Visita il sito www.legacoop.coop Anno XXV - N. 46 - 12 Dicembre 2014 Primo piano Tre giorni di lavoro per fare l’impresa del nuovo millennio Il programma completo del 39° Congresso di Legacoop Nazionale dal 16 al 18 dicembre a Roma a pagina 2-3 Legacoop Coopfond A favore delle “Salviamo i giornali cooperativi e non pro- startup cooperative fit”. Appello al Senato di Coopstartup Da un’affollata Conferenza Stampa al Senato, avvenuta lo scorso 9 dicembre, organizzata dall’Alleanza delle Cooperative Italiane Comunicazione, FNSI, USPI, Articolo21, File, Mediacoop, FISC, Slc-CGIL e Anso, lanciamo un APPELLO al Governo e al Parlamento per garantire il pluralismo dell’informazione e ristabilire le risorse necessarie al sostegno delle testate indipendenti, non profit, cooperative.... Nota della redazione Questo numero è stato chiuso il 11 dicembre 2014 alle ore 14,30 Territori Toscana “In quattro anni 25 fusioni” Roberto Negrini eletto presidente Il Consiglio di Amministra- Avanti con il processo di zione di Coopfond, il fondo aggregazione delle immutualistico... prese per dare maggiore dimensione alle imprese e attrezzarle meglio a gestire le sfide del futuro. Questo uno dei temi centrali presente nella relazione con Turismo cui Stefano Bassi, presiAll’European Tourism dente di Legacoop Toscana, ha aperto il Day si discute il futuro del turismo congresso di Legacoop Toscana al Palaffari di Firenze. Oltre 200 persone hanno Bassi ha fra l’altro annunpartecipato all’European ciato che non si ricandiderà Tourism Day, che si .... nel ruolo di Presidente.... Settori Segreteria di Redazione: Anna Colomberotto Tel. 06-844.39.372 Fax 06-844.39.402 Organo ufficiale della Lega Nazionale delle Cooperative e Mutue Imprese Sondaggio La maggior parte di loro ha lasciato il Paese d’origine per colpa della crisi economica. Per questo, adesso che hanno trovato un’occupazione, il lavoro è in cima alla lista delle loro priorità. Per lo più addette alle pulizie o all’attività di portierato, sono orgogliose della loro professione malgrado da molti sia ritenuta “umile”. Perché è proprio grazie al lavoro e al senso di appartenenza alla cooperativa che dicono di sentirsi a casa... Da ormai due semestri, più di un sesto degli italiani ritiene di vivere in una zona dove il disagio sociale è molto grave. Percezione messa bene in luce da due indicatori: la sensazione che nella propria zona ci siano sempre più poveri (33%) e sempre più persone che scelgono di emigrare lontano in cerca di lavoro (34%). Al Sud e sulle Isole gli scenari più critici. Le cifre non sono basse neppure al Nord e al... Cooplat Donne immigrate, orgogliosedelproprio lavoro e integrate Settimanale di notizie a cura dell’Ufficio Stampa di Legacoop Direttore Responsabile: Dora Iacobelli leggi Osservatorio SWG Il grave disagio sociale è ormai di casa Registrazione al Tribunale di Roma n. 00503/90 del 6-08-1990 LAVO AVORO DEDIZ Z E R RISPE TO C NIT IT TÀ U 39º CONGR CONGRESSO RESSO NAZIONALEE ROMA,AUDITORIUM MUSICA ROMA,AUDIT ORIUMDDELLA DELLAMUSICA 1616-18 -1818 DICEMBRE 2014 RO R CRE EATIVI ATIVIT SP PERAN NZA R PONSAB BILITÀ TÀ À CO DIVIS SIONE A ON O A EQU TÀ EQ À RAG GGIO OLIDARIETÀ TÀ PA ASSIONE CODICE CO ODICE COOPERATIVO ODICE CO OOPERAATIV TTIVO O FFARE AREELLL’’IMPRE MPRESASA DELEL NUO NUOVOVOMILLENNIO MILLENNIO LLENNIO Primo piano ACI Legacoop Settori Territori Imprese Sondaggio Programma ɮɢɳɵɦɥʭ ɏɔ 16.15 Dalla parte giusta: contro KA LAßA E STSSE KE IKKEGAKISĔ Testimonianza di $ɩɨ ,ɯɣɡɣ #ɣɩɮɮɣ Associazione Libera Tavola rotonda con: 0ɣɟɬɦɯɣɡɣ 3ɮɟɠɛɨɣɨɣ presidente Gruppo UNIPOL 5ɧɜɟɬɮɩ 0ɩɭɮɣɡɦɣɩɨɟ direttore Agenzia Nazionale "ENI 3EQUESTRATI E #ONäSCATI ALLA criminalità organizzata 6ɛɦɟɨɮɣɨɛ &ɣɩɬɟ direttore del Consorzio Mediterraneo Libera Terra 13.30 Accredito dei delegati e delle delegate 14.00 Apertura del congresso Nomina della Presidenza del Congresso Adempimenti congressuali Saluti istituzionali: Intervento di .ɣɝɩɦɛ :ɣɨɡɛɬɟɮɮɣ presidente Regione Lazio Intervento di 'ɬɛɴɣɛɨɩ $ɟɦɬɣɩ sottosegretario alla Presidenza del Consiglio dei Ministri 17.15 Dibattito Ɉɏɇɇ Centosettanta anni dal manifesto dei probi pionieri di Rochdale: i valori della cooperazione Intervento di 0ɛɯɦɣɨɟ 'ɬɟɟɨ presidente International Cooperative Alliance 18.45 Adempimenti congressuali 19.00 Fine dei lavori Durante l’incontro verranno OQNIESSASI BQAMI DEK ßKL “La nostra terra” 15.05 Relazione del Presidente -ɛɯɬɩ ,ɯɭɟɮɮɣ ɮɦɳɤɰɭɦɥʭ ɏɕ ɐɊɇ Innovazione e voglia di futuro: i driver per la crescita Tavola rotonda con: $ɛɬɣɩ &ɬɛɨɝɟɭɝɢɣɨɣ ministro beni e attività culturali e del turismo 2ɣɝɝɛɬɞɩ ,ɯɨɛ digital champions, referente per il Governo italiano dell’agenda digitale europea 'ɣɩɰɛɨɨɛ "ɛɬɨɣ presidente Coop Culture !ɦɟɭɭɛɨɞɬɩ 2ɛɧɛɴɴɛ presidente Obiettivo Lavoro e Fondazione O.L. !ɨɞɬɟɛ 2ɛɪɣɭɛɬɞɣ presidente cooperativa Lama /ɬɣɟɮɮɛ !ɨɮɩɨɣɨɣ presidente Cooperativa Itaca +ɛɮɣɛ $ɟ ,ɯɝɛ cooperativa Informa 15.45 Dibattito congressuale 12.30 Dibattito congressuale 13.30 Pausa pranzo 14.30 Premio “Quadrofedele 2014” Airces 10.30 Dibattito congressuale 11.30 %CNMNLIA E RNCIESĔ MTNUN welfare e nuovi mestieri Tavola rotonda con: 'ɣɯɦɣɛɨɩ 0ɩɦɟɮɮɣ ministro del Lavoro e delle Politiche Sociali #ɦɛɯɞɣɩ $ɟ 6ɣɨɝɟɨɮɣ viceministro del Ministero dello Sviluppo Economico !ɨɮɩɨɟɦɦɛ 0ɛɭɫɯɛɬɣɟɦɦɩ presidente CAMST 14.45 2IRNQRE E NOONQSTMISĔ OEQ il Paese: lavori in corso Tavola rotonda con: -ɛɯɬɣɴɣɩ -ɛɬɮɣɨɛ ministro delle Politiche agricole e alimentari 3ɛɨɞɬɩ 'ɩɴɣ sottosegretario alla Presidenza del Consiglio dei Ministri, con DELEGA AGLI !ãARI %UROPEI 'ɣɛɨɪɣɟɬɩ #ɛɦɴɩɦɛɬɣ presidente Granarolo -ɛɬɝɩ 0ɟɞɬɩɨɣ presidente Coop Italia &ɬɛɨɝɟɭɝɩ 0ɯɡɦɣɟɭɟ amministratore delegato Conad 16.45 Obiettivo Alleanza delle Cooperative Italiane: l’impresa di crescere insieme -ɛɯɬɩ ,ɯɭɟɮɮɣ presidente Legacoop 2ɩɭɛɬɣɩ !ɦɮɣɟɬɣ presidente Agci -ɛɯɬɣɴɣɩ 'ɛɬɞɣɨɣ presidente Confcooperative 17.45 Dibattito congressuale 18.15 Intervento di -ɛɯɬɣɴɣɩ ,ɯɪɣ ministro dei Trasporti e delle Infrastrutture 18.30 Dibattito congressuale 18.45 Relazione delle commissioni 19.00 Fine dei lavori ɨɪɰɷɦɥʭ ɏɖ 9.00 Adempimenti congressuali 9.30 )K RIRSELA ßMAMYIAQIN da vincolo a leva per lo sviluppo Colloquio con: 0ɣɟɬ #ɛɬɦɩ 0ɛɞɩɛɨ ministro dell’Economia e delle Finanze Primo piano ACI 10.15 'NUEQMAMCE E PTAKISĔ cooperativa Sessione riservata ai delegati discutiamone con: -ɛɯɬɩ ,ɯɭɟɮɮɣ presidente Legacoop #ɛɬɦɩ #ɣɧɜɬɣ amministratore delegato Gruppo Unipol %ɦɟɩɨɩɬɛ 6ɛɨɨɣ vicepresidente Coopfond Legacoop Settori 12.00 Votazioni 12.30 Conclusioni del Presidente 13.00 Fine dei lavori Territori Imprese Sondaggio 4 >> Alleanza Cooperative Comunicazione >> Alleanza Cooperative Emilia-Romagna >> Alleanza Cooperative Reggio Emilia Primo piano ACI ALLEANZA COOPERATIVE COMUNICAZIONE Appello al Senato “Salviamo i giornali cooperativi e non profit” Da un’affollata Conferenza Stampa al Senato, avvenuta lo scorso 9 dicembre, organizzata dall’Alleanza delle Cooperative Italiane Comunicazione, FNSI, USPI,Articolo21, File, Mediacoop, FISC, Slc-CGIL e Anso, lanciamo un APPELLO al Governo e al Parlamento per garantire il pluralismo dell’informazione e ristabilire le risorse necessarie al sostegno delle testate indipendenti, non profit, cooperative. È in gioco il venir meno di un principio fondamentale del nostro ordinamento democratico e decine di testate, centinaia di posti di lavoro di giornalisti, poligrafici e di tutto l’indotto, fino ad un ulteriore difficoltà per le edicole, presidio fondamentale per la distribuzione dei giornali e periodici locali. Il settore editoriale è investito da una crisi drammatica ed il calo pesante delle vendite, il trend negativo degli investimenti pubblicitari, la permanenza di posizioni dominanti in campo finanziario e tecnologico e la progressiva e drastica riduzione del sostegno pubblico ne rendono oltremodo difficile il risanamento e la riorganizzazione. Particolarmente colpite sono le aziende dell’informazione di prossimità e di inchiesta, in gran parte realizzata da cooperative di giornalisti, associazioni e strutture non profit. Nel corso degli ultimi mesi, infatti, trentadue testate hanno chiuso i battenti, un terzo dell’editoria locale. Quelle che restano potrebbero presto fare altrettanto. La vita economica, sociale e politica di tanta parte del territorio tornerebbe nell’ombra: l’editoria nazionale non è in grado di garantire l’informazione locale. Più di mille posti di lavoro sono stati perduti, altri quattromila sono in discussione e con essi, anche la possibilità di far convivere chiavi interpretative plurime e diverse di quanto avviene nelle comunità locali. Il Governo ha confermato, ancora nei giorni scorsi, di avere allo studio un disegno di legge per la riforma dell’editoria, della RAI e dell’emittenza più in generale. E’ sperabile che ciò avvenga al più presto e tuttavia di fronte ai tempi necessari alla predisposizione ed approvazione nonché ai numerosi provvedimenti che affollano Camera e Senato la riforma rischia di arrivare fuori tempo masLegacoop Settori simo. La Direzione del Dipartimento Informazione ed Editoria della Presidenza del Consiglio ha comunicato che, allo stato attuale, non è in grado di precisare l’entità delle risorse destinate ai contributi all’editoria per il 2013, nonostante che nello scorso mese di luglio fossero disponibili 55 milioni. E’ opportuno ricordare che le imprese interessate hanno approvato i rispettivi bilanci 2013 a metà dell’anno in corso, prevedendo l’importo del contributo in base agli stanziamenti allora previsti. Qualora vi dovesse essere una riduzione significativa degli stanziamenti, tutti i bilanci sarebbero afflitti da sopravvenienze passive e molte imprese sarebbero costrette ad avviare le procedure fallimentari. La preoccupazione diventa maggiore con l’esame della legge di stabilità del prossimo anno: gli stanziamenti per il 2015, infatti, sono stati ulteriormente ridotti a poco più di 107 milioni. Se si considera che di questa somma, 50,8 milioni sono destinati a Poste spa a copertura del rateo relativo a debiti pregressi; 21 milioni alla Rai, 36 milioni alle agenzie, 9 milioni per vecchi investimenti, per i contributi diretti alla editoria non rimane nulla. E’ opportuno ricordare che il sostegno pubblico all’editoria è previsto, nel nostro Paese, dall’inizio del novecento ed è stato dettagliatamente regolato all’inizio degli anni ottanta per correggere le discriminazioni del mercato pubblicitario. Il sostegno pubblico al settore è presente - in vario modo - negli altri Paesi dell’Unione. Restiamo convinti che sia interesse del Paese, sostenere la realizzazione di un moderno sistema dell’informazione libero, multimediale, pluralista e di qualità, rilanciare il settore editoriale e contribuire a ridare un futuro all’informazione locale. Ci auguriamo che il Governo prenda atto della situazione dram- Territori Imprese Sondaggio 5 matica che sta attraversando il settore dell’editoria ed accolga favorevolmente gli emendamenti presentati da numerosi parlamentari per evitare la pressoché scomparsa dell’esperienza cooperativa e non profit nel settore dell’informazione. ALLEANZA COOPERATIVE e-italiane/?rm=1 EMILIA-ROMAGNA “Bene i controlli a tappeto, stop alle gare al massimo ribasso” La soddisfazione per i controlli a tappeto scattati in Emilia-Romagna contro le false cooperative. La richiesta alla Pubblica amministrazione di mandare in soffitta le gare al massimo ribasso “per evitare che corruzione e malaffare prevalgano su chi si comporta correttamente”. E la richiesta che i responsabili di quanto accaduto a Roma siano chiamati a risponderne anche in sede civile per il gravissimo danno arrecato alla