PIANODIZONAT riennio 2013-2015 Gestione 2 0 1 4

Alberona
Biccari
Carlantino
Casalnuovo
Casalvecchio
Castelnuovo
Celenza
Lucera
Motta
Pietra
Roseto
S.Marco
Volturara
Volturino
Ambito “Appennino Dauno Settentrionale“
Comune capofila Lucera
L. R. n. 19/2006
PIANO DI ZONA
T r i e n n i o 2013-2015
Gestione 2 0 1 4 - 2 0 1 6
Indice del Piano Sociale di Zona
INTRODUZIONE
IL CICLO DI VITA DEL PIANO SOCIALE DI ZONA.
DAL II AL III CICLO DI PROGRAMMAZIONE
IL PERCORSO DI CONCERTAZIONE E
DI PROGRAMMAZIONE PARTECIPATA
CAP. I – ANALISI DEL CONTESTO SOCIO-DEMOGRAFICO E DEL SISTEMA DI
OFFERTA DEI SERVIZI
1.1 Dinamiche demografiche e evoluzione della domanda sociale
1.2 La dotazione infrastrutturale di servizi sociali, socio-educativi e sociosanitari
1.2.1 La mappa delle strutture e dei servizi pubblici e privati autorizzati
al funzionamento
1.2.2 I servizi a titolarità pubblica e i servizi privati convenzionati: punti di forza
e di criticità della dotazione attuale
1.3 L’attuazione del sistema di obiettivi di servizio per il welfare territoriale tra
il 2010 e il 2013
1.4 L’attuazione economico-finanziaria e capacità di cofinanziamento
dei comuni
1.5 Buone pratiche e cantieri di innovazione avviati
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pag. 7
pag. 14
pag. 36
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pag. 37
pag. 43
pag. 49
pag. 51
CAP. II – LE PRIORITÀ STRATEGICHE PER UN WELFARE LOCALE INCLUSIVO
2.0 La strategia dell’Ambito Territoriale per il consolidamento del sistema
di welfare locale
2.1 I servizi per la prima infanzia e la conciliazione dei tempi
2.1.b Il sostegno della genitorialità e la tutela dei diritti dei minori
2.1.c La cultura dell’accoglienza e il contrasto delle marginalità sociali
2.1.d I servizi e gli interventi per le povertà estreme e per il contrasto delle nuove povertà
2.1.e La rete dei servizi per la presa in carico integrata delle non autosufficienze
2.1.f Il contrasto del maltrattamento e della violenza
2.1.g La prevenzione delle dipendenze patologiche
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pag. 60
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pag. 64
pag. 67
pag. 67
2.2 Quadro sinottico: obiettivi di servizio per un welfare sostenibile
2.3 Il raccordo tra la programmazione ordinaria e le risorse aggiuntive
Le azioni da realizzare con il Piano di Intervento PAC Infanzia – I stralcio
Le azioni da realizzare con il Piano di Intervento PAC Anziani – I stralcio
Le azioni da realizzare con il Fondo Sviluppo e Coesione – ObServ (Del. CIPE n. 79/2012)
I buoni servizio di conciliazione (Azioni 3.3.1 – 3.3.2)
I progetti speciali (Intesa Famiglia, Piani dei tempi, ecc…)
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pag. 73
pag.73
pag.74
pag.75
pag.76
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CAP. III – LA PROGRAMMAZIONE FINANZIARIA
3.1 La composizione del fondo unico di ambito
3.1.1 Le risorse ordinarie (FNPS, FNA, FGSA)
3.1.2 Le risorse aggiuntive (FSC, PAC)
3.1.3 Il cofinanziamento con risorse proprie dei Comuni
3.1.4 La spesa sociale totale dei Comuni
3.1.5 Attività di monitoraggio fisico e finanziario del Piano Sociale di Zona
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pag. 80
pag. 80
pag. 81
pag. 83
pag. 84
CAP. IV – LA GOVERNANCE DEL NUOVO PIANO DI ZONA E LE FASI ATTUATIVE
4.1 La governance del Piano sociale di Zona: assetti istituzionali
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4.2 L’Ufficio di Piano: ruolo, funzioni, strumenti, articolazione
pag. 86
4.3 Governance per la programmazione sociale
pag. 91
CAP. V – LA PROGETTAZIONE DI DETTAGLIO DEGLI INTERVENTI DI PIANO
5.1 Le schede di progetto per gli interventi previsti e gli obiettivi di servizio
pag. 92
Piano Sociale di Zona 2014-2016 – Ambito Appennino Dauno Settentrionale
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PREMESSA
“Ho sbagliato mille volte ora conosco mille modi per non sbagliare più”
Mark Twain
“LA
CONSAPEVOLEZZA DEL
FARE E DEGLI ERRORI COMMESSI QUALE
STRUMENTO PER PROGETTARE UN WELFARE ADEGUATO A CONTRASTARE
L’ESCLUSIONE SOCIALE E A MIGLIORARE LA QUALITÀ DELLA VITA E DELLE
CONDIZIONI DI BENESSERE DEI CITTADINI”
IL CICLO DI VITA DEL PIANO SOCIALE DI ZONA.
DAL II AL III CICLO DI PROGRAMMAZIONE
Il quadro socio-economico nel quale l’Ambito Territoriale opera per la programmazione degli
interventi da inserire nel Piano Sociale di Zona 2014 – 2016, è molto diverso rispetto al triennio 2010
– 2012 (prorogato dalla Regione Puglia anche per l’anno 2013).
Il contesto demografico, sociale e culturale dell’Ambito Territoriale Appennino Dauno Settentrionale
ha subito, infatti, in linea con le altre realtà degli Ambiti limitrofi, ampie e profonde mutazioni
condizionando ovviamente la realtà sociale di questi ultimi anni.
Le analisi delle indagini statistiche dell’ultimo triennio, infatti, confermano che anche i Comuni
appartenenti all’Ambito di Zona di Lucera hanno subito accentuate variazioni del quadro demografico
e dell’economia, nella struttura della famiglia, nei modelli culturali e negli stili di vita, di conseguenza
sono cambiati i bisogni e le aspettative della popolazione. Cambiamenti di cui, ovviamente, bisogna
tener conto a tutti i livelli in fase di programmazione di questo Piano di Zona 2014/2016 per dare le
risposte più adeguate alle necessità emergenti sul territorio.
I cambiamenti a cui si fa riferimento sono la sintesi della profonda crisi economica che sta
attraversando da molto tempo la nostra società e che ha raggiunto, ormai, limiti di insopportabilità al
punto di minare seriamente le reti di protezione primaria, esponendo ad un maggiore rischio di
isolamento ed esclusione sociale, soprattutto le categorie più fragili, quali i minori senza una reale
tutela, gli anziani in difficoltà economiche e in precarie condizioni di salute o soli, gli immigrati privi
di ogni mezzo di sostentamento e di reti parentali ed amicali, le persone con patologie mentali che
spesso non sono sostenute nei processi di inclusione sociale, gli ex detenuti, persone senza fissa
dimora ecc..
La nostra società in questi anni è diventata più complessa e schizofrenica, da una parte si
assiste ad un vertiginoso sviluppo tecnologico e cambiamento dei modelli sociali, dall’altra ad un
aumento, inversamente proporzionale, di situazioni di bisogno estremo, riconducibili alla presenza di
gravi e permanenti disabilità che richiedono un costante ricorso ai servizi. Povertà, invalidità gravi ed
esclusione sociale, in molti casi, sono correlate ed hanno varie cause: la perdita del lavoro, lo sfratto
dal’abitazione, l’insorgere di una grave malattia, l’interruzione di rapporti familiari, la separazione, la
solitudine, la reclusione, la dipendenza da alcool, droghe e non ultime le ludopatie, che trasversalmente
coinvolgono tutte le fasce della popolazione dal minore all’anziano, dalla casalinga all’impiegato, dal
povero al ricco, con fenomenologie che stanno assumendo sempre più caratteri da allarme sociale. Sta
Piano Sociale di Zona 2014-2016 – Ambito Appennino Dauno Settentrionale
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diventando rilevante anche l’isolamento dalla realtà a causa dell’eccessiva videodipendenza da internet
che espone, per altro, i minori a rischi evolutivi e di pedofilia. A volte questi eventi negativi hanno una
limitazione nel tempo, altre volte perdurano o si sovrappongono a tanti bisogni richiedendo interventi
molteplici e da più Enti. Purtroppo, sono in aumento in maniera esponenziale le richieste di aiuti
economici e di alloggi popolari, ma vi sono anche richieste da parte di famiglie e soprattutto di anziani
di punti di aggregazione per socializzare e trovare modalità per stare bene insieme, di mutuo soccorso
per sconfiggere la solitudine o più in generale per trovare una strada comune per uscire dal problema e
vivere una migliore qualità della vita. In quest’Ambito il problema dei problemi sono gli anziani e i
disabili che attendono risposte adeguate ai loro bisogni con il potenziamento dei servizi domiciliari già
attivati e di altre infrastrutture che siano in grado di dare sollievo ai propri familiari che a volte vivono
lontani, oppure, con le misere pensioni percepite non possono permettersi una adeguata assistenza.
La famiglia appare sempre più disgregata a causa del consistente aumento delle separazioni
coniugali, delle famiglie monogenitoriali o allargate, della disoccupazione e della precarietà
economica e la donna che lavora spesso non è supportata da servizi che le consentono di svolgere la
propria attività con serenità.
I problemi più rilevanti, anche per molte famiglie “normali”, derivano dalla crisi del mercato
del lavoro che genera precarietà nei progetti di vita, soprattutto nei giovani, dalla difficoltà di
conciliare le cure familiari e dei figli con impegni lavorativi, dalla mancanza di progetti di
orientamento professionale, tirocini formativi e apprendistato, necessari, questi ultimi, nella fase di
passaggio dalla scuola al mondo del lavoro.
Pertanto da quanto sopra indicato emerge che sono cambiati, quindi, i bisogni, le domande e le
aspettative di vita della popolazione, per cui bisogna conformarsi a queste nuove esigenze,
diversificando la gamma dei servizi, rafforzando quelli che nello scorso triennio sono risultati più
rispondenti al soddisfacimento delle esigenze della popolazione e soprattutto tenere conto delle nuove
esigenze che provengono dalla società civile.
Per avere consapevolezza del cammino fatto e comprendere dove si sta andando è necessario
oggi fare il punto sullo stato di attuazione del Piano di Zona descrivendo cosa si è realizzato nel I e nel
II Piano.
Il I Piano è stato il triennio della sperimentazione, del’acquisizione di nuove metodologie e
della capacità di lavorare in rete con gli altri attori del territorio per pianificare gli interventi più
rispondenti alle esigenze della popolazione dell’Ambito “Appennino Dauno Settentrionale”.
La conferenza dei Sindaci dell’Ambito di Lucera, con il supporto del Coordinamento tecnico,
aveva avviato un lavoro di concertazione finalizzato a coinvolgere attivamente i cittadini, i soggetti
sociali, le organizzazioni di terzo settore, nella definizione compiuta delle scelte strategiche e operative
adottate con la pianificazione territoriale.
Nel primo Piano di Zona, sono stati analizzati il sistema dell’offerta di servizi ed interventi
presenti sul territorio ed assicurati dalle Amministrazioni Comunali e sono stati programmati dei
servizi d’ambito per la prima volta, unici e organizzati al di fuori ed al di sopra del campanilismo di
Paese, nel senso che tutti i servizi attivati nel comune capofila di Lucera sono stati attivati in tutti i
restanti 13 comuni appartenenti all’Ambito. Questa corretta impostazione iniziale di concepire l’azione
del Piano di Zona, ha avuto come ricaduta positiva il fatto che ad oggi il 90% dei Servizi alla Persona
sono svolti dall’Ambito e ben poco dalle amministrazioni dei singoli comuni.
Il primo triennio di programmazione e gestione dei servizi sociali, ha posto come priorità
l’istituzione e il potenziamento dei servizi e delle strutture sociali, in grado di garantire i livelli
essenziali di assistenza in favore delle fasce della popolazione.
In questa direzione sono stati attuati i servizi domiciliari (SAD) per anziani, interventi di borse
lavoro e la ristrutturazione/adeguamento alla nuova regolamentazione regionale di strutture e servizi.
E’ stata avviata e portata a termine la procedura di accesso ai servizi/interventi sociali
attraverso la definizione dei disciplinari di servizi in modo da offrire e garantire ai cittadini procedure e
strumenti certi di richiesta e accesso, coerenti alle normative regionali e nazionali. Su questa prima
base, è stato possibile fondare il confronto e la definizione delle priorità strategiche e degli obiettivi di
servizio del 2° piano di zona, facilitando il confronto tra i diversi portatori d’interesse e rendendo tale
esperienza punto di riferimento per l’intero ciclo di vita della seconda programmazione sociale.
Piano Sociale di Zona 2014-2016 – Ambito Appennino Dauno Settentrionale
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Il 2° Piano Sociale di Zona (2010 – 2012 (prorogato dalla Regione Puglia per il 2013) si era
posto l’obiettivo fondamentale di favorire la formazione di un sistema locale di interventi sociali,
socio- sanitari, socio-educativi qualificando le risorse, valorizzando l’apporto originale, creativo,
progettuale e partecipativo dei cittadini singoli o associati, delle organizzazioni di cooperazione
sociale, dell’associazionismo e del volontariato, degli altri soggetti sociali presenti sul territorio.
Il Piano Sociale di Zona del triennio trascorso, però, non ha realizzato la piena attivazione di
tutti gli obiettivi prefissati, in quanto è stato percorso da grosse difficoltà per l’incompletezza
dell’organico dell’Ufficio di Piano e soprattutto per il continuo avvicendarsi degli assessori alle
politiche alla persona del comune capofila, che ha la delega della Presidenza del Coordinamento
Istituzionale.
Questa condizione ha bloccato gli ulteriori trasferimenti e con le sole risorse economiche già
accreditate si è riuscito ad assicurare solo alcuni servizi essenziali, quali il Servizio Professionale
Sociale, il Segretariato Sociale, i Servizi domiciliari di assistenza agli Anziani ( SAD ) e l’educativa
per i Minori ( ADE ) e l’integrazione Scolastica dei disabili; mentre i restanti obiettivi si sono iniziati a
porre in essere solo sul finire dell’anno 2012 e nel corso del 2013, quando si sono verificate le
condizioni di stabilità politica del comune capofila e si è completata la dotazione organica dell’Ufficio
di Piano. L’Ufficio di Piano nel corso dei primi sette mesi del 2013 ha lavorato alacremente per
mettere a regime gli altri obiettivi, predisponendo i capitolati speciali per mettere a gara il servizio
ADI e Servizio Tossicodipendenze, liquidando gli assegni di cura e definendo la graduatoria assegni
AIP anche questi in procinto di essere liquidati; ha autorizzato il funzionamento di numerose strutture
per minori ed anziani presenti sul territorio; liquidato le istanze relative alle barriere architettoniche e
famiglie numerose, ha presentato la rendicontazione spese relative all’anno 2012, nonché la relativa
relazione sociale 2012; ha predisposto ed inviato alla Regione la riprogrammazione delle risorse
economiche non spese del triennio 2010/2012 e le risorse aggiuntive dell’anno 2013.
Le Amministrazioni locali, soprattutto per i non floridi bilanci economici a disposizione, causa
la crisi economica che affligge la nostra società, hanno fatto fatica a fare fronte agli impegni assunti
con il precedente piano di zona, però comunque stanno onorando gli impegni, anche perché non
potrebbero avere alternative per contrastare la grave condizione di esclusione sociale delle fasce più
deboli della popolazione che incombe sui loro territori.
Oggi però possiamo affermare che il territorio di quest’Ambito, nonostante tutto, è più ricco di
Servizi e infrastrutture per meglio rispondere alle esigenze della famiglia, dei minori, degli anziani e
degli emarginati in genere. Ma, soprattutto, si registra nel confronto dialettico tra gli operatori pubblici
e del privato sociale una diversa logica di confronto, che si fonda essenzialmente su un’esperienza
maggiore e sulla consapevolezza che se non si collabora nella individuazione delle risposte da dare alle
esigenze che emergono dal territorio, non si potrà essere mai adeguati alle sfide che la nuova
programmazione del piano sociale 2013/2014, soprattutto a causa dei notevoli tagli dei finanziamenti
del welfare da parte dello Stato.
Partendo da questa considerazione, sulla scorta delle linee guida emanate con il Piano
Regionale Politiche Sociali 2013 – 2015 dalla Regione Puglia, l’Ambito Territoriale di Lucera ha
inteso programmare le azioni e gli interventi più appropriati a livello locale per raggiungere gli
obiettivi prefissati per ciascuna area di intervento.
Il Piano Politiche Sociali per il triennio 2013-2015 – Gestione 2014-2016 dell’ambito
“Appennino Dauno Settentrionale” – comune capofila di Lucera, si propone come strumento di
programmazione, di continuità e di innovazione, per dare garanzie di consolidamento e, insieme,
opportunità di sviluppo al sistema dei servizi sociali e sociosanitari integrati dell’Ambito.
L’obiettivo del terzo Piano dell’ambito “Appennino Dauno Settentrionale” è il consolidamento
del sistema di servizi sociali e sociosanitari sinora attivato al fine di migliorare la qualità della vita,
delle condizioni di benessere e per privilegiare sempre più la prossimità con i cittadini. Questo Piano,
avendo acquisito un maggior livello di conoscenza complessiva del sistema di welfare nelle sue
articolazioni territoriali, è più capace rispetto al passato di indicare priorità di intervento, nonché di
destinare in modo più mirato le risorse finanziarie e di essere più in sintonia con le priorità strategiche
del Piano Regionale.
Piano Sociale di Zona 2014-2016 – Ambito Appennino Dauno Settentrionale
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Il Piano si pone, visto il consistente taglio della spesa sociale rispetto al triennio precedente, ora
più che mai, come strumento di connessione tra piani e programmi diversi per fonti di finanziamento
(P.A.C e Home Care Premium 2014, Buoni di Servizio Anziani, Disabili e Minori, ecc.), tipologia di
attività, comunque omogenee per finalità generale, per assicurare la necessaria dotazione finanziaria
per la programmazione a regime dei servizi che concorrono al perseguimento degli obiettivi di servizi
assegnati al fine di accrescere in tutti i comuni dell’Ambito la qualità della vita e le opportunità di
inclusione sociale.
Il Piano di Zona costituisce, quindi, un vero e proprio strumento per leggere, valutare,
programmare e guidare lo sviluppo degli interventi sociali e socio-sanitari in tutti i comuni
appartenenti a quest’Ambito.
Per il terzo Piano di Zona 2013/2015, questo Ambito, pertanto, intende contrastare i
meccanismi di produzione e riproduzione dell’esclusione sociale, realizzando compiutamente le
sinergie con tutti i soggetti istituzionali, con ASL FG, gli operatori del privato sociale con i quali si è
avviato un proficuo rapporto di collaborazione, ma soprattutto con la società civile. La chiave di svolta
per questa nuova programmazione, quindi, è quella di partire dalle consapevolezze degli errori
commessi nel non essere riusciti a rimuovere quei vizi di una comunicazione non molto efficace nello
stabilire tra i vari attori in campo una migliore dialettica di collaborazione e di confronto necessaria,
per superare lo stallo in cui si era precipitati. Pertanto, impegno di quest’Ambito sarà quello di
sperimentare politiche sociali capaci di contribuire alla soluzione dei problemi dando voce ed
opportunità a quei cittadini che per tutta una serie di difficoltà non si sentono più parte attiva di una
comunità e capaci di autodeterminare il loro senso del vivere una qualità della vita in termini
accettabili.
Di qui il senso del titolo “la consapevolezza del fare e degli errori commessi quale
strumento per progettare un welfare adeguato a contrastare l’esclusione sociale e a migliorare
la qualità della vita e delle condizioni di benessere dei cittadini”, quale tema conduttore del nuovo
Piano di Zona 2014/2016 che parafrasando Mark Twain vuol dire che abbiamo sbagliato molte volte
adesso conosciamo molti modi per non sbagliare più.
Il percorso di concertazione e di programmazione partecipata
Il presente Piano di Zona è stato elaborato a seguito di un’accurata analisi dei bisogni e delle risorse
disponibili nonché attraverso un’intensa concertazione con tutti gli attori sociali, pubblici e privati del
territorio.
Il Piano Regionale delle Politiche Sociali 2013-2015 ribadisce la necessità di assicurare la
partecipazione dei cittadini e del partenariato sociale ai processi di elaborazione del Piano Sociale di
Zona.
Il 27 settembre 2013 è stato redatto l’avviso di avvio del percorso di progettazione partecipata per la
stesura del PdZ 2014-2016, pubblicato agli albi pretori dei comuni associati e sui siti internet.
Inoltre, secondo la normativa e gli indirizzi regionali (L.r. 19/2006-Reg. 4/2007- PRPS 2013- 2015),
l’Ambito Territoriale di Lucera ha invitato le organizzazioni del Terzo Settore e della società civile e
religiosa (di cui agli artt. 4, 19 e 21 della legge regionale 19/2006), le Istituzioni di assistenza e
beneficienza, le Istituzioni pubbliche (Distretto Socio-Sanitario di Lucera, Provincia di Foggia, Centri
di Servizio Sociale per Minori e Adulti del Ministero di Grazia e Giustizia, Scuole, ecc.) con Sede
legale e/o Operativa presso i Comuni afferenti all’Ambito Territoriale interessate alla progettazione
partecipata per la stesura del Piano Sociale di Zona 2014-2016, a produrre la propria “manifestazione
di interesse” .
Al Tavolo di Concertazione sia con le Organizzazioni Sindacali che con il Terzo Settore, nella prima
seduta dell’8 ottobre 2013, è stato illustrato il nuovo Piano regionale delle politiche sociali, il nuovo
Piano di Intervento per i servizi di cura agli anziani non autosufficienti e alla prima infanzia
nell’ambito del Programma nazionale del Piano di azione e coesione, ed è stata distribuita la relazione
sullo stato di attuazione del PdZ 2010-2013.
Piano Sociale di Zona 2014-2016 – Ambito Appennino Dauno Settentrionale
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I presenti hanno espresso proposte e indicazioni tecniche in merito alle diverse politiche di intervento,
sulla base della loro esperienza, conoscenza dei bisogni del territorio e memoria storica del secondo
Piano Sociale di Zona.
Nella stessa riunione si è inoltre proceduto alla organizzazione dei Tavoli Tematici pianificando un
calendario degli incontri.
Oltre agli incontri avuti nei Tavoli Tematici sono stati tenuti anche altri incontri come di seguito
illustrato:
23 ottobre
Incontro con i rappresentanti della ASP "Maria de Peppo Serena e Tito Pellegrino” per ragionare sulla
possibilità di finanziare il servizio di Asilo Nido (finanziato con i fondi del PO FESR della Regione
Puglia) con il Piano di Intervento PAC Infanzia nell’Anno Scolastico 2014-2015
29 ottobre
Coordinamento dell’incontro di progettazione partecipata 1) sull’Affidamento Familiare 2) di
progettazione partecipata con i Sindaci e le Scuole (Istituti Comprensivi) dell’Ambito territoriale per
definire il fabbisogno di servizi per minori 0-36 mesi nei singoli Comuni e in particolare sia per
realizzare una ricognizione delle cosiddette “Sezioni Primavera” già presenti in ciascun Comune
dell’Ambito, sia per rilevare la volontà delle amministrazioni locali di avviare il servizio nel prossimo
Anno scolastico 2014-2015 dove questo non è presente.
Incontro con Presidente della Cooperariva Sociale Silvana di Lucera, con riferimento alle tematiche
della Disabilità e della Salute Mentale
6 novembre
Incontro con il personale direttivo della APS “Mondo Nuovo” di Lucera per approfondire le proposte
da questa avanzate a valere sui Tavoli Tematici FAMIGLIA, ANZIANI ed EXTRACOMUNITARI.
7 novembre
Incontro di progettazione partecipata con la dott.ssa Intini e la Assistente Sociale Rainone dell’UEPE
di Foggia.
12 novembre
Incontro con SERT (dott. Mammana) per concordare le linee di azione per gli interventi da porre in
essere per affrontare le problematiche delle dipendenze;
15 novembre
Incontro di progettazione partecipata con la ASP "Maria de Peppo Serena e Tito Pellegrino” e in
particolare con l’Ing Ziccardi, con riferimento alle proposte della ASP a valere sul PAC Infanzia
22 novembre
Partecipazione all’incontro di progettazione partecipata con il C.U.S. CONSORZIO UTILITA'
SOCIALE, per definire gli interventi possibili nell’area della Salute mentale
4 dicembre
Incontro di progettazione partecipata con IRFIP ed ESCOOP
Il Tavolo di concertazione con le Organizzazioni sindacali si è riunito successivamente in data
06/11/2013, il 18/11/2013, il 2 gennaio 2014 alle e il 5/02/2014 alle 9,30 per l’incontro di chiusura
della concertazione sia con le OO.SS. e sia con le associazioni del Terzo Settore
Nel corso degli incontri è stato esaminato lo stato di attuazione dei servizi del PdZ 2010-2013, sono
stati illustrati gli obiettivi che si intendono raggiungere con il nuovo Piano di zona e con il Piano di
intervento di Azione e Coesione e nell’incontro conclusivo tali obiettivi sono stati condivisi.
I soggetti chiamati a collaborare alla costruzione del Piano hanno assunto questo compito in modo
responsabile e sono stati coprotagonisti di decisioni rilevanti per il futuro dei servizi nella loro
comunità. C’è stato un confronto con le indicazioni e le istanze fornite dai soggetti del partenariato
istituzionale e sociale, finalizzato alla convergenza delle parti in causa, nella definizione degli obiettivi
comuni.
L’Ambito Territoriale ha, infatti, assunto come metodo e prassi di lavoro il coinvolgimento attivo e
non formale del numero più ampio ed adeguato possibile di soggetti interessati alla realizzazione di
interventi mirati al soddisfacimento dei bisogni del territorio. Tutto ciò nella consapevolezza che il
Terzo Settore è un sensore precoce delle trasformazioni dei bisogni sociali del territorio ed è spesso
Piano Sociale di Zona 2014-2016 – Ambito Appennino Dauno Settentrionale
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CIF Centro
Italiano
Femminile
Proposte
1) Ottimizzare l’azione di ascolto delle persone
che versano in difficoltà non solo economiche, ma
anche esistenziali.
X
2) Indirizzare le suddette persone verso gli Enti
Preposti ad aiutarle.
X
3) Intervenire con piccoli aiuti economici in casi di
necessità estrema.
Associazione
di
Volontariato
“I Diversabili”
Cooperativa
Sociale
PAIDOS
1) Implementazione del Progetto ADDE (o
comunque di un servizio di ADE destinato a
persone con disabilità)
1) Potenziamento dell'Affido Familiare attraverso
la realizzazione di nuove forme di affido (Affido
Familiare Professionale).
Partner del Progetto presentato dall'Ambito a
valere sull'Avviso Pubblico della Regione Puglia
per la presentazione di Progetti per la Promozione
ed il Potenziamento dei percorsi di Affidamento
Familiare.
La Proposta è stata rigettata perchè
non rientra nelle competenze del PdZ.
X
X
X
La Proposta è stata rielaborata
dall'UdP, che ha previsto di realizzare
un servizio specifico rivolto a persone
con disabilità (cfr. Scheda per la
progettazione di dettaglio dei Servizi "
Assistenza domiciliare non
autosufficienti - SAD")
Piano Sociale di Zona 2014-2016 – Ambito Appennino Dauno Settentrionale
SI
La Proposta rientra nelle Schede per
la progettazione di dettaglio dei Servizi
"Affido familiare-equipe", "Affido
Familiare" e "Adozione familiare".
Scritta
2) Potenziamento del servizio di ADE e
implememtazione dello stesso con l'integrazione
nello staff di personale di base (Assistente di
Base) per interventi su Famiglia.
SI
La Proposta rientra nel Welfare
d'accesso (cfr. Schede per la
progettazione di dettaglio dei Servizi
"Rete di accesso - PUA", "Rete di
accesso - Segretariato", "Servizio
Sociale Professionale")
X
Scritta
Note
La Proposta rientra negli interventi vs
le povertà (cfr. Scheda per la
progettazione di dettaglio dei Servizi
"Rete di Pronto Intervento Sociale PIS")
X
5) Impartire lezioni di doposcuola per la
preparazione agli esami di terza media.
Patto
di
parteci
pazion
e
Le Proposte rientrano nel Welfare
d'accesso (cfr. Schede per la
progettazione di dettaglio dei Servizi
"Rete di accesso - PUA", "Rete di
accesso - Segretariato", "Servizio
Sociale Professionale")
Scritta
4) Intervenire aiutando le persone bisognose a
muoversi sul territorio con cognizioni di causa,
magari guidandole negli uffici giusti, per espletare
semplici pratiche ed altro.
TAVOLO
TEMATICO
FAMIGLIA
(Responsabili
tà familiari,
Abuso e
Maltrattament
o, Minori e
Contrasto alla
Povertà)
Rielaborata
Ente
Scritta o
verbale
Rigettata
Tavolo
tematico di
coprogettazion
e
Accolta
promotore di sperimentazione sociale insostituibile. Per questo, è stato chiamato a svolgere un ruolo
attivo nella programmazione, rendendosi co-responsabile delle scelte che si vanno ad operare.
Il Tavolo della Concertazione inoltre si è costituito come tavolo permanente che ha tra le sue funzioni,
non solo quello di fornire, di concerto con il Coordinamento Istituzionale dell’Ambito, gli indirizzi per
la stesura del Piano Sociale di Zona, ma anche quello di monitorare tutto il processo di
programmazione, di attuazione e di valutazione dei servizi e della programmazione in atto.
Nei successivi incontri gli attori coinvolti in ciascun Tavolo Tematico hanno formulato osservazioni e
proposte in relazione ai servizi già offerti ed erogati elaborando nuove proposte inerenti
l’implementazione di servizi che potrebbero essere attivati.
Tutte le proposte dei vari attori sociali sono state acquisite dall’Ufficio di Piano che ha predisposto una
griglia riassuntiva delle numerose proposte operative pervenute dai Tavoli.
In data 4 dicembre 2013 si è proceduto alla sottoscrizione dell’Accordo di programma per la
programmazione e realizzazione del servizio di Cure Domiciliari Integrate mentre in data 09/12/2013
con delibera n.60 il Coordinamento istituzionale ha approvato il PAC Infanzia ed il PAC Anziani.
In data 2 gennaio 2014 il Coordinamento Istituzionale ha proceduto alla visione e presa d’atto del
Piano Sociale di Zona triennio 2014/2016 nel frattempo sottoposto all’attenzione degli uffici regionali
che hanno evidenziato la necessità di apportare alcune modifiche ed integrazioni alla programmazione.
Il Piano Sociale di Zona 2014/2016 nella versione definitiva è stato approvato dal Coordinamento
Istituzionale in seduta del 5/02/2014 e successivamente dal Consiglio Comunale del comune capofila
di Lucera su delega dei Comuni facenti parte dell’Ambito con delibera n. 3 del 20/02/2014.
SI
X
La proposta prevede l'integrazione del
servizio di ADE oggi esistente con una
figura professionale di Assistente di
Base (cfr. Scheda per la progettazione
di dettaglio dei Servizi "Educativa
Domiciliare per minori")
Pagina 8
3) Implementare servizi di Accoglienza per adulti
e famiglie in difîcoltà e in emergenza educativa
attraverso la disponibilità di appartamenti
autonomi.
X
4) Istituzione di un Centro Famiglie di Ambito.
X
5) Potenziare i servizi di lnclusione sociale di
soggetti svantaggiati, in particolare attraverso la
realizzazione di Orti urbani gestiti da soggetti
svantaggiati con tutor della Cooperativa Paidòs.
X
6) Potenziamento dei servizi di aggregazione e
socializzazione per minori a rischio di devianza
e/o esclusione sociale (dispersione scolastica e
formativa) attraverso: a) Attivazione di Borse
lavoro o formazione lavoro per minori a rischio in
età lavorativa; b) Programmi di intervento per
minori a rischio di dispersione scolastica
(pluribocciati, sospensioni continue, ritiri per
esami da privatisti); c) Rette per Centro Educativo
Diurno Murialdo (art. 52 del R.R. n.4/2007 x n. 25
minori di ambo i sessi); d) Rette per Comunità
Educativa Padre Angelo Cuomo (art. 48 del R.R.
n.4/2007 x n. 8 utenti maschi); e) Rette per
Comunità Educativa Casa Famiglia Murialdo (art.
48 del R.R. n.4/2007 x n. 6 utenti femmine).
La Proposta è stata rigettata in quanto
le modalità di intervento dei servizi di
Inclusione sociale individuate sono di
tipo diverso (cfr. Scheda per la
progettazione di dettaglio dei Servizi
"Inclusione attiva")
La Proposta rientra nelle Schede per
la progettazione di dettaglio dei Servizi
"Inclusione attiva", "Centri Diurni per
minori - art. 52 del R.R. n.4/2007 ",
"Centri Diurni per minori - art. 104 del
R.R. n.4/2007" e "Interventi indifferibili
per minori fuori famiglia".
X
7) Attivazione di servizi per l'Ascolto e
l'accoglienza del disagio degli adolescenti.
Associazione
di
Promozione
sociale
“Mondo
Nuovo”
La Proposta rientra negli interventi vs
le povertà (cfr. Scheda per la
progettazione di dettaglio dei Servizi
"Rete di Pronto Intervento Sociale emergenza abitativa")
La Proposta rientra nella Scheda per
la progettazione di dettaglio dei Servizi
"Centri di ascolto per le famiglie".
X
La Proposta è stata rigettata in quanto
si ritiene che lo stesso servizio potrà
essere fornito dal SSP e in parte
dall'istituendo Centro Famiglie
d'Ambito (cfr. Schede per la
progettazione di dettaglio dei Servizi
"Servizio Sociale Professionale" e
"Centri di ascolto per le famiglie").
1) Potenziamento dei servizi di aggregazione e
socializzazione per minori a rischio di devianza
e/o esclusione sociale (dispersione scolastica e
formativa): Rette per utenti Centro Aperto
Polivalente per minori (art. 104 del R.R. n.4/2007)
x 50 utenti
X
La Proposta rientra nella Scheda per
la progettazione di dettaglio dei Servizi
"Centri Diurni per minori - art. 104 del
R.R. n.4/2007".
2) Interventi indifferibili per minori: Rette per
Comunità educativa (art. 48 del R.R. n.4/2007) x
10 utenti (provvedimenti di natura civile e penale)
e possibilità di lavorare al supporto alla
genitorialità attraverso l'equipe educativa.
X
La Proposta rientra nella Scheda per
la progettazione di dettaglio dei Servizi
"Interventi indifferibili per minori fuori
famiglia".
X
La Proposta rientra negli interventi vs
le povertà (cfr. Scheda per la
progettazione di dettaglio dei Servizi
"Rete di Pronto Intervento Sociale emergenza abitativa").
4) Potenziamento dei servizi di contrasto alle
Povertà: creazione di un sistema di rete d'Ambito
del Banco Alimentare (uno dei nodi può essere
quello della APS) con regia pubblica dell'Ufficio di
Piano.
X
La Proposta rientra negli interventi vs
le povertà (cfr. Scheda per la
progettazione di dettaglio dei Servizi
"Rete di Pronto Intervento Sociale PIS").
5) Potenziamento dei servizi di contrasto alla
Povertà attraverso l'implementazione di percorsi
di inclusione socio-lavorativa individualizzati
(Modello Avviso 6/2011 PO Puglia FSE Asse III
Inclusione sociale)
X
La Proposta rientra nei servizi di
Inclusione sociale (cfr. Scheda per la
progettazione di dettaglio dei Servizi
"Inclusione attiva").
X
La proposta rientra nella Scheda per
la progettazione di dettaglio dei Servizi
"Educativa Domiciliare per minori".
3) Potenziamento dei servizi di emergenza
sociale: Rette per Comunità alloggio per gestanti
e madri con figli a carico (art. 74 del R.R.
n.4/2007) per n.8 + 2 (in emergenza) utenti -
1) Potenziamento dell'ADE attraverso l'istituzione
Consorzio di
del servizio di Home Maker (Educatore
Cooperative
Domiciliare), figura poliedrica con finalità
Sociali OPUS
educative e di supporto alla genitorialità.
Scritta
Scritta
Piano Sociale di Zona 2014-2016 – Ambito Appennino Dauno Settentrionale
SI
SI
Pagina 9
2) Potenziamento dell'Affido Familiare attraverso
la realizzazione di nuove tipologie di affido e la
creazione di 3 tipolgie di Albi: 1) Famiglie di
pronto intervento; 2) Famiglie professionali; 3)
Famiglie di appoggio a famiglie.
Partner del Progetto presentato dall'Ambito a
valere sull'Avviso Pubblico della Regione Puglia
per la presentazione di Progetti per la Promozione
ed il Potenziamento dei percorsi di Affidamento
Familiare.
ASS.
COMUNITA'
SULLA
STRADA DI
EMMAUS
ONLUS /
Consorzio di
Cooperative
Sociali
ARANEA
ASP "Maria
de Peppo
Serena e Tito
Pellegrino"
Potenziamento dei servizi del Villaggio Don Bosco
(Comunità per minori, pronta accoglienza,
comunità educativa, 2 comunità familiare, gruppo
appartamento, Centro diurno)
Scritta
La Proposta rientra nelle Schede per
la progettazione di dettaglio dei Servizi
"Affido familiare-equipe", "Affido
Familiare" e "Adozione familiare".
X
La Proposta rientra nelle Schede per
la progettazione di dettaglio dei Servizi
"Centri Diurni per minori - art. 52 del
R.R. n.4/2007 ", "Centri Diurni per
minori - art. 104 del R.R. n.4/2007" e
"Interventi indifferibili per minori fuori
famiglia".
X
2) Potenziare i servizi comunitari (Comunità
educativa art. 48 del R.R. n.4/2007 x 10 Utenti)
per minori.
X
3) Potenziare i servizi semiresidenziali a ciclo
diurno (Centro Socio-educativo Diurno art. 52 del
R.R. n.4/2007 x 30 Utenti) per minori.
X
La Proposta rientra nella Scheda per
la progettazione di dettaglio dei Servizi
"Centri Diurni per minori - art. 52 del
R.R. n.4/2007".
X
La Proposta rientra negli interventi vs
le povertà (cfr. Scheda per la
progettazione di dettaglio dei Servizi
"Rete di Pronto Intervento Sociale emergenza abitativa")
X
La Proposta rientra nella Scheda per
la progettazione di dettaglio dei Servizi
"Maltrattamento e violenza residenziale".
X
La Proposta rientra nella Scheda per
la progettazione di dettaglio dei Servizi
"Maltrattamento e violenza residenziale".
4) Potenziamento dei servizi di emergenza
sociale: Rette per Gruppo appartamento per
gestanti e madri con figli a carico (art. 75 del R.R.
n.4/2007) per n. 2 utenti - N.B. Struttura già
autorizzata.
5) Potenziare i servizi contro l'abuso e il
maltrattamento: Rette per Casa rifugio per donne
vittime di violenza (art. 80 del R.R. n.4/2007 x 5
utenti).
Scritta
7) Implementare servizi del PIS quali: a) servizio
mensa di 20 posti; b) un servizio di pasti a
domicilio; c) servizio lavanderia.
a)
8) Implementare servizi residenziali del PIS per
persone SFD e detenuti in semi-libertà (1 posto
letto per SFD e 1 posto letto per semi-liberi).
X
1) Potenziamento dell'Affido Familiare attraverso
la realizzazione di nuove forme di affido (Affido
Familiare Professionale).
Partner del Progetto presentato dall'Ambito a
valere sull'Avviso Pubblico della Regione Puglia
per la presentazione di Progetti per la Promozione
ed il Potenziamento dei percorsi di Affidamento
Familiare.
X
Piano Sociale di Zona 2014-2016 – Ambito Appennino Dauno Settentrionale
NO
La Proposta per la realizzazione del
servizio mensa è stata accolta, mentre
quelle per la realizzazione di un
servizio di pasti a domicilio e di un
servizio lavanderia sono state rigettate
in quanto le risorse a disposizione
dell'Ambito non sono sufficienti a
coprire tali servizi.
La Proposta rientra negli interventi vs
le povertà (cfr. Scheda per la
progettazione di dettaglio dei Servizi
"Rete di Pronto Intervento Sociale emergenza abitativa")
b)
e
c)
La Proposta rientra nelle Schede per
la progettazione di dettaglio dei Servizi
"Affido familiare-equipe", "Affido
Familiare" e "Adozione familiare".
Scritta
2) Sostegno ad adulti e a famiglie in difficoltà
sociale e psicologica e in emergenza educativa
attraverso la creazione e l'affiancamento alla
struttura della Caritas Parrocchiale di un team di
esperti in materie psicologiche, pedagogiche e
giuridiche.
SI
La Proposta rientra nella Scheda per
la progettazione di dettaglio dei Servizi
"Asili nido e altri servizi socio-educativi
per la prima infanzia" nonché nel
Piano di Intervento del PAC Infanzia I stralcio presentato.
La Proposta rientra nella Scheda per
la progettazione di dettaglio dei Servizi
"Interventi indifferibili per minori fuori
famiglia".
1) Consolidare i servizi per la prima infanzia: PAC
Infanzia per asilo nido (art. 53 del R.R. n.4/2007 x
23/26 Utenti) e n.1/2 moduli sezioni primavera
A.S. 2014-2015.
6) Potenziare i servizi per persone vittime della
tratta: Rette per Casa rifugio per persone vittime
della tratta (art. 81 del R.R. n.4/2007 x 5 utenti).
C.G. Pia Soc.
Torinese di
S. Giuseppe
– Opera San
Giuseppe
X
NO
X
La Proposta rientra nella Scheda per
la progettazione di dettaglio dei Servizi
"Centri di ascolto per le famiglie"
Pagina 10
3) Potenziamento dei servizi di aggregazione e
socializzazione per minori a rischio di devianza
e/o esclusione sociale (dispersione scolastica e
formativa) attraverso: a) Attivazione di Borse
lavoro o formazione lavoro per minori a rischio in
età lavorativa; b) Programmi di intervento per
minori a rischio di dispersione scolastica
(pluribocciati, sospensioni continue, ritiri per
esami da privatisti); c) Rette per Centro Educativo
Diurno Murialdo (art. 52 del R.R. n.4/2007 x n. 25
minori di ambo i sessi); d) Rette per Comunità
Educativa Padre Angelo Cuomo (art. 48 del R.R.
n.4/2007 x n. 8 utenti maschi); e) Rette per
Comunità Educativa Casa Famiglia Murialdo (art.
48 del R.R. n.4/2007 x n. 6 utenti femmine).
X
4) Attivazione di servizi per l'Ascolto e
l'accoglienza del disagio degli adolescenti.
Organizzazio
ne di
Volontariato
Famiglia
Murialdo
1) Potenziamento dell'Affido Familiare attraverso
la realizzazione di nuove tipologie di affido,
valorizzazione le esperienze dell'Associazione sul
tema dell'Affido Familiare.
Partner del Progetto presentato dall'Ambito a
valere sull'Avviso Pubblico della Regione Puglia
per la presentazione di Progetti per la Promozione
ed il Potenziamento dei percorsi di Affidamento
Familiare.
La Proposta è stata rigettata in quanto
si ritiene che lo stesso servizio potrà
essere fornito dal SSP (cfr. Scheda
per la progettazione di dettaglio dei
Servizi "Servizio Sociale
Professionale") e dal Centro Famiglie
d'Ambito (cfr. Scheda per la
progettazione di dettaglio dei
Servizi"Centri di ascolto per le
famiglie").
X
La Proposta rientra nelle Schede per
la progettazione di dettaglio dei Servizi
"Affido familiare-equipe", "Affido
Familiare" e "Adozione familiare".
X
Scritta
NO
2) Potenziamento del Servizio di Messaggeria
Solidale (Progetto S.M.S. Servizio di
Messaggeria, attivo dal 2010) quale strumento di
supporto ai giovani adolescenti con l'utilizzo di
nuove tecnologie (sms, mail, blog).
UEPE FG
La Proposta rientra nelle Schede per
la progettazione di dettaglio dei Servizi
"Inclusione attiva", "Centri Diurni per
minori - art. 52 del R.R. n.4/2007 ",
"Centri Diurni per minori - art. 104 del
R.R. n.4/2007" e "Interventi indifferibili
per minori fuori famiglia".
X
La Proposta è stata rielaborata e
rientra nella Scheda per la
progettazione di dettaglio dei Servizi
"Centri di ascolto per le famiglie".
1) Sottoscrizione Convenzione tra Comune di
Lucera e Casa Circondariale di Lucera per
l'inserimento lavorativo di detenuti e internati ai
sensi dell'art.21 della L.354/75, ovvero per
l'impiego dei detenuti in Lavori di Pubblica Utilità.
X
La Proposta rientra nella Scheda per
la progettazione di dettaglio dei Servizi
"DENTRO-FUORI" e riguarda
esclusivamente il Comune di Lucera
(servizio a valenza comunale).
2) Potenziamento dei servizi finalizzati
all'inclusione socio-lavorativa di persone in
esecuzione penale esterna attraverso il
consolidamento del modello di interventi proposto
dall'Avviso 6/2011 PO Puglia FSE Asse III
Inclusione sociale e sperimentato sia nell'Ambito
di Lucera ma anche di Cerignola.
X
La Proposta rientra nei servizi di
Inclusione sociale (cfr. Scheda per la
progettazione di dettaglio dei Servizi
"Inclusione attiva")
X
La Proposta è stata accolta
dall'Ambito, che si impegna a
collaborare con l'UEPE e la Casa
Circondariale di Lucera, attingendo
anche a risorse del PO FSE.
X
La Proposta rientra nella Scheda per
la progettazione di dettaglio dei Servizi
"DENTRO-FUORI" e riguarda
esclusivamente il Comune di Lucera
(servizio a valenza comunale).
3) Creazione di opportunità di lavoro per persone
in esecuzione penale attraverso: a)
collaborazione con i CPI per avviare attività di
formazione, creazione e start up di imprese anche
cooperative; b) creazione di uno Sportello lavoro
nella Casa Circondariale di Lucera, in
collaborazione con il CPI.
Scritta
4) Modellizzazione e sperimentazione di un
Servizio integrato publico-privato (non profit e
profit), in grado di promuovere: a) percorsi
personalizzati di inserimento lavorativo e di
inclusione sociale per le persone in esecuzione
penale;
b) potenziamento/consolidamento di
iniziative/investimenti sociali innovativi per la
creazione di impresa sociale che garantisca la
continuità della presa in carico della persona nel
DENTRO-FUORI.
Piano Sociale di Zona 2014-2016 – Ambito Appennino Dauno Settentrionale
NO
Pagina 11
Associazione
di
Volontariato
LAVORI IN
CORSO
Disponibilità a collaborare nella definizione di una
linea programmatica d'intervento a favore dei
DETENUTI in qualità di volontariato penitenziario.
ESCOOP –
European
Social
Cooperative
Potenziamento dei servizi di contrasto alla
Povertà attraverso l'implementazione di percorsi
di inclusione socio-lavorativa individualizzati per
soggetti deboli attraverso: 1) la realizzazione di
Officine che si pongano l’obiettivo di contribuire
all’avanzamento civile e culturale della Società
intervenendo su problematiche a carattere
complesso che presenta il contesto territoriale
(Modello: Progetto "Atelier dell'Ausilio" di cui
l'Ambito è partner); 2) la raccolta differenziata
dei rifiuti (Modello di intervento: Avviso 6/2011 PO
Puglia FSE Asse III Inclusione sociale).
Potenziamento dei servizi di contrasto alla
Povertà attraverso l'implementazione di percorsi
di inclusione socio-lavorativa individualizzati
(Modello Avviso 6/2011 PO Puglia FSE Asse III
Inclusione sociale) implementando il sistema di
offerta dei servizi sociali dell’Ambito Territoriale
con la realizzazione sperimentale di un Servizio di
Istituto
Inserimento Lavorativo (SIL) specializzato per le
Religioso di
categorie di soggetti svantaggiati, che si connoti
Istruzione e
in termini innovativi sia rispetto al contesto
Formazione
economico e socio-sanitario d’Ambito, sia alla
Professionale
normativa regionale vigente e che si ponga
all’interno di un sistema integrato di servizi già
esistenti (di Istruzione e Formazione
professionale, formativi, sociali, sanitari, di
accesso al mondo del lavoro e alla creazione di
micro-impresa a di avvio al lavoro autonomo, etc)
completandoli e potenziandoli.
X
La Proposta rientra nella Scheda per
la progettazione di dettaglio dei Servizi
"Inclusione attiva" e nella Scheda per
la progettazione di dettaglio dei Servizi
"DENTRO-FUORI" e riguarda
esclusivamente il Comune di Lucera
(servizio a valenza comunale).
NO
Scritta
X
La Proposta 1) rientra nella Scheda
per la progettazione di dettaglio dei
Servizi "DENTRO- FUORI".
La Proposta 2) rientra nei servizi di
Inclusione sociale (cfr. Scheda per la
progettazione di dettaglio dei Servizi
"Inclusione attiva")
NO
Scritta
X
La Proposta rientra nei servizi di
Inclusione sociale (cfr. Scheda per la
progettazione di dettaglio dei Servizi
"Inclusione attiva")
NO
Scritta
Banco delle
Opere di
Carità Foggia
ONLUS
Assistenza alimentare agli indigenti
Scritta
X
CARITAS
Diocesana
Lucera-Troia
Banco Alimentare
verbale
X
Padre
Maestro
Mensa per 30 persone
verbale
X
Libera
Associazione
di
Volontariato
CROCE BLU
Implementazione del PIS attraverso la
realizzazione di una Casa alloggio per le
emergenze (n.4 stanze da letto, n.1 stanza
sogiorno, n.1 cucina e n.3 locali servizi igienici)
per totale n.12 posti letto presso il Centro della
Associazione.
Scritta
Associazione
Strumenti e
Figure Compagnia
Stabile di
teatro
Musicale
Progetti di Musicoterapia per minori
CIA’T srl
Implementazione del Piano dei Tempi e degli
Spazi e dello specifico Ufficio.
La Proposta rientra negli interventi vs
le povertà (cfr. Scheda per la
progettazione di dettaglio dei Servizi
"Rete di Pronto Intervento Sociale PIS")
La Proposta rientra negli interventi vs
le povertà (cfr. Scheda per la
progettazione di dettaglio dei Servizi
"Rete di Pronto Intervento Sociale PIS")
La Proposta rientra negli interventi vs
le povertà (cfr. Scheda per la
progettazione di dettaglio dei Servizi
"Rete di Pronto Intervento Sociale PIS")
NO
NO
NO
X
La Proposta rientra negli interventi vs
le povertà (cfr. Scheda per la
progettazione di dettaglio dei Servizi
"Rete di Pronto Intervento Sociale emergenza abitativa")
SI
Scritta
X
La Proposta rientra nella Scheda per
la progettazione di dettaglio dei Servizi
"Musicoterapia".
SI
Scritta
X
La Proposta rientra nella Scheda per
la progettazione di dettaglio dei Servizi
"Servizi di conciliazione vita-lavoro".
SI
Allegati:
a. Copia dell’avviso di avvio del procedimento di progettazione partecipata per la stesura del PdZ;
b. Prospetto di sintesi delle proposte raccolte e degli esiti valutativi;
c. Copia della nota di convocazione del tavolo di concertazione con le OO.SS. e dei verbali delle
riunioni del Tavolo di Concertazione;
d. Protocollo d’intesa tra Comuni associati e OO.SS su strumenti e metodi per l’attuazione e la
valutazione partecipata del PdZ
e. Elenco dei Patti di partecipazione sottoscritti
Piano Sociale di Zona 2014-2016 – Ambito Appennino Dauno Settentrionale
Pagina 12
CAPITOLO I
ANALISI DEL CONTESTO SOCIO-DEMOGRAFICO E DEL
SISTEMA DI OFFERTA DEI SERVIZI
1.1 DINAMICHE DEMOGRAFICHE E EVOLUZIONE DELLA DOMANDA SOCIALE
E’ opportuno, per l’esame del contesto in cui è chiamato ad esplicare i propri effetti il Piano di Zona
per il triennio 2013-2015 con attuazione riferita al periodo 2014-2016, partire dall’analisi della
struttura e della dinamica demografica della popolazione dell’Ambito sulla base di alcuni dati forniti
dalla Regione e di altri acquisiti dall’Ufficio dal sistema statistico nazionale o dai Comuni associati.
L’elaborazione del terzo Piano Sociale di Zona si attua in un contesto caratterizzato da un quadro di
programmazione finanziaria più complesso rispetto al passato e da uno scenario di certezze dei termini
di finanziamento più ridotto sul piano temporale, avendo comunque a disposizione una dotazione
finanziaria che in questa fase dà copertura, per quasi tutte le fonti di finanziamento, alle tre annualità.
Il terzo Piano Sociale di Zona si pone come strumento per il consolidamento di un sistema di servizi
sociali e socio-sanitari proteso al miglioramento della qualità della vita, delle condizioni di benessere e
dell’efficacia degli sforzi di presa in carico delle persone con fragilità, nonché all’inclusione sociale
dei soggetti svantaggiati appartenenti alle varie comunità locali.
La stesura del documento è avvenuta con la partecipazione di vari soggetti istituzionali e di
organizzazioni no-profit, che dopo un attenta analisi del territorio, come di seguito riportato, hanno
posto in essere misure volte a promuovere il benessere sociale nelle sue diverse sfaccettature dei
soggetti a cui esse sono destinate. E’ convinzione comune che le scelte nella programmazione,
contenute in questo nuovo Piano Sociale di Zona, hanno maggiore sostenibilità ed efficacia rispetto
alle stesse degli anni precedenti proprio in funzione del fatto che sono frutto di concertazione tra vari
soggetti, di analisi delle realtà locali, di un sistema di governance in forte evoluzione ed in crescita
grazie all’esperienza maturata negli interventi fatti e, molto importante, dall’analisi delle criticità
incontrate nel portarli a termine.
L’ambito territoriale “Appennino Dauno Settentrionale” – Comune Capofila Lucera, comprende 14
Comuni (Alberona Biccari, Carlantino, Casalnuovo Monterotaro, Casalvecchio di Puglia, Castelnuovo
della Daunia, Celenza Valfortore, Lucera, Motta Montecorvino, Pietramontecorvino, Roseto
Valfortore, S.Marco la Catola, Volturara Appula, Volturino ), si estende per circa 1014 chilometri
quadrati, dei quali il Comune di Lucera rappresenta il 33% (338 kmq ) del territorio ed il Comune di
Biccari il 10% (106 kmq ), tre comuni rappresentano un’area di estensione poco al di sotto del 7% (
Pietramontecorvino, Celenza e Castelnuovo), tutti i restanti comuni sono compresi in una forbice di
estensione tra i 5% ed il 2%, con una densità abitativa media di 53 abitanti per Kmq, rispetto alla
media provinciale di 95 abitanti e quella regionale di 211. La popolazione dell’Ambito ( dati ISTAT
all’ 1/01/2012) ammonta a 54.059 abitanti (M = 26.143 il 48%; F = 27.916 il 52%) di cui n. 7.718
unità nella fascia 0-14 anni il 14%, n. 34.713 unità nella fascia 15-64 anni il 64%, n. 11.628 unità
nella fascia oltre i 65 anni il 22%. La popolazione dell’Ambito per il 63,48% (63,14% 2011) è sempre
più polarizzata sul comune di Lucera, mentre è molto dispersa soprattutto nei comuni di Volturara
Appula, Motta Montecorvino, Alberona, Carlantino, S.Marco la Catola e Roseto Valfortore.
COMUNI
Lucera
Alberona
Biccari
Carlantino
Maschi
%
Femmine
%
Totale
16.663
30,82
17.657
32,66
34.320
478
0,88
523
0,97
1.001
1.414
2,62
1.461
2,70
2.875
498
0,92
539
1,00
1.037
Piano Sociale di Zona 2014-2016 – Ambito Appennino Dauno Settentrionale
Pagina 13
Casalnuovo
797
1,47
854
1,58
1.651
Casalvecchio
946
1,75
994
1,84
1.940
Castelnuovo
734
1,36
804
1,49
1.538
Celenza
834
1,54
883
1,63
1.717
Motta
370
0,68
398
0,74
768
Pietra
1.300
2,40
1.436
2,66
2.736
Roseto
537
0,99
602
1,11
1.139
San Marco
521
0,96
562
1,04
1.083
Volturara
210
0,39
269
0,50
479
Volturino
841
1,56
934
1,73
1.775
26.143
48,36
27.916
51,64
54.059
Totale
POPOLAZIONE AMBITO SUDDIVISA PER CLASSI DI ETÀ
COMUNI
0-14
15-64
65-79
> 80
5.347
22.888
4.316
1769
Alberona
108
605
187
101
Biccari
336
1.852
433
254
Carlantino
118
628
207
84
Casalnuovo
195
961
310
185
Casalvecchio
235
1.223
326
156
Castelnuovo
210
910
245
173
Celenza
180
966
358
213
Motta
88
404
172
104
Pietra
361
1.736
409
230
Roseto
150
666
185
138
San Marco
119
626
221
117
Volturara
27
237
104
111
Volturino
244
1.011
353
167
7.718
34.713
7.826
3.802
Lucera
Totale
POPOLAZIONE RESIDENTE VARIAZIONI all’1/01/2012
Totale
pop. 2011
Totale
pop. 2012
diff. 2011 –
2012
%
34.513
34.320
193
0,56
Alberona
1.012
1.001
11
1,10
Biccari
2.893
2.875
18
0,63
Carlantino
1.079
1.037
42
4,05
Casalnuovo
1.697
1.651
46
2,79
Casalvecchio
1.978
1.940
38
1,96
Castelnuovo
1.578
1.538
40
2,60
COMUNI
Lucera
Piano Sociale di Zona 2014-2016 – Ambito Appennino Dauno Settentrionale
Pagina 14
Celenza
1.741
1.717
24
1,40
Motta
798
768
30
3,91
Pietra
2.765
2.736
29
1,06
Roseto
1.205
1.139
66
5,79
San Marco
1.108
1.083
25
2,31
Volturara
496
479
17
3,55
Volturino
1.800
1.775
25
1,41
54.663
54.059
604
1,12
Totale
Il comune con maggiore perdita di popolazione rispetto al 2011 è il comune di Roseto
Valfortore con -5,79%, seguono Carlantino -4,05%, Motta Montecorvino -3,91%, Volturara Appula 3,55%, Casalnuovo Monterotaro -2,79%, Castelnuovo della Daunia -2,60%, S Marco la Catola -2,31 e
Casalvecchio di Puglia -1,96, i restanti comuni si attestano ad una perdita di circa l’1% di perdita. C’è
da rilevare che nessun comune dell’Ambito ha un saldo positivo della popolazione. La popolazione di
tutto l’Ambito ha perso all’1/01/2012 604 unità, che sommata a quelle del 2011 raggiungono in due
anni un totale di 1320 unità. Se, invece, si prende in considerazione che la popolazione al 31/12/2012
ammontava a n. 53.639 la perdita rispetto all’1/01/2011 è di 994 unità, per un totale complessivo in 2
anni di 1.710. Questa tendenza, purtroppo, non sembra drammaticamente arrestarsi, così come si
evince dall’analisi dei diagrammi che seguono:
Piano Sociale di Zona 2014-2016 – Ambito Appennino Dauno Settentrionale
Pagina 15
Piano Sociale di Zona 2014-2016 – Ambito Appennino Dauno Settentrionale
Pagina 16
Piano Sociale di Zona 2014-2016 – Ambito Appennino Dauno Settentrionale
Pagina 17
Piano Sociale di Zona 2014-2016 – Ambito Appennino Dauno Settentrionale
Pagina 18
Nelle tabelle che seguono si esamina a livello di ambito e di ogni comune appartenente all’Ambito il
bilancio demografico 2012 e la popolazione residente al 31/12/2012. Si evidenzia come il saldo
naturale e il saldo migratorio sia nettamente negativo, a significare che nascono sempre meno bambini
e sempre più si emigra verso realtà economiche più prospere, con una significativa ripresa
dell’emigrazione verso l’estero, soprattutto da parte delle nuove generazioni di intellettuali. (Dati
Demo Istat.it )
Piano Sociale di Zona 2014-2016 – Ambito Appennino Dauno Settentrionale
Pagina 19
Bilancio demografico anno 2012 e popolazione residente al 31 dicembre Ambito Appennino Dauno Settentrionale
Maschi
popolazione al 1° gennaio
Nati
Femmine
Totale
26.143
27.916
54.029
219
207
426
321
312
633
-102
-105
-207
Iscritti da altri comuni
266
253
519
Iscritti dall’estero
111
86
197
Morti
Saldo Naturale
28
17
45
435
434
869
Cancellati per l’estero
41
29
70
Altri cancellati
23
12
35
Altri iscritti
Cancellati per altri comuni
Saldo Migratorio e per altri motivi
-94
-119
-213
Popolazione residente in famiglia
25.929
27.666
53.595
18
26
44
0
0
0
27.692
53.639
Popolazione residente in convivenza
Unità in più/meno dovute a variazioni territoriali
Popolazione al 31 dicembre
Numero di Famiglie
25.947
21.292
Numero di Convivenze
Numero medio di componenti per famiglia
Piano Sociale di Zona 2014-2016 – Ambito Appennino Dauno Settentrionale
18
2,20
Pagina 20
Bilancio demografico anno 2012 e popolazione residente al 31 dicembre Comune: Lucera
Maschi
Bilancio demografico anno 2012 e popolazione residente al 31 dicembre comune Alberona
Femmine
Totale
Maschi
16663
17657
34320
Nati
146
130
276
Morti
167
157
324
polazione al 1° gennaio
Saldo Naturale
-21
-27
-48
Iscritti da altri comuni
125
120
245
Iscritti dall’estero
82
58
140
Altri iscritti
13
6
19
268
264
532
Cancellati per l’estero
12
16
28
Altri cancellati
14
5
19
Saldo Migratorio e per altri motivi
-74
-101
-175
Popolazione residente in famiglia
16555
17522
34077
13
7
20
0
0
0
16568
17529
34097
Cancellati per altri comuni
Popolazione residente in convivenza
Unità in più/meno dovute a variazioni territoriali
Popolazione al 31 dicembre
12504
Numero di Famiglie
Numero di Convivenze
10
Numero medio di componenti per famiglia
2.7
Maschi
Femmine
14
21
Morti
22
24
46
-15
-10
-25
23
19
42
Iscritti dall’estero
7
7
14
Altri iscritti
5
4
9
26
18
44
Cancellati per l’estero
3
0
3
Altri cancellati
4
1
5
Saldo Migratorio e per altri motivi
2
11
13
Popolazione residente in famiglia
1399
1462
2861
Popolazione residente in convivenza
2
0
2
Unità in più/meno dovute a variazioni territoriali
0
0
0
1401
1462
2863
Numero di Convivenze
Numero medio di componenti per famiglia
1161
1
2.5
5
8
13
Saldo Naturale
-3
-5
-8
Iscritti da altri comuni
1001
13
4
17
Iscritti dall’estero
0
0
0
Altri iscritti
0
0
0
Cancellati per altri comuni
5
12
17
Cancellati per l’estero
1
0
1
Altri cancellati
0
0
0
Saldo Migratorio e per altri motivi
7
-8
-1
Popolazione residente in famiglia
482
510
992
Popolazione residente in convivenza
0
0
0
Unità in più/meno dovute a variazioni territoriali
0
0
0
482
510
992
Popolazione al 31 dicembre
470
0
2.1
Maschi
7
Numero di Famiglie
5
Morti
Totale
Nati
Popolazione al 31 dicembre
3
Bilancio demografico anno 2012 e popolazione residente al 31 dicembre
comune: Carlantino
2875
Cancellati per altri comuni
523
2
Numero medio di componenti per famiglia
1461
Iscritti da altri comuni
478
Numero di Convivenze
1414
Saldo Naturale
Totale
Nati
Popolazione al 1° gennaio
Numero di Famiglie
Bilancio demografico anno 2012 e popolazione residente al 31 dicembre
Comune: Biccari
Popolazione al 1° gennaio
Femmine
Femmine
Totale
498
539
1037
Nati
5
5
10
Morti
6
9
15
Popolazione al 1° gennaio
Saldo Naturale
-1
-4
-5
Iscritti da altri comuni
13
11
24
Iscritti dall’estero
1
1
2
Altri iscritti
0
0
0
Cancellati per altri comuni
8
15
23
Cancellati per l’estero
4
1
5
Altri cancellati
0
0
0
Saldo Migratorio e per altri motivi
2
-4
-2
Popolazione residente in famiglia
499
529
1028
Popolazione residente in convivenza
0
2
2
Unità in più/meno dovute a variazioni territoriali
0
0
0
499
531
1030
Popolazione al 31 dicembre
Numero di Famiglie
527
Numero di Convivenze
1
Numero medio di componenti per famiglia
2
Piano Sociale di Zona 2014-2016 – Ambito Appennino Dauno Settentrionale
Pagina 21
Bilancio demografico anno 2012 e popolazione residente al 31 dicembre
Comune: Casalvecchio di Puglia
Maschi
Femmine
Bilancio demografico anno 2012 e popolazione residente al 31 dicembre
Comune: Casalnuovo Monterotaro
Totale
Maschi
946
994
1940
Nati
3
4
7
Nati
Morti
11
11
22
Morti
Saldo Naturale
-8
-7
-15
Iscritti da altri comuni
Popolazione al 1° gennaio
Femmine
797
Popolazione al 1° gennaio
Saldo Naturale
Totale
854
1651
5
7
12
16
13
29
-11
-6
-17
12
16
28
3
11
12
23
Iscritti dall’estero
1
2
3
Iscritti dall’estero
2
1
Altri iscritti
3
1
4
Altri iscritti
1
1
2
18
19
37
19
18
37
Cancellati per l’estero
4
0
4
Cancellati per l’estero
0
0
0
Altri cancellati
3
1
4
Altri cancellati
1
0
1
Saldo Migratorio e per altri motivi
-10
-5
-15
Saldo Migratorio e per altri motivi
-5
0
-5
Popolazione residente in famiglia
Popolazione residente in famiglia
Cancellati per altri comuni
Iscritti da altri comuni
Cancellati per altri comuni
928
977
1905
778
848
1626
Popolazione residente in convivenza
0
5
5
Popolazione residente in convivenza
3
0
3
Unità in più/meno dovute a variazioni territoriali
0
0
0
Unità in più/meno dovute a variazioni territoriali
0
0
0
928
982
1910
781
848
1629
Popolazione al 31 dicembre
838
Numero di Famiglie
Maschi
Femmine
Bilancio demografico anno 2012 e popolazione residente al 31 dicembre
Comune: Celenza Valfortore
Totale
Maschi
834
883
1717
Nati
8
7
15
Morti
17
13
30
Saldo Naturale
-9
-6
-15
Iscritti da altri comuni
3
7
10
Iscritti dall’estero
1
2
3
Altri iscritti
1
0
1
15
17
32
Cancellati per l’estero
1
1
2
Altri cancellati
0
0
0
Saldo Migratorio e per altri motivi
-11
-9
Popolazione residente in famiglia
Cancellati per altri comuni
1538
Nati
7
8
15
Morti
15
15
30
Saldo Naturale
-8
-7
-15
Iscritti da altri comuni
9
10
19
Iscritti dall’estero
3
0
3
Altri iscritti
0
0
0
10
15
25
Cancellati per l’estero
0
0
0
Altri cancellati
0
1
1
-20
Saldo Migratorio e per altri motivi
2
-6
-4
Popolazione residente in famiglia
728
783
1511
0
8
8
Cancellati per altri comuni
867
1681
0
1
1
Popolazione residente in convivenza
Unità in più/meno dovute a variazioni territoriali
0
0
0
Unità in più/meno dovute a variazioni territoriali
814
868
1682
Numero di Convivenze
Numero medio di componenti per famiglia
750
1
2.2
Totale
804
814
Numero di Famiglie
Femmine
734
Popolazione al 1° gennaio
Popolazione residente in convivenza
Popolazione al 31 dicembre
2.1
Numero medio di componenti per famiglia
Bilancio demografico anno 2012 e popolazione residente al 31 dicembre
Comune: Castelnuovo della Daunia
Popolazione al 1° gennaio
1
Numero di Convivenze
2.3
Numero medio di componenti per famiglia
781
Numero di Famiglie
1
Numero di Convivenze
Popolazione al 31 dicembre
Popolazione al 31 dicembre
Numero di Famiglie
Numero di Convivenze
Numero medio di componenti per famiglia
Piano Sociale di Zona 2014-2016 – Ambito Appennino Dauno Settentrionale
0
0
0
728
791
1519
660
1
2.3
Pagina 22
Bilancio demografico anno 2012 e popolazione residente al 31 dicembre
Comune: Motta Montecorvino
Maschi
Femmine
Bilancio demografico anno 2012 e popolazione residente al 31 dicembre
Comune: Pietramontecorvino
Totale
Maschi
370
398
768
Nati
1
1
2
Morti
5
5
Saldo Naturale
-4
Iscritti da altri comuni
Popolazione al 1° gennaio
Femmine
Totale
1300
1436
2736
Nati
19
14
33
10
Morti
15
17
32
-4
-8
Saldo Naturale
15
17
32
Iscritti da altri comuni
Iscritti dall’estero
0
1
1
Altri iscritti
0
0
0
12
8
20
Cancellati per l’estero
0
0
0
Cancellati per l’estero
Altri cancellati
0
0
0
Altri cancellati
Saldo Migratorio e per altri motivi
3
10
13
Popolazione residente in famiglia
369
404
773
Popolazione residente in convivenza
0
0
0
Popolazione residente in convivenza
Unità in più/meno dovute a variazioni territoriali
0
0
0
Unità in più/meno dovute a variazioni territoriali
369
404
773
Cancellati per altri comuni
Popolazione al 31 dicembre
378
Numero di Famiglie
Popolazione al 1° gennaio
4
-3
1
14
15
29
Iscritti dall’estero
3
6
9
Altri iscritti
1
0
1
17
8
25
5
3
8
0
3
3
Saldo Migratorio e per altri motivi
-4
7
3
Popolazione residente in famiglia
1300
1440
2740
0
0
0
0
0
0
1300
1440
2740
Cancellati per altri comuni
Popolazione al 31 dicembre
1105
Numero di Famiglie
Numero di Convivenze
0
Numero di Convivenze
Numero medio di componenti per famiglia
2
Numero medio di componenti per famiglia
Bilancio demografico anno 2012 e popolazione residente al 31 dicembre
Comune: Roseto Valfortore
0
2.5
Bilancio demografico anno 2012 e popolazione residente al 31 dicembre
Comune: San Marco la Catola
Maschi
Maschi
Femmine
Nati
Morti
521
562
1083
3
2
5
12
602
1139
Nati
5
7
12
Morti
6
7
13
13
-1
0
-1
Iscritti da altri comuni
3
4
7
Iscritti dall’estero
3
3
6
Altri iscritti
2
3
5
Cancellati per altri comuni
9
6
15
Cancellati per l’estero
9
6
15
25
Saldo Naturale
Saldo Naturale
Iscritti da altri comuni
Iscritti dall’estero
Altri iscritti
-9
-11
-20
10
6
16
0
0
0
2
2
4
11
13
24
Cancellati per l’estero
1
1
2
Altri cancellati
0
1
1
Cancellati per altri comuni
1
0
1
Saldo Migratorio e per altri motivi
-11
-2
-13
Popolazione residente in famiglia
525
600
1125
0
0
0
Altri cancellati
Saldo Migratorio e per altri motivi
0
-7
-7
Popolazione residente in famiglia
512
544
1056
Popolazione residente in convivenza
Popolazione residente in convivenza
0
0
0
Unità in più/meno dovute a variazioni territoriali
0
0
0
Unità in più/meno dovute a variazioni territoriali
Popolazione al 31 dicembre
Popolazione al 31 dicembre
512
544
1056
Numero di Famiglie
Numero di Famiglie
Numero di Convivenze
Numero medio di componenti per famiglia
Totale
537
Popolazione al 1° gennaio
Popolazione al 1° gennaio
Femmine
Totale
0
0
0
525
600
1125
554
503
Numero di Convivenze
0
Numero medio di componenti per famiglia
2
0
2.1
Piano Sociale di Zona 2014-2016 – Ambito Appennino Dauno Settentrionale
Pagina 23
Bilancio demografico anno 2012 e popolazione residente al 31 dicembre
Comune: Volturino
Maschi
Femmine
Bilancio demografico anno 2012 e popolazione residente al 31 dicembre
Comune: Volturara Appula
Totale
Maschi
841
934
1775
Nati
6
4
10
Morti
14
10
24
Saldo Naturale
-8
-6
-14
Iscritti da altri comuni
10
7
17
8
4
12
Popolazione al 1° gennaio
Iscritti dall’estero
Femmine
Totale
210
269
479
Nati
2
1
3
Morti
10
10
20
Saldo Naturale
-8
-9
-17
Iscritti da altri comuni
5
5
10
Iscritti dall’estero
0
1
1
Altri iscritti
0
0
0
Cancellati per altri comuni
2
3
5
Popolazione al 1° gennaio
0
0
0
15
18
33
Cancellati per l’estero
1
1
2
Cancellati per l’estero
0
0
0
Altri cancellati
0
0
0
Altri cancellati
0
0
0
Altri iscritti
Cancellati per altri comuni
Saldo Migratorio e per altri motivi
2
-8
-6
Saldo Migratorio e per altri motivi
3
3
6
Popolazione residente in famiglia
835
918
1753
Popolazione residente in famiglia
205
262
467
Popolazione residente in convivenza
0
2
2
Popolazione residente in convivenza
0
1
1
Unità in più/meno dovute a variazioni territoriali
0
0
0
Unità in più/meno dovute a variazioni territoriali
0
0
0
920
1755
263
468
Popolazione al 31 dicembre
Numero di Famiglie
Numero di Convivenze
Numero medio di componenti per famiglia
835
820
Popolazione al 31 dicembre
1
1
Numero di Convivenze
2.1
205
241
Numero di Famiglie
Numero medio di componenti per famiglia
1.9
POPOLAZIONE MINORI
AMBITO
Distribuzione della popolazione per
età scolastica 2012
Età
Maschi
Femmine
Totale
0
1
2
3
4
5
6
7
8
9
10
11
12
13
14
15
16
17
18
277
289
337
304
327
316
318
307
348
362
355
376
407
376
362
358
381
382
409
299
274
293
301
287
281
333
313
327
347
351
350
357
348
374
335
363
356
359
576
563
630
605
614
597
651
620
675
709
706
726
764
724
736
693
744
738
768
TOT
6591
6248
12.839
Piano Sociale di Zona 2014-2016 – Ambito Appennino Dauno Settentrionale
Pagina 24
ALBERONA
Distribuzione della
popolazione per età scolastica 2012
BICCARI
Distribuzione della
popolazione per età scolastica 2012
Età
Maschi
Femmine
Totale
Età
Maschi
Femmine
Totale
0
1
2
3
4
5
6
7
8
9
10
11
12
13
14
15
16
17
18
3
2
4
3
4
2
3
4
1
5
8
2
5
6
6
6
5
1
7
3
2
4
1
2
3
3
3
5
3
3
6
2
5
5
3
6
5
2
6
4
8
4
6
5
6
7
6
8
11
8
7
11
11
9
11
6
9
0
1
2
3
4
5
6
7
8
9
10
11
12
13
14
15
16
17
18
7
12
13
10
8
13
9
12
14
16
7
10
15
15
13
10
13
14
21
10
11
10
11
7
9
14
11
14
15
7
8
17
6
12
8
16
12
16
17
23
23
21
15
22
23
23
28
31
14
18
32
21
25
18
29
26
37
TOT
77
66
143
TOT
232
214
446
CARLANTINO
Distribuzione della
popolazione per età scolastica 2012
Età
0
1
2
3
4
5
6
7
8
9
10
11
12
13
14
15
16
17
18
Maschi
0
6
3
4
2
3
3
4
3
5
4
3
7
5
4
6
8
3
6
Femmine
4
3
5
8
1
3
2
1
5
4
5
7
6
6
2
7
8
5
5
Totale
4
9
8
12
3
6
5
5
8
9
9
10
13
11
6
13
16
8
11
TOT
79
87
166
CASALNUOVO MONTEROTARO
Distribuzione della popolazione per età
scolastica 2012
Età
Maschi Femmine Totale
0
5
3
8
1
7
6
13
2
7
3
10
3
3
7
10
4
5
6
11
5
5
8
13
6
9
8
17
7
6
6
12
8
6
4
10
9
6
8
14
10
14
6
20
11
8
10
18
12
6
6
12
13
8
6
14
14
6
7
13
15
6
3
9
16
5
8
13
17
10
5
15
18
10
14
24
TOT
Piano Sociale di Zona 2014-2016 – Ambito Appennino Dauno Settentrionale
132
124
256
Pagina 25
CASALVECCHIO DI PUGLIA
Distribuzione della popolazione per età
scolastica 2012
Età
Maschi Femmine Totale
CASTELNUOVO DELLA DAUNIA
Distribuzione della popolazione per età
scolastica 2012
Età
Maschi Femmine Totale
0
1
2
3
4
5
6
7
8
9
10
11
12
13
14
15
16
17
18
6
4
3
6
14
10
7
9
11
14
9
9
13
7
11
13
13
10
13
8
3
5
6
2
6
5
5
11
10
12
2
10
9
8
3
9
7
15
14
7
8
12
16
16
12
14
22
24
21
11
23
16
19
16
22
17
28
0
1
2
3
4
5
6
7
8
9
10
11
12
13
14
15
16
17
18
7
3
10
7
11
5
6
9
9
7
6
4
12
12
9
6
6
9
4
10
4
4
7
5
5
3
5
8
5
6
6
6
6
13
6
9
4
6
17
7
14
14
16
10
9
14
17
12
12
10
18
18
22
12
15
13
10
TOT
182
136
318
TOT
142
118
260
CELENZA VALFORTORE
Distribuzione della popolazione per età
scolastica 2012
Età
Maschi Femmine Totale
0
2
6
8
1
5
4
9
2
4
3
7
3
7
4
11
4
0
6
6
5
4
1
5
6
6
6
12
7
9
7
16
8
3
6
9
9
9
6
15
10
6
12
18
11
7
5
12
12
7
9
16
13
9
8
17
14
2
17
19
15
3
6
9
16
12
1
13
17
10
7
17
18
9
6
1
TOT
114
120
220
LUCERA
Distribuzione della
popolazione per età scolastica 2012
Età
0
1
2
3
4
5
6
7
8
9
10
11
12
13
14
15
16
17
18
Maschi
163
173
175
173
190
170
173
165
186
178
178
214
214
171
185
179
202
211
223
Femmine
165
149
170
165
167
156
180
166
175
169
180
196
196
196
209
196
191
188
188
Totale
328
322
345
338
357
326
353
331
361
347
358
410
410
367
394
375
393
399
411
TOT
3523
3402
6925
Piano Sociale di Zona 2014-2016 – Ambito Appennino Dauno Settentrionale
Pagina 26
MOTTA MONTECORVINO
Distribuzione della popolazione per età
scolastica 2012
Età
Maschi Femmine Totale
0
2
1
3
1
2
2
4
2
3
1
4
3
4
3
7
4
0
0
0
5
0
6
6
6
5
1
6
7
2
2
4
8
7
1
8
9
4
4
8
10
4
1
5
11
2
5
7
12
4
4
8
13
4
7
11
14
6
1
7
15
2
2
4
16
7
5
12
17
4
2
6
18
4
2
6
TOT
66
50
116
ROSETO VALFORTORE
Distribuzione della popolazione per età
scolastica 2012
Età
Maschi Femmine Totale
PIETRAMONTECORVINO
Distribuzione della popolazione per età
scolastica 2012
Età
Maschi Femmine Totale
0
19
13
32
1
7
13
20
2
13
10
23
3
10
10
20
4
11
16
27
5
8
11
19
6
11
11
22
7
5
6
11
8
14
18
32
9
17
19
36
10
7
12
19
11
9
14
23
12
13
15
28
13
12
11
23
14
18
8
26
15
18
11
29
16
10
19
29
17
17
15
32
18
18
11
29
TOT
237
243
480
S. MARCO LA CATOLA
Distribuzione della popolazione per età
scolastica 2012
Età
Maschi Femmine Totale
0
1
2
3
4
5
6
7
8
9
10
11
12
13
14
15
16
17
18
5
4
9
3
6
4
7
3
4
1
6
3
6
7
7
1
3
3
6
3
6
2
7
7
9
6
2
5
9
1
6
5
4
3
3
6
4
8
8
10
11
10
13
13
13
5
9
10
7
9
11
11
10
4
9
7
14
0
1
2
3
4
5
6
7
8
9
10
11
12
13
14
15
16
17
18
52
60
83
65
67
81
73
69
80
94
97
93
93
103
85
99
87
85
78
63
63
65
65
65
59
83
91
66
81
95
81
69
78
78
78
80
90
79
115
123
148
130
132
140
156
160
146
175
192
174
162
181
163
177
167
175
15
TOT
88
96
184
TOT
1544
1429
2831
Piano Sociale di Zona 2014-2016 – Ambito Appennino Dauno Settentrionale
Pagina 27
VOLTURARA APPULA Distribuzione
della popolazione per età scolastica 2012
VOLTURINO
Distribuzione della
popolazione per età scolastica 2012
Età
0
1
2
3
4
5
6
7
8
9
10
11
12
13
14
15
16
17
18
Maschi
0
1
1
0
0
1
0
0
2
1
0
0
1
2
1
0
4
0
1
Femmine
3
1
0
2
1
1
2
1
0
2
1
0
1
0
2
2
0
1
1
Totale
3
2
1
2
1
2
2
1
2
3
1
0
2
2
3
2
4
1
2
Età
0
1
2
3
4
5
6
7
8
9
10
11
12
13
14
15
16
17
18
Maschi
6
3
9
9
9
10
6
10
8
5
9
12
11
15
9
9
6
5
9
Femmine
7
7
11
5
2
4
9
7
9
12
10
4
11
6
9
7
5
11
6
Totale
13
10
20
14
11
14
15
17
17
17
19
16
22
21
18
16
11
16
15
TOT
15
21
36
TOT
160
142
302
MINORI IN FASCIA DI ASILO NIDO E SCUOLA MATERNA
anni
0
1
2
tot
3
4
5
tot
tot. Compl.
