Legainf 46-2014

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www.legacoop.coop
Anno XXV - N. 46 - 12 Dicembre 2014
Primo piano
Tre giorni di lavoro
per fare l’impresa del nuovo millennio
Il programma completo del 39° Congresso di Legacoop Nazionale dal 16 al 18 dicembre a Roma
a pagina 2-3
Legacoop
Coopfond
A favore delle
“Salviamo i giornali
cooperativi e non pro- startup cooperative
fit”. Appello al Senato di Coopstartup
Da un’affollata Conferenza
Stampa al Senato, avvenuta lo scorso 9 dicembre,
organizzata dall’Alleanza
delle Cooperative Italiane
Comunicazione,
FNSI,
USPI, Articolo21, File, Mediacoop, FISC, Slc-CGIL e
Anso, lanciamo un APPELLO al Governo e al Parlamento per garantire il
pluralismo dell’informazione e ristabilire le risorse
necessarie al sostegno
delle testate indipendenti,
non profit, cooperative....
Nota della redazione
Questo numero è stato chiuso
il 11 dicembre 2014 alle ore 14,30
Territori
Toscana
“In quattro anni 25 fusioni” Roberto Negrini
eletto presidente
Il Consiglio di Amministra- Avanti con il processo di
zione di Coopfond, il fondo aggregazione delle immutualistico...
prese per dare maggiore
dimensione alle imprese e
attrezzarle meglio a gestire
le sfide del futuro. Questo
uno dei temi centrali presente nella relazione con
Turismo
cui Stefano Bassi, presiAll’European Tourism dente di Legacoop Toscana, ha aperto il
Day si discute
il futuro del turismo congresso di Legacoop Toscana al Palaffari di Firenze.
Oltre 200 persone hanno Bassi ha fra l’altro annunpartecipato all’European ciato che non si ricandiderà
Tourism Day, che si ....
nel ruolo di Presidente....
Settori
Segreteria di Redazione:
Anna Colomberotto
Tel. 06-844.39.372
Fax 06-844.39.402
Organo ufficiale
della Lega Nazionale
delle Cooperative e Mutue
Imprese
Sondaggio
La maggior parte di loro ha
lasciato il Paese d’origine
per colpa della crisi economica. Per questo, adesso
che hanno trovato un’occupazione, il lavoro è in cima
alla lista delle loro priorità.
Per lo più addette alle pulizie
o all’attività di portierato,
sono orgogliose della loro
professione malgrado da
molti sia ritenuta “umile”.
Perché è proprio grazie al
lavoro e al senso di appartenenza alla cooperativa che
dicono di sentirsi a casa...
Da ormai due semestri, più
di un sesto degli italiani ritiene di vivere in una zona
dove il disagio sociale è
molto grave. Percezione
messa bene in luce da due
indicatori: la sensazione
che nella propria zona ci
siano sempre più poveri
(33%) e sempre più persone che scelgono di emigrare lontano in cerca di
lavoro (34%). Al Sud e sulle
Isole gli scenari più critici.
Le cifre non sono basse
neppure al Nord e al...
Cooplat
Donne immigrate,
orgogliosedelproprio
lavoro e integrate
Settimanale di notizie a cura
dell’Ufficio Stampa di Legacoop
Direttore Responsabile:
Dora Iacobelli
leggi
Osservatorio SWG
Il grave disagio
sociale
è ormai di casa
Registrazione al Tribunale di Roma
n. 00503/90 del 6-08-1990
LAVO
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39º CONGR
CONGRESSO
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ROMA,AUDITORIUM
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1616-18
-1818 DICEMBRE 2014
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AREELLL’’IMPRE
MPRESASA DELEL NUO
NUOVOVOMILLENNIO
MILLENNIO
LLENNIO
Primo piano
ACI
Legacoop
Settori
Territori
Imprese
Sondaggio
Programma
ɮɢɳɵɦɥʭ ɏɔ
16.15 Dalla parte giusta: contro
KA LAßA E STSSE KE IKKEGAKISĔ
Testimonianza di
$ɩɨ ,ɯɣɡɣ #ɣɩɮɮɣ
Associazione Libera
Tavola rotonda con:
0ɣɟɬɦɯɣɡɣ 3ɮɟɠɛɨɣɨɣ
presidente Gruppo UNIPOL
5ɧɜɟɬɮɩ 0ɩɭɮɣɡɦɣɩɨɟ
direttore Agenzia Nazionale
"ENI 3EQUESTRATI E #ONäSCATI ALLA
criminalità organizzata
6ɛɦɟɨɮɣɨɛ &ɣɩɬɟ
direttore del Consorzio
Mediterraneo Libera Terra
13.30 Accredito dei delegati e delle
delegate
14.00 Apertura del congresso
Nomina della Presidenza
del Congresso
Adempimenti congressuali
Saluti istituzionali:
Intervento di
.ɣɝɩɦɛ :ɣɨɡɛɬɟɮɮɣ
presidente Regione Lazio
Intervento di
'ɬɛɴɣɛɨɩ $ɟɦɬɣɩ
sottosegretario alla Presidenza
del Consiglio dei Ministri
17.15
Dibattito
Ɉɏɇɇ Centosettanta anni dal
manifesto dei probi
pionieri di Rochdale: i
valori della cooperazione
Intervento di
0ɛɯɦɣɨɟ 'ɬɟɟɨ
presidente International
Cooperative Alliance
18.45 Adempimenti congressuali
19.00 Fine dei lavori
Durante l’incontro verranno
OQNIESSASI BQAMI DEK ßKL
“La nostra terra”
15.05 Relazione del Presidente
-ɛɯɬɩ ,ɯɭɟɮɮɣ
ɮɦɳɤɰɭɦɥʭ ɏɕ
ɐɊɇ
Innovazione e voglia di
futuro: i driver per la
crescita
Tavola rotonda con:
$ɛɬɣɩ &ɬɛɨɝɟɭɝɢɣɨɣ
ministro beni e attività culturali e
del turismo
2ɣɝɝɛɬɞɩ ,ɯɨɛ
digital champions, referente per
il Governo italiano dell’agenda
digitale europea
'ɣɩɰɛɨɨɛ "ɛɬɨɣ
presidente Coop Culture
!ɦɟɭɭɛɨɞɬɩ 2ɛɧɛɴɴɛ
presidente Obiettivo Lavoro e
Fondazione O.L.
!ɨɞɬɟɛ 2ɛɪɣɭɛɬɞɣ
presidente cooperativa Lama
/ɬɣɟɮɮɛ !ɨɮɩɨɣɨɣ
presidente Cooperativa Itaca
+ɛɮɣɛ $ɟ ,ɯɝɛ
cooperativa Informa
15.45 Dibattito congressuale
12.30 Dibattito congressuale
13.30 Pausa pranzo
14.30 Premio “Quadrofedele 2014” Airces
10.30 Dibattito congressuale
11.30 %CNMNLIA E RNCIESĔ MTNUN
welfare e nuovi mestieri
Tavola rotonda con:
'ɣɯɦɣɛɨɩ 0ɩɦɟɮɮɣ
ministro del Lavoro e delle Politiche
Sociali
#ɦɛɯɞɣɩ $ɟ 6ɣɨɝɟɨɮɣ
viceministro del Ministero dello
Sviluppo Economico
!ɨɮɩɨɟɦɦɛ 0ɛɭɫɯɛɬɣɟɦɦɩ
presidente CAMST
14.45 2IRNQRE E NOONQSTMISĔ OEQ
il Paese: lavori in corso
Tavola rotonda con:
-ɛɯɬɣɴɣɩ -ɛɬɮɣɨɛ
ministro delle Politiche agricole
e alimentari
3ɛɨɞɬɩ 'ɩɴɣ
sottosegretario alla Presidenza
del Consiglio dei Ministri, con
DELEGA AGLI !ãARI %UROPEI
'ɣɛɨɪɣɟɬɩ #ɛɦɴɩɦɛɬɣ
presidente Granarolo
-ɛɬɝɩ 0ɟɞɬɩɨɣ
presidente Coop Italia
&ɬɛɨɝɟɭɝɩ 0ɯɡɦɣɟɭɟ
amministratore delegato Conad
16.45 Obiettivo Alleanza delle
Cooperative Italiane:
l’impresa di crescere
insieme
-ɛɯɬɩ ,ɯɭɟɮɮɣ
presidente Legacoop
2ɩɭɛɬɣɩ !ɦɮɣɟɬɣ
presidente Agci
-ɛɯɬɣɴɣɩ 'ɛɬɞɣɨɣ
presidente Confcooperative
17.45
Dibattito congressuale
18.15 Intervento di
-ɛɯɬɣɴɣɩ ,ɯɪɣ
ministro dei Trasporti e delle
Infrastrutture
18.30 Dibattito congressuale
18.45 Relazione delle commissioni
19.00 Fine dei lavori
ɨɪɰɷɦɥʭ ɏɖ
9.00
Adempimenti congressuali
9.30
)K RIRSELA ßMAMYIAQIN
da vincolo a leva per lo
sviluppo
Colloquio con:
0ɣɟɬ #ɛɬɦɩ 0ɛɞɩɛɨ
ministro dell’Economia
e delle Finanze
Primo piano
ACI
10.15 'NUEQMAMCE E PTAKISĔ
cooperativa
Sessione riservata ai delegati
discutiamone con:
-ɛɯɬɩ ,ɯɭɟɮɮɣ
presidente Legacoop
#ɛɬɦɩ #ɣɧɜɬɣ
amministratore delegato
Gruppo Unipol
%ɦɟɩɨɩɬɛ 6ɛɨɨɣ
vicepresidente Coopfond
Legacoop
Settori
12.00 Votazioni
12.30 Conclusioni del Presidente
13.00 Fine dei lavori
Territori
Imprese
Sondaggio
4
>> Alleanza Cooperative
Comunicazione
>> Alleanza Cooperative
Emilia-Romagna
>> Alleanza Cooperative
Reggio Emilia
Primo piano
ACI
ALLEANZA COOPERATIVE
COMUNICAZIONE
Appello al Senato “Salviamo
i giornali cooperativi e non profit”
Da un’affollata Conferenza Stampa al Senato,
avvenuta lo scorso 9 dicembre, organizzata
dall’Alleanza delle Cooperative Italiane Comunicazione, FNSI, USPI,Articolo21, File, Mediacoop, FISC, Slc-CGIL e Anso, lanciamo un
APPELLO al Governo e al Parlamento per garantire il pluralismo dell’informazione e ristabilire le risorse necessarie al sostegno delle
testate indipendenti, non profit, cooperative.
È in gioco il venir meno di un principio fondamentale del nostro ordinamento democratico
e decine di testate, centinaia di posti di lavoro
di giornalisti, poligrafici e di tutto l’indotto, fino
ad un ulteriore difficoltà per le edicole, presidio fondamentale per la distribuzione dei giornali e periodici locali.
Il settore editoriale è investito da una crisi
drammatica ed il calo pesante delle vendite,
il trend negativo degli investimenti pubblicitari, la permanenza di posizioni dominanti in
campo finanziario e tecnologico e la progressiva e drastica riduzione del sostegno pubblico ne rendono oltremodo difficile il
risanamento e la riorganizzazione.
Particolarmente colpite sono le aziende dell’informazione di prossimità e di inchiesta, in
gran parte realizzata da cooperative di giornalisti, associazioni e strutture non profit. Nel
corso degli ultimi mesi, infatti, trentadue testate hanno chiuso i battenti, un terzo dell’editoria locale. Quelle che restano
potrebbero presto fare altrettanto. La vita economica, sociale e politica di tanta parte del
territorio tornerebbe nell’ombra: l’editoria nazionale non è in grado di garantire l’informazione locale.
Più di mille posti di lavoro sono stati perduti,
altri quattromila sono in discussione e con
essi, anche la possibilità di far convivere chiavi
interpretative plurime e diverse di quanto avviene nelle comunità locali.
Il Governo ha confermato, ancora nei giorni
scorsi, di avere allo studio un disegno di legge
per la riforma dell’editoria, della RAI e dell’emittenza più in generale. E’ sperabile che
ciò avvenga al più presto e tuttavia di fronte
ai tempi necessari alla predisposizione ed approvazione nonché ai numerosi provvedimenti che affollano Camera e Senato la
riforma rischia di arrivare fuori tempo masLegacoop
Settori
simo.
La Direzione del Dipartimento Informazione
ed Editoria della Presidenza del Consiglio ha
comunicato che, allo stato attuale, non è in
grado di precisare l’entità delle risorse destinate ai contributi all’editoria per il 2013, nonostante che nello scorso mese di luglio
fossero disponibili 55 milioni. E’ opportuno ricordare che le imprese interessate hanno approvato i rispettivi bilanci 2013 a metà
dell’anno in corso, prevedendo l’importo del
contributo in base agli stanziamenti allora
previsti. Qualora vi dovesse essere una riduzione significativa degli stanziamenti, tutti i bilanci sarebbero afflitti da sopravvenienze
passive e molte imprese sarebbero costrette
ad avviare le procedure fallimentari.