cooperazione. Lo affermano il presidente di Alleanza delle Cooperative Italiane dell’Emilia-Romagna Giovanni Monti e i co-presidenti Francesco Milza e Massimo Mota. “Occorre – sottolineano i dirgenti della cooperazione regionale – che chi ha responsabilità istituzionali abbandoni la pratica delle gare al massimo ribasso per ricorrere alla offerta economica più vantaggiosa e all’accreditamento, come già si fa (grazie al nostro impegno e alla sensibilità dei decisori) in Emilia-Romagna per quanto riguarda i servizi alla persona: è una strada da imboccare per evitare che corruzione e malaffare prevalgano su chi si comporta correttamente. In questo senso, siamo particolarmente soddisfatti per l’iniziativa presa ieri dalla Direzione regionale del Lavoro di effettuare controlli a tappeto per snidare le false cooperative che operano in Emilia-Romagna: è una iniziativa che chiedevamo da tempo e che sosteniamo con forza”. “Quanto sta emergendo in questi giorni dall’inchiesta sulla cosiddetta Mafia della Capitale ha suscitato una pronta risposta della cooperazione a livello nazionale e laziale: gli indagati sono stati immediatamente espulsi e estromessi dai loro ruoli, le prese di distanza, a partire dal presidente dell’Alleanza delle Cooperative Italiane, Mauro Lusetti, sono state nette e senza appello”. Primo piano ACI “Quanto è emerso – proseguono – è gravissimo, una bruttissima pagina per l’Italia colpita nella sua Capitale e un serissimo danno alla reputazione della cooperazione: chi ne porta la responsabilità dovrà risponderne, anche in sede civile. Crediamo, inoltre, che con la magistratura sia possibile dare corpo a rapporti di collaborazione che, pur non intralciando il corso delle indagini, consentano di intervenire per tempo, prima che le situazioni degenerino fino al punto che l’indagine romana lascia intravvedere”. “L’Alleanza delle Cooperative Italiane dell’Emilia-Romagna – concludono Monti, Milza e Mota –, di una regione dove la cooperazione ha radici profonde, dove dispiega da decenni la sua natura di impresa che contribuisce all’economia e, soprattutto, alla tenuta sociale delle comunità, continuerà nel suo impegno per affermare ovunque legalità e giustizia. Per questo chiediamo alla Regione e alle Prefetture di assicurare reale funzionalità degli Osservatori territoriali della legalità per batterci con decisione e con ogni mezzo contro le false cooperative e la corruzione”. ALLEANZA COOPERATIVE e-italiane/?rm=1 REGGIO EMILIA Lavoro irregolare e coop spurie, nuovi impegni per il contrasto Potrebbe rappresentare l’inizio di una nuova e dura lotta alle cooperative spurie e alle diffuse irregolarità che connotano, in particolare, il mercato dei servizi. Lo auspica l’Alleanza delle Cooperative Italiane di Reggio Emilia (Agci, Confcooperative, Legacoop), che intanto esprime soddisfazione per l’incontro avvenuto nell’ambito dell’Osservatorio provinciale della cooperazione, lo strumento costituito per il monitoraggio, la qualificazione e la promozione della regolarità e della qualità del lavoro nelle cooperative. L’Alleanza delle Cooperative Italiane giudica positivamente, innanzitutto, la convocazione da parte della nuova Direzione territoriale del lavoro dell’Osservatorio, che da tre anni non si riuniva “E’ un segnale rilevante di attenzione a temi quali quello delle irregolarità e del dumping contrattuale, delle gare al massimo ribasso e di pratiche illecite – sottolinea l’Alleanza – che Legacoop Settori in questi anni hanno continuato a penalizzare le cooperative che si muovono nel rispetto delle regole e hanno pesantemente pagato le conseguenze di un mercato del lavoro che chiede nuove ed incisive azioni sia sulla committenza che sulle tante imprese, e fra queste cooperative spurie, che hanno concorso a determinare irregolarità crescenti e stati di crisi all’interno delle imprese più corrette”. “Nel merito – prosegue L’Alleanza cooperative di Reggio Emilia – esprimiamo particolare soddisfazione per la chiara conferma – da parte della Direzione Territoriale del Lavoro – dell’illegittimità del contratto siglato a suo tempo dall’Unci con un sindacato privo di rappresentatività e già dichiarato incostituzionale dal Tribunale di Torino e, soprattutto, per l’esplicito impegno a perseguire committenti e cooperative che nell’oscurità applicano appalti e contratti sottocosto”. “Nella stessa sede – prosegue l’Alleanza delle Cooperative Italiane di Reggio Emilia – abbiamo anche registrato la volontà del Ministero per lo Sviluppo Economico di rafforzare la vigilanza sulle imprese che non aderiscono alle centrali cooperative, e anche questo dato è estremamente importante al fine di stroncare la prassi di costituire cooperative indipendenti al fine di sottrarsi a quelle revisioni che, per le imprese associate alle centrali, sono svolte direttamente, su delega ministeriale, proprio dalle organizzazioni cooperative”. “Sia il mercato pubblico che quello privato riguardante i servizi – sottolinea L’Alleanza delle Cooperative Italiane, riprendendo la denuncia fatta già metà ottobre – pone continuamente le cooperative (la cui presenza è particolarmente diffusa sia nel servizi alle imprese che nell’ambito dei servizi alla persona) di fronte alla sfida della continuità aziendale e di una concorrenza che utilizza forme di ribasso inspiegabili e precarietà nel lavoro, ovviamente favorite da una committenza che non si fa scrupolo di verificare con quali soggetti si stia confrontando e di quali devianze siano portatori”. ”Ora – conclude l’Alleanza delle Cooperative di Reggio Emilia – c auguriamo che il lavoro prosegua, e il nostro impegno sarà tutto rivolto in tal senso, a maggior ragione dopo i primi riscontri positivi da parte della DTL nell’ambito dell’Osservatorio”. Territori Imprese Sondaggio Legacoop >> Coopfond 6 COOPFOND A favore delle startup cooperative di Coopstartup Il Consiglio di Amministrazione di Coopfond, il fondo mutualistico di promozione e sviluppo di Legacoop, ha approvato gli incentivi a favore delle startup cooperative che nasceranno dal progetto Coopstartup. Per ogni nuova startup cooperativa risultante vincente i bandi Coopstartup e regolarmente costituita sono previsti: • un contributo a fondo perduto di € 5.000 per le spese sostenute per l’elaborazione del business plan e per la costituzione; • la possibilità di un finanziamento fino al 50% degli investimenti e fino a un massimo di € 150.000 non assistiti da garanzie, a insindacabile giudizio e a seguito di istruttoria da parte del Fondo. Il processo Coopstartup prevede inoltre l’accompagnamento dei soggetti con idee imprenditoriali fino alla fase di costituzione della società e forme di tutoraggio e supporto nei 24/36 mesi successivi alla nascita della cooperativa. Primo piano ACI Legacoop Settori Territori Imprese Sondaggio Settori >> Turismo 7 TURISMO All’European Tourism Day si discute il futuro del turismo >> Turismo Oltre 200 persone hanno partecipato all’European Tourism Day, che si è tenuto a Bruxelles il primo dicembre. La conferenza si è articolata in varie sessioni; la prima dedicata alla Destinazione Europa; la seconda alle sfide e opportunità del turismo digitale; la terza al quadro normativo e amministrativo; e l’ultima alla qualità dei servizi, con un totale di venti relatori. Presieduta da Pedro Ortùn, Direttore della DG Grow, la conferenza ha messo in luce gli enormi fenomeni di innovazione in atto nel settore: l’informatica e l’utilizzo dei big data nelle politiche di marketing, con particolare riferimento alla possibilità di personalizzazione del prodotto e del servizio; lo sviluppo esponenziale della sharing economy e del peer to peer nel turismo; i processi di qualificazione sollecitati anche dai giudizi degli ospiti; le politiche di diversificazione di prodotto avviate con determinazione da alcune Regioni. Attraverso un sistema di voto in tempo reale i partecipanti hanno avuto la possibilità di fornire alla Commissione le loro preferenze sulle priorità da adottare nelle politiche europee e i loro giudizi sulle attività in corso. Alla conferenza hanno partecipato Maurizio Davolio per Legacoop Turismo, Marie Secretant per Diesis ed Elisa Terrasi per CECOP. Sharing economy un convegno oragnizzato da EARTH e Necstour Le reti europee EARTH, European Alliance for Responsible Tourism and Hospitality, e Necstour, Network of European Regions for a Sustainable and Competitive Tourism, hanno organizzato congiuntamente un convegno sulla sharing economy nel turismo. Il convegno si è tenuto il due dicembre nella sede di Bruxelles della Regione Piemonte ed è stato aperto da Maurizio Davolio, Responsabile Turismo di Legacoop, e Presidente di EARTH e dalla Direttrice di Necstour Cristina Nuñez. Davolio ha ricordato gli aspetti della sharing economy che sono prossimi ai principi e alle pratiche del turismo responsabile: l’intensità Primo piano ACI Legacoop Settori del rapporto fra chi ospita e chi è ospitato; la maggiore accessibilità economica rispetto al turismo convenzionale; la maggiore sostenibilità dovuta alla condivisione dei mezzi di trasporto; la possibilità offerta ai viaggiatori di conoscere più profondamente la cultura e la vita dei luoghi visitati. Restano ovviamente da approfondire i problemi di natura legale, amministrativa e fiscale, nonché le tematiche relative alla concorrenza, alla tutela del viaggiatore, alla sicurezza e alla privacy. Gianluca Pastorelli, Presidente di Diesis, ha affrontato il tema delle correlazioni esistenti fra sharing economy e innovazione sociale, presentando il progetto Benisi. Victoria Sanagustin ha presentato l’esperienza della Regione Aragona in cui per la valorizzazione dell’Itinerario del Graal e del territorio di Matarraña si sta facendo ampio ricorso a strumentazioni digitali. Presentate poi le esperienze di GreenHopping, Greeters, Hopineo, KissKissBankBank, Booklokal, Couchsurfing, Home Exchange, che dimostrano come la sharing economy basata su rapporti peer to peer riguardi ormai tutti i servizi di alloggio, di trasporto, di ristorazione e di intrattenimento , con volumi di traffico e anche di affari in spettacolare crescita e con fortissime ricadute sul mercato e sulle attività turistiche tradizionali. Molte di queste esperienze hanno una natura associativa, non profit e, si può dire, precooperativa. La tavola rotonda, animata da Marie Secretant di Diesis ed EARTH, ha visto la partecipazione di esponenti anche del settore tradizionale del turismo, come Charles Etienne Belanger dell’Organizzazione Internazionale del Turismo Sociale, nonché del turismo responsabile, come Caroline Mignon, di ATES. Ciò ha permesso anche di evidenziare aspetti di criticità di fenomeni che sono in forte crescita ma ancora non assestati sotto il profilo normativo. La rete EARTH in piena crescita Si è tenuta il 2 dicembre nella sede della cooperativa Diesis l’assemblea annuale della rete europea EARTH European Alliance for Responsible Tourism and Hospitality. Maurizio Davolio ha presieduto la riunione nella sua qualità di Presidente ed ha svolto la relazione introduttiva assieme alla Coor- Territori Imprese Sondaggio Settori 8 dinatrice Marie Secretant. Nell’ultimo anno sei nuovi soci hanno aderito a EARTH: Jlag (Regno Unito), GreenHopping (Belgio), FAADA (Spagna), Hungarian National Foundation for Recreation (Ungheria), ATR (Francia), EVEA (Francia). Si è rafforzata la rete dei rapporti con altre reti europee e internazionali: ENAT, OITS, Necstour, Aremdt, UNEP. Cresce la partecipazione a progetti europei. Molto ricca la presenza a eventi internazionali assicurata direttamente da EARTH ovvero attraverso i soci. Costruito un repertorio