- martedì 20 gennaio 2015 - BANCHE I sindacati: preoccupazione e sconcerto nel credito cooperativo e nella politica sulla disdetta unilaterale l'Adige - 42 3.000 11,6 2 CASSE RURALI DIPENDENTI DELLE RURALI MILIARDI DI CREDITI MILIARDI I NUOVI Dopo la fusione tra Mori e Brentonico le Casse rurali in Trentino sono 42 I dipendenti delle Rurali trentine sono 2.300 che salgono a 3.000 con gli enti collegati I prestiti delle Casse rurali trentine sono scesi l’anno scorso fino a 11,6 miliardi Le Rurali trentine hanno erogato l’anno scorso quasi 2 miliardi di nuovi crediti Pagina: 8 - Contratto Casse rurali La rivolta dei bancari Scioperi, 90% in assemblea. Dubbi nei vertici TRENTO - I dipendenti delle Casse rurali partecipano in massa alle assemblee - «anche il 90-95%» sottolinea Domenico Mazzucchi della Fabi - ed esprimono delusione e protesta per la decisione della Federazione Trentina della Cooperazione, su indicazione di Federcasse, di disdettare unilateralmente il contratto integrativo e, dal 1° febbraio, disapplicarne le clausole con effetti sulle buste paga. Ma anche tra presidenti e direttori delle Rurali, convocati venerdì per affrontare il problema, crescono perplessità e preoccupazione, soprattutto sulle modalità con cui la decisione è stata presa e sull’impatto che gli otto giorni di sciopero previsti avranno sull’immagine stessa delle Casse verso i soci e i clienti, oltre che sui conti. Secondo una nota dei sindacati Fabi, Fiba Cisl, Fisac Cgil, Uilca Uil «a distanza di 20 giorni dalla comunicazione della disdetta unilaterale dei contratti provinciali e a una settimana dall’avvio delle azioni di sciopero proclamate dal sindacato (il primo giorno previsto è lunedì prossimo 26 gennaio ndr), aumentano all’interno e all’esterno del movimento del Credito cooperativo trentino lo sconcerto e le perplessità per l’iniziativa della Federazione di Trento». «Nessuno infatti riesce a capire - proseguono i sindacati - perché sia affidato a Federcasse Roma il compito di determinare unilateralmente le nuove condizioni economiche e normative con le quali, a partire dal prossimo 1° febbraio, sarà regolato il rapporto di lavoro dei circa 3.000 dipendenti trentini del settore, in sostituzione di un contratto provinciale rispetto al quale, fino a ieri, mai la Federazione trentina aveva espresso la necessità di una rivisitazione». Secondo i sindacati, i lavoratori non ne fanno una questione economica. In una lettera firmata personalmente e in corso di invio in questi giorni a ciascun cda delle Rurali, si precisa infatti che la loro partecipazione alle proteste e agli scioperi «niente ha a che vedere con la necessità di nuove regole o con possibili sacrifici economici e normativi anche a nostro carico». In ogni caso, ricorda Mazzucchi, la disdetta non è un problema di risparmio: «Parliamo del 3-4% del costo del personale». Lo sconcerto e la preoccupazione per gli effetti di questa decisione, affermano le organizzazioni sindacali, sarebbe ormai diffuso anche tra le forze politiche, con le quali i contatti sono in questi giorni «numerosi». Un’interrogazione è stata depositata in Consiglio provinciale e altre sarebbero in arrivo. L’allarme principale, rilanciato dai sindacati, è quello sulla «radicale revisione del concetto stesso di autonomia in un settore economico nevralgico e fondamentale quale quello del credito: le Casse Rurali rappresentano oggi l’ultimo sistema creditizio a diretta responsabilità locale». A Bolzano si tratta In questi giorni, sostengono Fabi, Fiba Cisl, Fisac Cgil e Uilca Uil, è in dirittura d’arrivo per le Casse altoatesine un contratto provinciale sostitutivo sia del contratto nazionale sia di quello provinciale, in attesa dei prossimi eventi nazionali. «Ci auguriamo vivamente che anche in Trentino si voglia fare altrettanto» e che, al pari di quanto deciso dalla Federazione di Bolzano, si riaffermi verso Roma «il sacrosanto diritto alla propria autonomia». Ma perplessità emergerebbero nello stesso credito coop. «Dalle dichiarazione dei diretti interessati registriamo infatti una netta e forte presa di distanza dalla iniziativa della Federazione da parte della larghissima maggioranza dei direttori e del personale dirigente trentino. Anche i cda e i presidenti di svariate Casse ci hanno espresso il loro vivo imbarazzo e la preoccupazione per la evidente perdita di peso politico del sistema trentino nel saper difendere