SPECIALE La sostenibilità in pratica La sostenibilità che può piacere a un CFO di Kurt Kuehn with Lynnette McIntire D DATO CHE SONO UN CFO che predica la sostenibilità, ho notato che molti miei colleghi sono piuttosto tiepidi su questa idea, forse perché non capiscono come la sostenibilità possa produrre dei ritorni per l’azienda. Anch’io sono costantemente alla ricerca di soluzioni che permettano di allocare efficacemente le risorse e di creare valore. Eppure, la maggior parte delle aziende hanno dei programmi di sostenibilità e ovviamente i responsabili della finanza hanno approvato i relativi investimenti. Mi chiedo però: quale è stato il processo con cui quegli investimenti hanno ottenuto il via libera? E, in particolare, come sono stati scelti determinati progetti tra tutte le alternative a disposizione? Come membro fondatore del comitato direttivo per la sostenibilità di UPS, mi sono posto questo problema e ho sviluppato un punto di vista che enfatizza il ruolo dello slancio organizzativo e adotta il principio dell’“interesse egoistico illuminato”. Il mio approccio si fonda su due convinzioni: che le imprese abbiano il dovere di fornire un contributo alla società e all’ambiente, e che ogni investimento effettuato da un’azienda debba creare valore. Queste convinzioni non sono necessariamente in conflitto tra loro – anche se comportano spesso l’assoggettamento dei programmi di sostenibilità a modelli alternativi di valutazione finanziaria (si veda il box “Perché l’analisi del ROI è inadeguata”). In effetti, oltre a essere in linea con le strategie aziendali, i programmi che generano l’impatto più elevato operano in sinergia con le loro attività. I benefici dello slancio organizzativo sono innegabili. Se spingete qualcosa nella direzione in cui sta già andando, otterrete molto di più da ciascuna unità di energia. È il principio che sta 26 Harvard Business Review Aprile 2014 ARTWORK Julie Dodd, Inner Beauty, 2012 Oltre 88 pezzi di pagine di rivista riciclate. WWW.HBRITALIA.IT Autore Biografia. Aprile 2014 Harvard Business Review 27 SPECIALE LA SOSTENIBILITÀ IN PRATICA alla base del processo descritto in precedenza, che potrebbe non essere una nostra specificità. Le attività ambientali di alcune delle imprese che ammiriamo maggiormente sembrano riflettere una logica molto simile. Queste imprese hanno trovato la maniera di applicare il proprio orientamento strategico, i propri punti di forza e la propria conoscenza del business all’accelerazione del cambiamento evolutivo. Seguire il flusso Nel 2009, quando Haiti è stata colpita da un terremoto devastante, UPS ha reagito come fa sempre: facendo arrivare sull’isola generi alimentari e altri beni di prima necessità. Ma uno dei nostri manager, Craig Arnold, ha intuito subito un’altra forma di aiuto che poteva fare la differenza. Mentre faceva volontariato presso un centro di soccorso installato dall’Esercito della Salvezza a Port-auPrince, ha sentito parlare di una frode. Con oltre diecimila persone che si accodavano ogni giorno per avere cibo, medicine e forniture igieniche, i soccorritori avevano messo a punto un sistema per assicurare un’equa distribuzione delle risorse tra le famiglie – ma il sistema impiegava unicamente schede cartacee su cui erano scritti a mano i nomi delle famiglie aventi diritto. C’erano persone che arrivavano in cima alla coda dopo una lunga attesa solo per scoprire che la propria scheda era già stata timbrata. Evidentemente qualcun altro si era spacciato per loro e si era impossessato di quei generi di conforto, probabilmente per rivenderli sul mercato nero. Visto che gli aiuti arrivavano con il contagocce e le vettovaglie scarseggiavano, il problema preoccupava seriamente Arnold. Perciò si è messo al lavoro con dei colleghi di UPS per sviluppare una soluzione low-tech. In un weekend, hanno messo a punto un sistema automatizzato che impiegava un PC portatile, carte d’identità dotate di codice a barre e uno strumento specifico denominato UPS Trackpad, progettato in origine per rilevare la posizione dei pacchi all’interno dei palazzi uffici. La settimana dopo ogni famiglia aveva la propria carta d’identità. Con il venir meno delle frodi, sono venute meno anche le tensioni tra i terremotati che facevano la fila. Ed è stata eliminata una grossa fonte di stress per i volontari dell’Esercito della Salvezza. Il sistema Trackpad viene ancora utilizzato ad Haiti ed è stato adottato in altre catastrofi umanitarie. 28 Harvard Business Review Aprile 2014 È un esempio emblematico di come dovrebbero articolarsi tutti i progetti che hanno un fine sociale. La soluzione escogitata da Arnold è costata a UPS poche migliaia di dollari, ma probabilmente ha avuto lo stesso impatto del contributo da un milione di dollari che abbiamo fornito alle organizzazioni umanitarie impegnate ad Haiti. Nel caso di specie, lo slancio organizzativo esisteva già da entrambe le parti. L’Esercito della Salvezza metteva in campo una solida infrastruttura, del personale specializzato e una missione umanitaria, mentre UPS aveva dei punti di forza altrettanto preziosi – tecnologia, conoscenze specialistiche, senso del business e una tradizione di rapidità nella soluzione dei problemi. La giusta combinazione di capacità della nostra organizzazione ha dato una bella spinta all’attività di soccorso. Gli appassionati