilmente sull'inflazione,
giacché
i
produttori
cercherebbero di compensare le
perdite. Secondo gli analisti
finanziari russi l'aumento
dell'IVA potrebbe innalzare
l'inflazione al consumo di 1,5
punti percentuali nei mesi
successivi al suo aumento.
L'introduzione di una tassa sulle
vendite avrebbe effetti meno
pronunciati, ma potrebbe
tuttavia provocare un ulteriore
aumento dell'inflazione pari
all'1,5%. Va notato che,
nonostante il rifiuto formale di
aumentare le principali tasse nel
corso dell’autunno, il governo
prevede di consentire alle
regioni di introdurre un'imposta
speciale per alcune attività
imprenditoriali (quali settore
alberghiero, ristorazione, servizi
taxi e turismo locale), che di
fatto
corrisponde
all'introduzione di un'imposta
sulle vendite in questi segmenti.
Il governo dovrebbe coordinare
gli sforzi per evitare un ulteriore
inasprimento della politica
monetaria e una crescita della
pressione fiscale. Il governo
dovrebbe modificare gli obiettivi
a medio termine relativi
all'inflazione (al momento la
Banca Centrale insiste sul 4,5%
nel 2015 e sul 4% a partire dal
2016), dovrebbe rendere più
efficiente l'impiego dei propri
fondi (si parla di un'equa
riduzione che va dall'1 al 3%
dei finanziamenti su progetti
statali), rimandare la
realizzazione di una serie di
progetti statali (si stanno
compiendo dei passi verso la
riduzione di alcuni programmi
sociali e del finanziamento di un
numero di programmi militari a
più lungo termine) e aumentare
i prestiti. È anche indispensabile
trattenersi dall'agire in risposta
alle sanzioni dell'Occidente. Al
momento
il
divieto
sull'importazione di alcune
singole categorie di prodotti ha
condotto ad una riduzione
dell'import che va dal 20 al
70%, il che ha esercitato
pressione sull'inflazione al
consumo. Un'ulteriore reazione
all'inasprimento delle sanzioni,
evidentemente, consisterà nel
tentativo di trovare una
sostituzione all'import e, in
seguito, in un notevole calo
dell'integrazione della Russia
nell'economia mondiale.
2
La crisi dei crediti minaccia di mandare
KO le imprese russe
 Le imprese russe si
troveranno ad affrontare una
crisi del credito se l'Occidente
non attenuerà le sanzioni e non
ristabilirà l'accesso ai mercati
internazionali del capitale. Lo
hanno dichiarato gli analisti
dell’agenzia di rating
internazionale Moody's.
L'emissione dei debiti delle
imprese russe sui mercati
mondiali del capitale si è
interrotta nel giugno 2014.
Allora l'Unione Europea e gli
Stati Uniti avevano inasprito le
sanzioni contro la Russia a
causa dell'incidente del Boeing
della Malesia Airlines
nell'Ucraina dell'est.
Senza l'accesso a questi mercati
le società russe non saranno in
grado di rifinanziarsi e allo
stesso tempo di estinguere i
loro debiti verso gli investitori
internazionali.
Secondo gli analisti, la crisi
potrebbe colpire nel 2016 e a
soffrirne saranno soprattutto la
metallurgia e il mercato
immobiliare.
"La maggior parte delle imprese
russe ha sufficiente liquidità per
rispettare tutti i termini di
estinzione dei crediti nel 2015.
Ma nel 2016 e 2017 potrebbero
aversi dei problemi se sarà loro
negato l'accesso ai mercati
internazionali del capitale", - ha
annunciato David Staples,
direttore di Moody's e
responsabile dei Paesi in via di
sviluppo.
Secondo i dati della Banca
Centrale Russa, le banche e le
imprese russe dovranno pagare
134 miliardi di dollari entro la
fine del 2015. Solo in dicembre
l'estinzione corrisponderà
all'enorme somma di 32 miliardi
di dollari. Questo prestito,
comunica il giornale, è scaturito
dalla necessità di finanziare le
operazioni di acquisto di
Rosneft della società TNKVP nel
marzo dello scorso anno.
Gli analisti avvertono che un
boom di estinzioni dei debiti
esteri porterà ad un aumento
del deflusso di capitali dal
Paese, che nel primo semestre
di quest'anno ha raggiunto i 74
miliardi di dollari.
Gli esperti dell'agenzia
avvertono che a soccombere
per il mancato accesso al
mercato mondiale del capitale
saranno soprattutto le piccole
imprese private, a differenza di
Rosneft e Gazprom che, colpiti
dalle sanzioni, s i s ono
aggiudicate una promessa di
aiuto da parte dello Stato.
In questa situazione la Russa si
rivolge alla Cina per un
supporto finanziario, e le
banche cinesi sono intenzionate
a concedere prestiti agli istituti
di credito russi e ad intensificare
la cooperazione. Lo ha
a n n u n c i a t o
l'ambasciatore della
Repubblica Popolare
Cinese a Mosca, Li
Chuej.
"Cr ed o
ch e
co o p er er e mo
strettamente con la
Russia, come abbiamo
sempre
fatto,
intensificheremo
i
r a p p o r t i ,
naturalmente, e tra le
nostre banche vigeranno
comprensione ed aiuto
reciproco". - ha dichiarato
l'ambasciatore, rispondendo alle
domande di "Interfax" sulla
volontà della Cina di concedere
ingenti finanziamenti alle
banche russe a seguito del loro
limitato accesso ai crediti
europei dovuto alle sanzioni.
"Le banche cinesi e russe hanno
cominciato a collaborare tanto
tempo fa. A Mosca sono già
state finanziate quattro banche
e una banca verrà aperta", - ha
aggiunto.
