Zurigo, 2014 Zürich,269.agosto Oktober 2013 Economic Research Focus Wöchentlicher Marktausblick Raiffeisen Economic Research Raiffeisen Economic Research [email protected] [email protected] Tel. +41 044 226 7474 4141 Tel. +41 044 226 Indebitamento privato – Fattori propulsivi del mercato immobiliare Il drastico aumento del debito privato in molti paesi industrializzati è stato improvvisamente interrotto dalla crisi finanziaria. Le banche che nell'Europa continentale finanziano la maggior parte dell'indebitamento privato hanno registrato elevatissime perdite sui crediti negli ultimi anni, soprattutto nei paesi dell'Eurozona interessati dalla crisi del debito con due recessioni consecutive. Quanto alle famiglie, l'eccessivo aumento dei debiti è stato alimentato dal boom immobiliare che nella periferia dell'Eurozona è stato avviato soprattutto dal forte calo dei tassi. Tuttavia, in questi paesi dopo lo scoppio della bolla la sostenibilità delle ipoteche si è di nuovo ampiamente normalizzata. A livello mondiale la correzione negli Stati Uniti è la più avanzata. In Svizzera il boom degli ultimi anni ha reso l'acquisto di immobili meno accessibile, ma i valori di sostenibilità rimangono moderati eccetto che nello scenario di tassi estremi. Anche il ripido aumento del debito delle imprese è dipeso principalmente dai crediti immobiliari. Oltre a un generale incremento dei crediti interni al Gruppo, l'eccessivo aumento del debito si è concentrato sulle imprese edili e immobiliari, mentre in linea di massima l'industria manifatturiera non ha creato un'eccessiva quota di capitale di terzi nemmeno nei paesi interessati dalla crisi del debito. Il processo di riduzione del debito è già a buon punto nei paesi con un debito elevato Irlanda, Spagna e Portogallo, non da ultimo grazie ai programmi di salvataggio e all'Unione bancaria. A differenza degli Stati Uniti e anche del livello costantemente basso in Svizzera, la quota dei crediti in sofferenza rimane sempre elevata e continuerà a frenare la concessione di crediti. Nello scenario di una ripresa congiunturale sostenibile il contesto dei crediti per il settore privato dovrebbe tuttavia migliorare sempre più. Ripido aumento dell'indebitamento Per un lungo periodo di tempo in molti paesi industrializzati la strada dell'indebitamento è andata solo in una direzione: verso l'alto. Negli ultimi anni al centro dell'attenzione vi era soprattutto il debito pubblico, gonfiato a causa degli enormi pacchetti di aiuto per stabilizzare la congiuntura e soprattutto per salvare il settore finanziario. Contemporaneamente le spese previdenziali sono aumentate enormemente e le entrate statali sono crollate. Nel complesso un mix esplosivo. L'Irlanda ha subito il peggior crollo fiscale (cfr. grafico 1). Grafico 1: Debito pubblico lordo in % del PIL 180 160 140 120 Qui, nel 2006, è stata ottenuta un'eccedenza del bilancio statale del 3% del PIL, non da ultimo a causa del boom del settore immobiliare. Nel 2010, notevolmente penalizzato dalla ricapitalizzazione del settore bancario, questo paese ha invece registrato un deficit record di oltre il -30% del PIL. Nello stesso periodo, la quota del debito si è impennata, passando dal bassissimo 24% ad attualmente oltre il 120% del PIL. La Svizzera, invece, è stato uno dei pochi paesi che è riuscito a ridurre la quota del debito rispetto al livello precedente la crisi. Per poter diminuire di nuovo in futuro le eccessive quote del debito statale, oltre alla riduzione dei deficit di bilancio è necessaria una ripresa duratura della congiuntura. Un fattore chiave in questo caso è un mercato dei crediti funzionante sia sul lato dell'offerta sia su quello della domanda. 100 80 60 40 20 0 2007 2013 Fonte: FMI, Raiffeisen Research Economic Research Drastiche penalizzazioni per il settore bancario Sul lato dell'offerta, ossia del settore bancario e del mercato dei capitali, nel frattempo è di nuovo notevolmente migliorata soprattutto la situazione negli Stati Uniti, nel confronto internazionale. Per contro, la ripresa del sistema bancario nei paesi dell'Eurozona interessati dalla crisi del debito fa fatica a tenere il passo. Ciò dipende da un lato dal fatto che nell'Europa anni, con un forte aumento simulato dei tassi a lungo termine e con forti correzioni dei corsi azionari nonché dei prezzi immobiliari in uno scenario di stress (cfr. tabella 1). In questo modo si intende evitare gli errori commessi in Giappone, dove un continuo rinvio della sistemazione dei bilanci delle banche ha limitato notevolmente la concessione di crediti all'economia per un periodo molto lungo di 15 anni. continentale la quota delle banche nei finanziamenti di capitale di terzi delle imprese è tradizionalmente molto più elevata rispetto a quella dei paesi anglosassoni. Di conseguenza i bilanci delle banche negli Stati Uniti prima dell'inizio della crisi erano molto meno penalizzati (cfr. grafico 2). Grafico 2: Crediti bancari in % del debito complessivo nel settore non finanziario privato (2013) 90 Tabella 1: Stress test delle banche, scenario avverso 80 Divergenza dallo scenario di base Rendimenti dei titoli di stato, Ø in bp Corsi azionari, in % Prezzi delle abitazioni, in % Prezzi degli immobili a uso commerciale, in % 70 60 50 40 30 Quota minima di capitale (CET1), in % 20 2011 2014 75 -15.0 -9.7 - 152 -18.3 -19.2 -11.7 5.0 5.5 Fonte: BCE, Eurostat, Raiffeisen Research 10 A differenza del settore bancario, che viene analizzato in modo approfondito, l'altrettanto importante lato della domanda, ossia il fabbisogno di credito del settore non finanziario privato, viene preso meno in considerazione dall'opinione pubblica. Nella seguente analisi esaminiamo perciò in modo dettagliato l'andamento e la situazione del debito nelle imprese non finanziarie e nelle famiglie in un confronto internazionale per trarre delle conclusioni sulla sostenibilità degli attuali livelli del debito nei singoli paesi. 