di arti marziali potrebbero riconoscere in questa focalizzazione sullo slancio organizzativo il principio fondamentale del judo. Il padre di quella disciplina, Jigoro Kano, esaltava il concetto di seiryoku zen’yō, ossia “massima efficienza, minimo sforzo”. Nel combattimento si applica assecondando il movimento dell’avversario e colpendolo in modo da sfruttare il suo slancio anziché opporvi resistenza. Altri hanno applicato l’analogia del judo al business, suggerendo di usare la stessa mole di un concorrente più grosso per affrettarne la caduta. Ma qui stiamo parlando di sfruttare lo slancio per ottenere un cambiamento positivo. L’idea è garantire il successo di una iniziativa. Forse è più corretto il paragone con una barca a remi che percorre un fiume. Se poteste scegliere, andreste contro la corrente? Andreste molto più lontano molto più in fretta seguendo la corrente. Come si applica questa regola in un programma di sostenibilità? Ecco il processo in cinque fasi che seguiamo in UPS. 1. Valutate i vostri punti di forza. Cos’ha da offrire la vostra azienda che potrebbe fare una grossa differenza? Scopritelo valutando le vostre competenze distintive, la vostra infrastruttura e le vostre relazioni nello sviluppo della strategia di sostenibilità. Probabilmente scoprirete dei punti di forza che difettano spesso alle organizzazioni filantropiche, come: • Capitale. Potreste avere un accesso più economico alla liquidità, ai materiali o alle forniture. • Conoscenze ed esperienze specialistiche. Tra i vostri esperti tecnici potrebbero esserci ricercatori LA SOSTENIBILITÀ CHE PUÒ PIACERE A UN CFO L’idea in breve IL PROBLEMA Molti leader aziendali faticano a giustificare gli investimenti in sostenibilità – se non in generale, quantomeno in particolare. A fronte delle infinite possibilità di fare del bene che si offrono in tutto il mondo, dove dovrebbero concentrare i propri sforzi? • • • • IL PRINCIPIO In UPS, oggi le risposte sono più chiare grazie al principio di costruzione di uno slancio organizzativo. Quando uno dei suoi punti di forza risponde a un bisogno sociale coerente con la sua strategia, e si può trovare un partner affidabile in una ONG, l’azienda ottiene il e progettisti di prodotto, oltre a contabili, informatici e addetti alla logistica. Relazioni. Il vostro network è prezioso per le relazioni che intrattenete con altre aziende, organizzazioni civiche, regolatori, funzionari pubblici, fornitori, clienti e mercati. Processi. Le imprese che praticano da decenni il quality management e il reengineering tendono ad avere operations, indicatori e processi fortemente razionalizzati che possono trasferire. Asset fisici, personale e infrastrutture. Anche se non siete dei produttori, avrete fatto grossi investimenti in mezzi di produzione – impianti, macchinari e ricerca – che a volte restano inutilizzati o si possono mettere facilmente in comune. Know-how manageriale. Poiché i donatori si focalizzano maggiormente sui risultati, le ONG possono trarne beneficio sfruttando le vostre conoscenze in tema di bilancio, asset e risk management, marketing, pricing, pianificazione strategica e altro ancora. Una delle iniziative più riuscite di sostenibilità guidata dai punti di forza è il coinvolgimento di Campbell Soup in Just Peachy Salsa. La Food Bank of New Jersey era venuta a sapere che gli agricoltori locali buttavano via 850.000 libbre di pesche all’anno perché le ammaccature e altre imperfezioni le rendevano inaccettabili ai buyer dei supermercati. I responsabili del banco alimentare hanno pensato bene di trasformare quegli “scarti” in un prodotto vendibile e di usare i proventi per finanziare il proprio lavoro. I produttori hanno accettato di regalare le pesche destinate al macero; ma per creare un prodotto vendibile occorrevano l’expertise e l’infrastruttura. A quel punto è entrata in gioco Campbell Soup. I suoi team gastronomico e di sviluppo hanno creato una deliziosa salsa di pesche e l’azienda ha messo a disposizione gratuitamente altri ingredienti, capacità produttiva massimo impatto in relazione alle risorse investite. IL RITORNO FINANZIARIO Altre aziende possono trarre beneficio dal processo che ha messo a punto UPS: (1) valutate i vostri punti di forza, (2) scegliete le vostre aree di riferimento, (3) trovate un punto di appoggio su cui esiste già uno slancio organizzativo, (4) costruite partnership produttive, e (5) coinvolgete altre fonti di supporto. e il lavoro di centinaia di operai per la produzione e il confezionamento della salsa. Cosa c’era di più logico per un’azienda che aveva già intenzione di investire in sostenibilità e promuoveva energicamente una dieta più sana? Ma notate che si tratta di un processo atipico. Mentre quasi tutte le aziende del largo consumo si limitano a donare prodotti confezionati ai banchi alimentari, questo approccio ha creato un nuovo flusso di ricavi che continuerà a portare nelle casse della Food Bank of New Jersey circa centomila dollari all’anno. Per giunta, evita lo spreco di tonnellate di frutta e offre alle famiglie un nuovo prodotto sano e naturale. Pfizer è un’altra azienda che vuole mettere i suoi punti di forza al servizio della collettività. A partire dal 2003 ha messo in campo più di 300 professio- Se spingete qualcosa nella direzione in cui sta già andando, otterrete molto di più