MF fashion il primo quotidiano della moda e del lusso La moda prepara un 2014 di debutti Louis Vuitton, Schiaparelli, Rochas, Moschino, Diesel e Mugler sono pronti a cambiare pelle C hiuso un 2013 di debutti eccellenti, il 2014 della moda si prepara a regalare altre première d’autore. A confermare un bisogno di cambiamento in un settore, quello del lusso, che continua a performare sopra la media, nonostante un rallentamento della corsa dei grandi gruppi, legato alla flessione del trend a doppia cifra del mercato cinese e ai cambi valutari sfavorevoli. L’esordio fuoriclasse del nuovo anno sarà sicuramente di quello di Nicolas Ghesquière alla direzione creativa del womenswear di Louis Vuitton. Un debutto atteso da mesi, molto chiacchierato e forse rallentato dallo strascico della chiusura dei rapporti tra lo stilista e il gruppo Kering a cui fa capo Balenciaga, la maison per la quale Ghesquière ha militato alla direzione creativa per 14 anni. Per vedere i primi frutti del suo lavoro bisognerà aspettare l’inizio di marzo quando, in occasione della fashion week pa- Beauty Profumo d’artista per Comme des garçons La griffe recupera tre fragranze storiche e le trasforma con Perfume architecture, progetto del duo formato Lindy Foss-Quillet e Frédéric Couderc. Francesca Manuzzi A mazingreen, Wonderwood e CDG2. I classici di Comme des garçons impacchettati e scotchati per il progetto Perfume architecture. Curato da Lindy Foss-Quillet e Frédéric Couderc, rispettivamente pittrice e carpentiere votato all’arte e al concept di spazi e installazioni del brand parigino, conia una nuova dimensione ai flaconi. Alla base vive l’idea di non modificare la struttura originale e deluxe, ma ingabbiarla in una micro scultura industriale di metallo e plexiglas colorato, fissata con bulloni, progettata nei materiali da Couderc e colori e finiture dalla Foss-Quillet. «Amiamo la forma a ciottolo e non volevamo coprirla o riprogettarla. Così abbiamo disegnato una gabbia in cui fosse visibile, ma intrappolata in un’impalcatura», ha spiegato il duo. Il brand, che nel segmento beauty è prodotto e distribuito dalla spagnola Puig, ha già in cantiere la prossima novità olfattiva per il secondo semestre del 2014. Ma ora l’attenzione è concentrata sul trio in edizione limitata disponibile negli shop Comme des garçons e da Dover street market a Londra e Tokyo-Ginza, oltre al neo inaugurato spazio di New York (vedere MFF del 18 dicembre 2013). (riproduzione riservata) Sopra, le tre fragranze studiate da Comme des garçons Progetti You khanga unisce Africa e Italia L’artigianalità italiana e l’artigianato legato alla cultura africana sono gli ingredienti chiave del progetto You khanga. Una collezione di calzature, che debutterà negli store a partire dalla primavera-estate 2014 offrendo una deh ll clinazione inedita del khanga, tessuto appartenente alla cultura dell’Africa equatoriale caratterizzato da fantasie e colori vivaci (nella foto). Sleepers e ballerine saranno i modelli base della prima stagione, distribuita in multimarca e concept store come Excelsior a Milano, Giglio a Palermo, Leam a Roma, La Coupole a Venezia e Fiacchini a Forte dei Marmi. «Con lo start up del progetto You khanga, nonostante i tempi difficili, abbiamo deciso di concentrarci sul mercato italiano perché riteniamo che dal punto di vista stilistico e qualitativo sia di riferimento per tutto il mondo. Ottenere un successo qui è un valore aggiunto che ci consentirà, in futuro, di affacciarci sul palcoscenico internazionale», ha spiegato a MFF Benedetta Ceppi, anima creativa del progetto, affiancata da Veruscha Rossi, proprietaria del brand. «La produzione delle collezioni ha una doppia identità che è un punto irrinunciabile per il nostro progetto: African life & Italian style. Per questo, i khanga sono prodotti in Kenya, mentre la confezione delle scarpe è tutta made in Italy, in un laboratorio del distretto calzaturiero marchigiano». Particolarità dei modelli sarà la loro unicità. Ogni pezza di tessuto utilizzato è, infatti, diversa dall’altra, non esistendo in Kenya lavorazioni seriali o stampe al laser. In più, strettamente legato