Traduzione commentata dell’incipit di Grimms Wörter – Eine Liebeserklärung, di Günter Grass Introduzione Grimms Wörter è, per molti versi, una biografia anomala. Innanzitutto è la biografia non di una sola persona, ma di due. Non è dunque un unico bios, un unico io a costituire l’oggetto della narrazione, ma non si può neanche dire che si tratti di due soggetti scissi. Se questo testo fosse scritto in greco antico, probabilmente riscontreremmo una forte presenza del duale, caso connaturato a tutto ciò che, in natura, esiste in doppia copia. E del resto, nell’immaginario collettivo, pensare a un fratello Grimm senza l’altro sarebbe altrettanto innaturale che dire Oreste senza Pilade, Bouvard senza Pécuchet, Pincopanco senza Pancopinco, Stanlio senza Ollio e così via… Un’altra particolarità è la notorietà del biografo, il cui nome sulla copertina spicca forse quanto quello dei due protagonisti. Mentre, dunque, nella maggior parte delle biografie, l’autore tende ad eclissarsi, e l’appeal del libro sta tutto nella persona che fa da referente e di cui si vuole conoscere la storia, qui si stabilisce una tensione tra due poli (quasi) di pari importanza. Questo rapporto, del resto, è evidenziato già nel sottotitolo: Grimms Wörter si qualifica, infatti, come una “dichiarazione d’amore”. Ma la caratteristica che più interessa il presente lavoro è la cornice di questo testo: così come si parla di “biografie per immagini”, Günter Grass ha voluto scrivere una “biografia per parole”. Omaggiando una delle fatiche più significative dei due fratelli, ovvero il Dizionario della lingua tedesca, l’autore dedica ogni capitolo di questo libro ad una lettera, come se si trattasse delle voci di un vocabolario. Non sono presenti, però, tutte le lettere dell’alfabeto, bensì solo A, B, C, D, E, F, K, U e Z. La scelta di queste lettere si chiarisce poi nell’ampiezza del titolo dato a ciascun capitolo: Im Asyl, Briefswechsel; Die Cäsur; Däumeling und Daumesdick; Der Engel, die Ehe, das Ende, Bis die Frucht fiel; Vom Friedhof zu endlosen Kriegen; Ungezälte Kukucksrufe; Am Ziel. Dovrebbe già, a questo punto, essere manifesta la difficoltà che la traduzione di un simile testo comporta. È possibile individuare almeno tre dominanti, che il traduttore dovrebbe tentare di seguire: 1. la resa delle “parole dei Grimm”, evocate nel titolo, che sono non solo le parole adatte ad interpretare e periodizzare la loro vita, ma anche e soprattutto quelle parole che i due hanno amato tanto (filologia, appunto) da farne il proprio principale motore e obiettivo; 2. il rispetto del linguaggio e dello stile di Günter Grass, autore con una poetica non di poco peso; 3. indissolubilmente legato a quest’ultima, la salvaguardia dell’aspetto “ludico” del testo, ovvero la centralità delle lettere (nel senso di Buchstaben) con cui iniziano alcune parole. Questo elemento distintivo è presente non solo nei titoli dei capitoli, ma anche nel testo stesso ed è strettamente connaturato alla forma del testo. Si è scelto, per la presente traduzione (limitata solo alle prime cinque pagine del libro), di privilegiare quest’ultimo aspetto. Ciò, senza dubbio, fa di questo lavoro un mero esercizio di stile, giustificato forse dalla visione del corso, nell’ambito del quale questo elaborato viene scritto, come una palestra di traduzione. Traduzione con testo a fronte Asilo Im Asyl Dalla A di avvio alla Z di zavorra. Parole di anni e anni fa, che ormai sono antiquate o girano appartate nella ruota dell’ansia, e poi altre , che vengono arrogantemente ancora alla bocca: allontanate, accompagnate da qualche altra parte. Ah, amico Adamo! C’erano una