IL SECOLO XIX cronache MARTEDÌ 4 MARZO 2014 23 SOLDI NONOSTANTE I MALAFFARI, NEL MIRINO IL VECCHIO MANAGEMENT. POSSIBILE ACCUSA DI ACCESSO ABUSIVO AL CREDITO Dal crac Pesce nuova indagine su Carige «Sospetti i rapporti con la “rete” del costruttore». E il pm chiede un dossier alla Finanza I TRE FILONI IL CASO MATTEO INDICE QUELL’IMPERO immobiliare andava verso il dissesto. E il suo “re” e i suoi discendenti erano accusati di distribuire mazzette o esportare milioni sottobanco. Eppure Carige rinnovava fidi e prestiti, esponendosi in modo parecchio «anomalo», come registrerà più avanti la Banca d’Italia. Ora però i rapporti sospetti fra la “rete” da cui si era circondato Pietro Pesce, boss del mattone fra Genova e il Savonese fino a pochi anni fa, e il vecchio management della Cassa di Risparmio nell’era Berneschi, finiscono dritti sotto inchiesta. Neigiorniscorsiilsostitutoprocuratore Francesco Pinto ha ordinato una seriediaccertamentiaifinanzieridelnucleo di polizia tributaria, chiedendo di farlucepropriosull’incredibileliaison. Il fascicolo al momento è per bancarotta: la reMUTANDE lazione del curaE TANGENTI tore sul fallimenLa figlia fu to dell’impresa di fermata con costruzioni ha nibanconote fattimessoinluce ulteriori straneznegli slip dopo quelle al confine ze, che già aveva stigmatizzato Bankitalia. Se gli accertamenti delle Fiamme Gialle dessero riscontro a quello che è più d’un sospetto, potrebbe configurarsi il reato di «accesso abusivo al credito». Oppure di «concorso in bancarotta» per i banchieri che hanno continuatoaforaggiarePescenonostantene stesse combinando di tutti i colori. Il casoderivadaun’altraindaginenatain modo rocambolesco: la perquisizione alla frontiera di Giovanna Pesce, una delle figlie di Pietro, sorpresa cinque anni fa con 270mila euro nelle mutande.DalìinpoilaFinanzascopreunmare di soldi in nero che Pesce intascava nelle compravendite, e un po’ di bustarelle allungate ad amministratori assortiti per sbloccare progetti, pratiche poco ortodosse e per diluire il cromo esavalente d’un capannone vicino alla Stoppani di Cogoleto. I capitali in nero usciti dalla fatturazione erano smistati invece verso un complesso circuito offshore tra Lussemburgo, Montecarlo e le Virgin Giovanni Berneschi L’INCHIESTA MADRE Gestione complessiva della banca nell’era Berneschi: ipotesi di falso in bilancio, riciclaggio, false comunicazioni alle autorità di vigilanza, al momento contro ignoti (PROCURA GENOVA) Pietro Pesce LA NUOVA TRANCHE Crediti facili all’impero immobiliare del costruttore Pietro Pesce tramite una rete di intermediari nonostante le inchieste per mazzette e dissesto finanziario (PROCURA GENOVA) Andrea Nucera IL CASO SAVONA Crediti facili al faccendiere Andrea Nucera a ridosso del crac: ipotesi di concorso in bancarotta fraudolenta, sei indagati (PROCURA SAVONA) GIUSEPPE MUSCOLO COLPITO IERI MATTINA IN VIA ROMA, SOCCORSO DA UN COLLEGA IL SUO EX AVVOCATO VIENE AGGREDITO IN STUDIO «BLITZ DEI RIVALI DOPO UNA CAUSA VINTA» LA CAUSA, perlomeno dal punto di vista dell’avvocato, era andata più che bene. Il problema è che l’esito nonèstatoaffattograditodallacontroparte, che ha fissato un appuntamento in studio per «gli ultimi chiarimenti». Ma evidentemente con obiettivi ben diversi dalla dialettica (post) processuale. E alla fine è successo che gli “sconfitti” non avevanogranchévogliadiparlare,quanto piuttosto di aggredire il legale che ai loro occhi - era la causa di tutti i problemi. A farne le spese è stato Giuseppe Muscolo, 56 anni, legale tra i più noti in città (anche) per essere stato a lungo ingaggiato da Pietro Pesce, la cui bancarotta ha fatto accendere ulteriormente i fari della Procura sulla passata gestione di Banca Carige. L’aggressione a Muscolo è avvenuta nella mattinata di ieri, all’interno dello studio di via Roma dove il professionista lavora insieme ai propri collaboratori. Il legale aveva gestito una causa civile per la