SANTE MESSE DELLA SETTIMANA 15 – 23 marzo 2014 Sabato 15 marzo 18 Ann. ADRIANO Angelo Mario, Luigina, Piero e Rosa Ann. AUGUSTI Angelo Ann DOLEATTO Giovanni e ASCHIERI Giuliana Ann. GIOBERTO Ettore e Ines Deff. Famiglie. BESSONE, BERTA, FILLIA Domenica 16 marzo 10 Def. DE LILLO Giuseppe Lunedì 17 marzo Martedì 18 marzo no messa Mercoledì 19marzo Giovedì 20 marzo Foglio settimanale della Parrocchia San Giorgio Martire – Reano 9 no messa 9 Venerdì 21 marzo Ann. AGNESE Antonio e MOLINATTO Placida no messa Sabato 22 marzo 18 Domenica 23 marzo 10 IIa DOMENICA di QUARESIMA (anno A) TRIGESIMA GROSSO Moreno Ann. Carlo Emanuele DAL POZZO della CISTERNA Deff. BONAVERI Giuseppe e Savina Deff DOLEATTO Pio e PAUTASSO Lucia Deff. GENERO Giovanni e ROSSI Lucia Deff. Famiglie. CONTI e CAPELLO Deff. RE Cesare, Natale e Caterina Ann. Carlo Emanuele DAL POZZO della CISTERNA Def. BRUNERO Emanuele e deff. Famiglie MAGNABOSCO, BRUNERO, VERSINO, RE. A V V I S I • Confessioni individuali: individuali: in cappellina il giovedì dalle 9.30 alle 11.00 • Venerdì 21 marzo: VIA CRUCIS in Chiesa alle ore 16,00 • Domenica 23 marzo: PRANZO SOLIDALE –OFFERTA LIBERA: il ricavato sarà interamente devoluto per le opere caritative sul territorio. Prenotazioni entro giovedì in panetteria da Biagio, da Bruna Tosco, in Parrocchia. • Venerdì 28 marzo: ADORAZIONE EUCARISTICA in chiesa alle ore 20,30 • TANTI AUGURI a: Roberta STANIZZI, Simone CAU,Monica FRESIA (16); Severino card.POLETTO Arcivescovo emerito di Torino (18); Iris ANDREONE, Mattia BERTINO, Letizia MORABITO (19); Alberto ARIOTTI (20); Anna ROVEI, Cinzia TAPPO (21); Marcello AUDRITO, Sara BONETTO, Guido BRUNERO (22). In quel tempo Gesù prese con se Pietro, Giacomo e Giovanni suo fratello e li condusse in disparte su un alto monte. E fu trasfigurato davanti a loro: il suo volto brillò come il sole e le sue vesti divennero candide come la luce. (Matteo 17,1-2) Sacrosanctum Concilium DALLA COSTITUZIONE SULLA SACRA LITURGIA CAPITOLO I PRINCIPI GENERALI PER LA RIFORMA E LA PROMOZIONE DELLA SACRA LITURGIA Cristo è presente nella liturgia 7 . Per realizzare un'opera così grande, Cristo è sempre presente nella sua Chiesa, e in modo speciale nelle azioni liturgiche. È presente nel sacrificio della messa, sia nella persona del ministro, essendo egli stesso che, «offertosi una volta sulla croce, offre ancora se stesso tramite il ministero dei sacerdoti», sia soprattutto sotto le specie eucaristiche. È presente con la sua virtù nei sacramenti, al punto che quando uno battezza è Cristo stesso che battezza. È presente nella sua parola, giacché è lui che parla quando nella Chiesa si legge la sacra Scrittura. È presente infine quando la Chiesa prega e loda, lui che ha promesso: «Dove sono due o tre riuniti nel mio nome, là sono io, in mezzo a loro» (Mt 18,20). Effettivamente per il compimento di quest'opera così grande, con la quale viene resa a Dio una gloria perfetta e gli uomini vengono santificati, Cristo associa sempre a sé la Chiesa, sua sposa amatissima, la quale l'invoca come suo Signore e per mezzo di lui rende il culto all'eterno Padre. Giustamente perciò la liturgia è considerata come l'esercizio della funzione sacerdotale di Gesù Cristo. In essa, la santificazione dell'uomo è significata per mezzo di segni sensibili e realizzata in modo proprio a ciascuno di essi; in essa il culto pubblico integrale è esercitato dal corpo mistico di Gesù Cristo, cioè dal capo e dalle sue