volta due fratelli, di nome Jacob e Wilhelm, che si diceva fossero inseparabili e famosi in tutto il mondo. Per questo, a causa del loro cognome, Grimm, venivano chiamati “i fratelli Grimm”, “i due Grimm”, “i germani Grimm”, o da alcuni semplicemente “i Grimm”. Persino oggi, che ci si adorna volentieri di prestiti, si parla spesso dei Brothers Grimm, che sia solo per sentito dire da affabulatori intenti a raccontarci le storie di Dognipelo e di Cenerella. Poiché erano nati in quella parte dell’Hessen, che insieme al Granducato di Hanau andava a Von A wie Anfang bis Z wie Zettelkram. Wörter von altersher; die abgetan sind oder abseits im Angstrad laufen, und andere, die vorlaut noch immer bei Atem sind: ausgewiesen, abgeschoben nach anderswo hin. Ach, alter Adam! Es waren einmal zwei Brüder; die Jacob und Wilhelm hießen, für unzertrennlich und landesweit als berühmt galten, weshalb sie ihres Nachnamens wegen die Brüder Grimm, Grimmbrüder, auch Gebrüder Grimm, von manchen die Grimms genannt wurden. Selbst nach heutigem Sprachgebrauch, der sich gern mit Anleihen brüstet, sind sie als Grimm Brothers Redensart, und sei’s nur vom Hörensagen als Märchenonkel, die uns von Allerleirauh und Aschenbrödel erzählen. Geboren in jenem Teil Hessens, der mit der Obergrafschaft Hanau im deutschen Flickenteppich der Kleinstaaterei als einer von über costituire uno dei trecento staterelli che componevano il mosaico tedesco, rimasero legati al modo di parlare di quella regione, anche se più tardi esso fu mitigato da diversi cambi di residenza. Jacob venne al mondo nel 1785, Wilhelm un anno più tardi, cioè appena prima della Rivoluzione Francese, la quale provocò enormi cambiamenti nelle strutture del potere fin nelle lontane colonie, ma non nell’Hessen. O almeno non accadde quasi nulla nella loro città natale Hanau, dove il padre Philipp Wilhelm Grimm esercitava la professiore di Avvocato di Corte prima e di Segretario di Stato poi. Così anche nella vicina Francoforte, se si eccettua l’incoronazione imperiale, di cui i fratelli serberanno nebulosa memoria a distanza di un anno: le immagini colorate offerte dallo spettacolo della parata delle truppe landgravie ne abbellivano il ricordo. Il tuonar dei cannoni e la paura della guerra restavano lontani, ma scura era la vicina foresta in cui correvano i ragazzi e i desideri, e la paura germogliava sotto molte forme. I Grimm si trasferirono in seguito a Steinau, una cittadina che si trovava sulla strada dei commerci tra le città mercantili di Francoforte e Lipsia. Qui Jacob e Wilhelm furono istruiti da un precettore, fino al momento in cui, dopo la morte del padre, si trasferirono a Kassel, dove a causa delle ristrettezze economiche vennero iscritti al liceo, col sostegno della zia Zimmer, la quale, in quanto dama di corte, godeva di una buona reputazione e disponeva di un dreihundert Flecken galt, blieb ihnen der dort übliche Zungenschlag bis ins Alter anhänglich, wenngleich gemildert durch Ortswechsel. Jacob kam 1785 zur Welt, Wilhelm ein Jahr später, zeitlich nur eine kurze Spanne vor der Französischen Revolution, deren Folgen das europäische Machtgefüge bis in ferngelegene Kolonien, doch in Hessen kaum etwas änderten. Jedenfalls tat sich in ihrer Geburtsstadt Hanau, wo der Vater Philipp Wilhelm Grimm als Hofgerichtsadvokat, dann Stadtsekretär seines Amtes waltete, so gut wie nichts, desgleichen im nahen Frankfurt, abgesehen von einer Kaiserkrönung, an die sich die Brüder später aus dem trübenden Abstand der Jahre erinnern werden: das Schauspiel der landgräflichen Truppenparade bot bunte Bilder, die das Gedächtnis schönte. Kanonendonner und des Krieges