Presentazione - Handimatica

Social network, social media &
inclusione
Stefania Manca
ITD-CNR, Genova
28 Novembre 2014
HANDImatica 2014 – «L’accessibilità digitale: presente e futuro»
I Social Media
I Social Media sono applicazioni del Web 2.0 che
includono dispositivi quali i blog, i wiki, i siti di social
networking (SNS), i servizi di condivisione di
immagini o video, e qualunque medium il cui
funzionamento si basi sulla partecipazione attiva
degli utenti. Questi media, infatti, abilitano e al
tempo stesso si nutrono della partecipazione delle
persone che, attraverso le loro azioni di produzione,
condivisione, scambio e interazione, popolano
questi ambienti virtuali di contenuti e relazione
http://www
.lte.unifi.it
sociali.
Il Web 2.0
Le potenzialità dei social media
1 . In t e rc o n n e t t iv it à
network,
feedback, supporto da una varietàdi fonti
2 . Cre a z io n e e re m ix d i c o n t e n u t i
materiali digitali possono essere editati,
rielaborati, combinati
3 . In t e ra t t iv it à
pubblicare,
condividere, commentare, discutere
(Greenhow et al., 2009)
http://www.lte.unifi.it
i
I social network
Reti sociali e siti di social network
RETE SOCIALE:
una struttura composta da un qualsiasi gruppo di attori (siano essi
individui o gruppi) connessi tra loro da diversi legami sociali. Si tratta,
quindi, innanzitutto di una rete fisica che può riferirsi a una comunità
lavorativa, culturale, sportiva, religiosa, ecc. Una rete è costituita da
una serie di nodi (gli individui) e di legami (le relazioni tra gli individui),
la cui configurazione interna caratterizza la struttura di ogni specifica
rete.
SITI DI SOCIAL NETWORK(ING):
servizi Web che consentono alle persone di avere un profilo pubblico
o semi-pubblico all’interno di un sistema definito, di instaurare delle
connessioni con altri utenti e di visualizzare e navigare la lista di
connessioni di questi utenti e quelle di altri all’interno del sistema.
Esempi più noti sono Facebook, Twitter, LinkedIn, Google+, ecc.
Una definizione classica (boyd & Ellison,
2007)
I siti di social network sono servizi Web che consentono
alle persone di
(1)costruire un profilo pubblico o semi-pubblico all’interno di
un sistema definito
(2)articolare una lista di altri utenti con cui instaurare delle
connessioni
(3)visualizzare e navigare la lista di connessioni di questi
utenti e quelle di altri all’interno del sistema
Una definizione rivista (Ellison & boyd,
2013)
I social network sono un tipo di social media caratterizzato
dalle seguenti funzionalità socio-tecniche:
1)Profili identificabili in maniera univoca, costituiti da
contenuti forniti dall’utente, contenuti forniti da altri utenti
e/o da dati forniti a livello di sistema
2)Connessioni articolate pubblicamente, che possono
essere visualizzate e navigate da altri
3)Funzionalità che consentono agli utenti di consumare,
produrre, e/o interagire con flussi di contenuti generati dagli
utenti che vengono forniti dalle connessioni esistenti
Questo cambiamento ha delle ripercussioni importanti per
persone con disabilità
Tipologie di legami
FORTI:
i legami di sangue e i vincoli di parentela, le relazioni amicali e di luogo quali il
vicinato. Si tratta di rapporti reciproci che tendono a rendere le persone simili
tra loro e che creano dei vincoli stabili o permanenti.
DEBOLI:
quelli riferibili agli incontri occasionali o strumentali mediante i quali le persone
si raccordano sulla base di una serie di principi comuni. A differenza dei legami
forti, quelli deboli poggiano sulla natura transitoria ed emotivamente lasca della
relazione, oltre che sul loro carattere di impermanenza.
LATENTI:
connessioni (deboli) tecnicamente possibili ma non ancora attivate
socialmente. I legami latenti che sono stati attivati diventano legami deboli che
confluiscono all’interno del capitale sociale di tipo bridging, quello che consente
il rinnovamento all’interno della rete sociale grazie al contributo di nuove
immissioni.