da ciascuna unità di energia. nal nel ruolo di “assistenti per la salute globale”. Sul sito web dell’azienda potete trovare i resoconti del loro contributo alla soluzione di problemi sanitari specifici. Per esempio, nel 2011 Andreas Kuznik, allora ricercatore economico sui temi della salute globale in Pfizer, ha deciso di rimediare alla cronica carenza di operatori sanitari qualificati che Aprile 2014 Harvard Business Review 29 SPECIALE LA SOSTENIBILITÀ IN PRATICA affliggeva l’Uganda. Assieme al suo team ha scoperto che un grossa fonte di pressione a carico del sistema era il sempre maggior numero di sieropositivi che abbisognavano di un monitoraggio costante e di un continuo rinnovo delle prescrizioni. Il team ha sperimentato il concetto di “trasferimento delle mansioni” in un ospedale ugandese, in modo che il compito di fornire le medicine si spostasse dai medici ai farmacisti, che erano meno impegnati. Ha suggerito anche una modifica molto semplice: far valere le ricette per 45 giorni anziché per 30. Affrancati da compiti che non richiedevano le loro competenze specialistiche, i medici ugandesi avevano più tempo da dedicare alla cura dei pazienti. Marks & Spencer ha dei punti di forza nella rilevazione degli acquisti effettuati dai clienti e nella pubblicità. Volendo partecipare alla raccolta di indumenti usati (in parte donati ai bisognosi e in parte riciclati) promossa da Oxfam, questa catena di grandi magazzini si è resa conto che molti suoi clienti avevano gli armadi strapieni. Il programma di “shwopping” che ha lanciato combina, come dice il nome, le idee di shopping e di scambio (swapping). I clienti vengono COME UPS HA SCELTO LE PROPRIE AREE DI RIFERIMENTO 30 Harvard Business Review Aprile 2014 ALTA LAVORO INFANTILE/ FORZATO TRATTA DI ESSERI UMANI IMPORTANZA PER GLI STAKEHOLDER Le aziende traggono il massimo beneficio dai propri investimenti in sostenibilità quando finanziano iniziative che rispondono alle maggiori preoccupazioni degli stakeholder e sfruttano lo slancio organizzativo in essere. La combinazione di queste due dimensioni genera un semplice strumento decisionale, denominato “matrice di rilevanza”. Questa matrice visualizza le problematiche suggerite dagli stakeholder interni ed esterni di UPS. I problemi e la valutazione della vostra azienda saranno diversi, ma potete usare anche voi la matrice per mettere a disposizione del management una bozza di discussione e una guida all’investimento sinergico. invitati a portare un capo dismesso tutte le volte che si recano da Marks & Spencer per acquistare qualcosa, e a lasciarlo nell’apposito contenitore. Dopodiché ricevono un buono sconto per il nuovo articolo che andranno ad acquistare. È un’operazione vantaggiosa per tutti. 2. Scegliete le vostre aree di riferimento. L’identificazione dell’ambito giusto per le vostre iniziative di sostenibilità deve iniziare in qualche modo con il restringere il campo d’azione. Potreste chiedere indicazioni agli stakeholder esterni o ai manager interni. Gli stakeholder includono i clienti, gli azionisti, e dei fornitori che preferiscono sempre più interagire con aziende responsabili – ma anche gli attivisti, che potrebbero costituire una fonte di rischio. I manager conoscono bene le capacità, la struttura dei costi e gli obiettivi dell’azienda, e sono in grado di valutare l’adeguatezza strategica delle varie iniziative allo studio. Noi pensiamo che entrambe le prospettive siano importanti e le combiniamo nella cosiddetta matrice di rilevanza. (Si veda il box “Come UPS ha scelto le proprie aree di riferimento”). L’asse verticale indica la rilevanza etica e sociale attribuita PAGARE LE TASSE DIVERSITÀ FORNITORI CONFORMITÀ A STANDARD INTERNAZIONALI GESTIONE SOSTANZE TOSSICHE & PERICOLOSE MASSIMA RILEVANZA DIVERSITÀ FORZA LAVORO GLOBALE ETICA CARBURANTI ALTERNATIVI & VEICOLI AVANZATI BARRIERE RELAZIONI ORIGINE COMMERCIALI SALUTE & INDUSTRIALI CARBURANTI SICUREZZA RESPONSABILE PERFORMANCE MEGALOPOLI/ DEGLI AGENTI INFRASTRUTTURE EFFICIENZA & EMISSIONI MARKETING MERCATI REAZIONE CARBURANTI RESPONSABILE EMERGENTI A DISASTRI FLOTTA DISORDINI GLOBALI TRASPARENZA, RESPONSABILITÀ POLITICHE GUIDA & REPORTING SUI GAS SERRA SICURA PRIVACY CLIENTI GESTIONE/ PROGETTAZIONE DATA INTEGRITY SPEDIZIONI RICICLAGGIO RESPONSABILE RUMORE RESPONSABILITÀ & OTTIMIZZAZIONE RESPONSABILI CONTENUTO E OFFERTE RIFIUTI DI AEREI SPEDIZIONI IMPIANTI IT SUPPLY CHAIN FILANTROPIA & POLITICHE CLIMA VOLONTARIATO PUBBLICHE COINVOLGIMENTO ESTREMO CONTINUITÀ COMPENSAZIONE FORNITORI SICUREZZA & PREZZI CARBONIO & GARANZIE CARBURANTI SISTEMI & ENERGIA SVILUPPO & GESTIONE ADDESTRAMENTO AMBIENTALE ASSUNTI IMPATTO & USO COINVOLGIMENTO DELL’ACQUA EQUILIBRIO DIPENDENTI VITA/LAVORO ACQUISTI ECO-RESPONSABILI IMPATTO AMBIENTALE TRASPORTO SU ACQUA BASSA INFLUENZA SUL SUCCESSO AZIENDALE ALTA FONTE UPS LA SOSTENIBILITÀ CHE PUÒ PIACERE A UN CFO a determinate problematiche dagli stakeholder esterni; l’asse orizzontale indica le problematiche considerate strategiche e importanti dal senior management per il successo futuro dell’azienda. (È un metodo pratico per identificare quelle che Michael Porter e Mark Kramer chiamano opportunità di creazione del “valore condiviso”). Un’opportunità che UPS ha potuto identificare con questo metodo è la formazione alla sicurezza per gli autisti che lavorano in certi