Il Pd impazzisce per la Cupola

40 ANNI CONTRO IL CORO
41207
DOMENICA7 DICEMBRE 2014
9 771124 883008
Direttore Alessandro Sallusti
G ilgiornale.it
Anno XLI - Numero 290 - 1.40 euro*
AFFARI E RESE DEI CONTI
Il Pd impazzisce per la Cupola
Domani torna
il settimanale
Altro che mazzette nere, «Mafia Capitale» fa esplodere i democratici: tutti contro tutti d’inchiesta
Pure Zingaretti nei guai per un’assessore. Così Buzzi & C. cercavano di contattare Alfano de «Il Giornale»
Partecipate, il direttore del casinò guadagna più della Merkel
L’ultima bomba è quella sotto la poltrona del
governatoredelLazioZingaretti.Lasuaassessore è accusata di essere la «spia» della Cupola.
EsplodeilPdromano,ormaiètutticontrotutti.E
icapidellecoopcercavanodiparlareconAlfano.
AMMINISTRATORI INCAPACI
Sindaci ladri o ciechi,
sono comunque
tutti da cacciare
servizi da pagina 2 a pagina 8
di Vittorio Feltri
B
reveriflessionesuifattaccidi
Roma, che non è più un’esagerazione leghista definire
ladrona. Non abbiamo letto i rapporti degli investigatori, e ciò che
sappiamo- non molto - loabbiamo
appreso dai media, pertanto non ci
addentriamonellequestionigiudi-
ziarie.Undatoperòèsicuro:ilsistemafurfantescoeraconsolidatoefaceva perno sulla collaborazione
stretta fra politici, responsabili delle casse pubbliche, e criminali che
erano riusciti a intrufolarsi nelle
stanze del (...)
segue a pagina 4
FONDI AL PROGETTO PERIFERIE
Il governo regala
uno spot da 200 milioni
a Renzo Piano
FATTE SALVE ECCEZIONI TERRITORIALI (VEDI GERENZA)
lconvegnoèdedicatoalpoeta, ma il sottosegretario
commemora il giurista. Se
il prendere fischi per fiaschi e
l’arrampicarsisuglispecchifosserospecialitàolimpiche,FrancescaBarracciu sarebbe tornataaRomadallasuaSardegnacaricadimedaglie,senzanullada
invidiareaFleurPellerin,ministro francese della Cultura che,
a fine ottobre, ammettendo di
non sapere chi diavolo fosse il
suo connazionale (...)
segue a pagina 3
Antonio Signorini
a pagina 9
VERSO IL COLLE?
L’architetto Renzo Piano è dato
tra i papabili per il Quirinale
IL LEADER DI FORZA ITALIA VUOLE ANCHE LA PARITÀ EURO-DOLLARO
Berlusconi lancia la rivoluzione fiscale
«Aliquota unica per tutti al 20%». Sul governo: «Sta sbagliando, ma se fa riforme giuste le votiamo»
Fabrizio de Feo
Il leader di Forza Italia, Silvio Berlusconi, ha lanciato ieri
lasuapropostaperlarivoluzione fiscale: «Ridurre le imposte,
meno tasse, meno tasse, meno
tasse su famiglie, lavoro e imprese. Serve una rivoluzione fi-
scale. Serve una flat tax con aliquotaal20%». Sulpatto del Nazaerno, Berlusconi ha detto:
«Renzi ci ha presentato un progettougualeainostri,nonpotevo venir meno alla nostra coerenza».
PARALISI ECONOMICA
S&P ha dato la conferma:
Renzi sa solo promettere
di Renato Brunetta
a pagina 10
a pagina 11
Amanti, gaffe e colbacco: Hollande presidente da cabaret
di Cristiano Gatti
L’OMICIDIO DEL BIMBO
O
La mamma di Loris
sul luogo del delitto
gni popolo ha il suo Crozza. Il
nostro ha dei numeri, ma i
francesinehannounoletteralmenteirresistibile. Si esibisce sempre
a braccio, fuori dagli schemi rigidi di
un canale televisivo o di un teatro.
Nonhaneppuredateeappuntamenti
incartellone,nonhaautori,nonhaalle spalle diplomi da Actors Studio.
Può creare in qualsiasi momento e in
qualunque situazione, sui due piedi.
È un improvvisatore (...)
N. Materi e V. Raffa
Undettaglioemergedall’indaginesullamortedelpiccoloLoris:per6minutilamamma sarebbe stata proprio
nei pressi del canale dove fu
gettato il piccolo.
alle pagine 14-15
segue a pagina 12
di Nicola Porro
»
Zuppa
di Porro
Toh, l’odiata Fiat
ha salvato
i posti di lavoro
decisamente più fruttuoso per un politico o
un sindacalista creare
10 posti di lavoro che evitare
se ne perdano 100. Nel primo
caso, tutti a incensare l’opera
buonaegiustarealizzata.Magari grazie alle imposte tolte
dalle tasche dei cittadini e
spesso per posti di lavoro improduttivi.Alcontrario,evitare che si perdano occasioni di
impiego implica(...)
È
segue a pagina 20
L’UOMO CHE FA RIDERE (E VERGOGNARE) LA FRANCIA
*
SPEDIZIONE IN ABB. POSTALE – D.L. 353/03 (CONV. IN L. 27/02/2004 N. 46) – ART. 1 C. 1 DCB-MILANO
Giampaolo Iacobini
I
di Magdi Cristiano Allam
D
Giuristi per poeti
La beata ignoranza
del sottosegretario
segue a pagina 2
L’IMMIGRAZIONE CRIMINALE
i fronte alla sconvolgente inchiesta
«Mafia Capitale» - il cui giro d’affari
principale è legato alla gestione dei
clandestini e dei rom e al persistere
deglisbarchiedellestragidiclandestini-sefossimo veramente uno Stato di diritto e una nazione
dedita al bene comune, un governo preposto a
salvaguardare l’interesse supremo degli italiani
avrebbe dovuto procedere con decreti legge per
rendere immediatamente esecutivi:
1) La fine degli ingressi illegali dei clandestini
e, di conseguenza, delle operazioni Mare Nostrum o Frontex.
2)Lafinedelfiumedidenaropubblicodestinatoallecooperativeoassociazionipertutteleattivitàlegateaiclandestinieagliimmigratiirregolari.
3) Lo scioglimento di tutte le aziende pubbliche o parificate di proprietà dei Comuni, delle
Province e delle Regioni con i bilanci in perdita,
trasferendo le loro competenze a aziende private vincolate al rispetto della missione sociale.
4)PromuoverelagestioneimprenditorialedelleistituzionidelloStato,assicurandouncorretto
rapporto tra competenze, personale e bilancio,
per garantire il miglior risultato al minor costo e
nei tempi più rapidi.
5) Sanzionare nel modo più severo, alla stregua del tradimento della Patria, tutti coloro che
risultano coinvolti nello sperpero e nell’appropriazione indebita del denaro pubblico.
Se fossimo un Paese che si rispetti, in cui tutti i
cittadinisonougualidifronteallalegge,sisarebbegiàdovutononsoloscioglierelagiuntaeilconsigliocomunaledi Roma,ma inquisiretuttalafiliera coinvolta nella criminale operazione di appropriazione indebita di denaro pubblico, che
vede coinvolti la criminalità (...)
SCIVOLONE DELLA BARRACCIU
2 IL FATTO
Domenica 7 dicembre 2014 il Giornale
__
ROMA SOTTO CHOC L’inchiesta Mondo di mezzo
il caso
Roma
E
se dopo il Campidoglio
toccasseallaRegioneLazio? Per ora sono rumors,unvociaresemprepiùfrenetico: una corda che sembra
stringersiattornoalfeudodiNicola Zingaretti. Già da giorni
Francesco Storace sente puzza
di bruciato: vuole sapere perché mesi fa è stato revocato alla
coop Capodarco l’appalto da
61milioniperlagestionedelRecup, il sistema per la gestione
delle prenotazioni sanitarie.
Vuole capire se quella riunione
del 5 maggio, pochi giorni prima che scadesse il bando per il
nuovo appalto, in una riunione
nell’ufficiodelpotentissimoSalvatoreBuzzi,siparlasseproprio
di quell’appalto. Vuole sapere
se dietro la sospensione di tutte
le gare si nasconda il desiderio
difavorireleattualisocietàassegnatarie,chebeneficianodelregime di proroga.
