Esercitazioni per il corso di Chimica Fisica II per la laurea in Scienza dei Materiali Esercitazioni per il corso di Chimica Fisica II per la laurea in Scienza dei Materiali Parte II 18/12/2014 Parte II 1. Spettroscopie vibro-rotazionali. Problema 1.1: C3 Si consideri la molecola di CH3Cl: a) qual’è il suo gruppo puntuale? b) quanti modi normali di vibrazione possiede? Cl c) qual’è la simmetria dei modi normali? d) quali modi normali sono IR-attivi? e) quali modi normali sono Raman attivi? C H H z y x H σv a) Applicando il diagramma di flusso si trova che il gruppo puntuale della molecola di CH3Cl è il C3v: b) I modi normali di vibrazione in molecole non lineari composte da N atomi sono 3N-6. In molecole lineari, invece, il numero di modi normali di vibrazione è 3N-5. Può esser utile ricordare da dove deriva tale regola. L’equazione di Schrodinger che determina l’energia di una molecola è una funzione di 3Ne+3N coordinate (x, y, z) dove Ne è il numero di elettroni ed N il numero di nuclei della molecola: Ne 2 2 2 2 Ne Ne 2 Ne N N N N Z k Zl e Zke h h e 2 2 − ∇i + ∑ − ∇ k + ∑∑ + ∑∑ + ∑∑ − Ψ = EΨ ∑ 2M e 2M k 4πε 0 rik i k i j >i 4πε 0 rij k l > k 4πε 0 Rkl i k 4244 3 144244 3 14 3 1442443 4244 3 144244 14 Energia cinetica elettroni Energia cinetica nuclei Repulsione tra elettroni Repulsione tra nuclei Attrazione elettroni −nuclei L’approssimazione di Born-Oppenheimer consente di trattare il moto degli atomi separatamente da (e successivamente a) quello degli elettroni, ovvero di fattorizzare l’Hamiltoniano in modo tale che il moto nucleare dipenda solo dalle 3N coordinate nucleari. A questo punto, si può utilizzare la simmetria molecolare per operare una trasformazione di similitudine sulle coordinate nucleari che rende possibile fattorizzare ulteriormente l’Hamiltoniano in 3 termini: 2 Esercitazioni per il corso di Chimica Fisica II per la laurea in Scienza dei Materiali - un termine cinetico dovuto al moto traslazionale del centro di massa della molecola nello spazio, che dipende dalle tre coordinate che individuano la posizione del centro di massa della molecola; - un termine cinetico dovuto al moto rotatorio della molecola su se stessa, che dipende da tre coordinate angolari (i tre angoli necessari per determinare l’orientazione della molecola rispetto al sistema di riferimento). Nel caso di molecole lineari sono sufficienti due sole coordinate (due angoli sono sufficienti a determinare l’orientazione di una molecola lineare rispetto ad un sistema di riferimento); - un termine cinetico dovuto allo spostamento dei nuclei rispetto alla loro posizione di equilibrio, ma si tratta di spostamenti che mantengono immutata la posizione del centro di massa della molecola. Si tratta appunto dei moti vibrazionali, che dipendono da 3N-6 coordinate (3N-5 in molecole lineari). E’ interessante sottolineare il seguente aspetto: una volta imposto che la posizione del centro di massa della molecola rimane invariata, è la simmetria molecolare a determinare le combinazioni di spostamenti degli atomi di una molecola rispetto alla loro posizione di equilibrio che sono ammesse (ovvero quali sono i modi vibrazionali possibili e compatibili con il numero di atomi e la simmetria della molecola). Riassumendo, quanto esposto sopra equivale a dire che ad ogni atomo in una molecola sono associati 3 gradi di libertà (3N gradi di libertà totali). Di essi, 3 gradi di libertà corrispondono alle traslazioni del centro di massa della molecola, 3 gradi di libertà (nelle molecole lineari sono 2) corrispondono all’orientazione della molecola rispetto agli assi cartesiani, ed i rimanenti gradi di libertà corrispondono a spostamenti degli atomi rispetto alla loro posizione di equilibrio (modi normali di vibrazione). Nel caso del CH3Cl si hanno 15 gradi di libertà (3 coordinate cartesiane per ciascuno dei 5 atomi) e 9 modi normali di vibrazione. c) Per individuare la simmetria dei modi normali di vibrazione devo determinare la rappresentazione irriducibile della base costituita dalle 15 coordinate cartesiane associate a ciascun atomo e poi procedere per esclusione, scartando le rappresentazioni irriducibili corrispondenti alle traslazioni e alle rotazioni. Per prima cosa individuo i caratteri delle rappresentazioni riducibili delle operazioni di simmetria del gruppo C3v per la base costituita dalle 15 coordinate atomiche. Il carattere dell’identità è +2 14 +31 + 11 +2 14 +31 + 11 +2 14 +31 + 11 +2 14 +31 + 11 +2 14 +31 =15 χ(E)= 11 4 4 4 4 4 ( x , y , z )C ( x , y , z )Cl ( x , y , z )H 1 ( x , y , z )H 2 ( x , y , z )H 3 3 Parte II in quanto l’identità lascia invariata ogni coordinata. Per individuare il carattere degli assi C3, considero un atomo per volta, osservando ciò che succede al set di coordinate (x,y,z) per effetto di uno dei due assi C3 (per esempio, l’asse C3- : rotazione in senso antiorario di 120°). Per l’atomo di C, osservo che la coordinata z è coassiale all’asse C3-, per cui resta invariata per rotazione di 120°. Pertanto, il contributo al carattere della matrice rappresentativa di C3- è 1. Invece, l’effetto di C3- sulla coordinata x dell’atomo di carbonio è quello mostrato in