Schrecken blieben fern, aber dunkel stand ihnen der Wald nahe, in dem sich Kinder und Wünsche verliefen und in vielerlei Gestalt die Angst wurzelte. Danach lebten die Grimms in Steinau, einem an der Handelstraße zwischen den Messestädten Frankfurt und Leipzig gelegenen Städtchen, in dem Jacob und Wilhelm von Hauslehrern unterrichtet wurden, bis sie nach dem Tod des Vaters nach Kassel zogen, wo sie bei karger Lebensführung aufs Lyzeum gingen, unterstützt von Tante Zimmer, die als Hofdame Ansehen genoß und über ein kleines Vermögen verfügte. Von drei weiteren Brüdern, der piccolo capitale. Degli altri tre fratelli e della sorella, di cui dopo la morte della madre furono Jacob e Wilhelm a doversi occupare, solo Ludwig Emil Grimm è noto alla posterità. Costui, chiamato dagli altri fratelli Louis, ha disegnato con morbida matita, caricaturato con piuma veloce, ed eternato in un’incisione su rame la celebre coppia, di cui sola si parlerà da questo momento in poi: Jacob è davanti a Wilhem, di lato, cosicché i loro profili restano incisi in maniera nitida. Entrambi in una posa nobile, il più grande col collarino chiuso, il più giovane ha i bordi del colletto tirati su. Il loro sguardo è fisso su qualcosa che sembra trovarsi molto lontano. I capelli dell’uno sono arricciati, quelli dell’altro leggermente ondulati. Sui loro volti, un’espressione seria. I fratelli. La coppia di fratelli vestita in maniera borghese. Stampata sulle copertine dei libri e sulla banconota da mille marchi, riportata sui francobolli. Buona come marca da bollo tedesca, come monumento, per dar nome alle strade e ai festival, adatta ad accalappiare turisti giramondo: una “strada delle fiabe” segue il binario della loro vita. Così evidentemente invitante e confacente ad ogni gusto ci è stata tramandata e giudicata innocua. Io invece vedo questi due fratelli sempre curiosi davanti ai carrelli carichi di libri. Mentre sfogliano fascicoli rilegati in pelle di maiale, impilano gli uni sopra gli altri libroni, miti, saghe, leggende, ricercano manoscritti scomparsi; questo già da Schwester, die nach dem Tod der Mutter von Jacob und Wilhelm versorgt werden mußten, wurde der Nachwelt nur Ludwig Emil Grimm bekannt. Er, von allen Geschwistern Louis gerufen, hat die namhaften Brüder, um die es zu allererst und fortran gehen soll, mit weichem Blei gezeichnet, mit schneller Feder karikiert und mit harter Radiernadel auf Kupferplatten verewigt: Jacob vor Wilhelm aus seitlicher Sicht gestellt, so daß sich ihre Profile gestochen scharf eingeprägt haben. Beide in edler Handlung, der ältere mit geschlossener Halsbinde, des jüngeren Kragenspitzen stehen ab. Ihr Geradeausblick auf etwas fixiert, das fernab zu finden sein mag. Des einen Haar fällt gelockt, des anderei leicht gewellt glatt. Ihr jeweils ausdrücklicher Ernst. Die Gebrüder. Das bürgerlich gekleidete Brüderpaar. Auf Titelblättern, dem Tausendmarkschein gedruckt,als Briefmarken gestempelt. Deutsche Wertzeichen, für Denkmäler, Straßennamen, Festspiele tauglich und fürs Anwerben wanderfreudiger Touristen geeignet: eine Märchenstraße folgt ihrer Lebensbahn. So augenfällig anheimend und angepaßt dem allgemeinen Geschmack wurde sie uns überliefert und zur Harmlosigkeit verurteilt. Ich aber sehe sie als Doppelgespann lebenslänglich vor den stets überladenen Bücherkarren gespannt. Wie sie in Schweinsleder gebundene Schwarten wälzen, Folianten stapeln, Mythen, Sagen, Legenden, verschollenen Manuskrip- studenti a Marburgo e poi altrove, ovunque possa essersi nascosto qualcosa di dimenticato. Romantici, a tratti Biedermeier, innamorati pazzi delle parole, selezionano lemmi, contano