di buone pratiche, fra cui spiccano, di area cooperativa italiana, il pescaturismo (Legapesca), il turismo coi migranti (coop Viaggi Solidali), gli alberghi diffusi (coop Altopiano di Lauco), la gestione dei beni confiscati alla mafia (Mediterraneo Libera Terra, Addiopizzo Travel), il turismo di comunità (Briganti di Cerreto, Valle dei Cavalieri). Fortemente sviluppata la comunicazione attraverso il sito web e la newsletter. TURISMO Alla BTO il convegno Animal Friendly, organizzato da AITR Organizzato da AITR, si è tenuto il 3 dicembre alla BTO (Buy Tourism Online), prestigiosa e innovativa Borsa turistica, il convegno dedicato al tema degli animali nel turismo “animal friendly”. Il convegno ha affrontato il problema dell’ospitalità degli animali al seguito dei clienti nelle strutture turistiche e il problema dello sfruttamento degli animali nelle destinazioni turistiche (caccia, spettacoli con animali, delfinari, zoo, feste tradizionali con animali, souvenir di provenienza animale ecc.). Maurizio Davolio, presidente di AITR, ha aperto i lavori del convegno, cui hanno preso parte come relatori Ilaria Ferri a nome delle associazioni animaliste italiane (ENPA, LAV, LEIDAA), Marta Di Cesare per RAM, Giovanna Costantini dell’associazione spagnola FAADA e Roberto Furlani Responsabile di WWF Turismo. Il convegno ha consentito di mettere a fuoco le pratiche che comportano sofferenza per Primo piano ACI gli animali, rischi di estinzione, pericoli anche per i viaggiatori. Ma anche le possibilità di organizzare viaggi e visite in cui l’integrità degli animali viene salvaguardata e in cui si possono produrre grandi vantaggi per le comunità locali. Balene e grandi felini rendono molto di più se osservati da vivi invece di essere cacciati e abbattuti. Nei viaggi di RAM sono previste visite ai centri di recupero degli animali feriti e vengono programmate iniziative di liberazione di animali cui i viaggiatori possono assistere. In Italia sta crescendo la disponibilità di albergatori e ristoratori ad accettare i cani al seguito, e convenzioni in tal senso sono state sottoscritte da Trenitalia e NTV. AITR prepara il corso di formazione di gennaio Il Direttivo di AITR,Associazione Italiana Turismo Responsabile, ha deliberato di tenere il prossimo corso di formazione rivolto a nuovi soci ed esterni, dal 23 al 25 gennaio all’Hotel Il Pallone di Bologna, gestito dalla cooperativa Piccola Carovana. Per AITR la formazione è un’attività strategica, che consente di condividere principi, valori e buone pratiche sia con i nuovi soci sia con persone esterne interessate. Il Presidente di AITR Maurizio Davolio ha ricordato le attività svolte negli ultimi tre mesi, il convegno organizzato alla BTO, i rapporti con il FAI e la partecipazione al loro eductour, il lancio della nuova newsletter (già oltre 2.000 lettori), la partecipazione ai numerosi convegni cui AITR è stata invitata, i rapporti con le Università, l’attività della rete europea EARTH, la collaborazione con Rete Ferroviaria Italiana per le stazioni impresenziate, la partecipazione alle fiere commerciali, le pubblicazioni, l’evoluzione del turismo di comunità, le relazioni con il mondo del turismo sociale. Il Coordinatore Francesco Marmo ha relazionato sui progetti in corso e sui progetti presentati, sui preparativi del Festival Itacà previsto nell’ultima settimana di maggio a Bologna e sulla realizzazione di una mappa Italia in cui saranno presenti tutte le strutture turistiche riconducibili ad AITR e ai suoi soci. Legacoop Settori Territori Imprese Sondaggio Territori >> Veneto 9 VENETO >> Romagna Cooperazione sociale, nasce Corbola Servizi Plurimi >> Lazio Incentivare le iniziative comuni e le interazioni tra imprese è fra gli obiettivi di Legacoop Veneto, come ha sottolineato il presidente Adriano Rizzi - riconfermato alla guida dell’Associazione per i prossimi quattro anni - nel Congresso regionale tenutosi il 2 dicembre a Padova. E proprio da una fusione, il 2014 ha visto nascere Corbola Servizi Plurimi, a Corbola (Rovigo): nello specifico dalla fusione per incorporazione Corbola Servizi (tipo B) in Corbola Servizi Socio Sanitari (tipo B), che ha così acquisito la qualifica di cooperativa sociale a “scopo plurimo” (incorporando entrambe le tipologie A e B previste dalla legge 381/91 istituiva delle cooperative sociali). Un’operazione resa possibile anche grazie alle importanti risorse messe in campo: la stima dell’investimento realizzato è di 15mila euro, con Coopfond principale finanziatore (e nel brevissimo termine altre risorse saranno impegnate per la formazione interna e gli adempimenti collegati alla fusione). A fronte degli investimenti sostenuti e ancora da sostenere, l’intervento del fondo mutualistico di Legacoop è stato di € 70.000,00 in linea di finanziamento da restituire in 7 anni. Lo scopo iniziale delle due coop sociali, fondate nel 1996, era fornire servizi alla persona e servizi ausiliari nel settore socioassistenziale in affidamento dagli enti pubblici (in particolare assistenza agli anziani ospiti di Villa Agopian di Corbola). Dal 1996 entrambe hanno conosciuto un costante trend di crescita e l’offerta si è estesa ai servizi educativi per l’infanzia e alla mediazione culturale all’interno delle strutture scolastiche locali, con personale di madre lingua. In particolare negli ultimi quattro anni è stata perseguita la politica della partecipazione in raggruppamento con altre cooperative sociali alle gare pubbliche, ottenendo importanti assegnazioni nella fornitura di assistenza ai disabili nelle strutture scolastiche e alle persone interessate da disturbo mentale. Nel campo dei servizi ausiliari, le attività hanno spaziato dai servizi pulizie alla ristorazione, dalla manutenzione del patrimonio e del verde pubblico alla lavanderia industriale. Poi, due anni fa, il ma- >> Toscana >> Abruzzo >> Campania >> Sicilia >> Bolzano >>Reggio Emilia >> Napoli Primo piano ACI Legacoop Settori nagement ha condiviso la necessità di rafforzare le due aziende e ha preso così inizio il percorso di fusione, con il coinvolgimento di base sociale e sindacati nelle assemblee zonali. «È stata un’operazione impegnativa ma anche molto stimolante; Corbola Servizi Plurimi si colloca oggi tra i principali attori economici locali operanti nel settore, sia per numero di addetti che per volume d’affari. Siamo pronti ad affrontare con nuove energie le sfide del mercato, senza mai dimenticare la vocazione di impresa dedicata allo scopo sociale. Sul piano strategico ci indirizziamo verso un processo collaborativo con altre aziende di settore, per partecipare ai futuri appuntamenti collegati alle gare pubbliche» spiega il presidente Fabio Biolcati. Le risorse umane impiegate nell’area servizi alla persona sono 60 (50 soci e 10 dipendenti). Quelle attive nell’area servizi ausiliari (pulizia ambientale, cucina, refettorio, lavanderia industriale, servizio guardaroba, manutenzione immobili e verde) contano 63 operatori, (49 soci, 13 dipendenti e 1 co.pro.), di cui 18 lavoratori svantaggiati (pari al 30% della forza lavoro). Con un valore della produzione che secondo le previsioni supererà nel 2014 i 4 milioni di euro, la neonata cooperativa guarda al settore privato dei servizi integrati di assistenza alla persona, con particolare attenzione alle attività plurime di assistenza domiciliare e sta investendo, insieme ad altri partner, sull’analisi dei nuovi bisogni e sull’evoluzione dei servizi alla persona nell’ottica della definizione di modelli di new welfare. «Il livello di competizione nel campo dei servizi alla persona si sta alzando: è necessario che disponiamo di tutte le coperture necessarie ad affrontare le sfide che ci si presentano, per poter stare sullo stesso mercato di altre importanti cooperative sociali o grossi gruppi industriali. Ecco perché -piega Biolcati - nel campo dei servizi alla persona l’azienda si sta indirizzando verso l‘ingresso in “consorzi di settore”, mentre nel campo dei servizi ausiliari- e della lavanderia industriale in particolare -, stiamo stringendo rapporti di partenariato con un’altra coop sociale di tipo B, che vanta una lunga esperienza nel settore ed è molto radicata nel territorio del Veneto centrale». Territori Imprese Sondaggio Territori 10 ROMAGNA Costituito tavolo associazioni imprenditoriali della Bassa Romagna Si è costituito ufficialmente il 5 dicembre a Lugo, il Tavolo delle Associazioni Imprenditoriali della Bassa Romagna, che riunisce tutte le 13 diverse sigle delle associazioni datoriali dei 9 comuni dell’Unione dei Comuni della Bassa Romagna (AGCI, CIA, CNA, Coldiretti, Confagricoltura, Confartigianato, Confcommercio, Confcooperative, Confesercenti, Confimi Impresa, Confindustria Ravenna, Copagri e Legacoop Romagna). Il Tavolo, già operante nel territorio dell’Unione in maniera informale da diversi anni, si è costituito in maniera ufficiale in modo da fornire un interlocutore forte e rappresentativo all’Unione dei Comuni, uno strumento amministrativo che supera le dimensioni dei comuni e in cui le associazioni datoriali credono fortemente. Nell’atto della sua costituzione il Tavolo ha nominato come propria coordinatrice Elena Zannoni (Legacoop Romagna), già coordinatrice del tavolo provinciale degli imprenditori, fino a giugno 2015. Il vice Coordinatore è Giancarlo Melandri di Confesercenti. Il meccanismo di rappresentanza del tavolo prevede che la guida venga assunta a rotazione dalle categorie con una durata di dodici mesi. Molte le priorità che il Tavolo intende portare avanti, già presentate alla Giunta dell’Unione negli incontri precedenti e agenda di lavoro per i prossimi momenti di approfondimento e discussione con l’Unione: Il tema della tassazione locale, in particolare in tema di TARI; Sicurezza: occorre un coordinamento delle forze dell’ordine locali, liberando risorse umane da impegni realizzabili con altro personale e mantenendo forti presidi sul territorio; Semplificazione delle macchina burocratica pubblica; Nuovo approccio al tema degli appalti, terminando il ricorso alle offerte al massimo ribasso; Programmazione territoriale: revisione strumenti urbanistici PSC-RUE; Piani energetici; Promozione territoriale; Contrasto all’abusivismo e alla concorrenza sleale; Agricoltura; Salvaguardia e difesa idraulica del territorio; Servizi sociali, il welfare; Attività produttive e strutturazione a livello di Unione dei relativi riferimenti. Primo piano ACI Sui primi due temi è già stato richiesto un incontro all’Unione dei Comuni per avviare il confronto. TOSCANA “In quattro anni 25 fusioni” Roberto Negrini eletto presidente Avanti con il processo di aggregazione delle imprese per dare maggiore dimensione alle imprese e attrezzarle meglio a gestire le sfide del futuro. Questo uno dei temi centrali presente nella relazione con cui Stefano Bassi, presidente di Legacoop Toscana, ha aperto il congresso di Legacoop Toscana al Palaffari di Firenze. Bassi ha fra l’altro annunciato che non si ricandiderà nel ruolo di Presidente. “In questi anni di crisi – ha detto Bassi – un importante elemento di dinamicità delle nostre realtà imprenditoriali è stato il percorso di aggregazione fra cooperative, che è andato avanti in settori come l’agroalimentare, le forestali, il multiservizi, il sociale, la logistica. E anche nel settore dell’impiantistica e delle costruzioni. Dal 2010 abbiamo realizzato 25 fusioni che hanno coinvolto più di 60 cooperative e 6.000 lavoratori. Per il futuro le direzioni su cui lavorare sono: ambiente e rifiuti, logistica, acquisizione di marchi in agricoltura, energie rinnovabili, welfare partecipativo”. Un percorso che comunque