all’iniziativa sarà il risvolto charity. «Quando abbiamo pensato questo progetto ci siamo dette che You khanga non doveva essere una di quelle realtà che dall’Africa prende e basta», ha concluso, «quest’anno sosterremo con una parte dei proventi all’orfanotrofio Asante Sana Roberto’s children home di Mambrui. In futuro speriamo di poter fare sempre di più e di dare lavoro a un numero crescente di Chiara Bottoni persone». (riproduzione riservata) S i chiamano AleRo, Essequadro, Look, Modo, Sunboo, Spektre, W-eye e sono soltanto alcuni tra i marchi di eyewear che fino a pochi anni fa erano noti a pochi o non esistevano affatto. Oggi, invece, sono la punta di diamante dell’eyewear italiano di ricerca, la nuova frontiera di un settore tra i più vivaci del made in Italy (+4,2% la produzione di occhiali in Italia, nei primi sei mesi del 2013, sostenuta dall’aumento dell’export a quota +5,4% rispetto al 2012). Originali, il design mescola le fogge rétro alle linee innovative, lavorati con criteri e fasi squisitamente artigianali, i nuovi brand nascono da piccole aziende fondate da giovani imprenditori indipendenti, che in piena crisi economica conquistano i più esigenti mercati internazionali, dando impulso all’economia locale. A Vasto (Chieti), cinque aziende dell’indotto auto, a serio rischio chiusura, hanno riconvertito la produzione, passando dai tergicristalli agli occhiali. Il merito è di due fratelli, Rosetta e Alessio Santoiemma, eredi di una famiglia di costruttori abruzzesi. Insieme, nel 2010 hanno dato vita a AleRo, un marchio di occhiali con brevetto internazionale, in coloratissima gomma naturale e con lenti Zeiss intercambiabili, distribuiti nelle migliori negozi di ottica, ma anche nei best shop di ben 12 Paesi del mondo, con un fatturato pari a 3 milioni di euro (l’export è del 65%) e la previsione di un clamoroso raddoppio nel 2014. «La passione per la moda, la nostra matrice imprenditoriale e il bisogno di diversificare, puntando IL FINALE DELLA SFILATA LOUIS VUITTON Direttore ed editore Paolo Panerai rigina dedica alle collezioni donna per l’autunno-inverno 2014/15, saliranno in pedana i primi look frutto del sodalizio. Il suo arrivo è stato preparato da una serie di cambi negli uffici stile della maison di Lvmh, che nel 2014 si presenterà davvero con un nuovo volto: a settembre, prima avvisaglia di una rivoluzione, era stata la nomina di Darren Spaziani in qualità di numero uno degli accessori LV, a cui si è affiancata la comunicazione sempre più massiccia fatta negli ultimi mesi su Kim Jones, direttore creativo menswear e su Julie De Libran, direttore studio ready to wear della donna di Vuitton. Anche se dalla primavera-estate 2015 si potrebbe configurare un approdo di Ghesquière persino alla guida dell’uomo (vedere MFF del 26 novembre 2013). Infine, a dicembre, è stato comunicato il ritorno di Camile Miceli, dopo una breve militanza in Dior, per il design dei gioielli della maison. Ghesquière avrà un compito arduo, quello di dare una nuova immagine del ready to wear del marchio nato con Marc Jacobs proprio in un frangente economico in cui la corazzata Lvmh ha registrato un rallentamento delle sue performance stellari (il gigante del lusso d’Oltralpe ha infatti chiuso i nove mesi del 2013 con ricavi per 20,7 miliardi di euro, in crescita di un contenuto +4%, diventato un +1,7% nel terzo trimestre, ndr). Procedendo in ordine cronologico di debutti, il 2014 inizierà con la presentazione a Parigi, lunedì 20 gennaio, della prima collezione creata da Marco Zanini per Elsa Schiaparelli; all’alta moda farà seguito, a febbraio, il proget- to legato alla collezione prêt-à-couture, un mondo super lussuoso a metà tra il prêt-à-porter e la couture. Il marchio rilevato nel 2007 da Diego Della Valle tornerà così ufficialmente a nuova vita dopo la presentazione di luglio delle 18 creazioni speciali realizzate da Christian Lacroix. Il nuovo percorso di Zanini, ex direttore creativo di Rochas, coinciderà con l’arrivo di Alessandro Dell’Acqua alla guida stilistica della casa di moda fondata nel 1925 da Marcel Rochas e oggi gestita da Procter & Gamble e Gibò. Milano