Agosto 2014 Outlook Mensile Volatilità 28/07/14 I listini azionari raggiungono nuovi massimi, i premi al rischio nel mercato obbligazionario si riducono ulteriormente, i prezzi degli immobili aumentano, e la volatilità delle borse (in base all’indice di volatilità VIX) si attesta ai minimi degli ultimi 7 anni: i mercati finanziari globali appaiono tranquilli, sin troppo tranquilli. Lo confermano anche i modesti volumi delle negoziazioni. È piuttosto sorprendente il fatto che la volatilità (barometro delle paure dei mercati) abbia raggiunto livelli così bassi proprio in un contesto caratterizzato da: 1.exit strategy dal programma di acquisto titoli della Federal Reserve, che ha come prevedibile conseguenza il rialzo dei rendimenti obbligazionari USA a medio e lungo termine; 2.rischi geopolitici che possono influenzare rapidamente le decisioni degli investitori internazionali; Indici azionari FTSE MIB 20.939 Euro Stoxx 50 3.172 S&P 500 1.979 Nasdaq4.445 Nikkei 225 15.529 Hang Seng 24.429 KOSPI2.049 Bovespa57.696 Materie prime Oil (Brent, USD/barile) 105,9 IndicatoreMercatiFinanziari Fondi obblig. 3.timori di un rallentamento troppo marcato dell’economia cinese. I mercati finanziari internazionali appaiono decisamente spensierati, nonostante qualche temporaneo aumento di volatilità causato dalla crisi ucraina. Le ragioni di questa bassa volatilità sono da ricercare innanzitutto nelle molteplici iniezioni di liquidità delle Banche Centrali globali, tramite tagli dei tassi o politiche monetarie non convenzionali (“Quantitative Easing”). Eppure, è evidente la discrepanza tra la volatilità attuale e quella che ci si attenderebbe dato il contesto globale. Da troppo bassa, la volatilità potrebbe rapidamente diventare troppo elevata. Non per niente Janet Yellen è preoccupata per l’eccessiva propensione al rischio in alcuni segmenti del mercato. Infatti: Stefan Scheurer Vice President Global Capital Markets & Thematic Research Allianz Global Investors In questa fase di lento drenaggio della liquidità dal mercato USA, gli investitori dovrebbero prepararsi ad un aumento della volatilità. Tassi d’interesse (%) USA3 mesi0,23 2 anni 0,49 10 anni 2,47 Euroland3 mesi0,21 2 anni 0,03 10 anni 1,15 Japan3 mesi0,21 2 anni 0,07 10 anni 0,53 Cambi USD/EUR1,343 Fondi azionari 1.i rischi globali, soprattutto quelli geopolitici, vengono sottovalutati; 2.gli investitori continuano a fare affidamento sulla liquidità a buon mercato riversata nel sistema dalle Banche Centrali; 3.in alcuni segmenti del mercato la liquidità a buon mercato provoca distorsioni nei prezzi. Risultato: In questa fase di iniziale riduzione della liquidità dal mercato USA, gli investitori dovrebbero cominciare a scontare una maggiore volatilità. Ciononostante, confermiamo la preferenza per gli asset rischiosi. I dividendi costituiscono una componente essenziale dei rendimenti azionari a lungo termine. Le ragioni risiedono negli ulteriori progressi della congiuntura globale, nelle valutazioni moderate dei mercati azionari e nell’aumento degli utili delle società. Queste ultime beneficiano in particolare di condizioni di finanziamento favorevoli, che favoriscono anche l’aumento delle operazioni di acquisizione. Augurandovi che i vostri investimenti dimostrino una buona tenuta, Stefan Scheurer Documento di approfondimento che non costituisce offerta al pubblico di prodotti finanziari. Understand. Act. Allianz Global Investors: Outlook Mensile – Agosto 2014 Focus sui mercati Allocazione tattica di azioni e obbligazioni • A livello strutturale, nei prossimi mesi i mercati azionari potrebbero continuare a beneficiare di politiche monetarie ancora espansive e di nuovi progressi dell’economia mondiale, anche se la bassa volatilità per un periodo prolungato di tempo può avere conseguenze negative. • In presenza di titoli governativi sempre più sopravvalutati, continuiamo a preferire le azioni, anche se in alcuni segmenti l’aria comincia a farsi pesante a causa di valutazioni più onerose. • La selezione dei titoli acquista sempre maggiore importanza e i dividendi costituiscono una componente essenziale dei rendimenti azionari a lungo termine. • Il contesto per gli asset rischiosi rimane inalterato (può ancora essere mantenuto il sovrappeso nelle azioni), nonostante l’aumento dei rischi geopolitici. Le frecce indicano il peso suggerito per i diversi segmenti nell’ambito delle singole asset class (aree geografiche, settori, obbligazioni). Eurolandia Giappone • L’indice dei direttori degli acquisti del settore manifatturiero resta in territorio espansivo. Nonostante le evidenti divergenze tra i diversi paesi dell’Eurozona, i dati continuano a giustificare le previsioni di crescita moderata dell’area. • La crisi del debito non è ancora rientrata, ma sono stati fatti significativi progressi sia