ha bisogno di risorse per accompagnare processi di crescita. “In questo senso servono strumenti finanziari specifici – continua Bassi – e per questo è decisivo il rapporto con la Regione Toscana, con cui in questi anni abbiamo avuto un rapporto positivo in molti campi. Alla Regione Toscana torniamo a chiedere con forza l’istituzione di un fondo specifico che accompagni i percorsi di aggregazione Legacoop Settori e fusione delle imprese. Tutto questo sta dentro la necessità di fare una riflessione profonda sulla Toscana, dove si continua a registrare calo del pil, dei consumi, degli investimenti. Dove ci sono tre grandi questioni aperte, ovvero la crisi della città-fabbrica Prato, della città-banca Siena e della cittàporto Livorno. Riprogettare il futuro di questi sistemi urbani è una sfida nella quale la cooperazione vuole essere presente”. Roberto Negrini, 47 anni, fiorentino, laureato in Economia, è il nuovo presidente di Legacoop Toscana. Lo ha eletto l’assemblea congressuale delle cooperative toscane aderenti a Legacoop, al termine di due giorni di lavori. Negrini è presidente dell’Associazione delle Cooperative Agricole della Toscana dal 2008, è membro del Comitato di Indirizzo dell’Ente Cassa di Risparmio e ha guidato, come presidente, Firenze Fiera negli anni del risanamento finanziario. “In questi giorni in Parlamento si sta approvando la legge di stabilità. Le imprese italiane – ha detto Negrini – soffrono di nanismo e sottocapitalizzazione. Al Governo chiediamo che i lavoratori possano optare di conferire il loro tfr nel capitale sociale delle cooperative, invece che averlo in busta paga, chiedendone una detassazione e dove i fondi mutualistici contribuiscano di pari importo. In questo modo si metterebbe in moto un grande processo di ricapitalizzazione delle cooperative, che è necessario per una loro irrobustimento dimensionale. LAZIO Un Comitato del Presidente per il Congresso regionale di Legacoop Il congresso di Legacoop Lazio, che si era aperto ieri a Roma, non si é concluso e ha deliberato, su proposta del presidente uscente Stefano Venditti, la costituzione di un comitato guidato dal presidente nazionale Mauro Lusetti con Marco Lami, Letizia Casuccio, Claudio Alibrandi e lo stesso Venditti. Il comitato del Presidente ha il compito di garantire la continuità di gestione e una fase di ascolto nei confronti dei soci in questa fase particolarmente delicata della vita dell’associazione; presentare al congresso un piano di sostenibilità economica; dare mandato ai legali di valutare la possibilità di costituirsi parte civile nel pro- Territori Imprese Sondaggio Territori 11 cedimento in atto in seguito alla inchiesta della Procura di Roma su “Mafia Capitale”. Il comitato dovrà riconvocare il Congresso di Legacoop Lazio entro tre mesi. “Il dolore e la rabbia più grande – ha detto Lusetti concludendo l’assemblea – è prima di tutto per le nostre socie e i nostri soci che lavorano in silenzio, con abnegazione, con umili stipendi e che ora si vedono accomunati in una immagine che non li riguarda assolutamente. Ma ho visto nei volti dei cooperatori la voglia e la forza di reagire. Noi abbiamo la schiena dritta e le malefatte di qualcuno non possono in alcun modo inficiare il lavoro e l’abnegazione di tanti. E con la schiena dritta noi andremo in questa fase di ascolto e di rilancio dei nostri valori e del nostro movimento”. E alla fine Lusetti ha invitato “a non usare il movimento cooperativo per speculazioni e battaglie politiche che non ci riguardano”. CAMPANIA Sprechi alimentari, intesa tra Comune e Legacoop La Giunta del Comune di Napoli, su proposta dell’assessore Panini, ha dato il via, Con delibera n. 838 dello scorso 27 novembre, ad un Protocollo d’intesa con Legacoop Campania per sostenere e diffondere con una nuova e più alta veste morale la cultura del dono e del recupero del cibo e della conseguente lotta allo spreco alimentare. Azioni locali in tema di integrazione delle politiche sociali e dello sviluppo locale saranno i punti di partenza di un’operazione congiunta con Legacoop volta, in particolare, ad avviare il processo di recupero di quantità di cibo non utilizzato da mense aziendali o scolastiche, da ristoranti, strutture ricettive, di catering e dalla grande distribuzione, garantendo un corretto stato di conservazione, trasporto, deposito e utilizzo degli alimenti. Il cibo recuperato, altrimenti sprecato o gettato, sarà destinato in via sperimentale alle strutture di accoglienza dei senza fissa dimora gestite dall’Amministrazione comunale, nonché alle strutture di accoglienza e mense rivolte ai cittadini indigenti, gestite da associazioni di volontariato, istituti e opere religiose, etc. Primo piano ACI Laddove la fase sperimentale sortisca effetti positivi e previa intesa con gli uffici comunali, la distribuzione sarà estesa ad altri soggetti che assicurano assistenza ai cittadini indigenti, ovvero direttamente a quest’ultimi. Tra gli scopi del Protocollo ve n’è uno altrettanto virtuoso, e cioè quello di favorire la nascita di cooperative, prevalentemente e prioritariamente costituite da giovani, che possano ottimizzare operativamente i processi di recupero e distribuzione del cibo recuperato. Un Tavolo tecnico, garante di coerenza e operatività, presieduto e coordinato dal Comune di Napoli, nella persona dell’Assessore al Lavoro e alle Attività Produttive o suo delegato, e composto dai referenti individuati da Legacoop Campania e Italia Lavoro SpA nonché dai referenti individuati dalle Associazioni e dalle Onlus maggiormente rappresentative sul territorio, e da quante organizzazioni vorranno dare il loro contributo fattivo, avrà il compito, tra l’altro, di monitorare l’andamento delle azioni messe in campo, di rendicontarle socialmente e di dare vita ad iniziative di sensibilizzazione, a partire da una “Rassegna nazionale del contrasto allo spreco”. ABRUZZO Di Fabrizio rieletto presidente Legacoop “Partecipazione” questo è l’invito che Fernando Di Fabrizio, riconfermato per acclamazione Presidente di Legacoop Abruzzo al termine del 10° Congresso Regionale, rivolge a tutti i cooperatori presenti all’Assemblea Congressuale. “L’obiettivo per il prossimo mandato- commenta Fernando Di Fabrizio- è di riavvicinarci con più forza alla base associativa, coinvolgere maggiormente i soci e programmare attività ed iniziative con più frequenza. Questo sarà possibile grazie anche alla volontà e all’impegno di tutti, perché l’Associazione è come un mosaico, per funzionare bene ha bisogno che ogni tassello sia al suo posto”. Formazione e riqualificazione delle competenze, intergenerazionalità, legalità, innovazione, ricerca e collaborazione tra imprese gli altri temi principali emersi du- Legacoop Settori rante il dibattito congressuale, svoltosi il 6 dicembre a Pescara, presso le Torri Camuzzi. Nell’intervento del Presidente non è mancato il passaggio all’Alleanza Cooperative Italiane Abruzzo, sottolineando come l’aggregazione, soprattutto nel nostro territorio, sia un passaggio necessario e ineluttabile per la sostenibilità del movimento. L’Alleanza Cooperative in Abruzzo ha stimolato una collaborazione già esistente tra le Centrali e favorito il proliferare di numerose attività: il Progetto di Rigenerazione Urbana, l’Agricoltura Sociale, il Tavolo tecnico-Sindacale, la costituzione del Polo della Cooperazione, la proposta di legge sulle cooperative di comunità. Non poteva mancare un riferimento alle vicende di cronaca che hanno colpito la Cooperativa 29 Giugno. In particolare il Direttore Nazionale, Giancarlo Ferrari parla di “dolore e rabbia”, ma anche di “razionalità e coerenza”. Dolore per i soci e lavoratori della Cooperativa che hanno vista svanita la speranza di avere un’opportunità di recupero e reintegro nella società, e rabbia per il tradimento subito. “Noi ci sentiamo vittime, Legacoop in questa vicenda è parte lesa - commenta il Direttore- e dobbiamo reagire per difendere il nostro modello e i nostri valori”. Anche il Presidente Di Fabrizio parla di buona cooperazione, sottolineando come episodi isolati non debbano rovinare un modello sano e in grado di evitare le lacerazioni politico-istituzionale che portano alla deriva lo Stato sociale. Territori Imprese Sondaggio Territori 12 SICILIA Pietro Piro guiderà Legacoop per i prossimi anni La Direzione eletta dal congresso, all’unanimità ha nominato Pietro Piro Presidente che succede ad Emanuele Sanfilippo – già alla guida dell’organizzazione per più di dodici anni. Alla presenza di Mauro Lusetti – presidente di Legacoop Nazionale- - e con la partecipazione di Giancarlo Ferrari, direttore di L.N.C.M, giorno 3 dicembre 2014 si è svolto il 14° congresso di Legacoop Sicilia che ha visto la partecipazione di 230 delegati e molte decine di invitati, presidenti e dirigenti di cooperative, rappresentanti delle Istituzioni e del Governo Regionale, rappresentanti delle altre Centrali Cooperative, dei Sindacati, di enti pubblici economici, All’interno della non facile situazione economica siciliana la cooperazione si pone come forza di resistenza e di contrasto all’invadenza della crisi che porta disoccupazione e a volte lascia macerie in campo sociale. La Cooperazione tiene, anche se qualche scricchiolio si è avvertito tra le nostre associate. Alcune hanno chiuso, altrettante ne sono nate, la quasi totalità ha resistito seppure con qualche affanno che si spera possa essere superato al più presto e con qualche sacrifico. I volumi dei ricavi si sono sviluppati in settori che prima erano presenti senza grandi numeri. Qualche sofferenza si è registrata nei settori tradizionali dell’area lavoro, un consolidamento faticoso si è registrato nel campo della cooperazione sociale, una posizione di attesa e di sviluppo - se riprendono i mutui nel settore abitativo, I settori che dal precedente congresso ad oggi hanno avuto uno sviluppo sono quelli del Consumo e dei dettaglianti. Bene e in espansione le cooperative che gestiscono i beni e le aziende confiscate alla mafia e alla criminalità organizzata. Con il loro alto valore morale e sociale queste cooperative si sono poste come punto di riferimento e di esempio a tutte quelle imprese che si vogliono liberare dal giogo mafioso. Le sfide che abbiamo davanti sono tante e a volte difficili. Ci incoraggia la prospettiva di realizzare al più presto anche in Sicilia l’A.C.I. Primo piano ACI Prossimamente terremo l’assemblea regionale che vedrà eletta la rappresentanza unitaria del portavoce unico e la costituzione formale del coordinamento ACI SICILIA. Tra i punti che sono emersi dal dibattito congressuale è stata avanzata la necessità di consolidare il diritto/dovere di trasparenza e di legalità, di proporre temi concreti e richieste precise al Governo Regionale per l’accesso al credito e una forte azione di semplificazione e velocizzazione della Pubblica Amministrazione. Lusetti – presidente di Legacoop nazionale nelle conclusioni ha illustrato al Congresso l’azione svolta da Legacoop Nazionale nell’ultimo periodo. Ha affrontato il tema della necessità di proseguire verso l’obiettivo della costituzione dell’ACI a tutti i livelli. Ha condannato il comportamento del gruppo dirigente di quella cooperativa che ha trascinato ingiustamente la cooperazione sociale nel discredito e per il quale l’applicazione del codice etico avverrà senza sconti. Ha espresso solidarietà al Ministro Poletti – persona di grande onestà e correttezza. Il contrasto alla cooperazione spuria è uno degli obiettivi dall’azione di Legacoop per il prossimo futuro. Non è possibile lasciare spazio a finti operatori che utilizzano il buon nome della cooperazione per