Alberona
6
4
8
18
4
6
5
15
33
Biccari
17
23
23
63
21
15
22
58
121
Carlantino
4
9
8
21
12
3
6
21
42
Casalnuovo M.ro
Casalvecchio di
Puglia
Castelnuovo della
Daunia
8
13
10
31
10
11
13
34
65
14
7
8
29
12
16
16
44
73
17
7
14
38
14
16
10
40
78
Celenza Valfortore
8
9
7
24
11
6
5
22
46
Lucera
Motta
Montecorvino
328
322
345
995
338
357
326
1021
2.016
3
4
4
11
7
0
6
13
24
Pietramontecorvino
32
20
23
75
20
27
19
66
141
Roseto Valfortore
8
10
11
29
10
13
13
36
65
S. Marco la Catola
3
6
3
12
12
7
9
28
40
Volturara Appula
3
2
1
6
2
1
2
5
11
Volturino
13
10
20
43
14
11
14
39
82
Piano Sociale di Zona 2014-2016 – Ambito Appennino Dauno Settentrionale
Pagina 28
Totale
464
446
485
1.395
487
489
466
1.442
2.837
La composizione demografica della popolazione dell’ambito evidenzia una incidenza della
popolazione 0-2 anni sul totale leggermente inferiore al dato regionale e pari al 2,58% con differenze
intra-ambito che superano l’1,5%, si passa dal comune di San Marco la Catola che fa rilevare una
incidenza dell’ 1,11% al comune di Lucera che fa rilevare una incidenza del 2,90%. Dal bilancio
anagrafico dei Comuni (ISTAT) si ricava che la popolazione target per gli interventi del PAC infanzia
è complessivamente pari a 1395 unità.
A tal proposito, considerando che l’obiettivo di presa in carico in termini di capacità di offerta previsto
dal PAC infanzia è pari al 12% dei minori 0-2 anni, l’Ambito deve riuscire a generare e rendere
concretamente accessibili posti/utente per almeno 167 bambini 0-36 mesi.
Con un tasso di occupazione femminile provinciale che fa stimare la presenza sul territorio
dell’Ambito in 5.723 le donne occupate (circa 1/3 del totale delle persone occupate) è del tutto
evidente che lo sforzo di potenziamento dei servizi per la prima infanzia va anche nella direzione di
favorire la conciliazione dei tempi di vita/cura e dei tempi di lavoro. Al dato sulla occupazione
femminile si aggiunge il dato sulla disoccupazione femminile provinciale che fa stimare in circa 5.695
le donne disoccupate dell’ambito e per le quali avere accesso a strumenti di conciliazione potrebbe
rappresentare un significativo supporto nella ricerca attiva di lavoro anche nelle forme atipiche e di
avori mento.
La situazione relativa alla occupazione, e alla occupabilità, delle donne residenti nell’ambito
territoriale sostiene la necessità di consolidare e sviluppare gli impegni dell’ambito nella
implementazione di servizi per la prima infanzia che nell’anno scolastico 2012/2013, come negli anni
precedenti, non raggiunge l’obiettivo di servizio S05.
Popolazione, superficie territoriale e densità demografica. Anno 2011
AGGREGAZIONI TERRITORIALI
Comune di Alberona
Comune di Biccari
Comune di Carlantino
Comune di Casalnuovo Monterotaro
Comune di Casalvecchio di Puglia
Comune di Castelnuovo della Daunia
Comune di Celenza Valfortore
Comune di Lucera
Comune di Motta Montecorvino
Comune di Pietramontecorvino
Comune di Roseto Valfortore
Comune di San Marco la Catola
Comune di Volturara Appula
Comune di Volturino
AMBITO DI LUCERA
Pop. Res. al
31 dicembre
2011
1.001
2.875
1.037
1.651
1.940
1.538
1.717
34.320
768
2.736
1.139
1.083
479
1.775
54.059
di cui 0-2 anni
v.a.
% su tot
18
63
21
31
29
38
24
995
11
75
29
12
6
43
1.395
1,80
2,19
2,03
1,88
1,49
2,47
1,40
2,90
1,43
2,74
2,55
1,11
1,25
2,42
2,58
Nuclei
familiari
residenti
468
1.173
537
796
845
685
752
12.322
383
1.119
577
523
259
837
21.276
Superficie
in Kmq
49,26
106,3
34,25
48,1
31,72
60,95
66,49
338,65
19,7
71,17
49,71
28,41
51,88
58,01
1014,6
Densità
demografica
abxKmq
20,32
27,05
30,28
34,32
61,16
25,23
25,82
101,34
38,98
38,44
22,91
38,12
9,23
30,60
53,28
Fonte: Istat
Indice di carico
sociale
Struttura della popolazione per macro classi età
Comune di Alberona
Comune di Biccari
Comune di Carlantino
Comune di Casalnuovo Monterotaro
Comune di Casalvecchio di Puglia
Comune di Castelnuovo della Daunia
Comune di Celenza Valfortore
0-2 anni
(%)
0-17
anni
(%)
18-64
anni
(%)
65 anni
e oltre
(%)
1,80
2,19
2,03
1,88
1,49
2,47
1,40
13,39
14,23
14,95
14,05
14,95
16,25
12,75
57,84
61,88
56,99
55,97
60,21
56,57
53,99
28,77
23,90
28,06
29,98
24,85
27,18
33,26
Piano Sociale di Zona 2014-2016 – Ambito Appennino Dauno Settentrionale
Grandi
anziani
(75 anni e
oltre)(%)
17,88
14,05
16,01
17,69
13,25
16,38
20,09
Tot
Giovani
65,5
55,2
65,1
71,8
58,6
69,0
77,7
17,9
18,1
18,8
20,3
19,2
23,1
18,6
Pagina 29
Comune di Lucera
Comune di Motta Montecorvino
Comune di Pietramontecorvino
Comune di Roseto Valfortore
Comune di San Marco la Catola
Comune di Volturara Appula
Comune di Volturino
AMBITO DI LUCERA
2,90
1,43
2,74
2,55
1,11
1,25
2,42
2,58
18,98
14,32
16,48
14,93
13,39
7,10
16,17
17,39
63,29
49,74
60,16
56,72
55,40
48,02
54,54
61,10
17,73
35,94
23,36
28,36
31,21
44,89
29,30
21,51
Indicatori Economici
Valore aggiunto
AGGREGAZIONI TERRITORIALI
procapite
(€)
Comune di Alberona
12.787
Comune di Biccari
12.104
Comune di Carlantino
9.257
Comune di Casalnuovo Monterotaro
13.870
Comune di Casalvecchio di Puglia
9.588
Comune di Castelnuovo della Daunia
12.484
Comune di Celenza Valfortore
9.843
Comune di Lucera
11.209
Comune di Motta Montecorvino
12.370
Comune di Pietramontecorvino
9.722
Comune di Roseto Valfortore
11.238
Comune di San Marco la Catola
9.972
Comune di Volturara Appula
12.735
Comune di Volturino
10.254
AMBITO DI LUCERA
157.433
8,94
22,14
13,63
18,44
19,58
32,36
17,01
11,81
49,9
90,1
57,6
71,0
73,0
102,1
75,6
55,7
v.a. industria +
servizi su totale
(%)
64,60
86,90
83,30
80,80
73,50
85,90
78,80
84,60
90,60
78,60
74,80
78,50
73,30
75,80
79,29
23,4
21,8
20,8
22,5
19,0
11,4
24,1
22,2
Depositi
Bancari
(p.c.)
nd
nd
nd
nd
nd
nd
nd
8.741
nd
nd
nd
nd
nd
nd
nd
Fonte: Rapporto IPRES “Puglia in cifre” 2012
Condizione Lavorativa
AGGREGAZIONI TERRITORIALI
Provincia di Foggia
STIMA ambito territoriale (v.a.)
Tasso
Occupazione
Tasso
Occupazione
Femminile
Tasso
Disoccupazione
Tasso
Disoccupazione
Femminile
32
17.515
21
5.723
18
1.692
20
5.695
Fonte: Rapporto IPRES “Puglia in cifre” 2012 ed rielaborazione OSR
FAMIGLIE
N. medio
Famiglie
comp. Fam.
Fam. Povertà
relativa
Fam. Povertà
assoluta
Alberona
470
2,1
133
21
Biccari
1.161
2,5
327
52
Carlantino
527
2
149
24
Casalnuovo Monterotaro
781
2,1
220
35
Casalvecchio di Puglia
838
2,3
236
38
Castelnuovo della Daunia
750
2,2
212
34
Celenza Valfortore
660
2,3
186
30
12.504
2,7
3.526
564
Motta Montecorvino
378
2
107
17
Pietramontecorvino
1.105
2,5
312
50
Roseto Valfortore
503
2,1
142
23
S. Marco la Catola
554
2
156
25
Volturara Appula
241
1,9
68
11
Lucera
Piano Sociale di Zona 2014-2016 – Ambito Appennino Dauno Settentrionale
Pagina 30
Volturino
Totale
820
2,1
231
37
21.292
2,2
6.004
961
Il numero complessivo delle famiglie residenti nell’Ambito è di 21.292, con una media di componenti
per nucleo di 2,2 unità; le famiglie con un reddito sufficiente per sole tre settimane mensili sono 6.004
unità e rappresentano il 28% dell’intero numero delle famiglie; mentre le famiglie con gravi problemi
economici sono 961 unità pari al 4,5% del totale.
Le famiglie oggi, presentano livelli di povertà o disagio economico abbastanza alti. Questo è ancora
più marcato se i figli sono minori. Il disagio si riscontra non solo nelle famiglie con reddito precario,
ma purtroppo anche nelle famiglie con medio reddito, nonostante entrambi i genitori lavorano.
Per cui le politiche d’intervento rivolte alle famiglie devono raccordarsi con altri sistemi e con altre
politiche per la casa, per l’istruzione, per il lavoro e della conciliazione dei tempi vita- lavoro.
Questa considerazione nasce dal fatto che si è messo in luce una crescita del rischio povertà tra le
famiglie con prole non maggiorenne e con un unico percettore di reddito, in connessione con le
crescenti difficoltà che le famiglie incontrano nell’assolvimento della loro tradizionale funzione di
cura, per la quale hanno risorse finanziare ed umane sempre più scarse.
Negli ultimi tempi, infatti le famiglie riescono, sempre con più difficoltà, a soddisfare le maggiori
esigenze. Le necessità e le spese diventano sempre più consistenti se i figli sono in età scolare o
prescolare, in quanto maggiori sono i servizi che le stesse richiedono, servizi che hanno un costo e solo
in alcuni casi sono erogati a titolo gratuito.
Perciò è necessario porre l’attenzione ai mutamenti che stanno investendo le famiglie, monitorando i
rilevanti processi di frammentazione ed indebolimento delle reti familiari in corso. È importante
mettere in atto misure di valorizzazione del lavoro di cura e della funzione di mediazione sociale e
culturale svolta dalle famiglie al fine di contrastarne gli effetti.
POPOLAZIONE ANZIANA (dati istat 2012 )
COMUNI
65-79
> 80
totale
pop %
% > 80
P. anz. %
Lucera
34.320
4.316
1769
6.085
18
29
52,3
Alberona
1.001
187
101
288
29
35
2,5
Biccari
2.875
433
254
687
24
37
5,9
Carlantino
1.037
207
84
291
28
29
2,5
Casalnuovo Monterotaro
1.651
310
185
495
30
37
4,3
Casalvecchio di Puglia
1.940
326
156
482
25
32
4,1
Castelnuovo della Daunia
1.538
245
173
418
27
41
3,6
Celenza Valfortore
1.717
358
213
571
33
37
4,9
Motta Montecorvino
768
172
104
276
36
38
2,4
Pietramontecorvino
2.736
409
230
639
23
36
5,5
Roseto Valfortore
1.139
185
138
323
28
43
2,8
San Marco la Catola
1.083
221
117
338
31
35
2,9
479
104
111
215
45
52
1,8
1.775
353
167
520
29
32
4,5
54.059
7.826
3.802
11.628
22
33
100,0
Volturara Appula
Volturino
Totale
POPOLAZIONE ANZIANA (dati istat 1/1/2013 )
residenti
%pop. Anziana
>=65
n.pop.
anziana
n. ADI (3,5%
pop. Anziana)
34.097
17,7
6.035
211
992
28,8
286
10
Biccari
2.863
23,9
684
24
Carlantino
1.030
28,1
289
10
COMUNI
Lucera
Alberona
Piano Sociale di Zona 2014-2016 – Ambito Appennino Dauno Settentrionale
Pagina 31
Casalnuovo Monterotaro
1.629
30
489
17
Casalvecchio di Puglia
1.910
24,8
474
17
Castelnuovo della Daunia
1.519
27,2
413
14
Celenza Valfortore
1.682
33,3
560
20
Motta Montecorvino
773
35,9
278
10
Pietramontecorvino
2.740
23,3
638
22
Roseto Valfortore
1.125
28,4
320
11
San Marco la Catola
1.056
31,2
329
12
468
44,9
210
7
1.755
29,3
514
18
53.639
7.826
11.519
403
Volturara Appula
Volturino
Totale
L’invecchiamento della popolazione e il relativo declino demografico rappresentano il problema dei
problemi di quest’Ambito. Purtroppo, visti gli indicatori demografici questo processo sembra essere
inarrestabile, meno nei comuni più piccoli ed a economia più povera, ma in lieve aumento nei Comuni
più grandi.
La popolazione anziana è notoriamente una categoria soggetta ad esclusione sociale, sia perché
portatrice di patologie sanitarie rilevanti, sia per le condizioni di insicurezza in cui generalmente vive.
La composizione demografica della popolazione evidenzia una incidenza della popolazione anziana
sul totale leggermente superiore alla media regionale e pari al 21,51%. Dal Bilancio anagrafico dei
Comuni (ISTAT) si ricava che la popolazione target per gli interventi del PAC anziani è
complessivamente pari a 11.628 unità. Considerando che l’obiettivo di servizio ADI (S.06) è pari a 3,5
anziani ogni 100 anziani residenti, questo significa che lo sforzo di presa in carico integrato di persone
anziane non autosufficienti nell’Ambito territoriale deve consentire di raggiungere, con il concorso
degli interventi finanziati PAC e degli interventi finanziati FNA, almeno 407 persone anziane
complessivamente, che in relazione al livello di gravità della non autosufficienza, potranno accedere al
SAD professionale, all’ADI, al SAD ed integrare le cure domiciliari a più elevata complessità.
Con un tasso di occupazione femminile che è pari a 5.723 unità stimate in proporzione al dato
provinciale (21%) , è del tutto evidente che lo sforzo di potenziamento dei servizi domiciliari integrati
per persone anziane non autosufficienti va anche nella direzione di favorire la conciliazione dei tempi
di vita/cura e dei tempi di lavoro. A ciò si aggiunga l’obiettivo di riduzione del tasso di ricovero
ospedaliero, in particolare dei ricoveri inappropriati, che si presentano anche nel 39,64% dei ricoveri
che interessano persone anziane, quasi sempre per la carenza di prestazioni ambulatoriali specialistiche
per l’assenza di una rete capillare per la presa in carico delle cronicità.
Si vedano a tal riguardo le tabelle che seguono per l’analisi descrittiva del contesto di riferimento.
Popolazione, superficie territoriale e densità demografica. Anno 2011
AGGREGAZIONI TERRITORIALI
Comune di Alberona
Comune di Biccari
Comune di Carlantino
Comune di Casalnuovo Monterotaro
Comune di Casalvecchio di Puglia
Comune di Castelnuovo della Daunia
Comune di Celenza Valfortore
Comune di Lucera
Comune di Motta Montecorvino
Comune di Pietramontecorvino
Comune di Roseto Valfortore
Comune di San Marco la Catola
Comune di Volturara Appula
Pop. Res. Al
31 dicembre
2011
1.001
2.875
1.037
1.651
1.940
1.538
1.717
34.320
768
2.736
1.139
1.083
479
di cui over 65
v.a.
% su tot
288
687
291
495
482
418
571
6.085
276
639
323
338
215
28,77
23,90
28,06
29,98
24,85
27,18
33,26
17,73
35,94
23,36
28,36
31,21
44,89
Piano Sociale di Zona 2014-2016 – Ambito Appennino Dauno Settentrionale
Nuclei
familiari
residenti
468
1.173
537
796
845
685
752
12.322
383
1.119
577
523
259
Densità
Superficie
demografica
in Kmq
abxKmq
49,26
20,32
106,3
27,05
34,25
30,28
48,1
34,32
31,72
61,16
60,95
25,23
66,49
25,82
338,65
101,34
19,7
38,98
71,17
38,44
49,71
22,91
28,41
38,12
51,88
9,23
Pagina 32
Comune di Volturino
AMBITO DI LUCERA
Fonte: Istat
1.775
54.059
520
11.628
29,30
21,51
837
21.276
58,01
1014,6
Indice di carico
sociale
Struttura della popolazione per macro classi età
0-2 anni
(%)
0-17 anni
(%)
18-64
anni
(%)
65 anni
e oltre
(%)
1,80
2,19
2,03
1,88
1,49
2,47
1,40
2,90
1,43
2,74
2,55
1,11
1,25
2,42
2,58
13,39
14,23
14,95
14,05
14,95
16,25
12,75
18,98
14,32
16,48
14,93
13,39
7,10
16,17
17,39
57,84
61,88
56,99
55,97
60,21
56,57
53,99
63,29
49,74
60,16
56,72
55,40
48,02
54,54
61,10
28,77
23,90
28,06
29,98
24,85
27,18
33,26
17,73
35,94
23,36
28,36
31,21
44,89
29,30
21,51
Comune di Alberona
Comune di Biccari
Comune di Carlantino
Comune di Casalnuovo Mont.ro
Comune di Casalvecchio di Pug.
Comune di Castelnuovo della D.
Comune di Celenza Valfortore
Comune di Lucera
Comune di Motta Montecorvino
Comune di Pietramontecorvino
Comune di Roseto Valfortore
Comune di San Marco la Catola
Comune di Volturara Appula
Comune di Volturino
AMBITO DI LUCERA
30,60
53,28
Grandi
anziani (75
anni e oltre)
(%)
17,88
14,05
16,01
17,69
13,25
16,38
20,09
8,94
22,14
13,63
18,44
19,58
32,36
17,01
11,81
Tot
Anziani
65,5
55,2
65,1
71,8
58,6
69,0
77,7
49,9
90,1
57,6
71,0
73,0
102,1
75,6
55,7
47,6
37,1
46,3
51,5
39,4
45,9
59,1
26,6
68,3
36,8
48,5
54,0
90,7
51,4
33,5
Ricoveri in strutture ospedaliere della regione Puglia
AGGREGAZIONI TERRITORIALI
Numero ricoveri nel 2012 (v.a.)
Comune di Alberona
1.064
Comune di Biccari
2.113
Comune di Carlantino
783
Comune di Casalnuovo Monterotaro
1.853
Comune di Casalvecchio di Puglia
2.160
Comune di Castelnuovo della Daunia
1.978
Comune di Celenza Valfortore
979
Comune di Lucera
31.265
Comune di Motta Montecorvino
959
Comune di Pietramontecorvino
2.132
Comune di Roseto Valfortore
885
Comune di San Marco la Catola
779
Comune di Volturara Appula
435
Comune di Volturino
1.697
AMBITO DI LUCERA
49.082
Fonte: Rapporto IPRES “Puglia in cifre” 2012 ed rielaborazione OSR
Tasso Ospedalizzazione Anziani (%)
56,44
32,10
42,62
66,51
58,61
68,92
32,15
34,78
86,98
37,50
36,35
37,30
59,29
51,89
39,64
Si deve rilevare la tenuta della rete familiare del territorio in quanto l’allontanamento dell’anziano non
autosufficiente dal nucleo familiare è diventato sempre più raro, soprattutto in quest’ultimo periodo di
grave crisi socio-economica, in quanto la pensione dello stesso è diventata un irrinunciabile supporto
economico per i figli che assistono il genitore. La famiglia, comunque, viene supportata al fine di poter
assicurare una maggior qualità della vita ai propri componenti. Da questo punto di vista l’assistenza
domiciliare sin ora attuata ha offerto la possibilità, da un lato di permettere la permanenza dell’anziano
nel proprio domicilio, dall’altro di offrire alla famiglia che lo ha in carico la possibilità di poter contare
su una risorsa ulteriore per assisterlo. Tale aiuto sarebbe più consistente, soprattutto se si avesse la
possibilità di soddisfare bisogni presentati da anziani con patologie rilevanti, attraverso il supporto di
Piano Sociale di Zona 2014-2016 – Ambito Appennino Dauno Settentrionale
Pagina 33
figure professionali a carattere sanitario. Però l’ADI sinora ha stentato a decollare per l’assenza di
collaborazione da parte dell’ASL FG .
Per questo motivo si è sviluppato il ricorso alle badanti straniere, soprattutto nei piccoli comuni, dove
meno è garantita l’assistenza sanitaria e gli anziani sono soli perché i figli si sono trasferiti in realtà
socio-economiche più ricche, mentre nel comune di Lucera è rimasta stabile.
Questo fenomeno ha richiamato in tutti i paesi dell’Ambito una numerosa colonia di neocomunitari,
provenienti per la maggior parte dai paesi dell’Est soprattutto donne n. 708 e ( Albania, Romania,
Polonia, Ucraina ) e lavoratori extracomunitari provenienti dall’Africa ( nord e centro ) soprattutto
maschi n. 636 unità per lavori in campagna, per un ammontare complessivo di n.1.344 unità.
Un altro aspetto da analizzare, al fine di ottenere uno screening completo del nostro territorio, è quello
relativo alla presenza delle persone straniere che si sono insediate sul territorio dell’Ambito. La
seguente tabelle ne riporta i dati.
COMUNI
Lucera
Totale
pop.
34.320
POPOLAZIONE STRANIERA 2012
M
F
TOT
% sulla
pop. del
singolo
Comune
% sulla
pop.
intero
Ambito
403
440
843
2,46
1,56
Alberona
1.001
7
6
13
1,30
0,02
Biccari
2.875
35
40
75
2,61
0,14
Carlantino
1.037
10
15
25
2,41
0,05
Casalnuovo Monterotaro
1.651
24
36
60
3,63
0,11
Casalvecchio di Puglia
1.940
29
31
60
3,09
0,11
Castelnuovo della Daunia
1.538
20
15
35
2,28
0,06
Celenza Valfortore
1.717
31
28
59
3,44
0,11
Motta Montecorvino
768
8
9
17
2,21
0,03
Pietramontecorvino
2.736
26
28
54
1,97
0,10
Roseto Valfortore
1.139
5
7
12
1,05
0,02
San Marco la Catola
1.083
1
8
9
0,83
0,02
479
6
13
19
3,97
0,04
1.775
31
32
63
3,55
0,12
636
708
1.344
Volturara Appula
Volturino
Totale
54.059
2,49
La comunità locale è chiamata a garantire anche agli stranieri i livelli essenziali di welfare, sia in nome
dei principi dell’accoglienza, sia per evitare che il disagio socio economico dia origine ad altre forme
di devianza. In un sistema di welfare maturo e moderno, bisogna, pertanto, attivare un sistema di
prevenzione dell’esclusione attraverso politiche di inclusione e di promozione della cittadinanza.
Ciò premesso, principale preoccupazione, pertanto, di questo Ambito è stata quella di elevare la qualità
dei servizi sociali e socio-sanitari offerti, al fine di rallentare questo processo di degrado dovuto
all’invecchiamento della popolazione. Ne consegue che a questo segmento della popolazione è stata
destinata una quota consistente delle risorse del Piano Sociale e la progettazione di servizi atti a
soddisfare una domanda crescente e qualitativamente diversificata. I servizi, quindi, sono stati
improntati a fronteggiare i problemi connessi all’invecchiamento e quindi alla progressiva diminuzione
nel tempo del livello di autosufficienza e all’insorgenza di fenomeni invalidanti progressivamente più
acuti, ma sono stati affiancati anche quegli interventi di animazione, di laboratorio e di sana
aggregazione, finalizzati al mantenimento di condizioni di salute e di benessere psico-fisico, affettivo
e relazionale, fattori questi che contribuiscono molto migliorare la qualità della vita.
Piano Sociale di Zona 2014-2016 – Ambito Appennino Dauno Settentrionale
Pagina 34
1.2 La dotazione infrastrutturale di servizi sociali, socio educativi e sociosanitari
Riportiamo di seguito delle tabelle riassuntive, divise per aree, dei servizi, delle infrastrutture sociali,
sanitarie e sociosanitari, delle strutture residenziali e semiresidenziali, sia pubbliche sia private, che
attualmente operano ed interagiscono con i Comuni dell’Ambito Territoriale Appennino Dauno
Settentrionale. Si precisa che le strutture e i servizi sotto indicati, sono iscritti nel registro regionale ed
autorizzati al funzionamento, così come rilevato dal catalogo telematico del sito Regionale- Sistema
Puglia-.
1.2.1 La mappa delle strutture e dei servizi pubblici e privati autorizzati al funzionamento
Si indicano, di seguito, gli elenchi delle strutture e dei servizi di cui sopra specificandone la titolarità,
la denominazione della sede, l’indirizzo ed i servizi erogati. È importante sottolineare che le
informazioni riportate sono attualizzate al 2013.
ENTE
Casa Gen. Pia Società
Torinese di San Giuseppe Opera San Giuseppe
Casa Gen. Pia Società
Torinese di San Giuseppe Opera San Giuseppe
Casa Gen. Pia Società
Torinese di San Giuseppe Opera San Giuseppe
Mondonuovo
Nome struttura
CENTRO SOCIO
EDUCATIVO DIURNO
MURIALDO
COMUNITÀ EDUCATIVA
CASA FAMIGLIA
MURIALDO
COMUNITÀ EDUCATIVA
PADRE ANGELO CUOMO
STRUTTURE PER MINORI
Località
Via
Lucera
Via G. Bruno n.3
Tipologia struttura
Centro Socio Educativo Diurno (art. 52 Reg. R.
n.4/2007)
Lucera
Via Indipendenza n.3
Comunità Educativa (art.48 Reg. R. n.4/2007)
Lucera
Piazza Murialdo n.1
Comunità Educativa (art.48 Reg. R. n.4/2007)
COMUNITA EDUCATIVA
NAUTILUS
IL PERGOLATO
Lucera
Via Fiorelli n. 16
Comunità Educativa (art.48 Reg. R. n.4/2007
Lucera
Comunità Familiare (art.47 Reg. R. n.4/2007)
Fondazione Siniscalco Ceci
Emmaus
IL SENTIERO
Lucera
Fondazione Siniscalco Ceci
Emmaus
LA RUOTA
Lucera
Fondazione Siniscalco Ceci
Emmaus
LA ZATTERA
Lucera
Fondazione Siniscalco Ceci
Emmaus
PASSO DOPO PASSO
Lucera
Fondazione Siniscalco Ceci
Emmaus
UN VOLO
STRAORDINARIO
Lucera
Associazione ACSI Albero
Azzurro
Associazione ACSI Albero
Azzurro
MONDONUOVO
PICCOLI CUCCIOLI
CRESCONO
SERVIZI EDUCATIVI PER
IL TEMPO LIBERO
CENTRO APERTO
MONDONUOVO
PARCO DEI BIMBI
Lucera
Località Vaccarella SS. Foggia-Lucera
km. 4
Località Vaccarella SS. Foggia-Lucera
km. 4
Località Vaccarella SS. Foggia-Lucera
km. 4
Località Vaccarella SS. Foggia-Lucera
km. 4
Località Vaccarella SS. Foggia-Lucera
km. 4
Località Vaccarella SS. Foggia-Lucera
km. 4
viale Augusteo n.4/6
Lucera
viale Augusteo n.4/6
Lucera
Via Fiorelli n. 16
Lucera
via Montesanto n.27
Centro Socio Educativo Diurno (art. 52 Reg. R.
n.4/2007)
Servizi Educativi Per Il Tempo Libero (art.103
Reg. R. n.4/2007)
Centro Aperto Polivalente Per Minori (art.104
Reg. R. n.4/2007)
Micro Nido (art.53 Reg. R. n.4/2007)
IL NIDO DEGLI ANGELI
Lucera
Piazza S.Leonardo,33
Asilo Nido (art.53 Reg. R. n.4/2007
PARCO DEI BIMBI
Lucera
via Montesanto n.27
Sezione Primavera (art.53 Reg. R. n.4/2007)
SEZIONE PRIMAVERA
Lucera
via Raffaello n.s.n
Sezione Primavera (art.53 Reg. R. n.4/2007)
SEZIONE PRIMAVERA
Lucera
via Podgora n.36
Sezione Primavera (art.53 Reg. R. n.4/2007)
ASSISTENZA DOM.RE
EDUCATIVA ADE
Lucera
Via G. Bruno,3
Servizio di educazione familiare per l'infanzia
o servizio per l'infanzia a domicilio (Educatore
familiare) (Art. 101a Reg. R. n.4/2007)
Gruppo appartamento
per gestanti o madri
con figli a carico
COMUNITÀ ESTIA
Lucera
Lucera
Via Fiorelli n. 16
Centro di ascolto per
le famiglie
Lucera
Via Fiorelli n. 16
Fondazione Siniscalco Ceci
Emmaus
Soc. Coop. Sociale sport.
Dilett. s.n.c.
A.S.P. Maria De Peppo
Serena E Tito Pellegrino
Soc. Coop. Sociale sport.
Dilett. s.n.c.
Istituto omprensivo
Bozzini-Fasani
Istituto Comprensivo
Manzoni
Paidòs Cooperativa Sociale
a r.l. Onlus
A.S.P. Maria De Peppo
Serena E Tito Pellegrino
Mondonuovo
Mondonuovo
FAMIGLIE
Piazza S.Leonardo,33
Comunità Familiare (art.47 Reg. R. n.4/2007)
Comunità di Pronta Accoglienza (art.49 Reg.
R. n.4/2007)
Comunità di Pronta Accoglienza (art.49 Reg.
R. n.4/2007)
Gruppo Appartamento (art.51 Reg. R.
n.4/2007))
Centro Socio Educativo Diurno (art. 52 Reg. R.
n.4/2007
Gruppo appartamento per gestanti e madri
con figli (Art.75 Reg. R. n.4/2007)
Comunità alloggio per gestanti e madri con
figli a carico (Art. 74 Reg. R. n.4/2007)
Centro di ascolto per le famiglie e Servizio di
sostegno alla famiglia e alla genitorialità (Art.
93 Reg. R. n.4/2007)
ANZIANI
Piano Sociale di Zona 2014-2016 – Ambito Appennino Dauno Settentrionale
Pagina 35
Consorzio Opus
SERVIZIO DI
ASSISTENZA
DOMICILIARE ANZIANI
CASA DI RIPOSO “MARIA
DE PEPPO SERENA”
ANZIANINSIEME
Lucera
piazza Ruggiero
Bonghi n.14
Servizio Di Assistenza Domiciliare (art.87 Reg.
R. n.4/2007)
Lucera
Piazza S.Leonardo,33
Casa di riposo (art.65 Reg. R. n.4/2007)
Lucera
Piazza S.Leonardo,33
SERVIZIO DI
ASSISTENZA
DOMICILIARE ANZIANI
Lucera
Via G. Bruno,3
Centro sociale polivalente per anziani
(art.87 Reg. R. n.4/2007)
Servizio Di Assistenza Domiciliare (art.87 Reg.
R. n.4/2007)
Soc. Coop. Fratello Sole
Casa per la vita
Biccari
piazzale dei Caduti
n.C.S.
Comune Di Alberona
VILLA ROSA
Alberona
VIA GIACOMO STRIZZI
A.S.P. Maria De Peppo
Serena E Tito Pellegrino
Società Cooperativa Sociale
AGAPE
R.S.S.A. Dott. Michele
Darco
A scuola di vita
Lucera
Piazza S.Leonardo,33
Lucera
Villaggio Don Bosco
Località Vaccarella
n.1
Consorzio Opus
R.S.S.A. MARIA SS.
DELLA SERRITELLA
CE.DI.M. Centro Diurno
Mondo Nuovo
Centro sociale
polivalente per
diversamente abili
Volturino
piazza Ruggiero
Bonghi n.14
v.le dell'Artigianato
n.snc
Via G. Bruno, 3
A.S.P. Maria De Peppo
Serena E Tito Pellegrino
Casa Rifugio per donne
vittime di violenza
Lucera
ANTIVIOLENZA
Piazza S.Leonardo,33
A.S.P. Maria De Peppo
Serena E Tito Pellegrino
Casa rifugio per
persone vittime di
tratta
Centro antiviolenza
Lucera
Piazza S.Leonardo,33
Lucera
Piazza S.Leonardo,33
A.S.P. Maria De Peppo
Serena E Tito Pellegrino
A.S.P. Maria De Peppo
Serena E Tito Pellegrino
Paidòs Cooperativa Sociale
a r.l. Onlus
DISABILI
A.P.S. Mondo Nuovo
A.P.S. “I diversabili”
A.S.P. Maria De Peppo
Serena E Tito Pellegrino
Lucera
LUCERA
Casa Famiglia o Casa per la Vita per persone
con problematiche psico-sociali (art.70 Reg.
R. n.4/2007)
Comunita' Socio-Riabilitativa (art.57 Reg. R.
n.4/2007)
Residenza sociosanitaria assistenziale (RSSA)
(art.66 Reg. R. n.4/2007)
Casa Famiglia Per Servizi Formativi Alle
Autonomie Per L'Inserimento Socio-Lavorativo
Di Persone Con Disabilità (art. 60 BIS Reg. R.
n.4/2007)
Residenza sociosanitaria assistenziale (RSSA)
(art.66 Reg. R. n.4/2007)
Centro Diurno Socio-Educativo E Riabilitativo
(art.60 Reg. R. n.4/2007)
Centro sociale polivalente per diversamente
abili
Casa Rifugio per donne vittime di violenza
(art.80 Reg. R. n.4/2007) in corso di richiesta
di autorizzazione
Casa rifugio per persone vittime di tratta
(art.81 Reg. R. n.4/2007) in corso di richiesta
di autorizzazione
Centro antiviolenza (art.107 Reg. R.
n.4/2007) in corso di richiesta di
autorizzazione
Con i finanziamenti rivenienti dai programmi di investimento Asse III P.O. FESR Puglia 2007-2013 la
dotazione infrastrutturale sociale del territorio - Linea 3.2. Azione 3.2.1 “Infrastrutturazione sociale e
sociosanitaria degli Ambiti territoriali” - il territorio si è arricchito di altre strutture.
Dai dati a disposizione si evidenzia una continua crescita delle richieste di autorizzazioni al
funzionamento, segno tangibile della costante attenzione da parte del terzo settore a collaborare con gli
enti pubblici per garantire il benessere della comunità in quasi tutte le categorie .
Il potenziamento della dotazione infrastrutturale ci consente vista disponibilità di risorse economiche
di quest’Ambito di assicurare un’ampia gamma di servizi alla popolazione.
1.2.2 I servizi a titolarità pubblica: punti di forza e di criticità della dotazione attuale.
L’Ambito Territoriale di Lucera, al fine di raggiungere gli obiettivi di servizio indicati nel 2° Piano di
Zona 2010/2012 ha posto in essere una serie di azioni volte alla realizzazione di servizi e prestazioni
destinate alla popolazione residente nei comuni dell’Ambito.
La titolarità degli stessi è a carattere pubblico, gestiti direttamente dall’Ambito o dai Comuni, oppure
affidati a Terzi mediante gara di evidenza pubblica. Non vi sono, invece, servizi convenzionati erogati
da soggetti privati.
Il sistema di offerta dei Servizi del pregresso triennio attivato in quest’Ambito è di seguito descritto in
forma tabellare per ciascuna Area d’Intervento.
AREA AZIONI TRASVERSALI E DI SISTEMA
Punti di Forza:
In tutti i comuni dell’Ambito è stato garantito il Servizio Sociale Professionale ed il Servizio di
Segretariato Sociale di Ambito che hanno rappresentato un opportunità importante per garantire
uniformità e unitarietà delle funzioni di informazione, di orientamento e di presa in carico del
cittadino. Il Servizio Sociale di Ambito ha di fatto operato ad integrazione ed in stretta sinergia con il
Servizi Sociali comunali e con l’Ufficio di Piano.
Piano Sociale di Zona 2014-2016 – Ambito Appennino Dauno Settentrionale
Pagina 36
Il Welfare d’accesso così strutturato ha reso possibile risposte univoche e non frammentate, facilitando
il processo di integrazione socio-sanitaria predisponendo così azioni mirate volte all’accoglienza,
all’ascolto, alla decodifica dei bisogni sociali ed al soddisfacimento della domanda da parte
dell’utenza.
L’attivazione del servizio ha reso possibile un efficace e appropriato front-office che ha agevolato una
decodifica della domanda in merito alle opportunità dei servizi e degli interventi offerti dalla rete
locale, dai servizi sociali e sanitari di natura domiciliare, residenziale e semiresidenziale, a gestione
integrata e compartecipata.
L’Unità di Valutazione Multidimensionale (UVM) ha operato in sinergia con il Servizio Sociale
Professionale per tutti gli interventi ad integrazione socio sanitaria.
Punti di Criticità:
Un punto di criticità è rappresentato dalla precarietà del Servizio Sociale Professionale Comunale ed i
problemi di rispetto dei vincoli di spesa del personale che hanno indotto l’Ambito a regolamentare ed
organizzare il Servizio Sociale Professionale mediante individuazione, a seguito di procedura ad
evidenza pubblica, di una agenzia di lavoro interinale per garantire le emergenze. Inoltre, sempre a
seguito di apposita regolamentazione, il Servizio di Segretariato Sociale – PUA è stato affidato,
sempre a seguito di procedura ad evidenza pubblica, ad una cooperativa.
In tutti i Comuni è comunque garantito il funzionamento di uno Sportello front-office e la presenza di
una Assistente Sociale.
Altre criticità da segnalare sono l’insufficiente ricorso a momenti di confronto operativo al fine di
uniformare meglio la modalità degli interventi per difficoltà a rimborsare le spese di trasferta alle
assistenti Sociali, nonchè la mancanza di acquisizione di tutti i dati relativi alle richieste di aiuto, a
causa della mancanza di una banca dati unica di ambito, per cui la rappresentazione del lavoro svolto e
l’analisi del bisogno è indicata per difetto e non in tutta le sue articolazioni. Questo problema è in
corso di soluzione perché è stato attivato un software di gestione dati al quale afferiranno tutte le
informazioni utili proveniente dagli sportelli frontoffice e backoffice dei Servizi Sociali Professionali e
Segretariato sociale; mentre le riunioni operative e di coordinamento con tutte le assistenti sociali
saranno calendarizzate come da regolamento ufficio di piano e le spese di trasferta saranno
riconosciute.
AREA RESPONSABILITA’ FAMILIARI
Punti di forza:
Nelle politiche di intervento sociale quest’Ambito riconosce un ruolo fondamentale alla famiglia quale
risorsa nella formazione e nella cura della persona, nella promozione del benessere e nel
perseguimento della coesione sociale. La famiglia, quindi, essendo un fulcro indispensabile nella
società è stata sostenuta con una molteplicità di interventi tesi a valorizzare le risorse in campo, non
solo con forme strettamente economiche, ma anche con progetti personalizzati di crescita e di
responsabilizzazione della famiglia stessa.
Punti di criticità:
Considerato che i bisogni delle famiglie risultano essere sempre più complessi e diversificati a causa
dei processi di trasformazione sociale e culturale in atto, quali l’invecchiamento della popolazione, la
diminuzione della natalità, aumento della conflittualità della coppia, delle famiglie monogenitoriali,
monoparentali e delle famiglie allargate, nonché il diverso ruolo assunto dalla donna in seno alla
coppia, spesso gli interventi effettuati sono risultati scollegati tra di loro e non organici ad una visione
di insieme del problema. In pratica si è operato più con una logica di emergenza e non attivando anche
un’azione che tenesse in considerazione la prevenzione al fine di sostenere la coppia, il nucleo
familiare a strutturare una più adeguata identità genitoriale, finalizzata ad una scelta consapevole e
responsabile della maternità e della paternità; inoltre non si è risposto adeguatamente alla sempre più
rilevante richiesta di interventi domiciliari e di sostegno nello svolgimento dei compiti di cura,
esigenza fortemente sentita a causa dei ritmi e degli orari di lavoro che coinvolgono entrambi i coniugi
e della insufficienza e scarsa flessibilità dei servizi pubblici offerti, oltre che ad un elevato costo di
questi ultimi. Occorre porre in essere un centro ascolto e un servizio ascolto più attento alle nuove
Piano Sociale di Zona 2014-2016 – Ambito Appennino Dauno Settentrionale
Pagina 37
esigenze che si profilano nell’ambito della famiglia di oggi e creare i presupposti per la
sperimentazione di progetti integrati tesi a favorire l’organizzazione dei servizi pubblici e privati, i
servizi di mobilità, le opportunità di fruizione degli spazi e dei luoghi culturali, sportivi, ludici, etc., in
modo da sostenere indirettamente l’accesso all’occupazione e ad accrescere la partecipazione
sostenibile e l’avanzamento delle donne nell’occupazione.
AREA MINORI
Punti di forza:
Quest’Ambito nel corso degli ultimi due trienni ed in particolare nell’anno 2013 ha attivato anche con
l’ausilio del privato sociale una serie di servizi e strutture che hanno consentito di dare risposte
adeguate alle esigenze dei minori a rischio evolutivo, riducendo al minimo le istituzionalizzazioni e
garantendo la loro permanenza all’interno del nucleo familiare di appartenenza.
L’attivazione del Servizio di Educativa domiciliare ha effettivamente permesso di sostenere il processo
di integrazione delle famiglie e dei minori nel contesto sociale in cui vivono, in un’ottica di
empowerment tesa a valorizzare le risorse presenti in ogni membro del nucleo nella ricerca delle
modalità di superamento delle difficoltà.
Solo nei casi più conclamati, appartenenti a nuclei multiproblematici, si è ricorsi ai servizi dei Centri
Socio Educativi Diurni ( art. 52 r.r.n.4/2007) presenti sul territorio per scongiurare il rischio di
allontanamento e favorire il mantenimento del minore nel proprio nucleo familiare.
Il ricovero presso comunità educative o familiari ( artt. 48 e 47 r.r. 4/2007) è stato ridotto a pochissimi
casi ed il più delle volte per precisa prescrizione del Tribunale dei Minorenni.
Si registra, inoltre, nell’ambito del volontariato, un incremento delle attività ricreative e di
socializzazione per il tempo libero dei minori, che valorizzano gli stessi supportandoli anche nelle
attività scolastiche.
In seguito all’A.D. n.1425/2012, con il quale la Regione Puglia ha approvato l’Avviso Pubblico rivolto
ai nuclei familiari per la domanda di “Buoni di Conciliazione” per l’accesso ai servizi per l’infanzia e
l’adolescenza, n.2 strutture hanno aderito al programma, sottoscrivendo un apposito programma di
servizio con l’ufficio di Piano, nella fattispecie si tratta di:
1) Parco dei Bimbi - Nel Paese delle Meraviglie
Asilo Nido (art. 53 del Reg. Reg. n.4/2007) con ricettività pari a 7 posti e Sezione Primavera con
ricettività pari a 10 posti.
2) Associazione Albero Azzurro "Piccoli Cuccioli Crescono"
Centro Socio Educativo Diurno (art.52 Reg. Reg. n.4/2007) con ricettività pari a 15 posti per un
totale di numero 32 posti utente.
Con riferimento alle Sezioni Primavera, risultano accreditate:
1) I.C. "Bozzini Fasani" di Lucera - 20 posti
2) I.C. "A. Manzoni" di Lucera - 20 posti
3) Parco dei Bimbi - Nel Paese delle Meraviglie - 10 posti
I servizi dell'A.S. 2013/2014 non sono ancora partiti a causa del mancato accredito delle risorse della
sperimentazione.
Punti di criticità:
Mancanza di un raccordo più puntuale con i servizi sanitari, nella fattispecie coni consultori familiari
del territorio, soprattutto per i casi provenienti da famiglie multiproblematiche, sulle quali
intervengono più servizi e spesso accadono conflitti di competenza, per cui sarebbe opportuno rivedere
i protocolli operativi e puntualizzare meglio i comuni impegni nella redazione sottoscrizione di
progetti di sostegno alle famiglie in difficoltà.
Altro problema emergente sono i minori della fascia dei minori 14/17 anni, che espulsi dalla scuola
dell’obbligo con scarsissime competenze culturali sono a grave rischio evolutivo, senza la possibilità
da parte dei servizi di poter intervenire sul piano della prevenzione perché risulta difficile intercettarli,
se non quando commettono dei reati. È necessario stabilire un raccordo con le scuole prima che questi
vengano espulsi ed avviarli in centri diurni specifici ed avviarli a corsi di formazione.
Piano Sociale di Zona 2014-2016 – Ambito Appennino Dauno Settentrionale
Pagina 38
Manca, infine, di un’azione più incisiva, strutturata nel tempo e sul piano organizzativo, di piano di
sensibilizzazione alla cultura dell’affido come buona prassi per ridurre la permanenza dei minori nelle
strutture, per contrastare il ricorso alle comunità educative o familiari, per rafforzare la dimensione
familiare degli interventi e anche per ridurre la spesa sostenuta per il pagamento delle rette.
AREA ANZIANI
Punti di forza:
L’attivazione del Servizio di Assistenza Domiciliare sociale ha prodotto nel corso degli anni una
decisa inversione di tendenza a favore della permanenza del soggetto non autosufficiente nel proprio
contesto di vita (familiare e sociale) rispetto alla istituzionalizzazione. Inoltre, nei centri più popolosi
dell’ambito sempre si attivano da parte del privato sociale e pubblico iniziative per il tempo libero
degli anziani, con attività teatrali, ballo, bricolage, escursioni religiose e culturali.
Il ruolo della famiglia nella cura e gestione delle persone anziane è sicuramente una risorsa
inestimabile per il sostegno di percorsi di presa in carico a domicilio della persona non autosufficiente,
ma questa va ulteriormente supportata.
Punti di criticità:
Nonostante la programmazione e attuazione di interventi che favoriscono la domiciliarità, si registra
ancora un notevole ricorso alle “badanti” e , seppur residuale, alle strutture residenziali, per cui va
implementato e riqualificato soprattutto il Servizio di Assistenza Domiciliare Integrata per gli anziani
gravemente non autosufficienti.
C’e invece da consolidare l’intervento dell’Unità di Valutazione Multidimensionale riguardo la
strutturazione di Piani di Intervento Personalizzati che garantiscano la massima integrazione sociale e
sanitaria rispetto all’avvio della rete dei servizi. Occorre, altresì, potenziare e qualificare la rete dei
centri diurni quale luogo di socializzazione, di mantenimento delle autonomie e delle capacità
funzionali.
Altro punto di criticità è rappresentato dalla scarsa presenza di luoghi di aggregazione, spazi verdi, di
servizi diversificati che non rendono l’anziano protagonista e soggetto attivo nella vita sociale e non ne
favoriscono l’autonomia e la valorizzazione. A tal proposito è opportuno incrementare ed intensificare
azioni che mirano a valorizzare e a coinvolgere le Associazioni di Volontariato che operano nel
settore.
AREA DISABILITA’
Punti di forza:
La presenza di numerose strutture private del territorio che hanno richiesto l’autorizzazione al
funzionamento per servizi di supporto ai disabili.
È stata erogata giornalmente l’assistenza domiciliare a n. 10 disabili e, solo nel Comune di Lucera, il
trasporto sociale presso centri educativi - riabilitativi pubblici e privati, il cui obiettivo principale è
quello di consentire la frequenza dei centri educativi - riabilitativi diurni della ASL, al fine di
contenere l’impegno di cura della famiglia.
La presenza del centro diurno per disabili privato che finora ha funzionato informalmente, assistendo
12 disabili medio gravi riveste particolare importanza in quanto offre al disabile opportunità
socializzanti e ricreative. Comunque una struttura del privato sociale sul territorio sta avviando le
procedure per essere autorizzato come Centro sociale polivalente per diversamente abili ai sensi
dell’art. 105 del r.r. n. 4/2007.
La cooperativa “Silvana” che ha accolto 30 disabili medio gravi in attività di laboratorio della
lavorazione della creta e del vetro o legno.
È pienamente in funzione Servizio di integrazione scolastica con l’obiettivo di contribuire a rimuovere
gli ostacoli che impediscono la piena fruizione del diritto allo studio al diversamente abile.
Sono attive e rodate le procedure per la liquidazione delle spese per l’abbattimento delle barriere
architettoniche nelle abitazioni private.
Un supporto altrettanto importante è stato garantito anche attraverso l’erogazione del contributo
economico Assegno di Cura, misura questa che ha contribuito a sostenere i percorsi di presa in carico
della persona disabile. È in corso di definizione la liquidazione delle competenze relative
Piano Sociale di Zona 2014-2016 – Ambito Appennino Dauno Settentrionale
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all’Assistenza Indiretta Personalizzata, bloccata a causa di problemi nella definizione di alcuni ricorsi
da parte dell’UVM che non consentiva l’approvazione della graduatoria definitiva.
Punti di criticità:
Emerge un approccio alla problematica in modo frammentario e diversificato, non pienamente
rispettosa della unicità della persona disabile che necessita, invece, di interventi integrati e
complementari, finalizzati al raggiungimento dell’autonomia possibile e ad una sana integrazione col
contesto socio-ambientale. Al fine di rendere le prestazioni di carattere sanitario e socio-assistenziale
più efficaci, è importante avviare percorsi atti a consolidare ed implementare l’intervento dell’Unità di
Valutazione Multidimensionale riguardo la strutturazione di Piani di Intervento Personalizzati.
Elemento critico, inoltre, è la mancanza di una mappa delle disabilità da cui poter evincere sia la
consistenza sia le diverse patologie al fine di poter attuare interventi più qualificati e mirati.
Si ravvisa la necessità di istituire un Servizio di Educativa Domiciliare con figure di Educatori che
possano garantire ai molti disabili giovani un’offerta di servizi nell’area del tempo libero e dello sport,
per favorire la loro inclusione sociale. Si registra una carenza del dato quantitativo e qualitativo della
disabilità. A tal proposito è opportuno incrementare ed intensificare azioni che mirano a valorizzare e a
coinvolgere le Associazioni di Volontariato che operano nel settore. Risulta altrettanto importante
diffondere la cultura della partecipazione e della collaborazione dei medici di base, fondamentali ai
fini della conoscenza della situazione esistenziale dell’anziano. Occorre, altresì, potenziare e
qualificare la rete dei centri diurni quale luogo di socializzazione, di mantenimento delle autonomie e
delle capacità funzionali.
AREA DIPENDENZE
Punti di criticità: il servizio di prevenzione delle dipendenze non è mai decollato per i motivi espressi
in premessa ed è urgente e necessario attivarlo per arginare il dilagare delle vecchie e nuove
dipendenze.
AREA SALUTE MENTALE
Punti di forza:
La presenza sul territorio di un Centro di Salute Mentale e di una consistente rete di strutture
residenziali e semiresidenziali (per lo più private) ben distribuite nel territorio ha favorito, nel tempo,
una diversa visione della patologia mentale sviluppando una maggiore sensibilità e conoscenza della
stessa. Negli anni di attuazione del Piano, in collaborazione con i Centri di Salute mentale, sono stati
attivati i tirocini lavorativi e/o formativi finalizzati all’inclusione sociale e lavorativa.
L’integrazione socio-lavorativa ha permesso ai soggetti con disabilità mentale di acquisire competenze
culturali ed esperienziali da interiorizzare e fruttare una volta conclusa l’esperienza del tirocinio.
Nell’ambito delle salute mentale si è registrata un’integrazione tra i servizi sanitari, nella funzione di
diagnosi, cura e trattamento del malato mentale, e i servizi sociali nella funzione di integrazione e
riabilitazione sociale.
Punti di criticità:
Le problematiche legate alla salute mentale sono in costante aumento ed hanno una derivazione
diversa (disturbi alimentari, disturbi d’ansia, dell’umore, della personalità) che si riflettono sulla vita
sociale e familiare dei soggetti. Sulla famiglia ricade il compito di cura del soggetto e ciò comporta un
certo squilibrio nelle relazioni e nella gestione della quotidianità.
Le problematiche delle persone con disabilità mentale richiedono, quindi, interventi più puntuali a
favore dei loro nuclei familiari, implementando interventi domiciliari per la presa in carico nel loro
contesto di vita. Si ravvisa la necessità di interventi atti a favorire processi di socializzazione e di
integrazione nella comunità.
AREA CONTRASTO ALLA POVERTA’
Punti di forza:
Piano Sociale di Zona 2014-2016 – Ambito Appennino Dauno Settentrionale
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Il Servizio Sociale Professionale ha svolto e continua svolgere un grande lavoro di orientamento e
supporto, per cui l’aiuto economico è risultato un’opportunità per i Servizi di intercettare i bisogni e di
formulare progetti in base alla capacità di empowerment insita in ogni richiedente.
L’attivazione di forme di sostegno economico diretto e immediato, finalizzate a far fronte a situazioni
di criticità, quindi, sono state affiancate da interventi di inclusione sociale, quali tirocini formativi e
borse lavoro, che hanno favorito il reinserimento sociale e lavorativo del soggetto svantaggiato o
quantomeno hanno rinforzato la speranza nella ricerca di un’exit strategy dal disagio..
Punti di criticità:
Gli interventi che favoriscono l’inclusione sociale dei soggetti svantaggiati devono essere attuati
mediante l’integrazione e la sinergia tra politiche per lo sviluppo, l’occupazione e politiche sociali.
Occorre, pertanto, che i soggetti coinvolti alla programmazione di tali interventi superino i singoli
interessi al fine di porre in essere azioni comuni e condivise capaci di affrontare le cause che generano
disagio.
Mancanza di momenti di incontro nell’ambito di centri di ascolto per favorire la nascità di gruppi di
auto-aiuto e di solidarietà tra i componenti del gruppo.
AREA IMMIGRATI
Punti di forza:
Lo Sportello ascolto per l’orientamento e l’accompagnamento dei cittadini stranieri immigrati
nell’accesso ai servizi socio-sanitari del territorio è stato garantito sul territorio dal privato sociale, in
collaborazione con il Servizio Segretariato Sociale del comune capofila di Lucera.
La dislocazione dello Sportello informativo e di accoglienza per gli immigrati nel Comune capofila
garantisce a tutti i cittadini stranieri la possibilità di avere un punto di riferimento al quale rivolgersi.
Punti di criticità:
Manca uno sportello d’ascolto d’ambito per l’orientamento e l’accompagnamento dei cittadini stranieri
immigrati nell’accesso ai servizi socio-sanitari del territorio.
Nonostante la presenza di una comunità cospicua di stranieri stanziali di 1344 unità si evidenziano,
ancora, fenomeni di ghettizzazione spesso causa sia di una chiusura da parte delle comunità di migranti
nella nostra cerchia e sia causa di un ancora forte percezione della diversità, della estraneità alla
società che lo accoglie.
AREA CONTRASTO ALLA VIOLENZA
Punti di forza:
Sul territorio sono in procinto di autorizzazione una Casa Rifugio per donne vittime di violenza (art.80
Reg. R. n.4/2007), una Casa rifugio per persone vittime di tratta (art.81 Reg. R. n.4/2007) e Centro
antiviolenza (art.107 Reg. R. n.4/2007). Strutture con le quali quest’Ambito intende convenzionarsi
per la programmazione futura di interventi integrati volti a contrastare il fenomeno della violenza su
donne e minori.
Punti di criticità:
Si rileva la carenza sia di attività mirate alla formazione e all’aggiornamento degli operatori chiamati
ad intervenire nei casi specifici, e sia all’implementazione di campagne di sensibilizzazione e di
informazione più efficaci rivolti alla cittadinanza.
1.3 L’attuazione del sistema degli obiettivi di servizio per il welfare territoriale tra il 2010 e il
2013
La strutturazione della strategia complessiva di programmazione indicata nel Piano Regionale
Politiche Sociali (2009-2011) imperniata sulla definizione di una serie di obiettivi di servizio verso cui
tendere, ha rappresentato una novità importante per il II ciclo di programmazione.
L’individuazione di valori target per gli obiettivi di servizio ha permesso all’Ambito Territoriale di
Lucera di impostare, per il triennio 2010/2012, una programmazione più equilibrata e ragionata.
Di fatto, il percorso di costruzione del sistema locale di welfare ha investito molto sulla
predisposizione di una struttura organizzativa che, mediante la gestione associata dei servizi, ha potuto
rispondere nel modo più adeguato, alle esigenze della collettività.
Piano Sociale di Zona 2014-2016 – Ambito Appennino Dauno Settentrionale
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Pertanto l’approccio che ha caratterizzato il Piano Sociale di Zona ( 2o Triennio) è stato quello di
realizzare azioni ed interventi di interazione e di integrazione con tutti gli attori sociali, pubblici e
privati, a cui è stato chiesto, ciascuno per la propria parte, in virtù del proprio ruolo, delle specifiche
competenze attribuite dalla legge, di divenire corresponsabili, co-protagonisti e compartecipi
nell’attuazione di una gestione nuova dei servizi sociali.
Esso ha rappresentato uno strumento di programmazione, di continuità e innovazione capace di dare
garanzie e opportunità di sviluppo al sistema di welfare, con una razionalizzazione ed ottimizzazione
delle risorse.
In conformità alle Linee Guida per l’aggiornamento dei Piani Sociali di Zona 2010-2013 (D.G.R. n.
2155/2012) ed in base alle risorse finanziarie aggiuntive rispetto a quanto previsto con del. G.R. n.
1875/2009 si è proceduto da un lato, a dare continuità ai servizi considerati essenziali in virtù degli
obiettivi di servizio già individuati nella programmazione regionale e territoriale 2010-2012, e
dall’altro ad avviare forme innovative e sperimentali di sostegno economico e progetti di inclusione
sociolavorativa per soggetti in condizione di particolare fragilità economica.
Di seguito viene esposta una breve analisi dei singoli servizi ed interventi effettuati nel periodo
2010-2013.
RESPONSABILITÀ FAMILIARI E MINORI.
Il Sistema Integrato di Interventi e Servizi Sociali ha riconosciuto e sostenuto il ruolo della famiglia
come risorsa nella formazione e nella cura della persona, nella promozione del benessere e nel
perseguimento della coesione sociale.
La famiglia, in genere, ha infatti la necessità di vedere riconosciuto e sostenuto il suo impegno nella
crescita e nella formazione delle nuove generazioni. L’obiettivo fondamentale è stato quello di
valorizzare e sostenere i molteplici compiti che le famiglie svolgono, sia nei momenti critici di disagio
sia nello sviluppo della vita quotidiana.
Ciascuno degli sportelli front-office presenti in tutti i comuni dell’Ambito ha attivato, in assenza di
servizi specifici, informalmente il Servizio Ascolto fornendo supporto, soprattutto alle famiglie più
problematiche dando loro, aiuto economico, informazioni in ordine ai servizi, le risorse e le
opportunità istituzionali e informali che il territorio offriva a minori e famiglie. È mancata un’obiettiva
quantificazione dei dati statistici perché gli interventi di ascolto sono stati informali e non classificati
come Ascolto, bensì come interventi del Servizio Sociale Professionale. Si è inoltre intervenuti solo
sulle emergenze e non si è inciso molto sulla prevenzione al fine di sostenere la coppia, il nucleo
familiare a strutturare una più adeguata identità genitoriale, finalizzata ad una scelta consapevole e
responsabile della maternità e della paternità.
Sono stati programmati e attivati interventi quali:
Potenziamento delle forme di sostegno economico alla domanda di servizi per la prima infanzia
con lo scopo di:
- sostenere le famiglie nelle responsabilità e negli impegni di cura qualora si trovino ad affrontare
situazione di particolare carico assistenziale e di disagio socio-economico al fine di favorire
l’incontro tra domanda e offerta di servizi per la prima infanzia.
Potenziamento e consolidamento rete Centri aperti polivalenti minori con lo scopo di:
- rispondere al bisogno educativo socio-relazionale del minore attraverso l’offerta di servizi volti
alla prevenzione primaria ed alla promozione di servizi/attività di tipo ricreativo-culturale
finalizzati all’impiego positivo del tempo libero;
- facilitare i percorsi di integrazione sociale per i “minori a rischio”.
Contributo rette per strutture semiresidenziali e residenziali per minori affidati dal T.M. con lo
scopo di:
- assicurare al minore un ambiente di vita migliore;
- prevenire situazioni di rischio, di marginalità e di abbandono;
- stimolare la famiglia del minore ad un reale cambiamento di vita.
Contributo rette minori stranieri non accompagnati affidati dalle forze dell’Ordine con lo scopo
di accogliere il minore straniero predisponendo un “progetto educativo individualizzato”.
Piano Sociale di Zona 2014-2016 – Ambito Appennino Dauno Settentrionale
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Consolidamento e potenziamento rete servizi di educativa domiciliare (ADE) con lo scopo di:
- sostenere la famiglia nell’assunzione del proprio ruolo educativo attraverso processi di
responsabilizzazione rivolti al mantenimento del minore nella propria famiglia ed evitare, o ridurre,
il conseguente rischio di allontanamento;
- costituire una rete di legami tra nucleo familiare ed ambiente favorendo il processo d’integrazione
della famiglia e del minore nel contesto sociale e nel gruppo dei pari.
Progetti individualizzati per l’assistenza di minori disabili con lo scopo di:
- favorire l’integrazione sociale del minore;
- implementare l’offerta dei servizi domiciliari, supportando la gestione della quotidianità;
- alleviare il lavoro di cura delle famiglie di appartenenza del minore con disabilità;
supportare e valorizzare le responsabilità familiari.
Progetti individualizzati- Piani di intervento in favore di minori affidati dal Tribunale per i
minorenni ai Servizi Sociali comunali con lo scopo di:
- sostenere la famiglia nell’assunzione del proprio ruolo educativo attraverso processi di
responsabilizzazione finalizzati al mantenimento del minore nella proprio nucleo familiare ed
evitare, o ridurre, il conseguente rischio di allontanamento;
Nel corso del 2013 sono pervenute sulla piattaforma informatica della Regione 32 richieste “buoni di
servizio per minori” per asilo nido.
Prima dote (contributo regionale): domande presentate 155, di queste 36 domande non accolte per
mancanza di requisiti, 119 sono stati i beneficiari.
AREA PERSONE ANZIANE
L’offerta dei servizi in questa area ha privilegiato gli interventi domiciliari piuttosto che il ricorso al
ricovero nelle strutture, garantendo agli anziani soli o non autosufficienti la permanenza nel loro
domicilio, laddove le condizioni sanitarie, sociali, abitative e di solidarietà lo hanno consentito.
Elemento di forza di questo servizio è il riconoscimento della centralità dell’utente e della sua
famiglia, l’omogeneità del servizio in tutti i comuni dell’Ambito, l’opportunità di accesso alla rete dei
Servizi socio-sanitari, con particolare riguardo ai casi caratterizzati da gravi condizioni di salute e
presenza di debole rete familiare.
Il servizio di assistenza domiciliare socio-assistenziale per anziani e disabili è un servizio rivolto a
persone parzialmente non autosufficienti che richiedono interventi di cura e di igiene della persona, di
aiuto nella gestione della propria abitazione, di sostegno psicologico.
Le domande pervenute per l’assistenza domiciliare per anziani sono 200, di queste 42 domande non
sono state accolte in quanto la domanda non rispondeva ai requisiti richiesti. Gli utenti assistiti
giornalmente sono 158 e complessivamente sono stati assistiti circa 200 anziani. Le ore impiegate per
questo servizio nell’anno 2012 sono state 28.659, le settimane di servizio sono 52.
Il servizio SAD è relativo alle sole prestazioni sociali ed era già presente, all’avvio del primo PdZ
nella maggior parte dei comuni ed è stato da loro gestito fino al settembre 2007; da questa data in poi
esso è passato a completa gestione di Ambito territoriale. Le risorse messe a disposizione sono state
consistenti e si è posta una attenzione particolare al potenziamento ed alla qualità del servizio. Il
servizio è richiesto dalla popolazione anziana più indigente. A tal proposito sono stati programmati e
attivati interventi quali:
Potenziamento e qualificazione del Servizio di Assistenza Domiciliare Sociale (SAD) con lo scopo
di:
- contrastare l’isolamento e l’emarginazione sociale dei soggetti anziani non autosufficienti e/o
parzialmente autosufficienti;
- di mantenere gli anziani nel proprio ambiente di vita evitando per quanto possibile
l’istituzionalizzazione;
- di sostenere e valorizzare la famiglia nel lavoro di cura.
Centro sociale polivalente: solo i comuni di Lucera e di Pietramontecorvino hanno uno spazio o
destinano delle risorse per attività di socializzazione dedicata agli anziani con la presenza di personale
Piano Sociale di Zona 2014-2016 – Ambito Appennino Dauno Settentrionale
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qualificato nel campo dell’animazione al fine di consentire una efficace e diversificata strutturazione
delle attività.
Pronto intervento sociale: Il servizio ha riguardato prevalentemente l’emergenza caldo, coordinato
dall’ambito territoriale con il supporto dei servizi sociali, delle associazioni di volontariato e di
protezione civile dei singoli comuni. La gestione delle altre emergenze è stata assolta invece dal
servizio sociale professionale dei singoli comuni.
Potenziamento Centri Sociali polivalenti per anziani con lo scopo di:
- garantire la cura e la tutela della persona anziana priva o carente del supporto familiare, in un
ambiente di vita sano, prevenendo nel contempo situazioni di rischio,di marginalità e di
abbandono.
Erogazione contributi rette per strutture residenziali: finalizzate a garantire la cura e la tutela della
persona anziana priva o carente del supporto familiare, in un ambiente di vita sano, prevenendo nel
contempo situazioni di rischio di marginalità e abbandono.
AREA PERSONE CON DISABILITA’
La tutela sociale e l’integrazione dei disabili ha rappresentato una delle priorità strategiche del
Secondo Piano di Zona. Si è posta particolare attenzione a quei servizi finalizzati alla promozione del
benessere dei cittadini disabili e della loro integrazione sociale. Nonostante gli interventi realizzati si
evidenzia ancora una certa fragilità del sistema di cure domiciliari, sia a carattere sociale che a
carattere sanitario, una carenza nei servizi di sollievo e di supporto alle famiglie.
Sono stati programmati e attivati interventi quali:
Potenziamento e qualificazione del Servizio Assistenza Domiciliare (SAD) disabili con lo scopo di:
- favorire la permanenza, nell’ambito familiare, dei soggetti in condizioni di ridotta autosufficienza,
temporanea o permanente;
- di contribuire ad assicurare un Servizio di assistenza domiciliare, di cura e sostegno, atto a
contrastare l’isolamento e l’emarginazione sociale delle persone disabili;
- di sostenere e valorizzare la famiglia nel lavoro di cura e di potenziare la rete dei servizi
domiciliari.
Centro socio-educativo per disabili: il servizio è stato attivato solo nel comune di Lucera in una
struttura che non ha i requisiti strutturali previsti dal regolamento 4/2007. Il Centro è frequentato da
più di dieci disabili medio gravi, con grande sollievo delle famiglie che collaborano nel supportare il
personale preposto;
Borse lavoro per circa 30 disabili con loro impiego presso la cooperativa “Silvana” in attività di
produzione di gadget artigianali in terracotta, in vetro o legno;
Implementazione Contributo economico Assegno di cura.
L’assegno di cura, approvato dalla Giunta Regionale, quale primo strumento mirato di contrasto alle
situazioni di povertà connesse alla presenza di fragilità per non autosufficienza e disabilità grave che
richiedono onerosi carichi di cura ai rispettivi nuclei familiari. L’Assegno di cura, lungi dall’essere un
mero sussidio economico, è stato uno strumento utile a fronteggiare quelle situazioni di difficoltà
economica e di eccessivi carichi di cura che, se non supportati, rischiano di produrre ricoveri impropri
in strutture sanitarie o sociali residenziali, ovvero di negare condizioni di vita migliori e nel proprio
contesto familiare e sociale alle persone non autosufficienti, perché non conciliabili con la
organizzazione e le risorse di cura presenti nella stessa famiglia.
Assegno di cura (contributi regionali): rientrano in questa categoria gli interventi programmati dagli
ambiti territoriali per l’erogazione di prestazioni economiche a supporto di percorsi di cura domiciliare
per care giver o figure sostitutive. Sono in corso di liquidazione 85 assegni di cura e 30 AIP, per un
totale di 115 beneficiari.
Potenziamento servizi per l’integrazione scolastica di minori con disabilità con lo scopo di:
contribuire a rimuovere gli ostacoli che impediscono la piena fruizione del diritto allo studio.
Il servizio integrazione scolastica è stato affidato il servizio ad una cooperativa tramite procedura di
avviso pubblico, che ha assicurato il servizio per l’anno scolastico 2012 per una spesa di € 56.751,58;
gli utenti sono stati n. 156.
Contributo per il trasporto disabili con lo scopo di:
Piano Sociale di Zona 2014-2016 – Ambito Appennino Dauno Settentrionale
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-
consentire la frequenza dei Centri educativi - riabilitativi diurni della ASL, al fine di contenere
l’impegno di cura della famiglia, di evitare ricoveri a carattere residenziale dovuto alla mancanza
di mezzo di trasporto,
- mantenere i rapporti e la relazione del disabile con la famiglia
- garantire la possibilità di frequentare un centro educativo-riabilitativo diurno che consenta di
superare l’isolamento e l’emarginazione dei disabili nonché di espletare attività occupazionali utili
e piacevoli.
Contributo per abbattimento delle barriere architettoniche con lo scopo di:
facilitare l’accessibilità, l'adattabilità dell’edificio privato del soggetto con disabilità
rimuovendone le barriere architettoniche e di favorire la qualità della vita delle persone
diversamente abili.
Promozione rete strutture residenziali per persone senza il supporto familiare “ Dopo di Noi”
con lo scopo di:
- accogliere persone con disabilità grave, senza il supporto familiare, per le quali non è
configurabile la permanenza presso il proprio domicilio.
Progetti individualizzati per l’assistenza di persone con disabilità con lo scopo di:
- favorire l’integrazione sociale della persona con disabilità;
- implementare l’offerta dei servizi domiciliari, supportando la gestione della quotidianità;
- alleviare il lavoro di cura delle famiglie di appartenenza del soggetto con disabilità;
È stata appaltata, tramite bando pubblico, l’attuazione il progetto “Gestio et Salus on line”, finanziato
nell’ambito P.O. FESR PUGLIA 2007-2013 Asse III “Inclusione Sociale e Servizi per La Qualità della
Vita e L’attrattività territoriale.” – Linea 3.2 “Programma di interventi per l’infrastrutturazione sociale
e sociosanitaria territoriale”. Questo progetto si pone l’obiettivo, attraverso prestazioni informatiche
che si intendono porre in essere, di ottimizzare la gestione organizzativa dei servizi attivati dal piano
di zona in corso di espletamento, fornendo anche un accesso facilitato ai servizi e un sistema di
sicurezza attraverso forme sperimentali ed innovative di assistenza a distanza, al fine di garantire
standards assistenziali che aiutino a colmare il gap tra servizio richiesto e servizio offerto, tra centro e
periferia, migliorando la qualità assistenziale e incidendo anche sulle cause dello spopolamento dei
piccoli centri montani; il software di gestione che sta alla base della funzionalità di questo progetto,
impareggiabile nel suo genere, in quanto racchiude in un unico programma tutti i passaggi necessari,
da quello contabile e burocratico, alla gestione dei servizi e banche dati, secondo i criteri richiesti dalla
Regione per la codifica dei bisogni, degli interventi effettuati e della rendicontazione spesa, nonchè il
controllo sanitario a distanza utenti a rischio. L’alta automatizzazione dei processi di interscambio dei
dati utili e la facilità di immediata fruizione degli stessi, genera effetti positivi all’interno dei singoli
interventi, in quanto, rafforzandosi vicendevolmente, sviluppano positivi effetti moltiplicatori.
AREA DIPENDENZE
L’Ambito pur avendo individuato quali dovessero essere le azioni preventive rivolte alla fascia
giovanile della popolazione finalizzate alla conoscenza delle conseguenze dell’uso di sostanze
stupefacenti, da alcol, videodipendenze e ludopatie, nonché alla conoscenza dei servizi presenti sul
territorio per affrontare adeguatamente il problema e/o il disagio, spesso causa delle dipendenze, non
ha mai posto in essere i servizi per tutta una serie di difficoltà che hanno caratterizzato i piani di zona
dell’Ambito Appennino Dauno Settentrionale.
Comunque perché l’azione di prevenzione sia efficace è necessario che si basi, da un lato sul lavoro
sistematico e programmato nel tempo e dall’altro su un’azione di sensibilizzazione del territorio e di
coordinamento tra tutte le realtà associative che, a vario titolo, si muovono nell’ambito della
prevenzione. Bisogno prioritario dell’utenza risulta il reinserimento sociale e lavorativo. La maggior
parte dei soggetti, con storie di dipendenze, infatti, risulta disoccupata, fuori dai circuiti lavorativi e, di
conseguenza, vive una situazione di lenta e progressiva emarginazione da tutti i contesti.
SALUTE MENTALE
I servizi in questa area sono stati avviati e finalizzati per potenziare la rete dei servizi domiciliari ed
interventi che favorissero la socializzazione e l’integrazione sociale dei soggetti con patologie mentali.
Gli interventi a favore delle persone con disabilità psichica sono stati realizzati nel contesto ordinario
Piano Sociale di Zona 2014-2016 – Ambito Appennino Dauno Settentrionale
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di vita ed in collaborazione con il CIM dell’ASL. La programmazione ha attuato interventi mirati ad
un effettivo inserimento sociale e lavorativo dei pazienti psichiatrici. Un buon risultato raggiunto è
stato il superamento della settorialità dell’intervento con una discreta integrazione tra i servizi sociali e
sanitari, per cui è stato possibile realizzare inserimenti presso aziende locali.
E’ invece necessario potenziare, in quanto risulta una carenza riscontrata in questa prima fase, la presa
in carico sulla base di criteri di tempestività, promozione e sviluppo delle potenzialità di vita,
garantendo un sostegno concreto per i nuclei familiari di riferimento.
Sono stati programmati e attivati interventi quali:
- Progetti personalizzati finalizzati all’integrazione sociale che promuovono l’inclusone sociale
attraverso inserimenti lavorativi e/o percorsi formativi.
- Servizio borse lavoro curativo nell’ambito del progetto “Nuovi Orizzonti”, attivato di concerto con
l’ASL – Servizio di Igiene Mentale da circa 4 anni, che occupa in tutto l’Ambito 100 disagiati in
attività di pubblica utilità.
AREA INCLUSIONE SOCIALE DEI SOGGETTI SVANTAGGIATI
L’esclusione sociale è un fenomeno multidimensionale che va valutato, analizzato e affrontato
necessariamente con una logica che miri a realizzare interventi con azioni integrate tra politiche socioeconomiche (casa, lavoro, assistenza). Il fenomeno dell’esclusione sociale, sempre più incalzante nel
nostro territorio, non può solo attribuirsi ad un’ assenza di reddito, ma anche a problematiche
esistenziali come l’essere un ex detenuto, un ex tossicodipendente, un immigrato, un senza tetto, un
disoccupato.
Relativamente al primo triennio, la programmazione degli interventi ha seguito strategie mirate
all’integrazione di quei soggetti esclusi dal sistema produttivo e che, non avendo altrimenti, un
adeguato posizionamento economico, restano nella condizione di povertà assoluta o relativa. Sono
state coinvolte le imprese presenti sul territorio dell’Ambito,attraverso il Centro per l’Impiego
consentendo di attuare dei percorsi formativi per un determinato periodo di tempo.
Nel secondo triennio la programmazione degli interventi ha seguito strategie dirette all’integrazione di
quei soggetti esclusi dal sistema produttivo e che di fatto, restano nella condizione di povertà assoluta
o relativa.
Sono stati programmati e attivati interventi di:
Sostegno economico: Contributi sociali per l’integrazione del reddito con l’obiettivo di:
- contrastare i fenomeni di grave disagio economico al fine di prevenire situazioni di marginalità di
esclusione sociale;
- contribuire, con forniture di generi alimentari, al soddisfacimento di bisogni primari in favore di
persone e/o nuclei familiari in condizione di povertà;
- contribuire, con forme di sostegno economico aggiuntivo al reddito discontinuo per lavori precari e
flessibili;
- soddisfare i bisogni primari ed indifferibili, a favore di persone e/o nuclei familiari in condizione di
povertà;
- garantire un miglioramento della qualità della vita a nuclei familiari in difficoltà socio-economica;
- favorire l’inclusione sociale, attraverso inserimenti lavorativi per le persone in stato di disagio e di
povertà per il miglioramento della qualità della vita.
Sostegno economico: reddito minimo di inserimento con l’obiettivo di:
- consentire il mantenimento ed il potenziamento delle capacità individuali di soggetti in condizione
di fragilità socio-economico-lavorativa, connesse a precari stati di salute e a difficoltà di
inserimenti lavorativi;
- sostenere economicamente il nucleo per il periodo nel quale uno o più dei componenti si impegna a
concorrere ad un progetto di inserimento socio-lavorativo (tirocini e/o lavori di pubblica utilità);
- garantire un miglioramento della qualità della vita a nuclei familiari in difficoltà socio-economica.
AREA IMMIGRAZIONE
I destinatari dell’Area Immigrazione sono stati i cittadini stranieri residenti temporaneamente presenti
nei Comuni dell’Ambito Territoriale Sociale di Lucera. Bisogna potenziare quei servizi specialistici
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capaci di soddisfare i bisogni secondari quali (mediazione linguistica, alfabetizzazione, formazione
lavoro,) che di fatto, se trascurati non consentono una vera integrazione e non tutelano la loro identità.
Per il triennio 2010/2012 sono stati programmati e realizzati interventi quali:
Servizi integrazione immigrati : Solo nel comune di Lucera vi è uno sportello che cura
informalmente l’integrazione degli extracomunitari e neocomunitari, in collegamento con
l’associazione “Integrimi”, mentre tale servizio negli altri Comuni è svolto dal Servizio Sociale
Professionale.
L’Ambito territoriale inoltre ha aderito a tutti i progetti coordinati dalla Provincia di Foggia.
AREA AZIONI DI SISTEMA
Il Servizio Sociale Professionale e il Segretariato Sociale sono considerati una delle priorità strategiche
per il welfare di accesso, in quanto garantiscono uniformità ed unitarietà alle funzioni di informazione,
orientamento e presa in carico dell’utente da parte del sistema dei servizi sociali. Per questo si stanno
attivando procedure per il potenziamento di tali Per favorire l’integrazione socio-sanitaria è stata
attivata l’Equipe Multidisciplinare per la Valutazione Multidimensionale (UVM). L’obiettivo
prioritario è stato quello di leggere le esigenze di pazienti con bisogni sanitari e sociali complessi,
regolare l’accesso al sistema della rete territoriale di servizi sanitari e socio-sanitari di natura
domiciliare, semiresidenziale e residenziale a gestione integrata.
Sono stati programmati e realizzati interventi quali:
Consolidamento e potenziamento Servizio Sociale Professionale con obiettivo di:
- potenziare il Servizio Sociale Professionale a valenza di ambito, nel rispetto degli obiettivi e
finalità di cui alla normativa vigente e di supportare i Servizi Sociali dei Comuni dell’Ambito;
Consolidamento e potenziamento del Servizio di Segretariato Sociale con l’obiettivo di:
- qualificare l’offerta dei servizi socio-assistenziali e socio-sanitari con un servizio strutturato di
informazione/comunicazione, di consulenza ed accompagnamento nei meandri della burocrazia;
- promuovere la partecipazione e la cittadinanza attiva;
- coinvolgere, attraverso strategie operative, i cittadini in condizione di fragilità che sovente a causa
della loro condizione sono poco informati e non fruiscono delle opportunità del Sistema.
Strutturazione, funzionamento e sviluppo UVM con lo scopo di:
- leggere le esigenze di pazienti con bisogni sanitari e sociali complessi;
- regolare l'accesso al sistema della rete territoriale dei servizi sanitari e socio-sanitari di natura
domiciliare, semiresidenziale e residenziale a gestione integrata, qualificandone la spesa.
Informazioni e comunicazioni: questa azione si lega alla precedente in quanto molte delle
informazioni e comunicazioni passano attraverso il sito internet appositamente creato “www.
ambitosocialelucera.it”. Il sito accessibile a tutti gli utenti della rete ha una sezione intranet riservata ai
soli operatori dove, con differenti livelli di accessibilità possono consultare documenti (determine,
verbali, news, bandi ecc) e scaricare tutta la modulistica necessaria alle varie richieste di servizi.
FUNZIONAMENTO UFFICIO DI PIANO
Solo alla fine del 2012, anche su sollecitazione degli Uffici preposti della Regione Puglia si è
provveduto a completare la dotazione dell’Ufficio di Piano con altre due unità: un C3, del comune di
Lucera e un D3 del comune di Celenza e con il supporto tecnico del Gal Meridaunia.
I punti critici emersi, in parte coincidenti con altri ambiti territoriali, hanno riguardato in particolare la
carenza di ore di prestazioni dedicate dal personale interno distaccato all’Ufficio di Piano,
determinata, supportato da poche unità preposte al lavoro di segreteria. Ciò ha determinato una
continua emergenza lavorativa e decisionale. Infine, anche se è un poco migliorata, rimane ancora non
facile la relazione con alcuni uffici dei servizi comunali, relativamente ai rapporti con la Dirigenza del
Comune Capofila.
Sinteticamente, i punti di forza, al momento si possono riscontrare su due aspetti:
- il primo, come già accennato, è stato quello di omogeneizzare di quasi tutti i servizi attivati nel
territorio dell’ambito;
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-
il secondo è relativo alle economie di scala che il sistema della gestione associata ha cominciato a
produrre anche se gli effetti, in particolare in termini di diminuzione dei carichi di lavoro per gli
operatori e di qualità del servizio per gli utenti.
Le criticità emerse nella gestione dei servizi si possono collegare sia a fattori interni ai servizi e
all’ambito che a fattori esterni, tra quelli esterni più critici risulta essere la mancata integrazione con
l’ASL Foggia.
1.3 L’attuazione economico-finanziaria e capacità di cofinanziamento dei Comuni
La scheda di progettazione finanziaria assume particolare importanza in quanto rappresenta lo
strumento attraverso il quale si realizzano concretamente, per l’anno di riferimento, le previsioni
contenute nel PDZ e si definisce la spesa sociale complessiva, sia quella riguardante i servizi e gli
interventi consolidati, sia quella relativa alle nuove progettualità.
In relazione all’annualità di riferimento le macroazioni contenute nel PDZ triennale, suddivise per
azioni di sistema e aree di intervento, sono declinate a livello operativo e, ove necessario,
implementate e adeguate. Dunque le macroazioni definite nel PDZ sono specificate e dettagliate in
singole schede sociali e sociosanitarie, che comprendono la definizione di progetti, programmi e/o
interventi anche raccordati con le altre politiche (famiglia, formazione, lavoro, casa, istruzione,).
Le azioni da realizzare e le risorse destinate allo scopo, trovano coerente rappresentazione nelle schede
di dettaglio.
Il Piano Finanziario prevede inoltre, una rappresentazione delle risorse, suddivisa per fonti di
finanziamento, in modo da consentire il raffronto degli interventi e delle azioni previste con
l’adeguatezza delle risorse disponibili, assicurandone la concreta copertura finanziaria e la conseguente
esecutività.
Il Fondo Unico di Ambito costituisce l’insieme delle fonti di finanziamento previste per l’attuazione
del Piano Sociale di Zona. Alla definizione del Fondo Unico di Ambito, così come previsto dalla
Convenzione per la Gestione Associata concorrono risorse derivanti da diverse fonti. Le risorse
derivanti da trasferimenti dello Stato e della Regione Puglia (FNPS, FNA e FGSA) vengono attribuite
al Comune di Lucera, Capofila, che le iscrive in bilancio in appositi capitoli. Le risorse comunali
destinate alle politiche sociali ed al finanziamento del Piano Sociale di Zona, vengono iscritte nei
bilanci dei Singoli Enti Locali in appositi capitoli per poi confluire nel Fondo Unico di Ambito del
Comune Capofila. Gli interventi ed i servizi di ambito inseriti nel Piano Sociale di Zona saranno gestiti
dal Comune Capofila. Nella progettazione di dettaglio del Piano Sociale di Zona sono predisposte, per
ciascuno degli interventi programmati, delle schede analitiche in cui è indicato il costo totale del
servizio.