Nel mese di luglio USA e Unione
Europea hanno avviato una
serie di sanzioni contro i
maggiori istituti di credito russi.
In particolare si vieta alle
banche europee e americane di
concedere nuovi prestiti per un
periodo superiore ai 30 giorni
alle cinque maggiori banche
russe - Sberbank, VTB,
Gazprombank, Rossel'khozbank
e Vneshekonombank - e di
acquistare le loro azioni o
obbligazioni di nuova emissione
con scadenza superiore ai 30
giorni.
3
I marchi di moda minacciano di
abbandonare la Russia
L'azienda tedesca produttrice di
abbigliamento Gerry Weber,
molto famosa in Russia, sta
valutando la possibilità di
interrompere il lavoro con i suoi
partner in Russia. L'azienda
potrebbe porre fine agli accordi
di franchising per i negozi Gerry
Weber. È possibile una fuga di
massa dalla Russia da parte dei
produttori occidentali di
abbigliamento e di calzature, il
che è legato al calo della
redditività delle importazioni e
all'aumento dei costi per
l'affitto di uno spazio nei centri
commerciali. Ciò è attribuibile
alle tariffe per l'affitto di spazi
commerciali e alle fatture sulle
merci importate denominate in
valuta estera.
Anche se la Russia rappresenta
un importante mercato
d'esportazione per i produttori
occidentali di abbigliamento e
calzature, alcune aziende
potrebbero interrompere la
collaborazione con i partner
russi e ucraini già nel 2015.
Come evidenziano in Gerry
Weber, la decisione non è
legata alle sanzioni contro la
Russia: "noi non lavoriamo con
Paesi aventi un basso rating di
credito", - sottolineano i
tedeschi.
A fine aprile, l'agenzia
internazionale Standard &
Poor's ha ribassato il rating
sovrano della Russia in valuta
estera portandolo da BBB a BBB
-, con una previsione di rating
"negativa". Le agenzie Moody's
e Fitch non hanno modificato i
rat ing della Russia per
quest'anno, ma le loro stime
sono peggiorate: a causa della
svalutazione del rublo e del calo
dei prezz i d el p etrolio
quest'anno la probabilità che il
rating cambi nuovamente è
alta.
In Russia l'azienda tedesca non
ha punti vendita di proprietà,
ma lavora con dei partner in
franchising, grazie ai quali ha
aperto più di 60 punti vendita a
Mosca, San Pietroburgo,
Novosibirsk, Ekaterinburg e in
altre città. In Europa Gerry
Weber conta circa 300 negozi
di proprietà.
L'attività in Russia dei retailer
europei sta soffrendo
seriamente per la svalutazione
del rublo e il calo della capacità
d'acquisto della popolazione. La
situazione è aggravata dalle
prospettive poco chiare per il
2015 in un contesto di
incertezza politica, notano le
aziende e gli esperti.
"La crisi attuale è peggiore della
crisi del 2008. L'atteggiamento
di panico è più acuto", - ha
raccontato a "Deutsche Welle"
Darja Jadernaja, direttrice
dell'agenzia di consulting Esper
Group. Stando alle sue parole,
per i rivenditori è molto difficile
valutare i rischi economici,
essendo essi determinati
principalmente da fattori
politici.
Dall'inizio dell'anno il rublo nei
confronti dell'euro è sceso di
oltre il 10%. Una delle vittime
di questa svalutazione è stato il
gruppo retail finlandese
Stockmann. "Il rallentamento
della crescita economica e, in
particolare, l'indebolimento del
rublo hanno avuto un impatto
negativo sul potere d'acquisto
dei consumatori e, di
conseguenza, sull'attività di
Stockmann", ha comunicato a
"Deutsche Welle " la portavoce
dell'azienda Nora Malin.
Nel periodo aprile-luglio le
vendite di Stockmann in Russia
sono calate del 15% rispetto al
secondo trimestre del 2013,
secondo un rapporto finanziario
pubblicato nel mese di agosto.
"La situazione sul mercato russo
rimane difficile: il rublo è
debole, e gli ulteriori movimenti
dell'economia sono incerti," - fa
notare.
Considerando l'indebolimento
dell'economia russa e gli alti
prezzi d'affitto, l'azienda ha
deciso di chiudere la catena di
negozi Seppala in Russia. Nel
corso del 2014 e del 2015
verranno chiusi i restanti 16
negozi russi di questa catena, si
legge in un comunicato stampa
di Stockmann pubblicato il 2
ottobre. La catena di negozi
Stockmann e i negozi di
abbigliamento
Lindex
rimarranno sul mercato russo,
spiega Malin.
Le oscillazioni del tasso di
cambio hanno colpito anche
l'attività di aziende quali Esprit,
4
OVS e River Island. I negozi
OVS sono già stati chiusi,
mentre River Island ed Esprit,
secondo gli esperti russi,
potrebbero chiudere a breve.
Il problema principale, che al
momento preoccupa i retailer
del fashion, è l'incertezza del
mercato
attribuibile
all'imprevedibilità del tasso di
cambio del rublo.
Ora i retailer stanno già
programmando gli ordini per il
periodo primavera-estate 2015,
e in dicembre inizieranno ad
ordinare merce per le collezioni
autunno-inverno 2015-2016.
Pertanto bisogna prevedere gli
andamenti del mercato con sei
mesi d'anticipo. E se le regole
del gioco non sono chiare,
impostare una strategia per le
stagioni successive diventa
complesso per le aziende.
Il calo della domanda
sull'abbigliamento è cominciato
alla fine del 2013 e a luglio
2014 il mercato ha toccato il
fondo. Secondo le stime, alla
fine del 2014 le vendite nel
segmento della moda
potrebbero ridursi del 5-7% in
termini quantitativi.
