IRFMN PREFAZIONE RAPPORTI ATTIVITA’ ISTITUTO MARIO NEGRI, MILANO www.marionegri.it DIPARTIMENTI Dipartimento di Oncologia ………………….………………………….……………………… Dipartimento Ambiente e Salute ……….………….………………………….……………… Dipartimento di Neuroscienze ………………….………………………….………………… Dipartimento di Ricerca Cardiovascolare ………………….…………………….………… Dipartimento di Biochimica e Farmacologia Molecolare ……….…………….………… Dipartimento di Epidemiologia ……….…………….………… Dipartimento di Salute Pubblica ……………………………………………………….. 7 73 95 171 209 239 281 LABORATORI e CENTRI Laboratorio Politiche Regolatorie del Farmaco ……….…………….………….……… Centro di Ingegneria Informatica.……………………………………………………………… Centro Catullo e Daniela Borgomainerio………………………………………………. Biblioteca……….…………………………………………………………….………….………… 319 327 331 333 CENTRO ANNA MARIA ASTORI DIPARTIMENTI Dipartimento di Medicina Molecolare ……….…………………………………….………… 337 Dipartimento di Bioingegneria ……….…………………………….………………………… 367 CENTRO ALDO e CELE DACCO’ DIPARTIMENTI Dipartimento di Medicina Renale ……….…………………………………………………… 389 LABORATORI e CENTRI ……….…….………… 431 Documentazione e Ricerca sulle Malattie Rare Coordinamento Rapporti Internazionali per le Malattie Rare………………………. 445 Centro Ricerche Trapianti C. Cucchi De Alessandri e G. Crespi ……………….….. 451 L’ ATTIVITA’ DIDATTICA 453 ORGANIGRAMMA 455 L’elenco completo del personale è consultabile sul sito Internet dell’Istituto www.marionegri.it RAPPORTO ATTIVITA’ 1 2013 IRFMN a cura di Isabella Bordogna finito di stampare nel’aprile 2014 RAPPORTO ATTIVITA’ 2 2013 IRFMN PREFAZIONE L’anno 2013 segna il 52° anniversario della fondazione dell’Istituto di Ricerche Farmacologiche Mario Negri e inoltre rappresenta una tappa storica perché con Decreto Ministeriale pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale del 9/02/2013 n. 34, pag. 17 il “Mario Negri” ottiene il riconoscimento IRCCS. Diviene cioè parte integrante del Servizio Sanitario Nazionale per le aree “Farmacologia e ricerca clinica nell’ambito delle malattie neurologiche, rare e ambientali”.Si tratta di aree in cui l’Istituto lavora da molti anni a livello clinico e preclinico. Questa buona notizia si accompagna purtroppo al perdurare di una situazione generalizzata di crisi economica che non riguarda solo l’Italia, ma molti altri Paesi particolarmente del Sud-Europa. La crisi economica ha certamente influito sulla ricerca scientifica italiana che – contrariamente a quanto si dovrebbe fare in tempi difficili – è stata completamente abbandonata a se stessa dal Governo. Nonostante ciò, il rapporto delle nostre attività è ancora corposo e ricco di risultati interessanti sia a livello sperimentale che clinico. Molte delle ricerche riportate sono state pubblicate, altre sono in corso di pubblicazione. Attualmente i lavori pubblicati su riviste internazionali assommano a più di 463. Come al solito, l’attività viene presentata su base dipartimentale e in qualche caso anche da singoli laboratori. Mentre si rimanda al testo per i dettagli dei risultati scientifici ottenuti, è pertinente fare alcune osservazioni di carattere generale. Nel 2013 abbiamo purtroppo dovuto assistere al “disprezzo” del parlamento italiano per la scienza attraverso leggi che hanno dimostrato come i pareri dei ricercatori siano stati rimpiazzati dalle pseudo-argomentazioni di ciarlatani. La discussione sulla direttiva europea sulla sperimentazione animale è un tipico esempio di questo atteggiamento. Servirà molto impegno per fare in modo che il pubblico si renda conto che senza sperimentazione animale non possono esistere progressi per curare le malattie dell’uomo e degli stessi animali. Un altro esempio è il caso “Stamina” in cui è stato possibile somministrare prodotti con contenuto segreto in strutture pubbliche superando tutte le barriere poste a garanzia degli ammalati che si prestano a sperimentazioni cliniche. Anche in questo caso il parere degli esperti è stato ignorato con grave confusione dell’opinione pubblica. Anche quest’anno le aree fondamentali di ricerca sono state quelle tradizionali dell’Istituto: oncologia, neuroscienze, cardiovascolare, malattie renali, trapianti d’organo, malattie rare, biologia cellulare, biochimica molecolare ed epidemiologia. In tutta la ricerca del “Mario Negri” l’ipotesi è quella di sviluppare intorno a ognuna delle grandi aree citate una complessità di approcci che vada dalla ricerca di base alla farmacocinetica, alla farmacologia, agli studi clinici controllati, all’analisi epidemiologica e, quando possibile, alla epidemiologia dei servizi. Si sono conclusi alcuni trial. Significativo è uno studio nel tumore polmonare che dimostra come un vecchio farmaco (docetaxel) sia più attivo di un nuovo farmaco (erlotinib), molto più costoso. Un altro studio ha mostrato che la N-acetilcarnitina associata al riluzolo aumenta la sopravvivenza di pazienti portatori di una malattia rara, la Sclerosi Laterale Amiotrofica. Si spera di poter confermare questi dati in uno studio di maggiore numerosità. Un’altra malattia rara, la Sindrome Emolitico Uremica, può trarre un importante giovamento dall’impiego dell’Eculizumab. Sono iniziate ricerche su una coorte di circa 200 centenari che completano lo studio su circa 2000 anziani di oltre 80 anni di età (Studio Monzino) con lo scopo di evidenziare fattori protettivi nei confronti della demenza. E’ in corso uno studio clinico che permetterà di stabilire l’efficacia e la tossicità comparativa di vari farmaci oppiacei – ossicodone, fentanil e buprenorfine – nei confronti della morfina in pazienti tumorali. Continuano le ricerche sugli inquinanti ambientali nell’acqua, nel suolo e nell’alimentazione, con particolare riguardo ai PCB e alle diossine, come pure ha preso sviluppo la quantificazione della presenza nei liquidi fognari delle droghe di abuso e dei farmaci. Sul piano delle malattie dell’anziano lo studio REPOSI sta fornendo importanti risultati sulla prevalenza di polipatologie e sul conseguente impiego di polifarmacologia. In campo cardiovascolare ha particolare rilievo una serie di studi per valutare farmaci attivi nell’indurre neuro protezione dopo prolungato arresto cardiaco. E’ iniziato un importante studio europeo per descrivere l’epidemiologia del trauma cranico e per la valutazione dei marcatori molecolari e fenotipici legati al danno cerebrale. Sono state introdotte nuove tecniche per lo studio dell’amiloidosi cerebrale e periferica impiegando il verme C elegans. RAPPORTO ATTIVITA’ 3 2013 IRFMN E’ in fase avanzata con risultati promettenti l’impiego di nano particelle per permettere un maggior passaggio dei farmaci all’interno dei tumori e per superare la barriera ematoencefalica. Una nuova tecnica consente di ottenere una completa maturazione in vivo di organi renali funzionanti generati da sospensione di singole cellule embrionali renali, un passo avanti significativo per la realizzazione di un rene funzionante. E’ in corso di realizzazione una terapia genica per prevenire il rigetto cronico di un organo solido trapiantato. Uno studio clinico controllato ha dimostrato l’effetto favorevole dell’ocreotide sulla progressione della malattia policistica renale. Un altro studio indica i predittori di risposta al rituximab da parte di pazienti affetti da nefropatia membranosa idiopatica E’ stato istituito on-line il registro degli studi clinici controllati condotti dal “Mario Negri” dove sarà possibile osservare da parte di tutti l’andamento dei vari trial. Dato l’elevato numero delle ricerche, non è possibile darne qui un’idea, seppure riassuntiva: si rimanda perciò al testo (www.marionegri.it). L’attività di ricerca necessita, come componente fondamentale, la formazione di giovani ricercatori che trovano nel lavoro di laboratorio non solo la possibilità di esprimere le loro idee, ma anche l’opportunità di ottenere un diploma attraverso la scuola di qualificazione professionale riconosciuta dalla Regione Lombardia (diplomati ad oggi 950) o il titolo di Ph.D. (diplomati ad oggi oltre 80) in collaborazione con la Open University, UK, o il dottorato di ricerca (diplomati ad oggi 10) riconosciuto dal MIUR. Infine fa parte integrante delle attività del “Mario Negri” un interesse per l’informazione a tutti i livelli, formalizzato nel Centro di Informazione per le Malattie Rare (www.marionegri.it cliccare Centro Malattie Rare), nel Centro di Informazione sui Farmaci sul sito web www.marionegri.it. E’ sempre molto attivo l’impegno del “Mario Negri” nel trasferire informazioni a medici, infermieri e associazioni di pazienti, nonché al pubblico attraverso tutti i media disponibili. Dal 2000 al 2013 sono stati pubblicati 1863 lavori di divulgazione. In particolare va sottolineato lo sviluppo del sito www.partecipasalute.it. E’ in corso un progetto europeo per informare il pubblico sulle caratteristiche e sui vantaggi degli studi clinici controllati. La ricerca sta affrontando tempi sempre più difficili e proprio per questo è importante un maggior impegno da parte dei ricercatori e un maggiore aiuto da parte di tutti: governo, enti pubblici, charities e privati. Silvio Garattini RAPPORTO ATTIVITA’ 4 2013 IRFMN Istituto di Ricerche Farmacologiche “Mario Negri” Milano RAPPORTI ATTIVITA’ 2013 dipartimenti e laboratori RAPPORTO ATTIVITA’ 5 2013 IRFMN RAPPORTO ATTIVITA’ 6 2013 IRFMN DIPARTIMENTO DI ONCOLOGIA PERSONALE Capo Dipartimento Maurizio D’INCALCI, Dr.Med.Chir. Ufficio Studi Oncologici e Documentazione Documentalista Scientifico Stefania FILIPPESCHI, Per.Chim. Laboratorio di Farmacologia Antitumorale Capo Laboratorio Maurizio D’INCALCI, Dr.Med.Chir. Unità di Biofisica Capo Unità Paolo UBEZIO, Dr.Fis. Unità di Citometria Capo Unità Eugenio ERBA, Dr. An. Chim. Biol. Unità di Genomica Traslazionale Capo Unità Sergio MARCHINI, Dr. Sci.Biol., Ph.D. Unità di Farmacologia Clinica Antitumorale Capo Unità Massimo ZUCCHETTI, Dr.CTF Unità di Terapia Sperimentale Preclinica Capo Unità Roberta FRAPOLLI, Dr. CTF Laboratorio di Farmacologia Molecolare Capo Laboratorio Massimo BROGGINI, Ph.D. Unità di Genetica Molecolare Capo Unità Mirko MARABESE, Dr.Sci.Biol., Ph.D. Unità di Riparazione del DNA Capo Unità Giovanna DAMIA, Dr. Med. Chir. Laboratorio di Biologia e Terapia delle Metastasi Tumorali Capo Laboratorio Raffaella GIAVAZZI, Dr.Sci.Biol., Ph.D. Unità di Angiogenesi Tumorale Capo Unità Giulia TARABOLETTI, Dr.Sci.Biol. RAPPORTO ATTIVITA’ 7 2013 IRFMN (Unità con sede a Bergamo) Unità di Terapia Antitumorale Molecolare Capo Unità Maria Rosa BANI, Dr.Sci.Biol., Ph.D. Laboratorio di Cachessia Tumorale AIRC- Start-Up Capo Laboratorio Rosanna PICCIRILLO, Dr. Biotec. Med., Ph.D. Laboratorio di Metodologia per la Ricerca Biomedica Capo Laboratorio Valter TORRI, Dr.Med.Chir. Unità di Metodologia delle Revisioni Sistematiche e Produzione di Linee Guida Capo Unità Michela CINQUINI, Dr.Stat. Unità di Statistica Computazionale Capo Unità Luca PORCU Laboratorio di Ricerca Clinica Capo Laboratorio Irene FLORIANI, Dr.Sci.Biol., Dr.Stat., Ph.D. Unità di Coordinamento, Conduzione e Monitoraggio Capo Unità Davide POLI, Dr.Fis. Unità di Statistica Capo Unità Eliana Rulli, Dr.Stat. Unità di Assicurazione della Qualità Capo Unità Marlen Victoria Llerena Mesa, Dr. Farm. Unità di Disegno e Pianificazione della Ricerca Capo Unità Ric. Clin., Lital Hannah Hollander, Dr.Sci.Med. Master Dr.San.Pub. Unità di Ginecologia e Oncologia Capo Unità Roldano FOSSATI, Dr.Med.Chir. Unità di Ricerca nel Dolore e Cure Palliative Capo Unità Oscar Corli, Dr.Med.Chir. RAPPORTO ATTIVITA’ 8 2013 IRFMN CURRICULA VITAE Maurizio D'Incalci si è laureato in Medicina e Chirurgia con lode all'Università di Milano nel 1977. Si è specializzato in Farmacologia presso l'Istituto Mario Negri nel 1979, e in Oncologia all'Università di Genova nel 1981. Ha lavorato nel laboratorio di Farmacologia Molecolare del National Cancer Institute di Bethesda, Md, nel 1983 e 1984. Dal 1986 è capo del Laboratorio di Farmacologia Antitumorale dell'Istituto Mario Negri e dal 1996 del Dipartimento di Oncologia dello stesso Istituto. E' stato presidente del gruppo "Pharmacology and Molecular Mechanisms Group" dell’Organizzazione Europea di Ricerca e il Trattamento del Cancro (EORTC). Dal 1994 al 1997 è stato presidente del comitato che supervisiona lo sviluppo di nuovi farmaci dell'EORTC (NDDO) e dal 1997 al 2000 è stato presidente della Divisione di Ricerca della stessa organizzazione. Dal 2000 al 2003 è stato membro del Board dell’EORTC. Dal 1995 è membro del Consiglio Direttivo della Fondazione Nerina e Mario Mattioli Onlus. Dal 1997 al 2012 è stato Preclinical Coordinator della Southern Europe New Drug Organization (SENDO) e dal 2005 al 2012 è stato chairman del New Agents Committee (NAC) del SENDO. Dal 2003 al 2013 è membro del Comitato Etico del Centro di Riferimento Oncologico (CRO) di Aviano. Dal 2006 è presidente del Comitato Tecnico Scientifico del Mario Negri Gynecologic Oncology group (MaNGO). Dal 2007 è membro del Comitato Tecnico Scientifico dell’Associazione Italiana per la Ricerca sul Cancro (AIRC). Dal 2009 al 2013 è membro del Consiglio Direttivo della Società Italiana di Cancerologia (SIC). Dal 2010 è membro del Comitato Scientifico della Fondazione Buzzi Unicem Onlus per la ricerca, diagnosi e cura del mesotelioma. Dal novembre 2013 è membro del Comitato Etico della Fondazione del Piemonte per l’Oncologia – IRCCS di Candiolo. E’ nel comitato editoriale di numerose riviste scientifiche internazionali e, dal settembre 2000 al dicembre 2010, è stato Editor for Experimental Oncology del European Journal of Cancer. E' autore di più di 470 articoli che riguardano la farmacologia antitumorale e di numerosi capitoli di libri. Principali pubblicazioni Di Giandomenico S., Frapolli R., Bello E., Uboldi S., Licandro S.A., Brich S., Mauro V., Tamborini E., Pilotti S., Casali P., Grosso F., Sanfilippo R., Gronchi A., Mantovani R., Galmarini C., Fernandez Sousa-Faro J.M., D’Incalci M. Mode of action of trabectedin in myxoid liposarcomas. Oncogene, 2013 e-pub. Germano G., Frapolli R., Belgiovine C., Anselmo A., Pesce S., Liguori M., Erba E., Uboldi S., Zucchetti M., Pasqualini F., Nebuloni M., Van Rooijen N., Mortarini R., Beltrame L., Marchini S., Fuso Nerini I., Sanfilippo R., Casali P.G., Pilotti S., Anichini A., Mantovani A., D’Incalci M., Allavena P. Role of Macrophage targeting in the anti-tumor activity of Trabectedin. Cancer Cell, 23(2): 249-262 (2013). Uboldi S., Calura E., Beltrame L., Fuso Nerini I., Marchini S., Cavalieri D., Erba E., Chiorino G., Ostano P., D’Incalci M., Romualdi C. A systems biology approach to characterize the regulatory networks leading to trabectedin resistance in an in vitro model of myxoid liposarcoma. PLoS ONE, 7(4): e35423 (2012). Marchini S., Poynor E., Barakat R.R., Clivio L., Cinquini M., Fruscio R., Porcu L., Bussani C., D’Incalci M., Erba E., Romano M., Cattoretti G., Katsaros D., Koff A., Luzzatto L. The zinc finger gene ZIC2 has features of an oncogene and its overexpression correlates strongly with the clinical course of epithelial ovarian cancer. Clin. Cancer Res., 18: 4313-4324 (2012). Marchini S., Cavalieri D., Fruscio R., Calura E., Garavaglia D., Fuso Nerini I., Mangioni C., Cattoretti G., Clivio L., Beltrame L., Katsaros D., Scarampi L., Menato G., Perego P., Chiorino G., Buda A., Romualdi C., D’Incalci M.Association between miR-200c and survival of stage I epithelial ovarian cancer patients. A retrospective study on two independent tumour tissue collections The Lancet Oncology, 12(3): 273-285 ( 2011). Frapolli R., Tamborini E., Virdis E., Bello E., Tarantino E., Marchini S., Grosso F., Sanfilippo R., Gronchi A., Tercero J.C., Peloso G., Casali P., Pilotti S., D’Incalci M. Novel models of myxoid liposarcoma xenografts mimicking the biological and pharmacological features of human tumors. Clinical Cancer Res., 16(20): 4958-4967 (2010). Massimo Broggini ha frequentato la facoltà di scienze biologiche dell’Università di Milano, si è specializzato in Biochimica presso l'Istituto Mario Negri, e ha ottenuto il titolo di PhD presso la Open University, UK. Ha lavorato per un breve periodo nel laboratorio di Molecular Pharmacology del National Cancer Institute di Bethesda, Md, nel 1986. Dal 1991 è capo dell’unità di Farmacologia Molecolare dell'Istituto Mario Negri e dal 1999 del Laboratorio di Farmacologia Molecolare dello stesso RAPPORTO ATTIVITA’ 9 2013 IRFMN Istituto. I suoi interessi scientifici riguardano lo studio del meccanismo di azione di nuovi farmaci antitumorali, la ricerca di proteine e geni alterati in neoplasie umane e lo studio di oncosoppressori. E' membro del gruppo "Pharmacology and Molecular Mechanisms Group" dell’Organizzazione Europea di Ricerca e il Trattamento del Cancro (EORTC) e dell’American Association for Cancer Research. E’ membro del gruppo editoriale della rivista European Journal of Cancer, Frontiers in Cancer Genetics e American Journal for Cancer Research. E' autore di più di 150 articoli scientifici pubblicati su riviste internazionali. Principali pubblicazioni Garassino MC, Martelli O, Broggini M, Farina G, Veronese S, Rulli E, Bianchi F, Bettini A, Longo F, Moscetti L, Tomirotti M, Marabese M, Ganzinelli M, Lauricella C, Labianca R, Floriani I, Giaccone G, Torri V, Scanni A, Marsoni S; TAILOR trialists.. Erlotinib versus docetaxel as second-line treatment of patients with advanced non-small-cell lung cancer and wildtype EGFR tumours (TAILOR): a randomised controlled trial. Lancet Oncol. 2013 Sep;14(10):981-8. Sabatino MA, Geroni C, Ganzinelli M, Ceruti R, Broggini M. Zebularine partially reverses GST methylation in prostate cancer cells and restores sensitivity to the DNA minor groove binder brostallicin. Epigenetics. 2013 Jun;8(6):656-65. Ricci F, Broggini M, Damia G. Revisiting ovarian cancer preclinical models: implications for a better management of the disease. Cancer Treat Rev. 2013 Oct;39(6):561-8. Previdi S, Abbadessa G, Dalò F, France DS, Broggini M.Breast Cancer-Derived Bone Metastasis Can Be Effectively Reduced through Specific c-MET Inhibitor Tivantinib (ARQ 197) and shRNA c-MET Knockdown. Mol Cancer Ther. 2012 Jan;11(1):214-23. Mazzoletti M, Bortolin F, Brunelli L, Pastorelli R, Di Giandomenico S, Erba E, Ubezio P, Broggini M. Combination of PI3K/mTOR inhibitors: antitumor activity and molecular correlates. Cancer Res. 2011 Jul 1;71(13):4573-84 Garassino MC, Marabese M, Rusconi P, Rulli E, Martelli O, Farina G, Scanni A, Broggini M. 10.Different types of K-Ras mutations could affect drug sensitivity and tumour behaviour in non-small-cell lung cancer. Ann Oncol. 2011 Jan;22(1):2357. Irene Floriani si è laureata in Scienze Biologiche nel 1988 e in Biostatistica e Statistica Sperimentale nel 2003 presso l’Università di Milano. Nel 2005 ha ottenuto il titolo di PhD in Life Sciences presso la Open University di Londra. Dopo un’esperienza di circa 10 anni nella direzione medica di alcune industrie farmaceutiche, nel 2002 è divenuta capo dell’Unità di Biometria e Data Management del Laboratorio per la Ricerca Clinica Oncologica e dal 2006 è Capo del Laboratorio di Ricerca Clinica (denominato fino al 2012 Laboratorio di Clinical Trials). Dal 1999 al 2006 è stata membro del comitato etico dell’Istituto Scientifico Eugenio Meda. Dal 2002 al 2013 è stata membro del comitato etico dell’Azienda Ospedaliera San Paolo di Milano. Dal 2004 al 2013 è stata membro del comitato etico dell’Azienda Ospedaliera Sant’Anna di Como (dal 2010 al 2013 in qualità di presidente). Dal 2010 al 2013 è stata membro del comitato etico dell’Azienda Ospedaliera della Valtellina e della Valchiavenna. Dal 1998 è membro del comitato etico della Fondazione IRCCS Istituto Neurologico Carlo Besta (dal 2002 al 2013 in qualità di vice-presidente). Dal 2013 è presidente del comitato etico dell’Ospedale Manzoni di Lecco. Dal 2011 è nel comitato editoriale di World Journal of Methodology e dal 2014 in quello di Endocrine. Le principali aree di interesse comprendono gli aspetti statistici e metodologici della ricerca clinica, con particolare riferimento agli studi clinici in oncologia; le revisioni sistematiche della letteratura medica e gli aspetti metodologici dei test diagnostici. E' autrice di più di 100 articoli scientifici pubblicati su riviste internazionali. Principali pubblicazioni Rulli E, Biagioli E, Riva I, Gambirasio G, De Simone I, Floriani I, Quaranta L. Efficacy and Safety of Trabeculectomy vs Nonpenetrating Surgical Procedures: A Systematic Review and Meta-analysis. JAMA Ophthalmol. 2013 Dec 1;131(12):1573-82. Garassino MC, Martelli O, Broggini M, Farina G, Veronese S, Rulli E, Bianchi F, Bettini A, Longo F, Moscetti L, Tomirotti M, Marabese M, Ganzinelli M, Lauricella C, Labianca R, Floriani I, Giaccone G, Torri V, Scanni A, Marsoni S; TAILOR trialists.Erlotinib versus docetaxel as second-line treatment of patients with advanced non-small-cell lung cancer and wildtype EGFR tumours (TAILOR): a randomised controlled trial. Lancet Oncol. 2013 Sep;14(10):981-8. doi: 10.1016/S14702045(13)70310-3. Zucca E, Conconi A, Laszlo D, López-Guillermo A, Bouabdallah R, Coiffier B, Sebban C, Jardin F, Vitolo U, Morschhauser F, Pileri SA, Copie-Bergman C, Campo E, Jack A, Floriani I, Johnson P, Martelli M, Cavalli F, Martinelli G, Thieblemont C.Addition of rituximab to chlorambucil produces superior event-free survival in the treatment of patients with extranodal marginal-zone B-cell lymphoma: 5-year analysis of the IELSG-19 Randomized Study. J Clin Oncol. 2013 Feb 10;31(5):56572. Floriani I, D'Onofrio M, Rulli E, Chen MH, Li R, Musicco L. Performance of Imaging Modalities in the Diagnosis RAPPORTO ATTIVITA’ 10 2013 IRFMN of Hepatocellular Carcinoma: a Systematic Review and Meta-Analysis. Ultraschall Med. 2012 Dec 13 Floriani I, Garattini S, Torri V. Looking for efficiency rather than efficacy in randomized controlled trials in oncology. Ann Oncol. 2010 Jul;21(7):1391-3. Floriani I, Torri V, Rulli E, Garavaglia D, Compagnoni A, Salvolini L, Giovagnoni A. Performance of imaging modalities in diagnosis of liver metastases from colorectal cancer: a systematic review and meta-analysis. J Magn Reson Imaging. 2010 Jan;31(1):19-31. Raffaella Giavazzi si è laureata in Scienze Biologiche nel 1979 presso l’Università di Milano dove nel 1994 si è specializzata in Farmacologia. Ricercatore presso il Cancer Metastasis and Treatment Laboratory, NCI-FCRDC, Frederick, Maryland (1981-1983), Ph.D nel 1983, Professore Assistente presso il Department of Cell Biology dell’M.D. Anderson Hospital and Tumor Institute, Università del Texas (1983 al 1985). Dal 1986 è Capo del Laboratorio di Biologia e Terapia delle Metastasi Tumorali all’Istituo di Ricerche Farmacologiche Mario Negri. Professore a contratto presso la Facoltà di Medicina dell’Università di Pisa (1999-2010) e dell’Università di Brescia (2007-2010) e membro del Collegio dei Docenti del Dottorato di Ricerca in Fisiologia-Tossicologia Molecolare e Cellulare presso l’Università di Siena (2004-2010). Dal 2012 è membro del Consiglio di Amministrazione dell’Università di Trento. E’ stata Consulente scientifico per il National Cancer Institute (NCI) - Developmental Therapeutics Program di Bethesda, USA (1998-2006) e membro del Comitato Esecutivo del SENDO (South Europe New Drug Development Office,1988-2012). E’stata nel Direttivo (1994-204) e Presidente (2005-2007) della Società Italiana di Cancerologia, membro del Comitato Esecutivo dell’European Association for Cancer Research (2008-2012) e nel Direttivo della International Metastasis Research Society (2000-2004). Dal 2008 è membro del Comitato Scientifico della Fondazione Pezcoller. Nel 1996 è stata Honorary Research Fellow and Visiting Professor presso la Division of Oncology, Richard Dimble Department of Cancer/ICRF, London, UK. Nel 2003 ha ricevuto il premio alla carriera dalla Lega Italiana contro i Tumori e nel 2012 la lettura “Giorgio Prodi” dalla Società Italiana di Cancerologia. E’ nel comitato editoriale di riviste scientifiche internazionali, tra cui “Clinical Experimental Metastasis”, “The International Journal of Biological Markers”. E’ autore di più di 200 articoli scientifici su giornali “peer reviewer” e di numerosi testi in libri di biologia e terapia del cancro. E’ stata invitata come relatrice a numerosi congressi nazionali e internazionali. Principali pubblicazioni Rovida A, Castiglioni V, Decio A, Scarlato V, Scanziani E, Giavazzi R, Cesca M. Chemotherapy counteracts metastatic dissemination induced by antiangiogenic treatment in mice. Molecular Cancer Therapeutics 2013 12(10):2237-47. Silini A, Ghilardi C, Figini S, Sangalli F, Fruscio R, Dahse R, Pedley RB, Giavazzi R, Bani MR. Regulator of G-protein signaling 5 (RGS5) protein: a novel marker of cancer vasculature elicited and sustained by the tumor’s proangiogenic microenvironment. Cell Mol Life Sci 2012 69 : 1167-1178 Moschetta M, Pretto F, Berndt A, Galler K, Richter P, Bassi A, Oliva P, Micotti E, Valbusa G, Schwager K, Kaspar M, Trachsel E, Kosmehl H, Bani MR, Neri D, Giavazzi R. Paclitaxel enhances the therapeutic efficacy of the F8-IL2 immunocytokine to EDA-fibronectin positive metastatic human melanoma xenografts. Cancer Res 2012 72 :1814-1824 Oliva P, Decio A, Castiglioni V, Bassi A, Pesenti E, Cesca M, Scanziani E, Belotti D, Giavazzi R. Cisplatin plus paclitaxel and maintenance of bevacizumab on tumor progression, dissemination, and survival of ovarian carcinoma xenograft models. British Journal of Cancer 2012 107 : 360-369 Borgia B., Rösli C., Fugmann T., Schliemann C., Cesca M., Neri D., Giavazzi R. A proteomic approach for the identification of vascular markers of liver metastasis. Cancer Research, 70(1):309-18, 2010. Cesca M., Frapolli R., Berndt A., Scarlato V., Richter P., Kosmehl H., D’Inclaci M., Ryan A.J., Giavazzi R. The effects of vandetanib on paclitaxel tumor distribution and antitumor activity in a xenograft model of human ovarian carcinoma. Neoplasia, 11(11):1155-64, 2009. Rosanna Piccirillo si è laureata in Biotecnologie Mediche con lode all'Università di Milano nel 2001 con una tesi in oncologia sperimentale presso l’Istituto Nazionale dei Tumori di Milano, nel laboratorio della Prof.ssa Sylvie Mènard. Nel 2006 ha conseguito il doppio titolo di Dottorato italiano ed International PhD in Cellular and Molecular Biology presso l’Università Vita-Salute San Raffaele di Milano e la Open University di Londra con una tesi sperimentale sul traffico e lo smistamento intracellulare delle proteine in una malattia genetica umana (l’Albinismo Oculare di tipo 1), presso il laboratorio della Prof.ssa Schiaffino. Nel 2006 il suo originale lavoro di ricerca le è valso il prestigioso Premio Sapio Junior per la Ricerca Italiana (http://www.premiosapio.it/2011/pagine/dynamic_art.php?id=6&table_name=2012_edizioni). RAPPORTO ATTIVITA’ 11 2013 IRFMN Durante il 2007 ha lavorato come Visiting Assistant Researcher nel Dipartimento di Genetica Umana dell’ Università della California, Los Angeles, USA (UCLA) presso il laboratorio del Prof. Esteban dell’Angelica dove ha acquisito nuove competenze in biochimica. Dal 2007 al 2012, ha svolto attività di ricerca come Postdoctoral Fellow presso il Dipartimento di Biologia Cellulare di Harvard Medical School in Boston, USA, nel laboratorio del Prof. Alfred L. Goldberg, specializzandosi nella degradazione delle proteine durante le malattie neurodegenerative e l’atrofia muscolare. Dal marzo del 2012 è capo del Laboratorio di Cachessia Tumorale AIRC Start-Up presso il Dipartimento di Oncologia dell'Istituto Mario Negri, dove è interessata a identificare nuovi bersagli terapeutici coinvolti nel letale depauperamento muscolare durante la crescita tumorale. Principali pubblicazioni F. Demontis, R. Piccirillo, A.L. Goldberg, N. Perrimon (2013). Mechanisms of skeletal muscle aging: insights from Drosophila and mammalian models. Dis Model Mech. 2013 Nov;6(6):1339-52. R. Piccirillo, F. Demontis, A.L. Goldberg, N. Perrimon (2013). Mechanisms of muscle growth and atrophy in mammals and Drosophila. Dev Dyn. 2014 Feb;243(2):201-15. F. Demontis, R. Piccirillo, A. L. Goldberg and N. Perrimon (2013). The influence of skeletal muscle on systemic aging and lifespan. Aging Cell. 2013 Dec;12(6):943-9. R. Piccirillo and A. L. Goldberg (2012). The p97/VCP ATPase is critical in muscle atrophy and the accelerated degradation of muscle proteins. EMBO J. 31(15):3334-50. N. Bhutani+, R. Piccirillo+, R. Hourez, P. Venkatraman and A. L. Goldberg (2012). Cathepsins L and Z are critical in degrading polyglutamine-containing proteins within lysosomes. J Biol Chem. 287(21):17471-82. +: These authors contributed equally to this paper. R. Piccirillo, I. Palmisano, G. Innamorati, P. Bagnato, D. Altimare, M.V. Schiaffino (2006). An unconventional dileucinebased motif and a novel cytosolic motif are required for the lysosomal and melanosomal targeting of OA1. J Cell Sci. 119: 2003-2014. Valter Torri si è laureato in Medicina nel 1985 presso l’Università di Milano e si è specializzato in Oncologia Medica nel 1989 all’università di Milano . Attività formative 1985: Laurea in Medicina e Chirurgia, con Lode, Università di Milano; 1988 Specializzazione in Ricerche Farmacologiche, Istituto ‘Mario Negri’ Milano; 1989 Specializzazione in Oncologia Medica, Università di Milano; 1989-1991 Ricercatore presso la Biometric Research Branch of Cancer Treatment Evaluation Program, NCI, Bethesda , MD (USA) Aree di interesse: Aspetti statistici della metodologia della ricerca clinica, in particolare sulle sperimentazioni cliniche controllate in oncologia; Metodologia delle revisioni sistematiche; aspetti metodologici sulla valutazione dei test diagnostici Ruolo attuale: Capo del Laboratorio di Metodologia per la Ricerca Biomedica. Cronologia professionale: 1983-1985: Ricercatore presso il reparto di Medicina Interna dell’Ospedale Policlinco, Università di Milano; 1985-1989: Assistente di ricerca presso l’unità di clinical trials del laboratorio di Epidemiologia Clinica, Istituto ‘Mario Negri’ Milano; 1989-199: Ricercatore presso la Biometric Research Branch of Cancer Treatment Evaluation Program, NCI, Bethesda, MD (USA); 1994: Capo dell’unità di biometria del laboratorio di Epidemiologia clinica in Oncologia, Istituto ‘Mario Negri, Milano; 1995: Vice Direttore del Centro ‘Cochrane’ Italiano; 2001: Capo del Laboratorio di Ricerca Clinica Oncologica 2006: Capo del Laboratorio per lo sviluppo di nuove strategie farmacologiche. Membro del Consiglio Direttivo Nazionale della Società Italiana di Oncologia Medica. 2011: Capo del Laboratorio di Metodologia per la Ricerca Biomedica Ha partecipato a vari Independent data monitoring committee di studi clinici internazionali in particolare nel carcinoma dell’ovaio e del polmone. È co-autore di oltre 200 articoli pubblicati su riviste internazionali “peer reviewer” e 5 capitoli di libri scientifici per la didattica riguardanti la metodologia della ricerca clinica su trattamenti terapeutici e test diagnostici. Principali pubblicazioni Raja FA, Counsell N, Colombo N, Pfisterer J, du Bois A, Parmar MK, Vergote IB, Gonzalez-Martin A, Alberts DS, Plante M, Torri V, Ledermann JA. Platinum versus platinum-combination chemotherapy in platinum-sensitive recurrent ovarian cancer: a meta-analysis using individual patient data. Ann Oncol. 2013 Dec;24(12):3028-34. doi: 10.1093/annonc/mdt406. Epub 2013 Nov 4. PubMed PMID: 24190964. RAPPORTO ATTIVITA’ 12 2013 IRFMN Rossi A, Torri V, Garassino MC, Porcu L, Galetta D. The impact of personalized medicine on survival: Comparisons of results in metastatic breast, colorectal and non-small-cell lung cancers. Cancer Treat Rev. 2013 Sep 25. pii: S03057372(13)00201-6. doi: 10.1016/j.ctrv.2013.09.012. [Epub ahead of print] PubMed PMID: 24112813. Procopio G, Grassi P, Testa I, Verzoni E, Torri V, Salvioni R, Valdagni R, de Braud F. Safety of Abiraterone Acetate in Castration-resistant Prostate Cancer Patients With Concomitant Cardiovascular Risk Factors. Am J Clin Oncol. 2013 Sep 21. [Epub ahead of print] PubMed PMID: 24064757. Garassino MC, Martelli O, Broggini M, Farina G, Veronese S, Rulli E, Bianchi F, Bettini A, Longo F, Moscetti L, Tomirotti M, Marabese M, Ganzinelli M, Lauricella C, Labianca R, Floriani I, Giaccone G, Torri V, Scanni A, Marsoni S; TAILOR trialists. Erlotinib versus docetaxel as second-line treatment of patients with advanced non-small-cell lung cancer and wildtype EGFR tumours (TAILOR): a randomised controlled trial. Lancet Oncol. 2013 Sep;14(10):981-8. doi: 10.1016/S14702045(13)70310-3. Epub 2013 Jul 22. PubMed PMID: 23883922. Pinto C, Novello S, Torri V, Ardizzoni A, Betta PG, Bertazzi PA, Casalini GA, Fava C, Fubini B, Magnani C, Mirabelli D, Papotti M, Ricardi U, Rocco G, Pastorino U, Tassi G, Trodella L, Zompatori M, Scagliotti G. Second Italian consensus conference on malignant pleural mesothelioma: state of the art and recommendations. Cancer Treat Rev. 2013 Jun;39(4):32839. doi: 10.1016/j.ctrv.2012.11.004. Epub 2012 Dec 12. Review. PubMed PMID: 23244777. Maria Rosa Bani si è laureata in Scienze Biologiche nel 1988 presso l’Università degli Studi di Milano e nel 1990 ha ottenuto l’abilitazione all’esercizio della professione di Biologo. Dopo le specializzazioni in Ricerca Farmacologica nel 1991 (Istituto di Ricerche Farmacologiche Mario Negri e Regione Lombardia) e in Ricerca Biomedica nel 1993 (Consorzio Mario Negri Sud e Regione Abruzzo), nel 2005 ha conseguito il titolo PhD della Open University (UK). Dal 1991 al 1995 è stata ricercatrice (Post Doctoral Fellow) presso il Sunnybrook Health Science Center, Cancer Research Division, Università di Toronto, Canada e tra il 2000 e il 2001 ricercatrice scientifica (visiting scientist) presso l’Advance Technology Centre del National Cancer Institute (ATC-NCI), National Institute of Health (NIH), USA. Dal 1996 ha lavorato come ricercatore borsista nel Laboratorio di Biologia e Terapia delle Metastasi presso l’Istituto di Ricerche Farmacologiche Mario Negri, dove dal 2004 è capo dell’Unità di Terapia Antitumorale e Molecolare. È Scientific Manager di STROMA e di ADAMANT, due progetti condotti nell’ambito del 6°e 7° Programma Quadro della Commissione Europea. E’ membro dell’American Association for Cancer Research (AACR), dell’European Association for Cancer Research (EACR) e della Società Italiana di Cancerologia (SIC). Il suoi interessi scientifici si sviluppano nell’area degli studi molecolari e della biologia dei tumori, dell’ efficacia di approcci terapeutici innovativi in ambito preclinico; in particolare la biologia delle cellule endoteliali per capire il ruolo dell’endotelio/vascolatura nella progressione maligna e nella risposta ai farmaci antitumorali. E’ co-autore di 37 articoli scientifici pubblicati su giornali “peer reviewed”, di 2 capitoli e di 70 riassunti, 17 dei quali selezionati per la presentazione orale a congressi internazionali. Principali pubblicazioni Moschetta M, Pretto F, Berndt A, Galler K, Richter P, Bassi A, Oliva P, Micotti E, Valbusa G, Schwager K, Kaspar M, Trachsel E, Kosmehl H, Bani MR, Neri D, Giavazzi R. Paclitaxel enhances therapeutic efficacy of the F8-IL2 immunocytokine to EDA-fibronectin-positive metastatic human melanoma xenografts. Cancer Research 72: 1814-1824, 2012 Silini A, Ghilardi C, Figini S, Sangalli F, Fruscio R, Dahse R, Pedley RB, Giavazzi R, Bani M. Regulator of G-protein signaling 5 (RGS5) protein: a novel marker of cancer vasculature elicited and sustained by the tumor's proangiogenic microenvironment. Cellular and Molecular Life Sciences, 69:1167-1178, 2012 Silini A., Ghilardi C., Ardinghi C., Bernasconi S., Carraro F., Naldini A., Bani M.R., Giavazzi R. Protease-activated receptor1 (PAR-1) promotes the motility of human melanomas and is associated to their metastatic phenotype. Clinical Experimental Metastasis, 27 (1) : 43-53, 2010 Ghilardi C., Chiorino G., Dossi R., Nagy Z., Giavazzi R., Bani M.R. Identification of novel vascular markers through gene expression profiling of tumor-derived endothelium. BMC Genomics, 30(9), 201, 2008. Naumova E., Ubezio P., Garofalo A., Borsotti P., Cassis L., Riccardi E., Scanziani E., Eccles S.A., Bani M.R. Giavazzi R. The vascular targeting property of paclitaxel is enhanced by SU6668, a receptor tyrosine kinase inhibitor, causing apoptosis of endothelial cells and inhibition of angiogenesis. Clinical Cancer Research 12: 1839-1849, 2006 Bani M.R., Nicoletti M.I., Alkharouf N.W., Ghilardi C., Petersen D., Erba E., Sausville E.A., Liu E.T. and Giavazzi R. Gene expression correlating with response to paclitaxel in ovarian carcinoma xenografts. Molecular Cancer Therapeutics 3: 111121, 2004. Michela Cinquini si è laureata in Biostatistica e Statistica Sperimentale presso l'Università degli Studi di Milano Bicocca (2005) e ha ottenuto il titolo di specialista in Ricerche farmacologiche presso l’Istituto ‘Mario Negri’ di Milano (2008). Ha lavorato come borsista nel Laboratorio per lo Sviluppo di nuove Strategie Farmacologiche dell’Istituto Mario Negri, RAPPORTO ATTIVITA’ 13 2013 IRFMN Dall’ottobre del 2009 a maggio 2010 ha lavorato come Fellow presso il Centre for Statistics in Medicine Oxford, UK (Supervisor Doctor Altman DG) Da giugno 2010 lavora nel laboratorio di Metodologia per la ricerca biomedica e da maggio 2012 è capo dell’unità di Metodologia delle Revisioni Sistematiche e Produzione di Linee Guida. Dal 2006 è docente in vari corsi teorico-pratici, di perfezionamento e master in metodologia della ricerca clinica e delle revisioni sistematiche, presso l’Università di Ferrara e l’Università di Parma, con lezioni relative alla metodologia degli studi clinici e delle revisioni sistematiche; dal 2010 è docente nel “Corso di perfezionamento in revisioni sistematiche” dell’Università degli studi di Milano presso l’Istituto di ricerche farmacologiche Mario Negri; Dal 2008 è membro del Centro Cochrane Italiano. Aree di interesse: Aspetti statistici della metodologia delle revisioni sistematiche e meta-analisi di efficacia e diagnostiche; valutazione secondo il metodo GRADE della qualità delle evidenze scientifiche in ambito oncologico. Principali pubblicazioni Banzi R, Cinquini M, Liberati A, Moschetti I, Pecoraro V, Tagliabue L, Moja L.Speed of updating online evidence based point of care summaries: prospective cohort analysis. BMJ. 2011 Sep 23;343:d5856 Galfrascoli E, Piva S, Cinquini M, Rossi A, La Verde N, Bramati A, Moretti A, Manazza A, Damia G, Torri V, Muserra G, Farina G, Garassino MC; ORION Collaborative Group. Risk/benefit profile of bevacizumab in metastatic colon cancer: a systematic review and meta-analysis. Dig Liver Dis. 2011 Apr;43(4):286-94. Rossi A., Garassino MC., Cinquini M., Sburlati P., Borgonovo K., La Verde N., Farina G. and Torri V. Maintenance or consolidation therapy in Small Cell Lung Cancer (SCLC) with non chemotherapic agents: a systematic overview. Lung Cancer. 2010 Nov;70(2):119-28 Marchini S, Mariani P, Chiorino G, Marrazzo E, Bonomi R, Fruscio R, Clivio L, Garbi A, Torri V, Cinquini M, Dell'Anna T, Apolone G, Broggini M, D'Incalci M. Analysis of gene expression in early-stage ovarian cancer. Clin Cancer Res. 2008 Dec 1;14(23):7850-60. Oscar Corli si è laureato in Medicina e Chirurgia nel 1974 presso l’Università degli Studi di Milano e si è specializzato in Anestesiologia e Rianimazione nel 1977. Dal giugno 1975 al gennaio 2008 in servizio c/o l’Ospedale V. Buzzi di Milano e quindi presso l’A.O. Istituti Clinici di Perfezionamento, in qualità di dirigente medico responsabile della U.O. Cure Palliative. Socio fondatore della S.I.C.P. ( Società Italiana di Cure Palliative), poi segretario nazionale dal 1986 al 1994, poi presidente nazionale della S.I.C.P. dal 1994 al 1997. Socio fondatore della E.A.P.C. (European Association for Palliative Care); socio fondatore della S.I.M.P.A. (Scuola Italiana di Medicina e Cure Palliative) Docente in Terapia del dolore e Medicina Palliativa presso l’Università di Milano, di Verona e Sapienza di Roma (corsi master in medicina palliativa) Membro della Commissione oncologica nazionale (Ministero Salute) nel 1995-96 Membro della C.U.F. (Ministero Salute), gruppo “Terapia del dolore” (1999-2001) Membro della Commissione per le Cure Palliative (Regione Lombardia) nel 1997-98 Membro della commissione “Terapia del dolore” – Dipartimento dei Medicinali e della Farmacovigilanza (decreto ministeriale 24.03.2003) e coordinatore nazionale della stessa commissione presso l’AIFA dal gennaio 2004; confermato al coordinamento in data 6 luglio 2005 fino al 2006. Membro della Commissione “Terapia del dolore, cure palliative e dignità del fine vita” - Ministero della Salute – nel dicembre 2006 -2007 Editor dell’ Osservatorio Italiano Cure Palliative (www.oicp.org) Onorificenza da parte del comune di Milano (Ambrogino) per attività professionali; alta onorificenza da parte della Università di Verona (per attività formative); onorificenza da parte del Presidente della Repubblica italiana (per l’attività svolta come Presidente del comitato scientifico del XIV congresso nazionale della Società Italiana Cure Palliative). Principali pubblicazioni Deandrea S, Corli O, Consonni D, Villani W, Greco MT, Apolone G. Prevalence of Breakthrough Cancer Pain: A Systematic Review and a Pooled Analysis of Published Literature. J Pain Symptom Manage 2014; 47: 57-75. Corli O, Montanari M, Greco MT, Brunelli C, Kaasa S, Caraceni A, Apolone G. How to evaluate the effect of pain treatments in cancer patients: Results from a longitudinal outcomes and endpoint Italian cohort study. Eur J Pain. 2012; 17: 858-866. Corli O, Montanari M, Deandrea S, Greco MT, Villani W, Apolone G. An exploratory analysis on the effectiveness of four strong opioids in patients with cancer pain. Pain Med. 2012 Jul; 13(7): 897-907 RAPPORTO ATTIVITA’ 14 2013 IRFMN Knudsen AK, Brunelli C, Klepstad P, Aass N, Apolone G, Corli O, Montanari M, Caraceni A, Kaasa S. Which domains should be included in a cancer pain classification system? Analyses of longitudinal data. Pain. 2012 Mar; 153(3): 696-703. Greco MT, Corli O, Montanari M, Deandrea S, Zagonel V, Apolone G; Writing Protocol Committee; Cancer Pain Outcome Research Study Group (CPOR SG) Investigators. Epidemiology and pattern of care of breakthrough cancer pain in a longitudinal sample of cancer patients: results from the Cancer Pain Outcome Research Study Group. Clin J Pain. 2011 Jan; 27(1): 9-18. Apolone G, Corli O, Caraceni A, Negri E, Deandrea S, Montanari M, Greco MT; Cancer Pain Outcome Research Study Group (CPOR SG) Investigators. Pattern and quality of care of cancer pain management. Results from the Cancer Pain Outcome Research Study Group. Br J Cancer. 