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IL DENARO
I M P R E S E &M E R C A T I
[CAFFÈ LIBERALI]
SABATO 7 GIUGNO 2014
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A CURA DI ANTONLUCA CUOCO
Affari Ogm, se l’ambientalismo ignora il diritto
LA STORIA di Giorgio Fidenato,
agricoltore di Vivaro (Pordenone), inizia4 anni fa, quando comincia a seminare mais ogm
Mon 810 nel suo campo. Già allora il terreno divenne oggetto di
ripetuti vandalismi e devastazioni da parte di un gruppo di incivili e violenti ambientalisti militanti, che distrussero parte del
raccolto. All’epoca, quella particolare varietà di mais era vietata
in Italia ma legale nel resto d’Europa e Fidenato contestò la legge nostrana, appellandosi al fatto che quei semi erano regolarmente iscritti nel catalogo comune europeo, e pertanto già
coltivabili e commerciabili in tutto il continente. La battaglia di
Giorgio Fidenato arrivò fino alla Corte di Giustizia Europea,
che con una sentenza decise che
l’agricoltore aveva tutto il diritto
di seminare e coltivare quella particolare varietà di mais. Da quel
giorno, dunque, le spighe che
crescevano nella sua proprietà
erano e sono assolutamente legali
e gli Ogm stavano dalla parte delle leggi vigenti. I barbari che stuprano le parole “ambiente” e
“ambientalismo” però non concordarono e, considerandosi al
di sopra della legge e del fondamentale rispetto della proprietà
privata, lo scorso anno organizzarono un vero assalto al campo
dell’imprenditore: il gruppo di
fanatici ha scavalcato la recinzione che delimita la proprietà di
Fidenato, occupando con le proprie zolle di terra il campo dell’agricoltore per “sottrarne la proprietà privata”, il tutto sotto gli
occhi delle forze dell’ordine presenti alla manifestazione.
Il diritto dell’Unione dev’essere
interpretato nel senso che la
Giorgio Fidenato, pioniere del mais Mon 810:
L’Europa mi ha dato ragione, l’Italia è indietro
messa in coltura di
organismi geneticamente modificati
quali le varietà del
mais Mon 810 non
può essere assoggettata a una procedura nazionale di autorizzazione: è questo
uno stralcio dalla
sentenza europea
che ha precisato la
assoluta legittimità
delle Sue coltivazioni. Cosa altro aggiungere?
Resta da sottoli- Giorgio Fidenato
neare l'assoluta inadeguatezza di molti
giudici italiani nell'esercitare la tenze veloci, semplici e corrette.
funzione del diritto. Non è pos- Potremmo dibattere a lungo susibile che 16 giudici italiani, tra gli Ogm, ma un conto è la dicui 12 della Corte di Cassazione scussione, un altro il rispetto del(massimo e ultimo organo di giu- la legalità. Come se ne esce?
dizio) sia siano pronunciati alIl problema è il concetto di
l'unisono contro la mia iniziati- legge. Come ha acutamente afva e sostenendo l'assoluta corret- fermato il nostro amico libertatezza del comportamento dello rio Giovanni Birindelli, fintanstato italiano e poi la Corte di toché pensiamo alla legge come
Giustizia europea abbia ribaltato al provvedimento particolare di
di 180 gradi il loro giudizio. Pos- qualcuno (il re, il parlamento, il
so capire se l'errore fosse stato del dittatore), ci troveremo sempre
10-20%. Ma la sentenza euro- di fronte ad arbitri ed abusi. Il
pea ha completamente stravolto problema è che dobbiamo seriala sentenza dei giudici italiani. mente cominciare a pensare a coQui c'è qualcosa che non fun- stituzioni che limitano il potere
ziona. Troppa politica nella ma- della politica, che limitino il pogistratura. Bisognerebbe staccare tere del legislatore inteso anche
la giustizia dalla stato e fare in come parlamento democratico. Il
modo che questi signori si gua- potere va limitato, altrimenti non
dagnino il pane con il frutto del ne verremo fuori.
loro lavoro , cioè facendo sen- Paghiamo le tasse per avere i ser-
[CACCIA AL VALORE]
Gazprom, valore e razionalità
Di ROBERTO RUSSO*
“L E GRANDI OPPORTUNITÀ
d’investimento si manifestano
quando aziende eccellenti si
trovano in circostanze inusuali che provocano il deprezzamento delle loro azioni”. Così
Warren Buffett, probabilmente il più grande investitore di
tutti i tempi, riassume uno dei
principi fondamentali che dovrebbe guidare il processo di
investimento di ogni individuo.