Molto probabilmente gli
esportatori europei dovranno
attendersi un altro anno
difficile: il volume di ordini nel
2015 potrebbe ridursi
ulteriormente del 10-15%. Un
barlume di speranza potrebbe
accendersi nel 2016, e nel 2017
il mercato potrebbe stabilizzarsi
definitivamente.
5
Sempre più capillare la presenza
italiana in Russia
Si è svolta presso l’Ambasciata
d’Italia a Mosca, alla presenza
dell’autore, la presentazione del
libro
“Mercato
e
disuguaglianza” del Prof.
Giovanni Bazoli, Presidente del
Consiglio di Sorveglianza del
gruppo bancario Intesa
Sanpaolo.
Nel volume, il Presidente Bazoli,
già autore di numerose
pubblicazioni sui temi
dell’economia e dell’etica,
a f fr o nt a l e s f i d e de l l a
globalizzazione, i rapporti tra
mercato e democrazia e il ruolo
dell’etica quale fondamento
dell’agire economico.
La presentazione è stata aperta
dall’Ambasciatore Ragaglini,
che si e’ soffermato sul
contributo che l’opera potra’
offrire al dibattito su tali temi
nella Federazione Russa, ed è
stata animata dagli interventi
del Rabbino Capo Berl Lazar,
dell’Archimandrita Filaret, e del
Nunzio Apo stolico n ell a
Federazione Russa Ivan Jurkovic.
L’evento si è concluso con il
concerto del primo soprano del
Teatro Bolshoy di Mosca,
Svetlana Kasyan, accompagnata
dal pianista Alexey Demchenko.
Nel 1764 la zarina Caterina II di
Russia acquistò 225 dipinti da
un mercante berlinese. Nacque
così il primo nucleo
dell'Hermitage, il grande Museo
di San Pietroburgo che
rappresenta oggi una delle
collezioni d'arte più ricche del
mondo e una delle mete
artistiche più amate dal turismo
globale. Eppure la zarina lo
aveva immaginato come un
luogo isolato, un eremo non
lontano dalla Prospettiva Nevskij
e con una magnifica vista sulla
Neva. Doveva essere un «petit
ermitage», un luogo esclusivo
dove godersi momenti di
rigenerante riposo circondata
solo da pochi amici intimi e da
opere d'arte. Gli uomini che vi
venivano invitati dovevano
attenersi a una regola ferrea:
prima di entrare dovevano
deporre la spada. Tutti gli altri
zar della dinastia Romanov,
anno dopo anno, arricchirono la
collezione e la aprirono al
pubblico nell'Ottocento. Oggi il
museo custodisce 3 milioni di
pezzi. Nel 2014 l'Hermitage ha
compiuto 250 anni. e celebra il
suo anniversario, tra le altre
cose, con uno spettacolare film
sulla sua storia e le sue
meraviglie trasmesso in tutto il
mondo il 14 ottobre. L'elenco
delle città e delle sale
cinematografiche che lo
proietteranno si trova su
www.nexodigital.it.
I lettori della Domenica de Il
Sole 24 Ore che si
presenteranno alle biglietterie
con la copia del numero del 13
ottobre potranno usufruire di
uno sconto sul biglietto
d'ingresso: 8 euro invece di 10
(in tutte le sale che aderiranno
alla promozione).
Prende forma una possibile,
pesante risposta del Cremlino
alle sanzioni occidentali. In
prima lettura, la Duma russa ha
dato la propria approvazione al
progetto di legge che vuole
autorizzare la confisca di beni e
proprietà in Russia di uno Stato
straniero che abbia a sua volta
bloccato asset di russi all'estero.
Come è avvenuto in settembre
ad Arkadij Rotenberg, uno degli
imprenditori russi più vicini a
Vladimir Putin, cui la Guardia di
Finanza italiana ha congelato
beni e attività per circa 28
milioni di euro. Rotenberg è
6
stato inserito, insieme ad altri
protagonisti della cerchia
interna di Putin, nelle "liste
nere" della Ue e degli Stati
Uniti, nell'ambito delle sanzioni
imposte a Mosca per la crisi
ucraina.
La proposta - cui ora si fa
riferimento come "legge
Rotenberg" - prevede anche il
rimborso delle proprietà
perdute dalle "vittime" delle
sanzioni. Decisione approvata al
Parlamento di Mosca con 233
voti contro 202, una vittoria
insolitamente sofferta: a favore i
deputati del partito del potere,
Russia Unita; contrari i
comunisti, i nazionalisti del
Partito "liberaldemocratico" di
Vladimir Zhirinovskij e l'altro
partito di opposizione, Russia
Giusta. Per diventare legge, il
progetto deve superare altre
due votazioni alla Duma e avere
poi l'approvazione della Camera
alta russa, il Consiglio della
Federazione, e la firma di Putin.
Consentirà «a un gran numero
di cittadini russi ed entità legali ha chiarito il deputato di Russia
Unita autore della proposta,
Vladimir Ponevezhskij - di essere
protetti dallo Stato come se
fossero in Russia».
In realtà c'è chi pensa a una
mossa per mettere al riparo
dall'impatto delle sanzioni gli
oligarchi e i funzionari più
inf lu e nti ; m ent r e a n che
all'interno dello stesso governo
russo le perplessità sono molte.
Il ministro dell'Economia,
Aleksej Uljukaev, ha osservato
che la legge di fatto «incoraggia
la fuga di capitali dal Paese in
diverse forme, il che non è un
obiettivo della nostra politica
economica. Dal mio punto di
vista - ha concluso Uljukaev - la
l e g g e
s a r e b b e
controproducente». I capitali in
uscita dalla Russia stanno
toccando
quest'anno
dimensioni record, con la
prospettiva di arrivare a un
totale di 120 miliardi di dollari.
