Una breve presentazione di Reuven Feuerstein Reuven Feuerstein, nato a Botosan, in Romania nel 1921, da una famiglia di rabbini, quinto di nove figli, inizia la sua formazione universitaria nella città di Bucarest dove lavora anche come insegnante nei campi creati dal movimento sionista per la preparazione alla vita in Israele. L'invasione nazista, lo vede prima prigioniero, poi, nel ’44, una volta riuscito a fuggire, si reca nell’ancora non costituito Stato d’Israele. Lì Feuerstein trova la possibilità di prendersi cura dei bambini sopravvissuti alla Shoah o vittime di persecuzioni razziali. Scrive David Meghnagi nell’introduzione di La disabilità non è un limite, se mi ami costringimi a cambiare (R. Feuerstein, Y. Rand, R. S. Feuerstein, LibriLiberi, Firenze, 2005, pag. VIII): “L’idea che un limite di partenza fosse insanabile era un lusso che la società israeliana non poteva permettersi. Negli anni Cinquanta non c’era persona in quel paese che non avesse una tragedia personale da raccontare. Talora era l’intera comunità di origine a essere stata sterminata. Se non era lui stesso un sopravvissuto, i suoi parenti erano scomparsi nei lager. (…) Infine c’erano le masse di diseredati, sfuggiti ai progrom dei paesi arabi.” Alla fine degli anni '40 e '60, una volta terminata la guerra, dirige i servizi psicoeducativi del Youth Aliya, organizzazione che curava l'immigrazione dei giovani in Israele e prosegue la sua attività studiando i bisogni educativi dei bambini ebrei rifugiati provenienti dai paesi arabi come il Marocco, la Libia, lo Yemen e con ebrei di origine etiope giunti in Israele in seguito all’operazione “Mosè”. Al loro arrivo i bambini venivano sottoposti a test di intelligenza, grazie a questa esperienza, Feuerstein notò che gran parte dei bambini immigrati risultavano classificati come insufficienti mentali, ma che interagendo con loro le prestazioni ai test miglioravano nettamente. Sempre negli anni Cinquanta, dopo essersi interessato dall’opera di Jung, recatosi in Svizzera per curare la tubercolosi contratta lavorando con i bambini scampati ai lager, entra in contatto con il pensiero di Jean Piaget. Anche le opere di Maria Montessori, Berthold Otto e Gustav Wineken, utilizzate come modelli pedagogici nei kibbutz di Gerusalemme, avevano influenzato molto il suo pensiero negli anni precedenti. Nel 1970 conseguirà un dottorato di ricerca in Psicologia evolutiva presso l'Università della Sorbonne a Parigi. La sua attività iniziata con l’Organizzazione Aliyat Hanoar (l’emigrazione in Israele dei minori) confluirà, nel 1992 nell’apertura dell’ICELP, International Center for the Enhancement of Learning Potential a Gerusalemme. Grazie ai suoi studi sulle numerose esperienze con soggetti esposti a contesti di disagio e deprivazione Feuerstein, ha aperto una innovativa linea di ricerca che ha anticipato i recenti sviluppi degli studi neuroscientifici. Infatti, prendendo in parte le distanze dalle teorie piagetiane e in accordo con l'insegnamento di Vygotskij, relativo alla teoria della modificabilità cognitiva strutturale, (L. Vigotskij, Storia dello sviluppo delle funzioni psichiche superiori e altri scritti, Firenze, Giunti, 1974), maturò la convinzione che l'intelligenza non è un'entità fissa e immutabile nel tempo, bensì un insieme di abilità dinamiche e plasmabili, che possono essere sviluppate. Negli anni successivi, Feuerstein metterà a punto uno strumento di diagnosi dinamica in grado di rilevare le