Poiché il comportamento
della maggioranza degli esseri
umani è spesso guidato dall’irrazionalità, l’investitore saggio,
ovvero colui che basa il suo
giudizio sui risultati operativi
delle aziende e non si lascia distrarre dall’andamento erratico
dei mercati, ha talvolta l’opportunità di acquistare azioni
fortemente sottovalutate nelle
fasi di panico e di vendere azio-
ni fortemente sopravvalutate
nelle fasi di generalizzata euforia.
Gazprom è una compagnia
energetica globale specializzata nelle attività di esplorazione,
produzione, trasporto, trasformazione e vendita di gas e petrolio.
La società è proprietaria della più grande riserva di gas naturale del pianeta, con una
quota mercato pari al 18% delle riserve totali; è inoltre una
delle più grandi compagnie al
mondo per ciò che riguarda le
riserve e la produzione di petrolio, seconda solo ai produttori di Arabia Saudita e Iran.
La perdurante crisi politica
russa, culminata con le recenti forti tensioni nella regione
dell’Ucraina, ha provocato una
fuga di massa degli investitori
dal titolo azionario Gazprom
che ha ceduto circa il 40% del
suo valore negli ultimi tre anni. Se consideriamo anche la
svalutazione del rublo, per un
investitore europeo che avesse
acquistato il titolo nel mese di
aprile 2012 oggi la perdita in
conto capitale sarebbe del 50%
circa.
Oggi il colosso russo ha una
capitalizzazione di borsa
espressa in dollari pari a circa
100 miliardi a fronte di un valore patrimoniale di 292 miliardi e di un debito netto di
circa 33 miliardi; nell’esercizio
2013 la società ha realizzato ricavi per 166 miliardi di dollari, un utile operativo di 63 miliardi e un utile netto di 35 miliardi.
Dalla lettura dei valori
odierni emerge che è possibile acquistare la prima società al
mondo per riserve di gas a un
valore di borsa pari un terzo
del corrispondente patrimonio netto; inoltre, sarebbe possibile acquistare la totalità del
capitale con gli utili realizzati
in meno di tre anni (capitalizzazione diviso utile netto pari
a 2,85). Gli analoghi multipli
di borsa delle aziende concorrenti sono di ben cinque volte superiori rispetto al colosso
russo. Poiché ragioniamo sem-
vizi pubblici. Il più
pubblico dei servizi
pubblici è il mantenimento dell’ordine
e della giustizia. Ma
quando lo Stato
smette di proteggerci, ha ancora senso
pagare le tasse?
La mia vicenda ha
messo in evidenza in
modo lapalissiano la
bugia delle tasse per
i servizi. Qui si pagano le tasse e non si
ottengono i servizi,
ovvero si ottengono
servizi parziali e non
pienamente soddisfacenti rispetto ai desiderata del
consumatore. E' ancora più urgente la necessità di privatizzare
tutto, anche i servizi che vengono considerati non privatizzabili. Solo in un libero mercato si
avranno servizi soddisfacenti e al
minor costo possibile.
L’illegalità va sempre a braccetto con l’arroganza. Che in questo caso si rivolge ad un privato
cittadino agricoltore, non meno
che ai “tutori dell’ordine” e alla
società tutta. In che modo rompere questo circolo vizioso?