Paesi emergenti. Gli stakeholder temevano che la rapida espansione della classe media in Vietnam, in Cambogia, in Sudafrica e altrove potesse creare ingorghi giganteschi e incidenti – non solo per la presenza di un maggior numero di veicoli commerciali ma anche per la massa crescente dei neopatentati. Essi percepivano UPS come un’azienda esperta di sicurezza automobilistica e sul lavoro grazie ai suoi sistemi e alla sua performance. E i suoi manager riconoscevano l’importanza strategica di quei nuovi mercati emergenti. Di conseguenza, un programma che comportasse la collaborazione con enti no-profit e agenzie umanitarie per l’erogazione dei nostri corsi di sicurezza non avrebbe incontrato alcuna resistenza da parte degli stakeholder interni o esterni. L’hanno sponsorizzato anche dei funzionari pubblici. Anche i progetti ambientali hanno una valenza strategica. Sappiamo che i nostri veicoli e i nostri aerei producono emissioni e che abbiamo l’obbligo morale di investire in un pianeta più pulito. 3. Trovate un punto d’appoggio su cui esiste già uno slancio organizzativo. La matrice di rilevanza restringe il campo delle possibilità, ma non suggerisce quasi mai un’iniziativa specifica. Potrebbe indicare per esempio che una determinata azienda farebbe bene a unirsi alla lotta all’AIDS o a contribuire alla conservazione delle foreste o al miglioramento della qualità dell’aria, ma all’interno di queste aree numerose organizzazioni operano in posti diversi su parti diverse della soluzione. Un orientamento allo slancio organizzativo agevola il passo successivo. Vi porta a concentrarvi sulle aree in cui l’energia è già in moto e in cui gli sforzi aggiuntivi della vostra azienda potrebbero fare una grossa differenza. Idealmente, le attività e le iniziative in essere dovrebbero rispondere a bisogni sociali o ambientali su cui altri stanno già pilotando il cambiamento. Prendete la decisione, adottata nel 2001 da Starbucks, di acquistare i chicchi di caffè in base a prin- cipi di “commercio equo e solidale” che esistevano da circa quarant’anni. Quella mossa era coerente con la rapida espansione globale dell’azienda. Nel suo primo rapporto annuale sulla “responsabilità globale”, Starbucks dichiarava di volersi assicurare una fonte qualitativamente elevata, costante e stabile di caffè. Era in grado di appoggiare il movimento per il commercio equo e solidale sia in termini di visibilità pubblica sia in termini di requisiti produttivi e finanziari. A volte lo slancio organizzativo di cui ha bisogno l’azienda deriva dalle priorità fissate dal Governo. Concentratevi sulle aree in cui l’energia è già in moto e in cui gli sforzi della vostra azienda potrebbero fare una grossa differenza. E se non le asseconda rischia di perdere l’autorizzazione a operare. Per esempio, in alcuni Paesi emergenti le case farmaceutiche vengono energicamente invitate a fornire gratuitamente (o a prezzi ultrascontati) i loro prodotti alle fasce disagiate della popolazione o agli enti di assistenza sanitaria in cambio del permesso di venderli a un prezzo premium sul mercato libero. Se un Governo si focalizza su obiettivi ambientali, i progetti di un’azienda per la conservazione dell’ambiente o per la qualità dell’aria possono prendere come punto d’appoggio lo slancio organizzativo esistente. Se la creazione di nuovi posti di lavoro è una priorità, dei programmi di apprendistato o di formazione tecnica erogati presso i community college potrebbero generare il massimo impatto con un determinato livello di investimento. 4. Costruite partnership produttive. Alcune aziende, tra cui UPS, hanno sviluppato da vari decenni delle partnership con ONG ed enti no-profit. Le varie parti nutrono un profondo rispetto reciproco Aprile 2014 Harvard Business Review 31 SPECIALE LA SOSTENIBILITÀ IN PRATICA e collaborano veramente su iniziative che producono risultati consistenti e dimostrabili. Ma la maggior parte delle aziende si limita a sottoscrivere progetti preesistenti, pensando di riuscire a trovare insieme alle ONG la maniera di applicarvi i propri punti di forza. Questa potrebbe essere un’area in cui la mia estrazione finanziaria mi fa vedere le cose in una prospettiva diversa. Nel business, le alleanze e le fusioni richiedono sempre una approfondita due diligence. Nessuno vuole avere sorprese sgradite dopo la firma di un accordo, perciò andiamo costantemente alla ricerca di rischi e segnali di allarme, anche se restiamo entusiasti delle sinergie potenziali. La stessa cosa si potrebbe dire dei progetti portati avanti in comune dalle ONG e dalle imprese. Per assicurare una collaborazione produttiva fin dall’inizio, conviene spiegare chiaramente che l’azienda spera di riuscire ad applicare i propri punti di forza e di accrescere ulteriormente lo slancio organizzativo. Poi i partner possono mettersi ad analizzare i punti di forza e i punti deboli reciproci e i valori condivisi, e confrontare le prospettive sull’impatto che vogliono ottenere. Dopodiché dovrebbero abbozzare un piano strategico; definire obiettivi e traguardi; fissare una tabella di marcia, dei parametri di valutazione e delle pietre miliari; e concordare sulle risorse necessarie e sui criteri di definizione del successo. Entrambe le parti devono avere regole d’ingaggio chiare e avviare un dialogo aperto per adattarsi l’una all’altra - o per stabilire che è venuto il momento di separarsi. Una cosa che potrebbe far naufragare rapidamente una partnership è scoprire che i membri della ONG sono fondamentalmente antagonisti rispetto al Perché l’analisi del ROI è insufficiente Quasi tutti i dirigenti che promuovono dei programmi di sostenibilità sono restii anche solo a parlare dei loro benefici per l’azienda, e tantomeno a pretendere le relative analisi costi-benefici. Pensano che chiedere apertamente qual è il ritorno sull’investimento sia volgare e metta in dubbio la sincerità dello sforzo. Anche nelle discussioni interne, il finanziamento di iniziative benefiche viene giustificato con formule rituali - “perché è la cosa giusta da fare” o “perché fa parte della nostra cultura aziendale”. 