le sillabe, interrogano la lingua sulla sua origine, subodorano la rotazione consonantica, svelano doppi sensi, risvegliano con un bacio ciò che era dormiente, spazzano via la polvere da canuti monumenti linguistici e anche più tardi sempre lì a ficcare il naso tra le parole, su ogni lettera con particolare attenzione alle vocali iniziali. La loro disperata ricerca e la fronda autoimposta. Gli spiritosi dicevano che ci si poteva benissimo immaginare Jacob racchiuso tra due copertine e rilegato in pelle finissima. Non si dirà niente, per il momento, di tutto ciò che riuscirono a stanare col loro fiuto – Wilhelm negli archivi, Jacob persino in trasferta, a Vienna mentre i partecipanti al Congresso ballavano il valzer e ridisegnavano lo scacchiere geopolitico – e ravvivarono con il loro soffio zelante, che in Lutero si chiamava ancora afflato divino. Solo un accenno: entrambi, benché appaiano relegati nell’immagine di coppia di fratelli, erano unici ed opposti. Anche quando lavorarono insieme, per la prima volta su incarico del poeta Brentano – “poiché a Clemens mancavano la costanza o la voglia” è stato Wilhelm a lisciare e ad uniformare il tono delle fiabe, raccolte dapprima nella loro versione originale e perciò grezza così come venivano raccontate presso i telai e riferite loro da amici che se ne facevano ten auf der Spur sind, schon in Marburg als Studenten und später anderenorts, wo immer sich Vergessenes abgelagert haben mochte. Romantiker, unterwegs ins Biedermeier, die wortvernarrt Wörter klauben, Silben zählen, die Sprache nach ihrem Herkommen befragen, Lautverschiebungen nachschmecken ,verdeckten Doppelsinn etblößen, Entschlafenes wachküssen, von altehrwürdigen Sprachdenkmälern den Staub wegwedeln und später als Wortschnüffler um jeden Buchstaben und besonders pingelig um anlautende Vokale besorgt sein werden. Ihre heillose Sucht und selbstverordnete Fron; Spötter meinten, man könnte sich Jacob zwischen Buchdeckel gesperrt, in kostbares Leder gebunden vorstellen. Doch soll es vorerst ungenannt bleiben, was alles die beiden in Bibliotheken mit Spürsinn aufstöberten – Wilhelm in Kellerarchiven, Jacob sogar auf Reisen, so in Wien, während walzerselig der Kongreß tante oder Länderschacher betrieb – und dank fleißiger Beatmung, bei Luther noch Odem, wiederbelebten. Nur soviel: beide waren, so vergattert sie als Brüderpaar auftraten, eigen und gegensätzlich. Wenn sie sich, anfangs noch im Auftrag des Dichters Brentano, gemeinsam tätig sahen, hat danna aber - >> weil es Clemen san Ausdauer oder Lust mangelte<< - allein Wilhelm alle gehorteten Märchen, wie sei in Hessens Spinnstuben erzählt wurden und die ihnen befreundete Zuträger portavoce, per renderle pubblicabili e far sì che non cadessero nelle fauci dell’oblio/nel dimenticatoio. Ampliate edizione dopo edizione, sono giunte così fino a noi le Fiabe del focolare dei Grimm. Il fratello più grande, Jacob, si interessava piuttosto dell’etimologia delle parole e ne investigava le regole grammaticali. Mentre Wilhelm imbrogliava qua e là in favore dell’armonia sonora, Jacob era sempre fedele alla lettera. Si limitavano e completavano a vicenda. In molti dei luoghi in cui hanno lavorato, i loro studioli si trovavano uno accanto all’altro permettendo più tardi, grazie a porte comunicanti che restavano occasionalmente aperte, muti scambi di materiale scritto, ferventi discussioni e persino dispute sottovoce da una stanza all’altra. In questo modo gran parte della polvere depositata sui libri finì nei loro polmoni, soprattutto in quelli di Wilhelm, il quale era cagionevole di salute. Egli si ammalava spesso, si lasciava andare