0 Fonte: BRI, Raiffeisen Research In secondo luogo, a differenza degli Stati Uniti, l'Eurozona è stata doppiamente colpita dalla crisi del debito scoppiata in Grecia alla fine del 2009 dopo la crisi subprime. La crisi subprime è partita dal mercato immobiliare statunitense ma, a causa dell'elevatissimo impegno delle banche europee nei titoli di debito cartolarizzati statunitensi, è stata almeno altrettanto penalizzante per il settore finanziario europeo. I progressi di produttività non giustificano il boom del debito … Prima di dedicarci maggiormente ai dati del debito, è opportuno uno sguardo generale al funzionamento del modello di crescita «lubrificato» dal capitale di terzi. A prescindere dall'andamento demografico, sul lungo periodo il potenziale di crescita di un'economia nazionale viene stabilito dal progresso della produttività. Anche la concessione di crediti genera ulteriore reddito e creazione di valore. Tuttavia, le spese effettuate in questo modo devono essere rimborsate in futuro e diminuiscono quindi il reddito disponibile. La crescita può quindi essere influenzata positivamente in modo duraturo solo se i crediti vengono utilizzati con successo per investimenti che fanno aumentare la produttività. Non vi rientra un eccessivo finanziamento di crediti del settore privato, come è avvenuto principalmente prima della crisi finanziaria. Non sono neppure opportuni per esempio gli investimenti infrastrutturali in complessi residenziali per vacanze vuoti o per complessi di uffici o per aeroporti regionali sovradimensionati. Gli sforzi nell'Eurozona sono tuttavia enormi per rimettere in piedi in modo duraturo entro il prossimo anno il settore bancario dopo il doppio shock e per riconquistare la fiducia, principalmente con la creazione di un'Unione bancaria. Questa si basa essenzialmente su una vigilanza bancaria comune, sulla possibilità di sostenere le banche che presentano problemi di liquidità provvisori in casi estremi anche direttamente con aiuti del fondo di salvataggio MES e sul meccanismo di liquidazione delle banche (Single Resolution Mechanism) con un sistema di responsabilità ben definito. Prima dell'assunzione della vigilanza bancaria per le maggiori 130 banche circa da parte della BCE, i bilanci delle banche vengono ora sottoposti a un approfondito controllo di qualità (Asset Quality Review). In questo ambito vengono utilizzati per la prima volta standard unitari per la valutazione dei valori patrimoniali e delle garanzie nonché per un'adeguata prevenzione dei rischi delle banche. Inoltre, sulla base della nuova valutazione di bilancio, viene effettuato uno stress test. La pubblicazione dei risultati prima dell'assunzione della vigilanza da parte della BCE è prevista per metà ottobre. A quel punto le banche devono coprire eventuali lacune di capitale. Misure preventive di capitale sono già riscontrabili su larga scala. Dopo che in passato gli stress test effettuati dall'Autorità bancaria europea (ABE) erano stati a dir poco scarsamente convincenti, questa volta la BCE annuncia una procedura più severa per non perdere l'ultima opportunità di creare fiducia nel settore bancario europeo. I dettagli sullo stress test pubblicati mostrano criteri ancora più severi, nonostante le due fasi di recessione consecutive degli ultimi In teoria il volume di credito per l'economia nazionale non dovrebbe superare a lungo termine il progresso della produttività. Se la concessione di crediti supera notevolmente la crescita del PIL nominale per un lungo periodo, aumenta la probabilità di una crisi finanziaria e di una successiva correzione1, come si è riscontrato ultimamente in modo impressionante. I dati di credito a lungo termine per gli Stati Uniti dimostrano il drastico processo di adeguamento sulla scia della «Grande 1 Drehmann M.: "Total credit as an early warning indicator for systemic banking crisis"; BIS Quarterly Review June 2013 2 re la possibilità di maggiori spese per consumi e investimenti. Questa è anche una priorità della politica economica cinese per ridurre l'elevatissima quota di risparmio privato di oltre il 30% del reddito familiare disponibile e stimolare la domanda interna. In confronto, in Svizzera la quota di risparmio ammonta al 13% circa. Inoltre, le innovazioni finanziarie possono fornire in parte un'offerta di credito costantemente più elevata e un migliore accesso al capitale di terzi tramite una maggiore efficienza e ampiezza dell'offerta d'intermediazione finanziaria. Depressione» (cfr. grafico 3). Dal minimo della quota del debito dell'economia nazionale alla fine della Seconda Guerra Mondiale la tendenza, con fluttuazioni, è stata tuttavia sempre al rialzo. Soprattutto il grado d'indebitamento delle famiglie è ancora nettamente superiore ai punti massimi del passato, nonostante la riduzione del debito in seguito alla crisi subprime. Grafico 3: Debito statunitense per settore in % del PIL 375 350 325 300 275 250 225 200 175 150 125 100 75 50 25 0 1929 1939 Famiglie 1949 1959 Imprese non finanziarie 1969 1979 Settore finanziario 1989 GSEs* 1999 La tendenza ribassista dei tassi aumenta la sostenibilità Inoltre la tendenza ribassista a lungo termine