Nel trascorso piano di zona, sempre per i motivi descritti in premessa, si è registrata una netta discrasia
tra quanto programmato e quanto realizzato. Difatti, al 31/12/2012 della somma programmata pari ad
€. 10.896.210,65, risultavano impegnati solo € 3.135.594,49 (il 28% ). Di detta somma impegnata sono
stati liquidati € 1.861.536,00 (il 59,4%), quindi le risorse che rimanevano da utilizzare al 31/12/2012
ammontavano a € 7.760.616,16. Vi è da precisare, in aggiunta, che le difficoltà di utilizzare le risorse
programmate non sono solo da addebitare al mal funzionamento dell’Ufficio di Piano per le
motivazione già espresse, ma anche alla mancata sottoscrizione con l’ASL Foggia dell’Accordo di
Programma per l’ADI (Assistenza Domiciliare Integrata) e la PUA (Porta Unica d’Accesso) per la
quale sono rimasti bloccati € 702.277,91 del F.N.A. del 2007/2009 ed € 342.138,88 del F.N.A.
2010/2012 per un totale complessivo di € 1.044.416,70.
La proroga al 31/12/2013 del secondo ciclo di programmazione sociale, approvata dalla Regione
Puglia con delibera n. 2.155 del 23 ottobre 2012, ha consentito a quest’Ambito di guadagnare parte del
tempo perduto, a dimostrazione che il ritardo nell’attuazione degli obiettivi programmati era dovuta
meramente a situazioni di carattere contingenziale. Infatti, dopo la riprogrammazione delle risorse
residue e quelle attribuite per l’anno 2013 lo stato attuale delle risorse alla data del 30/11/2013 è il
seguente: somma programmata € 11.651.971,72; somma impegnata è pari a € 5.089.400,40 della quale
sono state liquidate € 3.120.633,72.
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Per quel che attiene la capacità di cofinanziamento dei comuni associati l’ammontare delle risorse
proprie comunali da destinare alla gestione del III P.D.Z. è stato determinata in base ai criteri di
assegnazione seguiti dalla regione Puglia per il riparto delle risorse ordinarie.
Il Piano Sociale di Zona per il triennio 2010 – 2012, adottato dal Coordinamento Istituzionale con
deliberazione del 19.02.2010 in esecuzione della deliberazione della Giunta Regionale n. 1875 del 13
ottobre 2009, è stato integrato, per assicurare la continuità nel 2013 dei servizi avviati, sulla base delle
linee guida contenute nelle deliberazione di Giunta Regionale n. 2155 del 23.10.2012,con
deliberazione n. 38 del 16/09/2013.
Per quanto riguarda la capacità di cofinanziamento dei Comuni si rilevano grosse difficoltà per i
Comuni a trasferire le risorse per il cofinanziamento al Piano. Infatti, al riguardo si evidenzia che,
nonostante i vari solleciti, diversi Comuni non hanno mai versato alcuna quota di cofinanziamento per
il Piano di zona 2010-2012 e che pochi Comuni hanno versato le quote del 2010-2012 per un importo
complessivo di € 926.733,42.
Ciò comporta gravi ripercussioni anche sulla capacità di erogazione delle risorse da parte
dell’Associazione che, senza i trasferimenti regionali, non sarebbe in grado di far fronte alla
liquidazione delle prestazioni svolte dagli enti gestori dei servizi di Ambito.
L' anno 2012, in particolare, è stato un momento storico caratterizzato da forti cambiamenti che hanno
turbato la convivenza civile. In particolare sono aumentate le difficoltà di carattere socio-economico,
le situazioni di incertezza generale, la crisi del mercato di lavoro, si è registrato un notevole aumento
della fragilità e della povertà diffusa.
Per tali ragioni diverse amministrazioni hanno avuto notevoli difficoltà nel versare le proprie quote di
cofinanziamento del Piano e soprattutto nel garantire il vincolo del mantenimento della spesa sociale
storica.
Nel prospetto predisposto dall’Ufficio di Piano è riportato l’apporto pro-quota di ogni singolo Comune
dell’Ambito territoriale al piano finanziario del PdZ nel suo complesso in termini di risorse proprie
comunali.
Ad oggi i Comuni dell’Ambito di Lucera non hanno ancora versato le proprie quote di
compartecipazione ammontanti per il 2013 ad € 1.624.268,45 complessivi ripartiti secondo il seguente
schema approvato dal Coordinamento Istituzionale in sede di riprogrammazione 2013 con delibera
n.38 del 16/09/2013.
VALORE QUOTA
COFINANZIAMENTO
COMUNE
2013 prevista in
riprogrammazione
ALBERONA
36.713,07
BICCARI
65.120,84
CARLANTINO
16.413,66
CASALNUOVO M.RO
26.912,11
CASALVECCHIO DI P.
62.936,89
CASTELNUOVO
57.625,05
CELENZA V.RE
66.307,05
LUCERA
1.054.906,63
MOTTA M.NO
33.044,04
PIETRAMONTECORVINO
42.311,13
ROSETO VALFORTORE
44.181,13
S. MARCO LA CATOLA
35.759,15
VOLTURARA APPULA
14.713,62
VOLTURINO
67.324,06
1.624.268,45
Piano Sociale di Zona 2014-2016 – Ambito Appennino Dauno Settentrionale
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1.5 BUONE PRATICHE E CANTIERI DI INNOVAZIONE AVVIATI
Parafrasando Eraclito “panta rei” tutto cambia, così come cambia la nostra società, la qualità della vita
e in conformità di ciò mutano le esigenze della gente, per cui al momento che si mettono a regime
interventi di welfare questi risultano essere superati dal cambiamento in atto. Bisognerebbe concepire
il nostro sistema di welfare come un cantiere aperto in grado di dare risposte in modo flessibile e
funzionale ai cambiamenti che si registrano. Quest’Ambito in risposta a queste esigenze sta ponendo in
essere in tutti i settori servizi flessibili adattabili il più possibile a questa realtà che continuamente
cambia e con essa i bisogni della gente. Quest’Ambito, in particolar modo, sta ha puntato
sull’innovazione tecnologica, avvalendosi della connettività sociale delle persone disabili e l’utilizzo di
tecnologie informatiche e ausili dedicati quali ad esempio il telemonitoraggio a distanza, dando in
dotazione a circa 450 anziani e disabili, che ne faranno richiesta, orologi da polso salva vita e una
centralina, predisposta anche per altre applicazioni di telemedicina in esecuzione del progetto
sperimentale “Gestio et salus on line”. Quest’Ambito, inoltre, ha già in dotazione l’applicativo
RESETTAMI che è un database che si interfaccia con il sistema informatico dell’ASL “EDOTTO” al
cui uso le assistenti sociali dell’Ambito sono state già formate per la raccolta, trasmissione,
elaborazione dati e gestione condivisa delle cartelle socio-sanitarie degli utenti. Altresì, ciascun
operatore sarà dotato di un budge elettronico per la rilevazione informatica delle erogazioni prestate
attraverso la centralina del sistema di monitoraggio data in dotazione nelle abitazioni di ciascuno dei
450 anziani beneficiari del servizio monitoraggio a distanza. Questo sistema consente di avere un
monitoraggio in tempo reale dei servizi che risultano essere più rispondenti alle esigenze dell’utenza e
da annoverare come buone prassi.
Pertanto nel rispetto degli obiettivi di servizio del Piano Regionale delle Politiche Sociali 2009-2011,
l’Ambito Territoriale di Lucera ha programmato il secondo Piano Sociale di Zona per priorità
strategiche di intervento identificandole in macro aree di seguito, singolarmente, dettagliate.
Si sottolinea inoltre, che grazie alle attività di monitoraggio e di valutazione sui servizi e sulle
prestazioni erogate nel triennio 2010-2012, si è potuto verificare la soddisfazione dell’utenza riguardo
alle attività poste in essere dall’Ambito.
L’analisi dei risultati raggiunti ha permesso a quest’ultimo di identificare buone prassi dalle quali
partire per l’elaborazione di progetti che saranno realizzati nel corso del Terzo Piano Sociale di Zona.
Area famiglia e i minori
L’Ambito riconosce e sostiene il ruolo della famiglia come risorsa nella formazione e nella cura della
persona, nella promozione del benessere e nel perseguimento della coesione sociale.
La famiglia, in genere, ha infatti la necessità di vedere riconosciuto e sostenuto il suo impegno nella
crescita e nella formazione delle nuove generazioni. L’obiettivo fondamentale è stato quello di
valorizzare e sostenere i molteplici compiti che le famiglie svolgono, sia nei momenti critici di disagio
sia nello sviluppo della vita quotidiana.
Partendo da questo presupposto l’Ambito Territoriale di Lucera ha posto in essere azioni volte alla
realizzazione di servizi e prestazioni sia per i minori che per le loro famiglie, con lo scopo di
valorizzare il ruolo genitoriale sostenendoli nella cura e nell’educazione dei propri figli.
Di fronte a tale processo di cambiamento, ed in ragione del fatto che alle Amministrazioni Comunali è
conferito un compito di primaria responsabilità nel perseguimento del benessere delle comunità
amministrate, diventa ineludibile considerare sempre più la famiglia come “cuore” della società, come
soggetto primario da salvaguardare perché più di altri si prende cura della tutela della vita della
persona.
A conferma di ciò riportiamo un elenco dei servizi realizzati o in fase di attivazione:
- Servizio Di Educativa Domiciliare
L’Ambito Territoriale ha inteso attivare questo servizio mediante procedura ad evidenza pubblica.
Il Servizio ADE, vista la particolarità del nostro Ambito costituito da 14 comuni, tredici dei quali
sono collocati in realtà montane dal difficile accesso viario e caratterizzati da una bassa
popolazione minorile, si è dimostrato un efficace e flessibile Servizio per il contenimento dei
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ricovero di minori a rischio e per il supporto educativo alle famiglie in crisi. Quest’Ambito che al
suo interno conta 21.292 famiglie ( Lucera da sola conta 12.504 famiglie circa il 59% del
complessivo) già assiste n. 38 nuclei familiari per n. 51 minori per 4.768 ore erogate annualmente
in 40 settimane di servizio ed è ampiamente al di sopra dell’obiettivo regionale che per il corrente
triennio 2013/2015 per quest’ambito è fissato in numero di 21 le unità da assistere.
Prima Dote Per I Nuovi Nati
Il contributo Prima Dote è rivolto ai nuclei familiari, in situazione di disagio economico e
concessivi carichi di cura, che hanno assunto la scelta responsabile di accogliere una nuova vita ed
ha lo scopo di concorrere a rimuovere le difficoltà, anche di natura economica, connesse alla
presenza di un minore molto piccolo in famiglia. Esso si propone, altresì, come intervento atto a
favorire la conciliazione dei tempi di vita e di lavoro delle famiglie permettendo la rimozione degli
ostacoli che giovani donne con figli potrebbero incontrare all’ingresso e alla permanenza nel
mondo del lavoro.
Le risorse assegnate dalla Regione Puglia hanno consentito all’Ufficio di Piano, previa istruttoria
delle 155 domande pervenute, di erogare il sostegno economico a 119 beneficiari mentre 36 sono
state le domande non accolte per mancanza di requisiti. Inoltre, nell’anno 2012, grazie ad un
ulteriore dotazione finanziaria, l’ Ambito Territoriale ha proceduto ad assegnare il sostegno
economico ad ulteriori beneficiari mediante lo scorrimento della graduatoria definitiva degli aventi
diritto.
Contributo Rette Strutture Semiresidenziali e Residenziali Per Minori Residenti o Minori Stranieri
Non Accompagnati
Per quanto riguarda le strutture semiresidenziali e residenziali, un altro dato che spicca è
rappresentato dalla spesa che i comuni annualmente sostengono per gli Interventi indifferibili
relativa alle rette per ricovero di minori, di stranieri non accompagnati e di residenti, presso
strutture residenziali e semiresidenziali affidati con provvedimenti del Tribunale per i Minorenni.
I dati sono stati monitorati dall’Ufficio di Piano previa rendicontazione dei Comuni dell’Ambito
Territoriale di Lucera, quantificando unitariamente la spesa per i minori di cui sopra, previa
approvazione da parte del Coordinamento istituzionale di apposito Regolamento ed indicazioni di
direttive in merito.
L’azione di monitoraggio mette in evidenza i costi elevati che gli stessi affrontano soprattutto per
quanto riguarda il pagamento delle rette per le strutture residenziali per i minori residenti e per i
minori stranieri non accompagnati.
Tale situazione trova riscontro nell’indagine effettuata sul numero di minori inseriti nelle strutture
a carattere semiresidenziale e residenziale e sul numero di minori seguiti dai Servizi Sociali negli
anni 2010/2013.
Pertanto, sulla base del lavoro svolto nel secondo triennio e sulla base dei risultati raggiunti,
l’Ambito Territoriale intende potenziare i servizi su indicati al fine di sostenere il ruolo della
famiglia nell’educazione dei figli, nella gestione delle dinamiche familiari ed extrafamiliari e
soprattutto al fine di ridurre l’istituzionalizzazione dei minori. L’importanza socio-educativa di
ridurre l’inserimento del minore nelle strutture trova riscontro nella nuova programmazione che
mira alla promozione ed al consolidamento dei percorsi di affidamento familiare.
Area persone anziane
Dai dati rilevati nel precedente triennio, inerenti la popolazione anziana e nello specifico gli anziani
non autosufficienti, si evince che l’aumento della domanda di prestazioni sociali domiciliari ha subito,
dal 2010 al 2013, un discreto incremento.
Quest’Ambito nel decorso triennio ha assistito con il SAD in media circa 140 anziani al giorno
erogando 73.720 ore ( costo orario € 14,00 ) per un costo complessivo di € 1.032.098,88 con un media
di circa 2 ore a settimana per anziani.
Il servizio è stato affidato ad un Consorzio di cooperative mediante procedura ad evidenza pubblica.
Esaminando le domande pervenute è emerso che la maggior parte degli assistiti vivono da soli e sono
prevalentemente di sesso femminile. La fascia di età che rileva la maggior parte di utenti è compresa
tra gli 80 e gli 87 anni seguita da quella relativa ai 68-70 anni. In media gli accessi settimanali
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ammontano a 2 per ogni beneficiario e gli interventi previsti riguardano essenzialmente l’igiene e la
cura dell’ambiente domestico e l’igiene della persona. Tra i fruitori del servizio, solo un numero
esiguo hanno richiesto interventi mirati alla socializzazione sebbene, da quanto rilevato nel
monitoraggio effettuato dalle Assistenti Sociali del Servizio Sociale Professionale, la maggior parte di
loro ha manifestato l’esigenza di trascorrere più tempo con le operatrici.
Tutti i beneficiari del Servizio di Assistenza Domiciliare Sociale usufruiscono gratuitamente del
servizio.
Pertanto, sulla base del lavoro svolto nel secondo triennio e sulla base dei risultati raggiunti, l’Ambito
Territoriale ha inteso potenziare, per il terzo triennio, i servizi domiciliari puntando l’attenzione sul
concetto di integrazione socio-sanitaria e sul concetto di responsabilità condivisa.
Quest’Ambito ha già in dotazione l’applicativo RESETTAMI che è un database che si interfaccia con
il sistema informatico dell’ASL “EDOTTO” al cui uso le assistenti sociali dell’Ambito sono state già
formate per la raccolta, trasmissione, elaborazione dati e gestione condivisa delle cartelle sociosanitarie degli utenti. Altresì, ciascun operatore sarà dotato di un budge elettronico per la rilevazione
informatica delle erogazioni prestate attraverso la centralina del sistema di monitoraggio data in
dotazione nelle abitazioni di ciascuno dei 450 anziani beneficiari del servizio monitoraggio a distanza.
Quest’Ambito infatti intende sempre più avvalersi della connettività sociale delle persone disabili e
l’utilizzo di tecnologie informatiche e ausili dedicati quali ad esempio il telemonitoraggio a distanza,
dando in dotazione a circa 450 anziani, che ne faranno richiesta, orologi da polso salva vita e una
centralina, predisposta anche per altre applicazioni di telemedicina in esecuzione del progetto
sperimentale “Gestio et salus on line”.
Area persone disabili
I servizi rivolti alle persone disabili si propongono quali strumenti di aiuto ad integrazione delle
capacità personali e come ausilio alle famiglie impegnate nell’attività di cura ed assistenza. Sono volti
a favorire l’inserimento nella scuola, nella formazione professionale e nel mondo del lavoro; garantire
una rete di sostegno alla famiglia del disabile al fine di favorire la permanenza presso il proprio
domicilio, anche attraverso la collaborazione con il volontariato; offrire l’opportunità di accedere a
servizi che possano aiutare la rete parentale nella cura del familiare diversamente abile.
Per quanto concerne l’area della disabilità, inerente sia i disabili minori che adulti, l’Ambito
Territoriale ha inteso attivare per il triennio 2010/2012 una serie di servizi e prestazioni destinate a
supportare la persona disabile e la sua famiglia attraverso servizi domiciliari o erogazione di contributi
economici e sia attraverso la dotazione di Centri sociali polivalenti finalizzati al raggiungimento
dell’autonomia del disabile e ad una sana integrazione dello stesso nel contesto socio-ambientale.
Così come esplicitato per i servizi rivolti agli anziani, il numero degli effettivi fruitori delle prestazioni
sociali domiciliari a favore dei disabili, nel corso del triennio, risulta esiguo, anche perché ancora non
si è attivata l’assistenza domiciliare integrata.
Per quanto riguarda il Servizio di Assistenza Domiciliare, esaminando le domande pervenute nel corso
del triennio, è emerso che la maggior parte degli assistiti vivono con i propri familiari e che la richiesta
di assistenza domiciliare registra, solo per il 2013, un lieve incremento della richiesta di Assistenza
domiciliare.
- Servizio di Integrazione Scolastica
Al fine di contribuire alla rimozione di ostacoli che impediscono la piena fruizione del diritto allo
studio, l’Ambito Territoriale sulla base di quando programmato nel Piano Sociale di Zona
2010/2012 e di concerto con il Servizio di Integrazione Scolastica del Distretto Socio-Sanitario di
Lucera, ha attivato dal 2011 il Servizio d’ Integrazione Scolastica per gli alunni disabili fino alla
scuola media inferiore, quali l’assistenza specialistica scolastica ed extrascolastica, (da intendersi
quale servizio aggiuntivo e non sostitutivo rispetto all’assistenza di base ed all’assistenza didattica
di sostegno educativo di competenza delle istituzioni scolastiche). Quest’ultimo aggiudicato
mediante gara ad evidenza pubblica, viene tuttora garantito. Quest’Ambito nel corso del passato
triennio ha assistito 146 minori disabili con il servizio per l’integrazione scolastica ed
extrascolastica.
- Abbattimento delle Barriere Architettoniche degli Edifici Privati
Piano Sociale di Zona 2014-2016 – Ambito Appennino Dauno Settentrionale
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Tra i diversi interventi programmati e realizzati nel corso del triennio 2010/2012 ritroviamo
l’erogazione dei contributi economici per interventi di abbattimento delle barriere architettoniche.
Sono stati previsti dei contributi a fondo perduto per la rimozione di barriere che ostacolano le
funzioni di accessibilità e fruibilità degli edifici privati ove risiedono soggetti portatori di
menomazioni e limitazioni funzionali permanenti.
A seguito della pubblicazione di due avvisi pubblici le domande pervenute per i contributi inerenti
gli interventi di cui sopra sono state complessivamente 32 mentre l’importo complessivo dei
contributi erogati agli aventi diritto è stato di € 41.282,23.
ASSEGNO DI CURA
Il contributo economico Assegno di Cura rappresenta uno strumento mirato di contrasto alle
situazioni di povertà connesse alla presenza di fragilità per non autosufficienza e disabilità grave
che richiedono onerosi carichi di cura da parte dei rispettivi nuclei familiari.
Le risorse assegnate dalla Regione Puglia all’Ambito Territoriale per l’erogazione del suddetto
contributo hanno consentito all’Ufficio di Piano, previa istruttoria delle domande pervenute, di
erogare, ad agosto 2012, il sostegno economico a n. 85 beneficiari per complessivi € 111.600,00 su
650 domande inserite sulla piattaforma regionale.
Assistenza Indiretta Personalizzata
Analogamente a quanto indicato per l’ Assegno di Cura, l’Assistenza Indiretta Personalizzata
rappresenta un contributo economico destinato a persone in condizioni di non autosufficienza
gravissima.
L’obiettivo di tale intervento economico è quello di rimuovere, ovvero ridurre, l’incidenza che
vincoli economici ed il disagio derivante dal reddito insufficiente possono esercitare sulla scelta e
sulla capacità del nucleo familiare di prendersi cura della persona in condizioni di fragilità.
Alla scadenza del Bando sono state acquisite dalla Regione Puglia, attraverso la piattaforma
telematica, appositamente predisposta, n. 293 istanze di cittadini richiedenti il suddetto beneficio
economico, residenti in questo Ambito Territoriale. A marzo 2013 l’Ambito Territoriale di Lucera
ha proceduto con l’approvazione della graduatoria degli ammessi al beneficio di cui sopra.
L’Ufficio di Piano non può ancora procedere alla liquidazione del sostegno economico perché da
parte della UVM non sono stati ancora definiti alcuni ricorsi pervenuti da parte di alcuni utenti.
Area inclusione sociale
Gli interventi programmati e realizzati in questa area devono far riflettere sulla nostra Società, su come
il fenomeno dell’esclusione sociale non sia solo causata dall’ assenza di reddito, ma sia legata
essenzialmente alla propria condizione di vita, all’essere, cioè, un ex detenuto, un ex
tossicodipendente, un immigrato, un senza tetto, un disoccupato, uno insomma che vive ai margini
della propria Comunità. Durante questi anni sono stati programmati attivati i seguenti interventi mirati
all’integrazione di questi soggetti esclusi dal sistema produttivo e che restano nella condizione di
povertà assoluta o relativa:
- Borse lavoro e/o tirocini formativi attivati per un determinato periodo di tempo e per diverse
categorie di Persone.
- Sostegno economico per il raggiungimento del minimo vitale, erogato a nuclei familiari numerosi,
giovani coppie, persone singole in situazione di fragilità economica.
- Incentivi per favorire l’inclusione sociale con l’obiettivo di consentire il mantenimento e il
potenziamento delle capacità individuali in soggetti in condizione di fragilità socio - economica
lavorativa, connessa a precari stati di salute e a difficoltà di inserimenti lavorativi..
L’Ambito Territoriale di Lucera, considerando l’incremento della richiesta di interventi monetari da
parte di soggetti in condizione di fragilità economica causata dal basso reddito, ha erogato sia
contributi sociali per l’integrazione al reddito volti all’inclusione sociale e il contrasto alla povertà in
favore di persone singole, giovani coppie e nuclei familiari e sia contributi economici intesi come
sostegno economico a fronte di attività di borse lavoro aventi per oggetto attività di pubblica utilità.
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Area disabilità mentale
L’ambito Territoriale, in linea con quanto programmato nel Piano Sociale di Zona 2010/2012, ha
attivato una serie di servizi e prestazioni volti a supportare sia la persona con disabilità mentale e sia la
sua famiglia attraverso l’erogazione di servizi domiciliari, l’inserimento socio-lavorativo e la
partecipazione a progetti personalizzati intergrati.
Il Servizio borse lavoro curativo nell’ambito del progetto “Nuovi Orizzonti”, attivato di concerto con
l’ASL – Servizio di Igiene Mentale da circa 4 anni, occupa in tutto l’Ambito 100 disagiati in attività di
pubblica utilità.
Tale esperienza ha consentito loro di acquisire competenze culturali ed esperienziali da interiorizzare e
sfruttare una volta conclusa l’esperienza del tirocinio.
Area immigrati
L’Ambito Territoriale di Lucera, al fine di favorire l’integrazione degli immigrati nel contesto sociale
in cui vivono, ha inteso implementare presso il Comune capofila, lo Sportello per l’integrazione
sociosanitaria- culturale, con l’obiettivo di svolgere attività di informazione, di promozione della
cultura, della integrazione, di primo orientamento e accompagnamento dei cittadini stranieri immigrati
nell’accesso alla rete dei servizi.
Area contrasto alla violenza
L’Ambito Territoriale di Lucera in conformità con quanto indicato nelle “Linee guida Regionali sulla
gestione e funzionamento della rete dei servizi per la prevenzione ed il contrasto della violenza di
genere”, con il Regolamento 4/2007, con il Piano di Zona 2010/2012 e con il Piano di Intervento
Locale (PIL) predisposto dalla Provincia di Foggia di concerto con gli Ambiti Territoriali, ha attivato il
Centro Antiviolenza (CAV) di Ambito e l’Equipe multidisciplinare integrata per la prevenzione ed il
contrasto alla violenza su donne e minori in attuazione Protocollo d’Intesa sottoscritto in data
01/02/2013 e della determinazione dirigenziale n.745 del 03/08/2011.
Area Welfare di accesso
Il Welfare d’accesso risulta essere una priorità strategica per l’intero sistema dei servizi integrati che i
Piani di Zona intendono assicurare, perché garantiscono uniformità ed unitarietà alle funzioni di
informazione, orientamento e presa in carico del cittadino/utente da parte del sistema dei servizi sociali
e socio/sanitari. Ciò permette di evitare i rischi di fornire risposte frammentate e dispersive rispetto alla
domanda e ai bisogni, garantendo la realizzazione dell’integrazione socio/sanitaria. Per quanto attiene
al Servizio Sociale Professionale è opportuno precisare che per consolidare la sua organizzazione,
come indicato dalla Legge regionale n. 19/2006 e dal suo regolamento di attuazione deve assicurare il
pieno coordinamento di tutti i servizi di welfare d’accesso – così come previsti nel Regolamento
Regionale n. 4/2007 – e in modo specifico: gli sportelli sociali, il segretariato sociale e le articolazioni
della PUA, nonché la partecipazione continuativa e costante ai lavori della UVM, il raccordo con i
Servizi Socio/Sanitari territoriali, oltre alla collaborazione a tutte le equipe multiprofessionali operative
presso l’Ambito e le strutture distrettuali per l’affido e adozioni, per l’abuso e il maltrattamento, con
gli uffici di Servizio Sociale per i Minorenni del Dipartimento Giustizia Minorile ed il terzo settore. Di
utilità il sito istituzionale dell’Ambito www.ambitosocialelucera.it al fine di informare la cittadinanza
circa tutti gli interventi adottati in tema di politiche sociali nel pieno rispetto della trasparenza
amministrativa.
Una delle priorità che l’Ambito Territoriale ha inteso perseguire, nel triennio scorso, è stato il
raggiungimento degli obiettivi inerenti i Servizi del welfare d’accesso. Ciò è avvenuto attraverso
l’implementazione della Porta Unica di Accesso (PUA) ed il consolidamento dell’Unità di Valutazione
Multidimensionale e del Servizio di Segretariato Sociale e Professionale di Ambito.
Nello specifico:
- i Servizi di Segretariato Sociale e Professionale di Ambito, attivati fin dal primo Piano di Zona,
hanno registrato un notevole e progressivo aumento dell’utenza riconducibile al fatto che presso le
sedi istituite nei vari comuni di competenza è stata garantita la presenza di un Assistente Sociale
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che ha operato ad integrazione ed in stretta sinergia con il Servizio Sociale comunale e con
l’Ufficio di Piano.
La Porta Unica di Accesso (PUA) non è stata formalmente attivata con la sottoscrizione di un
protocollo operativo ma in tutti i Comuni dell’Ambito si è provveduto ad assolvere alle funzioni di
front-office con l’Assistente Sociale garantito dall’Ambito e personale amministrativo comunale.
CAPITOLO II
LE PRIORITA’ STRATEGICHE PER UN WELFARE
LOCALE INCLUSIVO
2.1 LA STRATEGIA DELL’AMBITO TERRITORIALE PER IL CONSOLIDAMENTO DEL
SISTEMA DI WELFARE LOCALE
Lo scenario nel quale si inserisce l’approvazione della nuova programmazione sociale regionale è
caratterizzato da una profonda crisi economica-finanziaria che sta procurando pesanti ricadute sulla
quotidianità di tante famiglie che purtroppo si ritrovano ad affrontare situazioni di grave disagio
economico ed esclusione sociale.
Il Piano Regionale delle Politiche Sociali (2013-2015) ha fissato, per la elaborazione dei Piani Sociali
di Zona, alcuni “principi cardine”, definiti irrinunciabili, ai quali le scelte strategiche e l’intera
programmazione sociale devono ispirarsi.
Questi “principi cardine” si fondano essenzialmente sulla necessità di sostenere e potenziare gli sforzi
di protezione e di promozione sociale delle persone che vivono in condizioni di fragilità, di disagio e di
marginalità, assumendo come finalità strategica la rimozione delle cause che determinano povertà e
rischio di esclusione per quei nuclei familiari e per quelle persone che a causa della carenza di servizi,
in specifiche fasi di vita o in presenza di particolari bisogni, sono esposte ad un alto rischio di povertà.
Pertanto l’obiettivo di questo nuovo piano è rappresentato dal consolidamento di un sistema di servizi
sociali e socio-sanitari proteso al miglioramento della qualità della vita, delle condizioni di benessere e
dell’efficacia degli sforzi di presa in carico delle persone con fragilità e di inclusione sociale dei
soggetti svantaggiati.
Quest’Ambito, paradossalmente e in controtendenza rispetto agli altri ambiti si trova nella condizione
di poter utilizzare ingenti risorse economiche non utilizzate nel precedente triennio per poter attivare
ed incentivare tutti i servizi fissati dalla regione Puglia per il Paino di Zona 2013/2014.
Scopo precipuo di quest’Ambito sarà, dunque, aumentare la loro incisività e percezione sul territorio,
oltreché, allargare la platea degli utenti. Soprattutto si potenzieranno al massimo le prestazioni
domiciliari sociali e integrate e, a corollario di questi, tutti gli altri servizi tesi a migliorare la qualità
della vita dell’assistito e che contribuiranno a mantenerlo nel proprio ambiente.
Tali principi hanno informato, insieme agli altri stabiliti dal PRPS, la presente programmazione sociale
e le scelte con essa effettuate, che hanno tenuto conto, altresì, della necessità di dare continuità, nel
rispetto degli obiettivi regionali, ai servizi avviati con i precedenti PdZ, nel corso di attuazione dei
quali sono stati realizzati buoni livelli di cooperazione e di integrazione.
Gli assi portanti della programmazione sociale della regione Puglia per il triennio 2014-2016 sono
rappresentati da specifiche priorità strategiche quali:
1. sostenere la rete dei servizi per la prima infanzia e la conciliazione dei tempi;
2. contrastare le povertà con percorsi di inclusione attiva;
3. promuovere la cultura dell’accoglienza;
4. sostenere la genitorialità e tutelare i diritti dei minori;
5. promuovere l’integrazione socio-sanitaria e la presa in carico integrata delle non autosufficienze;
6. prevenire e contrastare il maltrattamento e la violenza.
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L’Ambito Territoriale di Lucera ha programmato il nuovo Piano Sociale di Zona cercando, ove
possibile, di assicurare la prosecuzione degli interventi attivati nel corso dell’ultimo triennio che si
sono rivelati efficaci e rispondenti ai bisogni della comunità.
2.1.a I Servizi per la prima infanzia e la conciliazione dei tempi
L’Ambito, come già ribadito, riconosce sempre più la famiglia come perno della società e soggetto
primario da salvaguardare perché più di altri si prende cura della tutela della vita della persona nella
promozione del benessere e nel perseguimento della coesione sociale. In quest’ottica diventa fondante
valorizzare e sostenere i molteplici compiti che le famiglie svolgono, sia nei momenti critici di disagio
sia nello sviluppo della qualità vita quotidiana, dove per qualità della vita non si intende più soltanto il
reddito, bensì anche il tempo, quello dedicato al lavoro, allo studio, il tempo libero e per se stessi. Ma
per favorire questo processo qualitativo, è necessario implementare i servizi alla persona, alleggerendo
i carichi domestici per rendere meno gravose le responsabilità familiari e per innalzare la
partecipazione delle donne al mercato del lavoro, ma soprattutto capire a quali nuove esigenze bisogna
adeguarsi in funzione del notevole cambiamento dei ruoli sulla base del genere all’interno della
famiglia.
Il Piano Regionale delle Politiche Sociali 2009-2011 già prevedeva a tal proposito il miglioramento
nell’accessibilità di servizi educativi per la prima infanzia e altre prestazioni sociali volte a favorire la
conciliazione dei tempi di vita e di lavoro. Con la programmazione 2012-2014 la Regione Puglia ha
inteso dare piena attuazione alle politiche per la prima infanzia e in un primo momento l’attenzione è
stata indirizzata esclusivamente a rafforzare l’infrastrutturazione socio educativa per la prima infanzia,
e giungendo a definire un sistema tariffario di riferimento regionale per rendere omogenee le
condizioni di accesso alla rete dei servizi da parte delle famiglie a parità di fabbisogno e di condizioni
economiche. Pertanto, in seguito all’A.D. della Regione Puglia n. 1425/2012 con il quale è stato
pubblicato l’Avviso Pubblico rivolto ai nuclei familiari per la domanda di Buoni servizio di
conciliazione per l’accesso ai servizi per l’infanzia e l’adolescenza, l’Ambito Territoriale Sociale di
Zona di Lucera si è adoperato per un’attenta attività di sensibilizzazione nei confronti dei potenziali
beneficiari di questa misura, con l’obiettivo di rafforzare l’accesso da parte dei nuclei familiari a
strutture e servizi iscritti al Catalogo dell’Offerta per minori sostenendo in tal modo l’iniziativa privata
che eroga servizi di cura rivolti a soggetti appartenenti alle fasce di prima infanzia, infanzia e
adolescenza.
E’ in corso un’attività di sostegno da parte dell’ufficio di Piano, nei confronti delle strutture che
inoltrano la domanda di autorizzazione al funzionamento, le quali, in un secondo momento, si
iscrivono al catalogo telematico per poter essere selezionate dai nuclei familiari per i buoni servizio di
conciliazione.
Attualmente sono stati sottoscritti n. 2 contratti di servizio con le seguenti strutture: Piccoli Cuccioli
Crescono e Il Parco dei Bimbi, entrambe con sede nel Comune capofila.
Per quanto concerne questo ambito di intervento, gli obiettivi che si intendono raggiungere riguardano
il potenziamento ed il sostegno della rete di strutture e servizi per la prima infanzia, sia pubblica sia
privata e la promozione e la realizzazione di progetti integrati per favorire la conciliazione vita-lavoro.
Il tasso di occupazione femminile provinciale stima la presenza sul territorio dell’Ambito di Lucera di
circa 5.700 donne occupate (oltre 1/3 del totale delle persone occupate nel 2012) e di circa 5.700 le
donne disoccupate per le quali avere accesso a strumenti di conciliazione potrebbe rappresentare un
significativo supporto nella ricerca attiva di lavoro anche nelle forme atipiche, è del tutto evidente che
l’impegno dell’Ambito Territoriale di potenziare i servizi per la prima infanzia deve mirare, altresì, a
favorire la conciliazione dei tempi di vita/cura e dei tempi di lavoro. Avere accesso agli strumenti di
conciliazione, pertanto, potrebbe rappresentare un significativo supporto sia alla donna lavoratrice sia a
quelle che ne sono alla ricerca.
Nel territorio dell’Ambito sono presenti due asili nido (a gestione da parte di soggetti privati o
cooperative sociali) e tre sezioni primavera. A queste si aggiunge 1 ludoteca privata.
Con il Piano di intervento Infanzia si prevede il potenziamento dei posti nido per coprire la capienza
autorizzata, al fine di garantire una maggiore qualità nella fruizione dei servizi, e sostenere i nuclei
familiari, dando loro la possibilità di un’ampia scelta di strutture e servizi, regolarmente autorizzati e
Piano Sociale di Zona 2014-2016 – Ambito Appennino Dauno Settentrionale
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inseriti nel Catalogo regionale, ai quali potersi rivolgere e poter beneficiare di buoni economici
spendibili, previa concorrenza al pagamento delle rette in base alle fasce di reddito.
Alla luce di quanto rilevato, nel rispetto degli obiettivi di servizio indicati nel Piano Regionale delle
Politiche Sociali 2013-2015, l’Ambito Territoriale di Lucera ha programmato per il Terzo Piano
Sociale di Zona interventi mirati, così come esplicitati nelle relative schede di dettaglio, alla
realizzazione di progetti integrati per favorire la conciliazione vita-lavoro e il consolidamento e
l’ampliamento della rete dei servizi socio educativi per la prima infanzia.
L’obiettivo del riequilibrio territoriale dei servizi per la prima infanzia caratterizza anche il Programma
per i Servizi di Cura (PAC Cura) del Piano di Azione e Coesione 2013-2015, avviato e finanziato dal
Ministero delle Politiche Sociali, il Ministero della Salute, il Dipartimento Sviluppo e Coesione
Territoriale di concerto con le regioni, che assegna agli Ambiti Territoriali risorse dedicate quali PAC
Servizi Infanzia. Tali risorse saranno integrate da quelle previste dai Buoni Servizio di Conciliazione
per l’Infanzia e l’adolescenza al fine di favorire l’incontro della domanda-offerta e rendere più
accessibili i servizi educativi per la prima infanzia e le altre prestazioni sociali volte a favorire la
conciliazione dei tempi.
A tal uopo quest’Ambito per rispondere alle necessità sopra evidenziate, intende, per altro, istituire un
Ufficio Tempi e Spazi per creare i presupposti per la sperimentazione di progetti integrati tesi a
favorire l’organizzazione dei servizi pubblici e privati, i servizi di mobilità, le opportunità di fruizione
degli spazi e dei luoghi culturali, sportivi, ludici, etc..
2.1.b Il sostegno della genitorialità e la tutela dei diritti dei minori
L’Ambito intende, come azione primaria per promuovere benessere ed opportunità all’interno della
famiglia e, di riflesso, dell’intera comunità, valorizzare e sostenere le responsabilità familiari e le
capacità genitoriali, con la creazione di opportuni servizi a supporto della relazione genitori-figli e
della tutela dei diritti dei minori anche con l'apporto dei soggetti del Terzo settore.
Con la precedente programmazione sono state poste le basi per costruire intorno alla famiglia un
insieme di interventi volti sia a sostenerla nel ruolo della cura, della formazione, dello sviluppo, della
promozione del benessere delle persone nonché nel supportarla nelle situazioni di crisi che potrebbero
comprometterne la funzione accuditiva ed educativa.
In questa area di programmazione accanto alle misure tese a favorire la conciliazione dei tempi vita
lavoro e la condivisione di responsabilità tra uomini e donne, è stata promossa e sostenuta la creazione
di servizi a supporto delle responsabilità genitoriali, della relazione genitori-figli e della tutela dei
diritti dei minori.
Dall’analisi sullo stato di attuazione e raggiungimento degli obiettivi di servizio, nell’arco del
precedente triennio, questo Ambito Territoriale ha programmato per il Terzo Piano Sociale di Zona
azioni mirate, così come esplicitate nelle relative schede di dettaglio, alla realizzazione di progetti volti
al sostegno della genitorialità, quali i Centri Ascolto per le famiglie, il Servizio Affido e Adozione e il
Servizio di Educativa Domiciliare.
A. Servizi di sostegno alla genitorialità
I Centri di Ascolto per le Famiglie (CAF) e Centri Aperti polivalenti per minori mirano a promuovere i
diritti dell’infanzia e dell’adolescenza e il benessere della famiglia, sostenendo la coppia, il nucleo e
ogni singolo componente.
Questi servizi che in stretta connessione con i servizi socio-sanitari, educativi e territoriali, offrono
spazi di accoglienza, ascolto, condivisione, sostegno e partecipazione attiva, nonchè interventi di
ascolto, orientamento, sostegno specialistico e reinserimento sociale a favore di famiglie - anche
immigrate - minori e adulti.
Le attività sono realizzati con l'ausilio di un team di professionisti specializzati, tra cui: educatori
professionali e animatori socio-culturali, sociologi, psicologi, mediatori familiari e interculturali,
consulenti legali, counselor, assistenti sociali, esperti di orientamento lavorativo. Il Centro opera in
stretto collegamento con i Servizi Sociali Comunali, con il Consultorio Familiare, il Tribunale
Ordinario e per il Tribunale per i Minori, i Servizi di Igiene Mentale, gli istituti scolastici, le Forze dell'
Ordine, il Ministero di Giustizia Area minori e adulti, le parrocchie e le vicarie, le associazioni socio
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culturali, sportive e di volontariato e con molte altre istituzioni presenti sul territorio. Al fine di poter
estendere il Servizio a tutti i comuni dell’Ambito sarà allestita un’equipe itinerante che presterà la
propria azione in opportuni locali messi a disposizione dai comuni, dalle parrocchie vicarie, le
associazioni socio culturali, sportive e di volontariato presenti sul territorio.
Risultati attesi:
- Potenziamento del Centro di Ascolto per le Famiglie;
- Potenziare il lavoro di rete tra i servizi
Azioni da realizzare:
- Massima diffusione in tutti i comuni dell’Ambito;
- Qualificazione e selezione degli operatori e gestione dello spazio neutro di incontro;
- Confronto fra genitori e figli anche in centri polivalenti, garantendo accoglienza e privasy.
B. Potenziamento dell’assistenza domiciliare educativa
L’Ambito ha avviato a luglio 2007 il servizio di educativa domiciliare, svolto da una equipe di
educatori professionali, che allo stato ha in carico 38 nuclei con una valore target di 1,8 assistiti ogni
1000 nuclei familiari.
Il servizio di educativa domiciliare per minori interviene in situazioni familiari difficili per le quali è
indispensabile affiancare al minore e, quando possibile anche ai genitori, un operatore qualificato con
funzioni educative. In tutti i casi seguiti con questo tipo di intervento è stato possibile conoscere
meglio la situazione in termini di reali bisogni del minore e di effettive risorse dei genitori, e
migliorare la relazione con tutto il nucleo familiare.
Nell’anno 2012 il servizio ha avuto in carico n. 38 nuclei familiari per un totale di 51 minori seguiti (in
più di qualche nucleo si sono seguiti due e anche tre minori).
Il servizio trova conferma nella presente programmazione nel rispetto del valore target di 1,8 nucleo
ogni 1000 nuclei familiari e per il quale si intendono aumentare le ore di servizio.
C. Potenziare e qualificare i percorsi di affido familiare e di adozione nazionale ed internazionale.
L’ambito prevede di attivare, anche con i finanziamenti chiesti alla Regione, il Centro per l'affido e la
solidarietà familiare (Casf), per coordinare e promuovere l'affido familiare di bambini e ragazzi in
temporanea difficoltà sul nostro territorio e l’adozione nazionale ed internazionale.
- L'affido familiare consiste nell'accoglienza presso la propria abitazione di un minore che
appartiene ad una famiglia in difficoltà.
- Il bambino o il ragazzo può essere italiano, straniero, portatore di disabilità. L'affido può prevedere
l'accoglienza per alcune ore della giornata o della settimana.
- L’Affido può essere a tempo pieno per una durata breve e definita, in caso di problemi transitori
dei genitori.
- Nei casi più complessi, quando i genitori esprimono forti difficoltà, l'accoglienza è a tempo pieno e
per un periodo prolungato anche di alcuni anni. Durante l'affido il bambino o il ragazzo mantiene
costanti rapporti, d'intesa con i servizi sociali, con la propria famiglia.
- L'affido familiare coinvolge diversi soggetti e permette: ai bambini e ai ragazzi, inseriti in una
famiglia affidataria, scelta in base ai loro bisogni e alla loro situazione, di trovare un ambiente
equilibrato e sereno per la loro crescita; alla famiglia, in temporanea difficoltà, di superare i propri
problemi; alla famiglia affidataria di sperimentare una concreta forma di solidarietà nei confronti di
un bambino o di un ragazzo, mettendo in gioco le proprie risorse individuali e familiari.
La costituzione dell’Equipe Adozione è funzionale ad integrare competenze professionali per
l’espletamento del corretto iter adottivo, con particolare riferimento alla fase pre-adottiva
(espletamento delle indagini psicosociali previste per valutare le attitudini educative e gli altri requisiti
richiesti ai genitori adottanti) ed alla delicata fase del post adozione. L’Equipe Integrata è
l’interlocutore privilegiato del Tribunale per i Minorenni per lo svolgimento dell’indagine
psicosociale, per l’intero iter adottivo e per l’inserimento/adattamento del minore nel nuovo contesto di
vita.
Risultati attesi:
- Recepimento degli indirizzi nazionali e regionali in tema di affido ed adozione;
Piano Sociale di Zona 2014-2016 – Ambito Appennino Dauno Settentrionale
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-
Incremento dei percorsi di affido familiare e riduzione del numero dei minori inseriti nelle
strutture;
- Consolidamento operativo delle equipe integrate;
- Qualificazione della presa in carico e sviluppo delle reti di sostegno.
Azioni da realizzare:
- Iniziative per la promozione della cultura dell’accoglienza;
- Potenziamento delle reti integrate fra istituzioni, servizi pubblici e privati e associazioni di famiglie
affidatarie;
- Divulgare il regolamento unico adottato dall’Ambito per l’affido nel quale sono disciplinati anche
importo e modalità di erogazione del contributo alle famiglie;
- Creazione dell’anagrafe di ambito delle famiglie affidatarie;
- Qualificazione del personale;
- Predisposizione di strumenti di verifica, monitoraggio e valutazione di tutte le fasi, compreso il
post-adozione
D. Qualificazione dell’offerta delle strutture e dei servizi per minori
Il consolidamento della rete dei Centri diurni per minori implementando il numero degli assistiti sia
ricorrendo alle risorse al finanziamento tramite i Buoni servizio di conciliazione per infanzia e
adolescenza sia con risorse dell’Ambito.
Risultati attesi
-
Implementazione numeri minori presso centri diurni e polivalenti ( artt.. 52-104 del reg. n.4/2007).
2.1.c La cultura dell’accoglienza e il contrasto delle marginalità sociali
L’esclusione sociale è un fenomeno multidimensionale che va valutato, analizzato e affrontato
necessariamente con una logica che miri a realizzare interventi con azioni integrate tra politiche socioeconomiche (casa, lavoro, assistenza). Il fenomeno dell’esclusione sociale, sempre più incalzante nel
nostro territorio, non può solo attribuirsi ad un’ assenza di reddito, ma anche a problematiche
esistenziali come l’essere un ex detenuto, un ex tossicodipendente, un immigrato, un senza tetto, un
disoccupato. In quest’ottica la marginalità è l’espressione di una condizione secondo la quale una
persona, all'interno di un contesto socio-economico e relazionale definito, vive i presupposti
dell'esclusione di fronte alla difficoltà di accesso ai canali ed alle risorse per l'integrazione sociale.
Per un intervento efficace é importante non solo conoscere tale realtà, capirne i bisogni e le risorse,
ma stabilire alleanza anche con il privato sociale presente per definire una comune programmazione di
intervento capace di incidere sul problema.
Analizzando il fenomeno delle povertà nel nostro ambito si registra un progressivo impoverimento
delle famiglie le quali su un complessivo di 21.292, ben 6.004 il 28% del totale hanno difficoltà
economiche oltre la terza settimana del mese ( povertà relativa), mentre le famiglie con gravi difficoltà
economiche ( povertà assoluta ) ammontano a 961 unità il 4,5% del totale ( dati rilevati dall’analisi
delle richieste di aiuto pervenute all’Ambito). I bisogni ricorrenti della prima fascia di famiglie sono
riferibili a esclusione sociale e mancanza di qualità della vita a causa delle difficoltà a fare fronte al
pagamento delle utenze, fitto casa, tasse, ecc. per i quali si interviene con il Servizio Sociale
professionale per orientarli ad una exit strategy dal problema; solo nei casi più estremi si interviene, al
fine di non far degenerare la situazione, ma è impensabile affrontare il problema in termini più
esaustivi, vista la vastità della platea sulla quale si interviene. Comunque tale problema si fronteggia al
meglio delle possibilità con interventi economici a famiglie numerose con quattro figli, l’assegno INPS
a famiglie con tre figli, l’assegno di natalità, con il rimborso canone alloggiativo e garantendo ulteriore
supporto con i servizi Buoni di conciliazione per minori, anziani e disabili.
Il grave problema riguarda, invece il restante 4,5% delle famiglie che si trovano in difficoltà a causa
della perdita di lavoro del capofamiglia, sfratto, mancato pagamento delle utenze, tasse, difficoltà
alimentari, a curarsi ecc.
L'azione di contrasto alla povertà si trova a fronteggiare, quindi, da un lato l'aumento dei bisogni e
della domanda di prestazioni e servizi relativi alle problematiche emergenti; dall'altra le difficoltà
generali in merito alle risorse economiche necessarie. Di qui la necessità di ottimizzare il sistema dei
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servizi e delle prestazioni in atto, nonché il perseguimento dei principi di sussidiarietà e di solidarietà,
valorizzando i rapporti con il Terzo Settore e la sostenibilità economica e sociale.
Soprattutto è necessario potenziare l’accesso ai servizi e alle prestazioni, così come il diritto alle
informazioni, come modalità privilegiata che una comunità mette in atto per favorire l’inclusione di
quei componenti che non ne fanno più parte.
L’esclusione sociale è una dimensione che si manifesta attraverso una condizione di svantaggio
generalizzato e la somma di più condizioni di disagio dovute all’inadeguatezza delle risorse e ad un
limitato accesso a diverse importanti dimensioni delle attività umane quali educazione, lavoro,
famiglia, reti informali, consumo di beni e servizi, comunità di riferimento e istituzioni pubbliche, vita
politica, tempo libero e svago.
L’Ambito Territoriale prendendo atto dell’enorme mutamento della realtà sociale e della crescita
complessiva di bisogni scaturiti dall’emergere di nuove e drammatiche situazioni di fragilità e di
esclusione sociale, ha proceduto a stilare una programmazione mirata in tal senso.
Ha ritenuto prioritario, oltre ad altri servizi da affiancare a quest’azione, qualificare e consolidare i
Servizi del welfare d’accesso quale fase fondamentale per garantire uniformità ed unitarietà alle
funzioni di informazione, di orientamento e di presa in carico del cittadino/utente da parte del sistema
dei servizi sociali e sanitari rendendo più accessibile i servizi offerti dalla Porta Unica di Accesso
(PUA) e dall’Unità di Valutazione Multidimensionale, già attivate nel secondo triennio.
Altro aspetto importante è il rafforzamento del Servizio Sociale Professionale di Ambito che dovrà
gradualmente assumere capacità funzionali tali da assicurare il pieno coordinamento di tutti i servizi di
welfare d’accesso, così come previsti nel Regolamento Regionale n. 4/2007, e specificatamente: il
Segretariato Sociale e le articolazioni della PUA, nonché la partecipazione ai lavori dell’UVM di
Ambito. I servizi opereranno in raccordo con il Servizio Sociale Professionale della ASL, con i servizi
territoriali del Distretto Socio-Sanitario, con le Equipe multidisciplinari e con il Servizio Sociale per i
minorenni del Dipartimento di Giustizia Minorile.
La nuova programmazione prevede la presenza in servizio 11 assistenti sociali a tempo pieno per 396
ore settimanali per le attività di front-office e quelle di back-office in tutti i comuni dell’Ambito così
suddivise settimanalmente:
- nei 13 comuni più piccoli 4 giorni alla settimana per 4 ore al giorno per un totale di 208 ore
settimanali;
- nel comune di Lucera 6 giorni alla settimana per 5 ore al giorno per 5 assistenti sociali per un
totale 180 ore settimanali;
Con il sistema adottato da questo Ambito, nonostante i problemi di contenimento della spesa di
personale, è comunque garantita la presenza in ciascun comune, con orari di funzionamento rapportati
alla popolazione residente, del Servizio Sociale professionale, Segretariato Sociale e sportello PUA e
di un punto di accesso presidiato da assistenti sociali.
La presenza in ciascun Comune di un punto di accesso dà continuità alla precedente organizzazione
del servizio e pone a contatto diretto degli utenti di ciascuna comunità un punto di accesso ai servizi
con personale professionalmente qualificato. L’organizzazione dei servizi, esplicitata nel dettaglio
nelle schede di progetto, tiene conto, sia per il servizio sociale professionale che per i punti di accesso
e degli sportelli PUA, della popolazione di ciascun comune, unico parametro appropriato di
valutazione del fabbisogno.
Sulla base di uno specifico regolamento di Ambito, approvato dal Coordinamento Istituzionale, è stato
sottoscritto con la ASL – Distretto Sociosanitario di Lucera il Protocollo d’Intesa per l’attivazione ed il
funzionamento della PUA, composta di 14 sportelli di accesso (uno per ciascun Comune dell’Ambito
ed uno presso il Distretto Sociosanitario) e di una equipe di coordinamento integrato (Ambito/ASL), e
dell’UVM, della quale fanno parte le figure professionali sanitarie indicate dal regolamento regionale
n. 4/2007, e l’assistente sociale di riferimento dell’utente.
Gli organismi che precedono sono stati attivati e la dotazione di assistenti sociali prevista nella
presente programmazione è idonea ad assicurare la continuità e la regolare funzionalità degli
organismi medesimi.
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Nella presente programmazione è stata prevista anche la presenza del Coordinatore del Servizio
Sociale professionale d’Ambito individuato nella figura della Responsabile della funzione di
programmazione e progettazione che presidia ciascuna delle tre aree tematiche individuate dal PRPS.
Quest’Ambito ha una presenza stabile sul territorio di 1.344 unità di stranieri ( 636 M, 708 F), la
maggior parte concentrati nel comune di Lucera n. 843 unità ( 403 M, 440 F ); in più durante l’estate,
per i lavori stagionali, si registra una presenza notevole, che se pur non quantificabile, comunque sono
migliaia, di immigrati che vanno opportunamente monitorati ed aiutati attraverso il potenziamento di
Sportelli per l’integrazione socio-sanitaria-culturale delle persone immigrate.
Quest’Ambito intende consolidare e potenziare le forme di integrazione con i servizi sanitari per
l’acceso integrato alle prestazioni sociosanitarie (attivazione di PUA come descritta nel relativo
paragrafo). Ciò nasce dall’esigenza di fare il punto nel nostro territorio sul Sistema Salute quale diritto
umano universale. Il legame tra diritto alla salute e sviluppo politico economico di una società, è molto
stretto per cui il problema non può essere ignorato e studiato nelle forme in cui esso si manifesta.
E’ attivo presso il Comune capofila dell’Ambito uno sportello per l’integrazione sociale degli
immigrati. L’attività di tale sportello, con la presente programmazione, viene confermata e potenziata,
attraverso il convenzionamento con una struttura del privato sociale che dovrà garantire un servizio di
front-office e back-office, con la presenza del mediatore culturale.
La gestione del predetto sportello, previa predisposizione di appositi protocolli e disciplinari
organizzativi, potrà essere affidata a cooperative e/o strutture del terzo settore operanti sul territorio.
2.1.d I servizi e gli interventi per le povertà estreme e per il contrasto delle nuove povertà
Oggi l’espressione “nuove povertà” indica una condizione di vulnerabilità, intesa come senso di
insicurezza ed instabilità, in cui si ritrova il soggetto con un percorso individuale incrinato dalla
precarietà e fragilità, tanto a livello lavorativo quanto nelle relazioni sociali. In quest’ottica risulta
fondamentale considerare che la dimensione economica non è la discriminante essenziale, ma al
contrario che la povertà è strettamente legata ad una complessità di fattori che contribuiscono ad
estendere la fascia di vulnerabilità ed il forte senso di insoddisfazione ed incertezza fra gli individui
che la compongono. La comparsa di approcci maggiormente attenti alla eterogeneità e alla variabilità
interna della condizione di povertà ha fatto emergere che il principale difetto della concezione alla
base del sistema di Welfare è stato, ed è, quello di farne una questione macro, rimuovendo ogni
considerazione relazionale, in particolare il ruolo della famiglia e delle reti di solidarietà. Le analisi
che privilegiavano una lettura dei fatti macro-sociali per lo studio della povertà, sono state via via
sostituite da un approccio sempre più attento al tenore di vita e alle reti relazionali dell’individuo e alle
sue capacità di trasformare le risorse in capacità di vita. Il raggiungimento o meno di determinati
standard di vita dipende, dal capitale umano di ogni individuo, cioè dalla capacità del singolo, nel
senso di libertà sostanziale, di fare delle scelte e di realizzare ciò a cui dà valore, ossia quelle capacità
di cui una persona dispone per attivare o meno determinate funzioni. Il concetto di capacità è perciò
strettamente connesso a quello di funzionamento: esso rappresenta, infatti, le varie combinazioni di
funzionamenti che la persona può acquisire durante il corso della vita, e quindi quelle libertà che
possono essere identificate come libertà positive, ossia che specificano che cosa una persona può o non
può fare, oppure che cosa può o non può essere. Tale prospettiva mette bene in luce come, per
riflettere sui processi di impoverimento, occorra tenere conto non solo dei redditi o dei consumi degli
individui, bensì anche e soprattutto delle capacità che gli individui necessitano per mantenere
condizioni di vita adeguate. La povertà, infatti, non rappresenta più solo una mancanza di ciò che è
necessario al benessere materiale, ma anche la negazione di opportunità e scelte essenziali come
condurre una vita sana, godere di uno standard di vita dignitoso, godere del rispetto degli altri e delle
cose a cui le persone attribuiscono valore.
Oggi gli anziani in condizione di salute precaria o soli; le giovani coppie, i genitori single, con
problemi di disoccupazione o inoccupazione, senza casa o che vivono in uno stato di precarietà
economica e sociale, non sono più nelle condizione di autodeterminare la propria vita e hanno bisogno
servizi complementari di sostegno alla famiglia (servizi di cura per i bambini e per gli anziani), di
orientamento e di supporti che li aiutino a riavere fiducia in se stessi e a riappropriarsi della loro vita,
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stabilendo più salde reti di relazione parentali e territoriali e reinserendosi in quei circuiti di solidarietà,
cooperazione e conforto che li facciano risentire membri di una vera comunità sociale.
La povertà si presenta, inoltre, con caratteristiche dinamiche nel senso che può accentuarsi o
diminuire a seconda del ciclo di vita, e in questa ottica vanno ripensati anche gli interventi sociali di
prevenzione rivolti alla famiglia.
Occorre evidenziare anche che se il tasso di disoccupazione non è l'unica causa che genera povertà, è,
tuttavia, evidente la correlazione che esiste tra le variabili disoccupazione e povertà, sia essa assoluta o
relativa: quando cresce la disoccupazione aumenta anche la povertà, mentre quando diminuisce la
disoccupazione diminuisce anche la povertà.
Non è difficile immaginare un modello di welfare come quello dello "stato sociale", concentrato sui
bisogni materiali ed intorno alle istituzioni, si trovi in difficoltà nel far fronte ai nuovi bisogni sociali
chiaramente di tipo immateriale, le cui dinamiche si collocano dentro la società civile e le cui origini
hanno a che vedere soprattutto con il venir meno del legame comunitario e quindi con la fragilità della
stessa società civile.
Questa inadeguatezza della società civile riguarda, in particolare, la carenza delle reti di relazione
parentali e territoriali e la rarefazione di quei circuiti di solidarietà, cooperazione e conforto che
naturalmente devono caratterizzare una vera comunità sociale.
La consapevolezza dell’aumento incessante delle richieste di sostegno economico, lavorativo, abitativo
ecc., da parte delle famiglie o di soggetti che si ritrovano a vivere situazioni di disagio, hanno portato
verso una ridefinizione più efficiente ed efficace degli interventi da realizzare.
Lo sviluppo sociale passa dunque attraverso una nuova funzione dell'intervento pubblico che deve farsi
garante di una fase di transizione dallo “stato sociale” alla “comunità del benessere”, uno stato che
detta le regole del gioco, che si fa garante dei diritti dei cittadini nell’assicurare a loro condizioni di
vita più dignitose e rispettose della loro qualità di vita.
La Regione Puglia ha inteso definire ed individuare azioni atte a promuovere e qualificare servizi
mirati per contrastare fenomeni di cui sopra attraverso percorsi di inclusione attiva.
Per inclusione si intende, a livello comunitario, l’accesso di tutti i cittadini alle risorse di base, al
mercato del lavoro, ai servizi sociali ed ai diritti necessari per “partecipare pienamente alla vita
economica, sociale e culturale e per godere di un tenore di vita e di benessere considerati normali nella
società in cui vivono”.
Pertanto è volontà di questo Ambito Territoriale attivare forme di contrasto alla povertà
programmando una Rete di Pronto Intervento Sociale, finalizzata a garantire un immediato e diretto
sostegno ai soggetti che versano in condizioni di disagio sociale, e azioni ed interventi da destinare
all’accoglienza di persone in situazione di emergenza (soggetti senza fissa dimora).
Ulteriori obiettivi a cui l’Ambito ha fatto riferimento sono quelli destinati all’implementazione di
percorsi personalizzati di integrazione sociale e di reinserimento socio-lavorativo di soggetti
emarginati fortemente a rischio di discriminazione, attraverso percorsi di presa in carico integrata
(persone con disabilità psichica in carico al CSM, persone affette da dipendenze patologiche in carico
al Ser.T, persone sottoposte a provvedimenti limitativi della libertà personale e/o con precedenti vissuti
di detenzione).
Potenziamento dei servizi per l’accoglienza nelle situazioni connesse alle emergenze sociali e abitative
Il Pronto intervento sociale è un servizio che intende dare risposte immediate a persone (anziani,
disabili, immigrati, affetti da dipendenze, poveri, senza fissa dimora, ecc) che vivono situazioni di
emergenza riguardanti i bisogni di sopravvivenza.
La protezione offerta dal servizio dura per il tempo strettamente necessario ad individuare e realizzare
condizioni favorevoli alla risoluzione del bisogno tramite interventi di prima accoglienza e soccorso
immediato di persone in difficoltà.
Per la realizzazione dell’obiettivo si prevedono protocolli con gli attori del Terzo settore, con i il corpo
di Polizia Municipale e delle Forze dell’Ordine
Gli interventi saranno regolamentati con la stesura di un regolamento unico dell’Ambito per le
procedure di accesso e per la gestione dell’urgenza e della durata del beneficio.
Sarà cura del Servizio Sociale Professionale curare le modalità dell’intervento e la conduzione del caso
per tutta la fase dell’emergenza.
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Percorsi personalizzati di integrazione e reinserimento socio-lavorativo di soggetti svantaggiati
Il secondo triennio è stato caratterizzato dall’attivazione di progetti di accompagnamento al
lavoro/borse lavoro tendenti, anche attraverso l’attivazione di tirocini formativi, a creare opportunità
di inserimento lavorativo per categorie di soggetti svantaggiati ma la mancanza sul territorio di datori
di lavoro privati disponibili ad ospitare i tirocinanti ha privato l’intervento del suo obiettivo primario,
cioè l’inserimento nel mondo del lavoro al termine del periodo di formazione. Le attività sono state
pertanto svolte in massima parte presso i Comuni.
Quest’Ambito prevede per le forme di pronto intervento e assistenza di prendere in carico circa 2.810
nuclei familiari, predisponendo piani personalizzati di intervento (es. accoglienza presso Centri
specializzati, contributi immediati in caso di perdita di lavoro, etc.) in rete con i servizi di prossimità e
di welfare leggero del Terzo settore, volontariato e mutuo aiuto (mensa, banco alimentare, pronta
accoglienza per igiene personale, riposo notturno, cambio indumenti) sopra indicati. Nello specifico
qualsiasi intervento erogato dovrà essere registrato nelle banche dati e autorizzato dal Servizio Sociale
Professionale.
Con la nuova programmazione l’Ambito prevede n. 4 percorsi di integrazione e reinserimento nel
mondo del lavoro con la modalità dei progetti POLIS di cui all’avviso pubblico n. 6/2011
dell’Assessorato alla Formazione Professionale della Regione Puglia:
- N. 11 percorsi per madri con figli a carico per un costo (€ 700 costo mensile*12mesi*11 utenti)
di € 92.400,00 da fondi di Ambito per contrasto alle povertà;
- N. 11 percorsi per individui sottoposti a misure restrittive della libertà personale per un costo
(€ 700 costo mensile*12mesi*11 utenti) di € 92.400,00 da fondi di Ambito per contrasto alle
povertà su segnalazione del Servizio UEPE del Ministero dell’Interno, come da concertazione;
- N. 11 percorsi per persone con disabilità psichica in carico al CSM per un costo di €
136.000,00 con fondi di Ambito disabilità mentali da affidare, come da concertazione ad un
Ente gestore mediante avviso pubblico;
- N. 11 percorsi per persone con dipendenze patologiche in carico al SER.T per un costo (€ 700
costo mensile*12mesi*11 utenti) di € 92.400,00 da fondi di Ambito per dipendenze;
Tali progetti saranno realizzati nel Comune capofila, tenuto conto della tipologia della popolazione e
delle problematiche sociali presenti.
Gli altri Comuni dell’Ambito invece sono intenzionati alla attivazione di progetti di borse lavoro da
finanziarsi con fondi propri comunali nell’ambito della spesa sociale media.
2.1.e La rete di servizi per la presa in carico integrata delle non autosufficienze
Partendo dall’assunto che il concetto di non autosufficienza è legato alla incapacità di svolgere le
"ricorrenti azioni quotidiane” si ritiene che la qualità della vita delle persone si fonda sulla promozione
della salute fisica, relazionale, affettiva, del ruolo sociale, della propria identità percepita da sé e dagli
altri, del miglioramento delle condizioni economiche e abitative, sulla implementazione dei livelli e
delle modalità di soddisfazione dei bisogni primari e dei bisogni sociali e relazionali.
Lo scopo precipuo che quest’Ambito intende perseguire non è solo la semplice assistenza del singolo,
ma anche garantire il sostegno della persona all’interno del proprio nucleo familiare, nell’ottica di
promuovere un miglioramento della qualità della vita, scongiurando l’istituzionalizzazione dell’utente,
e il suo allontanamento dagli affetti; o di riservare l’accoglienza residenziale alle persone non
altrimenti assistibili, garantendo comunque qualità e appropriatezza degli interventi, nonché
accessibilità e sostenibilità economica. I servizi residenziali per le persone non autosufficienti hanno
superato la vecchia caratterizzazione di “istituto” e di “casa di risposo”, per configurarsi come centri servizi erogatori di prestazioni e di interventi diversificati e complessi, nel cui ambito si articolano
diversi livelli di intensità assistenziale.
I cambiamenti culturali e di contesto socio-sanitario richiedono procedure più articolate, tali da
convergere le risorse della domiciliarità, della residenzialità e dei servizi sanitari verso obiettivi
condivisi e interventi coordinati. Gli obiettivi strategici che sono alla base di questo settore di
intervento privilegiano la promozione della salute, la prevenzione di stati di emarginazione e di
progressiva perdita di autosufficienza in una logica di rete integrata dei servizi (ADI, diurni, RSA) con
Piano Sociale di Zona 2014-2016 – Ambito Appennino Dauno Settentrionale
Pagina 63
circolarità delle prestazioni assistenziali, percorsi individualizzati di cura, politiche assistenziali per
gravi.
Quest’Ambito ha inteso promuovere l’ulteriore sviluppo del sistema di presa in carico integrata di tipo
socio-sanitaria attraverso la diffusione delle prassi operative attuate e un consistente impulso allo
sviluppo del sistema di offerta e domanda di servizi domiciliari, comunitari, residenziali e a ciclo
diurno integrati di natura sociale e socio-sanitaria (ADI, SAD, centri diurni socio educativi e
riabilitativi, case famiglia con servizi per l’autonomia, casa per la vita, centri sociali polivalenti,
comunità socio-riabilitative, RSSA, ecc..).
Parallelamente viene rimarcato il ruolo centrale dei nuclei famigliari nel supporto all’anziano: va però
tenuto in conto che le famiglie tendono ad avere sempre meno componenti, riducendo di conseguenza
la possibilità di supporto fornibile ai membri anziani. Questo comporta la necessità e l’urgenza di
prevedere interventi di sostegno ai nuclei familiari nelle responsabilità di cura domiciliare delle
persone anziane. Il ricorso all’istituzionalizzazione è visto quindi come misura residuale ed estrema
connessa con l’assenza o l’inadeguatezza della rete famigliare e/o condizione di grave non
autosufficienza dell’anziano. L’omogeneizzazione a livello di Ambito è uno dei principali obiettivi
operativi che vengono posti con il presente Piano di Zona.
In particolare la programmazione del servizio di assistenza domiciliare per il nuovo triennio che si
propone, intende ridurre o almeno ritardare l’istituzionalizzazione di pazienti cronici e non
autosufficienti al fine di assicurare agli stessi una presa in carico efficace nel proprio contesto di vita.
L’obiettivo di incrementare la capacità di presa in carico territoriale, alternativa alla
istituzionalizzazione, caratterizza anche il Programma per i Servizi di Cura (PAC Cura) del Piano di
Azione e Coesione 2013-2015, avviato e finanziato dal Ministero delle Politiche Sociali, dal Ministero
della Salute, dal Dipartimento Sviluppo e Coesione Territoriale di concerto con le regioni. Il PAC
assegna agli Ambiti Territoriali risorse dedicate quali PAC Anziani che saranno integrate da quelle
previste dai Buoni Servizio di Conciliazione per disabili e anziani non autosufficienti al fine di
sostenere le famiglie nel pagamento della quota sociale delle prestazioni semiresidenziali nei centri
socio educativi e riabilitativi, a valenza sociosanitaria, e alle prestazioni domiciliari integrate.
Sulla base di tali premesse, si intende perseguire i seguenti obiettivi tematici:
- Promuovere e potenziare la presa in carico integrata nell’accesso ai “livelli essenziali di
prestazioni”;
- Consolidare e ampliare il sistema di offerta domiciliare nei percorsi di cura e di intervento socioassistenziale e socio-sanitario, garantendo l’appropriatezza delle prestazioni socio-sanitarie,
riduzione dei ricoveri ospedalieri, personalizzazione della cura, sostegno concreto al ruolo centrale
della famiglia nei percorsi di cura;
Alla luce di quanto su indicato, dall’analisi dello stato di attuazione degli obiettivi di servizio,
raggiunti nel precedente triennio, l’Ambito Territoriale Appennino Dauno Settentrionale ha
programmato per il Terzo Piano Sociale di Zona interventi indirizzati al consolidamento:
- della Porta Unica di Accesso e dell’Unità di Valutazione Multidimensionale;
- del sistema di offerta domiciliare dei percorsi di cura e di intervento socio-assistenziale e sociosanitario;
- del sistema di offerta e domanda della rete di servizi socio-assistenziali e socio-sanitari comunitari,
residenziali e a ciclo diurno;
- della presa in carico integrata nell’accesso ai livelli essenziali di prestazioni sociosanitarie in
regime domiciliare e residenziale delle persone con disabilità psichica e psichiatrici stabilizzati.
Per quanto riguarda la Porta Unica di accesso il Piano prevede il consolidamento e potenziamento
dell’attuale rete, costituita dai quattordici sportelli di Ambito frontoffice, allocati presso i Comuni, da
uno sportello back office presso il Distretto Sociosanitario e da un Organismo di coordinamento, il
tutto secondo il regolamento di Ambito ed il Protocollo già sottoscritto con il Distretto ma da rivedere
con la riorganizzazione del servizio.
Dell’Unità di Valutazione Multidimensionale fanno parte, in conformità al Protocollo di cui al punto
precedente, le figure sanitarie previste dal regolamento regionale n. 4/2007 e l’assistente sociale,
sempre di Ambito, di riferimento dell’utente. Il Piano assicura la continuità del funzionamento con
l’apporto delle unità lavorative di competenza e con un potenziamento delle stesse.
Piano Sociale di Zona 2014-2016 – Ambito Appennino Dauno Settentrionale
Pagina 64
La popolazione anziana di questo territorio è complessivamente pari (dati istat 1/1/2013) a 11.519
unità e considerato che l’obiettivo di servizio ADI ogni 100 anziani ultasessantacinquenni residenti per
il triennio 2014/2016 è fissato in 4,1 (pari a 476 unità ), lo sforzo di presa in carico integrato di persone
anziane non autosufficienti nell’Ambito territoriale deve consentire di raggiungere, con il concorso
degli interventi finanziati con il PAC e degli interventi finanziati con il FNA, almeno 403 (3,5% della
popolazione anziana) persone anziane complessivamente, a seconda del livello di gravità della non
autosufficienza. Esse potranno accedere al SAD professionale, all’ADI, al SAD per integrare le cure
domiciliari a più elevata complessità.
Quest’Ambito nel decorso triennio ha assistito con il SAD in media circa 140 anziani al giorno
erogando 73.720 ore (costo orario € 14,00) con una media di circa 2 ore a settimana per anziano. Per il
prossimo triennio si intende potenziare ulteriormente il servizio portando il numero a circa 150 anziani
al giorno con una media settimanale di 4 ore per anziano.
Il consolidamento della rete dei Centri diurni per anziani e disabili sarà garantita con le risorse dei
Buoni servizio di conciliazione per disabili e anziani non autosufficienti e con risorse dell’Ambito.
Per quanto riguarda i Progetti di Vita Indipendente la Regione Puglia ha finanziato dei progetti
personalizzati di vita indipendente in favore di persone con disabilità gravi finalizzati all’autonomia
personale e all’inclusione socio-lavorativa (Pro. V.I.).
I PRO.V.I. costituiscono uno strumento del tutto innovativo, la cui finalità è quella di sostenere la
“Vita Indipendente”,cioè la possibilità, per una persona adulta di età compresa tra 16 e 64 anni, pur
con disabilità grave, di autodeterminarsi manifestando la volontà di realizzare un personale progetto di
vita indipendente orientato al completamento del percorso di studi, alla formazione professionale per
l’inserimento socio-lavorativo, alla valorizzazione delle proprie capacità funzionali nell’agire sociale
compreso l’esercizio delle responsabilità genitoriali. Le risorse per il Pro.V.I saranno implementate, in
corso di verifica programmatica, qualora la domanda dovesse aumentare rispetto ad oggi.
Quest’Ambito in data 6/12/2013 ha firmato l’Accordo di Programma con il Distretto Sanitario di
Foggia nel quale si sono assunti impegni, obblighi e oneri reciproci al fine di garantire il
potenziamento dei servizi di assistenza domiciliare e l’attivazione dell’ADI.
Quest’Ambito ha in fase di attivazione il Servizio di monitoraggio telematico di soggetti fragili
previsto con il progetto sperimentale “Gestio et salus on line” finanziato dalla Regione con la Misura
3.2.1.. È stato pubblicato il manifesto per l’individuazione di n. 225 anziani/disabili da monitorare con
il predetto servizio, inoltre, con le risorse del P.A.C. per un importo di € 123.750,00 si acquisiranno
altri 225 orologi salva vita, in modo da poter monitorare a distanza 450 anziani a rischio.
Con il PdZ 2010-2012 sono stati realizzati un intervento di inserimento lavorativo ed è stato attivato il
servizio di educativa domiciliare territoriale in favore di 100 utenti, con il supporto del Dipartimento di
Salute Mentale della ASL.
La nuova programmazione prevederà Servizio di Educativa domiciliare per soggetti con disabilità
mentali rappresenta una delle prassi più moderne e complete di intervento di sostegno socio-educativo
a favore delle famiglie aventi in carico soggetti con disabilità psichica o ritardo mentale.
Il Servizio, altamente innovativo e sperimentale sarà gestito utilizzando un approccio sistemico teso a
rafforzare ed alimentare la relazione di aiuto all'interno del nucleo familiare, riducendo, in questo
modo, il rischio di istituzionalizzazione e facilitando il rapporto dell’utente con l'intera comunità.
Importanza fondamentale acquisisce quindi il sistema familiare, ogni comportamento perciò acquista
un suo significato solo se analizzato all’interno del contesto in cui si manifesta. Si può quindi
desumere che un comportamento problematico non è altro che l’espressione di un malessere che non è
più del singolo individuo, ma di una disfunzionalità relazionale all’interno del suo sistema familiare.
Ne consegue che agendo adeguatamente sulle dinamiche familiari sarà quindi possibile incidere sul
sintomo stesso.
In quest’ottica l’Ambito intende attivare progetti individualizzati per facilitare la promozione di
processi di socializzazione ampia; sostenere i giovani in situazione di difficoltà e/o disagio; favorire la
conoscenza e la costruzione di relazioni con il sistema dei servizi pubblici e delle realtà del privato
sociale nonché offrire occasioni di incontro significativo e continuativo nei contesti informali di vita.
2.1.f Il contrasto del maltrattamento e della violenza
Piano Sociale di Zona 2014-2016 – Ambito Appennino Dauno Settentrionale
Pagina 65
Parlare di violenza di genere in relazione alla diffusa violenza sulle donne significa mettere in luce la
dimensione “sessuata” del fenomeno in quanto manifestazione di un rapporto tra uomini e donne
storicamente diseguale che ha condotto gli uomini a prevaricare e discriminare le donne» e quindi
come a uno dei meccanismi sociali decisivi che costringono le donne a una posizione subordinata così
come viene rilevato nell'introduzione della Dichiarazione delle Nazioni Unite sull'eliminazione della
violenza contro le donne del 1993 che, nell'art.1, descrive la violenza contro le donne come«Qualsiasi
atto di violenza per motivi di genere che provochi o possa verosimilmente provocare danno fisico,
sessuale o psicologico, comprese le minacce di violenza, la coercizione o privazione arbitraria della
libertà personale, sia nella vita pubblica che privata».
La violenza contro le donne e i minori è ritenuta una violazione dei diritti umani, ha effetti devastanti
sulle vittime, sulla comunità e spesso resta invisibile, perché la maggior parte delle violenze sessuali
avvengono all’interno delle mura domestiche e sono inflitte non solo dai mariti o partner, ma da
persone di fiducia.
Quest’Ambito al fine di rafforzare la strategia di intervento di contrasto al fenomeno della violenza
contro donne e minori, già esplicitata nel secondo Piano e meglio dettagliata all’interno delle “Linee
Guida Regionali per la rete dei servizi di prevenzione e contrasto alla violenza”, intende porre in
essere azioni di prevenzione, contrasto e monitoraggio del fenomeno, attraverso l’integrazione tra i
servizi territoriali (pubblici e privati), il raccordo con il sistema della formazione e dell’inserimento
socio lavorativo nonché dell’istruzione, al fine di affrontare il problema socio-culturale della violenza
di genere e arginare il fenomeno.
Le azioni relative agli obiettivi inerenti quest’area, che questo Ambito Territoriale intende attivare,
sono esplicitati nelle relative schede di dettaglio,e mirano al potenziamento dei servizi di contrasto alla
violenza di genere attraverso la qualificazione del Centro Antiviolenza, consolidando l’equipe
integrata abuso e maltrattamento e potenziando le procedure integrate di presa in carico mediante
definizione di progetti individualizzati. A tal uopo si prevede, altresì, la destinazione di risorse per il
pagamento delle rette in caso di inserimento residenziale in una Casa Rifugio per donne vittime di
violenza (art.80 Reg. R. n.4/2007) Casa rifugio per persone vittime di tratta (art.81 Reg. R. n.4/2007).
Centro antiviolenza (art.107 Reg. R. n.4/2007) presenti sul territorio dell’Ambito.
2.1.g La prevenzione delle dipendenze
Quest’ambito di concerto con il SER.T dell’ASL Foggia ha elaborato i seguenti punti d’intervento per
affrontare le problematiche delle dipendenze:
1. L’azione elettiva da realizzare sul territorio dovrà essere prioritariamente nell’ambito della
prevenzione precoce e selettiva attraverso la cantierizzazione di un Centro Diurno,
motivazionale/pedagogico, rivolto a minori a rischio portatori di disagi relazionali e di
attaccamento. Nello specifico, i beneficiari del progetto potrebbero essere i figli di
tossicodipendenti e/o minori che hanno già avuto un primo contatto con le sostanze o con
comportamenti problematici o comunque provenienti da situazioni familiari multiproblematiche
segnalate dai Servizi socio-sanitari, figli di ex detenuti, ragazzi segnalati dal Tribunale per
minorenni, ragazze madri, riservando una piccola percentuale ai figli di immigrati. I programmi
devono essere caratterizzati dalla flessibilità: a partire cioè da un nucleo progettuale stabile essi
saranno calibrati, di concerto con i Servizi invianti, sulle esigenze individuali. Relativamente al
nucleo stabile del programma educativo esso dovrà essere distinto in due sottoprammi in
considerazione dello sviluppo psico affettivo e sulla base delle esigenze educative relative a due
fasce di età: un programma sarà specificamente dedicato alla fascia 6-12 anni, l’altro per i 12-18
anni. Il progetto prevede anche incontri settimanali serali di auto-mutuo aiuto per adulti attraverso
tre specifici gruppi: uno dedicato al gioco d’azzardo, un gruppo riservato a persone con
problematiche alcol correlate ed un gruppo di familiari di ragazzi tossicodipendenti che stanno
seguendo un percorso riabilitativo residenziale.
2. Nell’ambito della prevenzione universale l’azione da avviare dovrà essere una vera e propria
formazione-azione, rivolta alla popolazione del territorio ed alle figure territoriali coinvolte, che
potrà caratterizzarsi sotto forma di Convegni, Seminari, Tavole rotonde divulgative al fine di
fornire gli strumenti per una “lettura” scientifica delle problematiche legate alla Dipendenza a
Piano Sociale di Zona 2014-2016 – Ambito Appennino Dauno Settentrionale
Pagina 66
partire dai più recenti dati scientifici a disposizione attraverso professionisti di comprovata
esperienza nel settore con riconoscimenti anche a livello nazionale.
3. A cavallo tra la prevenzione precoce e quella universale è stata individuata l’azione di
sensibilizzazione rivolta a quella parte della popolazione particolarmente interessata in quanto
coinvolta dalla problematica per un vissuto personale diretto (familiari) o indiretto (insegnanti,
volontari, etc). Interventi strutturati attraverso Format specifici sugli abusi e le dipendenze
cadenzati in un totale di quattro incontri si svolgeranno in spazi pubblici o del privato sociale
dislocati nei vari Comuni dell’Ambito ed individuati di volta in volta, dai Servizi Sociali, sulla
base delle necessità del territorio. Il Format sarà gestito in maniera mista: equipe del Sert con
funzione “tecnica” in relazione alla problematica ed equipe del Comune con funzione logistica ed
organizzativa. Un assistente sociale del Comune coordinerà il lavoro delle due equipe
interfacciandosi alle stesse. Obiettivo ultimo dell’opera di sensibilizzazione deve essere quello di
aumentare nel territorio la sensibilità al problema e la portata della “domanda” di aiuto soprattutto
quella sommersa: si potrà così trovare una successiva risposta attraverso la costituzione di una
Unità dedicata all’ascolto la cui caratteristica deve essere sempre la “mobilità” proprio come per la
propedeutica equipe dedicata alla sensibilizzazione: essa si muoverà cioè nel territorio garantendo
la sua presenza nei diversi contesti territoriali portatori di richieste di aiuto.