Dubbi. Per il momento solo
dubbi. Che aumenteranno dopo la puntata di Report in onda
stasera su Rai3, nel corso della
quale andrà in onda un’inchiesta di Giorgio Mottola sui bandi
per i dirigenti regionali. Un po’
troppoprevedibili.«Tuttigliultimidirettorigenerali-recital’anticipazione del servizio - sono
stati scelti dopo rigorosissime
selezioni,ilcuiesitoeraperòstatoprevistodaqualcunoconmoltimesi dianticipo, in alcuni casi
primaancorachevenisseindetto il bando. Attraverso questi
concorsisonostatinominatinellaRegioneguidatadaZingaretti
finora ben 63 dirigenti esterni,
quasiildoppiodiquellidell’epocaPolverini».Naturalmenteibeneficiati non sono scelti a caso:
«Tra i vincitori e i nominati da
ZingaretticisonoanchedirigentidelPd,familiaridipoliticiillustri,condannatierinviatiagiudizio.TuttialibropagadellaRegioneconstipendicheoscillanotra
i100milaei180milaeuroall’anno».
E poi c’è il caso di Paola Var-
SOLUZIONE CREATIVA
Ora Marino per salvarsi
si inventa i dirigenti
comunali «a turno»
vazzo, già assessore alle Politichesocialidellagiuntadicentrosinistra dimessasi nell’aprile
del2013 aseguitodelle indagini
sul marito Marzio Micucci, funzionario dell’ufficio delle dogane accusato di aver intascato
una tangente. La Varvazzo secondo un’informativa dei Ros
neimesiprecedentil’incaricoallaPisana(comeprecisalaRegione) avrebbe fornito documenti
utiliaBuzziperscreditareilgiudice del Tar Linda Sandulli che
aveva sospeso un appalto vinto
dalle coop di Buzzi in una strutturalacuimanutenzioneeracuratadaunasocietàdaleiparteci-
Zingaretti nei guai
Il suo ex assessore
spia della cupola
’
di Andrea Cuomo
Secondo il Ros la Varvazzo, già titolare delle Politiche sociali,
passò documenti a Buzzi. La Regione: ma non era in carica
Autodifesa del sindaco
AL «MANIFESTO»
Con Buzzi non ho avuto
conversazioni di lavoro,
si tenta ancora una volta
di alzare un polverone
DETECTIVE IGNAZIO
Soldi dal re delle coop?
Non sapevo se fosse
un criminale, non sono
un investigatore
SODALIZIO Nicola Zingaretti
e Ignazio Marino
pata. Classico caso di conflitto
d’interessi.
E Ignazio Marino? Il sindaco
nella tempesta non abbandona
la nave capitolina che affonda e
siinventa alla bisognauna rotazione dei dirigenti «a cominciare dagli incarichi apicali di tutte
le strutture». Una decisione che
nonspostadiunavirgolalepolemiche, soprattutto sulle contestate donazioni di Buzzi per la
sua campagna elettorale. Su
questo, il sindaco balbetta delle
giustificazioni: «Buzzi? Non sapevo se fosse un criminale, non
sono un investigatore».
Il valzer della disperazione
mentre l’orchestrina suona e la
poltrona vacilla. Il capogruppo
di Forza Italia Davide Bordoni
proponel’autoscioglimentodel
Consiglio comunale per «evitare l’onta dello scioglimento per
infiltrazioni mafiose». Invoca le
dimissioniancheilM5Scapitolino, che ha tappato le orecchie
conlacerapernonsentirelesirene del consigliere radicale elet-
CAOS A 5 STELLE
In Campidoglio il M5S
offre aiuto. Ma Grillo:
«Il primo cittadino lasci»
to nella lista civica per Marino
RiccardoMagi,chehaoffertolorolavicepresidenzadell’assemblea capitolina per sostenere
Marino. «Siamo pronti a collaboraresullequestioniprincipalicheinteressanoaicittadinima
non a entrare in giunta», dice
concilianteilcapogruppogrillino Marcello De Vito. Più duri
Beppe Grillo e Gianroberto Casaleggio:«Perilbenedellacittàe
delPaese,Marinofacciaunpasso indietro». Quello che pensano tutti, a Roma e in Italia.
Il commento
AMMINISTRATORI
CIECHI O DISONESTI
MANDATELI A CASA
dalla prima pagina
(...)potere, ricoprendo ruoli importanti,al punto che era affidatoloro il
compito di gestire a vario titolo ingenti capitali, gran parte dei quali
piovevanonellelorotascheenonsolo nelle loro.
Ciò precisato, i sindaci e gli assessori di ogni colore, avvicendatisi in
Campidoglio e alla Regione Lazio,
dovrebbero ora spiegare come abbianofattoanonaccorgersidiessersi circondati da una quantità cospicua di farabutti patentati, tra cui
non mancavano colli da forca, ex
picchiatori, avanzi di galera. Cosa
dobbiamo pensare? Che essi non
abbiano letto i curriculum di coloro
ai quali avevano delegato la conduzione di campi rom, case popolari
eccetera, un giro di milioni e milioni che poi non servivano ad assisterepoveriedemarginati,maagonfiareletaschedellabandaerelativiaffiliati?
Fosse così, fatta salva (forse) la loro buona fede, vorrebbe dire che si
sono comportati con una leggerezza imperdonabile, ai limiti dell’incoscienza. Se invece, come è più
probabile, gli amministratori erano
consapevoli di avvalersi dell’opera
di malviventi e non li hanno cacciati, per quieto vivere o convenienza
personale,devono subito dimettersidaogniincaricoerassegnarsiapagare.Chipoinonsiedepiùsupoltrone di spicco faccia ammenda e abbandoni la scena politica, in attesa
che la giustizia ne decida la sorte.
Non è ammissibile, in ogni caso,
che personaggi con funzioni istituzionali di rilievo, davanti allo scandalo, fingano di essere sorpresi, si
giustifichino in maniera infantile:
ero all’oscuro, non c’ero e se c’ero
dormivo. L’associazione per delinquereinfatti agiva daparecchianni,
eracostituitadafamosi criminalied
è difficile credere che i loro referentipoliticineignorassero iprecedenti penali, consentendo che maneggiasserodenaropubblicosenzasentire l’esigenza di effettuare controlli. Insomma non la beviamo; siamo
piuttostoportatia supporreche essi
tollerassero il malcostume dei corruttori e dei corrotti perché era anche il loro modus vivendi, e non avvertivano neanche il pericolo di essere sgamati nella convinzione che
ladisonestànelPalazzofosseunelemento indistinguibile dall’arredamento.
Da notare che qualche avvisaglia
c’era stata un paio di anni fa allorchélaRegioneLaziofuinvestitadalla burrasca, causa prelievi illegittimi di soldi dal fondo riservato ai
gruppi consiliari. In sintesi, numerosi politici spendevano montagne
di euro per sé, anziché per l’attività
dipartito.Lapresidente,RenataPolverini, chiamata a renderne conto,
dichiarò di non essere al corrente
delle ruberie. Fu costretta a dimettersi in anticipo sulla scadenza del
mandato.
Una domanda resta in sospeso: è
lecito che chi sta in alto non si degni
di guardare in basso per verificare
dove finiscano i quattrini pubblici?
Vittorio Feltri
IL FATTO 3
Domenica 7 dicembre 2014 il Giornale
ROMA SOTTO CHOC L’inchiesta Mondo di mezzo
BABELE DEMOCRATICA
IL LEADER INDIGNATO
Matteo Renzi (39 anni), premier e segretario del
Pd. «Quello che emerge - ha detto dell’ultimo
scandalo romano - fa letteralmente schifo.
Abbiamo diritto di sapere chi ha rubato» [Ansa]
IL VITTIMISTA INSOFFERENTE
Giuliano Poletti (63 anni), ministro del Lavoro ed
ex leader di Legacoop. «Stufo di essere tirato in
ballo per una foto del 2010», ha detto della sua
cena con gli indagati di Mondo di mezzo [Ansa]
IL COMMISSARIO TERMINATOR
Matteo Orfini (40 anni), presidente del Pd
e commissario del Pd di Roma. «Azzerare e
ricostruire - ha detto -. E bloccare i congressi, per
mettere fine alla cancrena correntizia»
[Ansa]
IL GARANTISTA UOMO DI MONDO
Piero Grasso (70 anni il 1° gennaio), presidente
del Senato ed ex magistrato. «Per sciogliere un
Comune ci vuole ben altro», ha detto in merito
all’inchiesta Mondo di mezzo
[Olympia]
il retroscena
di Laura Cesaretti
Roma
B
lindareIgnazioMarinoe
fare piazza pulita delle
correnticheaRomaenel
Lazio hanno fatto il bello e (come emerge dalle inchieste) soprattutto il cattivo tempo. Ai
quali è stato inviato un messaggio chiaro: per il Pd romano ora
inizia «l’anno zero», per le cordatedi poterechefinorasisono
mosse è finita la pacchia.