2009 May 19; 100(10): 1566-74. Giovanna Damia si è laureata in medicina e chirurgia con lode all’Università di Milano nel 1985. Si è specializzata in Farmacologia presso l’Istituto Mario Negri e in oncologia all’Università di Milano nel 1989. Ha lavorato nel Laboratorio di Immunologia Sperimentale del National Cancer Institute, Frederick, USA. Ha lavorato come borsista nel Laboratorio di Chemioterapia Antitumorale dell’Istituto Mario Negri e dall’aprile 2003 è capo dell’Unità di Riparazione del DNA. Dal 1992 al 1995 è stata consulente della Segreteria Generale del Progetto Finalizzato CNR "Applicazioni Cliniche della Ricerca Oncologica". Dal settembre 2005 è Deputy Editor for Experimental Oncology di European Journal of Cancer. Principali aree di interesse: meccanismo d’azione dei farmaci antitumorali, checkpoints del ciclo cellulare e composti naturali. Principali pubblicazioni La Verde N, Piva S, Ganzinelli M, Farina G, Gherardi G, Girelli S, Bramati A, Del Re L, Damia G. Tumor shrinkage and improved quality of life in a heavily pretreated metastatic breast cancer patient treated with eribulin. Future Oncol. 2013 Nov;9(11):1703-9. Ribeiro E, Ganzinelli M, Andreis D, Bertoni R, Giardini R, Fox SB, Broggini M, Bottini A, Zanoni V, Bazzola L, Foroni C, Generali D, Damia G. Triple negative breast cancers have a reduced expression of DNA repair genes. PLoS One. 2013 Jun 25;8(6) Ricci F, Bernasconi S, Porcu L, Erba E, Panini N, Fruscio R, Sina F, Torri V, Broggini M, Damia G. ALDH enzymatic activity and CD133 positivity and response to chemotherapy in ovarian cancer patients. Am J Cancer Res. 2013 Apr 3;3(2):221-9. Chilà R, Celenza C, Lupi M, Damia G, Carrassa L. Chk1-Mad2 interaction: a crosslink between the DNA damage checkpoint and the mitotic spindle checkpoint. Cell Cycle. 2013 Apr 1;12(7):1083-90. Ricci F, Broggini M, Damia G. Revisiting ovarian cancer preclinical models: Implications for a better management of the disease. Cancer Treat Rev. 2013 Oct;39(6):561-8 Bello E, Taraboletti G, Colella G, Zucchetti M, Forestieri D, Licandro SA, Berndt A, Richter P, D'Incalci M, Cavalletti E, Giavazzi R, Camboni G, Damia G. The tyrosine kinase inhibitor E-3810 combined with paclitaxel inhibits the growth of advanced-stage triple-negative breast cancer xenografts. Mol Cancer Ther. 2013 Feb;12(2):131-40. Eugenio Erba è laureato in Analisi Chimico Biologiche. Dal 1971 fa parte dello staff del Laboratorio di Chemioterapia Antitumorale dell'Istituto Mario Negri e dal 1984 è capo dell'Unità di Citometria a Flusso del Dipartimento di Oncologia dell'Istituto Mario Negri di Milano. Nel 1983 ha frequentato per un breve periodo il Dipartimento di Istochimica e Citochimica dell'Università di Leiden, Olanda. Dal 1997 è docente nel Corso di Perfezionamento in Citometria a Flusso dell'Università degli studi di Milano e dal 1989 è coordinatore e docente in numerosi Corsi Teorico-Pratici organizzati da Società, Enti e Università italiane. E' socio fondatore del GIC (Società Italiana di Citometria) di cui è stato Presidente negli anni 1999/2001 e ad oggi componente del Consiglio Direttivo della stessa Società. La sua esperienza professionale specifica è lo studio del meccanismo d'azione di composti con attività antitumorale ed in particolare della valutazione delle perturbazioni del ciclo cellulare mediante tecniche multiparametriche di citometria a flusso. Componente di gruppi di lavoro per la standardizzazione delle misure citometriche con particolare riferimento alla misura del DNA ed alla valutazione dell'attività proliferativa nel GIC. Principali pubblicazioni Urru S.A.M., Veglianese P., De Luigi A., Fumagalli E., Erba E., Gonella Diaza R., Carrà A., Davoli E., Borsello T., Forloni G., Pengo N., Monzani E., Cascio P., Cenci S., Sitia R., Salmona M. A new fluorogenic peptide determines proteasome activity in single cells. J.Med.Chem., 53: 7452-7460 (2010). Germano G., Frapolli R., Simone M., Tavecchio M., Erba E., Pesce S., Pasqualini F., Grosso F., Sanfilippo R., Casali P., Gronchi A., Virdis E., Tarantino E., Pilotti S., Greco A., Nebuloni M., Galmarini C.M., Tercero J.C., Mantovani A., D’Incalci M., Allavena P. Anti-tumor and anti-inflammatory effects of trabectedin on human myxoid liposarcoma cells. Cancer Res., 70(6): 2235-2244 (2010). RAPPORTO ATTIVITA’ 15 2013 IRFMN C. Forni, M Minuzzo, E. Virdis, E. Tamburini, M. Simone, M. Tavecchio, E. Erba, F. Grosso, A. Gronchi, P.Aman, P. Casali, M. D’Incalci, S. Pilotti , R. Mantovani. Trabectedin (ET-743) promotes differentiation in myxoid liposarcoma tumors. Mol. Ca. Ther. 8(2), 449-57, 2009 E. Marrazzo, S. Marchini, M. Tavecchio, T. Alberio, S. Previdi, E. Erba, V. Rotter, M. Broggini The expression of the Np73isoform of p73 leads to tetraploidy. Eur J Ca 45, 443-53, 2009 M.Tavecchio, M. Simone, E.Erba, I. Chiolo, G. Liberi, M. Foiani, M. D’Incalci, G. Damia. Role of homologous recombination in trabectedin-induced DNA damage. Eur. J. Ca 44:609-618 (2008) Paulis M., Bensi M., Orioli D., Mondello C., Mazzini G., D’Incalci M., Falcioni C., Radaelli E., Erba E., Raimondi E., De Carli L. Transfer of a Human Chromosomal Vector from a Hamster Cell Line to a Mouse Embryonic Stem Cell Line. Stem Cell , 25:2543-2550 (2007) Roldano Fossati si è laureato con lode in Medicina e Chirurgia, Università di Milano nel 1980, nel 1983 si è specializzato con lode in Endocrinologia, Università di Verona e nel 1992 in Statistica Sanitaria, Università di Milano. Consulente presso l’Istituto Mario Negri dal 1983 è, attualmente, responsabile dell’Unità di Oncologia e Ginecologia nel Laboratorio di Ricerca Clinica. Aree di interesse: aspetti statistici e metodologici della ricerca clinica e in particolare degli studi clinici controllati in oncologia; revisione sistematica della letteratura medica. Principali pubblicazioni Panici PB, Basile S, Salerno MG, Di Donato V, Marchetti C, Perniola G, Palagiano A, Perutelli A, Maneschi F, Lissoni AA, Signorelli M, Scambia G, Tateo S, Mangili G, Katsaros D, Campagnutta E, Donadello N, Greggi S, Melpignano M, Raspagliesi F, Cormio G, Grassi R, Franchi M, Giannarelli D, Fossati R, Torri V, Crocè C, Mangioni C. Secondary analyses from a randomized clinical trial: age as the key prognostic factor in endometrial carcinoma.. Am J Obstet Gynecol. 2013 Dec 18. pii: S0002-9378(13)02236-9. doi: 10.1016/j.ajog.2013.12.025. Dell' Anna T, Signorelli M, Benedetti-Panici P, Maggioni A, Fossati R, Fruscio R, Milani R, Bocciolone L, Buda A, Mangioni C, Scambia G, Angioli R, Campagnutta E, Grassi R, Landoni F. Systematic lymphadenectomy in ovarian cancer at second-look surgery: a randomised clinical trial. Br J Cancer. 2012 Aug 21;107(5):785-92. Hogberg T, Signorelli M, de Oliveira CF, Fossati R, Lissoni AA, Sorbe B, Andersson H, Grenman S, Lundgren C, Rosenberg P, Boman K, Tholander B, Scambia G, Reed N, Cormio G, Tognon G, Clarke J, Sawicki T, Zola P, Kristensen G. Sequential adjuvant chemotherapy and radiotherapy in endometrial cancer--results from two randomised studies. Eur J Cancer. 2010 Sep;46(13):2422-31. Epub 2010 Jul 7. Signorelli M, Lissoni AA, Cormio G, Katsaros D, Pellegrino A, Selvaggi L, Ghezzi F, Scambia G, Zola P, Grassi R, Milani R, Giannice R, Caspani G, Mangioni C, Floriani I, Rulli E, Fossati R. Modified Radical Hysterectomy Versus Extrafascial Hysterectomy in the Treatment of Stage I Endometrial Cancer: Results From the ILIADE Randomized Study. Ann Surg Oncol. 2009 Oct 16 Andrea Alberto Lissoni, Nicoletta Colombo, Antonio Pellegrino, Gabriella Parma, Paolo Zola, Dionyssios Katsaros, Stefania Chiari, Alessandro Buda, Fabio Landoni, Michele Peiretti, Tiziana Dell’Anna, Robert Fruscio, Mauro Signorelli, Roberto Grassi, Irene Floriani, Roldano Fossati , Valter Torri, Eliana Rulli. A phase II, randomized trial of neoadjuvant chemotherapy comparing a three-drug combination of paclitaxel, ifosfamide and cisplatin (TIP) versus paclitaxel and cisplatin (TP) followed by radical surgery in patients with locally advanced squamous cell cervical carcinoma: the Snap-02 Italian Collaborative Study. Annals of Oncology, 20:660-665;2009 Fruscio R, Colombo N, Lissoni AA, Garbi A, Fossati R, Ieda' N, Torri V, Mangioni C.A phase II randomised clinical trial comparing cisplatin, paclitaxel and ifosfamide with cisplatin, paclitaxel and epirubicin in newly diagnosed advanced epithelial ovarian cancer: long-term survival analysis. Br J Cancer. 2008 Feb 5 Roberta Frapolli si è laureata con lode in Chimica e Tecnologie Farmaceutiche all’Università di Milano nel 2000 e ha ottenuto l’abilitazione all’esercizio della professione di Farmacista nel 2002. Nel 2003 si è specializzata in Ricerche Farmacologiche presso l’Istituto di Ricerche Farmacologiche Mario Negri di Milano. Ricercatrice dal 2004 al 2005 nel Laboratorio di Farmacocinetica e Metabolismo presso Prassis, Istituto di Ricerche sigma-tau. Dal 2005 è ricercatrice nel Laboratorio di Farmacologia Antitumorale all’Istituto di Ricerche Farmacologiche Mario Negri. Dal 2013 è capo dell’Unità di Terapia Sperimentale Preclinica. I suoi interessi scientifici, principalmente nel campo dei sarcomi , includono lo studio del profilo di attività antitumorale e farmacocinetico di nuovi composti e nuove combinazioni e lo sviluppo di modelli preclinici. Di Giandomenico S, Frapolli R, Bello E, Uboldi S, Licandro S A, Marchini S, Beltrame L, Brich S, Mauro V, Tamborini E, Pilotti S, Casali P, Grosso F, Sanfilippo R, Gronchi A, Mantovani R, Gatta R, Galmarini C M, Sousa-Faro J M F, D'Incalci M. Mode of action of trabectedin in myxoid liposarcomas. Oncogene 2013 E-pub D'Incalci M, Frapolli R, Germano G, Allavena P. New activities for the anti-tumor agent trabectedin: taking two birds with one stone. Oncotarget 2013 4 : 496-497 RAPPORTO ATTIVITA’ 16 2013 IRFMN Romano M, Frapolli R, Zangarini M, Bello E, Porcu L, Galmarini C M, Garcia-Fernandez L F, Cuevas C, Allavena P, Erba E, D'Incalci M. Comparison of in vitro and in vivo biological effects of trabectedin, lurbinectedin (PM01183) and Zalypsis®(PM00104). Int J Cancer. 2013 Nov;133(9):2024-33 Germano G, Frapolli R, Belgiovine C, Anselmo A, Pesce S, Liguori M, Erba E, Uboldi S, Zucchetti M, Pasqualini F, Nebuloni M, van Rooijen N, Mortarini R, Beltrame L, Marchini S, Fuso Nerini I, Sanfilippo R, Casali P G, Pilotti S, Galmarini C M, Anichini A, Mantovani A, D'Incalci M, Allavena P. Role of macrophage targeting in the antitumor activity of trabectedin. Cancer Cell 2013 23 : 249-262 Germano G, Frapolli R, Simone M, Tavecchio M, Erba E, Pesce S, Pasqualini F, Grosso F, Sanfilippo R, Casali P, Gronchi A, Virdis E, Tarantino E, Pilotti S, Greco A, Nebuloni M, Galmarini C M, Tercero J C, Mantovani A, D'Incalci M, Allavena P. Antitumor and anti-inflammatory effects of trabectedin on human mixoid liposarcoma cells. Cancer Res 2010 70 : 2235-2244 Frapolli R, Tamborini E, Virdis E, Bello E, Tarantino E, Marchini S, Grosso F, Sanfilippo R, Gronchi A, Tercero J C, Peloso G, Casali P, Pilotti S, D'Incalci M. Novel models of myxoid liposarcoma xenografts mimicking the biological and pharmacologic features of human tumors. Clin Cancer Res 2010 16 : 4958-4967 Lital Hollander ha conseguito la sua Laurea in Scienze Mediche presso la Facoltà di Medicina della Hebrew University di Gerusalemme in Israele, un Master in Ricerca Clinica presso la Facoltà Statale di Medicina di Milano, Italia e una laurea in sanità pubblica alla University of Liverpool. E’ stata coinvolta nella ricerca su HIV e sulla salute riproduttiva nelle persone con HIV, fin dal 1994, dirigendo programmi di ricerca Italiani, della comunità europea e del governo federale americano (CDC). In parallelo si è dedicata ad attività di promozine della salute, advocacy e policy mirati al miglioramento del coinvolgimento del paziente e della comunità nei temi della salute e del diritto alle cure. Collabora con il dipartimento di Oncologia dell’Istituto dal 2006 e, dal 2013 ne dirige l’unità di disegno e pianificazione della ricerca. Le sue aree d’interesse comprendono: Metodologia della ricerca clinica e sua applicazione nel disegno degli studi e degli strumenti della ricerca; Misure di esposizione e outcome rari in oncologia e loro applicazione a popolazioni vulnerabili; Uso dell’evidence base nell’ambito regolatorio e delle politiche sanitarie; Management e riforma di sistemi dinamici e complessi con particolare attenzione all’ambito accademico e sanitario. Principali pubblicazioni Semprini AE, Macaluso M, Hollander L, et al. Safe conception for HIV-discordant couples: insemination with processed semen from the HIVinfected partner. Am J Obstet Gynecol 2013;208:402.e1-402.e9. Bujan L, Gilling-Smith C, Hollander L, et al. Lack of clinical and scientific evidence to justify the systematic use of ICSI in HIV-serodiscordant couples wishing to conceive where the male partner is infected. Fertil Steril. 2009 Mar;91(3):e1-2 Semprini AE, Hollander L, Vucetich A, Gilling-Smith C. Infertility treatment for HIV-positive women. Women’s Health 2008; 4(4):369-382 Sunderam S, Hollander L, Macaluso M et al. , Safe Conception for HIV Discordant Couples through Sperm-Washing: Experience and Perceptions of Patients in Milan, Italy. Reproductive Health Matters 2008;16(31):211–219 Bujan L, Hollander L, Coudert M et al. Safety and efficacy of sperm washing in HIV-1-serodiscordant couples where the male is infected: results from the European CREAThE network. AIDS 2007; 21:1909–1914 Marlen Victoria Llerena Mesa si è laureata in Scienze Farmaceutiche nel 1993 presso l’Università dell'Avana, Cuba. Nel 2003 consegue il Certificato Lead Auditor secondo ISO 9000-2000 presso l'Istituto Ricerca della Standardizzazione, L'Avana, Cuba. Nel 2005 e nel 2006 ottiene i titoli di Master in Scienze Farmacologiche ed il titolo di Master in Clinical Trials, rispettivamente. Dal 1 Aprile 2012 è stata nominata Capo dell’Unità di Assicurazione della Qualità. Le principali aree di interesse sono controllo, vigilanza e miglioramento del sistema di assicurazione della qualità, approvazione delle procedure operative standard (SOPs) e sviluppo di un sistema di documentazione adeguato per assicurare la tracciabilità di tutte le attività in conformità alle Norme di buona pratica clinica e alle normative. Principali pubblicazioni Llerena Mesa M, Biagioli E. Importanza della assicurazione della qualità negli studi clinici. Medical Oncology Progress & Perspectives 2012 ; Update 41 : 13-16. Álvarez S, Rodríguez O, Llerena M. Unidad de Calidad: desarrollo e importancia para el Centro Nacional Coordinador de Ensayos Clínicos. Revista Cubana de Farmacia 2010:44(Suplemento Especial 2). Llerena M, Rodríguez OM, Pérez B, Álvarez S. Necesidad de información sobre Gestión de Calidad: programa de entrenamiento. Revista Cubana de Farmacia 2004:38(Suplemento 1): 443-446. Llerena M, Rodríguez OM, Pérez B, Álvarez S . Plegable, herramienta para comunicar información sobre Gestión de la Calidad. Revista Cubana de Farmacia 2004:38(Suplemento 1):439-442. Pérez B, Pérez A, Llerena M, Rodríguez OM, Álvarez S. Aseguramiento de la calidad en el sitio de ejecución de los ensayos clínicos coordinados por el CENCEC en el periodo 2000-2002. Revista Cubana de Farmacia 2003: 37(Suplemento Especial). Pérez B, Pérez A, Llerena M. Manual de instrucciones al farmacéutico que participa en un ensayo clínico coordinado por el CENCEC. Revista Cubana de Farmacia 2003:37(Suplemento Especial). RAPPORTO ATTIVITA’ 17 2013 IRFMN Mirko Marabese si è laureato in Scienze Biologiche nel 2001 presso l’Università degli Studi di Milano e nel 2002 ha ottenuto l’abilitazione all’esercizio della professione di Biologo. Dopo le specializzazioni in Ricerca Farmacologica nel 2004 (Istituto di Ricerche Farmacologiche Mario Negri) nel 2005 ha conseguito il titolo PhD presso la Open University (UK). Dal 2001 ha lavorato come ricercatore nel Laboratorio di Farmacologia Molecolare presso l’Istituto di Ricerche Farmacologiche Mario Negri, dove dal 2011 è capo dell’Unità di Genetica Molecolare. Dal 2003 al 2004 è stato visiting fellow presso il laboratorio Apoptosis & Cancer del Medical Research Council (MRC) Toxicology Unit di Leicester (UK). Il suoi interessi scientifici si sviluppano nell’area della ricerca traslazionale collegata a studi clinici per caratterizzare da un punto di vista molecolare tumori umani e determinare il ruolo di alterazioni geniche nella risposta al trattamento con chemioterapici. Negli ultimi , grazie anche a fruttuose collaborazioni con clinici di diversi ospedali, ha focalizzato le sue ricerche sul tumore del polmone non a piccole cellule e più nel dettaglio sta mettendo a punto una strategia per bypassare la resistenza alla chemioterapia dei tumori KRAS mutati che rappresentano circa il 25% di tutti i tumori polmonari. Allo stesso tempo, il gruppo di ricerca, sta affrontando la problematica della resistenza acquisita dopo trattamento chemioterapico anche nel tumore polmonare a piccole cellule. Principali pubblicazioni Garassino MC, Martelli O, Broggini M, Farina G, Veronese S, Rulli E, Bianchi F, Bettini A, Longo F, Moscetti L, Tomirotti M, Marabese M, Ganzinelli M, Lauricella C, Labianca R, Floriani I, Giaccone G, Torri V, Scanni A, Marsoni S; TAILOR trialists.Erlotinib versus docetaxel as second-line treatment of patients with advanced non-small-cell lung cancer and wildtype EGFR tumours (TAILOR): a randomised controlled trial.Lancet Oncol. 2013 Sep;14(10):981-8. Caiola E, Rulli E, Fruscio R, Buda A, Broggini M, Marabese M. KRas-LCS6 polymorphism does not impact on outcomes in ovarian cancer. Am J Cancer Res. 2012;2(3):298-308. Garassino MC, Marabese M, Rusconi P, Rulli E, Martelli O, Farina G, Scanni A, Broggini M. 10.Different types of K-Ras mutations could affect drug sensitivity and tumour behaviour in non-small-cell lung cancer. Ann Oncol. 2011 Jan;22(1):2357. Caiola E, Porcu L, Fruscio R, Giuliani D, Milani R, Torri V, Broggini M, Marabese M. DNA-damage response gene polymorphisms and therapeutic outcomes in ovarian cancer. Pharmacogenomics J. Dec 13. 2011. Floriani I, Garassino MC, Broggini M, Veronese S, Marsoni S, Marabese M, Farina G, Scanni A. Role of cetuximab in the treatment of patients with NSCLC: are we throwing out the baby with the bath water? J Clin Oncol. 2010 ;28:467. Marabese M, Mazzoletti M, Vikhanskaya F, Broggini M. HtrA2 enhances the apoptotic functions of p73 on bax. Cell Death Differ. May;15(5):849-58. 2008 Sergio Marchini si è laureato con lode in Biologia presso l’Università degli Studi di Milano nell’ anno Accademico 1993-1994 e specializzato in Farmacologia presso l’università degli Studi di Pavia, nell’anno accademico 1997-2000. Ha conseguito il titolo di Ph.D. presso la Open University di Londra nell’anno accademico 2002-2003. Nel 1998 ha lavorato presso il “Maternity Hospital” Birmingham U.K. e nel 2002 presso il Massachussets General Hospital, Boston US. E’ responsabile dal 2011 dell’Unità di Genomica Traslazionale, presso il Laboratorio di Farmacologia Antitumorale, Dipartimento di Oncologia, dell’Istituto di Ricerche Farmacologiche “Mario Negri” di Milano. Vincitore del premio "MIGLIORI POSTERS SIC", XIII Riunione Nazionale di Oncologia Sperimentale e Clinica (Verona, 15-18 ottobre 1995), sessione di Chemioterapia e Terapie Sperimentali. Vincitore per l’anno 2001 del primo premio per giovani ricercatori, bandito dalla Associazione Italiana di Colture Cellulari ONLUS-AICC 2001. Docente presso la Scuola di specializzazione in Oncologia, Facoltà di Medicina e Chirurgia, Università degli Studi di Milano e al Master in Farmacia e Farmacologia Oncologica presso l’Università degli Studi di Milano. Negli ultimi anni, la sua attività professionale ha assunto una connotazione prevalentemente transazionale, principalmente nel campo dei tumori ovarici e dei liposarcomi mixoidi, Utilizzando approci di natura” –omica” per l’analisi e l’integrazione dei profili trascrizionali (microRNA, geni e LincRNA) e mutazionali (target re-sequencing) direttamente su collezioni bioptiche provenienti da diverse biobanche nazionali e non , il lavoro dell’Unità di Genomica Traslazionale sta cercando di identificare nuovi marcatori molecolari che possano avere in clinica un valore diagnostico e prognostico. Principali pubblicazioni miRNA landscape in Stage I Epithelial Ovarian Cancer defines the histotype specificities. Enrica Calura, Robert Fruscio, Lara Paracchini, Eliana Bignotti, Antonella Ravaggi, Paolo Martini, Gabriele SaleS, Luca Beltrame, Luca Clivio, Lorenzo Ceppi, RAPPORTO ATTIVITA’ 18 2013 IRFMN Mariacristina Di Marino, Ilaria Fuso Nerini, Laura Zanotti, Duccio Cavalieri, Giorgio Cattoretti, Patrizia Perego, Rodolfo Milani, Dionyssios Katsaros, Germana Tognon, Enrico Sartori, Sergio Pecorelli, Costantino Mangioni, Maurizio D’Incalci, Chiara Romualdi, Sergio Marchini. Clin Clin Cancer Res. 2013 Aug 1;19(15):4114-4123. Role of Macrophage targeting in the anti-tumor activity of Trabectedin. Germano G, Frapolli R, Belgiovine C, Anselmo A, Pesce S, Liguori M, Erba E, Uboldi S, Zucchetti M, Pasqualini F, Nebuloni M, van Rooijen N, Mortarini R, Beltrame L, Marchini S, Fuso Nerini I, Sanfilippo R, Casali PG, Pilotti S, Galmarini CM, Anichini A, 9Mantovani A, D’Incalci M, and P. Allavena. Cancer Cell 23, 249-262 February 11, 2013 The zinc finger gene ZIC2 has features of an oncogene and its over- expression correlates strongly with the clinical course of epithelial ovarian cancer. Sergio Marchini, Elizabeth Poynor, Richard R Barakat, Luca Clivio, Michela Cinquini, Robert Fruscio, Luca Porcu, Cecilia Bussani, Maurizio D’Incalci, Eugenio Erba, Michela Romano, Giorgio Cattoretti, Dionyssios Katsaros, Andrew Koff, Lucio Luzzatto. Clin Cancer Res. 2012 Aug 15;18(16):4313-24. Resistance to platinum-based chemotherapy is associated with epithelial to mesenchymal transition in epithelial ovarian cancer. Sergio Marchini, Robert Fruscio, Luca Clivio, Luca Beltrame, Luca Porcu, Ilaria Fuso Nerini, Duccio Cavalieri, Giovanna Chiorino, Giorgio Cattoretti, Costantino Mangioni, Rodolfo Milani, Valter Torri, Chiara Romualdi, Alberto Zambelli, Michela Romano, Mauro Signorelli, Silvana di Giandomenico, Maurizio D’Incalci. Eur J Cancer. 2012 Aug 13. Association between miR-200c and survival of stage I epithelial ovarian cancer patients. A retrospective study on two independent tumour tissue collections Sergio Marchini, Duccio Cavalieri, Robert Fruscio, et al. The Lancet Oncology, Vol. 12, Issue 3, Pages 273 - 285, March 2011 Analysis of gene expression in early-stage ovarian cancer. Sergio Marchini, Pietro Mariani, Giovanna Chiorino, Eleonora Marrazzo, Riccardo Bonomi, Robert Fruscio, Luca Clivio, Annalisa Garbi, Valter Torri, Tiziana Dell’Anna, Giovanni Apolone, Massimo Broggini, and Maurizio D’Incalci. Clin. Cancer Res 2008;14(23) 7850-7860. Davide Poli si è laureato in Fisica presso l’Università degli Studi di Milano nel 2007 avendo già conseguito la specializzazione in Tecnico di Ricerca Biochimica nel 2004 presso l’Istituto di Ricerche Farmacologiche Mario Negri. Dal novembre 2012 è a Capo dell’Unità di Coordinamento, Conduzione e Monitoraggio nell’ambito del Laboratorio di Ricerca Clinica. Principali aree di interesse sono la definizione e disegno di schede raccolta dati elettroniche riguardanti studi clinici, nuovi aspetti elettronici della ricerca clinica specialmente rivolti verso tecnologie basate sul Web per la raccolta elettronica dei dati ed aspetti metodologici e del data management relativi alla ricerca clinica. Principali pubblicazioni Ocular Hypertension Treatment Study Group, European Glaucoma Prevention Study Group (EGPS), Poli D. The accuracy and clinical application of predictive models for primary open-angle glaucoma in ocular hypertensive individuals. Ophthalmology, Volume 115, Number 11 pp. 2030-2036, November 2008 Porcu L, Poli D, Torri V, Rulli E, Cropalato di Tullio M, Cinquini M, Bajetta E, Labianca R, Di Costanzo F, Nitti D, Floriani I. Impact of recent legislative bills regarding clinical research on Italian ethics committee activity. Journal of Medical Ethics 2008, Volume 34, pp. 747-750 Gordon MO, Torri V. Miglior S, Beiser JA, Floriani I, Miller JP, Gao F, Adamsons I, Poli D, D'Agostino RB, Kass MA. A validated prediction model for the development of primary open-angle glaucoma in individuals with ocular hypertension. Ophthalmology, Volume 114, Number 1, pp. 10-19, January 2007 The European Glaucoma Prevention Study (EGPS) Group, Poli D. Results of the European Glaucoma Prevention Study. Ophthalmology, Volume 112, Number 3, pp. 366-375, March 2005 Parmar MK, Ledermann JA, Colombo N, du Bois A, Delaloye JF, Kristensen GB, Wheeler S, Swart AM, Qian W, Torri V, Floriani I, Jayson G, Lamont A, Tropé C; ICON and AGO Collaborators, Poli D. Paclitaxel plus platinum-based chemotherapy versus conventional platinum-based chemotherapy in women with relapsed ovarian cancer: The ICON4/AGOOVAR-2.2 Trial. Lancet 2003; 361: 2099-2106 Luca Porcu ha conseguito il diploma di “Tecnico di Ricerca Biochimica” nel 2005 presso l’Istituto di Ricerche Farmacologiche “Mario Negri”. Dal 2001 al 2007 ha svolto attività di gestione e coordinamento di sperimentazioni cliniche presso il Laboratorio di Epidemiologia Clinica; dal 2007 al 2009 ha svolto attività di monitoraggio locale di sperimentazioni cliniche multicentriche presso il Laboratorio di Clinical Trials; dal 2009 svolge attività di analisi studi osservazionali, metanalisi, sviluppo di algoritmi di statistica computazionale in ambito biomedico presso il Laboratorio di Metodologia per la Ricerca Biomedica. I suoi interessi scientifici sono rivolti alla metodologia della ricerca biomedica, in particolare ai seguenti campi: studi dei modelli probabilistici utilizzati in ambito oncologico (es: modelli probabilistici applicabili alla Survival-Post-Progression), metodologia statistica per lo studio dei tumori rari, pro e contro della Progression-Free-Survival come endpoint oncologico. RAPPORTO ATTIVITA’ 19 2013 IRFMN Principali pubblicazioni Rossi A, Torri V, Garassino MC, Porcu L, Galetta D. The impact of personalized medicine on survival: Comparisons of results in metastatic breast, colorectal and non-small-cell lung cancers Cancer Treat Rev. 2013 Sep 25 Romano M, Frapolli R, Zangarini M, Bello E, Porcu L, Galmarini CM, García-Fernández LF, Cuevas C, Allavena P, Erba E, D'Incalci M. Comparison of in vitro and in vivo biological effects of trabectedin, lurbinectedin (PM01183) and Zalypsis® (PM00104) Int J Cancer. 2013 Apr 16 Marchini S, Fruscio R, Clivio L, Beltrame L, Porcu L, Nerini IF, Cavalieri D, Chiorino G, Cattoretti G, Mangioni C, Milani R, Torri V, Romualdi C, Zambelli A, Romano M, Signorelli M, Giandomenico SD, D'Incalci M. Resistance to platinumbased chemotherapy is associated with epithelial to mesenchymal transition in epithelial ovarian cancer. Eur J Cancer. 2012 Aug 13 Marchini S, Poynor E, Barakat R, Clivio L, Cinquini M, Fruscio R, Porcu L, Bussani C, D'Incalci M, Erba E, Romano M, Cattoretti G, Katsaros D, Koff A, Luzzatto L. The zinc finger gene ZIC2 has features of an oncogene and its over- expression correlates strongly with the clinical course of epithelial ovarian cancer. Clin Cancer Res. 2012 Jun 25 Caiola E, Porcu L, Fruscio R, Giuliani D, Milani R, Torri V, Broggini M, Marabese M. DNA-damage response gene polymorphisms and therapeutic outcomes in ovarian cancer. Pharmacogenomics J. 2011 Dec 13 Porcu L, Poli D, Torri V, Rulli E, Di Tullio MC, Cinquini M, Bajetta E, Labianca R, Di Costanzo F, Nitti D, Floriani I. Impact of recent legislative bills regarding clinical research on Italian ethics committee activity. J Med Ethics. 2008 Oct;34(10):747-50 Eliana Rulli si è laureata in Biostatistica e Statistica Sperimentale nel 2007 e Scienze Statistiche nel 2004 presso l’Università di Milano Bicocca. Ha conseguito nel 2007 la specializzazione in “Specialisti in Ricerche Farmacologiche” presso l’istituto di Ricerche Farmacologiche "Mario Negri". Dal marzo 2011 è a capo dell’Unità di Statistica per la Ricerca Clinica nell’ambito del Laboratorio di Ricerca Clinica. Da ottobre 2013 è parte del Comitato Etico dell’associazione "La Nostra Famiglia" - IRCCS "E. Medea". Le principali aree di interesse sono gli aspetti statistici e metodologici degli studi clinici, le revisioni sistematiche e la valutazione della qualità della letteratura scientifica. Principali pubblicazioni Rulli E, Biagioli E, Riva I, Gambirasio G, De Simone I, Floriani I, Quaranta L. Efficacy and safety of trabeculectomy vs nonpenetrating surgical procedures: A systematic review and meta-analysis. JAMA Ophthalmol. 2013 Dec 1;131(12):157382 Garassino M C, Martelli O, Broggini M, Farina G, Veronese S, Rulli E, Bianchi F, Bettini A, Longo F, Moscetti L, Tomirotti M, Marabese M, Ganzinelli M, Lauricella C, Labianca R, Floriani I, Giaccone G, Torri V, Scanni A, Marsoni S, TAILOR trialists. Erlotinib versus docetaxel as second-line treatment of patients with advanced non-small-cell lung cancer and wildtype EGFR tumours (TAILOR): a randomised controlled trial. Lancet Oncol 2013 ; 14 : 981-988 Hoffmann EM, Miglior S, Zeyen T, Torri V, Rulli E, Aliyeva S, Floriani I, Cunha-Vaz J, Pfeiffer N.The Heidelberg retina tomograph ancillary study to the European glaucoma prevention study: study design and baseline factors. Acta Ophthalmol. 2013 Dec;91(8):e612-9. Caiola E, Rulli E, Fruscio R, Buda A, Broggini M, Marabese M. KRas-LCS6 polymorphism does not impact on outcomes in ovarian cancer. Am J Cancer Res 2012 ; 2 : 298-308 Garassino M C, Marabese M, Rusconi P, Rulli E, Farina G, Scanni A, Broggini M. Different types of K-Ras mutations could affect drug sensitivity and tumour behaviour in non-small-cell lung cancer. Ann Oncol 2011 ; 22 : 235-237 Graziano F, Galluccio N, Lorenzini P, Ruzzo A, Canestrari E, D'Emidio S, Catalano V, Sisti V, Ligorio C, Andreoni F, Rulli E, Di Oto E, Fiorentini G, Zingaretti C, De Nictolis M, Cappuzzo F, Magnani M. Genetic activation of the MET pathway and prognosis of patients with high risk, radically-resected gastric cancer. Clin Oncol 2011 ; 29 : 4789-4795 Giulia Taraboletti si è laureata con lode in Scienze Biologiche all’Università di Pavia nel 1983 e nel 1986 ha ottenuto la specializzazione in Farmacologia presso l’Istituto Mario Negri di Milano. Ricercatrice dal 1986 al 1988 presso il Laboratory of Pathology, NCI, NIH, Bethesda, Maryland; dal 1988 al 1995 è ricercatrice all’Istituto Mario Negri sede di Bergamo. Dal 1995 è Capo dell’Unità Angiogenesi Tumorale presso i Laboratori di Bergamo. I suoi interessi scientifici includono l’angiogenesi tumorale, gli inibitori endogeni dell’angiogenesi (trombospondina-1) e studi preclinici di composti antiangiogenici e antivascolari, tra cui agenti che legano la tubulina. E’ membro della Metastasis Research Society (MRS, membro del consiglio direttivo 2006-2008), dell’American Association for Cancer Research (AACR), dell’European Association for Cancer Research (EACR) e della Società Italiana di Cancerologia (SIC, eletto membro del consiglio direttivo nel 2013). E’ nel comitato editoriale di European Journal of Cancer, TheScientificWorldJournal, e Current Cancer Therapy Reviews. RAPPORTO ATTIVITA’ 20 2013 IRFMN Principali pubblicazioni Bonezzi K, Belotti D, North BJ, Ghilardi C, Borsotti P, Resovi A, Ubezio P, Riva A, Giavazzi R, Verdin E, and Taraboletti G. Inhibition of SIRT2 potentiates the anti-motility activity of taxanes: implications for antineoplastic combination therapies. Neoplasia, 14(9): 846–854, 2012. Colombo G, Margosio B, Ragona L, Neves M, Bonifacio S, Annis DS, Stravalaci M, Tomaselli S, Giavazzi R, Rusnati M, Presta M, Zetta L, Mosher DF, Ribatti D, Gobbi M, Taraboletti G. Non-peptidic thrombospondin-1-mimics as fibroblast growth factor-2 inhibitors: an integrated strategy for the development of new antiangiogenic compounds. J Biol Chem, 285: 8733-8742, 2010. Bonezzi K., Taraboletti G., Borsotti P., Bellina F., Rossi R., Giavazzi R. Vascular disrupting activity of tubulin-binding 1,5diaryl-1H-imidazoles. J Med Chem 52, 7906–7910, 2009. Margosio B, Rusnati M, Bonezzi K, Cordes B-lA, Annis DS, Urbinati C, Giavazzi R, Presta M, Ribatti D, Mosher DF, and Taraboletti G. Fibroblast growth factor-2 binding to the thrombospondin-1 type III repeats, a novel antiangiogenic domain. Int J Biochem Cell Biol 40: 700-709, 2008. Giavazzi R., Bani M.R.,Taraboletti G. Tumor–host interaction in the optimization of paclitaxel-based combination therapies with vascular targeting compounds. Cancer Metastasis Rev, 26:481–88, 2007. Margosio B., Marchetti D., Vergani V., Giavazzi R., Rusnati M., Presta M., and Taraboletti G. Thrombospondin-1 as a scavenger for matrix-associated fibroblast growth factor-2. Blood 102: 4399-4406, 2003. Paolo Ubezio si è laureato con lode in Fisica nel 1982 presso l'Università degli Studi di Milano e si è specializzato nel 1986 in Ricerca Farmacologica presso l'Istituto di Ricerche Farmacologiche Mario Negri. Principali linee di ricerca: i) Simulazione della proliferazione tumorale durante/dopo trattamenti antiblastici con modelli basati sul ciclo cellulare; ii) Metodologia e analisi dei dati in citometria a flusso e time-lapse imaging; iii) Valutazione di effetti citostatici e citotossici di farmaci antitumorali, singoli o in combinazione, indirizzata all'ottimizzazione dei trattamenti chemioterapici; iv) uptake cellulare di farmaci veicolati con nanopaticelle Dal 1991 ricopre l'incarico di Capo dell’Unità di Biofisica presso Istituto di Ricerche Farmacologiche Mario Negri. Principali pubblicazioni Ubezio P., Falcetta F. and Lupi M. Challenges in the integration of flow cytometry and time-lapse live cell imaging data using a cell proliferation model in: New Challenges for Cancer Systems Biomedicine, A. d’Onofrio, P. Cerrai, A. Gandolfi (Eds.), SIMAI Springer Series, Springer-Verlag Italia 2012, pp377-398 Ubezio P; Lupi M, Branduardi D, Cappella P, Cavallini E, Colombo V, Matera G, Natoli C, Tomasoni D, D’Incalci M. Quantitative assessment of the complex dynamics of G1, S and G2M checkpoint activities. Cancer Res (2009) 69: 5234-5240 Ubezio P and Cameron D. Cell killing and resistance in pre-operative breast cancer chemotherapy. BMC Cancer (2008) 8:201 Ferrari, R., Lupi, M., Falcetta, F., Bigini, P., Paolella, K., Fiordaliso, F., Bisighini, C., Salmona, M., D’Incalci, M., Morbidelli, M., Moscatelli D. and Ubezio, P. (2014) Integrated Multiplatform Method for in vitro Quantitative Assessment of Cellular Uptake for Polymeric Nanoparticles. Nanotechnology.;25(4):045102. [Epub ahead of print] Gay, H.A., Taylor Q. Q., Kiriyama, F., Dieck, G. T., Jenkins, T., Walker, P., Allison, R. R., Ubezio, P. (2013) Modeling of non-small cell lung cancer volume changes during CT based image guided radiotherapy. Computational and Mathematical Methods in Medicine 2013:637181. doi: 10.1155/2013/637181. Falcetta F., Lupi M., Colombo V., Ubezio P. (2013) Dynamic Rendering of the Heterogeneous Cell Response to Anticancer Treatments. PLoS Comput Biol. 2013 Oct;9(10):e1003293. doi:10.1371/journal.pcbi.1003293. Epub 2013 Oct 10. Massimo Zucchetti si è laureato nel 1982 in Chimica e Tecnologie Farmaceutiche. Dopo la specializzazione in Ricerche Farmacologiche presso l’Istituto di Ricerche Farmacologiche Mario Negri di Milano, ha lavorato dal 1988 al 1990 nel Laboratorio di Farmacologia Clinica e Farmacocinetica del Dipartimento di Oncologia presso l’Ospedale San Giovanni di Bellinzona, Svizzera. Dal 1996 è capo dell’Unità di Farmacologia Clinica Antitumorale dell’Istituto Ricerche Farmacologiche Mario Negri di Milano. E’ membro del Pharmacology and Molecular Mechanisms Group dell’EORTC (Organizzazione Europea di Ricerca e il Trattamento del Cancro) dal 1988 ad oggi. I campi di maggior interesse dove svolge l’attività di ricerca sono: a) Farmacologia Clinica, studi di Fase I e II di nuovi farmaci b) Analisi di farmaci, studi di farmacocinetica e di farmacodinamica c) Messa a punto di metodiche innovative per la misura di farmaci antitumorali (HPLC_MS/MS – MALDI Imaging mass spectrometry). d) Studi clinici in GCP e GLP e) Farmacocinetica, tossicocinetica e studi metabolici di nuovi farmaci in modelli animali f) Studi di interazione farmacocinetica tra farmaci RAPPORTO ATTIVITA’ 21 2013 IRFMN E’ autore o coautore di oltre 100 pubblicazioni scientifiche su argomenti di chemioterapia antitumorale clinica e preclinica. Principali pubblicazioni Germano G, Frapolli R, Belgiovine C, Anselmo A, Pesce S, Liguori M, Erba E, Uboldi S, Zucchetti M, Pasqualini F, Nebuloni M, van Rooijen N, Mortarini R, Beltrame L, Marchini S, Fuso Nerini I, Sanfilippo R, Casali P G, Pilotti S, Galmarini C M, Anichini A, Mantovani A, D'Incalci M, Allavena . Role of macrophage targeting in the antitumor activity of trabectedin. Cancer Cell 2013 23 : 249-262. Bello E, Taraboletti G, Colella G, Zucchetti M, Forestieri D, Licandro S A, Berndt A, Richter P, D'Incalci M, Cavalletti E, Giavazzi R, Camboni G, Damia G. The tyrosine kinase inhibitor E-3810 combined with paclitaxel inhibits the growth of advanced-stage triple-negative breast cancer xenografts. Mol Cancer Ther 2013 12 : 131-140 Zucchetti M, Bonezzi K, Frapolli R, Sala F, Borsotti P, Zangarini M, Cvitkovic E, Noel K, Ubezio P, Giavazzi R, D'Incalci M, Taraboletti G. Pharmacokinetics and antineoplastic activity of galectin-1-targeting OTX008 in combination with sunitinib. Cancer Chemother Pharmacol 2013 72 : 879-887. Morosi L, Spinelli P, Zucchetti M, Pretto F, Carrà A, D'Incalci M, Giavazzi R, Davoli E. Determination of paclitaxel distribution in solid tumors by nano-particle assisted laser desorption ionization mass spectrometry imaging. PLoS One 2013, 8 : e72532. Morosi L, Zucchetti M, D'Incalci M, Davoli E. Imaging mass spectrometry: challenges in visualization of drug distribution in solid tumors. Curr Opin Pharmacol 2013 13 : 807-812 Gallerani E, Zucchetti M, Brunelli D, Marangon E, Noberasco C, Hess D, Delmonte A, Martinelli G, Bohm S, Driessen C, de Braud F, Marsoni S, Cereda R, Sala F, D'Incalci M, Sessa C. A first in human phase I study of the proteasome inhibitor CEP18770 in patients with advanced solid tumours and multiple myeloma. Eur J Cancer 2013 49 : 290-296. ATTIVITA' DEL DIPARTIMENTO Il Dipartimento di Oncologia è formato da quattro laboratori sperimentali preclinici (Laboratorio di Farmacologia Antitumorale, Laboratorio di Farmacologia Molecolare, Laboratorio di Biologia e Terapia delle Metastasi e Laboratorio di Cachessia Tumorale AIRC Start-up) e da due laboratori indirizzati a studi di tipo clinico (Laboratorio di Metodologia per la Ricerca Biomedica e Laboratorio di Ricerca Clinica). Ospita inoltre il Coordinamento di due network di ospedali che conducono ricerche cliniche nei tumori ginecologici (MaNGO: Mario Negri Gynecologic Oncology) e nel dolore associato a cancro (CPOR-SG: Cancer Pain Outcome Reseaerch Study Group) e un Centro di Ricerche e Studi sul Dolore da Cancro (CERP:Center for the Evaluation and Research on Pain). In alcuni casi i progetti di ricerca sono stati attuati unicamente da singoli laboratori o unità di ricerca, in altri casi sono attuati attraverso la collaborazione tra diversi laboratori dello stesso dipartimento, di altri dipartimenti o di gruppi esterni all’Istituto (vedi collaborazioni nazionali e internazionali). Le aree di ricerca dei laboratori preclinici riguardano la scoperta, lo studio e lo sviluppo di nuovi farmaci antitumorali e antimetastatici e nuove combinazioni tra farmaci, lo studio della biologia dei tumori indirizzati non soltanto per acquisire nuove conoscenze scientifiche, ma soprattutto come base per approcci terapeutici più selettivi e per identificare e validare modelli sperimentali adatti per scoprire e studiare farmaci o modalità terapeutiche innovative. Lo sviluppo clinico dei nuovi farmaci, viene attuato in collaborazione con diversi centri clinici oncologici e si basa su evidenze precliniche ottenute nel Laboratorio di Farmacologia Antitumorale, nel Laboratorio di Farmacologia Molecolare e nel Laboratorio di Biologia e Terapia delle Metastasi. Il Laboratorio di Metodologia per la Ricerca Biomedica, il Laboratorio di Ricerca Clinica, il Laboratorio per la Ricerca Translazionale e di Outcome in Oncologia e il Laboratorio di Ricerca sul Coinvolgimento dei Cittadini in Sanità sono coinvolti nella valutazione degli effetti delle nuove terapie attraverso studi di fase I/II e di fase III comparativa e in studi di efficacia che sono condotti da tutti i laboratori del Dipartimento che si occupano di ricerca clinica. A livello della Ricerca degli Outcome (Outcome Research), poiché questa implica l’attivazione di studi per conoscere i risultati finali di particolari pratiche sanitarie e di interventi nella pratica clinica, parecchi studi osservazionali e di esito sono stati condotti in collaborazione con Istituzioni sanitarie regionali e nazionali nonché con Società Scientifiche. RAPPORTO ATTIVITA’ 22 2013 IRFMN A livello preclinico e clinico sono stati condotti studi su differenti neoplasie umane, tuttavia la maggior parte delle attività è stata riservata agli studi sui tumori ovarici e più recentemente sui sarcomi delle parti molli. PRINCIPALI RISULTATI Trabectedina a concentrazioni nanomolari altera i meccanismi di regolazione della trascrizione. Inoltre, cellule con difetti di riparazione per ricombinazione omologa (es. mutazioni BRCA1 o BRCA)sono ipersensibili al farmaco. La selettività d’azione di trabectedina nel liposarcoma mixoide avviene attraverso la modulazione della trascrizione di geni coinvolti nel differenziamento adipocitario. Il meccanismo molecolare sembra essere quello di uno spiazzamento della proteina chimerica FUS-CHOP da promoter target di geni coinvolti nel differenziamento adipocitario. L’analisi integrata del profilo di espressione genica, di microRNA (miRNA) e di proteine ha contribuito a dissezionare il quadro molecolare che in una linea cellulare di mixoide liposarcoma conferisce resistenza alla trabectedina. Trabectedina modula la trascrizione di geni coinvolti in meccanismi pro-infiammatori, potenzialmente rilevanti per la crescita tumorale e inibisce la produzione di citochine e chemochine di macrofagi che infiltrano i tumori. Sono stati ottenuti nuovi modelli sperimentali di sarcomi potenzialmente utili per studiare nuovi farmaci. Elaborazione e uso di modelli matematici della crescita tumorale e del trattamento antitumorale per l'interpretazione dei dati sperimentali e la gestione della complessità dei fenomeni biologici coinvolti. Derivazione della relazione teorica tra i fenomeni di proliferazione, quiescenza e "cell loss", che regolano la crescita dei tumori. Mediante analisi di espressione genica, è possibile classificare le pazienti con tumore ovarico in stadio precoce in modo preciso rispetto all’istotipo, al grado di differenziazione e al rischio di recidiva della malattia. L’analisi dei profili di espressione dei miRNA in due casistiche indipendenti di tumori epiteliali dell’ovaio, stadio I, ha dimostrato che alterazioni nei livelli di espressione di alcuni miRNA, tra cui miR-200c, sono associati con la prognosi e in particolar modo con la sopravvivenza. Un fattore trascrizionale embrionale, ZIC2, è stato visto overespresso nelle forme maligne di carcinoma dell’ovaio rispetto alle forme benigne. La sua overespressione correla con una prognosi peggiore negli stadi I. Pazienti con carcinoma ovarico a seconda dello stadio del tumore e della risposta farmacologica, esprimono diversi livelli