4. Un’altra importante azione individuata, da realizzare attraverso le risorse della nuova
programmazione sociale, è l’azione dedicata alla comunicazione sociale che dovrà accompagnare
tutti gli interventi sinora descritti con la mission di attivare sul territorio una comprensione del
fenomeno in considerazione del grande impatto che l’economia e la salute hanno sul sistema
familiare dei soggetti interessati. Un’azione-concorso centrata sulla comunicazione dovrà vedere
coinvolti sia i ragazzi, con la metodologia della peer education all’interno delle scuole, sia le
famiglie, attraverso il coinvolgimento dei circoli sociali. L’azione avrà lo specifico obiettivo di
sensibilizzare i cittadini sulla problematica nonchè sulla importanza del chiedere informazioni ed
aiuto ai servizi sociali e sociosanitari ad essa dedicati e sulle possibili “soluzioni” ideate e
proposte dagli stessi partecipanti alla campagna di comunicazione.
5. Infine si concorda che, attraverso il coinvolgimento delle agenzie interinali, dei rappresentanti del
mondo del lavoro e dell’imprenditoria diffusa e solo previa valutazione degli esiti dei casi
individuati dal Sert di Lucera ed inseriti nel progetto “Polis” del Comune di Lucera, una parte
delle risorse del nuovo Piano Sociale di Zona potranno essere, in un secondo momento, dedicate
anche all’inserimento lavorativo utilizzando sempre la stessa ottica e la stessa logica del già
collaudato Progetto Polis.
Piano Sociale di Zona 2014-2016 – Ambito Appennino Dauno Settentrionale
Pagina 67
2.2 Quadro sinottico: Obiettivi di servizio per un welfare sostenibile
Finalità
generale
Obiettivi
tematici
A. Consolidare
e ampliare il
sistema di
offerta e
domanda
della rete dei
servizi
socioeducativi
per l’infanzia
1
Sostenere la
rete dei servizi
per la prima
infanzia e la
conciliazione dei
tempi
B. Promuovere
la
realizzazione
di
progetti
integrati per
favorire la
conciliazione
vita-lavoro
Risultati attesi
Consolidamento/ampliament
o della rete dei
servizi socio-educativi per
l’infanzia
Incremento delle azioni e dei
progetti integrati
per la conciliazione vita-lavoro
immediato e diretto sostegno
ai soggetti che versano in
condizioni di vulnerabilità
attraverso servizi di pronto
intervento sociale in rete con
servizi di prossimità (mensa,
banco alimentare e dei
farmaci, prima accoglienza e
igiene
personale)
A. Potenziare
servizi e
strutture
integrate per
l’accoglienza
nelle situazioni
connesse alle
emergenze
sociali e
abitative
2
potenziamento strutture per
l’accoglienza in
situazioni di emergenza
consolidamento di forme di
accoglienza di breve
e media durata per persone a
rischio di
esclusione sociale e di misure
per il sostegno in
direzione dell’abitare
autonomo
Contrastare la
povertà con
percorsi di
inclusione attiva
B. Costruire
percorsi
personalizzati
di integrazione
e
reinserimento
sociolavorativo
di soggetti
Incremento degli interventi di
inclusione
attiva rivolti alle fasce
maggiormente
vulnerabili e a rischio di
discriminazione;
Indicatore di risultato
regionale
valori target al
2016
OB. di SERVIZIO
% Comuni/regione
n. posti nido/100 bambini
0-36 mesi
n. buoni servizio di
conciliazione /Ambito
attivati
n. Piani di Intervento
PAC/Ambito
35% dei Comuni
pugliesi dotati di
servizi nido
(indicatore S.04
Piano di Azione
Ob. Servizi)
6 posti nido
(pubblici o
convenzionati)
ogni 100
bambini 0-36 mesi
(indicatore S.05
Piano di
Azione Ob. Servizi)
n. 1 Piano di
Intervento/Ambito
n. Azioni
sperimentali/Ambito
n. Uffici Tempi e Spazi
della città/Ambito
N. PIS operativi
per Ambito Territoriale
N. posti (diretti o
convenzionati) in Centri
di prima accoglienza,
centri di accoglienza
notturna SFD,
N. inserimenti in
strutture residenziali per
persone adulte e
straniere in difficoltà e a
rischio di esclusione
sociale (alloggio sociale
adulti in difficoltà, gruppi
appartamento per
gestanti e madri con figli
a carico, centri di
accoglienza per persone
sottoposte a
provvedimenti privativi o
limitativi libertà
personali, albergo per
lavoratori stranieri
immigrati)
N. percorsi di
integrazione e
reinserimento nel mondo
del lavoro per persone
svantaggiate, individui
sottoposti a misure
restrittive della libertà
personale, senza fissa
dimora, persone con
Piano Sociale di Zona 2014-2016 – Ambito Appennino Dauno Settentrionale
n. 1 Studio di
fattibilità/Ambito
n. 1 Ufficio Tempi
e Spazi della
città/Ambito
n. 1 PIS di Ambito
territoriale (h. 24);
n. 1 regolamento
operativo del PIS
Valori previsti da
raggiungere entro il
2016
n. 150 posti nido/100
bambini 0-36 mesi
0-36 2.494/100 x 6= 150
bambini
n.19 buoni servizio di
conciliazione /Ambito
attivati
n. 6 Piani di Intervento
PAC/Ambito
(Acquisto posti utente e
implementazione orario
sezioni Primavera)
n. 1 Studio di
fattibilità/Ambito
n. 1 Ufficio Tempi e Spazi
della città/Ambito
n. 1 PIS di Ambito
territoriale (h. 24);
n. 1 regolamento
operativo del PIS
54.059/5.000=10,8
11 posti
n. 1 posto
ogni 5.000 ab.
54.059/5.000=10,8
1
54.059/5.000=10,8
11 posti
n. 1 posto
ogni 5.000 ab.
54.059/5.000=10,8
1
N. 1
percorso/progetto
di inclusione
ogni 5.000 abitanti
54.059/5.000=10,8
11 posti
54.059/5.000=10,8
Pagina 68
svantaggiati
Realizzazione di interventi
integrati in
rete con servizi per l’impiego,
la
formazione professionale,
terzo settore e
soggetti imprenditoriali
3
Promuovere la
cultura
dell’accoglienza
Potenziare un
sistema di
accesso
capace di
garantire le
funzioni
di prima
informazione
ed
accoglienza,
orientamento
della
domanda e
presa in carico
(anche per le
situazioni di
urgenza).
Consolidare i
servizi per
l’accesso di
specifiche
categorie di
utenza
Implementare
i
servizi di
sostegno alla
genitorialità
4
Sostenere la
genitorialità
Potenziare
l’assistenza
domiciliare
educativa
Potenziare e
qualificare i
percorsi di
affido
familiare
Consolidare e potenziare il
sistema di accesso
(assicurando i diversi servizi e
le funzioni prima richiamate)
garantendo
una adeguata presenza della
figura dell’Assistente sociale
in rapporto alla dimensione
demografica dell’Ambito
territoriale di riferimento.
Prevedere la creazione di
punti di accesso al sistema che
rispondano al criterio della
maggiore prossimità possibili
al cittadino (anche in
collaborazione con altri
soggetti
pubblici e privati)
Implementare le forme di
collaborazione e
coordinamento del sistema di
accesso a livello di Ambito
territoriale.
Consolidare e potenziare la
presenza degli Sportelli per
l’integrazione socio-sanitaria
culturale degli immigrati.
Potenziamento e/o
consolidamento operativo
dei Centri di Ascolto per le
Famiglie
Sviluppo e qualificazione delle
reti tra servizi
Consolidamento/potenziamen
to rete servizi di educativa
domiciliare
Incremento dei percorsi di
affido familiare e riduzione del
numero di minori inseriti in
strutture residenziali
Recepimento degli indirizzi
nazionali e regionali
disabilità psichica in
carico ai CSM, persone
con dipendenze
patologiche in carico ai
Ser.T
n. percorsi integrati di
forme di sostegno ed
accompagnamento
personalizzate nella fase
di accesso e/o
reinserimento nel
mercato del lavoro (es.
tutoraggio,
orientamento, bilancio
delle competenze e
sostegno
all’autoimpiego), attuate
anche attraverso
l’attivazione di forme di
collaborazione con i
servizi per l’impiego e la
formazione professionale
N. Assistenti sociali su
cittadini (su base di
Ambito territoriale)
Diffusione e prossimità
punti di accesso e
adeguata copertura
territoriale in relazione
alla
dimensione demografica
per i Comuni più grandi
N. 1
percorso/progetto
di inclusione
ogni 5.000 abitanti
54.059/5.000=10,8
11 posti
54.059/5.000=10,8
1
n. 1 Assistente
sociale ogni 5.000
abitanti
54.059/5.000=10,8
ma se ne possono
assicurare 11 ass.
soc. a 36 ore
settimanali
1 assistente sociale in
ognuno dei Comuni
dell’Ambito per frontoffice e back-office
N.14 Punti di Accesso
n. 1 punto di
accesso per
ciascuno Comune
Strumenti di
coordinamento a livello
di Ambito territoriale
Presenza di un
coordinatore di
Ambito
Organizzazione di
incontri di
coordinamento
frequenti
Diffusione e prossimità
punti di accesso
n. 1 sportello per
Ambito territoriale
N.1 coordinatore
d’Ambito
N. 1 incontri di
Coordinamento mensili
1 sportello
n. servizio/Ambito
n. protocolli di rete
n. nuclei presi in carico
con equipe ADE/nuclei
familiari residenti
n. progetti individualizzati
n. percorsi affido da
attivare nel triennio
n. protocolli operativi
n. equipe/ambito
Piano Sociale di Zona 2014-2016 – Ambito Appennino Dauno Settentrionale
n. 1 centro
famiglie per
ambito e/o
interventi e
servizi di sostegno
alla genitorialità
per ogni
Comune
dell’ambito
territoriale
1,8 nucleo ogni
1000
nuclei
familiari
n. di percorsi
affido superiore a
n. inserimento
minori in strutture
residenziali/Ambit
o
n. 1 centro famiglie per
ambito e servizio di
sostegno alla genitorialità
tramite equipe itinerante
in ogni Comune
n.38 nuclei presi in carico
con equipe ADE/nuclei
familiari residenti su un
21.276 nuclei familiari
nell’Ambito n. 38 progetti
individualizzati
n. 15 percorsi affido da
attivare nel triennio
n.1 protocolli operativi
n. 1 equipe/ambito
Pagina 69
Qualificazione della presa in
carico e sviluppo delle reti di
sostegno
Qualificare i
percorsi di
adozione naz.
e
internazionale
Qualificare
l’offerta
delle strutture
e dei
servizi per
minori
A. Potenziare
la presa in
carico dei
L.E.P.
Consolidamento operativo
delle equipe integrate
Recepimento degli indirizzi
nazionali e regionali
Qualificazione della presa in
carico
5
Consolidamento della rete
centri diurni e polivalenti per
minori ex artt. 52-104
n. buoni servizio di
conciliazione/Ambito
attivati
Consolidamento operativo ed
estensione del livello di
copertura territoriale delle
Porte uniche di accesso
N. PUA operative per
Ambito/Distretto
Sviluppo e consolidamento
delle Unità di Valutazione
Multidimensionali
N. UVM operative per
Ambito/distretto
potenziamento dei servizi di
cura per gli anziani e disabili
autosufficienti
B. Consolidare
e ampliare il
sistema di
offerta
domiciliare
n. equipe/ambito
n. protocolli operativi
n. 1
equipe/ambito
n. 1 protocolli
operativi
n. strutture-utenti/n.
abitanti
Incremento della presa in
carico nell’ambito dei percorsi
domiciliari di natura
sociosanitaria per la non
autosufficienza e la disabilità
Promuovere
l’integrazione
sociosanitaria e
assicurare la
presa in carico
integrata delle
non
autosufficienze
n. 1 Regolamento
Affido/Ambito
n. 1 Anagrafe
famiglie/ambito n.
1 equipe/ambito
Finanziamento e contributi a
privati per l’abbattimento
barriere architettoniche nelle
abitazioni di residenza di
persone non autosufficienti
Implementazione di percorsi
sperimentali e innovativi
nell’ambito della fruizione di
servizi domiciliari
N. utenti in carico ADI
N. utenti in carico SAD
n. contributi erogati per
interventi in abitazioni
private(procedura a
sportello con contributo
non superiore al 50%
della spesa sostenuta dal
privato)
Stato di attuazione della
procedura amministrativa
“Buoni servizio di
conciliazione
per disabili e anziani non
autosufficienti”
_ Monitoraggio strutture
_ Abbinamento
telematico
utente/struttura
_ Liquidazione quota
parte ambito
Stato di attuazione della
procedura amministrativa
PRO.V.I.
Piano Sociale di Zona 2014-2016 – Ambito Appennino Dauno Settentrionale
30/50 posti-utenti
ogni 20.000
abitanti
n. 1 PUA per
Ambito/Distretto
con personale
comunale e ASL
dedicato come da
DGR 691/2011
n. 1 UVM per
Ambito/Distretto
con personale
comunale e ASL
dedicato come da
DGR 691/201
n. 4,1 utenti ogni
100 anziani over
65 (dato Istat
2011) in carico ADI
per un numero
medio di 6 ore
settimanali proutente
n. 1,5 utenti ogni
100 anziani
n.100 interventi
nel triennio per
00.000 ab.
Procedure
rendicontative
(ambito-Regione)
da
disciplinare
attestanti un
avanzamento
finanziario pari al
100% del
contributo
finanziario
concesso
n. 1 equipe/ambito
n.1 protocolli operativi
n. 30 (art.52) oppure 50
(art.104) posti -utenti
ogni 20.000 ab.
54.059/20.000= 2,70 x
30= 81 posti (art. 52)
54.059/20.000= 2,70 x
50= 135 posti (art. 104)
Procedure rendicontative
(ambito-Regione) da
disciplinare, attestanti un
avanzamento
finanziario pari a 100%
del contributo finanziario
concesso
n. 1 PUA per
Ambito/Distretto
N. 1 UVM operative per
Ambito/distretto
N. 476 utenti in carico
ADI
(Popolazione over-65)
11.628/100X4,1= 476,74
N. 175 utenti in carico
SAD
(Popolazione over-65)
11.628/100X1,5= 174,42
n.32 contributi erogati
per interventi in
abitazioni
private(procedura a
sportello con contributo
non superiore al 50%
della spesa sostenuta dal
privato)
n.4 PRO.V.I.
Procedure rendicontative
(ambito-Regione) da
disciplinare, attestanti un
avanzamento
finanziario pari a 100%
del contributo finanziario
concesso
Avanzamento
della spesa fino a
copertura del
Pagina 70
C. Consolidare
e ampliare il
sistema di
offerta e
domanda della
rete di servizi
comunitari,
residenziali e a
ciclo diurno
D. Consolidare
e ampliare la
presa in carico
integrata
delle persone
con disabilità
psichica e
psichiatrici
stabilizzati
E. Consolidare
e ampliare la
presa in carico
integrata
nell’accesso
alle
Potenziamento e
consolidamento della rete
centri diurni socioeducativi e
riabilitativi art. 60
Promozione della rete di
strutture residenziali
per persone senza il supporto
familiare ‘Dopo di
noi’ (artt. 55 e 57 r.r. 4/2007)
Incremento della presa in
carico a ciclo diurno
delle persone affette da
Alzheimer art. 60ter
Consolidamento e
potenziamento dei servizi per
l’integrazione scolastica ed
extrascolastica minori con
disabilità (équipe
specialistiche)
n. posti/utente su
numero abitanti (Istat
2011) d’ambito
100% del
contributo
finanziario
concesso
20
posti/utente
ogni
50.000
abitanti
n. posti/utente su
numero abitanti (Istat
2011) d’ambito
Potenziamento e
consolidamento rete centri
aperti polivalenti per disabili
(art. 105) e anziani (art. 106)
Sviluppo e consolidamento del
servizio di trasporto sociale
per persone disabili
Incremento presa in carico
integrata nell’ambito dei
percorsi domiciliari di natura
socio assistenziali e sociosanitari per le persone con
disagio psichico e/o utenti
psichiatrici stabilizzati
Incremento della presa in
carico integrata nell’ambito
dei percorsi di cura a regime
diurno
di natura socio-assistenziale e
sociosanitario nei centri diurni
socio educativi e riabilitativi
art.60 delle persone con
disabilità psichica e/o utenti
psichiatrici stabilizzati
Consolidamento e/o
incremento degli accessi nelle
strutture residenziali Case per
la vita
(art.70) e/o Case famiglie con
servizi formativi per
l’autonomia (art. 60 bis) e
incremento accesso e presa in
carico integrata delle persone
con disabilità psichica e/o
utenti psichiatrici stabilizzati
Incremento della presa in
carico integrata nell’ambito di
programmi terapeutici
riabilitativi di natura socioassistenziale e
socio-sanitaria per le persone
54.059/50.000=
x20posti= 22 posti
1,08
10
posti/utente
ogni
50.000
abitanti
54.059/50.000=
x10posti= 11 posti
1,08
n. posti/utente su
numero abitanti (Istat
2011) d’ambito
10
posti/utente
ogni
50.000
abitanti
54.059/50.000=
x10posti= 11 posti
1,08
Presenza del servizio
attivo su base d’ambito,
conforme al r.r. 4/2007 e
con livello adeguato di
copertura della domanda
Servizio attivo su base
d’ambito con:
· presenza delle équipe
integrate previste
dall’art. 92 del r.r. 4/2007
· livello minimo di
copertura domanda
n. posti/utente su
numero abitanti (Istat
2011) d’ambito
Servizio attivo su
base d’ambito
con:
· presenza delle
équipe integrate
previste dall’art.
92 del r.r. 4/2007
· livello minimo di
copertura
domanda
corrispondente al
100% del dato
medio di minori in
carico nel triennio
2010-2012
50
posti/utente
ogni
50.000
abitanti
Presenza del servizio
attivo su base d’ambito
Servizio attivo su
base d’ambito
Servizio attivo su base
d’ambito
n. 10 utenti in
carico SAD/ADI
ogni 100
utenti in carico
CSM per un
numero medio di
6 ore settimanali
pro-utente
n. 10 utenti in carico
SAD/ADI ogni 100
utenti in carico CSM per
un numero medio di 6
ore settimanali proutente
N. utenti in carico
SAD/ADI
n. posti/utente su
numero abitanti (Istat
2011) d’ambito
n. posti/utente su
numero abitanti (Istat
2011) d’ambito
N. utenti in carico
Piano Sociale di Zona 2014-2016 – Ambito Appennino Dauno Settentrionale
54.059/50.000=1,08 x50
posti=54 posti
5 posti/utente
ogni 50.000
abitanti
54.059/50.000= 1,08 x 5=
5,4 posti/utente
n. 5 posti/utente
ogni 50.000
abitanti
54.059/50.000= 1,08 x 5=
5,4 posti/utente
n. 10 utenti in
carico programmi
terapeuticiriabilitativi ogni
100 utenti in
carico Ser.t.
n. 10 utenti in carico
programmi
terapeutici-riabilitativi
ogni 100 utenti in carico
Ser.t.
utenti Ser.t./100 = 30 x
Pagina 71
6
Prevenire e
contrastare la
violenza su
donne e minori
prestazioni
socio
sanitarie delle
persone
affette da
dipendenze
patologiche
Qualificare la
rete di
strutture e
servizi per la
prevenzione
ed il contrasto
della violenza
su donne e
minori, dello
sfruttamento
e della
tratta di esseri
umani
affette da dipendenze
patologiche
Sviluppare la
piena
integrazione
operativa e
gestionale
delle equipe
multidisciplina
ri
integrate
Attivazione/consolidamento
in ogni ambito territoriale, di
un’equipe integrate multi
professionali fra servizi sociali,
sanitari di base e specialistici,
servizi giudiziari
A. Attivazione
dell’Ufficio di
piano e
assegnazione
di
dotazione
organica
7
Governance e
funzionamento
dell’ufficio di
piano
B. Promuovere
un lugo stabile
di
concertazione
con le OO.SS.
e
processi di
partecipazione
della
cittadinanza
attiva
Potenziamento e
consolidamento operativo
della
rete delle strutture e dei
servizi di prevenzione e
contrasto della violenza
n. convenzioni con CAV
per Ambito territoriale
Sviluppo e qualificazione delle
reti tra servizi
n. protocolli per Pronto
Intervento Sociale
n. protocolli di
inserimento in Casa
Rifugio
utenti Ser.t./100 =
30 x 10= 300
10= 300
almeno n. 1
convenzione con
CAV per Ambito
territoriale
n. 1 convenzioni con CAV
per Ambito territoriale
pagamento rette
per inserimento
residenziale
presso struttura
autorizzata
n. Protocolli di rete
n. 1 protocolli di
inserimento in Casa
Rifugio
n. 1 protocolli per Pronto
Intervento Sociale
n. 1 Protocolli di rete
n.1 PIS/Ambito
n.
percorsi
di
formazione/aggiornamen
to
n. equipe/ambito
n. protocollo operativo
n. 11 ( ass. soc. ) percorsi
di formazione
/aggiornamento
n. 1 equipe
multidisciplinare
integrata di
ambito
n. 1 equipe/ambito
n. 1 protocollo operativo
n. 1 protocollo
operativo
nn. gg/settimana di
funzionamento dell’UdP
n. 5 gg./settimana
n. 5 gg./settimana
Ufficio di Piano Sociale di zona
a regime, con il Responsabile
e la dotazione organica
dedicata*
n. risorse umane (aa.uu.)
assegnate stabilmente
all’UdP
n. 3 risorse umane
assegnate
*Cfr 4.3.3 Ufficio Piano di
Zona: ruolo, funzioni,
strumenti, articolazione
n. riunioni periodiche con
i servizi sociali
professionali dei Comuni
dell’Ambito territoriale
n. 2 riunioni
mensili tra Udp e
servizi sociali
professionali
n. 3 risorse umane
assegnate di cui 1 full
time e 2 part time (18
ore)
n. 2 riunioni mensili tra
Udp e servizi sociali
professionali
n. Patti di partecipazione
con le organizzazioni del
terzo settore
formalmente costituite
Pratiche consolidate di
partecipazione della
cittadinanza sociale e di
concertazione con le
OO.SS. più rappresentative
n. riunioni periodiche del
tavolo di monitoraggio e
valutazione
n. riunioni periodiche del
tavolo di concertazione
con
le OO.SS. più
rappresentative
n. Patti di
partecipazione (1
per ogni
OdV/APS/Org. III
settore, o loro reti,
costituita da
almeno un anno
alla data di
sottoscrizione
n. 4 riunioni
(trimestrali) per
anno del tavolo di
monitoraggio
e
valutazione
n. 4 riunioni
(trimestrali) per
anno del tavolo di
concertazione con
le
OO.SS.
più
rappresentative
n. Patti di partecipazione
(1 per ogni OdV/APS/Org.
III settore, o loro reti,
costituita da almeno un
anno alla data di
sottoscrizione
n. 4 riunioni (trimestrali)
per anno del tavolo di
monitoraggio
e
valutazione
n. 4 riunioni (trimestrali)
per anno del tavolo di
concertazione con le
OO.SS.
più
rappresentative
2.3 Il raccordo tra la programmazione finanziaria e le risorse aggiuntive
Con la programmazione della prima annualità del Piano Sociale di zona 2014-2016, oltre alle risorse
ordinarie (FNPS, FGSA, FNA) e alla quota di cofinanziamento dei singoli Comuni, sono stati
assegnati ad ogni Ambito dei fondi afferenti al Piano di Azione e coesione ed al Fondo di Sviluppo e
Coesione (quest’ultimo non ancora assegnato) per gli obiettivi di servizio anziani e primainfanzia, in
Piano Sociale di Zona 2014-2016 – Ambito Appennino Dauno Settentrionale
Pagina 72
particolare domiciliarità e centri diurni per i primi e nidi e servizi integrativi per i secondi, nell’ottica
di conciliazione della qualità della vita.
I fondi del Piano di Azione e Coesione riguardano gli interventi per i servizi di cura degli anziani non
autosufficienti, in termini sia di ADI che di SAD, nonché per i servizi alla prima infanzia.
La strategia che contraddistingue il programma è quella di mettere in campo un intervento aggiuntivo
rispetto alle risorse già disponibili e i beneficiari naturali del programma sono i Comuni, perché
soggetti responsabili dell'erogazione dei servizi di cura sul territorio.
L'obiettivo posto è quello di potenziare nei territori ricompresi nelle 4 regioni l’offerta dei servizi
all'infanzia (0-3 anni) e gli anziani non autosufficienti (over 65), riducendo l’attuale divario offerta
rispetto al resto del Paese. La dotazione finanziaria è di 730 milioni, di cui 400 per i servizi di cura
all'infanzia e 330 agli anziani non autosufficienti).
Il PAC (Piano d’Azione per la Coesione) è un piano di finanziamento delle azioni e delle iniziative
volte al miglioramento dello stato sociale ed alla tutela e supporto delle “fasce deboli” quali minori in
età 0-36 mesi ed anziani non autosufficienti e ultrasessantacinquenni.
In particolare I fondi, provenienti dalla riprogrammazione di Programmi Operativi Nazionali e
Interregionali 2007-2013 sono destinati a favorire la CRESCITA E L’INCLUSIONE SOCIALE e
riguardano solo il primo riparto finanziario.
L'obiettivo finale è garantire agli enti interessati risorse aggiuntive per potenziare l’offerta e favorire
l’attuazione di iniziative e progetti che rispondano in modo concreto ai bisogni reali dei singoli territori
ed il riequilibrio territoriale dei servizi di cura per l’infanzia e gli anziani.
Il Terzo Piano Regionale Politiche Sociali prevede la piena integrazione delle azioni ammissibili con i
Piani di Intervento nel quadro complessivo dei servizi promossi con i rispettivi Piani Sociali di Zona
per il nuovo triennio. D’intesa con l’AdG PAC, peraltro, il Piano Regionale Politiche Sociali 20132015 suggerisce di attuare in ciascun Ambito territoriale un percorso unico e integrato per la
progettazione partecipata e per la concertazione con il partenariato sociale ed economico di
riferimento.
I fondi assegnati sono finalizzati esclusivamente alla realizzazione dei progetti previsti dal Piano di
intervento e non è previsto un co-finanziamento con risorse proprie da parte dei comuni dell’Ambito.
Con il riparto nel Piano di intervento dei servizi di cura per gli anziani si dà attuazione solo al 1^
obiettivo del PAC : l’aumento della presa in carico di anziani in assistenza domiciliare. Non rientra nel
primo riparto l’attuazione degli ulteriori obiettivi previsti dal PAC per i servizi di cura agli anziani non
autosufficienti quali l’aumento e la qualificazione dell’offerta dei servizi residenziali e
semiresidenziali, o il miglioramento delle competenze di manager, operatori professionali e assistenti
famigliari e la sperimentazione di protocolli innovativi di presa in carico personalizzata degli anziani
in condizioni di fragilità.
LE AZIONI DA REALIZZARE CON IL PIANO DI INTERVENTO PAC INFANZIA - I
STRALCIO
Per la sezione infanzia le spese ammesse a finanziamento PAC, vanno dal costo diretto di gestione di
asili nido esclusivamente a titolarità pubblica con la previsione dell’incremento della qualità e
l’estensione delle fasce orarie, al costo per l’acquisto di posti-nido con apposito contratto di servizio
con strutture e servizi privati (Erogazione di Buoni servizio di conciliazione), ai costi per il sostegno
alla domanda delle famiglie per servizi prima infanzia innovativi e integrativi (Buoni servizio)
l’aumento strutturale dell’offerta di servizi (asili nido pubblici o convenzionati; servizi integrativi e
innovativi); estensione della copertura territoriale e sostegno alla gestione delle strutture; sostegno alla
domanda e accelerazione dell’entrata in funzione delle nuove strutture; miglioramento della qualità e
della gestione dei servizi socio educativi. La scelta del PAC, per quanto attiene ai servizi per la prima
infanzia, è quella di concorrere ai costi diretti di gestione solo per i nidi e i servizi comunali, e di
sostenere invece la domanda diretta delle famiglie rivolta sia ai nidi pubblici sia ai nidi e altri servizi
privati.
Per i PAC per l’Infanzia le risorse attribuite all’Ambito di Lucera sono pari ad € 372.926,00.
L’Ufficio di Piano dell’Ambito di Lucera ha progettato l'acquisto di posti/utente in strutture
convenzionate per mettere a disposizione delle famiglie un aiuto economico, erogato attraverso un
Piano Sociale di Zona 2014-2016 – Ambito Appennino Dauno Settentrionale
Pagina 73
voucher di servizio, finalizzato a favorire la frequenza dei nidi dai bambini di età compresa tra zero e
tre anni al fine di migliorare la qualità della loro vita, facilitando la conciliazione dei tempi tra vita
familiare e vita lavorativa e per consentire una maggiore partecipazione al mercato del lavoro delle
donne. I requisiti per poter usufruire dei Voucher saranno: la residenza in uno dei Comuni dell'Ambito
e reddito minimo; nel caso di cittadini stranieri, essere in regola con il permesso di soggiorno.
L'Ambito si impegna per un prolungamento della fascia oraria di apertura giornaliera ed oltre il
periodo scolastico delle sezioni Primavera e per un incremento di posti disponibili, nei limiti della
legalità.
Nell’Ambito territoriale vi sono n.4 unità di offerta Asilo nido autorizzate (tutte nel Comune capofila e
più popoloso: circa 34.000 abitanti su 54.000 d'Ambito), 2 delle quali sono private. In totale i posti
nido autorizzati sono 57 di cui 40 sono posti nido pubblici. Alla data della rilevazione non risultano
altri servizi autorizzati per minori 0-36 mesi.
Con riferimento alle Sezioni Primavera, risultano accreditate:
1) I.C. "Bozzini Fasani" di Lucera - 20 posti
2) I.C. "A. Manzoni" di Lucera - 20 posti
3) Parco dei Bimbi - Nel Paese delle Meraviglie - 10 posti
LE AZIONI DA REALIZZARE CON IL PIANO DI INTERVENTO PAC ANZIANI - I
STRALCIO
Nell’ambito degli interventi previsti per l’area anziani, rientrano una serie di servizi e attività rivolti
complessivamente al potenziamento delle reti domiciliari su tutto il territorio regionale, per sostenere
le Regioni Convergenza nello sforzo del raggiungimento dell’obiettivo di servizio di 3,5 anziani ogni
100 presi in carico con ADI. Per questo sono ammissibili ad esempio la copertura dei costi per le
prestazioni socioassistenziali a carico dei Comuni, nell’ambito dell’Assistenza domiciliare integrata,
associata alle prestazioni sociosanitarie a carico delle ASL e la copertura dei costi per le prestazioni
socioassistenziali (SAD) a carico dei Comuni, non in Assistenza domiciliare integrata, a condizione
che siano stati verificati i fabbisogni attraverso l’Unità di valutazione multidimensionale. La gestione
dei servizi può essere diretta o affidata a terzi, con un ruolo attivo dei Comuni come committenti dei
servizi, oppure può avvenire per il tramite dei Buoni di servizio con le famiglie che scelgono
direttamente il soggetto erogatore delle prestazioni. Decisivo, nell’area Anziani, è sempre il passaggio
dalla Unità di Valutazione Multidimensionale per la verifica del bisogno.
Nei Piani di Intervento ciascun Ambito territoriale dovrà definire come allocare le risorse attualmente
disponibili sulle diverse tipologie di intervento ammissibili, considerando il sistema di offerta e le
dinamiche della domanda già in atto in ciascun contesto territoriale; aumento del numero di anziani in
assistenza domiciliare; aumento e qualificazione dell’offerta di servizi residenziali e
semiresidenziali;miglioramento delle competenze di manager, operatori professionali e assistenti
familiari; sperimentazione di protocolli innovativi di presa in carico personalizzata dell’anziano
socialmente “fragile”. Tra gli interventi ammessi nei Piani locali, anche le spese per investimento in
allestimenti, forniture e soluzioni innovative per la maggiore efficacia delle prese in carico domiciliari,
l’allestimento, informatizzazione e il potenziamento delle Porte uniche di accesso, le tecnologie per
l’Ambient Assisted Living e ausili non sanitari, le tecnologie e automezzi per le equipe domiciliari.
Il progetto presentato dell’UdP dell’Ambito di Lucera, punta ad implementare il servizio di assistenza
domiciliare integrata, sia in termini di utenti serviti, che in termini di ore erogate per ciascun utente, e
di ampliarlo con i servizi di telesoccorso, teleassistenza, telecontrollo, telecompagnia e pasti a
domicilio.
1) Erogazione di prestazioni di assistenza domiciliare socio-assistenziale integrate all’assistenza
socio-sanitaria. Il servizio di ADI coprirà tutti i Comuni dell’Ambito e verrà affidato a terzi
tramite procedura di evidenza pubblica (Appalto di servizi). L'obiettivo è quello di erogare,
attraverso i fondi PAC per anziani non autosufficienti, 16.704 ore per 116 utenti.
2) Erogazione di servizi in assistenza domiciliare socio-assistenziale per anziani non
autosufficienti non in ADI. Il servizio di ADI coprirà tutti i Comuni dell’Ambito e verrà
affidato a terzi tramite procedura di evidenza pubblica (Appalto di servizi). L'obiettivo è quello
di erogare, attraverso i fondi PAC per anziani non autosufficienti, 6.106 ore per 127 utenti.
Piano Sociale di Zona 2014-2016 – Ambito Appennino Dauno Settentrionale
Pagina 74
3) Investimento in allestimenti, forniture e adozioni di soluzioni innovative per la gestione.
L’intervento prevede il potenziamento del servizio di monitoraggio telematico di soggetti
fragili previsto dal Progetto “Gestio et Salus”, finanziato all’Ambito dal PO FESR 2007-2013,
Asse III “INCLUSIONE SOCIALE E SERVIZI PER LA QUALITA’ DELLA VITA E
L’ATTRATTIVITA’ TERRITORIALE”, Linea 3.2 “Programma di interventi per
l’infrastrutturazione sociale e sociosanitaria territoriale” - FINANZIAMENTO DI
STRUTTURE E INTEVENTI SOCIALI A CARATTERE INNOVATIVO E
SPERIMENTALE. I servizi che l’intervento offre, attraverso un “orologio assistivo” per 225
utenti ed una stazione base forniti a ciascun utente, sono i seguenti:
a) Telesoccorso (operativo h24);
b) Telecontrollo (che permette la gestione automatica delle emergenze, attraverso
l’elaborazione dei parametri fisici rilevati da parte di sensori);
c) Teleconforto (compagnia telefonica);
d) Telemedicina (attraverso sensori medicali specifici per parametri fisiologici da monitorare)
Per i PAC Anziani le risorse attribuite all’Ambito di Lucera sono pari ad € 534.327,00.
I BUONI SERVIZIO DI CONCILIAZIONE (Azioni 3.3.1 – 3.3.2)
I buoni di servizio di conciliazione per l’utilizzo di strutture e servizi per l’infanzia e l’adolescenza
sono dei buoni economici spendibili dalle famiglie nei servizi e nelle strutture dedicate all’infanzia e
all’adolescenza, iscritte in un apposito catalogo, per il pagamento delle rette di frequenza e quindi di
sostenere la domanda di servizi qualificati che, altrimenti, sarebbero insostenibili per il costo delle rette
stesse.
OBIETTIVI
Lo scopo della Linea di Azione Buoni servizi di conciliazione per minori è quello di favorire il
potenziamento di una rete estesa, qualificata e differenziata su tutto il territorio regionale dei servizi
socio-educativi per l’infanzia e l’adolescenza, per promuovere e garantire il benessere e lo sviluppo dei
bambini, il sostegno al ruolo educativo dei genitori e la conciliazione dei tempi di lavoro e di cura,
nonché sostenere l’iniziativa privata nell’erogazione di servizi di cura.
Ulteriori obiettivi sono:
1. Sostenere la domanda di servizi qualificati per i bambini da parte delle famiglie, con il concorso al
pagamento delle rette,
2. potenziare l’offerta socioeducativa delle strutture e dei servizi per la prima infanzia, l’infanzia e
l’adolescenza che abbiano conseguito autorizzazione definitiva al funzionamento,
3. ampliare l’offerta di servizi di conciliazione vita – lavoro rivolti all’infanzia e all’adolescenza,
agevolare l’accesso alle strutture per l’infanzia, a copertura della domanda complessiva di offerta per
l’infanzia, in una logica di piena sussidiarietà tra il ruolo di governo degli enti locali e la
partecipazione al sistema integrato dei servizi sociali all’interno del sistema imprenditoriale pugliese,
4. sostenere il lavoro di cura delle famiglie per migliorare l’accesso all’occupazione, con particolare
riguardo all’avanzamento delle donne nel mercato del lavoro.
DESTINATARI
Possono presentare domanda di accesso ai buoni di servizio tutti i nuclei familiari con
1. I.S.E.E. (Indicatore della situazione economica equivalente) non superiore a 40mila euro annui;
2. uno o più minori in età compresa tra i 0 e 17 anni
3. con uno o entrambi i genitori occupati o inseriti in un percorso di formazione
Per nuclei familiari si intendono le coppie genitoriali con uno o più figli minori a carico residenti in
Puglia.
Possono richiedere il buono servizio sia famiglie che hanno già i loro figli iscritti in asili nido, sezioni
primavera e altri servizi per l’infanzia, sia famiglie che richiedono in questa occasione l’accesso dei
loro figli alla rete dei servizi presenti sul territorio.
GESTORI
Sono abilitati alla presentazione della manifestazione di interesse i soggetti interessati in quanto titolari
e/o gestori di:
Piano Sociale di Zona 2014-2016 – Ambito Appennino Dauno Settentrionale
Pagina 75
1. asili nido, centri socio-educativi diurni, centri ludici per la prima infanzia, ludoteche, asili nido
condominiali, piccoli gruppi educativi;
2. servizi per l'integrazione scolastica e sociale extrascolastica dei diversamente abili, servizi socioeducativi innovativi e sperimentali per la prima infanzia, servizi di contrasto della povertà e della
devianza;
3. servizi educativi per il tempo libero, centri aperti polivalenti per minori, educativa domiciliare per
minori.
Tutti i servizi devono essere autorizzati al funzionamento e iscritti nell'apposito Registro regionale
come previsto dalla L.R. 19/2006 e dal Regolamento Regionale n. 4/2007 oppure avere in corso la
procedura di iscrizione.
BUONI SERVIZIO DI CONCILIAZIONE VITA-LAVORO PER ANZIANI/DISABILI
Buoni di servizio Anziani e Disabili sono buoni economici per la conciliazione vita-lavoro, spendibili
dalle famiglie pugliesi nei servizi e nelle strutture dedicate alle persone non autosufficienti, a scopi
socioriabilitativi e socioeducativi, che sono autorizzate al funzionamento in via definitiva, e che
possono essere scelte in un apposito Catalogo, al fine di concorrere al pagamento delle rette.
OBIETTIVI
Gli obiettivi dell’azione 3.3.2 Buoni servizio di conciliazione per disabili ed anziani sono:
1. favorire il potenziamento di una rete estesa, qualificata e differenziata su tutto il territorio regionale
dei servizi socio-educativi per le persone con disabilità permanente e per gli anziani non autosufficienti
o affetti demenze senili;
2. promuovere e garantire la cura, la riabilitazione e l’inclusione sociale dei non autosufficienti e la
conciliazione dei tempi di lavoro e di cura;
3. sostenere l’iniziativa privata nell’erogazione di servizi di cura, ad integrazione dei progetti di presa
in carico domiciliare e dei progetti di vita indipendente.
DESTINATARI
Sono destinatari dei buoni servizio di conciliazione, finalizzati all'accesso ad una delle strutture (centri
diurni ex art. 60, 60-ter, 68, 105, 106 del Reg. R. n. 4/2007 e s.m.i.) o ad uno dei servizi (servizi
domiciliari integrati e assistenza specialistica per l'integrazione scolastica ed extrascolastica di cui agli
artt. 88 e 92 del Reg. R. n. 4/2007 e s.m.i.) rientranti nel Catalogo dell'offerta per disabili e anziani non
autosufficienti, i nuclei familiari residenti in Puglia in cui siano presenti una o più persone in
condizioni di non autosufficienza, anziani e disabili in possesso dei seguenti requisiti:
a) Con riferimento alla appropriatezza della prestazione: condizione di bisogno sociosanitario del
beneficiario in relazione alla quale si richiede l’accesso alle prestazioni (condizione di disabilità e/o
non autosufficienza, valutazione multidimensionale per l’accesso, PAI/PEI);
b) Con riferimento alla situazione economica:
- ISEE non superiore a € 30.000 riferita alla composizione del nucleo familiare come attestato dalla
DSU in corso di validità al momento della presentazione dell’istanza;
- ISEE non superiore a € 20.000 riferita alle sole istanze di accesso ai servizi ex artt. 60- 60ter-88
sulla base del reddito individuale dell’utente ad ogni titolo percepito, con riferimento all’annualità
precedente a quella di presentazione della domanda;
c) Con riferimento alla condizione nel mercato del lavoro:
- Uno o entrambi i genitori occupati/e, liberi professionisti/e, titolari di attività di impresa e/o uno o
entrambi i genitori partecipanti ad attività formative per un minimo di 20 ore al mese nell’ambito
delle attività previste dall’avviso ex art. 2 comma 2 lett. B, e/o uno o più familiari stabilmente
conviventi, ivi compreso l’eventuale tutore, comunque in età lavorativa, impegnati in funzione di
care giver per il soggetto beneficiario, e come tali non coinvolti nella ricerca attiva del lavoro.
- L’accesso deve connotarsi come servizio a domanda individuale, nonché come prestazione
aggiuntiva rispetto a quelle assicurate a valere sui fondi sociosanitari di Comuni e ASL per le
rispettive competenze.
GESTORI
Possono candidarsi a essere iscritti nel catalogo, tutti i soggetti pubblici o privati che siano titolari dei
seguenti servizi:
Piano Sociale di Zona 2014-2016 – Ambito Appennino Dauno Settentrionale
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• Centro diurno socioeducativo e riabilitativo per persone con disabilità (art. 60)
• Centro diurno integrato per il supporto cognitivo e comportamentale a persone affette da demenza
(art. 60ter)
• Centro diurno per persone anziane (art. 68)
• Servizio di Assistenza Domiciliare Integrata (ADI - art. 88)
• Servizi per l'integrazione scolastica e sociale extrascolastica dei diversamente abili (art. 92)
• Centro sociale polivalente per persone con disabilità (art. 105)
• Centro sociale polivalente per persone anziane (art. 106)
Tutti i servizi devono essere autorizzati al funzionamento e iscritti nell'apposito Registro regionale
come previsto dalla L.R. 19/2006 e dal Regolamento Regionale n. 4/2007 oppure avere in corso la
procedura di iscrizione.
L'iscrizione nel Catalogo non ha una scadenza e rimarrà aperta fino alla fine del periodo di
programmazione del PO FESR 2007/2013 dell'Asse III.
L'istanza, infatti, deve essere presentata esclusivamente on-line accedendo al seguente indirizzo
http://bandi.pugliasociale.regione.puglia.it. La procedura è "a sportello", e sarà aperta allo stato attuale
per l'intero triennio 2013-2015 – considerando l'avvio con risorse FESR e la prosecuzione con risorse
del PAC - fino a concorrenza delle risorse finanziarie disponibili a valere sul PO FESR ovvero su altre
fonti finanziarie nazionali e/o regionali.
I PROGETTI SPECIALI
Una delle priorità del welfare pugliese è quello di dare forza al ruolo delle famiglie come risorsa della
società, ridefinendo i servizi intorno alla complessità dei nuclei familiari e dei loro bisogni.
Il ‘Piano di azione Famiglie al futuro – Famiglie Numerose’ in attuazione degli accordi previsti
dalle Intese Stato-Regione per l’attivazione di interventi, iniziative ed azioni finalizzate al sostegno
delle politiche familiari, si affianca ad una serie di ulteriori iniziative riconducibili al quadro unitario
d’intervento che stiamo descrivendo. Le principali attività sono individuabili in due aree di intervento
realizzate nel triennio 2010-2012:
a) progetti di sperimentazione di iniziative di abbattimento dei costi dei servizi per le famiglie
numerose;
b) progetti sperimentali e interventi per la qualificazione del lavoro delle assistenti familiari (progetto
ROSA).
Al finanziamento delle linee di intervento previste dal presente Piano concorrono diverse fonti
finanziarie fra cui le risorse del Fondo Nazionale delle Politiche Sociali ancora disponibili, le risorse
del PO FESR 2007 -2013, relative all’Asse III “Inclusione sociale e servizi per l’attrattività
territoriale”, e le risorse rivenienti dalle Intese Famiglia 2007-2008, dalla nuova Intesa Famiglia del 7
ottobre 2010 e dal Dipartimento Pari Opportunità.
L’attuazione e la gestione del Piano Famiglie è assicurata dagli attori che fanno parte della governance
della programmazione, primi fra tutti gli Ambiti Territoriali Sociali, che hanno un ruolo attivo e
strategico per il buon esito degli interventi, e le Province che sono destinatarie e protagoniste di azioni
per la messa a punto di percorsi di inclusione sociolavorativa.
L’efficacia del Piano passa attraverso la piena integrazione di tutti gli interventi programmati e attuati
dai diversi livelli istituzionali. In tal senso si lavorerà per consolidare il sistema di relazioni e di
raccordo tra: Centri Risorse famiglie, Uffici di Piano degli Ambiti territoriali Sociali, Rete delle Porte
Uniche di Accesso, affinché le iniziative promosse e realizzate sul territorio siano effettivamente
integrate, riconoscibili e concretamente fruibili dai potenziali destinatari.
Accanto ai detti attori istituzionali, all’interno delle varie azioni, strategico sarà il ruolo che sono
chiamati a svolgere gli enti di patronato, enti bilaterali, il partenariato sociale e i soggetti del privato
sociale, di volta in volta coinvolti, al fine di garantire l’efficacia delle azioni da realizzare e supportare
il processo di “cambiamento culturale” che investe gli enti istituzionali e che richiede gradualità e
accompagnamento. Centrale è il ruolo della Consulta delle famiglie quale luogo di riflessione e di
condivisione delle strategie da conseguire.
Piano Sociale di Zona 2014-2016 – Ambito Appennino Dauno Settentrionale
Pagina 77
In tal modo, il sistema di governo della programmazione del Piano Sociale di Zona risulterà
valorizzato attraverso la piena e concreta attuazione dei principi di partecipazione e sussidiarietà
verticale, in una logica di “apprendimento costante e progressivo”.
In coerenza con le strategie regionali il “Piano di Azione per le Famiglie” prevede diverse linee di
intervento, tra cui sicuramente un progetto speciale è il Qualifycare - sostegno alla domotica sociale.
Esso si colloca funzionalmente all’interno di una specifica attività progettuale denominata “Qualifycare Puglia” che ha ricevuto anche un apposito finanziamento a valere sul fondo per la non
autosufficienza da parte del Ministero del Lavoro e delle Politiche sociali.
Il progetto è stato approvato con Del. G.R. n. 2578 del 23.11.2010 e finanziato dal Ministero del
Lavoro e delle Politiche Sociali giusta D.DG. n. 177/2010.
In estrema sintesi il Progetto Qualify-care ha la finalità generale di accrescere il livello della
integrazione della presa in carico delle persone non autosufficienti, sia rispetto all’analisi dei bisogni
complessi di salute, di cura e di qualità della vita che le stesse esprimono, sia rispetto alla articolazione
delle risorse integrate in un progetto assistenziale individualizzato (PAI).
Più in dettaglio il Progetto “Qualify-Care Puglia” si propone di:
1. incentivare protocolli di presa in carico attraverso strumenti di valutazione delle condizioni
funzionali della persona coerenti con i principi della Convenzione ONU sui diritti delle persone con
disabilità e le indicazioni dell’OMS;
2. avviare percorsi di deistituzionalizzazione e strutturare interventi per il cd. “Dopo di noi”;
promuovere azioni di sistema per l’attivazione di una rete permanente a supporto delle famiglie di
persone non autosufficienti per accrescere il livello di qualità della vita.
Anche questa linea di attività individua i seguenti principali target di soggetti destinatari finali degli
interventi da realizzare:
- i grandi anziani (ultra75enni) affetti da patologie neurodegenerative in condizioni di grave non
autosufficienza e i rispettivi nuclei familiari, che concorrano alla realizzazione di Progetti
Assistenziali Individualizzati (PAI) centrati sulla presa in carico domiciliare e tali da favorire
forme sperimentali di integrazione con servizi sociosanitari a ciclo diurno, misure di sostegno
economico per favorire l’accesso a prestazioni di assistenza domiciliare continuativa, ausilii
domotici per migliorare la qualità di vita e il grado di autonomia della persona non autosufficiente
nel proprio contesto di vita;
- i minori e i giovani adulti affetti da gravi forme di disabilità, per i quali la costruzione di un PAI
appropriato richiede l’applicazione di adeguati strumenti di valutazione capaci di monitorare le
condizioni funzionali della persona nel proprio contesto di vita e di fissare obiettivi di presa in
carico rivolti non solo al mantenimento delle autonomie funzionali ma anche alla crescita della
persona.
La realizzazione dell’azione prevede l’assoluta integrazione tra gli operatori dei Servizi Sociali dei
comuni e i referenti del Distretto Sociosanitario. Dovranno essere selezionati 1000 casi di persone in
condizione di non autosufficienza gravissima e si stima la rielaborazione di 500 PAI ad elevata
complessità (con una media di circa 10 casi per Distretto Socio-sanitario).
La rielaborazione del PAI ed il supporto alla sua attuazione (attraverso una specifica attività di
monitoraggio e aggiornamento) sarà orientata a favorire la domanda di soluzioni demotiche
personalizzate e di ausilii informatici e protesici in grado di migliorare la qualità della vita delle
persone non autosufficienti e ridurre il carico di cura dei familiari che li assistono.
Un ulteriore progetto speciale è Il piano dei Tempi e degli Spazi.
L’Ambito Territoriale di Lucera nel 3° ciclo di programmazione parteciperà al nuovo avviso per il
finanziamento degli Studi di Fattibilità relativi alla redazione di un piano per il coordinamento dei
tempi, degli orari e degli spazi delle città così da favorire le pari opportunità e la conciliazione vita –
lavoro.
Piano Sociale di Zona 2014-2016 – Ambito Appennino Dauno Settentrionale
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CAPITOLO III
LA PROGRAMMAZIONE FINANZIARIA
3.1 LA COMPOSIZIONE DEL FONDO UNICO D’AMBITO
Per la prima volta gli Ambiti territoriali, sono chiamati a definire un quadro triennale di programmazione con
una dotazione finanziaria che, in questa fase, dà copertura alla sola prima annualità, avendo anche la Puglia
esaurito l’accantonamento straordinario di fondi nazionali dovuto al ritardo nell’attuazione della riforma del
welfare locale tra il 2001 e il 2004.
In più, questo nuovo Piano regionale va ad integrarsi con le risorse finanziarie aggiuntive dedicate alle Regioni
Obiettivo Convergenza (Piano di Azione e Coesione – Servizi di Cura, Fondo Sviluppo e Coesione – Obiettivi di
Servizio, Fondi nazionali per la Carta di inclusione), per potenziare la dotazione dei Fondi Strutturali UE 20072013.
La programmazione finanziaria è fortemente legata agli stanziamenti regionali e il nuovo periodo di
programmazione dovrà tenere conto delle somme residue rivenienti dai due piani precedenti, con i rispettivi
vincoli di finalizzazione.
Il quadro complessivo delle risorse finanziarie del nuovo Piano sociale di Zona 2014-2016, tenuto conto dei
vincoli di finalizzazione per le diverse fonti di finanziamento e della necessità che l’integrazione delle risorse
assicuri la copertura del fabbisogno finanziario di tutte le aree strategiche del sistema del welfare locale, è il
seguente:
1. Fondo Nazionale per le Politiche Sociali (FNPS);
2. Fondo Regionale globale socio-assistenziale (FGSA);
3. Fondo per le Non Autosufficienze (FNA);
4. Fondi propri dei Comuni Associati per le politiche sociali (FC);
5. Fondi A.S.L. per l'integrazione socio-sanitaria (FSR);
6. Buoni servizio di Conciliazione vita -lavoro
7. Piano di Azione e Coesione (PAC) - Servizi di cura;
La natura delle fonti finanziarie che alimentano il Fondo Unico d’Ambito è varia poiché oltre alle risorse
nazionali (F.N.PS. – F.N.A.) e regionali ( F.G.S.A. e F.E.S.R-Buoni Servizio di Conciliazione) vi sono quelle
straordinarie o aggiuntive del Fondo Sviluppo e Coesione (FSC) di cui alla Del. CIPE n. 79/2012 e quelle del
primo riparto del Piano di Azione e Coesione (PAC)- Servizi di Cura.
La possibilità di accedere a fondi comunitari, stante la drastica riduzione del Fondo Nazionale per le Politiche
Sociali, consente all’Ambito Territoriale di traguardare gli Obiettivi di servizio per l’area Infanzia ed Anziani non
autosufficienti, mediante un incremento del numero degli utenti ed il sostegno alle strutture erogatrici
regolarmente iscritte al Catalogo regionale dell’offerta, tramite il rimborso quota parte della tariffa applicata.
Un’altra importante novità introdotta delle Linee Guida Regionali 2014-2016 è rappresentata dalla circostanza
che la programmazione sociale dei servizi e degli interventi sociali e socio sanitari guarda ad un orizzonte
temporale triennale, mentre la programmazione finanziaria si alimenterà anno per anno.
Per l’annualità 2014, l’Ambito Territoriale Appennino Dauno Settentrionale di Lucera può contare su un budget
complessivo di € 15.316.649,74, composto da:
BUDGET DISPONIBILE
N.
FONTE DI FINANZIAMENTO
€ 15.396.724,20
ANNUALITA'
DI
COMPETENZA
IMPORTO
1
RESIDUI STANZIAMENTO PDZ 2010-2013
2
Fondo Nazionale delle Politiche Sociali (FNPS)
2013
€ 244.615,59
3
Fondo Globale socioassistenziale regionale (FGSA)
2013
€ 170.232,01
4
Fondo Non Autosufficienza (FNA)
2013
€ 220.216,02
5
Risorse proprie da bilancio comunale
Piano Sociale di Zona 2014-2016 – Ambito Appennino Dauno Settentrionale
€ 6.562.571,32
€ 1.830.074,46
Pagina 79
6
Risorse della ASL allocate a cofinanziamento del Piano di Zona
7
Fondi del Piano di Azione e Coesione - Infanzia (PAC)
8
9
Fondi del Piano di Azione e Coesione - Anziani non autosufficienti
(PAC)
Fondi per i Buoni servizio di conciliazione - Infanzia
10
Fondi per i Buoni servizio di conciliazione - Anziani e Disabili
€ 327.413,67
11
Altre risorse pubbliche apportate a cofinanziamento del Piano di Zona
€ 174.317,12
12
Altre risorse private apportate a cofinanziamento del Piano di Zona
€ 4.681.550,00
€ 372.926,00
€ 534.327,00
€ 278.481,00
Come si evince dal grafico sono i Residui di Stanziamento a rappresentare la quota maggiore di finanziamento e
a seguire le Risorse ASL allocate a cofinanziamento del Piano di Zona. Le risorse nazionali e regionali FNA,
FGSA ed FNPS trasferite sono esigue rispetto allo stanziamento nel 2° ciclo di programmazione 2010-2012.
3.1.1 LE RISORSE ORDINARIE
Le risorse ordinarie trasferite all’Ambito Territoriale Appennino Dauno Settentrionale per il concreto
perseguimento degli Obiettivi di Servizio rispetto alle priorità strategiche pianificate su base triennale, per
l’annualità 2013 sono state così ripartite:
• F.N.P.S.- € 244.615,59
• F.N.A. - € 220.216.02
• F.G.S.A – € 170.232,01
per un totale di € 635.063,62.
A ciò si aggiungono
• RESIDUI DI STANZIAMENTO rinvenienti dal precedente PdZ pari a complessivi € 6.562.571,32
• RISORSE PROPRIE COMUNALI per un ammontare complessivo di € 1.830.023,06 pari alla spesa sociale
media del triennio 2010/2012 di cui € 1.230.000,00 sono destinati per la realizzazione di obiettivi di servizio
d’Ambito a gestione associata unica.
• RISORSE A.S.L. sono costituite dalle risorse umane e strutturali dell’Azienda Sanitaria Locale
territorialmente competente a realizzare l'integrazione socio-sanitaria. La gestione dei fondi è regolata da un
Accordo di Programma sottoscritto tra l’Ambito Territoriale ed il direttore del Distretto Sociosanitario, sulla
base delle indicazioni e prescrizioni regionali. Nel dettaglio, le risorse umane impegnate dalla ASL/Distretto
nella compartecipazione alla realizzazione dei servizi e dei progetti ad integrazione socio-sanitaria programmati
nel Piano di Zona 2014-2016 sono riportate nell’Accordo di Programma sottoscritto e facente parte del presente
Piano.
Distretto Sociosanitario FSR 2013:
(inclusa
spesa
personale interno)
per
FSR 2014: % assistita FSR 2015: % assistita
pari a 3,5 per mille
pari a 4,1 per mille
€ 531.550,00
€ 2.015.000,00
€ 2.135.000,00
• RISORSE PRIVATE quale compartecipazione alla spesa dei servizi da parte degli utenti: da definirsi dal
Regolamento unico di Ambito per l’accesso e la compartecipazione al costo delle prestazioni.
3.1.2 LE RISORSE AGGIUNTIVE
Per il terzo ciclo di programmazione sociale il presente Piano si avvale della seguente ulteriore dotazione
finanziaria:
- PAC Infanzia - € 372.926,00
- PAC Anziani e Disabili - € 534.327,00
- Buoni Conciliazione Minori - Misura 3.3.1 - € 278.481,00
- Buoni Conciliazione Anziani e Disabili -Misura 3.3.2 - € 327.413,67
Le risorse aggiuntive sono state programmate su base triennale e sono oggetto di provvedimenti di riparto con atti
successivi dell’autorità di gestione nazionale per il Pac, e dalla Regione Puglia per i Buoni di Conciliazione vita –
lavoro.
Piano Sociale di Zona 2014-2016 – Ambito Appennino Dauno Settentrionale
Pagina 80
3.1.3 IL COFINANZIAMENTO CON RISORSE PROPRIE DEI COMUNI
La quota di risorse proprie comunali apportata quale cofinanziamento per la realizzazione dei servizi previsti nel
Piano Sociale di Zona a valenza d’Ambito, non può essere inferiore a quella stabilita dal Piano Regionale delle
Politiche Sociali 2013-2015 approvato con Del. G.R. n. 1534 del 2 agosto 2013.
Il Piano regionale delle Politiche Sociali 2013-2015, in continuità col 2^PdZ prevede che l’ammontare complessivo
delle risorse proprie comunali stanziate da ciascun comune
- non debba essere inferiore al livello di spesa sociale media degli anni 2010-2012, ove consentito dalla condizione
non strutturalmente deficitaria dei comuni interessati;
- la spesa sociale programmata per il 2014 per ciascun comune non deve essere inferiore al livello di spesa sociale
media dichiarata in termini di risorse proprie comunali per gli anni 2010 – 2012 sulla base dell’attestazione della
spesa sostenuta da ciascun comune associato e riportata nel seguente prospetto:
COMUNI AMBITO
POPOLAZIONE
AL 31/12/2011
TOTALE 20102012
SPESA MEDIA
2010-2012
SPESA
PROCAPITE
2010-2012
ALBERONA
1.001
€ 235.894,45
€ 78.631,48
€ 78,55
BICCARI
2.875
€ 81.576,84
€ 27.192,28
€ 9,46
CARLANTINO
1.037
€ 24.284,63
€ 8.094,88
€ 7,81
CASALNUOVO M.RO
1.651
€ 156.120,94
€ 52.040,31
€ 31,52
CASALVECCHIO DI PUGLIA
1.940
€ 62.105,00
€ 20.701,67
€ 10,67
CASTELNUOVO DELLA DAUNIA
1.538
€ 10.008,54
€ 3.336,18
€ 2,17
1.717
€ 177.318,11
€ 59.106,04
€ 34,42
34.320
€ 3.949.053,28
€ 1.316.351,09
€ 38,36
MOTTA MONTECORVINO
768
€ 80.567,62
€ 26.855,87
€ 34,97
PIETRAMONTECORVINO
2.736
€ 284.321,52
€ 94.773,84
€ 34,64
ROSETO VALFORTORE
1.139
€ 275.286,25
€ 91.762,08
€ 80,56
SAN MARCO LA CATOLA
1.083
€ 37.134,72
€ 12.378,24
€ 11,43
479
€ 54.637,54
€ 18.212,51
€ 38,02
€ 61.913,93
€ 20.637,98
€ 11,63
€ 5.490.223,37 € 1.830.074,46
€ 33,85
CELENZA VALFORTORE
LUCERA
VOLTURARA APPULA
1.775
VOLTURINO
TOTALE AMBITO
54.059
I Comuni pertanto devono garantire nel bilancio di competenza 2014 il livello di spesa sociale media del triennio
precedente pari ad € 1.830.074,46, apportata quale cofinanziamento per la realizzazione dei servizi previsti nel
Piano Sociale di Zona.
L’Ambito di Lucera ha optato per una unica programmazione finanziaria complessiva del totale della spesa. Il
cofinanziamento comunale fa riferimento sia ad assegnazioni monetarie al Comune capofila, per la realizzazione di
servizi di Ambito, e sia per le spese che ciascun Comune sostiene direttamente per servizi essenziali e riconducibili
ad obiettivi di servizio dichiarati quali ad esempio: stipendi ed oneri per il personale del Servizio Sociale
Professionale o assegnato all'UdP o ad altri servizi a titolarità comunale facenti parte del PdZ.
I comuni Associati si impegnano quindi a cofinanziare la realizzazione dei servizi e degli interventi del Piano Sociale
di Zona secondo importi e misure concordati negli atti di programmazione, per un totale complessivo di €
1.830.074,46 di cui € 1.230.000,00 sono destinati per la realizzazione di obiettivi di servizio d’Ambito a gestione
associata unica.
Per ciascuna delle annualità successive alla prima, la stessa regola è applicata in relazione alla corrispondente
assegnazione di risorse da parte della Regione per le medesime fonti di finanziamento.
L’ammontare complessivo delle risorse proprie stanziate da ciascun Comune per il terzo Piano Sociale di Zona, in
ossequio al principio della sussidiarietà tra gli Enti, per l’annualità 2014, e poi per le annualità successive, deve
essere pertanto non inferiore al livello di spesa sociale media dichiarata in termini di risorse proprie comunali per
gli anni 2010-2012.
La quota di cofinanziamento che fa carico ad ogni singolo Comune e che è destinata per la realizzazione di obiettivi
di servizio d’Ambito a gestione associata unica, è stata determinata applicando gli stessi criteri di riparto utilizzati
dalla Regione Puglia per l’assegnazione delle risorse finanziarie – popolazione residente, superficie territoriale,
nuclei famigliari, popolazione 0-17 anni, anziani over 65 - come dettagliatamente riportati in tabella.
COMUNI
Pop. Res. Al 31
dicembre 2011
Superficie in
Kmq
Piano Sociale di Zona 2014-2016 – Ambito Appennino Dauno Settentrionale
Nuclei familiari
residenti
popolazione
0-17 anni
popolazione 65
anni e oltre
Pagina 81
Alberona
Biccari
Carlantino
Casalnuovo Monterotaro
Casalvecchio di Puglia
Castelnuovo della Daunia
Celenza Valfortore
Lucera
Motta Montecorvino
Pietramontecorvino
Roseto Valfortore
San Marco la Catola
Volturara Appula
Volturino
AMBITO DI LUCERA
1.001
2.875
1.037
1.651
1.940
1.538
1.717
34.320
768
2.736
1.139
1.083
479
1.775
54.059
49,26
106,3
34,25
48,1
31,72
60,95
66,49
338,65
19,7
71,17
49,71
28,41
51,88
58,01
1014,6
468
1.173
537
796
845
685
752
12.322
383
1.119
577
523
259
837
21.276
134
409
155
232
290
250
219
6514
110
451
170
145
34
287
9.400
288
687
291
495
482
418
571
6.085
276
639
323
338
215
520
11.628
COFINANZIAMENTO TERZO PIANO DI ZONA 2014
Pop. Res. al 31
dicembre
2011
Superficie
territorio Kmq
5.580,04
9.554,87
2.299,75
3.244,65
9.900,93
30.580,23
16.026,59
20.618,81
5.764,11
9.903,66
23.617,84
75.931,00
Carlantino
5.780,72
6.643,41
2.638,81
3.752,95
10.004,06
28.819,95
Casalnuovo Monterotaro
9.203,44
9.329,86
3.911,53
5.615,34
17.017,22
45.077,40
10.814,46
6.152,67
4.152,32
7.020,95
16.570,30
44.710,70
Castelnuovo della Daunia
8.573,53
11.822,35
3.366,08
6.050,10
14.370,10
44.182,16
Celenza Valfortore
9.571,36
12.896,94
3.695,32
5.299,48
19.629,97
51.093,06
191.315,64
65.687,29
60.550,16
157.687,18
209.191,50
684.431,76
Motta Montecorvino
4.281,19
3.821,17
1.882,06
2.662,30
9.488,39
22.135,11
Pietramontecorvino
15.251,74
13.804,71
5.498,75
10.915,06
21.967,69
67.437,94
Roseto Valfortore
6.349,32
9.642,15
2.835,37
4.116,58
11.104,17
34.047,58
San Marco la Catola
6.037,15
5.510,63
2.570,02
3.510,44
11.619,84
29.248,08
Volturara Appula
2.670,17
10.063,06
1.272,72
823,28
7.391,32
22.220,55
Volturino
9.894,68
11.252,09
4.113,01
6.948,02
17.876,68
50.084,47
301.350,00
196.800,00
104.550,00
227.550,00
399.750,00
1.230.000,00
COMUNI
Alberona
Biccari
Casalvecchio di Puglia
Lucera
AMBITO DI LUCERA
Nuclei
familiari
residenti
Popolazione
0-17 anni
popolazione
65 anni e oltre
TOTALE
ANNUO
I comuni Associati, in base ai su indicati criteri, si impegnano a cofinanziare la realizzazione dei
servizi e degli interventi a valenza di Ambito del Piano Sociale di Zona secondo importi e misure
concordati negli atti di programmazione, per un totale di € 1.230.000,00 come sopra distribuito.
3.1.4 LA SPESA TOTALE DEI COMUNI
La tabella riepilogativa della spesa sociale media evidenzia che la spesa sociale dei comuni dell’
Ambito territoriale Appennino Dauno Settentrionale di Lucera nel triennio 2010-2012 presenta delle
differenze intra-Ambito rilevanti: si passa dal comune di Castelnuovo della Daunia con una spesa
media pro capite per abitante pari ad € 2,17 al comune di Roseto Valfortore con una spesa sociale pro
capite per abitante di € 80,56.
Dai dati sopra esposti risulta evidente che il livello di spesa sociale media dei Comuni di Biccari,
Carlantino, Casalvecchio di Puglia, Castelnuovo della Daunia, San Marco la Catola, Volturara e
Piano Sociale di Zona 2014-2016 – Ambito Appennino Dauno Settentrionale
Pagina 82
Volturino è al di sotto di quanto gli stessi Comuni devono garantire per il cofinanziamento dei servizi
di Ambito per l’anno 2014.
Tale discrasia è espressione della eterogeneità a livello sociale del territorio dell’Ambito, che contrasta
con la “filosofia” del nuovo Piano di Zona volto invece a garantire una maggiore omogeneità dei
servizi sociali in favore di tutte le comunità locali .
Il dato emerso rileva una diversa sensibilità e differente capacità di realizzazione delle politiche sociali
nelle annualità passate, ponendo concretamente il tema della discriminazione tra cittadini, rispetto alle
effettive opportunità di accesso alla rete integrata degli interventi e dei servizi.
L’auspicio è che i Comuni adeguino la propria spesa sociale ai livelli raggiunti dagli altri Comuni
anche per non provocare sperequazioni tra i cittadini dell’Ambito.
Tenuto conto che i Comuni devono garantire nel bilancio di competenza 2014 il livello di spesa sociale
media del triennio precedente, apportata quale cofinanziamento per la realizzazione dei servizi previsti
nel Piano Sociale di Zona, nella tabella che segue sono riportate le somme, nell’ambito del livello di
spesa sociale media, che i singoli Comuni possono utilizzare per finanziare e realizzare servizi propri
comunali.
COMUNI AMBITO
ALBERONA
BICCARI
CARLANTINO
CASALNUOVO M.RO
CASALVECCHIO DI PUGLIA
CASTELNUOVO DELLA DAUNIA
CELENZA VALFORTORE
LUCERA
MOTTA MONTECORVINO
PIETRAMONTECORVINO
ROSETO VALFORTORE
SAN MARCO LA CATOLA
VOLTURARA APPULA
VOLTURINO
SOMME DEI COMUNI
PER PROPRI SERVIZI
COMUNALI
€ 48.051,25
€ 6.962,91
€ 8.012,98
€ 631.919,34
€ 4.720,77
€ 27.284,50
€ 57.714,50
3.1.5. ATTIVITÀ DI MONITORAGGIO FISICO E FINANZIARIO DEL PIANO SOCIALE DI ZONA
Il processo di realizzazione del Piano di Zona sarà accompagnato da una costante attività di
monitoraggio verifica e valutazione. Il monitoraggio e la verifica saranno rivolti a raccogliere
informazioni in merito allo stato di avanzamento dei progetti, alle difficoltà incontrate ed ai risultati
conseguiti. La valutazione invece, sarà rivolta a raccogliere informazioni ed opinioni utili a formulare
un giudizio sui risultati conseguiti e sulle prospettive da sviluppare. Si tratta di attività strettamente
connesse tra loro e col processo di pianificazione e progettazione che ha guidato la costruzione del III
PDZ col quale dovranno, pertanto, essere pienamente coerenti.
La progettazione del Piano di Zona 2013-2015 si è configurato come un processo partecipato
attraverso il coinvolgimento dei soggetti istituzionali, delle organizzazioni del terzo settore e delle
rappresentanze sindacali e propedeutico al raggiungimento degli obiettivi di servizio, in quanto
rappresenta il primo momento di un percorso di costruzione delle politiche sociali locali destinato a
proseguire nel tempo attraverso successive riprogettazioni, in una prospettiva di miglioramento
continuo.
In tale ottica, la costituzione della cabina di regia regionale rappresenta uno step fondamentale al fine
di monitorare e valutare l’erogazione dei servizi e degli interventi programmati rispetto non solo agli
obiettivi di servizio da raggiungere, ma anche e soprattutto, rispetto alla capacità di analizzare, in
modo integrato, qualità, flessibilità, tempestività, efficienza, e costi di ogni singolo progetto.
Per valutare un servizio e/ intervento è necessario:
- monitorare sistematicamente il servizio in riferimento alle finalità e agli obiettivi da raggiungere;
Piano Sociale di Zona 2014-2016 – Ambito Appennino Dauno Settentrionale
Pagina 83
-
verificare e valutare l’ insieme delle relazioni che si modificano continuamente in modo
disordinato e imprevedibile, nella consapevolezza di poter ricostruire elementi, rapporti ed
interazioni, escludendo la possibilità di una conoscenza completa ed esatta del servizio stesso.
Pertanto, l’Ambito di Lucera attuerà una valutazione dei processi che riguarderà:
- la globalità del processo cioè l’analisi del singolo servizio e/o intervento, analisi delle cause interne
ed esterne, esame degli esiti provocati;
- la coerenza del progetto perché la valutazione inizia con la formulazione di ipotesi di prevedibilità
dei risultati, prosegue con l’attivazione, la taratura e la temporalizzazione delle procedure
applicative e si conclude con l’interpretazione dei dati raccolti che possono confutare o confermare
le ipotesi iniziali.
L’oggetto d’indagine del processo di valutazione condotto dall’Ambito territoriale di Lucera
riguarderà:
- l’area della programmazione (la valutazione attiene alle scelte organizzative e di gestione);
- l’area della progettazione (la valutazione attiene i processi correlati alla politica organizzativa, alle
previsioni di fattibilità e alla progettazione delle risorse);
- l’area dell’applicazione (la valutazione attiene i processi collegati alla gestione, all’intervento e
alla realizzazione e, riguardando dimensioni intellettive, emozionali, organizzative, relazionali,
motivazionali, richiedono di indagare sul contesto esterno che influenza i processi);
- l’area della produzione (si valutano i risultati ottenuti in termini di competenze, conoscenze,
abilità / prodotti ed i processi che portano a determinati risultati)
Poi, si procederà a verificare la qualità del servizio erogato elemento sostanziale per poterne
riconoscere pregi e difetti e per valorizzarne i punti di forza e superarne i punti di debolezza e definire
gli interventi correttivi.
L’ analisi del Piano di Zona sarà triplice. Il piano di valutazione infatti riguarderà i singoli
progetti/servizi/interventi, le aree progettuali – minori e famiglia, anziani, disabilità psico-fisicosensoriali, inclusione sociale, azioni di sistema – e il piano nel suo insieme ossia inteso non come mera
sommatoria dei singoli progetti, ma come progettualità politica complessiva esplicitata negli obiettivi
strategici.
La valutazione avrà come presupposto e strumento l’attività di monitoraggio, ossia l’esame sistematico
e continuo dello stato di avanzamento dei progetti/servizi/interventi svolto durante la loro attuazione
attraverso la raccolta e l’analisi di dati e di informazioni e la predisposizione di report periodici. A tal
fine verranno predisposte apposite schede di rilevazione dati relative a ciascun
progetto/servizio/intervento.
Il processo di valutazione del Piano si articolerà in due fasi, ossia in itinere ed ex post.
La valutazione in itinere seguirà la realizzazione delle azioni previste dal Piano, registrando lo
sviluppo dei progetti e del processo di programmazione attraverso la rilevazione di indicatori e di
informazioni utili a cogliere, in particolare, gli scostamenti tra attività previste ed i risultati attesi, le
attività realizzate ed i risultati conseguiti, i fattori intervenuti nel determinare tali risultati, gli elementi
di successo e quelli di difficoltà. L’obiettivo di tale valutazione è quello di apportare alla progettualità
del Piano le integrazioni e correzioni, anche finanziarie, ritenute opportune in base ai risultati emersi.
La scansione temporale di questa fase prevede momenti di condivisione almeno semestrali con il
partenariato istituzionale e sociale. Annualmente, inoltre, attraverso la Relazione Sociale d’Ambito,
corredata dalla rendicontazione economico-finanziaria e da “indicatori sui risultati conseguiti in
termini di copertura delle prestazioni erogate” (art. 18 R.R. 4/2007) si procederà a monitorare lo stato
di attuazione del Piano Sociale di Zona.
La valutazione ex post, ossia al termine dell’intervento e a conclusione del Piano, la valutazione si
esprimerà sull’efficacia delle azioni realizzate rispetto agli obiettivi previsti, sull’impatto ed i
cambiamenti delle stesse introdotti, sulla loro eventuale riproducibilità e sulla loro efficienza.
L’obiettivo di tale valutazione è quello di produrre elementi utili alla riprogettazione del Piano al
termine del triennio.
Piano Sociale di Zona 2014-2016 – Ambito Appennino Dauno Settentrionale
Pagina 84
CAPITOLO IV
LA GOVERNANCE DEL NUOVO PIANO DI ZONA E LE FASI
ATTUATIVE
4.1 La governance del Piano sociale di Zona: assetti istituzionali, organizzativi e gestionali.
La gestione associata delle funzioni amministrative e la gestione unitaria dei servizi sono i presupposti
essenziali per l’attuazione degli interventi previsti dal Piano Sociale di Zona che costituisce lo
strumento attraverso il quale gli enti convenzionati assicurano l’unicità di conduzione e la
semplificazione di tutte le misure relative ai servizi sociali, socio assistenziali e socio-sanitari, nonché
il necessario impulso per il miglioramento degli interventi sull'intero territorio.
Quest’Ambito anche per il corrente triennio 2013/2015 ha adottato la forma della Convenzione tra i
comuni ai sensi dell’art. 30 del Dlgs 267/2000.
I citati enti hanno espresso la volontà di gestire in forma associata il Piano Sociale di Zona dei servizi
socio-sanitari, mediante:
a) la delega delle funzioni amministrative concernenti gli interventi sociali al Comune di LUCERA,
che opera quale Comune capofila in luogo e per conto degli enti deleganti;
b) la presenza di un organismo politico-istituzionale, denominato Coordinamento Istituzionale;
c) la costituzione di un ufficio comune che rappresenta la struttura tecnico-amministrativa,
denominato Ufficio di Piano.
E’ stata quindi prevista la sottoscrizione di apposita convenzione, stipulata ai sensi dell’art.30 del D.
Lgs. n. 267 del 18 agosto 2000, che ha per oggetto:
- l’esercizio coordinato della funzione sociale tra tutti i comuni che compongono l’Ambito
territoriale;
- la gestione in forma associata, su base di Ambito, dei servizi e delle attività previste nel Piano di
Zona per le Politiche Sociali. A tal fine, per la gestione degli stessi, la presente convenzione
stabilisce:
- modalità omogenee di erogazione dei servizi e delle prestazioni sociali su base di ambito, nonché
conformi alle leggi ed alle indicazioni programmatiche;
- la razionalizzazione ed ottimizzazione delle risorse a disposizione per le attività oggetto del
presente atto, come definite nel Piano Sociale di Zona 2014-2016;
- la gestione in forma associata, su base di Ambito, degli interventi e dei servizi previsti nel Piano di
Intervento per l’Infanzia e nel Piano di Intervento per gli anziani a valere sul Piano di Azione e
Coesione 2013-2015, che costituiscono parte integrante e sostanziale del Piano Sociale di Zona di
ambito territoriale.
L’ente locale titolare e responsabile per la gestione in forma associata dei servizi e delle attività
previste nel Piano di Zona per le Politiche Sociali è il Comune capofila di Lucera per il tramite dei
seguenti organi: il Coordinamento Istituzionale (organo di indirizzo politico) e l’Ufficio di Piano
(tecnostruttura di riferimento e supporto), salvo che non sia diversamente specificato.
La sede degli organi associativi viene stabilita nella residenza del Comune Capofila del’Ambito
territoriale, ovvero in un altro Comune individuato dal Coordinamento Istituzionale.
A supporto della gestione unitaria dei servizi, il Coordinamento Istituzionale sin dalla prima triennalità
ha adottato i seguenti regolamenti quali regole valide per l’intero Ambito:
Regolamento di funzionamento del Coordinamento Istituzionale che disciplina la composizione e
le funzioni dell’ organo di indirizzo politico;
Regolamento di funzionamento del Tavolo di Concertazione che istituisce il tavolo di
concertazione e definisce nel dettaglio le modalità e gli strumenti per assicurare, promuovere e
sostenere la partecipazione di tutti i soggetti pubblici e privati, come esercizio di cittadinanza attiva e
di responsabilità condivisa;
Regolamento di funzionamento dell’Ufficio di Piano che disciplina la composizione dell’organo
tecnico di gestione preposto all’attuazione del sistema integrato di interventi e servizi sociali
dell’Ambito di Lucera;
Piano Sociale di Zona 2014-2016 – Ambito Appennino Dauno Settentrionale
Pagina 85
Regolamento unico per l’affidamento dei servizi che disciplinare le modalità e le specifiche tecniche
per l’esternalizzazione dei servizi definiti nel Piano di Zona, attraverso procedure diversificate di
evidenza pubblica, nei termini e modi previsti dalla Legge Regionale 19/2006, e dal regolamento di
attuazione n.4/2007 e s.m.i. e dal d.lgs 163/2000 codice dei contratti pubblici
Il Regolamento unico per l’accesso alle prestazioni e la compartecipazione finanziaria degli
utenti al costo delle prestazioni che definisce per ogni singolo servizio: destinatari, modalità e
requisiti di accesso, selezione all’accesso, partecipazione al costo da parte dei destinatari, definizione
delle tariffe, controllo dei requisiti d’accesso, e l’eventuale compartecipazione degli utenti ai costi dei
servizi, correlandola alle effettive situazioni economiche e sociali degli stessi.
Regolamento contabile che disciplina, sulla base dei principi contenuti nel D. Lgs. 267/2000, i
procedimenti di entrata e di spesa, i documenti contabili previsionali e consuntivi, la rendicontazione
delle spese, le responsabilità degli addetti alla gestione delle risorse dell’Ambito, i controlli contabili e
di legittimità degli atti di spesa.
4.2 L’Ufficio di Piano: ruolo, funzioni, strumenti, articolazione
Quest’Ambito, dopo anni di esperienza, è giunto alla consapevolezza che è fondamentale che l’Ufficio
di Piano debba avere un ruolo centrale di efficacia ed efficienza, idoneo a rispondere in maniera più
puntuale a questo nuovo sistema di governance associata, con una dotazione di risorse professionali e
finanziarie adeguate per qualità, dimensionamento e continuità ai compiti affidati e al modello
organizzativo individuato.
L’Ufficio di Piano espleta le proprie attività nel rispetto della progettazione di dettaglio ed esecutiva
del Piano Sociale di Zona, nel quale sono indicati gli obiettivi da conseguire, i servizi da attivare ed
erogare, gli standard di erogazione degli stessi, i risultati da raggiungere, la quantità e qualità delle
risorse umane e la quantità delle risorse finanziarie a tal fine necessarie.
Fermi restando i poteri di indirizzo, direzione politica e controllo in capo al Coordinamento
Istituzionale, l’Ufficio di Piano, in ogni caso, è direttamente responsabile del raggiungimento degli
obiettivi e della correttezza ed efficienza della gestione.
Il personale che costituisce l’Ufficio di Piano è sottoposto funzionalmente al responsabile, al quale
deve rispondere per quanto attiene a compiti, funzioni e organizzazione del lavoro.
Ogni componente dell’Ufficio di Piano collabora con tutti gli altri mettendo a disposizione del gruppo
di lavoro le proprie capacità ed attitudini personali, evitando una distinzione rigida delle rispettive
sfere di attività professionale.
L’Ufficio di Piano ha funzioni distinte da quelle degli uffici e dei servizi dei singoli Comuni che
compongono l’Ambito territoriale.
Il Regolamento dell’Ufficio di Piano approvato dal Coordinamento Istituzionale e dai Consigli
Comunali di tutti i Comuni dell’Ambito, prevede le funzioni e le competenze spettanti al personale
dello stesso Ufficio.
L’Ufficio di Piano, nella figura del suo Responsabile, per assicurare la permanente informazione sulla
propria attività comunica a tutti gli Enti che costituiscono il Coordinamento Istituzionale, l’elenco dei
provvedimenti assunti, copia dei quali verrà trasmessa agli enti associati.
Al Responsabile compete l’adozione degli atti e provvedimenti amministrativi concernenti il Piano di
Zona, secondo quanto disposto dalla Convenzione, compresi tutti gli atti che impegnano gli enti
convenzionati verso l’esterno, la gestione finanziaria, tecnica ed amministrativa, ivi compresi
autonomi poteri di spesa, di organizzazione delle risorse umane compresa l’assegnazione di
responsabilità, strumentali e di controllo, con annessa responsabilità, in via esclusiva, per il
conseguimento dei risultati, nell’ambito dei programmi e degli atti d’indirizzo definiti dal
Coordinamento Istituzionale.
