PERCORSI DI ETICA COLLOQUI Direttore Luigi A Università degli Studi di Macerata Comitato scientifico Antonio D R Università degli Studi di Padova Francesco M Università degli Studi di Roma “Tor Vergata” Marie-Anne V Université “Paul Verlaine” de Metz Comitato redazionale Carla C Università degli Studi di Macerata Donatella P Università degli Studi di Macerata Maria Teresa R Università degli Studi Roma Tre PERCORSI DI ETICA COLLOQUI La collana presenta percorsi di riflessione che attraversano le frontiere — antiche e nuove — dell’etica, analizzando questioni emergenti all’incrocio tra filosofia e vita, e cercando di coniugare, in prospettiva interdisciplinare, il lessico della responsabilità, le forme della reciprocità e le ragioni del bene. La collana si articola in due sezioni: la prima (“Saggi”) ospita studi monografici come risultato di ricerche personali; la seconda (“Colloqui”) raccoglie dialoghi a più voci, costruiti a partire da un progetto organico, verificato e condiviso nell’ambito di seminari e gruppi di discussione. La ricerca di una coerenza di fondo fra i nuclei tematici presi in esame e il metodo dialogico della loro elaborazione fa della collana un prezioso strumento critico, in grado di alimentare il dibattito etico contemporaneo alla luce di istanze fondamentali di cura e promozione dell’umano. La collana è peer reviewed. Pubblicazione realizzata con il contributo del Dipartimento di Scienze della Formazione, dei Beni Culturali e del Turismo dell’Università di Macerata (fondi di ricerca ex-%). Vie della Fenomenologia nella Post–Modernità Phenomenological Paths in Post–Modernity Confronto con la fenomenologia della vita di Anna-Teresa Tymieniecka A Comparison with the Phenomenology of Life of Anna-Teresa Tymieniecka Atti del Convegno di Roma, – gennaio Tomo I a cura di Daniela Verducci Contributi di Aneta E. Adamczyk Luisa Avitabile Daniela Bandiera Gianfranco Basti Angela Ales Bello Christine Berthold Irene Angela Bianchi Renato Boccali Franco Bosio Denisa Butnaru Andrea Carroccio Agostino Cera Pio Colonnello Alessandro Cordelli Vincenzo Costa Carmen Cozma Antonio De Luca Ubaldo Fadini Ludovico Galleni Nicoletta Ghigi Alessandro Giostra Attila Grandpierre Maria Avelina Cecilia Lafuente Olga Louchakova–Schwartz Patrizia Manganaro Giuliana Fabris Mazzocato Massimo Mezzanzanica Piotr Mróz Cezary Józef Olbromski Anna Maria Pezzella Silvana Procacci Aurelio Rizzacasa Konrad Rokstad Thomas Ryba Dario Sacchi Mina Sehdev Anisoara Sandovici Mobeen Shahid Mario Signore Jan Szmyd Francesco Totaro Anna–Teresa Tymieniecka Luigi Vallebona Daniela Verducci Copyright © MMXIV ARACNE editrice S.r.l. www.aracneeditrice.it [email protected] via Raffaele Garofalo, /A–B Roma () ---- I diritti di traduzione, di memorizzazione elettronica, di riproduzione e di adattamento anche parziale, con qualsiasi mezzo, sono riservati per tutti i Paesi. Non sono assolutamente consentite le fotocopie senza il permesso scritto dell’Editore. I edizione: settembre Indice Presentazione Daniela Verducci Lungo il nuovo sentiero della fenomenologia della vita. Testimonianza di una fondatrice Anna–Teresa Tymieniecka La fenomenologia della vita di Anna–Teresa Tymieniecka. Breve profilo tematico–evolutivo Daniela Verducci Introduzione Genesi e percorsi della Fenomenologia nel Novecento Angela Ales Bello Vivere l’essere. La sfida post–moderna raccolta dalla fenomenologia della vita Daniela Verducci Parte I Nuovi orientamenti fenomenologici Proposte per una “filosofia prima” della vita Franco Bosio Una “buona ragione” per filosofare. Tra Lebenswelt e Lebenskunst Mario Signore VII VIII Vie della fenomenologia nella post-modernità Edmund Husserl, Edith Stein, Tommaso d’Aquino. Trascendentale