32 Harvard Business Review Aprile 2014 Da cultore inveterato dei numeri, vorrei poter dimostrare che tutti gli investimenti in sostenibilità generano ritorni finanziari attraenti. Ma sfortunatamente, non sempre si può effettuare l’analisi del ROI, per una serie di ragioni. Non si possono ottenere tutti i dati. L’analisi del ROI dipende dalla disponibilità di dati verificabili. Ma i programmi di sostenibilità trovano il proprio successo al di là dei confini aziendali, perciò i sistemi interni e gli indicatori di processo non possono catturare tutti i numeri necessari. Inoltre, in molti casi, le ONG, i gruppi di comunità e gli attivisti che collaborano con l’azienda non usano pratiche contabili standard o il rigoroso processo di budgeting che è istituzionalizzato nelle imprese. Anche quando le iniziative di sostenibilità incorporano sistemi e processi di pianificazione e controllo, i parametri rilevati, le definizioni dei risultati attesi e la qualità del reporting possono variare enormemente da un partecipante all’altro. Il ritorno è in gran parte intangibile. I modelli finanziari tradizionali sono costruiti intorno a risultati rilevabili e monetizzabili. Eppure quasi tutti i benefici della sostenibilità sono prevalentemente intangibili. Creano un LA SOSTENIBILITÀ CHE PUÒ PIACERE A UN CFO mondo delle imprese. Due aziende che hanno allo studio una partnership strategica hanno spesso rivalità e divergenze culturali, ma di solito credono entrambe nei principi e negli obiettivi dell’economia di mercato. Ciò non vale necessariamente anche per le ONG – e molte di loro non condividono il desiderio, comune a quasi tutte le aziende, di non prendere posizione sul fronte della politica. Se una ONG ha un atteggiamento fortemente critico nei confronti delle imprese, tentare di ignorarlo è inutile. Il partner commerciale deve riconoscerlo e accettarlo, o mettersi alla ricerca di un’altra ONG. 5. Coinvolgere altre fonti di supporto. Tutte le grandi imprese fanno parte di reti e associazioni, a livello di supply chain allargate e di settore. Sono in grado di coinvolgere altri player e di sfruttarne sinergicamente i punti di forza. Se lo fanno per una buona causa di sostenibilità, possono rafforzarne ulteriormente lo slancio organizzativo. UPS ha partecipato con successo a vari programmi interaziendali, specie nelle aree della logistica umanitaria e dei soccorsi alle vittime di calamità. In particolare, abbiamo unito le forze con i concorrenti TNT e Agility per supportare il World Food Programme dell’ONU per le vittime delle ca- capitale etico che protegge la reputazione dell’azienda e accresce il valore del suo brand; ispirano i dipendenti, contribuiscono allo sviluppo dei leader e danno più senso alla nostra vita. Perciò questo progetti vanno valutati con dei criteri differenti, il che non dovrebbe essere impossibile. Gli investimenti iniziali in R&S vengono giustificati spesso non in base al ritorno per l’azienda (perché è difficile immaginare quale potrebbe essere), ma in base al costo di identificazione e gestione dei rischi e delle opportunità. Analogamente, i programmi di sostenibilità sono indubbiamente investimenti sul futuro. tastrofi. È abbastanza naturale immaginare che i concorrenti siano restii a condividere le proprie conoscenze operative, per paura di vedersele soffiare. Ma in questo caso ogni azienda ha identificato le proprie relazioni locali e la propria infrastruttura locale e ha sviluppato un piano che ne sfruttava i punti di forza per massimizzare l’impatto. UPS ha unito le forze anche con alcuni clienti in progetti di soccorso alle vittime dei disastri, facendo in modo che i prodotti donati da loro vengano ricevuti per tempo in tutto il mondo. Lo sforzo è particolarmente produttivo quando possiamo combinare la spedizione di più donazioni, riducendo i costi di trasporto per tutti i partecipanti tramite la condivisione di camion e aerei o l’utilizzo di dipendenti volontari per l’imballaggio delle forniture di emergenza. Questi progetti hanno un beneficio addizionale. I nostri dipendenti e quelli dei nostri clienti sviluppano un legame che non può assolutamente crearsi in una normale interazione di lavoro. E ci siamo resi conto che quella relazione personale si traduce spesso in business aggiuntivo. Abbiamo contribuito anche a creare entità finalizzate ad affrontare i problemi operativi della Ma darne la dimostrazione in termini numerici vorrebbe dire aggiungere caratteristiche come il contenimento del rischio, la valutazione dell’opportunità, il supporto alla comunità, il beneficio