La preoccupazione diventa maggiore con
l’esame della legge di stabilità del prossimo
anno: gli stanziamenti per il 2015, infatti, sono
stati ulteriormente ridotti a poco più di 107
milioni.
Se si considera che di questa somma, 50,8
milioni sono destinati a Poste spa a copertura
del rateo relativo a debiti pregressi; 21 milioni
alla Rai, 36 milioni alle agenzie, 9 milioni per
vecchi investimenti, per i contributi diretti alla
editoria non rimane nulla.
E’ opportuno ricordare che il sostegno pubblico all’editoria è previsto, nel nostro Paese,
dall’inizio del novecento ed è stato dettagliatamente regolato all’inizio degli anni ottanta
per correggere le discriminazioni del mercato
pubblicitario. Il sostegno pubblico al settore è
presente - in vario modo - negli altri Paesi
dell’Unione.
Restiamo convinti che sia interesse del
Paese, sostenere la realizzazione di un moderno sistema dell’informazione libero, multimediale, pluralista e di qualità, rilanciare il
settore editoriale e contribuire a ridare un futuro all’informazione locale. Ci auguriamo che
il Governo prenda atto della situazione dram-
Territori
Imprese
Sondaggio
5
matica che sta attraversando il settore dell’editoria ed accolga favorevolmente gli
emendamenti presentati da numerosi parlamentari per evitare la pressoché scomparsa
dell’esperienza cooperativa e non profit nel
settore dell’informazione.
ALLEANZA COOPERATIVE
e-italiane/?rm=1
EMILIA-ROMAGNA
“Bene i controlli a tappeto, stop
alle gare al massimo ribasso”
La soddisfazione per i controlli a tappeto scattati in Emilia-Romagna contro le false cooperative. La richiesta alla Pubblica
amministrazione di mandare in soffitta le gare
al massimo ribasso “per evitare che corruzione e malaffare prevalgano su chi si comporta correttamente”. E la richiesta che i
responsabili di quanto accaduto a Roma
siano chiamati a risponderne anche in sede
civile per il gravissimo danno arrecato alla
cooperazione. Lo affermano il presidente di
Alleanza delle Cooperative Italiane dell’Emilia-Romagna Giovanni Monti e i co-presidenti Francesco Milza e Massimo Mota.
“Occorre – sottolineano i dirgenti della cooperazione regionale – che chi ha responsabilità istituzionali abbandoni la pratica delle gare
al massimo ribasso per ricorrere alla offerta
economica più vantaggiosa e all’accreditamento, come già si fa (grazie al nostro impegno e alla sensibilità dei decisori) in
Emilia-Romagna per quanto riguarda i servizi
alla persona: è una strada da imboccare per
evitare che corruzione e malaffare prevalgano
su chi si comporta correttamente. In questo
senso, siamo particolarmente soddisfatti per
l’iniziativa presa ieri dalla Direzione regionale
del Lavoro di effettuare controlli a tappeto per
snidare le false cooperative che operano in
Emilia-Romagna: è una iniziativa che chiedevamo da tempo e che sosteniamo con forza”.
“Quanto sta emergendo in questi giorni dall’inchiesta sulla cosiddetta Mafia della Capitale ha suscitato una pronta risposta della
cooperazione a livello nazionale e laziale: gli
indagati sono stati immediatamente espulsi
e estromessi dai loro ruoli, le prese di distanza, a partire dal presidente dell’Alleanza
delle Cooperative Italiane, Mauro Lusetti, sono
state nette e senza appello”.
Primo piano
ACI
“Quanto è emerso – proseguono – è gravissimo, una bruttissima pagina per l’Italia colpita nella sua Capitale e un serissimo danno
alla reputazione della cooperazione: chi ne
porta la responsabilità dovrà risponderne,
anche in sede civile. Crediamo, inoltre, che
con la magistratura sia possibile dare corpo a
rapporti di collaborazione che, pur non intralciando il corso delle indagini, consentano di
intervenire per tempo, prima che le situazioni
degenerino fino al punto che l’indagine romana lascia intravvedere”.
“L’Alleanza delle Cooperative Italiane dell’Emilia-Romagna – concludono Monti, Milza
e Mota –, di una regione dove la cooperazione ha radici profonde, dove dispiega da
decenni la sua natura di impresa che contribuisce all’economia e, soprattutto, alla tenuta
sociale delle comunità, continuerà nel suo impegno per affermare ovunque legalità e giustizia. Per questo chiediamo alla Regione e
alle Prefetture di assicurare reale funzionalità
degli Osservatori territoriali della legalità per
batterci con decisione e con ogni mezzo contro le false cooperative e la corruzione”.
ALLEANZA COOPERATIVE
e-italiane/?rm=1
REGGIO EMILIA
Lavoro irregolare e coop spurie,
nuovi impegni per il contrasto
Potrebbe rappresentare l’inizio di una nuova
e dura lotta alle cooperative spurie e alle diffuse irregolarità che connotano, in particolare,
il mercato dei servizi. Lo auspica l’Alleanza
delle Cooperative Italiane di Reggio Emilia
(Agci, Confcooperative, Legacoop), che intanto esprime soddisfazione per l’incontro
avvenuto nell’ambito dell’Osservatorio provinciale della cooperazione, lo strumento costituito per il monitoraggio, la qualificazione e
la promozione della regolarità e della qualità
del lavoro nelle cooperative.
L’Alleanza delle Cooperative Italiane giudica
positivamente, innanzitutto, la convocazione
da parte della nuova Direzione territoriale del
lavoro dell’Osservatorio, che da tre anni non
si riuniva
“E’ un segnale rilevante di attenzione a temi
quali quello delle irregolarità e del dumping
contrattuale, delle gare al massimo ribasso e
di pratiche illecite – sottolinea l’Alleanza – che
Legacoop
Settori
in questi anni hanno continuato a penalizzare
le cooperative che si muovono nel rispetto
delle regole e hanno pesantemente pagato le
conseguenze di un mercato del lavoro che
chiede nuove ed incisive azioni sia sulla committenza che sulle tante imprese, e fra queste cooperative spurie, che hanno concorso a
determinare irregolarità crescenti e stati di
crisi all’interno delle imprese più corrette”.
“Nel merito – prosegue L’Alleanza cooperative di Reggio Emilia – esprimiamo particolare soddisfazione per la chiara conferma –
da parte della Direzione Territoriale del Lavoro
– dell’illegittimità del contratto siglato a suo
tempo dall’Unci con un sindacato privo di rappresentatività e già dichiarato incostituzionale
dal Tribunale di Torino e, soprattutto, per
l’esplicito impegno a perseguire committenti
e cooperative che nell’oscurità applicano appalti e contratti sottocosto”.
“Nella stessa sede – prosegue l’Alleanza
delle Cooperative Italiane di Reggio Emilia –
abbiamo anche registrato la volontà del Ministero per lo Sviluppo Economico di rafforzare
la vigilanza sulle imprese che non aderiscono
alle centrali cooperative, e anche questo dato
è estremamente importante al fine di stroncare la prassi di costituire cooperative indipendenti al fine di sottrarsi a quelle revisioni
che, per le imprese associate alle centrali,
sono svolte direttamente, su delega ministeriale, proprio dalle organizzazioni cooperative”.
“Sia il mercato pubblico che quello privato riguardante i servizi – sottolinea L’Alleanza
delle Cooperative Italiane, riprendendo la denuncia fatta già metà ottobre – pone continuamente le cooperative (la cui presenza è
particolarmente diffusa sia nel servizi alle imprese che nell’ambito dei servizi alla persona)
di fronte alla sfida della continuità aziendale e
di una concorrenza che utilizza forme di ribasso inspiegabili e precarietà nel lavoro, ovviamente favorite da una committenza che
non si fa scrupolo di verificare con quali soggetti si stia confrontando e di quali devianze
siano portatori”.
”Ora – conclude l’Alleanza delle Cooperative
di Reggio Emilia – c auguriamo che il lavoro
prosegua, e il nostro impegno sarà tutto rivolto in tal senso, a maggior ragione dopo i
primi riscontri positivi da parte della DTL nell’ambito dell’Osservatorio”.
Territori
Imprese
Sondaggio
Legacoop
>> Coopfond
6
COOPFOND
A favore delle startup cooperative di Coopstartup
Il Consiglio di Amministrazione di Coopfond, il
fondo mutualistico di promozione e sviluppo
di Legacoop, ha approvato gli incentivi a favore delle startup cooperative che nasceranno dal progetto Coopstartup.
Per ogni nuova startup cooperativa risultante
vincente i bandi Coopstartup e regolarmente
costituita sono previsti:
• un contributo a fondo perduto di €
5.000 per le spese sostenute per
l’elaborazione del business plan e
per la costituzione;
• la possibilità di un finanziamento
fino al 50% degli investimenti e fino
a un massimo di € 150.000 non assistiti da garanzie, a insindacabile
giudizio e a seguito di istruttoria da
parte del Fondo.
Il processo Coopstartup prevede inoltre l’accompagnamento dei soggetti con idee imprenditoriali fino alla fase di costituzione della
società e forme di tutoraggio e supporto
nei 24/36 mesi successivi alla nascita della
cooperativa.
Primo piano
ACI
Legacoop
Settori
Territori
Imprese
Sondaggio
Settori
>> Turismo
7
TURISMO
All’European Tourism Day
si discute il futuro del turismo
>> Turismo
Oltre 200 persone hanno partecipato all’European Tourism Day, che si è tenuto a
Bruxelles il primo dicembre.
La conferenza si è articolata in varie sessioni; la prima dedicata alla Destinazione
Europa; la seconda alle sfide e opportunità
del turismo digitale; la terza al quadro normativo e amministrativo; e l’ultima alla qualità dei servizi, con un totale di venti relatori.
Presieduta da Pedro Ortùn, Direttore della
DG Grow, la conferenza ha messo in luce
gli enormi fenomeni di innovazione in atto
nel settore: l’informatica e l’utilizzo dei big
data nelle politiche di marketing, con particolare riferimento alla possibilità di personalizzazione del prodotto e del servizio; lo
sviluppo esponenziale della sharing economy e del peer to peer nel turismo; i processi di qualificazione sollecitati anche dai
giudizi degli ospiti; le politiche di diversificazione di prodotto avviate con determinazione da alcune Regioni.
Attraverso un sistema di voto in tempo reale
i partecipanti hanno avuto la possibilità di
fornire alla Commissione le loro preferenze
sulle priorità da adottare nelle politiche europee e i loro giudizi sulle attività in corso.
Alla conferenza hanno partecipato Maurizio Davolio per Legacoop Turismo, Marie
Secretant per Diesis ed Elisa Terrasi per
CECOP.
Sharing economy un convegno
oragnizzato da EARTH e Necstour
Le reti europee EARTH, European Alliance for
Responsible Tourism and Hospitality, e Necstour, Network of European Regions for a Sustainable and Competitive Tourism, hanno
organizzato congiuntamente un convegno
sulla sharing economy nel turismo.
Il convegno si è tenuto il due dicembre nella
sede di Bruxelles della Regione Piemonte ed
è stato aperto da Maurizio Davolio, Responsabile Turismo di Legacoop, e Presidente di EARTH e dalla Direttrice di Necstour
Cristina Nuñez.
Davolio ha ricordato gli aspetti della sharing
economy che sono prossimi ai principi e alle
pratiche del turismo responsabile: l’intensità
Primo piano
ACI
Legacoop
Settori
del rapporto fra chi ospita e chi è ospitato; la
maggiore accessibilità economica rispetto al
turismo convenzionale; la maggiore sostenibilità dovuta alla condivisione dei mezzi di
trasporto; la possibilità offerta ai viaggiatori
di conoscere più profondamente la cultura e
la vita dei luoghi visitati. Restano ovviamente
da approfondire i problemi di natura legale,
amministrativa e fiscale, nonché le tematiche relative alla concorrenza, alla tutela del
viaggiatore, alla sicurezza e alla privacy.
Gianluca Pastorelli, Presidente di Diesis,
ha affrontato il tema delle correlazioni esistenti fra sharing economy e innovazione sociale, presentando il progetto Benisi.
Victoria Sanagustin ha presentato l’esperienza della Regione Aragona in cui per la valorizzazione dell’Itinerario del Graal e del
territorio di Matarraña si sta facendo ampio
ricorso a strumentazioni digitali.