moderno e trascendentale classico Gianfranco Basti La metafisica di trascendenza come saturazione dell’orizzonte fenomenologico Dario Sacchi La ricettività trascendentale: soggettività e datità Vincenzo Costa Intenzionalità e spontaneità vitale della creatività nella Fenomenologia Nicoletta Ghigi The call for creative philosophizing in a postmodern time Carmen Cozma Phenomenology, nature and culture. Receptivity and creativity of the human being Maria Avelina Cecilia Lafuente A paradox of the New Enlightenment. The “endangered” self in the path(o)s of individualizing life Olga Louchakova–Schwartz Creatività e artificio. A partire dall’antropologia filosofica del ’ Ubaldo Fadini Parte II Confronto con la fenomenologia della vita di A.–T. Tymieniecka Role of Anna–Teresa Tymieniecka’s philosophy in the Post–Modern World. Cognitive optimism, innovativeness and creativity Jan Szmyd Indice IX Anna–Teresa Tymieniecka’s Logos of Phenomenology Piotr Mróz Crisi del logos e logos della vita. Autopoiesi e alterità tra fenomenologia della vita e teoria dei sistemi Massimo Mezzanzanica Feeling and the Logos of Life. Tymieniecka, Whitehead and Zubiri Thomas Ryba Thinking the unthought–of ? The phenomenological philosophy of A.–T. Tymieniecka in–between Husserl and Merleau–Ponty Konrad Rokstad Re–founded bodies. A project for a phenomenology of disability through A.–T. Tymieniecka’s phenomenology of life Denisa Butnaru Human formation through virtue in the “Phenomenology of Life” Ani¸soara Sandovici Parte III Antropologia, scienze umane e della natura The second nature of man. A phenomenological analysis of human being between nature and culture Silvana Procacci, Aurelio Rizzacasa The Category of the « Now » as the Intersubjective of the Others: A Beyond–Ethical outlook Cezary Józef Olbromski X Vie della fenomenologia nella post-modernità Il corpo vivo. Analisi fenomenologica e competenza performativa Patrizia Manganaro Dalla passione all’empatia. Dal corpo alla mente in Edith Stein Giuliana Fabris Mazzocato Per una possibile fenomenologia della formazione Anna Maria Pezzella La responsabilità più grande. Amare tra sofferenza e ripresa Antonio De Luca Le creazioni della psiche in una prospettiva ontopoietica Mina Sehdev La questione del finalismo nell’approccio fenomenologico alle scienze della vita. La scuola latina e quella tedesca Alessandro Cordelli, Ludovico Galleni La crisi delle scienze e la fenomenologia della vita in prospettiva storico–teologica Alessandro Giostra A model–independent method to analyze the logic of world models Attila Grandpierre Parte IV Varia phaenomenologica Teoria e prassi in Husserl. Una nuova relazione Irene Angela Bianchi L’esperienza del “come–se” nella fenomenologia husserliana Daniela Bandiera Indice XI La nozione di Umwelt come radice del concetto husserliano di Lebenswelt Andrea Carroccio The problem of the Lebenswelt between Husserl and Gaos Pio Colonnello Per un ethos filosofico. Il caso Löwith Agostino Cera Merleau–Ponty e l’ontopoiesi della vita nell’intreccio uomo–animale Renato Boccali Merleau–Ponty e la letteratura. Note per un approccio fenomenologico a Claude Simon e a Juan José Saer Luigi Vallebona Approaching the far away. Stefan Zweig’s biography of Magellan Christine Berthold Dalla fenomenologia alla filosofia del dramma. Le strade della filosofia di Józef Tischner Aneta E. Adamczyk Ontopoiesi, autopoiesi. Sistemi biologici e giustizia Luisa Avitabile La mistica islamica. Alla luce della fenomenologia dell’esperienza religiosa di A. Ales Bello Mobeen Shahid Conclusioni A.