I social network e il capitale
sociale
CAPITALE SOCIALE
l’«insieme delle risorse attuali o future collegate al possesso di una rete durevole di
relazioni di conoscenza o riconoscimento reciproco più o meno istituzionalizzate»
(Bourdieu, 1986: 248). Il capitale sociale svolge un ruolo molto importante all’interno
delle comunità umane dal momento che ne facilita il coordinamento e la cooperazione
per mutui benefici, che vanno dallo scambio di risorse e di informazioni utili alle relazioni
personali, alla capacità di creare e gestire i gruppi.
CAPITALE SOCIALE di tipo BONDING
struttura di rete composta principalmente da legami forti e stabili che si riferisce
soprattutto al supporto emotivo e ai benefici che solitamente le persone traggono dalle
relazioni intime
CAPITALE SOCIALE di tipo BRIDGING
presenza prevalente di legami deboli e occasionali, si basa sullo scambio di
informazioni utili
CAPITALE SOCIALE di tipo MAINTAINED
rete di legami che si mantiene nel tempo (Ellison et al, 2007)
Social network ed educazione
1.Educare ai social network: l’attenzione è posta sui social
network come oggetto d’apprendimento nell’ottica di
promuovere nel soggetto capacità critiche di uso consapevole
e creativo.
2.Apprendere con i social network: l’interesse cade
sull’individuazione delle potenzialità dei social network per
l’apprendimento, tenendo conto da un lato delle loro peculiari
caratteristiche e dall’altro delle coordinate teorico-pedagogiche
utili per identificarle.
3.Formarsi con i social network: tutte quelle forme di
apprendimento
informale
che
possono
generarsi
dall’esperienza stessa dei social network e, in particolare, i
potenziali benefici legati all’appartenenza a gruppi informali
d’interesse, specie nel campo dello sviluppo professionale e
del lifelong learning.
Vecchi meccanismi e nuove sfide
La diffusione dei social network ha rinvigorito il dibattito su alcuni
aspetti chiave che caratterizzano il nostro essere e interagire nei social
network, generando nuove sfide per chi si occupa di media ed
educazione.
Come gestire la propria identità nei social network?
In che modo coniugare le esigenze di visibilità, che in alcuni casi – si
pensi, ad esempio, ai social network professionali – possono essere di
rilevante importanza, con il bisogno di tutelare la privacy e la
sicurezza?
Fino a che punto possiamo fidarci dell’autenticità delle informazioni
che gli utenti condividono online? Vi sono indizi che possono
corroborare le nostre credenze e la nostra fiducia negli altri?
Come si riconfigurano le relazioni e gli affetti in ambienti saldamente
ancorati all’idea di “essere sempre connessi”?
13
Un paradosso
Le potenzialità che i SN offrono per l’apprendimento formale
e per la scuola rappresentano paradossalmente anche le
maggiori criticità:
l’ibridazione tra spazi e tempi della scuola e dello studio e
spazi e tempi dello svago e del gioco, del tempo libero e
della socialità
Le affordance pedagogiche dei social network
tra apprendimento formale e edutainment
• l’autenticità di un contesto reale in cui i ragazzi trascorrono una parte
importante del loro tempo e che può utilmente contaminare anche le
dinamiche dei processi di apprendimento
• l’importanza della componente socio-emotiva, che oggi passa e
viene vissuta molto anche nei SN, è stata riconosciuta da tempo
come fondamentale nell’apprendimento di tipo cognitivo
• l’allargamento delle risorse documentali e informative, nonché di
competenze estese reperibili nello spazio ampio della rete che
possono confluire in una comunità di apprendimento ampia che
trascenda i confini tradizionali della classe e della scuola
Le principali criticità dei SN aperti
(es. Facebook)
•Rischi legati alla contaminazione tra spazi ludici e spazi dello studio,
fattori di distrazione o di messa in atto di comportamenti disinibiti o di
flaming, cyberbullismo, ecc.
