II B3 Preghiera in famiglia UNITI NELLA PREGHEIRA “Se due di voi sulla terra si metteranno d’accordo per chiedere qualche cosa, il Padre mio nei cieli gliela concederà” (Matteo 18,19) Scheda catechistica per i genitori Invito alla Preghiera Gesù. Parla della “necessità di pregare sempre, senza stancarsi mai” (Lc 18,1). Aggiunge: “Chiedete e vi sarà dato, cercate e troverete, bussate e vi sarà aperto. Perché chiunque chiede riceve, e chi cerca trova, e a chi bussa sarà aperto. In verità vi dico ancora: se due di voi sulla terra si metteranno d’accordo per chiedere qualunque cosa, il Padre mio che è nei cieli gliela concederà” ( Mt 7,7-8; 18,19). San Paolo Scrive alle sue comunità cristiane: “In ogni occasione, pregate con ogni sorta di preghiere e di suppliche nello Spirito… Con ogni sapienza istruitevi e ammonitevi a vicenda con salmi, inni e canti ispirati, cantando a Dio nei vostri cuori” (Ef 6,18; Col 3,16). I Padri della Chiesa I Padri della Chiesa invitano i cristiani a pregare prima e dopo i pasti. Per Ippolito Romano la preghiera deve ritmare la giornata: al mattino, prima di recarsi al lavoro, durante il giorno, alla sera, prima di andare a letto, a mezzanotte. Giovanni Crisostomo raccomanda: “Anche di notte alzati, mettiti in ginocchio e prega. Bisogna che la tua casa sia continuamente un oratorio, una chiesa”. Giovanni Paolo II Nella Lettera Familiaris Consortio scrive: “La preghiera in famiglia ha due caratteristiche. È preghiera fatta in comune ed è preghiera radicata nell’esperienza di famiglia e ha come contenuto la stessa vita di famiglia. Gioie e dolori, nascite e compleanni, anniversari, partenze, lontananze e ritorni, scelte, la morte,… devono segnare il momento favorevole per il rendimento di grazie, per l’implorazione, per l’abbandono fiducioso della famiglia al comune Padre che sta nei cieli”. “Per mezzo dello Spirito, che ci rende figli di Dio, gridiamo «Abbà! Padre!». Lo Spirito viene in aiuto alla nostra debolezza. Non sappiamo come pregare in modo conveniente, ma lo Spirito stesso intercede con gemiti inesprimibili” (Rm 8,15 e 26) Perché pregare Tagliare i ponti con il Cielo si finisce per arrotolarsi su se stessi. Un’autosufficienza che si può pagare a caro prezzo, come quella del ragno. C’era una volta un piccolo ragno intraprendente. Dopo il rigido inverno, si svegliò ai primi tepori primaverili. Uscì dalla sua fessura in cima all’albero, già ricoperto delle prime foglie. Disse tra sé: il tempo è propizio per iniziare a costruire la mia tela. Anzitutto decise di tessere con la sua bocca il primo solido filo, che fissò a un alto ramo. Quindi, incominciò a costruire la sua tela, fortemente ancorata al robusto filo che scendeva dall’alto. Giorno dopo giorno, con paziente lavoro, la sua ragnatela si allungò e si estese su gran parte dell’albero. Più si ingrandiva la tela, più aumentavano le prede: moscerini, mosche… farfalle. Il ragno, oramai cresciuto e padrone di sé, quotidianamente ispezionava la sua tela, riassettava gli strappi, verificava la solidità del filo al quale era sospesa la sua ingegnosa opera di tessitura. L’estate portò un ulteriore aumento di provviste. Il ragno era particolarmente felice e soddisfatto della sua opera. Arrivò, però, l’autunno e con esso i primi freddi, prede sempre più scarse, giornate avvolte nella nebbia sempre più fitta. Una mattina il ragno si svegliò di pessimo umore. Com’era solito fece il suo giro d’ispezione. Salì in alto. Giunto alla sommità della sua tela, guardò in su e vide il filo dal quale era sceso nella lontana primavera e al quale aveva sospeso la sua estesa ragnatela. Avvolto dalla nebbia e immerso nelle sue preoccupazioni, si domandò. “A che serve questo filo verso l’alto?”. Con un colpo netto lo tagliò. La tela, tessuta con pazienza e fatica, precipitò rovinosamente a terra. Il ragno, appeso ad essa, si trovò, senza speranza, impigliato e imprigionato in un cumolo di fili. (Racconto tratto da Jens Johannes Jörghensen). Risponde il salmista: “Se il Signore non costruisce la casa, invano si affaticano i costruttori. Invano vi alzate di buon mattino e tardi andate a riposare” (Salmo 127,1-2). Attesta uno scrittore credente: “L’uomo per innalzarsi, deve inginocchiarsi” (Giovanni Papini). Dice l’esperienza cristiana: “Pregare è aprire nuovi orizzonti nella nostra vita: è parlare con Dio e chiamarlo «Papà», è affidare al Signore sfoghi, preoccupazioni, attese, è unire la nostra debole voce a quella di Cristo, è riconoscere con stupore la presenza misteriosa del Signore… Pregare insieme Nella tradizione della Chiesa la famiglia cristiana ha conosciuto e continua a sperimentare diverse forme ed espressioni di preghiera. • • • • • • • • • • • la preghiera del mattino e della sera la benedizione prima dei pasti il ringraziamento per il raccolto il perdono vicendevole: dato o richiesto l’invito al sacerdote di benedire la casa l’invocazione del Signore per la guarigione di un famigliare la recita del Rosario il pellegrinaggio della famiglia a un santuario la lettura insieme della Bibbia la partecipazione della famiglia alla messa domenicale talvolta la recita di Lodi o di Vespri Come pregare in coppia, con la famiglia? Il dialogo tra coniugi ed eventualmente con i figli più grandi può aprire a soluzioni impreviste e coraggiose.
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