–T. Tymieniecka’s Phenomenology of Life. Recollection and Prospects Thomas Ryba XI Vie della fenomenologia nella post-modernità Some remarks about ontopoiesis as new metaphysics Francesco Totaro Bilancio e Prospettive Angela Ales Bello Gli autori Vie della fenomenologia nella post-modernità ISBN 978-88-548-7578-4 DOI 10.4399/97888548757841 pag. 1–8 (settembre 2014) Presentazione D V Da quando François Lyotard ha rilevato l’affermarsi post–moderno dell’incredulità nei confronti delle meta–narrazioni di legittimazione dei saperi moderni , sempre più pressante si è fatta l’esigenza di inventariare le risorse teoretico–metafisiche ancora disponibili nella nuova situazione di pensiero, da J. Habermas denominata “post–metafisica” . Di tale esigenza si sono fatti interpreti l’International Society for Phenomenology and the Sciences of Life, affiliata al World Phenomenology Institute e presieduta da Francesco Totaro dell’Università di Macerata, il Centro Italiano di Ricerche Fenomenologiche (CIRF) di Roma, guidato da Angela Ales Bello dell’Università del Laterano e il Centro Studi e Ricerche “Edith Stein” (CSES) di Roma, diretto da Anna Maria Pezzella dell’Università del Laterano, quando nel hanno diramato il call for papers per il Convegno Internazionale: “Sentieri fenomenologici nella Post–Modernità. Confronto con la fenomenologia della vita di Anna–Teresa Tymieniecka”/Phenomenological Paths in Post–Modernity. A comparison with the Phenomenology of Life of Anna–Teresa Tymieniecka, che si sarebbe tenuto a Roma, presso l’Auditorium della Pontificia Università “Antonianum”, dal al gennaio . L’iniziativa ricevette il patrocinio della Presidenza della Repubblica Italiana, dell’Ambasciata della Repubblica Federale Tedesca in Italia, dell’Università di Macerata e dell’Università di Bari. Il Dipartimento di Filosofia e Scienze umane dell’Università di Macerata, oggi Sezione del Dipartimento di Studi Umanistici, il World Phenomenology Institute, Banca Intesa e Banca delle Marche apportarono il loro fondamentale sostegno e contributo. . J.–F. L, La condizione post–moderna. Rapporto sul sapere, trad. it. di C. Formenti, Feltrinelli, Milano , p. ; tit. orig.: La condition postmoderne. Rapport sur le savoir, Les Editions des Minuit, Paris . . J. H, Il pensiero post–metafisico, trad. it. di M. Calloni, Laterza, Roma–Bari ; tit. orig.: Nachmetaphysisches Denken. Philosophische Aufsätze, Suhrkamp, Frankfurt am Main . Daniela Verducci Gli studiosi partecipanti furono invitati a cogliere e ad individuare inediti sentieri–di–senso nella “liquida” compagine culturale del nostro tempo, che trova le funzioni e le strutture di pensiero consolidate impotenti ad afferrarla e comprenderla . E poiché J. Habermas aveva pure evidenziato quanto la flessione fenomenologica della teoresi mantenesse tuttora la vitalità per nuove germinazioni di senso, al contrario della filosofia analitica, dello strutturalismo e del neo– marxismo già da tempo giunti al loro “postismo” , nel call for papers del convegno romano si richiese anche di privilegiare il confronto con le prospettive fenomenologiche più recenti e innovative, tra le quali spiccava la fenomenologia della vita di Anna–Teresa Tymieniecka. A tutta prima, l’impresa sembrava non solo provocatoria ma addirittura disperata: come dalla dominante mentalità tardo–novecentesca, neo–positivistica, decostruttivistica, nichilistica, sarebbe potuta scaturire qualche novità relativamente al rinvenimento di un logos unitario, capace di ritessere una rete di senso per il complesso della viva esperienza umana e dell’essere tutto? Invece proprio questo è accaduto e la Post–Modernità — fin qui caratterizzata filosoficamente solo dalla caduta in disuso delle grandi narrazioni di senso e quindi dalla perdita, da parte dei fenomeni, della rete teoretica che fino a quel momento li “salvava” dalla dispersione, dalla