È questo il mandato su cui si
muove il commissario voluto
da Matteo Renzi nella Capitale,
MatteoOrfini,cheieriharingraziato i tre indagati Pd (Ozimo,
Il Pd perde la testa per Roma
E la Bindi attacca il premier
Lo scandalo manda il partito nel panico. Orfini ai consiglieri comunali: niente trucchi,
tanto il candidato resta Marino. Ma nel Lazio la fronda anti Renzi adesso è più debole
PatanèeCoratti)peressersiautosospesi dal partito. Ai consigliere democrat riuniti a porte
chiusevenerdìOrfinihamandato un messaggio chiaro: «Se si
dovesse tornare a votare, sia
chiarocheilcandidatorestaMarino». Chi pensasse di giocare
di sponda con le opposizioni
(grillinieForzaItalia)checavalcanola propostadi scioglimen-
to del Comune per togliere di
mezzo il sindaco «marziano» e
riacquistare spazio, è avvertito.
«Non siamo tutti uguali», mandaadireilbracciodestrodiRenzi, Luca Lotti, «non possiamo
tollerare zone grigie, non possiamo tollerare che la politica
venga assimilata al malaffare.
Lapolitica,labuonapoliticadeve allontanare le ombre».
Per Matteo Renzi non tutto il
malevienepernuocere:lo«schifo»emersodall’inchiestaglifornisce l’occasione per accelerare l’opera di rottamazione dei
vecchi assetti di potere del Pd.
Assettiinpartealuiapertamente avversi, in parte anche saliti
inextremissulcarrodelvincitoreperriciclarsi,marispondenti
a logiche estranee al renzismo
dellaprimaora.Ilfattocheilterremotoromanopossaindebolire anche il ruolo del presidente
della Regione, Nicola Zingaretti(chelaminoranzaPdhaspessoindicatocomepotenzialeanti Renzi) non dispiace troppo a
Palazzo Chigi.
Il fronte anti Renzi, dal canto
suo,provaadutilizzareilpolverone romano contro il premier.
figuracce da sottosegretario
La beata ignoranza della Barracciu Faraone l’«okkupatore»
Doveva ricordare Sebastiano Satta (poeta) ma parla di Salvatore (giurista). «Colpa del mio staff»
ora non va più a scuola
dalla prima pagina
Ci mancava solo il sottosegretario all’Istruzione che non
puòandarenellescuole.Nonci
sono le condizioni o si rischiano strumentalizzazioni, la sostanza non cambia. Certo, nella prima espressione nessuno
accusa nessuno e nella secondachiparlaindicanell’avversario il colpevole potenziale. In- BEI TEMPI
fatti«mancanzadellecondizio- Davide Faraone
ne», lo dice Davide Faraone,
giovane ma già scafato esponente del Pd e sottosegretarioall’Istruzione.E«rischiodistrumentalizzazioni»lodiconoglistudentichestannooccupandoilliceoVirgilio diRoma, doveFaraone era
atteso venerdì scorso proprio nella sua veste di
rappresentante del governo. Ma dove all’ultimo
momento ha preferito non andare perché, tradotto dal politichese in italiano, non era aria.
Eilmotivoèprestodetto.Neigiorniprecedenti
ilquotidianoLaStampaaveva pubblicatoinprima pagina una lettera aperta del sottosegretario
chericordavalesue«okkupazioni»,quandoscopriva la passione politica e «il sesso nei sacchi a
pelo». Le reazioni di insegnanti, genitori e studenti contrari all’autogestione didattica non si
erano fatte attendere. E quindi la visita è saltata.
(...) Patrick Modiano, fresco Nobel per la letteratura, si scusò
confessando candidamente «di
non aver letto un libro negli
ultimi due anni».
In Italia la vice di Dario
Franceschini ha fatto di più. E
meglio. O peggio, a seconda dei
punti di vista. Invitata a Nuoro
ad un evento sulla figura di
Sebastiano Satta, il vate della
Barbagia, il sottosegretario lo ha
confuso con Salvatore Satta,
altra figura di spicco del
panorama culturale nuorese
ma, a differenza del
parzialmente omonimo poeta,
fine giurista. Poco dopo aver
presa la parola, al levarsi dei
primi brusii dalla platea
evidentemente ferrata in
materia, la Barracciu si sarebbe
prontamente giustificata
(riferiscono le cronache locali)
riconducendo la svista ad un
equivoco: «Confondo sempre i
IGNARA Francesca Barracciu
loro nomi di battesimo». Salvo
procedere oltre caparbiamente,
fino ad incappare nella topica
risolutrice di ogni residuo
dubbio, attribuendo a
Sebastiano Satta il romanzo Il
giorno del giudizio, frutto della
penna di Salvatore Satta.
In sala stupore, sui giornali
del giorno dopo clamore e
polemiche. «Il sottosegretario
non c’entra: è stato esposto alla
pubblica derisione a causa di
errori miei», s’è affrettato a
spiegare il suo addetto stampa,
Vassili Casula, precisando:
«Considerata l’impossibilità per
il sottosegretario di provvedere
da sé all’intervento, in quanto in
missione istituzionale
all’estero, sono stato io ad
elaborarlo». E lei, di rimando: «È
stata una leggerezza del mio
staff». Parole che sono bastate a
mandare in archivio il caso,
come se fosse normale, per un
sottosegretario alla Cultura,
farsi preparare gli interventi da
altri.
Nel 2011, per il portavoce
dell’allora ministro Gelmini che
in un comunicato magnificava
«il tunnel tra il Cern e i
laboratori del Gran Sasso,
costruito grazie ai 45 milioni
investiti dal governo», il Pd
pretese l’intervento della
commissione Cultura della
Camera.
Di fronte agli inciampi del
sottosegretario Barracciu non si
muove foglia. Silenzi da
egemonia culturale 2.0.
Giampaolo Iacobini
IerièstatoilturnodiRosyBindi,
che dopo aver aperto il «fuoco
amico» sul ministro Poletti
(«Deve chiarire») ha mirato direttamente al presidente del
Consiglio:«Conosciamo tuttila
sua determinazione, l’abbiamo vista sul Jobs Act e sulla Costituzione.Miaugurocheutilizziunpo’dipiùquestasuadeterminazione anche verso la lotta
alle mafie». Poi la presidente
dell’Antimafia ha annunciato
di voler «indagare a fondo» anche lei, usando la Commissione, sul caso Roma, avviando
un’inchiesta parallela e convocando una serie di audizioni,
dal procuratore Pignatone al
sindacoMarinoalprefetto.«Siè
messa in testa di ripercorrere le
ormediViolantesulcasoAndreotti», ironizza un parlamentare
del Pd, dove più d’uno nutre il
sospettochelaBindivogliausare la Commissione per pilotare
politicamente il caso, tenendo
aperta l’opzione dello scioglimento per mafia del Comune.
GliesponentidelPdfinitiavario titolo nel cono d’ombra dell’inchiesta «Mafia Capitale» intanto si difendono. C’è Micaela
Campana, deputata e membro
dellasegreteriaPdinquotabersaniana, che denuncia con «indicibile rabbia» il «linciaggio
mediatico» nei suoi confronti,
perquel messaggino telefonico
aSalvatoreBuzzi:«Hovistoripetutamenteilmionomesbattuto
CONTI IN SOSPESO
La pasionaria: Matteo
sia determinato sulla
mafia come sul Jobs Act
inprimapaginaassociatoallavicenda di Mafia Capitale. Il tutto
perunsalutocheiousoabitualmente, come è facilmente riscontrabile,eperunaconversazione priva di fondamento tra
duepersonaggi».Campanasottolinea di non aver mai presentato l’interrogazione che gli veniva sollecitata da Buzzi a propositodelcentrodiaccoglienza
diCastelnuovodiPorto.Respingonolastessaaccusaanchedue
potenti parlamentari romani, il
segretarioregionaleLuigiMelilli e l’ex consigliere comunale di
lungo corso Umberto Marroni.
4 IL FATTO
Domenica 7 dicembre 2014 il Giornale
ROMA SOTTO CHOC L’inchiesta Mondo di mezzo
il caso
di Gian Maria De Francesco
Roma
L
a «cupola» della Capitale ha un volto affaristico
che,aunocchioinesperto,potrebbesembrareinnocuo
e persino benefico. Servizi di
raccolta differenziata dei rifiuti, manutenzione delle piste ciclabilieaccoglienzadegliimmigratiedellemadrisingle.Inrealtà, gli appalti concessi dal Comune di Roma e dalle cittadine
sono la sostanza del «romanzo
criminale» scritto da Massimo
Carminatie dal suo braccio destro Salvatore Buzzi.