Presentate poi le esperienze di GreenHopping, Greeters, Hopineo, KissKissBankBank,
Booklokal, Couchsurfing, Home Exchange,
che dimostrano come la sharing economy
basata su rapporti peer to peer riguardi ormai
tutti i servizi di alloggio, di trasporto, di ristorazione e di intrattenimento , con volumi di
traffico e anche di affari in spettacolare crescita e con fortissime ricadute sul mercato e
sulle attività turistiche tradizionali.
Molte di queste esperienze hanno una natura associativa, non profit e, si può dire, precooperativa.
La tavola rotonda, animata da Marie Secretant di Diesis ed EARTH, ha visto la partecipazione di esponenti anche del settore
tradizionale del turismo, come Charles
Etienne Belanger dell’Organizzazione Internazionale del Turismo Sociale, nonché del
turismo responsabile, come Caroline Mignon, di ATES. Ciò ha permesso anche di
evidenziare aspetti di criticità di fenomeni che
sono in forte crescita ma ancora non assestati sotto il profilo normativo.
La rete EARTH
in piena crescita
Si è tenuta il 2 dicembre nella sede della
cooperativa Diesis l’assemblea annuale
della rete europea EARTH European Alliance
for Responsible Tourism and Hospitality.
Maurizio Davolio ha presieduto la riunione
nella sua qualità di Presidente ed ha svolto
la relazione introduttiva assieme alla Coor-
Territori
Imprese
Sondaggio
Settori
8
dinatrice Marie Secretant.
Nell’ultimo anno sei nuovi soci hanno aderito a EARTH: Jlag (Regno Unito), GreenHopping (Belgio), FAADA (Spagna), Hungarian
National Foundation for Recreation (Ungheria), ATR (Francia), EVEA (Francia).
Si è rafforzata la rete dei rapporti con altre
reti europee e internazionali: ENAT, OITS,
Necstour, Aremdt, UNEP.
Cresce la partecipazione a progetti europei.
Molto ricca la presenza a eventi internazionali assicurata direttamente da EARTH ovvero attraverso i soci.
Costruito un repertorio di buone pratiche, fra
cui spiccano, di area cooperativa italiana, il
pescaturismo (Legapesca), il turismo coi migranti (coop Viaggi Solidali), gli alberghi diffusi (coop Altopiano di Lauco), la gestione
dei beni confiscati alla mafia (Mediterraneo
Libera Terra, Addiopizzo Travel), il turismo di
comunità (Briganti di Cerreto, Valle dei Cavalieri).
Fortemente sviluppata la comunicazione attraverso il sito web e la newsletter.
TURISMO
Alla BTO il convegno Animal
Friendly, organizzato da AITR
Organizzato da AITR, si è tenuto il 3 dicembre alla BTO (Buy Tourism Online), prestigiosa e innovativa Borsa turistica, il
convegno dedicato al tema degli animali nel
turismo “animal friendly”. Il convegno ha affrontato il problema dell’ospitalità degli animali al seguito dei clienti nelle strutture
turistiche e il problema dello sfruttamento
degli animali nelle destinazioni turistiche
(caccia, spettacoli con animali, delfinari, zoo,
feste tradizionali con animali, souvenir di
provenienza animale ecc.).
Maurizio Davolio, presidente di AITR, ha
aperto i lavori del convegno, cui hanno preso
parte come relatori Ilaria Ferri a nome delle
associazioni animaliste italiane (ENPA, LAV,
LEIDAA), Marta Di Cesare per RAM, Giovanna Costantini dell’associazione spagnola FAADA e Roberto Furlani
Responsabile di WWF Turismo.
Il convegno ha consentito di mettere a fuoco
le pratiche che comportano sofferenza per
Primo piano
ACI
gli animali, rischi di estinzione, pericoli anche
per i viaggiatori. Ma anche le possibilità di
organizzare viaggi e visite in cui l’integrità
degli animali viene salvaguardata e in cui si
possono produrre grandi vantaggi per le comunità locali. Balene e grandi felini rendono
molto di più se osservati da vivi invece di essere cacciati e abbattuti.
Nei viaggi di RAM sono previste visite ai
centri di recupero degli animali feriti e vengono programmate iniziative di liberazione
di animali cui i viaggiatori possono assistere.
In Italia sta crescendo la disponibilità di albergatori e ristoratori ad accettare i cani al
seguito, e convenzioni in tal senso sono
state sottoscritte da Trenitalia e NTV.
AITR prepara il corso di formazione di gennaio
Il Direttivo di AITR,Associazione Italiana Turismo Responsabile, ha deliberato di tenere il
prossimo corso di formazione rivolto a nuovi
soci ed esterni, dal 23 al 25 gennaio all’Hotel Il Pallone di Bologna, gestito dalla cooperativa Piccola Carovana.
Per AITR la formazione è un’attività strategica, che consente di condividere principi,
valori e buone pratiche sia con i nuovi soci
sia con persone esterne interessate.
Il Presidente di AITR Maurizio Davolio ha
ricordato le attività svolte negli ultimi tre mesi,
il convegno organizzato alla BTO, i rapporti
con il FAI e la partecipazione al loro eductour,
il lancio della nuova newsletter (già oltre
2.000 lettori), la partecipazione ai numerosi
convegni cui AITR è stata invitata, i rapporti
con le Università, l’attività della rete europea
EARTH, la collaborazione con Rete Ferroviaria Italiana per le stazioni impresenziate, la
partecipazione alle fiere commerciali, le pubblicazioni, l’evoluzione del turismo di comunità, le relazioni con il mondo del turismo
sociale.
Il Coordinatore Francesco Marmo ha relazionato sui progetti in corso e sui progetti
presentati, sui preparativi del Festival Itacà
previsto nell’ultima settimana di maggio a
Bologna e sulla realizzazione di una mappa
Italia in cui saranno presenti tutte le strutture
turistiche riconducibili ad AITR e ai suoi soci.
Legacoop
Settori
Territori
Imprese
Sondaggio
Territori
>> Veneto
9
VENETO
>> Romagna
Cooperazione sociale, nasce
Corbola Servizi Plurimi
>> Lazio
Incentivare le iniziative comuni e le interazioni tra imprese è fra gli obiettivi di Legacoop Veneto, come ha sottolineato il
presidente Adriano Rizzi - riconfermato alla
guida dell’Associazione per i prossimi quattro anni - nel Congresso regionale tenutosi
il 2 dicembre a Padova. E proprio da una fusione, il 2014 ha visto nascere Corbola Servizi Plurimi, a Corbola (Rovigo): nello
specifico dalla fusione per incorporazione
Corbola Servizi (tipo B) in Corbola Servizi
Socio Sanitari (tipo B), che ha così acquisito
la qualifica di cooperativa sociale a “scopo
plurimo” (incorporando entrambe le tipologie
A e B previste dalla legge 381/91 istituiva
delle cooperative sociali). Un’operazione
resa possibile anche grazie alle importanti
risorse messe in campo: la stima dell’investimento realizzato è di 15mila euro, con Coopfond principale finanziatore (e nel
brevissimo termine altre risorse saranno impegnate per la formazione interna e gli
adempimenti collegati alla fusione). A fronte
degli investimenti sostenuti e ancora da sostenere, l’intervento del fondo mutualistico
di Legacoop è stato di € 70.000,00 in linea
di finanziamento da restituire in 7 anni.
Lo scopo iniziale delle due coop sociali, fondate nel 1996, era fornire servizi alla persona e servizi ausiliari nel settore
socioassistenziale in affidamento dagli enti
pubblici (in particolare assistenza agli anziani ospiti di Villa Agopian di Corbola). Dal
1996 entrambe hanno conosciuto un costante trend di crescita e l’offerta si è estesa
ai servizi educativi per l’infanzia e alla mediazione culturale all’interno delle strutture
scolastiche locali, con personale di madre
lingua. In particolare negli ultimi quattro anni
è stata perseguita la politica della partecipazione in raggruppamento con altre cooperative sociali alle gare pubbliche,
ottenendo importanti assegnazioni nella fornitura di assistenza ai disabili nelle strutture
scolastiche e alle persone interessate da disturbo mentale. Nel campo dei servizi ausiliari, le attività hanno spaziato dai servizi
pulizie alla ristorazione, dalla manutenzione
del patrimonio e del verde pubblico alla lavanderia industriale. Poi, due anni fa, il ma-
>> Toscana
>> Abruzzo
>> Campania
>> Sicilia
>> Bolzano
>>Reggio Emilia
>> Napoli
Primo piano
ACI
Legacoop
Settori
nagement ha condiviso la necessità di rafforzare le due aziende e ha preso così inizio
il percorso di fusione, con il coinvolgimento
di base sociale e sindacati nelle assemblee
zonali.
«È stata un’operazione impegnativa ma
anche molto stimolante; Corbola Servizi Plurimi si colloca oggi tra i principali attori economici locali operanti nel settore, sia per
numero di addetti che per volume d’affari.
Siamo pronti ad affrontare con nuove energie le sfide del mercato, senza mai dimenticare la vocazione di impresa dedicata allo
scopo sociale. Sul piano strategico ci indirizziamo verso un processo collaborativo con
altre aziende di settore, per partecipare ai
futuri appuntamenti collegati alle gare pubbliche» spiega il presidente Fabio Biolcati.
Le risorse umane impiegate nell’area servizi alla persona sono 60 (50 soci e 10 dipendenti). Quelle attive nell’area servizi
ausiliari (pulizia ambientale, cucina, refettorio, lavanderia industriale, servizio guardaroba, manutenzione immobili e verde)
contano 63 operatori, (49 soci, 13 dipendenti e 1 co.pro.), di cui 18 lavoratori svantaggiati (pari al 30% della forza lavoro).
Con un valore della produzione che secondo le previsioni supererà nel 2014 i 4
milioni di euro, la neonata cooperativa
guarda al settore privato dei servizi integrati
di assistenza alla persona, con particolare
attenzione alle attività plurime di assistenza
domiciliare e sta investendo, insieme ad altri
partner, sull’analisi dei nuovi bisogni e sull’evoluzione dei servizi alla persona nell’ottica della definizione di modelli di new
welfare.
«Il livello di competizione nel campo dei servizi alla persona si sta alzando: è necessario che disponiamo di tutte le coperture
necessarie ad affrontare le sfide che ci si
presentano, per poter stare sullo stesso
mercato di altre importanti cooperative sociali o grossi gruppi industriali. Ecco perché
-piega Biolcati - nel campo dei servizi alla
persona l’azienda si sta indirizzando verso
l‘ingresso in “consorzi di settore”, mentre nel
campo dei servizi ausiliari- e della lavanderia industriale in particolare -, stiamo stringendo rapporti di partenariato con un’altra
coop sociale di tipo B, che vanta una lunga
esperienza nel settore ed è molto radicata
nel territorio del Veneto centrale».
Territori
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ROMAGNA
Costituito tavolo associazioni imprenditoriali della Bassa Romagna
Si è costituito ufficialmente il 5 dicembre a
Lugo, il Tavolo delle Associazioni Imprenditoriali della Bassa Romagna, che riunisce
tutte le 13 diverse sigle delle associazioni
datoriali dei 9 comuni dell’Unione dei Comuni della Bassa Romagna (AGCI, CIA,
CNA, Coldiretti, Confagricoltura, Confartigianato, Confcommercio, Confcooperative,
Confesercenti, Confimi Impresa, Confindustria Ravenna, Copagri e Legacoop Romagna).
Il Tavolo, già operante nel territorio dell’Unione in maniera informale da diversi
anni, si è costituito in maniera ufficiale in
modo da fornire un interlocutore forte e rappresentativo all’Unione dei Comuni, uno
strumento amministrativo che supera le dimensioni dei comuni e in cui le associazioni
datoriali credono fortemente.
Nell’atto della sua costituzione il Tavolo ha
nominato come propria coordinatrice Elena
Zannoni (Legacoop Romagna), già coordinatrice del tavolo provinciale degli imprenditori, fino a giugno 2015.
Il vice Coordinatore è Giancarlo Melandri
di Confesercenti. Il meccanismo di rappresentanza del tavolo prevede che la guida
venga assunta a rotazione dalle categorie
con una durata di dodici mesi.
Molte le priorità che il Tavolo intende portare
avanti, già presentate alla Giunta dell’Unione negli incontri precedenti e agenda
di lavoro per i prossimi momenti di approfondimento e discussione con l’Unione: Il
tema della tassazione locale, in particolare
in tema di TARI; Sicurezza: occorre un coordinamento delle forze dell’ordine locali, liberando risorse umane da impegni
realizzabili con altro personale e mantenendo forti presidi sul territorio; Semplificazione delle macchina burocratica pubblica;
Nuovo approccio al tema degli appalti, terminando il ricorso alle offerte al massimo
ribasso; Programmazione territoriale: revisione strumenti urbanistici PSC-RUE; Piani
energetici; Promozione territoriale; Contrasto all’abusivismo e alla concorrenza sleale;
Agricoltura; Salvaguardia e difesa idraulica
del territorio; Servizi sociali, il welfare; Attività produttive e strutturazione a livello di
Unione dei relativi riferimenti.