dei tassi («Great moderation») svolge un ruolo importante per lo sviluppo della sostenibilità del debito. Dall'irrigidimento della politica monetaria da parte della Fed, sotto la guida di Paul Volcker all'inizio degli anni Ottanta, per contrastare gli elevati tassi d'inflazione in seguito alle crisi dei prezzi del petrolio, la tendenza dei tassi a lungo termine a livello mondiale è rivolta verso il basso. Nei paesi della periferia dell'Eurozona che allora riportavano alti tassi questo effetto è stato particolarmente forte con l'introduzione della moneta unica e di una politica monetaria unitaria indipendente. In Spagna i tassi ipotecari sono diminuiti per esempio da oltre il 15% all'inizio degli anni Novanta a meno del 4% a metà dell'ultimo decennio (cfr. grafico 5). Pertanto, la sostenibilità dei finanziamenti immobiliari è addirittura ulteriormente migliorata per un lungo periodo nonostante il fortissimo incremento dei prezzi immobiliari. La tendenza si è invertita solo con il ciclo di aumento dei tassi della BCE prima della crisi finanziaria. 2009 Settore pubblico * Government Sponsored Enterprises (tra cui Fannie Mae, Freddie Mac) Fonte: Fed, Raiffeisen Research In molti paesi il debito privato è aumentato ancora in misura molto più forte rispetto agli Stati Uniti (cfr. grafico 4). In testa è di nuovo l'Irlanda, con un drastico aumento del debito delle imprese. Anche la Svizzera mostra una quota del debito relativamente elevata, alimentata invece dalle famiglie. In Italia la quota nel settore privato è invece stranamente molto inferiore rispetto a quella dello stato. Grafico 4: Debito privato in % del PIL (4T13) 350 300 Grafico 5: Tassi ipotecari medi, in % 250 18 200 16 14 150 12 100 10 50 8 0 6 4 Famiglie 2 Imprese non finanziarie Fonte: BRI, Eurostat, Raiffeisen Research 0 1990 1992 1994 1996 1998 2000 2002 2004 2006 2008 2010 2012 Italia … ma i fattori strutturali in parte sì Uno sguardo soltanto al puro rapporto debito / PIL non è tuttavia sufficiente per riscontrare possibili tendenze d'indebitamento. Sebbene, come sopra descritto, la situazione del debito in linea puramente teorica dovrebbe orientarsi al percorso della crescita, le variazioni strutturali possono aumentare enormemente il grado d'indebitamento «sostenibile» di un'economia. Se per esempio, con l'incremento del livello di sviluppo, il benessere di un paese migliora, l'aumento del reddito familiare consente a una percentuale maggiore della popolazione l'accesso al credito. Lo stesso vale per l'efficienza dei sistemi delle assicurazioni sociali. Migliore è la copertura contro i rischi sociali, minore la necessità del «risparmio di sicurezza» e quindi maggio- Spagna Irlanda Svizzera USA Fonte: Datastream, Raiffeisen Research Vi sono quindi alcuni fondati motivi per cui la tendenza rialzista a lungo termine della quota d'indebitamento non debba significare necessariamente un indebitamento eccessivo. Sembra tuttavia anche difficilmente immaginabile che un ulteriore duraturo e ripido aumento delle quote d'indebitamento in un'economia sviluppata sia sostenibile. Non è quindi possibile proseguire semplicemente la tendenza. Non si può neppure prevedere che il ritorno delle quote d'indebitamento alla loro tendenza dopo il forte rialzo rappresenti una correzione duratura. Questo è ancora più vero, dal 3 Grafico 7: Indebitamento delle famiglie (totale) in % del PIL (Irlanda 2001 invece del 1999) momento che nel frattempo è stato probabilmente raggiunto il punto minimo del livello dei tassi. 140 Per formulare affermazioni sull'«adeguatezza» dell'indebitamento privato nei singoli paesi, è necessario uno sguardo alle strutture e alle condizioni nazionali del mercato del credito dei singoli settori. 120 Le famiglie si indebitano principalmente per l'acquisto di una casa Esaminiamo innanzitutto le famiglie. Il loro indebitamento si basa soprattutto sui finanziamenti immobiliari. La quota dei crediti al consumo è relativamente bassa nella maggior parte dei paesi, con eccezione di quelli anglosassoni. Negli Stati Uniti, le famiglie finanziano a credito una notevole parte delle loro spese per i consumi (cfr. grafico 6). La diffusissima cartolarizzazione dei crediti per autovetture e per gli studi svolge un ruolo di supporto. 40 100 80 60 20 0 1999 Livello d'indebitamento distorto dalla politica Il grado d'indebitamento ipotecario viene influenzato essenzialmente dalle condizioni quadro nazionali normative e fiscali. Sono due i fattori principali. In primo luogo il peso politico della promozione dell'edilizia residenziale. A causa della forte differenza dell'impegno del settore pubblico nell'edilizia popolare, dovuto alle forti differenze nel diritto di locazione e quindi allo stimolo a mettere a disposizione appartamenti in affitto nonché alla differente promozione dell'acquisto di proprietà, le quote dei proprietari variano notevolmente a livello internazionale (cfr. grafico 8). Maggiore è la quota dei proprietari, maggiore è tendenzialmente anche la domanda di finanziamenti ipotecari da parte delle famiglie. Di conseguenza, un elevato livello del debito nelle famiglie spagnole non dovrebbe sorprendere. Tuttavia, la relazione non è necessariamente tale. Infatti per esempio l'Italia mostra una bassa quota d'indebitamento delle famiglie nonostante un'elevata quota di proprietari. In Svizzera, come prima già citato, vale il contrario. Grafico 6: Crediti per scopi di consumo delle famiglie in % del PIL 26 24 22 20 18 16 14 12 10 8 6 4 2 0 1999 2000 2001 2002 2003 2004 2005 2006 2007 2008 2009 2010 