ambientale e l’impegno sociale agli elementi che determinano il “valore” nei modelli finanziari di un’azienda. Il payback ha un orizzonte temporale diverso. Anche quando se ne possono prevedere i benefici futuri, i progetti di sostenibilità richiedono spesso tempi di ritorno prolungati. In UPS abbiamo allungato i tempi di valutazione del ROI per molti progetti di investimento sui carburanti alternativi e sulle energie “Metà dei miei investimenti alternative, per supportarne pubblicitari va sprecata, ma la fattibilità e l’innovazione. non so quale sia”. Quella Non è affatto irragionevole consapevolezza non gli ha che i leader aziendali vogliano impedito – come non ha un ritorno positivo sugli inveimpedito ad altri imprendistimenti in sostenibilità, ma tori nel corso dei decenni dovranno adeguare i loro as– di investire in pubblicità. sunti e i modelli finanziari traNessuno ha mai negato la dizionali. Dovranno raccordare sua fondamentale impori progetti di sostenibilità con tanza. Ma i manager hanno i programmi commerciali in continuato a cercare criteri essere, con le ambizioni e con più efficaci per misurarne i le missioni. Ma idealmente, i benefici. E li hanno trovati. progetti di sostenibilità dell’aSiamo allo stesso punto con zienda andrebbero scelti in la sostenibilità. Oggi il ROI funzione di quel raccordo. è indeterminabile, ma forse Per me, l’analogia più caldomani non lo sarà più. Faczante è quella con la pubbliciamocene una ragione senza cità. Mi ispiro alla celebre farne una scusa e affidiamoci battuta di John Wanamaker: agli indicatori che abbiamo. Aprile 2014 Harvard Business Review 33 IL COMMENTO Ma cosa interessa davvero un CFO? di Livia Piermattei * Sempre di più oggi “i CFO’s sono al centro delle trasformazioni culturali importanti in un’azienda. Hanno una prospettiva ampia, accesso profondo a tutte le diverse sfaccettature di un’azienda, una responsabilità speciale e l’opportunità di modellare la cultura e guidare le trasformazioni culturali. They can do it.” Questo quanto emerge da varie ricerche e da un interessante articolo pubblicato su CFO. com lo scorso anno. L’articolo di Kurt Kuehn e Lynnette McIntire descrive proprio un cambiamento culturale in atto. Credo però che ne descriva solamente una parte. Infatti racconta un processo di cambiamento avvenuto negli anni ’80/’90, quando da una sostenibilità identificata con la filantropia, vissuta come parallela al business, si è passati a una “filantropia strategica” che parte dalle esigenze degli stakeholder esterni per vedere dove e con quali risorse l’azienda può rispondere ad un bisogno della comunità generando occasioni di crescita di valore anche per l’azienda. Gli autori offrono una serie di indicazioni su come far sì che questo cambiamento, che parte dal “desiderio di mettere i punti di forza di un’azienda al servizio della collettività” debba avvenire. Le indicazioni sono tutte corrette e utili. Ma la trasformazione descritta lavora su obiettivi (quelli per la filantropia, per il servizio alla collettività) che non sono strategici e a cui un CFO spesso pone attenzione residuale; su budget che sono sempre minori e che a volte gli stakeholder stessi contestano perché non direttamente focalizzati sulla performance aziendale in momenti così difficili. Ad esempio nell’articolo viene citato un programma di filantropia di Marks & Spencer. Credo sia importante aggiungere che M&S ha scelto di adottare proprio nei punti vendita a più bassa performance una serie iniziative per modificare i comportamenti integrando la considerazione per gli impatti sociali e ambientali. Questi punti vendita e le loro persone, oltre un risparmio di costi, hanno generato incrementi nelle vendite sensibilmente * Livia Piermattei, superiori a quelli registrati precedentemente Managing Partner e superiori alla media dell’azienda. Sono dati Methodos spa, società di interessanti per un CFO e credo siano ragioni per consulenza di direzione cui la sostenibilità può piacere a un CFO ed essere specializzata nell’aiutare utile all’azienda. le organizzazioni ad Il ruolo che il CFO oggi sta sviluppando in azienda accelerare programmi è sempre più strategico e trasversale. E questo di trasformazione della ruolo fa si che sia interessato a tutte le attività cultura organizzativa. che consentono all’azienda di tenere il mercato, di 34 Harvard Business Review Aprile 2014 intercettare nuovi clienti, di rispondere a investitori interessati alla durabilità di un’organizzazione. Anche gli investitori stanno cambiando. Oggi sempre più cercano informazioni sulle performance non solamente legate al trimestre e chiedono di analizzare mappe di rischi e opportunità integrate con le strategie di riduzione degli impatti ambientali e sociali, le modalità di governo consapevole delle relazioni con gli stakeholder, il livello di engagement dei collaboratori, ecc. In tutti questi casi si parla di performance dell’azienda. Che assicura la tenuta del mercato perché considera nelle sue decisioni, processi, attività, comportamenti - ordinari - anche gli impatti sociali e ambientali. Non si parla di performance di sostenibilità, né di filantropia, ma semplicemente di performance. II CFO è in una posizione privilegiata per guidare la trasformazione per integrare la sostenibilità nella cultura e strategia aziendale. Perché è la scelta