•Ruolo delle pedagogie implicite e di pratiche didattiche e scolastiche
consolidate che possono entrare in collisione con l’urgenza a rivisitare i
ruoli e le identità professionali che i SN presentano (es. «essere amici
dei propri studenti su Facebook?»)
•Mancanza di buone pratiche, anche di valutazione degli
apprendimenti, e di un repertorio pedagogico condiviso a cui attingere
•Tutela della privacy e garanzia legata al riconoscimento e
all’accreditamento delle identità
Verso il ‘professional facebooking’
Benché social network come Facebook siano nati principalmente per
scopi di socializzazione, stiamo assistendo a una sorta di transizione
da un uso meramente ricreativo di simili ambienti a un impiego di tipo
professionale.
Del resto, gli adulti sono sempre più presenti nei social network e a
questo fenomeno sembra accompagnarsi l’emergere di nuove pratiche
d’uso di questi dispositivi, legate alle esigenze della professione.
Gruppi Facebook su disabilità e
sostegno
B is o g n i E d u c a t iv i S pe c ia li (B E S ) Dirit t i E d u c a t iv i pe r t u t t i!, h t t p s
://w w w.fa c e bo o k.c o m /g ro u p s /6 3 6 1 3 6 9 7 9 7 6 3 1 6 4 /
Tu t t i a b o rd o-dis le s s ia ,
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GRIIS -In t e g ra z io n e e In c lus io n e S c o la s t ic a , https://
www.facebook.com/groups/griis/
IO S ONO DIS LE S S ICA e TU ????????,
h t t p s ://w w w.fa c e bo o k.c o m /g ro u p s /1 0 6 3 4 4 9 1 6 0 8 0 7 1 9 /
Did a t t ic a in c lu s iv a , https://www.facebook.com/groups/482259195223616/
DS A........, h t t p s ://w w w.fa c e b o o k .c o m /g ro u p s /5 6 9 4 7 3 4 5 3 1 6 9 2 7 0 /
HANDIAMO!, h t t p s ://w w w.fa c e bo ok.c o m /g ro u p s /1 7 5 3 5 4 1 3 2 5 1 2 4 0 1 /
SOCIAL NETWORK &
INCLUSIONE
Cosa dice la (poca) letteratura
• I social network possono costituire un’importante risorsa
per persone con disabilità. Purtroppo questo tema ha
ricevuto finora poca attenzione da parte della ricerca. Le
persone con disabilità che hanno partecipato alla nostra
indagine usano Facebook come le altre persone e
principalmente per connettersi con i loro amici non
disabili. Al momento pochi sembrano usare Facebook per
promuovere attività di sostegno attraverso i gruppi.
• Emergono soprattutto due dimensioni importanti: 1)
Facebook offre supporto e sostegno atti a ridurre il senso
di isolamento; 2) Facebook è un’opportunità per creare ,
mantenere ed estendere reti professionali.
(Shpigelman & Gill, 2014).
ALCUNE
TESTIMONIANZE
Valter S., non vedente
D: In che modo Facebook può favorire l'inclusione delle persone non vedenti?
R: Dando la possibilità di eliminare il filtro tra chi vede e non: questo lo consentono pure il telefono, le
mail eccetera ma ... Facebook ora, fino al prossimo social, dà modo di condividere post foto e video
anche se non visti, dare una opinione rapida con un semplice "mi piace".
D: Che cosa è cambiato da quando una persona non vedente può usarlo?
R: Tra non vedenti prima funzionava la mailing list che finiva per diventare un ulteriore ghetto nel
quale consumare, consulenza, litigi, amori e quant'altro che davano al contempo sicurezze e
avversione. Ora, per fortuna, la visione è più globale: i gruppi tecnici tornano ad avere una funzione di
formazione e la visibilità non è più circoscritta ai soli non vedenti ma ci sono gruppi e amicizie più
variegati.
D: Che difficoltà si possono incontrare?
Difficoltà di accessibilità migliorate con gli smartphone: complessità della pagina e mutamenti piuttosto
frequenti della stessa, quasi impossibilità di chattare a meno che non lo si faccia dalla piattaforma di
skype, impossibilità di taggare quello che non si vede se non è minimamente descritto, massive
richieste di giocare a questo e quel gioco che naturalmente (per fortuna mia) sono inaccessibili ma
che sono fonte di stress da parte di non vedenti che vorrebbero giocarci solo perché lo fanno tutti.