Il ministro Uljukaev ha parlato di
«gravi collisioni» tra la legge di
Ponevezhskij e gli «obblighi
internazionali». I beni di Paesi
stranieri che potrebbero finire
sotto sequestro - secondo il
testo della legge - sarebbero
anche le proprietà coperte
dall'immunità diplomatica. E
tuttavia, ha sottolineato
Alexander Kliment di Eurasia
Group, «la legge non prende di
mira la proprietà privata». E se
sarà approvata, «l'impatto sarà
più che altro simbolico. Il
progetto di legge riflette il più
generale inasprimento
dell'atteggiamento ufficiale
russo verso governi e capitali
stranieri a causa dell'Ucraina».
Da parte sua Arkadij Rotenberg
ha fatto sapere all'agenzia russa
Interfax di non aver esercitato
lobbying per far passare la
legge. Né chiederà rimborsi per
le proprietà perdute, quattro
ville in Sardegna e un albergo a
Roma, vicino a via Veneto.
Secondo Marco Tronchetti
Provera le tensioni geopolitiche
in Russia non impattano sul
gruppo nel cui capitale è
presente Rosneft
Pirelli conferma i target di fine
2014. Nonostante la fase
difficile e il rallentamento in
alcune aree - ha detto il
presidente e ceo Marco
Tronchetti Provera a margine di
un evento all'Hangar Bicocca «le nostre attività nel loro
insieme confermano i target di
fine anno. In alcune aree vanno
più veloci, in altre meno, ma
quello che ci lascia tranquilli
sono le nostre azioni in termini
di miglioramento del mix di
prodotto, efficienze e
miglioramento
delle
tecnologie». In occasione della
semestrale, Pirelli aveva indicato
ricavi consolidati a circa 6,2
miliardi con un ebit di 850
milioni post oneri di
ristrutturazione.
Le dichiarazioni del numero uno
di Pirelli arrivano dopo che la
scorsa settimana le indicazioni
del management Michelin circa
la crescente difficoltà nel
raggiungere gli obiettivi di ricavi
2014 avevano contribuito a
indebolire i titoli del settore
pneumatici. L’ultimo giorno di
settembre, però, le azioni della
Bicocca hanno guadagnato lo
0,83%. «Anche la Russia che
conta per il 4% delle nostre
attività - ha precisato - è in linea
con le nostre previsioni in un
mercato, soprattutto del primo
equipaggiamento, che sta
rallentando molto». Tronchetti
è poi tornato a commentare le
ipotesi di effetti negativi su
Pirelli dalle sanzioni imposte da
Ue e Usa alla Russia nell'ambito
della crisi ucraina. Come noto,
in primavera il gruppo russo
Rosneft attraverso un fondo
pensione ha rilevato il 50%
della holding che detiene il
26% circa di Pirelli e ha portato
sei suoi rappresentanti nel
board della Bicocca. Dalle
sanzioni, ha ribadito Tronchetti,
a «impatto zero» sia in
riferimento alla presenza in cda
dei rappresentanti di Rosneft a
monte nell'azionariato di
Camfin. «Ci auguriamo che si
trovi presto – ha aggiunto – un
percorso per normalizzare la
situazione».
Tronchetti ha poi commentato il
quadro politico. Partendo da un
punto fermo: fiducia al Governo
di Matteo Renzi: «Credo si
debba sostenere la linea del
governo che vuole cambiare il
paese, dare fiducia ai giovani
che mostrano la volontà di
cambiare e sostenerli nella
re a l iz z az i o n e» h a d ett o
Tronchetti. Inoltre, a suo avviso,
la riforma del mercato del
lavoro va «nella direzione
giusta» e va «vista nel contesto
generale» cioè legata alla
necessità «di stimolare i
consumi e gli investimenti» e
7
alla «necessità
fiducia».
di
creare
Fidarsi ciecamente dei toni
rassicuranti usati da Elvira
Nabiullina, governatore della
Banca centrale Russa, richiede
una massiccia dose di
ottimismo. «Non ci sarà alcun
tipo di restrizione (ai movimenti
di capitale), nemmeno nello
"stress scenario"» ha chiarito il
governatore. Lo scenario a cui si
riferiva è quello di un ipotetico
tracollo dei prezzi del greggio a
60 dollari al barile, vale a dire
quasi la metà del valore di
quattro mesi fa. Un'ipotesi che
il Cremlino sta ora prendendo in
considerazione - e questa è già
una notizia - cercando di
elaborare politiche di
emergenza a supporto
dell'economia. Quali siano nel
dettaglio non è ancora chiaro.
Quando le quotazioni del
greggio accusano una decisa e
duratura caduta le economie
dei paesi petro-dipendenti
traballano. Questa volta,
tuttavia, la Russia rischia di
essere la vittima più illustre.
D'altronde non era prudente
per una potenza con un Pil da
2mila miliardi di dollari affidarsi
a un budget che dipendesse per
metà del suo valore dall'export
di petrolio e gas. Soprattutto in
un periodo come questo, con
l'economia messa a dura prova
da sanzioni internazionali
sempre più aggressive a causa
della crisi in Ucraina.
Quella russa è una scomoda
esposizione energetica, quindi
pericolosa perché rende il
Cremlino dipendente dalle
oscillazioni e dalla volubilità dei
mercati. Il pr ocesso di
diversificazione dell'economia è
stato tutt'altro che brillante.
Petrolio e gas rappresentano
oggi più di due terzi del totale
delle esportazioni in valore. Già
nel 2012 un rapporto della Bers,
la Banca europea per la
ricostruzione e lo sviluppo, dal
titolo peraltro emblematico Diversifying Russia - usava toni
severi nei confronti del
Cremlino, reo di non aver
raggiunto risultati tangibili nel
processo di diversificazione a
dispetto degli impegni
annunciati. Nel 2013 le cose
sono peggiorate, con il deficit
del settore "non-oil" cresciuto
al 10,3% del Pil.