Primo piano
ACI
Sui primi due temi è già stato richiesto un
incontro all’Unione dei Comuni per avviare
il confronto.
TOSCANA
“In quattro anni 25 fusioni”
Roberto Negrini eletto presidente
Avanti con il processo di aggregazione delle
imprese per dare maggiore dimensione alle
imprese e attrezzarle meglio a gestire le
sfide del futuro. Questo uno dei temi centrali
presente nella relazione con cui Stefano
Bassi, presidente di Legacoop Toscana, ha
aperto il congresso di Legacoop Toscana al
Palaffari di Firenze. Bassi ha fra l’altro annunciato che non si ricandiderà nel ruolo di
Presidente.
“In questi anni di crisi – ha detto Bassi – un
importante elemento di dinamicità delle nostre realtà imprenditoriali è stato il percorso
di aggregazione fra cooperative, che è andato avanti in settori come l’agroalimentare,
le forestali, il multiservizi, il sociale, la logistica. E anche nel settore dell’impiantistica
e delle costruzioni. Dal 2010 abbiamo realizzato 25 fusioni che hanno coinvolto più di
60 cooperative e 6.000 lavoratori. Per il futuro le direzioni su cui lavorare sono: ambiente e rifiuti, logistica, acquisizione di
marchi in agricoltura, energie rinnovabili,
welfare partecipativo”.
Un percorso che comunque ha bisogno di
risorse per accompagnare processi di crescita. “In questo senso servono strumenti finanziari specifici – continua Bassi – e per
questo è decisivo il rapporto con la Regione
Toscana, con cui in questi anni abbiamo
avuto un rapporto positivo in molti campi.
Alla Regione Toscana torniamo a chiedere
con forza l’istituzione di un fondo specifico
che accompagni i percorsi di aggregazione
Legacoop
Settori
e fusione delle imprese. Tutto questo sta
dentro la necessità di fare una riflessione
profonda sulla Toscana, dove si continua a
registrare calo del pil, dei consumi, degli investimenti. Dove ci sono tre grandi questioni
aperte, ovvero la crisi della città-fabbrica
Prato, della città-banca Siena e della cittàporto Livorno. Riprogettare il futuro di questi sistemi urbani è una sfida nella quale la
cooperazione vuole essere presente”.
Roberto Negrini, 47 anni, fiorentino, laureato in Economia, è il nuovo presidente di
Legacoop Toscana. Lo ha eletto l’assemblea
congressuale delle cooperative toscane
aderenti a Legacoop, al termine di due giorni
di lavori. Negrini è presidente dell’Associazione delle Cooperative Agricole della Toscana dal 2008, è membro del Comitato di
Indirizzo dell’Ente Cassa di Risparmio e ha
guidato, come presidente, Firenze Fiera
negli anni del risanamento finanziario. “In
questi giorni in Parlamento si sta approvando la legge di stabilità. Le imprese italiane – ha detto Negrini – soffrono di
nanismo e sottocapitalizzazione. Al Governo
chiediamo che i lavoratori possano optare di
conferire il loro tfr nel capitale sociale delle
cooperative, invece che averlo in busta
paga, chiedendone una detassazione e dove
i fondi mutualistici contribuiscano di pari importo. In questo modo si metterebbe in moto
un grande processo di ricapitalizzazione
delle cooperative, che è necessario per una
loro irrobustimento dimensionale.
LAZIO
Un Comitato del Presidente per il
Congresso regionale di Legacoop
Il congresso di Legacoop Lazio, che si era
aperto ieri a Roma, non si é concluso e ha
deliberato, su proposta del presidente
uscente Stefano Venditti, la costituzione di
un comitato guidato dal presidente nazionale Mauro Lusetti con Marco Lami, Letizia Casuccio, Claudio Alibrandi e lo
stesso Venditti. Il comitato del Presidente
ha il compito di garantire la continuità di gestione e una fase di ascolto nei confronti dei
soci in questa fase particolarmente delicata
della vita dell’associazione; presentare al
congresso un piano di sostenibilità economica; dare mandato ai legali di valutare la
possibilità di costituirsi parte civile nel pro-
Territori
Imprese
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Territori
11
cedimento in atto in seguito alla inchiesta
della Procura di Roma su “Mafia Capitale”.
Il comitato dovrà riconvocare il Congresso di
Legacoop Lazio entro tre mesi.
“Il dolore e la rabbia più grande – ha detto
Lusetti concludendo l’assemblea – è prima
di tutto per le nostre socie e i nostri soci che
lavorano in silenzio, con abnegazione, con
umili stipendi e che ora si vedono accomunati in una immagine che non li riguarda
assolutamente. Ma ho visto nei volti dei
cooperatori la voglia e la forza di reagire.
Noi abbiamo la schiena dritta e le malefatte
di qualcuno non possono in alcun modo inficiare il lavoro e l’abnegazione di tanti. E
con la schiena dritta noi andremo in questa
fase di ascolto e di rilancio dei nostri valori
e del nostro movimento”. E alla fine Lusetti
ha invitato “a non usare il movimento cooperativo per speculazioni e battaglie politiche che non ci riguardano”.
CAMPANIA
Sprechi alimentari, intesa
tra Comune e Legacoop
La Giunta del Comune di Napoli, su proposta dell’assessore Panini, ha dato il via, Con
delibera n. 838 dello scorso 27 novembre,
ad un Protocollo d’intesa con Legacoop
Campania per sostenere e diffondere con
una nuova e più alta veste morale la cultura
del dono e del recupero del cibo e della conseguente lotta allo spreco alimentare.
Azioni locali in tema di integrazione delle
politiche sociali e dello sviluppo locale saranno i punti di partenza di un’operazione
congiunta con Legacoop volta, in particolare,
ad avviare il processo di recupero di quantità di cibo non utilizzato da mense aziendali
o scolastiche, da
ristoranti, strutture ricettive, di catering e
dalla grande distribuzione, garantendo un
corretto stato di conservazione, trasporto,
deposito e utilizzo degli alimenti. Il cibo recuperato, altrimenti sprecato o gettato, sarà
destinato in via sperimentale alle strutture di
accoglienza dei senza fissa dimora gestite
dall’Amministrazione comunale, nonché alle
strutture di accoglienza e mense rivolte ai
cittadini indigenti, gestite da associazioni di
volontariato, istituti e opere religiose, etc.
Primo piano
ACI
Laddove la fase sperimentale sortisca effetti
positivi e previa intesa con gli uffici comunali, la distribuzione sarà estesa ad altri soggetti che assicurano assistenza ai cittadini
indigenti, ovvero direttamente a quest’ultimi.
Tra gli scopi del Protocollo ve n’è uno altrettanto virtuoso, e cioè quello di favorire la nascita di cooperative, prevalentemente e
prioritariamente costituite da giovani, che
possano ottimizzare operativamente i processi di recupero e distribuzione del cibo recuperato. Un Tavolo tecnico, garante di
coerenza e operatività, presieduto e coordinato dal Comune di Napoli, nella persona
dell’Assessore al Lavoro e alle Attività Produttive o suo delegato, e composto dai referenti individuati da Legacoop Campania e
Italia Lavoro SpA nonché dai referenti individuati dalle Associazioni e dalle Onlus maggiormente rappresentative sul territorio, e da
quante organizzazioni vorranno dare il loro
contributo fattivo, avrà il compito, tra l’altro,
di monitorare l’andamento delle azioni
messe in campo, di rendicontarle socialmente e di dare vita ad iniziative di sensibilizzazione, a partire da una “Rassegna
nazionale del contrasto allo spreco”.
ABRUZZO
Di Fabrizio rieletto presidente
Legacoop
“Partecipazione” questo è l’invito che Fernando Di Fabrizio, riconfermato per acclamazione Presidente di Legacoop
Abruzzo al termine del 10° Congresso Regionale, rivolge a tutti i cooperatori presenti
all’Assemblea Congressuale.
“L’obiettivo per il prossimo mandato- commenta Fernando Di Fabrizio- è di riavvicinarci con più forza alla base associativa,
coinvolgere maggiormente i soci e programmare attività ed iniziative con più frequenza. Questo sarà possibile grazie anche
alla volontà e all’impegno di tutti, perché
l’Associazione è come un mosaico, per
funzionare bene ha bisogno che ogni tassello sia al suo posto”.
Formazione e riqualificazione delle competenze, intergenerazionalità, legalità, innovazione, ricerca e collaborazione tra
imprese gli altri temi principali emersi du-
Legacoop
Settori
rante il dibattito congressuale, svoltosi il 6
dicembre a Pescara, presso le Torri Camuzzi.
Nell’intervento del Presidente non è mancato il passaggio all’Alleanza Cooperative
Italiane Abruzzo, sottolineando come l’aggregazione, soprattutto nel nostro territorio, sia un passaggio necessario e
ineluttabile per la sostenibilità del movimento. L’Alleanza Cooperative in Abruzzo
ha stimolato una collaborazione già esistente tra le Centrali e favorito il proliferare
di numerose attività: il Progetto di Rigenerazione Urbana, l’Agricoltura Sociale, il Tavolo tecnico-Sindacale, la costituzione del
Polo della Cooperazione, la proposta di
legge sulle cooperative di comunità. Non
poteva mancare un riferimento alle vicende
di cronaca che hanno colpito la Cooperativa 29 Giugno. In particolare il Direttore
Nazionale, Giancarlo Ferrari parla di “dolore e rabbia”, ma anche di “razionalità e
coerenza”. Dolore per i soci e lavoratori
della Cooperativa che hanno vista svanita
la speranza di avere un’opportunità di recupero e reintegro nella società, e rabbia
per il tradimento subito. “Noi ci sentiamo
vittime, Legacoop in questa vicenda è parte
lesa - commenta il Direttore- e dobbiamo
reagire per difendere il nostro modello e i
nostri valori”. Anche il Presidente Di Fabrizio parla di buona cooperazione, sottolineando come episodi isolati non debbano
rovinare un modello sano e in grado di evitare le lacerazioni politico-istituzionale che
portano alla deriva lo Stato sociale.
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SICILIA
Pietro Piro guiderà Legacoop
per i prossimi anni
La Direzione eletta dal congresso, all’unanimità ha nominato Pietro Piro Presidente
che succede ad Emanuele Sanfilippo – già
alla guida dell’organizzazione per più di dodici anni.
Alla presenza di Mauro Lusetti – presidente di Legacoop Nazionale- - e con la partecipazione di Giancarlo Ferrari, direttore
di L.N.C.M, giorno 3 dicembre 2014 si è
svolto il 14° congresso di Legacoop Sicilia
che ha visto la partecipazione di 230 delegati
e molte decine di invitati, presidenti e dirigenti di cooperative, rappresentanti delle Istituzioni e del Governo Regionale,
rappresentanti delle altre Centrali Cooperative, dei Sindacati, di enti pubblici economici,
All’interno della non facile situazione economica siciliana la cooperazione si pone come
forza di resistenza e di contrasto all’invadenza della crisi che porta disoccupazione e
a volte lascia macerie in campo sociale. La
Cooperazione tiene, anche se qualche scricchiolio si è avvertito tra le nostre associate.
Alcune hanno chiuso, altrettante ne sono
nate, la quasi totalità ha resistito seppure con
qualche affanno che si spera possa essere
superato al più presto e con qualche sacrifico.
I volumi dei ricavi si sono sviluppati in settori
che prima erano presenti senza grandi numeri. Qualche sofferenza si è registrata nei
settori tradizionali dell’area lavoro, un consolidamento faticoso si è registrato nel campo
della cooperazione sociale, una posizione di
attesa e di sviluppo - se riprendono i mutui nel settore abitativo, I settori che dal precedente congresso ad oggi hanno avuto uno
sviluppo sono quelli del Consumo e dei dettaglianti.
Bene e in espansione le cooperative che gestiscono i beni e le aziende confiscate alla
mafia e alla criminalità organizzata. Con il
loro alto valore morale e sociale queste cooperative si sono poste come punto di riferimento e di esempio a tutte quelle imprese
che si vogliono liberare dal giogo mafioso.
Le sfide che abbiamo davanti sono tante e a
volte difficili. Ci incoraggia la prospettiva di
realizzare al più presto anche in Sicilia l’A.C.I.
Primo piano
ACI
Prossimamente terremo l’assemblea regionale che vedrà eletta la rappresentanza unitaria del portavoce unico e la costituzione
formale del coordinamento ACI SICILIA.