frammentazione e dalla incomunicabilità reciproca — si è rivelata essere l’incubatrice di nuovi sentieri di senso [cfr. infra: G. Basti], certo ancora privi di quella esplicita capacità di complessiva articolazione dell’orizzonte ontologico, che solo una nuova sistematica metafisica potrà fornire, ma già reale auspicio di un prossimo New Enlightenment [cfr. infra: O. Louchakova–Schwartz]. La stessa qualità post–metafisica della teoresi post–moderna è così cambiata di segno, nella misura in cui, sulle dinamiche correnti, applicate a polverizzare l’edificio ontologico–metafisico, divenuto ormai heideggerianamente mero ricettacolo della semplice presenza dell’ente, e/o a gettarsi alle spalle la metafisica, quale stadio superato del sapere, soppiantato da quello scientifico–positivo, si è rilevato, piuttosto, l’imporsi crescente dell’intenzione di ripensare la metafisica sia . Z. B, Vita liquida, trad. it. di M. Cupellaro, Laterza, Roma–Bari ; tit. orig.: Liquid Life, Polity Press, Cambridge . . H, Il pensiero post–metafisico, cit., p. . Presentazione per rinnovarne l’impresa originaria di trovare un senso ai fenomeni sia anche per approfondire la questione metafisica del senso e far progredire la ricerca fenomenologica del senso del senso. Diffusa è divenuta, ormai, del resto, la convinzione che la filosofia dell’essere della tradizione — antica, cristiana, moderna illuministica e romantica — sia giunta al termine della sua bimillenaria parabola e non sia più in grado di veicolare la transizione a quell’ampliamento dell’orizzonte di senso, che le inedite esperienze conoscitive, affettive e pratiche della Post–Modernità e le nuove entità e procedure dell’essere–artificiale tecnologico sollecitano. Il rischio più grave da scongiurare a questo punto è, anzi, che, mentre ci lamentiamo per la fine della metafisica e ci sfiniamo per mantenere al suo simulacro una parvenza di vitalità, la nuova germinazione di trascendenza che sta emergendo ci sfugga né le prestiamo le cure, di cui necessita, per irrobustirsi e rivelare il nuovo essere comunicativo di senso che andiamo cercando. La rinascente istanza filosofica è, infatti, critica in senso eminentemente costruttivo perché non intende affatto propiziare il tramonto della metafisica e dell’ontologia tradizionali; al contrario essa vuole conseguire la riapertura della vigente sistematizzazione ontologica oggettivante, per promuoverne l’integrazione con una metafisica degli atti o meta–antropologia, secondo l’espressione di M. Scheler , che sia portatrice di quei fattori di soggettivazione, per i quali non ci si limita a contemplare l’essere–che–è, ma di esso si interpretano e si portano ad essere anche le potenzialità inespresse, instaurando, con l’apporto imprescindibile della condizione creativa/produttiva d’essere della soggettività umana, una sinergia e un potenziamento ontologici efficaci non solo intersoggettivamente ma per la totalità cosmica. Alla Fenomenologia fondata da Husserl agli inizi del Novecento e poi sviluppatasi sulla base dell’approfondimento descrittivo e teoretico sempre più raffinato dei fenomeni–di–vissuto (Erlebnisse), con la messa a fuoco della dimensione eidetica dell’esperienza vissuta, delle dinamiche intenzionali di costituzione del mondo da parte della . M. S, Weltanschauung filosofica, in R. R (a cura di), Lo spirito del capitalismo e altri saggi, Guida, Napoli , p. ; tit. orig.: Philosophische Weltanschauung, in Gesammelte Werke, hrsg. von M. Frings, Francke Verlag, Bern–München, IX, , pp. –. Daniela Verducci coscienza, del radicamento di quest’ultima nell’intersoggettività e nel pre–categoriale del mondo–della–vita, va il merito di aver tenuto viva l’esigenza teoretica in tempi di “deflazionamento