Da tempo la crescita dei
consumi mondiali di petrolio
mostrava segni di debolezza. In
balia delle tensioni geopolitiche,
il prezzo del barile non
rispecchiava la realtà. I
fondamentali - vale a dire il
bilancio tra domanda e offerta indicava un eccesso produttivo.
Mosca aveva cercato di
ma s si m izz ar e l e e ntr ate
producendo quanto più poteva,
fino a toccare in agosto un
picco produttivo di 10,61
milioni di barili al giorno (mbg),
solo 300mila barili in meno
rispetto ai 10,64 mbg estratti in
gennaio, il livello più alto dal
lontano 1987. Ma già a metà
settembre cominciavano ad
affiorare le preoccupazioni. Se il
petrolio Ural, la qualità russa più
scambiata sui mercati, si
manterrà sotto i 100 dollari, ma
anche a 100, avvertivano diversi
analisti, Mosca rischia la
recessione. A metà ottobre il
greggio del marchio Urals era
quotato 92 dollari. Dal 15
agosto al 14 settembre la media
è stata di 98,28. Per avere
un'idea delle conseguenze
bastano pochi numeri: il budget
2014 è stato formulato
basandosi su di un prezzo di
100 dollari. Quello del 2015 a
96 dollari. E quello medio del
periodo 2015-2017 a 100
dollari. Ogni volta che il greggio
scende di un dollaro - aveva
sottolineato Maxim Oreshkin,
capo del dipartimento di
pianificazione strategica presso
il ministero delle Finanze - il
budget perde 2,1 miliardi di
dollari.
L'Fmi ha già dimezzato le sue
stime per il 2015 calcolando
una crescita del Pil dello 0,5%
(0,3% per la Banca mondiale).
La tempesta che si sta
abbattendo sul rublo rischia di
peggiorare decisamente le cose.
Nel trimestre luglio-settembre la
moneta russa si è svalutata del
14% sul dollaro. Se l'anno
prossimo i prezzi del greggio
dovessero realmente scendere a
60 dollari, e mantenersi su
questi livelli, alcuni analisti
ritengono che il deficit del
budget arriverebbe al 4,5% del
Pil (il Cremlino prevede per il
2015 un deficit dello 0,6%). La
Banca centrale sta dunque
rivendendo i piani di emergenza
tracciando diversi scenari. Fino a
pochi giorni fa ne aveva
elaborati tre: quello base
prevedeva un prezzo del
greggio a 100 dollari al barile
per i prossimi tre anni. Quello
più prudente 86,5 dollari.
Nessuno osava parlare di 60.
«Di ordini lì ne abbiamo. Però
non sappiamo bene cosa
farne». Quando si parla di
Russia Ettore Batisti allarga le
braccia e per la verità i problemi
del presidente di Pama, tra i big
italiani delle macchine utensili,
sono comuni a molte aziende
del settore, alle prese con gli
effetti dell'embargo Ue verso
Mosca. «A Bruxelles vivono tra
le nuvole» spiega sconsolato
Adriano Carnaghi, che sulle
politiche europee aggiunge
anche altre espressioni un poco
più colorite. «A noi ballano
commesse per due milioni di
euro - racconta Riccardo Rosa –
e francamente vorrei evitare di
avere problemi». Nel giorno di
avvio di Bimu-Sfortec
(30.09.2014 N.d.R.), tra le
maggiori rassegne mondiali del
settore, è quasi naturale che i
produttori nazionali di macchine
utensili guardino con
8
apprensione a ciò che accade
all'estero. Per i robot italiani
l'export vale infatti i tre quarti
dei ricavi ed è solo grazie alla
tenuta oltreconfine che l'Italia
resiste ai vertici mondiali. Terzo
esportatore al mondo alle spalle
di Germania e Giappone, il
nostro paese paga infatti in
modo evidente la caduta del
mercato interno, dimezzato dal
2007 ad oggi e ancora in calo
costante negli ultimi tre anni.