membra. Perciò ogni celebrazione liturgica, in quanto opera di Cristo sacerdote e del suo corpo, che è la Chiesa, è azione sacra per eccellenza, e nessun'altra azione della Chiesa ne uguaglia l'efficacia allo stesso titolo e allo stesso grado. Con il testo tratto dal libro: La Liturgia è….. di Don Domenico MOSSO prete e liturgista della Chiesa Torino (1941-1997) commentiamo il punto n. 7 della S.C. Celebrare è una parola che si sente spesso in chiesa. Almeno una volta in tutte le Messe, subito dopo la consacrazione: «Celebrando il memoriale della morte e risurrezione del tuo Figlio….». Si parla di celebrazione non solo a proposito della Messa, ma anche in riferimento agli altri sacramenti: si celebra un Battesimo, un Matrimonio, la Cresima… E la stessa parola viene usata anche in riferimento alle feste sia religiose sia al di fuori del linguaggio religioso, ad esempio feste nazionali e famigliari, e si dice anche «celebrare un processo». Cosa si intende dire, esattamente, quando si parla di celebrare? Cosa significa questa parola? Quando si dice «celebrare» si tratta sempre di fare qualcosa di speciale, di diverso dalle normali attività legate al tran tran quotidiano. Si tratta sempre di azioni un po’ fuori dall’ordinario, si fanno sempre gesti simbolici, cioè si compiono azioni che non esauriscono il loro significato in sé stesse, in ciò che si fa materialmente, ma hanno un senso che va al di là di ciò che si fa e si vede esteriormente. Sono dei «segni»: gesti che si compiono per significare qualcos’altro, per sottolineare, per mettere in evidenza il valore, l’importanza di quell’avvenimento o di quella realtà che si intende celebrare. Ogni volta che si parla di «celebrare» c’è sempre in gioco qualcosa di importante: non si celebrano cose banali o irrilevanti. Così pure, ogni volta che si celebra qualcosa, lo si fa insieme con altri: ciò che viene celebrato rappresenta sempre in qualche modo un valore comune, riconosciuto e condiviso in un determinato ambito di persone (una famiglia, un’associazione, una religione, una nazione …). Nella liturgia la Chiesa celebra il mistero di Cristo; -Liturgia vuol dire concretamente: la Messa, gli altri sacramenti, la preghiera delle Lodi e dei Vespri, le feste di Natale, Pasqua, Pentecoste, ecc. -Chiesa vuol dire coloro che professano la fede cristiana. -Celebrare vuol dire compiere azioni rituali, cioè gesti simbolici, carichi di significato in rapporto a questa fede. -Mistero di Cristo vuol dire il contenuto specifico di questa fede: chi è e che cosa significa Gesù Cristo per l’umanità e per il mondo intero. Dalle circostanze più solenni e particolari (p.es. le celebrazioni presiedute dal Papa) a quelle più comuni e quotidiane (p.es. le Messe feriali di ogni giorno nelle nostre chiese), ogni volta che si compie una celebrazione liturgica è sempre in gioco tutta la «serietà» della fede cristiana. Anche se «diciamo Messa» o «andiamo a Messa» tutti i giorni, ciò che facciamo celebrando l’Eucaristia ci coinvolge personalmente al livello più profondo di noi stessi, ci compromette radicalmente nei confronti del «Vangelo di Gesù Cristo, Figlio di Dio» (Mc 1,1). «Celebrare» non vuol dire semplicemente eseguire un determinato rito; vuol dire impegnare se stessi nella realtà celebrata. E nelle celebrazioni liturgiche questa «realtà» è sostanzialmente una sola: Gesù di Nazaret, crocifisso, risorto. (Segue)
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