dell’extraquotidiano”, per usare un’espressione habermasiana . Ma il rilancio della teoresi nell’infinito dello spazio e del tempo cosmici è certo dovuto allo scavo ulteriore, che Anna–Teresa Tymieniecka ha condotto nel sottosuolo della concezione d’essere della tradizione, anche fenomenologica, fino a conseguire la scoperta del logos ontopoietico della vita [cfr. infra: A. Ales Bello]: esso non solo forma, ma addirittura sostanzia l’intera mathesis del divenire dell’essere [cfr. infra: F. Totaro], come si può verificare, seguendo il diramarsi dell’Imaginatio Creatrix negli atti degli individui umani i quali, semplicemente vivendo ovvero interpretando e mettendo–in–atto la loro esistenza in modo spontaneamente creativo, producono la loro auto–individualizzazione d’essere. Per questo gli atti creativi dell’uomo si rivelano molto più intrinseci alla condizione umana vivente nell’unità–di–tutto–ciò–che–è–vivo di quanto non siano mai stati gli atti della conoscenza intuitiva e razionale. In essi, inoltre, confluisce l’intero costruttivismo della natura, quale spontaneità subliminale dell’elemento cieco della natura che possiede però virtualità per un’individualizzazione non solo vitale ma anche specificamente umana . Il logos ontopoietico della vita si attesta così al livello di quella trascendenza immanente che l’essere umano vivente sa esprimere e praticare, anche se F. Nietzsche la vagheggiò invano [cfr. infra: D. Verducci]. I contributi che compongono questi due volumi rappresentano, dunque, altrettanti tentativi di inventariare e gettare luce di senso su quegli aspetti dell’esperienza umana che la moderna metafisica del soggetto o anche la tradizionale filosofia dell’essere non hanno voluto o potuto investire di attenzione e interesse. Non a caso, gli interventi della Parte I sono volti alla ricognizione dei Nuovi orientamenti fenomenologici e invitano a comporre una “filosofia prima” della vita [cfr. infra: F. Bosio], a ritrovare una “buona ragione” per filosofare [cfr. infra: M. Signore], a innestare il trascendentale moderno su quello . H, Il pensiero post–metafisico, cit., p. . . A.–T. T, Creative experience and the critique of reason, « Logos and Life » – Book , « Analecta Husserliana », XXIV (), Kluwer Academic Publishers, Dordrecht– Boston–London–Tokyo, p. . Presentazione classico [cfr. infra: G. Basti], a evidenziare il passaggio fenomenologico verso una metafisica di trascendenza [cfr. infra: D. Sacchi]. Il veicolo essenziale per avanzare nel nuovo orizzonte di senso, che così si delinea, è riconosciuto nella soggettività creativa [cfr. infra: N. Ghigi, C. Cozma], individuata anche come ossimorica ricettività trascendentale [cfr. infra: V. Costa], tra ricettività, creatività e artificio [cfr. infra: M.A. Cecilia Lafuente, U. Fadini], che gli atti umani esibiscono, e non senza affrontare la tipica malattia post–moderna, che vede « The “endangered” self in the path[o]s of individualizing life » [cfr. infra: O. Louchakova–Schwartz]. Sullo sfondo di tale riconquistata, generale e ampia prospettiva di novità, nella Parte III, Antropologia, scienze umane e della natura e nella Parte IV, Varia phaenomenologica si propone una sorta di rassegna di numerosi fenomeni emergenti nella Post–Modernità, fin dall’Età della Crisi. Primo fra tutti è il fenomeno umano a porsi nella sua rinnovata eppure inedita enigmaticità, tra natura e cultura [cfr. infra: S. Procacci, A. Rizzacasa], passione e empatia [cfr. infra: G. Fabris Mazzocato], corpo vivo e performatività [cfr. infra: P. Manganaro], amore e dolore [cfr. infra: A. De Luca], creatività psichica e libertà [cfr. infra: M. Sehdev]. E ancora: nell’“ora” quale punto sorgivo della relazione intersoggettiva [cfr. infra: C. Olbromski] o nell’intreccio uomo–animale [cfr. infra: R. Boccali]. In stretto collegamento con la problematicità antropologica si sviluppa poi il tema etico, scandagliato in Husserl [cfr. infra: I.A. Bianchi], in K. Löwith [cfr. infra: A. Cera], nella filosofia del dramma di J. Tischner [cfr. infra: A. Adamczyk], e si pone la questione giuridica del rapporto tra autopoiesi e ontopoiesi ovvero tra sistemi biologici e giustizia [cfr. infra: L. Avitabile]. Le nozioni di Lebenswelt tra Husserl e José Gaos [cfr. infra: P. Colonnello], di Umwelt [cfr. infra: A. Carroccio] e del “come se” in Husserl [cfr. infra: D. Bandiera] trovano il loro spazio d’indagine accanto alla documentazione delle risultanze provenienti dalla fenomenologia della formazione [cfr. infra: A.M. Pezzella] e dalle comparazioni con la mistica islamica [cfr. infra: M. Shahid]; ricognizioni vengono effettuate sulla crisi delle scienze [cfr. infra: A. Giostra] e sulla questione del finalismo nelle scienze della vita [cfr. infra: L. Galleni e A. Cordelli], fino all’elaborazione di « a model–independent method to analyze the logic of world models » [cfr. infra: A. Grandpierre]. Anche la letteratura respira un’attesa di novità, « approaching the far away » nella figura di Magellano [cfr. infra: C. Daniela Verducci Berthold] e praticando un originale accostamento a là Merleau–Ponty a Claude Simon e Juan José Saer [cfr. infra: L. Vallebona]. I sette saggi della Parte II, dedicata al Confronto con la fenomenologia della vita di A.–T. Tymieniecka, evidenziano il ruolo cruciale che la filosofia di A.–T. Tymieniecka può svolgere nel mondo post–moderno, in cui è in grado di porre in atto atteggiamenti anticiclici quali: « cognitive optimismus, innovativennes and creativity » [cfr. infra: J. Szmyd], nella misura in cui ha saputo inaugurare una nuova critica della ragione e fenomenologia del logos, fino alla scoperta dell’autentico logos fenomenologico nel “Logos of Life” [cfr. infra: P. Mróz]. Al logos tradizionale in crisi, la Tymieniecka porge il supporto del logos della vita, che non è affatto imperscrutabile e indeterminato, come riteneva G. Minsch, ma, al contrario, trova nella vivente creatività umana il “punto archimedeo” per riformulare una visione metafisica della relazione tra l’uomo e il cosmo tutto [cfr. infra: M. Mezzanzanica]. Il logos della vita, infatti, non è appena razionale; esso, negli scritti più recenti della Tymieniecka, risulta anche “sentience”, “feeling”, sebbene resti ancora relativamente oscura la « mechanics of feeling with respect to the Logos of Life », che perciò si tenta di lumeggiare nel confronto con il pensiero di A. Whitehead e X. Zubiri [cfr. infra: Th. Ryba]. E tuttavia nell’orizzonte di senso che scaturisce dal logos of life, assunto come principio del divenire ontologico, tutto si trova per così dire nuovamente “imparentato” e lo stesso rapporto tra filosofi, per esempio tra Husserl, Merleau–Ponty e A.–T. Tymieniecka, si caratterizza « more like a family–relationship than a relationship of pure theoretical learning » [cfr. infra: K. Rokstad]. Anche la dimensione etica, rivisitata dal punto di vista del logos of life, ritrova il suo posto nella rete delle interconnessioni con l’interezza esistenziale e riacquista fiducia nella « human life as an individualisation within its own potentiation– updating of self–projection and self–fulfilment in the given world », ovvero nell’azione di quel dinamismo proprio della vita umana, creativo di virtù e di bene, che sembrava perduto per sempre nel nostro tempo scandito solo da regolamenti disattesi [cfr. infra: A. Sandovici]. La stessa fenomenologia del corpo, ereditata da Merleau–Ponty, può essere rivisitata nei termini della logica della vita, elaborata da A.