2011 2012 2013 USA crediti al consumo Svizzera crediti al consumo 2013 Fonte: BRI, Datastream, Raiffeisen Research USA Home Equity Loans Zona euro crediti al consumo Fonte: BNS, BCE, Fed, Raiffeisen Research Nel decennio precedente la crisi finanziaria, i crediti al consumo avevano registrato un andamento ampiamente in linea con il PIL. Qui non c'è alcuna indicazione di un aumento eccessivo, neppure negli Stati Uniti, dove, tuttavia, durante il boom immobiliare il volume dei cosiddetti «Home Equity Loans» è notevolmente aumentato (cfr. grafico 6). Questi crediti sono ipoteche aumentate che vengono utilizzate per il finanziamento dei beni di consumo. Nonostante l'elevata quota dei crediti al consumo, la quota d'indebitamento complessivo delle famiglie negli Stati Uniti rimane inferiore alla media (cfr. grafico 7). In Svizzera, la quota dei crediti al consumo è particolarmente bassa (cfr. grafico 6). Per contro, assieme ai Paesi Bassi, la quota dei debiti ipotecari mostra un livello altissimo. Grafico 8: Quota di proprietari in % di tutte le famiglie (2012) 90 80 70 60 50 40 30 20 10 0 L'eccessivo aumento dell'indebitamento delle famiglie in alcuni paesi va quindi attribuito complessivamente ai finanziamenti immobiliari diretti e in parte indiretti. Fonte: Eurostat, Raiffeisen Research Un classico caso di regolamentazioni distorte è stata anche la politica delle case di proprietà statunitense prima della crisi subprime. Questa politica è stata avviata già nel 1994 durante la presidenza Clinton con la riforma del «Community Reinvestment Act», che aumentava gli stimoli per le banche a concedere più crediti alle famiglie a basso reddito. I prezzi delle abitazioni e la quota di abitazioni di proprietà sono stati spinti al rialzo mediante la concessione di crediti a famiglie che non soddisfacevano gli usuali criteri di 4 dei tassi teorici sul reddito familiare, che secondo analisi empiriche sono una delle misure macroprudenziali più efficaci per rallentare la dinamica del mercato immobiliare. Ciò limiterebbe troppo la libertà contrattuale personale2. Per contro, per esempio la Bank of England ha deciso solo alla fine di giugno 2014 che le banche devono concedere solo limitatamente nuove ipoteche che superino di 4-5 volte il reddito familiare. sostenibilità per l'acquisto di un'abitazione di proprietà. Di conseguenza la correzione della quota di abitazioni di proprietà negli Stati Uniti verso il livello precedente al boom avvenuta negli ultimi anni non ha sorpreso (cfr. grafico 9). Grafico 9: Quota di abitazioni di proprietà statunitensi in % di tutte le famiglie 70 Agli elevati volumi ipotecari «distorti» dagli incentivi politici in Svizzera e nei Paesi Bassi si contrappongono dall'altro lato patrimoni finanziari netti relativamente elevati (cfr. grafico 10), che sono dominati dai crediti pensionistici e dai crediti assicurativi privati. Il patrimonio serve tra l'altro al rimborso successivo del debito ipotecario. Questo cuscinetto finanziario relativizza naturalmente l'elevato indebitamento lordo. Tuttavia, è difficile valutare fino a che punto si può coprire in questo modo, in uno scenario avverso, il peggioramento della sostenibilità del debito. Infatti, questi valori patrimoniali non possono essere sempre utilizzati a breve termine per coprire i costi di finanziamento. 69 68 67 66 65 64 63 62 1T85 1T87 1T89 1T91 1T93 1T95 1T97 1T99 1T01 1T03 1T05 1T07 1T09 1T11 1T13 Fonte: US Census, Raiffeisen Research In secondo luogo il trattamento fiscale dei patrimoni immobiliari può influenzare il livello delle ipoteche. La Svizzera ne è un ottimo esempio. A differenza della maggior parte degli altri paesi, qui il patrimonio immobiliare privato a uso proprio ha effetto sull'imposta sul reddito. Un valore locativo fittizio viene sommato al reddito imponibile. Come contropartita, i rispettivi pagamenti degli interessi ipotecari sono completamente deducibili. Questo sistema riduce sostanzialmente l'incentivo all'ammortamento dei debiti ipotecari. Grafico 10: Bilancio patrimoniale delle famiglie svizzere 500 2200 2000 1800 1600 1400 1200 1000 800 600 400 200 0 450 400 350 300 250 200 150 100 50 0 2000 2001 2002 2003 2004 2005 2006 2007 2008 2009 2010 2011 2012 Anche nei Paesi Bassi la capacità di deduzione fiscale per gli interessi debitori ha frenato il rimborso dei debiti. Inoltre, la possibilità per le banche di concedere ipoteche sopra il valore di mercato degli immobili (valore d'anticipo > 100%) ha accelerato lo sviluppo. Nel frattempo, il governo olandese ha adottato misure per ridurre gli incentivi fuorvianti – soprattutto con una limitazione della capacità di deduzione sui tassi e con una massima entità dell'anticipo. Patrimonio finanziario (inclusi diritti nei confronti di assicurazioni private/Casse pensioni), milliardi Debito ipotecario, miliardi Patrimonio finanziario in % del debito ipotecario (scala di destra) Fonte: BNS, Raiffeisen Research Valori di sostenibilità attualmente ampiamente «tollerabili» Per misurare l'«adeguatezza» dell'indebitamento calcoliamo alla fine i valori di sostenibilità per i finanziamenti ipotecari. In questo ambito si rileva la quota del reddito netto disponibile che una famiglia deve utilizzare per rimborsare un finanziamento ipotecario in linea con il mercato. Quanto maggiore è il valore, tanto maggiore è il rischio che il debitore, in caso di riduzione del reddito, di disoccupazione o di condizioni di finanziamento più sfavorevoli non sia più in grado di rimborsare i debiti. Secondo una semplice regola d'«oro» di finanziamento