Tutto ruota attorno alla Cooperativa29Giugno che rappresentail centro di un impero criminale. I rami si chiamano: 29
giugno Servizi, Formula Sociale, Eriches 29, Crd Immobiliare, Sarim Immobiliare, Crisalide, 29 Energy Green Sial e Rogest.Aquestesiaggiungelapartecipazione a diversi consorzi
tra i quali Raccolta Differenziata Roma, Raccolta Differenziata Roma Due e Formula Ambiente.Chiarochesiaproprioil
business dei rifiuti a portare in
cassa circa il 40% dei 60 milioni
Dai rifiutialle pulizie:
l’impero coop di Buzzi
comandavala città
Nonc’eraunagaraincuila«Coop 29giugno» elesueundici
affiliate nonpartecipassero. Salvini: «Ora unsindaco leghista»
1.137
38
Le pagine dell’ordinanza,
sintesi di 14 faldoni di indagine(circa14mila pagine) quasi tutti su Buzzi
Gli arresti dei carabinieri.
BuzziarrivavaagliappuntamenticonlasuaAudiQ5
(vettura da 70mila euro)
lossodell’imperodellaLegaCoop cui Salvatore Buzzi era affiliato. Quest’ultimo ne parla in
un’intercettazione del 15 gennaio2014incuidescrivesinteticamente il sistema politico-affaristico che fa capo alla sinistra non solo nella Capitale ma
anche nei Paesi della Provincia. «I nostri assi nella manica
perfarcivincelagaradovrebbero essere la Cesaretti per conto
diSel(…)Corattichevenerdìce
vadoaprendeunbelcaffèemetto in campo anche Cosentino,
GLI AFFARI SPORCHI
La banda si alimentava
grazie agli appalti
concessi dal Comune
di euro del 2013 (poco più di 50
milionisesiescludonoirapporti infragruppo).
Ma nell’informativa del Ros
deiCarabinierilapartepiùinteressante è rappresentata propriodallaricostruzionedialcune gare di appalto bandite dall’Ama(lasocietàdiigieneurbana della Capitale guidata da
Franco Panzironi, anche lui
agli arresti). Non c’è gara cui la
Coop 29 giugno non partecipi.
Bando per la raccolta differenziata porta a porta del luglio
2009: Formula Ambiente vince
un lotto per 2,4 milioni. «Pulizie e bonifiche stradali» del
2011: anche qui 29 Giugno e le
sueconsorellesiportanoacasa
duelottiper400milaeuro.Pulizia domenicale al termine del
mercato di Porta Portese, anno
2011. Chi vince? La 29 giugno
ovviamente per 516mila euro.
La raccolta di questi dati potrebbe far pensare che l’amministrazioneAlemannofossestataprodigacon Buzzi,Carminati & C. Ma l’ampia informativa
deiRosmostrachela29Giugno
Servizi aveva ottenuto importanti commesse per gli anni
2007e2008,ossiadurantelasindacaturadiWalterVeltroni.Come lapulizia degli autobusdellaTrambuspressolarimessadi
Tor Pagnotta per complessivi
1,1 milioni di euro e la pulizia
dell’Auditorium progettato da
Renzo Piano (495mila euro).
Come erano state vinte queste
gare?MatramiteCns,ilConsorzio nazionale servizi, vero co-
Buzzi-gate
L’impero
L’impero di Buzzi era composto da un gruppo da 1.200 dipendentieun fatturatodi circa 60 milioni. Bologna era la
capitale politica e finanziaria delle sue cooperative
Dodici cooperative
Al centro di tutti c’è il gruppo
«29 Giugno Onlus» nato nel
1985 (Buzzi viene scarcerato
nel 1991) che controlla direttamentealtreundicicooperative
Bologna caput mundi
SocietànateaRomadaglianni Novanta in poi, controllate
da Buzzi a cui nel 2011 si aggiungeil«Consorzionazionale servizi società cooperativa» con sede a Bologna
(...) se perdemo con sti tre, non
è un problema... allora perché... perfarla bene bene tu devi fa’ un accordo con LegaCoop», afferma il presidente della
29 Giugno. Non a caso è proprioquest’ultima adessersi aggiudicata due appalti per il servizio di igiene urbana a Morlupo(Roma):unaffareda3,26milioni di euro, come certificato
dai dati dell’Authority di vigilanza sui contratti pubblici.
Affrontando il tema dei bandiperleemergenzesociali,iCa-
LA CUPOLA
Salvatore
Buzzi, braccio
destro di
Massimo
Carminati
nella cupola
affaristica
romana,
in un video
dei
carabinieri
contenuto
nell’ordinanza
dell’inchiesta
«Mondo
di mezzo»
Nel video
Buzzi spiega
a chi vengono
versati i soldi
per ottenere
favori
[Ansa - ufficio
stampa
dei Ros]
rabinieri scrivono: «Il consorziodicooperativeEriches29,diretto ufficialmente da Buzzi,
operava e si sviluppava nel settorepubblicograzieadunarete
di connivenze e compiacenze
fornite da appartenenti all’amministrazione comunale sia
nel corso del mandato di Alemanno che a seguito dell’elezionediMarino». Eriches, filiazione della 29 Giugno, gestisce
infatti: il campo nomadi di Castel Romano, 13 centri di accoglienza (profughi, minori rifugiati, clochard e madri single),
cinquecentri perpersone disagiatee135appartamentidadestinare agli sfrattati. Il segretariodella LegaMatteo Salviniha
coltolapallaalbalzo.«Soltanto
un primo cittadino leghista
può fare la differenza», ha detto.
D’altronde,nonsipuòpassare in poco più di vent’anni da
un giro d’affari di qualche migliaio di euro a oltre 50 milioni
senza avereun metodo scientifico che è lo stesso Buzzi a raccontare intercettato il 26 maggio 2014. «10 lotti, (...) uno se lo
riservanoloro, lo danno aduna
cooperativa che non è aderenteanessunadelletreorganizzazioni(LegaCoop,ConfcooperativeeAgci;ndr)(...)perglialtri9
ce li dividiamo secondo le nostre proporzioni: 50 Lega, 35
(...) e 15 Agci, nell’ambito di
questi9cisarannodellepossibilità», afferma aggiungendo che
«vuole dal 3 al 4% su tutti (...),
perla politica». L’omicida Buzzi aveva capito come funziona.
il commento BASTA FIUMI DI DENARO
ALLE ASSOCIAZIONI
LEGATE AI CLANDESTINI
VERGOGNA Un campo nomadi a Roma
dalla prima pagina
(...)organizzata, quasi tutti i principali partiti politici, alti livelli della burocrazia dei
ministeri e settori delle forze dell’ordine
che si occupano di immigrazione, le
cooperative catto-comuniste che hanno
il monopolio della gestione dei centri di
accoglienza, dei campi rom e delle mense
per i poveri, in aggiunta agli imprenditori
collusi.
È l’immigrazione il principale affare
della Cupola di «Mafia Capitale»: «Noi
quest’anno abbiamo chiuso... con
quaranta milioni di fatturato, ma tutti i
soldi e gli utili li abbiamo fatti sugli
zingari, sull’emergenza alloggiativa e
sugli immigrati, tutti gli altri settori
finiscono a zero». Ed è sempre Salvatore
Buzzi, braccio destro e sodale di
Massimo Carminati, capo della Cupola
affaristica che ha di fatto governato
Roma, a sentenziare: «Tu c’hai idea
quanto ce guadagno sugli immigrati? Il
traffico di droga rende meno».
Corrompere tutti per poter ricattare
tutti. Così la criminalità organizzata ha
messo le mani sull’amministrazione
della capitale d’Italia. Ma la stessa cosa
accade anche negli altri Comuni,
Province, Regioni, ministeri e in tutte le
istituzioni dello Stato dove scorre
incontrollato un fiume di denaro
pubblico. È lì la radice del male.
«Mafia Capitale» non è un fatto a sé
stante, bensì la conferma che la vera
Mafia è lo Stato stesso. Lo Stato che, dopo
aver lucrato e sperperato, ci addebita il
costo di una burocrazia-poltronificio
elefantiaca, onerosa e per di più
inefficiente, imponendoci il più alto
livello di tassazione al mondo, ci
perseguita addossandoci la colpa di
questo sfacelo in quanto evasori fiscali o
dissipatori del nostro denaro e, pertanto,
nel nome dell’austerità, ci obbliga a fare
sempre più sacrifici rassegnandoci a
perdere le nostre case, le nostre aziende,
la nostra dignità, fino a ridurci in uno
stato di povertà materiale e prostrazione
umana.