a livello nazionale (ad es. progressiva riduzione del deficit con l’estero dei Paesi in crisi), sia a livello UE (ad es. passi importanti verso l’unione bancaria). • I tassi di inflazione dell’Eurozona restano bassi. Da ottobre 2013 l’aumento dei prezzi al consumo su base annua è inferiore all’1%, decisamente al di sotto del target della BCE. Continuiamo ad aspettarci che l’area euro sarà caratterizzata da disinflazione, nonostante gli effetti deflazionistici degli adeguamenti strutturali in alcuni Stati periferici. • In base al P/E di Shiller (depurato degli effetti del ciclo economico), l’area euro si conferma interessante nonostante la lieve normalizzazione. • Le politiche monetaria e fiscale espansive (la cosiddetta “Abenomics”) hanno dato il via a interventi importanti, che lasciano però dei dubbi a livello strutturale. • La Banca del Giappone (BoJ), che a tutt’oggi acquista circa il 70% delle nuove emissioni obbligazionarie, presenta attivi netti pari a oltre il 50% del PIL. Inoltre, la BoJ si attiene strettamente all’obiettivo di ampliare la base monetaria di 60-70 mila miliardi di yen l’anno al fine di raggiungere il target di inflazione del 2%. • L’aumento dell’IVA entrato in vigore nel mese di aprile sembra aver provocato una flessione congiunturale ma non una recessione, come conferma anche l’indicatore composito dei direttori degli acquisti del Paese. Nel frattempo si profila un aumento delle attese inflazionistiche, per effetto di prezzi al consumo reali e stipendi più elevati. • Per gli investitori esteri lo yen continua a rappresentare un ostacolo: si prospetta infatti un ulteriore deprezzamento che potrà diluire le performance. USA Mercati emergenti • Gli indicatori anticipatori e di sentiment continuano a segnalare una costante ripresa dell’economia USA. La tendenza tuttora positiva del mercato del lavoro dovrebbe sostenere anche le vendite al dettaglio, nonostante la forte accelerazione dell’inflazione (dall’1,1% di febbraio al 2,1% di giugno). • La riduzione degli acquisti mensili di titoli obbligazionari avviata dalla Fed a inizio anno, fino all’attuale livello di USD 35 miliardi, sta traghettando gli Stati Uniti verso la fine del Quantitative Easing, tanto che i mercati sembrano ormai scontare un primo intervento sui tassi per metà 2015. • La combinazione tuttora favorevole di politica monetaria accomodante (la Fed resta “dietro la curva”) e ripresa economica, indica un proseguimento della tendenza rialzista in essere dalla primavera 2009. • Le valutazioni dell’azionario statunitense restano elevate in base al P/E di Shiller (depurato degli effetti del ciclo economico). E’ tuttavia positivo che stiano aumentando le revisioni al rialzo delle stime di utili da parte degli analisti. • I Paesi emergenti devono affrontare diverse sfide, quali il notevole indebitamento del settore privato, in particolare in Cina, e la debolezza dello yen, che influisce negativamente sulla competitività degli esportatori asiatici. Occorre distinguere fra un Paese e l’altro, anche se oggi i fondamentali economici sono più solidi rispetto a metà/fine anni ‘90. • Nel secondo trimestre la crescita economica in Cina è risultata superiore alle attese (+7,5%), un’accelerazione confermata anche da vendite al dettaglio e produzione industriale. • I mercati emergenti beneficiano di un lieve miglioramento dei dati congiunturali e del sentiment, per quanto permangano incertezze sul fronte politico (Ucraina), anche in vista delle prossime elezioni in alcuni Paesi, tra cui Indonesia e Brasile. • Tuttavia i “surprise indicator” dei Paesi in via di sviluppo tendono verso il basso rispetto a quelli dei Paesi industrializzati e anche le valutazioni non invitano all’acquisto. Nel medio periodo, la tendenza rialzista del dollaro USA limita l’attrattività delle azioni dei Paesi emergenti. 2 Allianz Global Investors: Outlook Mensile – Agosto 2014 Settori • Il miglioramento del contesto congiunturale ed il riemergere di tendenze rialziste sui rendimenti obbligazionari suggeriscono un moderato orientamento verso i settori ciclici, con il sovrappeso di finanza e tecnologia. • Le società tecnologiche USA, in particolare, traggono vantaggio dalla ripresa del ciclo di investimenti, dall’aumento delle operazioni di fusione e dalla solidità degli utili aziendali. • Nell’ambito dei settori difensivi, continuano a distinguersi i titoli energetici e farmaceutici, grazie a dividend yield attraenti, un’interessante crescita dei dividendi e alla possibilità di incremento degli utili distribuiti. I beni di consumo non ciclici con business model sostenibili e difensivi si confermano interessanti nonostante le valutazioni onerose. Tema di investimento: acquisizioni • Dopo la crisi finanziaria le imprese si sono impegnate ad abbattere i propri debiti e si sono