I punti fondamentali che devono caratterizzare gli Uffici di Piano, e quindi anche quello di questo
Ambito, sono i seguenti:
I. AUTONOMIA FUNZIONALE
II. ESCLUSIVITÀ
III. RESPONSABILITÀ CHIARA ED INDIVIDUABILE
IV. PRESIDIO DELL’INTEGRAZIONE SOCIO-SANITARIA
Piano Sociale di Zona 2014-2016 – Ambito Appennino Dauno Settentrionale
Pagina 86
V. RACCORDO STRETTO CON I COMUNI ASSOCIATI
I. AUTONOMIA FUNZIONALE
L’Ufficio di Piano di questo territorio è una struttura funzionalmente autonoma e operativa attraverso
la quale l’Ambito predispone, nel rispetto della normativa vigente, in nome proprio e per conto di tutti
i Comuni associati, tutti gli adempimenti e le attività necessarie all’implementazione ed attuazione del
Piano sociale di zona e delle altre progettazioni a valere sul cofinanziamento regionale, nazionale e
comunitario. Le figure professionali assegnate ad esso hanno ambiti di azione autonomi di cui
rispondono con chiare responsabilità. Ciò significa, che da un lato rispondono della pianificazione
strategica degli obiettivi da raggiungere e dei servizi da erogare; dall’altra, hanno l’autonomia e la
responsabilità operativa nel gestire le risorse per raggiungere quanto concordato con l’amministrazione
pubblica.
L’Ufficio di Piano di quest’Ambito, pertanto, non è gerarchicamente sovraordinato al Dirigente del
Comune capofila, ma è preposto al coordinamento funzionale di tutti i Servizi, e quindi anche dei
Servizi Sociali comunali, e assicura la fluidità degli snodi procedurali e dei flussi informativi.
L’Ufficio di Piano di quest’Ambito è costituito da tre figure dotate delle specifiche competenze di
programmazione e progettazione, comprensive delle attività di monitoraggio e valutazione, di gestione
tecnica e amministrativa, contabile e finanziaria.
L’organigramma dell’Ufficio di Piano di questo Ambito è costituito da n. 3 (tre) figure professionali
con specifiche competenze nell’ambito della programmazione, progettazione, organizzazione e
gestione dei servizi, monitoraggio e valutazione, privilegiando l’esperienza maturata nello specifico
settore, in coerenza con quanto indicato nel Piano Regionale delle Politiche Sociali approvato con Del.
G.R. n. 1534/2013 e con l’art. 6 del Regolamento dell’Ufficio di Piano.
Le risorse umane necessarie sono individuate tra il personale già in organico nei Comuni dell’Ambito.
L’organico dell’Ufficio di Piano è distinto dagli organici dei Servizi Sociali professionali e di ogni
altro servizio riconducibile al cosiddetto welfare d’accesso.
In attuazione della Convenzione per la Gestione Associata delle Funzioni e dei Servizi SocioAssistenziali e del Regolamento dell’Ufficio di Piano, ognuna delle 3 (tre) persone assegnate al
funzionamento dell’Ufficio di Piano è responsabile unico del procedimento (RUP) per ognuna delle
aree di funzioni ad esso attribuite:
- 1 unità con responsabilità della funzione di programmazione e progettazione a 36 ore anche con
funzioni di responsabile Ufficio di Piano;
- 1 unità con responsabilità della funzione di gestione tecnica e amministrativa;
- 1 unità con responsabilità della funzione finanziaria e contabile.
A. Il responsabile della funzione di programmazione e progettazione, espleta le attività di:
- ricerca, analisi e lettura della domanda sociale
- ricognizione e mappatura dell’offerta di servizi
- gestione dei processi partecipativi
- predisposizione dei Piani di zona
- progettazione degli interventi
- analisi dei programmi di sviluppo
- monitoraggio dei programmi e degli interventi
- valutazione e verifica di qualità dei servizi/interventi
B. Il responsabile della funzione di gestione tecnica e amministrativa, espleta le attività di:
- supporto tecnico alle attività istituzionali
- attività di regolazione del sistema
- gestione delle risorse umane
- predisposizione degli strumenti amministrativi relativi alla propria attività (bandi, regolamenti,
provvedimenti di autorizzazione, ecc.)
- facilitazione dei processi di integrazione
Piano Sociale di Zona 2014-2016 – Ambito Appennino Dauno Settentrionale
Pagina 87
C. Il responsabile della funzione contabile e finanziaria, espleta le attività di:
- gestione contabile delle attività di competenza dell’Ufficio di Piano
- gestione finanziaria del Fondo unico di Ambito
- gestione delle risorse finanziarie comunali, regionali, nazionali e comunitarie e relativa
rendicontazione
- gestione dei rapporti con gli Uffici finanziari degli Enti associati
- gestione della fase di liquidazione della spesa in collaborazione con l’Ufficio ragioneria del comune
capofila di Lucera
- controllo di gestione del Piano sociale di zona.
Il responsabile della funzione di programmazione e progettazione deve presidiare le seguenti anche le
seguenti tre grandi aree tematiche:
a. Area socio-sanitaria
b. Area socio-assistenziale
c. Area socio-educativa
per le quali sono individuate come referenti altrettante risorse umane in seno ai Servizi sociali
professionali dei Comuni dell’Ambito che lo affiancheranno, secondo le modalità indicate nel
regolamento dell’ufficio di piano.
Il regolamento di funzionamento dell’Ufficio di piano stabilisce i criteri di individuazione delle figure
assegnate all’Ufficio di piano, e tra queste del responsabile, le forme di contrattualizzazione, le
eventuali indennità onnicomprensive, le modalità di raccordo funzionale con le altre risorse umane dei
Comuni e con gli altri uffici (Ragioneria del Comune capofila, Ufficio Appalti e Contratti del Comune
capofila, ecc…).
Il nucleo "stabile" dell’Ufficio di piano si integra con il Referente ASL formalmente individuato e il
Referente della Provincia, ogni qualvolta occorra svolgere attività che richiedano il coinvolgimento
diretto e l’integrazione tra tali istituzioni pubbliche.
II. STABILITÀ/ESCLUSIVITÀ
Quest’Ambito per assicurare la stabilità del funzionamento dell’Ufficio di Piano utilizza in via
esclusiva, personale dipendente dei Comuni facenti parte dell’Ambito mediante la convenzione ex art.
14 del 22/01/2004, a 36 ore settimanali per quanto riguarda il responsabile dell’Ufficio di Piano
dipendente del comune capofila e responsabile dell’Ufficio di Piano, a 18 ore per gli altri due
dipendenti proveniente da altri due dei Comuni che compongono l’Ambito territoriale, al fine di
garantire la presenza di tutte le competenze necessarie per il funzionamento dell’Ufficio di Piano.
III. RESPONSABILITÀ CHIARA ED INDIVIDUABILE
Ognuno dei componenti dell’Ufficio di Piano, in qualità di RUP è responsabile del proprio settore,
pertanto, quest’Ambito riconosce, al fine di valorizzare le alte competenze tecniche in campo, modalità
premianti, in conformità alla normativa nazionale e al CCNL di ciascuna categoria (es. applicazione
dell’istituto delle posizioni organizzative, rimborsi e incentivi collegati alla valutazione delle
prestazioni dei dipendenti incaricati, il cui costo potrebbe essere posto a carico delle risorse assegnate
al funzionamento dell’ufficio di piano, e gli oneri ripartiti tra i comuni facenti parte dell’ambito
territoriale).
Il Responsabile dell’Ufficio di Piano ha funzioni di rappresentanza dell’ufficio nei rapporti con i
soggetti esterni e sovrintende a tutte le attività necessarie per il buon funzionamento dell’ufficio stesso.
Svolge le funzioni di direzione, coordinamento e rappresentanza dell’ufficio stesso rispetto a tutti i
soggetti pubblici e privati che interagiscono per l’attuazione del Piano Sociale di Zona, a livello
regionale e locale. Quest’Ambito, pertanto, considerato anche che il responsabile dell’Ufficio di Piano
coordina, in modo continuativo, il lavoro dell’équipe, con autonomi poteri di spesa, di organizzazione
delle risorse umane, strumentali e di controllo, presidenza commissioni di gara, sottoscrizione contratti
di appalto in rappresentanza dell’Ambito, riconosce allo stesso il massimo incentivo economico
previsto per la posizione organizzativa con alta professionalità, anche tenuto conto delle grandi
responsabilità dirette, anche erariali, di cui risponde nella gestione.
Piano Sociale di Zona 2014-2016 – Ambito Appennino Dauno Settentrionale
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È centrale, altresì, che non ci sia sovrapposizione, ma netta distinzione con l’attività del Servizio
sociale del comune capofila e l’Ufficio di Piano.
IV. PRESIDIO DELL’INTEGRAZIONE SOCIO-SANITARIA
Quest’Ambito ritiene che l’Ufficio di piano debba svolgere una grande mediazione tra le politiche di
intervento e le politiche sanitarie dell’ASL, pertanto, è necessario che per facilitare il rapporto tra
Ufficio di Piano e Distretto Socio Sanitario di Lucera dell’ASL Foggia., il Dirigente del Distretto su
delega del Direttore Generale dell’ASL Foggia dovrà essere parte integrante dell’ufficio di Piano ogni
qualvolta occorre svolgere “attività” di carattere socio-sanitario.
In generale l’Ufficio di piano, nel rispetto dell’indirizzo ad esso fornito in sede di approvazione del
Piano sociale di zona, promuove periodicamente momenti di confronto con i referenti tecnici degli altri
Enti pubblici operanti sul territorio, al fine di facilitare il perseguimento degli obiettivi di integrazione
delle politiche sul proprio territorio.
V. RACCORDO STRETTO CON I COMUNI ASSOCIATI
L’Ambito stabilisce che l’Ufficio di Piano dovrà mantenere uno stretto raccordo con i Comuni
associati fornendo consulenza, informazione, periodico aggiornamento sull’attività svolta,
documentazione utile agli operatori amministrativi che dovranno garantire in ciascun comune un
servizio di segretariato sociale e di prima informazione al cittadino e di Servizio sociale professionale
coordinato a livello di Ambito territoriale.
I dipendenti dei singoli Comuni, in particolare assistenti sociali ed esperti dell’area finanziaria e/o
referenti amministrativi per i comuni dell’Ambito, dovranno collaborare per fornire tutta la
documentazione e rendicontazione delle attività sociali a titolarità propria, oggetto di programmazione,
rendicontazione e monitoraggio nel Piano di zona.
4.3 GOVERNANCE PER LA PROGRAMMAZIONE SOCIALE
La Governance e un modello di gestione dei processi di programmazione in cui la efficacia dell’azione
pubblica dipende non solo dalla attività tipicamente politico-amministrativa ma deriva dal raccordo tra
attori istituzionali e attori sociali e dalla loro capacità di condividere obiettivi e cooperare per
raggiungerli. In primo luogo concretizza il principio della sussidiarietà orizzontale realizzando il
coinvolgimento (e quindi promuovendo il ruolo) delle autonomie sociali presenti su un territorio. In
secondo luogo sostiene la funzione di integrazione tra le variegate istanze presenti in una comunità che
è propria degli attori istituzionali e valorizza la loro tensione strategica. In terzo luogo permette che,
attraverso il confronto e la dialettica, vi sia una ampia legittimazione degli esiti del processo
decisionale e pone le condizioni per prevenire/gestire condizioni di criticità sociale più o meno latenti.
Il valore della governance, in particolare, si collega al fatto che se essa è sufficientemente sviluppata
consente la codificazione e la valorizzazione di un flusso informativo sui bisogni emergenti, sulle
trasformazioni della domanda sociale e sulle attese di welfare.
Il ruolo degli altri soggetti pubblici
L’attuale sistema di welfare si configura come un sistema a responsabilità condivise che necessita
dell’intervento coordinato dei diversi attori istituzionali e sociali presenti sul territorio. La
partecipazione, pertanto, non può ridursi solo alla contrapposizione tra pubblico e privato, tra società
civile e potere politico, ma si traduce in forme di confronto continuo in tutte le fasi di gestione del
Piano di Zona, dall’organizzazione dei servizi e degli interventi fino alla fase di monitoraggio e
valutazione dell’efficacia e della qualità dei servizi erogati.
Gli attori istituzionali che partecipano a tutte le fasi di costruzione del Piano di Zona sono:
- i Comuni sono gli attori principali di questo sistema, a loro è affidata la titolarità della funzione
amministrativa ed il ruolo di regia e coordinamento dell’azione relativa all’organizzazione del
sistema locale dei servizi.
- La Provincia concorre alla programmazione del sistema integrato dei servizi attraverso le
competenze ad essa attribuite dall’art. 17 della legge regionale, per gli interventi ed i servizi che,
trovano un’organizzazione più efficace sulla dimensione territoriale più ampia di quella del singolo
ambito.
Piano Sociale di Zona 2014-2016 – Ambito Appennino Dauno Settentrionale
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-
La ASL come i comuni associati in Ambito territoriale, attua l’integrazione socio-sanitaria
definendo linee guida, protocolli operativi, piani personalizzati di assistenza, documenti di
programmazione (PAT e PdZ) raccordati rispetto alla progettazione di percorsi e interventi
integrati sociosanitari.
- Il Distretto Sanitario: il Responsabile del Distretto Sanitario partecipa attivamente sia alla
definizione del percorso metodologico di costruzione del Piano di Zona, sia alla realizzazione di
tutte le fasi in cui è stato suddiviso il processo, coadiuvato dai suoi collaboratori.
- Le OO.SS. che nel processo di costruzione del Piano di Zona dell’Ambito attraverso la cabina di
regia svolgono un ruolo propositivo, di monitoraggio e salvaguardia dei diritti del cittadino
attraverso il verifica e di controllo degli interventi programmati.
Gli altri attori sono:
Gli attori sociali: particolare attenzione nel processo di costruzione del Piano di Zona dell’Ambito è
stata riservata alla definizione del ruolo degli attori sociali. Si è inteso dare avvio ad un processo di
avvicinamento, conoscenza e coinvolgimento delle comunità locali al fine di favorire una loro
autentica partecipazione al processo di pianificazione sociale.
Terzo Settore
- Organismi non lucrativi di utilità sociale – O.N.L.U.S. –
- Organismi della cooperazione
- Associazioni ed enti di promozione sociale
- Fondazioni
- Enti di patronato
Il consolidamento dei rapporti con la ASL e con il Distretto Sociosanitario
Un ruolo importante è stato svolto da alcuni servizi territoriali della ASL (Distretto Sociosanitario,
SERT, Dipartimento di Salute Mentale e U.V.M). Infatti il Piano di zona è definito con la Asl tramite
gli accordi di programma di cui uno riguardante la realizzazione del servizio delle Cure Domiciliare
Integrate e l’altro attinente la gestione degli altri progetti integrati con il Servizio Sanitario
(Integrazione scolastica, Equipe affido e adozione).
Il ruolo della cittadinanza sociale
La nozione classica di cittadinanza sociale fa riferimento al lavoro sviluppato dal sociologo inglese T.
H. Marshall nel 1950. “La cittadinanza è lo status conferito a coloro che sono pieni membri di una
comunità. Tutti coloro che posseggono questo status sono uguali in rapporto ai diritti e doveri dei quali
lo status è dotato. I principi a cui fa riferimento il concetto di cittadinanza si fondano in primo luogo
sulla nozione di diritti/doveri e sul principio di uguaglianza ma anche sul concetto di cittadinanza
come appartenenza ad una comunità, ad una società, ad un territorio, ad uno Stato. In questo senso è
possibile individuare le due principali prospettive sulla cittadinanza:
1. CITTADINANZA come STATUS che è rivolta in primo luogo ai diritti formali e alle condizioni
socio-economiche per l’esercizio di questi diritti da parte del singolo cittadino.
2. CITTADINANZA come PRATICA, ed è caratterizzata da un’enfasi rispetto alla dimensione attiva
della cittadinanza, intesa come partecipazione alla vita e al governo della società.
Il concetto tradizionale di cittadinanza è stato elaborato in un contesto storico ed istituzionale
caratterizzato dalla centralità dello Stato nazionale e sovrano.
La situazione di attuale crisi in cui versa lo Stato nazionale, a fronte del processo di integrazione
comunitaria, della valorizzazione delle autonomie territoriali e dei numerosi flussi migratori che hanno
interessato il nostro Paese negli ultimi anni rappresenta il fattore principale di crisi del concetto
classico di cittadinanza e allo stesso tempo il punto di partenza per il suo ripensamento sia da un punto
di vista territoriale che concettuale che ci porta ad affermare che la nuova frontiera della cittadinanza è
costituita dalla dimensione locale territoriale e non più dalla realtà statale.
Ciò che le istituzioni locali devono fare, a tal fine, consiste nell’educare i propri cittadini alla
partecipazione, all’iniziativa e nel modificare la propria modalità di governance, assumendo il nuovo ruolo
di mediatore delle diverse istanze che provengono dalla società civile che, in questo senso, diventa
strumento di partecipazione attiva e assunzione collettiva di impegno e responsabilità verso le necessità del
territorio.
L’ambito, nell’erogazione dei servizi e nel rapporto con i cittadini, ha scelto l’approccio del miglioramento
continuo, in un ottica di valutazione e dialogo costante.
Piano Sociale di Zona 2014-2016 – Ambito Appennino Dauno Settentrionale
Pagina 90
In tale ottica garantire la qualità significa monitorare, misurare e verificare il livello dei servizi offerti e
coinvolgere i cittadini-utenti nel processo di valutazione. Tale sistema di valutazione garantisce il dialogo
sulle specificità dei servizi e si configura come strumento per recepire le istanze dei cittadini-utenti
trasformandole in miglioramento della qualità dell’offerta sociale programmata dall’Ambito.
Soltanto con un cambiamento profondo del nostro modo di pensare il welfare locale sarà possibile generare
le condizioni per uno sviluppo della partecipazione, per un sostegno concreto all'inclusione e per un
rafforzamento reale della coesione sociale.
CAPITOLO V
LA PROGETTAZIONE IN DETTAGLIO DEGLI INTERVENTI DI PIANO
Scheda per la progettazione di dettaglio dei Servizi1
TITOLO: ASILI NIDO E ALTRI SERVIZI SOCIO-EDUCATIVI PER LA PRIMA INFANZIA
Annualità2:
2013 
2014 
2015 
2016 
AMBITO APPENNINO DAUNO SETTENTRIONALE - LUCERA
PROVINCIA DI FOGGIA
Informazioni generali
L’obiettivo è consolidare e sostenere la rete di strutture e servizi per l’infanzia, pubblica e
privata,attiva sul territorio regionale,anche attraverso l’integrazione delle fonti di finanziamento e delle
politiche, avendo cura di ampliare l’offerta negli Ambiti territoriali.
Le risorse dedicate sono quelle del PAC(Piano di Azione e Coesione) Servizi Infanzia.
Valenza territoriale:
 ambito
 comunale
Obiettivo di servizio:
 SI
 NO
(cfr. Piano Regionale Politiche Sociali 2013-2015 – DGR 1534/2013)
Numero progressivo:
1
(coerente con la numerazione delle schede finanziarie)
Denominazione servizio/intervento: PAC INFANZIA
Art. del r.r. 4/2007: 53 – 90 - 101
Importo totale programmato: € 372.926,00 con fondi PAC Infanzia
Modalità di gestione del servizio (in coerenza con quanto indicato nelle schede finanziarie)
 gestione in economia
 gestione diretta con affidamento a terzi
 altra modalità di gestione (specificare _____________________________________________)
Tipologia di utenti: Minori 0 – 36 mesi
N° medio annuo previsto di utenti: 120
1
Da compilare almeno per tutti gli Obiettivi di Servizio (ex PRPS 2013-2015) programmati nel Piano di Zona.
Indicare le annualità di realizzazione del servizio/intervento che hanno copertura finanziaria con le risorse già disponibili
programmate nel Piano di Zona. Indicare il 2013 solo nel caso di interventi già avviati tra il II e il III piano sociale di zona,
ovvero per gli interventi ammessi a finanziamento su risorse proprie comunali che confluiscono nel “cofinanziamento
comunale” e comunque riconducibili agli obiettivi di servizio.
2
Piano Sociale di Zona 2014-2016 – Ambito Appennino Dauno Settentrionale
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Descrizione generale in termini di obiettivi, tipologia di prestazioni/attività e risultati attesi
(anche con indicatori numerici per tipologia di beneficiari e prestazioni)
Obiettivi:
- Consolidare e ampliare la rete dei servizi per la prima infanzia: obiettivo centrale è quello di
consolidare e sostenere, nel prossimo triennio, la rete di strutture e servizi per la prima infanzia,
pubblica e privata, quasi inesistente fino al 2012, attraverso il Programma per i Servizi di Cura
(PAC Cura) del Piano di Azione e Coesione 2013-2015, per il quale sono stati assegnati a
quest’Ambito territoriale per minori età 0-36 mesi € 372.946,00. A queste risorse si aggiungono €
278.481,00 provenienti dalla misura dei Buoni Servizio di Conciliazione per l’infanzia e
l’adolescenza, finanziata a valere sul PO FESR 2007-2013 Asse III – Azione 3.3.1. al fine di
favorire l’incrocio domanda-offerta e rendere più accessibili i servizi educativi per la prima
infanzia. In totale, pertanto, per i minori compresi nella fascia 0-36 mesi si avranno a disposizione
€ 651.427,00 per inserire in asilo nido circa 120 bambini entro il 31/12/2014.
- Sostenere le famiglie, con particolare attenzione a quelle monoparentali, nella cura dei figli e nelle
scelte educative;
- Sostenere la genitorialità per la cura dei figli nell’ottica della conciliazione tempi vita-lavoro;
- sostenere la domanda di servizi per la prima infanzia a ciclo diurno da parte delle famiglie,
orientandola verso servizi di qualità.
Prestazioni/attività
Attuazione Piano di Azione e Coesione (PAC) per l’Infanzia comprendente le Azioni finalizzate:
- implementare di 93 posti il servizio per la prima infanzia presso le strutture pubbliche e le
strutture private convenzionate: n. 63 minori della Sezione Primavera dell’Istituto comprensivo
Bozzini-Fasani (20 unità per € 110.903,50) e asilo nido A.S.P. “Maria de Peppo Serena e Tito
Pellegrino“ ( 43 unità per € 139.187,50) di Lucera e n. 30 unità dei comuni montani di Celenza ( 10
unità per € 40.945,00), Pietramontecorvino (10 unità per € 40.945,00) e Casalvecchio (10 unità per
€ 40.945,00);
- consolidare il servizio erogato con i “Bonus”, nel corso dell’anno 2013, a 32 minori in due strutture
private autorizzate al funzionamento e iscritte al catalogo (Parco dei Bimbi e Piccoli Cuccioli
Crescono ) presenti nel comune di Lucera;
- implementare il servizio prima infanzia per il 2014/2015 attivando altri 30 posti per minori in altre
due nuove strutture private che a breve chiederanno autorizzazione al funzionamento sempre nel
comune di Lucera, il cui costo saranno fronteggiati “Buoni Servizi di Conciliazione” (cfr Avviso
Pubblico AD. n. 1425/2012);
- Sostenere la genitorialità per la cura dei figli nell’ottica della conciliazione tempi vita-lavoro,
predisponendo un piano di intervento che evidenzi le criticità su cui intervenire per essere di
maggiore supporto alle famiglie;
- piano di comunicazione: sul sito dell’Ambito ambito www.ambitosocialelucera.it sarà allestita una
sezione nella quale sono indicate tutte le strutture autorizzate al funzionamento, nonché le
procedure per l’accesso informatico ai servizi per l’utente e per l’iscrizione al Catalogo per le
strutture private.
Risultati attesi
- Se si tiene conto che conto che in questa fascia si contano 1.882 unità e se si tiene conto che la
Regione fissa come obiettivo l’inserimento in asilo nido di sei bambini ogni cento, l’obiettivo per
quest’Ambito è l’inserimento di 113 minori. Obiettivo di Ambito che può essere ampiamente
raggiunto se si tiene conto che nel corso dell’anno 2013, già sono stati inseriti nel comune di
Lucera con i “Bonus” 32 minori in due strutture private autorizzate al funzionamento e iscritte al
catalogo (Parco dei Bimbi e Piccoli Cuccioli Crescono ) che altre due nuove strutture hanno
chiesto autorizzazione al funzionamento, con una previsione per il 2014/2015 di altri 30 minori i
cui costo saranno fronteggiati con i “Bonus”; inoltre, sempre nel corso del 2013 e nel comune di
Lucera, si sono attivati due sezioni Primavere pubbliche negli Istituti comprensivi Bozzini-Fasani
e Manzoni per un totale di 40 minori. A questi vanno aggiunti, come da finanziamenti richiesti per
il PAC infanzia, n. 63 minori della Sezione Primavera dell’Istituto comprensivo Bozzini-Fasani (20
unità per € 110.903,50) e asilo nido A.S.P. “Maria de Peppo Serena e Tito Pellegrino“ ( 43 unità
Piano Sociale di Zona 2014-2016 – Ambito Appennino Dauno Settentrionale
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per € 139.187,50) di Lucera e n. 30 unità dei comuni montani di Celenza ( 10 unità per €
40.945,00), Pietramontecorvino (10 unità per € 40.945,00) e Casalvecchio (10 unità per €
40.945,00). L’Istituto comprensivo Bozzini-Fasani attiverà già dal corrente anno 2014 la sezione
Primavera, mentre i restanti si attiveranno con il prossimo anno scolastico 2014/2015.
Profilo degli operatori richiesti per la realizzazione del servizio
- Personale dell’ufficio di piano e del servizio sociale e del segretariato professionale;
- Gestione tramite affidamento in concessione a terzi.
- I servizi saranno gestiti a livello d’Ambito
Scheda per la progettazione di dettaglio dei Servizi3
TITOLO: SERVIZI DI CONCILIAZIONE VITA - LAVORO
Annualità4:
2013 
2014 
2015 
2016 
AMBITO
APPENNINO DAUNO SETTENTRIONALE - LUCERA
PROVINCIA DI FOGGIA
Informazioni generali
Al fine di promuovere una cultura diffusa sul tema della conciliazione vita-lavoro e della condivisione
del lavoro di cura tra i generi, è da incentivare la sperimentazione di progetti integrati tesi a favorire
l’organizzazione dei servizi pubblici e privati, i servizi di mobilità, le opportunità di fruizione degli
spazi e dei luoghi culturali, sportivi, ludici, ect, in modo da sostenere indirettamente l’accesso
all’occupazione e ad accrescere la partecipazione sostenibile e l’avanzamento delle donne
nell’occupazione.
Valenza territoriale:
 ambito
 comunale
Obiettivo di servizio:
 SI
 NO
(cfr. Piano Regionale Politiche Sociali 2013-2015 – DGR 1534/2013)
Numero progressivo:
2
(coerente con la numerazione delle schede finanziarie)
Denominazione servizio/intervento: CONCILIAZIONE DEI TEMPI VITA- LAVORO
Art. del r.r. 4/2007: Altro
Importo totale programmato: € 30.000,00 con residui stanziamenti PdZ 2010-2013
Modalità di gestione del servizio (in coerenza con quanto indicato nelle schede finanziarie)
 gestione in economia
 gestione diretta con affidamento a terzi
 altra modalità di gestione (specificare convenzione con il terzo settore associazioni di volontariato
e di promozione sociale, sulla base di apposite convenzioni, ai sensi dell’art. 25 del r.r. 4/2007)
Tipologia di utenti:Donne coniugate o sole con figli 0/36 mesi alla ricerca di un posto di lavoro.
Donne lavoratrici per la fruizione degli spazi e dei luoghi culturali, sportivi, ludici, ect,
3
Da compilare almeno per tutti gli Obiettivi di Servizio (ex PRPS 2013-2015) programmati nel Piano di Zona.
Indicare le annualità di realizzazione del servizio/intervento che hanno copertura finanziaria con le risorse già disponibili
programmate nel Piano di Zona. Indicare il 2013 solo nel caso di interventi già avviati tra il II e il III piano sociale di zona,
ovvero per gli interventi ammessi a finanziamento su risorse proprie comunali che confluiscono nel “cofinanziamento
comunale” e comunque riconducibili agli obiettivi di servizio.
4
Piano Sociale di Zona 2014-2016 – Ambito Appennino Dauno Settentrionale
Pagina 93
N° medio annuo previsto di utenti:
___
Descrizione generale in termini di obiettivi, tipologia di prestazioni/attività e risultati attesi
(anche con indicatori numerici per tipologia di beneficiari e prestazioni)
L’Ambito Territoriale di Lucera nel 3° ciclo di programmazione parteciperà al nuovo avviso per il
finanziamento degli Studi di Fattibilità relativi alla redazione di un piano per il coordinamento dei
tempi, degli orari e degli spazi delle città così da favorire le pari opportunità e la conciliazione vita –
lavoro.
Con le somme previste nella programmazione finanziaria sarà prioritariamente realizzata una indagine
conoscitiva volta a rilevare le esigenze di conciliazione vita-lavoro delle donne e degli uomini dei
Comuni dell’Ambito al fine di individuare le azioni da realizzare.
obiettivi
- promuovere una cultura diffusa sul tema della conciliazione vita-lavoro e della condivisione del
lavoro di cura tra i generi;
- Incentivare e favorire la realizzazione di iniziative di auto-mutuo–aiuto con il supporto dell’equipe
del Centro ascolto nel comune di Lucera e in tutti i comuni dell’Ambito che metteranno a
disposizione degli spazi adeguati;
- promuovere i servizi di prossimità, per favorire l’estensione della solidarietà nella comunità locale
in stretta intesa con il CIF di Lucera, l’Associazione Famiglia Murialdo di Lucera ed altre
associazioni o Enti che intenderanno collaborare, quali anche le Parrocchie, soprattutto nei piccoli
comuni;
- Incentivare le iniziative di singoli e gruppi di cittadini, associazioni, organizzazioni ed Enti che
intendano scambiare parte del proprio tempo per impieghi di reciproca solidarietà e interesse;
- Alleviare il lavoro di cura della famiglia fornendo i servizi di supporto di seguito descritti.
prestazioni/attività
- realizzazione nell’anno 2014 indagine conoscitiva -Piano di fattibilità- volta a rilevare le esigenze
di conciliazione vita-lavoro delle donne e degli uomini in tutti i Comuni dell’Ambito Territoriale
Sociale ed alla relativa individuazione di azioni da realizzare, rispondenti alle esigenze del
territorio;
- Creazione nel comune di Lucera Ufficio Tempo e Spazi/Banche del tempo, quale luogo fisico di
gestione e coordinamento di attività solidali;
- promozione sviluppo reti sociali per fini solidaristici in tutti i comuni dell’Ambito con l’apporto
delle associazioni di volontariato presenti sul territorio;
- Promozione e accoglienza delle disponibilità alle iniziative di auto-mutuo-aiuto con il supporto
dell’equipe del Centro ascolto nel comune di Lucera e in tutti i comuni dell’Ambito che
metteranno a disposizione spazi adeguati;
- È operativo il sistema informatico unico delle Banca dati di tutti i servizi erogati;
risultati attesi
- incremento delle azioni e dei progetti integrati finalizzati alla conciliazione vita-lavoro entro il
2015;
- entro la fine del 2014 creazione Albo Soggetti disponibili a svolgere attività di Volontariato
finalizzato ad implementare i servizi previsti programmati nel PdZ.
Profilo degli operatori richiesti per la realizzazione del servizio
- Personale dell’ufficio di piano e del servizio sociale e del segretariato professionale;
- Personale esperto per l’indagine –Volontari Associazioni aderenti all’iniziativa;
- Operatori qualificati previsti dalle organizzazioni del Terzo Settore;
Scheda per la progettazione di dettaglio dei Servizi5
5
Da compilare almeno per tutti gli Obiettivi di Servizio (ex PRPS 2013-2015) programmati nel Piano di Zona.
Piano Sociale di Zona 2014-2016 – Ambito Appennino Dauno Settentrionale
Pagina 94
TITOLO: RETE DI PRONTO INTERVENTO SOCIALE - PIS
Annualità6:
2013 
2014 
2015 
2016 
AMBITO APPENNINO DAUNO SETTENTRIONALE - LUCERA
PROVINCIA DI FOGGIA
Informazioni generali
Il servizio di contrasto delle Nuove Povertà e di Pronto Intervento Sociale si propone di promuovere il
soddisfacimento dei bisogni primari e di sussistenza delle persone indigenti o comunque in difficoltà
socio-economica, per rispondere alle esigenze di presa in carico delle persone in difficoltà, adottando
programmi rivolti a sostenere i soggetti nel passaggio dalla percezione passiva di una indennità al
reinserimento lavorativo ( pur se in un impiego sussidiato o temporaneo ). L’obiettivo, in una logica di
empowerment e di responsabilizzazione dell’utente, sarà quello di restituire loro, la possibilità di
guadagnarsi il proprio reddito e di rientrare nella schiera degli attivi, previo impegno ad accettare la
proposta di formazione o lavoro di volontariato, pena l’esclusione dagli schemi di protezione.
Pertanto il presente Servizio si propone di affrontare il problema del disagio sociale insieme a quello
della povertà economica, elementi che spesso si rafforzano a vicenda, in un circolo vizioso che
conduce alla continua riproduzione dell’uno e dell’altra. Il binomio disagio-povertà (in una parola:
esclusione sociale) è caratterizzato dalla mancanza di quegli strumenti (culturali, sociali, relazionali, di
salute) che rendono possibile l’inserimento della persona nel tessuto sociale ed economico del
territorio in cui vive e la realizzazione di progetti di affermazione personale. Per le persone in
condizioni di disagio socio-economico, infatti, garantire un inserimento lavorativo significa non solo
garantire un sostegno economico all’individuo e alla famiglia, ma anche l’accesso alle risorse di base,
al mercato del lavoro, ai servizi sociali e ai diritti necessari per la partecipazione alla vita economica,
sociale e culturale e per godere di un tenore di vita e di benessere considerati normali nella società in
cui vivono.
Valenza territoriale:
 ambito
 comunale
Obiettivo di servizio:
 SI
 NO
(cfr. Piano Regionale Politiche Sociali 2013-2015 – DGR 1534/2013)
Numero progressivo: 3
(coerente con la numerazione delle schede finanziarie)
Denominazione servizio/intervento: PRONTO INTERVENTO SOCIALE
Art. del r.r. 4/2007: 85
Importo totale programmato: € 100.000,00 con residui stanziamenti PdZ 2010-2013
Modalità di gestione del servizio (in coerenza con quanto indicato nelle schede finanziarie)
 gestione in economia
 gestione diretta con affidamento a terzi
 altra modalità di gestione (specificare: convenzioni con associazioni, terzo settore,ecc.)
Tipologia di utenti: persone in condizioni di vulnerabilità emergenziale (persone in povertà estrema,
senza fissa dimora, minori abbandonati, immigrati, donne in difficoltà, soggetti
sfrattati, soggetti soli).
N° medio annuo previsto di utenti: n.11.800
6
Indicare le annualità di realizzazione del servizio/intervento che hanno copertura finanziaria con le risorse già disponibili
programmate nel Piano di Zona. Indicare il 2013 solo nel caso di interventi già avviati tra il II e il III piano sociale di zona,
ovvero per gli interventi ammessi a finanziamento su risorse proprie comunali che confluiscono nel “cofinanziamento
comunale” e comunque riconducibili agli obiettivi di servizio.
Piano Sociale di Zona 2014-2016 – Ambito Appennino Dauno Settentrionale
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Descrizione generale in termini di obiettivi, tipologia di prestazioni/attività e risultati attesi
(anche con indicatori numerici per tipologia di beneficiari e prestazioni)
Il servizio di pronto intervento sociale, quale servizio deputato ad affrontare le situazioni di emergenza
sociale, sarà articolato con una serie di prestazioni differenti e flessibili, finalizzate a fornire le forme
di assistenza primaria urgenti alle persone in condizione di estremo bisogno aiutarli a riavere fiducia
in se stessi e a riappropriarsi della loro vita, stabilendo più salde reti di relazione parentali e territoriali
e reinserendosi in quei circuiti di solidarietà, cooperazione e conforto che li facciano risentire membri
di una vera comunità sociale.
Tipologia di prestazioni
Il Servizio è istituito per dare una risposta concreta a situazioni impreviste e imprevedibili, pertanto,
deve affrontare tempestivamente i bisogni di sopravvivenza per persone con gravi situazioni di
marginalità o soggetti che si trovano in uno stato di emergenza e che non hanno un luogo dove
dormire o mangiare.
Il Servizio di Pronto Intervento Sociale è assicurato anche di notte, con turni di reperibilità, dalle
cinque assistenti sociali in servizio presso il comune capofila di Lucera. Qualora il Pronto Intervento
Sociale fosse richiesto da un utente di uno dei 13 comuni del Sub Appennino Dauno, sarà allertata
l’assistente sociale del Comune che collaborerà nelle operazioni di:
- accoglienza, ascolto ed informazione di base;
- immediato intervento sul posto della segnalazione, o presso il domicilio dell’utente;
- repentino accordo con le risorse del territorio, preventivamente convenzionate;
- accompagnamento, presso le strutture di accoglienza con l’ausilio dei vigili urbani del Comune;
- Successiva predisposizione di Piani di Intervento Individualizzati, a favore dei soggetti e nuclei
familiari per ipotizzare il loro reinserimento nel tessuto sociale ed economico del territorio in cui
vivono, in una logica di riconquista di quelle condizioni che consentono la qualità della vita sul
piano economico, sociale ed affettivo.
Il Servizio di Pronto Intervento Sociale dell’Ambito Territoriale assicura a soggetti che versano in
condizioni di vulnerabilità emergenziale un immediato e diretto sostegno anche attraverso servizi di
prossimità quali rifornimenti di alimenti, prodotti per l’igiene personale e medicinali mediante il Banco
Alimentare e dei Farmaci:
- fornitura di n. 25 pasti caldi a pranzo e 25 pasti caldi a cena, per un totale di 50 pasti caldi al giorno
per 300 giorni all’anno mediante convenzioni con associazione del volontariato presente sul
territorio di Lucera ( mensa sociale 50 pasti al giorno x 300 gg. x € 1,6666 a pasto per un costo
complessivo di € 25.000,00 per il 2014 e € 25.000,00 per il 2015 );
- fornitura periodica di derrate alimentari e farmaci attraverso i Banchi Alimentari presenti sul
territorio a circa 400 utenti al mese in tutti i comuni dell’Ambito con l’ausilio della Caritas
Diocesana, Parrocchie e associazioni di volontariato presenti sul territorio; tutta la rete dei Banchi
alimentari sarà coordinata dall’Ufficio di Piano, immettendo nel sistema informatico unico
d’Ambito tutte le disponibilità delle derrate alimentari e gli utenti beneficiari dell’intervento,
inoltre l’Ambito si farà carico di una spesa di € 15.000,00 all’anno ( € 30.000,00 per 2014/2015 )
per mettere a disposizione un furgone con relativo autista per la raccolta e smistamento derrate.
Considerato che a causa della grave crisi economica anche nei banchi alimentari scarseggiano le
provviste l’Ambito metterà a disposizione € 10.000,00 per il 2014 ed € 10.000,00 per il 2015 per
impinguare le riserve alimentari ( olio, latte, scatole di tonno e carne, ecc. ).
- prevedere per il 2014 interventi di supporto alle famiglie che necessitano di aiuti immediati ( vedi
scheda tecnica di progettazione n. 45 ) a causa della perdita del posto di lavoro, morte del
capofamiglia, sfratto, malattia, in situazione di estrema povertà, donne sole anche con figli a
carico, soggetti soli in difficoltà, come modalità di intercettare il bisogno e porre in essere percorsi
individualizzati per il reinserimento sociale. A tal proposito la Caritas, rapportandosi con i servizi
sociali professionali di i comuni del territorio e ad integrazione degli interventi predisposti
dall’Ambito nella presente programmazione, collaborerà erogando interventi di urgenza con
proprie risorse provenienti dall’8*1000 a favore della Chiesa.
- Sarà compito del Servizio Sociale Professionale d’Ambito curare le modalità dell’intervento e la
conduzione del caso per tutta la fase dell’emergenza.
Piano Sociale di Zona 2014-2016 – Ambito Appennino Dauno Settentrionale
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Le attività previste per il servizio sono:
- Adeguamento regolamento unico dei Comuni dell’Ambito per le procedure d’accesso e per la
gestione dell’urgenza e la durata del beneficio;
- protocolli e convenzioni con associazioni del volontariato e tutti gli attori del Terzo Settore del
territorio allo scopo di definire le modalità di collegamento, collaborazione e utilizzo della rete
territoriale;
- protocolli operativi con i Vigili Urbani e le Forze dell’Ordine e volontariato per regolamentare le
segnalazioni mediante la compilazione e sottoscrizione di un verbale di rilevazione
dell’emergenza.
Risultati attesi:
anno 2014 ( € 50.000,00 ):
- Fornire pasti caldi ( pranzo e cena ) n. 7.500 utenti (300gg x 25 utenti);
- Assistere con la rete dei Banchi alimentari circa 4.000 utenti ( 400 utenti al mese x 10 mesi ) in
tutti i comuni dell’Ambito;
- Intercettare 300 utenti che richiedono supporto economicamente per predisporre progetti
individualizzati di reinserimento sociale, a cura del Servizio Sociale Professionale;
- Inserire in banche dati del sistema informatico unico tutti gli interventi effettuati sul territorio
dell’Ambito da strutture pubbliche e dall’associazioni del volontariato;
Anno 2015 ( € 50.000,00 ):
- Garantire tutti gli interventi effettuati nell’anno 2014;
- Realizzare l’anagrafe delle famiglie bisognose.
Profilo degli operatori richiesti per la realizzazione del servizio
Il servizio di Pronto Intervento Sociale è assicurato nell'ambito del servizio sociale professionale. Si
avvale di altre figure professionali quali psicologi, educatori, assistenti domiciliari, mediatori
linguistici e culturali, altri operatori sociali.
Scheda per la progettazione di dettaglio dei Servizi7
TITOLO: RETE DI PRONTO INTERVENTO SOCIALE – EMERGENZA ABITATIVA
Annualità8:
2013 
2014 
2015 
2016 
AMBITO APPENNINO DAUNO SETTENTRIONALE - LUCERA
PROVINCIA DI FOGGIA
Informazioni generali
Il servizio di contrasto delle Nuove Povertà e di Pronto Intervento Sociale si propone di promuovere il
soddisfacimento dei bisogni primari e di sussistenza delle persone indigenti o comunque in difficoltà
socio-economica, per rispondere alle esigenze di presa in carico delle persone in difficoltà, ed
adottando un approccio di welfare to work, fortemente centrato sull’empowerment e la
responsabilizzazione dell’utente.
Pertanto il presente Servizio si propone di affrontare il problema del disagio sociale insieme a quello
della povertà economica, elementi che spesso si rafforzano a vicenda, in un circolo vizioso che
conduce alla continua ri-produzione dell’uno e dell’altra. Il binomio disagio-povertà (in una parola:
esclusione sociale) è caratterizzato dalla mancanza di quegli strumenti (culturali, sociali, relazionali, di
salute) che rendono possibile l’inserimento della persona nel tessuto sociale ed economico del
territorio in cui vive e la realizzazione di progetti di affermazione personale. Per le persone in
condizioni di disagio socio-economico, infatti, garantire un inserimento lavorativo significa non solo
7
Da compilare almeno per tutti gli Obiettivi di Servizio (ex PRPS 2013-2015) programmati nel Piano di Zona.
Indicare le annualità di realizzazione del servizio/intervento che hanno copertura finanziaria con le risorse già disponibili
programmate nel Piano di Zona. Indicare il 2013 solo nel caso di interventi già avviati tra il II e il III piano sociale di zona,
ovvero per gli interventi ammessi a finanziamento su risorse proprie comunali che confluiscono nel “cofinanziamento
comunale” e comunque riconducibili agli obiettivi di servizio.
8
Piano Sociale di Zona 2014-2016 – Ambito Appennino Dauno Settentrionale
Pagina 97
garantire un sostegno economico all’individuo e alla famiglia, ma anche promuovere l’acquisizione di
autonomia e indipendenza.
Immediato e diretto sostegno ai soggetti che versano in condizioni di disagio sociale mediante il
potenziamento di reti integrate di servizi e strutture preposti per garantire la pronta accoglienza nelle
situazioni connesse alle emergenze sociali.
Valenza territoriale:
 ambito
 comunale
Obiettivo di servizio:
 SI
 NO
(cfr. Piano Regionale Politiche Sociali 2013-2015 – DGR 1534/2013)
Numero progressivo: 4
(coerente con la numerazione delle schede finanziarie)
Denominazione servizio/intervento: RETE DI PRONTO INTERVENTO SOCIALE
EMERGENZA ABITATIVA
Art. del r.r. 4/2007: 77, 74, 80, 81 e 81ter
Importo totale programmato: (Art. del r.r. 4/2007: 77 e 81 ter ) € 150.000,00 di cui:
€ 130.000,00 con residui stanziamenti PdZ 2010-2013 + € 20.000,00
con risorse proprie comunali.
Modalità di gestione del servizio (in coerenza con quanto indicato nelle schede finanziarie)
 gestione in economia
 gestione diretta con affidamento a terzi
 altra modalità di gestione (convenzione con centri di prima accoglienza – centri accoglienza
notturna + pagamento rette)
Tipologia di utenti: persone adulte fortemente a rischio di esclusione sociale, stranieri e senza fissa
dimora.
N° medio annuo previsto di utenti: 250
Descrizione generale in termini di obiettivi, tipologia di prestazioni/attività e risultati attesi
(anche con indicatori numerici per tipologia di beneficiari e prestazioni)
Obiettivi
L’obiettivo generale del Servizio è quello di istituire e potenziare i servizi e le strutture per
l’accoglienza di persone in situazioni di emergenza sociale e abitativa.
Le strutture dovranno essere preventivamente e regolarmente autorizzate ed iscritte nel catalogo
regionale nonché essere dotate di servizi e personale in conformità a quanto previsto dal Regolamento
Regionale n.4/2007: 77 e 81 ter.
L’Ambito Territoriale, in convenzione con Centri di prima accoglienza, accoglienza notturna, assicura
l’accoglienza di breve e media durata per un numero massimo di 10 persone adulte e straniere in
difficoltà, senza fissa dimora e a rischio di esclusione sociale, per un totale annuo di 250 utenti ( €
30,00 al giorno escluso mensa che sarà garantita con la “Mensa sociale” ), assicurando l’apertura per
dodici ore giornaliere, dalle ore 20 alle ore 8, sette giorni su sette per i senza fissa dimora, h24 per
nuclei familiari sfrattati, per permettere l’erogazione di prestazioni minime legate al riposo e all’igiene
personale o ricovero temporaneo per famiglie sfrattate. Tale servizio va a consolidare quelle misure
per il sostegno di persone a rischio di esclusione sociale in direzione dell’abitare autonomo
Obiettivi
- garantire una tempestiva accoglienza abitativa per situazioni di emergenza di persone in grave
difficoltà socio-abitativa e/o senza fissa dimora, prive del sostegno familiare o per le quali la
permanenza nel nucleo familiare sia valutata temporaneamente o permanentemente impossibile
Piano Sociale di Zona 2014-2016 – Ambito Appennino Dauno Settentrionale
Pagina 98
prestazioni/attività
(Il presente progetto è da intendersi ad integrazione ed a completamento del progetto n. 3).
- Piano Personalizzato integrato di presa in carico;
- Stipula convenzione con strutture autorizzate (Centri di pronta accoglienza per adulti –Centri
notturni di accoglienza per persone senza fissa dimora) per l’accoglienza in situazioni di
emergenza, di breve e media durata
risultati attesi
2014:
- Interventi immediati di Prima Accoglienza per un totale annuo di 250 utenti per un costo di €
75.000,00 ( € 30,00 al giorno escluso mensa che sarà garantita con la “Mensa sociale” ),
assicurando l’apertura per dodici ore giornaliere, dalle ore 20 alle ore 8, sette giorni su sette per i
senza fissa dimora, h24 per nuclei familiari sfrattati;
- Riduzione Persone a rischio di esclusione con l’avvio di percorsi individualizzati;
- Creazione banca dati per i senza fissa dimora.
2015:
- Interventi immediati di Prima Accoglienza per un totale annuo di 250 utenti per un costo di €
75.000,00 ( € 30,00 al giorno escluso mensa che sarà garantita con la “Mensa sociale” ),
assicurando l’apertura per dodici ore giornaliere, dalle ore 20 alle ore 8, sette giorni su sette per i
senza fissa dimora, h24 per nuclei familiari sfrattati;
- Avviati n. 5 percorsi individualizzati per la riduzione di Persone a rischio di esclusione ;
- Funzionamento dell’anagrafe dei bisognosi.
Profilo degli operatori richiesti per la realizzazione del servizio
Servizio Sociale Professionale dell’Ambito;
Équipe multidisciplinari delle strutture;
Servizio di Segretariato Sociale di Ambito;
Operatori e volontari delle strutture con le quali saranno stipulate Convenzioni e/o protocolli di intesa.
Scheda per la progettazione di dettaglio dei Servizi9
TITOLO: PERCORSI DI INCLUSIONE SOCIO - LAVORATIVA
Annualità10: 2013 
2014 
2015 
2016 
AMBITO APPENNINO DAUNO SETTENTRIONALE - LUCERA
PROVINCIA DI FOGGIA
Informazioni generali
Il servizio di contrasto delle Nuove Povertà e di Pronto Intervento Sociale si propone di promuovere il
soddisfacimento dei bisogni primari e di sussistenza delle persone indigenti o comunque in difficoltà
socio-economica, per rispondere alle esigenze di presa in carico delle persone in difficoltà, ed
adottando un approccio di welfare to work, fortemente centrato sull’empowerment e la
responsabilizzazione dell’utente.
Pertanto il presente Servizio si propone di affrontare il problema del disagio sociale insieme a quello
della povertà economica, elementi che spesso si rafforzano a vicenda, in un circolo vizioso che
conduce alla continua riproduzione dell’uno e dell’altra. Il binomio disagio-povertà (in una parola:
esclusione sociale) è caratterizzato dalla mancanza di quegli strumenti (culturali, sociali, relazionali, di
salute) che rendono possibile l’inserimento della persona nel tessuto sociale ed economico del
territorio in cui vive e la realizzazione di progetti di affermazione personale. Per le persone in
condizioni di disagio socio-economico, infatti, garantire un inserimento lavorativo significa non solo
9
Da compilare almeno per tutti gli Obiettivi di Servizio (ex PRPS 2013-2015) programmati nel Piano di Zona.
Indicare le annualità di realizzazione del servizio/intervento che hanno copertura finanziaria con le risorse già disponibili
programmate nel Piano di Zona. Indicare il 2013 solo nel caso di interventi già avviati tra il II e il III piano sociale di zona,
ovvero per gli interventi ammessi a finanziamento su risorse proprie comunali che confluiscono nel “cofinanziamento
comunale” e comunque riconducibili agli obiettivi di servizio.
10
Piano Sociale di Zona 2014-2016 – Ambito Appennino Dauno Settentrionale
Pagina 99
garantire un sostegno economico all’individuo e alla famiglia, ma anche promuovere l’acquisizione di
autonomia e indipendenza.
Si intende garantire a tutti i cittadini l’accesso alle risorse di base, al mercato del lavoro, ai servizi
sociali e ai diritti necessari per la partecipazione alla vita economica, sociale e culturale e per godere di
un tenore di vita e di benessere considerati normali nella società in cui vivono.
Si vogliono realizzare percorsi personalizzati di integrazione sociale e reinserimento socio lavorativo
di soggetti svantaggiati.
Valenza territoriale:
 ambito
 comunale
Obiettivo di servizio:
 SI
 NO
(cfr. Piano Regionale Politiche Sociali 2013-2015 – DGR 1534/2013)
Numero progressivo:
5
(coerente con la numerazione delle schede finanziarie)
Denominazione servizio/intervento: PERCORSI DI INCLUSIONE SOCIO LAVORATIVA
Art. del r.r. 4/2007: 102 Linee Guida Regionali (DGR 471/2010) e Direttive Ministeriali Giustizia
A questi si aggiungono anche gli interventi previsti con le schede di dettaglio n. 41, 42, 43, 44 e 45.
Importo totale programmato: € 100.000,00 con risorse proprie comunali
Modalità di gestione del servizio (in coerenza con quanto indicato nelle schede finanziarie)
 gestione in economia
 gestione diretta con affidamento a terzi
 altra modalità di gestione (specificare: convenzione con il terzo settore associazioni di
volontariato e di promozione sociale sulla base di apposite convenzioni, ai sensi dell’art. 25 del
R.R 4/2007ex art.)
Tipologia di utenti: persone adulte in difficoltà, stranieri e senza fissa dimora, soggetti svantaggiati
e/o a forte rischio di discriminazione.
N° medio annuo previsto di utenti: 10
Descrizione generale in termini di obiettivi, tipologia di prestazioni/attività e risultati attesi
(anche con indicatori numerici per tipologia di beneficiari e prestazioni)
L’obiettivo principale del Servizio è quello di costruire percorsi personalizzati di integrazione,
reinserimento socio-lavorativo ed inclusione sociale di soggetti svantaggiati e a rischio di
discriminazione.
obiettivi
- obiettivo primario dell’intervento è mirare al reinserimento socio-lavorativo di soggetti emarginati,
fortemente a rischio di discriminazione, attraverso percorsi di presa in carico integrata.
- favorire l’apprendimento di competenze professionali specifiche nelle persone svantaggiate o
comunque prive di professionalità per facilitare l’accesso delle stesse nel mondo del lavoro;
- conciliare la qualità dell’offerta formativa con la domanda specialistica delle imprese;
- potenziare gli interventi di sostegno a favore dei soggetti e nuclei svantaggiati, già in carico al
Servizio Sociale Professionale;
- favorire il soddisfacimento dei bisogni primari e di sussistenza delle persone indigenti;
- incrementare le opportunità di inclusione socio-lavorativa dell’utenza dell’UEPE, attraverso
l’attività progettuale mirata.
prestazioni/attività
- Presa in carico e continuazione di percorsi di inclusione attiva per inserimenti socio-lavorativi:
- inserimenti in lavori di pubblica utilità e/o forme di sostegno al lavoro protetto;
Piano Sociale di Zona 2014-2016 – Ambito Appennino Dauno Settentrionale
Pagina 100
-
Individuazione di Enti Pubblici, imprese, ditte e cooperative di servizi che intendono aderire al
programma di inserimento, tutoraggio e formazione lavorativa;
- Stipula di accordi e convenzioni con le aziende pubbliche e private presenti ed ospitanti sul
territorio, previo avviso pubblico;
- Sottoscrizione di contratti di inclusione tra il servizio sociale professionale, l’Ambito Territoriale,
l’Ente ospitante e il Soggetto beneficiario;
- Stipula di polizza assicurativa RCT e copertura costi INAIL per i Soggetti avviati;
risultati attesi
2014:
- Realizzazione di n. 10 percorsi integrati ed innovativi di inclusione attiva per un costo € 50.000,00;
- Costituzione banca dati delle imprese pubbliche e private presenti ed ospitanti sul territorio;
2015:
- Realizzazione di ulteriori n. 10 percorsi integrati ed innovativi di inclusione attiva per un costo €
50.000,00;
- Monitoraggio dei percorsi di inclusione attiva attivati nel 2014;
- Funzionamento dell’anagrafe delle imprese pubbliche e private presenti ed ospitanti sul territorio.
Profilo degli operatori richiesti per la realizzazione del servizio
Servizio Sociale Professionale dell’Ambito;
Servizio di Segretariato Sociale di Ambito;
Ufficio di Piano
Operatori del volontariato sociale.
Scheda per la progettazione di dettaglio dei Servizi11
TITOLO: SERVIZIO SOCIALE PROFESSIONALE
Annualità12:
AMBITO
PROVINCIA DI
2013 
2014 
2015 
2016 
APPENNINO DAUNO SETTENTRIONALE - LUCERA
FOGGIA
Informazioni generali
Favorire la centralità del sistema di welfare d’accesso promuovendo la creazione e il consolidamento
di servizi dedicati a specifiche categorie di utenza che rispondano al criterio della maggiore prossimità
al cittadino.
Il Servizio Sociale professionale è considerato dai Comuni dell’Ambito una priorità strategica per
garantire unitarietà alle funzioni di informazione, orientamento e presa in carico del cittadino utente da
parte dei servizi socio – sanitari. La corretta programmazione dei servizi del welfare d’accesso infatti,
attenua i rischi di una risposta frammentaria alla domanda ed ai bisogni, facilitando il processo di
integrazione socio – sanitaria.
L’attenzione prioritaria è rivolta ai soggetti più deboli ed emarginati.
La presenza in ciascun Comune di un punto di accesso dà continuità alla precedente organizzazione
del servizio e pone a contatto diretto degli utenti di ciascuna comunità un punto di accesso ai servizi
con personale professionalmente qualificato. L’organizzazione dei servizi, tiene conto, sia per il
servizio sociale professionale che per i punti di accesso e degli sportelli PUA, della popolazione di
ciascun comune, unico parametro appropriato di valutazione del fabbisogno.
Valenza territoriale:
 ambito
 comunale
11
Da compilare almeno per tutti gli Obiettivi di Servizio (ex PRPS 2013-2015) programmati nel Piano di Zona.
Indicare le annualità di realizzazione del servizio/intervento che hanno copertura finanziaria con le risorse già disponibili
programmate nel Piano di Zona. Indicare il 2013 solo nel caso di interventi già avviati tra il II e il III piano sociale di zona,
ovvero per gli interventi ammessi a finanziamento su risorse proprie comunali che confluiscono nel “cofinanziamento
comunale” e comunque riconducibili agli obiettivi di servizio.
12
Piano Sociale di Zona 2014-2016 – Ambito Appennino Dauno Settentrionale
Pagina 101
Obiettivo di servizio:
 SI
 NO
(cfr. Piano Regionale Politiche Sociali 2013-2015 – DGR 1534/2013)
Numero progressivo: 6
(coerente con la numerazione delle schede finanziarie)
Denominazione servizio/intervento: SERVIZIO SOCIALE PROFESSIONALE
Art. del r.r. 4/2007: 86
Importo totale programmato: € 525.436,69 di cui: € 75.436,69 residui stanziamenti PdZ 20102013 + € 450.000,00 risorse proprie comunali
Modalità di gestione del servizio (in coerenza con quanto indicato nelle schede finanziarie)
 gestione in economia
 gestione diretta con affidamento a terzi
 altra modalità di gestione (specificare ______________)
Tipologia di utenti: Popolazione residente nell’Ambito territoriale e nuclei familiari.
N° medio annuo previsto di utenti: 3.000
Descrizione generale in termini di obiettivi, tipologia di prestazioni/attività e risultati attesi
(anche con indicatori numerici per tipologia di beneficiari e prestazioni)
L’obiettivo primario è quello di Potenziare il Servizio Sociale Professionale a valenza di ambito, nel
rispetto degli obiettivi e finalità di cui alla normativa vigente, con particolare riferimento alla funzione
della “presa in carico”.
Il Servizio Sociale Professionale è finalizzato alla lettura e decodificazione della domanda sociale, alla
presa in carico della persona, della famiglia e/o gruppo sociale, alla predisposizione di progetti
personalizzati, all’attivazione e integrazione dei servizi e delle risorse di rete, all’accompagnamento e
all’aiuto nel processo di promozione e concertazione. Svolge uno specifico ruolo nei processi di
pianificazione e coordinamento della rete dei servizi sociali e sociosanitari in particolare si rapporta
con l’Ufficio di Piano. In tutti i Comuni dell’Ambito sono previsti sportelli front-office per meglio
rispondere all’esigenza di maggiore prossimità possibili al cittadino. Oltre agli sportelli comunali
presidiati dal servizio sociale professionale e dal segretariato sociale saranno attivati altri sportelli
presso le parrocchie e sedi dei patronati delle OO.SS.
Quest’Ambito per soddisfare la domanda di una popolazione di 54.059 abitanti ha in dotazione n.7
assistenti sociali a 36 ore settimanali per un complessivo di 252 ore settimanali: n. 150 ore per il
comune di Lucera e 102 per gli altri comuni dell’ambito.
Quale Servizio del welfare di accesso al Sistema integrato, nonché di “Livello essenziale di assistenza”
aperto a tutta la cittadinanza, sarà potenziato in linea con gli obiettivi di servizio regionali. Il servizio
sociale di Ambito opererà ad integrazione ed in stretta sinergia con i Comuni e con gli altri servizi
deputati al welfare di accesso e con l’ufficio di Piano.
Il Servizio Sociale professionale, così come recita il Regolamento Regionale n. 4/2007, è un servizio
aperto ai bisogni di tutta la comunità, finalizzato ad assicurare prestazioni necessarie a prevenire,
ridurre e/o rimuovere situazioni problematiche o di bisogno sociale dei cittadini.
L'attenzione prioritaria è indirizzata ai soggetti più deboli ed emarginati, con interventi di prevenzione
del disagio, potenziamento e attivazione delle risorse individuali familiari e comunitarie, di
valorizzazione dell'individuo.
Sono prestazioni del Servizio Sociale professionale la lettura e la decodificazione della domanda
sociale, la presa in carico della persona, della famiglia e/o del gruppo sociale, la predisposizione di
progetti personalizzati, l'attivazione e integrazione dei servizi e delle risorse in rete,
l'accompagnamento e l'aiuto nel processo di promozione ed emancipazione.
Piano Sociale di Zona 2014-2016 – Ambito Appennino Dauno Settentrionale
Pagina 102
Il Servizio Sociale professionale è trasversale ai vari servizi specialistici, svolge uno specifico ruolo
nei processi di pianificazione e coordinamento della rete dei servizi sociali e socio-sanitari; assume un
ruolo di interventi professionali proprio e di livello essenziale per osservare e gestire i fenomeni
sociali, erogare prestazioni di informazione, consulenza e aiuto professionale.
Rispetto alla tipologia di intervento si distingue in:
1. Servizio di segretariato sociale;
2. Gestione sociale del caso (case management);
3. Osservazione, pianificazione, direzione e coordinamento delle politiche socio-assistenziali e
sociosanitarie;
4. Servizio di pronto intervento per l'emergenza sociale.
In continuità con i precedenti trienni, tutti i Comuni dell’ambito saranno presidiati da assistenti sociali:
- nei 13 comuni più piccoli 4 giorni alla settimana per 2 ore al giorno;
- nel comune di Lucera 6 giorni alla settimana per 5 ore al giorno.
Il servizio sociale professionale e nello specifico le azioni mireranno alla realizzazione del servizio con
strumenti di lavoro comuni:
- ogni assistente sociale sarà dotata di un computer portatile con il quale si collegherà alle banche
dati appositamente costituite (dotazione di un sistema informativo unico di ambito, della cartella
sociale, di protocolli operativi e gestionali, ecc).
Saranno implementati gli incontri periodici mensili tra tutte le risorse umane coinvolte, finalizzati alla
programmazione e realizzazione sinergica del servizio ed alla condivisione di pratiche comuni ed
all’informazione puntuale e precisa sullo stato dell’arte.
risultati attesi
2014:
- Consolidare e potenziare il servizio sociale professionale ed il welfare di accesso in generale:
- nei 13 comuni più piccoli 4 giorni alla settimana per 2 ore al giorno per un totale di 104 ore
settimanali;
- nel comune di Lucera 6 giorni alla settimana per 5 ore al giorno per 5 assistenti sociali per un
totale 150 ore settimanali;
- indire ogni mese una riunione di coordinamento dei servizi del welfare di accesso a livello di
ambito territoriale;
- censire in tutti i comuni dell’ambito i cittadini che si trovano in stato di difficoltà.
2015:
- Continuare il potenziamento del servizio sociale professionale ed il welfare di accesso in generale:
- nei 13 comuni più piccoli 4 giorni alla settimana per 2 ore al giorno per un totale di 104 ore
settimanali;
- nel comune di Lucera 6 giorni alla settimana per 5 ore al giorno per 5 assistenti sociali per un
totale 150 ore settimanali;
- indire ogni mese una riunione di coordinamento dei servizi del welfare di accesso a livello di
ambito territoriale;
- Costituzione dell’anagrafe degli utenti in difficoltà di tutto l’Ambito.
Profilo degli operatori richiesti per la realizzazione del servizio
Servizio Sociale Professionale dell’Ambito;
Operatori dell’Ufficio di Piano.
Scheda per la progettazione di dettaglio dei Servizi13
TITOLO: RETE DI ACCESSO SERVIZIO SEGRETARIATO SOCIALE
Annualità14:
13
2013 
2014 
2015 
2016 
Da compilare almeno per tutti gli Obiettivi di Servizio (ex PRPS 2013-2015) programmati nel Piano di Zona.
Piano Sociale di Zona 2014-2016 – Ambito Appennino Dauno Settentrionale
Pagina 103
AMBITO
PROVINCIA DI
APPENNINO DAUNO SETTENTRIONALE - LUCERA
FOGGIA
Informazioni generali
Potenziare un sistema di accesso capace di garantire le funzioni di prima informazione
d’accoglienza,orientamento della domanda. In particolare, il Segretariato Sociale Professionale di
Ambito persegue le seguenti finalità: Rendere accessibile a tutti i cittadini la conoscenza completa e
dettagliata dei diritti, delle procedure e delle opportunità rese disponibili dalle normative locali,
regionali e nazionali in materia di politiche sociali e dalla rete dei servizi; Raccogliere e registrare
la domanda sociale, in modo da contribuire a predisporre piattaforme conoscitive necessarie
all’aggiornamento del Piano di Zona; Offrire ascolto attento a tutte le persone in difficoltà,
garantendo
risposte che si caratterizzano per completezza, accessibilità, immediatezza,
personalizzazione, obiettività, imparzialità e riservatezza.
La presenza in ciascun Comune di un punto di accesso dà continuità alla precedente organizzazione
del servizio e pone a contatto diretto degli utenti di ciascuna comunità un punto di accesso ai servizi
con personale professionalmente qualificato. L’organizzazione dei servizi, tiene conto, sia per il
servizio sociale professionale che per i punti di accesso e degli sportelli PUA, della popolazione di
ciascun comune, unico parametro appropriato di valutazione del fabbisogno.
Valenza territoriale:
 ambito
 comunale
Obiettivo di servizio:
 SI
 NO
(cfr. Piano Regionale Politiche Sociali 2013-2015 – DGR 1534/2013)
Numero progressivo: 7
(coerente con la numerazione delle schede finanziarie)
Denominazione servizio/intervento: SERVIZIO SEGRETARIATO SOCIALE
Art. del r.r. 4/2007: 83
Importo totale programmato:
€ 200.000,00 di cui: € 50.000,00 con residui stanziamenti PdZ
2010-2013 + € 150.000,00 con risorse FNPS
Modalità di gestione del servizio (in coerenza con quanto indicato nelle schede finanziarie)
 gestione in economia
 gestione diretta con affidamento a terzi
 altra modalità di gestione (specificare ______________)
Tipologia di utenti: Popolazione residente nell’Ambito territoriale e nuclei familiari.
N° medio annuo previsto di utenti: 3.000
Descrizione generale in termini di obiettivi, tipologia di prestazioni/attività e risultati attesi
(anche con indicatori numerici per tipologia di beneficiari e prestazioni)
L’obiettivo generale del Servizio consiste nella promozione della cultura dell’accoglienza, strutturando
e potenziando un sistema di accesso capace di garantire le funzioni di prima informazione e
accoglienza, di ascolto, di orientamento della domanda e di accompagnamento. Il Servizio di
Segretariato Sociale risponde alle richieste del cittadino con un’informazione aggiornata, esatta e
14
Indicare le annualità di realizzazione del servizio/intervento che hanno copertura finanziaria con le risorse già disponibili
programmate nel Piano di Zona. Indicare il 2013 solo nel caso di interventi già avviati tra il II e il III piano sociale di zona,
ovvero per gli interventi ammessi a finanziamento su risorse proprie comunali che confluiscono nel “cofinanziamento
comunale” e comunque riconducibili agli obiettivi di servizio.
Piano Sociale di Zona 2014-2016 – Ambito Appennino Dauno Settentrionale
Pagina 104
rapida (funzione informativa), segnala e trasmette al servizio competente la richiesta (funzione di
supporto e informativa), verifica continuamente la validità e congruità della risorsa al bisogno
manifestato (funzione di osservatorio).
In tutti i Comuni dell’Ambito sono previsti sportelli front-office per meglio rispondere all’esigenza di
prossimità possibili al cittadino.
In questo modo si potrà garantire un’adeguata presenza della figura dell’Assistente Sociale in rapporto
alla dimensione demografica dell’Ambito Territoriale consolidando e potenziando il sistema di accesso
e assicurando la realizzazione dei diversi servizi programmati.
I singoli sportelli saranno in rete e opereranno ad integrazione ed in stretta sinergia con il Servizio
Sociale Professionale dal quale è coordinato, con gli altri servizi deputati al welfare di accesso e con
l’ufficio di Piano.
ATTIVITÀ:
- Attività di front-office con azioni dirette al cittadino in tempo reale attraverso: informazione e
diffusione di notizie di carattere generale; raccolta della domanda avanzata dal cittadino;
istruttoria di istanza per l’accesso alle prestazioni di competenza dei servizi socio assistenziali
dell’ente; azioni di orientamento e accompagnamento per l’attivazione delle risorse esistenti e per
il soddisfacimento del bisogno espresso dal cittadino.
- Attività di back-office con azioni dirette al monitoraggio e valutazione con l’aggiornamento
periodico nonché con l’attività di restituzione dati della PUA attraverso: monitoraggio della
domanda; monitoraggio e ricerca del sistema locale di offerta dei servizi; raccolta e diffusione dati
sullo stato globale dei servizi; alimentazione continua di sportelli territoriali di Segretariato
Sociale. Lo sportello di cittadinanza e Segretariato Sociale utilizzerà un sistema informativo
RESETTAMI, un database che si interfaccia con il sistema informatico dell’ASL EDOTTO
(schede, mappe, servizi, raccolta darti) e telematico che si andrà ad integrare con la PUA. Sarà
compito dell’Ufficio di Piano assicurare l’efficacia e la tempestività dei procedimenti correlati
all’attivazione di servizi (inclusa la predisposizione dei bandi) e all’inoltro di domande di accesso
ai servizi oltre che monitorare sull’andamento della domanda-offerta.
risultati attesi
2014:
- Consolidare e potenziare il servizio sociale di segretariato sociale ed il welfare di accesso in
generale con sette assistenti sociali a 36 ore settimanali:
- nei 13 comuni più piccoli 4 giorni alla settimana per 2 ore al giorno per un totale di 108 ore
settimanali;
- nel comune di Lucera 6 giorni alla settimana per 1 ora al giorno per 5 assistenti sociali per un
totale di n. 30 ore settimanali;
- indire ogni mese una riunione di coordinamento dei servizi del welfare di accesso a livello di
ambito territoriale;
- censire in tutti i comuni dell’ambito i cittadini che si trovano in stato di difficoltà.
2015:
- Continuare il potenziamento del servizio sociale professionale ed il welfare di accesso in generale:
- nei 13 comuni più piccoli 4 giorni alla settimana per 2 ore al giorno;
- nel comune di Lucera 6 giorni alla settimana per 1ora al giorno per 5 assistenti sociali;
- indire ogni 15 una riunione di coordinamento dei servizi del welfare di accesso a livello di
ambito territoriale;
- Costituzione dell’anagrafe degli utenti in difficoltà di tutto l’Ambito.
Il presente servizio, trasversale al Sistema dell’Offerta, è da intendersi in termini di organizzazione, di
risorse economiche, umane e strumentali- ad integrazione ed a completamente dei servizi deputati al
welfare di accesso (schede n. 6, 8, 9).
Profilo degli operatori richiesti per la realizzazione del servizio
Il servizio di segretariato sociale è assicurato nell’ambito del servizio sociale professionale dal quale è
coordinato e deve essere garantito da professionisti assistenti sociali.
Piano Sociale di Zona 2014-2016 – Ambito Appennino Dauno Settentrionale
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Le attività di informazione possono essere realizzate anche da altro personale destinato stabilmente
alla funzione, in possesso di specifiche competenze relazionali e di conoscenza del territorio.
Scheda per la progettazione di dettaglio dei Servizi15
TITOLO: RETE DI ACCESSO – SPORTELLO IMMIGRATI
Annualità16:
AMBITO
PROVINCIA DI
2013 
2014 
2015 
2016 
APPENNINO DAUNO SETTENTRIONALE - LUCERA
FOGGIA
Informazioni generali
Potenziare un sistema di accesso capace di garantire le funzioni di prima informazione d’accoglienza,
orientamento della domanda anche per le situazioni di emergenza e consolidare la presenza degli
sportelli per l’integrazione socio- sanitaria- culturale delle persone immigrate.
Valenza territoriale:
 ambito
 comunale
Obiettivo di servizio:
 SI
 NO
(cfr. Piano Regionale Politiche Sociali 2013-2015 – DGR 1534/2013)
Numero progressivo:
8
(coerente con la numerazione delle schede finanziarie)
Denominazione servizio/intervento: SPORTELLO IMMIGRATI INTEGRAZIONE SOCIO
SANITARIA CULTURALE
Art. del r.r. 4/2007: 108
Importo totale programmato:
€ 60.000,00 con risorse FGSA
Modalità di gestione del servizio (in coerenza con quanto indicato nelle schede finanziarie)
 gestione in economia
 gestione diretta con affidamento a terzi
 altra modalità di gestione (convenzione con associazioni terzo settore, cooperative, ecc.)
Tipologia di utenti: Persone straniere immigrate e rispettivi nuclei familiari presenti sul territorio
dell’Ambito.
N° medio annuo previsto di utenti: 100
Descrizione generale in termini di obiettivi, tipologia di prestazioni/attività e risultati attesi
(anche con indicatori numerici per tipologia di beneficiari e prestazioni)
L’obiettivo generale del Servizio consiste nella attivazione e nel potenziamento di uno Sportello per
l’integrazione socio-sanitaria-culturale dei cittadini stranieri immigrati. Lo Sportello Immigrazione
svolge attività di informazione sui diritti, di formazione, di affiancamento degli operatori socio-
15
Da compilare almeno per tutti gli Obiettivi di Servizio (ex PRPS 2013-2015) programmati nel Piano di Zona.
Indicare le annualità di realizzazione del servizio/intervento che hanno copertura finanziaria con le risorse già disponibili
programmate nel Piano di Zona. Indicare il 2013 solo nel caso di interventi già avviati tra il II e il III piano sociale di zona,
ovvero per gli interventi ammessi a finanziamento su risorse proprie comunali che confluiscono nel “cofinanziamento
comunale” e comunque riconducibili agli obiettivi di servizio.
16
Piano Sociale di Zona 2014-2016 – Ambito Appennino Dauno Settentrionale
Pagina 106
sanitari, di primo orientamento e accompagnamento dei cittadini stranieri immigrati e dei loro nuclei
nell’accesso alla rete dei servizi sociali, sanitari, dell’istruzione, di consulenza tecnica specialistica.
Il servizio, con funzione di promozione esclusivamente sociale opera in stretto contatto con gli
Sportelli Sociali e con il servizio di Segretariato Sociale e con la PUA con l’obiettivo fondante di
favorire e promuovere l’integrazione socio-sanitaria e culturale delle persone immigrate presenti nel
territorio dell’Ambito. Si prevede per il servizio la presenza di un mediatore culturale che svolgerà
attività:
- di informazione sui diritti,
- di formazione e affiancamento degli operatori sociali e sanitari per la promozione della cultura
della integrazione organizzativa e professionale in favore degli immigrati;
- orientamento e accompagnamento dei cittadini stranieri immigrati e loro nuclei nell’accesso alla
rete dei servizi sociali, sanitari, dell’istruzione;
- consulenza tecnica specialistica per interventi personalizzati.
- L’attività sarà coordinata a livello di Ambito da una assistente sociale del servizio sociale
professionale del Comune di Lucera dove è già operativo uno Sportello Immigrati.
obiettivi
- Favorire l'integrazione socio-sanitaria e culturale degli immigrati nel contesto territoriale.
- Nello specifico
- Favorire l'accesso ai servizi, rimuovendo gli ostacoli che ne impediscono la piena fruizione;
- Prevenire situazioni di emarginazione e ghettizzazione dei cittadini immigrati attraverso
l'integrazione culturale e sociale;
- Promuovere il concetto di intercultura.
- Favorire il collegamento con strutture, associazioni e servizi territoriali pubblici e privati che
operano nel settore;
attività
- Convenzione con Associazioni titolate tramite avviso pubblico;
- Pubblicizzazione del servizio;
- Ascolto e informazione orientativa (accesso ai servizi, disbrigo pratiche amministrative);
- Attività di intermediazione culturale;
- Collegamento con altre strutture, associazioni e servizi territoriali pubblici e privati che operano
nel settore;
- Creazione e divulgazione di materiale informativo, sui servizi socio-sanitari, e sulle modalità di
accesso agli stessi da parte dei cittadini stranieri presenti sul territorio;
Risultati attesi
2014:
- Istituite lo sportello immigrati integrazione socio sanitaria culturale nel comune capofila attraverso
convenzione con un’associazioni e servizio territoriale pubblico e privato che opera nel settore;
- censire in tutti i comuni dell’ambito i cittadini stranieri residenti nell’ambito e verificare il loro
livello di integrazione.
2015:
- Potenziare il servizio dello sportello immigrati integrazione socio sanitaria culturale nel comune
capofila ed estendere il servizio in tutti i comuni dell’Ambito attraverso lo sportello front-office
del servizio segretariato sociale;
- Costituzione dell’anagrafe degli utenti stranieri presenti sul territorio dell’Ambito.
Profilo degli operatori richiesti per la realizzazione del servizio
- Mediatori linguistici
- Esperti in legislazione
- Assistente Sociale d’Ambito
Piano Sociale di Zona 2014-2016 – Ambito Appennino Dauno Settentrionale
Pagina 107
Scheda per la progettazione di dettaglio dei Servizi17
TITOLO: RETE DI ACCESSO – PUA
Annualità18:
AMBITO
PROVINCIA DI
2013 
2014 
2015 
2016 
APPENNINO DAUNO SETTENTRIONALE - LUCERA
FOGGIA
Informazioni generali
La programmazione regionale in materia di salute e benessere sociale, in coerenza con gli orientamenti
della programmazione nazionale, indica chiaramente la necessità di definire un’unica strategia
programmatoria del sistema di servizi ad integrazione socio sanitaria che assicuri la reciproca
complementarietà e coerenza, così da essere parte integrante della programmazione sia sociale sia
sanitaria.
Questo Ambito intende promuovere l’ulteriore sviluppo del complessivo sistema di presa in carico
integrata di tipo sociosanitario mediante il consolidamento, la diffusione e il potenziamento delle
prassi positive attuate, un più capillare e omogeneo recepimento operativo delle linee guida regionali
per l’accesso alla rete integrata dei servizi socio-sanitari (DGR n. 691/2011).
La presenza in ciascun Comune di un punto di accesso dà continuità alla precedente organizzazione
del servizio e pone a contatto diretto degli utenti di ciascuna comunità un punto di accesso ai servizi
con personale professionalmente qualificato. L’organizzazione dei servizi, tiene conto, sia per il
servizio sociale professionale che per i punti di accesso e degli sportelli PUA, della popolazione di
ciascun comune, unico parametro appropriato di valutazione del fabbisogno.
Valenza territoriale:
 ambito
 comunale
Obiettivo di servizio:
 SI
 NO
(cfr. Piano Regionale Politiche Sociali 2013-2015 – DGR 1534/2013)
Numero progressivo:
9
(coerente con la numerazione delle schede finanziarie)
Denominazione servizio/intervento: PORTA UNICA DI ACCESSO P.U.A.
Art. del r.r. 4/2007: 3
Importo totale programmato:
€ 90.000,00 con risorse proprie comunali
Modalità di gestione del servizio (in coerenza con quanto indicato nelle schede finanziarie)
 gestione in economia
 gestione diretta con affidamento a terzi
 altra modalità di gestione (specificare _________________________)
Tipologia di utenti: Anziani e persone con disabilità
N° medio annuo previsto di utenti:
1000
Descrizione generale in termini di obiettivi, tipologia di prestazioni/attività e risultati attesi
(anche con indicatori numerici per tipologia di beneficiari e prestazioni)
17
Da compilare almeno per tutti gli Obiettivi di Servizio (ex PRPS 2013-2015) programmati nel Piano di Zona.
Indicare le annualità di realizzazione del servizio/intervento che hanno copertura finanziaria con le risorse già disponibili
programmate nel Piano di Zona. Indicare il 2013 solo nel caso di interventi già avviati tra il II e il III piano sociale di zona,
ovvero per gli interventi ammessi a finanziamento su risorse proprie comunali che confluiscono nel “cofinanziamento
comunale” e comunque riconducibili agli obiettivi di servizio.
18
Piano Sociale di Zona 2014-2016 – Ambito Appennino Dauno Settentrionale
Pagina 108
Obiettivo della PUA è garantire un Sistema unitario di accesso ai servizi per fornire ai cittadini
informazioni ed orientamento in ordine agli interventi del sistema locale e promuovere la
semplificazione, l’integrazione e l’unicità nel trattamento nei servizi sociali e socio-sanitari.
Attività e prestazioni:
La PUA deve aprire al cittadino, simultaneamente, tutta la situazione di opportunità offerta dalla rete
locale dei servizi e consentire di percorrere da un solo punto di accesso l’intera offerta dei servizi
socio-sanitari. Il servizio PUA sarà svolto dal servizio sociale professionale.
Si prevede inoltre una porta unica d’accesso presso il distretto socio - sanitario che fungerà da raccordo
con la rete degli sportelli degli altri punti d’accesso dei Comuni.
Attività previste:
La PUA in un primo livello (Front Office) :
- Fornire informazioni sui diritti, opportunità e servizi presenti sul territorio, nel rispetto dei principi
di semplificazione, trasparenza e pari opportunità di accesso.
- Decodifica del bisogno e accoglienza della domanda attraverso un supporto nella sua
compilazione all'interno degli sportelli di segretariato sociale presenti in tutti i Comuni
dell'Ambito.
- elaborazione e adozione di protocolli operativi integrati Ambito/Distretto
- adozione regolamento di funzionamento e organizzazione ai sensi della DGR 691/2011 da Ambito
e Distretto
- dotazioni strutturali e logistiche degli sportelli di front office
La PUA nel secondo livello (Back Office):
- attiva gli altri referenti territoriali della rete formale e informale per un approfondimento della
richiesta.
- verifica i requisiti di ammissibilità per la predisposizione di un progetto personalizzato.
- garantisce il raccordo operativo tra la UVM, attraverso la gestione dell'agenda e l'organizzazione
dei lavori.
- Back office distrettuale unico come da DGR 691/2011
La PUA inoltre svolge la funzione di osservatorio e monitoraggio delle varie richieste pervenute, in
modo da avere un flusso di informazioni costanti e aggiornate.
