Bufera Carige, agli sportelli code di clienti

IL SECOLO XIX
savona / provincia
IMPIEGATI COSTRETTI A RASSICURARLI: «LO SCANDALO RIGUARDA I VECCHI VERTICI»
Bufera Carige, agli sportelli
code di clienti preoccupati
Class action di 250 azionisti contro Berneschi: il tribunale deciderà lunedì
GIOVANNI VACCARO
La notizia dell’arresto di
Giovanni Berneschi, l’ex padre-padrone di Banca Carige, ha preoccupato molti clienti, che ieri mattina hanno chiesto chiarimenti e rassicurazioni nelle agenzie in tutta la provincia. Una paura effettivamente poco
motivata, dato che i vertici finiti sotto
inchiestaeranogiàstatiazzeratialcunimesifa,quandola“guerradellepoltrone” fra banca e fondazione aveva
visto uscire sconfitto proprio il gruppo di Berneschi. Ma intanto si avvicina una data importante, quella di lunedì 26, quando il Tribunale civile di
Genovadovràdeciderel’ammissibilitàdiunaclassactionpromossada250
piccoli azionisti Carige contro la vecchia gestione della banca, con l’obiettivo di chiedere un risarcimento per i
danni subiti a causa della svalutazione del titolo negli ultimi due anni.
«Le notizie dell’arresto di Berneschi hanno ovviamente spaventato i
clienti – confermano alcuni dipendenti di Carige -, molti avevano paura
che fosse in crisi la banca. Abbiamo
spiegatoatutticheloscandaloriguarda i vecchi vertici. Oggi invece c’è un
management completamente nuovo,
fatto da persone con le idee chiare e
soprattuttochelavoranoperlabanca.
Lapressionesudinoiperirisultatida
raggiungere resta elevata, ma non ci
sono più questi personaggi. Chi lavora qui era molto più preoccupato
quandoai“pianialti”volavanoschiaffoni tra quei “grandi manager” che si
contendevano soltanto delle poltrone e hanno creato questa situazione».
I conti dei risparmiatori sono quindi
al sicuro, mentre i piccoli azionisti
stanno affilando le lame in vista delle
azioni giudiziarie contro i vecchi padroni. L’operazione di pulizia avviata
dai magistrati genovesi e dalla guardia di finanza sembra essere stata
premiata anche dal mercato della
Borsa: ieri sera, alla chiusura, il titolo
Carige aveva guadagnato l’1,21%, sia
grazie all’effetto trascinamento dell’ottimagiornatadiscambideibancari sia come rimbalzo dopo il crollo di
mercoledì. E quindi la preoccupazionedeiclientisièmitigataconilpassare delle ore.
Resta però aperto il capitolo della
class action, che potrebbe rappresentare un’altra grana nel futuro di Berneschi.Isegnalidiunapoliticagestionale spregiudicata erano già emersi
unpaiodiannifa,quandoBancaCarige aveva spinto l’acquisto delle sue
azioni nei confronti dei clienti e degli
stessi dipendenti. Subito dopo il titolo cominciò a perdere valore. Da 1,5
euroadazionedel7febbraio2012,nel
giro di meno di due mesi l’azione Carige valeva la metà. Nel febbraio 2012
la decisione del cda di rimborsare in
anticipo sotto forma di azioni un
bondconvertibiledaoltre391milioni
di euro. Una mossa che aveva provocatoilrapidodeprezzamentodeltitolo. Subito dopo un’altra stoccata:
Banca d’Italia spulcia i conti di Carige
e li boccia, costringendo il blocco dei
dividendieimponendounpianodirisanamentoconlavenditadiassetnon
indispensabili e con l’aumento di capitale previsto per giugno. A quel
punto i piccoli azionisti hanno detto
bastaesisonoorganizzatiperchiedere conto alla gestione Berneschi delle
loro perdite. Lunedì i giudici esamineranno l’istanza presentata dall’avvocato Mirella Viale, dello studio fondato dal professor Francesco Galgano, a nome di circa 250 piccoli azionisti per ottenere il risarcimento dei
danni subiti a causa delle “pratiche
commerciali scorrette” dei vertici
dellabancaincaricafinoal30settembre scorso. L’accusa è di aver fornito
“informazioni lacunose, incomplete,
fuorvianti e persino menzognere sulSAVONA.
Giovanni Berneschi, ex presidente Carige, per un anno è ancora membro del Cda di Carisa
BORSA OK
La fine della vecchia
gestione accolta
bene dalla Borsa:
ieri il titolo Carige
ha preso l’1,21%
lostatodisalutedellabanca”.Nonsolo ai clienti, ma anche agli stessi funzionari, spesso in buona fede perché
neppure loro erano al corrente di
quanto stesse accadendo nelle stanze
dei bottoni.