Mi auguro che, a fronte della reazione
di un governo preoccupato di arginare il
caso e di farlo passare nel dimenticatoio
quasi si trattasse di un incidente di
percorso, gli italiani insorgano per porre
fine all’ingiustizia di essere ridotti in
povertà perché viene anteposto
l’interesse dei clandestini, degli
immigrati e dei rom, e perché un fiume di
denaro va a finire nelle tasche di
criminali di professione, politici corrotti,
cooperanti ipocriti, burocrati malavitosi
e imprenditori spregiudicati. Ora basta!
www.magdicristianoallam.it
6 IL FATTO
Domenica 7 dicembre 2014 il Giornale
ROMA SOTTO CHOC L’inchiesta Mondo di mezzo
Business immigrati:
così la cupola cercava
agganci con Alfano
RomaLa«cupoletta»puntavaacontattare Alfano, per cercare di lavorare sugli
immigrati anche in Sicilia. Come noto,
tra le attività più redditizie per il «gruppo»presiedutodaMassimoCarminatie
SalvatoreBuzzic’èinfattiquellodeicentridiaccoglienzaperimmigratierichiedentiasilo.Unbusinessnelquale,sottolineanogliinquirenti, unruolo diprimo
pianoloricoprel’exvicecapodigabinetto di Walter Veltroni, Luca Odevaine, al
centrodiun«sistema»alqualeèdedicato un intero capitolo dell’ordinanza.
Odevaine, in effetti, sedeva al tavolo di
coordinamento nazionale sull’immigrazionedelViminale,comerappresentante dell’Upi, e da qui, secondo la procura,gestivaeorientava i flussidi immigrativersoicentridiaccoglienzadicompetenzadellecoopdiBuzzi.MaOdevaine,rimarcanogliinvestigatori,avevaun
ruoloancheinuncentrochiaveperlagestione degli immigrati appena sbarcati,
il Cara (centro accoglienza richiedenti
asilo) di Mineo, in provincia di Catania.
Una posizione che per il gip è già di per
sé un conflitto di interesse. A Mineo,
Odevaine lavorava in qualità di «esperto»perilpresidente.Erastatonominato
da Giuseppe Castiglione - sottosegretario all’Agricoltura, con Alfano in Ncd - e
poi confermato dal nuovo presidente
del consorzio, prima di essere silurato
in seguito al suo arresto. Ma Buzzi, Carminati e soci non lasciavano agire solo
Odevaine. Si muovevano anche in proprio,cercandoagganciperla«garadiMineo», quella «dove c’è Odevaine». Il
grupponeparlaloscorso5maggioinun
lungo summit nell’ufficio di Buzzi della
«coop 29 giugno». Fabrizio Testa, «testa
di ponte con la politica» della presunta
«cupola», dice a Buzzi che «il marito (...)
è andato un’altra volta dai Siciliani, c’è
riandato...em’hadetto che questamattina me portava la risposta». Alle perplessitàdi Buzzi(«Dai siciliani?»), Testa
chiarisce: «I siciliani, il gruppo de Alfano». Interviene Carminati: «I siciliani...
il gruppo de Alfano. Alfano sta solo con i
siciliani...gli altri non se incula nessuno
(...)luinonsefidapiùdenessuno,soltanto quel gruppo la». Claudio Caldarelli,
capodiunacoopeassessorediunmunicipioaguidaPd,propone:«Madico,parlacce...per parla’ con Alfano...ma voi ce
arrivate a Sammarco (Gianni, deputato
ecoordinatore romanodiNcd,ndr)?Ce
va dopo due giorni a parlacce». Testa
smonta l’ipotesi: «Ma co Alfano non ce
fa...perchépoitemandadaquell’altro...
cioè il vero responsabile». Vero responsabilecheèproprio«Castiglione»,interviene Buzzi, chiedendo subito dopo
«non riuscimo ad arriva’ a Castiglione?». Testa riprende la parola: «Te lo sto
a dì... io so andato da Pietro... quello c’è
andato già tre volte, guarda che s’è alzatoilculo...ilproblemaècheluim’hadetto:“IosonquadaiSiciliani...seisiciliani
dannol’ok,iopossoparti’”».Buzzichiarisce lo scopo della ricerca di agganci:
«Allora perché... deve uscire la gara di
Mineo (...) quella dove c’è Odevaine capode...allora,lagaraMineoèlapiùgrande gara che deve uscì, perché quando...». Testa assicura che si informerà,
maavvertecheletensioniinterneaNcd,
dove i «siciliani» parlano solo con Alfano ignorando gli altri colleghi di partito,
Carminati, Buzzi e soci volevano arrivare al ministro
per lucrare sull’accoglienza di chi sbarcava in Sicilia
Oro, benzina e resort: ecco gli altri affari della banda
E spuntano favori da persone vicine al Pd e a Marino
’
Massimo Malpica
Le intercettazioni
CARMINATI A BUZZI
“Alfano sta solo
con i siciliani
gli altri non se li inc...
nessuno, lui non se
fida più de nessuno
solo quel gruppo là”
CALDARELLI E TESTA
“Parlace con Alfano,
arrivate a Sammarco?
Dopo due giorni
ce va lui a parlacce”
“Co Alfano non ce fa
poi te manda dall’altro”
BUZZI E CARMINATI
“Dopodomani vedo
il capo segreteria
di Bubbico”
“Adesso Bubbico
con Alfano
non ce sta più”
I PENSIERI DEL «CECATO»
“C’è solo povertà
è pure ’na cosa brutta
Non è vero che è
una sòla. Nel 90%
dei casi la gente
proprio non c’ha soldi”
IL BLITZ Un fotogramma del video
diffuso dai Carabinieri che mostra
l’arresto di Massimo Carminati,
sorpreso alla guida della sua auto in
una strada laterale della periferia
romana dove i militari avevano
approntato l’operazione nel dettaglio
potrebbero essere un problema: «Io pe’
oggi anche questo te lo so dì. Però mentretispiegoqualèlaproblematica,laveraproblematicadituttostoambaradam
è che i siciliani a Pietro, a Barbara, a coso, non se inculano nessuno... perché
quelli vanno dritti, perché girano tutto
quantosuAlfano(...)tant’èchesonotutti avvelenati, la lettera de 29 Senatori i
cazzi so gia disp... cioè ci sta un massacro».
Il gruppo, insomma, cerca un contattoconilleaderdiNcdAngelinoAlfanofinalizzatoevidentemente a unagara che
riguarda il Cara di Mineo. E ancora Caldarelli insiste nel tentare un approccio
al ministro per il tramite di Sammarco:
«Co’ Alfano ce parla tutti i giorni, come
glie pare.. dovete soloarriva’ lì.. qualcuno che... io non ce posso anda’... Sammarcolochiamaaltelefonolochiama...
alzail telefono echiama Alfano, telo garantisco!».BuzzipensaauncontattotramiteilvicediAlfanoalViminale,Bubbico,delqualedovrebbeincontrareil«capo segreteria». Ma stavolta è Carminati
a sconsigliare la strada. «Sentendo - annotailRos-SalvatoreBuzzidire:“dopodomanivedoilcaposegreteriadeBubbico”, precisava: “Bubbico con Alfano
adesso non ce sta”». Ancora Caldarelli
propone di tentare con l’eurodeputato
di Ncd Alfredo Antoniozzi, domandando chi poteva «arrivarci», al che Carminatispiegadipoterciarrivare«concoso,
vado a parla’ con...». Ma il «jammer», il
disturbatore di frequenze che il gruppo
aveva acceso temendo intercettazioni,
fin lì con scarsi esiti, comincia a funzionare,interrompendo-anchepersolisei
minuti - la registrazione.
«CE FAI APRÌ STA COSA
TE DAMO UN EURO A PERSONA»
Nella stessa «riunione» del 5 maggio,
qualche minuto più tardi, la conversazione verte sempre sugli «affari in corso»congliimmigrati.Mastavoltalaquestione sul tavolo è la mancata risposta
del Campidoglio in merito alla richiesta
del«gruppo»diaprirealtricentridiaccoglienza «Sprar» (previsti dal Sistema di
protezioneperrichiedentiasiloerifugiati).Buzzimandaunsmsalcapodella direzione accoglienza e inclusione del
Campidoglio («Buongiorno dottoressa
le volevo ricordare le convenzioni
SPRAR Un saluto Salvatore Buzzi»), e
poi, sottovoce, dice ai sodali: «mo chiamoGiovanni...sape’finoachepuntoMichelaCampana (verosimilmente MicaelaCampana,deputataPd,ndr)èutilizzata con Bubbico... io domani la vedo».