di geni coinvolti nella riparazione del DNA. In collaborazione con l’Ospedale San Gerardo di Monza, Reparto di Ginecologia, abbiamo isolato una serie di culture cellulari tumorali che presentano le caratteristiche di cellule inizianti il tumore dell’ovaio (“tumor initiating cells” o “ovarian cancer stem cells”). La caratterizzazione farmacologica e fenotipica delle stesse ci sarà di grande aiuto nell’individuare possibili target farmacologici presenti in queste cellule che possono essere selettivamente colpiti. Da uno screening di una libreria di siRNA, è stato identificato un gene (wee1) in letalità sintetica con chk1. La simultanea inibizione di chk1 e wee1 riduce drasticamente la crescita RAPPORTO ATTIVITA’ 23 2013 IRFMN tumorale in vitro di una serie di linee cellulari tumorali umane ma non di cellule normali. Questi dati sono di potenziale interesse clinico. L’utilizzo di inibitori del pathway PI3K/akt/mTOR medianti molecole che agiscono in siti differenti dello stesso target produce un significativo effetto antiproliferativo delle cellule tumorali, inibendo selettivamente la traduzione di proteine coinvolte nella crescita cellulare. Mutazioni a carico del gene K-RAS hanno un impatto differente sulla risposta al trattamento farmacologico a seconda che l’aminoacido glicina (presente nella proteina normale) sia sostituito da valina, cisteina o acido aspartico. E’ stato caratterizzato un nuovo gene oncosoppressore, denominato DRAGO, che coopera con p53 nel controllare la crescita tumorale. Uno studio clinico controllato randomizzato in cui più di 500 pazienti con carcinoma del polmone sono stati profilati per la presenza di mutazioni a carico dei geni EGFR e K-RAS ha mostrato che pazienti che presentano il gene EGFR normale rispondono meglio alla chemioterapia classica rispetto agli inibtori selettivi di EGFR come erlotinib. L’utilizzo di piccole molecole in grado di inibire selettivamente il recettore c-Met riduce significativamente la crescita di metastasi ossee derivate da tumore mammario umano in animali immunodeficienti. E’ stato identificato e caratterizzato un nuovo dominio antiangiogenico della trombospondina (un inibitore fisiologico dell'angiogenesi) che lega il fattore angiogenico FGF-2. Dati preliminari indicano che questo dominio gioca un ruolo nell'inibire l’angiogenesi tumorale, rallentare la crescita dei tumori e aumentarne la risposta alla chemioterapia. Piccole molecole, mimetiche di questo dominio, sono state identificate e sono studiate come possibili inibitori dell’angiogenesi. Sono stati identificati geni differentemente espressi dalle cellule endoteliali isolate dai vasi sanguigni dei tumori rispetto alle cellule endoteliali dei tessuti sani. È stato dimostrato che uno di questi, il PRSS3/Trypsinogen IV, ha un ruolo fondamentale nel regolare il movimento e la riorganizzazione delle cellule endoteliali dei tumori (evento importante per l’angiogenesi e il rimodellamento vascolare nei tumori). E’ stata messa a punto una “banca” di modelli di carcinoma ovarico, derivati da preparati tumorali di pazienti, che rispecchia le caratteristiche morfologiche-genetiche molecolari, il comportamento maligno e le risposte farmacologiche della neoplasia di origine. Questi sono modelli preclinici per lo studio di nuove terapie selettive per il carcinoma ovarico. VEGFC (vascular endothelium growth factor C), il principale mediatore della linfoangiogenesi, promuove la progressione del carcinoma ovarico mediante meccanismi autocrini e paracrini. Inibitori selettivi dei segnali mediati da VEGF/VEGFRs inibiscono la crescita e la metastatizzazione del carcinoma ovarico. La risposta al bevacizumab - un anticorpo antiVEGFA (il principale mediatore dell’angiogenesi) - dei tumori da carcinoma ovarico da pazienti diversi è etrogenea; la risposta finale dipende dalla sensibilità alla chemioterapia e dagli schemi di combinazione. L’aggiunta della chemioterapia al trattamento con inibitori dell’angiogenesi abroga l’aumento di metastasi tumorali mediata da ipoxia, sottolineando l’importanza di un corretto regime di combinazione nelle terapie con antiangiogenetici. RAPPORTO ATTIVITA’ 24 2013 IRFMN Il paclitaxel, modificando lo stroma del tumore, favorisce la distribuzione e l’efficacia terapeutica dell’immunocitochina F8-IL2 nei tumori metastatici positivi per la fibronectina EDA, riconosciuta selettivamente dall’anticorpo F8. Inibitori dell’istone deacetilasi SIRT-2 riducono la motilità cellulare e potenziano l’attività antimotoria del paclitaxel, agendo sul fattore di trascrizione FOXO3a. Valutazione sulla quantità e qualità delle evidenze disponibili sul tema della epidemiologia del dolore, sue caratteristiche e efficacia della terapia analgesica di tipo farmacologico. Due revisioni sistematiche hanno permesso di documentare la prevalenza del fenomeni dell’undertreatment (media pesata del 43%) e la scarsa qualità delle evidenze derivate dai RCT, soprattutto per alcuni farmaci somministrati per via transdermica (buprenorfina). Un’ulteriore revisione sugli studi che hanno valutato la frequenza (prevalenza) di dolore incidente (breakthrough pain) è in corso di pubblicazione e documenta la estrema variabilità della frequenza di questo fenomeno negli studi clinici pubblicati, permette di stimarne la frequenza media e identifica i fattori che ne modulano la prevalenza. La valutazione dell’epidemiologia del dolore cronico nei pazienti con cancro, associata alla descrizione dei profili di trattamento analgesico e alla qualità della cura fornita. Un’analisi cross-sectional sui dati ricavati da studio condotto su tutto l'ambito nazionale da 110 centri in 1801 casi ha dimostrato che una quota non trascurabile di pazienti (fino al 40%) arriva alla osservazione dei centri specializzati di oncologia, palliazione e terapia del dolore in sostanziale under-treatment, soprattutto per un non ottimale utilizzo di morfina o farmaci oppiacei. L’andamento dell’analgesia ottenuta e di alcuni aspetti della qualità della vita nei pazienti con cancro e dolore. Un’osservazione fino a 3 mesi della coorte longitudinale (1461) ha permesso di raccogliere fondamentali osservazioni sulla evoluzione di molti endpoint analgesici e palliativi e di identificare la proporzione di soggetti che non rispondono in modo soddisfacente alla terapia analgesica (non-responders: 25-30%). Inoltre è stato è possibile documentare che i diversi farmaci analgesici oppioidi utilizzati sono stati in grado di garantire una sostanziale equi-analgesia, a fronte però di un diverso comportamento in termini di altri out come e endpoint (variazioni di dosaggio nel tempo, utilizzo di switch, ricorso a cotrattamenti adiuvanti). Un’anlisi ulteriore, in corso di pubblicazione, ha permesso di confrontare la effectiveness (efficacia nella pratica) di due diverse strategie analgesiche (farmaci orali vs farmaci transdermici), utilizzando una innovativa metodologia statistica (il Propensity Score) per minimizzare i bias dovuti alla mancanza di randomizzazione. Queste prime evidenze derivate dallo studio osservazionale e dall’analisi comparativa di effectiveness, hanno permesso il lancio di uno studio prospettico e randomizzato che confronta formalmente 4 diverse strategie analgesiche. Due studi randomizzati di fase III internazionali (studio AGO-OVAR 12 e 16), che hanno visto la partecipazione del gruppo MaNGO coordinato in Istituto, hanno valutato se due diversi inibitori orali dell’angiogenesi (rispettivamente vargatef e pazopanib) aggiunti agli usuali schemi di chemioterapia nelle pazienti affette da carcinoma ovarico garantissero un qualche vantaggio clinico. I due studi, che complessivamente hanno incluso più di 2000 pazienti, hanno dimostrato che entrambe le molecole determinano un vantaggio statisticamente significativo in termini di sopravvivenza libera da malattia quando aggiunte alla chemioterapia standard di prima linea Uno studio italiano randomizzato di fase III ha valutato l’utilità di eseguire una linfoadenectomia radicale in occasione di un intervento di II look nelle pazienti affette da carcinoma ovarico. Questo studio, che ha reclutato complessivamente 308 pazienti, ha dimostrato che nonstante la linfoadenectomia radicale sia responsabile di un maggior impegno RAPPORTO ATTIVITA’ 25 2013 IRFMN in sala operatoria (in termine di lunghezza dell’intervento e di ricorso a trasfusioni) non determina un vantaggio in termini di intervallo libero da malattia o di sopravvivenza globale. COLLABORAZIONI NAZIONALI Age.Na.S. Agenzia Nazionale per i Servizi Sanitari Regionali, Roma Agenzia Sanitaria Regionale (ASR), Bologna Agenzia Italiana del Farmaco (AIFA), Roma Alleanza Contro il Tumore Ovarico (ACTO), Milano Associazione Italiana per lo Studio del Glaucoma (AISG), Torino Azienda Sanitaria Locale, Rimini Azienda Sanitaria Locale, Vercelli Assessorato Sanità, Regione Emilia Romagna Associazione Italiana di Oncologia Medica (AIOM) Associazione Italiana di Ematologia Pediatrica (AIEOP) Associazione Otorinolaringologi Ospedalieri Italiani (AOOI), Roma Associazione Volontari Assistenza Pazienti Oncologici (AVAPO) Azienda Sanitaria Unica Regionale, Regione Marche Azienda Ospedaliera di Reggio Emilia Arcispedale S. Maria Nuova Azienda Ospedaliera San Gerardo, Università Milano-Bicocca, Monza Azienda Ospedaliera “Guido Salvini” , Ospedale “di circolo” Rho, (MI) Casa Sollievo della Sofferenza, San Giovanni Rotondo (IRCCS) CNR IGBE, Pavia Cochrane Collaboration Fondazione Attilia Pofferi, Pistoia Fondazione Centro San Raffaele del Monte Tabor, Milano Fondazione Edmund Mach, Trento Fondazione Filarete per le Bioscienze e l'Innovazione Fondazione GISCAD (Gruppo Italiano per lo Studio dei Carcinomi dell’Apparato Digerente) Fondazione IRCCS Istituto Nazionale dei Tumori (INT), Milano Fondazione IRCCS Istituto Neurologico, C. Besta, Milano Fondazione Istituto FIRC di Oncologia Molecolare (IFOM), Milano Fondazione Nerina e Mario Mattioli Onlus, Milano Fondazione Piemontese Ricerca sul Cancro IRCCS, Candiolo Fondazione Salvatore Maugeri, Pavia Fondo Edo Tempia, Laboratorio di Bioinformatica e Farmacogenomica, Biella Gruppo Italiano Sarcomi Istituti Ospitalieri di Cremona Istituto Clinico Humanitas, Rozzano MI Istituto Ortopedico Galeazzi, Milano Istituti Ortopedici Rizzoli, Bologna Istituto Europeo di Oncologia (IEO), Milano Istituto di Fisica, Politecnico di Milano Istituto di Genetica Molecolare CNR, Sezione di Istochimica e Citometria, Pavia Istituto Nazionale Tumori Fondazione G. Pascale, Napoli Istituto Regina Elena, Roma Istituto Superiore di Sanità Istituto Toscano Tumori, Firenze Laboratorio Cell factory, Policlinico di Milano LNCIB- Area Science Park & Dipartimento Scienze della Vita, Università di Trieste RAPPORTO ATTIVITA’ 26 2013 IRFMN Nerviano Medical Sciences Oncology Ospedale Fatebenefratelli e Oftalmico, Milano Ospedale San Matteo, Pavia Ospedale Papa Giovanni XXIII, Bergamo Politecnico di Milano Rete Oncologica Lombarda (ROL), Milano Spedali Civili di Brescia Università Cattolica del Sacro Cuore, Roma Università di Brescia Università di Catania Universita degli Studi di Ferrara Università di Milano Università di Modena e Reggio Emilia Università di Monza Universita degli Studi di Napoli Università di Pavia Università di Padova Università di Pisa Università di Torino Università di Verona Università “La Sapienza”, Roma COLLABORAZIONI INTERNAZIONALI ARCAGY (Association de Recherche sur les Cancers Gynécologiques), Francia AstraZeneca Ltd, UK Barts and The London School of Medicine & Dentistry , Londra, Gran Bretagna Breakthrough Breast Cancer Center, Instutite of Cancer Reasearch, Londra, Gran Bretagna Cancer Biomarkers and Prevention Group, University of Leicester, Gran Bretagna Cancer Research UK, Londra, Gran Bretagna Case Comprehensive Cancer Center, Case Western Reserve University, Cleveland Cochrane Consumer network (via The Cochrane Collaboration), UK EORTC, Bruxelles, Belgio ETH Zurich, Institute of Chemical and Bioengineering European Association for Palliative Care – research network (EAPC rn) European Network of Gynaecological Oncology Trials groups (ENGOT) Eusoma – (European Society of European Palliative Care Research Network (PRC), Trondheim, Norvegia European Society of Medical Oncology (ESMO), Svizzera Breast Cancer Specialist Firenze, Italy Executive Board of GCIG (Gynecologic Cancer Intergroup) German Network of the Coordinating Centres for Clinical Trials U Koeln , Germania Goteborg University, Lundberg Laboratory for Cancer Research, Goteborg, Svezia Gynecologic Cancer Intergroup (GCIG) Harvard, Boston Institute of Pathology, Friedrich Schiller University, Jena, Germania Institut Villejuif, Parigi, Francia Istituto Oncologico della Svizzera Italiana Johns Hopkins University, USA Klinik und Poliklinik für Kinder- und Jugendmedizin, Muenster, Germania RAPPORTO ATTIVITA’ 27 2013 IRFMN Ludwig Institute for Cancer Research, Londra, Gran Bretagna National Cancer Center, Singapore Stichting VU-VUmc, Olanda Swiss Federal Institute of Technology, Zurigo, Svizzera Massachusetts General Hospital and Harvard Medical School, USA MD Anderson Cancer Center, Houston, Texas, USA Memorial Sloan Kettering, New York, USA Metropolitan Hospital (MH), 1st Oncology Dept., AthensMRC, Londra, Gran Bretagna National Cancer Institute (NCI), Bethesda and Frederick, MD, USA Ospedale San Giovanni, Bellinzona, Svizzera Paterson Institute for Cancer Research, Manchester, Gran Bretagna SAKK (Schweizerische Arbeitsgemeinschaft für Klinische Krebsforschung) University of Athens (UAE), Department of Mathematics, Atene, Grecia University College, London Medical School, Londra, Gran Bretagna University of Liège, Belgio University of Newcastle, Gran Bretagna University of Ulm, Germania Vanderbilt UniversityWeizmann Institute of Science, Israele PRESENZA IN COMITATI EDITORIALI American Journal of Cancer Research (Maurizio D’Incalci, Massimo Broggini, Giovanna Damia) British Journal of Cancer (Maurizio D’Incalci) Chemotherapy (Maurizio D’Incalci) Clinical Experimental Metastasis (Raffaella Giavazzi) Current Opinion in Oncologic, Endocrine and Metabolic Drugs (Maurizio D’Incalci) Current Cancer Therapy Reviews (Raffaella Giavazzi, Giulia Taraboletti, Maurizio D’Incalci) Endocrine (Irene Floriani) European Journal of Cancer (Massimo Broggini e Giulia Taraboletti) Frontiers in Cancer Genetics (Massimo Broggini) Frontiers in Pharmacotherapy of Neoplastic Diseases (Maurizio D’Incalci) Journal of B.U.ON. (Maurizio D’Incalci) Journal of Chemotherapy (Raffaella Giavazzi) Journal of Experimental Therapeutics and Oncology (Raffaella Giavazzi) Journal of Investigational New Drugs (Maurizio D’Incalci) Molecular Cancer Therapeutics (Maurizio D’Incalci) Oncology Research (Maurizio D’Incalci) Open Cancer Journal (Maurizio D’Incalci) The International Journal of Biological Markers (Raffaella Giavazzi, Valter Torri) The Journal of Cancer Microenvironment (Raffaella Giavazzi) TheScientificWorldJournal, (Maurizio D’Incalci, Giulia Taraboletti) Tumori (Maurizio D’Incalci) www.fondazionemattioli.it (Maurizio D’Incalci) World Journal of Methodology (Irene Floriani) RAPPORTO ATTIVITA’ 28 2013 IRFMN ATTIVITA' DI REVISIONE American Journal of Pathology, Annals of Oncology, Anti-cancer Drugs, Bioanalysis, Biochemical Biophysical Research Communication, BioMed Central Editorial, British Journal of Cancer, British Journal of Pharmacology, Cancer Chemotherapy and Pharmacology, Cancer Research, Carcinogenesis, Clinical & Experimental Metastasis, Clinical Cancer Research, Current Cancer Therapy Reviews, Endocrine World Journal of Methodology, European Journal of Cancer, Faseb Journal, Gynecologic Oncology, International Journal of Biological Markers, International Journal of Cancer, Journal of Chemotherapy, Journal of Clinical Oncology, Journal of Mass Spectrometry, Journal of the National Cancer Institute, Journal of the National Cancer Institute, Journal of Pharmaceutical and Biomedical Analysis, The Lancet Oncology, Leukemia, Matrix Biology, Molecular Cancer Therapeutics, Nature, Nature Ophtalmology, PLoS ONE, Programma di Ricerca Regione Università Regione Emilia Romagna, TheScientificWorldJournal, Trials, Tumori. PRESENZA IN COMMISSIONI NAZIONALI E INTERNAZIONALI AACR-Women in Cancer Research Charlotte Friend Memorial Lectureship Award Committee, USA Comitato Etico dell’associazione "La Nostra Famiglia" - IRCCS "E. Medea" Comitato Etico Centro di Riferimento Oncologico, Aviano, PN Comitato Etico Fondazione IRCCS Istituto Nazionale dei Tumori (INT), Milano Comitato Etico Fondazione IRCCS Istituto Neurologico Carlo Besta, Milano Comitato Etico Fondazione del Piemonte per l’Oncologia - IRCCS, Candiolo Comitato Etico Istituto Clinico Humanitas, Rozzano, MI Comitato Etico Ospedale Manzoni, Lecco Comitato Scientifico, Associazione Italiana Ematologia e Oncologia Pediatrica, Monza, MI Comitato Scientifico, Fondazione ABO (Application of Biotechnologies in Oncology) Comitato Scientifico, Fondazione Buzzi Unicem Onlus Comitato Strategico e di Studio per la Leucemia Linfoblastica Acuta (CSS - LLA) Comitato Tecnico-Scientifico, Alleanza Contro il Tumore Ovarico (ACTO), Milano Comitato Tecnico-Scientifico, Associazione Italiana per la Ricerca sul Cancro, Milano Comitato Tecnico-Scientifico, Fondazione Regionale Ricerca Biomedica, Milano Comitato Tecnico-Scientifico, Fondazione Andrea e Libi Lorini, Milano Comitato Scientifico, Fondazione Pezcoller, Trento Comitato Tecnico-Scientifico, Mario Negri Gynecologic Oncology Group (MaNGO) Consiglio di Amministrazione, Università di Trento Consiglio Direttivo, Società Italiana di Cancerologia (SIC) Consiglio Direttivo, Società Italiana di Citometria (GIC) Consiglio Direttivo Fondazione Nerina e Mario Mattioli Onlus Fondazione Attilia Pofferi, Pistoia Developmental Therapeutics Program, National Cancer Institute (NCI) Pezcoller Foundation-EACR Award RAPPORTO ATTIVITA’ 29 2013 IRFMN ORGANIZZAZIONE DI EVENTI Meeting con gli sperimentatori “Studio clinico multicentrico, osservazionale sulla qualita’di vita del paziente glaucomatoso in Italia”. XXVIII Riunione AISG, Torino, 7 marzo 2013 Corso di formazione: Moduli 3 (terapia del dolore) e 4 (trattamento dei sintomi). 13° Master di I° livello in cure palliative e terapia del dolore in collaborazione con l’Università degli Studi di Milano, Milano, 8-10, 15-17, 22-23 aprile 2013. Meeting “Breakthrough cancer Pain – Studio RER”. Reggio Emilia, 21 giugno 2013 Meeting “La ricerca clinica in ginecologia oncologica”. 10° Assemblea MaNGO, Milano, 21-22 giugno 2013 Corso di formazione sulla Terapia del dolore per gli specializzandi del 4° e 5° anno delle Scuole di specialità in medicina Interna e Geriatria dell’Università degli Studi di Milano, Milano, 13, 20, 27 novembre 2013 e 11 dicembre 2013 PRESENTAZIONI A CONGRESSI ED EVENTI Corso: Giornata di aggiornamento sulla terapia dei Tumori Mammari, Back from San Antonio, Genova, 11-12 gennaio 2013 “Building the Guide Lines” Conferenza: V International Conference on Angiogenesis in Memory of Judah Folkman “Translational studies on angiogenesis”. Roma, 19 gennaio 2013. “Round Table: New acquisitions from experimental studies". “Novel preclinical models for development of antiangiogenic agents”. Convegno: Giornata sulle linee guida AIOM, Milano, 4-5 febbraio 2013 Corso di aggiornamento: Approccio multidisciplinare nella gestione clinica dei sarcoma dei tessuti molli: dalla ricerca di base alla clinica. Catania, 15-16 marzo 2013. “Lettura magistrale: 5 anni di trabectedina: cosa abbiamo imparato” “Tavola rotonda: Ottimizzazione del trattamento della malattia metastatica dei sarcomi dei tessuti molli” Corso CANOA: aggiornamento sulla terapia del carcinoma mammario, Negrar 21-22 marzo 2013 Corso: Controversie nel trattamento della recidiva di carcinoma ovarico. Catania, 22-23 marzo 2013. “MoA: chemioterapia multi target” TMEO-Tumore Maligno Epiteliale dell' Ovaio: dai trattamenti consolidati all' innovazione. Torino, 4 aprile, 2013 “Update Trials Clinici” Conferenza: Società Italiana di Farmacologia “Farmaci a brevetto scaduto: i problemi irrisolti e le soluzioni proposte”, Milano, 5 aprile 2013 “Revisione critica: gli studi clinici per la validazione dei biosimilari” RAPPORTO ATTIVITA’ 30 2013 IRFMN Meeting: AACR Annual Meeting. Washington (USA), 05-10 aprile, 2013. "Heterogeneous response to antiangiogenic therapy in ovarian cancer xenografts: a tool to investigate biomarkers of resistance". “Preclinical evaluation of ET-743 (trabectedin, Yondelis) in association with anti-IGF-1R therapies in Ewing sarcoma” Corso: Oncologia Hi-Tech nella ricerca e cura del carcinoma mammario. Pavia, 12 aprile 2013. “Le nanotecnologie per nuovi approcci farmacologici”. Simposio: 5th Freiburg Symposium on Anticancer Drug Discovery. Friburgo (Germania), aprile 24-27, 2013. "Targeting Angiogenesis in Ovarian Cancer: preclinical investigation". Corso Itinerante AIOM sulla metodologia delgli studi clinici. Verona 3-4 maggio; Milano 1011 maggio 2013 Workshop: Workshop SIICA -Angiogenesi: basi molecolari ed implicazioni terapeutiche IV. Certosa di Pontignano (Siena), maggio 13-15, 2013. "Chemosensitizing effect of the thrombospondin-1 type III domain in ovarian carcinoma". “Exploiting endogenous inhibitors of angiogenesis for antineoplastic therapy: the example of thrombospondin-1” Convegno: La gestione clinica dei sarcomi dei tessuti molli. Foggia, 25 maggio 2013. “Lettura magistrale: targeted chemotherapy o terapie biologiche: esiste una differenza?” Congresso: XXXVIII Congresso Nazionale AIEOP. Roma, 9-11 giugno 2013. “Metodiche di misurazione dei livelli plasmatici di methotrexate: quali e quando utilizzarle?” Conferenza: 61st ASMS Conference on Mass Spectrometry and Allied Topics. Minneapolis (USA), 9-13 giugno 2013. “AnPaldi protocol for anticancer drugs tumor uptake and distribution studies”. Meeting: La ricerca clinica in ginecologia oncologica. Milano, 21 giugno 2013. “Recenti tendenze nella metodologia della ricerca clinica” Conferenza: 16th Beatson International Cancer Conference -Targeting the Tumour Stroma. Glasgow (UK), luglio 7-10, 2013. "Vascular endothelial growth factor C promotes ovarian carcinoma progression through paracrine and autocrine mechanisms". Meeting: 2013 Summer FASEB Meeting "Matricellular proteins in development, health, and disease". Vermont Academy, Saxons River (USA), luglio 28-agosto 2, 2013. " The TSP1 type III repeats in tumorigenesis and angiogenesis" Evento: Summer School on Endocrinology in Bregenz (Austria) Luglio 29-Agosto 1, 2013. Invited lecture: “Mechanisms of muscle growth and atrophy/sarcopenia in mammals and Drosophila”. Interactive course: “How to build up a muscle: A tug of war between protein synthesis and degradation”. Conferenza: Gordon Research Conference on Angiogenesis. Newport (USA), agosto 04-09, 2013. RAPPORTO ATTIVITA’ 31 2013 IRFMN "PRSS3/trypsinogen IV, a new player and target in tumor angiogenesis and vascular remodeling". Workshop: Ninth International Workshop on pharmacodynamics of anticancer agents. Devere Slaley Hall, Hexham, Northumberland (Regno Unito), 8-12 settembre 2013. “Intra-tumour heterogeneity and the potential impact on drug sensitivity”. Conferenza:, 42nd European Muscle Conference. Amsterdam, 21-24 Settembre 2013 “The p97 / VCP ATPase complex is critical in muscle atrophy and for the accelerated degradation of most muscle proteins”. Congresso: 55th SIC Annual Meeting “Welcome to the South – Understanding onc-OMICS for patient tailored cancer therapy”. Catanzaro, 23-26 settembre 2013. “MiRNA signature characterization in round cell myxoid liposarcomas treated with trabectedin”. “Targeted resequencing approach to dissect the mutational spectrum associated to platinum resistance in EOC” Congresso: XV Congresso Nazionale AIOM 2013. Milano, 11-13 ottobre 2013. “MicroRNA profiling in metastatic colorectal primary tumor and STROMA”. V BIAS Annual Congress. Milano, 24-25 ottobre 2013 “Risk Based Monitoring & Statistical and Data Issues in Regulatory Submission: Risk Based Monitoring in Clinical Trials: a non-profit organization approach” Congresso: ECCO 17 – ESMO38 – ESTRO32 European Cancer Congress 2013. Amsterdam, 27 settembre – 1 ottobre 2013. “The (EPOC) FP7-funded study of pharmacokinetics and pharmacodynamic of doxorubicin in children with cancer”. Conferenza: 2013 AACR-NCI-EORTC Molecular Targets and Cancer Therapeutics Conference. Boston, 19-23 ottobre 2013. “Collateral sensitivity to cisplatin of trabectedin-resistant cell lines”. “Fsn0503h antibody-mediated blockade of cathepsin S as potential therapeutic strategy for the treatment of solid tumours”. Meeting: 18th Annual Meeting of the Connective Tissue Oncology Society (CTOS). New York, 20 ottobre-2 novembre 2013. “MiRNA signature characterization in round cell myxoid liposarcomas treated with trabectedin”. Simposio: 17th Fritz-Bender Foundation International Symposium: Progress towards individualized cancer treatments. Barcellona, novembre 07-09, 2013. "Targeting angiogenesis in ovarian cancer: preclinical investigation". CEUS e Linee Guida: PRO e CONTRO. Verona, 9 novembre 2013 “Sessione Fegato: Metanalisi e Revisione della Letteratura” . Conferenza: 2nd Mediterranean Conference on Rare Tumors. Napoli, 6-7 dicembre 2013. “Trabectedin effects on transcription regulation and on tumor microenvironment”. Conferenza: 7th Cachexia Conference in Kobe (Japan). Dicembre 7-9, 2013. RAPPORTO ATTIVITA’ 32 2013 IRFMN “The p97 / VCP ATPase complex is critical in muscle atrophy and for the accelerated degradation of most muscle proteins” Workshop: European Society of Medical Oncology, Miano, 8-11 Dicembre 2013 Evento: L’anno che verrà…in poche parole. Milano, 19 Dicembre 2013. “Una parola per il 2014, Stupore”. CONTRIBUTI E CONTRATTI Actavis Italiy SpA Agenzia Italiana del Farmaco Arcispedale Santa Maria Nuova di Reggio-Emilia Agenzia Italiana del Farmaco AIRC Associazione Italiana per la Ricerca sul Cancro ArQule USA Astra Zeneca SpA AVAPO (Associazione Volontari Assistenza Pazienti Oncologici) Azienda Ospedaliera Fatebenefratelli e Oftalmico- Milano Eli Lilly Italia SpA EOS SpA FIRC Fondazione Italiana per la Ricerca sul Cancro Fondazione Buzzi Unicem Fondazione Cassa di Risparmio delle Province Lombarde Fondazione Centro San Raffaele del Monte Tabor Fondazione Nerina e Mario Mattioli Onlus GISCAD (Gruppo Italiano Studi di Carcinomi Apparato Digerente) Grunenthal Italia, Milano Indena SpA Istituto Nazionale dei Tumori, Milano Istituto Regina Elena Italfarmaco SpA Marie Curie International Reintegration Grant Medac Merck Sharp & Dome Ministero della Salute Novartis Novartis Farma SpA Oncoethix O.T.D. – Oncology Therapeutic Development s.a.r.l. Pfizer Global Research and Development Pharma Mar, SA Regione Emilia Romagna Regione Lombardia Roche SpA SAKK (Schweizerische Arbeitsgemeinschaft für Klinische Krebsforschung) Sara Bet, Roma Servier SIA SpA Sigma-Tau SpA RAPPORTO ATTIVITA’ 33 2013 IRFMN Unione Europea University of Ulm Università di Torino Università Federico II – Napoli (Dipartimento di Endocrinologia ed Oncologia molecolare e clinica) SELEZIONE PUBBLICAZIONI SCIENTIFICHE (2013) Gay H A, Quendella Q, Taylor Q Q, Kiriyama F, Dieck G T, Jenkins T, Walker P, Allison R R, Ubezio P Modeling of non-small cell lung cancer volume changes during CT-based image guided radiotherapy: patterns observed and clinical implications Comput Math Methods Med 2013 2013 : 637181 Germano G, Frapolli R, Belgiovine C, Anselmo A, Pesce S, Liguori M, Erba E, Uboldi S, Zucchetti M, Pasqualini F, Nebuloni M, van Rooijen N, Mortarini R, Beltrame L, Marchini S, Fuso Nerini I, Sanfilippo R, Casali P G, Pilotti S, Galmarini C M, Anichini A, Mantovani A, D'Incalci M, Allavena P Role of macrophage targeting in the antitumor activity of trabectedin Cancer Cell 2013 23 : 249-262 Hoffmann E M, Miglior S, Zeyen T, Torri V, Rulli E, Aliyeva S, Floriani I, Cunha-Vaz J, Pfeiffer N The Heidelberg retina tomograph ancillary study to the European glaucoma prevention study: study design and baseline factors Acta Ophthalmol 2013 91 : e612-e619 Gallerani E, Zucchetti M, Brunelli D, Marangon E, Noberasco C, Hess D, Delmonte A, Martinelli G, Bohm S, Driessen C, de Braud F, Marsoni S, Cereda R, Sala F, D'Incalci M, Sessa C A first in human phase I study of the proteasome inhibitor CEP-18770 in patients with advanced solid tumours and multiple myeloma Eur J Cancer 2013 49 : 290-296 D'Angelo D, Borbone E, Palmieri D, Uboldi S, Esposito F, Frapolli R, Pacelli R, D'Incalci M, Fusco A The impairment of the High Mobility Group A (HMGA) protein function contributes to the anticancer activity of trabectedin Eur J Cancer 2013 49 : 1142-1151 Marchini S, Fruscio R, Clivio L, Beltrame L, Porcu L, Fuso Nerini I, Cavalieri D, Chiorino G, Cattoretti G, Mangioni C, Milani R, Torri V, Romualdi C, Zambelli A, Romano M, Signorelli M, Di Giandomenico S, D'Incalci M Resistance to platinum-based chemotherapy is associated with epithelial to mesenchymal transition in epithelial ovarian cancer Eur J Cancer 2013 49 : 520-530 Ribeiro E, Ganzinelli M, Andreis D, Bertoni R, Giardini R, Fox S B, Broggini M, Bottini A, Zanoni V, Bazzola L, Foroni C, Generali D, Damia G Triple negative breast cancer have a reduced expression of DNA repair genes RAPPORTO ATTIVITA’ 34 2013 IRFMN PLoS One 2013 8 : e66243 Bello E, Taraboletti G, Colella G, Zucchetti M, Forestieri D, Licandro S A, Berndt A, Richter P, D'Incalci M, Cavalletti E, Giavazzi R, Camboni G, Damia G The tyrosine kinase inhibitor E-3810 combined with paclitaxel inhibits the growth of advancedstage triple-negative breast cancer xenografts Mol Cancer Ther 2013 12 : 131-140 Zucchetti M, Bonezzi K, Frapolli R, Sala F, Borsotti P, Zangarini M, Cvitkovic E, Noel K, Ubezio P, Giavazzi R, D'Incalci M, Taraboletti G Pharmacokinetics and antineoplastic activity of galectin-1-targeting OTX008 in combination with sunitinib Cancer Chemother Pharmacol 2013 72 : 879-887 Flor N, Di Leo G, Squarza S, Tresoldi S, Rulli E, Cornalba G P, Sardanelli F Malignant incidental extracardiac findings on cardiac CT: systematic review and meta-analysis AJR Am J Roentgenol 2013 201 : 555564 Pappalardo G, Gualdi G F, Nunziale A, Masselli G, Floriani I, Casciani E The impact of magnetic resonance in the preoperative staging and the surgical planning for treating small bowel neoplasms Surg Today 2013 43 : 613-619 Garassino M C, Platania M, Broggini M, Torri V, de Braud F To target or not to target, that is the question J Clin Oncol 2013 31 : 1254 Colombo C, Lupi M, Ubezio P, Moscatelli D Cytotoxicity of PMMA-based nanoparticles synthesized adopting SDS and tween 80 Macromol Symp 2013 324 : 134-139 Fasolo A, Sessa C, Gianni L, Broggini M Seminars in clinical pharmacology: an introduction to MET inhibitors for the medical oncologist Ann Oncol 2013 24 : 14-20 Raimondi M T, Balconi G, Boschetti F, Di Metri A, Mohammed S A A, Quaglini V, Araneo L, Galvez B G, Lupi M, Latini R, Remuzzi A An opto-structural method to estimate the stress-strain field induced by cell contraction on substrates of controlled stiffness in vitro J Appl Biomater Function Mater 2013 11 : 143-150 Macera A, Lario C, Petracchini M, Gallo T, Regge D, Floriani I, Ribero D, Capussotti L, Cirillo S Staging of colorectal liver metastases after preoperative chemotherapy. Diffusion-weighted imaging in combination with Gd-EOB-DTPA MRI sequences increases sensitivity and diagnostic accuracy Eur Radiol 2013 23 : 739-747 Luciani A, Dottorini L, Battisti N, Bertuzzi C, Caldiera S, Floriani I, Zonato S, Ferrari D, Foa P Screening elderly cancer patients for disabilities: evaluation of study of osteoporotic fractures (SOF) index and comprehensive geriatric assessment (CGA) RAPPORTO ATTIVITA’ 35 2013 IRFMN Ann Oncol 2013 24 : 469-474 Quaranta L, Biagioli E, Riva I, Rulli E, Poli D, Katsanos A, Floriani I Prostaglandin analogs and timolol-fixed versus unfixed combinations or monotherapy for openangle Gglaucoma: A systematic review and meta-analysis J Ocul Pharmacol Ther 2013 29 : 382-389 Pinto C, Novello S, Torri V, Ardizzoni A, Betta P G, Bertazzi P A, Casalini G A, Fava C, Fubini B, Magnani C, Mirabelli D, Papotti M, Ricardi U, Rocco G, Pastorino U, Tassi G, Trodella L, Zompatori M, Scagliotti G Second Italian Consensus Conference on Malignant Pleural Mesothelioma: State of the art and recommendations Cancer Treat Rev 2013 39 : 328-339 Ricci F, Bernasconi S, Porcu L, Erba E, Panini N, Fruscio R, Sina F, Torri V, Broggini M, Damia G ALDH enzymatic activity and CD133 positivity and response to chemotherapy in ovarian cancer patients Am J Cancer Res 2013 3 : 221-229 Chilà R, Celenza C, Lupi M, Damia G, Carrassa L Chk1-Mad2 interaction: A crosslink between the DNA damage checkpoint and the mitotic spindle checkpoint Cell Cycle 2013 12 : 1083-1090 Broggini M, Garassino M C, Damia G Evaluation of safety and efficacy of tivantinib in the treatment of inoperable or recurrent nonsmall-cell lung cancer Cancer Manag Res 2013 5 : 15-20 Garassino M C, Piva S, La Verde N, Spagnoletti I, Iorno V, Carbone C, Febbraro A, Bianchi A, Bramati A, Moretti A, Ganzinelli M, Marabese M, Gentili M, Torri V, Farina G Randomised phase II trial (NCT00637975) evaluating activity and toxicity of two different escalating strategies for pregabalin and oxycodone combination therapy for neuropathic pain in cancer patients PLoS One 2013 8 : e59981 Sabatino M A, Geroni C, Ganzinelli M, Ceruti R, Broggini M Zebularine partially reverses GST methylation in prostate cancer cells and restores sensitivity to the DNA minor groove binder brostallicin Epigenetics 2013 8(6): 1-10 Babich P S, Skvortsov A N, Rusconi P, Tsymbalenko N V, Mutanen M, Puchkova L V, Broggini M Non-hepatic tumors change the activity of genes encoding copper trafficking proteins in the liver Cancer Biol Ther 2013 14 : 614624 Morosi L, Spinelli P, Zucchetti M, Pretto F, Carrà A, D'Incalci M, Giavazzi R, Davoli E Determination of paclitaxel distribution in solid tumors by nano-particle assisted laser desorption ionization mass spectrometry imaging PLoS One 2013 8 : e72532 RAPPORTO ATTIVITA’ 36 2013 IRFMN Quaranta L, Riva I, Floriani I Outcomes of using a sutureless bovine pericardial patch graft for Ahmed glaucoma valve implantation Eur J Ophthalmol 2013 23 : 738-742 Rulli E, Biagioli E, Riva I, Gambirasio G, De Simone I, Floriani I, Quaranta L Efficacy and safety of trabeculectomy vs nonpenetrating surgical procedures: A systematic review and meta-analysis JAMA Ophthalmol 2013 131 : 1573-1582 Cova L, Bigini P, Diana V, Sitia L, Ferrari Raffaele, Pesce R M, Khalaf R, Bossolasco P, Ubezio P, Lupi M, Tortarolo M, Colombo L, Giardino D, Silani V, Morbidelli M, Salmona M, Moscatelli D Biocompatible fluorescent nanoparticles for in vivo stem cell tracking Nanotechnology 2013 24 : 245603 Mauguen A, Pignon J-P, Burdett S, Domerg C, Fisher D, Paulus R, et al, Surrogate Lung Project Collaborative Group, Torri V Surrogate endpoints for overall survival in chemotherapy and radiotherapy trials in operable and locally advanced lung cancer: a re-analysis of meta-analyses of individual patients' data Lancet Oncol 2013 14 : 619-626 Ferrari Raffaele, Rooney T, Lupi M, Ubezio P, Hutchinson R A, Moscatelli D A methyl methacrylate-HEMA-CLn copolymerization investigation: from kinetics to bioapplications Macromol Biosci 2013 13(10): 1347-1357 Ferrari Raffaele, Colombo C, Casali C, Lupi M, Ubezio P, Falcetta F, D'Incalci M, Morbidelli M, Moscatelli D Synthesis of surfactant free PCL-PEG brushed nanoparticles with tunable degradation kinetics Int J Pharm 2013 453 : 551-559 Fruscio R, Corso S, Ceppi L, Garavaglia D, Garbi A, Floriani I, Franchi D, Cantu M G, Bonazzi C M, Milani R, Mangioni C, Colombo N Conservative management of early-stage epithelial ovarian cancer: results of a large retrospective series Ann Oncol 2013 24 : 138-144 Roberto A, Corli O, Montanari M, Greco M T, Apolone G Pain management and outcomes in cancer patients: comparison between oncological and palliative sets of care Epidemiology Biostatistics Public Health 2013 10 : e8698-1-10 Corli O Long-term opioid treatment of chronic back pain: open and controversial problems Intern Emerg Med 2013 8 Suppl : S131-S134 Deandrea S, Corli O A new focus on breakthrough cancer pain: Commentary on Davies et al. J Pain Symptom Manage 2013 46 : 618 RAPPORTO ATTIVITA’ 37 2013 IRFMN Zucca E, Conconi A, Laszlo D, Pileri S, Floriani I, Martelli M, et al Addition of rituximab to chlorambucil produces superior event-free survival in the treatment of patients with extranodal marginal-zone B-cell lymphoma: 5-year analysis of the IELSG-19 Randomized Study J Clin Oncol 2013 31 : 565-572 Konstas A G P, Quaranta L, Katsanos A, Riva I, Tsai J C, Giannopoulos T, Voudouragkaki I C, Paschalinou E, Floriani I, Haidich A B Twenty-four hour efficacy with preservative free tafluprost compared with latanoprost in patients with primary open angle glaucoma or ocular hypertension Br J Ophthalmol 2013 E-pub : Beltrame L, Bianco L, Fontana P, Cavalieri D Pathway-based analysis of microarray and RNAseq data using pathway processor 2.0 Curr Protoc Bioinformatics 2013 Suppl 41 : Unit 7.6 D'Incalci M, Frapolli R, Germano G, Allavena P New activities for the anti-tumor agent trabectedin: taking two birds with one stone Oncotarget 2013 4 : 496-497 Romano M, Frapolli R, Zangarini M, Bello E, Porcu L, Galmarini C M, Garcia-Fernandez L F, Cuevas C, Allavena P, Erba E, D'Incalci M Comparison of in vitro and in vivo biological effects of trabectedin, lurbinectedin (PM01183) and Zalypsis®(PM00104) Int J Cancer 2013 133(9): 2024-2033 (2013) Noè F, Polascheck N, Frigerio F, Bankstahl M, Ravizza T, Marchini S, Beltrame L, Reschke Banderò C, Loscher W, Vezzani A Pharmacological blockade of IL-1²/IL-1 receptor type 1 axis during epileptogenesis provides neuroprotection in two rat models of temporal lobe epilepsy Neurobiol Dis 2013 59 : 183-193 Garassino M C, Martelli O, Broggini M, Farina G, Veronese S, Rulli E, Bianchi F, Bettini A, Longo F, Moscetti L, Tomirotti M, Marabese M, Ganzinelli M, Lauricella C, Labianca R, Floriani I, Giaccone G, Torri V, Scanni A, Marsoni S, Poli D, Copreni E, TAILOR trialists Erlotinib versus docetaxel as second-line treatment of patients with advanced non-small-cell lung cancer and wild-type EGFR tumours (TAILOR): a randomised controlled trial Lancet Oncol 2013 14 : 981-988 Rimassa L, Bruix J, Broggini M, Santoro A Tivantinib (ARQ197) displays cytotoxic activity that is independent of its ability to bind METLetter Clin Cancer Res 2013 19(15): 4290 Rovida A, Castiglioni V, Decio A, Scarlato V, Scanziani E, Giavazzi R, Cesca M Chemotherapy counteracts metastic dissemination induced by antiangiogenic treatment in mice Mol Cancer Ther 2013 12 : 2237-2247 Demontis S, Piccirillo R, Goldberg A L, Perrimon N The influence of skeletal muscle on systemic aging and lifespan Aging Cell 2013 12(6): 943-949 RAPPORTO ATTIVITA’ 38 2013 IRFMN Beltrame L, Bianco L, Fontana P, Cavalieri D Pathway Processor 2.0: a web resource for pathway-based analysis of high-throughput data Bioinformatics 2013 29(14): 1825-1826 Calura E, Fruscio R, Paracchini L, Bignotti E, Ravaggi A, Martini P, Sales G, Beltrame L, Clivio L, Ceppi L, Di Marino M, Fuso Nerini I, Zanotti L , Cavalieri D, Cattoretti G, Perego P, Milani R, Katsaros D, Tognon Germana, Sartori E, Pecorelli S, Mangioni C, D'Incalci M, Romualdi C, Marchini S miRNA landscape in Stage I Epithelial Ovarian Cancer defines the histotype specificities Clin Cancer Res 2013 19(15): 4114-4123 Morosi L, Zucchetti M, D'Incalci M, Davoli E Imaging mass spectrometry: challenges in visualization of drug distribution in solid tumors Curr Opin Pharmacol 2013 13 : 807-812 Turner N, Moretti E, Siclari O, Migliaccio I, Santarpia L, D'Incalci M, Piccolo S, Veronesi A, Zambelli A, Del Sal G, Di Leo A Targeting triple negative breast cancer: is p53 the answer? 