il servizio del debito non deve superare un terzo del reddito familiare. Confronti internazionali mostrano anche che oltre questo valore soglia la probabilità che i debitori abbiano difficoltà di pagamento aumenta sensibilmente3. Anche in Svizzera c'è stata una reazione per quanto riguarda l'anticipo. In primo luogo tramite autoregolamentazione le banche hanno reso più severi i requisiti minimi per i finanziamenti ipotecari. Da luglio 2012 è necessario almeno il 10% dei fondi propri che non derivi dall'avere del 2° pilastro. Inoltre, a giugno 2014 è stato deciso che le nuove ipoteche devono essere ammortizzate in modo lineare ai due terzi del valore d'anticipo entro 15 anni e in questo caso per il valore d'anticipo vale in linea di massima il principio del valore minimo. In secondo luogo, in caso di inosservanza e di anticipi superiori all'80% del valore venale devono essere depositati maggiori fondi propri da parte della banca. La capacità di deduzione sui tassi rimane comunque ancora inalterata. L'anno scorso, nelle consultazioni con il FMI i funzionari svizzeri hanno fatto notare che ritengono modesto il supporto politico per quanto riguarda questo tema e che le riforme sembrano quindi improbabili. Il Consiglio federale ha dei dubbi anche per quanto riguarda le regole di sostenibilità concrete, per esempio un valore massimo per la quota Confrontiamo ora i valori da noi calcolati per l'acquisto di un nuovo immobile in diversi scenari. Subito prima dello scoppio della crisi finanziaria nel 2008 – al punto massimo del boom dei prezzi delle abitazioni in diversi paesi industrializzati – i valori nella periferia dell'Euro2 3 5 IMF Country Report No. 13/128 Bank of England, Financial Stability Report, June 2014 damente in caso di forti movimenti dei prezzi e di variazioni delle condizioni di finanziamento. Per l'onere dei finanziamenti ipotecari esistenti questo non vale invece nella stessa misura. Uno sguardo alla struttura delle ipoteche nei singoli paesi fornisce ulteriori informazioni importanti sull'«adeguatezza» dell'indebitamento delle famiglie. Recenti sondaggi forniscono dati per i valori mediani del debito ipotecario delle famiglie che hanno acceso un'ipoteca – quindi non distorti dalle quote di proprietari specifiche per paese o dalla quota dei beneficiari di un'ipoteca su tutte le famiglie. Rispetto ai dati per l'acquisto di una nuova casa, questa analisi fornisce essenzialmente importi ipotecari più bassi per finanziamento, a causa dell'ammortamento già effettuato. zona e in Gran Bretagna erano eccessivi (cfr. grafico 11). Con la correzione parzialmente massiccia dei prezzi delle abitazioni, con gli ammortamenti dei crediti e l'allentamento della politica monetaria, la situazione si è normalizzata. Agli attuali interessi ipotecari, i valori di sostenibilità sono di nuovo a livelli accettabili, soprattutto negli Stati Uniti. In questa analisi, gli Stati Uniti a causa della forte concentrazione dei problemi di finanziamento nel segmento subprime possono essere considerati un caso particolare. Mediamente, i valori di sostenibilità non erano critici neppure al punto massimo del boom immobiliare, ma lo erano invece per le famiglie a reddito basso incoraggiate ad acquistare una casa. E anche nello scenario di un tasso d'interesse teorico del 5% (+1% d'importo forfetario per manutenzione; quindi di un debito complessivo del 6%), in media la regola d'«oro» di finanziamento negli ex paesi della bolla non viene attualmente più violata. In questo calcolo diminuisce il valore di sostenibilità per tutti i paesi, ma in misura molto differente. Mentre i dati per i Paesi Bassi, l'Irlanda e gli Stati Uniti per quanto riguarda i nuovi acquisti mostrano solo cali modesti, per il Portogallo per esempio il valore di sostenibilità diminuisce a un terzo. Anche per la Svizzera calcoliamo sulla base dell'attuale tasso ipotecario medio un dimezzamento a un moderatissimo 10% (cfr. grafico 12). E se si considera inoltre l'incentivo del sistema fiscale volto a un ammortamento minore in Svizzera, la situazione va ritenuta ancora migliore. Per contro, ultimamente in Gran Bretagna, con l'accelerazione dei prezzi delle case ulteriormente alimentata dalle sovvenzioni pubbliche, il valore soglia della regola d'«oro» di finanziamento è stato di nuovo raggiunto. Anche in Svizzera il valore per lo scenario dei tassi al 5% sulla scia dei forti aumenti dei prezzi immobiliari degli ultimi anni è aumentato ai massimi livelli, il che di per sé fa presumere un rischio superiore. Tuttavia, il tasso d'interesse medio per finanziamenti ipotecari in Svizzera dalla metà degli anni Novanta è sempre chiaramente sotto la soglia del 5%, a differenza di tutti gli altri paesi osservati. Nella media degli ultimi 10 anni, gli acquirenti di immobili svizzeri hanno dovuto pagare un po' meno del 3.0% di tassi d'interesse, 1-2 punti percentuali in meno rispetto agli altri paesi. Il livello dei tassi storicamente strutturalmente più basso in Svizzera, basato principalmente sul contesto economico e politico stabile con solide finanze statali, dovrebbe rimanere invariato anche in futuro. E alle attuali condizioni ipotecarie medie, con il 20% non si può riscontrare alcun valore di sostenibilità superiore alla media o addirittura critico (cfr. grafico 11). Grafico 12: Sostenibilità: Servizio del debito in % del reddito mediano disponibile per tasso d'interesse medio 25 20 15 10 5 0 Nuovo acquisto Ipoteca mediana Fonte: Raiffeisen Research Grafico 11: Sostenibilità: servizio del debito in % del reddito