figura: y z x’=-x sen(30°)+y cos(30°) x x’ 30° C3y x 120° x per cui posso scrivere il risultato come combinazione lineare delle coordinate x ed y iniziali: 1 3 x' = − x + y. 2 2 Pertanto il contributo di x alla matrice rappresentativa di C3- è -1/2. Procedendo in modo analogo per y si trova: y' = − 1 3 y− x 2 2 per cui il contributo della coordinata y dell’atomo di C al carattere della matrice rappresentativa di C3- è –1/2. L’atomo di Cl è coassiale all’atomo di C lungo l’asse C3 ed è facile verificare che le coordinate x, y, z del Cl trasformano esattamente come quelle del C per effetto di C3-. Gli atomi di H sono scambiati tra loro per effetto di C3-, così come le loro coordinate, per cui il contributo di ciascuna coordinata x, y, z dei tre atomi di H è 0. Quindi ho: χ(C3)= (− 1 2 − 1 2 + 1) + (− 1 2 − 1 2 + 1) + (0 + 0 + 0 ) + (0 + 0 + 0 ) + (0 + 0 + 0 ) =0. 3 1424 3 1424 3 1442443 1442443 1424 ( x , y , z )C ( x , y , z )Cl ( x , y , z )H 1 ( x , y , z )H 2 ( x , y , z )H 3 Per determinare il carattere della rappresentativa di σv procedo in modo analogo a quanto fatto sinora. Per il calcolo scelgo il piano di riflessione che contiene gli assi x e z del mio sistema di riferimento e trovo: χ(σv)= (+ 1 − 1 + 1) + (+ 1 − 1 + 1) + (1 + −1 + 1) + (0 + 0 + 0 ) + (0 + 0 + 0 ) =3. 14243 14243 14243 1424 3 1424 3 ( x , y , z )C 4 ( x , y , z )Cl ( x , y , z )H 1 ( x , y , z )H 2 ( x , y , z )H 3 Esercitazioni per il corso di Chimica Fisica II per la laurea in Scienza dei Materiali Per cui la rappresentazione riducibile corrispondente al set di 15 coordinate cartesiane per la molecola di CH3Cl è: Γ=(15, 0, 3). Adesso individuo le rappresentazioni irriducibili applicando l’operatore di riduzione: ai = 1 ∑ χ i (R )χ Γ (R ) h R dove i è l’indice che corre sulle specie di simmetria del gruppo, R è l’indice che corre sulle operazioni di simmetria del gruppo, h è l’ordine del gruppo e χ è il simbolo con cui si indica il carattere delle matrici rappresentative. Per A1 ho: 1 (E) 2 (C3) 3 (σv) A1 1 1 1 Γ 15 0 3 aA1 = 1/6 * ( 15 +0 +9 ) 1 (E) 2 (C3) 3 (σv) A1 1 1 -1 Γ 15 0 3 aA1 = 1/6 * ( 15 +0 -9 ) 1 (E) 2 (C3) 3 (σv) A1 2 -1 0 Γ 15 0 3 aA1 = 1/6 * ( 30 +0 +0 ) =4 Per A2 ho: =1 Per E ho: =5 Per cui ho Γ = 4A1 + A2 + 5E. Adesso posso utilizzare la tavola dei caratteri di C3v per sapere quali specie di simmetria sono associate a traslazioni o rotazioni e quali, invece, sono effettivamente associate a modi normali di vibrazione. Le traslazioni lungo gli assi cartesiani hanno la stessa simmetria delle corrispondenti coordinate x, y, z: Γ(Tx, Ty)=E Γ(Tz)=A1 5 Parte II Le rotazioni sono esplicitamente riportate nella tavola dei caratteri di ciascun gruppo: Γ(Rx, Ry)=E Γ(Rz)=A2 Per cui, la simmetria dei modi normali di vibrazione è: Γ = 3A1 + 3E. d) I modi IR attivi sono tutti quelli con stessa simmetria delle coordinate x, y, z. In questo caso, infatti, è soddisfatta la regola di selezione “generale” che il momento di dipolo molecolare deve variare durante il moto vibrazionale. Dato che nel gruppo C3v si ha che: Γ(x, y)=E Γ(z)=A1 allora sia i modi con simmetria A1 che quelli con simmetria E sono IR attivi. L’unica differenza è che i modi con simmetria A1 possono essere eccitati soltanto da radiazione elettromagnetica polarizzata lungo z, mentre i modi con simmetria E possono essere eccitati soltanto da radiazione polarizzata nel piano (x, y). e) I modi Raman attivi sono tutti quelli con stessa simmetria delle coordinate quadratiche x2+y2, z2, x2-y2, xy, xz, yz. In questo caso, infatti, è soddisfatta la regola di selezione generale secondo la quale la polarizzabilità molecolare deve variare durante il moto vibrazionale. Dato che nel gruppo C3v si ha che: Γ(x2+y2)=A1 Γ(z2)=A1 Γ(x2-y2, xy)=E Γ(yz, xz)=E deriva che sia i modi con simmetria A1 che quelli con simmetria E sono Raman attivi. Inoltre, deriva anche che tutti i modi normali di vibrazione sono sia IR che Raman attivi. Problema 1.2: Si considerino le 4 ipotetiche conformazioni per la molecola di H2O2: 1) Conformazione lineare H O O H 2) Conformazione a zig-zag con tutti e 4 gli atomi complanari 6 Esercitazioni per il corso di Chimica Fisica II per la laurea in Scienza dei Materiali H O O H 3) Conformazione ad U con tutti e 4 gli atomi complanari H H O O 4) Conformazione a zig-zag con solo tre atomi per volta complanari ed il quarto (uno dei 2 atomi di idrogeno) uscente dal piano H O O H Si consideri inoltre che lo spettro di assorbimento sperimentale IR e Raman dell’H2O2 gassosa ha le seguenti bande: IR 870 cm-1 1370 cm-1 2869 cm-1 3417 cm-1 Raman 877 cm-1 1408 cm-1 1435 cm-1 3407 cm-1 dove i riquadri indicano delle bande IR e Raman corrispondenti a modi normali di vibrazione sia IR-attivi che Raman-attivi. Si noti che l’energia a cui sono centrate le bande è espressa in cm-1, che è l’unità di misura solitamente utilizzata per il numero d’onda ν~ : ν~ = 1 λ dove λ è la lunghezza d’onda espressa in cm. Il problema chiede di determinare quale delle 4 conformazioni dell’H2O2 è compatibile con i dati sperimentali. Si osserva che la conformazione corretta deve possedere almeno 4 modi normali di vibrazione IRattivi, almeno 4 modi