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Lancet Oncol 2013 E-pub : Benedetti Panici P, Basile S, Salerno M G, Di Donato V, Marchetti C, Perniola G, Palagiano A, Perutelli A, Maneschi F, Lissoni A A, Signorelli M, Scambia G, Tateo S, Mangili G, Katsaros D, Campagnutta E, Donadello N, Greggi S, Melpignano M, Raspagliesi F, Cormio G, Grassi R, Franchi M, Giannarelli D, Fossati R, Torri V, Crocè C, Mangioni C Secondary analyses from a randomized clinical trial: age as the key prognostic factor in endometrial carcinoma Am J Obstet Gynecol 2013 E-pub : Di Cosimo S, Serpico D, Porcu L, Molino L, Fanetti G, Torri V, de Braud F Clinical outcome of HER2-positive breast cancer patients after failure on adjuvant trastuzumab: the potential of the time to relapse Clin Oncol (R Coll Radiol) 2013 E-pub : Ricci F, Broggini M, Damia G Revisiting ovarian cancer preclinical models: implications for a better management of the disease Cancer Treat Rev 2013 39: 561-568 D’Incalci M Trabectedin mechanism of action: what’s new? Future Oncol 2013 9(12): 5-10 Iachettini S, Stevens MFG, Frigerio M, Hummersone MG, Hutchinson I, Garner TP, Searle MS, Wilson DW, Munde M, Najunda R, D’Angelo C, Zizza P, Rizzo A, Cingolani C, De Cicco F, Porru M, D’Incalci M, Leonetti C, Biroccio A, Salvati E On and off-target effects of telomere uncapping G-quadruplex selective ligands based on pentacyclic acridinium salts J Exp Clin Cancer Res 2013 32:68 Grohar PJ, Segars LE, Yeung C, Pommier Y, D’Incalci M, Mendoza A, Helman LJ Dual targeting of EWS-FLI1 activity and the associated DNA damage response with Trabectedin and SN38 synergistically inhibits Ewing sarcoma cell growth Clin Cancer Res 2013 E-pub : SELEZIONE PUBBLICAZIONI DIVULGATIVE (2013) Greco M T, Roberto A, Apolone G, Bisanti L, Niero M, Caimi V, Longoni P La fragilità e la vulnerabilità in sanità Ricerca & Pratica 2013 n. 170 : 63-73 Apolone G, Fossati R, Negri Emanuele, Mosconi P, Riccò D, Pinotti M, Chiari C, Ruozi C, Chiarenza A, Rondini E, Mangone L RAPPORTO ATTIVITA’ 41 2013 IRFMN Il follow-up o lo spazio delle contraddizioni. Il caso del tumore alla mammella e lo studio Futura Ricerca & Pratica 2013 n.170 : 52-62 ATTIVITA' DI RICERCA Laboratorio di Farmacologia Antitumorale Meccanismo d’azione delle Ecteinascidine Un progetto che sta andando avanti da diversi anni riguarda la caratterizzazione dei prodotti naturali di origine marina che posseggono attività antitumorale. In particolare sono continuati studi sugli effetti della trabectedina in cellule difettive in alcuni meccanismi di riparo del DNA. In particolare: linee deficienti nella Ricombinazione Omologa (HR) sono molto sensibili al farmaco, linee deficienti per Non Homologous End-Joining (NHEJ) sono solo poco più sensibili, mentre, sorprendentemente, linee deficienti per Nucleotide Excision Repair (NER) sono meno sensibili a trabectedina. Mediante citometria a flusso associata ad un programma di computer simulation sviluppato nel nostro laboratorio abbiamo dimostrato come cellule NER deficienti subiscano, dopo il trattamento con trabectedina, perturbazioni del ciclo cellulare diverse rispetto a cellule NER proficienti, durante le quali vengono presumibilmente attivati diversi e più efficienti meccanismi di riparazione. Altro approccio è lo studio dei meccanismi di riparo del danno al DNA da un punto di vista funzionale, valutando la capacità delle cellule di riconoscere e riparare le rotture della doppia elica con un test di recente introduzione e molto sensibile quale la valutazione della fosforilazione dell’istone H2AX. E’ in corso uno studio in vitro dove, mediante tecniche di citometria a flusso e di immunofluorescenza, viene valutato, in diverse linee cellulari tumorali, il livello di fosforilazione dell’istone H2AX in relazione alla distribuzione delle cellule nelle fasi del ciclo cellulare e all’effetto citotossico indotti dopo trattamento con trabectedina. Recentemente sono iniziati studi sul meccanismo d’azione di derivati dell’ trabectedina che hanno mostrato un’importante attività antitumorale su diverse linee cellulari con differenti meccanismo di riparo, come linee deficienti nella Ricombinazione Omologa (HR) linee deficienti per Non Homologous End-Joining (NHEJ), linee deficienti per Nucleotide Excision Repair (NER), linee deficienti per XPG., linee deficienti per XPA. Un nuovo progetto si rivolge allo studio della selettiva azione di trabectedina nei confronti dei liposarcomi mixoidi, una patologia che rappresenta circa il 10% di tutti i sarcomi dei tessuti molli, nel tentativo di chiarire se il significativo effetto antitumorale sia dovuto ad una selettiva azione del composto su alterazioni patogenetiche che caratterizzano questa patologia. In particolare si sta cercando di chiarire se e come trabectedina interferisca con le alterazioni trascrizionali di specifici geni dovute alla traslocazione FUS-CHOP, traslocazione che caratterizza i liposarcomi mixoidi, sia con quelle causate dall’interazione ospite e tumore modulando processi infiammatori e angiogenetici. Mediante approcci omici è stato caratterizzato e integrato il profilo di espressione di geni, miRNA e proteine per identificare in modelli cellulari in vitro di liposarcoma mixoide, i pathway molecolari responsabili della resistenza a trabectedina. Sono in corso studi per ottenere linee cellulari immortalizzate da liposarcomi mixoidi utilizzando la tecnica della trasfezione virale con lentivirus e xenografts di liposarcomi mixoidi che mostrino le stesse alterazioni molecolari che si osservano in clinica. E’ stato ottenuto un pannello di xenografts di liposarcoma mixoide in grado di riprodurre le caratteristiche istologiche e molecolari più frequentemente osservate in clinica. Questi modelli RAPPORTO ATTIVITA’ 42 2013 IRFMN ci hanno permesso di dimostrare in vivo il meccanismo responsabile della selettività d’azione della trabectedina in questo particolare istotipo tumorale. Il farmaco infatti provoca il distacco della proteina chimerica FUS/CHOP dai promotori dei sue geni target, causandone una inattivazione funzionale che conduce alla riattivazione della differenziazione adipocitaria. Modelli sperimentali di mesotelioma umano Un nuovo progetto si rivolge allo studio del mesotelioma pleurico, una neoplasia estremamente aggressiva e dalla prognosi infausta. Utilizzando cellule provenienti dall’essudato pleurico di pazienti sono stati ottenuti xenografts in grado di crescere in modo riproducibile nel topo nudo. Questi modelli sono stati caratterizzati per la sensibilità ai principali farmaci di impiego clinico dimostrandosi, come atteso, estremamente resistenti. Sono in corso studi di combinazione per identificare nuove strategie terapeutiche in grado di migliorare l’efficacia dei chemioterapici attraverso una modificazione del microambiente tumorale. Caratterizzazione molecolare del tumore epiteliale dell’ovaio Uno dei principali obiettivi dell’Unità di Genomica Traslazionale è studiare direttamente su biopsie di pazienti le caratteristiche molecolari del tumore epiteliale dell’ovaio. Questo e’ reso possibile grazie all’utilizzo di tecnologie “ omiche” che permettono sia di analizzare e integrare il profilo trascrizionale (miRNoma e trascrittoma) dei tumori, sia di analizzare, mediante tecniche di sequenziamento massivo (Next Generation Sequencing) il repertorio delle mutazioni presenti nelle diverse cellule che costituiscono il tumore. I miRNA sono delle corte molecole di RNA, non codificante, con funzione regolatoria sia a livello trascrizionale che traslazionale e rappresentano oggi importante paradigma per comprendere l’eziopatogenesi e la prognosi di molte patologie. Utilizzando ampie collezioni di pazienti provenienti da diversi presidi ospedalieri (San GerardoMonza, Spedali Civili-Brescia, San Anna-Torino e Mount Sinai Institute-New York) si è cercato di integrare i profili di miRNA (noto come miRNoma) con i classici parametri clinico patologici per determinare nuovi fattori prognostici in una patologia complessa come il tumore epiteliale dell’ovaio. In particolare, utilizzando la tecnica dei microarray, è stata analizzato il miRNoma (circa 1200 miRNA) di 144 pazienti con tumore dell’ovaio sadio I, con un follow up di circa 18 anni. Per 29 di queste pazienti la prognosi era infausta in quanto la malattia recidivava entro i cinque anni dalla diagnosi. Questo studio retrospettivo ha evidenziato come pazienti con prognosi peggiore avevano significative alterazioni nel profilo di alcuni miRNA rispetto a pazienti con prognosi migliore. In particolare, bassi livelli di miR-200c erano un fattore prognostico negativo di sopravvivenza e indipendente da altri parametri clinici quali il grado o l’istotipo. Una seconda peculiarità dei miRNA e’ quella di essere tessuto specifici. Su una casistica multicentrica di oltre 250 biopsie e’ stato possibile stratificare i diversi istotipi (mucinoso clear cells ) in base al profilo di miRNA. Queste osservazioni potrebbero essere utilizzate per ristratificare i protocolli terapeutici nel tumore epiteliale dell’ovaio in base alle caratteristiche molecolari dei diversi istotipi. Combinazione tra farmaci naturali di origine marina e altri farmaci antitumorali Si sono ottenute evidenze di effetto sinergico o additivo di trabectedina somministrato in combinazione con diversi altri farmaci antitumorali quali cisplatino, doxorubicina, camptotechine, inibitori della Telomerasi, bleomicina e varinostat. RAPPORTO ATTIVITA’ 43 2013 IRFMN Elaborazione di dati del ciclo cellulare e di combinazione di farmaci L’unità di Biofisica è impegnata in studi teorici e metodologici mirati alla valutazione critica delle attuali tecniche di analisi degli effetti farmacologici su popolazioni cellulari eterogenee. Sono stati costruiti diversi algoritmi di calcolo atti a simulare la proliferazione cellulare a differenti livelli di indagine (dalle interazioni molecolari alla crescita dei tumori solidi in vivo) insieme ai processi di misura. Sono in corso collaborazioni con altri gruppi di ricerca, in cui l’unità si occupa del disegno sperimentale e dell’analisi dei dati in studi in vitro e in vivo di combinazione di farmaci. In questo settore, sono stati sviluppati diversi programmi di calcolo che consentono un’analisi comparativa dei risultati con i più comuni modelli di interazione farmacologica. Analisi della complessità della risposta di popolazioni cellulari al trattamento con farmaci antitumorali Il progetto si propone di stabilire una connessione tra i meccanismi intracellulari di risposta al trattamento farmacologico e le risultanti alterazioni del ciclo cellulare. A partire dagli effetti dei farmaci sulle singole cellule, si perviene a ricostruire la risposta di una popolazione di cellule, così come misurata dalla citometria a flusso o dai test di inibizione della proliferazione e di sopravvivenza. I dati, nella loro complessità, vengono decodificati grazie all’utilizzo di un modello matematico che permette di ricostruire la risposta delle cellule al trattamento antitumorale. In particolare, partendo dalla crescita imperturbata, si arriva a descrivere la risposta al trattamento in funzione di parametri associati ai fenomeni biologici dell’arresto, della riparazione del danno o della mortalità in ogni fase del ciclo (G1, S and G2M). Tale approccio consente di ottenere un’interpretazione dei risultati sperimentali che supera i limiti degli attuali approcci al problema, inadatti a risolvere la sovrapposizione tra effetti citostatici e citotossici e a stabilire una connessione con i sottostanti eventi collegati alle diverse fasi del ciclo. Recentemente, l’interesse dell’unità di Biofisica si è rivolto all’applicazione del metodo alla descrizione dettagliata della dipendenza dal tempo e dalla dose delle perturbazioni indotte sul ciclo cellulare di una linea di carcinoma del pancreas da trattamenti con erlotinib o gemcitabina. Le conoscenze ottenute da questi esperimenti, in cui le cellule vengono trattate con i due farmaci singolarmente, costituiscono la base per comprendere l’origine di eventuali fenomeni di sinergismo o di antagonismo che si osservano in diversi schemi di trattamento con i due farmaci in associazione. Ricostruzione in silico della risposta ai trattamenti antitumorali mediante utilizzo integrato di tecniche di Time-Lapse Imaging e Citometria a Flusso Scopo del progetto è l’uso combinato di tecniche citofluorimetriche a flusso (analisi di popolazioni cellulari) e di time-lapse imaging (analisi di “lineages” di discendenza di single cellule) per generare dati utili a predire la risposta ai farmaci antitumorali in termini delle principali componenti delle azioni citostatiche e citotossiche legate a specifiche perturbazioni del ciclo cellulare e ai meccanismi che inducono la morte cellulare. L’integrazione dei dati sperimentali e la loro interpretazione è resa possibilie dall’utilizzo di un programma di calcolo sviluppato dall’Unità di Biofisica, che è in grado di ricostruire in silico il processo di proliferazione attraverso il ciclo cellulare e nelle generazioni di cellule che si susseguono dall’inizio del trattamento. La ricostruzione del fenomeno consente di collegare i dati “macroscopici” (ricavati dal time-lapse e dalla citometria a flusso) alle attività dei pathways molecolari associati alle diverse funzioni che contribuiscono alla risposta farmacologica e che non sono altrimenti misurabili. Scopo finale è raggiungere in livello quantitativo di comprensione della dinamica di risposta al trattamento antitumorale e valutare il ruolo e l’importanza relativa delle molteplici funzioni cellulari che determinano l’efficacia di una terapia. I metodi e i nuovi strumenti di simulazione sviluppati in questo progetto sono messi a disposizione della comunità scientifica. RAPPORTO ATTIVITA’ 44 2013 IRFMN Impiego delle nanontecnologie nell’individuazione di nuove strategie terapeutiche per il trattamento antitumorale Negli ultimi anni l’impiego delle nanotecnologie nel campo biomedico è diventato sempre più vasto. Il laboratorio di Farmacologia Antitumorale sta dirigendo un progetto multicentrico e multidisciplinare quello con l’obiettivo di utilizzare nanoparticelle polimeriche, biodegradabili e biocompatibili o complessi di nanoparticelle (eteronanocluster) per individuare nuove strategie terapeutiche per il trattamento antitumorale del carcinoma mammario triplo negativo. L’unita di Biofisica ha avviato alcuni studi preliminari in vitro che hanno permesso di approfondire le dinamiche di interazione tra cellule e nanoparticelle. In particolare, l’utilizzo di nanoparticelle polimeriche, non biodegradabili e marcate con rodamina B, il cui segnale di fluorescenza può essere rilevato sia dal fluorimetro che dal citometro a flusso, si sono rivelate utili per mettere a punto una tecnica di quantificazione del numero medio di nanoparticelle internalizzate nelle cellule e di studiare la dipendenza di questo valore al variare delle condizioni di trattamento o delle caratteristiche fisiche delle nanoparticelle stesse (concentrazione di marcatura, dimensioni e carica superficiale). La conoscenza dei fenomeni di internalizzazione è il primo irrinunciabile passo per arrivare a disegnare nanoparticelle in grado di rilasciare quantità note di farmaco o di qualsiasi altra molecola in maniera controllata all’interno delle cellule tumorali. Le nanoparticelle selezionate dagli esperimenti in vitro per le migliori caratteristiche di penetrazione nelle cellule e ridotta tossicità vengono successivamente studiatein modelli tumorali in vivo. Per questi studi l’unità di Farmacologia Clinica Antitumorale mette a disposizione la sua conoscenza delle tecniche di chimica analitica per monitorare la distribuzione nel tumore e negli altri organi dell’agente antitumorale veicolato dalle nanoparticelle. Risultati preliminari indicano la possibilità di veicolare il farmaco paclitaxel nei tumori trasportandolo con le nanoparticelle, ottenendo una migliore penetrazione e una maggiore persistenza dell’agente antitumorale all’interno del tumore rispetto allo stesso farmaco somministrato con formulazione convenzionale. Farmacocinetica clinica del nuovo inibitore dell’angiogenesi Lucitanib Lo studio clinico di fase I/IIa, in pazienti con tumore solido portanti amplificazione FGFR, iniziato a fine 2011, è terminato nel 2013. Dopo la messo a punto dei metodi di misura del nuovo farmaco in plasma, plasma ultra filtrato, sangue, urine e tessuto tumorale umano mediante HPLC- MS/MS abbiamo ultimato la definizione del profilo farmacocinetico nei pazienti che hanno partecipato allo studio di Fase I e fasi di espansione successive. Lo studio alla fine condotto su 112 pazienti ha rilevato un buon numero di risposte parziali ed ha evidenziato come Lucitanib, somministrato oralmente per 21 o 28 giorni consecutivi, sia stato ben tollerato garantendo un’elevata esposizione plasmatica. Il farmaco raggiunge concentrazioni di farmaco costanti e potenzialmente farmacologicamente attive già dopo una settimana di terapia. Sempre in ambito clinico è proseguito nel 2013 e continuerà ancora nel 2014 un grosso studio multicentrico, in collaborazione con l’associazione italiana di ematologia pediatrica, per il monitoraggio dell’attivita asparaginasica di Oncaspar utilizzata in bambini affetti da Leucemia Linfoblastica Acuta e inseriti nel protocollo di poli-chemioterapia AIEOP-BFM-LLA 2009. Progetto qualità Nel corso dell’anno 2013 è terminata la realizzazione del sistema di qualità per portare l’unità di farmacocinetica, interna al laboratorio di Farmacologia Antitumorale, alla conformità con le Buone Pratiche di Laboratorio (BPL). Adesso siamo nella fase di gestione ordinaria del sistema con eventuale revisione di alcune delle procedure operative entrate nella routine del laboratorio. RAPPORTO ATTIVITA’ 45 2013 IRFMN Proprietà farmacocinetiche di nuovi farmaci e/o combinazioni di farmaci Continua il progetto di studio sulle proprietà farmacocinetiche e di tossicità di nuovi farmaci antitumorali “target specifici” (es. diversi inibitori delle kinasi e composti derivati marini) e farmaci convenzionali (tassani e camptotechine) connesso con la valutazione delle attività antitumorali. Gli studi sono stati condotti in tumori del topo e del ratto e in tumori umani trapiantati in topi immuno-deficienti. Attività di Life Science Informatics Il gruppo che si occupa di Life Science Informatics (LSI, http://lsi.marionegri.it) durante l'anno 2012 ha realizzato per il Dipartimento di Oncologia e Neuroscienze diversi studi clinici e registri, utilizzando HeavyBase, un database Peer to Peer integrato e multipiattaforma, progettato per la gestione dei dati clinici e la creazione di studi randomizzati in accordo con le direttive FDA, 21 CFR part 11. In particolare per il Dipartimento di Oncologia sono state realizzate le seguenti CRF elettroniche per gli studi: B490, GLAUCOMA, TERAPIE-ORALI, BEVATRABE, ATREUS, e gestiti INOVATYON, ALC, ECT Vs ICT, PACT 18, MUCOSITIS e RER. Per il dipartimento di Neuroscienze sono stati realizzati i seguenti registri clinici: EURALS, ANACONDA, EL ESCORIAL, e sono in corso di realizzazione altri due registri, Fatal Familiary Insomnia (FFI) e “Valutazione dei bisogni assistenziali geriatrici e dei percorsi clinici nei pazienti anziani con neoplasia urogenitale, dopo la terapia iniziale”. L' attività del gruppo di supporto all'utilizzo del database, oltre a quella strettamente legata agli aspetti informatici, prevede la presentazione e l'attivazione degli studi presso i Centri partner e, conseguentemente, l' assistenza necessaria a facilitare gli utenti nell'utilizzo del sistema e la sua corretta gestione. Per la parte bioinformatica è stato predisposto un cluster di calcolo di circa 500 unità elaborative in collaborazione con le banche Intesa San Paolo e Unicredit e grazie alla collaborazione di SIA, per la gestione della high-throughput analysis per piattaforme di microarray e deep-sequencing, con il progetto di avviare sensitivity analysis per esplorare più approfonditamente questi dati. Laboratorio di Farmacologia Molecolare Proteine dei checkpoints e ciclo cellulare La proteina chinasi Chk1 e la letalità sintetica con Wee1 nei linfomi non Hodgkin Chk1 ha un ruolo chiave nella risposta al danno al DNA e la sua attivazione dopo danno assicura stabilità genomica. Negli ultimi anni in laboratorio abbiamo variamente studiato il ruolo di Chk1 in diversi checkpoint del ciclo cellulare in seguito a danno indotto da agenti chemioterapici con diverso meccanismo di azione e più di recente abbiamo approfondito il ruolo giocato da questa proteina chinasi in condizioni fisiologiche per la corretta progressione del ciclo cellulare, valutando come in alcuni tumori con un particolare background genetico l’inibizione di Chk1 possa essere deleteria. In uno studio di high-throughput screening teso a scoprire proteine chinasi in letalità sintetica con Chk1, abbiamo di recente caratterizzato Wee1, come la più interessante tra le 719 proteine chinasi testate, la quale se inibita in combinazione con Chk1 dà luogo a un importante citotossicità nei tumori solidi in studi condotti sia in vitro che in vivo. Wee1 e Chk1 hanno un ruolo chiave nel controllo delle transizioni nelle diverse fasi del ciclo cellulare, regolando l’entrata e la progressione nella fase di replicazione del DNA e controllando l’entrata delle cellule nella fase mitotica. Di recente abbiamo approfondito lo studio dell’attività degli inibitori di Chk1 e di Wee1 nei linfomi non Hodgkin. Il progetto RAPPORTO ATTIVITA’ 46 2013 IRFMN prevede questa investigazione nei linfomi mantellari (MCL) e nei linfomi diffusi a grandi cellule B (DLBCL). In questo anno l’approfondimento si è rivolto allo studio della inibizione di Chk1 e di Wee1 sia come singoli agenti che in combinazione nei linfomi mantellari che hanno la caratteristica principale di avere un ciclo cellulare deregolato in primo luogo per via dalla presenza della traslocazione t(11;14) che porta alla espressione costitutiva della ciclina D1, ma anche per addizionali alterazioni genetiche che interessano questi pathways. Lo studio è stato condotto in primo luogo in vitro in 10 linee cellulari di linfoma mantellare nelle quali è stato possibile riscontrare una sensibilità di gran lunga superiore sia all’inibitore di Chk1 (PF00477736) che a quello di Wee1 (MK-1775) come agenti in singolo rispetto a quella riscontrata nei tumori solidi e in altri linee cellulari di tumori ematologici. Un possibile coinvolgimento della traslocazione t(11;14) in questa elevata sensibilità si è ipotizzata, dal momento che l’inibizione farmacologica del complesso CDK4/6-ciclinaD antagonizza l’effetto citotossico di PF-00477736 e di MK-1775. Inoltre linee cellulari di mieloma multiplo con la t(11;14) si sono mostrate molto più sensibili a questi inibitori rispetto a linee cellulari di mieloma multiplo senza la traslocazione. L’inibizione combinata di Chk1 e di Wee1 in tutte le linee di linfoma mantellare si è rivelata molto citotossica, portando a una completa de regolazione del ciclo cellulare e all’attivazione di morte per apoptosi. Il trattamento in vivo in xenografts della linea cellulare Jeko1, coi suddetti inibitori sia in singolo che in combinazione ha permesso di riscontrare una notevole attività antitumorale e regressione tumorale dopo la combinazione con dosi di inibitori piu’ basse rispetto a quelle usate in modelli di tumori solidi. Studi sul profilo di espressione genica condotti nei campioni in vivo hanno permesso di riscontrare che l’attivazione di apoptosi avviene anche in questo setting sperimentale. Studi molecolari più specifici e approfonditi sono in corso nel tentativo di meglio delucidare e confermare quale “Molecular feature” rende i linfomi mantellari particolarmente suscettibili ai suddetti trattamenti sia come agenti singoli che in combinazione. In parallelo è iniziata l’indagine della risposta ai trattamenti con gli inibitori di Chk1 e di Wee1 in un pannello di 30 linee di linfomi diffusi a grandi cellule B (DLBCL) appartenenti a diversi sottotipi molecolari con caratteristiche note. Il trattamento è avvenuto mediante l’utilizzo del sistema automatizzato Janus (perkinElmer), disponibile nel dipartimento di Oncologia. L’analisi dei risultati è in corso e permetterà di estrapolare nuove informazioni riguardo alla sensibilità delle linee di DLBCL a questi inibitori in relazione alle loro specifiche caratteristiche molecolari, di modo da poter, se possibile scoprire nuovi background genetici nei quali la risposta ai trattamenti coi suddetti inibitori sia usati singolarmente che in combinazione, possa essere efficace. Caratterizzazione di nuovi potenziali geni oncosoppressori Il gene DRAGO, identificato e clonato nel nostro laboratorio, è uno dei più interessanti progetti del gruppo. La caratterizzazione della risposta alle radiazioni ionizzanti in topi KO per DRAGO è uguale a quella dei topi normali. Topi KO per il gene drago sono stati incrociati con topi KO per p53 per valutare il potenziale oncosoppressivo del gene DRAGO e la sua capacità di accelerare lo sviluppo di tumori, caratteristico dei topi KO per p53. Gli incroci effettuati hanno tutti evidenziato assenza di letalità embrionale. I genotipi risultanti dagli incroci sono risultati in linea con le attese per una distribuzione mendeliana, quindi nessun particolare genotipo (p53;DRAGO) risulta favorito o sfavorito. In un background p53KO, l’assenza di DRAGO accellera lo sviluppo di tumori indicando una cooperazione tra i due geni nel prevenire l’insorgenza di tumore. Non vi sono particolari differenze di distribuzione di istotipi tumorali tra i vari animali. Si sta caratterizzando il ruolo del gene come potenziale regolatore della risposta immunitaria p53 dipendente. Caratterizzazione molecolare del carcinoma ovarico Sono stati caratterizzati in maniera retrospettiva, i polimorfismi in alcuni geni del riparo come XPG e ERCC1 e del gene che controlla p53, mdm2, come possibili indicatori di risposta al RAPPORTO ATTIVITA’ 47 2013 IRFMN trattamento e di sopravvivenza delle pazienti. Sono stati genotipizzati 420 pazienti e abbiamo trovato delle frequenze di presenza dei polimorfismi attese per questo tipo di popolazione. I dati saranno ora valutati confrontandoli con la sopravvivenza e risposta al trattamento. Per quanto riguarda l’oncogene K-RAS, abbiamo studiato un polimorfismo presente nella regione che codifica per il gene, denominato KRAS-LCS6, e che è presente nella zona che lega il microRNA let7. Il polimorfismo determina la sostituzione dell’allele più abbondante T con l’allele G che ha come conseguenza un aumento dei livelli di K-RAS. Il polimorfismo è stato valutato in 97 campioni di carcinoma ovarico early (stadi I and II) e 232 avanzati (stages III and IV) . I nostri dati indicano che il polimorfismo non è rilevante per il carcinoma ovarico non essendo associato ad alunca caratteristica fisiopatologica o di risposta al trattamento. Studio dell’espressione dei geni coinvolti nella riparazione del DNA in tumori della mammella E’ stata valutata mediante real time PCR l’espressione di geni coinvolti nella riparazione del DNA in 150 casi di carcinoma mammario: 70 casi luminal A (estrgeno positivo) e 80 casi di tumore triple negative (negativoi per recettore estrogenico, progestinico e HER2). Questi due tipi di carcinoma sono biologicamente molto diversi sia come decorso clinico che come risposta alla chemioterapia. Una conoscenza più approfondita dell’esperessione dei geni coinvolti nella riparazione del DNA può autare a meglio comprendere la biologica di questi tumori. Ci si è focalizzati sui geni coinvolti nel Nucleotide excision repair (NER), nel Fanconi Anemia repair (FA), nel Base excision repair, nel translation repair e su alcune proteine che giocano un ruolo chiave nella risposta cellulare al danno indotto da chemioterapia come chk1 e claspina. La maggior parte dei geni coinvolti nel NER, FA e chk1 erano significativamente meno espressi nei tumori triple negative ripetto ai luminal A. Questi dtai suggeriscono che i tumroi triple negative hanno dei difetti nei meccanismi di riparazione del DNA e ciò può avere implicazioni importanti considerato che la maggior parte dei farmaci antitumorali citotossici è attiva perché crea danni al DNA. Inibizioni del segnale mediato da PI3K/Akt L’asse PI3K/Akt è uno dei pathway molecolari più alterati nei tumori umani e rappresenta quindi un target per lo studio di molecole a bersaglio specifico. Il laboratorio è da tempo impegnato nella caratterizzazione del profilo farmacologico di nuove molecole in grado di inibire il pathway. E’ stato caratterizzato il meccanismo molecolare alla base dell’interazione tra due molecole in grado di inibire mTOR, che è la chinasi a valle di PI3K/akt, in due distinte porzioni della proteina. I dati in vitro e in vivo mostrano che l’utilizzo di molecole con meccanismo di azione diverso ma funzionanti sullo stesso bersaglio molecolare, può essere una interessante strategia per spegnere il più possibile una via di trasduzione del segnale. L’uso delle due molecole infatti risulta inibire la crescita tumorale maggiormente rispetto alle singole molecole, anche quando queste vengono utilizzate a dosi doppie. Abbiamo dimostrato che il meccansimo di azione riguarda prioncipalmente una delle vie di mTOR che porta alla inibizione della sintesi proteica solo di alcuni trascritti. Lo studio ha combinato analisi di tipo genomico e molecolare ocn studi di proteomica. Meccanismi d’azione di nuovi farmaci antitumorali In collaborazione con il laboratorio di Biologia e Terapia delle Metastasi Tumorali e con il laboratorio di Farmacologia Antitumorale, si sta ulteriormente caratterizzando il meccanismo d’azione e di attività antitumorale di un nuovo farmaco anti-angiogenetico Lucitanib. Questo farmaco è una piccola molecola in grado di inibire recettori importanti nel processo di angiogenesi tumorali (VEGFR, FGFR). Gli studi da noi fatti ci hanno permesso di stabilire che il farmaco è un potente antiangiogenetico, con un’attività antitumorale in diversi modelli RAPPORTO ATTIVITA’ 48 2013 IRFMN sperimentali umani trapiantati in topi immonodeficienti. Sono ora in corso una serie di esperimenti di attività antitumorale e farmacocinetica su modelli sperimentali di tumori umani trapiantati in topi immunodeficenti caratterizzarti da una de-regolazione del pathway di trasduzione del segnale FGFR1 e FGFR2 per cercare di capire quanto importante sia l’azione anti FGFR nel meccanismo di attività antitumorale del Lucitanib. Generazione di nuovi sistemi cellulari per l’imaging in vivo Abbiamo generato nuovi cloni cellulari derivati da cellule tumorali umane che crescono in vitro, che esprimono stabilmente dei probes fluorescenti o luminescenti che ci permettono di seguire in vivo nei topi la crescita dei tumori primari e delle metastasi. Questi sistemi generati in linee tumorali umane dell’ovaio, della mammella e della prostata, possono essere trapiantate in topi nudi e la crescita e la risposta alla terapia possono essere seguite con un’analisi di imaging ottica e luminescente o con microTAC. Sono stati in particolare messi a punto dei sistemi derivati da cellule di carcinoma mammario che sono in grado di indurre selettivamente metastasi ossee che possono essere visualizzate con sistemi di optical imaging e mediante TAC in animali da esperimento. Usando sistemi cellulari diversi con espressione di geni che codificano per proteine fluorescenti o bioluminescenti, abbiamo generato una serie di linee cellulari umane trapiantabili nel topo nudo che permettono un’analisi della crescita tumorale in distretti dove questo non era possibile con le tecniche convenzionali (come polmone o peritoneo) senza dover sacrificare l’animale. Abbiamo in particolare generato delle linee cellulari tracciabili con le tecniche di imaging che presentano delle alterazioni molecolari definite che aiuteranno a capire il meccanismo di azione di nuove molecole, Questi sistemi possono inoltre essere particolarmente utili per lo studio del potenziale antimetastatico dei nuovi farmaci. Studio dei processi di metastatizzazione ossea Utilizzando un modello di carcinoma mammario che metastatizza all’osso, abbiamo caratterizzato alcuni pathways molecolari coinvolti nel processo di colonizzazione e crescita metastatica. In particolare abbiamo valutato il ruolo del recettore c-met e della sua attivazione in vitro e in vivo. Il modello in vivo utilizzato prevede l’inoculo nel ventricolo sinistro di cellule tumorali che danno origine a metastasi ossee evidenziali mediante analisi di immagine già dopo circa 10 giorni. Mediante analisi TAC, le lesioni ossee sono evidenziabili dopo circa 3-4 settimane e si presentano come evidenti lisi ossee. In questo modello abbiamo valutato la risposta ad un inibitore di c-met Tivantinib da solo e in combinazione con un bifosfonato Zometa, largamente usato nella pratica clinica. Lo scopo del lavoro era valutare se farmaci che agiscono su diversi bersagli (cellule tumorali il tivantinib e cellule dell’ospite zometa) potevamo avere una risposta maggiore. I dati ottenuti indicano che la combinazione è ben tollerata ed è in grado di aumentare la risposta e la sopravvivenza degli animali rispetto ai singoli farmaci sia quando il trattamento viene effettuato nelle fasi precoci ma anche quando il trattamento viene iniziato in presenza di metastasi ossee ben misurabili. Sono ora disponibili modelli murini di carcinoma della mammella con diverso grado di metastatizzazione ossea. In questi modelli, il tumore cresce nella mammella del topo e sviluppa metastasi ossee misurabili con tecniche di imaging. Permette quindi di valutare anche gli effetti dei trattamenti su tumore primario e metastasi. Identificazione di cellule staminali nel tumore ovarico L’attività degli anni scorsi su diversi casi freschi del tumore dell’ovaio (ottenuti dalla clinica RAPPORTO ATTIVITA’ 49 2013 IRFMN chirurgica dell’Ospedale San Gerardo di Monza, con la collaborazione del Prof. Mangioni) ha portato alla identificazione di cellule che hanno i requisiti della potenziale cellula staminale del tumore dell’ovaio. Siamo infatti risuciti ad isolare due colrture cellulari da campioni di tessuto fresco tu morale che erano tumori geniche quando trapiantate in tiopi immunodeficienti, erano in grado di auto replicarsi in maniera indefinita, di differenziare in vitroed esprimevano markers di staminalità. La caratterizzazione farmacologica ci ha permesso di dire che queste cellule erano più resistenti ai farmaci usati nell terapia del tumore dell’ovaio ma sensibili ad altri. Queste cellule non erano positive ai markers descritti da altri gruppi come markers di cellule staminali del tumore ovarico, ma presentavano un fenotipo mesenchimale. Questa osservazione è molto interessante per l’accumularsi di dati che suggeriscono una forte relazione tra il fenotipo mesenchimale, la stamina lita e la resistenza alla terapai farmacologica nei tumori. Questi dati sono la base di una serie di studi che si vogliono fare per cercare di chiarire il ruolo delle cellule staminali dell’ovaio e della transizione epitelio-mesenchimale alla base del fenopipo mesenchimale da noi osservato sulla resistenza alla terapia farmacologica in una serie di nuovi modelli di carcinoma ovarico derivanti da tumore di carcinoma dell’ovaio trapiantao in topi immunodeficenti recentemente caratterizzati nel nostro laboratorio. Determinazione dell’impatto delle mutazioni di EFGR nell’attività degli inibitori della tirosina chinasi in pazienti con NSCLC Lo studio di caratterizzazione della risposta di pazienti con NSCLC a terapia comprendente o meno inibitori di EGFR è terminato. I dati momento raccolti e pubblicati indicano che pazienti che non presentano mutazioni nel gene EGFR rispondono al trattamento con inibitore di EGFR erltoinib meno rispetto a quanto faccia la chemioterapia con docetaxel. I dati di inferiorità di erlotinib rispetto a chemioterapia sono evidenti sia in termini di risposta al trattamento che in termini di tempo alla progressione sia in termini di sopravvivenza. Lo studio, effettuato con la collaborazione di più di 50 centri in tutta Italia potrebbe avere delle ricadute nella pratica clinica dove l’inibitore di EGFR era registrato per il trattamento di seconda linea del tumore NSCLC indipendentemente dalla presenza di alterazioni a carico del recettore EGFR. Terminato lo studio principale, tutti i dati e i campioni tissutali raccolti saranno adesso utilizzati per rispondere ad una serie di domande cliniche ancora aperte. Miglioramento della terapia per alcuni sottotipi di tumore del polmone Alcuni sottotipi di tumore del polmone ad oggi non hanno una terapia molto efficace pur avendo delle peculiarità che potrebbero essere investigare e sfruttate dal clinico. Un esempio sono i tumori polmonari non a piccole cellule mutati nel gene KRAS. Il gene K-RAS, risulta mutato in una percentuale significativamente più alta di pazienti (circa il 25%) e lo spettro di mutazioni riscontrate in pazienti con NSCLC è diverso da quello riportato in altri tumori umani come ad esempio il carcinoma del colon. Questa differenza è indicativa di un diverso effetto sulla crescita cellulare e/o risposta al trattamento delle diverse mutazioni e questa specifica ipotesi viene valutata in modelli cellulari esprimenti le diverse mutazioni dell’oncogene K-RAS che sono stati generati in laboratorio. Abbiamo visto che la sostituzione aminoacidica nel codone 12 porta alla sostituzione di una glicina con valina, alanina o acido aspartico. Questi diversi aminoacidi hanno un diverso ruolo nella resistenza al trattamento. Infatti, cloni esprimenti i diversi mutanti rispondono in maniera diversi al trattamento con cisplatino, sorafenib o taxolo. I nostri dati indicano che per la stratificazione dei pazienti è necessario considerare, non solo la presenza di mutazione in K.RAS ma anche il tipo di mutazione che potrebbe modificare la scelta terapeutica In questo contesto sono stati generati nuovi modelli cellulari in cui la mutazione del gene K-RAS è stata inserita mediante utilizzo di una nuova tecnologia (Zinc finger) che permette la sostituzione diretta nel locus genetico di KRAS mantenendo quindi un livello di espressione normale della proteina. In questi nuovi sistemi cellulari, viene testata la capacità delle cellule di rispondere alla chemioterapia in modo da capirne i meccanismi molecolari e migliorarne l’efficacia. RAPPORTO ATTIVITA’ 50 2013 IRFMN Un altro sottotipo di tumore polmonare, definito a piccole cellule, incorre velocemente in una resistenza alla chemioterapia rendendo inutili i trattamenti chemioterapici. Anche per questo tipo di tumore stiamo investigando quali meccanismi sono responsabili dei fenomeni di resistenza in modo da bypassare tali fenomeni con nuovi approcci terapeutici. Laboratorio di Biologia e Terapia delle Metastasi Tumorali Regolazione fisiologica dell’angiogenesi L’angiogenesi, la formazione di vasi sanguigni da vasi preesistenti, svolge un ruolo critico nella progressione tumorale. Questo processo è regolato da un delicato bilancio tra fattori pro- ed anti-angiogenici. Da tempo studiamo i fattori endogeni che regolano l'angiogenesi come base per lo sviluppo di nuovi inibitori. In particolare ci occupiamo della trombospondina-1 (TSP-1), un inibitore endogeno dell'angiogenesi. Tra le molteplici funzioni di questa molecola c’è la capacità di legarsi direttamente ai fattori angiogenici - in particolare FGF-2 (Fibroblast Growth Factor-2) - riducendone la biodisponibilità e l'attività. Analizzando il rapporto strutturafunzione dei diversi siti attivi della TSP-1, abbiamo identificato il sito della TSP-1 responsabile del legame all’FGF-2. Stiamo utilizzando questa sequenza attiva della TSP-1 come modello per disegnare nuove molecole con proprietà antiangiogeniche e antineoplastiche. Inoltre stiamo studiando la possibilità di aumentare l’espressione di TSP-1, mediante trattamenti farmacologici o terapie geniche, come strategia per inibire l’angiogenesi e la progressione tumorale. L’endotelio associato alla vascolatura dei tumori è diverso da quello che riveste i vasi sanguigni normali I vasi sanguigni rivestono un ruolo fondamentale per lo sviluppo del tumore, la progressione maligna e la metastatizzazione. Capire le differenze qualitative e funzionali esistenti tra le cellule endoteliali (EC) che rivestono la vascolatura dei tumori (tum-EC) e le EC dei vasi sanguigni normali (N-EC) è importante per poter sviluppare nuovi interventi farmacologici bersaglio specifico. In questo laboratorio sono state identificate molecole espresse preferenzialmente dall’endotelio associato ai tumori. Tra queste abbiamo recentemente dimostrato il ruolo di PRSS3/TrypsinogenIV nel regolare la migrazione delle Tum- EC, promossa dal microambiente pro-angiogenico/tumorale. Il ruolo di questa molecola nell’angiogenesi tumorale è in corso di studio. Vascular Endothelial Growth Factor (VEGF) modifica il microambiente tumorale e la risposta alle terapie. Abbiamo osservato che la produzione di VEGF da parte delle cellule tumorali e il suo rilascio nel microambiente tumorale si accompagnano a un’alterata risposta alla chemioterapia. Mediante micro-dissezione dello stroma tumorale, seguito dall’ibridazione di micromatrici di DNA, abbiamo visto che lo stroma del tumore che produce molto VEGF esprime geni che lo differenziano dallo stroma del tumore che non produce VEGF. Stiamo ora continuando gli studi per capire come un “microambiente angiogenico” influenzi la risposta alla terapia con l’obiettivo di ottimizzare i trattamenti di combinazione degli inibitori dell’angiogenesi con la chemioterapia. Modelli preclinici di tumore ovarico derivati da pazienti per studi farmacologici La classificazione del carcinoma ovarico epiteliale (EOC) è stata recentemente rivisitata sulla base di caratteristiche morfologiche e genetiche molecolari distinte. Un progetto che coinvolge il laboratorio da diversi anni è la caratterizzazione e continua messa a punto di modelli tumorali RAPPORTO ATTIVITA’ 51 2013 IRFMN derivati da pazienti con EOC e trapiantati nel topo nudo (Xeno-HOC). La messa a punto di una casistica di Xeno-HOC, - affiancata da una banca di campioni biologici da questi ottenuta - di cui sono note le caratteristiche istopatologia e molecolari, in associazione alle modalità di progressione della malattia e alla risposta farmacologia, fornisce modelli ad hoc per studiare nuovi interventi farmacologici. Come esempio, questi modelli sono utilizzati per indagare l’attività antiangiogenica e antitumorale di nuovi farmaci. Abbiamo dimostrato che il bevacizumab, l’anticorpo anti-VEGF, è attivo sugli Xeno-HOC in combinazione con la chemioterapia e che la risposta degli Xeno-HOC è etereogenea. Ora si sta studiando come la sensibilità/resistenza alla chemioterapia e gli schemi di trattamento possano influenzare la risposta alle terapie di combinazione con inibitori dell'angiogenesi. Parallelamente sono in corso studi per capire i meccanismi alla base della resistenza e adattamento alla terapia antiangiogenica e per identificare indicatori molecolari in grado di stratificare i tumori responsivi/non responsivi. Linfoangiogenesi nel carcinoma ovarico La diffusione del tumore ovarico ai linfonodi è un fattore prognostico importante sia nelle forme in stadio precoce di questa malattia che nelle forme più avanzate. Al fine di studiare i meccanismi molecolari della diffusione per via linfatica del carcinoma ovarico, sono stati messi a punto modelli derivati da carcinoma ovarico umano trapiantati nella bursa (xenograft ortotopico) che esprimono luciferasi (bioluminescenza) e disseminano nella cavità peritoneale di topi immunodeficienti. I livelli di VEGFC solubile, il fattore principale che stimola la formazione dei vasi linfatici, misurati nel plasma e nell’ascite dei topi portatori di carcinoma ovarico, correlano con la crescita tumorale (misurata mediante immagine di fluorescenza ottica del tumore) e con l’invasione dei linfonodi e degli organi della cavità peritoneale. VEGFC secreto dal tumore ne stimola la progressione mediante meccanismi autocrini e paracrini. Sono in corso studi con inibitori selettivi del segnale mediato da VEGFC ai recettori (VEGF/VEGFR pathway) volti ad agire sulla crescita e la metastatizzazione del modello di carcinoma ovarico. Biomarcatori per la diagnosi precoce del carcinoma duttale pancreatico L'adenocarcinoma pancreatico (PDAC) è tra i tumori con peggior prognosi a causa di una sintomatologia iniziale aspecifica che viene evidenziato in fase avanzata. Identificare i biomarcatori che predicano il rischio di sviluppare tumore o permettano di diagnosticarlo nelle prime fasi della malattia è quindi di fondamentale importanza. Di particolare rilevanza per la diagnosi e la terapia del PDAC è una peculiare reazione stromale desmoplastica caratterizzata da sintesi e rimodellamento della matrice extracellulare. Sono in corso studi volti a: a) investigare il rimodellamento della matrice extracellulare (sintesi, organizzazione, degradazione) durante la progressione del PDAC; b) identificare molecole solubili associate alla matrice extracellulare nel plasma di pazienti e in modelli preclinici di PDAC; c) validare tali molecole come potenziali indicatori prognostici e di risposta alla terapia. Laboratorio di Cachessia Tumorale AIRC Start-Up Meccanismi molecolari dell’atrofia muscolare associata a tumore L’atrofia muscolare consiste nel graduale depauperamento del tessuto muscolare e si accompagna a varie condizioni fisiologiche (per esempio, il digiuno) e patologiche (per esempio, il diabete, il cancro). Un aumentato catabolismo proteico e un diminuito anabolismo a livello del tessuto muscolare conducono all’atrofia muscolare. Per cachessia si intende un depauperamento del tessuto muscolare, adiposo e osseo che spesso si accompagna a malattie croniche, tra cui il cancro o lo scompenso cardiaco, e che conduce a morte i pazienti. Il nostro laboratorio è interessato a identificare nuovi pathway a livello muscolare che possano essere RAPPORTO ATTIVITA’ 52 2013 IRFMN modulati farmacologicamente per bloccare la cachessia muscolare associata ai