Obiettivi generali:
- Implementazione e potenziamento a regime di un sistema di accoglienza della domanda mediante
un accesso funzionale simultaneo e integrato ai servizi socio-assistenziali e socio-sanitari, anche
con l’ausilio di strumentazione informatica.
- Creare un sistema di accoglienza semplice e diretto in modo integrato con i servizi socio
assistenziali e socio-sanitari.
- Garantire continuità assistenziale.
- Dotazione di un sistema informativo unico su base d’Ambito per la raccolta, trasmissione,
elaborazione dati e gestione condivisa delle cartelle socio-sanitarie degli utenti
- Concreta integrazione con la rete territoriale dei servizi di accoglienza (sportello sociale,
segretariato sociale, ecc…) e con i punti di accesso alla rete dei servizi socio-sanitari distrettuali,
attualmente esistenti: Medici di Medicina Generale (MMG) ovvero Pediatri di libera scelta (PLS)
Risultati attesi
2014:
- Istituite lo sportello Pua frontoffice e back office presso il Distretto Sanitario di Lucera con due
assistenti sociali, una dell’Ambito e una del Distretto ed un operatore amministrativo dell’Asl FG,
aperto sei ore al giorno per sei giorni settimanali;
- Svolgere in tutti i comuni dell’ambito per 4 giorni alla settimana servizio di frontoffice Pua
attraverso il servizio di segretariato sociale
- Attivare il sistema unico informatico per l’inserimento dati.
2015:
Piano Sociale di Zona 2014-2016 – Ambito Appennino Dauno Settentrionale
Pagina 109
-
Potenziare lo sportello Pua frontoffice e back office presso il Distretto Sanitario di Lucera con due
assistenti sociali, una dell’Ambito e una del Distretto ed un operatore amministrativo dell’Asl FG,
aperto sei ore al giorno per sei giorni settimanali;
- Potenziare il servizio di frontoffice Pua in tutti i comuni dell’ambito per 4 giorni alla settimana
attraverso il servizio di segretariato sociale;
- Funzionamento banca dati interventi effettuati tramite sportello Pua.
Profilo degli operatori richiesti per la realizzazione del servizio
- Assistenti Sociali d’Ambito
- Assistente Sociale ASL
- Funzionario ASL
Scheda per la progettazione di dettaglio dei Servizi19
TITOLO: CENTRI DI ASCOLTO PER LE FAMIGLIE
Annualità20:
AMBITO
PROVINCIA DI
2013 
2014 
2015 
2016 
APPENNINO DAUNO SETTENTRIONALE - LUCERA
FOGGIA
Informazioni generali
consolidare i centri ascolto per le famiglie e i servizi di sostegno alla genitorialità dell’Ambito
territoriale con prestazioni qualificate e la possibilità di accedere a servizi di mediazione dei conflitti e
spazio neutro in stretta connessione con altri servizi territoriali
Valenza territoriale:
 ambito
 comunale
Obiettivo di servizio:
 SI
 NO
(cfr. Piano Regionale Politiche Sociali 2013-2015 – DGR 1534/2013)
Numero progressivo: 10
(coerente con la numerazione delle schede finanziarie)
Denominazione servizio/intervento: CENTRI ASCOLTO PER LE FAMIGLIE
Art. del r.r. 4/2007: 93
Importo totale programmato: € 400.000,00 di cui: € 300.00,00 con residui stanziamenti PdZ
2010-2013 + € 100.000,00 con risorse proprie comunali.
Modalità di gestione del servizio (in coerenza con quanto indicato nelle schede finanziarie)
 gestione in economia
 gestione diretta con affidamento a terzi
 altra modalità di gestione ((convenzione con associazioni terzo settore, cooperative, ecc.)
Tipologia di utenti: Nuclei familiari, donne e giovani coppie, minori
N° medio annuo previsto di utenti: 100
19
Da compilare almeno per tutti gli Obiettivi di Servizio (ex PRPS 2013-2015) programmati nel Piano di Zona.
Indicare le annualità di realizzazione del servizio/intervento che hanno copertura finanziaria con le risorse già disponibili
programmate nel Piano di Zona. Indicare il 2013 solo nel caso di interventi già avviati tra il II e il III piano sociale di zona,
ovvero per gli interventi ammessi a finanziamento su risorse proprie comunali che confluiscono nel “cofinanziamento
comunale” e comunque riconducibili agli obiettivi di servizio.
20
Piano Sociale di Zona 2014-2016 – Ambito Appennino Dauno Settentrionale
Pagina 110
Descrizione generale in termini di obiettivi, tipologia di prestazioni/attività e risultati attesi
(anche con indicatori numerici per tipologia di beneficiari e prestazioni)
Il Centro Ascolto per Famiglie ha lo scopo di offrire un sostegno psico-sociale per tutte le
problematiche connesse alle dinamiche familiari.
Al suo interno si prevedono i servizi di:
Mediazione Familiare che ha l’obiettivo del raggiungimento della cogenitorialità, ovvero la
salvaguardia della responsabilità genitoriale individuale nei confronti dei figli, in special modo se
minori; con il percorso di mediazione la coppia diventa protagonista nella gestione del proprio
conflitto ed indirizza le proprie risorse per trovare un dialogo il più possibile funzionale ai
cambiamenti che si prospettano per tutta la famiglia.
Spazio Neutro che ha l’obiettivo di creare un luogo atto a facilitare il riavvicinamento relazionale ed
emotivo tra genitori (adulti di riferimento) e figli che hanno subito, o hanno in corso, un’interruzione
di rapporto determinata da dinamiche gravemente conflittuali interne al nucleo familiare, sostenendo
sia il diritto del genitore ad incontrare il proprio figlio che quello del minore di essere protetto
attraverso una strategia di controllo.
I Centri di Ascolto per le Famiglie (CAF) e Centri Aperti polivalenti per minori mirano a promuovere i
diritti dell’infanzia e dell’adolescenza e il benessere della famiglia, sostenendo la coppia, il nucleo e
ogni singolo componente.
Questi servizi che in stretta connessione con i servizi socio-sanitari, educativi e territoriali, offrono
spazi di accoglienza, ascolto, condivisione, sostegno e partecipazione attiva, nonchè interventi di
ascolto, orientamento, sostegno specialistico e reinserimento sociale a favore di famiglie - anche
immigrate - minori e adulti.
Le attività sono realizzati con l'ausilio di un team di professionisti specializzati, tra cui: educatori
professionali e animatori socio-culturali, sociologi, psicologi, mediatori familiari e interculturali,
consulenti legali, counselor, assistenti sociali, esperti di orientamento lavorativo. Il Centro opera in
stretto collegamento con i Servizi Sociali Comunali, con il Consultorio Familiare, il Tribunale
Ordinario e per il Tribunale per i Minori, i Servizi di Igiene Mentale, gli istituti scolastici, le Forze dell'
Ordine, il Ministero di Giustizia Area minori e adulti, le parrocchie e le vicarie, le associazioni socio
culturali, sportive e di volontariato e con molte altre istituzioni presenti sul territorio. Al fine di poter
estendere il Servizio a tutti i comuni dell’Ambito sarà allestita un’equipe itinerante che presterà la
propria azione in opportuni locali messi a disposizione dai comuni, dalle parrocchie vicarie, le
associazioni socio culturali, sportive e di volontariato presenti sul territorio.
Le attività che il Centro Ascolto per Famiglie prevede sono:
- Attività di ascolto ed accoglienza delle famiglie per fornire risposte e supporto in momenti di crisi
e di difficoltà;
- Sostegno alla genitorialità intesa come attività di supporto e occasione per recuperare situazioni
sfavorevoli e poter maturare delle scelte positive relative al recupero del ruolo materno/paterno;
- Sostegno alla coppia separata attraverso l’aiuto nel mantenimento e nel recupero della relazione tra
figli e genitori non conviventi.
- Operatività della equipe anche in forma itinerante per garantire all’occorrenza il servizio presso
tutti i Comuni dell’Ambito.
In particolare:
- la Mediazione Familiare è un intervento professionale rivolto alle coppie e finalizzato a
riorganizzare le relazioni familiari in presenza di una volontà di separazione e/o di divorzio. La
mediazione consiste in un percorso da compiere con il supporto di un mediatore familiare. Si tratta
di un professionista, terzo rispetto alla coppia, che ha l’obiettivo di sostenere la stessa durante la
fase della separazione e del divorzio. Gli incontri di mediazione familiare saranno tenuti alla
presenza di un mediatore familiare dotato di specifico titolo professionale.
Piano Sociale di Zona 2014-2016 – Ambito Appennino Dauno Settentrionale
Pagina 111
-
il Servizio di Spazio Neutro è un contenitore qualificato che rappresenta, nello stesso tempo, uno
spazio esterno e un territorio neutrale dove gli incontri, tra genitore e figlio possano avvenire con la
presenza di operatori adeguatamente formati (psicologo e pedagogista) che assumono la funzione
di sostegno emotivo per il bambino e, nel contempo, facilitano il concretizzarsi delle condizioni per
un incontro positivo privilegiando, a seconda delle situazioni, l’aspetto della tutela,
dell’osservazione o del supporto. È previsto massimo un incontro settimanale tra genitore e figlio
alla presenza degli operatori dello Spazio Neutro.
- implementazione e qualificazione Centro ascolto per le famiglie e di una èquipe integrata anche
itinerante che garantisca il servizio all’occorrenza in tutti i Comuni dell’Ambito;
- adozione di un protocollo operativo di regolazione del servizio e di raccordo tra i servizi sociali e
consultoriali, centri antiviolenza, scuole, centri diurni e servizi integrati (equipe di ambito) presenti
sul territorio, finalizzato alla costruzione e qualificazione di percorsi integrati;
- percorsi d’orientamento e di informazione per genitori con figli minori;
- consulenze specialistiche (socio-psico-pedagogiche) a genitori, coppie, minori e adolescenti;
- sostegno alla relazione genitori/figli;
- attivazione “spazio neutro” di incontro con prestazioni di servizio dell'attività di mediazione
familiare.
- predisposizione di specifici programmi di sostegno-presa in carico- personalizzati, con il
coinvolgimento del terzo settore;
- attività di prevenzione e azioni di informazione e sensibilizzazione in ambito scolastico.
obiettivi:
- Lavorare in stretta connessione con i Consultori Familiari e gli altri servizi che operano nell'ambito
delle problematiche relazionali/familiari presenti sul territorio in una ottica di rete e mira al
sostegno alla genitorialità per la promozione del benessere dell'intero nucleo familiare, sostenendo
la coppia, il nucleo familiare e ogni singolo componente nella fase del ciclo di vita.
- Valorizzare e sostenere le responsabilità familiari
- Tutelare i diritti dei minori
- Valorizzare la risorsa famiglia
- Offrire “spazi neutri” di incontro, con prestazioni di servizio dell'attività di mediazione familiare
anche utilizzando le Sedi dei Centri polivalenti per minori;
- formazione ed informazione alle famiglie
- Implementare la rete tra i servizi Istituzionali e non, coinvolti
I risultati attesi sono:
2014:
- Attivare nel comune capofila un Centro Ascolto famiglie, convenzionandosi con strutture
autorizzate al funzionamento ed iscritte al catalogo regionale presenti sul territorio, previo avviso
pubblico;
- Rendere operatività l’equipe Ascolto anche in forma itinerante per garantire all’occorrenza, con il
supporto del servizio sociale professionale d’Ambito l’attività di ascolto e supporto presso tutti i
Comuni dell’Ambito, che metteranno a disposizione locali opportunamente attrezzati per
l’accoglienza di famiglie e gruppi di famiglie;
- Censimento ed inserimento dati in banche dati degli interventi effettuati agli utenti del Servizio
Ascolto famiglie;
- mantenere o ristabilire la relazione con il genitore non affidatario, per evitare che lo stesso sia
incline ad abdicare alla sua funzione e per evitare che, al contempo, il genitore affidatario assuma
completamente la responsabilità genitoriale scoraggiando la relazione con l’altro genitore;
- accompagnare i genitori a ritrovare la capacità di accoglimento del figlio e delle sue emozioni,
affinché questi sia messo nelle condizioni di accettare il cambiamento familiare, per ritrovare
equilibrio e sicurezza nella nuova organizzazione dei suoi affetti;
- sostenere l’affermazione della figura genitoriale non affidataria che tende a sentirsi squalificata e
superflua;
- concreto superamento dei conflitti interni alle coppie.
2015:
Piano Sociale di Zona 2014-2016 – Ambito Appennino Dauno Settentrionale
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-
-
Potenziamento del Servizio Centro Ascolto famiglie;
Potenziamento dell’operatività dell’equipe Ascolto anche in forma itinerante per garantire
all’occorrenza, con il supporto del servizio sociale professionale d’Ambito l’attività di ascolto e
supporto presso tutti i Comuni dell’Ambito, che avranno messo a disposizione locali
opportunamente attrezzati per l’accoglienza di famiglie e gruppi di famiglie;
Anagrafe del Servizio Ascolto famiglie.
Profilo degli operatori richiesti per la realizzazione del servizio
- Assistenti Sociali d’Ambito
- Assistenti Sociali ASL
- Psicologi e mediatori
Scheda per la progettazione di dettaglio dei Servizi21
TITOLO: EDUCATIVA DOMICILIARE PER MINORI - ADE
Annualità22:
AMBITO
PROVINCIA DI
2013 
2014 
2015 
2016 
APPENNINO DAUNO SETTENTRIONALE - LUCERA
FOGGIA
Informazioni generali
Il servizio di educativa domiciliare per minori interviene in situazioni familiari difficili per le quali è
indispensabile affiancare al minore e, quando possibile anche ai genitori, un operatore qualificato con
funzioni educative. In tutti i casi seguiti con questo tipo di intervento è stato possibile conoscere
meglio la situazione in termini di reali bisogni del minore e di effettive risorse dei genitori, e
migliorare la relazione con tutto il nucleo familiare.
Il servizio intende promuovere la famiglia come risorsa, assicurando il sostegno specialistico nei
momenti di crisi, con specifico riferimento al sostegno per le responsabilità genitoriali, alla
promozione di conciliazione dei tempi di vita e di lavoro, alla promozione e tutela dei diritti dei
minori, al superamento delle difficoltà di natura socio-economica.
Valenza territoriale:
 ambito
 comunale
Obiettivo di servizio:
 SI
 NO
(cfr. Piano Regionale Politiche Sociali 2013-2015 – DGR 1534/2013)
Numero progressivo: 11
(coerente con la numerazione delle schede finanziarie)
Denominazione servizio/intervento: EDUCATIVA DOMICILIARE PER MINORI
Art. del r.r. 4/2007: 87
Importo totale programmato: € 465.356,82 di cui: € 300.000,00 di residui stanziamenti PdZ
2010-2013 + € 60.000,00 con risorse FNPS + € 105.356,82 con risorse proprie
comunali.
21
Da compilare almeno per tutti gli Obiettivi di Servizio (ex PRPS 2013-2015) programmati nel Piano di Zona.
Indicare le annualità di realizzazione del servizio/intervento che hanno copertura finanziaria con le risorse già disponibili
programmate nel Piano di Zona. Indicare il 2013 solo nel caso di interventi già avviati tra il II e il III piano sociale di zona,
ovvero per gli interventi ammessi a finanziamento su risorse proprie comunali che confluiscono nel “cofinanziamento
comunale” e comunque riconducibili agli obiettivi di servizio.
22
Piano Sociale di Zona 2014-2016 – Ambito Appennino Dauno Settentrionale
Pagina 113
Modalità di gestione del servizio (in coerenza con quanto indicato nelle schede finanziarie)
 gestione in economia
 gestione diretta con affidamento a terzi
 altra modalità di gestione (specificare _________________________)
Tipologia di utenti: Nuclei Familiari Minori a rischio di disagio
N° medio annuo previsto di utenti: 38 nuclei familiari
Descrizione generale in termini di obiettivi, tipologia di prestazioni/attività e risultati attesi
(anche con indicatori numerici per tipologia di beneficiari e prestazioni)
L’obiettivo del servizio è quello di intervenire sulle dinamiche familiari, seguendo dal punto di vista
educativo i minori appartenenti a famiglie i cui genitori, vivono in situazioni di particolare disagio
socio culturale ed ambientale e necessitano di sostegno per svolgere compiutamente il loro ruolo.
Gli interventi sono volti a favorire la permanenza dei minori stessi nel loro ambiente di vita, evitando
l’istituzionalizzazione consentendo loro una soddisfacente vita di relazione attraverso un adeguato
sostegno educativo.
Tipologia delle prestazioni
- interventi domiciliari tesi a verificare e potenziare le capacità educative, di accudimento e di
ascolto dei genitori nei confronti dei figli minori;
- azioni di prevenzione dell’isolamento dei ragazzi in difficoltà, accompagnandoli ed orientandoli
nella fruizione di crescita personale e sociale;
- fornire un supporto alle famiglie come orientamento e modello educativo.
obiettivi
Il progetto, attualmente in corso, assicurato con l’affidamento del servizio a Cooperativa Sociale, mira
a:
- prevenire situazioni di allontanamento dal nucleo familiare garantendo, dove possibile, il diritto del
minore ad avere una famiglia
- sostenere la famiglia nell’assunzione del proprio ruolo educativo attraverso processi di
responsabilizzazione finalizzati al mantenimento del minore nella propria famiglia ed evitare, o
ridurre, il conseguente rischio di allontanamento;
- valorizzare le risorse del nucleo familiare coinvolgendo tutti i suoi membri nella ricerca delle
modalità di superamento delle difficoltà;
- favorire il processo d’integrazione della famiglia e del minore nel contesto sociale e nel gruppo dei
pari attraverso la costruzione di una rete di legami tra nucleo familiare ed ambiente, con il supporto
dell’associazionismo.
- implementare la rete dei servizi tra il soggetto gestore ed i servizi sociali professionali dei Comuni
ambito, Distretto socio-sanitario e Giustizia Minorile per una presa in carico integrata
prestazioni/attività
- sostegno a nuclei familiari con minori di varie fasce d’età, finalizzato alla prevenzione delle cause
di disagio psicosociale.
- presa in carico temporanea del minore e del nucleo familiare.
- stesura di progetti individualizzati integrati da condividere con le famiglie interessate e con gli
operatori sociali dei servizi territoriali coinvolti, comprensivi dei percorsi di raccordo con le attività
dei Centro famiglia e dei Centri Comunitari a ciclo diurno;
- azioni di supporto alla gestione del menage familiare;
- creazione di una “rete”, intorno alla famiglia, frutto di una serie di collaborazioni con le
associazioni di volontariato, la scuola e gli organismi presenti sul territorio, necessaria ad una
maggiore integrazione del minore nel contesto sociale e nel gruppo dei pari.
risultati attesi
2014:
- Potenziamento ore servizio ADE;
Piano Sociale di Zona 2014-2016 – Ambito Appennino Dauno Settentrionale
Pagina 114
-
Potenziamento rete operativa integrata con servizio sociale professionale comuni, consultorio,
scuole, ecc
- Attivare il sistema unico informatico per l’inserimento dati banca dati.
2015:
- Consolidamento potenziamento ore servizio ADE;
- Consolidamento potenziamento rete operativa integrata con servizio sociale professionale comuni,
consultorio, scuole, ecc
- Anagrafe utenti banca dati Servizio ADE
Profilo degli operatori richiesti per la realizzazione del servizio
Assistenti sociali, educatori e/o altro personale titolato all’espletamento della funzione educativa
domiciliare.
Scheda per la progettazione di dettaglio dei Servizi23
TITOLO: BUONI SERVIZIO CONCILIAZIONE - INFANZIA
Annualità24:
AMBITO
PROVINCIA DI
2013 
2014 
2015 
2016 
APPENNINO DAUNO SETTENTRIONALE - LUCERA
FOGGIA
Informazioni generali
Sostegno indiretto al sistema delle offerte dal lato delle famiglie, per il mantenimento dell’equilibrio
domanda-offerta di servizi per l’infanzia, in attuazione del PO FESR 2007/2013 Asse III Linea 3.3
Azione 3.3.1- Interventi per sostenere la genitorialità e favorire la conciliazione dei tempi vita-lavoro,
con l’obiettivo di potenziare l’accesso da parte dei nuclei familiari a strutture e servizi iscritti al
Catalogo dell’offerta per minori. Prima assegnazione finanziaria, sia per intensificare e sostenere i
servizi esistenti, sia per crearne di nuovi.
Valenza territoriale:
 ambito
 comunale
Obiettivo di servizio:
 SI
 NO
(cfr. Piano Regionale Politiche Sociali 2013-2015 – DGR 1534/2013)
Determinazione del dirigente servizio politiche per il benessere sociale e le pari opportunita’ della
Regione Puglia 17 dicembre 2012, n. 1425
Numero progressivo:
12
(coerente con la numerazione delle schede finanziarie)
Denominazione servizio/intervento: BUONI SERVIZIO CONCILIAZIONE INFANZIA
Art. del r.r. 4/2007: altro
Importo totale programmato:
€ 278.481,00 con risorse buoni Servizio Infanzia
( PO FESR 2007-2013 Asse III – Azione 3.3.1.)
Modalità di gestione del servizio (in coerenza con quanto indicato nelle schede finanziarie)
23
Da compilare almeno per tutti gli Obiettivi di Servizio (ex PRPS 2013-2015) programmati nel Piano di Zona.
Indicare le annualità di realizzazione del servizio/intervento che hanno copertura finanziaria con le risorse già disponibili
programmate nel Piano di Zona. Indicare il 2013 solo nel caso di interventi già avviati tra il II e il III piano sociale di zona,
ovvero per gli interventi ammessi a finanziamento su risorse proprie comunali che confluiscono nel “cofinanziamento
comunale” e comunque riconducibili agli obiettivi di servizio.
24
Piano Sociale di Zona 2014-2016 – Ambito Appennino Dauno Settentrionale
Pagina 115
 gestione in economia
 gestione diretta con affidamento a terzi
 altra modalità di gestione (specificare rimborso retta mensile alle strutture pubbliche)
Tipologia di utenti: Nuclei Familiari Minori a rischio di disagio
N° medio annuo previsto di utenti: 60
Descrizione generale in termini di obiettivi, tipologia di prestazioni/attività e risultati attesi
(anche con indicatori numerici per tipologia di beneficiari e prestazioni)
L’Ambito Territoriale intende promuovere, attraverso i Buoni di Conciliazione per l’Infanzia e
l’Adolescenza, il benessere e lo sviluppo dei bambini, il sostegno al ruolo educativo dei genitori e la
conciliazione dei tempi di lavoro e di cura delle famiglie, al fine di migliorare l’accesso
all’occupazione con particolare riguardo alla partecipazione sostenibile e all’avanzamento delle donne
nel mercato del lavoro.
Tipologia prestazione: I Buoni di Servizio sono rivolti a sostenere le famiglie per l’accesso dei propri
figli a servizi a ciclo diurno (asilo nido, centro socio-educativo, ludoteca) per orientarli verso strutture
di qualità e autorizzate al funzionamento.
obiettivi
- promuovere e garantire il benessere e lo sviluppo dei bambini;
- implementazione offerta “Buoni Servizi di Conciliazione” anche nell’ottica di conciliazione dei
tempi vita-lavoro;
- sostenere la domanda di servizi per l’infanzia e l’adolescenza a ciclo diurno da parte delle
famiglie, orientandola verso servizi di qualità l’accesso da parte dei nuclei familiari a strutture e
servizi iscritti al Catalogo dell’offerta per minori;
- potenziare l’accesso da parte dei nuclei familiari a strutture e servizi iscritti al Catalogo
dell’offerta per minori;
- sostenere l’iniziativa privata nell’erogazione dei servizi di cura
prestazioni/attività
- attuazione delle procedure amministrative per l’erogazione dei “Buoni servizio di conciliazione per
l’accesso ai servizi per l’infanzia e l’adolescenza” per favorire l’accesso a tariffe agevolate alla rete
di strutture e servizi così come previsti dall’Avviso Pubblico (AD. n.1425/2012)
- supporto strutture
- costruzione di un piano di comunicazione per la massima diffusione delle informazioni di base per
l’accesso alla rete dei servizi rivolti alla famiglia
- L’Ufficio di Piano provvederà a sviluppare le seguenti fasi:
- abbinamento tra le strutture iscritte al catalogo di offerta e le richieste di accesso da parte dei
soggetti;
- pagamento delle tariffe previste, o quota delle stesse, su presentazione da parte delle medesime
strutture della ricevuta di avvenuta erogazione del servizio.
risultati attesi
Consolidamento e ampliamento della rete dei servizi socio-educativi per l’infanzia e l’adolescenza
Profilo degli operatori richiesti per la realizzazione del servizio
- Ufficio di Piano- esperti
- operatori gestori strutture e servizi pubblici e privati.
Scheda per la progettazione di dettaglio dei Servizi25
TITOLO: AFFIDO FAMILIARE - EQUIPE
25
Da compilare almeno per tutti gli Obiettivi di Servizio (ex PRPS 2013-2015) programmati nel Piano di Zona.
Piano Sociale di Zona 2014-2016 – Ambito Appennino Dauno Settentrionale
Pagina 116
Annualità26:
AMBITO
PROVINCIA DI
2013 
2014 
2015 
2016 
APPENNINO DAUNO SETTENTRIONALE - LUCERA
FOGGIA
Informazioni generali
Potenziare e qualificare i percorsi di affido familiare recependo gli indirizzi nazionali e regionali in
materia, al fine di invertire la tendenza tra accoglienza familiare e accoglienza residenziale dei minori
fuori famiglia, valorizzando il ruolo delle associazioni di famiglie affidatarie e del terzo settore per
promuovere una cultura diffusa dell’accoglienza
Valenza territoriale:
 ambito
 comunale
Obiettivo di servizio:
 SI
 NO
(cfr. Piano Regionale Politiche Sociali 2013-2015 – DGR 1534/2013)
Numero progressivo:
13
(coerente con la numerazione delle schede finanziarie)
Denominazione servizio/intervento: Equipe Multidisciplinare Integrata in materia di Affido
Familiare
Art. del r.r. 4/2007: 96 e Linee Guida Regionali (DGR n. 494 del 17 aprile 2007)
Importo totale programmato: € 15.000,00 con risorse proprie comunali.
La somma prevista sarà utilizzata solo nel caso in cui il progetto presentato in Regione non venga
finanziato. Contrariamente detto importo confluirà nella scheda n.14
Modalità di gestione del servizio (in coerenza con quanto indicato nelle schede finanziarie)
 gestione in economia
 gestione diretta con affidamento a terzi
 altra modalità di gestione (specificare ________________)
Tipologia di utenti: Minori e famiglie in difficoltà temporanea
N° medio annuo previsto di utenti: 15
Descrizione generale in termini di obiettivi, tipologia di prestazioni/attività e risultati attesi
(anche con indicatori numerici per tipologia di beneficiari e prestazioni)
L'affidamento familiare è un servizio attraverso il quale un minore, che per difficoltà temporanee della
propria famiglia deve essere dalla stessa allontanato, viene accolto da un altro nucleo idoneo ad offrire
adeguate risposte alle sue necessità di educazione, istruzione, accadimento e tutela. Il minore può
essere affidato ad una famiglia, preferibilmente con figli, o ad una persona singola.
L'affidamento familiare si configura come un intervento di aiuto e sostegno al minore ed alla sua
famiglia di origine e rappresenta un segno concreto della possibilità di garantire i diritti fondamentali
ai minori in difficoltà e di sperimentare una cultura solidale sul territorio.
Le funzioni di presa in carico, di promozione della cultura dell'affidamento familiare, di reperimento e
valutazione degli aspiranti affidatari, di formazione e sostegno degli affidatari, di attivazione dei
possibili abbinamenti, richiedono l'apporto stabile, integrato e continuativo di professionalità socio26
Indicare le annualità di realizzazione del servizio/intervento che hanno copertura finanziaria con le risorse già disponibili
programmate nel Piano di Zona. Indicare il 2013 solo nel caso di interventi già avviati tra il II e il III piano sociale di zona,
ovvero per gli interventi ammessi a finanziamento su risorse proprie comunali che confluiscono nel “cofinanziamento
comunale” e comunque riconducibili agli obiettivi di servizio.
Piano Sociale di Zona 2014-2016 – Ambito Appennino Dauno Settentrionale
Pagina 117
sanitarie diverse, capaci di garantire un intervento articolato e protratto nel tempo. Questi compiti
specifici sono attribuiti all’Equipe Integrata Affido, il cui obiettivo è, quindi, quello di promuovere la
cultura dell’affido e dell’accoglienza, sostenendo i minori e le loro famiglie d’origine che si trovano,
momentaneamente, in una situazione di difficoltà.
Il Servizio di Affidamento familiare è disciplinato da un regolamento unico di ambito che, recependo
le linee guida regionali e le norme del regolamento regionale 4/2007, definisce impegni e compiti dei
vari soggetti protagonisti dell'intervento.
L’Ambito in collaborazione con cooperative ed associazioni operanti sul territorio (Paidòs – Opus –
Murialdo), ha presentato uno specifico progetto alla Regione Puglia in quanto si ritiene l'istituto
dell'affido familiare un intervento di grande civiltà e solidarietà da incoraggiare e sostenere, in quanto
rivela le attenzioni di una comunità e delle sue istituzioni nel prendersi cura e carico dei problemi e
della sofferenza che si generano al proprio interno. L'affido rappresenta una metodologia d'intervento
complessa, ma al tempo stesso più incisiva e costituisce, inoltre, un valido tentativo di sperimentare
soluzioni alternative all'istituzionalizzazione, che spesso produce effetti traumatici permanenti nel
bambino e nella famiglia di origine. La disponibilità a collaborare ad un progetto di affido è
espressione di grande generosità e solidarietà, valori che vanno coltivati, accompagnati e sostenuti.
Il presente progetto si pone ad integrazione e a completamento delle schede di dettaglio nn. 14 e 15.
obiettivi
- implementazione operativa dell'èquipe integrata per la presa in carico dei minori, delle famiglie
affidatarie e delle famiglie di origine;
- potenziamento del servizio affido familiare;
- qualificare la presa in carico dei minori ricoverati presso le strutture socio-educative ed applicare,
ove possibile, l’istituto dell’Affido;
- qualificare i progetti di presa in carico globale, supportando le famiglie affidatarie e quelle di
origine;
- promuovere la cultura dell’affido e dell’adozione, prevenendo i ricoveri di minori in strutture;
- favorire l’implementazione di risorse, in grado di assicurare prese in carico solidali;
- promuovere famiglie aperte e solidali;
prestazioni/attività
- Sensibilizzazione ed informazione delle Comunità Locali sull’accoglienza e l’affido familiare
- Formazione, valutazione e sostegno delle famiglie disponibili all’Affidamento e/o Adozione;
- Informazione e formazione riguardo agli aspetti giuridici, sociali e psicologici dell'intervento;
- Strutturazione di progetti di intervento individualizzati, in collaborazione con gli altri Servizi
Territoriali coinvolti, per la presa in carico ed il sostegno del minore, della famiglia affidataria e
della famiglia di origine;
- Elaborazione di un “contratto” di affido nel quale vengono definiti gli impegni che si assumono i
Servizi e le famiglie, d'origine e affidataria;
- Supporto socio-psico- pedagogico alle famiglie affidatarie;
- azioni di sostegno economico a favore delle famiglie affidatarie, per il maggior carico di cura
derivante dall’accoglimento di uno più minori.
- Predisposizione di strumenti di monitoraggio e valutazione dell'intero percorso di affido;
Risultati attesi:
- incremento dei percorsi di affido famigliare e adozione in modo da permettere una riduzione
del numero dei minori inseriti in strutture
- creazione di un anagrafe delle famiglie affidatarie
- aumento della famiglie disposte all’accoglienza di minori in situazione di bisogno temporaneo
con il conseguente incremento della banca dati d’Ambito
- riduzione dell’istituzionalizzazione
Profilo degli operatori richiesti per la realizzazione del servizio
- Servizio Sociale Professionale di Ambito-Comuni
- Equipe multidisciplinare integrata:
- Risorse umane Asl ( n. 1 Assistente Sociale dei Consultori Famigliari dell'ASL e n. 1 Psicologo dei
Piano Sociale di Zona 2014-2016 – Ambito Appennino Dauno Settentrionale
Pagina 118
Consultori Famigliari);
- Risorse umane ambito( 1 assistente sociale);
- Operatori dei Servizi della Giustizia Minorile.
Scheda per la progettazione di dettaglio dei Servizi27
TITOLO: AFFIDO FAMILIARE
Annualità28:
AMBITO
PROVINCIA DI
2013 
2014 
2015 
2016 
APPENNINO DAUNO SETTENTRIONALE - LUCERA
FOGGIA
Informazioni generali
Potenziare e qualificare i percorsi di affido familiare recependo gli indirizzi nazionali e regionali in
materia, al fine di invertire la tendenza tra accoglienza familiare e accoglienza residenziale dei minori
fuori famiglia, valorizzando il ruolo delle associazioni di famiglie affidatarie e del terzo settore per
promuovere una cultura diffusa dell’accoglienza
Valenza territoriale:
 ambito
 comunale
Obiettivo di servizio:
 SI
 NO
(cfr. Piano Regionale Politiche Sociali 2013-2015 – DGR 1534/2013)
Numero progressivo: 14
(coerente con la numerazione delle schede finanziarie)
Denominazione servizio/intervento: PERCORSI AFFIDO FAMILIARE
Art. del r.r. 4/2007: 96 e Linee Guida Regionali (DGR n. 494 del 17 aprile 2007)_
Importo totale programmato: € 168.938,71 di cui: € 65.000,00 con residui stanziamenti PDZ
2010-2013 + € 34.615,59 con FNPS + € 69.323,12 con altre risorse pubbliche.
Modalità di gestione del servizio (in coerenza con quanto indicato nelle schede finanziarie)
 gestione in economia
 gestione diretta con affidamento a terzi
 altra modalità di gestione (specificare ________________)
Tipologia di utenti: coppie che hanno in affido minori
N° medio annuo previsto di utenti: 15
Descrizione generale in termini di obiettivi, tipologia di prestazioni/attività e risultati attesi
(anche con indicatori numerici per tipologia di beneficiari e prestazioni)
L’affidamento familiare è un servizio attraverso il quale un minore, che per difficoltà temporanee della
propria famiglia deve essere dalla stessa allontanato, viene accolto da un altro nucleo idoneo ad offrire
27
Da compilare almeno per tutti gli Obiettivi di Servizio (ex PRPS 2013-2015) programmati nel Piano di Zona.
Indicare le annualità di realizzazione del servizio/intervento che hanno copertura finanziaria con le risorse già disponibili
programmate nel Piano di Zona. Indicare il 2013 solo nel caso di interventi già avviati tra il II e il III piano sociale di zona,
ovvero per gli interventi ammessi a finanziamento su risorse proprie comunali che confluiscono nel “cofinanziamento
comunale” e comunque riconducibili agli obiettivi di servizio.
28
Piano Sociale di Zona 2014-2016 – Ambito Appennino Dauno Settentrionale
Pagina 119
adeguate risposte alle sue necessità di educazione, istruzione, accudimento e tutela. Il servizio si
svolge nell’ambito di un processo dinamico che prevede un progetto individualizzato contenente:
- Analisi della situazione familiare e personale del minore
- Modalità, tempi di attuazione e prevedibile durata dell’affidamento
- Interventi a favore della famiglia di origine, degli affidatari e del minore
- Tipo e frequenza dei rapporti tra le due famiglie
- Momenti di verifica periodici
Il Servizio di Affidamento familiare è disciplinato da un regolamento unico di ambito che, recependo
le linee guida regionali e le norme del regolamento regionale 4/2007, definisce impegni e compiti dei
vari soggetti protagonisti dell'intervento.
L’Ambito in collaborazione con cooperative ed associazioni operanti sul territorio (Paidòs – Opus –
Murialdo), ha presentato uno specifico progetto alla Regione Puglia in quanto si ritiene l'istituto
dell'affido familiare un intervento di grande civiltà e solidarietà da incoraggiare e sostenere, in quanto
rivela le attenzioni di una comunità e delle sue istituzioni nel prendersi cura e carico dei problemi e
della sofferenza che si generano al proprio interno. L'affido rappresenta una metodologia d'intervento
complessa, ma al tempo stesso più incisiva e costituisce, inoltre, un valido tentativo di sperimentare
soluzioni alternative all'istituzionalizzazione, che spesso produce effetti traumatici permanenti nel
bambino e nella famiglia di origine. La disponibilità a collaborare ad un progetto di affido è
espressione di grande generosità e solidarietà, valori che vanno coltivati, accompagnati e sostenuti.
Il presente progetto si pone ad integrazione e a completamento delle schede di dettaglio nn. 13 e 15.
obiettivi
cfr progetto n.13
prestazioni/attività
cfr progetto n.13
Sostegno economico famiglie affidatarie
Ha l’obiettivo di fornire sostegno alle famiglie affidatarie nei primi tre anni del percorso di
affidamento, in aggiunta agli interventi tecnico professionali dell’equipe.
Il sostegno economico si realizza attraverso l’erogazione di un incentivo mensile come previsto dalle
Linee Guida Regionali a condizione che il nucleo abbia un ISEE riferito all’anno precedente non
superiore ad € 30.000,00.
I contributi saranno erogati sulla base di quanto disposto dal Regolamento d’Ambito attualmente in
vigore.
Risultati attesi:
- incremento dei percorsi di affido famigliare e adozione in modo da permettere una riduzione del
numero dei minori inseriti in strutture
- creazione di un anagrafe delle famiglie affidatarie
- aumento della famiglie disposte all’accoglienza di minori in situazione di bisogno temporaneo con
il conseguente incremento della banca dati d’Ambito
- riduzione dell’istituzionalizzazione
Profilo degli operatori richiesti per la realizzazione del servizio
L’equipe integrata sulla base dell’accordo sottoscritto da Ambito e Asl, è composta da:
• 1 psicologo del Distretto Socio Sanitario;
• 1 Assistente Sociale del Distretto Socio Sanitario;
• Servizio Sociale Professionale d’Ambito.
Scheda per la progettazione di dettaglio dei Servizi29
TITOLO: ADOZIONE FAMILIARE
Annualità30:
29
2013 
2014 
2015 
2016 
Da compilare almeno per tutti gli Obiettivi di Servizio (ex PRPS 2013-2015) programmati nel Piano di Zona.
Piano Sociale di Zona 2014-2016 – Ambito Appennino Dauno Settentrionale
Pagina 120
AMBITO
PROVINCIA DI
APPENNINO DAUNO SETTENTRIONALE - LUCERA
FOGGIA
Informazioni generali
Sviluppare e qualificare i percorsi di adozione nazionale e internazionale, recependo gli indirizzi
nazionali e regionali in materia, al fine di tutelare i minori e sostenere le responsabilità genitoriali
durante tutto l’iter del procedimento nel processo dell’adozione.
Valenza territoriale:
 ambito
 comunale
Obiettivo di servizio:
 SI
 NO
(cfr. Piano Regionale Politiche Sociali 2013-2015 – DGR 1534/2013)
Numero progressivo:
15
(coerente con la numerazione delle schede finanziarie)
Denominazione servizio/intervento: ADOZIONE FAMILIARE
Art. del r.r. 4/2007: altro e Linee Guida Regionali_ Del. G.R. n. 722 del 11 aprile 2013
Importo totale programmato:
€ 10.000,00 con fondi FGSA per campagna promozione e
sensibilizzazione all’adozione, convegni, ecc.
Modalità di gestione del servizio (in coerenza con quanto indicato nelle schede finanziarie)
 gestione in economia
 gestione diretta con affidamento a terzi
 altra modalità di gestione (specificare ________________)
Tipologia di utenti: giovani coppie famiglie adottive
N° medio annuo previsto di utenti: 10
Descrizione generale in termini di obiettivi, tipologia di prestazioni/attività e risultati attesi
(anche con indicatori numerici per tipologia di beneficiari e prestazioni)
La qualificazione e lo sviluppo omogeneo del percorso adottivo su tutto il territorio regionale
attraverso la definizione dei compiti e delle responsabilità dei soggetti coinvolti e di un apparato
organizzativo efficace ed efficiente;
La realizzazione di una forte integrazione tra i soggetti istituzionali e non che esercitano un ruolo
importante nel processo dell’adozione: i Tribunali per i Minorenni, i Servizi Sociali dei Comuni, i
Servizi Consultoriali delle Aziende Sanitarie Locali, gli Enti Autorizzati, le famiglie disponibili
all’adozione, le Istituzioni Scolastiche, le organizzazioni del Terzo Settore;
La razionalizzazione dei processi e dei percorsi dell’adozione che, al momento, appaiono
frammentati e disomogenei nelle diverse realtà territoriali;
La diffusione della cultura dell’adozione considerando più aspetti: la tutela del minore e la capacità
di supportare la famiglia attraverso interventi coordinati e razionalizzati.
Consolidamento del ruolo e delle funzioni delle équipe integrate per le adozioni, alle quali si
attribuisce il compito di presidiare tutte le fasi dell’iter adottivo.
Il presente progetto si pone ad integrazione ed a completamento dei progetti nn. 13 e 14
obiettivi
30
Indicare le annualità di realizzazione del servizio/intervento che hanno copertura finanziaria con le risorse già disponibili
programmate nel Piano di Zona. Indicare il 2013 solo nel caso di interventi già avviati tra il II e il III piano sociale di zona,
ovvero per gli interventi ammessi a finanziamento su risorse proprie comunali che confluiscono nel “cofinanziamento
comunale” e comunque riconducibili agli obiettivi di servizio.
Piano Sociale di Zona 2014-2016 – Ambito Appennino Dauno Settentrionale
Pagina 121
- qualificare i servizi a supporto dei minori in adozione e dei loro genitori
- Potenziare i percorsi di adozione familiare.
- Promuovere la cultura dell'accoglienza e dell'adozione.
- Sostenere le famiglie durante il percorso di accoglienza del minore.
- Favorire la conoscenza delle norme istituzionali e delle relative procedure attuative
- Facilitare la collaborazione tra i servizi e le istituzioni presenti sul territorio;
prestazioni/attività
- implementazione operativa equipe integrata sociosanitarie per la valutazione delle coppie che
chiedono l'adozione;
- Azioni facilitanti l’integrazione operativa tra i Soggetti Istituzionali e non, coinvolti nel servizio
(Tribunali per i Minorenni, Servizi Sociali, Servizi Consultoriali, Enti Autorizzati, famiglie
disponibili all’adozione, Istituzioni Scolastiche, organizzazioni del Terzo Settore)
- sottoscrizione Protocollo Operativo ambito/distretto disciplinante il servizio adeguato agli indirizzi
nazionali e regionali;
- Iniziative per la promozione della cultura dell'accoglienza.
- Formazione per le coppie aspiranti all'adozione.
Profilo degli operatori richiesti per la realizzazione del servizio
- Equipe multisciplinare integrata-Servizio Sociale Professionale di Ambito-Comuni
- Operatori dei Consultori Familiari, dei servizi della Giustizia Minorile, della Scuola e del Terzo
Settore;
- n. 1 Psicologo dei Consultori Famigliari dell'ASL
- Assistente Sociale dei Consultori Famigliari dell'ASL
Scheda per la progettazione di dettaglio dei Servizi31
TITOLO: CENTRI DIURNI MINORI
Annualità32:
AMBITO
PROVINCIA DI
2013 
2014 
2015 
2016 
APPENNINO DAUNO SETTENTRIONALE - LUCERA
FOGGIA
Informazioni generali
Consolidare e qualificare l’offerta delle strutture e dei servizi comunitari a ciclo diurno per minori al
fine di sostenere i bisogni di crescita e di socializzazione degli stessi, intercettare e prevenire il rischio
di marginalità e devianza, attraverso l’integrazione con gli altri servizi socio-educativi con le
istituzioni scolastiche, per porre la presa in carico da parte dei servizi territoriali preposti e attivare
adeguati progetti individualizzati.
Valenza territoriale:
 ambito
 comunale
Obiettivo di servizio:
 SI
 NO
(cfr. Piano Regionale Politiche Sociali 2013-2015 – DGR 1534/2013)
Numero progressivo:
16
(coerente con la numerazione delle schede finanziarie)
31
Da compilare almeno per tutti gli Obiettivi di Servizio (ex PRPS 2013-2015) programmati nel Piano di Zona.
Indicare le annualità di realizzazione del servizio/intervento che hanno copertura finanziaria con le risorse già disponibili
programmate nel Piano di Zona. Indicare il 2013 solo nel caso di interventi già avviati tra il II e il III piano sociale di zona,
ovvero per gli interventi ammessi a finanziamento su risorse proprie comunali che confluiscono nel “cofinanziamento
comunale” e comunque riconducibili agli obiettivi di servizio.
32
Piano Sociale di Zona 2014-2016 – Ambito Appennino Dauno Settentrionale
Pagina 122
Denominazione servizio/intervento: CENTRI DIURNI PER MINORI
Art. del r.r. 4/2007: 52-centro socio- educativo diurno (6-18 anni);
104- centro polivalente minori (6-24 anni)
Importo totale programmato:
€ 600.232,01 di cui: € 400.000,00 residui stanziamenti PdZ
2010-2013 + € 100.232,01 con risorse FGSA + € 100.000,00 risorse proprie comunali.
Modalità di gestione del servizio (in coerenza con quanto indicato nelle schede finanziarie)
 gestione in economia
 gestione diretta con affidamento a terzi
 altra modalità di gestione (specificare pagamento rette)
Tipologia di utenti: minori
N° medio annuo previsto di utenti: 50
Descrizione generale in termini di obiettivi, tipologia di prestazioni/attività e risultati attesi
(anche con indicatori numerici per tipologia di beneficiari e prestazioni)
Il Centro socio-educativo diurno d’Ambito (art. 52 del R.R 4/2007) è una struttura di prevenzione e
recupero aperta a tutti i minori che, attraverso la realizzazione di un programma di attività e servizi
socio-educativi, culturali, ricreativi e sportivi, mira in particolare al recupero dei minori con problemi
di socializzazione o esposti al rischio di emarginazione e di devianza o, diversamente abili. Fra le
azioni da realizzare:
- La realizzazione di una politica sociale in grado di sostenere le famiglie nella cura dei figli e nelle
scelte educative;
- Cura dei bambini favorendo un armonico sviluppo della loro personalità anche attraverso processi
di socializzazione;
- Avvio di percorsi educativi che favoriscano le attività sensoriali, motorie e di apprendimento;
- Conciliazione dei tempio di vita con i tempi di lavoro dei genitori;
- Predisposizione di regolamenti d’Ambito per l’accesso ai servizi;
- Estensione e consolidamento dei regimi di convenzionamento con la rete di strutture per la
compartecipazione alla procedura dei Buoni di Servizio di Conciliazione;
- Sperimentazione di percorsi innovativi per la prevenzione e contrasto di forme di bullismo nelle
scuole e tra adolescenti;
- Previsione di interventi che favoriscono l’aggregazione e che facilitano il protagonismo giovanile e
i bisogni di ascolto degli adolescenti;
- Predisposizione di strumenti per progetti individualizzati in raccordo con le attività dei centri
famiglia e dell’ADE, al fine di favorire l’integrazione tra i servizi.
Risultati attesi: consolidamento della rete centri diurni per minori
Il Centro Polivalente per minori (art.104 del R.R n.4/2007) è una struttura aperta alla partecipazione
anche non continuativa di minori e di giovani del territorio ed opera in raccordo con i Servizi Sociali
d’Ambito e con le Istituzioni scolastiche attraverso la progettazione e la realizzazione di interventi di
socializzazione ed educativi ricreativi, miranti a promuovere il benessere della comunità e contrastare i
fenomeni di marginalità e disagio minorile. Fra le azioni da realizzare: si prevedono attività ludico
ricreative, di animazione extrascolastiche, rivolte a promuovere le relazioni tra ragazzi, valorizzando le
loro propensioni ed interessi.
Obiettivi
- qualificare l’offerta delle strutture e dei servizi a ciclo diurno per i minori
- promuovere ed orientare la domanda da parte delle famiglie verso servizi di qualità autorizzati al
funzionamento;
- ridurre il carico familiare di cura e conciliare i tempi di vita e di lavoro;
- favorire una maggiore partecipazione delle donne al mercato del lavoro.
Piano Sociale di Zona 2014-2016 – Ambito Appennino Dauno Settentrionale
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prestazioni/attività
- -implementazione di buoni servizio di conciliazione infanzia e adolescenza;
- -piano di comunicazione
- -incremento di qualità dei servizi offerti in termini di prestazioni erogate da parte delle strutture;
- promozione interventi di prevenzione e lotta al fenomeno della dispersione scolastica e relative
espressioni e forme di disagio giovanile, attraverso l’integrazione con gli altri servizi socio
educativi e con le istituzioni scolastiche
- -creazione rete integrata dei soggetti coinvolti
risultati attesi
- Potenziamento rete strutture e servizi comunitari-centri diurni e polivalenti per minori;
- utilizzo contributo al 100% delle risorse buoni conciliazione infanzia
Profilo degli operatori richiesti per la realizzazione del servizio
- Servizio Sociale Professionale
- Ufficio di Piano
- Terzo Settore
Scheda per la progettazione di dettaglio dei Servizi33
TITOLO: UNITA’ DI VALUTAZIONE MULTIDIMENSIONALE
Annualità34:
AMBITO
PROVINCIA DI
2013 
2014 
2015 
2016 
APPENNINO DAUNO SETTENTRIONALE - LUCERA
FOGGIA
Informazioni generali
La programmazione regionale in materia di salute e benessere sociale, in coerenza con gli orientamenti
della programmazione nazionale, indica chiaramente la necessità di definire un’unica strategia
programmatoria del sistema di servizi ad integrazione socio sanitaria che assicuri la reciproca
complementarietà e coerenza, così da essere parte integrante della programmazione sia sociale sia
sanitaria.
intende promuovere l’ulteriore sviluppo del complessivo sistema di presa in carico integrata di tipo
sociosanitario mediante il consolidamento, la diffusione e il potenziamento delle prassi positive
attuate, un più capillare e omogeneo recepimento operativo delle linee guida regionali per l’accesso
alla rete integrata dei servizi socio-sanitari (DGR n. 691/2011)
Valenza territoriale:
 ambito
 comunale
Obiettivo di servizio:
 SI
 NO
(cfr. Piano Regionale Politiche Sociali 2013-2015 – DGR 1534/2013)
Numero progressivo: 17
(coerente con la numerazione delle schede finanziarie)
Denominazione servizio/intervento: UNITA’ DI VALUTAZIONE MULTIDIMENSIONALE
Art. del r.r. 4/2007: 3;
33
Da compilare almeno per tutti gli Obiettivi di Servizio (ex PRPS 2013-2015) programmati nel Piano di Zona.
Indicare le annualità di realizzazione del servizio/intervento che hanno copertura finanziaria con le risorse già disponibili
programmate nel Piano di Zona. Indicare il 2013 solo nel caso di interventi già avviati tra il II e il III piano sociale di zona,
ovvero per gli interventi ammessi a finanziamento su risorse proprie comunali che confluiscono nel “cofinanziamento
comunale” e comunque riconducibili agli obiettivi di servizio.
34
Piano Sociale di Zona 2014-2016 – Ambito Appennino Dauno Settentrionale
Pagina 124
Importo totale programmato: € 20.000,00 risorse proprie comunali
Modalità di gestione del servizio (in coerenza con quanto indicato nelle schede finanziarie)
 gestione in economia
 gestione diretta con affidamento a terzi
 altra modalità di gestione (specificare _______________________)
Tipologia di utenti: Anziani e disabili residenti nell'Ambito Territoriale Sociale
N° medio annuo previsto di utenti: 150
Descrizione generale in termini di obiettivi, tipologia di prestazioni/attività e risultati attesi
(anche con indicatori numerici per tipologia di beneficiari e prestazioni)
L'Unità di Valutazione Multidimensionale è un organismo composto da un team multiprofessionale,
con competenze multidisciplinari, in grado di leggere le esigenze dei soggetti con bisogni sanitari e
sociali complessi e rilevarne l'ammissibilità ad un certo percorso di cura.
La valutazione multidimensionale, rappresenta l'adempimento prioritario ed ineludibile ai fini della
definizione del progetto socio – sanitario personalizzato di ogni utente e della sua presa in carico
integrata.
Prestazioni e attività previste
- Verifica la presenza delle condizioni di ammissibilità ad un certo percorso di cura e assistenza;
- L'UVM costituisce l'anello operativo strategico per l'accesso al sistema dei servizi socio – sanitari
di natura domiciliare, semiresidenziale e residenziale a gestione integrata e compartecipata e
svolge i seguenti compiti:
- Elabora il progetto socio – sanitario personalizzato che deve essere condiviso e sottoscritto dal
paziente e dal suo nucleo familiare;
- Verifica ed aggiorna l'andamento del progetto elaborato;
- Procede alla dimissione concordata.
Obiettivo generale:
- effettuare una valutazione multidimensionale, ovvero l’analisi dettagliata dei problemi e dei
bisogni che presenta il caso, rappresenta l’adempimento prioritario ed ineludibile ai fini della
definizione del progetto socio-sanitario personalizzato e della presa in carico integrata del
cittadino. Deve leggere le esigenze di pazienti con bisogni sanitari e sociali complessi, definire il
Piano Assistenziale Individualizzato (PAI) con l'indicazione del setting assistenziale ovvero il
servizio socio-sanitario di natura domiciliare, semiresidenziale e residenziale a gestione integrata e
compartecipata più appropriato per l'utente.
- regolare l'accesso al sistema della rete territoriale dei servizi sanitari e socio-sanitari di natura
domiciliare, semiresidenziale e residenziale a gestione integrata, qualificandone la spesa
Obiettivo specifico:
- Presa in carico attraverso l'UVM di tutti i pazienti in ADI e dei pazienti che essendo già fruitori di
prestazioni sanitarie (oncologiche, riabilitative) richiedono a domicilio anche l'aggiunta di
prestazioni socioassistenziali (SAD), giusto Accordo di Programma tra Comune Capofila dell'
Ambito di Zona e DSS per l'attuazione dei PAC.
prestazioni/attività:
- Adozione del protocollo operativo integrato Ambito/ASL;
- Atti amministrativi/ordini di servizio vincolanti per il personale dedicato Ambito/ASL sulla base
dell’Accordo di Programma sottoscritto con la ASL;
- Valutazione multidimensionale dell’autosufficienza del paziente e dei bisogni assistenziali dei
pazienti e dei loro nuclei familiari;
- verifica della presenza delle condizioni di ammissibilità ad un certo percorso di cura e assistenza;
- elaborazione del progetto socio-sanitario personalizzato , che deve essere condiviso con il paziente
e con il nucleo familiare e da essi sottoscritto;
- verifica e aggiornamento del progetto personalizzato;
Piano Sociale di Zona 2014-2016 – Ambito Appennino Dauno Settentrionale
Pagina 125
- procede alla dimissione concordata.
Risultati attesi:
- Favorire, il più a lungo possibile, la permanenza della persona in stato di bisogno presso il proprio
domicilio;
- Perseguire il rientro nell'ambiente familiare della persona in uscita dalle strutture residenziali;
- Promuovere azioni integrate socio – sanitarie per utilizzare al meglio le risorse territoriali;
- Ottimizzare la spesa socio – sanitaria
Profilo degli operatori richiesti per la realizzazione del servizio
Equipe integrata ambito/distretto come da D.G.R. 681/2011
- Direttore del Distretto o suo delegato
- Infermiere professionale
- Terapista della riabilitazione
- Assistente sociale professionale ASL
- MMG/PLS
- Psicologo
- Specialisti ambulatoriali
- Assistente Sociale di Ambito/Comuni
Scheda per la progettazione di dettaglio dei Servizi35
TITOLO: ASSISTENZA DOMICILIARE INTEGRATA - ADI
Annualità36:
AMBITO
PROVINCIA DI
2013 
2014 
2015 
2016 
APPENNINO DAUNO SETTENTRIONALE - LUCERA
FOGGIA
Informazioni generali
La programmazione regionale in materia di salute e benessere sociale, in coerenza con gli orientamenti
della programmazione nazionale, indica chiaramente la necessità di definire un’unica strategia
programmatoria del sistema di servizi ad integrazione socio sanitaria che assicuri la reciproca
complementarietà e coerenza, così da essere parte integrante della programmazione sia sociale sia
sanitaria.
intende promuovere l’ulteriore sviluppo del complessivo sistema di presa in carico integrata di tipo
sociosanitario mediante il consolidamento, la diffusione e il potenziamento delle prassi positive
attuate, un più capillare e omogeneo recepimento operativo delle linee guida regionali per l’accesso
alla rete integrata dei servizi socio-sanitari (DGR n. 691/2011)
Valenza territoriale:
 ambito
 comunale
Obiettivo di servizio:
 SI
 NO
(cfr. Piano Regionale Politiche Sociali 2013-2015 – DGR 1534/2013)
Numero progressivo:
18
(coerente con la numerazione delle schede finanziarie)
Denominazione servizio/intervento: ASSISTENZA DOMICILIARE INTEGRATA - ADI
35
Da compilare almeno per tutti gli Obiettivi di Servizio (ex PRPS 2013-2015) programmati nel Piano di Zona.
Indicare le annualità di realizzazione del servizio/intervento che hanno copertura finanziaria con le risorse già disponibili
programmate nel Piano di Zona. Indicare il 2013 solo nel caso di interventi già avviati tra il II e il III piano sociale di zona,
ovvero per gli interventi ammessi a finanziamento su risorse proprie comunali che confluiscono nel “cofinanziamento
comunale” e comunque riconducibili agli obiettivi di servizio.
36
Piano Sociale di Zona 2014-2016 – Ambito Appennino Dauno Settentrionale
Pagina 126
Art. del r.r. 4/2007: 88;
Importo totale programmato: servizio ADI € 6.417.829,25 (di cui € 1.215.486,23 residui
stanziamenti PdZ 2010-2013 + € 220.216,02 con risorse FNA + €
4.681.550,00 risorse ASL + € 300.577,00 fondi PAC anziani)
Modalità di gestione del servizio (in coerenza con quanto indicato nelle schede finanziarie)
 gestione in economia
 gestione diretta con affidamento a terzi
 altra modalità di gestione (specificare _______________________)
Tipologia di utenti: Anziani e disabili residenti nell'Ambito Territoriale Sociale
N° medio annuo previsto di utenti: 403
Descrizione generale in termini di obiettivi, tipologia di prestazioni/attività e risultati attesi
(anche con indicatori numerici per tipologia di beneficiari e prestazioni)
Il servizio di Assistenza Domiciliare Integrata consiste in interventi da fornire ad anziani non
autosufficienti e persone disabili al fine di favorire la permanenza nel loro ambiente, evitando
l’istituzionalizzazione e consentendo loro una soddisfacente vita di relazione.
Obiettivo del servizio è l’unitarietà dell’intervento, che garantisce un insieme di prestazioni mediche,
infermieristiche, riabilitative e socio-assistenziali in forma integrata e secondo piani individuali,
programmate e rese a domicilio con la partecipazione delle figure interessate al singolo caso .
Le attività previste per il servizio sono:
- sostenere in maniera significativa le famiglie e gli altri soggetti che prestano l'assistenza mediante
iniziative varie, tra le quali la diffusione intensiva di competenze ed abilità per una loro autonomia
di intervento;
- attivare un servizio di trasporto presso i centri di cura del territorio per i soggetti che possono
ricorrere alle prestazioni ospedaliere ed extraospedaliere;
- dare continuità assistenziale alle dimissioni protette e alle dimissioni critiche volontarie;
- investimento in nuove tecnologie per supportare e qualificare l’ADI anche con la teleassistenza
e la teleassistenza attraverso l’elaborazione e l’attuazione dei Piani di intervento PAC.
- incremento delle ore medie settimanali pro-utente di prestazioni ADI socio-sanitarie attraverso
l’elaborazione e l’attuazione dei Piani di intervento PAC e mediante l’utilizzo dei buoni servizio di
conciliazione per disabili e anziani non autosufficienti.
Tipologia di prestazioni:
- Prestazioni di tipo domestico:
- Le prestazioni di ADI vengono programmate una volta che, da parte dell'UVM sia stata
effettuata la valutazione e sia stato definito il piano d'intervento individualizzato.
- cura delle condizioni igieniche sanitarie dell’alloggio con particolare riferimento a quelle
destinate alle funzioni primarie;
- cambio e lavaggio della biancheria;
- preparazione pasti caldi;
- Prestazioni di tipo socio-assistenziale:
- cura dei rapporti con i familiari e la comunità;
- aiuto disbrigo pratiche e piccole commissioni
- aiuto nell'igiene personale, compresa la vestizione, l'assunzione dei pasti, la deambulazione e
gli atti quotidiani di vita;
- mobilitazione della persona costretta a letto;
- assistenza assunzione farmaci;
- Prestazioni di tipo igienico sanitario:
- prestazioni di medicina generale e specialistica;
- prestazioni infermieristiche e di riabilitazione;
Piano Sociale di Zona 2014-2016 – Ambito Appennino Dauno Settentrionale
Pagina 127
- controllo delle condizioni igieniche dell'ambiente.
A carico dell’Ambito sono le prestazioni di cui ai primi due punti, mentre a carico dell’ASL le
prestazioni di cui all’ultimo punto.
Obiettivi
- -attivare ed ampliare il servizio di Assistenza Domiciliare Integrata (ADI);
- -prevenire ricoveri impropri in strutture socio-assistenziali e socio-sanitarie ;
- -sostenere il lavoro di cura domiciliare anche in ottica di conciliazione tempi di vita e di lavoro;
- -favorire l’accessibilità dei servizi di cura domiciliari, mediante la riduzione alla relativa quota di
- compartecipazione al servizio;
- -potenziare la presa in carico integrata
prestazioni/attività
- redazione e Attuazione Piano di Azione e Coesione (PAC) per gli anziani non autosufficienti
ultrasessantacinquenni;
- realizzazione servizio ADI in favore di soggetti disabili non autosufficienti;
- attivazione èquipe integrate per le prestazioni del servizio ADI;
- prese in carico effettive ed integrate dei soggetti ammessi al servizio
- attuazione dell’“Accordo di Programma” sottoscritto tra Ambito-Asl disciplinante in forma
esigibile gli obblighi reciproci, chi fa che cosa;
- adeguamento regolamento di accesso al servizio con riferimento all’eventuale esonero e/o
riduzione da parte dei potenziali utenti della quota di compartecipazione al servizio;
- piano di comunicazione;
Risultati attesi:
2014:
- Indire gara per affidamento servizio 2014-2015, previo avviso pubblico;
- limitare i ricoveri ospedalieri per i tempi necessari alla cura dell'acuzie;
- ottimizzare l’intervento globale, preventivo, curativo e riabilitativo;
- riduzione ricoveri in strutture residenziali
- mantenere l’anziano nel proprio contesto socio-familiare, cercando di prevenire i fattori che
incidono sull’autonomia della persona evitandone l’istituzionalizzazione;
- riabilitazione immediata per facilitare il recupero funzionale dell’individuo;
- attivare interventi mirati a forme diverse di assistenza in alternativa al ricovero;
- informazione sanitaria volta agli anziani;
- effettuare inserimento dati utenti nel sistema informatico unico banca dati servizio ADI
2015:
- consolidamento e potenziamento servizio assistenza ADI con 403 assistiti.
- Funzionamento Anagrafe utenti servizio ADI.
Profilo degli operatori richiesti per la realizzazione del servizio
Per porre in essere gli interventi riabilitativi e di cura è necessario l’impegno delle figure professionali
di seguito riportate:
- Medico specialista;
- Terapista della riabilitazione;
- Infermiere professionale.
Tali figure professionali e tutte le figure sanitarie che si dovessero rendere necessarie per lo
svolgimento delle attività, in relazione alle patologie degli utenti, saranno messe a disposizione
dall'ASL.
Per l'espletamento delle prestazioni di tipo domestico e socio-assistenziale sono previste le figure
professionali:
- Operatori socio assistenziali in rapporto al numero degli utenti;
- Assistente sociale dell’Ambito,
- Coordinatore Servizio Sociale Professionale d’Ambito.
Piano Sociale di Zona 2014-2016 – Ambito Appennino Dauno Settentrionale
Pagina 128
Scheda per la progettazione di dettaglio dei Servizi37
TITOLO: ASSISTENZA DOMICILIARE NON AUTOSUFFICIENTI - SAD
Annualità38:
AMBITO
PROVINCIA DI
2013 
2014 
2015 
2016 
APPENNINO DAUNO SETTENTRIONALE - LUCERA
FOGGIA
Informazioni generali
La programmazione regionale in materia di salute e benessere sociale, in coerenza con gli orientamenti
della programmazione nazionale, indica chiaramente la necessità di definire un’unica strategia
programmatoria del sistema di servizi ad integrazione socio sanitaria che assicuri la reciproca
complementarietà e coerenza, così da essere parte integrante della programmazione sia sociale sia
sanitaria.
intende promuovere l’ulteriore sviluppo del complessivo sistema di presa in carico integrata di tipo
sociosanitario mediante il consolidamento, la diffusione e il potenziamento delle prassi positive
attuate, un più capillare e omogeneo recepimento operativo delle linee guida regionali per l’accesso
alla rete integrata dei servizi socio-sanitari (DGR n. 691/2011)
Valenza territoriale:
 ambito
 comunale
Obiettivo di servizio:
 SI
 NO
(cfr. Piano Regionale Politiche Sociali 2013-2015 – DGR 1534/2013)
Numero progressivo:
19
(coerente con la numerazione delle schede finanziarie)
Denominazione servizio/intervento: ASSISTENZA DOMICILIARE NON AUTOSUFFICIENTI
- SAD
Art. del r.r. 4/2007: 87;
Importo totale programmato: € 583.750,00 (di cui € 350.000,00 residui stanziamenti PdZ 20102013 + € 233.750,00 fondi PAC anziani)
Modalità di gestione del servizio (in coerenza con quanto indicato nelle schede finanziarie)
 gestione in economia
 gestione diretta con affidamento a terzi
 altra modalità di gestione (specificare _______________________)
Tipologia di utenti: Anziani e disabili residenti nell'Ambito Territoriale Sociale
N° medio annuo previsto di utenti: 150
Descrizione generale in termini di obiettivi, tipologia di prestazioni/attività e risultati attesi
(anche con indicatori numerici per tipologia di beneficiari e prestazioni)
37
Da compilare almeno per tutti gli Obiettivi di Servizio (ex PRPS 2013-2015) programmati nel Piano di Zona.
Indicare le annualità di realizzazione del servizio/intervento che hanno copertura finanziaria con le risorse già disponibili
programmate nel Piano di Zona. Indicare il 2013 solo nel caso di interventi già avviati tra il II e il III piano sociale di zona,
ovvero per gli interventi ammessi a finanziamento su risorse proprie comunali che confluiscono nel “cofinanziamento
comunale” e comunque riconducibili agli obiettivi di servizio.
38
Piano Sociale di Zona 2014-2016 – Ambito Appennino Dauno Settentrionale
Pagina 129
Il servizio di assistenza domiciliare ha l’obiettivo di favorire la permanenza delle persone anziane non
autosufficienti nel loro ambiente di vita, evitando l’istituzionalizzazione e consentendo loro una
soddisfacente vita di relazione.
Obiettivo generale del servizio è
- assicurare prestazioni di tipo socio-assistenziali e igienico sanitarie con l’elaborazione di piani
individuali programmati attraverso la valutazione dell’UVM.
- consolidamento e potenziamento del numero di utenti anziani e disabili autosufficienti in carico
per prestazioni domiciliari di natura sociale (SAD) mediante l’estensione del monte ore proutente attualmente erogato;
- adozione di protocolli operativi per le dimissioni protette e per la presa in carico all’interno del
contesto domestico-familiare, al fine di rendere esigibile il diritto alle prestazioni domiciliari.
Tipologia di prestazioni:
- Prestazioni di tipo domestico:
- cura delle condizioni igieniche sanitarie dell’alloggio con particolare riferimento a quelle
destinate alle funzioni primarie;
- cambio e lavaggio della biancheria;
- preparazione pasti caldi;
- Prestazioni di tipo socio-assistenziale:
- cura dei rapporti con i familiari e la comunità;
- aiuto disbrigo pratiche e piccole commissioni;
- trasporto presso i centri di cura del territorio per i soggetti che devono ricorrere alle prestazioni
ospedaliere ed extraospedaliere;
- Prestazioni di tipo igienico sanitario:
- aiuto nell'igiene personale, compresa la vestizione, l'assunzione dei pasti, la deambulazione e
gli atti quotidiani di vita;
- mobilitazione della persona costretta a letto;
- assistenza assunzioni farmaci.
Obiettivi
- -ampliare il servizio di Assistenza Domiciliare (SAD);
- -prevenire ricoveri impropri in strutture socio-assistenziali e socio-sanitarie;
- -sostenere il lavoro di cura domiciliare anche in ottica di conciliazione tempi di vita e di lavoro;
- -favorire l’accessibilità dei servizi di cura domiciliari, mediante la riduzione alla relativa quota di
- compartecipazione al servizio;
- -potenziare la presa in carico.
prestazioni/attività
- -redazione e Attuazione Piano di Azione e Coesione (PAC) per gli anziani non autosufficienti
ultrasessantacinquenni;
- -realizzazione servizio SAD in favore di soggetti disabili non autosufficienti;
- -prese in carico effettive ed integrate dei soggetti ammessi al servizio
- -attuazione dell’“Accordo di Programma” sottoscritto tra Ambito-Asl disciplinante in forma
esigibile gli obblighi reciproci, chi fa che cosa;
- -adeguamento regolamento di accesso al servizio con riferimento all’eventuale esonero e/o
riduzione da parte dei potenziali utenti della quota di compartecipazione al servizio;
- -piano di comunicazione;
Risultati attesi:
- limitare i ricoveri ospedalieri per i tempi necessari alla cura dell'acuzie;
- ottimizzare l’intervento globale, preventivo, curativo e riabilitativo;
- riduzione ricoveri in strutture residenziali;
- mantenere l’anziano nel proprio contesto socio-familiare, cercando di prevenire i fattori che
incidono sull’autonomia della persona evitandone l’istituzionalizzazione;
Profilo degli operatori richiesti per la realizzazione del servizio
- Assistenti sociali del servizio sociale professionale di ambito e dei Comuni e asl;
- Operatori qualificati declinati dall’art. 87 del r.r.4/2007 e da ulteriori direttive regionali
Piano Sociale di Zona 2014-2016 – Ambito Appennino Dauno Settentrionale
Pagina 130
- esperti ufficio di piano;
- Operatori e Volontari del Terzo Settore
Le attività integrative di welfare leggero (compagnia, aiuto nel disbrigo di piccole pratiche e sostegno
della mobilità personale) sono parte integrante del servizio di assistenza e possono essere assicurate
dall’Ambito e dalla ASL avvalendosi delle associazioni di volontariato e di promozione sociale, sulla
base di apposite convenzioni, ai sensi commi 3 e 4 dell’art. 21 del regolamento regionale n. 4/2007.
Scheda per la progettazione di dettaglio dei Servizi39
TITOLO: ASSISTENZA DOMICILIARE PER PERSONE CON DISAGIO PSICHICO
Annualità40:
AMBITO
PROVINCIA DI
2013 
2014 
2015 
2016 
APPENNINO DAUNO SETTENTRIONALE - LUCERA
FOGGIA
Informazioni generali
La programmazione regionale in materia di salute e benessere sociale, in coerenza con gli orientamenti
della programmazione nazionale, indica chiaramente la necessità di definire un’unica strategia
programmatoria del sistema di servizi ad integrazione socio sanitaria che assicuri la reciproca
complementarietà e coerenza, così da essere parte integrante della programmazione sia sociale sia
sanitaria.
intende promuovere l’ulteriore sviluppo del complessivo sistema di presa in carico integrata di tipo
sociosanitario mediante il consolidamento, la diffusione e il potenziamento delle prassi positive
attuate, un più capillare e omogeneo recepimento operativo delle linee guida regionali per l’accesso
alla rete integrata dei servizi socio-sanitari (DGR n. 691/2011)
Valenza territoriale:
 ambito
 comunale
Obiettivo di servizio:
 SI
 NO
(cfr. Piano Regionale Politiche Sociali 2013-2015 – DGR 1534/2013)
Numero progressivo: 20
(coerente con la numerazione delle schede finanziarie)
Denominazione servizio/intervento: ASSISTENZA DOMICILIARE PER PERSONE CON
DISAGIO PSICHICO
Art. del r.r. 4/2007: 87 - 88;
Importo totale programmato: € 100.000,00 residui stanziamenti PdZ 2010-2013 oltre risorse
progetti n. 18 e 19
Modalità di gestione del servizio (in coerenza con quanto indicato nelle schede finanziarie)
 gestione in economia
 gestione diretta con affidamento a terzi
 altra modalità di gestione (specificare _______________________)
Tipologia di utenti: persone con disagio psichico e/o utenti psichiatrici stabilizzati
39
Da compilare almeno per tutti gli Obiettivi di Servizio (ex PRPS 2013-2015) programmati nel Piano di Zona.
Indicare le annualità di realizzazione del servizio/intervento che hanno copertura finanziaria con le risorse già disponibili
programmate nel Piano di Zona. Indicare il 2013 solo nel caso di interventi già avviati tra il II e il III piano sociale di zona,
ovvero per gli interventi ammessi a finanziamento su risorse proprie comunali che confluiscono nel “cofinanziamento
comunale” e comunque riconducibili agli obiettivi di servizio.
40
Piano Sociale di Zona 2014-2016 – Ambito Appennino Dauno Settentrionale
Pagina 131
N° medio annuo previsto di utenti: 15
Descrizione generale in termini di obiettivi, tipologia di prestazioni/attività e risultati attesi
(anche con indicatori numerici per tipologia di beneficiari e prestazioni)
Obiettivo del servizio è seguire e sostenere nel proprio ambiente soggetti con disabilità mentale,
intervenendo sulle dinamiche familiari e relazionale e promuovendo la loro integrazione sociale.
Le attività svolte sono:
- Sostenere il disabile mediante un percorso educativo/riabilitativo;
- Favorire la socializzazione intra ed extra-familiare e il coinvolgimento del disabile nel tessuto
sociale;
- Stimolare l’acquisizione di competenze e capacità.
- Supporto e accompagnamento nelle consuete attività giornaliere.
- Consolidare e ampliare la presa in carico integrata nell’accesso ai livelli essenziali di prestazioni
socio-sanitarie in regime domiciliare, comunitario e residenziale delle persone con disabilità
psichica e psichiatrici stabilizzati.
- Incremento della presa in carico integrata nell’ambito dei percorsi domiciliari di natura socioassistenziale e socio-sanitaria per le persone con disagio psichico e/o utenti psichiatrici stabilizzati.
Per ogni utente sarà elaborato un progetto personalizzato mediante protocolli d’intesa tra i soggetti
interessati, operatori, servizi sociali d’Ambito e del DSM, assegnando a ciascun utente prestazioni
settimanali con superiori a 5 ore di educatore professionale e 2 ore di operatore socio-sanitario.
Risultati attesi:
- consolidamento le abilità acquisite dall’utente;
- aumento delle occasioni di socializzazione nell’ambiente esterno;
- miglioramento della qualità di vita del soggetto disabile.
Profilo degli operatori richiesti per la realizzazione del servizio
- Educatori professionali;
- Operatori Socio-Sanitari.
- Operatori e Volontari del Terzo Settore
Scheda per la progettazione di dettaglio dei Servizi41
TITOLO: ABBATTIMENTO BARRIERE ARCHITETTONICHE
Annualità42:
AMBITO
PROVINCIA DI
2013 
2014 
2015 
2016 
APPENNINO DAUNO SETTENTRIONALE - LUCERA
FOGGIA
Informazioni generali
La programmazione regionale in materia di salute e benessere sociale, in coerenza con gli orientamenti
della programmazione nazionale, indica chiaramente la necessità di definire un’unica strategia
programmatoria del sistema di servizi ad integrazione socio sanitaria che assicuri la reciproca
complementarietà e coerenza, così da essere parte integrante della programmazione sia sociale sia
sanitaria.
intende promuovere l’ulteriore sviluppo del complessivo sistema di presa in carico integrata di tipo
sociosanitario mediante il consolidamento, la diffusione e il potenziamento delle prassi positive
41
Da compilare almeno per tutti gli Obiettivi di Servizio (ex PRPS 2013-2015) programmati nel Piano di Zona.
Indicare le annualità di realizzazione del servizio/intervento che hanno copertura finanziaria con le risorse già disponibili
programmate nel Piano di Zona. Indicare il 2013 solo nel caso di interventi già avviati tra il II e il III piano sociale di zona,
ovvero per gli interventi ammessi a finanziamento su risorse proprie comunali che confluiscono nel “cofinanziamento
comunale” e comunque riconducibili agli obiettivi di servizio.
42
Piano Sociale di Zona 2014-2016 – Ambito Appennino Dauno Settentrionale
Pagina 132
attuate, un più capillare e omogeneo recepimento operativo delle linee guida regionali per l’accesso
alla rete integrata dei servizi socio-sanitari (DGR n. 691/2011)
Valenza territoriale:
 ambito
 comunale
Obiettivo di servizio:
 SI
 NO
(cfr. Piano Regionale Politiche Sociali 2013-2015 – DGR 1534/2013)
Numero progressivo:
21
(coerente con la numerazione delle schede finanziarie)
Denominazione servizio/intervento: Interventi di Abbattimento barriere architettoniche negli
edifici privati-sostegno economico.
Art. del r.r. 4/2007: ALTRO - Legge 13/89 – Deliberazione Giunta Regionale n.812/2009
Importo totale programmato: € 80.000,00 residui stanziamenti PdZ 2010-2013
Modalità di gestione del servizio (in coerenza con quanto indicato nelle schede finanziarie)
 gestione in economia
 gestione diretta con affidamento a terzi
 altra modalità di gestione (specificare _______________________)
Tipologia di utenti: Disabili ed anziani affetti da gravi patologie
N° medio annuo previsto di utenti: 30
Descrizione generale in termini di obiettivi, tipologia di prestazioni/attività e risultati attesi
(anche con indicatori numerici per tipologia di beneficiari e prestazioni)
La Regione Puglia, con deliberazione della Giunta Regionale n. 812 del 13/05/200914. in merito al
finanziamento degli interventi di abbattimento delle barriere architettoniche negli edifici privati, ha
fornito ai Comuni direttive in merito alle modalità di liquidazione ai cittadini richiedenti e ai nuclei
familiari aventi diritto, dei contributi richiesti con domande presentate a partire dalla annualità 2008.
Per queste domande il finanziamento viene riconosciuto, a partire dal II triennio di programmazione
sociale regionale, quale “intervento di sostegno economico alle famiglie per l’integrazione sociale e la
qualità della vita delle persone diversamente abili”, riservando all’autonomia dei Comuni di ciascun
Ambito Territoriale di determinare la misura del finanziamento nei limiti delle risorse
complessivamente disponibili su base triennale per il rispettivo Piano Sociale di Zona. La medesima
finalizzazione veniva già riconosciuta, peraltro, quale prioritaria con la Deliberazione di G.R. n.
249/2008 che regolava l’utilizzo delle risorse del FNPS 2004-2005 nella fase di transizione della
programmazione sociale dal I al II triennio.
Il finanziamento degli interventi per l’abbattimento delle barriere architettoniche negli edifici privati
viene riconosciuto a partire dal secondo triennio di programmazione sociale regionale quale intervento
di sostegno economico alle famiglie per l’integrazione sociale e la qualità della vita delle persone
diversamente abili, riservando all’autonomia dei Comuni di ciascun ambito territoriale di determinare
la misura del finanziamento nei limiti delle risorse complessivamente disponibili su base triennale per
il rispettivo Piano Sociale di Zona.
L’Ambito si è dotato di apposite regole e di un disciplinare per la presentazione delle domande e della
relativa documentazione nonché per la quantificazione del contributo agli aventi diritto.
Il disciplinare riguarda tutti gli interventi diretti ad eliminare situazioni di rischio, di ostacolo o di
impedimento alla mobilità e fruibilità generale (barriere architettoniche), al fine di garantire, nella
misura più ampia possibile, l’autonomia del richiedente disabile nello svolgimento delle attività
della vita quotidiana, nonché a valorizzarne le capacità residue.
Piano Sociale di Zona 2014-2016 – Ambito Appennino Dauno Settentrionale
Pagina 133
Le disposizioni contenute nel disciplinare sono correlate alla Legge 13/1989, nonché alla Circolare
ministeriale n. 1669/U.L. del 22 giugno 1989 esplicativa della su citata Legge.
Le finalità sono quelle di:
Potenziare gli interventi presso le abitazioni di residenza per consentire di poter fruire agevolmente del
proprio ambiente di vita domestico e familiare mediante l’abbattimento e l’eliminazione delle barriere
architettoniche.
Favorire la regolare integrazione familiare e sociale mediante il raggiungimento dei vari livelli di
autonomia.
Obiettivi
- facilitare l’accessibilità, l'adattabilità e la visitabilità dell’edificio privato del soggetto con
disabilità rimuovendone le barriere architettoniche;
- Favorire la permanenza nel proprio domicilio;
- Favorire la qualità della vita delle persone diversamente abili;
prestazioni/attività
- Pubblicazione apposito avviso e redazione graduatoria, nel rispetto dell’art. 10 della legge 13/89;
- Erogazione contributi economici per l’abbattimento delle barriere architettoniche negli edifici
privati, da erogarsi previa verifica dei requisiti di ammissibilità declinati dalla normativa di settore;
risultati attesi
- miglioramento della qualità della vita con riferimento alla maggiore autonomia della persona non
autosufficiente erogando il servizio a 30 utenti.
Profilo degli operatori richiesti per la realizzazione del servizio
- Assistenti sociali del servizio sociale professionale di ambito e dei Comuni;
- Servizi tecnici dei comuni;
- esperti ufficio di piano;
Scheda per la progettazione di dettaglio dei Servizi43
TITOLO: BUONI SERVIZIO CONCILIAZIONE DISABILI E ANZIANI
Annualità44:
AMBITO
PROVINCIA DI
2013 
2014 
2015 
2016 
APPENNINO DAUNO SETTENTRIONALE - LUCERA
FOGGIA
Informazioni generali
La programmazione regionale in materia di salute e benessere sociale, in coerenza con gli orientamenti
della programmazione nazionale, indica chiaramente la necessità di definire un’unica strategia
programmatoria del sistema di servizi ad integrazione socio sanitaria che assicuri la reciproca
complementarietà e coerenza, così da essere parte integrante della programmazione sia sociale sia
sanitaria.
intende promuovere l’ulteriore sviluppo del complessivo sistema di presa in carico integrata di tipo
sociosanitario mediante il consolidamento, la diffusione e il potenziamento delle prassi positive
attuate, un più capillare e omogeneo recepimento operativo delle linee guida regionali per l’accesso
alla rete integrata dei servizi socio-sanitari (DGR n. 691/2011)
Valenza territoriale:
 ambito
 comunale
43
Da compilare almeno per tutti gli Obiettivi di Servizio (ex PRPS 2013-2015) programmati nel Piano di Zona.
Indicare le annualità di realizzazione del servizio/intervento che hanno copertura finanziaria con le risorse già disponibili
programmate nel Piano di Zona. Indicare il 2013 solo nel caso di interventi già avviati tra il II e il III piano sociale di zona,
ovvero per gli interventi ammessi a finanziamento su risorse proprie comunali che confluiscono nel “cofinanziamento
comunale” e comunque riconducibili agli obiettivi di servizio.