Raman-attivi e almeno due di questi modi devono essere sia IR che Raman attivi. Il numero minimo di modi normali di vibrazione deve essere 6. Tuttavia non si può escludere che la conformazione corretta abbia più di 6 modi normali di vibrazione, più di 4 modi IR-attivi, più di 4 modi Raman attivi e più di 2 modi sia IR che Raman attivi. Infatti la simmetria molecolare dice quali momenti di dipolo di transizione sono sicuramente nulli, ma non da indicazioni sulla grandezza dei momenti di dipolo di transizione non nulli. Pertanto non si può escludere che vi siano momenti di dipolo di transizione che siano non nulli per simmetria, ma il cui valore è troppo piccolo 7 Parte II perchè le transizioni possano essere effettivamente osservate in un normale esperimento come quello proposto dal problema. Applicando la regola per il calcolo del numero di modi normali di vibrazione, vedo che la configurazione (1) possiede 3*4-5=7 modi normali di vibrazione, mentre le conformazioni (2), (3) e (4) possiedono 3*4-6=6 modi normali. Pertanto per adesso non posso ancora escludere nessuna delle 4 conformazioni. Per rispondere alla domanda del problema devo dunque procedere all’individuazione del gruppo puntuale di ciascuna delle 4 conformazioni proposte per l’H2O2, dopo di che determinare la simmetria dei modi normali di vibrazione per tale conformazione e, infine, verificare la compatibilità della simmetria dei modi normali con le bande osservate sperimentalmente. Applicando il diagramma di flusso per l’individuazione del gruppo puntuale di un oggetto, trovo che la conformazione (1) appartiene al gruppo di simmetria D∞h . Tuttavia, tra gli elementi di simmetria del D∞h figura anche il centro di inversione i. In base alla “regola di esclusione”, nelle molecole dotate di centro di inversione non è possibile avere modi normali di vibrazione che siano contemporaneamente IR e Raman attivi. E’ molto facile verificare questa regola osservando le tavole dei caratteri dei gruppi puntuali: solo nei gruppi privi di centro di inversione le coordinate lineari (x, y, z) e quelle quadratiche (x2 + y2, z2, x2-y2, xy, xz, yz) possono appartenere alle stesse specie di simmetria, mentre ciò è impossibile nei gruppi dotati di centro di inversione. Dunque posso escludere la conformazione (1). Applicando il diagramma di flusso alla molecola con conformazione (2) si trova che essa appartiene al gruppo di simmetria C2h. Tuttavia, tra gli elementi di simmetria del C2h è presente anche il centro di inversione (C2h=(E, C2, i, σh)). Per cui posso escludere anche la conformazione (2). Applicando il diagramma di flusso alla molecola con conformazione (3) si trova che essa appartiene al gruppo di simmetria C2v. In questo caso non è presente il centro di inversione, per cui posso procedere ad individuare la simmetria dei 6 modi normali di vibrazione. C2 H H O O z y x 8 σv’ σv Esercitazioni per il corso di Chimica Fisica II per la laurea in Scienza dei Materiali Osservo che i due piani di simmetria σv e σv’ non appartengono alla stessa classe. Per convenzione, il primo dei due è il piano che contiene l’asse x. A conferma di ciò, nella tavola dei caratteri di C2v posso verificare che la coordinata x ha simmetria B1 e che la matrice rappresentativa di σv per la specie di simmetria B1 ha carattere 1 (ovvero lascia l’asse x invariato), mentre il carattere di σv’ è –1 (ovvero σv’ trasforma l’asse x nell’asse –x). Data la base costituita dalle 12 coordinate dei 4 atomi della H2O2, i caratteri delle matrici rappresentative delle operazioni di simmetria del C2v sono i seguenti (ottenuti come descritto nel Problema 1.1): χ(E)= 11 +2 14 +31 + 11 +2 14 +31 + 11 +2 14 +31 + 11 +2 14 +31 =12 4 4 4 4 ( x , y , z )H ( x , y , z )O ( x , y , z )O ( x , y , z )H χ(C2)= 01 +2 04 +30 + 01 +2 04 +30 + 01 +2 04 +30 + 01 +2 04 +30 =0 4 4 4 4 ( x , y , z )H ( x , y , z )O ( x , y , z )O ( x , y , z )H χ(σv)= 01 +2 04 +30 + 01 +2 04 +30 + 01 +2 04 +30 + 01 +2 04 +30 =0 4 4 4 4 ( x , y , z )H ( x , y , z )O ( x , y , z )O ( x , y , z )H χ(σv’)= − 1 +214 +31− 1 +214 +31− 1 +214 +31− 1 +214 +31 =4 14 14 14 14 ( x , y , z )H ( x , y , z )O ( x , y , z )O ( x , y , z )H Per cui la rappresentazione riducibile è: Γ=(12, 0, 0, 4). Adesso individuo la rappresentazione irriducibile applicando l’operatore di riduzione: ai = 1 ∑ χ i (R )χ Γ (R ) h R ed ottengo: Γ = 4A1 + 2A2 + 2B1 + 4B2. Adesso posso utilizzare la tavola dei caratteri di C2v per sapere quali specie di simmetria sono associate a traslazioni o rotazioni e quali, invece, sono effettivamente associate a modi normali di vibrazioni: Γ(Tx)=B1 Γ(Ty)=B2 Γ(Tz)=A1 Γ(Rx)=B2 Γ(Ry)=B1 Γ(Rz)=A2 Per cui, la simmetria dei modi normali di vibrazione è: Γ = 3A1 + A2 + 2B2. I modi A1 e B2 sono IR attivi. 