degli indicatori di impatto e dei sistemi di misurazione che guida la trasformazione: è la capacità di costruire programmi misurabili, di introdurre criteri diversi e innovativi che integrino i dati di performance economico finanziaria con i cosiddetti “value creation indicators”. In questa prospettiva mi piace citare un caso italiano: la trasformazione avvenuta nello stabilimento Pirelli a Settimo Torinese il cui obiettivo - raggiunto - era sviluppare maggiore competitività. Per monitorare il cambiamento in atto, Methodos e Pirelli hanno messo a punto un modello che incrocia, con un monitoraggio mensile, una serie di indicatori di performance legati a persone, processo, prodotto, creando un indice sintetico del cambiamento rispetto al cambiamento atteso. Le aree di misurazione individuate (e le attività realizzate per la trasformazione) sono tutte legate alla performance ma non solo economico finanziaria: Responsabilità, Efficienza e Competitività, Qualità, Senso di appartenenza, Integrazione, Innovazione, Riduzione degli Impatti Ambientali, Sicurezza. Questo tipo di misurazione, così come le linee guida sul reporting integrato appena pubblicate dopo un’avanzata sperimentazione internazionale, indicano che si può andare oltre i modelli di misurazione e reporting tradizionali. E consentono di dimostrare che aziende che si trasformano per pensare, agire, misurare e rendicontare in modo integrato tengono meglio il mercato (e generano valore per la collettività). LA SOSTENIBILITÀ CHE PUÒ PIACERE A UN CFO sostenibilità. Penso all’investimento che abbiamo effettuato per fondare Aidmatrix, un ente no-profit che registra i prodotti donati e mette in relazione donatori ed enti benefici. Questi abbinamenti sono particolarmente critici nei giorni immediatamente successivi a una calamità, perché dei cittadini benintenzionati offrono orsacchiotti di pezza e abiti dismessi mentre in realtà i soccorritori hanno bisogno di acqua potabile e coperte. Uno dei maggiori problemi che si pongono agli enti benefici è fare arrivare le forniture al centro di raccolta istituito sul posto. Oltre ad aiutarli a reperire i generi necessari, Aidmatrix li aiuta a sollecitare servizi gratuiti di trasporto, a tenere traccia delle scorte nelle loro supply chain e a capire quando bisogna spedire altre vettovaglie. UPS ha supportato questo progetto perché ci insegna a rendere più efficaci le spedizioni pro bono (in base al bisogno effettivo anziché all’ordine temporale con cui arrivano le richieste) e aiuta gli enti di soccorso a operare più efficientemente. Ci mette a disposizione un punto di riferimento su cui possiamo indirizzare i donatori che hanno bisogno di appositi servizi di trasporto. Negli ultimi anni abbiamo fornito expertise logistica agli sviluppatori di software di Aidmatrix e ne supportiamo l’internazionalizzazione. Cosa abbiamo deciso di non fare Oggi è meno probabile che le donazioni aziendali siano guidate dalle scelte personali dei singoli dirigenti. Queste forme di generosità saranno anche sentite e apprezzate dalle ONG che le ricevono, ma non generano valore strategico per entrambe le parti, perciò in molti casi non vengono mantenute. Quando il dirigente se ne va, se ne va anche il sostegno dell’azienda. I manager si focalizzano frequentemente sui vincoli, mentre gli stakeholder esterni guardano alle possibilità. Più in generale, UPS fa meno donazioni una tantum. Quando tutte le componenti di una programma di sostenibilità sono guidate dall’analisi di una matrice di rilevanza e da un piano finalizzato alla identificazione e allo sfruttamento dello slancio organizzativo, tendono a formarsi delle connessioni tra di esse, che creano un effetto cumulativo. Per sfruttare lo slancio organizzativo, nel decennio scorso UPS ha orientato la propria azione filantropica verso la fornitura gratuita di expertise logistica e servizi operativi e l’ha allineata con la missione aziendale di facilitare il commercio globale tramite Benefici addizionali la logistica. Questo approccio più strategico alla so- dello slancio organizzativo stenibilità ha dato origine a molti dei nostri progetti Quando affrontate la sostenibilità da una posizione più recenti. Ma il test di validità di una strategia non di forza, il confine tra le due aree di creazione del vasta solo nelle cose positive che ti porta a fare; ti deve lore - contribuire al profitto dell’azienda e contribuire anche aiutare a decidere cosa non fare. Puntando al benessere del pianeta – inizia a diventare più labile. alla “massima efficienza con il minimo sforzo”, ab- Come accennavo prima, le competenze di business biamo potuto capire più chiaramente che certi pro- possono rivelare possibilità sociali. Nello stesso getti e certe idee non fanno per noi. tempo, il lavoro svolto nell’ambito della sostenibilità Tendiamo a evitare i progetti che non hanno nes- può ispirare dei miglioramenti sul fronte del business. suna componente logistica. Invitiamo i nostri di- Ciò può avvenire con modalità quasi impercettibili pendenti a usare le loro competenze professionali, – che però si sommano. Un dipendente del nostro logistiche e di trasporto quando fanno volontariato. quartier generale, per esempio, ha letto una serie di Decisamente troppo spesso, ho visto dei volontari articoli sulle donazioni ambientali effettuate dalla privi di