D: Che ne pensi?
R: Di Facebook? Non mi piace ma, lo utilizzo: uno strumento che cerco di utilizzare nel migliore dei
modi: o ne stai fuori, oppure se ci stai, lo devi abitare. Certo che se dovessi scegliere, preferirei un
buon libro o film, una sana serata suonando con amici o andando a teatro.
Davide G., affetto da artogriposi congenita multipla
D: Come è stata la tua esperienza su Facebook finora per restare in contatto con i tuoi amici e famigliari?
La mia esperienza su Facebook è stata piena di sorprese, spesso positive, e a volte negative. Ciò che mi ha colpito è
certamente la dipendenza che ha infuso in moltissime persone, sia dal punto di vista dei rapporti interpersonali, che dal
punto di vista della ricerca di foto e filmati.
D: Hai episodi negativi da raccontare?
R: Non molti. L’unica cosa che mi è capitata spesso è aver trovato fotografie a sfondo sessuale nei profili di persone
sconosciute, e questo mi ha posto l’interrogativo sul tipo di controlli che ci sono per impedire questo tipo di diffusione.
D: Fai parte di qualche gruppo che si occupa di disabilità o inclusione?
R: Da 20 anni pratico uno sport che ha come principio aiutare persone disabili a sviluppare nuove conoscenze, e il loro
inserimento nel mondo dello sport. Questo nuovo Social Network ha colpito anche il mio sport, e da quel momento si
sono formati gruppi di ogni squadra, e gruppi di dialogo ed aggiornamento su risultati, classifiche e vari argomenti. Io
stesso ho creato dei gruppi sempre sullo stesso tema, ma faccio parte anche di gruppi su associazioni che si occupano
altresì di disabilità in generale, quali distrofia muscolare, sclerosi multipla, o artogriposi congenita.
D: In che modo Facebook può favorire l'inclusione delle persone con disabilità come la tua?
R: Credo che Facebook sia lo strumento, poi per favorire l’inclusione di persone disabili sia necessario essere aperti a
nuove esperienze, e pieni di voglia di vivere.
D: Che cosa è cambiato nella tua vita da quando usi Facebook?
R: Da quando c’è Facebook la mia vita è cambiata dal punto di vista mediatico, ma non dal punto di vista personale
caratteriale. Come tutte le novità deve essere conosciuta, usata ma senza esagerare per non diventarne dipendenti. A
volte chi crea i Social Network mira a controllare le masse e cerca di manipolarne i comportamenti su larga scala. Ma
personalmente non credo che Facebook ci sia riuscito con me.
Riferimenti bibliografici
• boyd d., Ellison N. B. (2007). Social Network Sites: Definition, History, and
Scholarship. Journal of Computer-Mediated Communication, 13 (1), pp. 210–
230.
• Ellison, N. B., & boyd, d. (2013). Sociality through Social Network Sites. In
Dutton, W. H. (Ed.), The Oxford Handbookof Internet Studies. Oxford, UK:
Oxford University Press, pp. 151-172.
• Greenhow C., Robelia B, Hughes J. E. (2009). Learning, Teaching, and
Scholarship in a Digital Age. Web 2.0 and Classroom Research: What Path
Should We Take Now?, Educational Researcher, 38 (4), pp. 246–259.
• Ranieri M., Manca S. (2013). I social networknell’educazione. Basi teoriche,
modelli applicativi e linee guida. Erickson, Trento.
• Shpigelman C.-N., Gill C. J. (2014). Facebook Use by Persons with Disabilities.
Journal of Computer-Mediated Communication, 19, pp. 610–624.
http://www.lte.unifi.it
Master “
Le nuove competenze digitali”a.a. 2012-13
Universitàdegli Studi di Firenze
Dipartimento di Scienze della Formazione e Psicologia
GRAZIE! 
Stefania Manca,
[email protected]