Frailavoratoridelgruppobancario
(che comprende soprattutto Carige e
Carisa) resta quindi l’amarezza: «E’
quella di aver lavorato per anni mentreaiverticisigiocavapraticamentea
RisikooaMonopoli–raccontanoidipendenti -. Siamo molto amareggiati
per quello che è successo alle nostre
spalle.Abbiamoassistitoalottedipoterechenonconcepiamo,sentendole
voci che riecheggiano da Genova ci
domandiamo se questi personaggi
stavano operando per la banca o per i
fatti loro. È una domanda retorica,
ovviamente.Leguerreperlepoltrone
sono purtroppo così e forse è stato un
bene che ci sia stato quello scossone
che l’anno scorso aveva fatto uscire
Berneschi».
«DROCCHI DEVE RISARCIRE
524 MILA EURO ALL’ERARIO»
Nel mirino il maxi progetto del polo sportivo, mai realizzato
VADO LIGURE. Dopo l’arresto nel
maggio 2011 con l’accusa di aver intascato tangenti sotto forma di sponsorizzazioniperlasuasquadradibasket
e dopo il conseguente licenziamento
intronco,oraperRobertoDrocchi,ex
ingegnere capo del Comune di Vado,
arrivaun’altraaccusa.LaProcuradella Corte dei Conti ha chiesto che l’ex
funzionario responsabile del settore
lavoripubblicisiacondannatoarisarcire alle casse dell’erario 524mila euro. Soldi che il Comune aveva pagato
alla società Vado Project s.r.l. per avviare il maxiprogetto del polo sportivo vicino allo stadio “Chittolina” con
un palasport da 1300 posti, l’annessa
struttura commerciale e quattro palazzine con in totale 81 appartamenti.
L’operazione immobiliare avrebbe
dovuto essere portata avanti in
project financing dalla società appositamente costituita dalla Futura Costruzioni e dalla Pamfood: i privati
avrebbero costruito il polo sportivo
recuperandolaplusvalenzadellaparte residenziale concessa dal Comune.
Mailprogettononèmaidiventatorealtà, tanto che ora il Comune sta procedendo con un concorso di idee per
Roberto Drocchi
concentrare nella stessa area tutti gli
istitutiscolasticidiVado.Ilproblema,
però, è che Drocchi aveva regolarmentepagatoleduetranchepercomplessivi 524mila euro, anche se i lavori non erano mai iniziati. Era sua facoltà farlo, visto che in qualità di capo
settore firmava lui stesso le determine,maimagistraticontabilicontestano una spesa per un progetto mai andato in porto.
È probabile che Drocchi, assistito
dall’avvocato Fausto Mazzitelli, presenti ricorso contro l’accusa sostenendo la correttezza del suo operato.
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FALSE FATTURE PER MEZZO MILIONE E FINTI CREDITI
Ingannavano le banche
indagine per bancarotta
Crac Naval, scarcerato Roberto Colombo, 48 anni
«Sono libero, ho rispo- sentante della “Advanced Solution
stoalledomandedelgiudice,penso srl”inrapporticonlaNaval.Secondi aver chiarito, non posso dir nul- do quanto rimarcato dai militari la
la, ci sono indagini in corso. Ci sarà “Naval” (società addetta alle fornipoi il processo. Chiarirò tutto. So- ture di bordo delle navi) già a partire dal 2008 si trovava in stato di inno incensurato».
È tranquillo, ieri pomeriggio ha solvenza a causa di difficoltà ecorisposto al suo telefonino subito nomiche.Standoalleindagininegli
dopo la nota stampa della Guardia anni successivi e fino al 17 giugno
di Finanza in cui viene annunciato 2011 -data in cui il tribunale di Sail suo arresto per bancarotta frau- vona ha sancito il fallimento della
dolenta risalente ad una decina di società- i due, Colombo e Cerone,
giorni fa. Il crac della sua agenzia avrebbero compiuto numerose irmarittima savonese, la “Naval regolarità falsificando le scritture
Provveditoria srl” che aveva sede a contabili. Per poter continuare a
Vado e in via Chiodo, in porto a Sa- ricorrere al credito ingannando sia
vona, è oggetto di inchiesta penale. gli istituti bancari che i propri fornitori.
Risulta
La sua era
coinvolto nell’inun’agenzia spedagine, con un
cializzata nel pre“ruolo determistare assistenza a
nante” secondo la
bordo delle navi.
Finanza, anche
A partire da beni e
Giovanni Sardo,
servizi. Roberto
contabile della
Colombo, 48 anNaval Provvedini, ne era l’ammitoria e sempre senistratore unico.
condo i finanzieri
Orahal’obbligodi
“ideatore delle irfirma al comando
regolarità comdi via Famagosta.
messe tanto che il
Era stato arrestaGiudice per le into dai finanzieri Il colonnello Zechender
dagini preliminagiovedìdellascorsa settimana dal nucleo di polizia ri ha emesso nei suoi confronti,
tributaria del colonnello Massimi- nonché di Colombo, un provvediliano Zechender. Ieri è stato dira- mento di sequestro preventivo di
mato dal comando il comunicato beni immobili e mobili pari a cirstampadellaGuardiadiFinanza in ca 150 mila euro” recita la nota del
cui viene riferito l’arresto di Co- comando.
Le Fiamme Gialle attorno alla
lombo,assistitodall’avvocatoLuca
“Naval” hanno ricostruito un giro
Somà.