Il capo della coop 29 giugno insiste nel
suo ragionamento sulla parlamentare
dem, compagna dell’assessore alla Casa del Campidoglio Ozzimo, che s’è dimessodopoesserestatoindagatomartedì scorso: «Se io dicessi... siccome la
Campana... io domani la vedo... siccomeleimesembrasvelta...no».Carminati conferma: «Svelta è svelta». Buzzi ri-
prende:«Allora testo adì,no,riguardoa
Michela...MichelaeBubbico stanno allo stesso partito no?... se glie dicessi... io
domani siccome la devo vede’ prima de
Gasbarra... e siccome dovemo dagli pure20milaeuroperstacazzodelacampagnaelettorale...“cefaiaprìstacosateda-
il caso
Non c’è pace in Vaticano
Indagati per peculato
gli ex vertici dello Ior
Serena Sartini
Roma Terremoto allo Ior e una
nuovainchiestainVaticano.Denunciati per peculato due exmanager e un avvocato che
avrebbero rubato 57 milioni di
eurograzieallavenditadi29immobili di proprietà dello Ior, a
Roma e a Milano. Si tratta di ex
pezzi grossi della cosiddetta
«banca vaticana». Ad essere
iscrittinelregistrodegliindagati
sono finiti l’ex presidente dello
Ior, Angelo Caloia, l’ex direttore
generaleLelioScalettiel’avvocato Gabriele Liuzzo per concorso,inrelazioneadoperazioniimmobiliari avvenute nel periodo
2001-2008. A sollevare il caso è
stata l’agenzia britannica Reuters che ha diffuso la notizia del
congelamentodeiconticorrentibancariedell’aperturadell’inchiesta.
Il promotore di Giustizia del
Tribunale dello Stato della Città
del Vaticano, Gian Piero Milano,hadunqueavviatounaindagine e ha disposto il sequestro
dei conti correnti degli indagati
«ascopocautelativoqualchesettimana fa», ha precisato padre
Federico Lombardi, direttore
dellasalastampavaticana.Intotalesonostaticongelati16milioni di euro, derivanti da «appropriazione indebita» da parte dei
tre indagati, si legge nell’ordine
disequestrodel27ottobrefirmatodalpromotoredigiustiziavaticano. Secondo quanto riporta
Proseguel’operazionetrasparenzavoluta
dalPapa.L’expresidenteCaloiael’exdg
Scalettiavrebberosottratto57milioni
l’agenzia britannica, Milano
avrebbechiestolacollaborazione delle autorità italiane poiché
moltedellevenditedegliimmobili sono avvenute in territorio
italiano.
Caloiahaguidatolabancavaticana per vent’anni, chiamato
daPapaGiovanniPaoloIIasostituire il «banchiere di Dio», il vescovo Paul Marcinkus, coinvolto nel crack ambrosiano di Roberto Calvi.
L’avvocatoLiuzzo,91anni,ha
NEI GUAI
Angelo
Caloia, ex
presidente
dello Ior
è indagato
per peculato
insieme
all’ex dg
Lelio
Scaletti e
l’avvocato
Gabriele
Liuzzo
IL FATTO 7
Domenica 7 dicembre 2014 il Giornale
sirivelafortunataperBuzzi,cheriuscirà
a comprarsi la sede della sua Coop, di
proprietà del Campidoglio, per usare le
sueparole,a«dulire».EdèpropriolaPaone,scrivonogliinvestigatori,cheemerge «come soggetto funzionale alla presentazione ed alla successiva approvazionedi emendamenti in seno alConsiglio Comunale, per ottenere una riduzionedell’80%sulvaloredivenditadialcuni immobili pubblici in dismissione,
tra cui la sede della cooperativa 29 Giugno di via Pomona nr. 63, e di via del
Frantoio, in Roma». Buzzi, con i suoi,
esulta:«SepassanostidueemendamentinoisecompramoviaPomonaa400mila euro, senza pagà un cazzo... non so se
mi capisci!». L’operazione, però, «c’ha
un prezzo», spiega Buzzi. «Il prezzo è la
figlia della Paone che ce chiamerà». E
che verrà assunta per otto mesi.
mo 1 euro a persona... per la campagna
elettorale”».Nonèdatosaperecomesia
andata a finire, e nemmeno se la proposta «indecente» di finanziare «l’aiutino
politico» con un euro a immigrato da
reinvestire nella campagna elettorale
siamaistataformulata.Macomplimen-
confermato in una intervista allaReuterscheilsuocontobancario è stato sottoposto a sequestro. Le accuse sono «infondate», ha detto il legale, affermando che i soldi provenienti dalla
venditadegliimmobilisonotuttifinitinellecassedellabancavaticana. No comment, invece, da
parte di Caloia e di Scaletti.
L’IstitutoperleOpereReligiose si è limitato a diffondere una
nota in cui si conferma la notizia, senza peraltro citare nomi o
cifre.«LoIor-silegge-hadenunciatodueexmanagereunavvocato alcuni mesi fa, atto che sottolinea il suo impegno a favore
della trasparenza e della tolleranza zero, anche in relazione a
sospettisufattidelpassato».Ifatti «sono emersi nel quadro del
processo di verifica interna avviato dell’istituto all’inizio del
2013».
«Siamomoltolieticheleautorità vaticane stiano agendo con
risolutezza»,ha affermatoJeanBaptiste de Franssu, presidente
delConsigliodiSovrintendenza
dello Ior, nominato sei mesi fa
da Papa Francesco al posto del
managertedescoErnstvonFreyberg. La notizia conferma l’impegno dell’Istituto per le Opere
Religioseintemaditrasparenza
editolleranzazero.Pochigiorni
fa, il cardinale George Pell, prefettodellaSegreteriadell’Economia, aveva parlato di centinaia
dimilionidieuroadisposizione
dellaSantaSedema«nascosti»e
dunque non contabilizzati. PadreLombardiavevaperòcorrettoiltiro,specificandoche nonsi
trattava di illeciti né di cattiva
amministrazione. L’operazione trasparenza ha consentito di
passare al setaccio tutti i conti
correnti e alla chiusura, nel
2013,di396contiperunammontare di 44 milioni di euro.
ti alle politiche dell’«accoglienza».
LA DONNA «CHIAMATA» DA MARINO
«REGALA» A BUZZI LA SEDE DELLA COOP
Nonèunnomenoto,quellodiBrigidina Paone, già candidata alle primarie
Pd del 2007 nella lista «Sinistra e Sociale
per Veltroni con Zingaretti», ex dipendente comunale andata in pensione.
Mapoirientrata in Campidoglio perché
«assuntaatempodeterminatoperchiamata diretta dalla Giunta del Sindaco
Marino in qualità di collaboratrice all’Assessorato alla Casa». Una scelta che
GLI AFFARI DELLA BANDA
E LA PIETÀ DI CARMINATI
Lapresunta«cupola»diversificagliaffari. Oltre agli appalti, core business del
gruppo, dagliatti saltanofuori altre attività.Pompedibenzina,concessioniedilizie«facili»,investimentiinoroda«Paesi africani». Ma colpisce come un settore caro al «ramo criminale» del gruppo,
il«recuperocrediti»,vengastigmatizzatopropriodalcecatoCarminati.Sensibileallacrisi:«Saichec’è?»,diceintercettato. «C’è solo povertà. È pure una cosa
brutta. Cioè ormai, capito, nel 90% dei
casinonèverocheèunasòla...èproprio
gente che non c’ha i soldi».
LA RIVELAZIONE
Carminatiriapre
ilcasoAlibrandi
«Fu fuoco amico»
EX NAR Alessandro Alibrandi,
ucciso il 5 dicembre 1981
Roma C’è spazio anche per un
retroscenaineditodegliannidi
piombonegliattidell’inchiesta
«Mondo di mezzo». Storie che
vengono fuori dai racconti - intercettati - di Massimo Carminati, che al Bar Vigna Stelluti il
20maggio 2013 rievoca episodi
dellasuamilitanzaneiNar.Erivela che a uccidere con un colpo alle spalle Alessandro Alibrandi nella sparatoria tra Nar
e polizia al Labaro, il 5 dicembre 1981, non fu un poliziotto,
comesicredevafinora,maqualcuno del commando in azione
quel giorno.
InpraticaAlibrandi,ricostruisconoiRoscommentandol’intercettazione, avrebbe iniziato
la sparatoria «con l’equipaggio
della volante nel momento in
cui i compagni avevano già attraversatolastradae,peruncasofortuito,sieranotrovatilavisualediquantoaccadevacoperta da un mezzo pesante». Così i
compagni di Alibrandi, «una
volta uditi gli spari e aggirato
l’ostacolo, aprirono istintivamenteilfuocoall’indirizzodell’autovettura di servizio, colpendotuttaviailloroamicoche
pure aveva efficacemente contrastato e colpito i poliziotti».
Ed ecco in che modo Carminatiraccontaalbarlasuaversione della sparatoria al Labaro.
«Il cinque dicembre col fuoco
amico...Lohannoammazzatoi
compagni stessi suoi (...) è successoalristorante...Alristoranteglihannosparato(...)Chepoi
l’hannoammazzatoituoi,però
è passato tra i compagni tuoi
eh...Nonèche...Ipoliziottiluili
aveva addobbati tutti e due!».
