II Lunedì 19 Maggio 2014 STUDI & CARRIERE La Camera ha approvato la nuova normativa penalistica a tutela del territorio Riflettori dei legali puntati sui nuovi reati ambientali Pagine a cura di MARIA CHIARA FURLÒ Ilva di Taranto, la Terra dei Fuochi in Campania e lo stabilimento Tirreno Power di Vado Ligure. I casi di cronaca di queste settimane hanno dato una spinta al riordino del diritto ambientale, una materia che gli studi legali non sottovalutano più da tempo. Un settore che sta crescendo e che ha mol- L’ Antonella Capria ti occhi puntati addosso. Il disegno di legge in materia di reati ambientali approvato qualche settimana fa in prima lettura alla Camera e ora all’esame del Senato (A.S. n. 1345 «Disposizioni in materia di delitti contro l’ambiente») prevede l’introduzione di quattro nuovi reati, inseriti nel titolo VI bis «Dei delitti contro l’ambiente» del codice penale. In particolare vengono introdotti gli illeciti d’inquinamento ambientale, di disastro ambientale, di traffico e abbandono di materiale di alta radioattività e impedimento del controllo. Nelle novità si dà spazio, inoltre, a una confisca molto ampia, visto che in caso di condanna o patteggiamento per uno dei nuovi delitti ambientali, oppure per associazione a delinquere finalizzata alla commissione di delitti ambientali, il giudice ha l’obbligo di ordinare la confisca di ciò che costituisce il prodotto o il profitto del reato e di quello Supplemento a cura di ROBERTO MILIACCA [email protected] e GIANNI MACHEDA [email protected] che è servito a commetterlo. Viene modificato anche il decreto legislativo 231 del 2001 in tema di responsabilità delle persone giuridiche, integrando l’elenco dei reati e prevedendo specifiche sanzioni pecuniarie per chi li commette. Tuttavia, va sottolineato che la proposta di introdurre nuove fattispecie sanzionate penalmente in materia di diritto ambientale non è nata con questa legislatura. Già in quelle passate vennero proposti dei disegni di legge con la medesima finalità, che ebbero però minor fortuna. Infine, la stessa Unione europea (da ultimo con la Direttiva 2008/99/CE) ha richiesto agli stati membri di tutelare l’ambiente mediante la predisposizione di sanzioni penali efficaci. Secondo la maggior parte degli avvocati intervistati da Affari Legali questo disegno di legge fa compiere alla normativa sul diritto ambientale un passo avanti necessario e ricercato ormai da tempo. Come sottolinea Antonella Capria, partner del dipartimento ambientale dello studio Gianni Origoni Grippo Cosa prevede il ddl sui reati ambientali NUOVI REATI. Quattro i delitti introdotti nel codice penale: • • • • DISASTRO AMBIENTALE: punisce con il carcere da 5 a 15 anni chi altera gravemente o irreversibilmente l'ecosistema o compromette la pubblica incolumità. INQUINAMENTO AMBIENTALE: prevede la reclusione da 2 a 6 anni (e la multa da 10 mila e 100 mila euro) per chi deteriora in modo rilevante la biodiversità (anche agraria) o l'ecosistema o lo stato del suolo, delle acque o dell'aria. Se non vi è dolo ma colpa, le pene sono diminuite da un terzo alla metà. Scattano invece aumenti di pene per i due delitti se commessi in aree vincolate o a danno di specie protette. TRAFFICO E ABBANDONO DI MATERIALE DI ALTA RADIOATTIVITÀ: colpisce con la pena del carcere da 2 a 6 anni (e multa da 10 mila a 50 mila euro) chi commercia e trasporta materiale radioattivo o chi se ne disfa abusivamente. IMPEDIMENTO DEL CONTROLLO: chi nega od ostacola l'accesso o intralcia i controlli ambientali rischia la reclusione da 6 mesi a 3 anni. AGGRAVANTE ECOMAFIOSA. In presenza di associazioni mafiose finalizzate a commettere i delitti contro l'ambiente o a controllare concessioni e appalti in materia ambientale scattano le aggravanti. Aggravanti, peraltro, sono previste anche in caso di semplice associazione a delinquere e se vi è partecipazione di pubblici ufficiali o incaricati di pubblico servizio. SCONTI PENA. Pene ridotte da metà a due terzi nel caso di ravvedimento operoso: ossia se l'imputato evita conseguenze ulteriori, aiuta i magistrati a individuare colpevoli o provvede alla bonifica e al ripristino. RADDOPPIO PRESCRIZIONE. Per i delitti ambientali i termini di prescrizione raddoppiano. Se poi si interrompe il processo per dar corso al ravvedimento operoso, la prescrizione è sospesa. OBBLIGO CONFISCA. In caso di condanna o patteggiamento della pena è sempre ordinata la confisca dei beni che costituiscono il prodotto o il profitto del reato e delle cose servite a commetterlo o comunque di beni di valore equivalente nella disponibilità (anche indiretta o per interposta persona) del condannato. CONDANNA AL RIPRISTINO. Il giudice, in caso di condanna o patteggiamento della pena, ordina il recupero e dove tecnicamente possibile il ripristino dello stato dei luoghi a carico del condannato. GIUSTIZIA RIPARATIVA. In assenza di danno o pericolo, nelle ipotesi contravvenzionali previste dal codice dell'ambiente si ricorre alla «giustizia riparativa» puntando alla regolarizzazione attraverso l'adempimento a specifiche prescrizioni. In caso di adempimento il reato si estingue. COORDINAMENTO INDAGINI. In presenza dei delitti contro l'ambiente («reati spia»), il pm che indaga dovrà darne notizia al procuratore nazionale antimafia. Caterina Flick Cappelli & Partners: «Vengono previste sanzioni assai incisive, quali l’incapacità di contrarre con la pubblica amministrazione (tranne che per il delitto di impedimento del controllo). Inoltre, il fatto che i nuovi reati siano delitti, e non già contravvenzioni, e che siano dunque puniti più severamente, fa si che l’autorità giudiziaria possa disporre di strumenti investigativi più incisivi, quali le intercettazioni; inoltre, i termini di prescrizione, legati all’entità della pena, sono conseguentemente più lunghi». L’auspicio dei professioni professionisti del diritto è che la tutela dell’ambiente venga perseguita non solo attraverso un’adeguata normazione relativa agli aspetti patologici del fenomeno, ma anche e soprattutto attraverso una sempre più intensa attività di prevenzione, vigilanza e controllo del territorio. «Il vero problema risiede nel fatto che l’intervento del giudice penale arriva sempre dopo che il danno è stato fatto e quindi la tutela resta necessariamente parziale. Occorre in realtà un’attività preventiva specifica», commenta Caterina Flick dello studio Nunziante Magrone, che continua: «È importante, in particolare, il fatto che vi sia il coinvolgimento immediato delle imprese che, spesso e volentieri, sono protagoniste dell’inquinamento ambientale. Occorre tuttavia, a mio avviso, un ripensamento e migliore coordinamento tra Fabrizio Iliceto i nuovi delitti ambientali e il «codice dell’ambiente», al fine di non svuotare di significato le norme già esistenti». D’accordo con lei anche la collega Francesca Bonino di Nctm: «La tutela dell’ambiente andrebbe in primo luogo affidata a politiche di prevenzione e non alla repressione di comportamenti che hanno già prodotto un danno, talvolta irreparabile. L’introduzione di nuove fattispecie di reato è sicuramente uno strumento che, se ben utilizzato dalla magistratura, potrà contribuire ad innalzare il livello di tutela. Solo a posteriori sarà comunque possibile verificare se le nuove sanzioni, molto più severe di quelle oggi applicabili alle violazioni ambientali, avranno quell’effetto deterrente che tutti ci auguriamo». Voce fuori dal coro quella di Fabrizio Iliceto partner di BVR&Partners che teme una sovrapposizione di norme: «È ancora presto per poter dare un giudizio compiuto, tutta- STUDI & CARRIERE Lunedì 19 Maggio 2014 Luned III Qualche dubbio sorge per la sovrapponibilità di alcune norme Francesca Bonino Federico Peres via, qualche considerazione «causa di non punibilità» come critica potrebbe muoversi a spiega Germana Cassar, questa proposta. In partico- amministrativista e partner lare, la disciplina della tutela del dipartimento ambiente ambientale è già affidata a tre ed energia dello studio legale diversi corpi normativi: Codice Macchi di Cellere Gangemi: dell’ambiente (dlgs n. 152/06), «Il primo caso consiste in una Codice dei beni culturali e del diminuzione significativa della paesaggio (dlgs n. 42/04) e Te- pena nei confronti di chi si adosto Unico in materia edilizia pera per evitare che l’attività (dpr n. 380/01); ciascuno dei delittuosa sia portata a consequali commina sanzioni penali guenze ulteriori, aiuta concreper le offese o anche solo per le tamente l’autorità giudiziaria condotte che espongono a pe- nell’individuazione degli autoricolo l’ambiente, completando ri, ovvero provvede alla messa il reticolo d’incriminazioni già in sicurezza e alla bonifica del piuttosto fitto del codice pena- sito e, se possibile, al ripristino le. È pur vero che il diritto si dello stato dei luoghi. Si può anche chiedere la deve adeguare alle evoluzioni della società, tuttavia, sareb- sospensione per un anno del be forse