9 Parte II Tutti i modi sono Raman attivi. Pertanto, la conformazione (3) è compatibile con il risultato sperimentale. Applicando il diagramma di flusso alla molecola con conformazione (4) si trova che essa appartiene al gruppo di simmetria C2. In questo caso non è presente il centro di inversione, per cui posso procedere ad individuare la simmetria dei 6 modi normali di vibrazione. C2 H H O O z y x Data la base costituita dalle 12 coordinate dei 4 atomi della H2O2, i caratteri delle matrici rappresentative delle due operazioni di simmetria del C2 sono i seguenti: χ(E)= 11 +2 14 +31 + 11 +2 14 +31 + 11 +2 14 +31 + 11 +2 14 +31 =12 4 4 4 4 ( x , y , z )H ( x , y , z )O ( x , y , z )O ( x , y , z )H χ(C2)= 01 +2 04 +30 + 01 +2 04 +30 + 01 +2 04 +30 + 01 +2 04 +30 =0 4 4 4 4 ( x , y , z )H ( x , y , z )O ( x , y , z )O ( x , y , z )H Per cui la rappresentazione riducibile è: Γ=(12, 0). La rappresentazione irriducibile è: Γ = 6A + 6B. La simmetria dei modi normali di vibrazione è: Γ = 4A + 2B. I modi normali di vibrazione sono tutti sia IR che Raman attivi, per cui anche la conformazione (4) è compatibile con il risultato sperimentale. Per sapere quale sia quella corretta tra (3) e (4) dovrei ricorrere a calcoli quantomeccanici. Tuttavia, qualitativamente, posso osservare che la configurazione (4) è quella in cui gli angoli di legame minimizzano la repulsione tra gli orbitali molecolari occupati. Dunque la conformazione (4) è quella stericamente favorita. 10 Esercitazioni per il corso di Chimica Fisica II per la laurea in Scienza dei Materiali Problema 1.3: Le transizioni tra livelli rotazionali del 1H35Cl in fase gassosa generano le seguenti righe nello spettro di assorbimento misurato sperimentalmente (in cm-1): 83.32; 104.13; 124.73; 145.37; 165.89; 186.23; 206.60; 226.86. In ipotesi di rotatore rigido a) calcolare il momento di inerzia I e la lunghezza di legame R della molecola; b) predire la posizione delle righe corrispondenti in 2H35Cl. a) Dato che l’HCl è una molecola lineare, si ha un solo momento di inerzia I e solo due modi rotazionali possibili (equivalenti per simmetria) Il momento di inerzia, che per definizione è dato dalla sommatoria della massa mi di ciascun atomo i-esimo moltiplicata per il quadrato della distanza dal centro di massa della molecola ri2, nel caso di molecola lineare biatomica si riduce a: I=µR2 dove R è la distanza di legame tra 1H e 35Cl e µ è la massa efficace data da µ= mH mCl mH + mCl Per vedere come I sia collegato alle righe di assorbimento dovute alle transizioni tra livelli rotazionali dell’HCl, bisogna considerare l’espressione per l’energia dei livelli rotazionali in molecole biatomiche, che viene espresso in cm-1 tramite il “termine rotazionale” F(J): F ( J ) = B( J + 1)J − DJ ( J + 1) J 2 2 il quale dipende dal numero quantico del momento angolare J e da due costanti caratteristiche della molecola, la costante rotazionale B, che dipende da I: B= h 4πcI e la costante di distorsione centrifuga DJ : 4B3 DJ = ~ 2 ν 11 Parte II che dipende da B e dal numero d’onda vibrazionale ν~ , il quale dipende a sua volta dalla rigidità del legame tra H e Cl in quanto dipende dalla costante di forza k del legame stesso: ν~ = 1 k 2πc µ Dunque il termine − DJ ( J + 1) J 2 è il contributo dovuto alla distorsione centrifuga, che tiene conto 2 della variazione della distanza di legame al crescere di J per effetto della rotazione della molecola su se stessa. Nell’ipotesi di rotatore rigido, tale termine può essere ignorato. La regola di selezione per le transizioni tra livelli rotazionali impone che ∆J=≤1, per cui un generico livello sarà coinvolto solo in due tipi di transizioni: JöJ+1 con differenza di energia data da F ( J + 1) − F ( J ) = B( J + 1 + 1)( J + 1) − B( J + 1)J = 2 B(J + 1) e J-1öJ con differenza di energia data da F ( J + 1) − F ( J ) = B( J + 1 + 1)( J + 1) − B( J + 1)J = 2 B( J ) . Dunque l’energia di ciascuna transizione cresce proporzionalmente con J, a meno della correzione per la distorsione centrifuga. Di conseguenza, la differenza in energia tra due righe adiacenti nello spettro di assorbimento è costante in prima approssimazione e corrisponde a: ∆(∆F ( J )) = 2 B( J + 1) − 2 BJ = 2 B . Operando tale differenza sui valori sperimentali forniti dal problema ottengo (in cm-1): 20.81; 20.60; 20.64; 20.52; 20.34; 20.37; 20.26. Osservo che la differenza diminuisce leggermente all’aumentare dell’energia delle transizioni, per effetto della distorsione centrifuga. Se si prende il valore medio (20.51 cm-1), si ottiene un valore di B=10.26cm-1 e, quindi, si ottiene il momento di inerzia medio I= 1.05457 ⋅ 10 −47 Js 1 ⋅ = 2.73 ⋅ 10 −47 Kg ⋅ m 2 8 −1 2 −1 −1 4π 2.999 ⋅ 10 m / s 10.26 cm 10 m / cm e la distanza di legame media R= 2.73 ⋅ 10 −47 Kg ⋅ m 2 = 1.295 ⋅ 10 −12 m = 129.5 pm = − 27 µ 1.6267 ⋅ 10 Kg I dove per la massa efficace si è usato µ= mH mCl 1.0078 ⋅ 34.9688 = 1.66054 ⋅ 10 −27 Kg / u.m.a. = 1.6267 ⋅ 10 −27 Kg mH + mCl 1.0078 + 34.9688 b) Come mostrato nel punto (a), l’energia delle transizioni tra due generici livelli rotazionali J e J+1 dipende dalla costante rotazionale B: 12 Esercitazioni per il corso di Chimica Fisica II per la laurea in Scienza dei Materiali F ( J + 1) − F ( J ) = B( J + 1 + 1)( J + 1) − B( J + 1)J = 2 B(J + 1) ed essendo B= h 4πcI nel nostro caso l’energia dipende dal momento di inerzia I=µR2 Nell’ipotesi di rotatore rigido, R è costante, per cui la differenza tra 1H35Cl e 2H35Cl sta nella massa ridotta µ 2 H 35Cl = m2 H mCl 2.0140 ⋅ 34.9688 = 1.66054 ⋅ 10 −27 Kg / u.m.a. = 3.1624 ⋅ 10 −27 Kg m2 H + mCl 2.0140 + 34.9688 che risulta essere pari a µ 2 H 35Cl = µ1H 35Cl 0.5144 per cui il momento di inerzia del 2H35Cl è I 2 H 35 Cl = I 1H 35Cl 0.5144 e la costante rotazionale è B2 H 35Cl = B1H 35 Cl 0.5144 Problema 1.4: La molecola di HCl è ben descritta dal potenziale di Morse con la profondità del potenziale D =5.33eV, numero d’onda vibrazionale ν~ =2989.7 cm-1 e χ ν~ =52.05 cm-1. e e Nell’ipotesi che il potenziale sia identico per la molecola di DCl, calcolare l’energia di dissociazione D0 nei due casi. Il potenziale di Morse ha la seguente forma: [ V = hcDe 1 − e − a (r − re ) ] 2 con µω 2 a = 2 hcDe 1 2 dove h è la costante di Planck, c è la velocità della luce, r è la distanza tra i due atomi ed re è la distanza a cui si ha il minimo del potenziale. 13 Parte II Il numero d’onda vibrazionale dipende dalla massa ridotta µ della molecola e dalla costante di forza k del legame molecolare: ν~ = 1 2πc k µ = 1 ω 2πc con la massa ridotta che nel caso dell’HCl è data da µ HCl = M H M Cl 1.0078 ⋅ 34.9688 = u = 0.97957 u M H + M Cl 1.0078 + 34.9688 mentre nel caso del DCl è: µ DCl = M D M Cl 2.0140 ⋅ 34.9688 = u = 1.90432u M D + M Cl 2.0140 + 34.9688 L’energia dei livelli vibrazionali è espressa direttamente in cm-1 mediante il termine vibrazionale Gv: Gv = v + 1 ~ ν − v + 2 2 1 χ eν~ 2 dove v è il numero quantico corrispondente al livello vibrazionale v-esimo e χe è la costante di anarmonicità data da: χe = a2h ν~ = . 2 µω 4 De Dato che χ eν~ << ν~ e dato che la correzione anarmonica dipende dal quadrato del numero quantico vibrazionale, la spaziatura tra i livelli vibrazionali si riduce in modo significativo solo per v elevati. L’energia di dissociazione D0 per l’HCl è dunque data da: 2 1 1 D0HCl = De − Gv (v = 0 ) = De − ν~ − χ eν~ 2 2 Tenendo conto che hν = hcν~ , posso convertire i Joule in cm-1 dividendo per hc ed ottengo: HCl 0 D 2 1 J 1 1 −1 = 5.33eV ⋅ 1.6022 ⋅ 10 ⋅ − 2989.7 cm − 52.05cm −1 = − 34 10 eV 6.6262 ⋅ 10 Js ⋅ 2.9979 ⋅ 10 cm s 2 2 144444444444 42444444444444 3 −19 42989.3 cm − 1 =41507cm-1 Nel caso del DCl, cambia la massa dell’atomo di idrogeno e, di conseguenza, cambiano tutte le grandezze che dipendono dalla massa ridotta della molecola, ad eccezione di quelle che si possono lasciare invariate per ipotesi del problema (De ed a). Dunque varia il numero d’onda vibrazionale: 14 Esercitazioni per il corso di Chimica Fisica II per la laurea in Scienza dei Materiali ν~ ∝ 1 µ e la costante di anarmonicità: χ e ∝ ν~ ∝ 1 µ . Dunque posso scrivere: ν~DCl = ν~HCl µ HCl µ DCl χ eDClν~DCl = χ eHCl = ν~HCl 0.7172 µ HCl ~ ν HCl µ DCl µ HCl µ DCl = χ eHClν~HCl 0.5144 Sostituendo nell’espressione dell’energia di dissociazione si ha: D0DCl = De − GvDCl (v = 0 ) = = 42989.3cm −1 2 1 1 −1 − 2989.7 cm ⋅ 0.7172 − 52.05cm −1 ⋅ 0.5144 = 41923.9 cm −1 2 2 15 Parte II 2. Spettroscopie magnetiche. Ad ogni momento angolare è associato un momento magnetico µ ad esso proporzionale. Ad esempio, dato il momento angolare di spin ( s ) per un elettrone isolato, il momento angolare orbitale ( l ) per un elettrone isolato ed il momento angolare di spin ( I ) per un nucleo, posso scrivere: µs ∝ s µl ∝ l µI ∝ I La costante di proporzionalità si chiama rapporto giromagnetico (γ) ed è proporzionale all’inverso della massa dell’oggetto dotato di momento angolare. Quindi per un elettrone isolato si ha γ ∝ 1 M e e per un protone si ha γ ∝ 1 M p . Nel caso del momento magnetico associato al momento angolare di spin è necessario un fattore correttivo g (detto “fattore-g”) rispetto al caso del momento angolare orbitale: µ spin = gγ e s µ orbital = γ e l µ atomico = γ I In presenza di un campo magnetico B0 esterno, l’energia “classica” di un momento magnetico è data da: E = − µ ⋅ B0 Analogamente, l’Hamiltoniano del problema quantomeccanico è: Hˆ = − µˆ ⋅ B0 Posso dunque calcolare l’energia dei momenti magnetici dei tre esempi precedenti in presenza del campo magnetico: s : E = − g e γ e s ⋅ B0 = − g e γ e hm s B0 l : E = −γ e l ⋅ B0 = −γ e hm z B0 I : E = −γI ⋅ B0 = −γhm I B0 Per semplificarne la scrittura, l’energia associata a momenti magnetici elettronici è espressa in funzione di una grandezza detta magnetone di Bohr µ B : µ B = −γ e h = eh = 9.274 ⋅ 10 −24 J T 2M e essendo γe dato da: 16 Esercitazioni per il corso di Chimica Fisica II per la laurea in Scienza dei Materiali γe = − e 2M e Analogamente, l’energia associata ai momenti magnetici dei nuclei è espressa in funzione del magnetone nucleare µ N : µN = γ h gI = eh = 5.051 ⋅ 10 − 27 J T 2M p essendo γ dato da: γ = gI e 2M p dove il fattore g nucleare (gI) varia da circa 6 a circa –6 ed è tabulato per ciascun nucleo. Nel caso del nucleo di idrogeno 1H, il cui spin nucleare è I=1/2, immerso in un campo magnetico B0, si avranno due valori di energia possibili, corrispondenti alle due proiezioni del momento di spin nucleare lungo l’asse del campo magnetico esterno: mI = ± 1 2 E = −γ H hm I B0 Dai valori tabulati (si veda il libro di testo) si ottiene che γH>0, per cui i due livelli energetici saranno disposti come in figura: Eα = −γ H h B0 2 E β = +γ H h B0 2 E Eβ Eα La differenza in energia tra i due livelli è: ∆E = γ H hB0 = hν L dove vL è la frequenza di Larmor: νL = γ H B0 2π La frequenza di Larmor corrisponde alla frequenza della radiazione elettromagnetica che può promuovere una transizione dallo stato α (mI=1/2) allo stato β (mI=−1/2). Tanto maggiore è il campo magnetico esterno e il momento magnetico, tanto maggiore sarà la differenza tra i livelli energetici e, di conseguenza, l’energia della radiazione elettromagnetica necessaria per promuovere la transizione tra di essi. 17 Parte II Nella rappresentazione semiclassica, tale frequenza corrisponde al numero di oscillazioni al secondo che compie il momento magnetico intorno all’asse del campo magnetico esterno, come mostrato in figura: z//B0 ms=-1/2 ms=+1/2 Tuttavia è bene ricordare che la rappresentazione semiclassica non ha alcuna validità fisica in meccanica quantistica, ma viene utilizzata esclusivamente a scopi didattici per facilitare la visualizzazione e la memorizzazione del problema fisico. Essendo i magnetoni di Bohr e nucleare rispettivamente proporzionali all’inverso di Me o Mp, deriva che la differenza in energia di un momento magnetico di un elettrone immerso in un campo magnetico esterno B0 è circa 103 volte superiore rispetto a quella del momento magnetico di un protone nelle stesse condizioni e, di conseguenza, la frequenza della radiazione elettromagnetica a cui si può eccitare tale transizione è circa 103 volte superiore di quella di un protone nelle stesse condizioni. Problema 2.1. Trovare la frequenza di risonanza di - un nucleo di 19F in un campo magnetico esterno B0=15T - un nucleo di 1H in un campo magnetico esterno B0=15T Entrambi i nuclei proposti dal problema hanno spin nucleare I=1/2, per cui la frequenza di risonanza (di Larmor) è data dalla stessa espressione vista poco prima: νL = γB0 2π dove il rapporto giromagnetico γ è dato da: γ = gI µN h ed il fattore g è tabulato per ciascun nucleo. 18 Esercitazioni per il corso di Chimica Fisica II per la laurea in Scienza dei Materiali Per 19F si ha gF=5.2567, per cui 1 v L = 5.2567 ⋅ 5.0508 ⋅ 10 − 27 J T ⋅ 15T ⋅ − 34 1.0546 ⋅ 10 Js 1 2π { = 601MHz fattore di conversion e in Hz 1 Per H si ha gH=5.5857, per cui 1 v L = 5.5857 ⋅ 5.0508 ⋅ 10 − 27 J T ⋅ 15T = 638 MHz − 34 6.629 ⋅ 10 Js Si osserva che le frequenze corrispondono a quelle delle onde radio, ovvero che la separazione in energia tra i livelli energetici è molto piccola anche per campi magnetici esterni molto elevati. Problema 2.2. Calcolare la frequenza di risonanza di un nucleo di 14N in presenza di un campo esterno B0=15T. Il nucleo di 14N ha un rapporto giromagnetico γN=1.93 107 T-1s-1 (positivo) ed un momento angolare di spin I=1. Dunque devo considerare tre diversi livelli energetici derivanti dalle tre diverse proiezioni del momento angolare lungo l’asse z: m I = +1;0;−1 E γ N hB0 E = −γ N hm I B0 = 0 − γ hB N 0 mI=-1 mI=0 mI=+1 Dato che le regole di selezione rendono possibili soltanto transizioni tra stati con ∆mI=1, la cui differenza in energia è ∆E = γ N hB0 = hν L deriva che la frequenza di risonanza per il nucleo di 14N è: νL = γ N B0 = 46 MHz . 2π Problema 2.3. Calcolare la differenza di popolazione relativa (∆N/N) per nuclei di 13 C in campi di 0.50, 5.00 e 15.00 T a 25°C. Il nucleo di 13C ha spin nucleare I=1/2 e γC=6.73 107 T-1s-1 (positivo). 19 Parte II Dunque si hanno due livelli energetici con energia Eα / β = ±γ C h B0 2 La differenza di popolazione tra il livello con mI=1/2 e quello con mI=-1/2 sarà ∆N=Nα-Nβ con N= Nα+Nβ In un sistema a due livelli, il rapporto tra la popolazione dei due stati è data dalla distribuzione di Boltzmann: Nβ Nα =e − ∆E kT dove T è la temperatura in Kelvin. Sostituendo in ∆N/N ho: ∆N N = Nα − Nα e Nα + Nα e − − ∆E kT ∆E kT = 1− e 1+ e − − ∆E kT ∆E kT Per ∆E<<kT posso sostituire l’esponenziale con la sua espansione in serie troncata al primo ordine: ∆E 1 − 1 − ∆N kT ≈ ∆E N 1 + 1 − kT Se ∆E<<kT allora ∆E/kT<<2 e quindi posso scrivere: ∆N N ≈ 1 ∆E 2 kT Dato che ∆E = hγ C B0 posso riscrivere la differenza di popolazione in funzione di B0: ∆N N ≈ 3.43 ⋅ 10 −6 B0 dove B0 deve essere espresso in T. Osservo che la differenza di popolazione tra i livelli è direttamente proporzionale al campo magnetico esterno. Dunque trovo che per B0=0.50T ho per B0=5.00T ho 20 ∆N N ∆N N ≈ 1.7 ⋅ 10 −6 ≈ 1.71 ⋅ 10 −5 Esercitazioni per il corso di Chimica Fisica II per la laurea in Scienza dei Materiali per B0=15.00T ho ∆N N ≈ 5.1 ⋅ 10 − 5 Una considerazione aggiuntiva riguarda l’intensità delle righe di assorbimento nella spettroscopia NMR. Da un lato, essa è proporzionale alla differenza di popolazione, la quale abbiamo appena visto che è proporzionale al campo magnetico. Dall’altro lato, essa è proporzionale alla frequenza di risonanza (come in tutte le transizioni tra livelli energetici promosse tra fotoni, in proposito si vedano i fattori A e B di Einstein). Dato che la frequenza di Larmor è anch’essa proporzionale al campo magnetico, deriva che l’intensità delle righe di assorbimento nella spettroscopia NMR è ( ) proporzionale al quadrato del campo magnetico ∝ B0 . 