Tra i punti che sono emersi dal dibattito congressuale è stata avanzata la necessità di
consolidare il diritto/dovere di trasparenza e
di legalità, di proporre temi concreti e richieste precise al Governo Regionale per l’accesso al credito e una forte azione di
semplificazione e velocizzazione della Pubblica Amministrazione.
Lusetti – presidente di Legacoop nazionale
nelle conclusioni ha illustrato al Congresso
l’azione svolta da Legacoop Nazionale nell’ultimo periodo. Ha affrontato il tema della
necessità di proseguire verso l’obiettivo della
costituzione dell’ACI a tutti i livelli. Ha condannato il comportamento del gruppo dirigente di quella cooperativa che ha trascinato
ingiustamente la cooperazione sociale nel
discredito e per il quale l’applicazione del codice etico avverrà senza sconti. Ha espresso
solidarietà al Ministro Poletti – persona di
grande onestà e correttezza. Il contrasto alla
cooperazione spuria è uno degli obiettivi dall’azione di Legacoop per il prossimo futuro.
Non è possibile lasciare spazio a finti operatori che utilizzano il buon nome della cooperazione per fini e obiettivi che nulla hanno a
che fare con la Cooperazione vera.
L’intergenerazionalità è stato un altro dei
punti affrontato da Lusetti. Le imprese cooperative non appartengono ai presidenti né ai
direttori. Sono di tutti i cooperatori e per ciò
tutti abbiamo il dovere di mettere a disposizione delle generazioni future questo patrimonio di beni, avviamento ed esperienze a
favore di tutti quelli che vorranno proseguire
questo lavoro che tanto benessere ha dato a
noi tutti e che abbiamo il dovere di assicurare
a chi verrà dopo di noi.
Proseguire l’impegno a favore di quelle iniziative Workers buy out è una scommessa
che non possiamo non accettare. E’ ricca di
insidie. La costituzione di una nuova impresa
contiene un rischio imprenditoriale normale.
Rimettere in funzione un’impresa già andata
a male ci impone di valutare con rigore il loro
progetto.
Il congresso di Legacoop Sicilia ha eletto la
nuova Direzione regionale che registra al suo
interno una presenza femminile superiore al
30%, la presenza di giovani cooperatori in
Legacoop
Settori
misura superiore al 10% e la maggioranza di
imprese in tutti gli organismi elettivi.
Legacoop Sicilia rappresenta numero 1655
cooperative – un volume di affari pari a
1.370.000.000,00 (un miliardo e 370 milioni di euro), 100.606 soci – 9.296 occupati.
BOLZANO
AperitivoTeatrale,“Mafieinpentola
Libera Terra, il sapore di una sfida”
La Bottega dei Sapori e dei Saperi di Libera
Terra di Bolzano organizza un aperitivo teatrale con “Mafie in pentola. Libera Terra, il
sapore di una sfida” e a seguire un aperitivo
con i prodotti di Libera Terra venerdì 12 dicembre alle ore 18 in Corso Libertà 16 a
Bolzano.
Mafie in pentola è un progetto di teatro civile
gastronomico realizzato da Tiziana Di Masi e
Andrea Guolo in collaborazione con Libera
(Associazioni, nomi e numeri contro le
mafie), Avviso Pubblico (enti locali e regioni
per la formazione civile contro le mafie) e
sostenuto dalle Coop Adriatica, Nordest e
Lombardia. Uno spettacolo, sin dalla data
del suo debutto, definito originale e straordinariamente efficace da Don Luigi Ciotti ,
che riesce a raccontare di un’antimafia possibile praticata nella quotidianità.
REGGIO EMILIA
Legacoop interviene sulla vertenza
Coopservice e cooperative spurie
Bene ha fatto la nuova Direzione Territoriale
del Lavoro a convocare l’Osservatorio provinciale della cooperazione, che riteniamo
sia uno strumento efficace (lo dimostrano i
risultati di altre province) per contrastare il
fenomeno delle cooperative spurie, o finte
cooperative. Un fenomeno che dovrebbe
preoccupare tutti, e in particolare le orga-
Territori
Imprese
Sondaggio
Territori
13
nizzazioni sindacali, che invece ultimamente
sembrano attente solo ad avviare vertenze
nei confronti delle cooperative che cercano
di applicare per intero i contratti nazionali firmati con Cgil, Cisl e Uil, come nel caso recente di Coopservice, pur nella difficoltà di
operare in un mercato completamente destrutturato da concorrenti fuori controllo che
non applicano nessun contratto regolare. La
disponibilità di Coopservice ad applicare interamente il contratto è stata dimostrata, ma
non si può far finta di non vedere che tipo di
imprese (cooperative e non) operano sul
mercato.
Segnaliamo che dagli ultimi dati rilevati nella
nostra provincia ben il 42% delle oltre 1000
cooperative presenti, non è aderisce a nessuna centrale cooperativa; a ciò si aggiunga
che ogni anno nascono dalle 25 alle 30 cooperative che non si associano alle organizzazioni cooperative riconosciute. Sono
cooperative attive in buona parte nel settore
servizi e che in pratica sfuggono nella quasi
totalità ai controlli ministeriali previsti per le
cooperative.
Dispiace e preoccupa che il sindacato reggiano, anche con l’ultima riunione dell’Osservatorio provinciale della cooperazione,
convocato con molto anticipo e su richiesta
dell’Alleanza delle Cooperative Italiane,
abbia dimostrato scarsa o nulla attenzione
per la necessità di contrastare un fenomeno
dilagante come quello delle cooperative
spurie, che possono essere strumenti non
solo di concorrenza sleale, ma anche rischiosi dal punto di vista del lavoro nero e
della legalità. Chiedere che ci sia la possibilità per le cooperative che applicano i contratti regolari di operare in un mercato
Primo piano
ACI
corretto è il minimo.Aprire vertenze solo con
chi vuole applicare il contratto, senza far
nulla per regolarizzare il mercato, e come
voler nascondere la polvere sotto il tappeto.
NAPOLI
Parte “SpazzaCammino”,
i senza dimora puliscono la città
L’iniziativa di Gesco, con la cooperativa sociale Il Camper, si svolge per le vie del centro storico di Napoli ed impegna dodici
persone senza dimora in un servizio di
spazzamento delle strade cittadine, negli
orari maggiormente affollati da cittadini e
turisti.
Progetto unico nel suo genere in Italia, è sostenuto dai commercianti del centro storico
e dei Consorzi Centro Toledo e Centro Toledo Spirito Santo ed ha il patrocinio della
Seconda Municipalità, la collaborazione dei
volontari del Servizio Civile del Comune di
Napoli ed il contributo grafico dello Studio
Eikon. Avviato in forma sperimentale, le persone coinvolte sono state selezionate tra
quelle intercettate dalla cooperativa sociale
Il Camper, sulla base della loro volontà e capacità di mettersi in gioco in un percorso di
autodeterminazione e di riscatto sociale.
Tutte hanno ricevuto un’adeguata formazione per il servizio da svolgere, curata dalla
Scuola di Formazione dei Lavori Sociali di
Gesco. Le persone del gruppo SpazzaCammino hanno un’età compresa tra i 25 e i 60
anni: ci sono un ivoriano, un tunisino, rumeni, polacchi e italiani. I senza dimora
sono affiancati da quindici ragazzi e ra-
Legacoop
Settori
gazze, volontari del Servizio Civile Nazionale
attuato dal Comune di Napoli attraverso il
progetto Strada Facendo, rivolto ai senza dimora. Il gruppo dello SpazzaCammino ha
come base di partenza e di arrivo la sede
della Seconda Municipalità in piazza Dante,
da dove partono e tornano le squadre, che
svolgono un servizio di spazzamento in cinque zone del centro storico di Napoli, dal lunedì al venerdì dalle 16.30 alle 20.00. Il
servizio, in particolare, interessa le zone di
Via Toledo (da piazzetta Augusteo fino a
piazza VII Settembre), dei Decumani (da via
Cisterna dell’Olio a piazzetta Nilo), di Santa
Chiara (da largo Banchi Nuovi a Port’Alba),
del Decumano del Mare (da via Mezzocannone – angolo Università L’Orientale, a
Santa Maria la Nova) e del Vecchio Policlinico (da Port’Alba a piazza San Domenico
Maggiore). Grazie al sostegno dei commercianti del centro storico, le dodici persone
coinvolte possono contare su un contributo
mensile di 300 euro netti, che permette loro
di affrontare alcune necessità di base,
come mangiare pasti adeguati.
Territori
Imprese
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Imprese
>> Cooplat
14
COOPLAT
>> Cooplat
Donne immigrate, orgogliose del
proprio lavoro e bene integrate
>> Assicoop Romagna Futura
La maggior parte di loro ha lasciato il Paese
d’origine per colpa della crisi economica. Per
questo, adesso che hanno trovato un’occupazione, il lavoro è in cima alla lista delle loro
priorità. Per lo più addette alle pulizie o all’attività di portierato, sono orgogliose della loro
professione malgrado da molti sia ritenuta
“umile”. Perché è proprio grazie al lavoro e al
senso di appartenenza alla cooperativa che
dicono di sentirsi a casa pur essendo migranti, cittadine italiane a tutti gli effetti a dispetto di quanto è scritto sulla loro carta
d’identità.
È il quadro che emerge dalla ricerca “Che genere di diversity?Una lente di genere su integrazione lavorativa e cittadinanza” condotta
dall’Istituto Dirpolis della Scuola Superiore
Sant’Anna di Pisa tra le donne straniere occupate in Cooplat, la cooperativa fiorentina di
servizi tra le maggiori impegnate in Italia nei
settori dell’ecologia e del facility management
con quasi tremila addetti e un fatturato di 85
milioni di euro nel 2013. Lo studio è stato
presentato oggi alla Biblioteca Nazionale di
Firenze alla presenza del presidente della
cooperativa Fabrizio Frizzi, della professoressa dell’Istituto Dirpolis Anna Loretoni, responsabile scientifica della ricerca, e la
dottoressa Alessia Belli, assegnista della
Scuola Sant’Anna, autrice dell’indagine. Presenti inoltre l’assessore regionale al Lavoro
Gianfranco Simoncini e l’assessore al Personale del Comune di Firenze Federico Gianassi, intervenuti alla tavola rotonda “Lavoro
valore di cittadinanza” coordinata dal presidente di Legacoop Servizi Toscana Angelo
Migliarini.
34 le donne straniere coinvolte nella ricerca, nata grazie a un progetto del Fondo
sociale europeo che ha visto anche il coinvolgimento della Regione Toscana, e realizzata a partire dal settembre 2012. Età
compresa tra i 20 e i 50 anni, le intervistate
arrivano per lo più dai Paesi dell’Est (Romania, Albania, Ucraina), Africa settentrionale
(Tunisia, Algeria, Marocco) e America latina
(Colombia). Hanno differenti stati civili, lingue
e religioni. E sono impiegate negli appalti
Cooplat sui territori di Firenze (Soprintendenza, Gucci e Ospedale Palagi), Siena
(Monte dei Paschi e Università degli studi) e
>> Coop
>> Cooperativa Di Vittorio
>> COPMA
>> Conad
Primo piano
ACI
Legacoop
Settori
Pisa (Scuola Superiore Sant’Anna, Scuola
Normale Superiore). Alle interviste si è accompagnato in un secondo momento un laboratorio fotografico che ha chiesto alle
lavoratrici di immortalare il loro posto di lavoro (una gallery in allegato).
“Abbiamo cofinanziato con grande interesse
questa ricerca che ci mette sotto la lente –
dice il presidente di Cooplat Fabrizio Frizzi
– vista l’alta densità di stranieri tra la nostra
forza lavoro e il nostro stesso corpo sociale.
Comprendere e rispondere ai bisogni e alle
necessità dei lavoratori, e in particolare di
quelli stranieri che possono incontrare difficoltà con la lingua o nell’inserimento, è da
sempre una nostra prerogativa. Mettere al
centro la dignità del lavoro e il valore della
persone contro la logica del profitto a tutti i
costi significa anche combattere la crisi, solo
così si incentiva la qualità professionale di
ognuno”.
Su 2.843 addetti in totale, di cui 1.475 soci,
si contano in Cooplat circa 350 stranieri
con una netta prevalenze di donne, ben
218. Tra quelle intervistate, l’assenza di opportunità lavorative nella terra d’origine risulta
la molla principale che le ha convinte a partire. Approdate in Cooplat, il lavoro è adesso
al primo posto nella vita di ognuna, anche a
costo di qualche sacrificio personale. Alcune
hanno titoli di studio elevati (diploma e laurea). Rivendicano la dignità del lavoro svolto
quotidianamente, nonostante alcune rivelino
di aver subito episodi di discriminazione per le
loro mansioni di addette alle pulizie.