concentrate sulla crescita organica. Ora, in un contesto di ripresa congiunturale e valutazioni interessanti, le aziende sono tornate a cercare possibili impieghi della liquidità per la crescita esterna. • L’attività di acquisizione potrebbe intensificarsi ulteriormente, a vantaggio dei mercati azionari. Obbligazioni in euro • Negli ultimi mesi le scarse attese inflazionistiche e una politica monetaria ancora accomodante hanno contribuito alla flessione dei rendimenti a lungo termine dei Bund. Per il momento prevediamo un contesto di mercato ancora stabile e, nel medio periodo, un aumento dei livelli di rendimento sulla scia del rialzo dei rendimenti USA. • Da inizio anno è in atto un appiattimento della parte a breve della curva dei Bund. Nei prossimi mesi dovrebbe confermarsi la direzionalità della curva dei rendimenti a partire dal segmento a lunga scadenza (maggiore inclinazione durante le fasi di debolezza, appiattimento nelle fasi rialziste). È quindi essenziale gestire l’esposizione obbligazionaria in modo flessibile. • Rispetto ai livelli pre-crisi, i mercati periferici dell’area euro scontano ancora elevate probabilità di default nei prossimi 5 anni. In un contesto di continua ripresa congiunturale, riduzione del debito e politica monetaria accomodante da parte della BCE, nei prossimi mesi ci attendiamo una progressiva flessione dei premi al rischio. • La curva dei rendimenti, attualmente ripida nel segmento a media scadenza, potrebbe offrire ritorni interessanti sul rolldown. A fronte di rendimenti nel comlpesso ancora contenuti, occorre cercare alternative nei segmenti obbligazionari che offrono premi per il rischio. Obbligazioni mercati emergenti • Dopo la debole performance di inizio anno, nelle ultime settimane il debito emergente in valuta forte, quello in valuta locale e le valute dei Paesi emergenti hanno evidenziato un andamento positivo, nonostante i rischi geopolitici. • Nella prima metà del 2014 le emissioni obbligazionarie dei Paesi emergenti hanno raggiunto volumi record di quasi 70 miliardi di dollari, grazie in particolare all’intensa attività di Indonesia, Messico, Polonia, Romania, Slovenia e Turchia. • Alla luce del rinnovato interesse per l’asset class e dei timidi segnali di stabilizzazione che emergono dagli indicatori congiunturali, il contesto di mercato dei titoli governativi dei Paesi emergenti resta positivo in un’ottica di lungo periodo. Obbligazioni societarie • Il segmento corporate dovrebbe continuare ad essere supportato dalla ricerca di rendimento. • I premi per il rischio di credito e i premi di liquidità “puri” (stimati in base ai tassi di default impliciti del mercato vs. quelli storici cumulati) riflettono valutazioni sempre più ambiziose, sia per le obbligazioni societarie USA di categoria investment grade sia per il segmento high yield. • Nell’area euro gli stessi premi indicano che i titoli corporate investment grade presentano valutazioni eque, mentre i titoli high yield appaiono sempre più sopravvalutati. Valute • Nel medio periodo gli sviluppi delle rispettive politiche monetarie (tapering/forward guidance della Fed vs. forward guidance della BCE) restano un fattore determinate per il cambio EUR/USD. • Le politiche divergenti delle Banche Centrali di Stati Uniti e area euro ed i fattori di sostegno strutturali all’USD (fra cui il maggiore potenziale di crescita) implicano un dollaro più forte, mentre la moneta unica appare moderatamente sopravvalutata. • Lo yen potrebbe deprezzarsi ulteriormente in vista di una politica monetaria (ancora) più aggressiva. Obbligazioni internazionali • Nel corso dell’anno si prevede un graduale aumento delle attese di rialzo dei tassi USA, al momento praticamente nulle. • I titoli a lunga scadenza potrebbero rimanere volatili, riflettendo l’andamento degli indicatori congiunturali e le aspettative in termini di politica monetaria. Le affermazioni contenute nel presente documento potrebbero essere frutto di aspettative e previsioni riconducibili alle visioni e supposizioni attuali di chi lo ha redatto, e che riflettono la conoscenza o meno di elementi di rischiosità o incertezza tali da far differire sostanzialmente i risultati reali da quelli espressi o impliciti nelle suddette affermazioni. 3 Allianz Global Investors: Outlook Mensile – Agosto 2014 L’investimento implica dei rischi. Il valore di un investimento e il rendimento che ne deriva possono aumentare così come diminuire e, al momento del rimborso, l’investitore potrebbe non ricevere l’importo originariamente investito. Le informazioni e le opinioni espresse nel presente documento, soggette a variazioni nel tempo, sono quelle della società che lo ha redatto o delle società collegate, al momento della redazione del documento medesimo. 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