44
Piano Sociale di Zona 2014-2016 – Ambito Appennino Dauno Settentrionale
Pagina 134
Obiettivo di servizio:
 SI
 NO
(cfr. Piano Regionale Politiche Sociali 2013-2015 – DGR 1534/2013)
Numero progressivo:
22
(coerente con la numerazione delle schede finanziarie)
Denominazione servizio/intervento: Buoni servizio di conciliazione per disabili e anziani.
Art. del r.r. 4/2007: ALTRO - Determina Dirigenziale Regionale n° 61 dell’8/03/2013
Importo totale programmato: € 327.413,67 risorse PO FESR 2007-2013 Asse III- – Azione 3.3.2.buoni servizio di conciliazione anziani e disabili
Modalità di gestione del servizio (in coerenza con quanto indicato nelle schede finanziarie)
 gestione in economia
 gestione diretta con affidamento a terzi
 altra modalità di gestione (specificare: rimborso retta mensile alle strutture accreditate)
Tipologia di utenti: persone anziane e disabili non autosufficienti
N° medio annuo previsto di utenti: 30
Descrizione generale in termini di obiettivi, tipologia di prestazioni/attività e risultati attesi
(anche con indicatori numerici per tipologia di beneficiari e prestazioni)
L’avviso pubblico ha l’obiettivo di favorire il potenziamento di una rete estesa, qualificata e
differenziata su tutto il territorio regionale di strutture e servizi socio-assistenziali, socioeducativi e
socioriabilitativi per persone con diverse abilità e persone ultra65enni in condizione di non
autosufficienza, al fine di promuovere e garantire l’inclusione sociale e le prestazioni socioeducative e
riabilitative per le persone non autosufficienti, anziani e disabili, nonché il sostegno per il carico di
cura del nucleo familiare in ottica di conciliazione. A tal fine, l’erogazione di buoni servizio di
conciliazione in favore dei nuclei familiari in cui vivano stabilmente persone anziane non
autosufficienti e persone con diverse abilità, per l’accesso ai servizi di presa in carico e di
conciliazione per persone non autosufficienti, anziani e disabili di cui al Reg.R. n. 4/2007 e s.m.i., che
abbiano conseguito autorizzazione definitiva al funzionamento, è strumento per conseguire la
sostenibilità gestionale delle strutture e dei servizi attivi mediante il sostegno economico alla domanda
da parte dei nuclei familiari destinatari finali. I nuclei familiari devono intendersi come definiti agli
artt. 22 e 27 della L.r. n. 19/2006, anche mono-genitoriali, composti da cittadini italiani o di uno stato
appartenente all’Unione Europea, oppure, per i cittadini extracomunitari, in possesso del permesso di
soggiorno CE per soggiornanti di lungo periodo (ex carta di soggiorno) o di un permesso di soggiorno
di durata non inferiore ad un anno, residenti in Puglia da almeno sei mesi.
L’Ambito territoriale di Lucera, attraverso i buoni di conciliazione, intende promuovere e garantire il
benessere e il mantenimento delle autonomie funzionali residue delle persone disabili e anziani.
L’erogazione di tali buoni mirano all’inclusione sociale degli stessi e a sostenere il carico di cura di
quei nuclei familiari in cui vivono stabilmente.
Tipologia di prestazioni
- potenziare l’offerta socio-educativa, riabilitativa e sociale delle strutture e dei servizi per disabili ed
anziani non autosufficienti e sostenere il lavoro di cura delle famiglie per favorirne l’accesso
all’occupazione.
- I Buoni di Servizio sono rivolti a sostenere le famiglie per l’accesso a Case di riposo, Centro Socio
Educativi, Case Protette, ecc…
prestazioni/attività
- implementazione offerta “Buoni Servizi di Conciliazione” e relativa attuazione procedure
amministrative per l’erogazione dei buoni servizio di conciliazione per disabili e anziani non
autosufficienti;
Piano Sociale di Zona 2014-2016 – Ambito Appennino Dauno Settentrionale
Pagina 135
-
favorire l’accesso a tariffe agevolate alla rete di strutture e servizi anche nell’ottica di conciliazione
dei tempi vita-lavoro;
- sostenere la domanda di servizi domiciliari, a ciclo diurno e residenziali sociali e sanitari da parte
delle famiglie, orientandola verso servizi di qualità a strutture e servizi iscritti al Catalogo
dell’offerta per anziani e disabili;
- sostenere l’iniziativa privata nell’erogazione dei servizi ;
- potenziare presa in carico integrata;
- costruzione di un piano di comunicazione per la massima diffusione delle informazioni di base per
l’accesso alla rete dei servizi rivolti alla famiglia;
- abbinamento a cura dell’ufficio di piano tra le strutture iscritte al catalogo di offerta e le richieste di
accesso dei soggetti;
- pagamento delle tariffe previste o quota delle stesse su presentazione delle ricevute di avvenuta
erogazione del servizio.
Risultati attesi:
- migliorare la qualità della vita delle persone disabili e degli anziani non autosufficienti;
- sostenere il carico di cura delle famiglie;
- limitare il ricorso all’istituzionalizzazione.
- potenziamento e consolidamento della rete dei servizi socio-assistenziali, comunitari, diurni e
- residenziali;
- incremento della presa in carico.
Profilo degli operatori richiesti per la realizzazione del servizio
- Assistenti sociali del servizio sociale professionale di ambito e dei Comuni;
- esperti ufficio di piano;
- Operatori gestori strutture e servizi pubblici e privati iscritti al Catalogo telematico.
Scheda per la progettazione di dettaglio dei Servizi45
TITOLO: PROGETTI DI VITA INDIPENDENTE
Annualità46:
AMBITO
PROVINCIA DI
2013 
2014 
2015 
2016 
APPENNINO DAUNO SETTENTRIONALE - LUCERA
FOGGIA
Informazioni generali
La programmazione regionale in materia di salute e benessere sociale, in coerenza con gli orientamenti
della programmazione nazionale, indica chiaramente la necessità di definire un’unica strategia
programmatoria del sistema di servizi ad integrazione socio sanitaria che assicuri la reciproca
complementarietà e coerenza, così da essere parte integrante della programmazione sia sociale sia
sanitaria.
Più capillare e omogeneo recepimento operativo delle linee guida regionali per l’accesso alla rete
integrata dei servizi socio-sanitari (DGR n. 691/2011)
Valenza territoriale:
 ambito
 comunale
Obiettivo di servizio:
 SI
 NO
(cfr. Piano Regionale Politiche Sociali 2013-2015 – DGR 1534/2013)
45
Da compilare almeno per tutti gli Obiettivi di Servizio (ex PRPS 2013-2015) programmati nel Piano di Zona.
Indicare le annualità di realizzazione del servizio/intervento che hanno copertura finanziaria con le risorse già disponibili
programmate nel Piano di Zona. Indicare il 2013 solo nel caso di interventi già avviati tra il II e il III piano sociale di zona,
ovvero per gli interventi ammessi a finanziamento su risorse proprie comunali che confluiscono nel “cofinanziamento
comunale” e comunque riconducibili agli obiettivi di servizio.
46
Piano Sociale di Zona 2014-2016 – Ambito Appennino Dauno Settentrionale
Pagina 136
Numero progressivo:
23
(coerente con la numerazione delle schede finanziarie)
Denominazione servizio/intervento: PRO.V.I. Progetti di vita indipendente.
Art. del r.r. 4/2007: ALTRO - Delibera G.R. n°758/2013 Avviso Pubblico Regionale (A.D.
247/2013)
Importo totale programmato: € 60.000,00 di cui € 45.000,00 altre risorse pubbliche ( Delibera G.R.
n°758/2013 ) ed € 15.000,00 con risorse proprie comunali.
Modalità di gestione del servizio (in coerenza con quanto indicato nelle schede finanziarie)
 gestione in economia
 gestione diretta con affidamento a terzi
 altra modalità di gestione (specificare: liquidazione contributo regionale)
Tipologia di utenti: persone con disabilità grave (16-64 anni)
N° medio annuo previsto di utenti: 4
Descrizione generale in termini di obiettivi, tipologia di prestazioni/attività e risultati attesi
(anche con indicatori numerici per tipologia di beneficiari e prestazioni)
Con la Del. G.R. n. 2578/2010 è stato approvato il Progetto Qualify-Care Puglia che è finanziato dal
Ministero del Lavoro e le Politiche Sociali con risorse del Fondo Nazionale Non Autosufficienza
(FNA) e dalla Regione Puglia con risorse del Fondo Regionale per la Non Autosufficienza (FRA) e
mira a sperimentare modalità integrate di intervento per la presa in carico di persone in condizione di
grave non autosufficienza e precarie condizioni familiari, economiche, abitative, con il coinvolgimento
dei distretti sociosanitari e dei Comuni interessati per la implementazione di strumenti innovativi e di
percorsi integrati di valutazione e di presa in carico con l'obiettivo generale di sostenere progetti
individualizzati di persone in condizioni di grave non autosufficienza capaci di integrare sostegno
economico, servizi di cura domiciliari e a ciclo diurno, assistenza alla persona e interventi di
promozione attiva per l'inclusione sociale. In particolare, la linea centrale di attività del Progetto
Qualify-Care Puglia è quella della attivazione e finanziamento in via sperimentale dei Progetti di Vita
Indipendente (PRO.V.I.).
Con DGR 758 del 16 aprile 2013 la Regione Puglia ha approvato i criteri di accesso ai Progetti di Vita
Indipendente e lo schema di Convenzione con la rete regionale dei Centri per la domotica sociale.La
finalità complessiva dei PRO.V.I. è quella di sostenere la "Vita Indipendente", cioè la possibilità, per
una persona adulta con disabilità grave, di autodeterminarsi e di poter vivere come chiunque avendo
la capacità di prendere decisioni riguardanti la propria vita e di svolgere attività di propria scelta.
Questo obiettivo presuppone l'esistenza di un progetto globale di vita, con il quale, alla persona con
disabilità, viene assicurata la possibilità di determinare, anche in collaborazione con il sistema dei
servizi e sulla base della valutazione dell'U.V.M. (Unità di Valutazione Multidisciplinare) il livello di
prestazioni assistenziali di cui necessita, i tempi, le modalità attuative, la scelta degli assistenti
personali e la gestione del relativo rapporto contrattuale.
Sostenere la “Vita Indipendente”, mediante la possibilità per un soggetto di età compresa tra i 16 e i 64
anni,gravemente disabile, di autodeterminarsi manifestando la volontà di realizzare un personale
progetto di vita indipendente, orientato:
- Al completamento del percorso di studi;
- Alla formazione professionale per l’inserimento socio-lavorativo;
- Alla valorizzazione delle proprie capacità, compreso l’esercizio delle responsabilità genitoriali.
Tipologia delle prestazioni:
Piano Sociale di Zona 2014-2016 – Ambito Appennino Dauno Settentrionale
Pagina 137
Il beneficio economico è rivolto a persone con disabilità motoria di un’età compresa tra i 16 e 64 anni,
l’importo per ogni destinatario sarà equivalente ad un massimo di € 1.250 e con un reddito individuale
non superiore a € 20.000.
Obiettivi
- favorire l’inclusione sociale e l’autonomia di persone con disabilità gravi
prestazioni/attività
- Informazione in favore delle persone disabili gravi e loro famiglie sui contenuti dell’Offerta e le
relative modalità di accesso al nuovo servizio sperimentale;
- Istruttoria e attuazione dei Progetti presentati dai soggetti disabili
risultati attesi
- -maggiore autonomia dei soggetti fruitori
- -implementazione di percorsi sperimentali e innovativi di servizi domiciliari
Profilo degli operatori richiesti per la realizzazione del servizio
Per la realizzazione del servizio si prevedono:
- Coordinatore Servizio Sociale Professionale d’Ambito;
- Servizio Sociale Professionale d’Ambito;
- Personale Ufficio di Piano
- Equipe UVM
- Esperti Centro di domotica sociale.
Scheda per la progettazione di dettaglio dei Servizi47
TITOLO: CENTRI DIURNI ANZIANI art.106 rr
Annualità48:
AMBITO
PROVINCIA DI
2013 
2014 
2015 
2016 
APPENNINO DAUNO SETTENTRIONALE - LUCERA
FOGGIA
Informazioni generali
La programmazione regionale in materia di salute e benessere sociale, in coerenza con gli orientamenti
della programmazione nazionale, indica chiaramente la necessità di definire un’unica strategia
programmatoria del sistema di servizi ad integrazione socio sanitaria che assicuri la reciproca
complementarietà e coerenza, così da essere parte integrante della programmazione sia sociale sia
sanitaria.
più capillare e omogeneo recepimento operativo delle linee guida regionali per l’accesso alla rete
integrata dei servizi socio-sanitari (DGR n. 691/2011)
Valenza territoriale:
 ambito
 comunale
Obiettivo di servizio:
 SI
 NO
(cfr. Piano Regionale Politiche Sociali 2013-2015 – DGR 1534/2013)
Numero progressivo: 24
(coerente con la numerazione delle schede finanziarie)
47
Da compilare almeno per tutti gli Obiettivi di Servizio (ex PRPS 2013-2015) programmati nel Piano di Zona.
Indicare le annualità di realizzazione del servizio/intervento che hanno copertura finanziaria con le risorse già disponibili
programmate nel Piano di Zona. Indicare il 2013 solo nel caso di interventi già avviati tra il II e il III piano sociale di zona,
ovvero per gli interventi ammessi a finanziamento su risorse proprie comunali che confluiscono nel “cofinanziamento
comunale” e comunque riconducibili agli obiettivi di servizio.
48
Piano Sociale di Zona 2014-2016 – Ambito Appennino Dauno Settentrionale
Pagina 138
Denominazione servizio/intervento: CENTRI SOCIALI DIURNI PER ANZIANI
Art. del r.r. 4/2007: 106
Importo totale programmato: € 200.000,00 residui stanziamenti PdZ 2010-2013.
oltre alle risorse PO FESR 2007-2013 Asse III – Azione 3.3.2.-buoni
servizio di conciliazione anziani e disabili (cfr progetto 22)
Modalità di gestione del servizio (in coerenza con quanto indicato nelle schede finanziarie)
 gestione in economia
 gestione diretta con affidamento a terzi
 altra modalità di gestione (specificare: pagamento retta - convenzione)
Tipologia di utenti: Persone anziane autosufficienti e/o parzialmente non autosufficienti
N° medio annuo previsto di utenti: 40
Descrizione generale in termini di obiettivi, tipologia di prestazioni/attività e risultati attesi
(anche con indicatori numerici per tipologia di beneficiari e prestazioni)
- Favorire la frequenza dei Centri polivalenti per anziani, assicurando l’integrazione della retta
qualora la situazione economica dell’interessato e della famiglia non consenta di farsi carico del
pagamento della stessa.
- Contrastare l’isolamento e l’emarginazione sociale delle persone anziane per il mantenimento dei
livelli di autonomia della persona, di supportare la famiglia.
- Prestazioni previste:
Tutto quanto indicato nell’art. 106 del r.r. nr. 4/2007.
Obiettivi
- Consolidare e ampliare il sistema di offerta e domanda della rete di servizi a ciclo diurno
- Incrementare la capacità di presa in carico territoriale;
- Prevenire la istituzionalizzazione;
- Qualificare i servizi offerti dalle strutture
prestazioni/attività
- implementazione offerta “Buoni Servizi di Conciliazione” e relativa attuazione procedure
amministrative per l’erogazione dei buoni servizio di conciliazione per anziani autosufficienti e/o
parzialmente non autosufficienti, anche nell’ottica di conciliazione dei tempi vita-lavoro
- sostenere la domanda di servizi a ciclo diurno da parte delle famiglie, orientandola verso servizi di
qualità a strutture e servizi iscritti al Catalogo dell’offerta per anziani e disabili
- piano di comunicazione
risultati attesi
- potenziamento e consolidamento rete centri aperti polivalenti per anziani
- incremento presa in carico
Enti coinvolti
- Enti Pubblici Istituzionalmente preposti;
- Gestori strutture e servizi pubblici e privati iscritti al Catalogo telematico;
- Terzo Settore ed espressioni della cittadinanza attiva sottoscrittori del “patto di partecipazione”;
- Eventuali altri Soggetti pubblici e privati che manifestino la propria disponibilità in fasi successive.
Profilo degli operatori richiesti per la realizzazione del servizio
- assistenti sociali di ambito e dei Comuni;
- assistenti sociali e/o Operatori sociali dei servizi pubblici istituzionalmente preposti;
- esperti ufficio di piano;
- operatori gestori strutture e servizi pubblici e privati iscritti al Catalogo telematico;
- operatori e Volontari del Terzo Settore
Piano Sociale di Zona 2014-2016 – Ambito Appennino Dauno Settentrionale
Pagina 139
Scheda per la progettazione di dettaglio dei Servizi49
TITOLO: CENTRI DIURNI DISABILI art.105 rr
Annualità50:
AMBITO
PROVINCIA DI
2013 
2014 
2015 
2016 
APPENNINO DAUNO SETTENTRIONALE - LUCERA
FOGGIA
Informazioni generali
La programmazione regionale in materia di salute e benessere sociale, in coerenza con gli orientamenti
della programmazione nazionale, indica chiaramente la necessità di definire un’unica strategia
programmatoria del sistema di servizi ad integrazione socio sanitaria che assicuri la reciproca
complementarietà e coerenza, così da essere parte integrante della programmazione sia sociale sia
sanitaria.
più capillare e omogeneo recepimento operativo delle linee guida regionali per l’accesso alla rete
integrata dei servizi socio-sanitari (DGR n. 691/2011)
Valenza territoriale:
 ambito
 comunale
Obiettivo di servizio:
 SI
 NO
(cfr. Piano Regionale Politiche Sociali 2013-2015 – DGR 1534/2013)
Numero progressivo:
25
(coerente con la numerazione delle schede finanziarie)
Denominazione servizio/intervento: CENTRI POLIVALENTI DIURNI PER DISABILI
Art. del r.r. 4/2007: 105
Importo totale programmato: € 160.000,00 residui stanziamenti PdZ 2010-2013
oltre alle risorse PO FESR 2007-2013 Asse III – Azione 3.3.2.buoni servizio di conciliazione anziani e disabili (cfr progetto 22)
Modalità di gestione del servizio (in coerenza con quanto indicato nelle schede finanziarie)
 gestione in economia
 gestione diretta con affidamento a terzi
 altra modalità di gestione (specificare: pagamento retta - convenzione)
Tipologia di utenti: Persone diversamente abili con bassa compromissione delle autonomie
funzionali.
N° medio annuo previsto di utenti: 30
Descrizione generale in termini di obiettivi, tipologia di prestazioni/attività e risultati attesi
(anche con indicatori numerici per tipologia di beneficiari e prestazioni)
Favorire la frequenza di Centri polivalenti per disabili, assicurando l’integrazione della retta qualora la
situazione economica dell’interessato e della famiglia non consenta di farsi carico del pagamento della
stessa.
49
Da compilare almeno per tutti gli Obiettivi di Servizio (ex PRPS 2013-2015) programmati nel Piano di Zona.
Indicare le annualità di realizzazione del servizio/intervento che hanno copertura finanziaria con le risorse già disponibili
programmate nel Piano di Zona. Indicare il 2013 solo nel caso di interventi già avviati tra il II e il III piano sociale di zona,
ovvero per gli interventi ammessi a finanziamento su risorse proprie comunali che confluiscono nel “cofinanziamento
comunale” e comunque riconducibili agli obiettivi di servizio.
50
Piano Sociale di Zona 2014-2016 – Ambito Appennino Dauno Settentrionale
Pagina 140
Contrastare l’isolamento e l’emarginazione sociale delle persone interessate al fine di mantenere i
livelli di autonomia della persona mediante le prestazioni indicate nell’art. 105 del r.r. 4/2007 e di
supporto alla famiglia.
Usufruiranno della compartecipazione dell’Ambito alla retta, gli utenti che non hanno i requisiti per
accedere al contributo previsto per i Buoni Servizio di Conciliazione.
Prestazioni previste:
- attività educative indirizzate all’autonomia;
- attività di socializzazione e animazione
- attività espressive, psico-motorie e ludiche;
- attività culturali e di formazione;
- prestazioni a carattere assistenziale;
- attività di laboratorio ludico-espressivo e artistico;
- organizzazione di vacanze invernali ed estive;
- somministrazione dei pasti (facoltativa);
- servizio trasporto (facoltativa).
Obiettivi
- Rimuovere gli ostacoli che aggravano le condizioni di disabilità;
- Mantenere il soggetto nel proprio contesto socio-familiare, intervenendo sui fattori che migliorano
l’autonomia della persona;
- Sostenere, ma anche sollevare le famiglie, dall’onere esclusivo dell’assistenza nei confronti del
componente disabile;
- Offrire alle famiglie un servizio di accoglienza diurna presso un centro, a valenza socio-educativa
assistenziale, per dare un sostegno quotidiano e favorire la permanenza della persona in condizioni
di disabilità nel proprio nucleo familiare;
- Consolidare e ampliare il sistema di offerta e domanda della rete di servizi a ciclo diurno
- Incrementare la capacità di presa in carico territoriale;
- Prevenire la istituzionalizzazione;
- Qualificare i servizi offerti dalle strutture
prestazioni/attività
- implementazione offerta “Buoni Servizi di Conciliazione disabili e anziani non autosufficienti” e
relativa attuazione procedure amministrative per l’erogazione, anche nell’ottica di conciliazione
dei tempi vita-lavoro
- sostenere la domanda di servizi a ciclo diurno da parte delle famiglie, orientandola verso servizi di
qualità a strutture e servizi iscritti al Catalogo dell’offerta per anziani e disabili
- piano di comunicazione
risultati attesi
- potenziamento e consolidamento rete centri aperti polivalenti per anziani
- incremento presa in carico
- mantenimento del soggetto nel proprio contesto socio-familiare, intervenendo sui fattori che
migliorano l'autonomia della persona;
- aiuto alla famiglia del disabile al fine di migliorarne l'armonia;
- riduzione delle forme di disagio e superamento del problema e miglioramento della qualità della
vita del disabile.
Enti coinvolti
- Enti Pubblici Istituzionalmente preposti;
- Gestori strutture e servizi pubblici e privati iscritti al Catalogo telematico;
- Terzo Settore ed espressioni della cittadinanza attiva sottoscrittori del “patto di partecipazione”;
- Eventuali altri Soggetti pubblici e privati che manifestino la propria disponibilità in fasi successive.
Profilo degli operatori richiesti per la realizzazione del servizio
- assistenti sociali di ambito e dei Comuni;
- assistenti sociali e/o operatori sociali dei servizi pubblici istituzionalmente preposti;
- esperti ufficio di piano;
Piano Sociale di Zona 2014-2016 – Ambito Appennino Dauno Settentrionale
Pagina 141
- operatori gestori strutture e servizi pubblici e privati iscritti al Catalogo telematico;
- operatori e Volontari del Terzo Settore
Operatori addetti all’assistenza nella misura di 1 ogni 10 ospiti; educatori professionali e animatori
sociali nella misura di 1 ogni 15 utenti. Deve essere, infine, garantita, la presenza programmata
dell’assistente sociale, nonché di terapisti della riabilitazione in presenza di esigenze specifiche per
alcuni utenti.
Scheda per la progettazione di dettaglio dei Servizi51
TITOLO: CENTRI DIURNI DISABILI art.60 r.r.
Annualità52:
AMBITO
PROVINCIA DI
2013 
2014 
2015 
2016 
APPENNINO DAUNO SETTENTRIONALE - LUCERA
FOGGIA
Informazioni generali
Il centro diurno socio-educativo, è struttura socio-assistenziale a ciclo diurno finalizzata al
mantenimento e al recupero dei livelli di autonomia della persona e al sostegno della famiglia.
Il centro è destinato a soggetti diversamente abili, anche psico sensoriali, con notevole
compromissione delle autonomie funzionali, che necessitano di prestazioni riabilitative di carattere
sociosanitario. Il centro pianifica le attività diversificandole in base alle esigenze dell’utenza e assicura
l’apertura per almeno otto ore al giorno, per cinque giorni a settimana. Tutte le attività sono aperte al
territorio e organizzate attivando le risorse della comunità locale.
Valenza territoriale:
 ambito
 comunale
Obiettivo di servizio:
 SI
 NO
(cfr. Piano Regionale Politiche Sociali 2013-2015 – DGR 1534/2013)
Numero progressivo:
26
(coerente con la numerazione delle schede finanziarie)
Denominazione servizio/intervento: CENTRI DIURNI RIABILITATIVI PER DISABILI
Art. del r.r. 4/2007: 60
Importo totale programmato: € 360.000,00 residui stanziamenti PdZ 2010-2013
oltre alle risorse PO FESR 2007-2013 Asse III – Azione 3.3.2.-buoni
servizio di conciliazione anziani e disabili (cfr progetto 22)
Modalità di gestione del servizio (in coerenza con quanto indicato nelle schede finanziarie)
 gestione in economia
 gestione diretta con affidamento a terzi
 altra modalità di gestione (specificare: rimborso retta – buoni servizi conciliazione)
Tipologia di utenti: soggetti diversamente abili, anche psico-sensoriali, con notevole
compromissione delle autonomie funzionali
N° medio annuo previsto di utenti: 20
51
Da compilare almeno per tutti gli Obiettivi di Servizio (ex PRPS 2013-2015) programmati nel Piano di Zona.
Indicare le annualità di realizzazione del servizio/intervento che hanno copertura finanziaria con le risorse già disponibili
programmate nel Piano di Zona. Indicare il 2013 solo nel caso di interventi già avviati tra il II e il III piano sociale di zona,
ovvero per gli interventi ammessi a finanziamento su risorse proprie comunali che confluiscono nel “cofinanziamento
comunale” e comunque riconducibili agli obiettivi di servizio.
52
Piano Sociale di Zona 2014-2016 – Ambito Appennino Dauno Settentrionale
Pagina 142
Descrizione generale in termini di obiettivi, tipologia di prestazioni/attività e risultati attesi
(anche con indicatori numerici per tipologia di beneficiari e prestazioni)
Favorire la frequenza di Centri polivalenti per disabili, assicurando l’integrazione della retta qualora la
situazione economica dell’interessato e della famiglia non consenta di farsi carico del pagamento della
stessa.
Contrastare l’isolamento e l’emarginazione sociale delle persone interessate al fine di mantenere i
livelli di autonomia della persona mediante le prestazioni indicate nell’art. 60 del r.r. 4/2007 e di
supporto alla famiglia.
Usufruiranno della compartecipazione dell’Ambito alla retta, gli utenti che non hanno i requisiti per
accedere al contributo previsto per i Buoni Servizio di Conciliazione.
Prestazioni previste:
-
attività educative indirizzate all’autonomia;
attività di socializzazione ed animazione;
attività espressive, psico-motorie e ludiche;
attività culturali e di formazione;
prestazioni sociosanitarie e riabilitative eventualmente richieste per utenti
con disabilità psico-sensoriali ovvero con patologie psichiatriche stabilizzate.
Obiettivi
- Prevenire o contenere l’istituzionalizzazione delle persone disabili
- Promuovere o sostenere il mantenimento e/o il recupero dei livelli di autonomia degli utenti
- Supportare e alleggerire la famiglia nei carichi di cura
- Predisposizione progetti personalizzati con attività aperte al territorio
- Rimuovere gli ostacoli che aggravano le condizioni di disabilità;
- Sostenere, ma anche sollevare le famiglie, dall’onere esclusivo dell’assistenza nei confronti del
componente disabile;
- Consolidare e ampliare il sistema di offerta e domanda della rete di servizi a ciclo diurno
- Incrementare la capacità di presa in carico territoriale;
- Prevenire la istituzionalizzazione;
- Qualificare i servizi offerti dalle strutture;
- Attività educative indirizzate all’autonomia;
- Attività di socializzazione ed animazione;
- Attività espressive, ludiche e psicomotorie.
prestazioni/attività
- implementazione offerta “Buoni Servizi di Conciliazione disabili e anziani non autosufficienti” e
relativa attuazione procedure amministrative per l’erogazione, anche nell’ottica di conciliazione
dei tempi vita-lavoro
- sostenere la domanda di servizi a ciclo diurno da parte delle famiglie, orientandola verso servizi di
qualità a strutture e servizi iscritti al Catalogo dell’offerta per anziani e disabili
- piano di comunicazione
risultati attesi
- potenziamento e consolidamento rete centri aperti polivalenti
- incremento presa in carico
- aiuto alla famiglia del disabile al fine di migliorarne l'armonia;
- riduzione delle forme di disagio e superamento del problema e miglioramento della qualità della
vita del disabile.
- Enti coinvolti
- Enti Pubblici Istituzionalmente preposti;
- Gestori strutture e servizi pubblici e privati iscritti al Catalogo telematico;
- Terzo Settore ed espressioni della cittadinanza attiva sottoscrittori del “patto di partecipazione”;
- Eventuali altri Soggetti pubblici e privati che manifestino la propria disponibilità in fasi successive.
Profilo degli operatori richiesti per la realizzazione del servizio
Piano Sociale di Zona 2014-2016 – Ambito Appennino Dauno Settentrionale
Pagina 143
-
assistenti sociali di ambito e dei Comuni;
psicologi;
assistenti sociali e/o operatori sociali dei servizi pubblici istituzionalmente preposti;
esperti ufficio di piano;
operatori gestori strutture e servizi pubblici e privati iscritti al Catalogo telematico;
operatori e Volontari del Terzo Settore
Scheda per la progettazione di dettaglio dei Servizi53
TITOLO: DOPO DI NOI art.55 - 57 rr
Annualità54:
AMBITO
PROVINCIA DI
2013 
2014 
2015 
2016 
APPENNINO DAUNO SETTENTRIONALE - LUCERA
FOGGIA
Informazioni generali
Il centro diurno socio-educativo, è struttura socio-assistenziale a ciclo diurno finalizzata al
mantenimento e al recupero dei livelli di autonomia della persona e al sostegno della famiglia.
Il centro è destinato a soggetti diversamente abili, anche psico sensoriali, con notevole
compromissione delle autonomie funzionali, che necessitano di prestazioni riabilitative di carattere
sociosanitario. Il centro pianifica le attività diversificandole in base alle esigenze dell’utenza e assicura
l’apertura per almeno otto ore al giorno, per cinque giorni a settimana. Tutte le attività sono aperte al
territorio e organizzate attivando le risorse della comunità locale.
Valenza territoriale:
 ambito
 comunale
Obiettivo di servizio:
 SI
 NO
(cfr. Piano Regionale Politiche Sociali 2013-2015 – DGR 1534/2013)
Numero progressivo:
27
(coerente con la numerazione delle schede finanziarie)
Denominazione servizio/intervento: DOPO DI NOI - Comunità Alloggio e Comunità Socioriabilitative
Art. del r.r. 4/2007: 55 e 57
Importo totale programmato: € 268.000,00 residui stanziamenti PdZ 2010-2013
Modalità di gestione del servizio (in coerenza con quanto indicato nelle schede finanziarie)
 gestione in economia
 gestione diretta con affidamento a terzi
 altra modalità di gestione (specificare: rimborso retta)
Tipologia di utenti: art. 55- Struttura residenziale Comunità alloggio soggetti maggiorenni, in età
compresa tra i 18 e i 64 anni, privi di validi riferimenti familiari, in situazione di
handicap fisico, intellettivo o sensoriale che mantengano una buona autonomia
tale da non richiedere la presenza di operatori in maniera continuativa
53
Da compilare almeno per tutti gli Obiettivi di Servizio (ex PRPS 2013-2015) programmati nel Piano di Zona.
Indicare le annualità di realizzazione del servizio/intervento che hanno copertura finanziaria con le risorse già disponibili
programmate nel Piano di Zona. Indicare il 2013 solo nel caso di interventi già avviati tra il II e il III piano sociale di zona,
ovvero per gli interventi ammessi a finanziamento su risorse proprie comunali che confluiscono nel “cofinanziamento
comunale” e comunque riconducibili agli obiettivi di servizio.
54
Piano Sociale di Zona 2014-2016 – Ambito Appennino Dauno Settentrionale
Pagina 144
art. 57- Struttura Residenziale Comunità socio-riabilitativa soggetti maggiorenni,
in età compresa tra i 18 e i 64 anni, in situazione di handicap fisico, intellettivo e
sensoriale, privi del sostegno familiare o per i quali la permanenza nel nucleo
familiare sia valutata temporaneamente o definitivamente impossibile o
contrastante con il progetto individuale
N° medio annuo previsto di utenti: 20
Descrizione generale in termini di obiettivi, tipologia di prestazioni/attività e risultati attesi
(anche con indicatori numerici per tipologia di beneficiari e prestazioni)
Consolidare, promuovere e ampliare la rete di servizi comunitari residenziali e a ciclo diurno “ Dopo
di noi”, mediante i seguenti obiettivi:
1. Garantire un adeguato grado di assistenza, protezione e tutela sia diurna che notturna;
2. Favorire l’integrazione sociale e il miglioramento della qualità della vita del diversamente abile;
3. Assicurare prestazioni sanitarie / riabilitative, di animazione e socializzazione;
4. Attivare e sostenere i rapporti tra nucleo familiare e servizi socio-sanitari territoriali,
l’associazionismo ed il terzo settore.
prestazioni/attività
- Incrementare la capacità di presa in carico territoriale;
- Qualificare e implementare i servizi offerti dalle strutture
- Sostegno pagamento rette ricovero in strutture
risultati attesi
- Potenziamento e consolidamento rete strutture residenziali per persone senza il supporto familiare
“dopo di noi”
- Aumento presa in carico integrata
- Aiuto alla famiglia del disabile al fine di migliorarne l'armonia;
- Riduzione delle forme di disagio e superamento del problema e miglioramento della qualità della
vita del disabile.
Profilo degli operatori richiesti per la realizzazione del servizio
-
-
un educatore professionale
un assistente sociale
un ausiliario ogni 10/12 ospiti
psicologi, infermieri e tecnici della riabilitazione in maniera programmata.
Scheda per la progettazione di dettaglio dei Servizi55
TITOLO: CENTRI DIURNI ALZHEIMER art.60 ter
Annualità56:
AMBITO
PROVINCIA DI
2013 
2014 
2015 
2016 
APPENNINO DAUNO SETTENTRIONALE - LUCERA
FOGGIA
Informazioni generali
Il centro diurno demenze è una struttura socio-sanitaria a ciclo diurno finalizzata all’accoglienza di
soggetti in condizione di non autosufficienza, che per il loro declino cognitivo e funzionale esprimono
bisogni non sufficientemente gestibili a domicilio per l’intero arco della giornata.
Il centro è destinato a soggetti affetti da demenza associata o meno a disturbi del comportamento, non
55
Da compilare almeno per tutti gli Obiettivi di Servizio (ex PRPS 2013-2015) programmati nel Piano di Zona.
Indicare le annualità di realizzazione del servizio/intervento che hanno copertura finanziaria con le risorse già disponibili
programmate nel Piano di Zona. Indicare il 2013 solo nel caso di interventi già avviati tra il II e il III piano sociale di zona,
ovvero per gli interventi ammessi a finanziamento su risorse proprie comunali che confluiscono nel “cofinanziamento
comunale” e comunque riconducibili agli obiettivi di servizio.
56
Piano Sociale di Zona 2014-2016 – Ambito Appennino Dauno Settentrionale
Pagina 145
affetti da gravi deficit motori, gestibili in regime di semiresidenzialità, capaci di trarre profitto da un
intervento integrato, così come definito dal rispettivo Piano assistenziale individualizzato (PAI).
Valenza territoriale:
 ambito
 comunale
Obiettivo di servizio:
 SI
 NO
(cfr. Piano Regionale Politiche Sociali 2013-2015 – DGR 1534/2013)
Numero progressivo: 28
(coerente con la numerazione delle schede finanziarie)
Denominazione servizio/intervento: CENTRI DIURNI ALZHEIMER - INCREMENTO DELLA
PRESA IN CARICO A CICLO DIURNO DELLE PERSONE AFFETTE DA ALZHEIMER
Art. del r.r. 4/2007: 60 ter
Importo totale programmato: € 300.000,00 residui stanziamenti PdZ 2010-2013
oltre risorse PO FESR 2007-2013 Asse III – Azione 3.3.2.-buoni
servizio di conciliazione anziani e disabili (cfr progetto 22)
Modalità di gestione del servizio (in coerenza con quanto indicato nelle schede finanziarie)
 gestione in economia
 gestione diretta con affidamento a terzi
 altra modalità di gestione (specificare: rimborso retta – buoni servizio conciliazione)
Tipologia di utenti: soggetti affetti da Alzheimer gestibili in regime di semiresidenzialità
N° medio annuo previsto di utenti: 10
Descrizione generale in termini di obiettivi, tipologia di prestazioni/attività e risultati attesi
(anche con indicatori numerici per tipologia di beneficiari e prestazioni)
Riabilitazione a ciclo diurno del paziente affetto da demenza derivante dal morbo di Alzheimer su
segnalazione dei medici di Medicina Generale nonché dai servizi sanitari territoriali, mediante terapie
con specifica attrezzatura – Riabilitazione cognitiva – fisica – nutrizionale – animazione ecc., tendente
alla stabilizzazione dello stato patologico in atto, al rallentamento del deterioramento mentale, fisico,
psichico e sociale del soggetto.
Obiettivi
- Consolidare e ampliare il sistema di offerta e domanda della rete di servizi a ciclo diurno
- Incrementare la capacità di presa in carico territoriale;
- Prevenire la istituzionalizzazione;
- Qualificare i servizi offerti dalle strutture
- controllare/contenere il processo di deterioramento cognitivo ed i disturbi del comportamento;
- mantenere il più a lungo possibile le capacità funzionali e socio relazionali;
- consentire il mantenimento dei soggetti a domicilio, ritardandone il ricovero in strutture
residenziali;
- aiutare la famiglia a comprendere l’evoluzione cronica della malattia e supportare il care giver
rispetto alle attiivtà del Centro;
- garantire il dialogo e la collaborazione con gli altri servizi sanitari e sociosanitari della rete.
prestazioni/attività
- implementazione offerta “Buoni Servizi di Conciliazione disabili e anziani non autosufficienti” e
relativa attuazione procedure amministrative per l’erogazione, anche nell’ottica di conciliazione
dei tempi vita-lavoro;
Piano Sociale di Zona 2014-2016 – Ambito Appennino Dauno Settentrionale
Pagina 146
-
sostenere la domanda di servizi a ciclo diurno da parte delle famiglie, orientandola verso servizi di
qualità a strutture e servizi iscritti al Catalogo dell’offerta per anziani e disabili;
- qualificare e implementare i servizi offerti dalle strutture;
- incrementare la capacità di presa in carico territoriale;
- sostegno pagamento rette ricovero in strutture;
- piano di comunicazione;
- presa in carico integrata da definire con i Piani assistenziali individualizzati (PAI).
risultati attesi
- potenziamento e consolidamento rete centri diurni
- aumento presa in carico
- riduzione ricoveri residenziali
- riduzione delle forme di disagio e superamento del problema e miglioramento della qualità della
vita del disabile.
Profilo degli operatori richiesti per la realizzazione del servizio
- Assistenti sociali del servizio sociale professionale di ambito e dei Comuni;
- Assistenti sociali e/o Operatori sociali dei servizi pubblici istituzionalmente preposti;
- esperti ufficio di piano;
- Operatori gestori strutture e servizi pubblici e privati iscritti al Catalogo telematico;
- Operatori e Volontari del Terzo Settore
Scheda per la progettazione di dettaglio dei Servizi57
TITOLO: INTEGRAZIONE ALUNNI CON DISABILITA’ art.92 rr - EQUIPE
Annualità58:
AMBITO
PROVINCIA DI
2013 
2014 
2015 
2016 
APPENNINO DAUNO SETTENTRIONALE - LUCERA
FOGGIA
Informazioni generali
Con specifico riferimento alle attività di assistenza specialistica per l’integrazione scolastica degli
alunni disabili, è opportuno precisare che va programmata nel quadro complessivo degli interventi del
Piano Sociale di Zona, l’assistenza specialistica per gli alunni disabili che frequentano le scuole per
l’infanzia e fino alla scuola media inferiore inclusa. Si richiama qui integralmente il contenuto dell’art.
49 della l.r. n. 4/2010 in materia di integrazione scolastica, riprendendo in particolare la necessità che
le prestazioni sociali siano erogate da équipe professionali integrate composte da: assistenti sociali,
educatori, operatori sociosanitari e figure assimilate. Non devono essere intese come sostitutive del
sostegno educativo e all’apprendimento assolto dall’insegnante di sostegno, di competenza del sistema
dell’istruzione, né della mera assistenza materiale alla persona, di competenza del personale ATA nelle
scuole.
Esse devono essere oggetto di specifica progettazione da parte del “Gruppo H” che in ogni scuola è
chiamato a costruire i PEI degli alunni tenendo conto delle specificità individuali e del gruppo classe e
degli obiettivi di apprendimento ma anche di integrazione, in ogni caso disponendo l’assegnazione
delle ore di assistenza specialistica tenuto conto dei vincoli di natura finanziaria a cui queste
prestazioni restano subordinate come tutte le altre prestazioni di carattere sociosanitario e
socioassistenziale per le quali non sono ancora stati definiti con norma nazionale i livelli essenziali di
prestazioni di cui all’art. 117 della Costituzione.
57
Da compilare almeno per tutti gli Obiettivi di Servizio (ex PRPS 2013-2015) programmati nel Piano di Zona.
Indicare le annualità di realizzazione del servizio/intervento che hanno copertura finanziaria con le risorse già disponibili
programmate nel Piano di Zona. Indicare il 2013 solo nel caso di interventi già avviati tra il II e il III piano sociale di zona,
ovvero per gli interventi ammessi a finanziamento su risorse proprie comunali che confluiscono nel “cofinanziamento
comunale” e comunque riconducibili agli obiettivi di servizio.
58
Piano Sociale di Zona 2014-2016 – Ambito Appennino Dauno Settentrionale
Pagina 147
Valenza territoriale:
 ambito
 comunale
Obiettivo di servizio:
 SI
 NO
(cfr. Piano Regionale Politiche Sociali 2013-2015 – DGR 1534/2013)
Numero progressivo:
29
(coerente con la numerazione delle schede finanziarie)
Denominazione servizio/intervento: Integrazione alunni con disabilità –èquipe
Art. del r.r. 4/2007: 92 e direttive nazionali e regionali
Importo totale programmato: vedi scheda dettaglio servizio n.30 residui stanziamenti PdZ 20102013
Modalità di gestione del servizio (in coerenza con quanto indicato nelle schede finanziarie)
 gestione in economia
 gestione diretta con affidamento a terzi
 altra modalità di gestione (specificare: ________________________)
Tipologia di utenti: alunni scuola dell’infanzia-primaria e secondaria di 1° grado diversamente
Abili
N° medio annuo previsto di utenti:
Descrizione generale in termini di obiettivi, tipologia di prestazioni/attività e risultati attesi
(anche con indicatori numerici per tipologia di beneficiari e prestazioni)
Obiettivi
- Contribuire alla rimozione di ostacoli che impediscono la piena fruizione del diritto allo studio
prestazioni/attività
- Progetti individuali integrati per l’integrazione nei percorsi dell’istruzione scolastica;
- Implementare èquipe per l’assistenza specialistica disabili;
risultati attesi
- qualificazione del servizio
- aumento presa in carico integrata alunni diversamente abili
- livello minimo di copertura del servizio
Profilo degli operatori richiesti per la realizzazione del servizio
-
Equipe integrata: medico-psicologo-pedagogista-educatore professionale-assistente socialeterapista;
Assistenti sociali e/o operatori sociali dei servizi pubblici istituzionalmente preposti;
esperti ufficio di piano;
Scheda per la progettazione di dettaglio dei Servizi59
TITOLO: INTEGRAZIONE ALUNNI CON DISABILITA’ art.92 rr
Annualità60:
59
2013 
2014 
2015 
2016 
Da compilare almeno per tutti gli Obiettivi di Servizio (ex PRPS 2013-2015) programmati nel Piano di Zona.
Piano Sociale di Zona 2014-2016 – Ambito Appennino Dauno Settentrionale
Pagina 148
AMBITO
PROVINCIA DI
APPENNINO DAUNO SETTENTRIONALE - LUCERA
FOGGIA
Informazioni generali
Con specifico riferimento alle attività di assistenza specialistica per l’integrazione scolastica degli
alunni disabili, è opportuno precisare che va programmata nel quadro complessivo degli interventi del
Piano Sociale di Zona, l’assistenza specialistica per gli alunni disabili che frequentano le scuole per
l’infanzia e fino alla scuola media inferiore inclusa. Si richiama qui integralmente il contenuto dell’art.
49 della l.r. n. 4/2010 in materia di integrazione scolastica, riprendendo in particolare la necessità che
le prestazioni sociali siano erogate da équipe professionali integrate composte da: assistenti sociali,
educatori, operatori sociosanitari e figure assimilate. Non devono essere intese come sostitutive del
sostegno educativo e all’apprendimento assolto dall’insegnante di sostegno, di competenza del sistema
dell’istruzione, né della mera assistenza materiale alla persona, di competenza del personale ATA nelle
scuole.
Esse devono essere oggetto di specifica progettazione da parte del “Gruppo H” che in ogni scuola è
chiamato a costruire i PEI degli alunni tenendo conto delle specificità individuali e del gruppo classe e
degli obiettivi di apprendimento ma anche di integrazione, in ogni caso disponendo l’assegnazione
delle ore di assistenza specialistica tenuto conto dei vincoli di natura finanziaria a cui queste
prestazioni restano subordinate come tutte le altre prestazioni di carattere sociosanitario e
socioassistenziale per le quali non sono ancora stati definiti con norma nazionale i livelli essenziali di
prestazioni di cui all’art. 117 della Costituzione.
Valenza territoriale:
 ambito
 comunale
Obiettivo di servizio:
 SI
 NO
(cfr. Piano Regionale Politiche Sociali 2013-2015 – DGR 1534/2013)
Numero progressivo: 30
(coerente con la numerazione delle schede finanziarie)
Denominazione servizio/intervento: Integrazione alunni con disabilità
Art. del r.r. 4/2007: 92_ e direttive nazionali e regionali
Importo totale programmato: € 361.000,00 residui stanziamenti PdZ 2010-2013
Modalità di gestione del servizio (in coerenza con quanto indicato nelle schede finanziarie)
 gestione in economia
 gestione diretta con affidamento a terzi
 altra modalità di gestione (specificare: ________________________)
Tipologia di utenti: alunni scuola dell’infanzia-primaria e secondaria di 1° grado diversamente
Abili
N° medio annuo previsto di utenti: 150
Si garantisce il rapporto 1:1 (alunno/operatore)
Descrizione generale in termini di obiettivi, tipologia di prestazioni/attività e risultati attesi
(anche con indicatori numerici per tipologia di beneficiari e prestazioni)
60
Indicare le annualità di realizzazione del servizio/intervento che hanno copertura finanziaria con le risorse già disponibili
programmate nel Piano di Zona. Indicare il 2013 solo nel caso di interventi già avviati tra il II e il III piano sociale di zona,
ovvero per gli interventi ammessi a finanziamento su risorse proprie comunali che confluiscono nel “cofinanziamento
comunale” e comunque riconducibili agli obiettivi di servizio.
Piano Sociale di Zona 2014-2016 – Ambito Appennino Dauno Settentrionale
Pagina 149
L’obiettivo è di potenziare ed integrare il servizio che l’Ambito realizza dal 2010 al fine di migliorare
l’integrazione scolastica dei diversamente abili e garantire il diritto allo studio dei portatori di handicap
fisici, psichici e sensoriali, attraverso il loro inserimento nelle strutture scolastiche.
Tipologia di prestazioni
- sostegno socio-educativo presso le strutture scolastiche dell’ambito, per l’acquisizione
dell’autonomia del minore.
- incremento degli utenti e del monte ore pro-utente in carico al servizio per l’integrazione scolastica
per i minori con disabilità ex art. 92
- consolidamento e potenziamento dei servizi per l’integrazione scolastica per i minori con disabilità
- servizio attivo su base d’ambito, conforme al R. Reg.4/2007 e con livello adeguato di copertura
della domanda
Obiettivi
- Contribuire alla rimozione di ostacoli che impediscono la piena fruizione del diritto allo studio
- Consolidare e ampliare il sistema di offerta e domanda della rete di servizi comunitari
prestazioni/attività
- Assistenza specialistica per alunni disabili per l’integrazione nei percorsi dell’istruzione scolastica
ed extrascolastica, nel rispetto del disciplinare operativo interistituzionale da redigersi tra i Soggetti
Istituzionali interessati (Asl, Ambito, Scuola, Provincia) e del Piano Assistenziale Individualizzato,
con personale specialistico
- implementazione offerta “Buoni Servizi di Conciliazione disabili e anziani non autosufficienti” e
relativa attuazione procedure amministrative per l’erogazione, anche nell’ottica di conciliazione
dei tempi vita-lavoro
prestazioni/attività
- Progetti individuali integrati per l’integrazione nei percorsi dell’istruzione scolastica;
- Implementare èquipe per l’assistenza specialistica disabili;
risultati attesi
- acquisizione, potenziamento e mantenimento delle autonomie personali di ogni singolo minore
all’interno del percorso didattico e scolastico;
- qualificazione del servizio
- aumento presa in carico integrata alunni diversamente abili
- livello minimo di copertura del servizio
Profilo degli operatori richiesti per la realizzazione del servizio
- Equipe integrata
- Assistenti sociali e/o Operatori Sociali dei servizi pubblici istituzionalmente preposti;
- Operatori qualificati del Servizio Gestore
- esperti ufficio di piano.
Scheda per la progettazione di dettaglio dei Servizi61
TITOLO: TRASPORTO SOCIALE PER PERSONE CON DISABILITA’
Annualità62:
AMBITO
PROVINCIA DI
2013 
2014 
2015 
2016 
APPENNINO DAUNO SETTENTRIONALE - LUCERA
FOGGIA
Informazioni generali
61
Da compilare almeno per tutti gli Obiettivi di Servizio (ex PRPS 2013-2015) programmati nel Piano di Zona.
Indicare le annualità di realizzazione del servizio/intervento che hanno copertura finanziaria con le risorse già disponibili
programmate nel Piano di Zona. Indicare il 2013 solo nel caso di interventi già avviati tra il II e il III piano sociale di zona,
ovvero per gli interventi ammessi a finanziamento su risorse proprie comunali che confluiscono nel “cofinanziamento
comunale” e comunque riconducibili agli obiettivi di servizio.
62
Piano Sociale di Zona 2014-2016 – Ambito Appennino Dauno Settentrionale
Pagina 150
La programmazione regionale in materia di salute e benessere sociale, in coerenza
con gli orientamenti della programmazione nazionale, indica chiaramente la necessità di definire
un’unica
strategia programmatoria del sistema di servizi ad integrazione socio sanitaria che assicuri la reciproca
complementarietà e coerenza, così da essere parte integrante della programmazione sia sociale sia
sanitaria.
intende promuovere l’ulteriore sviluppo del complessivo sistema di presa in carico integrata di tipo
sociosanitario
mediante il consolidamento, la diffusione e il potenziamento delle prassi positive attuate, un più
capillare e omogeneo recepimento operativo delle linee guida regionali per l’accesso alla rete integrata
dei
servizi socio-sanitari (DGR n. 691/2011)
Valenza territoriale:
 ambito
 comunale
Obiettivo di servizio:
 SI
 NO
(cfr. Piano Regionale Politiche Sociali 2013-2015 – DGR 1534/2013)
Numero progressivo: 31
(coerente con la numerazione delle schede finanziarie)
Denominazione servizio/intervento: Trasporto sociale per persone con disabilità
Art. del r.r. 4/2007: altro
Importo totale programmato: € 99.994,00 (€ 59.994,00 con altri fondi provenienti progetto
presentato dall’Ambito su Misura 3.2.1 lett. 1d + € 40.000,00 con risorse proprie comunali )
Modalità di gestione del servizio (in coerenza con quanto indicato nelle schede finanziarie)
 gestione in economia
 gestione diretta con affidamento a terzi
 altra modalità di gestione (specificare: ________________________)
Tipologia di utenti: Disabili che frequentano centri di riabilitazione. Alunni che frequentano
centri riabilitativi e scuole
N° medio annuo previsto di utenti: 15
Descrizione generale in termini di obiettivi, tipologia di prestazioni/attività e risultati attesi
(anche con indicatori numerici per tipologia di beneficiari e prestazioni)
Il servizio di trasporto sociale per persone con disabilità si rivolge a persone diversamente abili,
residenti nei comuni dell’Ambito.
Il trasporto sociale è un servizio che consente a soggetti portatori di handicap di raggiungere le
strutture riabilitative anche al di fuori del proprio comune di residenza.
Garantire il trasporto di utenti disabili residenti nell’ambito presso centri di riabilitazione e degli alunni
disabili presso le sedi delle scuole dell’obbligo o in alternativa supportare le famiglie con un sostegno
economico per fronteggiare le spese sostenute per il trasporto.
- Sostenere i minori con disabilità nel processo di integrazione scolastica e sociale
- Potenziare e dare continuità al percorso progettuale Asl - scuole coadiuvato dalla gestione
dell’Ambito
- Disabili che frequentano Centri riabilitativi
Obiettivi
- Attivare forme sperimentali di servizio di trasporto sociale per fini riabilitativi in favore di persone
disabili;
Piano Sociale di Zona 2014-2016 – Ambito Appennino Dauno Settentrionale
Pagina 151
-
Contenere il tempo di cura a carico della famiglia;
Evitare ricoveri a carattere residenziale dovuto alla mancanza di mezzo di trasporto;
Mantenere i rapporti e la relazione del disabile con la famiglia;
Garantire la possibilità di frequentare un centro educativo-riabilitativo diurno che consenta di
superare l’isolamento e l’emarginazione dei disabili nonché di espletare attività occupazionali utili
e piacevoli;
- Assicurare la priorità d’accesso a soggetti disabili con basso reddito e privi di supporto familiare;
- Aiutare la famiglia del disabile al fine di migliorarne l’autonomia;
- Ottimizzare l’intervento globale, curativo e riabilitativo.
prestazioni/attività
- realizzare, in via sperimentale un servizio trasporto presso Centri Riabilitativi Pubblici a valenza di
ambito per persone disabili mediante convenzione con ditta trasporto abilitata;
- rimborso spese per gestione mezzo trasporto ed eventuali spese strettamente necessarie
Profilo degli operatori richiesti per la realizzazione del servizio
- Assistenti sociali del servizio sociale professionale di ambito e dei Comuni;
- Assistenti sociali e/o Operatori sociali dei servizi pubblici istituzionalmente preposti;
- esperti ufficio di piano;
- Soggetto gestore
Scheda per la progettazione di dettaglio dei Servizi63
TITOLO: INSERIMENTI IN STRUTTURE A CICLO DIURNO PER PERSONE CON
DISAGIO PSICHICO ART.60 – 60bis – 105 R.R.
Annualità64:
AMBITO
PROVINCIA DI
2013 
2014 
2015 
2016 
APPENNINO DAUNO SETTENTRIONALE - LUCERA
FOGGIA
Informazioni generali
La programmazione regionale in materia di salute e benessere sociale, in coerenza con gli orientamenti
della programmazione nazionale, indica chiaramente la necessità di definire un’unica strategia
programmatoria del sistema di servizi ad integrazione socio sanitaria che assicuri la reciproca
complementarietà e coerenza, così da essere parte integrante della programmazione sia sociale sia
sanitaria.
Intende promuovere l’ulteriore sviluppo del complessivo sistema di presa in carico integrata di tipo
sociosanitario mediante il consolidamento, la diffusione e il potenziamento delle prassi positive
attuate, un più capillare e omogeneo recepimento operativo delle linee guida regionali per l’accesso
alla rete integrata dei servizi socio-sanitari (DGR n. 691/2011)
Valenza territoriale:
 ambito
 comunale
Obiettivo di servizio:
 SI
 NO
(cfr. Piano Regionale Politiche Sociali 2013-2015 – DGR 1534/2013)
Numero progressivo:
32
(coerente con la numerazione delle schede finanziarie)
63
Da compilare almeno per tutti gli Obiettivi di Servizio (ex PRPS 2013-2015) programmati nel Piano di Zona.
Indicare le annualità di realizzazione del servizio/intervento che hanno copertura finanziaria con le risorse già disponibili
programmate nel Piano di Zona. Indicare il 2013 solo nel caso di interventi già avviati tra il II e il III piano sociale di zona,
ovvero per gli interventi ammessi a finanziamento su risorse proprie comunali che confluiscono nel “cofinanziamento
comunale” e comunque riconducibili agli obiettivi di servizio.
64
Piano Sociale di Zona 2014-2016 – Ambito Appennino Dauno Settentrionale
Pagina 152
Denominazione servizio/intervento: Inserimenti in strutture a ciclo diurno di persone con disagio
psichico
Art. del r.r. 4/2007: 60- Centro Diurno socio-educativo e riabilitativo
60bis –Casa famiglia con servizi formativi per l’autonomia
105 –Centro sociale polivalente per diversamente abili_
Importo totale programmato: intervento abbinato con quello previsto nella scheda di dettaglio
del servizio n.26 – centri diurni disabili.
Modalità di gestione del servizio (in coerenza con quanto indicato nelle schede finanziarie)
 gestione in economia
 gestione diretta con affidamento a terzi
 altra modalità di gestione (specificare: buoni servizio conciliazione)
Tipologia di utenti: Utenti in carico dal CSM
N° medio annuo previsto di utenti: 15
Descrizione generale in termini di obiettivi, tipologia di prestazioni/attività e risultati attesi
(anche con indicatori numerici per tipologia di beneficiari e prestazioni)
Il progetto si propone di dare agli utenti che hanno in corso un percorso riabilitativo del SERT degli
strumenti per ritrovare una completa autonomia, per favorire opportunità di relazioni, sociali e culturali
e rimettersi in gioco con le proprie risorse residue.
Incremento della presa in carico integrata nell’ambito dei percorsi di cura a regime diurno di natura
socio – assistenziale e socio – sanitaria nei Centri diurni socio – educativi e riabilitativi delle persone
con disabilità psichica e/o utenti psichiatrici stabilizzati.
Attività:
Le attività sono rivolte a soggetti inseriti in un programma di misure alternative alla detenzione
(affidamento in prova al Servizio Sociale Professionale art.94 DPR 309/90) e verranno definite dal
Servizio Sociale Professionale e dagli operatori del SERT con un progetto personalizzato che rispetti i
bisogni e le competenze degli stessi, favorendo al contempo un coinvolgimento del privato sociale e
delle altre agenzie presenti sul territorio.
- Interventi connessi alla progettazione della vita quotidiana in relazione con la famiglia, i gruppi, il
territorio e le istituzioni;
- Accessi a corsi di formazione professionale, di volontariato, scuole, palestre, associazioni sportive,
laboratori, ecc.
Gli interventi dovranno:
- favorire l’inclusione sociale;
- prevenire le ricadute;
- ridurre la commissione di reati correlati all’uso di sostanze stupefacenti;
- prevenire la dipendenza dal gioco d’azzardo;
- accrescere un sentimento di solidarietà sociale;
- favorire l’apprendimento di specifiche capacità professionali attraverso corsi di formazione;
- favorire l’apprendimento e il rispetto delle regole;
- favorire il raggiungimento di una migliore autonomia economica;
- rinforzare l’autostima ed il valore di sé;
- consentire lo svincolo da percorsi assistenziali.
Gli interventi saranno realizzati mediante convenzioni con strutture sportive e socio culturali, con enti
di formazione, tramite progetti personalizzati socio- terapeutici che mirino all’inclusione sociale dei
soggetti segnalati dal SERT.
Obiettivi
Piano Sociale di Zona 2014-2016 – Ambito Appennino Dauno Settentrionale
Pagina 153
-
Ampliare la presa in carico integrata di persone affette da disagio psichico nell’ambito dei percorsi
di cura a regime diurno;
- Consolidare e ampliare il sistema di offerta e domanda della rete di servizi a ciclo diurno;
- Implementare la rete dei servizi in favore dei soggetti con disagio psichico e psichiatrico
prestazioni/attività
- Presa in carico integrata attraverso l’elaborazione e la realizzazione di Piani Assistenziali di
Intervento (PAI)
- Contributo rette quota di compartecipazione strutture a ciclo diurno
- implementazione offerta “Buoni Servizi di Conciliazione disabili e anziani non autosufficienti” e
relativa attuazione procedure amministrative per l’erogazione, anche nell’ottica di conciliazione
dei tempi vita-lavoro;
- sostenere la domanda di servizi a ciclo diurno da parte delle famiglie, orientandola verso servizi di
qualità a strutture e servizi iscritti al Catalogo dell’offerta per anziani e disabili;
Profilo degli operatori richiesti per la realizzazione del servizio
- Assistenti sociali del servizio sociale professionale di ambito e dei Comuni;
- Assistenti sociali e/o Operatori sociali dei servizi pubblici istituzionalmente preposti;
- esperti ufficio di piano;
- Soggetto gestore
Scheda per la progettazione di dettaglio dei Servizi65
TITOLO: RESIDENZE PER PERSONE CON DISAGIO PSICHICO ART. 60bis – 70 R.R.
Annualità66:
2013 
2014 
2015 
2016 
AMBITO
APPENNINO DAUNO SETTENTRIONALE - LUCERA
PROVINCIA DI FOGGIA
Informazioni generali
La programmazione regionale in materia di salute e benessere sociale, in coerenza con gli orientamenti
della programmazione nazionale, indica chiaramente la necessità di definire un’unica strategia
programmatoria del sistema di servizi ad integrazione socio sanitaria che assicuri la reciproca
complementarietà e coerenza, così da essere parte integrante della programmazione sia sociale sia
sanitaria.
Intende promuovere l’ulteriore sviluppo del complessivo sistema di presa in carico integrata di tipo
sociosanitario mediante il consolidamento, la diffusione e il potenziamento delle prassi positive
attuate, un più capillare e omogeneo recepimento operativo delle linee guida regionali per l’accesso
alla rete integrata dei servizi socio-sanitari (DGR n. 691/2011)
Valenza territoriale:
 ambito
 comunale
Obiettivo di servizio:
 SI
 NO
(cfr. Piano Regionale Politiche Sociali 2013-2015 – DGR 1534/2013)
Numero progressivo: 33
(coerente con la numerazione delle schede finanziarie)
65
Da compilare almeno per tutti gli Obiettivi di Servizio (ex PRPS 2013-2015) programmati nel Piano di Zona.
Indicare le annualità di realizzazione del servizio/intervento che hanno copertura finanziaria con le risorse già disponibili
programmate nel Piano di Zona. Indicare il 2013 solo nel caso di interventi già avviati tra il II e il III piano sociale di zona,
ovvero per gli interventi ammessi a finanziamento su risorse proprie comunali che confluiscono nel “cofinanziamento
comunale” e comunque riconducibili agli obiettivi di servizio.
66
Piano Sociale di Zona 2014-2016 – Ambito Appennino Dauno Settentrionale
Pagina 154
Denominazione servizio/intervento: STRUTTURE RESIDENZIALI PER PERSONE CON
DISAGIO PSICHICO
Art. del r.r. 4/2007: 60bis –Casa famiglia con servizi formativi per l’autonomia
70 –Casa per la Vita
Importo totale programmato: € 74.000,00 residui stanziamenti PdZ 2010-2013
oltre risorse PO FESR 2007-2013 Asse III – Azione 3.3.2.-buoni
servizio di conciliazione anziani e disabili (cfr progetto 22)
Modalità di gestione del servizio (in coerenza con quanto indicato nelle schede finanziarie)
 gestione in economia
 gestione diretta con affidamento a terzi
 altra modalità di gestione (specificare: pagamento rette)
Tipologia di utenti: persone con disabilità psichica e/o utenti psichiatrici stabilizzati
N° medio annuo previsto di utenti: 15
Descrizione generale in termini di obiettivi, tipologia di prestazioni/attività e risultati attesi
(anche con indicatori numerici per tipologia di beneficiari e prestazioni)
Accogliere persone con problematiche psicosociali e pazienti psichiatrici stabilizzati, uscite dal
circuito psichiatrico/riabilitativo residenziale, prive di validi riferimenti familiari, e/o che necessitano
di sostegno nel mantenimento del livello di autonomia e nel percorso di inserimento o reinserimento
sociale e/o lavorativo con l’intento di:
- Promuovere una diversa qualità della vita personale e comunitaria.
- Promuovere l’inserimento nel tessuto sociale di persone svantaggiate a causa del disagio psichico
- Vigilare affinché vengano rispettate norme e leggi, regolamenti e programmi, emanati dalle
autorità nazionali ed internazionali in materia di tutela e sviluppo psicosociale di soggetti con
patologia psichica.
- Coinvolgere le agenzie educative e culturali del territorio quali le Scuole, Associazioni, Università,
al fine di progettare e realizzare opere espressive e comunicative di arricchimento e di integrazione
psicosociale
Obiettivi
- Favorire l’accoglienza temporanea o permanente, in un nucleo, anche autogestito, di convivenza a
carattere familiare per persone con problematiche psicosociali definitivamente uscite dal circuito
sanitario/psichiatrico, prive di validi riferimenti familiari, e/o che necessitano di sostegno nel
mantenimento del livello di autonomia e nel percorso di inserimento del livello di autonomia.
- Ampliare la presa in carico integrata di persone affette da disabilità psichica e psichiatrica
nell’ambito dei percorsi di cura a regime residenziale
- Consolidare e ampliare il sistema di offerta e domanda della rete di servizi a ciclo residenziale
prestazioni/attività
- Presa in carico integrata attraverso l’elaborazione, la realizzazione e verifica di progetti
individualizzati
- Contributo rette quota di compartecipazione strutture a ciclo residenziale
- implementazione offerta “Buoni Servizi di Conciliazione disabili e anziani non autosufficienti” e
relativa attuazione procedure amministrative per l’erogazione, anche nell’ottica di conciliazione
dei tempi vita-lavoro;
- sostenere la domanda di servizi a ciclo residenziale da parte delle famiglie, orientandola verso
servizi di qualità a strutture e servizi iscritti al Catalogo dell’offerta per anziani e disabili
risultati attesi
- aumentare la presa in carico integrata
- sostenere il carico di cura familiare
Piano Sociale di Zona 2014-2016 – Ambito Appennino Dauno Settentrionale
Pagina 155
-
migliorare il benessere psicofisico all’interno delle strutture residenziali, garantendo dalla
“struttura abitativa”;
- favorire il miglioramento psico-sociale in un contesto relazionale delle persone ricoverate in
strutture residenziali:
- implementare l’autostima con la fornitura di servizi formativi.
Profilo degli operatori richiesti per la realizzazione del servizio
- Assistenti sociali del servizio sociale professionale di ambito e dei Comuni;
- Assistenti sociali e/o Operatori sociali dei servizi pubblici istituzionalmente preposti;
- esperti ufficio di piano;
- Soggetto gestore
Scheda per la progettazione di dettaglio dei Servizi67
TITOLO: INTERVENTI PER PERSONE CON DIPENDENZE PATOLOGICHE
Annualità68:
2013 
2014 
2015 
2016 
AMBITO
APPENNINO DAUNO SETTENTRIONALE - LUCERA
PROVINCIA DI FOGGIA
Informazioni generali
La programmazione regionale in materia di salute e benessere sociale, in coerenza con gli orientamenti
della programmazione nazionale, indica chiaramente la necessità di definire un’unica strategia
programmatoria del sistema di servizi ad integrazione socio sanitaria che assicuri la reciproca
complementarietà e coerenza, così da essere parte integrante della programmazione sia sociale sia
sanitaria.
Intende promuovere l’ulteriore sviluppo del complessivo sistema di presa in carico integrata di tipo
sociosanitario mediante il consolidamento, la diffusione e il potenziamento delle prassi positive
attuate, un più capillare e omogeneo recepimento operativo delle linee guida regionali per l’accesso
alla rete integrata dei servizi socio-sanitari (DGR n. 691/2011)
Valenza territoriale:
 ambito
 comunale
Obiettivo di servizio:
 SI
 NO
(cfr. Piano Regionale Politiche Sociali 2013-2015 – DGR 1534/2013)
Numero progressivo:
34
(coerente con la numerazione delle schede finanziarie)
Denominazione servizio/intervento: Interventi riabilitativi e di inclusione socio-lavorativa per
persone con dipendenze patologiche
Art. del r.r. 4/2007: altro
Importo totale programmato: € 130.000,00 residui stanziamenti PdZ 2010-2013
Modalità di gestione del servizio (in coerenza con quanto indicato nelle schede finanziarie)
 gestione in economia
 gestione diretta con affidamento a terzi
67
Da compilare almeno per tutti gli Obiettivi di Servizio (ex PRPS 2013-2015) programmati nel Piano di Zona.
Indicare le annualità di realizzazione del servizio/intervento che hanno copertura finanziaria con le risorse già disponibili
programmate nel Piano di Zona. Indicare il 2013 solo nel caso di interventi già avviati tra il II e il III piano sociale di zona,
ovvero per gli interventi ammessi a finanziamento su risorse proprie comunali che confluiscono nel “cofinanziamento
comunale” e comunque riconducibili agli obiettivi di servizio.
68
Piano Sociale di Zona 2014-2016 – Ambito Appennino Dauno Settentrionale
Pagina 156
 altra modalità di gestione (specificare: convenzione con il terzo settore associazioni di volontariato
e di promozione sociale, sulla base di apposite convenzioni, ai sensi dell’art. 25 del R.R n. 4/2007)
Tipologia di utenti: persone in particolari situazioni di svantaggio come soggetti sottoposti a misure
restrittive della libertà personale, senza fissa dimora, persone con dipendenze patologiche in carico ai
Ser.T..
N° medio annuo previsto di utenti: 20
Descrizione generale in termini di obiettivi, tipologia di prestazioni/attività e risultati attesi
(anche con indicatori numerici per tipologia di beneficiari e prestazioni)
L’obiettivo principale del Servizio è quello di costruire percorsi personalizzati di integrazione,
reinserimento socio-lavorativo ed inclusione sociale di soggetti svantaggiati e a rischio di
discriminazione.
L’Ambito Territoriale attiverà progetti di integrazione e reinserimento nel mondo del lavoro per n.20
persone in particolari situazioni di svantaggio come soggetti sottoposti a misure restrittive della libertà
personale, senza fissa dimora, persone con disabilità psichica in carico ai CSM, persone con
dipendenze patologiche in carico ai Ser.T.
I progetti prevedono forme di sostegno e accompagnamento personalizzate nella fase di accesso e/o
reinserimento nel mercato del lavoro come tutoraggio, orientamento e bilancio delle competenze.
Obiettivi
- Promuovere l’integrazione socio-sanitaria ed implementare la presa in carico integrata nell’ambito
di programmi terapeutici-riabilitativi di natura socio-assistenziale e socio-sanitaria (cfr L.R.
26/2006) anche utilizzando a regime gli strumenti operativi contenuti nelle Linee Guida Regionali
(DGR 691/2011).
prestazioni/attività
Il presente progetto è da intendersi ad integrazione e a completamento dei progetti nn. 5 e 38.
Si avvarrà degli stessi strumenti e modalità operative (“Tavolo Integrato Permanente” della
prevenzione e dell’inclusione delle Dipendenze, composto da Operatori Pubblici e Privati interessati Ambito, Serv.T, Scuola, Terzo Settore, ecc-) integrati dall’elaborazione e attuazione di percorsi di
inclusione /programmi terapeutici-riabilitativi personalizzati (PAI)
Principali attività
- adozione protocollo operativo Ambito/Distretto socio-sanitario disciplinanti obblighi e impegni
reciproci
- presa in carico integrata (Progetto individualizzato- realizzazione- valutazione e relativa verifica in
itinere e finale)
- strutturazione di rapporti stabili di collaborazione con Ser.T. ed i Centri per l’Impiego;
- percorsi di inclusione socio-lavorativa;
- stipula di convenzioni con le aziende pubbliche e private presenti ed ospitanti sul territorio;
- stipula di polizza assicurativa RCT e copertura costi INAIL per i Soggetti avviati;
risultati attesi
- Incremento della presa in carico integrata per le persone affette da dipendenze patologiche
Profilo degli operatori richiesti per la realizzazione del servizio
- Servizi Sociali Comunali
- Servizio Sociale Asl
- Uepe
- Ser.T
- Centro per l’Impiego
- Terzo Settore
Scheda per la progettazione di dettaglio dei Servizi69
69
Da compilare almeno per tutti gli Obiettivi di Servizio (ex PRPS 2013-2015) programmati nel Piano di Zona.
Piano Sociale di Zona 2014-2016 – Ambito Appennino Dauno Settentrionale
Pagina 157
TITOLO: MALTRATTAMENTO E VIOLENZA - CAV
Annualità70:
2013 
2014 
2015 
2016 
AMBITO
APPENNINO DAUNO SETTENTRIONALE - LUCERA
PROVINCIA DI FOGGIA
Informazioni generali
La programmazione regionale in materia di salute e benessere sociale, in coerenza con gli orientamenti
della programmazione nazionale, indica chiaramente la necessità di definire un’unica strategia
programmatoria del sistema di servizi ad integrazione socio sanitaria che assicuri la reciproca
complementarietà e coerenza, così da essere parte integrante della programmazione sia sociale sia
sanitaria.
Intende promuovere l’ulteriore sviluppo del complessivo sistema di presa in carico integrata di tipo
sociosanitario mediante il consolidamento, la diffusione e il potenziamento delle prassi positive
attuate, un più capillare e omogeneo recepimento operativo delle linee guida regionali per l’accesso
alla rete integrata dei servizi socio-sanitari (DGR n. 691/2011)
Valenza territoriale:
 ambito
 comunale
Obiettivo di servizio:
 SI
 NO
(cfr. Piano Regionale Politiche Sociali 2013-2015 – DGR 1534/2013)
Numero progressivo:
35
(coerente con la numerazione delle schede finanziarie)
Denominazione servizio/intervento: CENTRO ANTIVIOLENZA SU DONNE E MINORI
Art. del r.r. 4/2007: 107 Linee Guida regionali D.G.R. n.1890 del 06.08.2010
Importo totale programmato: € 70.000,00 residui stanziamenti PdZ 2010-2013
Modalità di gestione del servizio (in coerenza con quanto indicato nelle schede finanziarie)
 gestione in economia
 gestione diretta con affidamento a terzi
 altra modalità di gestione (specificare: convenzione con il terzo settore associazioni di volontariato
e di promozione sociale, sulla base di apposite convenzioni, ai sensi dell’art. 25 del R.R n. 4/2007)
Tipologia di utenti: Donne, minori, sex-offender e stranieri immigrati vittime di violenza
N° medio annuo previsto di utenti:
20
Descrizione generale in termini di obiettivi, tipologia di prestazioni/attività e risultati attesi
(anche con indicatori numerici per tipologia di beneficiari e prestazioni)
Il presente progetto si pone ad integrazione e completamento dei progetti n.36, n.37 e n.3 e mira ad
offrire ai Comuni, mediante apposita convenzione con un Centro Antiviolenza debitamente
autorizzato, uno spazio riservato all’Ascolto, al trattamento, alla consulenza legale e ai servizi di
pronto intervento e accoglienza per il sostegno e la tutela delle donne e/o bambini vittime di violenza,
maltrattamento e abusi.
70
Indicare le annualità di realizzazione del servizio/intervento che hanno copertura finanziaria con le risorse già disponibili
programmate nel Piano di Zona. Indicare il 2013 solo nel caso di interventi già avviati tra il II e il III piano sociale di zona,
ovvero per gli interventi ammessi a finanziamento su risorse proprie comunali che confluiscono nel “cofinanziamento
comunale” e comunque riconducibili agli obiettivi di servizio.
Piano Sociale di Zona 2014-2016 – Ambito Appennino Dauno Settentrionale
Pagina 158
Offrire presso una Casa Rifugio debitamente autorizzata, ospitalità a donne vittime di violenza fisica e/
psicologica, con o senza figli, in situazioni dove è necessario intervenire con l’allontanamento emotivo
e materiale della relazione violenta .
Principali attività previste
Il Centro antiviolenza dovrà fornire attività di:
- Servizi di ascolto;
- Consulenza psicologica e legale;
- Pronto intervento;
- Formazione degli operatori di servizi pubblici e privati;
- Prevenzione e sensibilizzazione nelle scuole;
- Consulenza nelle scuole per problemi legati alla violenza e al bullismo.
Obiettivi
- Potenziare e consolidare la rete delle strutture e dei servizi presenti sul territorio dell’Ambito;
- Potenziamento e consolidamento operativo della rete delle strutture e dei servizi di prevenzione
e contrasto della violenza di genere;
- Consolidare, sostenere e qualificare la rete di strutture e servizi per la prevenzione ed il
contrasto dello sfruttamento e della tratta di esseri umani;
- Promuovere il riconoscimento dei diritti e la dignità di donne e minori;
- Strutturare un sistema integrato di interventi e servizi territoriali che assicuri unitarietà ed
efficacia degli interventi (di informazione, prevenzione, cura e presa in carico);
- Favorire l’emersione ed il monitoraggio del fenomeno della violenza di genere;
- Prevenire il fenomeno del maltrattamento ed abuso perpetrato a danno di donne e minori.
Azioni da realizzare
- Adozione di Protocolli d’Intesa/Convenzioni/Accordi con i CAV e con le Case Rifugio
autorizzate;
- Qualificare la capacità di risposta da parte di tutti i servizi attraverso attività coordinate tra i
servizi, pubblici e privati, operanti sul territorio;
- Attivazione del servizio di Pronto intervento sociale (cfr progetto 3);
- Predisposizione, attuazione e verifica del “progetto educativo individualizzato”;
- Percorsi di formazione/aggiornamento per gli operatori dei servizi coinvolti nelle attività di
prevenzione, presa in carico e trattamento delle vittime di violenza;
- Campagne di informazione e sensibilizzazione per la prevenzione della violenza di genere,
dell’omofobia, della trans fobia;
- Definizione di strumenti e procedure per la creazione di una banca dati al fine di rilevare stime
quantitative e qualitative sulla dimensione del fenomeno "maltrattamento e abuso".
Risultati attesi
- Consolidare, sostenere e qualificare la rete di strutture e servizi per la prevenzione e contrasto
della violenza di genere su donne e minori, dello sfruttamento e della tratta di esseri umani;
- Fornire interventi di emergenza e di pronto intervento sul territorio dell’Ambito.
Profilo degli operatori richiesti per la realizzazione del servizio
- Segretariato sociale d’Ambito
- Assistenti Sociali d’Ambito
- Operatori CAV come da convenzione e secondo il Reg. Reg. 4/2007:
- Il centro antiviolenza deve prevedere la presenza di uno o più psicologi, di psicoterapeuti, di
educatori ed assistenti sociali con specifiche competenze nella relazione d’aiuto e
nell’assistenza a soggetti deboli, vittime elettive di maltrattamenti e violenze.
- Il centro antiviolenza deve prevedere inoltre la presenza programmata di uno o più avvocati per
le attività di informazione e assistenza legale.
Scheda per la progettazione di dettaglio dei Servizi71
71
Da compilare almeno per tutti gli Obiettivi di Servizio (ex PRPS 2013-2015) programmati nel Piano di Zona.
Piano Sociale di Zona 2014-2016 – Ambito Appennino Dauno Settentrionale
Pagina 159
TITOLO: MALTRATTAMENTO E VIOLENZA - RESIDENZIALE
Annualità72:
2013 
2014 
2015 
2016 
AMBITO
APPENNINO DAUNO SETTENTRIONALE - LUCERA
PROVINCIA DI FOGGIA
Informazioni generali
La programmazione regionale in materia di salute e benessere sociale, in coerenza con gli orientamenti
della programmazione nazionale, indica chiaramente la necessità di definire un’unica strategia
programmatoria del sistema di servizi ad integrazione socio sanitaria che assicuri la reciproca
complementarietà e coerenza, così da essere parte integrante della programmazione sia sociale sia
sanitaria.
Intende promuovere l’ulteriore sviluppo del complessivo sistema di presa in carico integrata di tipo
sociosanitario mediante il consolidamento, la diffusione e il potenziamento delle prassi positive
attuate, un più capillare e omogeneo recepimento operativo delle linee guida regionali per l’accesso
alla rete integrata dei servizi socio-sanitari (DGR n. 691/2011)
Valenza territoriale:
 ambito
 comunale
Obiettivo di servizio:
 SI
 NO
(cfr. Piano Regionale Politiche Sociali 2013-2015 – DGR 1534/2013)
Numero progressivo:
36
(coerente con la numerazione delle schede finanziarie)
Denominazione servizio/intervento: CENTRO ANTIVIOLENZA SU DONNE E MINORI
Art. del r.r. 4/2007: 80 - 81 Linee Guida regionali D.G.R. n.1890 del 06.08.2010
Importo totale programmato: € 90.000,00 residui stanziamenti PdZ 2010-2013
Modalità di gestione del servizio (in coerenza con quanto indicato nelle schede finanziarie)
 gestione in economia
 gestione diretta con affidamento a terzi
 altra modalità di gestione (specificare: convenzione con il terzo settore associazioni di volontariato
e di promozione sociale, sulla base di apposite convenzioni, ai sensi dell’art. 25 del R.R n. 4/2007 –
contributo rette)
Tipologia di utenti: Donne, minori e stranieri immigrati vittime di violenza
N° medio annuo previsto di utenti:
20
Descrizione generale in termini di obiettivi, tipologia di prestazioni/attività e risultati attesi
(anche con indicatori numerici per tipologia di beneficiari e prestazioni)
Il presente progetto si pone ad integrazione e completamento dei progetti n.36, n.37 e n.3 e mira ad
offrire ai Comuni, mediante apposita convenzione con una Casa Rifugio debitamente autorizzata,
ospitalità a donne vittime di violenza fisica e/ psicologica, con o senza figli, in situazioni dove è
necessario intervenire con l’allontanamento emotivo e materiale della relazione violenta .
72
Indicare le annualità di realizzazione del servizio/intervento che hanno copertura finanziaria con le risorse già disponibili
programmate nel Piano di Zona. Indicare il 2013 solo nel caso di interventi già avviati tra il II e il III piano sociale di zona,
ovvero per gli interventi ammessi a finanziamento su risorse proprie comunali che confluiscono nel “cofinanziamento
comunale” e comunque riconducibili agli obiettivi di servizio.
Piano Sociale di Zona 2014-2016 – Ambito Appennino Dauno Settentrionale
Pagina 160
La casa rifugio per donne e minori vittime di violenza e tratta è una struttura residenziale a carattere
comunitario che offre ospitalità e supporto psicologico per il compimento del percorso di
allontanamento emotivo e materiale dalla relazione violenta e di ricostruzione della propria autonomia
(art. 80 r.r. 4/2007).
La casa rifugio per persone vittime di tratta è un luogo sicuro in cui sottrarsi ala violenza degli
sfruttatori con attività di accompagnamento finalizzata al reinserimento sociale e lavorativo, ovvero,
per il rientro del paese di origine. (art.81 r.r.4/2007).