fini e obiettivi che nulla hanno a che fare con la Cooperazione vera. L’intergenerazionalità è stato un altro dei punti affrontato da Lusetti. Le imprese cooperative non appartengono ai presidenti né ai direttori. Sono di tutti i cooperatori e per ciò tutti abbiamo il dovere di mettere a disposizione delle generazioni future questo patrimonio di beni, avviamento ed esperienze a favore di tutti quelli che vorranno proseguire questo lavoro che tanto benessere ha dato a noi tutti e che abbiamo il dovere di assicurare a chi verrà dopo di noi. Proseguire l’impegno a favore di quelle iniziative Workers buy out è una scommessa che non possiamo non accettare. E’ ricca di insidie. La costituzione di una nuova impresa contiene un rischio imprenditoriale normale. Rimettere in funzione un’impresa già andata a male ci impone di valutare con rigore il loro progetto. Il congresso di Legacoop Sicilia ha eletto la nuova Direzione regionale che registra al suo interno una presenza femminile superiore al 30%, la presenza di giovani cooperatori in Legacoop Settori misura superiore al 10% e la maggioranza di imprese in tutti gli organismi elettivi. Legacoop Sicilia rappresenta numero 1655 cooperative – un volume di affari pari a 1.370.000.000,00 (un miliardo e 370 milioni di euro), 100.606 soci – 9.296 occupati. BOLZANO AperitivoTeatrale,“Mafieinpentola Libera Terra, il sapore di una sfida” La Bottega dei Sapori e dei Saperi di Libera Terra di Bolzano organizza un aperitivo teatrale con “Mafie in pentola. Libera Terra, il sapore di una sfida” e a seguire un aperitivo con i prodotti di Libera Terra venerdì 12 dicembre alle ore 18 in Corso Libertà 16 a Bolzano. Mafie in pentola è un progetto di teatro civile gastronomico realizzato da Tiziana Di Masi e Andrea Guolo in collaborazione con Libera (Associazioni, nomi e numeri contro le mafie), Avviso Pubblico (enti locali e regioni per la formazione civile contro le mafie) e sostenuto dalle Coop Adriatica, Nordest e Lombardia. Uno spettacolo, sin dalla data del suo debutto, definito originale e straordinariamente efficace da Don Luigi Ciotti , che riesce a raccontare di un’antimafia possibile praticata nella quotidianità. REGGIO EMILIA Legacoop interviene sulla vertenza Coopservice e cooperative spurie Bene ha fatto la nuova Direzione Territoriale del Lavoro a convocare l’Osservatorio provinciale della cooperazione, che riteniamo sia uno strumento efficace (lo dimostrano i risultati di altre province) per contrastare il fenomeno delle cooperative spurie, o finte cooperative. Un fenomeno che dovrebbe preoccupare tutti, e in particolare le orga- Territori Imprese Sondaggio Territori 13 nizzazioni sindacali, che invece ultimamente sembrano attente solo ad avviare vertenze nei confronti delle cooperative che cercano di applicare per intero i contratti nazionali firmati con Cgil, Cisl e Uil, come nel caso recente di Coopservice, pur nella difficoltà di operare in un mercato completamente destrutturato da concorrenti fuori controllo che non applicano nessun contratto regolare. La disponibilità di Coopservice ad applicare interamente il contratto è stata dimostrata, ma non si può far finta di non vedere che tipo di imprese (cooperative e non) operano sul mercato. Segnaliamo che dagli ultimi dati rilevati nella nostra provincia ben il 42% delle oltre 1000 cooperative presenti, non è aderisce a nessuna centrale cooperativa; a ciò si aggiunga che ogni anno nascono dalle 25 alle 30 cooperative che non si associano alle organizzazioni cooperative riconosciute. Sono cooperative attive in buona parte nel settore servizi e che in pratica sfuggono nella quasi totalità ai controlli ministeriali previsti per le cooperative. Dispiace e preoccupa che il sindacato reggiano, anche con l’ultima riunione dell’Osservatorio provinciale della cooperazione, convocato con molto anticipo e su richiesta dell’Alleanza delle Cooperative Italiane, abbia dimostrato scarsa o nulla attenzione per la necessità di contrastare un fenomeno dilagante come quello delle cooperative spurie, che possono essere strumenti non solo di concorrenza sleale, ma anche rischiosi dal punto di vista del lavoro nero e della legalità. Chiedere che ci sia la possibilità per le cooperative che applicano i contratti regolari di operare in un mercato Primo piano ACI corretto è il minimo.Aprire vertenze solo con chi vuole applicare il contratto, senza far nulla per regolarizzare il mercato, e come voler nascondere la polvere sotto il tappeto. NAPOLI Parte “SpazzaCammino”, i senza dimora puliscono la città L’iniziativa di Gesco, con la cooperativa sociale Il Camper, si svolge per le vie del centro storico di Napoli ed impegna dodici persone senza dimora in un servizio di spazzamento delle strade cittadine, negli orari maggiormente affollati da cittadini e turisti. Progetto unico nel suo genere in Italia, è sostenuto dai commercianti del centro storico e dei Consorzi Centro Toledo e Centro Toledo Spirito Santo ed ha il patrocinio della Seconda Municipalità, la collaborazione dei volontari del Servizio Civile del Comune di Napoli ed il contributo grafico dello Studio Eikon. Avviato in forma sperimentale, le persone coinvolte sono state selezionate tra quelle intercettate dalla cooperativa sociale Il Camper, sulla base della loro volontà e capacità di mettersi in gioco in un percorso di autodeterminazione e di riscatto sociale. Tutte hanno ricevuto un’adeguata formazione per il servizio da svolgere, curata dalla Scuola di Formazione dei Lavori Sociali di Gesco. Le persone del gruppo SpazzaCammino hanno un’età compresa tra i 25 e i 60 anni: ci sono un ivoriano, un tunisino, rumeni, polacchi e italiani. I senza dimora sono affiancati da quindici ragazzi e ra- Legacoop Settori gazze, volontari del Servizio Civile Nazionale attuato dal Comune di Napoli attraverso il progetto Strada Facendo, rivolto ai senza dimora. Il gruppo dello SpazzaCammino ha come base di partenza e di arrivo la sede della Seconda Municipalità in piazza Dante, da dove partono e tornano le squadre, che svolgono un servizio di spazzamento in cinque zone del centro storico di Napoli, dal lunedì al venerdì dalle 16.30 alle 20.00. Il servizio, in particolare, interessa le zone di Via Toledo (da piazzetta Augusteo fino a piazza VII Settembre), dei Decumani (da via Cisterna dell’Olio a piazzetta Nilo), di Santa Chiara (da largo Banchi Nuovi a Port’Alba), del Decumano del Mare (da via Mezzocannone – angolo Università L’Orientale, a Santa Maria la Nova) e del Vecchio Policlinico (da Port’Alba a piazza San Domenico Maggiore). Grazie al sostegno dei commercianti del centro storico, le dodici persone coinvolte possono contare su un contributo mensile di 300 euro netti, che permette loro di affrontare alcune necessità di base, come mangiare pasti adeguati. Territori Imprese Sondaggio Imprese >> Cooplat 14 COOPLAT >> Cooplat Donne immigrate, orgogliose del proprio lavoro e bene integrate >> Assicoop Romagna Futura La maggior parte di loro ha lasciato il Paese d’origine per colpa della crisi economica. Per questo, adesso che hanno trovato un’occupazione, il lavoro è in cima alla lista delle loro priorità. Per lo più addette alle pulizie o all’attività di portierato, sono orgogliose della loro professione malgrado da molti sia ritenuta “umile”. Perché è proprio grazie al lavoro e al senso di appartenenza alla cooperativa che dicono di sentirsi a casa pur essendo migranti, cittadine italiane a tutti gli effetti a dispetto di quanto è scritto sulla loro carta d’identità. È il quadro che emerge dalla ricerca “Che genere di diversity?Una lente di genere su integrazione lavorativa e cittadinanza” condotta dall’Istituto Dirpolis della Scuola Superiore Sant’Anna di Pisa tra le donne straniere occupate in Cooplat, la cooperativa fiorentina di servizi tra le maggiori impegnate in Italia nei settori dell’ecologia e del facility management con quasi tremila addetti e un fatturato di 85 milioni di euro nel 2013. Lo studio è stato presentato oggi alla Biblioteca Nazionale di Firenze alla presenza del presidente della cooperativa Fabrizio Frizzi, della professoressa dell’Istituto Dirpolis Anna Loretoni, responsabile scientifica della ricerca, e la dottoressa Alessia Belli, assegnista della Scuola Sant’Anna, autrice dell’indagine. Presenti inoltre l’assessore regionale al Lavoro Gianfranco Simoncini e l’assessore al Personale del Comune di Firenze Federico Gianassi, intervenuti alla tavola rotonda “Lavoro valore di cittadinanza” coordinata dal presidente di Legacoop Servizi Toscana Angelo Migliarini. 34 le donne straniere coinvolte nella ricerca, nata grazie a un progetto del Fondo sociale europeo che ha visto anche il coinvolgimento della Regione Toscana, e realizzata a partire dal settembre 2012. Età compresa tra i 20 e i 50 anni, le intervistate arrivano per lo più dai Paesi dell’Est (Romania, Albania, Ucraina), Africa settentrionale (Tunisia, Algeria, Marocco) e America latina (Colombia). Hanno differenti stati civili, lingue e religioni. E sono impiegate negli appalti Cooplat sui territori di Firenze (Soprintendenza, Gucci e Ospedale Palagi), Siena (Monte dei Paschi e Università degli studi) e >> Coop >> Cooperativa Di Vittorio >> COPMA >> Conad Primo piano ACI Legacoop Settori Pisa (Scuola Superiore Sant’Anna, Scuola Normale Superiore). Alle interviste si è accompagnato in un secondo momento un laboratorio fotografico che ha chiesto alle lavoratrici di immortalare il loro posto di lavoro (una gallery in allegato). “Abbiamo cofinanziato con grande interesse questa ricerca che ci mette sotto la lente – dice il presidente di Cooplat Fabrizio Frizzi – vista l’alta densità di stranieri tra la nostra forza lavoro e il nostro stesso corpo sociale. Comprendere e rispondere ai bisogni e alle necessità dei lavoratori, e in particolare di quelli stranieri che possono incontrare difficoltà con la lingua o nell’inserimento, è da sempre una nostra prerogativa. Mettere al centro la dignità del lavoro e il valore della persone contro la logica del profitto a tutti i costi significa anche combattere la crisi, solo così si incentiva la qualità professionale di ognuno”. Su 2.843 addetti in totale, di cui 1.475 soci, si contano in Cooplat circa 350 stranieri con una netta prevalenze di donne, ben 218. Tra quelle intervistate, l’assenza di opportunità lavorative nella terra d’origine risulta la molla principale che le ha convinte a partire. Approdate in Cooplat, il lavoro è adesso al primo posto nella vita di ognuna, anche a costo di qualche sacrificio personale. Alcune hanno titoli di studio elevati (diploma e laurea). Rivendicano la dignità del lavoro svolto quotidianamente, nonostante alcune rivelino di aver subito episodi di discriminazione per le loro mansioni di addette alle pulizie. “Al di là delle differenti storie alle spalle di ognuna, ciò che oggi accomuna la maggior parte delle intervistate è il forte senso di appartenenza alla cooperativa, la consapevolezza – spiega la dottoressa Alessia Belli – di trovarsi in un ambiente che accoglie la loro voce e ne ascolta le esigenze. Molte, ad esempio, spiegano di aver ottenuto in caso di bisogno permessi più lunghi per raggiungere i loro familiari all’estero. Qualche problema ad inserirsi talvolta c’è stato, specie con le colleghe italiane. Ma in tante partecipano alla vita Territori Imprese Sondaggio Imprese 15 della cooperativa, alle riunioni, alle assemblee. La maggior parte parla di un’integrazione sul posto di lavoro che le ha aiutate a sentirsi a casa nel Paese in cui sono arrivate da migranti. Oggi, anzi, il timore è che la crisi economica possa allentare questa stretta relazione, il