Nel frattempo dopo l’arresto (ai di false fatture nei confronti di
domiciliari) c’è stato ad inizio set- clienti stranieri per oltre mezzo
timana, lunedì, l’interrogatorio di milione di euro, crediti fittizi per
garanzia davanti al giudice per le oltre 800 mila euro indicati nella
indagini preliminari che ha dispo- contabilità, cause simulate con
istitutidicreditoperoltre380mila
sto la revoca dei domiciliari.
Bancarotta fraudolenta è l’accu- euro. Il tutto per giustificare indesa nei confronti non solo di Rober- biti prelievi di contante dalle casse
to Colombo, originario di Genova, societarie.
ma anche di Salvatore Cerone, re- A. P.
sidente a Vercelli, legale rappre- © RIPRODUZIONE RISERVATA
SAVONA.
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RICHIESTA DELLA CORTE DEI CONTI ALL’EX DIRIGENTE DEL COMUNE DI VADO
IL CASO
SABATO
24 MAGGIO 2014
Ilbandoprevedevaunatranchedipagamento per la progettazione, che è
stata effettivamente redatta ed è correttamente conservata in Comune,
mentre la seconda tranche avrebbe
dovuto essere saldata solo con l’avvio
dei lavori. Il cantiere non fu mai aperto, eppure Drocchi firmò ugualmente
gli ordini di pagamento anche di quest’ultima. «L’amministrazione comunale aveva emesso un bando pubblico, quindi aperto a tutti – spiega il
sindacoAttilioCaviglia-.Dopol’arresto di Drocchi io ed il segretario comunale eravamo stati convocati dalla
Procura della Corte dei Conti per
spiegare l’iter del bando. Tra l’altro
noi avevamo anche già chiesto la restituzione dei soldi pagati indebitamente, ma non sono mai arrivati».
Tra l’altro, dopo l’arresto di Drocchi,
il segretario comunale Stefania Caviglia aveva annullato l’atto con cui l’ingegnere aveva disposto il secondo acconto alla Vado Project, 346mila euro, giudicato illegittimo. La Procura
contabile punta anche il dito su irregolarità da parte di Drocchi per favorirelaVadoProject.Secondol’accusa,
infatti, gli atti firmati dall’ex ingegnere del Comune avrebbero anche pregiudicato la libera concorrenza. La
garaeraandatadesertaeDrocchiaveva incaricato direttamente la società.
G. V.
SORPRESO IN UN BAR DI VADO CON DUE ETTI DI STUPEFACENTE
Cuoco trentaduenne
arrestato e condannato
VADO. Arrestato e condannato a 8
mesi per spaccio di droga.
Durante un controllo della polizia
sull’Aurelia, all’interno del bar “Le
Cinema” a Vado, Andrea Poggio,
cuoco di 32 anni, residente a Borghetto è stato sorpreso con un etto
di marijuana.
Giovedì pomeriggio gli agenti lo
hanno sorpreso durante un controllo tra gli avventori del locale insieme ad un gruppo di tossicodipendenti e pregiudicati. Il cuoco, originario di Alessandria, da poco tempo
nel savonese, aveva con sè uno zai-
netto a tracolla. Dentro un sacchetto di cellophane, contenente circa
un etto di marijuana, in fiori e foglie
essiccati che è stato subito sequestrato. Il cuoco è stato arrestato e
portato nelle camere di sicurezza
della Questura in attesa del processo per direttissima di ieri mattina in
tribunale a Savona. Dove Poggio è
stato condannato a 8 mesi. La polizia ha controllato tutti gli avventori
del bar “le Cinema” sull’Aurelia dopo che all’interno era stata segnalata la presenza di pregiudicati.
A. P.
CAIRO. IL SETTANTENNE SOFFRIVA DI CRISI DEPRESSIVE
Muore carbonizzato sull’auto
per i carabinieri è un suicidio
UN ANZIANO di Cairo Montenotte è
stato trovato carbonizzato all’interno
della sua automobile vicino al cimitero di località Carretto. L’ipotesi più
probabile è che si tratti di un suicidio.
L’allarme è scattato intorno alle ore
19, quando alcuni passanti hanno notato le fiamme divampare dall’auto e
hanno telefonato ai vigili del fuoco
del distaccamento di Cairo, che sono
arrivati immediatamente sul posto.
Domate le fiamme, la tragica scoperta: all’interno dell’abitacolo i vigili del
fuoco hanno infatti visto un uomo,
ormai senza vita e, stando a prime informazioni, con il corpo quasi completamente carbonizzato.
L’automobile è stata trovata giù da
una piccola scarpata, pochi metri
sotto al livello della strada. Non è
chiaro se il mezzo sia scivolato in
quel punto per cause accidentali, e
già avvolto dalle fiamme, oppure se
l’uomo possa averlo guidato fuori
strada prima che si innescasse l’incendio. Le indagini, condotte dai carabinieri della compagnia di Cairo
Montenotte, stanno quindi cercando
di far luce sulle cause che hanno portato alla tragica fine del settantenne.
L’uomo pare soffrisse di depressione.
Il magistrato di turno, sostituto procuratore Cristiana Buttiglione, ha disposto l’autopsia.