“Al di là delle differenti storie alle spalle di
ognuna, ciò che oggi accomuna la maggior
parte delle intervistate è il forte senso di appartenenza alla cooperativa, la consapevolezza – spiega la dottoressa Alessia Belli –
di trovarsi in un ambiente che accoglie la loro
voce e ne ascolta le esigenze. Molte, ad
esempio, spiegano di aver ottenuto in caso di
bisogno permessi più lunghi per raggiungere
i loro familiari all’estero. Qualche problema ad
inserirsi talvolta c’è stato, specie con le colleghe italiane. Ma in tante partecipano alla vita
Territori
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Imprese
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della cooperativa, alle riunioni, alle assemblee. La maggior parte parla di un’integrazione sul posto di lavoro che le ha aiutate a
sentirsi a casa nel Paese in cui sono arrivate
da migranti. Oggi, anzi, il timore è che la crisi
economica possa allentare questa stretta relazione, il dialogo tra i dipendenti e l’azienda”.
Il laboratorio fotografico ha costituito la seconda tappa del percorso: sono stati condotti
due focus group, uno a Firenze e uno a Pisa,
in cui rispettivamente 8 e 5 donne, macchina
fotografica alla mano, sono state invitate a
descrivere con alcuni scatti il loro rapporto
con il lavoro in Cooplat. Ne nasce una galleria realizzata in libertà con grande fantasia ed
ironia: dalle bellezze del posto di lavoro come
nei saloni degli Uffizi, al ringraziamento per
una nuova lavatrice comprata dalla cooperativa che rende più facile la loro attività, fino
alla giungla di chiavi e telefoni con cui hanno
a che fare tutti i giorni, le amicizie e l’orgoglio
di un lavoro ben fatto e al servizio della comunità.
La ricerca condotta dal Sant’Anna fa parte di
un più ampio filone di indagine sulla forza lavoro straniera di Cooplat aperto nel 2010
dallo studio del Ceuriss “Lavoro e percorsi di
integrazione del personale immigrato”. Tale
ricerca, effettuata tra 400 lavoratori stranieri,
mise in luce come il 77,8% dei lavoratori
stranieri di Cooplat si senta italiano,
tanto che solo un quarto parla ancora nella
lingua d’origine. Oltre la metà (il 51%) dichiara di sentirsi “ben integrato” nel nostro Paese, mentre solo il 5% dice di
continuare a coltivare un legame prioritario
con la madrepatria.Tra le cose in cui si identificano di più, il nucleo familiare è al primo
posto con il 68,9%, seguito subito dal lavoro,
al secondo con il 45,9%. Mentre i riferimenti
allo stile di vita e alla nazionalità vengono
molto dopo (rispettivamente 27% e 24,6%).
COOPLAT
Cntributo della cooperativa
alla Biblioteca Nazionale di Firenze
Un contributo economico per sostenere la Biblioteca Nazionale Centrale
di Firenze e il suo inestimabile patrimonio.
È l’erogazione liberale deliberata da Cooplat, cooperativa fiorentina di servizi tra le
maggiori aziende in Italia impegnate nei
Primo piano
ACI
settori dell’ecologia e del facility management, che ha deciso di donare 7.500 euro
per l’acquisto di materiali ed attrezzature per il Laboratorio di restauro del
prestigioso istituto culturale.
Un gesto di solidarietà che arriva a 48 anni
di distanza dalla terribile alluvione di
Firenze del 1966, quando i lavoratori Cooplat si resero protagonisti del salvataggio
dei volumi della Biblioteca danneggiati dalla
furia dell’Arno. Fu solo l’inizio di un rapporto
duraturo che unisce tutt’ora la cooperativa
alla Nazionale. Da “angeli del fango”
pronti a dare una mano come volontari, i dipendenti della cooperativa ottennero ben
presto l’incarico di prendersi cura dei volumi alluvionati. Dopo essere stati formati
da esperti nazionali e internazionali, nel
1967 dettero vita al Laboratorio di restauro del libro, riconosciuto come uno
dei maggiori al mondo, che nel 1976 divenne un organismo permanente della Biblioteca. Non solo. Ancora oggi, sono i
lavoratori e le lavoratrici Cooplat ad effettuare quotidianamente la pulizia e la sanificazione dei locali della Biblioteca.
“Siamo profondamente legati alla Biblioteca
Nazionale da quasi mezzo secolo – dice il
presidente di Cooplat Fabrizio Frizzi – non
potevamo rimanere indifferenti di fronte al
momento di oggettiva difficoltà che sta vivendo. Per questo abbiamo voluto dare un
aiuto all’istituto, un piccolo ma concreto ‘regalo di Natale’”.
“Fra la Biblioteca Nazionale e la Cooplat c’è
una profonda intesa che affonda le sue radici in uno dei momenti più drammatici che
l’istituto ha vissuto nel corso della sua lunga
storia e che si è naturalmente trasformato
in un rapporto di collaborazione fruttuoso e
duraturo, di grande professionalità e anche
in questa occasione siamo grati alla Cooplat ancora una volta al nostro fianco”, dice
la dottoressa Maria Letizia Sebastiani,
dirigente della Biblioteca NazionaleCentrale
di Firenze.
La donazione di Cooplat alla Nazionale sarà
presentata martedì 9 dicembre alle
16.30 nella sede della Biblioteca (Sala Galileo, ingresso via Magliabechi, 2) in occasione della presentazione di una ricerca
sulle lavoratrici straniere di Cooplat condotta dalla Scuola Superiore Sant’Anna di
Pisa dal titolo “Una lente di genere su integrazione lavorativa e cittadinanza”.
Legacoop
Settori
L’iniziativa si aprirà con i saluti del direttore
della Biblioteca Maria Letizia Sabastiani
e della professoressa Barbara Henry della
Scuola Superiore Sant’Anna. Ad introdurre
lo studio saranno la professoressa Anna
Loretoni dell’Istituto Dirpolis del Sant’Anna
e la dottoressa Alessia Belli, assegnista
della Scuola Superiore pisana che ha effettuato in prima persona le interviste tra un
campione di 34 donne straniere impiegate
in Cooplat. Presente anche Monica
Bauco, attrice del Teatro di Rifredi, che
metterà in scena alcuni stralci delle interviste.
Alle 18 tavola rotonda dedicata al tema “Lavoro valore di cittadinanza” con il presidente
di Cooplat Fabrizio Frizzi, l’assessore regionale alle Politiche del lavoro Gianfranco
Simoncini, l’assessore al Lavoro e al Personale del Comune di Firenze Federico
Gianassi e la professoressa Loretoni. Coordina il presidente di Legacoop Servizi Toscana Angelo Migliarini.
Nata nel 1946 a Firenze, Cooplat è oggi attiva in tredici regioni d’Italia dove dà lavoro
a 2.843 persone, di cui 1.475 sono soci.
Ha chiuso il 2013 con un fatturato che
sfiora gli 85 milioni di euro e oltre 90 milioni
di bilancio consolidato del gruppo (composto anche da Ecolat, Sviluppo e Insvi). Circa
350 gli addetti stranieri provenienti da 42
Paesi, che fanno di Cooplat una delle cooperative più multietniche della Toscana.
COOP
Sostiene il Protocollo di Milano
promosso dalla Fondazione Barilla
A un anno dalla presentazione del Protocollo di Milano promosso dalla Fondazione Barilla Center for Food and
Nutrition, ANCC-Coop e Coop Italia, ovvero i due organismi nazionali del sistema
Coop, diventano ufficialmente sostenitori
dell’accordo mondiale su alimentazione e
nutrizione in vista di Expo 2015. In pieno
accordo con le linee guida del documento,
Coop è da sempre impegnata in iniziative
concrete per la sostenibilità alimentare e
ambientale attraverso azioni a favore dei
consumatori, attività di informazione e formazione sul consumo consapevole che in
oltre trent’anni hanno coinvolto migliaia di
Territori
Imprese
Sondaggio
Imprese
16
scuole, studenti, insegnanti e famiglie. E
Coop è peraltro parte attiva di Expo 2015
coinvolta nella progettazione del “supermercato del futuro”.
“La sostenibilità dello sviluppo economico,
cioè di una crescita equilibrata tra produzione alimentare e sfruttamento delle risorse del pianeta, è uno dei criteri
fondamentali che guidano le strategie di
Coop. Riteniamo importante il ruolo di modelli produttivi e di imprese a larga partecipazione e gestione democratica,
nell’assicurare un cibo buono e sicuro per
tutti e creare così consapevolezza sul futuro
del Pianeta” ha spiegato Marco Pedroni
presidente Coop Italia.
“Aderiamo volentieri al protocollo di Milano
perchè è coerente con i valori che la cooperazione promuove. Dibattere con istituzioni, imprese, cittadini e attori della società
civile sull’insostenibilità dell’attuale ritmo di
consumo delle risorse come fa il Protocollo
di Milano è infatti un modo di attivare un
processo di costruzione partecipata e cooperativa che aiuta a fare “comunità” “ ha
commentato Enrico Migliavacca vicepresidente vicario Ancc-Coop.
Il Protocollo di Milano si propone come base
di discussione per pianificare il nostro futuro alimentare e salvaguardare il nostro
Pianeta. Negli ultimi 12 mesi, 500 esperti
internazionali hanno fornito il proprio contributo al Protocollo di Milano, oltre 70 tra
organizzazioni e soggetti istituzionali hanno
dato il proprio sostegno e migliaia di persone hanno già aderito attraverso la piattaforma dedicata www.protocollodimilano.it.
Il Protocollo si pone i seguenti obiettivi in
vista di Expo 2015: lotta allo spreco alimentare, con l’abbattimento del 50%
entro il 2020 dell’impressionante cifra di
1.3 miliardi di tonnellate di cibo sprecato
nel mondo, attraverso campagne mirate ad
accrescere la consapevolezza del fenomeno e accordi di lungo termine che coinvolgano l’intera catena alimentare a partire
dalla filiera agricola; attuazione di riforme
agrarie e lotta alla speculazione finanziaria, promuovendo un’agricoltura più sostenibile, e lotta alla fame e l’obesità,
con il richiamo all’importanza dell’educazione alimentare e di uno stile di vita sano.
“L’iter che ha accompagnato nel 2013 la
stesura del Protocollo di Milano giunge a
conclusione con la presentazione della verPrimo piano
ACI
sione finale del documento che viene consegnato alle istituzioni italiane e internazionali con l’obiettivo di promuovere il dibattito
sui tavoli politici durante i prossimi mesi” –
afferma Guido Barilla, Presidente della
Fondazione BCFN – “Non dobbiamo perdere l’occasione per affrontare in modo
serio questioni che sono fondamentali per il
nostro futuro. I sei mesi di Expo 2015 devono lasciare un’eredità più profonda e duratura di una pur splendida vetrina con le
migliori eccellenze alimentari”.
Oggi, nell’ambito della seconda giornata del
6° International Forum on Food and
Nutrition organizzato dalla Fondazione
BCFN (Università Bocconi, Milano), verrà
presentata la stesura finale del Protocollo
di Milano alla presenza di esperti internazionali, accademici, rappresentanti delle più
importanti organizzazioni e associazioni attive in ambito alimentare e ambientale, istituzioni e società civile. Tutte le attività del
Forum BCFN possono essere seguite online, collegandosi a www.barillacfn.com a
partire dalle ore 10 del 4 dicembre. Dal sito
è inoltre possibile scaricare la guida al 6°
International Forum on Food and Nutrition.
ASSICOOP ROMAGNA FUTURA
Festeggia 50 anni, nel 2014 incassi
per 129 milioni di euro (+7,5%)
Da mezzo secolo è il volto di Unipol in Romagna: compie 50 anni Assicoop Romagna Futura, una delle più importanti
agenzie UnipolSai Assicurazioni in Italia,
attiva nelle province di Ravenna, Forlì-Cesena e Rimini. L’anniversario sarà celebrato venerdì 12 dicembre al Palace Hotel
di Milano Marittima, con un evento a cui
prenderanno parte i quasi 270 addetti
della struttura, il presidente Lorenzo Cottignoli, il vicepresidente Franco Giuliani,
l’amministratore delegato Giorgio Chiarini e il presidente di Unipol Gruppo Pierluigi Stefanini. Interverranno anche il
Sindaco di Cervia Luca Coffari, il presidente di Legacoop Emilia-Romagna Giovanni Monti e il presidente di Legacoop
Nazionale Mauro Lusetti.
Nell’occasione verrà donata ad Ausl Romagna un’autoambulanza attrezzata del
valore di circa 90mila euro.
Legacoop
Settori
La storia di Assicoop Romagna Futura inizia negli anni Sessanta con la nascita di
Unipol e delle prime agenzie generali nei
capoluoghi romagnoli. La prima a partire
fu l’agenzia di Forlì, con un portafoglio, al
termine del primo esercizio, di circa 20 milioni di lire, seguita dalla “Coop Assicurazione Ravennate” e dalla consorella
riminese.