competenze creare più problemi che valore. UPS Foundation. Poco tempo dopo, è passato daA dire la verità, il personale delle ONG passa tan- vanti all’ufficio durante un weekend e ha scoperto tissimo tempo a correggere gli errori dei generosi che le luci di illuminazione dei distributori automatici volontari provenienti dalle aziende. erano rimaste accese. É bastato chiedere agli addetti Aprile 2014 Harvard Business Review 35 SPECIALE LA SOSTENIBILITÀ IN PRATICA alla manutenzione di spegnerle regolarmente; e l’azienda ha risparmiato diecimila dollari al mese sulle bollette elettriche in un solo stato. Le aziende possono arrivare al successo anche in maniera più diretta, scegliendo i progetti giusti. In un ambiente competitivo che impone un’innovazione costante, il lavoro effettuato sui problemi di sostenibilità può rivelare nuove possibilità. Le aziende vedono spesso i propri punti di forza attraverso una determinata lente. Gli stakeholder esterni hanno altre attese e altre opinioni sulle conoscenze e sulle competenze che ha da offrire l’azienda, e non sono condizionati da assunti immodificabili sul suo modello di business. I manager si focalizzano frequentemente sui vincoli, mentre gli stakeholder esterni guardano alle possibilità. Quello che mi piace particolarmente nell’innovazione low tech introdotta da Craig Arnold ad Haiti è che, con sorpresa di tutti, lo strumento è tuttora in uso. Le ONG che l’hanno adottato ne apprezzano la semplicità e l’economicità – in netto contrasto con la frustrazione che si può creare quando le aziende donano orgogliosamente soluzioni tecnologiche sofisticate che non sono assolutamente appropriate in presenza di forti vincoli operativi. Le curve di apprendimento che comportano queste soluzioni e la loro schizzinosa reazione alle situazioni di emergenza ne impedisce un impiego efficace. È una lezione preziosa da ricordare quando investiamo in innovazioni che coinvolgono i clienti. Non meno importante è il coinvolgimento che si crea nei dipendenti quando applicano le stesse capacità che usano sul lavoro per fare del mondo un posto migliore. Siamo i primi a rallegrarci quando un collaboratore di UPS si rende conto che le competenze logistiche e manageriali sono un asset prezioso per la società. Oltre a portare avanti con successo i progetti di sostenibilità, i dipendenti ne traggono anche una grandissima soddisfazione personale, che rafforza il legame psicologico con l’azienda. Ma soprattutto, quando le aziende aggiungono slancio organizzativo ai progetti di sostenibilità, li rendono più produttivi. Poiché questi progetti entrano nel flusso delle attività operative, dei servizi alla clientela e delle interazioni tra i dipendenti, i manager di frontline fanno meno fatica a raggiungere gli obiettivi economico-finanziari e ad aiutare la comunità. Ciò non significa sempre distogliere i collaboratori dalle loro routine produttive e creare flussi di lavoro totalmente nuovi e separati. Quando 36 Harvard Business Review Aprile 2014 l’impegno alla sostenibilità è integrato nel loro lavoro, i dipendenti vedono spesso nuove opportunità in questo campo – e trovano soluzioni creative per inserirle nella propria vita, sia sul lavoro sia fuori dal lavoro. Ciò rende molto più fattibile per le piccole e medie imprese partecipare a iniziative di sostenibilità. I progetti sono molto più legati alla missione e alle operations dell’azienda – e sono meno influenzati dal fabbisogno finanziario delle ONG. Un’idea in movimento Decidere come usare risorse interne limitate per generare il massimo impatto possibile in un ambito difficilmente misurabile come quello della sostenibilità è una sfida problematica. Ho condiviso il mio punto di vista perché so che è una sfida comune a tante aziende. Gli attivisti, i dipendenti e le comunità si aspettano che le grandi imprese diano un contributo molto maggiore alla società. I lavoratori vogliono che i loro datori di lavoro promuovano attivamente delle pratiche sostenibili e si sentono frustrati se non riescono a soddisfare le proprie aspirazioni sociali e ambientali. I manager sanno che non basta più offrire dei lavori ben pagati e rispettare la legge. Di fronte a questa evoluzione, noi CFO non siamo ancora riusciti a supportare adeguatamente le iniziative di sostenibilità delle nostre aziende. Molti esitano ad appoggiarle perché pensano che sottraggano risorse a progetti più strettamente commerciali. Invito altri dirigenti ad agire, ad onta di queste riserve, in base alla convinzione che le imprese abbiano l’obbligo morale di usare le proprie risorse per il bene della società. Le relazioni, i sistemi e le discipline operative che hanno sviluppato molte imprese per massimizzare i ritorni finanziari possono fare una grandissima differenza nei progetti di sostenibilità. Si sta sviluppando un approccio più efficace alla sostenibilità – un approccio che combina i punti di forza delle imprese e delle ONG. Vi unirete a noi? Kurt Kuehn è il chief financial officer di UPS e nel 2013 ha vinto il C. K. Prahalad Award for Global Sustainability Leadership. Lynnette McIntire, ex responsabile della comunicazione sociale in UPS, è social innovation fellow presso il Lewis Institute del Babson College e fondatrice della Silver Birch Communications di St. Paul.
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