tumori e così allungare e migliorare la vita dei pazienti. Nel 2013, abbiamo settato le condizioni per studiare la cachessia in due modelli murini portatori di colon adenocarcinoma (C26) o Lewis Lung Carcinoma (LLC), e dissezionati da essi muscoli cachettici su cui sono state condotte gene expression analysis a confronto con muscoli sani. I pathway identificati sono motivo di approfondimento della presente attività di ricerca. Laboratorio di Metodologia per la Ricerca Biomedica Il Laboratorio di Metodologia per la Ricerca Biomedica nasce dall’esigenza sempre più urgente di fornire un riferimento metodologico alla ricerca clinica e traslazionale, particolarmente in ambito oncologico. L'affacciarsi di farmaci con meccanismi d'azione differenti dai chemioterapici tradizionali nello scenario delle terapie oncologiche pone nuovi problemi metodologici per quanto riguarda la scelta del disegno più appropriato ed efficiente per la valutazione della loro attività clinica. Emerge quindi la necessità di un esame critico dei modelli esistenti e la considerazione di tutti gli aspetti relativi alla conduzione di studi clinici, dai criteri per la selezione della dose, ai metodi per la determinazione e conferma di attività farmacologia, alla validazione di nuove tecnologie e metodi di laboratorio. Da qui l'esigenza di una profonda integrazione della ricerca ‘di screening clinico' con la ricerca preclinica, per costruire il razionale farmacologico per l'individuazione delle molecole più interessanti, la scelta del dosaggio, le ipotesi di associazioni con altri farmaci e gli indicatori più adatti alla valutazione dell'attività clinica. Accanto a ciò, va di pari passo lo sviluppo di conoscenze e di applicazione di nuovi disegni per gli studi di attività, dall'utilizzo della randomizzazione, alle possibilità di introduzione di gruppi di pazienti trattati con placebo, ai disegni di discontinuazione e di tipo adattativo. Un altro fondamentale momento di ricerca del laboratorio si basa sul riconoscimento che la caratterizzazione genomica dei singoli tumori può ora giocare un ruolo potenzialmente molto rilevante nello sviluppo dei farmaci e nell'individualizzazione dei trattamenti. C’è inoltre molta incertezza intorno al ruolo dei biomarcatori nello sviluppo dei farmaci e l'implementazione delle tecnologie genomiche negli studi clinici ed è necessario riuscire a migliorare la metodologia e ad anticipare la valutazione dei biomarcatori già nelle fasi precoci di ricerca così da permettere che la ricerca translazionale passi da una semplice ricerca di correlazioni alla produzione di conoscenze sul ruolo predittivo dell'attività clinica dei trattamenti in studio. Infine tematiche di estrema importanza riguardano la sintesi critica e la disseminazione dei risultati, obiettivi che richiedono aggiornamento e sviluppo di una metodologia appropriata. Il laboratorio svolge attività di formazione e supporta gli aspetti metodologici di vari progetti gestiti all’interno del dipartimento di oncologia. In particolare, cura vari corsi teorico-pratici, di perfezionamento e master in metodologia della ricerca clinica e delle revisioni sistematiche e nella produzione di linee guida in oncologia. Il laboratorio, attraverso l’Unità di Metodologia delle Revisioni Sistematiche e Produzione di Linee Guida, dal 2012 supporta l’Associazione Italiana di Oncologia Medica (AIOM) dal punto di vista metodologico nella produzione e stesura di linee guida. Le linee guida AIOM sono andate a coprire nel tempo tematiche non solo d’organo ma anche trasversali (neoplasie dell’anziano), o inerenti terapie di supporto, sempre più impiegate nella gestione del paziente neoplastico. Con l’aggiornamento delle linee guida AIOM si è cercato di risolvere un limite evidente delle stesse, consistenti nella mancanza di u niformità stilistica ma soprattutto nell’utilizzo di metodi di analisi della letteratura non omogenei tra le varie linee guida. L’obiettivo è stato ed è quello di ricondurre ad un solo grading i livelli di evidenza derivanti dalla valutazione della qualità della letteratura che sottende le raccomandazioni RAPPORTO ATTIVITA’ 53 2013 IRFMN cliniche. Per questo è stata adottata una metodologia condivisa, quale quella proposta dallo Scottish Intercollegiate Guidelines Network (SIGN), e una metodologia moderna, sufficientemente dettagliata e analitica, come il GRADE. L’unità è inoltre impegnata nell’update 2014 della “Guida all’uso clinico dei biomarcatori in Oncologia 2010” in collaborazione con il Professor Massimo Gion e il Centro Regionale Indicatori Biochimici di Tumore di Venezia (CRIBT) Altre attività dell’unità sono diversi progetti di revisione sistematica e meta-analisi della letteratura scientifica, in particolar modo sul tumore del polmone non a piccole cellule e sui farmaci biosimilari. Il laboratorio, attraverso l’Unità di Statistica Computazionale, ha migliorato le sue conoscenze di calcolo statistico; questo perché nell’era della medicina personalizzata sarà richiesta una maggiore efficienza alla metodologia applicata, dagli studi osservazionali alle meta-analisi; tecniche adattative e bayesiane sono state identificate come strumenti necessari alla futura ricerca clinica; la simulazione di dati è stata applicata per la stima di parametri statistici (e.g.: hazard ratio) e per lo studio dell’endpoint Survival-Post-Progression. Laboratorio di Ricerca Clinica Il Laboratorio di Ricerca Clinica, già Laboratorio di Clinical Trials, è attivo dal 2006 e ha ereditato l’esperienza quasi trentennale maturata dall’Istituto nella conduzione di studi clinici in oncologia. Il Laboratorio ha negli anni ampliato e adattato la propria struttura così da essere in grado di pianificare, organizzare e coordinare studi clinici sperimentali ed osservazionali avendo in organigramma statistici, data manager, informatici e monitor locali. Unisce quindi missione ed identità di una struttura di ricerca no-profit ad alti standard di qualità. E’ infatti presente un’Unità di Assicurazione della Qualità ed è stato sviluppato internamente e validato da una struttura esterna un sistema elettronico di registrazione/randomizzazione e di raccolta dati. Gli studi vengono condotti in collaborazione con network nazionali ed internazionali di ricercatori. Le malattie oncologiche di maggior interesse comprendono il tumore gastrico, polmonare, colo-rettale e del distretto testa-collo. A fianco di queste aree, il Laboratorio ha sviluppato in parallelo una grossa esperienza in campo oftalmologico. Patologie Oncologiche Carcinoma della mammella Il carcinoma della mammella colpisce una donna su otto nell'arco della vita. Nel sesso femminile è il tumore più frequente rappresentando il 29% di tutti i tumori ed è la prima causa di mortalità per cancro, con un tasso di mortalità pari al 16% di tutti i decessi per causa oncologica. Ogni anno in Italia vengono diagnosticati 48.000 nuovi casi. I fattori di rischio per lo sviluppo del cancro al seno sono l'età (più del 75% dei casi colpisce donne sopra i 50 anni), la familiarità (circa il 5-7% delle donne con tumore al seno ha più di un familiare stretto con questa patologia), l’elevata quantità di estrogeno, l'obesità e il fumo. Le mutazioni del geni BRCA1 e il BRCA2 sono responsabili del 50% circa delle forme ereditarie di cancro del seno. L'intervento chirurgico è il trattamento di scelta; attualmente si adottano procedure conservative in tutti i casi ove sia possibile. Gli studi hanno infatti dimostrato che non vi è aumento di mortalità in caso di trattamenti conservativi, se associati a radioterapia e terapia adiuvante. Le terapie farmacologiche includono l'ormone-terapia nei pazienti positivi ai recettori per gli estrogeni (70% dei casi), la chemioterapia, il trattamento con l'anticorpo monoclonale anti Her2 RAPPORTO ATTIVITA’ 54 2013 IRFMN (trastuzumab) nei pazienti con tumore positivo per Her2. Il carcinoma al seno in cui sono assenti i recettori dell'estrogeno, del progesterone e Her2, detto triplo negativo, è una forma di tumore aggressiva, non responsiva alle terapie convenzionali. Nel corso del 2013 sono entrati in fase di attivazione due studi condotti in pazienti con tumore al seno triplo-negativo. STUDIO PAINTER (Multicenter, interventional, single-arm, phase IV study evaluating tolerability of Eribulin and its relationship with a set of polymorphisms in an unselected population of female patients with metastatic breast cancer) Terapie che offrono un beneficio di sopravvivenza sono molto richieste per il trattamento delle donne colpite da cancro metastatico della mammella e già pesantemente trattate. Eribulina mesilato è un nuovo inibitore dinamico dei microtubuli, analogo sintetico del macrolide naturale marino Halicondrina B presente in numerose spugne dei generi Halicondria ed Axinella. Eribulina lega i filamenti di tubulina a livello di un sito diverso da quello di tutti gli altri farmaci che interferiscono con la tubulina, bloccando la crescita e la polimerizzazione dei microtubuli e favorendo la formazione di aggregati tubulinici non funzionali all’interno delle cellule tumorali. La molecola si è dimostrata capace di migliorare la sopravvivenza globale delle pazienti già pretrattate per cancro metastatico della mammella, rispetto al trattamento di scelta del medico curante e sulla base di questi risultati Eribulina ha ricevuto il parere positivo alla commercializzazione per il trattamento di terza linea del carcinoma mammario localmente avanzato o metastatico. Il progetto, in collaborazione con l’Oncologia dell’Ospedale Fatebenefratelli di Milano, prevede uno studio di fase IV, multicentrico, interventistico, a singolo braccio per la valutazione della tollerabilità dell’eribulina e della sua associazione con alcuni polimorfismi in una popolazione non selezionata di donne con tumore mammario metastatico. Lo studio andrà a valutare l’incidenza, la severità e la durata di tutti gli eventi avversi comparsi durante il trattamento con eribulina, con particolare attenzione agli eventi più comuni riportati in studi clinici precedenti (astenia/fatigue, neutropenia, alopecia, nausea, neuropatia periferica e costipazione). In particolare sarà effettuata, tramite un’analisi farmacogenetica, una valutazione dell’associazione tra una serie di polimorfismi selezionati e la neuropatia periferica di qualsiasi grado, nelle pazienti che svilupperanno neurotossicità. Anche la qualità di vita durante il trattamento, l’intensità della dose, la durata del trattamento e la sopravvivenza globale saranno oggetto di valutazione. E’ previsto l’arruolamento di 200 pazienti con tumore mammario metastatico in trattamento con Eribulina secondo le indicazioni autorizzate. Lo studio è stato approvato dal Comitato Etico Coordinatore nella seduta di Dicembre 2013. E’ ora in corso di definizione la parte amministrativa e si prevede a febbraio - marzo 2014 di cominciare la sottomissione dello studio nei 22 centri distribuiti sul territorio nazionale. STUDIO TRIPLE NEGATIVE (A multicenter, single-arm, phase II study to evaluate the activity of pre-operative zolendronate in triple negative breast cancer patients, according to p53 level) E’uno studio multicentrico, italiano, a braccio singolo, di fase II, per il quale è previsto un reclutamento di circa 40 pazienti e che è in fase di attivazione RAPPORTO ATTIVITA’ 55 2013 IRFMN Lo scopo di questo studio è valutare l’attività antitumorale dello zoledronato somministrato prima dell'intervento chirurgico in pazienti con caratteristiche prognostiche favorevoli e sfavorevoli, definite in base alla espressione di p53 mutata. Il carcinoma del seno triplo negativo è una forma di tumore particolarmente aggressiva, non responsiva alle terapie standard, per la quale è necessario identificare potenziali bersagli e nuovi target molecolari verso cui la terapia possa indirizzarsi. La ricerca di nuovi trattamenti è possibile anche tramite indagini molecolari sui campioni di tessuto tumorale che permettano di trovare le caratteristiche utili per selezionare i pazienti responsivi. Lo zoledronato è un bifosfonato correntemente utilizzato per prevenire le complicazioni ossee nei pazienti affetti da tumore e alcuni studi clinici suggeriscono che esso potrebbe avere un’attività antitumorale per il carcinoma del seno, attraverso l’inibizione del pathway del mevalonato, implicato nella progressione del tumore. L'attività antitumorale dello zoledronato è valutata in termini di riduzione dell'espressione nel tessuto tumorale della molecola Ki67, che è utilizzata come marcatore surrogato dell'efficacia del trattamento. Obiettivi secondari sono la valutazione della risposta al trattamento valutata secondo i criteri RECIST, la valutazione della compliance al trattamento e della tollerabilità e sicurezza del farmaco. Carcinoma gastrico Nonostante il calo di incidenza, il carcinoma gastrico rappresenta una delle neoplasie più frequenti nel mondo occidentale, ed è al secondo posto nel mondo per mortalità con il 12.1% di decessi legati a tumori. La prognosi è sfavorevole se il tumore non viene diagnosticato in una fase molto precoce. Nei paesi occidentali la sopravvivenza a 5 anni è inferiore al 20%, ma ad esempio in Giappone, in cui lo screening è diffuso questa risulta superiore al 60%. La resezione chirurgica rimane l'unico trattamento potenzialmente curativo, anche se dopo l’intervento il tasso di recidiva rimane alto. La prognosi dei pazienti sottoposti a chirurgia radicale è legata principalmente all’estensione della malattia e lo stadio patologico rappresenta attualmente l’unico fattore prognostico certo per discriminare pazienti ad alto e basso rischio di ripresa. Il beneficio della chemioterapia adiuvante la chirurgia è tutt’ora oggetto di discussione, nonostante cinque metanalisi di studi randomizzati di confronto tra chemioterapia verso solo chirurgia abbiano confermato un beneficio statisticamente significativo, sebbene di entità moderata, a favore del trattamento chemioterapico. Attualmente quattro tipi di farmaci citotossici vengono utilizzati per il cancro gastrico: fluoropirimidina, composti a base di platino, taxani e irinotecan. Basandosi sul potenziale ruolo della radioterapia nel migliorare il controllo regionale, numerosi studi hanno esplorato il ruolo dell’associazione radio-chemioterapia, ma l’applicazione di una chirurgia non adeguata non ha permesso di arrivare a conclusioni certe. Infatti, nel corso dell’ultimo decennio diversi studi hanno mostrato l’influenza negativa del sotto-trattamento chirurgico sulla sopravvivenza. Nel corso del 2013 sono terminati due studi condotti in pazienti con tumore gastrico. STUDIO ITACA-S (Intergroup Trial in Adjuvant Chemotherapy for Adenocarcinoma of the Stomach) ITACA-S è studio multicentrico, randomizzato, in aperto, di superiorità, di fase III. Obiettivo era quello di confrontare efficacia e sicurezza di un regime fluorouracile/leucovorin verso un trattamento sequenziale di campto con fluorouracile/leucovorin seguito da taxotere e cisplatino (come terapia adiuvante per l’adenocarcinoma dello stomaco o della giunzione RAPPORTO ATTIVITA’ 56 2013 IRFMN gastroesofagea operato radicalmente. Indicatore primario di efficacia era la sopravvivenza libera di malattia. Lo studio, sponsorizzato dall’IRCCS - Istituto Mario Negri e condotto in più di 120 centri sperimentali italiani, ha reclutato dal febbraio 2005 all’agosto 2009 un totale di 1106 pazienti. Con un tempo mediano di osservazione pari a 57 mesi, sono state osservate 483 morti e 581 pazienti sono recidivati e/o morti. I risultati dello studio hanno confermato l’alto tasso di sopravvivenza globale (63% a 3 anni) e sopravvivenza libera da malattia (45% a 5 anni). Nonostante ciò lo studio non è riuscito a evidenziare un beneficio per i pazienti che hanno ricevuto un trattamento chemioterapico più intensivo e quindi gravato da una maggiore tossicità. I risultati dello studio verranno pubblicati su una rivista internazionale nel corso del 2014. ITACA-S 2 (Intergroup Trial in Adjuvant Chemotherapy for Adenocarcinoma of the Stomach): Comparison of the efficacy of a pre-operative versus a post-operative chemotherapy treatment in patients with operable gastric cancer and assessment of the benefit of a post-operative chemo-radiotherapy Forti dell’esperienza maturata con lo studio ITACA-S lo stesso gruppo collaborativo ha avuto un finanziamento all’interno dei Bandi AIFA 2008 per la Ricerca Indipendente per avviare un nuovo studio sempre inerente il carcinoma gastrico. Tale studio, denominato ITACA-S 2, è multicentrico, randomizzato, in aperto, con disegno fattoriale, di superiorità, di fase III, condotto in pazienti con conferma istologica di adenocarcinoma gastrico localizzato, che sia considerato operabile. Il progetto prevedeva due randomizzazioni indipendenti, che davano luogo a due sottostudi, rispondenti a due differenti quesiti e con indicatore differente: confrontare l'efficacia in termini di sopravvivenza globale di un trattamento chemioterapico peri-operatorio (3 cicli somministrati prima dell’intervento chirurgico e 3 cicli dopo la chirurgia) rispetto ad un trattamento postoperatorio, e confrontare l'efficacia in termini di sopravvivenza libera da recidiva locale di un trattamento chemio-radioterapico post-operatorio verso nessun altro trattamento. Il numero di pazienti da arruolare previsto era di circa 1000 per il primo sottostudio e circa 450 nel secondo. Purtroppo lo studio è stato precocemente interrotto nel dicembre 2013 a causa dell’insufficiente tasso di arruolamento. Si sta provvedendo alla raccolta dei dati dei pazienti randomizzati per valutare l’opportunità di una pubblicazione. Tumori del polmone Con oltre 1.6 milioni di nuovi casi diagnosticati ogni anno, il tumore al polmone è la prima causa di morte per cancro nel mondo. In Italia si stima un’incidenza annuale di tumore polmonare di circa 34.000 casi nelle persone fino agli 84 anni di età. La mortalità annuale è di 27.500 persone all'anno (di cui circa 22.000 uomini e 5.500 donne), rappresentando la prima causa di morte oncologica negli uomini e la seconda nelle donne, dopo il carcinoma al seno. Infatti, la diagnosi di questi tumori è generalmente formulata quando la malattia è in fase avanzata e si associa a tassi molto bassi di sopravvivenza. Ai fini terapeutici e prognostici, i carcinomi polmonari vengono divisi in due grandi gruppi: ‐ Il carcinoma polmonare a piccole cellule di origine neuroendocrina ‐ I carcinomi polmonari non a piccole cellule, che rappresentano l’85% dei casi di carcinoma polmonare, sono ulteriormente suddivisi in quattro sottotipi istologici di diverso significato prognostico. Il fumo è responsabile dell’insorgenza di circa l’85% di tutti i tumori maligni del polmone. Altre cause implicate nella sua genesi sono il fumo passivo, l’amianto, l’inquinamento dell’aria dovuto alle polveri sottili e le radiazioni radioattive. E’ stato ipotizzato anche il ruolo di alcuni geni (come quello codificante per il fattore di crescita epidermico) che sono diventati bersagli per nuovi farmaci. RAPPORTO ATTIVITA’ 57 2013 IRFMN Ed è proprio con lo sviluppo dei farmaci a target specifico che la strategia terapeutica, che in precedenza prevedeva uno stesso trattamento per tutti i pazienti, sarà sostituita da un approccio che tenga conto della caratterizzazione molecolare del tumore per scegliere la terapia più appropriata per ciascun paziente. Nell’anno 2013 sono stati chiusi due studi clinici in pazienti con tumore del polmone non a piccole cellule in stadio avanzato - lo studio Tailor e lo studio Acetilcarnitina. STUDIO TAILOR (Ottimizzazione dell’erlotinib per il trattamento di pazienti con tumore del polmone avanzato non a piccole cellule: uno studio italiano randomizzato). Lo studio Tailor, iniziato nel settembre 2007, è uno studio multicentrico, randomizzato di fase III, di superiorità, riguardante l’ottimizzazione del trattamento di seconda linea in pazienti con carcinoma polmonare non a piccole cellule in stadio avanzato. L’introduzione di farmaci rivolti a bersagli molecolari specifici ha suggerito la possibilità di studiare la loro efficacia in base alle caratteristiche molecolari della cellula tumorale, in particolare in base allo stato mutazionale e all’espressione del fattore di crescita epidermico. Una terapia personalizzata guidata da caratteristiche molecolari può permettere l’ottimizzazione non solo del trattamento (più efficace e meno tossico), ma anche delle risorse e dei costi della terapia. L’erlotinib, un inibitore delle tirosin-kinasi è stato registrato per il trattamento nei pazienti con fattore di crescita epidermico mutato, ma al momento dell’inizio dello studio non si avevano ancora evidenze certe di quale fosse la sua efficacia nella popolazione generale e nei pazienti privi di mutazioni di fattore di crescita epidermico e non era stato stabilito quale fosse la terapia migliore per questi pazienti. Lo scopo dello studio Tailor è stato quello di confrontare l’efficacia di erlotinib e docetaxel come trattamento di seconda linea in pazienti affetti da carcinoma polmonare non a piccole cellule privi di mutazioni negli esoni 19-21 del fattore di crescita epidermico. Lo studio, conclusosi nel febbraio 2013, ha evidenziato che la chemioterapia classica con docetaxel è più efficace del trattamento con erlotinib in termini sia di sopravvivenza globale che di sopravvivenza libera da progressione. La sopravvivenza globale mediana è risultata pari a 8.2 mesi con docetaxel e 5.4 mesi con erlotinib, mentre la sopravvivenza libera da progressione mediana pari a 2.9 mesi con docetaxel contro 2.4 mesi con erlotinib. Questo studio è l’unico finora condotto con gli inibitori delle tirosin-kinasi in grado di dare una risposta a quale sia il trattamento migliore nei pazienti con EGFR non mutato in una popolazione costituita per intero da pazienti privi di mutazione di EGFR e caratterizzati per le mutazioni negli esoni 19-21 del fattore di crescita epidermico. STUDIO ACETILCARNITINA (Acetil-L-carnitina in combinazione a chemioterapia a base di cisplatino come trattamento di prima linea in pazienti affetti da tumore del polmone non a piccole cellule in stadio avanzato o metastatico). Nel luglio 2011 è iniziato l’arruolamento per uno studio multicentrico, randomizzato, in doppio cieco, controllato con placebo, di fase III in pazienti con carcinoma polmonare non a piccole cellule in stadio avanzato o metastatico. Questa sperimentazione vuole valutare l’effetto della combinazione della acetilcarnitina a chemioterapia a base di cisplatino come trattamento di prima linea in pazienti affetti da tumore del polmone non a piccole cellule in stadio avanzato o metastatico. L’acetilcarnitina permette il trasporto degli acidi grassi a lunga catena dal citosol cellulare ai mitocondri e la produzione di energia in forma di ATP, attraverso il ciclo di Krebs e la fosforilazione ossidativa, ed è inoltre coinvolta nella acetilazione di proteine quali la tubulina, nella sintesi dell’acetilcolina e dei fosfolipidi di membrana. Alcuni studi recenti dimostrano come le alterazioni del metabolismo energetico siano un hallmark della cellula tumorale e la sua modulazione costituisca un nuovo approccio terapeutico per il potenziamento dell'efficacia dei trattamenti farmacologici. Dati preclinici suggeriscono RAPPORTO ATTIVITA’ 58 2013 IRFMN che l’acetilcarnitina potrebbe avere un ruolo neuroprotettivo riducendo la tossicità dei composti a base di platino e potrebbe incrementare la loro attività. L’obiettivo di questo studio è valutare se l’acetilcarnitina sia in grado di migliorare la sopravvivenza libera da tossicità e, in particolare, possa ridurre la neurotossicità associata al platino. Infatti, se la tossicità dei trattamenti può essere giustificata in pazienti che ricevono un trattamento chemioterapico con intento curativo, essa risulta meno giustificabile in pazienti con tumore metastatico, in cui l’obiettivo è di tipo palliativo e di ottimizzazione della qualità di vita. Purtroppo nel novembre 2012, l’arruolamento dello studio è stato chiuso precocemente dopo 107 randomizzazioni a causa della difficoltà incontrate da parte dei centri sperimentali. Nel 2013 è continuato il periodo di osservazione dei pazienti. La chiusura dello studio è prevista per aprile 2014. Mesotelioma pleurico Maligno Il mesotelioma pleurico maligno è una forma tumorale relativamente rara e molto aggressiva che origina dal mesotelio. Tra tutte le forme di mesotelioma maligno quello pleurico è il più frequente, rappresentando da solo circa l’80% di tutti i mesoteliomi. L’incidenza di questa neoplasia appare in crescita in tutto il mondo con circa 2.2 casi per milione di abitanti. Il fattore di rischio principale per lo sviluppo del mesotelioma è l’esposizione all’amianto. L’amianto di per sé non è un agente mutageno, ma è in grado di favorire l'auto-fosforilazione del fattore di crescita epidermico attivando la via proliferativa delle RAS-MAP chinasi. Le forme cristalline contenenti anche ferro sono in grado di catalizzare la sintesi di specie reattive dell'ossigeno che sono cancerogene. Purtroppo molto spesso si giunge alla diagnosi quando la malattia è già in fase avanzata, sia perché i sintomi clinici vengono sottovalutati o misconosciuti, sia perché è difficile correlarli con un’esposizione avvenuta molti anni prima. ATREUS – (studio di fase II sull’attività della trabectedina in pazienti con mesotelioma pleurico maligno (MPM) di tipo epitelioide pretrattato o con tipo sarcomatoide/misto) Attualmente non è disponibile alcuna terapia di seconda linea per il MPM in ricaduta dopo terapia di prima linea, ad eccezione dei pazienti che hanno mostrato risposta al regime di prima linea a base di platino derivati e pemetrexed per un periodo di almeno sei mesi; nel qual caso esiste la possibilità che il re-challenge con la stessa terapia risulti efficace. Viceversa, i mesoteliomi con quadro istologico di tipo sarcomatoide o bifasico sono normalmente resistenti al trattamento sovra menzionato, e una terapia di prima linea che risulti efficace in questi istotipi rappresenta tuttora un bisogno insoddisfatto. Trabectedina è un farmaco che si lega all’ansa minore del DNA, con conseguente alchilazione del N2 della guanina. Inoltre, interferisce con la regolazione della trascrizione in modo gene- e promotore-dipendente. In considerazione delle evidenze cliniche e precliniche che indicano la sua possibile efficacia contro tumori poco sensibili alla chemioterapia tradizionale, è stato considerato opportuno valutare la sua attività nel MPM. Il meccanismo d’azione della trabectedina presenta diverse peculiarità, tra cui un impatto sui processi flogistici che giocano un ruolo importante nella patogenesi di tumori come il MPM. Queste caratteristiche saranno oggetto di valutazione in una serie di indagini traslazionali ATREUS è uno studio di fase II non randomizzato multicentrico in pazienti con MPM inoperabile di tipo epitelioide pretratti con pemetrexed e platino derivati, o con istotipo sarcomatoide o bifasico naïve oppure pretrattati. Il sample size previsto è 79 pazienti di cui, 62 con MPM di tipo epitelioide e 17 con MPM di tipo sarcomatoide o misto. Lo studio ha come obiettivo primario la valutazione dell’attività di trabectedina in pazienti con MPM di tipo epitelioide in ricaduta dopo trattamento con pemetrexed e derivati del platino Gli RAPPORTO ATTIVITA’ 59 2013 IRFMN obiettivi secondari comprendono le valuzioni dell’attività di trabectedina in pazienti con MPM di tipo sarcomatose o bifasico e della sua tollerabilità e sicurezza d’impiego. Saranno inoltre studiati gli effetti di trabectedina su alcuni marker biologici del MPM. Lo studio ha cominciato l’arruolamento a Luglio 2013 e, nonostante la rarità del tumore, ha già arruolato 18 pazienti nei due centri attivi. In parallelo all’inizio dello studio, è stato presentato un emendamento al protocollo ampliando la parte di ricerca traslazionale che ora prevede la valutazione degli effetti di trabectedina sui miRNA circolanti, le proteine del gruppo HMGB1 e i monociti precursori di macrofagi tissutali. Per misurare gli effetti antiflogistici di trabectedina è stata inserita anche una scheda di valutazione del dolore e dell’uso dei farmaci analgesici. Carcinoma del colon Il tumore del colon-retto è dovuto alla proliferazione incontrollata delle cellule della mucosa che riveste questo organo. C'è anche chi distingue tra tumore del colon vero e proprio e tumore del retto, ovvero dell'ultimo tratto dell'intestino, in quanto essi possono manifestarsi con modalità e frequenze diverse. I sintomi più comuni sono sanguinamento rettale, anemia accompagnati a volte dalla perdita di peso e modifica della regolarità intestinale. Nei Paesi occidentali il cancro del colon-retto rappresenta il terzo tumore maligno per incidenza e mortalità dopo quello della mammella nella donna e quello del polmone nell'uomo. La malattia, abbastanza rara prima dei 40 anni, è sempre più frequente a partire dai 60 anni, raggiunge il picco massimo verso gli 80 anni e colpisce in egual misura uomini e donne. Per tale motivo è consigliata la prevenzione a partire dai 50 fino ai 75 anni di età. Negli ultimi anni si è assistito a un aumento del numero di tumori, ma anche a una diminuzione della mortalità, attribuibile soprattutto a un'informazione più adeguata, alla diagnosi precoce e a miglioramenti nel campo della terapia. Il Laboratorio per questa patologia ha in essere tre studi clinici: Fattori prognostici in pazienti con carcinoma al colon-retto in stadio avanzato E’ uno studio multicentrico, a braccio singolo, di fase II che ha come scopo quello di valutare l’efficacia del trattamento con leucovorin, fluoro-uracile e irinotecan (FOLFIRI) e cetuximab somministrato come trattamento di prima linea in pazienti con tumore avanzato del colon retto caratterizzati da K-RAS non mutato. In particolare verrà valutato il valore prognostico delle mutazioni di PTEN e dell’amplificazione genica del fattore di crescita epidermico nel determinare la sopravvivenza libera da progressione di FOLFIRI e cetuximab. Gli indicatori secondari dello studio sono la sopravvivenza globale, la percentuale di risposta tramite i criteri RECIST, la qualità di vita dei pazienti valutata tramite un questionario QLQC30. Lo studio, sponsorizzato dalla regione Lombardia, ha coinvolto circa 8 centri lombardi e ha visto l’arruolamento di circa 50 pazienti KRAS non mutati in circa 36 mesi. Lo studio è in via di pubblicazione. TOSCA (Studio randomizzato per valutare la durata del trattamento con il regime FOLFOX-4 o XELOX (3 verso 6 mesi) / bevacizumab come terapia adiuvante per pazienti con tumore del colon in stadio II ad alto rischio/III) Nel giugno 2007 è iniziato il reclutamento di uno studio clinico multicentrico, randomizzato, in aperto, di fase III, di non inferiorità il cui scopo è identificare la migliore strategia terapeutica adiuvante la chirurgia in pazienti con tumore al colon di stadio II/III radicalmente operati. RAPPORTO ATTIVITA’ 60 2013 IRFMN Questo studio è finanziato da un bando per la ricerca Indipendente AIFA del 2005 ed Il promotore è la Fondazione Giscad per la cura dei Tumori. In accordo al disegno fattoriale questo protocollo consiste in due studi indipendenti tra loro che seguono differenti schemi di randomizzazione e specifici criteri di eleggibilità, di seguito denominati ”studio di durata” e “studio BEV”. Il paziente che viene randomizzato nello studio di durata, se soddisfa i criteri di elegibilità per lo studio BEV, potrà essere randomizzato a ricevere o non ricevere Bevacizumab in aggiunta alla sola chemioterapia con FOLFOX-4. Gli obiettivi primari sono quindi valutare se il regime FOLFOX-4 condotto per 3 mesi è in grado di ottenere una sopravvivenza libera da ricaduta non inferiore a quella ottenibile con FOLFOX-4 per 6 mesi e valutare se il Bevacizumab associato al regime FOLFOX-4 indipendentemente dalla durata del trattamento sia superiore alla sola chemioterapia con FOLFOX-4. A partire dal 2010 è stata data la possibilità di utilizzare il regime XELOX come alternative al trattamento FOLFOX-4, solo per pazienti che non partecipano allo studio col Bevacizumab. Lo studio terminerà con il raggiungimento di circa 1270 eventi per lo studio di durata e 390 eventi per lo studio BEV. Al fine di raggiungere il numero previsto di eventi, nello studio di durata sarà necessario arruolare 2860-4100 pazienti, a seconda della prevalenza delle caratteristiche prognostiche del campione arruolato, mentre nello studio Bev sarà necessario arruolare 430-620 pazienti. L’arruolamento nello studio col bevacizumab è stato prematuramente chiuso nel dicembre 2010 in seguito ai risultati negativi degli studi NSABPC-08 e AVANT. I pazienti sono ancora seguiti in follow-up. Lo studio di durata ha terminato la fase di arruolamento nell’aprile del 2013 con un totale di 3759 pazienti. 534 pazienti partecipanti allo studio TOSCA hanno preso parte, previo apposito ulteriore consenso informato, ad uno studio ancillare di farmacogenetica finalizzato a studiare 17 polimorfismi su 11 geni coinvolti nei meccanismi di azione e detossificazione dei farmaci in studio (Oxaliplatino e 5-fluorouracile) per identificare quei pazienti che non danno risposte ottimali in termini di disease free servival e quei pazienti maggiormente predisposti a soffrire di effetti collaterali. COMETS (Studio di fase III randomizzato controllato a gruppi paralleli che confronta due differenti sequenze di terapia (Irinotecan/Cetuximab seguito da FOLFOX-4 vs FOLFOX-4 seguito da Irinotecan/Cetuximab) in pazienti portatori di tumore del colonretto metastatico trattati in prima linea di terapia con FOLFIRI/Bevacizumab) In settembre 2009 è iniziato il reclutamento dello studio COMETS, uno studio clinico di fase III randomizzato che vuole comparare l’efficacia ed il profilo di tossicità di due differenti sequenze chemioterapiche per ottimizzare il trattamento di pazienti con tumore al colon metastatico progredito dopo una prima linea con FOLFIRI e Bevacizumab. Lo studio è supportato da AIFA all’interno del Bando per la ricerca Indipendente Anno 2006 ed il promotore è la Fondazione Giscad per la Cura dei Tumori. L’obiettivo primario dello studio è comparare l’efficacia della sequenza chemioterapicha FOLFOX-4 seguito da Irinotecan + Cetuximab verso la sequenza chemioterapica Irinotecan + Cetuximab seguito da FOLFOX-4 in termini di tempo libero dalla progressione. Lo studio si chiuderà al raggiungimento di circa 101 eventi e a tal fine sarà necessario randomizzare circa 110 pazienti, numero pressoché raggiunto. RAPPORTO ATTIVITA’ 61 2013 IRFMN Carcinoma della testa e del collo I tumori maligni della testa e del collo rappresentano circa il 5% di tutti i tumori maligni in Italia; ogni anno si diagnosticano circa 12.000 nuovi casi, mentre sono più di 500.000 in tutto il mondo. Si tratta di un tumore maligno potenzialmente curabile se diagnosticato in una fase precoce. Purtroppo, il 60% dei pazienti presenta malattia avanzata non operabile e una parte considerevole dei pazienti recidiva. Il trattamento chemio-radioterapico è il trattamento standard per i pazienti affetti da carcinoma a cellule squamose localmente avanzato, mentre per i pazienti resecabili il trattamento standard è la chirurgia e la radioterapia post-operatoria, con o senza chemioterapia adiuvante. Nel laboratorio sono attivi tre studi su questo tumore. H&N07 (Chemioterapia neoadiuvante a base di docetaxel, cisplatino e 5-fluorouracile (TPF) seguita da radioterapia e chemioterapia concomitante o cetuximab a confronto con radioterapia e chemioterapia concomitante o cetuximab in pazienti con carcinoma a cellule squamose della testa-collo localmente avanzato. Studio randomizzato, di fase III con disegno fattoriale) Studio di fase III, randomizzato, multicentrico (coinvolge circa 60 Centri italiani), in aperto con disegno fattoriale, rappresenta la prosecuzione di un precedente studio di fase II e ha come promotore A.V.A.P.O. - Ricerche Venezia. Partecipano alla sperimentazioni pazienti affetti da carcinoma a cellule squamose localmente avanzato della testa-collo. La durata totale dello studio è di circa 6 anni (4 anni di arruolamento + 2 anni di follow-up). Lo studio consiste di due sottostudi indipendenti tra loro e ha lo scopo di valutare l’efficacia in termini di sopravvivenza globale di un trattamento di chemioterapia neoadiuvante a regime TPF (docetaxel, cisplatino, 5fluorouracile), seguita da un trattamento concomitante alla radioterapia a base di chemioterapia o cetuximab. Si propone inoltre di valutare la tollerabilità del trattamento concomitante di radioterapia e cetuximab rispetto al trattamento concomitante alla radioterapia di tipo chemioterapico, preceduti o meno da chemioterapia neoadiuvante. L’arruolamento dello studio, iniziato nel marzo 2008, si è concluso in data 2 aprile 2012 con un totale di 420 pazienti. Attualmente lo studio prosegue con il follow-up fino al raggiungimento del numero di eventi previsti dal calcolo campionario. Si prevede di pubblicare i risultati finali dello studio nel 2014. TPF (Studio di fase II con schema TPF preoperatorio in carcinomi del cavo orale localmente avanzati, con l’obiettivo di incrementare la percentuale di risposte complete patologiche) Studio di multicentrico, a braccio singolo, di fase II, promosso dall’IRCCS – Fondazione “Istituto Nazionale Tumori” di Milano. Sono candidabili pazienti affetti da carcinoma spinocellulare del cavo orale localmente avanzato, suscettibile di intervento chirurgico, in condizioni cliniche tali da poter effettuare una chemioterapia preoperatoria e che presentino caratteristiche di malattia che possano essere predittive di risposta alla terapia (proteina p53 funzionale e/o una bassa espressione di beta tubulina). I pazienti sono trattati con 3 cicli di chemioterapia a regime TPF (docetaxel, cisplatino, 5-fluorouracile) ed eseguiranno poi un intervento chirurgico di rimozione della malattia. In caso vi siano determinate caratteristiche istologiche, il paziente potrà essere sottoposto o meno a radioterapia dopo l'intervento. Lo studio mira a valutare la percentuale di risposte patologiche complete all’intervento chirurgico dopo il trattamento chemioterapico, valutando se il profilo molecolare della malattia possa aiutare nella RAPPORTO ATTIVITA’ 62 2013 IRFMN scelta del trattamento migliore, integrando o meno una chemioterapia citoriduttiva alla terapia standard chirurgica. Lo studio, iniziato nell’Aprile 2013, prevede il reclutamento di 67 pazienti, in un periodo di circa 12-18 mesi, con un follow-up di 6 mesi. Attualmente 16 centri italiani hanno aderito allo studio e sono stati reclutati 7 pazienti. B490 (Cetuximab e Cisplatino con o senza Paclitaxel nel tumore testa e collo ricorrente o metastatico) E’ uno studio clinico di fase II-B il cui scopo è proporre un’alternativa al trattamento standard (Cetuximab, Cisplatino e 5-Fluorouracile) meno tossico e non inferiore in termini di efficacia in pazienti con tumore testa- collo ricorrente o metastatico. L’obiettivo dello studio è infatti valutare se un trattamento con Cetuximab e Cisplatino sia almeno non inferiore a un trattamento costituito da Cetuximab, Cisplatino e Paclitaxelin termini di tempo libero da progressione. A giugno 2012 è iniziato il reclutamento dello studio che è sponsorizzato dall’IRCCS Istituto Nazionale dei Tumori di Milano, ed prevede di randomizzare circa 200 pazienti per raggiungere circa 164 eventi. L’arruolamento è iniziato nel gennaio 2014 e sono stati finora arruolati 49 pazienti. MUCOSITIS (Mucosite dolorosa al cavo orale durante trattamenti oncologici in pazienti con tumore testa-collo: studio randomizzato in doppio cieco di confronto tra sciaqui di morfina verso placebo nel ridurre l’uso sistematico di fentanyl o morfina) E’ uno studio di fase III, multicentrico, randomizzato in doppio cieco a bracci paralleli per valutare l’attività analgesica nella mucosite di una soluzione di morfina somministrata attraverso sciacqui al cavo orale. La popolazione in studio è rappresentata da pazienti con tumore testa-collo sottoposti a chemioradioterapia sia esclusiva che postoperatoria e che sviluppino mucosite dolorosa dovuta al trattamento. I pazienti randomizzati riceveranno sciacqui con una soluzione di morfina o placebo più dosi rescue di morfina orale quando necessario. E’ previsto l’arruolamento di 140 pazienti in circa 15 centri sperimentali. L’obiettivo primario è quello di valutare l’efficacia analgesica dello sciacquo con morfina versus placebo utilizzando come indicatore primario la differenza di oppioidi sistemici richiesti per via orale o parenterale (morfina) e per via transdermica (fentanyl), espressi come dose di morfina orale equivalente. E’ previsto un sottostudio ancillare per valutare la farmacocinetica della morfina assunta topicamente. A tale scopo saranno prelevati campioni di sangue venoso con l’intento di misurare le concentrazioni plasmatiche di morfina assorbita attraverso la mucosa orale. Lo studio è in fase di attivazione e prevede l’arruolamento dei primi pazienti nei primi mesi del 2014. Sarcomi retroperitoneali I sarcomi dei tessuti molli retroperitoneali sono patologie oncologiche rare e rappresentano il 10-15% dei casi di sarcomi dei tessuti molli che a loro volta rappresentano l’1-3% di tutti i casi di tumori. I sarcomi retroperitoneali mostrano diversi istotipi, ma le forme predominanti di questo distretto sono il leiomiosarcoma e il liposarcoma. La chirurgia è il trattamento di elezione nelle forme localizzate, con, tuttavia, una percentuale di ricomparsa della malattia molto elevata, dal momento che non sempre è possibile asportare l’intera massa tumorale. Pazienti con malattia metastatizzata o non operabile generalmente ricevono la chemioterapia. Questa può essere indicata anche per i pazienti che hanno un tempo di recidiva molto breve, anche se non vi è un’evidenza ufficiale a supporto di questa pratica al momento. RAPPORTO ATTIVITA’ 63 2013 IRFMN La chemioterapia di prima linea consiste nella somministrazione di doxorubicina e/o ifosfamide con una percentuale di risposta tra il 20 e il 50% dei pazienti anche se non vi è unanimità sull’attività dell’ifosfamide nel leiomiosarcoma. La trabectedina è particolarmente attiva nel leiomiosarcoma e liposarcoma ed è stato approvato dall’EMA come chemioterapia di seconda linea nel trattamento dei sarcomi dei tessuti molli. Questo farmaco si lega all’ansa minore del DNA, con conseguente alchilazione del N2 della guanina; inoltre, interferisce con la regolazione della trascrizione in modo gene- e promotoredipendente. TRAVELL E’ uno studio di multicentrico, abraccio singolo, di fase II in pazienti affetti da leiomiosarcoma e da liposarcoma ben differenziato/dedifferenziato del retroperitoneo. L’obiettivo primario dello studio è valutare l’attività della trabectedina come seconda/ulteriore linea nei sarcomi retroperitoneali. Un altro obiettivo di questo studio è quello di valutare il beneficio fornito dalla trabectedina nei