suddivisione di un immobile in comunio- La polizia indaga sul caso ne dei beni. Ai suoi clienti è andata evidentemente bene, mentre la controparte non si è rassegnata granché al verdetto. Perciò, dopo una brevissima discussione, sono passati alle vie di fatto: Muscolo è stato difeso da un collega e dopo pochi minuti sul posto è intervenuta la polizia. Gli aggressori sono stati identificati, l’avvocato è stato medicato al Galliera e giudicato guaribile in una settimana. M. IND. Islands. Per quei fatti Pesce aveva patteggiato due anni, via processuale seguita pure dalla figlia. Il tribunale aveva condannato in primo grado a sette il commercialista Davide Reverdito (riciclaggio e corruzione); due anni e sei mesi e interdizione dai pubblici uffici della stessa durata per Stefano Parodi (ai tempi Pdl), ex primo cittadino di Albisola Marina, destinatario d’una mazzetta da 49mila euro; due anni all’ex collaboratore di Pesce e consigliere comunale di Celle Ligure, Alberto Ferrando(listacivica“InsiemeperCelle”), intermediario della tangente e condannato per concorso in corruzione; due anni all’agente immobiliare Carmelo Chinnici per evasione fiscale; un anno all’avvocato genovese Giuseppe Muscolo, ex legale del costruttore, per concorsoinviolazionedisigillineicantieri sequestrati (la Finanza lo intercettò mentre dispensava suggerimenti su un’area inquinata sotto sequestro, consigliando «di spararci un sacco di acqua sopra e via», «ovviamente stando attenti a non violare i sigilli»). La nuova inBANCHIERI chiesta rappresenta l’altra metà SOTTO TIRO della mela. Per- La Procura chédopoaverfatchiede to luce sulle atti- di indicare vità fuorilegge i referenti dell’impero imin banca mobiliare, la Procura si concentra ora sugli effetti di quelle pratiche. Ovvero il tracollo della società, bancarotta fraudolenta. E il rischio - secondo gli investigatori molto «consapevole» che la Cassa dei genovesi corse foraggiando la cricca, esponendosi per 20 milioni.Chi,dell’entouragePesce,aveva stabili rapporti con la banca? Sono gli stessi già protagonisti del primo processo? E perché Carige nella sua vita precedente (il rinnovo del management ha fatto tabula rasa di certe procedure) lo trattava così bene? È ciò che il pm Pinto ha chiesto di scoprire alla Finanza. Il caso è simile a quello dei “crediti facili” concessi al faccendiere savonese Andrea Nucera, per il quale è indagato l’ex padre-padrone dell’istituto Giovanni Berneschi. Trattandosi di fatti “specifici”, potrebbe produrre conseguenze giudiziarie in tempi più rapidi rispetto all’inchiesta madre sulla gestione complessiva della banca fino al 2012/2013, in corso già da mesi. © RIPRODUZIONE RISERVATA LE TENSIONI NEI GRUPPI PARLAMENTARI SI RIPERCUOTONO NELLE SITUAZIONI LOCALI ANCHE IN LIGURIA Liti ed espulsioni, tra i Cinque stelle è clima di rivolta Genova, il Meet-up caccia un attivista: «È stato un processo sommario». Altri tre esclusi dal forum EMANUELE ROSSI NELL’ATTESA di riveder le Stelle delle urne alle prossime europee, anche il gruppo storico del Movimento 5 stelle genovese si consuma in liti ed epurazioni, proprio come i loro omologhi portavoce alla Camera e al Senato. L’ultimo caso è di pochi giorni fa: l’ultima assemblea plenaria del Meet up degli “Amici di Beppegrillo Genova - gruppo storico” ha sancito l’espulsione di Angelo Di Fede, con 68 voti favorevoli e 26 contro. Di Fede, sessantenne ed ex candidato con la lista Consumatori-Pensionati convertito al grillismo nel 2009, era uno dei coordinatori dei gruppi di lavoro del Meet up genovese. La sua colpa? Aver mandato ai parlamentari grillini una proposta personale (ma condivisa dal “gruppo di lavoro”) sulla redistribuzione dei rimborsi elettorali restituiti dai parlamentari pentastellati in un fondo per finalità socio-assistenziali, ed aver apposto la firma accanto a quella del Meet up genovese. Senza averne titolo. Aver peccato, quindi, di “troppa” iniziativa tanto che da Roma sono poi giunte richieste di spiegazioni ai coordinatori dei Cinquestelle genovesi. E così, lo scorso 26 febbraio Di Fede ha affrontato l’assemblea con una difesa di dieci Un’immagine del Vaffa-day di Genova minuti, che non è bastata a evitargli l’espulsione.