agli umori, se ne stava con lo sguardo perso nel vuoto e allora appariva come assente e bisognoso dell’incoraggiamento del fratello. Spesso cercavano conforto nella natura e per questo mi si sono presentati di frequente come grandi camminatori: nel parco del castello di Kassel, lungo le rive del Fulda, o più tardi allo Zoo di Berlino e ancora oggi evocati su richiesta o con intenti furbeschi. Qualche volta ognuno per conto proprio, perché da quanto so Jacob aveva il passo più svelto di geliefert hatten, vorerst in grober, weil ursprünglicher Fassung, danach behutsam geglättet und in gemäßigten Ton gebracht, sodann als Buch herausgegeben, auf daß sie nicht in den allzeit offenen Schlung des Vergessenes fielen. Auflage nach Auflage verbreitet, sind sie uns als Grimms Kinder- und Haumärchen noch immer zu Hand. Der ältere der Brüder, Jacob, kümmerte sich mehr ums Herkommen der Wörter und ging ihrem grammatischen Regelwerk nach. Wo Wilhelm dem schönen Klang zuliebe ab und an schummelte, bliebe er wortgetreu. Sie ergänzten und grenzten sich ab. An verschiedenen Orten lagen ihren Gelehrtenstuben nebeneinander und erlaubten später, bei gelegentlich offener Zwischentür, stummen Austausch von Geschriebenem, heitere Anrede, auch halblauten Disput von Stube zu Stube. Dabei kam ihnen viel Bücherstaub in die Lungen, der besonders Wilhelm, dessen Gesundheit von schwacher Natur war, wenig bekam. Er kränkelte häufig, gab Stimmungen nach, sah unverwandt in Abgründe, schien dann wie abwesend zu sein und bedurfte der brüderlichen Aufmunterung. Oft suchten sie Ausgleich in der Natur weshalb sie mir bald und immer wieder, sei es in Kassels Schloßpark oder entlang dem Ufer der Fulda, sei es später in Berlina Tiergarten, aber auch gegenwärtig auf Wunsch oder aus listiger Absicht herbeizitiert, weil ich Jacob schnelleren Schritts als Wilhelm Wilhelm, e poi fianco a fianco per brevi tratti. Entrambi sono mossi dall’impeto interiore verso le parole; ci sono quelle dette e quelle non dette, che sussurrate restano fedeli, spingono e chiedono rumorosamente la precedenza. Basta che siano state dette una volta e sono riportate alla lettera, assumono un significato o si limitano a risuonare; quasi tutte si guadagnano il diritto ad essere accompagnate da una citazione. È un compito particolare ad aver reso i due fratelli così eloquenti. Mi sembra di sentirlo Jacob, mentre dopo essere giunto pian pianino da aristocrazia ad arteria, cambia l’aria, aggiungendo un accento sulla sillaba iniziale citando il “prender ària” di Schiller o “era senz’ària e non poteva più dire una parola”, e poi riprende alla lettera il tradizionale Fischart che chiama “venditori d’ària” i “suonatori di cornamusa, che per denaro emettono ària”. Nel frattempo Wilhelm, suo fratello, non riesce a vedere la fine della lettera D, tra dama, daga, deserto… Adesso è arrivato a “due”, “duo” come i due fratelli della fiaba. unterwegs weiß, dann auf kurzer Strecke Seit an Seit. Beide sind zuinnerts vom Andrang der Wörter bewegt, die gerufen wie ungerufen zur Stelle sind, wispernd anhänglich bleiben, drängeln und laut auf Vortritt bestehen. Kaum abgerufen, sind sie wortwörtlich da, ergeben Sinn oder klingen nur nach; fast alle erheben Anspruch, mit Zitaten bestätigt zu werden. Ein Auftrag besonderer Art hat die Brüder beredt gemacht. Schritt nach Tritt höre ich Jacob, nachdem er vom Adel auf Ader gekommen ist, den Atem abwandeln wobei er ihm zwischenlautlich ein H gönnt und das >>athemholen<< bei Schiller, des >>lebens athemkraft<< bei Goethe nachweist, dann Fischart althergebracht beim Wort nimmt , der die >>sackpfeifer, die für geld ihren athem