potenzialità di apprendimento di un soggetto (LPAD) che sarà integrato con altri elementi fondamentali del suo Metodo: la Teoria della Modificabilità Cognitiva Strutturale, l’approccio metodologico dell’esperienza di apprendimento mediato (EAM), supportato dalla mappa cognitiva e l'elenco delle funzioni cognitive carenti, la creazione del complesso Programma di Arricchimento Strumentale, e la riflessione sulle dinamiche degli Ambienti Modificanti. Secondo il cuore della pedagogia di Feuerstein è necessario offrire a chi si trova in una condizione di svantaggio un’accettazione attiva e non passiva, perché volta alla ricerca di tutti i mezzi per ridurre lo svantaggio di partenza, al fine di offrire la possibilità di raggiungere le migliori condizioni di vita possibili e soprattutto di conquistare l’autonomia insieme alla capacità di rendersi utili a se stessi e agli altri. Secondo Feuerstein, infatti, l'intelligenza è la propensione dell'organismo a modificarsi nella sua struttura cognitiva, in risposta al bisogno di adattarsi a nuovi stimoli, di origine interna o esterna che siano. L'Istituto di Gerusalemme da lui fondato, oltre a offrire il trattamento ai soggetti deprivati, è un centro in cui si sviluppa la ricerca, la diffusione a livello internazionale del metodo e la formazione degli educatori. Professore di Psicologia dell’Educazione all’Università Bar Ilan (Israele), nel corso della sua attività Feuerstein ha ricevuto numerosi riconoscimenti, tra gli altri, l’ISRAEL PRIZE nel 1992, il titolo di Dottore Honoris Causa presso l'Università Babes-Bolyai in Romania nel 2009 ed è stato candidato Premio Nobel per la Pace nel 2012. La Professoressa Pnina Klein, dell’Università di Bar Ilan, ha scritto “He was the Einstein of education”. La Teoria della Modificabilità Cognitiva Strutturale è stata oggetto di numerosissime ricerche scientifiche e innumerevoli casi di studio. Il Metodo Feuerstein viene seguito in svariati Paesi del mondo, da Israele all’Amazzonia, al Rwanda fino al Brasile, al Sud Africa, agli Inuit in Canada. Feuerstein è stato portatore dell'ideale pacifista di una trasformazione della società attraverso l'educazione per la realizzazione del potenziale umano, proponendo un'azione educativa rivolta a tutti gli individui, di qualunque condizione, senza distinzione di nazionalità, genere o appartenenza culturale. Nonostante la sua scomparsa, avvenuta lo scorso aprile, all'età di 93 anni, resta la sua eredità di psicopedagogista geniale che ha dato speranza ed ha costituito una guida per migliaia di genitori di bambini con bisogni speciali e difficoltà di apprendimento che incoraggia a proseguire il suo impegno per realizzare quei cambiamenti necessari ad una formazione di qualità. Questo convegno è l'occasione per rendere omaggio a una delle figure più carismatiche e rivoluzionarie nel campo della psicologia clinica e delle scienze dell'educazione contemporanee. Una scelta essenziale di suggerimenti bibliografici Edizioni italiane di testi di Feuerstein R. Feuerstein, Y. Rand, J.E. Rynders, Non accettarmi come sono, Sansoni, Milano, 1995 R. Feuerstein, R. S. Feuerstein, Y. Mintzker, L’esperienza di apprendimento mediato. Linee guida per genitori, ICELP, Gerusalemme, 2001 – Trad. di Nicoletta Lastella R. Feuerstein, Y. Rand, R. S. Feuerstein, La disabilità non è un limite. Se mi ami, costringimi a cambiare, LibriLiberi, Firenze, 2005 R. Feuerstein, R. S. Feuerstein, L. Falik, Y. Rand, Il programma di Arricchimento