sarcomi retroperitoneali, in modo da supportare il processo decisionale multidisciplinare nella gestione dei sarcomi in questa sede. L’indicatore primario è la proporzione delle risposte definite attraverso il Growth Modulation Rate, ovvero il rapporto tra la progressione libera da malattia dopo il trattamento con trabectedina e il tempo alla progressione dopo la prima/precedente linea di trattamento in ogni singolo paziente. Saranno effettuati studi a latere con lo scopo di definire le caratteristiche biologiche tumorali associate a differenti tipologie di risposta a trabectedina in 15-20 pazienti che si sottoporranno ad intervento chirurgico dopo trattamento con trabectedina. Infine ai pazienti inclusi nello studio sarà somministrato un questionario per valutare il dolore correlato al tumore e l’uso di farmaci antalgici. E’ previsto l’arruolamento di 95 pazienti in circa 20 centri sperimentali. Lo studio sta ultimando l’iter autorizzativo. Glioblastoma Il glioblastoma è il tumore più comune e più maligno tra le neoplasie della glia. Colpisce soprattutto, ma non solo, gli adulti (età mediana alla diagnosi di 64 anni), e si presenta solitamente negli emisferi cerebrali. Come tutti i tumori cerebrali, salvo rarissimi casi, non si espande oltre le strutture del sistema nervoso centrale. La sopravvivenza è del 29% a 1 anno dalla diagnosi e del 3% a 5 anni, è quindi un tumore a cattiva prognosi. Lo sviluppo di approcci terapeutici più efficaci per tale patologia è fondamentale. L’attuale trattamento del glioblastoma include chirurgia, radioterapia e chemioterapia. Il tumore è resistente a diversi approcci farmacologici, vista la difficoltà di alcune molecole di attraversare la barriera emato-encefalcia o comunque di mantenere delle concentrazioni efficaci nella sede tumorale. Il laboratorio è coinvolto in due studi sul glioblastoma: Studio multicentrico, italiano, randomizzato, non-comparativo, in aperto, di fase II per valutare l’efficacia di Ortataxel e Fotemustina nel trattamento della recidiva di glioblastoma. Studio multicentrico, italiano, randomizzato, non-comparativo, in aperto, di fase II per valutare l’efficacia di Ortataxel e Fotemustina nel trattamento della recidiva di glioblastoma. Ortataxel è il farmaco sperimentale, un taxano di terza generazione che attraversa la barriera ematoencefalica e non è substrato della “glicoproteina p”, responsabile dei meccanismi di resistenza agli altri taxani. Fotemustina è il trattamento attualmente utilizzato in Europa per la recidiva di glioblastoma. I pazienti eligibili, saranno randomizzati a ricevere Ortataxel o Fotemustina con un rapporto 3:1; lo studio è diviso in due fasi, nella prima fase saranno arruolati circa 50 pazienti, nella seconda RAPPORTO ATTIVITA’ 64 2013 IRFMN l’arruolamento raggiungerà circa 90 pazienti totali. Alla fine di ogni fase i risultati ottenuti nel braccio di calibrazione con Fotemustina saranno analizzati così da valutare l’adeguatezza del campione arruolato; solo se tali risultati risulteranno consistenti con l’atteso, saranno analizzati anche i dati del braccio sperimentale con Ortataxel. Non si passerà al secondo stadio, e quindi l’arruolamento sarà bloccato dopo la prima fase, se il farmaco Ortataxel dimostrerà un’attività inferiore all’atteso. L’obiettivo dello studio è di valutare l’efficacia di Ortataxel in termini di sopravvivenza libera da progressione a sei mesi dalla randomizzazione. Ad oggi nello studio è stato arruolato un paziente. DENDR-STEM – (Studio di fase I sull’immunoterapia con cellule dendritiche caricate con cellule gliali staminali in pazienti con recidiva di glioblastoma) L’immunoterapia ha mostrato risultati promettenti in una serie di tumori quali il carcinoma prostatico e il melanoma. Tuttavia, la capacità del tumore di eludere il sistema immunitario ne limita grandemente l’efficacia. Il glioblastoma, il più letale dei tumori cerebrali, con una sopravvivenza media di 15 mesi dalla diagnosi è un esempio di tale meccanismo di “fuga immunitaria”. Alcuni studi hanno dimostrato che nel glioblastoma, una sottopopolazione cellulare, denominata cellule tumorali simil-staminali (GSC) esprime caratteristiche tipiche delle cellule staminali e contribuisce alla persistenza del tumore e alla sua resistenza a condizioni sfavorevoli, quali l’ipossia. Pertanto, queste cellule sono un target ottimale per incrementare l’efficacia dell’immunoterapia in questo tumore. Lo studio DENDR-STEM ha come obiettivo la prima valutazione nell’uomo dell’attività biologica, sicurezza e fattibilità di un’immunoterapia con cellule dendritiche rivolte contro le GSC. Dati saranno raccolti su evidenze di risposta immunologica e su indicatori primari di miglioramento della sopravvivenza. Lo studio DENDR-STEM, che è in fasi di attivazione, prevede di arruolare 20 pazienti con ricorrenza di GBM per ottenere 12 pazienti con risposta valutabile. Un primo consenso al trattamento in laboratorio del pezzo tumorale sarà richiesto ai pazienti prima dell’intervento chirurgico eseguito a scopo diagnostico-ablativo. Di seguito, i pazienti per i quali è stato ottenuta una positiva crescita cellulare saranno arruolati nello studio che prevede una leucoaferesi e il trattamento con sette dosi di cellule dendritiche caricate. L’attività dell’immunoterapia sarà valutata attraverso le variazioni dei parametri immunitari dal baseline fino alla seconda somministrazione del vaccino. L’indicatore di sicurezza comprende la valutazione di reazioni autoimmuni. Lo studio della fattibilità mira a determinare le percentuali di crescita delle GSC in nanosfere. Attività nell’area onco-ginecologica MaNGO è l’acronimo per Mario Negri Gynecologic Oncology group. Dall’inizio degli anni ’90 l’Istituto Mario Negri ha collaborato attivamente nella realizzazione di studi clinici nazionali e internazionali in ambito onco-ginecologico. Il gruppo MaNGO si costituisce formalmente nel maggio del 2006 con lo scopo di mantenere questa tradizione scientifica ma di migliorare la visibilità del contributo italiano. MaNGO nasce anche dall’esigenza di poter interagire attivamente con il Gynecologic Cancer Intergroup (GCIG) e l’European Network of Gynaecological Oncology Trials groups (ENGOT) due network internazionali che cercano di ottimizzare la collaborazione tra gruppi nazionali. La partecipazione a questi forum internazionali permette di accedere alle più qualificate proposte di ricerca clinica e a sottogruppi di lavoro con specifiche aree di interesse. Nel corso del 2013 l’Unità di Ginecologia-Oncologia, nel contesto delle attività del MaNGO, ha coordinato la partecipazione di una rete selezionata di ospedali italiani a numerosi RCT nazionali ed internazionali, di seguito descritti. RAPPORTO ATTIVITA’ 65 2013 IRFMN Lo studio PORTEC 3 confronta la chemio-radioterapia concomitante seguita da chemioterapia adiuvante con la sola radioterapia nella pazienti con carcinoma dell’endometrio ad alto rischio o avanzato. PORTEC-3 è uno studio accademico promosso da clinici olandesi con gruppi collaborativi dei seguenti paesi: Paesi Bassi, Regno Unito, Italia, Australia/Nuova Zelanda, Canada e Francia. L’Unità ha ricevuto fondi dall’AIFA per il coordinamento nazionale. L’arruolamento si è concluso a dicembre 2013, essendo stata raggiunta la numerosità del campione prevista dal protocollo. I 14 centri italiani partecipanti hanno reclutato 103 pazienti su un totale internazionale di 686. L’attività di raccolta dati proseguirà per tutto il 2014 e oltre. Lo studio TAUL (Trabectedi Activity in Uterine Leiomyosarcoma) è uno studio di fase II, randomizzato ma non comparativo, condotto nelle pazienti affette da leiomiosarcoma uterino recidivante, che valuterà l’efficacia clinica della trabectedina (farmaco antitumorale di origine marina). TAUL è uno studio accademico in ambito nazionale al quale hanno aderito il gruppo MITO, l’Italian Sarcoma Group e la Rete Tumori Rari. Ha preso avvio nel 2010 e a fine 2013 24 centri hanno reclutato 110 casi (79 nel braccio con trabectedina), su un totale previsto di 150160 casi (109 nel braccio con Trabectedina). Nel corso del 2013, inoltre, è stato definito un progetto transazionale che ha visto la raccolta e studio dei primi 40 campioni biologici raccolti. A breve sarà portata a termine questa prima esplorazione sui determinanti biologici della risposta al farmaco. INOVATYON è uno studio internazionale, randomizzato di fase III in aperto, a bracci paralleli che confronta l’associazione di doxorubicina peghilata liposomiale e carboplatino con quella di doxorubicina peghilata liposomiale e trabectedina nelle pazienti con recidiva di carcinoma ovarico tra 6 e 12 mesi dal termine di una precedente chemioterapia a base di platino (recidiva parzialmente platino sensibile). La mancata disponibilità sul mercato internazionale della doxorubicina peghilata liposomiale ha causato il blocco temporaneo dello studio per quasi due anni (da Dicembre 2011 fino alla seconda metà del 2013). L’arruolamento è ora attivo in Italia, durante il 2014 è prevista l’attivazione di tutti i centri Europei coinvolti per un totale di circa 100 centri tra Italia, Germania, Spagna, Olanda, Regno Unito, Finalndia, Danimarca, Svizzera e Belgio Lo studio MITO-16 / MaNGO-Ov2 è frutto di una collaborazione con il gruppo di oncoginecologia MITO. Prevede un protocollo di fase IV che valuta gli aspetti transazionali del bevacizumab, somministrato a pazienti affette da carcinoma ovarico in combinazione con la chemioterapia standard a base di carboplatino e taxolo. Il laboratorio sta provvedendo alla raccolta centralizzata di plasma e sangue intero. Su tali campioni biologici saranno avviati diversi studi transazionali da parte di una rete di centri di ricerca italiani, finalizzati a individuare possibili fattori prognostici o predittivi. Nel corso del 2013 sono stati attivati la maggior parte dei centri aderenti e ha preso avvio il reclutamento, raggiungendo in brevissimo tempo oltre tre quarti dei 400 casi previsti. Nel corso del 2013 è stato attivato, congiuntamento con il gruppo di onco-ginecologia MITO, un protocollo di fase III randomizzato (studio MITO-16b / MaNGO-Ov2b)che valuterà, in termini di sopravvivenza libera da malattia e globale l’utilità di proseguire la terapia con bevacizumab in pazienti affette da carcinoma ovarico e che sono recidivate dopo una prima linea già contentne bevacizumab Nel corso del 2013 è stato avviato uno studio di fase II, randomizzato ma non comparativo, volto a valutare l’efficacia e il profilo di tossicità di due schemi chemioterapici (studio Trabectedina e bevacizumab +/- carboplatino) nelle pazienti affette da carcinoma ovarico in recidiva dopo 6- 12 mesi dalla fine della prima chemioterapia a base di platino. Tale studio prevede la randomizzazione di circa 80 pazienti in almeno 5 centri della rete MaNGO. Ad oggi RAPPORTO ATTIVITA’ 66 2013 IRFMN tutti i centri partecipanti sono attivi e da Luglio a Dicembre 2013 sono state arruolate dal Centro di Coordinamento, 9 pazienti Il Comitato Tecnico Scientifico di MaNGO si è riunito a cadenza quadrimestrale circa mentre è stata convocata, nel giugno 2013, la 10° assemblea generale dei clinici aderenti a MaNGO. Attività nell’area dolore L’attività dell’Unità di Ricerca nel Dolore e Cure Palliative è finalizzata a proseguire la ricerca e incrementare le conoscenze nell’area del dolore e dei suoi trattamenti e nel campo delle cure palliative, nell’ambito del programma più generale delle attività promosso dall’Istituto. Inoltre l’unità conduce diversi studi clinici sul dolore da cancro e revisioni sistematiche della letteratura. Nel corso del 2011 è stato avviato lo studio clinico CERP, “Studio clinico randomizzato e controllato, in aperto, per comparare l’efficacia analgesica di percorsi terapeutici effettuati con ossicodone, fentanyl e buprenorfina verso morfina, in pazienti con dolore associato a cancro di intensità moderata-severa, a partire dal momento in cui iniziano il trattamento con 3° scalino della scala analgesica del WHO” e il sottoprogetto “Valutazione, in parallelo, dell’assetto genico dei pazienti e delle possibili correlazioni con gli effetti clinici osservati”. Nel corso del 2013, oltre ad aver effettuato un investigator meeeting si è proseguito con la fase di reclutamento dei pazienti. Alla fine del 2013 il numero dei pazienti reclutati è salito a 406. La chiusura dello studio è prevista entro la metà del 2014. Nel corso del 2013 è stato avviato lo studio RER, “Studio osservazionale prospettico longitudinale per valutare caratteristiche cliniche e trattamenti a base di oppioidi in pazienti affetti da breakthrough cancer pain (BTcP)”. Lo studio è multicentrico e comprende 16 centri della Regione Emilia Romagna. L’obiettivo principale di questo studio è quello di valutare le caratteristiche cliniche del BTcP (numerosità e durata degli episodi, tempo per raggiungere il picco di dolore, intensità massima, meccanismi trigger) ed i relativi pattern di cura, in un campione di pazienti oncologici affetti da dolore di base di intensità moderata-severa, già in terapia o in fase d’inizio di trattamento con oppioidi del 3° scalino, e affetti da episodi di BTcP, trattati con terapia rescue con oppioidi, seguiti longitudinalmente per un periodo di 28 giorni. Durante l’anno di è svolto l’investigator meeting che ha dato inizio allo studio. Alla fine del 2013 sono stati reclutati 6 pazienti. Nel corso del 2013 si sono svolte anche le fasi preparatorie (stesura del protocollo e scheda raccolta dati) dello studio GREAT (Good REsponse with Appropriate Treatment): “Fattori che influenzano la risposta analgesica nel tempo dell’associazione ossicodone-naloxone nel trattamento del dolore in pazienti oncologici”. A dicembre si è organizzata la prima riunione di Advisory Board per la discussione del protocollo. Inoltre l’Unità si occupa della valutazione sulla quantità e qualità delle evidenze disponibili sul tema della epidemiologia del dolore, sue caratteristiche e efficacia della terapia analgesica di tipo farmacologico. È stata pubblicata una revisione sistematica sugli studi che hanno valutato la frequenza di dolore incidente documentandone l’estrema variabilità della frequenza di questo fenomeno negli studi clinici pubblicati.Una ulteriore revisione di letteratura pubblicata in dicembre ha permesso di valutare sia dal punto di vista della farmacocinetica e farmacodinamica che clinica tutte le formulazioni di fentanyl transmucosali esistenti sul mercato per tale tipo di dolore legato a malattia tumorale. Nel marzo 2012, relativamente alle iniziative di tipo formativo organizzate da CERP, sono state realizzate all’interno dell’Istituto, in collaborazione con l’Università degli Studi di Milano, le lezioni relative al modulo clinico del 13° “Master in Cure Palliative al termine della vita”. Sono state inoltre tenute lezioni sul tema del dolore agli specializzandi dell’ultimo anno di medicina interna e di geriatria dell’Università degli studi di Milano (novembre 2013) RAPPORTO ATTIVITA’ 67 2013 IRFMN A fine anno è stato organizzato un meeting relativo all’impiego clinico dell’associazione ossicodone-naloxone a cui sono stati invitati i maggiori esperti del settore. E’ proseguita la collaborazione con il network europeo di ricerca nel campo delle cure palliative che ha soprattutto prodotto alcuni lavori scientifici pubblicati o in fase di pubblicazione. Altro Farmaci antitumorali orali: interventi infermieristici per migliorare la gestione delle terapie e la sicurezza del paziente Dati recentemente pubblicati suggeriscono l’utilità di un monitoraggio attivo per migliorare l’efficienza e la sicurezza dell’impiego di terapie antitumorali orali, confermati dai risultati di un’esperienza pilota monocentrica italiana effettuata presso l’Ospedale Sacro Cuore Don Calabria di Negrar; questi risultati suggeriscono la potenzialità del monitoraggio attivo sui pazienti da parte del personale infermieristico di reparto nel ridurre gli accessi impropri e nel controllare la tossicità attraverso: 1) l’utilizzo di un’informazione accurata ai pazienti, 2) la somministrazione di un promemoria cartaceo specifico per il tipo di farmaco, su cui il paziente viene invitato a riportare ogni giorno il dosaggio assunto e l’eventuale sintomatologia riscontrata, 3) un monitoraggio telefonico ripetuto due volte nel primo mese e una volta nel secondo mese di terapia. L’esperienza del Negrar ha determinato la riduzione della proporzione di pazienti con tossicità di grado 3 dal 12% al 6% e il numero di accessi impropri dal 17% al 7% rispetto ai dati storici rilevati nell’anno precedente nello stesso ospedale. E’ quindi in corso uno studio osservazionale, multicentrico, randomizzato con stratificazione per centro in cui i pazienti saranno randomizzati ad un intervento “attivo” oppure ad un gruppo di “controllo”. L’intervento “attivo” comprende: un colloquio infermieristico all’inizio della terapia, la rilevazione della tossicità da parte del personale infermieristico secondo scala CTCAE, la somministrazione di un diario giornaliero da compilare da parte del paziente e visite telefoniche per verificare la presenza di sintomatologia. I pazienti arruolati nel gruppo di “controllo” saranno seguiti secondo le normali modalità organizzative ed informative del centro. La durata dell’intervento riguarda i primi 2 cicli di terapia indipendentemente dalla durata del singolo ciclo. E’ previsto l’arruolamento di 430 pazienti in 28 centri oncologici dislocati su tutto il territorio nazionale. Lo studio è in corso e a gennaio 2014 sono stati arruolati 211 pazienti. Patologie non oncologiche Glaucoma Il glaucoma rappresenta oggi una delle principali cause di disabilità visiva ed è ormai riconosciuto da anni come la seconda causa più frequente di cecità nei paesi industrializzati. Nei pazienti affetti da glaucoma, si assiste ad un progressivo aumento della pressione intraoculare che, con conseguenti danni al nervo ottico, causa difetti del campo visivo, generalmente asintomatici fino a quando non è interessata la macula, sede della visione centrale. L’obiettivo dei trattamenti oggi disponibili per la cura del glaucoma è quello di ridurre la pressione intraoculare, sino ad un livello considerato sicuro per l’occhio, per preservare la qualità visiva (e quindi di vita) dei pazienti affetti. Le scelte terapeutiche oggi disponibili sono rappresentate dai farmaci per uso topico, seguiti da procedure più invasive quali la trabeculoplastica laser e la chirurgia incisionale. Tali terapie giocano però, a causa dei loro effetti collaterali, un peso importante anche sulla qualità di vita dei pazienti, in considerazione RAPPORTO ATTIVITA’ 68 2013 IRFMN anche del fatto che è a volte richiesto loro di iniziare le cure prima ancora dello sviluppo di apprezzabili disturbi visivi. Su tale patologia sono attivi nel laboratorio due studi: Studio multicentrico, osservazionale, trasversale sulla qualità della vita (QoL) nei pazienti affetti da glaucoma in Italia. Studio multicentrico, osservazionale, trasversale sulla qualità della vita (QoL) nei pazienti affetti da glaucoma in Italia. Il progetto prevede un sottostudio su una coorte longitudinale di pazienti in prima diagnosi seguita prospetticamente per un anno. La popolazione consiste in pazienti con età > 18 anni e con diagnosi strumentale di glaucoma primario ad angolo aperto. L’obiettivo è la valutazione della QoL, per la fase trasversale tramite una sola visita (soggetti già in cura presso il centro); per la fase longitudinale la valutazione riguarda la variazione della QoL in relazione all’andamento della malattia (soggetti in prima diagnosi seguiti dopo il basale con due visite successive a 6 e 12 mesi). La valutazione della QoL ha previsto la somministrazione ai pazienti di questionari validati in italiano (il National Eye Institute Visual Function Questionnaire -NEI-VFQ-25 e il Glaucoma Symptom Scale – GSS). L’arruolamento, iniziato nel marzo 2012 presso 21 centri italiani, è stato chiuso, in linea con le previsioni, alla fine di luglio 2013, quando il numero previsto di circa 3000 pazienti, di cui circa 200 in prima diagnosi, è stato raggiunto. Sono stati infatti inclusi complessivamente 3226 pazienti e 224 pazienti di prima diagnosi che saranno seguiti prospetticamente per un anno dopo il basale. L’abstract con i risultati preliminari dello studio è stato sottoposto all’ARVO 2014 ed è in corso la stesura dei primi articoli. Studio sperimentale, a braccio singolo, di fase II, condotto su popolazione pediatrica affetta da glaucoma congenito, trattata con analoghi delle prostaglandine e/o con inibitori dell’anidrasi carbonica Studio sperimentale, a braccio singolo, di fase II, condotto su popolazione pediatrica affetta da glaucoma congenito, trattata con analoghi delle prostaglandine e/o con inibitori dell’anidrasi carbonica. La popolazione consiste in bambini da 0 a 12 anni con diagnosi di glaucoma congenito ad angolo aperto refrattario al trattamento chirurgico. Il protocollo ha lo scopo di valutare l’efficacia (in termini di effetto ipotensivo) e sicurezza degli analoghi delle prostaglandine e degli inibitori dell’anidrasi carbonica (latanoprost e dorzolamide) somministrati per via topica. Lo studio è oggetto di un bando AIFA e il primo paziente è stato arruolato a luglio del 2009 e a gennaio 2014 si è conclusa la fase di reclutamento. Otorinolaringoiatria I disturbi respiratori ostruttivi del sonno (OSDB) risultano tra le cause più serie e comuni di problemi neurocognitivi, metabolici e cardiovascolari nei bambini. Le conseguenze ad essi correlate variano dal disturbo del russare alla completa ostruzione delle vie aeree fino alla comparsa dell’apnea ostruttiva del sonno (OSA). Sia eziologia che la patofisiologia dell’OSA nei bambini sono multifattoriali, ma l’ipertrofia adeno-tonsillare sembra giocare un ruolo centrale nella patogenesi. Il volume del tessuto linfatico nelle vie aeree superiori cresce sino alla pubertà, con un periodo di massima proliferazione nell’età prescolare che coincide con il picco dell’incidenza della sindrome dell’apnea ostruttiva del sonno (OSAS). La tecnica tradizionale di intervento è la tonsillectomia extra capsulare (ECT) che implica la completa rimozione delle tonsille. L’utilizzo di tale tecnica chirurgia è attualmente in decremento con l’avanzare di nuove tecniche chirurgiche volte a diminuire gli effetti e le RAPPORTO ATTIVITA’ 69 2013 IRFMN morbidità post-operatorie. La tonsillotomia intra capsulare (ICT) o tonsillectomia parziale è una tecnica chirurgica che sta risultando tra le più promosse e sostenute in quanto riconosciuta più efficace e sicura rispetto all’ECT per i OSDB. Le evidenze ad oggi presenti sull’efficacia delle due tecniche chirurgiche derivano da studi clinici non randomizzati ma retrospettivi e non multicentrici. Pertanto risulta fondamentale comparare le due tecniche i termini di efficacia e sicurezza. Tonsillectomia extra-capsulare (ect) vs tonsillotomia intra-capsulare (ict) in bambini con ipertrofia tonsillare sintomatica A settembre 2011 è partito l’arruolamento di uno studio clinico multicentrico, randomizzato, comparativo che ha come promotore l’Associazione Otorinolaringologi Ospedalieri Italiani. L’obiettivo primario dello studio è quello di valutare la sicurezza delle due diverse tecniche chirurgiche (ECT vs. ICT) in termini di rischio di emorragie post-operatorie in bambini con ipertrofia tonsillare sintomatica. Purtroppo nel mese di Dicembre 2013 è stato chiuso definitivamente l’arruolamento in quanto sono state riscontrate grosse difficoltà nel reclutamento dei piccoli pazienti. Altre Attività Assicurazione della Qualità Il nostro sistema di Assicurazione della Qualità ha lo scopo di garantire la qualità nell’esecuzione degli studi clinici che si sviluppano all’interno del Laboratorio. Per raggiungere questo obiettivo si procede con la scrittura di procedure standard (SOP), il mantenimento della documentazione degli studi clinici e lo sviluppo di processi di convalida. In tal modo si garantisce che gli studi clinici siano condotti in accordo con le Norme di Buona Pratica Clinica e le Normative vigenti. Nel corso del 2013 è continuata l’attività di mantenimento della convalida del nostro sistema elettronico di raccolta dati (HeavyBase) ed inoltre è iniziato lo sviluppo di procedure in modo da allineare la gestione e verifica del dato clinico (Data Management) agli standard internazionali. Quest’ultima attività è stata messa in atto per soddisfare gli standard qualitativi richiesti da ECRIN (European Clinical Research Infrastructures Network) per poter agire come un loro Data Management Center e, in questo modo, collaborare con gli studi clinici coordinati da questo network europeo. Monitoraggio Il Laboratorio svolge attività di monitoraggio locale grazie ai suoi monitor certificati. Tale attività coinvolge gli studi di cui l’Istututo si è preso carico sia come Sponsor che come quello di delegato dallo Sponsor. A questo proposito il Laboratorio collabora con il Gruppo Italiano Mammella (GIM) per lo studio di fase III randomizzato “First Adjuvant Trial on All aromatase inhibitors in early breast cancer” (FATA). La Sperimentazione ha l’obiettivo di confrontare gli inibitori dell’aromatasi anastozolo, letrozolo, ed exemestane usati con modalità up-front (per 5 anni) o in sequenza (per 3 anni dopo 2 anni di tamoxifen) come trattamento ormonale adiuvante in pazienti in postmenopausa affette da carcinoma della mammella ormonoresponsivo. Collabora inoltre con il gruppo collaborativo “Swiss Group for Clinical Cancer Research” (SAKK) nell’attività di monitoraggio per uno studio internazionale di fase II randomizzato con Rituximab più Lenalidomide o Rituximab in monoterapia per pazienti affetti da linfoma follicolare. Il Laboratorio è coinvolto inoltre in un altro progetto internazionale per cui svolge attività di monitoraggio per il centro italiano “IRCCS Ca’ Granda Policlinico di Milano”. Il progetto è promosso dal Reparto di Neonatologia del Rigshospitalet di Copenhagen ed ha RAPPORTO ATTIVITA’ 70 2013 IRFMN l’obiettivo di valutare la fattibilità di una strumentazione utilizzata nel monitoraggio dei livelli di ossigenazione dei tessuti cerebrali nei nati prematuri. Data la crescente importanza dell’attività di monitoraggio nell’ambito della Ricerca Clinica è stato istituito un Bando di Concorso per l’ammissione al “Corso di Clinical Monitor” che si terrà all’interno dell’Istituto a partire da febbraio 2014. Lo scopo del corso, che avrà una durata complessiva di diciotto mesi, è quello di formare Clinical Monitor certificati e pienamente autonomi nello svolgimento delle attività di monitoraggio come previsto dall’allegato 1 del Decreto Ministeriale 15 luglio 1997. Statistica Il laboratorio, grazie alla presenza di un’unità dedicata, svolge attività di consulenza metodologica e statistica, collaborando con clinici e ricercatori nello sviluppo di progetti di ricerca. Tali collaborazioni hanno portato a numerose pubblicazioni, le principali in campo oculistico sullo studio di tecniche per la diagnosi di glaucoma e in campo diagnostico sull’accuratezza di varie tecniche diagnostiche per la stadiazione tumorale. Meta-analisi e Revisioni Sistematiche Il Laboratorio svolge regolarmente attività di revisioni sistematiche e meta-analisi principalmente in campo oncologico, diagnostico e oftalmologico. Le revisioni completate o in corso nell’anno 2013 hanno avuto come oggetto: la performance dell’ecografica con contrasto (CEUS) nell’ambito della diagnosi delle lesioni pancreatiche. la performance di diverse tecniche diagnostiche in uso nella pratica clinica nell’ambito della diagnosi dell’adenocarcinoma pancreatico. gli effetti della radioterapia a singola seduta o ipofrazionata (non convenzionale) nel controllo locale delle diverse tipologie di meningiomi gli effetti dell’acromegalia sul metabolismo osseo l’efficacia e la sicurezza delle tecniche chirurgiche non-perforanti rispetto alla tecnica standard, la trabeculectomia, in termini di riduzione della pressione intraoculare e di incidenza di complicanze nel trattamento del glaucoma ad angolo aperto. l'efficacia e il profilo di sicurezza di regimi farmacologici pre- o post-operatori come trombo profilassi nella chirurgia maggiore di anca e ginocchio. l'efficacia e il profilo di sicurezza di un trattamento concomitante chemioradioterapico a confronto con un trattamento di sola radioterapia in pazienti con carcinoma testa-collo. Progetto consensi informati Nel mese di Ottobre 2013 è partito un nuovo progetto, frutto della collaborazione tra il Laboratorio di Ricerca Clinica e il laboratorio di Ricerca per il Coinvolgimento dei Cittadini in Sanità dell’IRCCS - Istituto di Ricerche Farmacologiche ‘Mario Negri’ di Milano, volto ad approfondire ed esaminare negli anni la struttura del consenso informato e della nota informativa. L’obiettivo dello studio è quello di valutare come sia cambiato nel tempo il consenso informato e la nota annessa, in particolare il numero e la tipologia di informazioni fornite ai pazienti coinvolti in studi clinici di fase II e III su farmaci antitumorali. Per poter esaminare tali documenti, è stato chiesto alle aziende farmaceutiche e a più strutture indipendenti coinvolte nella ricerca clinica, di fornire copia dei consensi informati e relativi protocolli di due studi randomizzati con farmaci in oncologia quanto più datati nel tempo e di due studi recenti (2013). Nel frattempo si sta redigendo con l’aiuto di laici ed esperti di comitati etici, uno strumento di valutazione della chiarezza ed esaustività del materiale con dei criteri di RAPPORTO ATTIVITA’ 71 2013 IRFMN riferimento, in modo tale da poter avere dei parametri quanto più oggettivi possibile nell’affrontare tale revisione. L’analisi finale prevederà una valutazione esclusivamente qualitativa sui contenuti dei documenti analizzati e verrà condivisa anche attraverso un incontro di presentazione con coloro che hanno deciso al progetto. RAPPORTO ATTIVITA’ 72 2013 IRFMN DIPARTIMENTO AMBIENTE E SALUTE PERSONALE Capo Dipartimento Roberto FANELLI, Dr.Sci.Biol. Laboratorio di Biochimica Analitica Capo Laboratorio Chiara CHIABRANDO, Dr.Sci.Biol. Laboratorio di Chimica e Tossicologia dell’Ambiente Capo Laboratorio Emilio BENFENATI, Dr.Chim. Unità di Igiene Industriale e Ambientale Capo Unità Marco LODI, Per.Chim. Laboratorio di Spettrometria di Massa Capo Laboratorio Enrico DAVOLI, Dr.Sci.Prod.Anim. Laboratorio di Tossicologia della Nutrizione Capo Laboratorio Ettore ZUCCATO, Dr.Med.Chir. Unità di Biomarkers Ambientali Capo Unità Sara CASTIGLIONI, Dr.Sci.Biol. Laboratorio di Tossicologia Molecolare Capo Laboratorio Luisa AIROLDI, Dr.Farm. Unità di Bioindicatori Proteici e Genetici Capo Unità Roberta PASTORELLI, Dr.Sci.Biol. Unità del Dipartimento Unità di Strumentazione Analitica Capo Unità Renzo BAGNATI, Dr.Chim. Unità di Valutazione di Rischio degli Inquinanti Ambientali Capo Unità Elena FATTORE, Dr.Sci.Biol. RAPPORTO ATTIVITA’ 73 2013 IRFMN CURRICULA VITAE Roberto Fanelli, Capo del Dipartimento Ambiente e Salute dal 1997, Capo Laboratorio 1978-97, Ricercatore 1975-78, Borsista 1965-74 presso l’Istituto Mario Negri. Laurea in Scienze Biologiche (Università Statale di Milano, 1973), Assistant Professor in Biochemistry presso il Baylor College of Medicine (Houston, Texas, 1974-75). Membro della Commissione Consultiva Prodotti Fitosanitari (Ministero Salute), Membro del Panel Scientifico sui Contaminanti della Catena Alimentare (European Food Safety Authority, 2003-2006), iscritto al Registro Nazionale dei Tossicologi Italiani Certificati. Membro Comitato Scientifico Ente Risi. Aree di interesse: sorgenti, diffusione, tossicologia, esposizione umana e valutazione del rischio di contaminanti ambientali persistenti. Rischio ambientale dei prodotti fitosanitari. Sviluppo di metodologie analitiche per l'identificazione di marcatori di esposizione/effetto di sostanze tossiche. Studio del meccanismo dell'azione tossica mediante tecniche di proteomica. Principali pubblicazioni: 1. Brunelli L, Ristagno G, Bagnati R, Fumagalli F, Latini R, Fanelli R, Pastorelli R. A combination of untargeted and targeted metabolomics approaches unveils changes in the kynurenine pathway following cardiopulmonary resuscitation. Metabolomics E-pub: (2013) 2. Colombo A, Benfenati E, Bugatti S G, Lodi M, Mariani Alessandro, Musmeci L, Rotella G, Senese V, Ziemacki G, Fanelli R. PCDD/Fs and PCBs in ambient air in a highly industrialized city in Northern Italy. Chemosphere 90: 2352-2357 (2013). 3. Toropov A A, Toropova A P, Benfenati E, Gini G, Fanelli R. The definition of the molecular structure for potential antimalaria agents by the Monte Carlo method. Struct Chem 24: 1369-1381 (2013) 4. Zuccato E, Chiabrando C, Castiglioni S, Bagnati R, Fanelli R. Estimating community drug abuse by wastewater analysis. Environ Health Perspect 2008 ; 116 : 1027-1032 5. Hodgson S, Thomas Laura, Fattore E, Lind P M, Alfven T, Hellstrom L, Hakansson H, Carubelli G, Fanelli R, Jarup L. Bone mineral density changes in relation to environmental PCB exposure. Environ Health Perspect 2008 ; 116 : 1162-1166 6. Pastorelli R, Carpi D, Campagna R, Airoldi L, Pohjanvirta R, Viluksela M, Hakansson H, Boutros P C, Moffat I D, Okey A B, Fanelli R. Differential expression profiling of the hepatic proteome in a rat model of dioxin resistance: correlation with genomic and transcriptomic analyses. Mol Cell Proteomics 2006; 5: 882-894 Luisa Airoldi, Capo del Laboratorio di Tossicologia Molecolare dal 1994, Capo Unità 1987-93, Ricercatore 1975-86, Tecnico 1965-75 presso l’Istituto Mario Negri. Laurea in Farmacia (Università Statale di Milano, 1975), Postdoctoral fellow presso il Massachusetts Institute of Technology (Cambridge, MA, 1976) e presso la Northwestern University Medical School (Chicago, Il, 1977), Ricercatore presso la Yale University Medical School (New Haven, CT, 1980-81). Aree di interesse: proteomica in tossicologia, con particolare riferimento allo studio delle modificazioni del profilo proteico in tessuti e fluidi biologici animali e umani in risposta all’esposizione a composti tossici. Proteomica clinica focalizzata all’identificazione e caratterizzazione di nuovi indicatori diagnostici e targets terapeutici. Epidemiologia Molecolare mirata all’identificazione e alla misura di indicatori di esposizione e suscettibilità. Principali pubblicazioni: 1. Tremolizzo L, Messina P, Conti E, Sala G, Cecchi M, Airoldi L, Pastorelli R, Pupillo E, Beghi E, Ferrarese C, EURALS Consortium. Increased whole-blood global DNA methylation is independent of age of onset in ALS. Amyotroph Lateral Scler Frontotemporal Degener. 2013 Nov 13. [Epub ahead of print] 2. Scornavacca G, Gesuete R, Orsini F, Pastorelli R, Fanelli R, de Simoni MG, Airoldi L. Proteomic analysis of mouse brain cortex identifies metabolic down-regulation as a general feature of ischemic pre-conditioning. J Neurochem. 2012; 122:121929. 3. Brunelli L, Llansola M, Felipo V, Campagna R, Airoldi L, De Paola M, Fanelli R, Mariani A, Mazzoletti M, Pastorelli R. Insight into the neuroproteomics effects of the food-contaminant non-dioxin like polychlorinated biphenyls. J Proteomics. 2012; 75: 2417-30. 4. Campagna R, Brunelli L, Airoldi L, Fanelli R, Hakansson H, Heimeier R. A, De Boever P, Boix J, Llansola M, Felipo V and Pastorelli R. Cerebellum proteomics addressing the cognitive deficit of rats perinatally exposed to the food-relevant nondioxin like polychlorinated biphenyl PCB138. Toxicol Sci2011; 123: 170-9 5. Gallo V, Neasham D, Airoldi L, Ferrari P, Jenab M, Boffetta P, Overvad K, Tjonneland A, Clavel-Chapelon F, Boeing H, Pala V, Palli D, Panico S, Tumino R, Arriola L, Lund E, Bueno-De-Mesquita H B, Peeters P H, Melander O, Hallmans G, Riboli E, Saracci R, Vineis P. Second-hand smoke, cotinine levels, and risk of circulatory mortality in a large cohort study of neversmokers. Epidemiology 2010 ; 21 : 207-214. RAPPORTO ATTIVITA’ 74 2013 IRFMN 6. Airoldi L, Magagnotti C, Iannuzzi AR, Marelli C, Bagnati R, Pastorelli R, Colombi A, Santaguida S, Chiabrando C, Schiarea S, Fanelli R. Effects of cigarette smoking on the human urinary proteome. Biochem Biophys Res Commun. 2009 381: 397402. Emilio Benfenati, Capo del Laboratorio di Chimica e Tossicologia dell’Ambiente dal 1997, Capo Unità 1987-97, Ricercatore 1986-87, Borsista 1981-86 presso l’Istituto Mario Negri. Ricercatore presso l’Istituto Biochimico Italiano 1979-81. Laurea in Chimica (Università Statale di Milano, 1979). Ricercatore presso l'Università di Stanford, California (1983-1984). Membro della Commissione Consultiva Prodotti Fitosanitari (Ministero Salute 1997-99), iscritto all’Ordine Nazionale dei Chimici. Membro dell'External Scientific Advisory Panel, del CEFIC (dal 2011). Coordinatore del Gruppo Italiano sullo studio dei modelli QSAR, del Ministero della Salute (dal 2012). Aree d’interesse: Metodi computerizzati per la chimica e la tossicologia: descrittori molecolari; QSAR; predizione della tossicità; applicazioni regolamento REACH e cosmetici; studi di metabolismo; caratterizzazione e valutazione di rifiuti, effluenti industriali, emissioni da discariche e inceneritori; integrazione di analisi chimica e dati tossicologici; analisi chimica di composti organici in spettrometria di massa. Principali pubblicazioni: 1. Nendza M, Gabbert S, Ku hne R, Lombardo A, Roncaglioni A, Benfenati E, Benigni R, Bossa C, Strempel S, Scheringer M, Fernández A, Rallo R, Giralt F, Dimitrov S, Mekenyan O, Bringezu F, Schu u rmann G. A comparative survey of chemistry-driven in silico methods to identify hazardous substances under REACH. Regulatory Toxicology and Pharmacology 2013; 66 : 301–314 2. Roncaglioni A, Toropov AA, Toropova AP, Benfenati E. In silico methods to predict drug toxicity. Current Opinion in Pharmacology 2013, 13:1–5 3. Ducharme N A, Peterson L E, Benfenati E, McCollum C, Gustafsson J - A, Bondesson M. Meta-analysis of toxicity and teratogenicity of 133 chemicals from zebrafish developmental toxicity studies. Reprod Toxicol2013 ; 41 : 98-108 4. Ferrari T, Cattaneo D, Gini G, Golbamaki Bakhtyari N, Manganaro A Benfenati E. Automatic knowledge extraction from chemical structures: the case of mutagenicity prediction. SAR and QSAR in Environmental Research 2013; 24 : 365-383 5. Golbamaki Bakhtyari N, Raitano G, Benfenati E, Martin T M, Young D. Comparison of in silico models for prediction of mutagenicity. J Environ Sci Health C Environ Carcinog Ecotoxicol Rev 2013 31 : 45-66. 6. Baderna D, Colombo A, Amodei G, Cantù S, Teoldi F, Cambria F, Rotella G, Natolino F, Lodi M, Benfenati E. Chemicalbased risk assessment and in vitro models of human health effects induced by organic pollutants in soils from the Olona valley. Science of the Total Environment 2013; 463-464 : 790–801 Chiara Chiabrando, Capo del Laboratorio di Biochimica Analitica dal 1997, Capo Unità 1987-97, Ricercatore 1978-87, Borsista 1975-78 presso l’Istituto Mario Negri. Laurea in Scienze Biologiche (Università Statale di Milano, 1974), Postdoctoral fellow presso il Baylor College of Medicine (Houston, Texas, 1974-75). Diploma post-laurea di Specialista Ricerca Farmacologia (Istituto Mario Negri, 1977). Aree d’interesse: Sviluppo di metodi bioanalitici basati sulla spettrometria di massa e loro applicazione in biochimica, metabolismo, chimica clinica e farmacologia. Identificazione di proteine e peptidi funzionalmente rilevanti in biomedicina. Caratterizzazione strutturale di proteine mediante spettrometria di massa. Proteomica in oncologia. Caratterizzazione comparativa di secretomi di linee cellulari tumorali mediante metodi di proteomica e “systems biology”. Principali pubblicazioni: 1. In-depth glycoproteomic characterization of γ-conglutin by high-resolution accurate mass spectrometry.Schiarea S, Arnoldi L, Fanelli R, De Combarieu E, Chiabrando C. PLoS One. 2013 Sep 12;8(9):e73906. doi: 10.1371 2. De Paola M, Mariani A, Bigini P, Peviani M, Ferrara G, Molteni M, Gemma S, Veglianese P, Castellaneta V, Boldrin V, Rossetti C, Chiabrando C, Forloni G, Mennini T, Fanelli R. Neuroprotective effects of toll-like receptor 4 antagonism in spinal cord cultures and in a mouse model of motor neuron degeneration.Mol Med 2012 18:971-981. 3. Schiarea S, Solinas G, Allavena P, Scigliuolo GM, Bagnati R, Fanelli R, Chiabrando C. Secretome analysis of multiple pancreatic cancer cell lines reveals perturbations of key functional networks.J Proteome Res. 2010;9:4376-92. 4. Solinas G, Schiarea S, Liguori M, Fabbri M, Pesce S, Zammataro L, Pasqualini F, Nebuloni M, Chiabrando C, Mantovani A, Allavena P. Tumor-conditioned macrophages secrete migration-stimulating factor: a new marker for M2-polarization, influencing tumor cell motility.J Immunol. 2010;185:642-52. 5. Macconi D, Chiabrando C, Schiarea S, Aiello S, Cassis L, Gagliardini E, Noris M, Buelli S, Zoja C, Corna D, Mele C, Fanelli R, Remuzzi G, Benigni A. Proteasomal processing of albumin by renal dendritic cells generates antigenic peptides. J Am Soc Nephrol 2009 ; 20 : 123-130. 