–T. Tymieniecka, e applicata, così ermeneuticamente arricchita, alla fenomenologia della corporeità relativamente a soggetti sia motoriamente disabili che impossibilitati a muoversi [cfr. infra: D. Butnaru]. Presentazione In tutto ciò si concretizza quella che ora, dopo la conclusione della vicenda terrena di Anna–Teresa Tymieniecka, accogliamo come la sua eredità di pensiero. Anna–Teresa Tymieniecka ci ha lasciato sabato giugno , ma della sua scomparsa nessuno potrà ripetere quello che Martin Heidegger ebbe a dire in mortem di Max Scheler: « una via della filosofia si è chiusa! ». Tutta l’opera filosofica di A.–T. Tymieniecka è stata volta, infatti, ad aprire nuovi sentieri filosofici e a costruire una comunità di cultori di fenomenologia che quei sentieri volessero percorrere e diramare nell’immanenza alla interalità infinita dell’essere. Sta in questa vitalità, creativa e comunicativa insieme, il segreto del successo che ha coronato la sua istancabile attività di ricerca fenomenologica, concretizzatasi nella fondazione di The World Institute for Phenomenological Research and Learning (WPI) e delle Società internazionali affiliate: The International Husserl and Phenomenological Research Society, The Sociedad Ibero–Americana de Fenomenologia, The International Society of Phenomenology and Literature, The American Society for Phenomenology, Fine Arts and Aeshtetics, presieduta da Patricia Trutty– Coohill del Siena College di Loudonville NY e The International Society for Phenomenology and the Sciences of Life con Presidente Francesco Totaro dell’Università di Macerata. Quasi volumi della nota serie editoriale « Analecta Husserliana », oltre che le pubblicazioni della serie « Islamic Philosophy and Occidental Phenomenology in Dialogue », entrambe attualmente editate da Springer, e i numeri dell’annuario « Phenomenological Inquiry » documentano l’operosità della comunità fenomenologica raccolta intorno ad Anna–Teresa Tymieniecka e la fecondità scientifica della sua fenomenologia del logos ontopoietico della vita, sviluppata nei volumi della serie Logos and Life e nei recentissimi volumi della serie The Fullness of the Logos in the Key of Life. Nei presenti Atti si può leggere il discorso che A.–T. Tymieniecka ha pronunciato a conclusione del Convegno, il gennaio , giorno in cui ella ha ricevuto la medaglia del Presidente della Repubblica Italiana ed è stata anche diramata la notizia dell’avvenuta beatificazione di Giovanni Paolo II, oggi santo. In tale discorso di ringraziamento . M. H, Andenken an Max Scheler, in P. G (hrsg. von), Max Scheler im Gegenwartsgeschehen der Philosophie, Francke, Bern , pp. –. Daniela Verducci in lingua italiana, l’ultimo pronunciato in pubblico, la Tymieniecka ha enunciato il suo testamento filosofico, auspicando che la ricerca di fenomenologia della vita, che finora aveva riguardato il livello terreno delle passioni umane, potesse finalmente indirizzarsi al cielo e « adempiere al compito immane di mostrare come la costituzione oggettiva dipenda da quello che io chiamo, il dinamismo architettonico geocosmico del tutto, il quale dal cielo si estende su tutta la terra, ed anche su tutto l’umano » [cfr. infra: A.–T. Tymieniecka]. Questa stimolante eredità di ricerca teoretica resta ora affidata a tutti gli amici di A.–T. Tymieniecka, che mai dimenticheranno la sua grande anima, nel proseguire la preziosa opera intellettuale ed umana di ricostruzione di un orizzonte d’essere adeguato alle sfide dei nostri giorni, che ella ha perseguito con instancabile assiduità e indubbio successo. Daniela Verducci University of Macerata, Italy [email protected]
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