Oggi, dopo la fusione fra le due Assicoop
provinciali avvenuta nel 2012, Assicoop
Romagna Futura ha quasi 88mila clienti,
con un portafoglio premi di 78 milioni di
euro nel comparto danni e uno stock
premi vita di 204 milioni. Gran parte dei
clienti, più del 70%, beneficiano di convenzioni vantaggiose con le organizzazioni
di riferimento del mondo cooperativo, sindacale, dell’artigianato, del commercio e
dell’agricoltura, tuttora presenti nella compagine azionaria di riferimento.
Il preconsuntivo 2014 parla di una raccolta
premi totale di 129 milioni di euro (+7,5%
rispetto al 2013). La rete Assicoop Romagna Futura è composta da 55 sportelli: 12
agenzie generali, 2 agenzie corporate, 1
agenzia speciale, 11 punti vendita in gestione diretta e 29 subagenzie.
«Quello delle Assicoop - spiega il presidente, Lorenzo Cottignoli - è un modello
del tutto particolare nel panorama italiano,
che fa del rapporto diretto con il territorio
di riferimento il proprio punto di forza. Ancora oggi, a cinquant’anni dall’inizio della
nostra storia, ci sentiamo parte integrante
e attiva di questa comunità e orgogliosi
delle nostre radici».
COOPERATIVA DI VITTORIO
Presentato il secondo
bilancio sociale
Con il secondo Bilancio sociale 2014, presentato il 9 dicembre scorso ad oltre 200 soci
convenuti presso l’Environment Park a Torino
e con la presenza del presidente di Legacoop
Giancarlo Gonella e di autorità del Comune di
Torino, la cooperativa edilizia a proprietà indivisa torinese Giuseppe Di Vittorio ha rinnovato
l’impegno di rendicontazione sociale delle
proprie attività. Quindi, in continuità con l’edizione precedente, la prima della storia delle
cooperative nata 42 anni fa, ha costruito il bi-
Territori
Imprese
Sondaggio
Imprese
17
lancio coinvolgendo i soci, i dipendenti, i fornitori e tutti i principali portatori di interesse:
“Perché la nostra cooperativa si confronta
ogni giorno con ognuno di essi e ad essi, con
questo bilancio vuole offrire un messaggio di
trasparenza” ha sottolineato Massimo
Rizzo, presidente della cooperativa.
La seconda edizione del Bilancio sociale è incentrata su un’indagine sulla soddisfazione
dei soci che nel 2013 ha coinvolto quasi
2mila famiglie. Ad ognuna è stato chiesto di
valutare la qualità della propria abitazione, il
palazzo e il quartiere in cui risiede.Allo stesso
tempo si è voluto conoscere le ragioni che
hanno spinto individui e famiglie a diventare
soci scommettendo sulla cooperativa come
risposta alla propria domanda di un alloggio.
Si è trattato di un grande lavoro di indagine
che ha permesso di raccogliere opinioni, suggerimenti, lamentele e che consente di approfondire le condizioni di vita in cooperativa
e, in prospettiva, a progettare nuove abitazioni
in coerenza con le aspettative dei soci.
“La crisi del mercato immobiliare ha prodotto
ripercussioni evidenti anche sull’edilizia cooperativa: e non si tratta di una naturale fase
di contrazione del ciclo economico. Gli effetti
di questi anni sono di natura strutturale perché stanno cambiando le condizioni e le caratteristiche del mercato in cui opera la
Cooperativa Di Vittorio: la città di Torino e i Comuni dell’area metropolitana”. Così descrive
il mercato immobiliare il presidente di Legacoop Abitanti Piemonte, Pasquale Cifani,
vice presidente della Di Vittorio.
“L’evoluzione dei ceti sociali in un contesto di
crescente insicurezza e di generale impoverimento di ampie fasce di popolazione – prosegue Cifani - si traduce nella dilagante
difficoltà delle famiglie a offrire garanzie necessarie ad accendere mutui, per cui è sempre maggiore la necessità di abitazioni a
canoni calmierati. Servono nuove politiche,
nuovi strumenti che possono però nascere
solo da una chiara e più profonda comprensione dei fenomeni in atto”.
Primo piano
ACI
Il modello piemontese è da guardare come
riferimento nel panorama nazionale. La legge
regionale n°28/76 ha permesso lo sviluppo di
imprese dinamiche capaci di stare sul mercato che, anche oggi, in assenza di programmi di incentivazione specifici, si
dimostrano in grado di intercettare i finanziamenti
disponibili. La legge regionale ha creato un
circuito virtuoso che vede le cooperative di
abitanti del Piemonte restituire in canoni quasi
4 milioni di euro l’anno, risorse fresche da riutilizzare per continuare ad alimentare il mercato dell’housing sociale.
“In questo quadro – continua il presidente
Rizzo - la Di Vittorio è diventata tra le più
grandi tra le cooperative a proprietà indivisa
oggi presenti in Italia e, dalla sua nascita, non
ha mai smesso di crescere e investire per
consolidarsi come punto di riferimento in ambito metropolitano torinese per quelle persone
che non possono permettersi una casa sul
mercato libero della locazione”.
“La Di Vittorio – conclude Cifani - ha la reputazione, le competenza e la qualità per spingersi oltre, assumendo un ruolo ancora più
rilevante nel sostenere modelli innovativi di
housing, andando oltre la separazione tra edilizia agevolata e sovvenzionata e valorizzando
il mix sociale negli interventi e soprattutto migliorare il rapporto costi/benefici delle politiche sociali, mettendo la propria credibilità e
solidità come garanzia per la gestione di interventi complessi”.
La Regione Piemonte e gli enti locali trovano
nella Di Vittorio, e più in generale nelle cooperative di Abitanti, interlocutori capaci di
massimizzare i benefici che derivano dall’impiego delle risorse pubbliche attraverso la capacità di organizzare gli interventi, della
conoscenza del territorio e delle sofferenze
latenti e manifeste. Le cooperative di abitanti
sono in grado di intervenire in modo puntuale
per aiutare chi è più in difficoltà e, insieme,
impedire l’abuso da parte di chi gode di benefici senza averne il diritto. È con questo spirito, lo stesso che con cui sono nate, che le
cooperative intendono crescere e continuare
a contribuire a rendere più forte, più coesa e
più solidale la nostra società.
La Di Vittorio è una cooperativa a proprietà indivisa che ha 42 anni di vita e oltre 9mila soci.
Ha costruito 4.774 alloggi, ne gestisce 2.650
abitati da 8.000 persone. Ha assegnato in
proprietà 1.845 alloggi e il suo patrimonio im-
Legacoop
Settori
mobili è di 311 milioni.
La proprietà indivisa è un godimento/locazione permanente a canone agevolato. Il
socio possiede una quota del capitale sociale,
quindi questa quota gli garantisce l’uso dell’alloggio per tutta la vita.
COPMA
Ideato sistema PCHS per riduzione
rischioinfettivoinambitosanitario
La Cooperativa di Ferrara Copma, leader nel
settore della pulizia, ha messo a punto un sistema di sanificazione degli ambienti ospedalieri, denominato PCHS – Probiotic
Cleaning Hygien System.
È un sistema integrato in cui diversi fattori
concorrono al risultato finale. Il risultato finale
è garantire standard di igiene elevati e soprattutto stabili nel tempo; oltre a speciali materiali vengono impiegati organismi probiotici
al posto dei disinfettanti chimici; Il Sistema
PCHS contribuisce a ridurre il rischio infettivo
negli ambienti ospedalieri.
Il sistema permette un aumento dei livelli di
igiene, un aumento dei livelli di sicurezza, una
riduzione dell’impatto ambientale e anche
una riduzione dei costi generali di erogazione
del servizio, rispetto alle tradizionali tecniche
di disinfezione chimica.
“L’esperienza applicata del Sistema PCHS per
la pulizia e l’igiene, pone in evidenza come
sia possibile concretamente coniugare innovazione con sostenibilità, favorendo il recupero e la riscoperta dell’IGIENE come valore
primario”. Il commento di Mario Pinca, Responsabile PCHS – Amministratore Delegato
Copma Scarl.
La ricerca condotta dal C.I.A.S. – Centro studi
Inquinamento ambienti ad Alta Sterilità dell’Università di Ferrara, in collaborazione con
l’Azienda Ospedaliero-Universitaria di Ferrara,
pone in evidenza gli straordinari risultati ottenuti con il sistema PCHS, al fine di mantenere
compressa, bassa e stabile nel tempo, la carica batterica potenzialmente patogena. In tal
modo, viene a mutare lo scenario di riferimento in materia di igiene: l’igiene negli ambienti sanitari non è più un risultato quasi
estemporaneo e di breve durata, ma è una
condizione di biostabilizzazione.
Il Sistema PCHS è oggi una realtà applicata in
oltre 30 strutture sanitarie, attraverso proto-
Territori
Imprese
Sondaggio
Imprese
18
colli di sanificazione che si possono differenziare in base alle caratteristiche ed esigenze
della struttura sanitaria/ospedaliera.
Copma ha recentemente presentato gli aggiornamenti sul sistema in occasione del 40°
congresso nazionale ANMDO, che si è tenuto
a Napoli dal 15 al 17 Ottobre 2014. Durante
il Congresso Copma, presente con uno stand
dedicato alla divulgazione del sistema di sanificazione PCHS, ha inoltre consegnato i riconoscimenti “PCHS Horizon” come
contributo alla ricerca e divulgazione scientifica e all’applicazione del sistema.
CONAD
Apre 5 punti di vendita in Cina
dal 19 febbraio 2015
Dopo l’esperienza fatta a partire dal 2010 a
Hong Kong, i prodotti italiani di qualità firmati
da Conad approdano al mercato cinese. Dal
19 febbraio 2015, giorno del Capodanno cinese, 5 punti di vendita a insegna Conad
apriranno nella municipalità di Shangai e nelle
province di Jiangsu e di Zhejiang con un assortimento di 250 prodotti Sapori&Dintorni
Conad e Conad tra fresco e secco, surgelati
e vini.
Non solo commercio “tradizionale”, però: saranno attivate anche vending machines dotate di un’ampia selezione di prodotti Conad,
da cui i cinesi potranno fare acquisti anche
attraverso Internet. In una fase successiva ne
saranno istallate circa 200, in altrettanti punti
strategici delle città. Non sono, comunque,
solo queste le soluzioni che si prospettano per
il mercato cinese; altre potranno essere individuate quando matureranno esperienze diretta e le necessarie conoscenze.
La gestione dei 5 punti di vendita e delle vending machines è stata affidata ad un imprenditore locale anche per poter meglio cogliere
le tendenze di un mercato in continua, rapida
trasformazione.
L’aumento del potere d’acquisto e l’evoluzione degli stili di vita dei cinesi stanno dando
un volto nuovo al comparto alimentare, soprattutto per quello che riguarda le importazioni. Sono i giovani e, in genere, le fasce
benestanti di popolazione ad avere scoperto
e apprezzare il cibo e il vino italiani – la cucina
e i suoi prodotti sono apprezzati per le proprietà salutari, suscitano interesse e rapprePrimo piano
ACI
sentano un vero e proprio traguardo sociale –
, mentre le popolazioni rurali sono ancora ancorate alle proprie tradizioni alimentari.
I cinesi consumano sempre più pasti fuori
casa: in tal modo crescono le carni bianche,
le uova, i latticini, il pesce e gli oli vegetali raffinati mentre calano riso, grano, verdure e
carni suine. Uno scenario in cui gli acquisti
dall’estero di prodotti agroalimentari conoscono una diversificazione legata a queste
nuove tendenze.
L’operazione promossa da Conad è un ulteriore passo avanti nella direzione di sostenere
e valorizzare il made in Italy di qualità ovunque nel mondo. Mancando in Italia una struttura consortile che sia catalizzatore e
interprete di progetti per far conoscere e apprezzare l’autentico agroalimentare italiano
all’estero, aprire punti di vendita in quello che
è ormai il primo mercato alimentare mondiale
– davanti persino a quello americano – assume un valore particolare per un gruppo distributivo qual è Conad, che è sempre più
portavoce delle eccellenze agroalimentari regionali anche fuori dalle mura di casa.
In una prima fase il packaging sarà italiano e
su di esso sarà apposta una etichetta in lingua cinese.
L’iniziativa è destinata a rafforzare i 60 milioni di euro frutto dell’export Conad sviluppato nel corso del 2014.
La Cina ha liberalizzato il settore distributivo
aprendolo agli investitori stranieri l’11 dicembre 2004: in dieci anni i supermercati sono
diventati la tipologia di rivendita più diffusa tra
la popolazione per l’acquisto di generi alimentari.