dialogo tra i dipendenti e l’azienda”. Il laboratorio fotografico ha costituito la seconda tappa del percorso: sono stati condotti due focus group, uno a Firenze e uno a Pisa, in cui rispettivamente 8 e 5 donne, macchina fotografica alla mano, sono state invitate a descrivere con alcuni scatti il loro rapporto con il lavoro in Cooplat. Ne nasce una galleria realizzata in libertà con grande fantasia ed ironia: dalle bellezze del posto di lavoro come nei saloni degli Uffizi, al ringraziamento per una nuova lavatrice comprata dalla cooperativa che rende più facile la loro attività, fino alla giungla di chiavi e telefoni con cui hanno a che fare tutti i giorni, le amicizie e l’orgoglio di un lavoro ben fatto e al servizio della comunità. La ricerca condotta dal Sant’Anna fa parte di un più ampio filone di indagine sulla forza lavoro straniera di Cooplat aperto nel 2010 dallo studio del Ceuriss “Lavoro e percorsi di integrazione del personale immigrato”. Tale ricerca, effettuata tra 400 lavoratori stranieri, mise in luce come il 77,8% dei lavoratori stranieri di Cooplat si senta italiano, tanto che solo un quarto parla ancora nella lingua d’origine. Oltre la metà (il 51%) dichiara di sentirsi “ben integrato” nel nostro Paese, mentre solo il 5% dice di continuare a coltivare un legame prioritario con la madrepatria.Tra le cose in cui si identificano di più, il nucleo familiare è al primo posto con il 68,9%, seguito subito dal lavoro, al secondo con il 45,9%. Mentre i riferimenti allo stile di vita e alla nazionalità vengono molto dopo (rispettivamente 27% e 24,6%). COOPLAT Cntributo della cooperativa alla Biblioteca Nazionale di Firenze Un contributo economico per sostenere la Biblioteca Nazionale Centrale di Firenze e il suo inestimabile patrimonio. È l’erogazione liberale deliberata da Cooplat, cooperativa fiorentina di servizi tra le maggiori aziende in Italia impegnate nei Primo piano ACI settori dell’ecologia e del facility management, che ha deciso di donare 7.500 euro per l’acquisto di materiali ed attrezzature per il Laboratorio di restauro del prestigioso istituto culturale. Un gesto di solidarietà che arriva a 48 anni di distanza dalla terribile alluvione di Firenze del 1966, quando i lavoratori Cooplat si resero protagonisti del salvataggio dei volumi della Biblioteca danneggiati dalla furia dell’Arno. Fu solo l’inizio di un rapporto duraturo che unisce tutt’ora la cooperativa alla Nazionale. Da “angeli del fango” pronti a dare una mano come volontari, i dipendenti della cooperativa ottennero ben presto l’incarico di prendersi cura dei volumi alluvionati. Dopo essere stati formati da esperti nazionali e internazionali, nel 1967 dettero vita al Laboratorio di restauro del libro, riconosciuto come uno dei maggiori al mondo, che nel 1976 divenne un organismo permanente della Biblioteca. Non solo. Ancora oggi, sono i lavoratori e le lavoratrici Cooplat ad effettuare quotidianamente la pulizia e la sanificazione dei locali della Biblioteca. “Siamo profondamente legati alla Biblioteca Nazionale da quasi mezzo secolo – dice il presidente di Cooplat Fabrizio Frizzi – non potevamo rimanere indifferenti di fronte al momento di oggettiva difficoltà che sta vivendo. Per questo abbiamo voluto dare un aiuto all’istituto, un piccolo ma concreto ‘regalo di Natale’”. “Fra la Biblioteca Nazionale e la Cooplat c’è una profonda intesa che affonda le sue radici in uno dei momenti più drammatici che l’istituto ha vissuto nel corso della sua lunga storia e che si è naturalmente trasformato in un rapporto di collaborazione fruttuoso e duraturo, di grande professionalità e anche in questa occasione siamo grati alla Cooplat ancora una volta al nostro fianco”, dice la dottoressa Maria Letizia Sebastiani, dirigente della Biblioteca NazionaleCentrale di Firenze. La donazione di Cooplat alla Nazionale sarà presentata martedì 9 dicembre alle 16.30 nella sede della Biblioteca (Sala Galileo, ingresso via Magliabechi, 2) in occasione della presentazione di una ricerca sulle lavoratrici straniere di Cooplat condotta dalla Scuola Superiore Sant’Anna di Pisa dal titolo “Una lente di genere su integrazione lavorativa e cittadinanza”. Legacoop Settori L’iniziativa si aprirà con i saluti del direttore della Biblioteca Maria Letizia Sabastiani e della professoressa Barbara Henry della Scuola Superiore Sant’Anna. Ad introdurre lo studio saranno la professoressa Anna Loretoni dell’Istituto Dirpolis del Sant’Anna e la dottoressa Alessia Belli, assegnista della Scuola Superiore pisana che ha effettuato in prima persona le interviste tra un campione di 34 donne straniere impiegate in Cooplat. Presente anche Monica Bauco, attrice del Teatro di Rifredi, che metterà in scena alcuni stralci delle interviste. Alle 18 tavola rotonda dedicata al tema “Lavoro valore di cittadinanza” con il presidente di Cooplat Fabrizio Frizzi, l’assessore regionale alle Politiche del lavoro Gianfranco Simoncini, l’assessore al Lavoro e al Personale del Comune di Firenze Federico Gianassi e la professoressa Loretoni. Coordina il presidente di Legacoop Servizi Toscana Angelo Migliarini. Nata nel 1946 a Firenze, Cooplat è oggi attiva in tredici regioni d’Italia dove dà lavoro a 2.843 persone, di cui 1.475 sono soci. Ha chiuso il 2013 con un fatturato che sfiora gli 85 milioni di euro e oltre 90 milioni di bilancio consolidato del gruppo (composto anche da Ecolat, Sviluppo e Insvi). Circa 350 gli addetti stranieri provenienti da 42 Paesi, che fanno di Cooplat una delle cooperative più multietniche della Toscana. COOP Sostiene il Protocollo di Milano promosso dalla Fondazione Barilla A un anno dalla presentazione del Protocollo di Milano promosso dalla Fondazione Barilla Center for Food and Nutrition, ANCC-Coop e Coop Italia, ovvero i due organismi nazionali del sistema Coop, diventano ufficialmente sostenitori dell’accordo mondiale su alimentazione e nutrizione in vista di Expo 2015. In pieno accordo con le linee guida del documento, Coop è da sempre impegnata in iniziative concrete per la sostenibilità alimentare e ambientale attraverso azioni a favore dei consumatori, attività di informazione e formazione sul consumo consapevole che in oltre trent’anni hanno coinvolto migliaia di Territori Imprese Sondaggio Imprese 16 scuole, studenti, insegnanti e famiglie. E Coop è peraltro parte attiva di Expo 2015 coinvolta nella progettazione del “supermercato del futuro”. “La sostenibilità dello sviluppo economico, cioè di una crescita equilibrata tra produzione alimentare e sfruttamento delle risorse del pianeta, è uno dei criteri fondamentali che guidano le strategie di Coop. Riteniamo importante il ruolo di modelli produttivi e di imprese a larga partecipazione e gestione democratica, nell’assicurare un cibo buono e sicuro per tutti e creare così consapevolezza sul futuro del Pianeta” ha spiegato Marco Pedroni presidente Coop Italia. “Aderiamo volentieri al protocollo di Milano perchè è coerente con i valori che la cooperazione promuove. Dibattere con istituzioni, imprese, cittadini e attori della società civile sull’insostenibilità dell’attuale ritmo di consumo delle risorse come fa il Protocollo di Milano è infatti un modo di attivare un processo di costruzione partecipata e cooperativa che aiuta a fare “comunità” “ ha commentato Enrico Migliavacca vicepresidente vicario Ancc-Coop. Il Protocollo di Milano si propone come base di discussione per pianificare il nostro futuro alimentare e salvaguardare il nostro Pianeta. Negli ultimi 12 mesi, 500 esperti internazionali hanno fornito il proprio contributo al Protocollo di Milano, oltre 70 tra organizzazioni e soggetti istituzionali hanno dato il proprio sostegno e migliaia di persone hanno già aderito attraverso la piattaforma dedicata www.protocollodimilano.it. Il Protocollo si pone i seguenti obiettivi in vista di Expo 2015: lotta allo spreco alimentare, con l’abbattimento del 50% entro il 2020 dell’impressionante cifra di 1.3 miliardi di tonnellate di cibo sprecato nel mondo, attraverso campagne mirate ad accrescere la consapevolezza del fenomeno e accordi di lungo termine che coinvolgano l’intera catena alimentare a partire dalla filiera agricola; attuazione di riforme agrarie e lotta alla speculazione finanziaria, promuovendo un’agricoltura più sostenibile, e lotta alla fame e l’obesità, con il richiamo all’importanza dell’educazione alimentare e di uno stile di vita sano. “L’iter che ha accompagnato nel 2013 la stesura del Protocollo di Milano giunge a conclusione con la presentazione della verPrimo piano ACI sione finale del documento che viene consegnato alle istituzioni italiane e internazionali con l’obiettivo di promuovere il dibattito sui tavoli politici durante i prossimi mesi” – afferma Guido Barilla, Presidente della Fondazione BCFN – “Non dobbiamo perdere l’occasione per affrontare in modo serio questioni che sono fondamentali per il nostro futuro. I sei mesi di Expo 2015 devono lasciare un’eredità più profonda e duratura di una pur splendida vetrina con le migliori eccellenze alimentari”. Oggi, nell’ambito della seconda giornata del 6° International Forum on Food and Nutrition organizzato dalla Fondazione BCFN (Università Bocconi, Milano), verrà presentata la stesura finale del Protocollo di Milano alla presenza di esperti internazionali, accademici, rappresentanti delle più importanti organizzazioni e associazioni attive in ambito alimentare e ambientale, istituzioni e società civile. Tutte le attività del Forum BCFN possono essere seguite online, collegandosi a www.barillacfn.com a partire dalle ore 10 del 4 dicembre. Dal sito è inoltre possibile scaricare la guida al 6° International Forum on Food and Nutrition. ASSICOOP ROMAGNA FUTURA Festeggia 50 anni, nel 2014 incassi per 129 milioni di euro (+7,5%) Da mezzo secolo è il volto di Unipol in Romagna: compie 50 anni Assicoop Romagna Futura, una delle più importanti agenzie UnipolSai Assicurazioni in Italia, attiva nelle province di Ravenna, Forlì-Cesena e Rimini. L’anniversario sarà celebrato venerdì 12 dicembre al Palace Hotel di Milano Marittima, con un evento a cui prenderanno parte i quasi 270 addetti della struttura, il presidente Lorenzo Cottignoli, il vicepresidente Franco Giuliani, l’amministratore delegato Giorgio Chiarini e il presidente di Unipol Gruppo Pierluigi Stefanini. Interverranno anche il Sindaco di Cervia Luca Coffari, il presidente di Legacoop Emilia-Romagna Giovanni Monti e il presidente di Legacoop Nazionale Mauro Lusetti. Nell’occasione verrà donata ad Ausl Romagna un’autoambulanza attrezzata del valore di circa 90mila euro. Legacoop Settori La storia di Assicoop Romagna Futura inizia negli anni Sessanta con la nascita di Unipol e delle prime agenzie generali nei capoluoghi romagnoli. La prima a partire fu l’agenzia di Forlì, con un portafoglio, al termine del primo esercizio, di circa 20 milioni di lire, seguita dalla “Coop Assicurazione Ravennate” e dalla consorella riminese. Oggi, dopo la fusione fra le due Assicoop provinciali avvenuta nel 2012, Assicoop Romagna Futura ha quasi 88mila clienti, con un portafoglio premi di 78 milioni di euro nel comparto danni e uno stock premi vita di 204 milioni. Gran parte dei clienti, più del 70%, beneficiano di convenzioni vantaggiose con le organizzazioni di riferimento del mondo cooperativo, sindacale, dell’artigianato, del commercio e dell’agricoltura, tuttora presenti nella compagine azionaria di riferimento. Il preconsuntivo 2014 parla di una raccolta premi totale di 129 milioni di euro (+7,5% rispetto al 2013). La rete Assicoop Romagna Futura è composta da 55 sportelli: 12 agenzie generali, 2 agenzie