Rompere questo sistema è
molto difficile, soprattutto in Italia che non brilla certo per essere un paese di liberali. L'occidente in particolare sconta un
grave errore di sostanza. Il liberalismo è identificato con una
cosa molto strana che è stato il
pre da investitori razionali e
riteniamo che l’attuale sottovalutazione di Gazprom sia in
gran parte causata dai timori
legati all’instabilità politica
nella regione dell’Ucraina,
dobbiamo tener conto dell’impatto sui conti della società che potrebbero generare
eventuali sanzioni economiche imposte alla Russia dal tavolo dei G7.
Limitando l’analisi all’area
di business della produzione,
distribuzione e trasporto di
gas, dobbiamo dunque ipotizzare una caduta del fatturato
generato nei Paesi dell’Europa
occidentale e centrale (56%
del totale).
L’impatto medio sull’utile
operativo di Gazprom di un
mese di interruzione del servizio di distribuzione di gas che
attraverso l’Ucraina transita in
Europa è stimato in circa un
miliardo di dollari (1,6% dell’utile totale). Un’ipotetica interruzione di dodici mesi della domanda di gas determinerebbe la riduzione dell’utile
operativo a 51 miliardi circa
dagli attuali 63. Prevedendo
per eccesso un’analoga caduta
dell’utile netto da 35 a 23 miliardi e moltiplicando quest’ultimo valore per 14 (multiplo medio di settore), il valore
cosiddetto liberalismo classico,
cioè un’ideologia che non si è
mai seriamente contrapposta al
leviatano ma che lo ha sempre
considerato un male minore.
Un'ideologia autenticamente liberale non può non vedere nel leviatano il nemico più accerrimo
dell'individuo e della sua libertà.
Per ribaltare questa situazione,
bisogna avere coraggio, bisogna
dire chiaramente che qualsiasi
stato è nemico dell'individuo e
per questo va combattuto. Bisogna, in altre parole, cominciare
ad identificare il liberalismo come antistatalismo tout court,
senza se e senza ma.
Parliamo di innovazione e ricerca, e di quanto indietro siamo come Italia. Diamo gli Ogm
da anni alle nostre vacche e ai
nostri maiali, solo che vengono
dall’estero, come il 90% della
soia e il 40% del mais da cui dipendono i mangimifici italiani. Perché “Sì agli Ogm”? E’
materiale più sano, nel quale è
garantita –ad esempio- l’assenza di sostanze tossiche prodotte dalle muffe delle pannocchie?
Beh, non direi l'assenza. Non
esistono prodotti puri al 100%
in natura. Certo gli Ogm aiutano molto in questo senso. Io,
ad esempio, voglio coltivare gli
Ogm perché sono più sani e più
nutrienti e voglio alimentare
me e la mia famiglia con questi
prodotti. Nella mia famiglia,
per scelta, non vogliamo assolutamente consumare prodotti
biologici perché li consideriamo,
nella gran parte dei casi una truffa, e secondariamente li riteniamo meno sani e meno nutrienti.
@ antonluca_cuoco
intrinseco di Gazprom risulta
pari a 322 miliardi di dollari,
vale a dire tre volte l’attuale capitalizzazione di borsa.
Non va inoltre tralasciato il
recentissimo accordo trentennale sottoscritto dai governi
russo e cinese che prevede la
fornitura da parte di Gazprom
di 38 miliardi di metri cubi di
gas all’anno alla società di proprietà statale China National
Petroleum. Il contratto, del valore totale di 400 miliardi di
dollari, di fatto azzera l’impatto negativo derivante dall’ipotesi sopra formulata.
Va infine ricordato che il
primo azionista di Gazprom è
la Federazione Russa con il
50,2% del capitale e il secondo, sorprendentemente, è
Bank of New York Mellon
Corporation con il 28% del
capitale, una società americana che, a sua volta, ha tra i suoi
azionisti Berkshire Hathaway
(la holding di Warren Buffett)
con una quota del 2,17%.
Probabilmente l’azionista
americano ha individuato in
Gazprom “un’azienda eccellente il cui deprezzamento delle azioni è provocato da circostanze inusuali”.
* amministratore delegato
Assiteca Sim Spa