ospiterà, invece, il primo show di Moschino sotto la direzione creativa di Jeremy Scott, marchio del gruppo Aeffe negli ultimi 20 anni guidato da Rosella Jardini. Un passo avanti nella strategia di rinnovamento abbracciata dal gruppo guidato da Massimo e Alberta Ferretti, che dopo la nomina di Natalie Ratabesi alla guida del marchio Philosophy aveva stupito con il deal per il rilancio della maison Ungaro a opera di Fausto Puglisi. A marzo, al di fuori dei calendari ufficiali, Nicola Formichetti farà sfilare invece per la prima volta la sua nuova Diesel a Venezia, città simbolo del territorio dove è nato e cresciuto il marchio ammiraglio del gruppo Otb-Only the brave di Renzo Rosso. L’ex direttore creativo di Mugler ha lasciato la poltrona della label di proprietà del gruppo Clarins allo stilista georgiano David Koma. Il debutto in passerella è fissato a Parigi per il prossimo settembre con la collezione p/e 2015. Ma, prima di allora, il panorama fashion potrebbe riservare qualche altra sorpresa. (riproduzione riservata) Chiara Bottoni Indagine Eyewear, la rivincita degli indipendenti Il segmento dell’occhiale made in Italy sta registrando il fiorire di piccoli marchi di nicchia, ad alto contenuto design e con interessanti percorsi di ricerca. Michela Zio W-eye è, invece, il brand del friulano Doriano sulla ricerca e sulla qualità made in Italy», ha Mattellone, che dell’amore per il mestiere del detto a MFF Rosetta Santoiemma, specializfalegname ha fatto un business: gli occhiali zata in economia, «ci ha portati a creare una con la montatura di legno, rifiniti a mano, sono nuova tipologia di prodotto, con una struttumarchiati con un sofisticato sistema laser che ra elastica fatta di capi divisione collegati a ne determina la tracciabilità. Stimolata dalla una rete di collaborazioni esterne e accordi in green economy, a Pescara la neonata Sunboo esclusiva con ex terzisti del settore auto, in produce occhiali di bamboo, mono o bicolor, grande crisi soprattutto in Abruzzo». AleRo riscuotendo consensi entusiastici tra hipster e presenterà a Pitti immagine uomo di gennaio blogger di mezzo mondo. Look the concept una nuova linea interamente artigianale (ogni factory nasce a Longarone, nel cuore del diocchiale richiede 72 passaggi rigorosamente stretto bellunese più attivo del settore; è un hand made). Modo, invece, è un’azienda nata gruppo giovane (tutti i 200 dipendenti hannel 1990 a New York per iniziativa di un giono tra i 25 ai 45 anni) che produce solo brand vane imprenditore, Alessandro Lanaro e che propri, tra cui AVD-Augusto Valentini deoggi ha sede anche a Milano, con un portfolio sign, la collezione di di sei marchi di occhianicchia destinata a un li, alcuni in licenza, altri target decisamente più prodotti in private label. alto e distribuiti in 8 Modo è il brand della mila punti vendita in casa che punta sull’ar60 Paesi del mondo. tigianalità, sulla forte Una nuova iniziativa identità stilistica, sulla proietta ulteriormente qualità esclusiva e con l’azienda del Cadore prezzi medi. Due anni verso l’innovaziofa l’azienda italo-ameNella foto, due proposte Modo ne più pura: nel 2013 ricana che produce ogni ha indetto un concorso in partnership con lo anno circa un milione di pezzi e che conta, IED-Istituto europeo di design di Milano, nel 2014, di raddoppiare le vendite delle sue riservato ai giovani laureati che hanno disecollezioni, ha lanciato Eco, una linea costruignato occhiali e relativo packaging. Il modello ta per il 95% con materiali riciclati. «Dopo la vincitore sarà prodotto ed entrerà nella collemoda del lusso di massa ben interpretata dai zione AVD che verrà svelata al Mido 2014. gruppi leader dell’occhialeria mondiale», ha Ed è proprio il salone milanese il grande prodetto il manager Giovanni Lo Faro, «oggi il pulsore della moda degli occhiali di ricerca, consumatore segue il forte impulso di portaanche se gli altri soggetti espositivi italiani re prodotti esclusivi. Ed è una tendenza che non stanno certo a guardare. Se, infatti, Pitti nel nostro settore durerà a lungo». Ed è nato all’ombra della Madonnina anche Spektre. Dal immagine, ha visto