corporate, 1 agenzia speciale, 11 punti vendita in gestione diretta e 29 subagenzie. «Quello delle Assicoop - spiega il presidente, Lorenzo Cottignoli - è un modello del tutto particolare nel panorama italiano, che fa del rapporto diretto con il territorio di riferimento il proprio punto di forza. Ancora oggi, a cinquant’anni dall’inizio della nostra storia, ci sentiamo parte integrante e attiva di questa comunità e orgogliosi delle nostre radici». COOPERATIVA DI VITTORIO Presentato il secondo bilancio sociale Con il secondo Bilancio sociale 2014, presentato il 9 dicembre scorso ad oltre 200 soci convenuti presso l’Environment Park a Torino e con la presenza del presidente di Legacoop Giancarlo Gonella e di autorità del Comune di Torino, la cooperativa edilizia a proprietà indivisa torinese Giuseppe Di Vittorio ha rinnovato l’impegno di rendicontazione sociale delle proprie attività. Quindi, in continuità con l’edizione precedente, la prima della storia delle cooperative nata 42 anni fa, ha costruito il bi- Territori Imprese Sondaggio Imprese 17 lancio coinvolgendo i soci, i dipendenti, i fornitori e tutti i principali portatori di interesse: “Perché la nostra cooperativa si confronta ogni giorno con ognuno di essi e ad essi, con questo bilancio vuole offrire un messaggio di trasparenza” ha sottolineato Massimo Rizzo, presidente della cooperativa. La seconda edizione del Bilancio sociale è incentrata su un’indagine sulla soddisfazione dei soci che nel 2013 ha coinvolto quasi 2mila famiglie. Ad ognuna è stato chiesto di valutare la qualità della propria abitazione, il palazzo e il quartiere in cui risiede.Allo stesso tempo si è voluto conoscere le ragioni che hanno spinto individui e famiglie a diventare soci scommettendo sulla cooperativa come risposta alla propria domanda di un alloggio. Si è trattato di un grande lavoro di indagine che ha permesso di raccogliere opinioni, suggerimenti, lamentele e che consente di approfondire le condizioni di vita in cooperativa e, in prospettiva, a progettare nuove abitazioni in coerenza con le aspettative dei soci. “La crisi del mercato immobiliare ha prodotto ripercussioni evidenti anche sull’edilizia cooperativa: e non si tratta di una naturale fase di contrazione del ciclo economico. Gli effetti di questi anni sono di natura strutturale perché stanno cambiando le condizioni e le caratteristiche del mercato in cui opera la Cooperativa Di Vittorio: la città di Torino e i Comuni dell’area metropolitana”. Così descrive il mercato immobiliare il presidente di Legacoop Abitanti Piemonte, Pasquale Cifani, vice presidente della Di Vittorio. “L’evoluzione dei ceti sociali in un contesto di crescente insicurezza e di generale impoverimento di ampie fasce di popolazione – prosegue Cifani - si traduce nella dilagante difficoltà delle famiglie a offrire garanzie necessarie ad accendere mutui, per cui è sempre maggiore la necessità di abitazioni a canoni calmierati. Servono nuove politiche, nuovi strumenti che possono però nascere solo da una chiara e più profonda comprensione dei fenomeni in atto”. Primo piano ACI Il modello piemontese è da guardare come riferimento nel panorama nazionale. La legge regionale n°28/76 ha permesso lo sviluppo di imprese dinamiche capaci di stare sul mercato che, anche oggi, in assenza di programmi di incentivazione specifici, si dimostrano in grado di intercettare i finanziamenti disponibili. La legge regionale ha creato un circuito virtuoso che vede le cooperative di abitanti del Piemonte restituire in canoni quasi 4 milioni di euro l’anno, risorse fresche da riutilizzare per continuare ad alimentare il mercato dell’housing sociale. “In questo quadro – continua il presidente Rizzo - la Di Vittorio è diventata tra le più grandi tra le cooperative a proprietà indivisa oggi presenti in Italia e, dalla sua nascita, non ha mai smesso di crescere e investire per consolidarsi come punto di riferimento in ambito metropolitano torinese per quelle persone che non possono permettersi una casa sul mercato libero della locazione”. “La Di Vittorio – conclude Cifani - ha la reputazione, le competenza e la qualità per spingersi oltre, assumendo un ruolo ancora più rilevante nel sostenere modelli innovativi di housing, andando oltre la separazione tra edilizia agevolata e sovvenzionata e valorizzando il mix sociale negli interventi e soprattutto migliorare il rapporto costi/benefici delle politiche sociali, mettendo la propria credibilità e solidità come garanzia per la gestione di interventi complessi”. La Regione Piemonte e gli enti locali trovano nella Di Vittorio, e più in generale nelle cooperative di Abitanti, interlocutori capaci di massimizzare i benefici che derivano dall’impiego delle risorse pubbliche attraverso la capacità di organizzare gli interventi, della conoscenza del territorio e delle sofferenze latenti e manifeste. Le cooperative di abitanti sono in grado di intervenire in modo puntuale per aiutare chi è più in difficoltà e, insieme, impedire l’abuso da parte di chi gode di benefici senza averne il diritto. È con questo spirito, lo stesso che con cui sono nate, che le cooperative intendono crescere e continuare a contribuire a rendere più forte, più coesa e più solidale la nostra società. La Di Vittorio è una cooperativa a proprietà indivisa che ha 42 anni di vita e oltre 9mila soci. Ha costruito 4.774 alloggi, ne gestisce 2.650 abitati da 8.000 persone. Ha assegnato in proprietà 1.845 alloggi e il suo patrimonio im- Legacoop Settori mobili è di 311 milioni. La proprietà indivisa è un godimento/locazione permanente a canone agevolato. Il socio possiede una quota del capitale sociale, quindi questa quota gli garantisce l’uso dell’alloggio per tutta la vita. COPMA Ideato sistema PCHS per riduzione rischioinfettivoinambitosanitario La Cooperativa di Ferrara Copma, leader nel settore della pulizia, ha messo a punto un sistema di sanificazione degli ambienti ospedalieri, denominato PCHS – Probiotic Cleaning Hygien System. È un sistema integrato in cui diversi fattori concorrono al risultato finale. Il risultato finale è garantire standard di igiene elevati e soprattutto stabili nel tempo; oltre a speciali materiali vengono impiegati organismi probiotici al posto dei disinfettanti chimici; Il Sistema PCHS contribuisce a ridurre il rischio infettivo negli ambienti ospedalieri. Il sistema permette un aumento dei livelli di igiene, un aumento dei livelli di sicurezza, una riduzione dell’impatto ambientale e anche una riduzione dei costi generali di erogazione del servizio, rispetto alle tradizionali tecniche di disinfezione chimica. “L’esperienza applicata del Sistema PCHS per la pulizia e l’igiene, pone in evidenza come sia possibile concretamente coniugare innovazione con sostenibilità, favorendo il recupero e la riscoperta dell’IGIENE come valore primario”. Il commento di Mario Pinca, Responsabile PCHS – Amministratore Delegato Copma Scarl. La ricerca condotta dal C.I.A.S. – Centro studi Inquinamento ambienti ad Alta Sterilità dell’Università di Ferrara, in collaborazione con l’Azienda Ospedaliero-Universitaria di Ferrara, pone in evidenza gli straordinari risultati ottenuti con il sistema PCHS, al fine di mantenere compressa, bassa e stabile nel tempo, la carica batterica potenzialmente patogena. In tal modo, viene a mutare lo scenario di riferimento in materia di igiene: l’igiene negli ambienti sanitari non è più un risultato quasi estemporaneo e di breve durata, ma è una condizione di biostabilizzazione. Il Sistema PCHS è oggi una realtà applicata in oltre 30 strutture sanitarie, attraverso proto- Territori Imprese Sondaggio Imprese 18 colli di sanificazione che si possono differenziare in base alle caratteristiche ed esigenze della struttura sanitaria/ospedaliera. Copma ha recentemente presentato gli aggiornamenti sul sistema in occasione del 40° congresso nazionale ANMDO, che si è tenuto a Napoli dal 15 al 17 Ottobre 2014. Durante il Congresso Copma, presente con uno stand dedicato alla divulgazione del sistema di sanificazione PCHS, ha inoltre consegnato i riconoscimenti “PCHS Horizon” come contributo alla ricerca e divulgazione scientifica e all’applicazione del sistema. CONAD Apre 5 punti di vendita in Cina dal 19 febbraio 2015 Dopo l’esperienza fatta a partire dal 2010 a Hong Kong, i prodotti italiani di qualità firmati da Conad approdano al mercato cinese. Dal 19 febbraio 2015, giorno del Capodanno cinese, 5 punti di vendita a insegna Conad apriranno nella municipalità di Shangai e nelle province di Jiangsu e di Zhejiang con un assortimento di 250 prodotti Sapori&Dintorni Conad e Conad tra fresco e secco, surgelati e vini. Non solo commercio “tradizionale”, però: saranno attivate anche vending machines dotate di un’ampia selezione di prodotti Conad, da cui i cinesi potranno fare acquisti anche attraverso Internet. In una fase successiva ne saranno istallate circa 200, in altrettanti punti strategici delle città. Non sono, comunque, solo queste le soluzioni che si prospettano per il mercato cinese; altre potranno essere individuate quando matureranno esperienze diretta e le necessarie conoscenze. La gestione dei 5 punti di vendita e delle vending machines è stata affidata ad un imprenditore locale anche per poter meglio cogliere le tendenze di un mercato in continua, rapida trasformazione. L’aumento del potere d’acquisto e l’evoluzione degli stili di vita dei cinesi stanno dando un volto nuovo al comparto alimentare, soprattutto per quello che riguarda le importazioni. Sono i giovani e, in genere, le fasce benestanti di popolazione ad avere scoperto e apprezzare il cibo e il vino italiani – la cucina e i suoi prodotti sono apprezzati per le proprietà salutari, suscitano interesse e rapprePrimo piano ACI sentano un vero e proprio traguardo sociale – , mentre le popolazioni rurali sono ancora ancorate alle proprie tradizioni alimentari. I cinesi consumano sempre più pasti fuori casa: in tal modo crescono le carni bianche, le uova, i latticini, il pesce e gli oli vegetali raffinati mentre calano riso, grano, verdure e carni suine. Uno scenario in cui gli acquisti dall’estero di prodotti agroalimentari conoscono una diversificazione legata a queste nuove tendenze. L’operazione promossa da Conad è un ulteriore passo avanti nella direzione di sostenere e valorizzare il made in Italy di qualità ovunque nel mondo. Mancando in Italia una struttura consortile che sia catalizzatore e interprete di progetti per far conoscere e apprezzare l’autentico agroalimentare italiano all’estero, aprire punti di vendita in quello che è ormai il primo mercato alimentare mondiale – davanti persino a quello americano – assume un valore particolare per un gruppo distributivo qual è Conad, che è sempre più portavoce delle eccellenze agroalimentari regionali anche fuori dalle mura di casa. In una prima fase il packaging sarà italiano e su di esso sarà apposta una etichetta in lingua cinese. L’iniziativa è destinata a rafforzare i 60 milioni di euro frutto dell’export Conad sviluppato nel corso del 2014. La Cina ha liberalizzato il settore distributivo aprendolo agli investitori stranieri l’11 dicembre 2004: in dieci anni i supermercati sono diventati la tipologia di rivendita più diffusa tra la popolazione per l’acquisto di generi alimentari. Italia in stagnazione, consumi frenati. Conad si riorganizza e cresce Giro d’affari a 11,73 miliardi di euro, nel segno del cambiamento e di un piano strategico di sviluppo con aperture e acquisizioni. Il problema è rilanciare i consumi, fondamentali per dare avvio e sostenere la ripresa economica del Paese: un invito rivolto al governo perché vi