6. Zuccato E, Chiabrando C, Castiglioni S, Bagnati R, Fanelli R. Estimating community drug abuse by wastewater analysis. Environ Health Perspect 2008; 116: 1027-1032. RAPPORTO ATTIVITA’ 75 2013 IRFMN Enrico Davoli, Capo del Laboratorio di Spettrometria di Massa dal 1997, Capo Unità 1994-97, Ricercatore 1989-94, Borsista 1985-87 presso l’Istituto Mario Negri. Fellow presso USDA, Beltsville, MD 1977-78. Laurea in Scienze della Produzione Animale (Università Statale di Milano, 1983), Diploma post-laurea di Specialista Ricerca Farmacologia, Istituto Mario Negri (1988), Postdoctoral fellow presso l’Università del Nebraska (Lincoln, Nebraska, 1987-88) e presso la Università del Colorado (Denver, Colorado, 1988). Membro dell'Associazione Americana di Spettrometria di Massa (ASMS), della Commissione Ambiente e Sicurezza di IGQ e della Commissione ETS (Emission Trading System) per i gas a effetto serra. Membro del Comitato Scientifico del Centra Ricerca Nazionale sulle Biomasse. Coordinatore dell'Environmental Applications Interest Group dell'ASMS. Aree di interesse: aspetti analitici e tecnologici della ricerca in campo ambientale, biochimico e tossicologico. Studi ambientali sulla qualità dell'aria per aspetti legati all'inquinamento e per problemi di molestie olfattive. Principali pubblicazioni: 1. Morosi L, Spinelli P, Zucchetti M, Pretto F, Carrà A, D'Incalci M, Giavazzi R, Davoli E. Determination of paclitaxel distribution in solid tumors by nano-particle assisted laser desorption ionization mass spectrometry imaging. PLoS One 2013 ; 8 : e 72532 2. Morosi L, Zucchetti M, D'Incalci M, Davoli. E. Imaging mass spectrometry: challenges in visualization of drug distribution in solid tumors. Curr Opin Pharmacol 2013 ; E-pub : http://dx.doi.org/10.1016/ j.coph.2013.06.003 3. Capelli L, Sironi S, Del Rosso R, Bianchi G, Davoli E. Olfactory and toxic impact of industrial odour emissions.Water Sci Technol 2012 ; 66 : 1399-1406 4. Scaglia B, Orzi V, Artola A, Font X, Davoli E, Sanchez A, Adani F. Odours and volatile organic compounds emitted from municipal solid waste at different stage of decomposition and relationship with biological stability. Bioresour Technol 2011 ; 102 : 4638-4645 5. Ulaszewska M M, Zuccato E, Davoli E. PCDD/Fs and dioxin-like PCBs in human milk and estimation of infants’ daily intake: A review. Chemosphere 2011 ; 83 : 774-782 6. Davoli E, Fattore E, Paiano V, Colombo A, Palmiotto M, Fanelli R, Rossi A N, Il Grande M. Waste management health risk assessment: A case study of a solid waste landfill in South Italy. Waste Manag 2009, DOI 10.1016/j.wasman.2009.10.013. Ettore Zuccato, Capo del Laboratorio di Tossicologia della Nutrizione dal 2005, Capo Unità 1997-2005, Ricercatore 1986-97, Tecnico 1980-86, Borsista 1975-80 presso l’Istituto Mario Negri. Laurea in Medicina e Chirurgia (Università Statale di Milano, 1986), Diploma di Specializzazione in Scienza dell’Alimentazione (Università Statale di Milano, 1999). Postdoctoral fellow presso il King’s College School of Medicine (London, UK, 1988-89). Membro dell'Associazione Specialisti in Scienza dell’Alimentazione, esperto EMEA, membro supplente della Commissione Consultiva per i Prodotti Fitosanitari. Aree di interesse: contaminanti chimici negli alimenti e rischi per la salute umana. OGM, allergie alimentari, tossinfezioni e nuove tematiche alimentari. Organizzazione di sistemi on line di comunicazione del rischio per i consumatori. Attività regolatorie dei prodotti fitosanitari nell’UE. Inquinamento ambientale da farmaci e rischi per la salute umana e per l’ambiente. Analisi delle droghe d’abuso nell’ambiente e stima dei consumi nella popolazione. Principali pubblicazioni: 1. Zuccato E, Castiglioni S, Tettamanti M, Olandese R, Bagnati R, Melis M, Fanelli R. Changes in illicit drug consumption patterns in 2009 detected by wastewater analysis. Drug and Alcohol Dependence 2011, 118: 464-469 2. Ulaszewska M M, Zuccato E, Capri E, Iovine R, Colombo A, Rotella G, Generoso C, Grassi P, Melis M, Fanelli R. The effect of waste combustion on the occurrence of polychlorinated dibenzo-p-dioxins (PCDDs), polychlorinated dibenzofurans (PCDFs) and polychlorinated biphenyls (PCBs) in breast milk in Italy. Chemosphere 2011 ; 82 : 1-8 3. Ulaszewska M M, Zuccato E, Davoli E. PCDD/Fs and dioxin-like PCBs in human milk and estimation of infants’ daily intake: A review. Chemosphere 2011 ; 83 : 774-782 4. Zuccato E, Castiglioni S, Bagnati R, Melis M, Fanelli R.Source, occurrence and fate of antibiotics in the Italian aquatic environment. J Hazard Mater 2010 ; 179 : 1042-1048 5. Zuccato E, Chiabrando C, Castiglioni S, Bagnati R, Fanelli R. Estimating community drug abuse by wastewater analysis. Environ Health Perspect 2008, 116: 1027-1032. 6. Castiglioni S, Zuccato E, Chiabrando C, Fanelli R, Bagnati R. Mass spectrometry analysis of illicit drugs in wastewater and surface water. Mass Spectrom Rev, 2008, 27: 378-394. Renzo Bagnati, Capo dell’Unità di Strumentazione Analitica dal 2005, Ricercatore 1992-2005, Borsista 1986-92 presso l’Istituto Mario Negri. Laurea in Chimica (Università di Torino, 1985), Diploma post-laurea di Specialista in Ricerca Farmacologia, Istituto Mario Negri (1989). RAPPORTO ATTIVITA’ 76 2013 IRFMN Aree di interesse: spettrometria di massa applicata all'analisi di sostanze biologiche e di interesse ambientale (proteine, peptidi, ormoni, farmaci, droghe, pesticidi). Principali pubblicazioni: 1. Diomede L, Di Fede G, Romeo M, Bagnati R, Ghidoni R, Fiordaliso F, Salio M, Rossi A, Catania M, Paterlini A, Benussi L, Bastone A, Stravalaci M, Gobbi M, Tagliavini F, Salmona M. Expression of A2V-mutated Aβ in C. elegans results in oligomers formation and toxicity. Neurobiol Dis 2014 ; 62 : 521-532. 2. Maggioni S, Bagnati R, Pandelova M, Schramm K W, Benfenati E. Genistein and dicarboximide fungicides in infant formulae from the EU market. Food Chem 2013 ; 136 : 116-119 3. Brunelli L, Ristagno G, Bagnati R, Fumagalli F, Latini R, Fanelli R, Pastorelli R. A combination of untargeted and targeted metabolomics approaches unveils changes in the kynurenine pathway following cardiopulmonary resuscitation. Metabolomics 2013; 9: 839-852. 4. Bonati M, Severino F, Bagnati R, Carrà A, Fanelli R. Millet-porridge with Artemisia annua as first aid for African children with malaria? Journal Alternative Complementary Medicine 2011 ; 17 : 371-373. 5. Schiarea S, Solinas G, Allavena P, Scigliuolo G, Bagnati R, Fanelli R, Chiabrando C. Secretome analysis of multiple pancreatic cancer cell lines reveals perturbations of key functional networks. J Proteome Res 2010; 9: 4376-4392. 6. Castiglioni S, Zuccato E, Crisci E, Chiabrando C, Fanelli R, Bagnati R. Identification and measurement of illicit drugs and their metabolites in urban wastewater by liquid chromatography-tandem mass spectrometry. Anal Chem 2006; 78: 8421-8429. Sara Castiglioni, Capo dell’ Unità di Biomarkers Ambientali dal 2012, Ricercatore 2008-2012, Borsista post-doc 2006-2008, Borsista e Frequentatrice 2001-2006 presso l’Istituto Mario Negri. Laurea in Scienze Biologiche (Università dell’Insubria di Varese, 2000). Scuola specialista Ricerca Farmacologica (Istituto Mario Negri 2001-2002). Dottorato di Ricerca (Università dell’Insubria di Varese, Istituto Mario Negri, 2002-2006). Borsa di Studio presso l’Università del New South Wales, Sydney, Australia (2004). Aree di interesse: Epidemiologia delle acque reflue – analisi delle acque reflue urbane mediante sofisticate tecniche analitiche per ottenere informazioni di vario genere relative alla popolazione che ha prodotto i suddetti reflui. Un’applicazione attuale è stimare il consumo di sostanze stupefacenti. Valutazione di effetti biologici di contaminanti emergenti - studio di presenza e comportamento ambientale di varie classi di contaminanti emergenti e valutazione degli effetti. Principali pubblicazioni 1. Castiglioni S, Bijlsma L, Covaci A, Emke E, Hernández F, Reid M, Ort C, Thomas K, van Nuijs AL, de Voogt P, Zuccato E. (2013) Evaluation of uncertainties associated with the determination of community drug use through the measurement of sewage drug biomarkers. Environ Sci Technol. 47: 1452-1460. 2. Thomas KV., Bijlsma L., Castiglioni S., Covaci A., Emke E., Grabic R., Hernández F., Karolak S., Kasprzyk-Hordern B.,. Lindberg LH., Lopez de Alba M, Meierjohann A., Ort C., Pico Y., Quintana JB., Reid M., Rieckermann J., Terzic S., van Nuijs ALN., de Voog P. (2012) Comparing illicit drug use in 19 European cities through sewage analysis. Science of The Total Environment 432:432-9. 3. Castiglioni, S; Bagnati, R.; Melis, M.; Panawennage, D.; Chiarelli, P.; Fanelli, R.; Zuccato E. (2011) Identification of cocaine and its metabolites in urban wastewater and comparison with the human excretion profile in urine. Water Res. 45, 5141-5150. 4. Zuccato, E; Castiglioni, S; Tettamanti, M; Olandese, R; Bagnati, R.; Melis, M.; Fanelli, R. (2011) Changes in illicit drug consumption patterns in 2009 detected by wastewater analysis. Drug Alcohol Depend 118, 464-469. 5. Castiglioni, S.; Zuccato, E.; Chiabrando, C.; Fanelli, R.; Bagnati, R. (2008) Mass spectrometry analysis of illicit drugs in wastewater and surface water. Mass Spectrometry Reviews. 27, 378– 394. 6. Castiglioni, S.; Zuccato, E.; Crisci, E.; Chiabrando, C.; Fanelli, R.; Bagnati, R. (2006) Identification and Measurement of Illicit Drugs and Their Metabolites in Urban Wastewater by Liquid Chromatography-Tandem Mass Spectrometry. Anal. Chem. 78, 8421-8429. Elena Fattore, Capo dell’Unità di Valutazione di Rischio degli Inquinanti Ambientali dal 2005, Ricercatore 2001-04, Borsista 1991-1997 presso l’Istituto Mario Negri. Laurea in Scienze Biologiche (Università Statale di Milano, 1991), Diploma post-laurea di Specialista Ricerca Farmacologica (Istituto Mario Negri, Milano, 1994), Postdoctoral fellow presso il National Institute of Environmental Medicine, Karolinska Institutet (Stoccolma, Svezia, 1998-2000). Membro del Gruppo di Lavoro dell’EFSA (European Foof Safety Authority) per la revisione esterna del lavoro scientifico dell’ Agenzia. Aree di interesse: valutazione della contaminazione ambientale, dell’esposizione e del rischio tossicologico per l’uomo e l’ambiente dovuto alla presenza di inquinanti organici persistenti con particolare interesse a diossine e composti diossino-simili. Principali ubblicazioni: 1. Fattore E, Fanelli R. Palm oil and palmitic acid: a review on cardiovascular effects and carcinogenicity. Int J Food Sci Nutr 2013; 64: 648-659 RAPPORTO ATTIVITA’ 77 2013 IRFMN 2. Paiano V, Generoso C, Mandich A, Traversi I, Palmiotto M, Bagnati R, Colombo A, Davoli E, Fanelli R, Fattore E. Persistent organic pollutants in sea bass (Dicentrarchus labrax L.) in two fish farms in the Mediterranean Sea. Chemosphere 2013; 93: 338-343. Kalantari F, Bergkvist C, Berglund M, Fattore E, Glynn A, Hakansson H, Sand S. Establishment of the cumulative margin of exposure for a group of polychlorinated biphenyl (PCB) congeners using an improved approach that accounts for both variability and uncertainty. Regul Toxicol Pharmacol 2013; 65: 325-333. Bertoldi M, Tittarelli A, Borgini A, Fattore E, Cau A, Fanelli R and Crosignani P. Health effects for the population living near a cement plant: an epidemiological assessment. Environ. Int. 2012; 41: 1-7. Fattore E, Paiano V, Borgini A, Tittarelli A, Bertoldi M, Crosignani P, Fanelli R. Human health risk in relationship to Air Quality in two municipalities in an Industrialized area of northern Italy. Environmental Research 2011, 111: 1321-1327. Grassi P, Fattore E, Generoso C, Fanelli R, Arvati M, Zuccato E. Polychlorobiphenyls (PCBs), polychlorinated dibenzo-pdioxins (PCDDs) and dibenzofurans (PCDFs) in fruit and vegetables from an industrial area in northern Italy. Chemosphere 2010; 79: 292-298 3. 4. 5. 6. Marco Lodi, Capo dell’Unità d’Igiene Industriale ed Ambientale dal 2002, Consulente 1997-2002 presso l’Istituto Mario Negri. Diploma di Perito Chimico Industriale (ITIS “Ettore Molinari”, Milano, 1974). Iscritto all’AIDII (Associazione Italiana degli Igienisti Industriali e per l’igiene industriale e per l’ambiente) riconosciuta dall’ACGIH (American Conference of Governmental Industrial Hygienist). Membro di diverse commissioni tecnico-scientifiche per la messa a punto di metodologie analitiche (tra cui UNI ed UNICHIM). Aree di interesse: sorgenti emissive, diffusione ambientale, tossicologia, esposizione umana e valutazione del rischio di contaminanti ambientali persistenti. Rischio ambientale dei prodotti chimici inquinanti. Sviluppo di metodologie di campionamento d’inquinanti tossici per l’ambiente e per l’uomo. Principali pubblicazioni: 1. Colombo A, Benfenati E, Bugatti SG, Lodi M, Mariani A, Musmeci L, Rotella G, Senese V, Ziemacki G, Fanelli R. PCDD/Fs and PCBs in ambient air in a highly industrialized city in Northern Italy. Chemosphere 2013; 90: 2352-2357 2. Boriani E, Benfenati E, Baderna D, Thomsen M. Application of ERICA index to evaluation of soil ecosystem health according to sustainability threshold for chemical impact. Sci Total Environ 2013 443 : 134-142 3. Colombo A, Benfenati E, Bugatti S G, Celeste G, Lodi M, Rotella G, Senese V, Fanelli R, Concentrations of PCDD/PCDF in soil close to a secondary aluminum smelte, Chemosphere 2011 85 : 1719-1724 4. Baderna D, Maggioni S, Boriani E, Gemma S, Molteni M, Lombardo A, Colombo A, Bordonali S, Rotella G, Lodi M, Benfenati E, A combined approach to investigate the toxicity of an industrial landfill’s leachate: chemical analyses, risk assessment and in vitro assays, Environmental Research 2011 111 : 603-613 5. Ulaszewska M M, Zuccato E, Capri E, Iovine R, Colombo A, Rotella G, Generoso C, Grassi P, Melis M, Fanelli R. The effect of waste combustion on the occurrence of polychlorinated dibenzo-p-dioxins (PCDDs), polychlorinated dibenzofurans (PCDFs) and polychlorinated biphenyls (PCBs) in breast milk in Italy. Chemosphere 2011 82 : 1-8 6. Boriani E, Mariani Alessandro, Baderna D, Moretti C, Lodi M, Benfenati E. ERICA: A multiparametric toxicological risk index for the assessment of environmental healthiness. Environ Int 2010 36 : 665-674 Roberta Pastorelli, Capo dell’Unità di Bioindicatori Proteici e Genetici dal 2004, Ricercatore 19922003, Borsista 1983-92 presso l’Istituto Mario Negri. Laurea in Scienze Biologiche (Università Statale di Milano, 1982). Diploma post-laurea di Specialista Ricerca Farmacologia (Istituto Mario Negri, 1986). Postdoctoral fellow presso il Massachusetts Institute of Technology, Cambridge, MA (1987-89 e 1991). Aree di interesse: Proteomica-Metabolomica- System Biology. Studi riguardanti i profili d’espressione globale di proteine/metaboliti e le loro alterazioni in vari comparti biologici come mezzo per comprendere le riposte patologiche/tossiche di diversi sistemi biologici. Principali pubblicazioni 1. Tremolizzo L, Messina P, Conti E, Sala G, Cecchi M, Airoldi L, Pastorelli R, Pupillo E, Beghi E, Ferrarese C, EURALS Consortium. Increased whole-blood global DNA methylation is independent of age of onset in ALS. Amyotroph Lateral Scler Frontotemporal Degener. 2013 Nov 13. [Epub ahead of print] 2. Giuseppe Ristagno; Michael Fries, Laura Brunelli, Francesca Fumagalli, Renzo Bagnati, Ilaria Russo, Lidia Staszewsky, Serge Masson, Giovanni Li Volti, Agata Zappalà, Matthias Derwall, Anne Brücken, Roberta Pastorelli, Roberto Latini. Early kynurenine pathway activation following cardiac arrest in rats, pigs, and humans. Resuscitation 2013, 84:11 (1604- 1610). 3. Brunelli L, Ristagno G, Bagnati R, Fumagalli F, Latini R, Fanelli R and Pastorelli R. A combination of untargeted and targeted metabolomics approaches unveils changes in the kynurenine pathway following cardiopulmonary resuscitation. Metabolomics 2013, 9:839–852. RAPPORTO ATTIVITA’ 78 2013 IRFMN 4. 5. 6. Merico V, Zuccotti M, Carpi D, Baev D, Mulas F, Bellazzi R, Pastorelli R, Redi C A, Moratti R, Garagna S, Balduini A. The genomic and proteomic blueprint of mouse megakaryocytes derived from embryonic stem cells. Journal of thrombosis and haemostasis 2012, 10:907-15. Scornavacca G, Gesuete R, Orsini F, Pastorelli R, Fanelli R, De Simoni MG, Airoldi L. Proteomic analysis of mouse brain cortex identifies metabolic downregulation as a general feature of ischemic preconditioning. J Neurochem.2012, 122, 1219– 1229. Brunelli L, Llansola M, Felipo V, Campagna R, Airoldi, Fanelli R and Pastorelli R. Food-relevant non-dioxin like polychlorinated biphenyls alter the proteome of cerebellar neurons in culture by different key functional networks. Journal of Proteomics 2012, 75:2417-30. ATTIVITA’ DEL DIPARTIMENTO L’attività del Dipartimento Ambiente e Salute è dedicata allo studio dei fattori ambientali rilevanti per la salute umana. Le principali linee di ricerca riguardano la rilevazione di fattori tossici nell’ambiente, la valutazione dell’esposizione umana e dei rischi per la salute, infine lo studio dei meccanismi di tossicità degli inquinanti. La valutazione della presenza di inquinanti nell’ambiente riguarda sia sostanze ben conosciute, come diossine e PCB, che nuove classi di contaminanti “non convenzionali” (interferenti endocrini, composti “naturali” potenzialmente tossici, e farmaci diffusi nell'ambiente a seguito dell’utilizzo umano o veterinario). Da questi studi è nato di recente un originale campo d’indagine, che permette di studiare i consumi di droghe d’abuso, attraverso la loro identificazione e misura nelle acque di scarico urbane e nei fiumi. Per la rilevazione di queste sostanze vengono sviluppate e utilizzate tecniche analitiche sofisticate basate sulla spettrometria di massa. Il Dipartimento è attivo nella valutazione dell’esposizione umana ai composti tossici presenti nell'ambiente e negli alimenti. La dieta, infatti, è la principale fonte di inquinanti di interesse prioritario (PCB, diossine e altri interferenti endocrini). La valutazione del rischio associato a reali situazioni di contaminazione ambientale, ha assunto di recente grande importanza. Per rispondere alla crescente richiesta d’informazione, il Dipartimento svolge un'attività di Analisi di Rischio tossicologico ed ecotossicologico, basata su studi in campo e modelli previsionali di tossicità. Le attività sui modelli previsionali sono effettuate in collaborazione con l’Agenzia per la Protezione Ambientale degli Stati Uniti (US EPA), nonché con autorità statali di alcuni paesi europei, come Italia e Gran Bretagna. Ne è derivata l’introduzione di una piattaforma, VEGA (Virtual models for property Evaluation of chemicals within a Global Architecture), liberamente accessibile su internet per la predizione di proprietà tossicologiche e ambientali. Vengono inoltre valutati gli effetti tossici di contaminanti ambientali sui principali meccanismi di sviluppo del sistema nervoso centrale, attraverso l’utilizzo di modelli animali (in vivo e in vitro). Studi di epidemiologia molecolare vengono utilizzati per identificare fattori genetici e/o ambientali capaci di influenzare il rischio per la salute. Si cercano inoltre nuovi “indicatori biologici” utili all’identificazione di soggetti a rischio, per poi individuare appropriate strategie di prevenzione. Nel Dipartimento è stata sviluppata una piattaforma tecnologica avanzata di proteomica, per identificare proteine differenzialmente espresse in vari comparti biologici, in diverse condizioni sperimentali e cliniche. Questo approccio in ambito biomedico e tossicologico è particolarmente interessante, perché può portare alla scoperta di nuovi bioindicatori di diagnosi, prognosi, rischio di malattia e/o di effetto tossico. Per integrare gli studi di proteomica, una nuova disciplina, la metabolomica, è entrata a far parte degli interessi del Dipartimento. I metaboliti - piccole molecole come amino acidi, zuccheri, grassi, ormoni, etc.- rappresentano i prodotti finali della espressione genica e dell’attività di RAPPORTO ATTIVITA’ 79 2013 IRFMN proteine enzimatiche e definiscono il fenotipo biochimico di un sistema biologico. L’analisi dei metaboliti può quindi essere vista come un nuovo strumento diagnostico ed un mezzo per conoscere i meccanismi di sviluppo delle malattie. La spettrometria di massa è la principale tecnica analitica usata nel Dipartimento, che dispone di un parco strumentale completo e all’avanguardia. La strumentazione include infatti numerosi spettrometri di massa per gas cromatografia (a bassa ed alta risoluzione, con ionizzazione EI e CI), per cromatografia liquida (micro e nano LC), e per analisi dirette con ionizzazione laser (MALDI). Gli strumenti utilizzano le tecnologie più nuove sia per la cromatografia liquida (nano LC su chip) che per la spettrometria di massa (strumentazione tandem con tripli quadrupoli, TOF-TOF, fino alla strumentazione ibrida con trappola ionica lineare ed orbitrap). Sono inoltre disponibili tecniche di ionizzazione elettrospray diretta (DESI) per la caratterizzazione di superfici di campioni. PRINCIPALI RISULTATI I possibili marcatori circolanti ottenuti dalla metabolomica untargeted sono stati validati attraverso spettrometria di massa in un primo studio transazionale (dal ratto all’uomo) di rianimazione cardiopolmonare e outcome neurologico. Lo studio del profilo metabolico globale plasmatico (untargeted metabolomics) in un modello sperimentale di arresto cardiaco ha consentito di identificare specifiche vie metaboliche le cui alterazioni potrebbero essere coinvolte nell’outcome neurologico della rianimazione cardiopolmonare, suggerendo quindi potenziali target d’intervento per l’outcome dell’arresto cardiaco. L’analisi del proteoma plasmatico in una coorte di soggetti reclutati nell’ambito dello studio “European Prospective Investigation into Cancer and Nutrition” (EPIC) ha portato all’identificazione della clusterina come indicatore di rischio di tumore del colon-retto in campioni plasmatici prelevati prima della diagnosi. L'analisi del proteoma della corteccia cerebrale di topo in modelli di ischemia cerebrale suggerisce che la diminuita regolazione del metabolismo energetico potrebbe avere un ruolo importante nel precondizionamento ischemico. I NDL-PCBs sono importanti fattori di rischio per la neurotossicità dello sviluppo, essendo in grado di modificare il profilo proteomico cerebrale con conseguenze negative sulle funzioni cognitive della prole. In modelli animale. Identificazione, mediate proteomica accoppiata alla network analysis, di nuovi mediatori in grado di modulare gli effetti del TCDD sullo sviluppo dell’osso. Caratterizzazione del profilo di proteine dell'osso in un modello murino di osteoporosi. Caratterizzazione del profilo di proteine epatiche in ratti esposti a TCDD. Identificazione di un sottogruppo di proteine epatiche di ratto indicative della diversa suscettibilità alla diossina. La presenza di addotti del 4-aminobifenile all’emoglobina permette di individuare soggetti non fumatori, ad elevato rischio di tumori riconducibili all’esposizione a fumo passivo. Valori di riferimento delle frequenze alleliche e genotipiche di diversi geni metabolici in una popolazione di 15000 soggetti controllo. Il polimorfismo del CYP1A1 modifica il rischio di tumore del polmone. Modelli read across e simulazioni al computer per la predizione del valore di NOALE per prodotti cosmetici. Nuovi modelli computazionali, disponibili on-line, per la predizione della tossicità ed ecotossicità delle sostanze chimiche, in accordo con il regolamento europeo REACH. Questi strumenti sono stati utilizzati per prevedere le proprietà di 4 milioni di sostanze chimiche. RAPPORTO ATTIVITA’ 80 2013 IRFMN Un nuovo strumento per determinare, con alto grado di accuratezza, se un composto chimico è bioaccumulativo, evitando l’uso del modello ittico sperimentale. I modelli VEGA per mutagenicità sono risultati i più predittivi, da un confronto con 8 diversi metodi, con accuratezze analoghe a quelle dei metodi sperimentali. Ci sono circa 1600 utenti di VEGA nel mondo. Un nuovo indice che integra la caratterizzazione di rischio per endpoint umani e eco tossicologici. Workflow proteomico/bioinformatico per lo studio comparato di secretomi in linee cellulari tumorali. Profilo proteomico globale dei secretomi di linee cellulari di carcinoma pancreatico e identificazione dei network funzionali perturbati. L’albumina può diventare fonte di peptidi antigenici in condizioni di proteinuria e danno renale. Una nuova metodologia, pubblicata sul Bollettino Ufficiale della Regione Lombardia,per la caratterizzazione degli odori ambientali, permette di identificare, in situazioni complesse, la fonte delle emissioni odorigene o il processo responsabile. Il consumo alimentare di quantitativi medio-elevati di pesce può causare il superamento dei limiti di sicurezza per l’assunzione giornaliera di PCB e sostanze diossino-simili. Uno stesso alimento può contenere concentrazioni di PCB e sostanze diossino-simili diverse in differenti paesi dell’UE. Identificazione di residui di droghe d'abuso e loro metaboliti nelle acque di scarico urbane e di superficie, e utilizzo dei livelli per lo studio dei consumi di droghe nella popolazione. Dimostrazione che tra il 2008 e il 2009, a Milano, si è ridotto significativamente il consumo di cocaina ed eroina ed è aumentato quello di metamfetamina. Dimostrazione dei rischi associati all’inquinamento ambientale da farmaci. Identificazione di specifiche leggi fisiche che regolano l’inquinamento ambientale da farmaci (carico ambientale, bilancio di massa). Caratterizzazione della distribuzione dei valori di assunzione attraverso la dieta di diossine, PCB diossino-simili e PCB non diossino-simili nella popolazione generale italiana. L'assunzione di PCB è maggiore attraverso il consumo di pesce allevato rispetto al pesce libero, a causa del maggior contenuto di grasso nel pesce allevato. Sviluppo di nuovi metodi in spettrometria di massa per la misura selettiva di farmaci e droghe d’abuso in campioni ambientali. Sviluppo di metodologie innovative per la caratterizzazione degli odori ambientali e per l'inquinamento olfattivo e la sua tossicità. Sono stati caratterizzati gli effetti tossici di due importanti inquinanti ambientali, i polibromodifenil eteri (PBDE) e il metilmercurio (MeHg), in un modello murino di esposizione prenatale agli inquinanti. E’ stato determinato che queste due classi di contaminanti sono in grado di indurre alterazione a livello di strutture fondamentali per lo sviluppo neuronale già a concentrazioni realistiche di esposizione umana. COLLABORAZIONI NAZIONALI AMA Roma ARPA Emilia Romagna ARPA Veneto ASL Bergamo ASL Brescia ASL Cagliari ASL Como ASL Cremona RAPPORTO ATTIVITA’ 81 2013 IRFMN ASL Lecco ASL Lodi ASL Milano ASL Milano 1 ASL Milano 2 ASL Monza Brianza ASL Napoli ASL Vallecamonica-Sebino ASL Varese Centro Reach Srl CLIR Spa Lomellina CNR – IRSA Comune di Peschiera del Garda (BS) Comune di Rosignano Marittimo (LI) Comune di Sant’Urbano (PD) CSRA-Asti Dipartimento delle Politiche Antidroga, Presidenza del Consiglio dei Ministri Federchimica Fondazione 'S. Maugeri' INRAN-Istituto Nazionale di Ricerca sugli Alimenti e la Nutrizione ISPO, Firenze Istituto Clinico Humanitas, Milano Istituto Nazionale per lo Studio e la Cura dei Tumori, Milano Istituto Superiore di Sanità I.Z.S.L.T - Istituto Zooprofilattico Sperimentale del Lazio e Toscana Metropolitana Milanese Mineracqua Ministero dell'Ambiente Ministero della Salute Ministero dello Sviluppo Economico Politecnico di Milano Politecnico di Torino Provincia di Vercelli Provincia Pordenone Rotary Club Sirmione (BS) Stazione Sperimentale dei Combustibili, Milano Università Bocconi Università degli Studi del Piemonte Orientale Università degli Studi di Cagliari Università degli Studi di Genova Università degli Studi di Milano Università degli Studi di Napoli "Federico II" Università degli Studi di Palermo Università degli Studi di Parma Università degli Studi di Pavia Università degli Studi di Perugia Università degli Studi di Roma "La Sapienza" Università degli Studi di Siena Università degli Studi di Torino Università dell’Insubria, Varese Università degli Studi di Verona RAPPORTO ATTIVITA’ 82 2013 IRFMN COLLABORAZIONI INTERNAZIONALI BASF Agricultural Centre, Limburgerhof, Germania CEFIC, European Chemical Industry Council, Bruxelles, Belgio Centre for Environmental Policy, Imperial College, Londra, Gran Bretagna Danish Institute of Agricultural Sciences, Research Centre Foulum, Tjele, Danimarca Department of Analytical and Pharmaceutical Chemistry, The Royal Danish School of Pharmacy, Danimarca Department of Computer Science and Engineering, University of Galati, Romania Department of Electrical and Computer Engineering, University of Patras, Grecia Department of Environmental Science, Faculty of Science and Technology, Aarhus University, Aarhus, Finlandia Department of Epidemiology & Public Health, Imperial College, Londra, Gran Bretagna Department of Inland Fisheries, Institute of Freshwater Ecology and Inland Fisheries, Berlino, Germania Department of Molecular Biology, University of Bergen, Bergen, Norvegia Department of Organic Chemistry, Universidad de Cadiz, Cadice, Spagna Environmental Chemistry, IIQAB-CSIC, Barcellona, Spagna Environmental Hygiene and Chemistry Department, Institute of Environmental Medicine and Hospital Epidemiology, University of Freiburg, Germania Environmental Protection Agency, US EPA - National Risk Management Research Laboratory (NRMRL), Cincinnati OH, USA European Chemicals Agency, ECHA, Helsinki, Finlandia European Monitoring Centre for Drugs and Drug Addiction (EMCDDA), Lisbona, Portogallo Faculté de Médicine et de Pharmacie, Université de Mons-Hainaut, Mons, Belgio Faculty of Veterinary Medicine, Utrecht University, Utrecht, Olanda Food and Environment Research Agency, York, Gran Bretagna Forschungzentrum Jülich Gmbh, Jülich, Germania Helmholtz-Zentrum für Umweltforschung UFZ, Lipsia, Germania In Vitro Testing Industrial Platform, Tres Cantos (Madrid), Spagna Institute of Environmental Assessment and Water Research (IDAEA-CSIC) Barcellona, Spagna Institute of Environmental Medicine, Karolinska Institute, Stoccolma, Svezia Institute of Pharmaceutical Chemistry, University of Pécs, Pecs, Ungheria Institute of Phytomedicine, Biological Control, Horticulture and Nematology, Vienna, Austria Institute of Soil Science and Plant Cultivation, Pulawy, Polonia Interdisciplinary Nanotoxicity Center, Department of Civil and Environmental Engineering, Jackson State University, Jackson, Mississippi, USA Interuniversitaeres Forchunginstitut fuer Agrarbiotechnologie, Tulln, Austria Istituto di Chimica di São Carlos, Università di São Paulo, Brasile KnowledgeMiner Software, Berlino, Germania KWR Water cycle Research Institute (KWR) Utrecht, Olanda Laboratory of Chemometrics & Bioinformatics, University of Orléans, Orléans, Francia Laboratory of Neurobiology, Centro de Investigation Principe Felipe, Valencia, Spagna Lithuanian Institute of Agricultrure, Vilnius, Lituania Liverpool John Moores University, Liverpool, Gran Bretagna National Institute of Chemistry, Kemijski Institut Ljubljana, Lubiana, Slovenia Natural Resources Research Institute, University of Minnesota, Duluth, USA National Institute for Public Health and the Environment (RIVM), Bilthoven, Olanda RAPPORTO ATTIVITA’ 83 2013 IRFMN Norwegian Institute for Water Research (NIVA), Oslo, Norvegia Pesticide Safety Directorate, York, Gran Bretagna Plant Protection Institute, Hungarian Academy of Sciences, Budapest, Ungheria PublicSpace Ltd, Lancaster, Gran Bretagna Research Institute for Pesticides and Water, University Jaume I Castellón, Spagna Rudjer Boskovic Institute, Zagabria, Croazia School of Biomedical Sciences, University of Ulster, Coleraine, Gran Bretagna SETAC Europe, Bruxelles, Belgio Symlog, Parigi, Francia Syngenta Crop Protection AG, Basilea, Svizzera Technische Universitaet Dresden, Dresda, Germania TNO, Delft, Olanda Toxicological Centre, Department of Pharmaceutical Sciences, University of Antwerp, Anversa, Belgio Unit of Environmental Risk and Health, Flemish Institute for Technological Research, Boeretang, Belgio Universitat Politècnica de Catalunya, Barcellona, Spagna Universitat Rovira i Virgili, Tarragona, Spagna University of Bath, Bath, Gran Bretagna University of Paris ‐ Sud 11, Parigi, Francia University of Santiago de Compostela, Santiago de Compostela, Spagna University of Tartu, Tartu, Estonia PRESENZA IN COMITATI EDITORIALI Journal of Environmental Science and Health, Part B (Emilio Benfenati), Journal of Environmental Science and Health, Part C (Emilio Benfenati), Chemistry Central Journal (Emilio Benfenati), Frontiers (Emilio Benfenati), The Open Toxinology Journal (Emilio Benfenati), The Open Biomarkers Journal (Luisa Airoldi), Journal of Waste Management (Enrico Davoli). ATTIVITA’ DI REVISIONE Addiction, Analytical and Bioanalytical Chemistry, Analytical Chemistry, Chemical Biology & Drug Design, Chemical Research Toxicology, Chemometrics and Intelligent Laboratory Systems, CHEMOLAB, Chemosphere, Clinical Biochemistry, Drug and Alcohol Dependence, Environment International, Environmental Pollution, Environmental Modeling & Software, Environmental Research,Environmental Science & Technology, Food and Chemical Toxicology,International Journal of Environmental Analytical Chemistry, International Journal of Molecular Science, Journal of Cellular Biochemistry, Journal of Chemical Information and Modeling, Journal of Chromatography A, Journal of Food Composition and Analysis, Journal Computer-Aided Molecular Design, Journal of Hazardous Materials, Journal of Proteome Research, Journal of Zhejiang University Science (B),Molecular Diversity, Molecular Nutrition and Food Research, Neurochemistry International, PLOS ONE,Royal Society's Philosophical Transactions, STOTEN, The Science of the Total Environment, Toxicology Letters, Toxicological Sciences, Waste Management, Water Research. PRESENZA IN COMMISSIONI NAZIONALI E INTERNAZIONALI CCPF - Commissione Consultiva Prodotti Fitosanitari (Ministero della Salute, Ministero RAPPORTO ATTIVITA’ 84 2013 IRFMN dell'Ambiente) CEFIC - External Scientific Advisory Panel ECCO - European Commission Coordination EFSA - European Food Safety Authority IGQ - Commissione Ambiente e Commissione Sicurezza ORGANIZZAZIONE DI EVENTI CALEIDOS Workshop, Istituto di Ricerche Farmacologiche Mario Negri, Milano, Italia, 7 febbraio 2013. Conference “Testing the water: first International multidisciplinary conference on detecting illicit drugs in wastewater”. 6-8 May 2013, Lisbon, Portugal. Conferenza “New Drugs, update sulle nuove sostanze psicoattive, 12 Dicembre 2013, Milano PRESENTAZIONI A CONGRESSI ED EVENTI Workshop “EU Project JUST/2010/DPIP/AG/1410: New methodological tools for policy and programme evaluation”. 7-9 February 2013, Lisbon, Portugal. Keynote presentation: “Uncertainties associated with the determination of illicit drug use through sewage analysis: results from an international study” Sara Castiglioni. Testing the Water Conference, Lisbon 6-8 May 2013. “Research needs and information gaps: conclusions from the conference rapporteur” Sara Castiglioni, Testing the Water Conference, Lisbon 6-8 May 2013. Meeting: ITN SEWPROF Project Training Course: human health and the environment. 22-24 April 2013, Bath, UK. ITN SEWPROF Project Supervisory Board Meeting.25 April 2013, Bath, UK. Meeting ITN SEWPROF Project Training Course: Sampling, sample handling, storage and sample preparation. CIENS, Oslo Science Park, Oslo, Norway (9-10th September 2013) ITN SEWPROF Project Supervisory Board Meeting 11th September 2013, Oslo Science Park, Oslo, Norway. Symposium: Nutrition: Research, Innovation and Markets, Università di Montréal, Montréal, 8 ottobre 2013. Alimentazione, Salute, Ambiente ed Equità Sociale, Palazzo d’Accursio, Bologna, 25 novembre 2013. CONTRIBUTI E CONTRATTI A2A Brescia ACEGAS S.p.A, Trieste AIDEPI (Associazione delle Industrie del Dolce e della Pasta Italiane) AIIPA (Associazione Italiana Industrie Prodotti Alimentari) AMA, Roma ASL Cagliari ASL Como ASL Mantova RAPPORTO ATTIVITA’ 85 2013 IRFMN ASL Napoli 2 ASSOFOODTEC/UCIMAC (Costruttori Italiani Macchine per Caffè Espresso ed Attrezzature per Bar) BASF Italia S.r.l. Bergamo Pulita S.r.l. Bluegreen Biotech Bracco Imaging Spa Cambrex, Paullo (MI) Catanzaro Costruzioni S.r.l. Chemservice S.r.l. CLIR S.p.A. COGEIDE S.p.A. Commissione Europea Comune di Gorla Maggiore (VA) Comune di Lomello (PV) Comune di Mazzano e Rezzato (BS) Comune di Rosignano Marittimo (LI) Comune di Sant’Urbano (PD) Consorzio Quadrifoglio S.p.A. COOP Italia CSRA Dipartimento delle Politiche Antidroga, Presidenza del Consiglio dei Ministri ECODECO S.r.l. Elior SpA EnergyGreen S.r.l. European Commission ( ANTARES, ORCHESTRA, OSIRIS, RISKCYCLE, ToxBank) Federchimica, Milano FIAT Auto S.p.A. Fondazione CARIPLO, Milano Fondazione “AQUALAB” Fondazione Italo Monzino, Milano Gruppo CSA, S.p.a. Rimini (RN) HERA S.p.A. (Holding Energia Risorse Ambiente) INDENA S.p.A. Istituto Superiore di Sanità, Roma I.Z.S.L.T - Istituto Zooprofilattico Sperimentale del Lazio e Toscana Lachifarma, Zollino (LE) Ministero dell'Ambiente, Italia Ministero della Salute, Italia Nufarm S.A.S., Francia Oxon Italia S.p.A., Pero (MI) NIVA, Oslo, Norvegia Politecnico di Milano Provincia di Pordenone Provincia di Vercelli Regione Lombardia SO.GE.NU.S. S.p.A Tenacta Group TM.E. S.p.A. Umweltbundesamt, Dessau, Germania Università Bocconi Università degli Studi di Milano RAPPORTO ATTIVITA’ 86 2013 IRFMN Università di Zurigo Veolia Servizi Ambientali S.p.A. SELEZIONE PUBBLICAZIONI SCIENTIFICHE (2013) Vigh E, Colombo A, Benfenati E, Hakansson H, Berglund M, Bódis J, Garai J. Individual breast milk consumption and exposure to PCBs and PCDD/Fs in Hungarian infants: A time-course analysis of the first three months of lactation. Sci Total Environ 449: 336-344 (2013) Maggioni S, Balaguer P, Chiozzotto C, Benfenati E. Screening of endocrine-disrupting phenols, herbicides, steroid estrogens, and estrogenicity in drinking water from the waterworks of 35 Italian cities and from PET-bottled mineral water. Environ Sci Pollut Res Int 20: 1649-1660 (2013) Maggioni S, Bagnati R, Pandelova M, Schramm K W, Benfenati E. Genistein and dicarboximide fungicides in infant formulae from the EU market. Food Chem 136: 116-119 (2013 Toropov A A, Toropova A P, Raska I Jr, Benfenati E, Gini G. Development of QSAR models for predicting antiHIV-1 activity using the Monte Carlo method. Central European Journal Chemistry 11: 371-380 (2013 Paiano V, Generoso C, Mandich A, Traversi I, Palmiotto M, Bagnati R, Colombo A, Davoli E, Fanelli R, Fattore E. Persistent organic pollutants in sea bass (Dicentrarchus labrax L.) in two fish farms in the Mediterranean Sea. Chemosphere 93: 338-343 (2013) Kalantari F, Bergkvist C, Berglund M, Fattore E, Glynn A, Hakansson H, Sand S. Establishment of the cumulative margin of exposure for a group of polychlorinated biphenyl (PCB) congeners using an improved approach that accounts for both variability and uncertainty. Regul Toxicol Pharmacol 65: 325-333 (2013) Brunelli L, Ristagno G, Bagnati R, Fumagalli F, Latini R, Fanelli R, Pastorelli R. A combination of untargeted and targeted metabolomics approaches unveils changes in the kynurenine pathway following cardiopulmonary resuscitation. Metabolomics E-pub: (2013) Kohonen P, Benfenati E, Bower D, Ceder R, Crump M, Cross K, Grafstrom R C, Healey L, Helma C, Jeliazkova N, Jeliazkov V, Maggioni S, Miller S, Myatt G, Rautenberg M, Stacey G, Willighagen E, Wiseman J, Hardy B. The ToxBank data warehouse: Supporting the replacement of in vivo repeated dose systemic toxicity testing. Mol Inform 32: 47-63 (2013) Toropov A A, Toropova A P, Benfenati E, Gini G, Leszczynska D, Leszczynksy J. CORAL: QSPR model of water solubility based on local and global SMILES attributes. Chemosphere 90: 877-880 (2013) Nendza M, Gabbert S, Kuhne R, Lombardo A, Roncaglioni A, Benfenati E, Benigni R, Bossa C, Strempel S, Scheringer M, Fernández A, Rallo R, Giralt F, Dimitrov S, Mekenyan O, Bringezu F, Schuurmann G. A comparative survey of chemistry-driven in silico methods to identify hazardous substances under REACH. Regul Toxicol Pharmacol 66: 301-314 (2013) Boriani E, Benfenati E, Baderna D, Thomsen M. Application of ERICA index to evaluation of soil ecosystem health according to sustainability threshold for chemical impact. Sci Total Environ 443: 134-142 (2013) Colombo A, Benfenati E, Bugatti S G, Lodi M, Mariani Alessandro, Musmeci L, Rotella G, Senese V, Ziemacki G, Fanelli R. PCDD/Fs and PCBs in ambient air in a highly industrialized city in Northern Italy. Chemosphere 90: 23522357 (2013) Castiglioni S, Bijlsma L, Covaci A, Emke E, Hernandez F, Reid M, Ort C, Thomas K V, Van Nuijs A L N, de Voogt P, Zuccato E. Evaluation of uncertainties associated with the determination of community drug use through the measurement of sewage drug biomarkers. Environ Sci Technol 47: 1452-1460 (2013) Benfenati E, Pardoe S, Martin T, Gonella Diaza R, Lombardo A, Manganaro A, Gissi A. Using toxicological evidence from QSAR models in practice. ALTEX 30: 19-40 (2013) Veselinovic A M, Milosavljevic J B, Toropov A A, Nikolic G M. SMILES-based QSAR model for arylpiperazines as high-affinity 5-HT1A receptor ligands using CORAL. Eur J Pharm Sci 48: 532-541 (2013) RAPPORTO ATTIVITA’ 87 2013 IRFMN Morosi L, Spinelli P, Zucchetti M, Pretto F, Carrà A, D'Incalci M, Giavazzi R, Davoli E. Determination of paclitaxel distribution in solid tumors by nano-particle assisted laser desorption ionization mass spectrometry imaging. PLoS One 8: e72532 (2013) Toropov A A, Toropova A P, Benfenati E, Gini G, Leszczynska D, Leszczynksy J, De Nucci G. QSAR models for inhibitors of physiological impact of Escherichia coli that leads to diarrhea. Biochem Biophys Res Commun 432: 214-225 (2013) Pizzo F, Lombardo A, Manganaro A, Benfenati E. In silico models for predicting ready biodegradability under REACH: a comparative study. Sci Total Environ 463-464: 161-168 (2013) Golbamaki Bakhtyari N , Raitano G, Benfenati E, Martin T, Young Douglas. Comparison of in silico models for prediction of mutagenicity. J Environ Sci Health C Environ Carcinog Ecotoxicol Rev 31: 45-66 (2013) Toropova A P, Toropov A A, Martyanov S E, Benfenati E, Gini G, Leszczynska D, Leszczynksy J. CORAL: Monte Carlo method as a tool for the prediction of the bioconcentration factor of industrial pollutants. Mol Inform 32: 145154 (2013 Cappelli C I, Manganelli S, Lombardo A, Gissi A, Benfenati E. Validation of Quantitative Structure-Activity Relationships models to predict water-solubility of organic compounds. Sci Total Environ 463-464: 781-789 (2013) Toropov A A, Toropova A P, Puzyn T, Benfenati E, Gini G, Leszczynska D, Leszczynksy J. QSAR as a random event: Modeling of nanoparticles uptake in PaCa2 cancer cells. Chemosphere 92: 31-37 (2013) Gissi A, Nicolotti O, Carotti A, Gadaleta D, Lombardo A, Benfenati E. Integration of QSAR models for bioconcentration suitable for REACH. Sci Total Environ 456-457: 325-332 (2013) Ristagno G, Fries M, Brunelli L, Fumagalli F, Bagnati R, Russo I, Staszewsky L, Masson S, Li Volti G, Zappalà A, Derwall M, Brücken A, Pastorelli R, Latini R. Early kynurenine pathway activation following cardiac arrest in rats, pigs, and humans. Resuscitation 84: 1604-1610 (2013) Baderna D, Colombo A, Amodei G, Cantù S, Teoldi F, Cambria F, Rotella G, Natolino F, Lodi M, Benfenati E. Chemical-based risk assessment and in vitro models of human health effects induced by organic pollutants in soils from the Olona valley. Sci Total Environ 463-464: 790-801 (2013) Ferrari T, Cattaneo D, Gini G, Golbamaki Bakhtyari N , Manganaro A, Benfenati E. Automatic knowledge extraction from chemical structures: the case of mutagenicity prediction. SAR QSAR Environ Res 24: 365-383 (2013) Toropov A A, Toropova A P, Benfenati E, Gini G. OCWLGI descriptors: Theory and praxis. Curr Comput Aided Drug Des 9: 226-232 (2013) Toropova A P, Toropov A A, Benfenati E, Gini G, Leszczynska D, Leszczynksy J. CORAL: QSPRs of enthalpies of formation of organometallic compounds. J Math Chem 51: 1684-1693 (2013) Nesmerak K, Toropov A A, Toropova A P, Kohoutova P, Waisser K. SMILES-based quantitative structure-property relationships for half-wave potential of N-benzylsalicylthioamides. Eur J Med Chem 67: 111-114 (2013) Toropov A A, Toropova A P, Benfenati E, Gini G, Fanelli R. The definition of the molecular structure for potential anti-malaria agents by the Monte Carlo method. Struct Chem 24: 1369-1381 (2013) Schiarea S, Arnoldi L, Fanelli R, De Combarieu E, Chiabrando C. In-depth glycoproteomic characterization of conglutin by high-resolution accurate mass spectrometry. PLoS One 8: e79306 (2013) Papa S, Rossi F, Ferrari Raffaele, Mariani Alessandro, De Paola M, Caron I, Fiordaliso F, Bisighini C, Sammali E, Colombo C, Gobbi M, Canovi M, Lucchetti J, Peviani M, Morbidelli M, Forloni G, Perale G, Moscatelli D, Veglianese P. Selective nanovector mediated treatment of activated proinflammatory microglia/macrophages in spinal cord injury. ACS Nano 11: 9881-9895 (2013) Sulaiman G M, Al-Amiery A A, Bagnati R. Theoretical, antioxidant and cytotoxic activities of caffeic acid phenethyl ester and chrysin. Int J Food Sci Nutr E-pub: (2013) RAPPORTO ATTIVITA’ 88 2013 IRFMN Magagnotti C, Matassa P G, Bachi A, Vendettuoli V, Fermo I, Colnaghi M R, Carletti R M, Mercadante D, Fattore E, Mosca F, Andolfo A. Calcium signaling-related proteins are associated with broncho-pulmonary dysplasia progression. J Proteomics 94: 401-412 (2013) Castiglioni S, Thomas K V, Kasprzyk-Hordern B, Vandam L, Griffiths P. 