2 Problema 2.4. Nello spettro 1H-NMR della molecola di dietil etere (CH3CH2OCH2CH3) si osserva che il chemical shift dei metili è δCH3=1.16 e quello dei metileni è δCH2=3.36. Dire quale è la differenza nel campo magnetico locale dei due gruppi di protoni per B0=1.9T e B0=16.5T. In presenza di un campo magnetico esterno B0, le correnti elettroniche esercitano un effetto di schermo diamagnetico del momento magnetico nucleare. Tale effetto dipende sia dagli elettroni dell’atomo a cui appartiene il nucleo in esame che dagli elettroni degli atomi circostanti, nonché dal solvente. Pertanto si definisce come campo magnetico locale Bloc il campo che effettivamente interagisce con il momento magnetico nucleare: Bloc=B0+∆B dove ∆B=-σB0 dunque l’effetto di schermo diamagnetico è proporzionale al campo magnetico esterno B0, con σ detta costante di schermaggio. Trattandosi di un contributo diamagnetico, σ è sempre positiva. Nel caso proposto dal problema, la frequenza di risonanza dei protoni può essere scritta come: vL = γ H Bloc γ H B0 (1 − σ ) = 2π 2π Per praticità, nella spettroscopia 1H-NMR si definisce uno standard di riferimento, che consiste nel tetrametilsilano (TMS). Nel TMS i protoni sono più schermati che nella stragrande maggioranza dei composti organici. Individuato il TMS come riferimento, posso introdurre il “chemical shift” δ, che è dato dalla differenza normalizzata tra la frequenza di risonanza dei protoni del TMS e quella del mio campione: 21 Parte II δ= v − vTMS 6 10 vTMS Per comodità δ è moltiplicato per un fattore 106 ed è espresso in ppm. Osservo che δ è tanto maggiore quanto più Bloc si avvicina a B0 (σ -> 0). Sostituendo le frequenze di risonanza del TMS e del campione in δ ho: δ= σ TMS − σ 6 10 ≈ (σ TMS − σ )10 6 1 − σ TMS dato che σTMS<<1. Il problema chiede di determinare la differenza di campo locale ∆Bloc tra i protoni dei metili e quelli dei metileni, noti i rispettivi chemical shifts. Per quanto detto sinora, ∆Bloc può essere scritto come: ∆Bloc= (B0-σCH3B0) – (B0-σCH2B0)= B0 (σCH2-σCH3) e sostituendo le costanti di schermaggio espresse in funzione dei chemical shifts ho: ∆Bloc= B0 (σCH2-σCH3) = B0 (δCH3-δCH2)10-6=2.20 10-6 B0 Dunque si ha che: per B0=1.9T -> ∆Bloc= 4.2 10-6 T per B0=16.5T -> ∆Bloc= 3.6 10-5 T Si osserva che, all’aumentare del campo esterno B0, il chemical shift aumenta. Questa dipendenza può essere utilizzata per aumentare la risoluzione degli spettri NMR. Problema 2.5. Disegnare lo spettro 1H-NMR del dietiletere sapendo che la costante di accoppiamento scalare tra i due gruppi di protoni è J=2.90 MHz e che si sta utilizzando a) uno spettrometro da 350 MHz o b) uno spettrometro da 650 MHz. Per rispondere al problema è utile fare un riepilogo degli effetti osservati in nuclei con spin non nullo in presenza di un campo magnetico esterno: 1° effetto - splitting dei livelli con diverso mI: in presenza di un campo magnetico esterno e di nuclei con momento angolare di spin non nullo, si ha la separazione in diversi livelli energetici corrispondenti ai diversi valori della proiezione del momento angolare di spin lungo l’asse del campo magnetico. Nuclei diversi hanno diverse frequenze di risonanza per transizioni tra tali livelli. 2° effetto - schermaggio diamagnetico: per effetto delle correnti elettroniche, nuclei dello stesso tipo ma con intorno chimico fisico diverso hanno frequenze di risonanza leggermente diverse tra loro (chemical shift). 22 Esercitazioni per il corso di Chimica Fisica II per la laurea in Scienza dei Materiali 3° effetto - struttura fine: gli accoppiamenti tra i momenti angolari di spin in nuclei non equivalenti tra loro per simmetria provoca lo splitting delle bande di assorbimento degli spettri NMR. E’ utile rivedere i fondamenti alla base dell’interazione che origina la struttura fine degli spettri NMR. Dati due nuclei A ed X non equivalenti per simmetria e dotati di momento angolare di spin (IA e IX), posso definire un Hamiltoniano di accoppiamento: hJ Hˆ c = 2 Iˆ A ⋅ IˆX h L’entità dell’interazione tra i due nuclei è data dalla costante di accoppiamento scalare J. Ad esempio, se IA=IX=1/2, ho E= hJ hm A hm X = hJm A m X h2 Osservo che l’energia di accoppiamento spin-spin è uguale per entrambi i nuclei ed è indipendente da B0 (perchè J è indipendente da B0). Se IA=IX=1/2, allora: m A = ±1 / 2 m X = ±1 / 2 ed ho 4 possibili combinazioni: 1) αAαX -> ½ . ½ =1/4 2) αAβX -> ½ . -½ =-1/4 3) βAαX -> -½ . ½ =-1/4 4) βAβX -> -½ . -½ =1/4 a cui corrispondo 4 possibili contributi energetici ciascuno pari ad E = hJm A m X . Posso dunque scrivere l’energia complessiva dei due nuclei come: A X E = −γhm A Bloc − γhm X Bloc + hJm A m X Per le 4 combinazioni di sopra avrei dunque: 1 A 1 X 1 1) E1 = −γh Bloc − γh Bloc + hJ 2 2 4 2) E 2 = −γh 1 A 1 X 1 Bloc + γh Bloc − hJ 2 2 4 1 A 1 X 1 3) E 3 = +γh Bloc − γh Bloc − hJ 2 2 4 1 A 1 X 1 + γh Bloc + hJ 4) E 4 = +γh Bloc 2 2 4 E βAβX T2A T2X βAαX T1A αAβX T1X αAαX 23 Parte II Dato che le regole di selezione ammettono transizioni solo per ∆m=1, ho solo 4 possibili transizioni (mostrate in figura nell’ipotesi che BlocA<BlocX): T1A: αAαX -> βAαX T2A: αAβX -> βAβX T1X: αAαX -> αAβX T2X: βAαX -> βAβX E facile calcolare le energie corrispondenti a tali transizioni: A T1A: αAαX -> βAαX: ∆E = E1 − E 3 = γhBloc − hJ T2A: αAβX -> βAβX: ∆E = E 2 − E4 = hv A + hJ 1 2 T1X: αAαX -> αAβX: ∆E = E1 − E 2 = hv X − hJ 1 2 T2X: βAαX -> βAβX: ∆E = E3 − E 4 = hv X + hJ 1 2 1 1 = hv A − hJ 2 2 Osservo che il numero di transizioni possibili per l’atomo A passa da 1 (se l’atomo X non è presente) a 2 (e la stessa cosa accade per X). Inoltre osservo che la differenza in energia tra le 2 nuove transizioni di A e di X è la stessa, nonostante ciascuna coppia di transizioni sia centrata a diverse frequenze di risonanza (vA e vX rispettivamente). Ad esempio, nel caso in cui A ed X siano due protoni (spettroscopia 1H-NMR), la separazione in unità di chemical shift (in ppm) di ciascun doppietto è: ∆δ A = ∆δ X = vA + 1 1 J − vTMS v A − J − vTMS J 2 2 10 6 − 10 6 = 10 6 vTMS vTMS vTMS vX + 1 1 J − vTMS v X − J − vTMS J 2 2 10 6 − 10 6 = 10 6 vTMS vTMS vTMS A questo punto è possibile generalizzare il risultato a casi più complessi come l’interazione tra un protone A con 2 protoni X (caso AX2). Nel caso AX2 si avrebbero 8 possibili combinazioni del tipo αAαX1αX2; αAαX1βX2;... e l’energia dei 3 nuclei deve includere l’accoppiamento tra il protone A e i due protoni X: A X X E = −γhm A Bloc − γhm X 1 Bloc − γhm X 2 Bloc + hJm A m X 1 + hJm A m X 2 Svolgendo i calcoli si troverebbe che il protone A ammette 4 transizioni (di cui 2 alla stessa energia, per cui il rapporto di intensità delle bande da esse derivanti è 1:2:1), mentre i due protoni X ammettono 2 transizioni. 24 Esercitazioni per il corso di Chimica Fisica II per la laurea in Scienza dei Materiali Per prevedere l’effetto dell’interazione di gruppi di protoni tra di loro non è necessario eseguire tutti i calcoli ogni volta, ma è possibile utilizzare il triangolo di Tartaglia (o di Pascal), il quale fornisce il numero e l’intensità relativa delle transizioni per i diversi casi: 1 1 1 1 1 A 1 2 3 4 AX 1 3 6 AX 2 1 4 AX 3 1 AX 4 Nel caso del dietiletere, proposto dal problema, si ha che i protoni del metilene (CH2) risentono di quelli del metile (CH3), per cui rientrano nel caso AX3, ovvero nello spettro 1H-NMR sarà presente un quadrupletto con rapporto di intensità 1:3:3:1 ed area 4 (ho 4 protoni equivalenti per simmetria), centrato al chemical shift del metilene. I protoni del metile rientrano invece nel caso AX2 e originano un tripletto con rapporto di intensità 1:2:1 ed area 6 (6 protoni equivalenti per simmetria). La separazione tra le righe sarà identica per i due multipletti e, come visto prima, è data da: ∆δ = J vTMS 10 6 La frequenza dello spettrometro (350 o 650 MHz nei due casi proposti dal problema) corrisponde alla frequenza di Larmor dei protoni del TMS al valore di B0 applicato dallo strumento, per cui si ha: 350 MHz -> ∆δ=0.0199ppm 650 MHz -> ∆δ=0.0107ppm 6 4 1:3:3:1 1:2:1 J J ppm δCH22 δCH3 0 (δTMS) Si osserva che, essendo J indipendente da B0, aumentare la frequenza dello spettrometro NMR (aumentare B0) non ha effetti diretti sulla risoluzione dei multipletti. Problema 2.6. Disegnare lo spettro 1H-NMR di un gruppo di protoni del tipo A3M2X4 con JAM>JAX>JMX. 25 Parte II Per convenzione i gruppi di protoni vengono indicati con le lettere dell’alfabeto in ordine di chemical shift, per cui δA> δM > δX. Posso dunque posizionare qualitativamente il centro dei multipletti dei tre gruppi di protoni: 3 4 2 ppm δΑ δΜ δX 0 (δTMS) Per individuare da quanti multipletti è composta ciascuna riga, considero per primi gli accoppiamenti con J maggiore per ogni gruppo di protoni. In questo caso JAM è la costante di accoppiamento maggiore per i protoni A ed M. L’accoppiamento di A con M2 origina un tripletto con intensità 1:2:1, mentre l’accoppiamento di M con A3 origina un quartetto con intensità 1:3:3:1. In entrambi i casi, la separazione delle righe sarà uguale e proporzionale a JAM. Per quanto riguarda i protoni X, l’accoppiamento con J maggiore è quello con i protoni A. L’accoppiamento dei protoni X con A3 origina un quartetto con intensità 1:3:3:1 e separazione proporzionale a JAX. A questo punto posso disegnare lo spettro NMR che include gli accoppiamenti al “primo ordine”: 3 4 2 1:2:1 JAM 1:3:3:1 1:3:3:1 JAM JAX ppm δΑ 26 δΜ δX 0 (δTMS) Esercitazioni per il corso di Chimica Fisica II per la laurea in Scienza dei Materiali Adesso posso considerare gli accoppiamenti di intensità minore. I protoni A sono accoppiati con i protoni X4, per cui ciascuna riga del tripletto di A sarà a sua volta suddivisa in un quintetto con intensità relativa 1:4:6:4:1 e distanza tra le righe proporzionale a JAX. I protoni M e quelli X sono accoppiati con costante JMX. Ciascuna riga del quartetto di M sarà divisa in un quintetto per effetto dell’interazione con i protoni X4 e, viceversa, ciascuna riga del quartetto di X sarà divisa in un tripletto per effetto dell’interazione con i protoni M2. Inserire un tale numero di multipletti nello spettro è difficile, pertanto evidenzio la struttura fine al “secondo ordine” nel modo riportato nella figura seguente: 3 4 2 1:2:1 JAM 1:3:3:1 1:3:3:1 JAM JAX ppm δΑ δΜ 1:4:6:4:1 1:4:6:4:1 JAX JMX δX 0 (δTMS) 1:2:1 JMX 27 Parte II 28
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