Strumentale di Feuerstein. Fondamenti teorici e applicazioni pratiche, Erickson, Trento, 2008 R. Feuerstein, Y. Rand, R. S. Feuerstein, LPAD: Learning Propensity Assessment Device - batteria per la valutazione dinamica della propensione all'apprendimento, Erickson, Trento, 2013 – tra i curatori della edizione italiana: Sandra Damnotti, Nicoletta Lastella R. Feuerstein, L. Falik, “Modificabilità cognitiva strutturale e neuroplaticità: affrontare la necessità e il potenziale di cambiamento” in S. Guetta, (a cura di), Saper educare in contesti di marginalità. Analisi dei problemi ed esperienze di apprendimento mediato, pp. 137-152, Koinè, Roma, 2010 Orientamenti bibliografici dei relatori sul modello e sul metodo di Reuven Feuerstein G. Bonansea, S. Damnotti , A. Picco, Oltre l'insuccesso scolastico, SEI, Torino, 1996 S. Damnotti, Come si può insegnare l'intelligenza, Giunti & Liscioni, Teramo, 1993 S. Guetta, Il successo formativo nella prospettiva di Reuven Feuerstein. Materiali di studio sul processo di apprendimento, Liguori, Napoli, 2001 S. Guetta, “Esperienza di apprendimento mediato per l’inclusività”, in S. Guetta, (a cura di), Saper educare in contesti di marginalità. Analisi dei problemi ed esperienze di apprendimento mediato, pp. 64-71, Koinè, Roma, 2010 S. Guetta, “Tra metacognizione ed empatia: una riflessione sul contributo di alcuni strumenti del metodo Feuerstein,” in A. Mannucci, L. Collacchioni (a cura di), L'avventura formativa tra corporeità, mente ed emozioni, pp. 109-129, ETS, Pisa, 2009 J. Kopciowski, L'apprendimento mediato secondo il metodo Feuerstein, La Scuola, Brescia, 2002 J. Kopciowski, Migliorare se stessi per ottenere di più: riflessioni teoriche e proposte operative secondo il pensiero di Reuven Feuerstein, Koinè, Roma, 2007 J. Kopciowski, L’apprendimento mediato entra in classe: Editrice La scuola, Brescia, in corso di stampa J. Kopciowski, “La vita è relazione”, in S. Guetta, (a cura di), Saper educare in contesti di marginalità. Analisi dei problemi ed esperienze di apprendimento mediato, pp.107-127, Koinè, Roma, 2010 U. Margiotta, “Prefazione italiana”, in R. Feuerstein, R. S. Feuerstein, L. Falik, Y. Rand, Il programma di Arricchimento Strumentale di Feuerstein. Fondamenti teorici e applicazioni pratiche, pp. 15-19, Erickson, Trento, 2008 U. Margiotta, “The structure of cognitive modifiability: a new deal for education in the XXI age”, in U. Margiotta (a cura di), The Changing mind, from neural plasticity to cognitive modifiability, pp.317- 353, Pensa Mutimedia, Lecce-Brescia, 2011 U. Margiotta, “Neuroplasticy and cognitive modifiability” in AA.VV. (Feuerstein Institute), Neural Plasticy and cognitive modifiability, pp 5-10, Medimond, Pianoro, 2013 D. Meghnagi, “Introduzione” in R. Feuerstein, Y. Rand, R. Feuerstein, La disabilità non è un limite. Se mi ami, costringimi a cambiare, LibriLiberi, Firenze, 2005 M. Minuto, R. Ravizza, Migliorare i processi di apprendimento. Il metodo Feuerstein dagli aspetti teorici alla vita quotidiana, Erickson, Trento, 2008 M. Minuto, A. Capra, C. Rossi, La mediazione nei processi di apprendimento. Il metodo Feuerstein nel mondo, Antologia multimediale in ambiente Hyperfilm, 2009 P. Orefice, Cambiamento umano e modificabilità cognitiva, in S. Guetta, (a cura di), Saper educare in contesti di marginalità. Analisi dei problemi ed esperienze di apprendimento mediato, pp. 87-92, Koinè, Roma, 2010
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