verblasen<<, >>athemverkaufer<< nennt; derweil Wilhelm, dem Bruder hinterdrein, von Dank über Dorn und Durst der Wortstrecke des Buchstaben D kein Ende absehen kann: jetzt ist er bei drei. Dreierlei, den drei Wünschen im Märchen. Commento alla traduzione In questa breve nota si dà conto di alcuni problemi e scelte di traduzione (il riferimento è segnalato in corsivo nel testo tradotto). - Per salvaguardare la Z si è tradotto “Zettelkram” (scartoffie) con “zavorra”, che rende l’idea di accumulo e pesantezza. - Per la A di “abgetan” (liquidato) si è scelto “antiquato”. - Per la A di “abseits” (in disparte) si è scelto “appartato”. - Per “Angstrad” si è trovato un referente nella teoria teosofica di Jacob Böhme. Lo si è tradotto letteralmente. - Per la frase “vorlaut noch immer bei Atem” si è spostata la A su “arrogantemente” (per vorlaut). - “ausgewiesen” è, nel dizionario dei Grimm “expellere”, si è scelto dunque il sinonimo “allontanare”. - “abschieben” è, nel dizionario dei Grimm, “removere”. Si è scelto “accompagnate da qualche altra parte” per rendere più accettabile la frase. - In “Ach, alter Adam” si è cambiato “alter” in “amico”. - Per la resa di “Allerleirauh” si è scelta la traduzione Einaudi della stessa fiaba. - Per Aschenbrödel si è scelto “Cenerella” (presente nella versione Disney) poiché entrambi si discostano dalle versioni più correnti “Aschenputtel” e “Cenerentola”. - “Evidentemente invitante e confacente” vorrebbe rendere con un’allitterazione l’anafora “augenfällig anheimelnd und angepasst”. - La rima tra “Doppelgespann” e “gespannt” è resa con una rima tra “fratelli” e “carrelli”, anche se nel contesto sarebbe stato forse più adatto “carretti”. - “Beathmen” è nel dizionario dei Grimm “afflare”. Si è scelto soffio per offire al lettore l’immagine degli studiosi che soffiano via la polvere dai libri. Lo si è distinto dall’afflato divino (Odem) della Bibbia di Lutero. - “Adel” (nobiltà) diventa “aristocrazia” e nel dizionario è poco prima di “Ader” (vena) che diventa “arteria”. - La traduzione del passo che riguarda la parola “Athem” è sicuramente non adeguata, ma si è cercato di renderla accettabile attraverso alcune operazioni, più o meno discutibili: il senso di Atem (respiro) non è lontanissimo semanticamente da quello di aria; l’aggiunta di una H, legata al respiro, è stata sostituita con l’aggiunta di un accento (che implica comunque una considerazione di tipo metrico); si è consultato il dizionario dei Grimm alla voce “Athem” e si è scelta un’altra citazione da Goethe “sie war auszer athem und konnte kein wort sagen”, più facilmente traducibile. - Per la lettera D si sono scelte delle parole che potessero richiamare anche vagamente gli originali (Durst-sete-deserto). - Per la D di “drei” invece dei tre segreti si è usato il “due” dei Due fratelli della fiaba n. 60 dei Kinder- und Hausmärchen. Uno dei problemi di questa resa, però, è che si crea un riferimento (quello ai due fratelli) che nell’originale non c’è. Come si vede, tradurre questo testo è un paradosso, poiché le protagoniste sono le parole dei Grimm, quelle e non altre. E ogni tentativo di aggirare questo ostacolo non può che coinvolgere una buona dose di arbitrarietà. FLAVIA DI BATTISTA, Dicembre 2014 Indicazioni bibliografiche Testo di partenza: Günter Grass, Grimms Wörter, eine Liebeserklärung, Deutscher Taschenbuch Verlag, München, 2010. Strumenti: - Bruno Osimo, Manuale del traduttore Hoepli, 2011. - Jacob e Wilhelm Grimm, Fiabe del focolare, trad. it. Clara Bovero, Einaudi, Milano, 1992. - Jacob e Wilhelm Grimm, online Wörterbuch.
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