raddoppiare la presenza debutto nel 2009 il suo obiettivo è condividedi brand eyewear nelle due ultime edizioni, re il gusto per l’estetica attraverso un prodotto ProgettoCalabianaMilano, il nuovo spazio interamente disegnato e realizzato in Italia. polifunzionale della periferia est del capo- luogo lombardo, lo scorso ottobre ha varato DaTe, una tre giorni di soli occhiali di ricerca con 80 label in casa. Mido, invece, dedica dal 2007 uno spazio speciale di oltre 3 mila metri quadrati ai liberi creatori che, sganciati dai condizionamenti dei grandi numeri, possono concedersi il lusso di sperimentare e di osare a Mido Design Lab. E proprio a sostegno della tesi che l’occhiale di ricerca e di design esercita sempre più appeal sul consumer, nel 2013 ha debuttato l’Out Of Mido, evento collegato al Salone del mobile di Milano, con l’obiettivo di dare visibilità a quelle aziende con un elevato contenuto di design. «Oggi l’occhiale è un elemento del look a tutti gli effetti e ha la forza di sganciarsi dall’omologazione imposta dalla moda e dalle griffe», ha spiegato Giovanni Vitaloni, vicepresidente del salone. «Da questi presupposti e dalle esigenze di un pubblico sempre più attento, nasce l’occhiale di design, frutto di un lavoro di ricerca che passa attraverso materiali innovativi, sperimentazioni di forma e colore e lenti ad alto contenuto tecnologico; è scommettendo su questi punti sta conquistando i mercati. Se all’estero il trend è più consolidato, gli italiani lo sta scoprendo negli ultimi anni e proprio per questo la forza propulsiva e creativa è ancora maggiore. La grande vitalità delle nostre aziende è soprattutto nella ricerca dei materiali, nella produzione artigianale e nell’attenzione al dettaglio quasi maniacale: chiude il cerchio una distribuzione selettiva. Penso che il futuro del settore passi anche attraverso questi marchi indipendenti che mettono il prodotto fatto bene ed estremamente curato al centro della loro attività. Visto il successo ottenuto», ha concluso, «riproporremo Out Of Mido ad aprile 2014, sempre nel contesto del Fuorisalone». (riproduzione riservata) 02.01.14 Espansione Bensimon parte alla conquista dell’Italia Bensimon guarda all’Italia per espandere ulteriormente il proprio universo lifestyle. Il marchio fondato nel 1975 dai fratelli Serge e Yves Bensimon si prepara a un 2014 tutto destinato al Belpaese con una serie di collaborazioni e iniziative attraverso le quali consolidare la propria fama in un mercato ancora vergine. «Siamo ben posizionati a livello internazionale, la Francia rappresenta la metà del nostro giro d’affari e il secondo mercato è la Corea del Sud, ma non abbiamo mai dato il via a una strategia di espansione forte in Italia», ha spiegato a MFF Serge Bensimon. «Con l’anno nuovo avvieremo una collaborazione worldwide con 10 Corso Como per la primavera-estate 2014, mentre abbiamo intenzione di portare negli spazi de La Rinascente, in occasione del Salone del mobile di Milano, le collezioni design di artisti che ospitiamo all’interno di Gallery S. Bensimon, concept dedicato ai giovani creativi». L’obiettivo è quello di rafforzare la propria presenza che conta su un centinaio di clienti wholesale che distribuiscono prevalentemente le iconiche calzature Tennis (che da sole rappresentano il 45% del fatturato e che negli anni sono state griffate da Chanel, Jean Paul Gaultier, A.p.c. e, più di recente, da Dkny e J. Crew), conquistando nuovi punti vendita nelle località marittime e con la previsione di inaugurare un concept store Autour du monde a Milano. Il marchio, che conta su una quarantina di monomarca Autour di monde e Home Autour du monde, l’insegna che esprime le collezioni design del marchio, tra Francia, Belgio, Sud Africa e Taiwan e 2 mila punti vendita nel mondo, ha di recente inaugurato un concept store all’interno del Sofitel Arc de Triomphe di Parigi e si prepara a svelare a gennaio la collaborazione con La Redoute per una linea di arredi low cost disegnati dagli artisti che fanno parte della Gallery S. Bensimon. (riproduzione riservata) Alessia Lucchese
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