Volumi mancanti (tra i maggiori
costruttori solo l'Italia ha
consumi interni di robot in calo)
che spiegano la stasi della
produzione, solo poco al di
sopra dei livelli 2009 mentre per
altri paesi come Giappone e
Corea del Sud i dati da allora
sono raddoppiati. Eppure, a
dispetto delle difficoltà, un giro
tra gli stand mostra un'Italia
produttiva solida, innovativa,
capace di sfidare alla pari sul
t err e n o d e l l a q u a l it à i
concorrenti tedeschi e
giapponesi. «Il 70% di queste
aziende – spiega il presidente
della Fondazione Fiera Milano e
del Sole 24 Ore Benito Benedini
– porta sul mercato ogni anno
prodotti nuovi: noi abbiamo
bisogno di queste imprese,
perché solo l'innovazione
continua può portare vantaggi
economici duraturi». Brevetti
visibili chiaramente in fiera, tra
rettificatrici e raddrizzatori,
macchine di misura capaci di
"leggere" discrepanze di
micron, stampanti 3D in grado
in 90 ore di lavoro di costruire
da zero una bici in titanio, centri
di lavoro e fresatrici che
possono prendere in carico
qualunque pezzo di metallo
trasformandolo a piacere. La
sensazione è che la domanda
italiana possa dare quest'anno
segnali di risveglio, con una
crescita di qualche punto
percentuale dopo tre anni in
caduta continua. Ma è ancora
l'estero il principale motore dei
robot, ed è lìche si concentrano
gli sforzi delle aziende, per
fortuna con più di una
soddisfazione. «Siamo vicini al
top di ricavi – spiega Riccardo
Rosa, 12 milioni di fatturato
nelle rettificatrici – e abbiamo
già produzione assicurata fino a
febbraio 2015». «General
Electric ci ha appena piazzato
un ordine da decine di milioni –
aggiunge Adriano Carnaghi, 90
milioni di vendite in torni e
fresatrici – e questo significa
lavoro fino al 2017». Nel 2014
l'export di macchine utensili è
visto in crescita del 4,7% a 3,4
miliardi, invertendo nel secondo
semestre un trend negativo
verificato nei primi sei mesi
dell'anno, penalizzati da un
contesto internazionale sempre
più complesso. «Di aree
tranquille – spiega il presidente
di Federmacchine Giancarlo
Losma – ce ne sono sempre
meno. Eppure andare all'estero
per le aziende è una necessità,
dobbiamo portare le merci dove
i mercati crescono, dove i clienti
acquistano». «Per rilanciare il
nostro mercato – aggiunge il
presidente di Ucimu Luigi
Galdabini,
servono
provvedimenti che incentivino la
sostituzione dei macchinari
obsoleti. Ci piacerebbe poi
avere a che fare con un'Europa
non ideologica, capace di
sostenere in modo concreto le
aziende. Alcuni regolamenti
sulla sostenibilità non vanno in
questa direzione e a volte
mettono in difficoltà le imprese
obbligandole allo sviluppo di
soluzioni che oltre la Ue non
hanno mercato. Gli interventi
vanno sempre ponderati,
affinché non siano penalizzanti
per le imprese: penso alla
sostenibilità, ma anche al blocco
dell'export verso la Russia».
In sei mesi la crisi Russo-Ucraina
è già costata al settore quasi 20
milioni di ricavi, con la certezza
che a fine anno il bilancio sarà
anche peggiore. Ma nonostante
le difficoltà oltreconfine e la
debolezza della domanda
interna, in Bimu l'ottimismo
sull'Italia non sparisce. «Le
riforme si faranno – spiega il
presidente di Pama Ettore Batisti
– perché siamo costretti a
9
La rassegna delle informazioni statistiche e
delle previsioni sull’economia della Russia
Entro la fine di quest'anno il
Ministero dell'Industria e del
Commercio non si attende una
crescita delle vendite e della
produzione di automobili nel
Paese, ha annunciato ad
"Interfax" il ministro Denis
Manturov.
"Per quanto riguarda la
produzione, muoviamo dal
presupposto che, nel migliore
dei casi, si tratterà di uno
"zero", ha affermato il ministro.
Nel settembre del 2014 il
volume delle vendite sul
mercato automobilistico russo è
calato del 20,1% rispetto al
mese analogo del 2013: fino a
197.233
automobili,
testimoniano i dati del Comitato
dei produttori di autovetture.
Nel periodo gennaio-settembre
sul mercato automobilistico
russo sono state vendute
1.779.947
di nuove
autovetture e di veicoli
commerciali leggeri, ossia il
13% in meno rispetto al
periodo analogo del 2013 (dati
del Comitato dei produttori di
autovetture).
Tra i leader nelle vendite di
nuove autovetture leggere vi
sono dieci modelli di
produzione locale.
"In settembre le vendite di
nuove auto hanno dimostrato
un evidente miglioramento
rispetto ad agosto, il che
rispecchia la tendenza
stagionale dovuta alla fine delle
vacanze e agli sforzi di chiudere
bene il trimestre da parte degli
attori del mercato. Allo stesso
tempo, l'andamento generale
del mercato automobilistico
russo rimane piuttosto debole e
rivela un continuo calo dei
volumi di produzione rispetto
allo scorso anno. Per i restanti
mesi dell'anno ci si attende una
certa attenuazione delle
tendenze negative attuali,
grazie a misure statali di
sostegno a favore della
produzione locale di automobili.
Ma nonostante ciò, non si
prevede un cambiamento
sostanziale del trend di mercato
nel quarto trimestre del 2014.
Considerando l'esiguo volume
di mercato nel terzo trimestre
del 2014, rispetto a quanto
previsto, confermiamo le stime
del mercato russo delle
autovetture e dei veicoli
commerciali leggeri ad un livello
pari a 2,45 milioni di pezzi, che
riflette un calo del 12% rispetto
ai 2,77 milioni di auto vendute
nel 2013", ha dichiarato Jorg
Shr ajber, presidente del
Comitato dei produttori di
autovetture.
Come si evince dai comunicati
del Comitato, nel periodo
gennaio-settembre 2014 il
modello più diffuso presso gli
automobilisti russi è stata la
Lada Granta, le cui vendite sono
ammontate a 112.078 pezzi,
ossia il 12,8% in meno rispetto
al periodo analogo del 2013.
Al secondo posto per popolarità
troviamo Hyundai Solaris, con
84.439 pezzi (-1,5%). Al terzo
posto Kia New Rio: 66.416
pezzi (-1,9%). Nei primi dieci
rientrano anche Renault Duster
(-6%), Lada Kalina (+1,6%),
Lada Largus (+17,6%), VW Polo
(-16,5%), Reno Logan (+5,3%),
Lada Priora (-21,1%), Nissan
Almera (con una crescita di 4,3
volte). Tra le prime dieci
marche, per quanto riguarda le
vendite nel periodo gennaiosettembre 2014, troviamo: Lada
(283.802, -17%), Renault
(139.434, -10%), Kia (137.421,
-7%), Hyundai (132.849, -2%),
Toyota (115.589, 0%), Nissan
(114.389 +12%), VW (93.797,
-20%), Chevrolett (89.961, 30%), Skoda (63.179 -2%),
Mitsubishi (52.462, -7%).