preferibile intervenire procedimento penale, durante sulle norme esistenti, magari il quale il corso della prescriinasprendo in certi casi il trat- zione resta sospeso, per operatamento sanzionatorio, piuttosto che introdurre nuove incriminazioni, con il rischio di generare duplicazioni, sovrapposizioni e affastellamenti». Un po’ dubbioso anche Federico Peres, fra i fondatori di B&P avvocati: «Aspettiamo il testo definitivo prima di commentare, tuttavia non credo che il raggiungimento di uno ‘sviluppo sostenibile’ passi da un approccio esclusiPierfrancesco Federici vamente punitivo. Certo, fatti gravi impongono re un concreto ravvedimento sanzioni proporzionate, tutta- operoso. La «causa di non puvia queste, di per sé sole, non nibilità», invece, riguarda chi bastano a garantire un’effetti- volontariamente rimuove il pericolo o elimina il danno da lui va tutela dell’ambiente». Fra gli elementi più interes- stesso provocato, prima che sia santi della proposta di legge esercitata l’azione penale». Anche la previsione del radc’è il riferimento al fenomeno delle ecomafie, un business del doppio dei termini di prescrivalore pari a circa 16 miliar- zione dei nuovi delitti contro di di euro all’anno, secondo le l’ambiente ha colpito gli avvostime di Legambiente. È, in- cati intervistati, ad esempio fatti, espressamente prevista Pierfrancesco Federici, una aggravante per il reato partner di Baker & McKendi associazione a delinquere, zie: «Con questa previsione il qualora l’associazione sia fina- legislatore ha voluto garantilizzata alla commissione di re- re una effettiva ed efficace reati ambientali. Sempre nell’ot- pressione dei reati ambientali tica della lotta all’ecomafia, si a dispetto dei ben noti probleprevede l’obbligo del pubblico mi di lentezza della giustizia ministero di informare il pro- italiana, nonché l’estensione curatore nazionale antimafia alla materia ambientale della di ogni indagine relativa alla responsabilità amministraticommissione dei nuovi reati va degli enti dipendente da ambientali, in modo da garan- reato di cui al dlgs 231/2001, tire il massimo coordinamento che esporrà anche la società delle attività giudiziarie. a sanzioni amministrative di Molto importanti anche il una certa consistenza. A tal «ravvedimento operoso» e la proposito, rileviamo che l’am- Germana Cassar pliamento della responsabilità amministrativa dell’ente non riguarda l’intera gamma delle fattispecie delittuose di nuova introduzione. Difatti, il nuovo reato di impedimento dei controlli ambientali sembra restar fuori, ferma restando la responsabilità penale personale del soggetto attivo del reato». Se ci fossero già i nuovi reati i recenti casi di cronaca come sarebbero stati gestiti? «Sicuramente le cose sarebbero state diverse», dice Antonio Bana, penalista e partner dell’omonimo studio legale. «Se si fa riferimento a procedimenti penali passati, la griglia di alternative a tutela dell’ambiente si è allargata, basti pensare alla confisca più ampia, l’aggravante della forma associativa, le misure interdittive e le sanzioni pecuniarie per la modifica della legge 231/2001 in tema di quote ovvero: per l’inquinamento ambientale (da 250 a 600 quote), per il disastro ambientale (da 400 a 800 quote), per l’associazione a delinquere Luca Geninatti Satè (comune e mafiosa) aggravata (da 300 a 1.000 quote)». Un settore legale in crescita quello del diritto ambientale, Antonio Bana che gli studi tengono d’occhio e in cui si specializzano sempre di più. «La percezione è che vi sia una crescente strutturazione di dipartimenti o settori specificamente dedicati al diritto ambientale», commenta Luca Geninatti Satè, counsel di Legance, che continua: «Si tratta di una tendenza che, per quanto sia ancora graduale in ragione dell’afferenza del diritto dell’ambiente a molteplici ambiti disciplinari, richiede in ogni caso una particolare sinergia fra le competenze di settore e la visione d’insieme delle problematiche ambientali. Si registra sicuramente una crescita del settore per quanto concerne l’assistenza legale e anche il contenzioso, crescita indotta dal fatto che la tutela dell’ambiente è un aspetto divenuto cruciale nello sviluppo delle attività economiche e che esso è caratterizzato da un significativo incremento della regolazione e da un’elevata complessità tecnica». © Riproduzione riservata L’ultima fotografia sull’illegalità ambientale scattata da Legambiente
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