e tutelare le specificità del proprio modello cooperativo». Alla luce di tutto questo, i sindacati ritengono possibile, anzi probabile, «che singole Casse e singole aziende aderenti alla Federazione Trentina prendano le distanze dall’attuale situazione». F. Ter. - martedì 20 gennaio 2015 - T R E N T I N O - Pagina: 18 - rurali Il contratto dei bancari diventa caso politico ◗ TRENTO «A distanza di 20 giorni dalla comunicazione della disdetta unilaterale dei contratti provinciali ed a una settimana dall’avvio delle azioni di sciopero proclamate dal sindacato, aumentano all’interno ed all’esterno del movimento del credito cooperativo trentino lo sconcerto e le perplessità per la iniziativa della Federazione». A dirlo, annunciando la conferenza stampa di domani sono Fabi, Fiba/ Cisl, Fisac/Cgil e Uilca «Nessuno infatti riesce a capire perché sia affidato a Federcasse Roma il compito di determinare unilateralmente le nuove condizioni economiche e normative con le quali, a partire dal prossimo 1 febbraio, sarà regolato il rapporto di lavoro dei circa 3.000 dipendenti trentini del settore, in sostituzione di un contratto provinciale rispetto al quale, fino ad ieri, mai la Federazione trentina aveva espresso la necessità di una rivisitazione». E i sindacati annunciano che quanto successo sta diventando anche un caso politico: «già una interrogazione è depositata in Consiglio Provinciale ed altre sono in fase di definizione, tanto a livello provinciale quanto regionale». Powered by TCPDF (www.tcpdf.org) - martedì 20 gennaio 2015 - CORRIERE DEL TRENTINO - Pagina: 11 «Rurali, molti presidenti sono con noi» Integrativo disdettato, i sindacati verso lo sciopero. Pressing su Schelfi TRENTO La coerenza è un obbligo, ma si presume che siano pochi i presidenti di Casse rurali contenti di deliberare la disdetta dell’integrativo dei loro quasi 3000 addetti. Gli occhi sono puntati sul comitato esecutivo di giovedì in Federcasse, da cui si spera emerga una soluzione (una proroga?) da spendersi venerdì nell’assemblea di settore. Ieri a Trento, in sala Don Guetti di Cassa centrale banca, a seguire l’assemblea c’era il pienone, con almeno una trentina di persone in piedi. Così tante nemmeno i sindacati se le aspettavano. D’altronde Probabile che singole Casse prendano le distanze in via ufficiale questa è la settimana decisiva, senza passi avanti lunedì prossimo inizia il pacchetto di 4 più 4 giorni di sciopero, uno shock per il Trentino. Unitariamente ieri Fabi, Fiba Cisl, Fisac Cgil e Uilca hanno ricordato: «I lavoratori non ne fanno una questione economica. In una lettera in corso di invio a ciascun cda si precisa infatti che la protesta è causata dalla volontà di affidare a Roma il compito di definire i trattamenti di un contratto che fino a oggi ha regolato la specificità e la diversità del Trentino». Secondo i sindacati anche i politici stanno esprimendo Documento generato da Walter Alotti il 20/01/2015 alle 07:00:59 Leader Diego Schelfi, presidente di Federcoop e vice nazionale di Federcasse preoccupazione, con tanto di interrogazioni in consiglio provinciale. «Sconcerto e perplessità arrivano però in primo luogo dall’interno: registriamo una forte presa di distanza dall’iniziativa di Federcasse da parte della larghissima maggioranza dei direttori e del personale dirigente. Anche i cda e i presidenti di svariate casse ci hanno espresso il loro vivo imbarazzo. La perdita di peso politico del Trentino potrebbe tornare a manifestarsi nel processo di creazione della holding e dell’adesione al Fondo di garanzia». Ora i sindacati ritengono «probabile che singole Casse e aziende prendano ufficialmente le distanze dall’attuale situazione. A meno che Federcoop non prenda atto dell’insostenibilità della scelta e, come Bolzano, non riaffermi nei confronti di Roma il diritto all’autonomia». Il problema è che gli amministratori, come ha spiegato il responsabile sindacale Michele Odorizzi, hanno votato all’unanimità la disdetta. Non si sono messi di traverso quando era ora, da vedere se lo faranno adesso. L’unico che può togliere le castagne dal fuoco è il presidente Federcoop Diego Schelfi, altrimenti sarà sciopero. E se si bloccano Phoenix o Cassa centrale, le conseguenze valicheranno di certo i confini trentini. I presidenti sperano in una proroga. E. Orf. © RIPRODUZIONE RISERVATA Pagina 6/7
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