Quindi il «cecato» illustra la dinamicapercuiAlibrandisarebbe stato colpito «per sbaglio»:
«Praticamente lui stava dalla
parte della strada... E gli altri
avevanoattraversato(...)Èpassato un camion in mezzo, una
volanteèuscitadalLabaro,èandataverso,diciamo,versoilraccordo, poi a un certo punto ha
fatto retromarcia... (...) Come
hannosentitoilbotto...Cistava
ilcosoinmezzo,hannofattotutto il giro... Il tempo di fare il giro...Hannocominciatoasparare addosso alla macchina... Lui
che stava nascosto dietro la
macchina... Lui che ha fatto?
Nascosto dietro la macchina,
capito?». Carminati conclude
ricordando che il dettaglio della morte per fuoco amico «a me
me l’ha detto Lorenzo Lai che
stava là... Peraltro non è mai
uscita la cosa». E stigmatizzando il comportamento del resto
del commando: «Lì loro sono
saliti sulla volante e lui l’hanno
lasciatolà...NonlodovevanolaMMO
scia’...».
8 INTERNI
Domenica 7 dicembre 2014 il Giornale
IL CRAC DELLE PARTECIPATE
l’inchiesta
di Paolo Bracalini
I
n media i dirigenti stanno
sui 140mila euro di stipendiol’anno(calcolofattodall’ex commissario antisprechi
CarloCottarelli).Unamedia,appunto, superata da molti dirigenti delle società partecipate
locali. Che godono molto spesso di trattamenti faraonici. Una
pacchia, una delle tante nascostenellagiungadellepartecipate locali, che contano quasi
15milapoltronesolotragliorganisociali(Cda,presidente,collegio dei sindaci) più un esercito
didirigenti,pagati anchedi più.
Partiamodalla maglianera dellepartecipatelocali,l’AtacdiRoma, l’azienda del trasporto dellacapitale. Uninferno per ipasseggeri, ma un eldorado per i
manager,moltideiqualiguada-
PRIVILEGI ASSURDI
L’Atac di Roma
è in rosso ma i manager
prendono 250mila euro
gnanopocomenodelpresidentedellaRepubblica(240milaeuro), ma qualcuno, come Antonio Abbate, capo di Atac Patrimonio, pure di più: 250mila eurol’anno. Poi, sui 200mila euro,
ci sono i dirigenti del settore Investimentidi Atac,Angelo Emidio Cursi e Pietro Spirito, poi il
dirigente del marketing Roberto Cinquegrani, e molti altri abbondantemente sopra i 100mila euro l’anno. «Nel corso del
2013-specifical’Atac-nonèstato corrisposto alcun compenso
a titolo di retribuzione variabile». Cioè nessun premio ai dirigenti. Forse perché, nel 2013,
l’Atac ha chiuso con la perdita
monstre di 219 milioni di euro?
E volevi pure il premio?
All’Ama di Roma, altra partecipata comunale per la raccolta
deirifiuti,c’èildirettoregenerale che guadagna 220mila euro,
poi dirigenti ben remunerati.
Come la dott.ssa Giovanna
Anelli, direttore del Servizio ricercafondi pereco distretti dell’Ama,con i suoi 173mila euro e
il responsabile Direzione Corporate dell’azienda della spazzatura romana, Leopoldo
D'Amico,cheguadagna149milaeuro.Cifrechenoncomprendonol’eventuale«componente
variabili o legata alla valutazione del risultato», non previste
nel 2013. Solo 140mila euro, invece,per ilnumero unodi Zètema Progetto Cultura Srl (100%
Comune di Roma), Albino Ruberti. Va meglio al direttore generale di Lazio Service Spa (Regione Lazio), Giuseppe Tota,
con i suoi 156mila euro.
Ma non è che la cuccagna riguardi solo Roma. A Venezia il
direttore generale del Casinò,
una delle partecipate comunali,guadagnapiùdellacancelliera tedesca Angela Merkel:
306mila euro l’anno. Un’altra
partecipata veneziana, la Veritas Spaha un direttore generale
da 200mila euro l’anno. A Brescia, invece, il Comune vorreb-
Se il direttore del Casinò
guadagna più della Merkel
A Venezia 306mila euro al numero uno della società (comunale) di gioco d’azzardo
Viaggio tra i superstipendi delle controllate locali: quindicimila poltrone d’oro
be applicare il tetto di 240mila
euro aivertici delle partecipate,
che però rispondono picche.
Come Brescia Mobilità, che
non ne vuol sapere - come raccontailGiornalediBrescia-ditagliarelostipendiodi300milaeuro del suo direttore generale
Marco Medeghini. Che ricoprendo in contemporanea anchelepoltronedidirettoregeneralediBresciaTrasporti,direttore generale di Metro Brescia e
amministratore delegato in
Apam,secondolasocietàpartecipata farebbe risparmiare sti-
pendi al Comune, altro che abbassarlo. Segno evidente, lì come altrove, che portare i compensi alla cifra simbolo di
240milaeurononècosìsemplice.«Itettisonoinutilisepoisilasciacheognientelocalecostituiscanuovesocietàsenzacontrol-
li-diceAndreaMazziotti,capogruppodiSceltacivicaepromotorediuntaglioallagiungla-Bisogna vietare il proliferare di
queste società e chiudere quellevuoteoinutilicheservonosolo a creare poltrone».
Non sempre si può sapere
quanto guadagnano. Il presidentedell’Asia(rifiuti)diNapoli prende 60mila euro. E i dirigenti? La pagina (obbligatoria
perlegge)sullatrasparenzadellecaricheaziendalierelativistipendidellapartecipatanapoletana riporta questo messaggio:
«Pagina in costruzione....ComingSoon».Icompensinonrispecchiano le performance dellesocietà,ancheperchélenomine seguono logiche politiche
piùchedimercato.Moltepartecipate sono in rosso, ma i compensino.IlresponsabilepianificazionediFinpiemontePartecipazioni Spa, una delle partecipate della Regione Piemonte,
prende104milaeuro, mentrela
società ha perso nel 2013
15.563.486 euro (anche nel
2012era inrosso,per 8milioni).
I COMPENSI PIÙ ECLATANTI
CASINÒ DI VENEZIA
ATAC
SOCIETÀ
NOME
Antonio Abbate
Angelo Emidio Cursi
Pietro Spirito
Roberto Cinquegrani
Vittorio Ravà
RUOLO
Amministratore
unico Atac
Direzione piani
di sviluppo
Direzione piani
di sviluppo
Direzione commerciale
Direttore generale
SETTORE
Patrimonio
Investimenti e controllo
Investimenti e controllo
Marketing e customer care
RETRIBUZIONE (in euro)
250.000,00 200.000,00
200.000,00
188.000,00
ROMA SERVIZI
PER LA MOBILITÀ SRL
BRESCIA MOBILITÀ
LAZIO SERVICE SPA
(REGIONE LAZIO)
FINPIEMONTE
PARTECIPAZIONI SPA
Massimo Tabacchiera
Presidente/
amministratore
delegato
Marco Medeghini
Direttore generale
Giuseppe Tota
Direttore generale
Roberto Serra
Responsabile
pianificazione
controllo partecipazioni
85.000,00
300.000,00
156.000,00
104.000,00
306.000,00
BOLOGNA SERVIZI
CIMITERIALI SRL
(COMUNE DI BOLOGNA)
Michele Roberto Gaeta
Direttore operativo
ZÈTEMA PROGETTO
CULTURA S.R.L
(COMUNE DI ROMA)
Albino Ruberti
Direttore operativo
87.480,00
140.936,50
L’EGO
il caso
Pure i campi da golf tra i settori foraggiati
Capponi, prosciutto, enoteche:
il flop dei Comuni imprenditori
Mariateresa Conti
Dai polli all’enoteca-ristorante,passandoperilprosciuttificio.Dalformaggiodinicchiaalla sabbia delle spiagge liguri.
Dai campi da golf alle speculazioni immobiliari che complice
la crisi, certo, ma per colpa soprattuttodiprogettiazzardati,finiscono in flop.
Sec’èunacosachenondifetta
agli Enti locali italiani è la fantasia.Cheinsiemeaparolinemagichequali«tutela»,«sviluppodel
territorio», «cultura e tradizioni» fa il miracolo: un consorzio
dicomuniqui,unasrllà,edecco
fatto,icontributipubbliciarrivano.Quanti poise ne perdano, di
soldideicontribuenti,èun’altra
storia. L’ex commissario alla
spending review Carlo Cottarelli, qualche mese fa ha puntato
l’indice contro questa stortura
del sistema che vede ben 1651
partecipate classificate come
«altro»,aliascommercioaldettaglio, all’ingrosso, farmacie comunali, sino al paradosso di un
prosciuttificio e due enoteche.