provveda al più presto. Milano, 11 dicembre 2014 – Nonostante le Legacoop Settori difficoltà del mercato e la forte presenza al Centro Sud Italia – dove i consumi flettono più che altrove e più marcata è la propensione a rivolgersi a format più convenienti – nel 2014 Conad registra una performance in controtendenza rispetto all’andamento del mercato, con il giro d’affari attestato a 11,73 miliardi di euro – 173 milioni in più del 2013 –, in crescita dell’1,5 per cento (fonte: Fatturato Rete Conad). Risultato ottenuto con la riqualificazione della rete di vendita e un piano strategico di sviluppo realizzato anche per linee esterne (Billa, Despar e Eurospar). La rete è cresciuta con 351 punti di vendita, 89 dei quali rappresentati da nuove aperture mentre il resto sono ristrutturazioni o cambi di insegna. L’investimento complessivo è stato di 350 milioni di euro e ha creato 1.890 nuovi posti di lavoro, portando il totale a 48.604. Ad inizio 2015 la rete si amplierà con altri 40 punti di vendita Billa, frutto di acquisizioni per 38.581 mq e un fatturato stimato di 205 milioni di euro. Dato che servirà a incrementare la quota di mercato, salita quest’anno all’11,4 per cento, e rafforzare la leadership nel canale supermercati, ora al 18,6 per cento (+0,4 punti percentuali rispetto al 2013), e nei punti di vendita di prossimità, al 14,3 per cento (fonte: Guida Nielsen Largo Consumo). Nel complesso la rete di vendita cresce di 33.818 mq, pur essendo diminuita di 12 unità rispetto al 2013 a causa della riorganizzazione: i punti di vendita sono 3.007 (37 Conad Ipermercato, 192 Conad Superstore, 1.003 Conad, 970 Conad City, 560 Margherita Conad, 180 Todis e 65 altri canali) per 1.784.461 mq di superficie. Una rete che soddisfa ogni esigenza di acquisto e che è improntata all’impegno per l’italianità dei prodotti, dando in tal modo sostegno a tanti piccoli e medi produttori locali e all’economia delle tante comunità in cui Conad opera con i propri soci imprenditori. Ne trae benefici anche la produttività, tra le più alte del mercato (6.160 euro al mq) pur con una dimensione media del punto di vendita (600 mq) più piccola rispetto ad altre catene della moderna distribuzione. Con una punta di eccellenza nel mercato della distribuzione moderna: i 21 mila euro al mq degli store Sapori&Dintorni. Perdura la crisi degli ipermercati, una crisi che viene da lontano e che è determinata soprattutto dal progressivo calo dello scontrino – con un valore medio passato da 52,6 euro Territori Imprese Sondaggio Imprese 19 del 2006 a 46,5 euro del 2014 (fonte: GfK anno terminante giugno 2014) –, oltre che dalla preferenza accordata dai clienti alla prossimità e dalla minore disponibilità ad acquistare stock di prodotti. Un andamento che trova conferma anche in Conad: con la spesa che tende a concentrarsi nei superstore e nei supermercati, 3 iper sono stati riconvertiti a metrature inferiori e la superficie complessiva (163.661 mq) è diminuita di 8.650 mq. Per il secondo anno consecutivo la distribuzione italiana registra un risultato negativo sia a Parità di Rete che a Totale Rete (comprensiva delle nuove aperture) , determinato dagli effetti della congiuntura che ha modificato in modo radicale il modo di acquistare delle famiglie – assieme alla deflazione dei prezzi, alla crescita delle vendite promozionali, ai ridotti consumi – e portato il dato progressivo a ottobre a -1,5 per cento (fonte: Iri). La marca del distributore per la prima volta da anni non cresce, ma in Conad si conferma un valore di successo – con tassi di crescita costanti e significativi nel tempo: +156 per cento negli ultimi dieci anni –, tanto da segnare un +5,4 per cento con il segmento premium, quello di Sapori&Dintorni. La marca Conad è cresciuta in media di 1 punto percentuale, portando la quota al 27,2 per cento contro il 19,1 del mercato italiano (fonte: Iri). Il giro d’affari è salito a 2,45 miliardi di euro, in crescita del 3,8 per cento rispetto al 2013. Al positivo riscontro delle vendite negli ultimi due anni ha contribuito l’iniziativa Bassi&Fissi, con cui Conad propone ai clienti centinaia di prodotti, i più presenti nella spesa quotidiana, a prezzi convenienti e fissi per tutto l’anno. Tale attività sarà riproposta anche nel 2015 con un paniere di prodotti ancora più ampio e interessante per i clienti. E’ in sensibile crescita il ricorso alle promozioni di prezzo, cresciute a livello nazionale dell’1,3 per cento rispetto all’anno scorso – la percentuale delle vendite in promozione a valore si attesta al 29,1 – e con la pressione dell’industria di marca oltre 4 punti percentuali più alta rispetto a quella della marca del distributore (29,9 per cento contro 25,5 per cento). Primo piano ACI “Siamo contenti dei risultati ottenuti, ma siamo anche consapevoli che il “welfare” della grande distribuzione non può durare ancora a lungo. Stiamo affrontando la crisi tagliando ancora i nostri margini, ma sappiamo che per rilanciare i consumi, mai così in basso dal 1990 e con la spesa alimentare che è la seconda voce del bilancio familiare, è indispensabile creare le necessarie premesse per dare avvio e sostenere la ripresa del Paese. E’ un invito che rivolgiamo al governo perché vi provveda al più presto”, sostiene l’amministratore delegato di Conad Francesco Pugliese. “Il nostro risultato è straordinario perché il mercato è in contrazione e il cliente è molto più attento ai costi di quanto non lo fosse pochi anni fa. Da parte nostra proseguiremo i programmi di aperture e acquisizioni: siamo una delle poche catene che è cresciuta anche negli anni delle crisi, avendo un punto di forza nei supermercati, dove ognuno dei tremila soci Conad è attento in prima persona all’offerta, soprattutto di prodotti freschi, e alla valorizzazione del territorio”. Le famiglie stringono ancora di più la cinghia; anche a Natale non c’è da attendersi un’inversione di tendenza. Le stime parlano di un 1,8-2,8 per cento di acquisti in meno, vale a dire 200-300 milioni di euro, passando dai 10,8 miliardi spesi nel 2013 ai 10,5-10,6 stimati nel 2014. Il peso delle tasse, la bassa propensione a spendere il bonus degli 80 euro, la scarsa propensione all’acquisto delle ultime 22 settimane sono elementi che alimentano il pessimismo sull’area del regalo e prevedono più consumi in casa che fuori (in crescita i cibi gourmet, pesce, salmone, spumante, frutta secca, caffè in capsule e prodotti Doc-Docg-Dop, oltre ai classici prodotti del periodo, panettoni e pandori). Nonostante non si notino segnali di ripresa, Conad continua a interpretare meglio di altri le richieste dei clienti. Lo fa con i propri soci, realizzando un modello di impresa che coniuga le esigenze del mercato con la funzione sociale in 108 delle 110 province italiane (che diventeranno la totalità nel corso del 2015). I distributori di carburanti sono 29 e assicurano notevoli vantaggi per gli automobilisti (oltre 70 milioni di euro dall’avvio del primo Legacoop Settori distributore a novembre 2005, 16 dei quali nel 2014). Per il 2015 sono in programma 5 nuove aperture nelle regioni del Centro Sud Italia. Le Parafarmacie Conad sono 81, con un assortimento e una convenienza che ha prodotto oltre 10 milioni di euro di risparmio per i clienti. 10 le nuove aperture in programma il prossimo anno in Liguria (2), Lombardia (2), Umbria, Calabria, Piemonte, Emilia-Romagna, Sardegna e Lazio. Di rilievo l’impegno a sostegno del mondo della scuola, quest’anno anche con la nuova iniziativa Scrittori di classe, parte integrante di Insieme per la scuola, il progetto nato per dotare le classi elementari e medie di attrezzature informatiche e supporti multimediali con un investimento che nelle prime tre edizioni ha raggiunto 10 milioni di euro. A livello nazionale, all’iniziativa si sono registrate 12.765 classi elementari e medie che hanno caricato 4.955 racconti nel sito www.insiemeperlascuola.it/sdc/ L’impegno di Conad nei confronti delle comunità locali per attività di responsabilità sociale ha toccato i 13,9 milioni di euro, a cui si aggiungono i 5,9 milioni di euro destinati a società sportive e polisportive, 4 dei quali riservati ai settori giovanili per sviluppare attività di formazione ed educazione soprattutto di quegli sport che in Italia non sono sotto i riflettori dei media: beach volley, calcio a 5, canottaggio, danza, golf, karate, mountain bike, pallamano, pattinaggio, pesca, vela e yudo. Buoni i segnali anche sul fronte dell’export Conad: nel 2014 ha superato i 60 milioni di euro alla vendita. Le attività si concentrano sui prodotti a marchio Creazioni d’Italia – esclusivo per i mercati esteri –, Conad e sulla premium line Sapori&Dintorni Conad. Da gennaio 2014 è operativa Core, la nuova alleanza strategica in cui sono presenti Colruyt (Belgio), Conad, Coop (Svizzera) e Rewe Group (Germania). Un’alleanza capace di dare risposta alle crescenti sfide competitive della concorrenza in Europa e al processo di internazionalizzazione del commercio di prodotti agroalimentari. All’inizio di dicembre Francesco Pugliese è stato eletto presidente. Territori Imprese Sondaggio Sondaggio 20 OSSERVATORIO SWG Il grave disagio sociale è ormai di casa Da ormai due semestri, più di un sesto degli italiani ritiene di vivere in una zona dove il disagio sociale è molto grave. Percezione messa bene in luce da due indicatori: la sensazione che nella propria zona ci siano sempre più poveri (33%) e sempre più persone che scelgono di emigrare lontano in cerca di lavoro (34%). Al Sud e sulle Isole gli scenari più critici. Le cifre non sono basse neppure al Nord e al Centro. La sensazione di abitare in una zona fortemente disagiata coinvolge ormai stabilmente il 16% dei cittadini del Belpaese. Tuttavia sulle Isole si passa a uno su quattro; uno su cinque al Sud. È da un anno che questi dati sono elevati, se non per un lieve alleggerimento al Centro e sulle Isole, dove lo scorso semestre si era però registrato un brusco peggioramento. Osservando alcuni specifici indicatori di disagio emerge come oltre un terzo dei cittadini ritenga che nella suo quartiere (o paese) siano aumentati molto i poveri e quelli che se ne vanno via in cerca di qualcosa di meglio. Percezione diffusa in tutto lo stivale, ma che si annida in particolare al Sud e sulle Isole. Qui a veder crescere la povertà nella propria zona sono circa un cittadino su quattro (38% e 46%), mentre quasi la metà ritiene che vi sia un forte aumento dell’emigrazione (60% sulle Isole). E i dati confermano questo sguardo: il 12,6% degli italiani è in condizione di povertà relativa e le anagrafi si svuotano di 80-90 mila persone all’anno (ISTAT, ottobre 2014). Ad alzare la tensione ci si mette però anche la percezione di un forte aumento della violenza (+5% rispetto a luglio di quest’anno). Un cittadino su quattro ritiene oggi che la criminalità si aumentata molto nella sua zona. Meno numerosi, ma pur sempre presenti, i cittadini che percepiscono anche un aumento dell’uso di droga e di alcol. Più che indicare un’effettiva espansione di questi fenomeni sommersi e difficili da stimare, questi dati esprimono una crescente, e non meno preoccupate, sensazione di insicurezza, solitudine e impotenza. L’assenza delle istituzioni di fronte a bisogni così profondi costituisce, come stiamo iniziando a toccare con mano, una miscela esplosiva. NOTA INFORMATIVA: Rilevazione effettuata da SWG tra il 25 e il 26 novembre 2014 tramite sondaggio CAWI (Computer Assisted Web Interview) su un campione rappresentativo nazionale di 1.000 soggetti. Primo piano ACI Legacoop Settori Territori Imprese Sondaggio
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