La Casa rifugio dovrà fornire :
- Pronta accoglienza per la protezione delle donne vittime di abuso e maltrattamento;
Obiettivi
- Potenziare la rete delle strutture per la prevenzione e il contrasto allo sfruttamento alla tratta e alla
violenza sulle donne, minori e stranieri immigrati;
- Rafforzamento delle procedure integrate di presa in carico;
- Assicurare trattamenti idonei alla cura e recupero dei soggetti vittime di abusi e maltrattamenti;
Azioni da realizzare
- Adozione di Protocolli d’Intesa/Convenzioni/Accordi con i CAV e con le Case Rifugio autorizzate;
- Contributo rette per inserimento Casa Rifugio;
- Predisposizione, attuazione e verifica del “progetto educativo individualizzato”.
Risultati attesi
- Rafforzamento delle procedure integrate di presa in carico con definizione di progetti
individualizzati.
- Consolidare, sostenere e qualificare la rete di strutture e servizi per la prevenzione e contrasto della
violenza di genere su donne e minori, dello sfruttamento e della tratta di esseri umani;
- Fornire interventi di emergenza e di pronto intervento sul territorio dell’Ambito.
Profilo degli operatori richiesti per la realizzazione del servizio
Esperti Ufficio di Piano, Operatori assegnati all’Equipe multidisciplinare integrata di Ambito-assistenti
sociali del servizio sociale professionale Ambito-Comuni-Asl.
Autorità Giudiziarie
Nella comunità opera una assistente sociale, con funzioni di coordinatore della struttura. Operano
inoltre educatori, mediatori linguistici ed interculturali ed esperti di inserimento lavorativo, per seguire
i percorsi di reinserimento sociale e di inserimento lavorativo. E’ prevista la presenza programmata
dello psicologo, assicurato dalla ASL competente, secondo il modello organizzativo vigente.
Personale ausiliario per i servizi di pulizia in misura di 1 ogni 10 ospiti, assicurando una copertura
giornaliera di almeno 6 h; e inoltre gli ospiti partecipano alla gestione della vita ordinaria della
comunità nell’arco della giornata.
Scheda per la progettazione di dettaglio dei Servizi73
TITOLO: MALTRATTAMENTO E VIOLENZA - EQUIPE
Annualità74:
AMBITO
PROVINCIA DI
2013 
2014 
2015 
2016 
APPENNINO DAUNO SETTENTRIONALE - LUCERA
FOGGIA
Informazioni generali
La programmazione regionale in materia di salute e benessere sociale, in coerenza con gli orientamenti
della programmazione nazionale, indica chiaramente la necessità di definire un’unica strategia
programmatoria del sistema di servizi ad integrazione socio sanitaria che assicuri la reciproca
73
Da compilare almeno per tutti gli Obiettivi di Servizio (ex PRPS 2013-2015) programmati nel Piano di Zona.
Indicare le annualità di realizzazione del servizio/intervento che hanno copertura finanziaria con le risorse già disponibili
programmate nel Piano di Zona. Indicare il 2013 solo nel caso di interventi già avviati tra il II e il III piano sociale di zona,
ovvero per gli interventi ammessi a finanziamento su risorse proprie comunali che confluiscono nel “cofinanziamento
comunale” e comunque riconducibili agli obiettivi di servizio.
74
Piano Sociale di Zona 2014-2016 – Ambito Appennino Dauno Settentrionale
Pagina 161
complementarietà e coerenza, così da essere parte integrante della programmazione sia sociale sia
sanitaria.
Intende promuovere l’ulteriore sviluppo del complessivo sistema di presa in carico integrata di tipo
sociosanitario mediante il consolidamento, la diffusione e il potenziamento delle prassi positive
attuate, un più capillare e omogeneo recepimento operativo delle linee guida regionali per l’accesso
alla rete integrata dei servizi socio-sanitari (DGR n. 691/2011)
Valenza territoriale:
 ambito
 comunale
Obiettivo di servizio:
 SI
 NO
(cfr. Piano Regionale Politiche Sociali 2013-2015 – DGR 1534/2013)
Numero progressivo:
37
(coerente con la numerazione delle schede finanziarie)
Denominazione servizio/intervento: EQUIPE MULTIDISCIPLINARE INTEGRATA PER
CONTRASTO VIOLENZA SU DONNE E MINORI
Art. del r.r. 4/2007: altro - 81 Linee Guida regionali D.G.R. n.1890 del 06.08.2010
Importo totale programmato: € 30.000,00 residui stanziamenti PdZ 2010-2013
Modalità di gestione del servizio (in coerenza con quanto indicato nelle schede finanziarie)
 gestione in economia
 gestione diretta con affidamento a terzi
 altra modalità di gestione (specificare: convenzione con il terzo settore associazioni di volontariato
e di promozione sociale, sulla base di apposite convenzioni, ai sensi dell’art. 25 del R.R n. 4/2007)
Tipologia di utenti: Donne, minori e stranieri immigrati vittime di violenza
N° medio annuo previsto di utenti: 20
Descrizione generale in termini di obiettivi, tipologia di prestazioni/attività e risultati attesi
(anche con indicatori numerici per tipologia di beneficiari e prestazioni)
Il presente progetto si pone ad integrazione e completamento dei progetti n.35, n.36 e n.3.
L’equipe integrata, tra diversi servizi territoriali, ha il compito di svolgere specifici compiti di
valutazione-validazione, di presa in carico e di trattamento multidisciplinare e multi professionale delle
situazioni di maltrattamento/ abuso, elaborando un progetto di aiuto e di sostegno .
Le attività previste per il servizio sono:
- POTENZIAMENTO dell’equipe integrata multi professionale fra servizi sociali, sanitari di base e
specialistici, servizi giudiziari, in conformità a quanto già previsto dalle “Linee Guida regionali
per la rete dei servizi di prevenzione e contrasto alla violenza”
- Adozione di protocolli operativi Ambito/ASL per la definizione puntuale di tutto l’iter procedurale
relativo alla presa in carico dei minori vittime di maltrattamento e violenza sospetto o conclamato
(rilevazione, protezione, valutazione, trattamento), nonché delle modalità di integrazione operativa
con le Forze dell’Ordine, le Scuole, il Centro Antiviolenza. Lo stesso protocollo dovrà definire le
modalità di raccordo funzionale con il Centro antiviolenza di riferimento per la presa in carico
delle donne vittime di violenza.
- Promuovere il riconoscimento dei diritti e la dignità di minori e donne;
- Prevenire il fenomeno, spesso sommerso, del maltrattamento ed abuso perpetrato a danno
dell’infanzia e delle donne;
- Strutturare un sistema integrato di interventi e servizi che assicuri unitarietà ed efficacia delle
azioni di informazione, di prevenzione e di cura da intraprendersi.
Piano Sociale di Zona 2014-2016 – Ambito Appennino Dauno Settentrionale
Pagina 162
Tipologia delle prestazioni:
- Presa in carico e trattamento multidisciplinare e multiprofessionale dei casi di maltrattamento e
abuso;
- Adozione di modalità comuni di segnalazione alle autorità competenti;
- Individuazione di indicatori condivisi per la decodificazione e lettura di casi di abuso e/o
maltrattamento;
- Protocolli operativi per favorire l’interazione ed il rafforzamento della rete dei servizi pubblici,
sociali e sanitari con le aree giudiziarie e scolastiche e con il terzo settore per gli interventi di
contrasto all’abuso e al maltrattamento;
- Osservazione e monitoraggio del fenomeno di abuso e maltrattamento;
- Protocollo operativo e stretta collaborazione con il centro antiviolenza convenzionato con
l’Ambito;
- Eventuali ricoveri in case rifugio, in caso di protezione, delle vittime di violenza.
Obiettivi
- Potenziare e consolidare la rete delle strutture e dei servizi presenti sul territorio dell’Ambito;
- Strutturare un sistema integrato di interventi e servizi territoriali che assicuri unitarietà ed efficacia
degli interventi (di informazione, prevenzione, cura e presa in carico);
- Favorire l’emersione ed il monitoraggio del fenomeno della violenza di genere;
- Prevenire il fenomeno del maltrattamento ed abuso perpetrato a danno di donne e minori.
Azioni da realizzare
- Adozione di Protocolli operativi Ambito/ASL per la definizione delle modalità di integrazione
operativa con le Forze dell’Ordine, le Scuole, il Centro Antiviolenza ;
- Qualificare la capacità di risposta da parte di tutti i servizi attraverso attività coordinate tra i
servizi, pubblici e privati, operanti sul territorio;
- Attivazione del servizio di Pronto intervento sociale (cfr progetto 3);
- Predisposizione, attuazione e verifica del “progetto educativo individualizzato”;
- Percorsi di formazione/aggiornamento per gli operatori dei servizi coinvolti nelle attività di
prevenzione, presa in carico e trattamento delle vittime di violenza;
- Campagne di informazione e sensibilizzazione per la prevenzione della violenza di genere,
dell’omofobia, della trans fobia;
- Promuovere forme di cooperazione stabile e propositiva con soggetti istituzionali e del terzo
settore, nella logica del lavoro di equipe e dell'intervento di rete;
- Definizione di strumenti e procedure per la creazione di una banca dati al fine di rilevare stime
quantitative e qualitative sulla dimensione del fenomeno "maltrattamento e abuso".
Risultati attesi
- Piena integrazione operativa e gestionale dell’equipe multidisciplinare integrata fra servizi sociali,
sanitari di base e specialistici, servizi giuridici
- Contrasto alla tolleranza culturale verso comportamenti violenti a donne e minori;
- Definizione degli indicatori per la valutazione delle situazioni di abuso e maltrattamento;
- Risposte tempestive e qualificate al territorio dell’ambito rispetto all’emergenza.
Profilo degli operatori richiesti per la realizzazione del servizio
Esperti Ufficio di Piano, Operatori assegnati all’Equipe multidisciplinare integrata di Ambito-assistenti
sociali del servizio sociale professionale Ambito-Comuni-Asl.
Terzo settore
Scheda per la progettazione di dettaglio dei Servizi75
TITOLO: INTERVENTI DI PREVENZIONE IN MATERIA DI DIPENDENZE
PATOLOGICHE
75
Da compilare almeno per tutti gli Obiettivi di Servizio (ex PRPS 2013-2015) programmati nel Piano di Zona.
Piano Sociale di Zona 2014-2016 – Ambito Appennino Dauno Settentrionale
Pagina 163
Annualità76:
AMBITO
PROVINCIA DI
2013 
2014 
2015 
2016 
APPENNINO DAUNO SETTENTRIONALE - LUCERA
FOGGIA
Informazioni generali
Consolidare e ampliare la presa in carico integrata nell’accesso alle prestazioni socio sanitarie delle
persona affette da dipendenze patologiche.
Valenza territoriale:
 ambito
 comunale
Obiettivo di servizio:
 SI
 NO
(cfr. Piano Regionale Politiche Sociali 2013-2015 – DGR 1534/2013)
Numero progressivo:
38
(coerente con la numerazione delle schede finanziarie)
Denominazione servizio/intervento: PREVENZIONE PRIMARIA E SECONDARIA DELLE
DIPENDENZE PATOLOGICHE
Art. del r.r. 4/2007: altro
Importo totale programmato: € 315.931,73 residui stanziamenti PdZ 2010-2013
Modalità di gestione del servizio (in coerenza con quanto indicato nelle schede finanziarie)
 gestione in economia
 gestione diretta con affidamento a terzi
 altra modalità di gestione (specificare: convenzione con il terzo settore associazioni di volontariato
e di promozione sociale, sulla base di apposite convenzioni, ai sensi dell’art. 25 del R.R n. 4/2007)
Tipologia di utenti: Persone affette da dipendenze patologiche
N° medio annuo previsto di utenti: 50
Descrizione generale in termini di obiettivi, tipologia di prestazioni/attività e risultati attesi
(anche con indicatori numerici per tipologia di beneficiari e prestazioni)
Il servizio si pone come obiettivo la riduzione della incidenza di utilizzo di sostanze ad azione
stupefacente e psico attiva e la riduzione del ricorso ad altri comportamenti di dipendenza con aumento
del livello di benessere della popolazione generale e dei gruppi di persone a maggior rischio. Gli
interventi saranno preceduti dalla valutazione delle caratteristiche della emarginazione e del
disadattamento sociale, nonchè dalla rilevazione e analisi delle cause di disagio sociale. Sul piano
metodologico il progetto presuppone un lavoro integrato di rete e un costante coinvolgimento della
famiglia nella gestione della salute propria e dei propri figli in un’ottica sistemica prevedendo il
raggiungimento dei seguenti risultati:
- Aumento dei fattori di protezione delle fasce adolescenziali e giovanili e riduzione dei fattori di
rischio;
- Aumento delle competenze di genitori, insegnanti, operatori sociali e di altri adulti significativi a
vario titolo coinvolti nei processi educativi o nella gestione di altre tipologie di attività, quali
sportive, formative,ludiche ecc.
76
Indicare le annualità di realizzazione del servizio/intervento che hanno copertura finanziaria con le risorse già disponibili
programmate nel Piano di Zona. Indicare il 2013 solo nel caso di interventi già avviati tra il II e il III piano sociale di zona,
ovvero per gli interventi ammessi a finanziamento su risorse proprie comunali che confluiscono nel “cofinanziamento
comunale” e comunque riconducibili agli obiettivi di servizio.
Piano Sociale di Zona 2014-2016 – Ambito Appennino Dauno Settentrionale
Pagina 164
Il progetto si propone altresì di dare agli utenti che hanno in corso un percorso riabilitativo del SERT
degli strumenti per ritrovare una completa autonomia, per favorire opportunità di relazioni, sociali e
culturali e rimettersi in gioco con le proprie risorse residue.
Attività:
Le attività sono rivolte a soggetti inseriti in un programma di misure alternative alla detenzione
(affidamento in prova al Servizio Sociale Professionale art.94 DPR 309/90) e verranno definite dal
Servizio Sociale Professionale e dagli operatori del SERT con un progetto personalizzato che rispetti i
bisogni e le competenze degli stessi, favorendo al contempo un coinvolgimento del privato sociale e
delle altre agenzie presenti sul territorio.
Educativa Territoriale con interventi capillari previsti in ambito scolastico e presso i centri di
aggregazione giovanile;
Interventi nelle scuole primarie e secondarie cioè attività di counseling per famiglie e adolescenti su
nuove droghe e altri comportamenti di dipendenza.
Gli interventi dovranno:
- favorire l’inclusione sociale;
- prevenire le ricadute;
- ridurre la commissione di reati correlati all’uso di sostanze stupefacenti;
- prevenire la dipendenza dal gioco d’azzardo;
- accrescere un sentimento di solidarietà sociale;
- favorire l’apprendimento di specifiche capacità professionali attraverso corsi di formazione;
- favorire l’apprendimento e il rispetto delle regole;
- favorire il raggiungimento di una migliore autonomia economica;
- rinforzare l’autostima ed il valore di sé;
- consentire lo svincolo da percorsi assistenziali.
Gli interventi saranno realizzati mediante convenzioni con strutture sportive e socio culturali, con enti
di formazione, tramite progetti personalizzati socio- terapeutici che mirino all’inclusione sociale dei
soggetti segnalati dal SERT.
Tipologia delle prestazioni:
- Consolidare il “Tavolo Integrato Permanente” della prevenzione e dell’inclusione delle
Dipendenze,
composto
da Operatori Pubblici e Privati
interessati (Ambito,
Serv.Tossicodipendenze, Scuola, Forze dell’Ordine, Terzo Settore, ecc);
- Creazione protocollo operativo condiviso e integrato;
- Campagne informative-preventive pubbliche;
- Realizzazione e distribuzione, con il coinvolgimento attivo dei giovani, di materiale informativo,
redatto in forma “creativa” (frasi ad effetto –disegni satirici-cartoline) sui danni derivanti dall’uso
di sostanze stupefacenti, sostanze psicotrope in genere,alcool e ludopatie;
- Realizzazione di interventi di prevenzione mirata, presso le istituzioni scolastiche ed i contesti di
aggregazione giovanile;
- Realizzare iniziative di promozione del benessere e di stili di vita positivi, che coinvolgano le
istituzioni scolastiche, le famiglie, le associazioni territoriali, gli adolescenti-giovani
- Realizzare interventi connessi alla progettazione della vita quotidiana in relazione con la famiglia, i
gruppi, il territorio e le istituzioni;
- Realizzare accessi a corsi di formazione professionale, di volontariato, scuole, palestre,
associazioni sportive, laboratori, ecc.
Obiettivi
Obiettivi ex Art. 127 del D.P.R. 309/90 e successiva normativa e direttive regionali di settore. Nello
specifico gli obiettivi mirano a:
- Coinvolgere tutti gli Attori Istituzionali e Non per una progettazione e realizzazione integrata e
permanente sulla “Prevenzione dipendenze”;
- Accrescere le competenze genitoriali in materia, con particolare riferimento alla capacità di lettura
dei “sintomi” che soventemente i figli manifestano in famiglia;
- Promuovere interventi di prevenzione e campagne di educazione alla salute e di stili di vita positivi
con metodologie d’intervento di tipo partecipativo e sperimentali;
Piano Sociale di Zona 2014-2016 – Ambito Appennino Dauno Settentrionale
Pagina 165
-
Coinvolgere gli adolescenti-giovani in attività socializzanti, ricreative-culturali-sportive, volte
all’impiego positivo del tempo libero;
- Promuovere e sostenere la “partecipazione attiva” e il “protagonismo” degli adolescenti-giovani in
attività “auto-gestite”, da loro stessi ideate.
risultati attesi
- Consolidamento attività di prevenzione delle dipendenze patologiche
Profilo degli operatori richiesti per la realizzazione del servizio
Per il servizio si richiedono le seguenti figure:
- Assistenti sociali del servizio sociale professionale di ambito e dei Comuni;
- Operatori/esperti dei servizi per le tossicodipendenze SERT
- Dirigenti scolastici
- Altri Operatori sociali dei servizi pubblici istituzionalmente preposti;
- Esperti ufficio di piano;
- Operatori e Volontari del Terzo Settore
Gli operatori del SERT e gli Assistenti Sociali dell’ambito accompagneranno i beneficiari nelle varie
fasi con interventi di orientamento e sostegno.
Saranno previsti incontri cadenzati e verifiche che attengono all’andamento dei progetti.
Scheda per la progettazione di dettaglio dei Servizi77
TITOLO: INTERVENTI INDIFFERIBILI PER MINORI FUORI FAMIGLIA
Annualità78:
AMBITO
PROVINCIA DI
2013 
2014 
2015 
2016 
APPENNINO DAUNO SETTENTRIONALE - LUCERA
FOGGIA
Informazioni generali
Qualificare la presa in carico dei minori sottoposti a provvedimenti delle Autorità Giudiziaria
allontanati dalle famiglie, e dei minori stranieri non accompagnati, attraverso la condivisione e
l’integrazione operativa tra i servizi Sociali e sanitari degli Ambiti territoriali, la Magistratura minorile
e le Comunità residenziali operanti, al fine di monitorare la qualità dei percorsi educativi intrapresi e la
durata delle accoglienze residenziali rispetto a forme alternative di presa in carico.
Valenza territoriale:
 ambito
 comunale
Obiettivo di servizio:
 SI
 NO
(cfr. Piano Regionale Politiche Sociali 2013-2015 – DGR 1534/2013)
Numero progressivo: 39
(coerente con la numerazione delle schede finanziarie)
Denominazione servizio/intervento: INTERVENTI INDIFFERIBILI PER MINORI FUORI
FAMIGLIA
Art. del r.r. 4/2007: 47 – 48 – 49 – 50
Importo totale programmato: € 574.516,67 residui stanziamenti PdZ 2010-2013
77
Da compilare almeno per tutti gli Obiettivi di Servizio (ex PRPS 2013-2015) programmati nel Piano di Zona.
Indicare le annualità di realizzazione del servizio/intervento che hanno copertura finanziaria con le risorse già disponibili
programmate nel Piano di Zona. Indicare il 2013 solo nel caso di interventi già avviati tra il II e il III piano sociale di zona,
ovvero per gli interventi ammessi a finanziamento su risorse proprie comunali che confluiscono nel “cofinanziamento
comunale” e comunque riconducibili agli obiettivi di servizio.
78
Piano Sociale di Zona 2014-2016 – Ambito Appennino Dauno Settentrionale
Pagina 166
Modalità di gestione del servizio (in coerenza con quanto indicato nelle schede finanziarie)
 gestione in economia
 gestione diretta con affidamento a terzi
 altra modalità di gestione (specificare: pagamento rette minori segnalati dal TM)
Tipologia di utenti: Minori affidati in strutture residenziali con decreto del Tribunale per i
Minorenni
N° medio annuo previsto di utenti: 30
Descrizione generale in termini di obiettivi, tipologia di prestazioni/attività e risultati attesi
(anche con indicatori numerici per tipologia di beneficiari e prestazioni)
L’intervento attiene alle spese che i Comuni sono obbligati a sostenere per l’accoglienza in comunità
socio-educative e comunità familiari dei minori fuori famiglia per effetto dei provvedimenti dei
Tribunali dei Minorenni.
La Comunità familiare (art. 47 R.R. del 4/2007) è una struttura educativa residenziale a bassa intensità
assistenziale, destinata alla convivenza stabile di un piccolo gruppo di minori, per i quali non è
praticabile l’affido, con due o più adulti che assumono le funzioni genitoriali, assicurando accoglienza
e cura dei minori con costante azione educativa, assistenza e tutela, gestione della quotidianità ed
organizzazione della vita alla stregua di quanto avviene nel normale clima familiare.
La Comunità educativa (art. 48 R.R. del 4/2007) è una struttura residenziale a carattere comunitario di
tipo familiare, caratterizzata dalla convivenza di un gruppo di minori, per i quali non è praticabile
l’affido o per i quali si è in attesa dell’affido stesso, con un’equipe di operatori professionali che
svolgono una funzione educativa come attività di lavoro. Le prestazioni svolte assicurano accoglienza
e cura dei minori con costante azione educativa, assistenza e tutela, gestione della quotidianità ed
organizzazione della vita alla stregua di quanto avviene nel normale clima familiare.
La Comunità di pronta accoglienza (art. 49 R.R. del 4/2007) è una struttura educativa residenziale a
carattere comunitario, caratterizzata dalla temporaneità dell’accoglienza di un piccolo gruppo di
minori, nella fattispecie preadolescenti ed adolescenti che necessitano di un urgente allontanamento
dalla propria famiglia con un gruppo di operatori che a turno assumono la funzione di adulto di
riferimento svolgendo attività lavorativa. La comunità assicura il funzionamento, nell’arco delle 24 ore
per tutto l’anno, servizi di cura alla persona, una pronta risposta ai bisogni primari, azioni volte ad
assicurare, per quanto possibile, la continuità con le attività scolastiche e formative in corso.
La comunità alloggio (art. 50 R.R. del 4/2007) è una struttura educativa residenziale a carattere
comunitario caratterizzata dalla convivenza di un gruppo di giovani, di età compresa tra i 12 e 18 anni,
con la presenza di educatori, i quali assumono la funzione di adulti di riferimento. La comunità
alloggio assicura accoglienza e cura dei giovani, costante azione educativa assistenza, tutela e gestione
della quotidianità, attività volte ad una adeguato sviluppo dell’autonomia individuale, coinvolgimento
dei giovani in tutte le attività di espletamento della vita quotidiana come l’inserimento in attività
formative di lavoro, socializzazione e animazione
Tipologia di prestazioni:
opportunità d’inserimento a minori per i quali non è possibile l’affido familiare o per i quali si è in
attesa di affido.
Obiettivi
- Sostenere la genitorialità
- Tutelare il diritto dei minore fuori famiglia
- qualificare i servizi comunitari a carattere residenziale
- presa in carico dei minori fuori famiglia
- Stimolare la famiglia del minore ad un reale cambiamento di vita.
prestazioni/attività
- Redazione e attuazione “progetti educativi individualizzati” di concerto con i Comuni/Ambito, Asl,
Servizi della Giustizia
Piano Sociale di Zona 2014-2016 – Ambito Appennino Dauno Settentrionale
Pagina 167
-
Verifiche periodiche e monitoraggi anche al fine di ridurre la durata dell’accoglienza rispetto a
forma alternative di presa in carico, quali l’affidamento
- Contributo pagamento rette per ricoveri di minori in Strutture residenziali disposti con
Provvedimenti del T.M;
risultati attesi
qualificazione della presa in carico
Enti coinvolti
- Enti Pubblici Istituzionalmente preposti (Ambito/Comuni – Asl- servizi Giustizia);
- Terzo Settore ed espressioni della cittadinanza attiva sottoscrittori del “patto di partecipazione”;
- Gestori strutture
- Eventuali altri Soggetti pubblici e privati che manifestino la propria disponibilità in fasi successive.
Profilo degli operatori richiesti per la realizzazione del servizio
- Assistenti sociali del servizio sociale professionale di ambito e dei Comuni;
- Assistenti sociali e/o Operatori sociali dei servizi pubblici istituzionalmente preposti;
- esperti ufficio di piano;
- Operatori e Volontari del Terzo Settore
Scheda per la progettazione di dettaglio dei Servizi79
TITOLO: UFFICIO DI PIANO
Annualità80:
AMBITO
PROVINCIA DI
2013 
2014 
2015 
2016 
APPENNINO DAUNO SETTENTRIONALE - LUCERA
FOGGIA
Informazioni generali
Quest’Ambito, dopo anni di esperienza, è giunto alla consapevolezza che è fondamentale che l’Ufficio
di Piano debba avere un ruolo centrale di efficacia ed efficienza, idoneo a rispondere in maniera più
puntuale a questo nuovo sistema di governance associata, con una dotazione di risorse professionali e
finanziarie adeguate per qualità, dimensionamento e continuità ai compiti affidati e al modello
organizzativo individuato.
L’Ufficio di Piano espleta le proprie attività nel rispetto della progettazione di dettaglio ed esecutiva
del Piano Sociale di Zona, nel quale sono indicati gli obiettivi da conseguire, i servizi da attivare ed
erogare, gli standard di erogazione degli stessi, i risultati da raggiungere, la quantità e qualità delle
risorse umane e la quantità delle risorse finanziarie a tal fine necessarie.
È indispensabile disporre di un Ufficio di Piano efficace ed efficiente, idoneo a rispondere in maniera
più puntuale al nuovo sistema di governante associata, che deve essere necessariamente sganciato da
qualsiasi logica rivendicativa e campanilistica delle municipalità componenti l’Ambito, a vantaggio di
una ratio associativa e sussidiaria. Si tratta di una struttura con una dotazione di risorse professionali e
finanziarie adeguate per qualità, dimensionamento e continuità rispetto ai compiti affidati e al modello
organizzativo individuato.
Valenza territoriale:
 ambito
 comunale
Obiettivo di servizio:
 SI
 NO
(cfr. Piano Regionale Politiche Sociali 2013-2015 – DGR 1534/2013)
79
Da compilare almeno per tutti gli Obiettivi di Servizio (ex PRPS 2013-2015) programmati nel Piano di Zona.
Indicare le annualità di realizzazione del servizio/intervento che hanno copertura finanziaria con le risorse già disponibili
programmate nel Piano di Zona. Indicare il 2013 solo nel caso di interventi già avviati tra il II e il III piano sociale di zona,
ovvero per gli interventi ammessi a finanziamento su risorse proprie comunali che confluiscono nel “cofinanziamento
comunale” e comunque riconducibili agli obiettivi di servizio.
80
Piano Sociale di Zona 2014-2016 – Ambito Appennino Dauno Settentrionale
Pagina 168
Numero progressivo:
40
(coerente con la numerazione delle schede finanziarie)
Denominazione servizio/intervento: FUNZIONAMENTO UFFICIO DI PIANO
Art. del r.r. 4/2007: altro
Importo totale programmato: € 34.694,58 di cui € 20.000,00 residui stanziamenti PdZ 2010-2013
+ 14.694,58 risorse proprie comunali
Modalità di gestione del servizio (in coerenza con quanto indicato nelle schede finanziarie)
 gestione in economia
 gestione diretta con affidamento a terzi
 altra modalità di gestione (specificare: individuazione figure professionali interne agli enti)
Tipologia di utenti: Tutta la popolazione residente nei comuni dell’Ambito Territoriale Sociale
N° medio annuo previsto di utenti:
3.000
Descrizione generale in termini di obiettivi, tipologia di prestazioni/attività e risultati attesi
(anche con indicatori numerici per tipologia di beneficiari e prestazioni)
Il Regolamento dell’Ufficio di Piano approvato dal Coordinamento Istituzionale e dai Consigli
Comunali di tutti i Comuni dell’Ambito, prevede le funzioni e le competenze spettanti al personale
dello stesso Ufficio.
L’Ufficio di Piano è la principale struttura organizzativa dedicata alla gestione del Piano Sociale di
Zona; gli obiettivi prioritari sono:
- Programmazione e progettazione sociale;
- Programmazione e gestione del sistema dei servizi socio assistenziali dell’Ambito;
- Organizzazione dei servizi sociali per tutte le aree prioritarie richiamate dal Piano Regionale delle
Politiche Sociali;
- Integrazione Sociosanitaria;
- Programmazione finanziaria, gestione economica e rendicontazione;
- Strumenti giuridico - amministrativi a sostegno dell’associazionismo intercomunale;
- Gestione dei servizi pubblici sociali, contrattualistica e appalti;
- Ricerca sociale per l’analisi dei bisogni, della domanda e della offerta sociale, per la rilevazione
della qualità e analisi statistica;
- Comunicazione sociale e organizzazione di campagne di sensibilizzazione e di informazione;
- Supportare le scelte strategiche del Coordinamento Istituzionale;
- Favorire l’integrazione socio sanitaria;
- Progettazione esecutiva dei servizi;
- Elaborazione regolamenti;
- Attuazione procedure amministrative;
- Definizione degli strumenti e delle attività;
- Predisposizione Bandi di Gara e Contratti d’Appalto;
- Facilitazione rapporti con altri soggetti pubblici, etc.
Obiettivi
Potenziare e strutturare l’ufficio di piano
- con personale in possesso di requisiti professionali adeguati alle “funzioni”;
- con dotazione di personale impegnato in via esclusiva, compatibilmente con le risorse all’uopo
destinate.
prestazioni/attività
Quest’Ambito per assicurare la stabilità del funzionamento dell’Ufficio di Piano utilizza in via
esclusiva, personale dipendente dei Comuni facenti parte dell’Ambito mediante la convenzione ex art.
Piano Sociale di Zona 2014-2016 – Ambito Appennino Dauno Settentrionale
Pagina 169
14 del 22/01/2004, a 36 ore settimanali per quanto riguarda il responsabile dell’Ufficio di Piano
dipendente del comune capofila e responsabile dell’Ufficio di Piano, a 18 ore per gli altri due
dipendenti proveniente da altri due dei Comuni che compongono l’Ambito territoriale, al fine di
garantire la presenza di tutte le competenze necessarie per il funzionamento dell’Ufficio di Piano.
L’Ufficio di Piano, quale organismo tecnico-strumentale a livello di Ambito territoriale, svolge le
seguenti funzioni:
- di programmazione e progettazione;
- di gestione tecnica e amministrativa;
- amministrative contabili e finanziarie.
Inoltre l’Ufficio di Piano è responsabile delle seguenti attività:
- promozione, con l’apporto del Servizio Sociale Professionale di Ambito, dei processi di
integrazione tra i servizi istituzionali e le realtà locali interessate dal Piano Sociale di Zona;
- coinvolgimento, con il supporto del Servizio Sociale Professionale di Ambito, in tutte le fasi di
lavoro dei soggetti pubblici e privati operanti nel campo delle politiche sociali;
- supporto all’azione coordinata degli Uffici Servizi Sociali dei Comuni dell’Ambito, in relazione
alle finalità e agli obiettivi del Piano Sociale di Zona;
- predisposizione di tutti gli atti e gli adempimenti a valenza sovracomunale, incluse le attività di
segreteria e di amministrazione;
- predisposizione ed emissione di tutti gli atti di gestione finanziaria, in particolare di quelli
necessari per la gestione corrente dell’Ufficio di Piano medesimo (spese per il funzionamento, per
l’acquisto di beni strumentali e di beni di consumo etc);
- aggiornamento periodico del Piano Sociale di Zona e progettazione di dettaglio, con l’apporto
tecnico del Servizio Sociale Professionale di Ambito, in applicazione degli indirizzi regionali e/o di
specifiche esigenze territoriali;
- svolgimento, con il supporto del Segretariato Sociale Professionale di Ambito, di azioni
informative, pubblicitarie e di sensibilizzazione per amministratori, operatori sociali e sanitari,
scuole, famiglie, cittadini, etc.
Profilo degli operatori richiesti per la realizzazione del servizio
L’organigramma dell’Ufficio di Piano di questo Ambito è costituito da n. 3 (tre) figure professionali
con specifiche competenze nell’ambito della programmazione, progettazione, organizzazione e
gestione dei servizi, monitoraggio e valutazione, privilegiando l’esperienza maturata nello specifico
settore, in coerenza con quanto indicato nel Piano Regionale delle Politiche Sociali approvato con Del.
G.R. n. 1534/2013 e con l’art. 6 del Regolamento dell’Ufficio di Piano.
Le risorse umane necessarie sono individuate tra il personale già in organico nei Comuni dell’Ambito.
L’organico dell’Ufficio di Piano è distinto dagli organici dei Servizi Sociali professionali e di ogni
altro servizio riconducibile al cosiddetto welfare d’accesso.
In attuazione della Convenzione per la Gestione Associata delle Funzioni e dei Servizi SocioAssistenziali e del Regolamento dell’Ufficio di Piano, ognuna delle 3 (tre) persone assegnate al
funzionamento dell’Ufficio di Piano è responsabile unico del procedimento (RUP) per ognuna delle
aree di funzioni ad esso attribuite:
- 1 unità con responsabilità della funzione di programmazione e progettazione a 36 ore anche con
funzioni di responsabile Ufficio di Piano;
- 1 unità con responsabilità della funzione di gestione tecnica e amministrativa;
- 1 unità con responsabilità della funzione finanziaria e contabile.
Il responsabile della funzione di programmazione e progettazione deve presidiare le seguenti anche le
seguenti tre grandi aree tematiche:
a. Area socio-sanitaria
b. Area socio-assistenziale
c. Area socio-educativa
per le quali sono individuate come referenti altrettante risorse umane in seno ai Servizi sociali
professionali dei Comuni dell’Ambito che lo affiancheranno, secondo le modalità indicate nel
regolamento dell’ufficio di piano.
Piano Sociale di Zona 2014-2016 – Ambito Appennino Dauno Settentrionale
Pagina 170
Scheda per la progettazione di dettaglio dei Servizi81
TITOLO: CONTRASTO POVERTA’ – POLIS – PROGETTI PER MADRI CON FIGLI A
CARICO
Annualità82:
AMBITO
PROVINCIA DI
2013 
2014 
2015 
2016 
APPENNINO DAUNO SETTENTRIONALE - LUCERA
FOGGIA
Informazioni generali
Il servizio di contrasto delle Nuove Povertà e di Pronto Intervento Sociale si propone di promuovere il
soddisfacimento dei bisogni primari e di sussistenza delle persone indigenti o comunque in difficoltà
socio-economica, sostituendo nell’approccio al problema quello utilizzato con il servizio delle Borse
Lavoro fino al 2012, ritenuto non sufficientemente proattivo ed integrato per rispondere alle esigenze
di presa in carico delle persone in difficoltà, ed adottando un approccio di welfare to work, fortemente
centrato sull’empowerment e la responsabilizzazione dell’utente.
Pertanto il presente Servizio si propone di affrontare il problema del disagio sociale insieme a quello
della povertà economica, elementi che spesso si rafforzano a vicenda, in un circolo vizioso che
conduce alla continua riproduzione dell’uno e dell’altra. Il binomio disagio-povertà (in una parola:
esclusione sociale) è caratterizzato dalla mancanza di quegli strumenti (culturali, sociali, relazionali, di
salute) che rendono possibile l’inserimento della persona nel tessuto sociale ed economico del
territorio in cui vive e la realizzazione di progetti di affermazione personale. Per le persone in
condizioni di disagio socio-economico, infatti, garantire un inserimento lavorativo significa non solo
garantire un sostegno economico all’individuo e alla famiglia, ma anche promuovere l’acquisizione di
autonomia e indipendenza.
Con la nuova programmazione l’Ambito prevede n. 4 percorsi di integrazione e reinserimento nel
mondo del lavoro con la modalità dei progetti POLIS di cui all’avviso pubblico n. 6/2011
dell’Assessorato alla Formazione Professionale della Regione Puglia.
Valenza territoriale:
 ambito
 comunale
Tali progetti saranno realizzati nel Comune capofila, tenuto conto della tipologia della
popolazione e delle problematiche sociali presenti.
Obiettivo di servizio:
 SI
 NO
(cfr. Piano Regionale Politiche Sociali 2013-2015 – DGR 1534/2013)
Numero progressivo: 41
(coerente con la numerazione delle schede finanziarie)
Denominazione servizio/intervento: POLIS PROGETTI PER MADRI CON FIGLI A CARICO
– AMPLIAMENTO ATTIVITA’ PROGETTI AVVISO 6/2001
Art. del r.r. 4/2007: 102
Importo totale programmato: € 92.400,00 residui stanziamenti PdZ 2010-2013 (trattasi di fondi
propri del Comune di Lucera, residui del piano 2010-2012 e riprogrammazione 2013, iscritti nel bilancio comunale)
81
Da compilare almeno per tutti gli Obiettivi di Servizio (ex PRPS 2013-2015) programmati nel Piano di Zona.
Indicare le annualità di realizzazione del servizio/intervento che hanno copertura finanziaria con le risorse già disponibili
programmate nel Piano di Zona. Indicare il 2013 solo nel caso di interventi già avviati tra il II e il III piano sociale di zona,
ovvero per gli interventi ammessi a finanziamento su risorse proprie comunali che confluiscono nel “cofinanziamento
comunale” e comunque riconducibili agli obiettivi di servizio.
82
Piano Sociale di Zona 2014-2016 – Ambito Appennino Dauno Settentrionale
Pagina 171
Modalità di gestione del servizio (in coerenza con quanto indicato nelle schede finanziarie)
 gestione in economia
 gestione diretta con affidamento a terzi
 altra modalità di gestione (specificare: _____________________)
Tipologia di utenti: N. 11 percorsi per madri con figli a carico per un costo (€ 700 costo
mensile*12mesi*11 utenti) di € 92.400,00 da fondi di Ambito per contrasto alle povertà;
N° medio previsto di utenti: 11
Descrizione generale in termini di obiettivi, tipologia di prestazioni/attività e risultati attesi
(anche con indicatori numerici per tipologia di beneficiari e prestazioni)
Il secondo triennio è stato caratterizzato dall’attivazione di progetti di accompagnamento al
lavoro/borse lavoro tendenti, anche attraverso l’attivazione di tirocini formativi, a creare opportunità
di inserimento lavorativo per categorie di soggetti svantaggiati ma la mancanza sul territorio di datori
di lavoro privati disponibili ad ospitare i tirocinanti ha privato l’intervento del suo obiettivo primario,
cioè l’inserimento nel mondo del lavoro al termine del periodo di formazione. Le attività sono state
pertanto svolte in massima parte presso i Comuni.
Con la nuova programmazione l’Ambito prevede n. 4 percorsi di integrazione e reinserimento nel
mondo del lavoro con la modalità dei progetti POLIS di cui all’avviso pubblico n. 6/2011
dell’Assessorato alla Formazione Professionale della Regione Puglia.
Misure di contrasto delle Nuove Povertà
Il servizio si propone di favorire l'inserimento lavorativo di cittadini privi di occupazione e di adeguati
mezzi di sussistenza e di migliorare le condizioni di vita di soggetti e nuclei familiari disagiati
agevolando l’autonomia e l’indipendenza economica.
In particolare si intende migliorare e accrescere le opportunità occupazionali per le suddette fasce
deboli della popolazione, attraverso la sperimentazione sul territorio d’Ambito di un modello
innovativo di gestione del processo di inserimento lavorativo, caratterizzato da un approccio di tipo
integrato in relazione alle funzioni, ai processi e al sistema.
Tale approccio si baserà sulle buone prassi sperimentate nei due progetti finanziati dall’AVVISO
PUBBLICO n. 6/2011 dell’Assessorato alla Formazione Professionale della Regione Puglia - P.O.
PUGLIA 2007 – 2013, FSE – ASSE III – INCLUSIONE SOCIALE – PROGETTI INNOVATIVI
INTEGRATI PER L’INCLUSIONE SOCIALE DI PERSONE SVANTAGGIATE, dei quali l’Ambito
Territoriale è partner.
Il Servizio di contrasto delle Nuove Povertà verrà gestito con la gestione diretta con affidamento a
terzi (procedura ad evidenza pubblica) e riproporrà le modalità proposte dall’AVVISO
PUBBLICO n. 6/2011 dell’Assessorato alla Formazione Professionale della Regione Puglia - P.O.
PUGLIA 2007 – 2013, FSE – ASSE III – INCLUSIONE SOCIALE – PROGETTI
INNOVATIVI
INTEGRATI
PER
L’INCLUSIONE
SOCIALE
DI
PERSONE
SVANTAGGIATE, valorizzando la governance pubblico-privato sociale-privato profit.
Le attività principali previste sono le seguenti:
- Accoglienza e Informazione.
- Bilancio delle Competenze e Orientamento.
- Accompagnamento al lavoro.
- Predisposizione di Piani Individualizzati di inclusione sociale.
- Elaborazione e promozione di percorsi di inserimento lavorativo.
- Avvio al lavoro e Placement.
- Sportello Impresa.
- Valutazione e monitoraggio dei Piani individualizzati.
Obiettivi
- Offrire una opportunità di inserimento lavorativo attraverso l’attivazione dei tirocini formativi.
Piano Sociale di Zona 2014-2016 – Ambito Appennino Dauno Settentrionale
Pagina 172
-
aumento del livello delle competenze (di base, tecnico-professionali, trasversali) e delle meta
competenze (sviluppo di competenze sociali relative alla relazione con contesti lavorativi e
all’esercizio continuativo di attività lavorative) dei soggetti svantaggiati in carico ai servizi sociosanitari territoriali;
- accrescimento dei livelli di autonomia (connessi anche a processi terapeutici e a percorsi di
sviluppo individuale);
- incremento delle opportunità occupazionali per i target groups;
- creazione di posti di lavoro stabili;
- riduzione della discriminazione e del pregiudizio (stigma).
- Creare il supporto di una rete di integrazione tra i vari soggetti coinvolti: Servizi Sociali dei
Comuni, Centro per l’ Impiego, Istituti scolastici, Aziende, Cooperative Sociali.
Il servizio si propone di offrire una risposta concreta a situazioni impreviste ed imprevedibili ed è
rivolto a nuclei familiari con donne sole con figli.
Profilo degli operatori richiesti per la realizzazione del servizio
- Personale tecnico, amministrativo e contabile dell’Ufficio di Piano.
- Assistenti Sociali di Ambito.
- Personale tecnico del Privato sociale.
Scheda per la progettazione di dettaglio dei Servizi83
TITOLO: CONTRASTO POVERTA’ – POLIS – PROGETTI PER INDIVIDUI
SOTTOPOSTI A MISURE RESTRITTIVE
Annualità84:
2013 
2014 
2015 
2016 
AMBITO
APPENNINO DAUNO SETTENTRIONALE - LUCERA
PROVINCIA DI FOGGIA
Informazioni generali
Il servizio di contrasto delle Nuove Povertà e di Pronto Intervento Sociale si propone di promuovere il
soddisfacimento dei bisogni primari e di sussistenza delle persone indigenti o comunque in difficoltà
socio-economica, sostituendo nell’approccio al problema quello utilizzato con il servizio delle Borse
Lavoro fino al 2012, ritenuto non sufficientemente proattivo ed integrato per rispondere alle esigenze
di presa in carico delle persone in difficoltà, ed adottando un approccio di welfare to work, fortemente
centrato sull’empowerment e la responsabilizzazione dell’utente.
Pertanto il presente Servizio si propone di affrontare il problema del disagio sociale insieme a quello
della povertà economica, elementi che spesso si rafforzano a vicenda, in un circolo vizioso che
conduce alla continua ri-produzione dell’uno e dell’altra. Il binomio disagio-povertà (in una parola:
esclusione sociale) è caratterizzato dalla mancanza di quegli strumenti (culturali, sociali, relazionali, di
salute) che rendono possibile l’inserimento della persona nel tessuto sociale ed economico del
territorio in cui vive e la realizzazione di progetti di affermazione personale. Per le persone in
condizioni di disagio socio-economico, infatti, garantire un inserimento lavorativo significa non solo
garantire un sostegno economico all’individuo e alla famiglia, ma anche promuovere l’acquisizione di
autonomia e indipendenza.
Con la nuova programmazione l’Ambito prevede n. 4 percorsi di integrazione e reinserimento nel
mondo del lavoro con la modalità dei progetti POLIS di cui all’avviso pubblico n. 6/2011
dell’Assessorato alla Formazione Professionale della Regione Puglia.
83
Da compilare almeno per tutti gli Obiettivi di Servizio (ex PRPS 2013-2015) programmati nel Piano di Zona.
Indicare le annualità di realizzazione del servizio/intervento che hanno copertura finanziaria con le risorse già disponibili
programmate nel Piano di Zona. Indicare il 2013 solo nel caso di interventi già avviati tra il II e il III piano sociale di zona,
ovvero per gli interventi ammessi a finanziamento su risorse proprie comunali che confluiscono nel “cofinanziamento
comunale” e comunque riconducibili agli obiettivi di servizio.
84
Piano Sociale di Zona 2014-2016 – Ambito Appennino Dauno Settentrionale
Pagina 173
Valenza territoriale:
 ambito
 comunale
Tali progetti saranno realizzati nel Comune capofila, tenuto conto della tipologia della
popolazione e delle problematiche sociali presenti.
Obiettivo di servizio:
 SI
 NO
(cfr. Piano Regionale Politiche Sociali 2013-2015 – DGR 1534/2013)
Numero progressivo: 42
(coerente con la numerazione delle schede finanziarie)
Denominazione servizio/intervento: POLIS PROGETTI PER INDIVIDUI SOTTOPOSTI A
MISURE RESTRITTIVE – AMPLIAMENTO ATTIVITA’ PROGETTI AVVISO 6/2001
Art. del r.r. 4/2007: 102
Importo totale programmato: € 92.400,00 residui stanziamenti PdZ 2010-2013 (trattasi di fondi
propri del Comune di Lucera, residui del piano 2010-2012 e riprogrammazione 2013, iscritti nel bilancio comunale)
Modalità di gestione del servizio (in coerenza con quanto indicato nelle schede finanziarie)
 gestione in economia
 gestione diretta con affidamento a terzi
 altra modalità di gestione (specificare: _____________________)
Tipologia di utenti: N. 11 percorsi per individui sottoposti a misure restrittive della libertà personale
per un costo (€ 700 costo mensile*12mesi*11 utenti) di € 92.400,00 da fondi di Ambito per contrasto
alle povertà su segnalazione del Servizio UEPE del Ministero dell’Interno, come da concertazione;
N° medio previsto di utenti:
11
Descrizione generale in termini di obiettivi, tipologia di prestazioni/attività e risultati attesi
(anche con indicatori numerici per tipologia di beneficiari e prestazioni)
Il secondo triennio è stato caratterizzato dall’attivazione di progetti di accompagnamento al
lavoro/borse lavoro tendenti, anche attraverso l’attivazione di tirocini formativi, a creare opportunità
di inserimento lavorativo per categorie di soggetti svantaggiati ma la mancanza sul territorio di datori
di lavoro privati disponibili ad ospitare i tirocinanti ha privato l’intervento del suo obiettivo primario,
cioè l’inserimento nel mondo del lavoro al termine del periodo di formazione. Le attività sono state
pertanto svolte in massima parte presso i Comuni.
Con la nuova programmazione l’Ambito prevede n. 4 percorsi di integrazione e reinserimento nel
mondo del lavoro con la modalità dei progetti POLIS di cui all’avviso pubblico n. 6/2011
dell’Assessorato alla Formazione Professionale della Regione Puglia.
Misure di contrasto delle Nuove Povertà
Il servizio si propone di favorire l'inserimento lavorativo di cittadini privi di occupazione e di adeguati
mezzi di sussistenza e di migliorare le condizioni di vita di soggetti e nuclei familiari disagiati
agevolando l’autonomia e l’indipendenza economica.
In particolare si intende migliorare e accrescere le opportunità occupazionali per le suddette fasce
deboli della popolazione, attraverso la sperimentazione sul territorio d’Ambito di un modello
innovativo di gestione del processo di inserimento lavorativo, caratterizzato da un approccio di tipo
integrato in relazione alle funzioni, ai processi e al sistema.
Tale approccio si baserà sulle buone prassi sperimentate nei due progetti finanziati dall’AVVISO
PUBBLICO n. 6/2011 dell’Assessorato alla Formazione Professionale della Regione Puglia - P.O.
PUGLIA 2007 – 2013, FSE – ASSE III – INCLUSIONE SOCIALE – PROGETTI INNOVATIVI
Piano Sociale di Zona 2014-2016 – Ambito Appennino Dauno Settentrionale
Pagina 174
INTEGRATI PER L’INCLUSIONE SOCIALE DI PERSONE SVANTAGGIATE, dei quali l’Ambito
Territoriale è partner.
Il Servizio di contrasto delle Nuove Povertà verrà gestito con la gestione diretta con affidamento a
terzi (procedura ad evidenza pubblica) e riproporrà le modalità proposte dall’AVVISO
PUBBLICO n. 6/2011 dell’Assessorato alla Formazione Professionale della Regione Puglia - P.O.
PUGLIA 2007 – 2013, FSE – ASSE III – INCLUSIONE SOCIALE – PROGETTI
INNOVATIVI
INTEGRATI
PER
L’INCLUSIONE
SOCIALE
DI
PERSONE
SVANTAGGIATE, valorizzando la governance pubblico-privato sociale-privato profit.
Le attività principali previste sono le seguenti:
- Accoglienza e Informazione.
- Bilancio delle Competenze e Orientamento.
- Accompagnamento al lavoro.
- Predisposizione di Piani Individualizzati di inclusione sociale.
- Elaborazione e promozione di percorsi di inserimento lavorativo.
- Avvio al lavoro e Placement.
- Sportello Impresa.
- Valutazione e monitoraggio dei Piani individualizzati.
Obiettivi
- Offrire una opportunità di inserimento lavorativo attraverso l’attivazione dei tirocini formativi.
- aumento del livello delle competenze (di base, tecnico-professionali, trasversali) e delle meta
competenze (sviluppo di competenze sociali relative alla relazione con contesti lavorativi e
all’esercizio continuativo di attività lavorative) dei soggetti svantaggiati in carico ai servizi sociosanitari territoriali;
- accrescimento dei livelli di autonomia (connessi anche a processi terapeutici e a percorsi di
sviluppo individuale);
- incremento delle opportunità occupazionali per i target groups;
- creazione di posti di lavoro stabili;
- riduzione della discriminazione e del pregiudizio (stigma).
- Creare il supporto di una rete di integrazione tra i vari soggetti coinvolti: Servizi Sociali dei
Comuni, Centro per l’ Impiego, Istituti scolastici, Aziende, Cooperative Sociali.
Il servizio si propone di offrire una risposta concreta a situazioni impreviste ed imprevedibili ed è
rivolto a nuclei familiari con soggetti sottoposti a provvedimenti giudiziari.
Profilo degli operatori richiesti per la realizzazione del servizio
- Personale tecnico, amministrativo e contabile dell’Ufficio di Piano.
- Assistenti Sociali di Ambito.
- Personale tecnico del Privato sociale.
- Tutor Aziendali.
- Forze dell’Ordine.
Scheda per la progettazione di dettaglio dei Servizi85
TITOLO: CONTRASTO POVERTA’ – POLIS – PROGETTI PER PERSONE CON
DISABILITA’ PSICHICA
Annualità86:
AMBITO
PROVINCIA DI
2013 
2014 
2015 
2016 
APPENNINO DAUNO SETTENTRIONALE - LUCERA
FOGGIA
85
Da compilare almeno per tutti gli Obiettivi di Servizio (ex PRPS 2013-2015) programmati nel Piano di Zona.
Indicare le annualità di realizzazione del servizio/intervento che hanno copertura finanziaria con le risorse già disponibili
programmate nel Piano di Zona. Indicare il 2013 solo nel caso di interventi già avviati tra il II e il III piano sociale di zona,
ovvero per gli interventi ammessi a finanziamento su risorse proprie comunali che confluiscono nel “cofinanziamento
comunale” e comunque riconducibili agli obiettivi di servizio.
86
Piano Sociale di Zona 2014-2016 – Ambito Appennino Dauno Settentrionale
Pagina 175
Informazioni generali
Il servizio di contrasto delle Nuove Povertà e di Pronto Intervento Sociale si propone di promuovere il
soddisfacimento dei bisogni primari e di sussistenza delle persone indigenti o comunque in difficoltà
socio-economica, sostituendo nell’approccio al problema quello utilizzato con il servizio delle Borse
Lavoro fino al 2012, ritenuto non sufficientemente proattivo ed integrato per rispondere alle esigenze
di presa in carico delle persone in difficoltà, ed adottando un approccio di welfare to work, fortemente
centrato sull’empowerment e la responsabilizzazione dell’utente.
Pertanto il presente Servizio si propone di affrontare il problema del disagio sociale insieme a quello
della povertà economica, elementi che spesso si rafforzano a vicenda, in un circolo vizioso che
conduce alla continua ri-produzione dell’uno e dell’altra. Il binomio disagio-povertà (in una parola:
esclusione sociale) è caratterizzato dalla mancanza di quegli strumenti (culturali, sociali, relazionali, di
salute) che rendono possibile l’inserimento della persona nel tessuto sociale ed economico del
territorio in cui vive e la realizzazione di progetti di affermazione personale. Per le persone in
condizioni di disagio socio-economico, infatti, garantire un inserimento lavorativo significa non solo
garantire un sostegno economico all’individuo e alla famiglia, ma anche promuovere l’acquisizione di
autonomia e indipendenza.
Con la nuova programmazione l’Ambito prevede n. 4 percorsi di integrazione e reinserimento nel
mondo del lavoro con la modalità dei progetti POLIS di cui all’avviso pubblico n. 6/2011
dell’Assessorato alla Formazione Professionale della Regione Puglia.
Valenza territoriale:
 ambito
 comunale
Tali progetti saranno realizzati nel Comune capofila, tenuto conto della tipologia della
popolazione e delle problematiche sociali presenti.
Obiettivo di servizio:
 SI
 NO
(cfr. Piano Regionale Politiche Sociali 2013-2015 – DGR 1534/2013)
Numero progressivo:
43
(coerente con la numerazione delle schede finanziarie)
Denominazione servizio/intervento: POLIS PROGETTI PER PERSONE CON DISABILITA’
PSICHICA – AMPLIAMENTO ATTIVITA’ PROGETTI AVVISO 6/2001
Art. del r.r. 4/2007: 102
Importo totale programmato: € 136.000,00 residui stanziamenti PdZ 2010-2013 (trattasi di fondi
propri del Comune di Lucera, residui del piano 2010-2012 e riprogrammazione 2013, iscritti nel bilancio comunale)
Modalità di gestione del servizio (in coerenza con quanto indicato nelle schede finanziarie)
 gestione in economia
 gestione diretta con affidamento a terzi
 altra modalità di gestione (specificare: _____________________)
Tipologia di utenti: N. 11 percorsi per persone con disabilità psichica in carico al CSM per un costo
di € 136.000,00 con fondi di Ambito da affidare, come da concertazione ad un Ente gestore mediante
avviso pubblico;
N° medio previsto di utenti: 11
Descrizione generale in termini di obiettivi, tipologia di prestazioni/attività e risultati attesi
(anche con indicatori numerici per tipologia di beneficiari e prestazioni)
Il secondo triennio è stato caratterizzato dall’attivazione di progetti di accompagnamento al
lavoro/borse lavoro tendenti, anche attraverso l’attivazione di tirocini formativi, a creare opportunità
Piano Sociale di Zona 2014-2016 – Ambito Appennino Dauno Settentrionale
Pagina 176
di inserimento lavorativo per categorie di soggetti svantaggiati ma la mancanza sul territorio di datori
di lavoro privati disponibili ad ospitare i tirocinanti ha privato l’intervento del suo obiettivo primario,
cioè l’inserimento nel mondo del lavoro al termine del periodo di formazione. Le attività sono state
pertanto svolte in massima parte presso i Comuni.
Con la nuova programmazione l’Ambito prevede n. 4 percorsi di integrazione e reinserimento nel
mondo del lavoro con la modalità dei progetti POLIS di cui all’avviso pubblico n. 6/2011
dell’Assessorato alla Formazione Professionale della Regione Puglia.
Misure di contrasto delle Nuove Povertà
Il servizio si propone di favorire l'inserimento lavorativo di cittadini privi di occupazione e di adeguati
mezzi di sussistenza e di migliorare le condizioni di vita di soggetti e nuclei familiari disagiati
agevolando l’autonomia e l’indipendenza economica.
In particolare si intende migliorare e accrescere le opportunità occupazionali per le suddette fasce
deboli della popolazione, attraverso la sperimentazione sul territorio d’Ambito di un modello
innovativo di gestione del processo di inserimento lavorativo, caratterizzato da un approccio di tipo
integrato in relazione alle funzioni, ai processi e al sistema.
Tale approccio si baserà sulle buone prassi sperimentate nei due progetti finanziati dall’AVVISO
PUBBLICO n. 6/2011 dell’Assessorato alla Formazione Professionale della Regione Puglia - P.O.
PUGLIA 2007 – 2013, FSE – ASSE III – INCLUSIONE SOCIALE – PROGETTI INNOVATIVI
INTEGRATI PER L’INCLUSIONE SOCIALE DI PERSONE SVANTAGGIATE, dei quali l’Ambito
Territoriale è partner.
Il Servizio di contrasto delle Nuove Povertà verrà gestito con la gestione diretta con affidamento a
terzi (procedura ad evidenza pubblica) e riproporrà le modalità proposte dall’AVVISO
PUBBLICO n. 6/2011 dell’Assessorato alla Formazione Professionale della Regione Puglia - P.O.
PUGLIA 2007 – 2013, FSE – ASSE III – INCLUSIONE SOCIALE – PROGETTI
INNOVATIVI
INTEGRATI
PER
L’INCLUSIONE
SOCIALE
DI
PERSONE
SVANTAGGIATE, valorizzando la governance pubblico-privato sociale-privato profit.
Le attività principali previste sono le seguenti:
- Accoglienza e Informazione.
- Bilancio delle Competenze e Orientamento.
- Accompagnamento al lavoro.
- Predisposizione di Piani Individualizzati di inclusione sociale.
- Elaborazione e promozione di percorsi di inserimento lavorativo.
- Avvio al lavoro e Placement.
- Sportello Impresa.
- Valutazione e monitoraggio dei Piani individualizzati.
Obiettivi
- Offrire una opportunità di inserimento lavorativo attraverso l’attivazione dei tirocini formativi.
- aumento del livello delle competenze (di base, tecnico-professionali, trasversali) e delle meta
competenze (sviluppo di competenze sociali relative alla relazione con contesti lavorativi e
all’esercizio continuativo di attività lavorative) dei soggetti svantaggiati in carico ai servizi sociosanitari territoriali;
- accrescimento dei livelli di autonomia (connessi anche a processi terapeutici e a percorsi di
sviluppo individuale);
- incremento delle opportunità occupazionali per i target groups;
- creazione di posti di lavoro stabili;
- riduzione della discriminazione e del pregiudizio (stigma).
- Creare il supporto di una rete di integrazione tra i vari soggetti coinvolti: Servizi Sociali dei
Comuni, Centro per l’ Impiego, Istituti scolastici, Aziende, Cooperative Sociali.
Il servizio si propone di offrire una risposta concreta a situazioni impreviste ed imprevedibili ed è
rivolto a nuclei familiari con persone con disabilità psichica in carico al CSM.
Profilo degli operatori richiesti per la realizzazione del servizio
Personale tecnico, amministrativo e contabile dell’Ufficio di Piano.
Piano Sociale di Zona 2014-2016 – Ambito Appennino Dauno Settentrionale
Pagina 177
-
Assistenti Sociali di Ambito.
Personale tecnico del Privato sociale.
Tutor Aziendali.
Forze dell’Ordine.
Operatori del CSM
Scheda per la progettazione di dettaglio dei Servizi87
TITOLO: CONTRASTO POVERTA’ – POLIS – PROGETTI PER PERSONE CON
DIPENDENZE PATOLOGICHE
Annualità88:
AMBITO
PROVINCIA DI
2013 
2014 
2015 
2016 
APPENNINO DAUNO SETTENTRIONALE - LUCERA
FOGGIA
Informazioni generali
Il servizio di contrasto delle Nuove Povertà e di Pronto Intervento Sociale si propone di promuovere il
soddisfacimento dei bisogni primari e di sussistenza delle persone indigenti o comunque in difficoltà
socio-economica, sostituendo nell’approccio al problema quello utilizzato con il servizio delle Borse
Lavoro fino al 2012, ritenuto non sufficientemente proattivo ed integrato per rispondere alle esigenze
di presa in carico delle persone in difficoltà, ed adottando un approccio di welfare to work, fortemente
centrato sull’empowerment e la responsabilizzazione dell’utente.
Pertanto il presente Servizio si propone di affrontare il problema del disagio sociale insieme a quello
della povertà economica, elementi che spesso si rafforzano a vicenda, in un circolo vizioso che
conduce alla continua ri-produzione dell’uno e dell’altra. Il binomio disagio-povertà (in una parola:
esclusione sociale) è caratterizzato dalla mancanza di quegli strumenti (culturali, sociali, relazionali, di
salute) che rendono possibile l’inserimento della persona nel tessuto sociale ed economico del
territorio in cui vive e la realizzazione di progetti di affermazione personale. Per le persone in
condizioni di disagio socio-economico, infatti, garantire un inserimento lavorativo significa non solo
garantire un sostegno economico all’individuo e alla famiglia, ma anche promuovere l’acquisizione di
autonomia e indipendenza.
Con la nuova programmazione l’Ambito prevede n. 4 percorsi di integrazione e reinserimento nel
mondo del lavoro con la modalità dei progetti POLIS di cui all’avviso pubblico n. 6/2011
dell’Assessorato alla Formazione Professionale della Regione Puglia.
Valenza territoriale:
 ambito
 comunale
Tali progetti saranno realizzati nel Comune capofila, tenuto conto della tipologia della
popolazione e delle problematiche sociali presenti.
Obiettivo di servizio:
 SI
 NO
(cfr. Piano Regionale Politiche Sociali 2013-2015 – DGR 1534/2013)
Numero progressivo:
44
(coerente con la numerazione delle schede finanziarie)
Denominazione servizio/intervento: POLIS PROGETTI PER PERSONE CON DIPENDENZE
PATOLOGICHE – AMPLIAMENTO ATTIVITA’ PROGETTI AVVISO 6/2001
Art. del r.r. 4/2007: 102
87
Da compilare almeno per tutti gli Obiettivi di Servizio (ex PRPS 2013-2015) programmati nel Piano di Zona.
Indicare le annualità di realizzazione del servizio/intervento che hanno copertura finanziaria con le risorse già disponibili
programmate nel Piano di Zona. Indicare il 2013 solo nel caso di interventi già avviati tra il II e il III piano sociale di zona,
ovvero per gli interventi ammessi a finanziamento su risorse proprie comunali che confluiscono nel “cofinanziamento
comunale” e comunque riconducibili agli obiettivi di servizio.
88
Piano Sociale di Zona 2014-2016 – Ambito Appennino Dauno Settentrionale
Pagina 178
Importo totale programmato: € 92.400,00 residui stanziamenti PdZ 2010-2013 (trattasi di fondi
propri del Comune di Lucera, residui del piano 2010-2012 e riprogrammazione 2013, iscritti nel bilancio comunale)
Modalità di gestione del servizio (in coerenza con quanto indicato nelle schede finanziarie)
 gestione in economia
 gestione diretta con affidamento a terzi
 altra modalità di gestione (specificare: _____________________)
Tipologia di utenti: N. 11 percorsi per persone con dipendenze patologiche in carico al SER.T per un
costo (€ 700 costo mensile*12mesi*11 utenti) di € 92.400,00 da fondi di Ambito per dipendenze;
N° medio previsto di utenti: 11
Descrizione generale in termini di obiettivi, tipologia di prestazioni/attività e risultati attesi
(anche con indicatori numerici per tipologia di beneficiari e prestazioni)
Il secondo triennio è stato caratterizzato dall’attivazione di progetti di accompagnamento al
lavoro/borse lavoro tendenti, anche attraverso l’attivazione di tirocini formativi, a creare opportunità
di inserimento lavorativo per categorie di soggetti svantaggiati ma la mancanza sul territorio di datori
di lavoro privati disponibili ad ospitare i tirocinanti ha privato l’intervento del suo obiettivo primario,
cioè l’inserimento nel mondo del lavoro al termine del periodo di formazione. Le attività sono state
pertanto svolte in massima parte presso i Comuni.
Con la nuova programmazione l’Ambito prevede n. 4 percorsi di integrazione e reinserimento nel
mondo del lavoro con la modalità dei progetti POLIS di cui all’avviso pubblico n. 6/2011
dell’Assessorato alla Formazione Professionale della Regione Puglia.
Misure di contrasto delle Nuove Povertà
Il servizio si propone di favorire l'inserimento lavorativo di cittadini privi di occupazione e di adeguati
mezzi di sussistenza e di migliorare le condizioni di vita di soggetti e nuclei familiari disagiati
agevolando l’autonomia e l’indipendenza economica.
In particolare si intende migliorare e accrescere le opportunità occupazionali per le suddette fasce
deboli della popolazione, attraverso la sperimentazione sul territorio d’Ambito di un modello
innovativo di gestione del processo di inserimento lavorativo, caratterizzato da un approccio di tipo
integrato in relazione alle funzioni, ai processi e al sistema.
Tale approccio si baserà sulle buone prassi sperimentate nei due progetti finanziati dall’AVVISO
PUBBLICO n. 6/2011 dell’Assessorato alla Formazione Professionale della Regione Puglia - P.O.
PUGLIA 2007 – 2013, FSE – ASSE III – INCLUSIONE SOCIALE – PROGETTI INNOVATIVI
INTEGRATI PER L’INCLUSIONE SOCIALE DI PERSONE SVANTAGGIATE, dei quali l’Ambito
Territoriale è partner.
Il Servizio di contrasto delle Nuove Povertà verrà gestito con la gestione diretta con affidamento a
terzi (procedura ad evidenza pubblica) e riproporrà le modalità proposte dall’AVVISO
PUBBLICO n. 6/2011 dell’Assessorato alla Formazione Professionale della Regione Puglia - P.O.
PUGLIA 2007 – 2013, FSE – ASSE III – INCLUSIONE SOCIALE – PROGETTI
INNOVATIVI
INTEGRATI
PER
L’INCLUSIONE
SOCIALE
DI
PERSONE
SVANTAGGIATE, valorizzando la governance pubblico-privato sociale-privato profit.
Le attività principali previste sono le seguenti:
- Accoglienza e Informazione.
- Bilancio delle Competenze e Orientamento.
- Accompagnamento al lavoro.
- Predisposizione di Piani Individualizzati di inclusione sociale.
- Elaborazione e promozione di percorsi di inserimento lavorativo.
- Avvio al lavoro e Placement.
- Sportello Impresa.
- Valutazione e monitoraggio dei Piani individualizzati.
Piano Sociale di Zona 2014-2016 – Ambito Appennino Dauno Settentrionale
Pagina 179
Obiettivi
- Offrire una opportunità di inserimento lavorativo attraverso l’attivazione dei tirocini formativi.
- aumento del livello delle competenze (di base, tecnico-professionali, trasversali) e delle meta
competenze (sviluppo di competenze sociali relative alla relazione con contesti lavorativi e
all’esercizio continuativo di attività lavorative) dei soggetti svantaggiati in carico ai servizi sociosanitari territoriali;
- accrescimento dei livelli di autonomia (connessi anche a processi terapeutici e a percorsi di
sviluppo individuale);
- incremento delle opportunità occupazionali per i target groups;
- creazione di posti di lavoro stabili;
- riduzione della discriminazione e del pregiudizio (stigma).
- Creare il supporto di una rete di integrazione tra i vari soggetti coinvolti: Servizi Sociali dei
Comuni, Centro per l’ Impiego, Istituti scolastici, Aziende, Cooperative Sociali.
Il servizio si propone di offrire una risposta concreta a situazioni impreviste ed imprevedibili ed è
rivolto a nuclei familiari con persone con dipendenze patologiche.
Profilo degli operatori richiesti per la realizzazione del servizio
- Personale tecnico, amministrativo e contabile dell’Ufficio di Piano.
- Assistenti Sociali di Ambito.
- Personale tecnico del Privato sociale.
- Tutor Aziendali.
- Forze dell’Ordine.
- Operatori del SERT
Scheda per la progettazione di dettaglio dei Servizi89
TITOLO: CONTRASTO NUOVE POVERTA’ – PIS – INTEGRAZIONE REDDITO –
BORSE LAVORO
Annualità90:
AMBITO
PROVINCIA DI
2013 
2014 
2015 
2016 
APPENNINO DAUNO SETTENTRIONALE - LUCERA
FOGGIA
Informazioni generali
Il servizio di contrasto delle Nuove Povertà e di Pronto Intervento Sociale si propone di promuovere il
soddisfacimento dei bisogni primari e di sussistenza delle persone indigenti o comunque in difficoltà
socio-economica, sostituendo nell’approccio al problema quello utilizzato con il servizio delle Borse
Lavoro fino al 2012, ritenuto non sufficientemente proattivo ed integrato per rispondere alle esigenze
di presa in carico delle persone in difficoltà, ed adottando un approccio di welfare to work, fortemente
centrato sull’empowerment e la responsabilizzazione dell’utente.
Pertanto il presente Servizio si propone di affrontare il problema del disagio sociale insieme a quello
della povertà economica, elementi che spesso si rafforzano a vicenda, in un circolo vizioso che
conduce alla continua ri-produzione dell’uno e dell’altra. Il binomio disagio-povertà (in una parola:
esclusione sociale) è caratterizzato dalla mancanza di quegli strumenti (culturali, sociali, relazionali, di
salute) che rendono possibile l’inserimento della persona nel tessuto sociale ed economico del
territorio in cui vive e la realizzazione di progetti di affermazione personale. Per le persone in
condizioni di disagio socio-economico, infatti, garantire un inserimento lavorativo significa non solo
89
Da compilare almeno per tutti gli Obiettivi di Servizio (ex PRPS 2013-2015) programmati nel Piano di Zona.
Indicare le annualità di realizzazione del servizio/intervento che hanno copertura finanziaria con le risorse già disponibili
programmate nel Piano di Zona. Indicare il 2013 solo nel caso di interventi già avviati tra il II e il III piano sociale di zona,
ovvero per gli interventi ammessi a finanziamento su risorse proprie comunali che confluiscono nel “cofinanziamento
comunale” e comunque riconducibili agli obiettivi di servizio.
90
Piano Sociale di Zona 2014-2016 – Ambito Appennino Dauno Settentrionale
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garantire un sostegno economico all’individuo e alla famiglia, ma anche promuovere l’acquisizione di
autonomia e indipendenza.
Valenza territoriale:
 ambito
 comunale
Tali progetti saranno realizzati in alcuni Comuni dell’Ambito che hanno possibilità di utilizzare
fondi propri nell’ambito del livello di spesa sociale media del triennio 2010/2012, tenuto conto
della tipologia della popolazione e delle problematiche sociali presenti.
Obiettivo di servizio:
 SI
 NO
(cfr. Piano Regionale Politiche Sociali 2013-2015 – DGR 1534/2013)
Numero progressivo:
45
(coerente con la numerazione delle schede finanziarie)
Denominazione servizio/intervento: CONTRASTO NUOVE POVERTA’ – PIS – CONTRIBUTI
INTEGRAZIONE REDDITO – BORSE LAVORO
Art. del r.r. 4/2007: 102
Importo totale programmato:
€ 600.023,06 risorse proprie dei seguenti Comuni
Alberona
Casalnuovo Monterotaro
Celenza Valfortore
Lucera
Motta Montecorvino
Pietramontecorvino
Roseto Valfortore
€ 48.051,25
€ 6.962,91
€ 8.012,98
€ 447.276,16
€ 4.720,77
€ 27.284,50
€ 57.714,50
Modalità di gestione del servizio (in coerenza con quanto indicato nelle schede finanziarie)
 gestione in economia
 gestione diretta con affidamento a terzi
 altra modalità di gestione (specificare: _____________________)
Tipologia di utenti:
- giovani coppie e singoli, con redditi da lavoro precario e discontinuo, che devono stabilizzare in
alcuni periodi le proprie entrate per rendere possibile la continuità del proprio progetto di vita e il
soddisfacimento di bisogni primari;
- nuclei familiari per i quali la fragilità economica è connessa ad assenza di lavoro, ma anche a
numerosità del nucleo familiare, insufficienza dei redditi da lavoro o da pensione percepiti,
sostegno di altre spese di carattere eccezionale, ecc…
N° medio annuo previsto di utenti: sarà determinati dai singoli Comuni
Descrizione generale in termini di obiettivi, tipologia di prestazioni/attività e risultati attesi
(anche con indicatori numerici per tipologia di beneficiari e prestazioni)
Oggi l’espressione “nuove povertà” indica una condizione di vulnerabilità, intesa come senso di
insicurezza ed instabilità, in cui si ritrova il soggetto con un percorso individuale incrinato dalla
precarietà e fragilità, tanto a livello lavorativo quanto nelle relazioni sociali. In quest’ottica risulta
fondamentale considerare che la dimensione economica non è la discriminante essenziale, ma al
contrario che la povertà è strettamente legata ad una complessità di fattori che contribuiscono ad
estendere la fascia di vulnerabilità ed il forte senso di insoddisfazione ed incertezza fra gli individui
che la compongono. La comparsa di approcci maggiormente attenti alla eterogeneità e alla variabilità
interna della condizione di povertà ha fatto emergere che il principale difetto della concezione alla
Piano Sociale di Zona 2014-2016 – Ambito Appennino Dauno Settentrionale
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base del sistema di Welfare è stato, ed è, quello di farne una questione macro, rimuovendo ogni
considerazione relazionale, in particolare il ruolo della famiglia e delle reti di solidarietà. Le analisi
che privilegiavano una lettura dei fatti macro-sociali per lo studio della povertà, sono state via via
sostituite da un approccio sempre più attento al tenore di vita e alle reti relazionali dell’individuo e alle
sue capacità di trasformare le risorse in capacità di vita. Il raggiungimento o meno di determinati
standard di vita dipende, dal capitale umano di ogni individuo, cioè dalla capacità del singolo, nel
senso di libertà sostanziale, di fare delle scelte e di realizzare ciò a cui dà valore, ossia quelle capacità
di cui una persona dispone per attivare o meno determinate funzioni. Il concetto di capacità è perciò
strettamente connesso a quello di funzionamento: esso rappresenta, infatti, le varie combinazioni di
funzionamenti che la persona può acquisire durante il corso della vita, e quindi quelle libertà che
possono essere identificate come libertà positive, ossia che specificano che cosa una persona può o non
può fare, oppure che cosa può o non può essere. Tale prospettiva mette bene in luce come, per
riflettere sui processi di impoverimento, occorra tenere conto non solo dei redditi o dei consumi degli
individui, bensì anche e soprattutto delle capacità che gli individui necessitano per mantenere
condizioni di vita adeguate. La povertà, infatti, non rappresenta più solo una mancanza di ciò che è
necessario al benessere materiale, ma anche la negazione di opportunità e scelte essenziali come
condurre una vita sana, godere di uno standard di vita dignitoso, godere del rispetto degli altri e delle
cose a cui le persone attribuiscono valore.
La povertà si presenta, inoltre, con caratteristiche dinamiche nel senso che può accentuarsi o
diminuire a seconda del ciclo di vita, e in questa ottica vanno ripensati anche gli interventi sociali di
prevenzione rivolti alla famiglia.
Misure di contrasto delle Nuove Povertà
Il servizio di contrasto delle Nuove Povertà si propone di promuovere il soddisfacimento dei bisogni
primari e di sussistenza delle persone indigenti o comunque in difficoltà socio-economica.
Il presente Servizio si propone di affrontare il problema del disagio sociale insieme a quello della
povertà economica, elementi che spesso si rafforzano a vicenda, in un circolo vizioso che conduce alla
continua ri-produzione dell’uno e dell’altra. Il binomio disagio-povertà (in una parola: esclusione
sociale) è caratterizzato dalla mancanza di quegli strumenti (culturali, sociali, relazionali, di salute) che
rendono possibile l’inserimento della persona nel tessuto sociale ed economico del territorio in cui vive
e la realizzazione di progetti di affermazione personale. Per le persone in condizioni di disagio socioeconomico, infatti, garantire un inserimento lavorativo significa non solo garantire un sostegno
economico all’individuo e alla famiglia, ma anche promuovere l’acquisizione di autonomia e
indipendenza.
Sostegno economico a nuclei familiari in cui il reddito insufficiente deriva dalla necessità che uno o
più componenti assumano il carico di cura di un soggetto fragile (anziano, disabile, minor 0-3 anni)
rinunciando al lavoro ovvero impegnando larga parte di un reddito da lavoro per l’accesso a specifici
servizi di cura e/o di conciliazione.
Fornire sostegno economico mirato per promuovere le capacità di cura delle famiglie e per valorizzare
la modalità domiciliare di intervento nelle situazioni di fragilità, in alternativa al ricovero nelle
strutture residenziali.
Il sostegno economico, comunque integrato con i servizi di assistenza domiciliare e comunitari, è
rivolto a riconoscere il lavoro di cura assunto da una figura parentale o da una figura di sostituzione, e
a sostenere la situazione economica del nucleo familiare in un periodo limitato di tempo in cui si
concentrano spese aggiuntive e straordinarie connesse ai carichi di cura
Il servizio si propone inoltre di favorire l'inserimento lavorativo di cittadini privi di occupazione e di
adeguati mezzi di sussistenza e di migliorare le condizioni di vita di soggetti e nuclei familiari disagiati
agevolando l’autonomia e l’indipendenza economica.
Il servizio consiste nell’erogazione da parte dei Comuni di misure di sostegno economico in forma
mirata rispetto alle cause e alle condizioni di fragilità economica e sociale del nucleo o della persona.
Contributo sociale per l’integrazione al reddito
- assicurare un reddito aggiuntivo, limitatamente ad un periodo di tempo definito, per il
soddisfacimento immediato di primarie situazioni di bisogno
Profilo degli operatori richiesti per la realizzazione del servizio
Piano Sociale di Zona 2014-2016 – Ambito Appennino Dauno Settentrionale
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-
Personale tecnico, amministrativo e contabile dell’Ufficio di Piano.
Assistenti Sociali di Ambito.
Scheda per la progettazione di dettaglio dei Servizi91
TITOLO: COMUNITA’ ALLOGGIO PER GESTANTI E MADRI CON FIGLI A CARICO
Annualità92:
2013 
AMBITO
APPENNINO DAUNO SETTENTRIONALE - LUCERA
PROVINCIA DI
FOGGIA
2014 
2015 
2016 
Informazioni generali
L’obiettivo è consolidare e sostenere la rete di strutture e servizi per l’infanzia, pubblica e
privata,attiva sul territorio regionale,anche attraverso l’integrazione delle fonti di finanziamento e delle
politiche, avendo cura di ampliare l’offerta negli Ambiti territoriali.
Valenza territoriale:
 ambito
 comunale
Obiettivo di servizio:
 SI
 NO
(cfr. Piano Regionale Politiche Sociali 2013-2015 – DGR 1534/2013)
Numero progressivo:
46
(coerente con la numerazione delle schede finanziarie)
Denominazione servizio/intervento: Comunità alloggio per gestanti e madri con figli a carico
Art. del r.r. 4/2007: 74
Importo totale programmato: € 160.000,00 risorse proprie comunali
Modalità di gestione del servizio (in coerenza con quanto indicato nelle schede finanziarie)
 gestione in economia
 gestione diretta con affidamento a terzi
 altra modalità di gestione (specificare pagamento rette - convenzione)
Tipologia di utenti: Gestanti e madri con figli a carico
N° medio annuo previsto di utenti:
20
91
Da compilare almeno per tutti gli Obiettivi di Servizio (ex PRPS 2013-2015) programmati nel Piano di Zona.
Indicare le annualità di realizzazione del servizio/intervento che hanno copertura finanziaria con le risorse già disponibili
programmate nel Piano di Zona. Indicare il 2013 solo nel caso di interventi già avviati tra il II e il III piano sociale di zona,
ovvero per gli interventi ammessi a finanziamento su risorse proprie comunali che confluiscono nel “cofinanziamento
comunale” e comunque riconducibili agli obiettivi di servizio.
92
Piano Sociale di Zona 2014-2016 – Ambito Appennino Dauno Settentrionale
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Descrizione generale in termini di obiettivi, tipologia di prestazioni/attività e risultati attesi
(anche con indicatori numerici per tipologia di beneficiari e prestazioni)
La comunità alloggio per gestanti e madri con figli a carico è struttura residenziale a bassa intensità
assistenziale, a carattere temporaneo o permanente, consistente in un nucleo autogestito di convivenza
a carattere familiare per gestanti e madri con figli a carico, prive di validi riferimenti familiari o per le
quali si reputi opportuno l’allontanamento dal nucleo familiare e che necessitano di sostegno nel
percorso d’inserimento sociale.
Obiettivi:
- Potenziare e consolidare la rete delle strutture e dei servizi presenti sul territorio dell’Ambito;
- Promuovere il riconoscimento dei diritti e la dignità di donne e minori;
- Strutturare un sistema integrato di interventi e servizi territoriali che assicuri unitarietà ed efficacia
degli interventi (di informazione, prevenzione, cura e presa in carico);
Prestazioni/attività
La comunità assicura: servizi di cura alla persona e attività socio-educative volte allo sviluppo
dell’autonomia individuale, con particolare riferimento alla funzione genitoriale. Le ospiti partecipano
alla gestione della vita ordinaria della comunità nell’arco dell’intera giornata.
Risultati attesi
Con il presente intervento si persegue un importante obiettivo di ampliare l’offerta complessiva dei
servizi ed il loro riequilibrio territoriale. Le risorse previste potranno favorire l’incremento dei livelli di
servizio di Ambito e garantire adeguati servizi di cura a carattere familiare per gestanti e madri con
figli a carico, prive di validi riferimenti e per le quali si reputi opportuno l’allontanamento dal nucleo
familiare.
Profilo degli operatori richiesti per la realizzazione del servizio
Nella comunità opera almeno un educatore impegnato, in stretta collaborazione con i servizi sociali e
socio-sanitari territoriali, a ricostruire o mediare i rapporti delle donne accolte con i loro contesti di
provenienza. E’ garantita la presenza di operatori in misura di 1 ogni 5 ospiti adulte.
L’Ufficio di Piano
Guida Michele – Salvatore Casasanta - Franco Iamele
Piano Sociale di Zona 2014-2016 – Ambito Appennino Dauno Settentrionale
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