mediano disponibile per l'acquisto con il 20% di quota del capitale proprio (interesse + 1% d'importo forfetario per la manutenzione) Elevata sensibilità ai tassi d'interesse nella periferia dell'Eurozona La rapidità con cui l'aumento dei tassi si ripercuote sul servizio del debito dei finanziamenti in corso dipende dal vincolo del tasso dei crediti ipotecari. Quanto maggiore è la quota dei tassi variabili, tanto più rapidamente gli aumenti dei tassi peggiorano la sostenibilità del portafoglio del finanziamento immobiliare. Le statistiche di credito nazionali mostrano per la Francia e la Germania una quota elevatissima di ipoteche con vincoli del tasso piuttosto lunghi (cfr. grafico 13). Anche in Svizzera la quota di ipoteche con una durata residua del vincolo del tasso di oltre un anno è ancora molto elevata. In Italia è presente un mix equilibrato. Gli altri paesi dell'Eurozona interessati dalla crisi del debito mostrano invece una quota molto elevata di ipoteche a tasso variabile. Qui gli effetti a breve termine dell'aumento dei tassi sul servizio del debito delle famiglie dovrebbero risultare più forti. 50 45 40 35 30 25 20 15 10 5 0 2007/8, tasso medio Att., tasso medio Att., 5% Fonte: Raiffeisen Research Come sopra descritto, i valori di sostenibilità per l'acquisto di una nuova abitazione possono variare rapi6 futuro livelli preoccupanti, come è avvenuto all'inizio degli anni Novanta – al punto massimo con un valore di sostenibilità per un nuovo acquisto di oltre il 90%. Grafico 13: Quota delle ipoteche con vincolo del tasso iniziale < 1 anno in % (2013) 90 80 I crediti interni al Gruppo gonfiano l'indebitamento delle imprese Esaminiamo ora le imprese. Proprio come per le famiglie, nel settore delle imprese esiste una forte divergenza nelle quote di debito nazionale e nel loro andamento prima della crisi finanziaria. 70 60 50 40 30 20 L'indebitamento delle imprese negli Stati Uniti non ha seguito il forte rialzo dell'indebitamento delle famiglie. Il rialzo prima della crisi finanziaria è stato molto più contenuto. Nel confronto internazionale la quota rimane moderata. Ciò vale anche per l'Italia, dove sia l'indebitamento delle famiglie sia quello delle imprese non finanziarie mostra un basso livello a differenza dello stato. Anche in Svizzera la quota del debito delle imprese non è eccessiva. Diversa è la situazione per la Spagna, il Portogallo e soprattutto di nuovo per l'Irlanda (cfr. grafico 15). 10 0 Fonte: BCE, BNS, Raiffeisen Research Questo è un fattore importante di cui la BCE terrà senz'altro conto nella decisione sull'inizio e sull'entità di una futura normalizzazione dei tassi. Tuttavia, attualmente un primo aumento dei tassi non è previsto prima del 2016. Gli effetti negativi di un rapido incremento dei tassi del mercato dei capitali sono comparsi l'anno scorso negli Stati Uniti. L'annuncio del «tapering» da parte dell'ex Presidente della Fed, Ben Bernanke, ha fatto salire i rendimenti dei titoli di stato statunitense e successivamente anche i tassi ipotecari a lungo termine. Il tasso d'interesse per le ipoteche fisse a 30 anni è aumentato in breve tempo dal 3.4% al 4.6%. Poi si è riscontrata una forte correzione delle concessioni di nuove ipoteche, che ha frenato la ripresa sul mercato immobiliare (cfr. grafico 14). Grafico 15: Indebitamento lordo delle imprese non finanziarie in % del PIL (Irlanda 2001 invece del 1999) 220 200 180 160 140 120 100 80 60 40 20 Grafico 14: Il rialzo dei tassi frena la ripresa sul mercato immobiliare statunitense 0 4.8 220 4.6 210 1999 4.4 200 2013 Fonte: BRI, Eurostat, Raiffeisen Research 4.2 190 4.0 180 3.8 Il forte aumento dell'indebitamento lordo in alcuni paesi è tuttavia notevolmente distorto al rialzo. L'aumento delle relazioni internazionali nel settore delle imprese ha determinato, tramite un forte incremento dei crediti interni ai gruppi (Intra-company loans), un corrispondente incremento dell'indebitamento delle imprese non consolidato. Qui le strategie di elusione fiscale svolgono un ruolo importante. Nell'Eurozona la quota rilevata statisticamente dei crediti interni ai gruppi sul PIL è triplicata a oltre il 15% dal 1995. Nella maggior parte dei paesi interessati dalla crisi del debito, questo fattore ha avuto un effetto significativo sull'aumento dell'indebitamento delle imprese. I paesi apripista sono l'Irlanda e il Portogallo, con una quota di oltre il 25% del PIL (cfr. grafico 16). Ma anche in Spagna la quota è aumentata sensibilmente. Questi crediti hanno invece un'importanza minore in Italia. Depurate da questo effetto, le quote di debito consolidate per i paesi molto indebitati risultano già molto inferiori. Va inoltre considerato che i dati consolidati disponibili non sono depurati dagli «Intra-company loans» di società del gruppo o di società affiliate straniere. Pertanto l'«effettivo» livello del debito dovrebbe essere ancora molto più basso di quanto indicato dai dati lordi – soprattutto in Irlanda, dove la quota di 3.6 170 3.4 160 3.2 3.0 150 Gen12 Lug12 Gen13 Concessioni di ipoteche (indice) Lug13 Gen14 Tasso ipotecario, 30 anni (scala di destra) Fonte: Bloomberg, Raiffeisen Research Nel complesso, i dati sull'indebitamento delle famiglie mostrano che attualmente la sostenibilità nei paesi analizzati non evidenzia (più) valori eccessivi su larga scala. La situazione nei paesi della bolla si è in gran parte già normalizzata negli ultimi anni. Come descritto, in Svizzera i valori di sostenibilità non mostrano livelli critici, nonostante la forte crescita dei prezzi delle