«Circoscrivere il perimetro», è
stata la sua indicazione, netta:
«Il primo punto è dare piena attuazione alla norma (introdotta
I rami in perdita
Cibo e commercio
Dalle carni a formaggi locali di
nicchia: paese che vai consorzio ad hoc di comuni che trovi
Ma i bilanci sono in rosso
Lo sport e i viaggi
Anche gli impianti sportivi sono molto gettonati. E poi il turismo: le società, tra cui molte
agenzie di viaggio, sono 143
Le immobiliari
Le immobiliari comunali sono
circa 240. Oltre novanta però
sonoinperdita.Gliinvestimentisulmattonesonostatiunflop
NEL CUORE DI ROMA
L’enoteca Palatium,
il ristorante della
Regione Lazio
con la legge finanziaria del
2008)percuilepartecipatedevono agire strettamente entro i
compiti istituzionali dell’ente
pubblico partecipante, evitandodiprodurre benieserviziche
il settore privato può offrire». E
invece, nel settore alimentare,
manonsolo,icomunisisbizzarriscono.
Prendiamoperesempioicapponi. Anzi il cappone, il CapponediMorozzo.Hailsuobelconsorzio ad hoc, «Consorzio per la
tutela e la valorizzazione del
CapponediMorozzoedellepro-
duzioniavicoletradizionali»,natonel2001econzerodipendenti ma, ovviamente col suo bravo
Cda. Consorzioche «si propone
–recita il sitointernet –oltre alla
valorizzazione, all’incremento
dellaproduzioneedalcommercio del Cappone di Morozzo e
delle produzioni avicole tradizionali, anche la promozione di
iniziative che saranno ritenute
idonee per incrementare ilconsumo dei prodotti mediante
marchi depositati, denominazionidiorigine,indicazionigeograficheedattestazionidispeci-
ficità». E ha pure, dal 1999, un
belmarchiodipresidioSlowFood,anzièilprimopresidioche il
papàdiSlowFoood,CarlinPetrini, si è inventato. Risultati? Una
fiera,che cade si svolgeogni anno a dicembre. L’allevamento e
lavenditacertificatadeipreziosi
capponi.Eunbilanciomagrissimo, stando ai dati Cerved: zero
utili.
Dai capponi al vino. Anzi, all’Enoteca regionale del Lazio,
un piano di privatizzazione e risanamento avviato un anno fa,
maprimameglioconosciutaco-
me il ristorante «a scrocco» per i
politici.Ehgià,perchél’Enoteca
Palatiumera,epiùomenoèancora, appunto un ristorante. Un
ristorante di mamma Regione
chesecondoilcalcolidelliquidatore ora amministratore unico
Antonio Rosati, spedito dal governatore Nicola Zingaretti al
vertice di Arsial (l’enoteca è appunto una società di Arsial) nel
tempo-ènatanel2004-èriuscitoabruciaretraassunzionispropositateepastigratisoffertiaipolitici ben 1,650 milioni. E per di
più senza pagare affitto, visto
che la sede dellaPalatium,nella
centralissima via Frattina 94, è
di proprietà regionale.
Dalciboallosport.Anzi,auno
sportd’elitecomeilgolf.InTrentino Alto Adige, per esempio, è
una partecipata il Rendena golf
spa,unimpiantosportivo.Lasocietà è a zero dipendenti e ha
chiuso il 2013 (dati Cerved) con
meno 9.871 euro. Dalla montagnaalmare,allespiaggedellaLiguria, con varie partecipate che
gestiscono gli stabilimenti balneari e con relativi progetti per
la tutela dell’originalità della
sabbia.L’elencopotrebbecontinuare all’infinito, non c’è praticamente ambito commerciale
incuinonsitrovinodellepartecipatecomunali,ingenereinperditarispettoalprivato.Unesempio? Le farmacie comunali: sono 182,ehanno unaperdita lorda media pro-quota, nel 2012,
pari a sei milioni di euro.
INTERNI 9
Domenica 7 dicembre 2014 il Giornale
SALOTTI E POLITICA
il caso
di Antonio Signorini
Roma
N
ellaleggediStabilitàarrivano200milionidieuro per il progetto di
«rammendo»delleperiferiesul
quale è impegnato il senatore a
vita Renzo Piano. Indiscrezione che ieri ha fatto pensare a
motivazioni più politiche che
economiche.Esclusochesitratti di una decisione sollecitata
dalle parti sociali. Le emergenzedainserirenellaStabilità,secondo imprese e sindacati, sonoaltre.Nonrisultanonemmenosponsorizzazioni deigruppi
parlamentari,nédimaggioranza né di opposizione.
L’appoggio governativo all’iniziativa, peraltro lodevole,
dell’archistar è partita direttamentedaPalazzoChigi,quindi
del premier Matteo Renzi.
Facile metterla in relazione
alla presunta candidatura di
Piano alla presidenza della Repubblica.Ilnomedell’architettogenoveseèfinitoneltotoquirinale post Napolitano pochi
giorni fa. Outsider di alto livello,insiemealdirettored’orchestra Riccardo Muti, in un Paese
dove le alte cariche restano
sempre e comunque dentro il
mondo della politica. E alla societàcivileresta,appunto,qualchecandidaturaprecoceeniente altro.
Spot del governo per Piano:
un regalo da 200 milioni
In un emendamento alla legge di Stabilità soldi al progetto di «rammendo
delle periferie», promosso dall’architetto senatore in corsa per il Quirinale
IL REFERENDUM
464
M5S raccoglie firme
per uscire dall’euro
I giorni trascorsi dalla nomina di Piano a
senatore a vita
89%
Le votazioni a cui Piano non ha partecipato perché in missione
ARCHISTAR Renzo Piano (77 anni), architetto fra i più amati dalla sinistra [Ansa]
Quelle di Muti e Piano sono
state smentite dai diretti interessati. Comprensibile. I primi
nomi a uscire di solito vengono
bruciati nel giro di pochi giorni
ed è prassi negare tutto.
C’è da dire che, forse, all’architettoitalianopiùfamosonel
mondo,senatoreavitaconuna
presenzanontroppoassiduadi
Palazzo Madama, non interessa troppo la politica. Preferisce
coinvolgere i giovani architetti
di«G124»inun’iniziativasociale e fare passare le sue idee grazie a un marchio professionale
chehaunpesospecificosicuramente superiore a quello di un
parlamentare.
Con lo stipendio da senatore
a vita, Piano ha assunto sei architetti per fare progetti sulle
periferie puntati sul verde, trasportienuovimestieri.I200milionipotrebberodaregambeallateoria,vistocheperilmomento il G124 è in passivo.
«Caro amico, cara amica, segna questa data: 13 dicembre,
il giorno di Santa Lucia. Il M5S
inizia la raccolta firme per la
legge popolare per indire il referendum per l’uscita dell’Italia dall’euro». Così Beppe Grillo in una lettera aperta pubblicata sul suo blog chiama a raccolta il popolo grillino per sostenere una grande battaglia
(anche seincostituzionale) del
movimento. «L’Italia -si legge è in una situazione drammatica,travoltadapovertàemalaffare.Gli italianidevono riprendersi il Paese e la sovranità su
diesso, a partire da quella monetaria. È un giorno storico e
perilsuosuccessoabbiamobisogno del tuo aiuto. Con l’euro
siamo condannati al default
economico».
Il sostegno del governo potrebbe essere il risultato di
un’adesione di pancia del premier, convinto dal progetto.
NeigiorniscorsiRenziavevaincontrato Piano per parlarne.
Oppuresipotrebberointerpretare,quell’incontroelostanziamento in arrivo nella prima «finanziaria» di Renzi, come segnalididistensioneversoilMovimento 5 stelle. Piano è uno
dei nomi fatti direttamente da
Beppe Grillo per il Quirinale. E,
con il patto del Nazareno che
scricchiola, una sponda grillina, o anche solo la minaccia di
un«secondoforno»perleriforme, potrebbe fare comodo al
premier. Un rammendo della
maggioranza, insomma, più
che delle periferie.
Adappoggiaresubitol’emendamento pro Piano, è arrivato
Ignazio Marino, che ha problemidimaggioranzaben piùgravidiquellidiRenziechestatentando di portare nella coalizionedellasuagiuntailM5sromano.
Lostanziamentodi200milioni «rappresenta un’opportunitàimportantepertantecittàitaliane. Per Roma, in particolare», ha commentato il sindaco
alle prese con labufera per l’inchiesta sulla mafia capitolina.
Maanchequestodato,depuratodadietrologie,potrebbeessere un semplice tentativo del
primocittadinoperriuscireafinanziare gli interventi che il
gruppo di Piano, ha progettato
perlacapitale italiana, città devastata dal degrado; e aggiudicarsi parte di quei 200 milioni.