«Sonoancoramoltoamareggiatomanonvoglio commentare la decisione del Meet up, posso anche aver sbagliato ma di certo non in malafede,purtroppoc’èchièprontosubitoaiprocessisommari»,commental’attivistaalSecoloXIX. Attenzione, Di Fede non è stato espulso dal Movimento, per quello la decisione spetta allo staff centrale, cioé a Grillo-Casaleggio e collaboratori. Essendo iscritto al portale di Beppe Grillo, può ancora partecipare alle votazioni e addirit- tura auto-candidarsi alle primarie on-line, ma il portavocedelM5SgenoveseStefanoCamisasso fa sapere che ne verrà comunque chiesta l’espulsione. Il caso di Di Fede non è però passato liscissimo nell’assemblea né sul forum del Meet up, che è un organo fondamentale dell’organizzazione dei grillini, dove vengono decisi i temi da approfondire. Proprio sul forum sono comparsi negli ultimi giornimessaggidisolidarietàversodiluiedicriticaalle modalità con le quali è stato allontanato. Anche perché non sarebbe il primo caso: a leggere nel Forum infatti compaiono anche i casi di Loredana Massone,excoordinatricedelgruppo“Europa”,di Massimiliano Masola e di Patrizia Sustar. «Nessuno di loro è stato “espulso” dall’assemblea - chiarisce Camisasso - per questo non ci sono state votazioni. Semplicemente sono stati allontanati dai forum e dalle assemblee perché hanno violato parti del regolamento, come avviene in ogni organizzazione». Stadifattocheiltemadelleespulsioniagitaassai i Cinque Stelle genovesi dopo il successo del V Day in “casa”. Pare che il capogruppo Paolo Putti si sia rifiutato di votarle nelle assemblee e che Mauro Muscarà non vi abbia partecipato. [email protected] © RIPRODUZIONE RISERVATA COME FUNZIONANO I MEET-UP GRUPPI DI LAVORO SUI FORUM E “PLENARIE” COSÌ IL “GRUPPO STORICO” DETTA LA LINEA ••• SE BEPPE è la voce e Casaleggio è il cervello, i Meet up sono un po’ i muscoli del Movimento 5 stelle. Sparsi ovunque, garantiscono l’attività sul territorio, il proselitismo e anche - per quanto possibile in una forza che punta moltissimo sull’attività in rete - la concretezza al momento di organizzare le attività e le proposte. Nella città di Grillo la storia dei Meet up non è stata affatto rose e fiori: dei tanti gruppi sorti spontaneamente prima ancora della nascita del Movimento, alla fine il più importante (quello da cui sono poi stati scelti i consiglieri comunali, per intendersi) è proprio il “Gruppo storico” degli “Amici di Beppe Grillo”. Fondato, tra gli altri, dall’ex assessore provinciale dell’ Idv Manuela Cappello, nel 2010 il gruppo fu protagonista di una lite furibonda con il Meet up 20, tra accuse di violazione di password e minacce di azioni legali. Alla fine il “Gruppo storico” insieme ad altri coordina- menti territoriali riuscì a trasformarsi nella lista a Cinque stelle capitanata da Paolo Putti (che all’epoca era coi No Gronda di Murta) che raccolse un ottimo risultato alle comunali del 2012. Da allora il Meet up resta il “circolo” in cui si decide e si organizza l’attività dei grillini genovesi. Ne fanno parte 1.054 persone. Di questi, gli “attivisti” veri e propri sono circa 200. Molta importanza, però hanno anche le discussioni nei forum del gruppo on line, dalle quali i coordinatori del Meet up scelgono le proposte da trattare nelle assemblee. Plenarie dove “uno vale uno”, certo, ma vale anche la militanza, il “grado” conquistato sul campo e l’attività passata: così se è vero che tutti possono dire la loro è vero anche che la discussione è guidata e organizzata dal gruppo dei consiglieri comunali. È nelle plenarie che vengono decise anche le esclusioni dal gruppo. E. ROS.
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