Il calo dei prezzi del petrolio
continua ad influire in modo
estremamente negativo sul
mercato valutario russo. I prezzi
del petrolio Brent sono scesi
sotto i 92 dollari al barile per la
prima volta dal dicembre 2010,
raggiungendo così per la quarta
volta il prezzo minimo. Al
momento è proprio questo il
fattore che influisce in modo
particolarmente negativo sulla
moneta russa. Inoltre, la Banca
Centrale, dopo aver condotto
degli interventi valutari e
spostato i valori del paniere
bivalutario, composto per il
55% dal dollaro, e per il 45%
dall'euro, non può garantire al
rublo il doveroso sostegno.
Sembra che lo stesso megaregolatore non veda al di là del
limite del tasso di cambio e solo
le autorità politiche potrebbero
ora fermare temporaneamente
il calo della valuta. Secondo gli
analisti
russi,
molto
probabilmente per un dollaro si
arriverà a pagare 42-43 rubli
entro la fine dell'anno, mentre
un euro corrisponderà a 51-52
10
Investimenti e collaborazioni industriali
La società “Agrallan Holdin”
cerca un investitore strategico,
per realizzare insieme un maxi
progetto nel settore agricolo. Si
tratta della costruzione di un
complesso agroalimentare che
sarà specializzato nella
coltivazione di cereali, di ortaggi
e nell’allevamento di bovini.
L’investimento indispensabile è
stimato a 150 milioni di dollari.
Il termine di recupero del
capitale è previsto in 10 anni.
Contatti:
Tel: +37 (36) 023-61-28
E-mail: [email protected]
Internet: www.agrallan.fo.ru
La società “Sinosovet” cerca un
partner finanziario per lanciare
una rete commerciale, che sarà
specializzata nella vendita dei
materiali da costruzione
innovativi. Il finanziamento
indispensabile è pari a un
milione di dollari. Il termine di
recupero dell’investimento è
previsto in 60 mesi. Agli
investitori seri sarà presentato
un business plan dettagliato.
Contatti:
Tel: +7 (927) 772-88-36
E-mail: [email protected]
La società “Kapriz” della città di
Zheleznogorsk (Siberia) invita gli
investitori a partecipare alla
società finanziaria ad altissimo
tasso di rendimento. La società
è specializzata nell’erogazione
dei micro crediti alla
popolazione. Non ci sono
concorrenti. Il finanziamento
ricercato è di 2 milioni di dollari.
Il termine di recupero del
capitale è previsto in 36 mesi.
Contatti:
Tel: +7 (983) 298-92-92
E-mail: [email protected]
L’imprenditore autonomo
Serghej Churilin cerca un
partner finanziario per portare a
termine i lavori di ricerca e per
la successiva vendita del
progetto innovativo della ruota
per fuoristrada. Il finanziamento
ricercato è di 300.000 Euro. Il
termine
di
recupero
dell’investimento è previsto in 3
anni.
Contatti:
Tel: +7 (916) 380-85-31
E-mail: [email protected]
La società “ZAV” cerca un
investitore strategico per
portare a termine l’elaborazione
del microscopio portatile per la
polizia scientifica.
Il
finanziamento ricercato è pari a
5 milioni di Euro. Il microscopio
sarà
basato
sulle
nanotecnologie potrà analizzare
oggetti a partire da 10 µm. Il
microscopio potrà sostituire
quelli dell’importazione che
attualmente costano da 10 a
50mila Euro cadauno.
Contatti:
Tel: +7 (495) 740-26-40
Fax: +7 (495) 628-65-93
E-mail: [email protected]
La società “Rosta” cerca un
investitore strategico per
realizzare insieme il progetto di
costruzione nella regione di
Kazan di una fabbrica moderna
per la produzione di “zucchero
liquido” a base di barbabietola
da zucchero. Il prodotto, che
attualmente viene importato
dall’estero, è molto richiesto
dall’industria agroalimentare
russa. Il finanziamento richiesto
è pari a 1,6 milioni di Euro. Il
termine
di
recupero
dell’investimento è previsto in
3,5 anni.
Contatti:
Tel: +7 (843) 227-40-37
E-mail: [email protected]
La società “Avtorezikling” cerca
un investitore per costruire un
centro per la rottamazione delle
autovetture. Il progetto prevede
la smontature delle auto e la
successiva vendita dei pezzi di
ric a mb i o p art ic ol ar m e nte
preziosi. Il finanziamento
indispensabile per la
realizzazione del progetto è
stimato a 22 milioni di dollari.
All’investitore verrò concesso il
90% della società. Il termine di
recupero del capitale è previsto
in 3,3 anni. NPV = 15, 5 milioni
di dollari. IRR = 795 l’anno.
Contatti:
Tel: +7 (383) 286-47-99
Fax: +7 (383) 266-68-99
E-mail: [email protected]
 Gli annunci nelle pagine
“Investimenti e collaborazioni
industriali” e “Proposte
commerciali” vengono
pubblicati così come sono stati
ricevuti su base gratuita dagli
inserzionisti. La Redazione di
Russia24 non è responsabile
per i contenuti delle inserzioni
che vengono pubblicati su base
gratuita per gli inserzionisti.
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Proposte commerciali
La società “Kofeman”
dell’Ucraina cerca partner
commerciali in Italia, fornitori di
caffe, cacao, miscele di caffe, te
che siano interessati a esportare
verso l’Ucraina (la città di
Khmelitskij). La società ucraina
preferirebbe lavorare con il
sistema di droshipping, ma è
aperta a tutte le possibilità.