abitazioni negli ultimi anni. Fatta eccezione per l'improbabile scenario di tassi al 5%, i valori rimangono moderati, nonostante il maggiore indebitamento lordo dovuto al sistema. E se, come da noi previsto, la dinamica sul mercato svizzero delle abitazioni si indebolisce ulteriormente, i valori di sostenibilità non dovrebbero affatto raggiungere neppure in 7 come sopra già accennato, un chiaro fattore propulsivo principale, ossia il settore edilizio e l'economia immobiliare. Con la creazione della bolla dei prezzi immobiliari, i bilanci delle società in questi due settori si sono gonfiati in modo estremo, mentre l'andamento per esempio nell'industria manifatturiera è stato in linea con l'andamento del PIL. Questo è evidenziato dai dati settoriali disponibili per la Spagna (cfr. grafico 18). Un modello analogo si è riscontrato anche per l'Irlanda e il Portogallo. gruppi multinazionali alla creazione di valore è particolarmente elevata. A causa della forte internazionalizzazione dell'economia, anche per la Svizzera la quota depurata dovrebbe essere sensibilmente inferiore rispetto al valore indicato senza gli «Intra-company loans» nazionali, pari a circa l'85% (cfr. grafico 16). Grafico 16: Indebitamento delle imprese non finanziarie in % del PIL (2012) 225 200 175 Grafico 18: Crediti delle imprese e PIL in Spagna, indice (1T95=100) 150 125 2500 100 2300 75 2100 50 1900 1700 25 1500 0 1300 1100 900 Consolidato Crediti interni al gruppo (se calcolati) 700 Fonte: BRI, Eurostat, Raiffeisen Research 500 300 100 I crediti immobiliari dominano anche l'indebitamento eccessivo delle imprese L'analisi del settore familiare ha mostrato una concentrazione dell'indebitamento nel settore immobiliare. Curiosamente anche il fortissimo aumento dell'indebitamento delle imprese nei paesi periferici dipende prevalentemente dal boom del mercato immobiliare. 1T95 1T97 Industria 1T99 1T01 1T03 Settore edilizio 1T05 1T07 1T09 Economia immobiliare 1T11 1T13 PIL Fonte: Banco de España, Raiffeisen Research L'eterogenea situazione dell'indebitamento determina inoltre livelli di sostenibilità molto differenti nei singoli settori. L'addebito degli interessi in percentuale del risultato d'esercizio lordo è aumentato in modo drammatico già a causa del ciclo di aumento dei tassi della BCE durante la fase di boom e dopo lo scoppio della bolla durante la doppia recessione seguita al crollo dei fatturati delle imprese edili nei paesi molto indebitati (cfr. grafico 19). Se oltre alla relazione debito / PIL si considera il rapporto dei debiti con il valore del patrimonio complessivo o del totale di bilancio delle imprese non finanziarie, per i paesi molto indebitati risulta un quadro del tutto differente. In Portogallo, in Spagna e in Irlanda, nel periodo precedente la crisi, oltre all'indebitamento, anche la valutazione dei rispettivi patrimoni è aumentata molto più velocemente rispetto all'economia. Di conseguenza, è aumentato anche il livello delle «garanzie» delle imprese. L'andamento in Irlanda è stato di nuovo molto stupefacente. In tutti e tre i paesi l'eccessivo indebitamento si può spiegare quasi completamente con l'aumento dei valori patrimoniali (cfr. grafico 17). Grafico 19: Imprese edili; spese per interessi in % EBITDA (nessun dato disponibile per l'Irlanda) 180 160 140 120 100 80 60 Grafico 17: Indebitamento delle imprese non finanziarie 40 200 20 180 0 Germania 160 Francia Italia 2001 140 Spagna Portogallo 2012 Fonte: BACH, Raiffeisen Research 120 100 Nell'industria manifatturiera, la sostenibilità ha avuto invece un andamento molto migliore nonostante la forte recessione, con valori analoghi come per esempio in Germania (cfr. grafico 20). Di conseguenza, in questo settore anche nei paesi molto indebitati non è necessaria alcuna correzione particolare in caso di una ripresa congiunturale duratura. 80 60 40 20 0 1995 1997 1999 2001 2003 2005 2007 2009 Spagna, in % del totale di bilancio Spagna, in % del PIL Irlanda, in % del totale di bilancio Portogallo, in % del totale di bilancio Irlanda, in % del PIL Portogallo, in % del PIL 2011 Fonte: Eurostat, Raiffeisen Research Questa escalation non si è riscontrata tuttavia in tutti i settori. A livello settoriale per questo si può trovare, 8 Grafico 20: Industria manifatturiera; spese per interessi in % EBITDA (nessun dato disponibile per l'Irlanda) Grafico 21: Crediti bancari a imprese edili e immobiliari, indice (punto massimo dei crediti=T, in trimestri) 40 110 100 90 30 80 70 60 20 50 40 30 10 20 10 0 Italia Spagna Germania 2001 Francia 0 Portogallo T-20 T-16 T-12 T-8 T-4 Irlanda 2012 T T+4 T+8 T+12 T+16 T+20 T+24 T+28 T+32 T+36 T+40 T+44 T+48 Spagna Portogallo Svizzera USA Fonte: BACH, Raiffeisen Research Fonte: Banche centrali nazionali, Raiffeisen Research Le banche devono sistemare definitivamente i vecchi oneri Negli ultimi anni, il settore finanziario in Spagna, in Portogallo e in Irlanda è stato ampiamente ristrutturato nell'ambito dei programmi di salvataggio. Nel frattempo, i crediti in sofferenza drasticamente aumentati sono stati considerati in gran parte nei bilanci delle banche e compensati con ampie ricapitalizzazioni del sistema bancario. Molto avanzato è il processo di riduzione del debito in Irlanda e in Spagna. Con la costituzione delle «Bad Banks» (NAMA rispettivamente Sareb), la riduzione dei portafogli crediti tossici ha registrato un'accelerazione. In entrambi i paesi il volume dei crediti bancari alle imprese del settore edile e dell'economia immobiliare si è dimezzato rispetto al punto massimo (cfr. grafico 21). L'adeguamento a questo riguardo in Portogallo è meno avanzato. Tuttavia, là gli aumenti dei prezzi delle abitazioni prima della crisi sono stati molto meno esagerati. La sistemazione dei bilanci procede quindi in modo relativamente rapido nei paesi interessati dalla crisi, come negli Stati Uniti. Ciò è evidente anche da un confronto con il processo di adeguamento in Svizzera dopo lo scoppio della bolla immobiliare negli anni Novanta. Allora ci sono voluti 12 anni per dimezzare e stabilizzare definitivamente il volume dei crediti nel settore edile (cfr. grafico 21). La correzione in Irlanda dovrebbe essere ora in gran parte completata. Infatti, secondo i calcoli della Banca centrale irlandese, anche il patrimonio immobiliare soggetto ai crediti si è quasi dimezzato dal 2007 prima di salire di nuovo dalla fine del 2013. Attualmente, i prezzi delle abitazioni in Irlanda aumentano di nuovo sensibilmente rispetto all'anno precedente. Un nuovo forte ciclo di prezzi delle case nasconde però a medio termine il rischio di aumentare di nuovo a livelli critici i valori di sostenibilità relativamente più elevati. Ciò vale anche per la Gran Bretagna, dove il governo con il nuovo programma di promozione per l'acquisto della casa di proprietà «Help to buy» ha fatto ulteriormente salire i prezzi immobiliari. Nel primo semestre del 2014, in Spagna e in Portogallo invece è stato registrato ancora un ulteriore calo dei prezzi delle abitazioni rispetto all'esercizio precedente. La rettifica dei bilanci delle banche nell'Eurozona, che è stata ulteriormente portata avanti quest'anno con l'introduzione dell'Unione bancaria, è un passo importante verso la normalizzazione del contesto dei crediti. Con bilanci sani le banche possono di nuovo aumentare la loro concessione di crediti in caso di una continuazione della ripresa congiunturale negli stati interessati dalla crisi. Anche le nuove operazioni mirate di rifinanziamento a lungo termine (TLTRO) della BCE dovrebbero fornire un certo supporto. Queste operazioni, in caso di un aumento del volume dei crediti alle società non finanziarie private, offrono alle banche commerciali condizioni di rifinanziamento a lungo termine molto vantaggiose. Nel frattempo, il miglioramento della situazione si riflette nei risultati sempre più positivi dei sondaggi tra le banche sulla concessione di crediti. A differenza dell'ampio riconoscimento e iscrizione a bilancio (rettifica di valore) dei rischi di credito maturati in passato nei bilanci bancari, un effetto frenante per una dinamica di credito in ripresa rimane invece la concreta liquidazione dei vecchi oneri per liberare di nuovo alla fine le risorse vincolate e permettere ai beneficiari del credito interessati una nuova partenza. Finora, nei paesi della bolla immobiliare si riscontra solo negli Stati Uniti un notevole progresso nella ristrutturazione definitiva dei crediti in sofferenza. In questo paese, la quota dei crediti in sofferenza sul volume complessivo dei crediti sta andando verso il livello precedente la crisi (cfr. grafico 22). Negli altri paesi, la quota è sempre a livelli elevati o ultimamente ancora in aumento. Una rapida regolamentazione dei vecchi oneri e soprattutto una ripresa congiunturale sostenibile sono ora determinanti per poter cogliere alla fine i frutti dei pesanti adeguamenti. Una chiara inversione di tendenza nelle insolvenze delle imprese e sul mercato del lavoro è la condizione affinché il fabbisogno di rettifica presso le banche e presso i beneficiari del credito non aumenti ancora ulteriormente, ma diminuisca gradualmente. Nello scenario di base di una moderata e costante ripresa congiunturale, la concessione di crediti nell'Eurozona dovrebbe di nuovo registrare una ripresa nel prossimo futuro. Non bisogna tuttavia aspettarsi un salto quantico nei nuovi crediti. Non vi 9 sono incentivi della BCE in grado di cambiare molto questa situazione. Per contro, in Svizzera non esiste affatto la questione della rettifica dei vecchi oneri – a causa del tasso costantemente basso dei crediti in sofferenza. E anche nel caso di un peggioramento del contesto congiunturale, sulla base della precedente analisi non vediamo alcun acuto e forte rischio del sistema per il settore finanziario, nonostante la dinamica crescita delle ipoteche degli ultimi anni e l'indebitamento lordo relativamente elevato delle famiglie. Le disposizioni per la concessione di crediti, inasprite dalla politica e dalle banche stesse, e l'incentivo fiscale, diminuito a causa del bassissimo livello dei tassi, a non ammortizzare le ipoteche dovrebbero inoltre avere un effetto frenante sull'andamento della quota di debito. Grafico 22: Crediti in sofferenza, in % di tutti i crediti in essere 14 13 12 11 10 9 8 7 6 5 4 3 2 1 0 [email protected] 2000 2001 2002 2003 2004 2005 2006 2007 2008 2009 2010 2011 2012 2013 1Q14 Svizzera Spagna Irlanda Italia USA Portogallo Fonte: Banche centrali nazionali, Raiffeisen Research 10 EDITORE TEAM Raiffeisen Svizzera, Economic Research Economista capo Martin Neff Brandschenkestrasse 110d, CH-8002 Zurigo Tel.: 044 226 74 41 E-Mail: [email protected] Roland Kläger (Svizzera) Tel.: 044 226 74 22 E-Mail: [email protected] Alexander Koch (UME, Germania) Tel.: 044 226 74 37 E-Mail: [email protected] Santosh Brivio (Economia mondiale) Tel.: 044 226 74 35 E-Mail: [email protected] Domagoj Arapovic (USA, Economia mondiale) Tel.: 044 226 74 38 E-Mail: [email protected] Desiderate abbonarvi a questa pubblicazione? 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