Italia in stagnazione, consumi frenati. Conad si riorganizza e cresce
Giro d’affari a 11,73 miliardi di euro, nel
segno del cambiamento e di un piano strategico di sviluppo con aperture e acquisizioni. Il
problema è rilanciare i consumi, fondamentali per dare avvio e sostenere la ripresa economica del Paese: un invito rivolto al governo
perché vi provveda al più presto.
Milano, 11 dicembre 2014 – Nonostante le
Legacoop
Settori
difficoltà del mercato e la forte presenza al
Centro Sud Italia – dove i consumi flettono
più che altrove e più marcata è la propensione a rivolgersi a format più convenienti –
nel 2014 Conad registra una performance in
controtendenza rispetto all’andamento del
mercato, con il giro d’affari attestato a 11,73
miliardi di euro – 173 milioni in più del 2013
–, in crescita dell’1,5 per cento (fonte: Fatturato Rete Conad). Risultato ottenuto con la riqualificazione della rete di vendita e un piano
strategico di sviluppo realizzato anche per
linee esterne (Billa, Despar e Eurospar). La
rete è cresciuta con 351 punti di vendita, 89
dei quali rappresentati da nuove aperture
mentre il resto sono ristrutturazioni o cambi di
insegna. L’investimento complessivo è stato
di 350 milioni di euro e ha creato 1.890 nuovi
posti di lavoro, portando il totale a 48.604.
Ad inizio 2015 la rete si amplierà con altri 40
punti di vendita Billa, frutto di acquisizioni per
38.581 mq e un fatturato stimato di 205 milioni di euro. Dato che servirà a incrementare
la quota di mercato, salita quest’anno all’11,4
per cento, e rafforzare la leadership nel canale supermercati, ora al 18,6 per cento
(+0,4 punti percentuali rispetto al 2013), e
nei punti di vendita di prossimità, al 14,3 per
cento (fonte: Guida Nielsen Largo Consumo).
Nel complesso la rete di vendita cresce di
33.818 mq, pur essendo diminuita di 12
unità rispetto al 2013 a causa della riorganizzazione: i punti di vendita sono 3.007 (37
Conad Ipermercato, 192 Conad Superstore,
1.003 Conad, 970 Conad City, 560 Margherita Conad, 180 Todis e 65 altri canali) per
1.784.461 mq di superficie. Una rete che
soddisfa ogni esigenza di acquisto e che è
improntata all’impegno per l’italianità dei prodotti, dando in tal modo sostegno a tanti piccoli e medi produttori locali e all’economia
delle tante comunità in cui Conad opera con
i propri soci imprenditori. Ne trae benefici
anche la produttività, tra le più alte del mercato (6.160 euro al mq) pur con una dimensione media del punto di vendita (600 mq)
più piccola rispetto ad altre catene della moderna distribuzione. Con una punta di eccellenza nel mercato della distribuzione
moderna: i 21 mila euro al mq degli store Sapori&Dintorni.
Perdura la crisi degli ipermercati, una crisi che
viene da lontano e che è determinata soprattutto dal progressivo calo dello scontrino –
con un valore medio passato da 52,6 euro
Territori
Imprese
Sondaggio
Imprese
19
del 2006 a 46,5 euro del 2014 (fonte: GfK anno terminante giugno 2014) –, oltre che
dalla preferenza accordata dai clienti alla
prossimità e dalla minore disponibilità ad acquistare stock di prodotti. Un andamento che
trova conferma anche in Conad: con la spesa
che tende a concentrarsi nei superstore e nei
supermercati, 3 iper sono stati riconvertiti a
metrature inferiori e la superficie complessiva
(163.661 mq) è diminuita di 8.650 mq.
Per il secondo anno consecutivo la distribuzione italiana registra un risultato negativo sia
a Parità di Rete che a Totale Rete (comprensiva delle nuove aperture) , determinato dagli
effetti della congiuntura che ha modificato in
modo radicale il modo di acquistare delle famiglie – assieme alla deflazione dei prezzi,
alla crescita delle vendite promozionali, ai ridotti consumi – e portato il dato progressivo
a ottobre a -1,5 per cento (fonte: Iri).
La marca del distributore per la prima volta
da anni non cresce, ma in Conad si conferma
un valore di successo – con tassi di crescita
costanti e significativi nel tempo: +156 per
cento negli ultimi dieci anni –, tanto da segnare un +5,4 per cento con il segmento
premium, quello di Sapori&Dintorni. La marca
Conad è cresciuta in media di 1 punto percentuale, portando la quota al 27,2 per
cento contro il 19,1 del mercato italiano
(fonte: Iri).
Il giro d’affari è salito a 2,45 miliardi di
euro, in crescita del 3,8 per cento rispetto al
2013.
Al positivo riscontro delle vendite negli ultimi
due anni ha contribuito l’iniziativa Bassi&Fissi,
con cui Conad propone ai clienti centinaia di
prodotti, i più presenti nella spesa quotidiana,
a prezzi convenienti e fissi per tutto l’anno.
Tale attività sarà riproposta anche nel 2015
con un paniere di prodotti ancora più ampio
e interessante per i clienti.
E’ in sensibile crescita il ricorso alle promozioni di prezzo, cresciute a livello nazionale
dell’1,3 per cento rispetto all’anno scorso – la
percentuale delle vendite in promozione a valore si attesta al 29,1 – e con la pressione
dell’industria di marca oltre 4 punti percentuali più alta rispetto a quella della marca del
distributore (29,9 per cento contro 25,5 per
cento).
Primo piano
ACI
“Siamo contenti dei risultati ottenuti, ma
siamo anche consapevoli che il “welfare”
della grande distribuzione non può durare ancora a lungo. Stiamo affrontando la crisi tagliando ancora i nostri margini, ma sappiamo
che per rilanciare i consumi, mai così in basso
dal 1990 e con la spesa alimentare che è la
seconda voce del bilancio familiare, è indispensabile creare le necessarie premesse
per dare avvio e sostenere la ripresa del
Paese. E’ un invito che rivolgiamo al governo
perché vi provveda al più presto”, sostiene
l’amministratore delegato di Conad Francesco Pugliese. “Il nostro risultato è straordinario perché il mercato è in contrazione e il
cliente è molto più attento ai costi di quanto
non lo fosse pochi anni fa. Da parte nostra
proseguiremo i programmi di aperture e acquisizioni: siamo una delle poche catene che
è cresciuta anche negli anni delle crisi,
avendo un punto di forza nei supermercati,
dove ognuno dei tremila soci Conad è attento
in prima persona all’offerta, soprattutto di prodotti freschi, e alla valorizzazione del territorio”.
Le famiglie stringono ancora di più la cinghia;
anche a Natale non c’è da attendersi un’inversione di tendenza. Le stime parlano di un
1,8-2,8 per cento di acquisti in meno, vale a
dire 200-300 milioni di euro, passando dai
10,8 miliardi spesi nel 2013 ai 10,5-10,6 stimati nel 2014. Il peso delle tasse, la bassa
propensione a spendere il bonus degli 80
euro, la scarsa propensione all’acquisto delle
ultime 22 settimane sono elementi che alimentano il pessimismo sull’area del regalo e
prevedono più consumi in casa che fuori (in
crescita i cibi gourmet, pesce, salmone, spumante, frutta secca, caffè in capsule e prodotti Doc-Docg-Dop, oltre ai classici prodotti
del periodo, panettoni e pandori).
Nonostante non si notino segnali di ripresa,
Conad continua a interpretare meglio di altri
le richieste dei clienti. Lo fa con i propri soci,
realizzando un modello di impresa che coniuga le esigenze del mercato con la funzione
sociale in 108 delle 110 province italiane (che
diventeranno la totalità nel corso del 2015).
I distributori di carburanti sono 29 e assicurano notevoli vantaggi per gli automobilisti (oltre 70 milioni di euro dall’avvio del primo
Legacoop
Settori
distributore a novembre 2005, 16 dei quali
nel 2014). Per il 2015 sono in programma 5
nuove aperture nelle regioni del Centro Sud
Italia.
Le Parafarmacie Conad sono 81, con un
assortimento e una convenienza che ha prodotto oltre 10 milioni di euro di risparmio per
i clienti. 10 le nuove aperture in programma
il prossimo anno in Liguria (2), Lombardia (2),
Umbria, Calabria, Piemonte, Emilia-Romagna,
Sardegna e Lazio.
Di rilievo l’impegno a sostegno del mondo
della scuola, quest’anno anche con la nuova
iniziativa Scrittori di classe, parte integrante
di Insieme per la scuola, il progetto nato per
dotare le classi elementari e medie di attrezzature informatiche e supporti multimediali
con un investimento che nelle prime tre edizioni ha raggiunto 10 milioni di euro.
A livello nazionale, all’iniziativa si sono registrate 12.765 classi elementari e medie
che hanno caricato 4.955 racconti nel sito
www.insiemeperlascuola.it/sdc/
L’impegno di Conad nei confronti delle comunità locali per attività di responsabilità sociale ha toccato i 13,9 milioni di euro, a cui
si aggiungono i 5,9 milioni di euro destinati
a società sportive e polisportive, 4 dei quali
riservati ai settori giovanili per sviluppare attività di formazione ed educazione soprattutto
di quegli sport che in Italia non sono sotto i
riflettori dei media: beach volley, calcio a 5,
canottaggio, danza, golf, karate, mountain
bike, pallamano, pattinaggio, pesca, vela e
yudo.
Buoni i segnali anche sul fronte dell’export
Conad: nel 2014 ha superato i 60 milioni di
euro alla vendita. Le attività si concentrano
sui prodotti a marchio Creazioni d’Italia –
esclusivo per i mercati esteri –, Conad e sulla
premium line Sapori&Dintorni Conad.
Da gennaio 2014 è operativa Core, la nuova
alleanza strategica in cui sono presenti Colruyt (Belgio), Conad, Coop (Svizzera) e Rewe
Group (Germania). Un’alleanza capace di dare
risposta alle crescenti sfide competitive della
concorrenza in Europa e al processo di internazionalizzazione del commercio di prodotti
agroalimentari. All’inizio di dicembre Francesco Pugliese è stato eletto presidente.
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20
OSSERVATORIO SWG
Il grave disagio sociale
è ormai di casa
Da ormai due semestri, più di un sesto degli
italiani ritiene di vivere in una zona dove il
disagio sociale è molto grave. Percezione
messa bene in luce da due indicatori: la
sensazione che nella propria zona ci siano
sempre più poveri (33%) e sempre più persone che scelgono di emigrare lontano in
cerca di lavoro (34%). Al Sud e sulle Isole gli
scenari più critici.
Le cifre non sono basse neppure al Nord e
al Centro. La sensazione di abitare in una
zona fortemente disagiata coinvolge ormai
stabilmente il 16% dei cittadini del Belpaese. Tuttavia sulle Isole si passa a uno su
quattro; uno su cinque al Sud. È da un anno
che questi dati sono elevati, se non per un
lieve alleggerimento al Centro e sulle Isole,
dove lo scorso semestre si era però registrato un brusco peggioramento.
Osservando alcuni specifici indicatori di disagio emerge come oltre un terzo dei cittadini ritenga che nella suo quartiere (o
paese) siano aumentati molto i poveri e
quelli che se ne vanno via in cerca di qualcosa di meglio. Percezione diffusa in tutto lo
stivale, ma che si annida in particolare al
Sud e sulle Isole. Qui a veder crescere la
povertà nella propria zona sono circa un cittadino su quattro (38% e 46%), mentre
quasi la metà ritiene che vi sia un forte aumento dell’emigrazione (60% sulle Isole). E
i dati confermano questo sguardo: il 12,6%
degli italiani è in condizione di povertà relativa e le anagrafi si svuotano di 80-90 mila
persone all’anno (ISTAT, ottobre 2014).
Ad alzare la tensione ci si mette però anche
la percezione di un forte aumento della violenza (+5% rispetto a luglio di quest’anno).
Un cittadino su quattro ritiene oggi che la
criminalità si aumentata molto nella sua
zona. Meno numerosi, ma pur sempre presenti, i cittadini che percepiscono anche un
aumento dell’uso di droga e di alcol. Più che
indicare un’effettiva espansione di questi
fenomeni sommersi e difficili da stimare,
questi dati esprimono una crescente, e non
meno preoccupate, sensazione di insicurezza, solitudine e impotenza. L’assenza
delle istituzioni di fronte a bisogni così profondi costituisce, come stiamo iniziando a
toccare con mano, una miscela esplosiva.
NOTA INFORMATIVA: Rilevazione effettuata
da SWG tra il 25 e il 26 novembre 2014
tramite sondaggio CAWI (Computer Assisted Web Interview) su un campione rappresentativo nazionale di 1.000 soggetti.
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