Contatti:
Tel: +38 (068) 032-19-90
E-mail: [email protected]
La società russa “Sem Morey”
cerca fornitori di caviale nelle
pellicole di ovaio di pesci fluviali
e marittimi, come merluzzo,
theragra chalcogramma,
whiptail, sogliola, perca, ecc. Il
fabbisogno è stimato a 2
tonnellata alla settimana.
Contatti:
Tel: +7 (495) 943-09-20
E-mail: [email protected]
Internet: www.sem-morey.ru
La società russa “Kabel-NW” di
San-Pietroburgo cerca fornitori
di cavi elettrici usati di vario
tipo, soggetti al riciclaggio. Si
accettano i cavi elettrici, ad alta
tensione, per le trasmissioni
radio, e altri.
Contatti:
Tel: +7 (921) 948-22-05
E-mail: [email protected]
Internet: www.kabel-nw.ru
La società « VTB-Kabel »
produce e vende macchine
compatte per lo smontaggio di
cavi elettrici di vario tipo di
diametri compresi tra i 2 e 60
mm. con più fili e con un solo
filo di 2-8 mm. La velocità del
taglio è di 20 metri al minuto.
La macchina è molto compatta
e peso soli 20 chili e lavora con
la corrente di 220 volt. Le
dimensioni sono di soli
50x30x15 cm.
Contatti:
Tel: +7 (923) 701-02-66
Email: [email protected]
La società russa “Kamchatka
Puteshestvie” cerca dei partner
in Italia per organizzare delle
gite dei turisti italiani nella terre
della Valle dei geyser nel
territorio della penisola di
Kamcatka (Estremo Oriente). La
gita comprende il sorvolo della
valle a bordo di un elicottero,
una passeggiata, una trasferta
i n el i c ott er o a l l a v a l l e
Nalycheskaja e i bagni nei
geyser caldi.
Contatti:
Tel: +7 (4152) 42-74-28, +7
(914) 627-02-10
E-mail:
[email protected]
Internet:
www.travelonkamchatka.ru
La società «BMP» produce
manici di legno massiccio (pale,
scope, rastrelli, forche, ecc.) e
cerca clienti interessati a
importare questi prodotti
ecologici a prezzi molto
interessanti. La società produce
e offre anche manici per asce di
vario tipo. I manici di betulla
massiccia sono al 100%
ecologici, leggeri e a differenza
dalla plastica rimangono caldi e
robusti anche alle temperature
molto basse.
Contatti:
Tel: +7 (8172) 27-96-20
E-mail: [email protected]
Iternet: www.eco-cherenki.ru
La fabbrica “transtekhnologii”
produce e vende delle linee
tecnologiche per la separazione
e la selezione automatiche dei
tronchi di legno. Le linee russo
sono molto economiche e
accelerano notevolmente la
preparazione dei tronchi per la
successiva lavorazione: la
produttività di una linea è di 60
metri oppure di 6 tronchi al
minuto. La lunghezza dei
tronchi varia da 2 a 6,5 metri
con le opzioni fino a 11 metri.
Contatti:
Tel: +7 (833) 278-01-70
E-mail: [email protected]
Internet: www.77st.ru
La società “Kare” della città
russa di Karsnodar produce e
vende a prezzi molto economici
banchi e sedie per le scuole.
Banchi e sedie sono certificati e
corrispondono alle normative
più rigide di robustezza e di
sicurezza. I prezzi franco
magazzino sono per esempio di
11,6 Euro per una sedia e di
24,6 Euro per un banco.
Contatti:
Tel: +7 (918) 661-99-09
E-mail: [email protected]
Internet: www.etalon-m.com
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Fiere internazionali a Mosca nel 2015
Fiera di prodotti di cancellaria e
da ufficio.
02-04.03.2015
tecnologie per fast food.
03-05.03.2015
Fiera
di
sistemi
di
climatizzazione per case e uffici.
03-06.03.2015
Fiera di prodotti casalinghi.
03-05.03.2015
Fiera di progetti di case di
campagna, di prodotti per la
villeggiatura.
03-05.03.2015
Fiera di souvenir e di regali
natalizi.
03-05.03.2015
Fiera di gatti, di prodotti per i
gatti.
07-08.03.2015
Fiera di calzature, di borse, di
accessori e di prodotti in pelle.
10-13.03.2015
Fiera di yacht, di barche.
10-15.03.2015
Forum di servizi per la horeca.
03-05.03.2015
Fiera di oggetti di lusso per il
design degli interni.
03-05.03.2015
Fiera di prodotti per bambini,
giocattoli, abbigliamento, libri.
11-13.03.2015
Fiera di tecnologie e di idee per
lanciare
un
marchio
commerciale proprio.
25-26.03.2015
Fiera di camini, di stufe, di
sistemi di riscaldamento
autonomo.
16-29.03.2015
Fiera di progetti, di idee e di
tecnologie della costruzione
delle case ecologiche di legno.
26-29.03.2015
Fiera di tecnologie e di servizi
SPA, di benessere, di bellezza.
26-29.03-2015
Fiera di tecnologie e di prodotti
per giardinaggio.
26-28.03.2015
Fiera di servizi turistici.
14-17.03.2015
Fiera di prodotti di lusso per la
casa.
03-05.03.2015
Fiera
di
attrezzature
e
di
Fiera di servizio e di tecnologie
pubblicitarie (stagione
primavera).
17-19.03.2015
Crocus Expo IEC
Phone: +7 (495) 727-26-26
E-mail: [email protected]
Proprietario ed Editore: Il Sole 24 ORE S.p.A.
Sede Legale: Via Monte Rosa n. 91 - 20149 Milano
Redazione: Via Monte Rosa n. 91 - 20149 Milano - Tel.: 02.3022.4602-3 - Fax: 02.3022.481
Registrazione Tribunale di Milano n. 6091 del 13.11.1962 - Anno 43
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