IL NOSTRO MONDO

il nostro mondo
IL NUOVO CIMENTO 150, 100, 50 ANNI FA
150 anni fa
Da “Proposta di un nuovo metodo di osservazione delle stelle cadenti” di G. Luvini, Nuovo Cimento,
20 (1864) 40.
Molto si scrisse, e molte sono le ipotesi che s’immaginarono intorno alle stelle cadenti, ma
ben poche in confronto sono le osservazioni logicamente condotte, che possano servire di
base a qualunque toeria […]. Per ovviare a tutti questi inconvenienti, e molti altri, che per
brevità tralascio di enumeare, io ho ideato un mezzo di osservazione che mi faccio ardito di
raccomandare ai dotti, e che credo possa condurre a risultati di molto maggiore precisione di
quelli sinora posseduti […].
Suppongo due osservatori stabiliti in due stazioni alla distanza di 100 a 120 chilometri […].
In ciascuna stazione l’asse (di osservazione) dev’essere ben determinato e reso sensibile con
una serie di alcune anella portate da appositi sostegni […].
100 anni fa
Da “Un integrafo” di A.P. Scatizzi. Nuovo Cimento, 21 (1914) 52.
Fu in occasione delle equazioni integrali del Volterra che nacque il bisogno di costruire
apparecchi i quali eseguissero l’integrale del prodotto di due funzioni e, dato il fenomeno
dell’eredità, riuscissero ad ottenere, almeno per punti la curva integrale […].
Il Prof. Pascal in una sua recente ed originale pubblicazione (Pascal, I miei integrafi
(Tipografia Pellerano) Napoli, 1914) descrive un apparecchio che soddisfa al quesito.
Mi è sembrato ancora di qualche interesse proporre un meccanismo che risolva il problema
nella sua generalità, senza sagome ricurve, solo a mezzo di carrelli e righe rettilinee.
50 anni fa
Da “Direct measurment of µ-mesonic molecule formation rates in liquid hydrogen” di G. Conforto,
C. Rubbia, E. Zavattini e S. Focardi, Nuovo Cimento 33 (1964) 1001.
La fusione nucleare indotta da µ fu scoperta da L. Alvarez e collaboratori in un esperimento in camera a bolle
ad idrogeno liquido. Furono osservati eventi sorprendenti, come quello a fianco. La traccia orizzontale è
dovuta ad un µ– che rallenta sino a fermarsi, ma un’altra traccia di µ origina vicino a dove il primo si è fermato.
Il secondo µ si ferma dopo un range di 1.7 cm, corrispondente ad un energia di 5.4 MeV. Furono osservati 25
eventi; in tutti i casi l’energia del µ ringiovanito era la stessa. Il primo passo nella soluzione del mistero fu di
Crawford e Ticho. Il µ– potrebbe legarsi a un protone e formare con un deuterio uno ione molecolare pdµ–.
Dato che la massa del µ è circa 200 volte quella dell’elettrone p e d sarebbero molto più vicini che in una
comune molecola, tanto da poter fondere. La fusione pd in trizio rilascia infatti proprio 5.4 MeV. Ma Crowford e
Tycho non trovarono un meccanismo per spiegare la frequenza del fenomeno, dato che nell’idrogeno i deutoni
sono solo 1 su 5000. Tutto il gruppo andò a casa di E. Teller, che trovò la soluzione: si forma dapprima uno
ione molecolare ppµ–, che si muove nel liquido, sino a incontrare un deutone. Il µ si trasferisce al d, perché il
processo è energericamente favorito e si forma lo ione pdµ–, e la fusione segue. (c.f.r. L. Alvarez. Science. 165,
No. 3898 (1969), pp. 1071-1091).
Riassunto. Si descrive una misura della velocità di formazione delle molecole µ–pd in idrogeno
liquido. Si deduce anche la probabilità di cattura dei mesoni µ– in neon.
[…]. Figure 2 shows the general layout of the experiment. The 80 MeV µ–’s from the CERN
µ– channel are focussed into the hydrogen target and there stopped after letting them pass
through a suitable carbon absorber […]. Counters Nos. 1,2,4,6 are 1 cm thick and counter
No. 3 is 1 mm thick. The cylindrical counter No. 5 is 0.8 cm thick and was mounted inside
the vacuum tank to be as near as possible to the hydrogen target […] Counter No. 7 is a NaI
crystal 12 cm in diameter and 12 cm long […].
Foto riprodotta con permesso da
Science 165 (1969) 1071, © AAAS, 1969.
a cura di
Alessandro Bettini
vol30 / no5-6 / anno2014 >
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