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Palm oil and palmitic acid: a review on cardiovascular effects and carcinogenicity. Int J Food Sci Nutr 64: 648-659 (2013) Morosi L, Zucchetti M, D'Incalci M, Davoli E. Imaging mass spectrometry: challenges in visualization of drug distribution in solid tumors. Curr Opin Pharmacol 13: 807-812 (2013) Roncaglioni A, Toropov A A, Toropova A P, Benfenati E. In silico methods to predict drug toxicity. Curr Opin Pharmacol E-pub: (2013) Golbamaki Bakhtyari N , Baderna D, Boriani E, Schuhmacher M, Heise S, Benfenati E. Toxicological and ecotoxicological studies for additives. In: Global risk-based management of chemical additives II: Risk-based assessment and management strategies. Springer-Verlag, Berlin 73-90 (2013) Baderna D, Golbamaki Bakhtyari N , Maggioni S, Vaccari M, Colacci A, Benfenati E. Toxicological characterization of waste-related products using alternative methods: Three case studies. In: Global risk-based management of chemical additives II: Risk-based assessment and management strategies. Springer-Verlag, Berlin 171-206 (2013) Bianchi G, Palmiotto M, Giavini M, Davoli E. Environmental odor pollution: A complex GC-MS, olfactometry and diffusion modeling approach to define air quality. In: Comprehensive analytical chemistry, vol 61: Advanced techniques in gas chromatography-mass spectrometry (GC-MS-MS and GC-TOF-MS) for environmental chemistry. Elsevier, Amsterdam 97-114 (2013) Palmiotto M, Colombo A, Davoli E.A GC/MS-MS versus GC/HRMS dioxin analysis comparison. Some critical considerations for low-level environmental samples. In: Comprehensive analytical chemistry, vol 61: Advanced techniques in gas chromatography-mass spectrometry (GC-MS-MS and GC-TOF-MS) for environmental chemistry. Elsevier, Amsterdam 455-469 (2013) ATTIVITA’ DI RICERCA Laboratorio di Tossicologia Molecolare Analisi proteomica I metodi prevalentemente usati per l’analisi del proteoma prevedono la separazione delle proteine mediante elettroforesi mono- e bidimensionale, l’isolamento delle specie proteiche d’interesse, la loro digestione con enzimi proteolitici e la loro identificazione mediante spettrometria di massa (MALDI-TOF MS, MALDI-TOF-TOF MS, LC-ESI-MS/MS) accoppiata all’uso di banche dati. In alternativa alla elettroforesi, le miscele di peptidi ottenuti dopo digestione con proteasi specifiche vengono separate mediante cromatografia liquida bidimensionale. RAPPORTO ATTIVITA’ 89 2013 IRFMN Le analisi di proteomica quantitativa vengono condotte mediante diverse strategie: label-free mass spectrometry (es. Spectral Counts) e Stable Isotope Labeling AminoAcids in Culture (SILAC) per analisi semi-quantitative, e Selected Reaction Monitoring-Mass spectrometry (SRM-MS) per l'analisi quantitativa assoluta. Proteomica in Tossicologia Sono in corso studi sulle modificazioni del profilo proteico indotto da composti tossici ambientali, allo scopo di identificare indicatori proteici che abbiano la capacità di distinguere due o più stati biologici diversi. In particolare, le modificazioni del profilo proteico indotte da interferenti endocrini, estrogeni o cancerogeni ambientali in tessuti e organi bersaglio di animali e in cellule sono messe in relazione con eventuali cambiamenti funzionali che determinano l'effetto tossico. Proteomica Clinica L’attività del laboratorio in questo ambito è mirata allo studio di modificazioni qualitative e quantitative del proteoma di fluidi biologici umani, soprattutto plasma, in risposta a esposizione a composti tossici ambientali o in particolari condizioni patologiche. Lo scopo principale è quello di identificare nuovi indicatori che permettano la diagnosi precoce delle malattie e/o la scoperta di nuovi bersagli terapeutici. Interactoma proteico Identificazione e caratterizzazione dei networks proteici attraverso la combinazione della stategia SILAC con la spettrometria di massa ad alta risoluzione per studiare le interazioni in vitro proteina- proteina. Metabolomica L’approccio metabolomico comporta la misura quantitativa dei profili metabolici di un organismo allo scopo di caratterizzare la risposta all’esposizione a stimuli patofisiologici esogeni o endogeni o a modificazioni genetiche. I metaboliti rappresentano i prodotti finali della espressione genica e dell’attività enzimatica e includono piccole molecole come amino acidi, zuccheri, grassi, ormoni, etc., che definiscono il fenotipo biochimico di un sistema biologico. Lo studio del profilo metabolomico si avvale di due diversi approcci: (i) metabolomica untargeted, ossia l'analisi globale di tutti i metaboliti misurabili in un campione biologico senza la conoscenza a priori della loro struttura chimica; (ii) metabolomica targeted, ossia l'analisi quantitativa di metaboliti a struttura nota. Queste tecniche analitiche sono applicate all'analisi di fluidi biologici umani in diverse condizioni patologiche (es. disfunzioni cardiovascolari, tumori, malattie rare) e in modelli sperimentali in vivo e in vitro. L’integrazione con i dati di proteomica può fornire le informazioni necessarie per conoscere meglio i processi di sviluppo delle malattie e per individuare misure preventive. Analisi di processi biologici Per una interpretazione funzionale dei dati di proteomica e/o metabolomica vengono utilizzate varie piattaforme bioinformatiche tra cui il software MetaCore ((GeneGo Inc., USA) per l’analisi di pathways biologicie la costruzione di network proteici e metabolici. Epidemiologia Molecolare L'attività del laboratorio è mirata alla misura degli indicatori biologici usati per determinare il rischio di malattia o l’esposizione umana a composti tossici ambientali. I nostri studi più recenti includono l'analisi globale delle modificazioni dell'espressione delle proteine plasmatiche, RAPPORTO ATTIVITA’ 90 2013 IRFMN seguita dalla determinazione quantitativa di possibili biomarker proteici di rischio di tumore. Altri studi sono focalizzati sull'analisi dei livelli plasmatici di cancerogeni chimici,o sulla formazione di addotti al DNA o alle proteine del sangue di diversi cancerogeni ambientali. L'importanza dei fattori genetici nel determinare la suscettibilità umana agli agenti cancerogeni ambientali, ha promosso una cooperazione a livello internazionale avente lo scopo di reperire dati di riferimento sulla frequenza dei polimorfismi genetici più comuni per gli enzimi metabolici in popolazioni di controllo. Laboratorio di Biochimica Analitica Identificazione e caratterizzazione di proteine mediante spettrometria di massa Nel laboratorio vengono messe a punto e utilizzate metodologie basate sulla spettrometria di massa (LC-ESI-MS/MS e MALDI-TOF-MS) per l’identificazione e la caratterizzazione strutturale di proteine e peptidi in campioni biologici. Questa attività è mirata principalmente a 1) caratterizzare e comparare –con approccio proteomico globale– secretomi di linee cellulari; 2) ottenere profili proteici in fluidi biologici per l’individuazione di nuovi biomarker di interesse fisiopatologico o tossicologico; 3) identificare e caratterizzare prodotti endogeni di degradazione proteica; 4) identificare proteine prodotte da cellule in vitro in risposta a determinati stimoli; 5) identificare e caratterizzare singole proteine di particolare interesse biomedico isolate da campioni biologici con metodi di immunoaffinità. Proteomica in oncologia Questa attività è mirata principalmente ad individuare –tra le proteine che si rivelano anormalmente secrete da linee di cellule tumorali umane– nuove molecole di interesse oncologico, ed in particolare potenziali target terapeutici o biomarkers diagnostici/prognostici. Le complesse differenze osservate nell’espressione proteica globale vengono poi interpretate utilizzando metodi di “systems biology”, che sono in grado mettere in evidenza i network funzionali significativamente alterati nei sistemi biologici analizzati. Tra i progetti in corso vi è lo studio del secretoma di linee cellulari tumorali , per caratterizzarne i profili di espressione proteica, ed identificare quali siano le principali alterazioni nella secrezione di proteine rispetto alle corrispondenti cellule normali. Sono in particolare in corso indagini sulle modificazioni del secretoma di cellule epiteliali del dotto pancreaticorese tumorigeniche dall’inserzione dell’oncogene K-Ras. Glicoproteomica Caratterizzazione glicoproteomica (sequenza aminoacidica, siti di glicosilazione e tipo di saccaridi legati) di proteine vegetali purificate di interesse farmaceutico/nutraceutico tramite gel elettroforesi, degradazione enzimatica e spettrometria di massa. Analisi degli effetti tossici di contaminanti ambientali sul Sistema Nervoso Centrale in via di sviluppo Sono attualmente in corso studi sugli effetti neurotossici di contaminanti ambientali (PBDE e metilmercurio) in colture neuronali primarie e modelli animali che mimano l’esposizione prenatale a tali sostanze. I principali markers di tossicità dello sviluppo neuronale vengono analizzati in vitro con metodi biochimici, immunocitochimici, di microscopia confocale e analisi di immagine tridimensionale. Gli effetti in vivo vengono studiati con analisi di immunoblotting ed istologiche. RAPPORTO ATTIVITA’ 91 2013 IRFMN Laboratorio di Chimica e Tossicologia dell’Ambiente Sviluppo e utilizzo di metodologie analitiche per indagini di contaminazione di acque, suolo, biota, campioni umani di popolazione esposta Le ricerche sono rivolte allo sviluppo e applicazione di metodi analitici per lo studio di inquinanti ambientali in ecosistemi acquatici, suoli, discariche, siti contaminati. Le analisi di inquinanti organici vengono svolte in spettrometria di massa, utilizzando la tecnica GC-MS, LC-MS, LC-MS/MS. Si effettuano sia ricerche identificative, che analisi quantitative. Gli analiti includono: diossine, PCB, PAH, analoghi polibromobifenileteri, pesticidi, composti ad attività endocrina, inquinanti industriali, etc. Studio delle proprietà ambientali, tossiche ed ecotossiche degli inquinanti Le ricerche sono rivolte allo studio delle proprietà degli inquinanti, coinvolgendo un’ampia varietà di proprietà tossicologiche ed ambientali al fine di ottenere sostanze chimiche più sicure ed affidabili. L’uso di modelli computazionali permette di processare milioni di composti chimici. Tutto ciò implica la ricerca di informazioni da letteratura, confrontando e valutando le diverse fonti, e, soprattutto, sviluppando modelli predittivi per sopperire alla mancanza di dati sperimentali. I modelli che sono sviluppati, quindi, partono dalla sola formula chimica. La ricerca calcola e valuta i diversi tipi di descrittori e frammenti chimici relativi ai composti, ottenuti con diversi software specifici. Quindi si sviluppano modelli utilizzando algoritmi quali reti neurali, fuzzy logic, algoritmi genetici, classificatori, analisi multivariata, etc. I vari metodi sono comparati e integrati in una struttura organica. Sono stati sviluppati modelli standardizzati e validati per pesticidi, sostanze cosmetiche e chimiche industriali. Sono stati sviluppati inoltre strumenti innovativi per la valutazione del dominio di applicabilità dei modelli, per ottenere predizioni utili a scopi regolatori, come ad esempio per il REACH, i biocidi, i pesticidi e altri regolamenti. Analisi del rischio associato agli inquinanti Le ricerche sono rivolte allo studio dell'analisi del rischio per la popolazione e l'ambiente, associato all'esposizione a contaminanti ambientali. A tal fine si eseguono studi di modellazione del trasporto e diffusione degli inquinanti, per giungere a una concentrazione prevista nel contesto spazio-temporale. Tale attività si combina con quelle sopra esposte –relative alle analisi chimiche di inquinanti e caratterizzazione della tossicità ed ecotossicità - per giungere a un costrutto organico e articolato. Studio di emissioni di inquinanti in atmosfera (Unità di igiene Industriale e Ambientale) Le ricerche sono rivolte allo studio delle emissioni di inquinanti in atmosfera. Lo studio riguarda sia il campionamento in aree circostanti la fonte di emissione, sia le analisi chimiche, sia la modellazione del trasporto in considerazione delle condizioni meteorologiche e dell'orografia, sia l'analisi del rischio sulla popolazione e l'ambiente. Le analisi qualitative e quantitative di inquinanti organici vengono svolte in gas cromatografia-spettrometria di massa, in modalità alta risoluzione (diossine) o ionizzazione chimica negativa (PCB). Laboratorio di Spettrometria di Massa Inquinamento da particolato RAPPORTO ATTIVITA’ 92 2013 IRFMN Le evidenze epidemiologiche mostrano come un numero sempre crescente di patologie, sia acute che croniche, siano associate all'inquinamento da particolato urbano. Questo riguarda non solo malattie legate al sistema respiratorio, ma anche al sistema cardiovascolare. Vengono sviluppate metodologie per il campionamento e l'analisi di particolato, al fine di caratterizzare sia le sostanze adsorbite e veicolate, sia l'esposizione cui si è soggetti in differenti situazioni ambientali. Sviluppo di metodologie e strumentazione in campo ambientale Vengono sviluppate metodologie analitiche e strumentazioni dedicate a specifiche problematiche ambientali. Generalmente la strumentazione sviluppata, sempre basata sulla spettrometria di massa, mira ad avere sensibilità elevate per la misura di inquinanti in tracce ed ultratracce, o ad essere trasportabile per effettuare analisi in campo, o ad essere automatizzata per effettuare monitoraggi. Caratterizzazione dell’inquinamento olfattivo e della sua tossicità Le problematiche legate all'inquinamento olfattivo, problema sempre più sentito dalla popolazione generale, sono legate alla complessità sia della percezione degli odori, che alla formazione degli odori ambientali. Questi sono spesso il risultato dell’interazione di diverse sostanze odorigene che, tutte insieme, e a bassissime concentrazioni, partecipano alla formazione dell'odore. La base per lo studio dell'inquinamento olfattivo è la conoscenza delle diverse sostanze presenti in ambienti "inquinati". Sono quindi necessarie sia metodologie analitiche che permettano di identificare e misurare gli "odoranti" presenti, che metodologie chemiometriche necessarie per ricostruire informazioni utili per l'identificazione della causa principale della molestia olfattiva. Laboratorio di Tossicologia della Nutrizione Studi in nutrizione: contaminanti chimici negli alimenti. Nutrizione e salute Sono in corso studi per valutare l’esposizione alimentare del consumatore Italiano a PCB e diossine. In particolare, sono state condotte indagini per determinare i livelli di questi inquinanti nel latte materno di donne residenti in zone ad elevato inquinamento. Altri studi hanno misurato la contaminazione di PCB e diossine nel pesce pescato in Italia e in alimenti vari provenienti da aree geografiche italiane a rischio particolare. Altri studi sono diretti a valutare la relazione tra contenuto di sodio nella dieta e salute. In particolare la ricerca in corso intende identificare ed applicare in gruppi di soggetti volontari metodologie pratiche per ridurre il contenuto di sodio nella dieta giornaliera. Farmaci e droghe d’abuso nell’ambiente I farmaci rappresentano uno dei più recenti inquinanti ambientali identificati. Sono attualmente in corso campagne di misurazione di farmaci e di metaboliti nelle acque di alcuni fiumi, di depuratori di acque di scarico urbane e in acque potabili sul territorio nazionale, allo scopo di definire il problema e studiare i rischi correlati. Altri studi in corso indagano la relazione tra presenza di antibiotici nell'ambiente e sviluppo di antibiotico-resistenza nei batteri ambientali. Uno studio sulle droghe d'abuso condotto misurando cocaina e suoi metaboliti umani nelle acque di alcuni depuratori e fiumi italiani, ha consentito di stimare i consumi nella popolazione afferente, dimostrando che l'utilizzo di questa droga è probabilmente molto superiore a quello stimato mediante metodi ufficiali. L’approccio è stato successivamente esteso ad includere altre droghe di uso comune come cannabis, oppiacei (eroina e morfina) e amfetamine (amfetamina, metamfetamina e ecstasy). Questo nuovo metodo fornisce risultati oggettivi, complementari a quelli dei metodi epidemiologici tradizionali, e gli studi attuali sono tesi a valutare se il suo utilizzo può consentire uno studio più completo del fenomeno droga, prestandosi al RAPPORTO ATTIVITA’ 93 2013 IRFMN monitoraggio in continuo dei consumi e permettendo di individuare in tempo reale nuove tendenze di utilizzo delle sostanze stupefacenti nella popolazione. In particolare, sono in corso studi a livello nazionale, in collaborazione con il Dipartimento per le Politiche Antidroga della Presidenza del Consiglio dei Ministri, studi a livello regionale, in collaborazione con Regione Lombardia e studi locali, in collaborazione con alcune ASL e con Metropolitana Milanese. Altri studi attualmente in corso, condotti in collaborazione con numerosi gruppi di ricerca Europei e con l’European Monitoring Centre for Drugs and Drug Addiction (EMCDDA), intendono studiare il consumo di sostanze stupefacenti in Europa, misurando in contemporanea i consumi in 19 città di 14 nazioni e confrontando i risultati con quelli ottenuti mediante metodi epidemiologici tradizionali. Attività regolatorie E' in corso la valutazione di monografie di prodotti fitosanitari per incarico del Ministero della Sanità, ai fini della registrazione nell’Unione Europea. Unità di Valutazione di Rischio degli Inquinanti Ambientali Valutazioni di Rischio Tossicologico L’attività dell’unità è incentrata sulla valutazione dell’esposizione e dei rischi per la salute determinati da specifiche situazioni di contaminazione ambientali, quali inquinamento dell’aria, del terreno e delle acque superficiali o sotterranee. In particolare nel 2013 sono proseguite le attività relative alla valutazione dell’ impatto sulla salute dovute alle emissioni provenienti da discariche di rifiuti, e all’inquinamento indoor da ozono. L’unità si è anche occupata di rischi legati all’alimentazione. Sono stati quantificati i livelli di acetaldeide in campioni di bevande alcoliche e non, al fine di valutare l’impatto sulla salute per i consumatori, ed è stata condotta una meta-analisi relativamente all’effetto dell’olio di palma sui marcatori di rischio di malattie cardiovascolari. Unità di Strumentazione Analitica Sviluppo e applicazione di metodi analitici per la misura di sostanze di interesse e biologico e ambientale Le attività di ricerca includono l’analisi di liquidi biologici e campioni ambientali usando l’estrazione in fase solida (SPE) e la cromatografia liquida accoppiata alla spettrometria di massa (LC-ESI-MS/MS). Gli strumenti utilizzati comprendono spettrometri di massa con analizzatori a tempo di volo (TOF), a triplo quadrupolo, a trappola ionica e LTQ-Orbitrap XL ad alta risoluzione, con sorgenti convenzionali e nanoSpray. Le sostanze di interesse includono proteine, peptidi, steroidi, ormoni, farmaci, droghe, altri contaminanti ambientali (pesticidi, composti per fluorurati, micotossine) e piccoli polimeri (PM < 5000 Da). RAPPORTO ATTIVITA’ 94 2013 IRFMN DIPARTIMENTO DI NEUROSCIENZE PERSONALE Capo Dipartimento Gianluigi FORLONI, Dr.Sci.Biol. Laboratorio di Biologia delle Malattie Neurodegenerative Capo Laboratorio Gianluigi FORLONI, Dr.Sci.Biol. Unità di Genetica delle Malattie Neurodegenerative: Capo Unità Diego ALBANI, Dr. SCi.Biol, Unità di Trauma spinale acuto e Rigenerazione Capo Unità Pietro VEGLIANESE, Dr. Sci Biol Laboratorio di Epidemiologia e Psichiatria Sociale Capo Laboratorio Barbara D’AVANZO, Dr.Filo. Laboratorio di Infiammazione e Malattie del Sistema Nervoso Capo Laboratorio Maria Grazia DE SIMONI, Dr.Sci.Biol. Unità Terapia Cellulare e Danno Cerebrale Acuto Capo Unità Elisa Roncati Zanier, Dr. Med..Chir Laboratorio di Malattie Neurologiche Capo Laboratorio Ettore BEGHI, Dr.Med.Chir. Laboratorio di Morte Neuronale e Neuroprotezione Capo Laboratorio Tiziana BORSELLO, Dr.Sci.Biol Laboratorio di Neurobiologia Molecolare Capo Laboratorio Caterina BENDOTTI, Dr.Farm. Laboratorio di Neurobiologia dei Prioni Capo Laboratorio Roberto CHIESA, Dr.Biol Laboratorio di Neurochimica e Comportamento Capo Laboratorio Roberto W. INVERNIZZI, Dr. Sci Biol Unità di Farmacologia del Comportamento Cognitivo: Capo Unità Mirjana CARLI, PhD RAPPORTO ATTIVITA’ 95 2013 IRFMN Laboratorio di Neurologia Sperimentale Capo Laboratorio Annamaria VEZZANI, Dr.Sci.Biol. Unità Fisiopatologia della comunicazione glio-neuronale Capo Unità RAVIZZA, Dr.Sci.Biol Teresa Laboratorio di Neuropsichiatria Geriatrica Capo Laboratorio Ugo LUCCA, MSc Unità di Epidemiologia Geriatrica Capo Unità Mauro TETTAMANTI, Dr.Sci.Biol. Unità di Farmacologia Geriatrica Capo Unità Emma RIVA, Dr.Med.Chir. Laboratorio di Psicofarmacologia Sperimentale Capo Laboratorio Luigi CERVO, PhD Laboratorio di Valutazione della Qualità dei Servizi per l’Anziano Capo Laboratorio Alessandro NOBILI, Dr.Med.Chir. RAPPORTO ATTIVITA’ 96 2013 IRFMN CURRICULA VITAE Gianluigi Forloni si è laureato in Scienze Biologiche all'Università di Milano. nel 1985. Dal 1986 al 1988 è stato ricercatore presso il Dipartimento di Neuroscienze dell'Università Johns Hopkins di Baltimora (USA). All’Istituto Mario Negri dal 1992 al 1995 è stato capo dell’Unità di Neurobiologia dell’Alzheimer, dal 1996 è responsabile del Laboratorio di Biologia delle Malattie Neurodegenerative e dal 2002 è anche Capo del Dipartimento di Neuroscienze. Gli interessi di ricerca riguardano le basi genetiche e biologiche delle malattie neurodegenerative associate all’invecchiamento, e in particolare alla malattia di Alzheimer, alle encefalopatie spongiformi e al morbo di Parkinson. E’ stato membro di diverse commissioni europee per la valutazioni di progetti nell’ambito delle malattie neurodegenerative e attualmente fa parte del gruppo di coordinamento del Consorzio IMI-Pharmacog della Comunità Europea (27 partner). E’ Presidente dell'Associazione Italiana per la Ricerca sull'Invecchiamento Cerebrale (AIRIC), del membro del Comitato Scientifico di SINDEM e dell’European Accademy of Science. E' autore di oltre 240 pubblicazioni su riviste internazionali, e di circa 30 tra review e capitoli di libri. Principali pubblicazioni Forloni G., Angeretti N., Chiesa R., Monzani E., Salmona M., Bugiani O.,Tagliavini F. Neurotoxicity of a prion protein fragment. Nature 362: 543-546 (1993) Forloni, G., Tagliavini, F.,Bugiani, O. and Salmona, M. Amyloid in Alzheimer’s disease and prion-related encephalopathies: Studies with synthetic peptides. Progr. Neurobiol. 49: 287- 315 (1996) Forloni G. Iussich, S. Awan T. Colombo L. Angeretti, N. Girola, L. Bertani, I. Poli, G. Caramelli, M. Bruzzone, MG.Farina, L. Limido, L. Rossi, G. Giaccone G. Ironside, JW. Bugiani, O.Salmona M. and Tagliavini, F. Tetracyclines affect prion infectivity Proc. Natl. Acad. Sci . New York 99: 10849-10854 (2002) Fioriti, L. Angeretti, N.. Colombo, L., De Luigi A., Manzoni, C., Colombo A., Morbin, M., Tagliavini, F., Salmona, M. Chiesa, R. Forloni, G. Neurotoxic and gliotrophic activity of a synthetic peptide homologous to Gerstmann-SträusslerScheinker disease amyloid protein. J. Neurosci. 27: 576-83 (2007) Dossena S, Imeri L, Mangieri M, Garofoli A, Ferrari L, Senatore A, Restelli E, Balducci C, Fiordaliso F, Salio M, Bianchi S, Fioriti L, Morbin M, Pincherle A, Marcon G, Villani F, Carli M, Tagliavini F, Forloni G, Chiesa R. Mutant prion protein expression causes motor and memory deficits and abnormal sleep patterns in a transgenic mouse model. Neuron. 60: 598609 (2008) Balducci, C., Beeg, M., Stravalaci, M., Bastone, A.,, Sclip, A., Biasini, E., Tapelll., Colombo, L. Canzoni, C., Borsello, T., Chiesa, R., Gobbi, M., Salmona M. Forloni, G., A oligomers impair memory independently of cellular prion potein Proc. Natl. Acad. Sci USA, 107: 2295-2300 (2010) * Senatore, A., Colleoni, S., Verderio, C., Restelli, E., Morini, R., Codliffe, SB, Bertani, I., Mantovani, S., Canovi, M. Micotti, E., Forloni, G., Dolphin AC., Matteoli, M., Gobbi, M., Chiesa R. Mutant Prion Protein Suppresses Glutamatergic Neurotransmission in Cerebellar Granule Neurons by Impairing Membrane Delivery of Voltage-gated Calcium Channel 2d -1 Subunit. Neuron 74: 300-313 (2012) * Puoti, G., Bizzi, A., Forloni G., Safar JG.,Tagliavini, F., Gambetti, P. Sporadic human prion diseases: molecular insights and diagnosis. Lancet Neurology 11: 618-28 (2012) * Polito, l, Kehoe P, Davin, A., Ghidoni, R., Benussi, L., Quadri, PL, Lucca, U., Tettamanti, M., Mariani, C., Forloni, G., Albani, D. The SIRT2 polymorphism rs10410544 as susceptibility factor for Alzheimer’s disease. Alzheimer & Dementia 9: 392-399 (2013) * Forloni, G., Sclip, A.,Borsello, T., Balducci, C. The neurodegeneration in Alzheimer's disease and the prion protein. Prion 7: 60-65(2013) Ettore Beghi si è laureato in Medicina e Chirurgia nel 1972 e si è specializzato in Neurologia nel 1976 presso l’Università degli Studi di Milano. Ha svolto un periodo formativo nel Dipartimento di Epidemiologia e Statistica della Mayo Clinic di Rochester, MN (USA). E’ capo del Laboratorio di Malattie Neurologiche dell’Istituto Mario Negri, Direttore dell’Unità di Neurofisiopatologia/Centro per l’Epilessia e Professore a Contratto di Neuroepidemiologia dell’Università di Milano-Bicocca a Monza. E’ membro del comitato editoriale delle riviste Epilepsia, Neuroepidemiology, Inpharma, Drugs in R & D, Clinical Drug Investigation, Neurological Sciences, Clinical Neurology and Neurosurgery, ed è revisore di numerose riviste nazionali e internazionali. Le sue principali aree di interesse e di ricerca riguardano studi di epidemiologia descrittiva, analitica e sperimentale nel settore dell’epilessia, delle neuropatie periferiche, delle cefalee e della sclerosi laterale amiotrofica. Principali pubblicazioni: Beghi E, Pupillo E, Bonito V, Buzzi P, Caponnetto C, Chiò A, Corbo M, Giannini F, Inghilleri M, Bella Vl, Logroscino G, Lorusso L, Lunetta C, Mazzini L, Messina P, Mora G, Perini M, Quadrelli Ml, Silani V, Simone Il, Tremolizzo L; RAPPORTO ATTIVITA’ 97 2013 IRFMN Italian Als Study Group. Randomized Double-Blind Placebo-Controlled Trial Of Acetyl-L-Carnitine For Als. Amyotroph Lateral Scler Frontotemporal Degener. 2013:14:397-405. Nobile-Orazio E, Cocito D, Jann S, Uncini A, Beghi E, Messina P, Antonini G, Fazio R, Gallia F, Schenone A, Francia A, Pareyson D, Santoro L, Tamburin S, Macchia R, Cavaletti G, Giannini F, Sabatelli M; IMC Trial Group.Intravenous immunoglobulin versus intravenous methylprednisolone for chronic inflammatory demyelinating polyradiculoneuropathy: a randomised controlled trial. Lancet Neurol. 2012; 11:493-502 Beghi E, D'alessandro R, Beretta S, Consoli D, Crespi V, Delaj L, Gandolfo C, Greco G, La Neve A, Manfredi M, Mattana F, Musolino R, Provinciali L, Santangelo M, Specchio Lm, Zaccara G; On Behalf Of The Epistroke Group. Incidence And Predictors Of Acute Symptomatic Seizures After Stroke. Neurology 2011; 77:1785-1793. E. Beghi, E. Pupillo, P. Messina, G. Giussani, A. Chio, S. Zoccolella, C. Moglia, M. Corbo, G. Logroscino, For The Eurals Group. Coffee And Amyotrophic Lateral Sclerosis: A Possible Preventive Role. Am J. Epidemiol 2011; 174 : 1002-1008. Leone Ma, Vallalta R, Solari A, Beghi E, For The First Group. Treatment Of First Tonic-Clonic Seizure Does Not Affect Mortality: Long-Term Follow-Up Of A Randomised Clinical Trial. J Neurol Neurosurg Psychiatry 2011; 82(8):924-927. A. Del Felice, E. Beghi, G. Boero, A. La Neve, G. Bogliun, A. De Palo, L.M. Specchio. Early Versus Late Remission In A Cohort Of Patients With Newly Diagnosed Epilepsy. Epilepsia 2010; 51: 37-42. G. Logroscino, B.J. Traynor, O. Hardiman, A. Chiò, D. Mitchell, R.J. Swingler, A. Millul, E. Benn, E. Beghi. Incidence Of Amyotrophic Lateral Sclerosis In Europe. J Neurol Neurosurg Psychiatry 2010; 81: 385-390. Leone Ma, Solari A, Beghi E, For The First Group. Treatment Of The First Tonic-Clonic Seizure Does Not Affect Long-Term Remission Of Epilepsy. Neurology 2006; 67: 2227-2229 Caterina Bendotti, laureata in Farmacia all’Università di Milano nel 1984; negli anni 1986-1988 è stata ricercatrice presso il Dipartimento di Fisiologia della Johns Hopkins University di Baltimora, USA. Tra il 1984 e il 1992 è stata ricercatrice nel laboratorio di Neurofarmacologia e nel 1992 è diventata responsabile dell’Unità di Neurobiologia Molecolare. Dal 1998 è capo laboratorio e l’area di ricerca principale è lo studio dei meccanismi patogenetici della Sclerosi Laterale Amiotrofica. Dal 2002 è membro dell’Editorial Board del Journal of Neurochemistry e dal 2009 della rivista CNS. Nel 2003-2007 è stata membro delle commissioni ministeriali per lo studio delle problematiche concernenti la diagnosi, la cura e l’assistenza dei pazienti affetti da sclerosi laterale amiotrofica. Dal 2005-2009 è stata membro del consiglio direttivo della Società Italiana di Neuroscienze. Nel 2006-2010 è stata membro del Research Advisory Panel del “Motor neuron Disease Association” inglese, dal 2008 membro del comitato scientifico della Thierry Latran Foundation francese. Nel 2007 ha co-organizzato il primo meeting internazionale su ”Mutant SOD1 and familial ALS: from the molecule to man” a Milano (13-16 Settembre). E’ revisore scientifico di 11 riviste scientifiche internazionali e revisore di grants di 6 differenti agenzie di finanziamento. Autrice e coautrice di oltre 140 pubblicazioni di cui 130 con peerreview e relatrice di numerose comunicazioni a congressi nazionali e internazionali. Principali pubblicazioni Nardo G, Iennaco R, Fusi N, Heath PR, Marino M, Trolese MC, Ferraiuolo L, Lawrence N, Shaw PJ, Bendotti C. Transcriptomic indices of fast and slow disease progression in two mouse models of amyotrophic lateral sclerosis. Brain. 2013; 136:3305-32 Basso M, Pozzi S, Tortarolo M, Fiordaliso F, Bisighini C, Pasetto L, Spaltro G, Lidonnici D, Gensano F, Battaglia E, Bendotti C, Bonetto V.Mutant copper-zinc superoxide dismutase (SOD1) induces protein secretion pathway alterations and exosome release in astrocytes: implications for disease spreading and motor neuron pathology in amyotrophic lateral sclerosis. J Biol Chem. 2013; 288:15699-711 Bendotti C, Marino M, Cheroni C, Fontana E, Crippa V, Poletti A, De Biasi S.. Dysfunction of constitutive and inducible ubiquitin-proteasome system in amyotrophic lateral sclerosis: Implication for protein aggregation and immune response. Prog Neurobiol. 2012 97:101-26. Nardo G, Pozzi S, Pignataro M, Lauranzano E, Spano G, Garbelli S, Mantovani S, Marinou K, Papetti L, Monteforte M, Torri V, Paris L, Bazzoni G, Lunetta C, Corbo M, Mora G, Bendotti C, Bonetto V. Amyotrophic lateral sclerosis multiprotein biomarkers in peripheral blood mononuclear cells. PLoS One. 2011;6(10):e25545. Crippa V, Sau D, Rusmini P, Boncoraglio A, Onesto E, Bolzoni E, Galbiati M, Fontana E, Marino M, Carra S, Bendotti C, De Biasi S, Poletti A. The small heat shock protein B8 (HspB8) promotes autophagic removal of misfolded proteins involved in amyotrophic lateral sclerosis (ALS). Hum Mol Genet. 19:3440-56, 2010 Ludolph AC, Bendotti C, Blaugrund E, Chio A, Greensmith L, Loeffler JP, Mead R, Niessen HG, Petri S, Pradat PF, Robberecht W, Ruegg M, Schwalenstöcker B, Stiller D, van den Berg L, Vieira F, von Horsten S. Guidelines for preclinical animal research in ALS/MND: A consensus meeting. Amyotroph Lateral Scler.11(1-2):38-45, 2010 Bendotti C, Carrì MT. Amyotrophic lateral sclerosis: mechanisms and countermeasures. Antioxid Redox Signal. 11:1519-22, 2009 Pizzasegola C, Caron I, Daleno C, Ronchi A, Minoia C, Carrì MT, Bendotti C.Treatment with lithium carbonate does not improve disease progression in two different strains of SOD1 mutant mice. Amyotroph Lateral Scler. 10(4):221-8, 2009 Nardo G, Pozzi S, Mantovani S, Garbelli S, Marinou K, Basso M, Mora G, Bendotti C, Bonetto V.Nitroproteomics of peripheral blood mononuclear cells from patients and a rat model of ALS. Antioxid Redox Signal. 11:1559-67, 2009 RAPPORTO ATTIVITA’ 98 2013 IRFMN Cheroni C, Marino M, Tortarolo M, Veglianese P, De Biasi S, Fontana E, Zuccarello LV, Maynard CJ, Dantuma NP, Bendotti C.Functional alterations of the ubiquitin-proteasome system in motor neurons of a mouse model of familial amyotrophic lateral sclerosis. Hum Mol Genet. 18(1):82-96, 2009 Carri MT, Grignaschi G, Bendotti C. Targets in ALS: designing multidrug therapies. Trends Pharmacol Sci. 27(5):26773, 2006 Bendotti C, Carri MT. Lessons from models of SOD1-linked familial ALS. Trends Mol Med. 10(8):393-400, 2004. Migheli A., Atzori C., Piva R., Tortarolo M., Girelli M., Schiffer D. and Bendotti C. Lack of apoptosis in mice with ALS. Nature Medicine: 5, 966-967, 1999. Tiziana Borsello ha conseguito la laurea in Scienze Biologiche nel 1990 a Torino e il PhD in Neuroscienze presso la Facoltà di Medicina dell’Università di Torino nel 1994. Ha poi passato un periodo di un anno in Olanda all’Istituto “The Netherlands Research Institute of Amsterdam” con un European Science Foundation scholarship. Dal 1997 al 1999 è stata una ricercatrice del progetto MURST presso l’Istituto di Neurobiologia del CNR di Roma. Dal 1999 al 2003 è stata Premier Assistant al DBCM, Università di Losanna, Svizzera, e nel 2004 è diventata capo laboratorio presso lo stesso Istituto. Dal 2004 lavora presso il laboratorio di Biologia delle Malattie Neurodegenerative all’Istituto Mario Negri dove è diventata capo unità nel 2007. Nel 2005 ha vinto il premio Pfizer (Prize of the Pfizer Foundation, Neuroscience and Diseases Nervous System). Ad oggi è capo del laboratorio di Morte Neuronale e Neuroprotezione presso lo stesso istituto. I suoi interessi di ricerca sono focalizzati sulla comprensione dei meccanismi di morte neuronale col fine ultimo di sviluppare nuove strategie neuroprotettive. In particolare lo studio ha la finalità di studiare le molecole chiave che regolano i pathways di morte neuronale attivati in condizioni patologiche nel sistema nervoso centrale (stress eccitotossici, danno ischemico, Traumatic Brain Injury e malattie neurodegenerative croniche come l’Alzheimer) per poter interferire specificatamente con questi in modo da ottenere neuroprotezione. Principali pubblicazioni Sclip A, Arnaboldi A, Colombo I, Veglianese P, Colombo L, Messa M, Mancini S, Cimini S, Morelli F, Antoniou X, Welker E, Salmona M, Borsello T. Soluble Aβ oligomer-induced synaptopathy: c-Jun N-terminal kinase's role. J Mol Cell Biol. 2013;5 277-9. Esposito S, Pristerà A, Maresca G, Cavallaro S, Felsani A, Florenzano F, Manni L, Ciotti MT, Pollegioni L, Borsello T, Canu N. Contribution of serine racemase/d-serine pathway to neuronal apoptosis. Aging Cell. 2012;11(4):588-98. Repici M, Chen X, Morel MP, Doulazmi M, Sclip A, Cannaya V, Veglianese P, Kraftsik R, Mariani J, Borsello T, Dusart I. Specific inhibition of the JNK pathway promotes locomotor recovery and neuroprotection after mouse spinal cord injury. Neurobiol Dis. 2012;46:710-21. Feligioni M, Brambilla E, Camassa A, Sclip A, Arnaboldi A, Morelli F, Antoniou X, Borsello T. Crosstalk between JNK and SUMO signalling pathways:deSUMOylation is protective agaist HO-induced cell injury. PLoS One. 2011;6(12):e28185. Epub 2011 Dec 2. Sclip A, Antoniou X, Colombo A, Camici GG, Pozzi L, Cardinetti D, Feligioni M, Veglianese P, Bahlmann FH, Cervo L, Balducci C, Costa C, Tozzi A, Calabresi P, Forloni G, Borsello T. c-jun N-terminal kinase regulates soluble Abeta oligomers and cognitive impairment in AD mouse model . J Biol Chem. 2011 286:43871-80 Ploia C, Antoniou X, Sclip A, Grande V, Cardinetti D, Colombo A, Canu N, Benussi L, Ghidoni R, Forloni G, Borsello T.JNK plays a key role in Tau hyperphosporilation in Alzheimer diseases models. J Alzheimers Dis. 2011;26(2):315-29. Balducci C, Beeg M, Stravalaci M, Bastone A, Sclip A, Biasini E, Tapella L, Colombo L, Manzoni C, Borsello T, Chiesa R, Gobbi M, Salmona M, Forloni G. Synthetic Amyloid-Beta Oligomers Impair Long-Term Memory Independently Of Cellular Prion Protein. Proc Natl Acad Sci U S A. 2010;107:2295-300 Colombo A, Bastone A, Ploia C, Sclip A, Salmona M, Forloni G, Borsello T. JNK Regulates App Cleavage And Degradation In A Model Of Alzheimer's Disease Neurobiol Dis, 2009;33:518-25 Borsello T Ed “Neuroprotection: Methods In Molecular Biology” Published By Humana Press, Usa HYPERLINK "http://www.humanapress.com/"Humana Press, USA, Methods in Molecular Biology, June 2007 Colombo A, Repici M, Pesaresi M, Santambrogio S, Forloni G, Borsello T. The Tat-Jnk Inhibitor Peptide Interferes With Beta Amyloid Protein Stability Cell Death Differ. 2007, 14:1845-8. Borsello T and Forloni G. JNK signalling: a possible target to prevent neurodegeneration. Current Pharmaceutical Design 2007, 13, 1875-1886 Centeno C., Repici M., Chatton J. Y., Riederer B. M., Bonny C., Nicod P., Price M., Clarke P. G., Papa S., Franzoso G. and Borsello T. Role of the JNK pathway in NMDA-mediated excitotoxicity of cortical neurons. Cell Death Differ , 2007, 14: 240-253. Borsello T. and Bonny C.Use of cell-permeable peptides to prevent neuronal degeneration. Trend in Mol. Med. 2004, 10: 239-44 Borsello T, Clarke PG, Hirt L, Vercelli A, Repici M, Schorderet DF, Bogousslavsky J, Bonny C. A peptide inhibitor of cJun N-terminal kinase protects against excitotoxicity and cerebral ischemia. Nature Med. 2003, 9: 1180-6 RAPPORTO ATTIVITA’ 99 2013 IRFMN Luigi Cervo, Ph.D. (Open University, Milton Keynes, U.K.) dal 2006 è responsabile del Laboratorio di Psicofarmacologia Sperimentale. Tra il 1978 ed il 2001 è stato prima ricercatore poi Capo dell’Unità di Farmacologia Comportamentale presso il Laboratorio di Neurofarmacologia dell’Istituto “M. Negri” dove ha conseguito il Diploma in Ricerca Biochimica nel 1981. Tra il 1981 ed 1983 ha trascorso un periodo formativo presso il Dipartimento di Psichiatria dell'Università di Chicago (Prof. Charles Robert Schuster). Le sue aree di interesse scientifico riguardano i fenomeni di dipendenza da sostanze d’abuso e il drug craving. E’ inoltre interessato allo studio sperimentale di patologie quali l’ansia e la depressione. Autore e coautore di molte pubblicazioni scientifiche peer-reviewed, relatore di numerose comunicazioni a congressi internazionali, è revisore scientifico di diverse riviste scientifiche internazionali. Membro della Society for Neuroscience, European Behavioural Pharmacological Society, Società Italiana di Neuroscienze e della Società Italiana di Neuropsicofarmacologia. Principali pubblicazioni Cervo L, Carnovali, F, Stark JA, Mennini T. Cocaine-seeking behavior in response to drug-associated stimuli in rats: involvement of D3 and D2 dopamine receptors. Neuropsychopharmacology 2003; 28: 1150-1159. Grignaschi G, Burbassi S, Zennaro E, Bendotti C, Cervo L. A single high dose of cocaine induces behavioural sensitization and modifies mRNA encoding GluR1 and GAP-43 in rats. Eur J Neurosci 2004; 20: 2833-2837. Cervo L, Canetta A, Calcagno E, Burbassi S, Sacchetti G, Caccia S, Fracasso C, Albani D, Forloni G, Invernizzi R. Deficits of serotonin synthesis cause resistance to antidepressants, J Neurosci 2005; 25: 8165-8172. Cervo L, Cocco A, Petrella C, Heidbreder CA. Selective antagonism at dopamine D3 receptors attenuates cocaine seeking behaviour in the rat. Int J Neuropsychopharmacol. 2007; 10: 167-181. Burbassi S, Cervo L. Stimulation of serotonin(2C) receptors influences cocaine-seeking behavior in response to drugassociated stimuli in rats. Psychopharmacology (Berl). 2008; 196: 15-27. Burattini C, Burbassi S, Aicardi G, Cervo L. Effects of naltrexone on cocaine- and sucrose-seeking behaviour in response to associated stimuli in rats. Int J Neuropsychopharmacol. 2008; 11: 103-109. Fumagalli F, Franchi C, Caffino L, Racagni G, Riva MA, Cervo L. Single session of cocaine intravenous selfadministration shapes goal-oriented behaviours and up-regulates Arc mRNA levels in rat medial prefrontal cortex. Int J Neuropsychopharmacol. 2009; 12: 423-429. Watson J, Guzzetti S, Franchi C, Di Clemente A, Burbassi S, Emri Z, Leresche N, Parri HR, Crunelli V, Cervo L. Gamma-hydroxybutyrate does not maintain self-administration but induces conditioned place preference when injected in the ventral tegmental area. Int J Neuropsychopharmacol. 2010; 13:143-153. Di Clemente A, Franchi C, Orrù A, Arnt J, Cervo L. Bifeprunox: a partial agonist at dopamine D2 and serotonin 1A receptors, influences nicotine-seeking behaviour in response to drug-associated stimuli in rats. Addict Biol. 2012; 17: 274-286. Cervo L, Torri V. Comment on: "Dose-effect study of Gelsemium sempervirens in high dilutions on anxiety-related responses in mice" (Magnani P, Conforti A, Zanolin E, Marzotto M and Bellavite P, Psychopharmacology, 2010). Psychopharmacology (Berl). 2012; 220: 439-440. Orrù A, Fujani D, Cassina C, Conti M, Di Clemente A, Cervo L. Operant, oral alcoholic beer self-administration by C57BL/6J mice: effect of BHF177, a positive allosteric modulator of GABA(B) receptors. Psychopharmacology (Berl). 2012; 222: 685-700. Fumagalli F, Moro F, Caffino L, Orrù A, Cassina C, Giannotti G, Di Clemente A, Racagni G, Riva MA, Cervo L. Region-specific effects on BDNF expression after contingent or non-contingent cocaine i.v. self-administration in rats. Int J Neuropsychopharmacol. 2013 16(4):913-8. Cervo L, Di Clemente A, Orrù A, Moro F, Cassina C, Merlo Pich E, Corsi M, Gozzi A, Bifone A Inhibition of glycine transporter-1 reduces cue-induced nicotine-seeking, but does not promote extinction of conditioned nicotine cue responding in the rat. Addict Biol 2013 18: 800-811 Roberto Chiesa si è laureato in Scienze Biologiche con indirizzo genetico all’Università di Pavia nel 1991. Ha conseguito il Diploma di Specialista in Ricerca Farmacologica all’istituto Mario Negri nel 1994. Dal 1996 al 2000 ha lavorato presso il Dipartimento di Biologia Cellulare e Fisiologia della Washington University di St. Louis, Missouri, USA. Nel 2001 è tornato in Italia con una posizione di Telethon Scientist (Istituto Telethon Dulbecco, Fondazione Telethon) presso il Dipartimento di Neuroscienze dell’Istituto Mario Negri, dove dirige il laboratorio di Neurobiologia dei Prioni. Studia i meccanismi molecolari alla base della disfunzione neuronale e dell’eterogeneità fenotipica delle malattie da prioni ereditarie. E’ stato insignito dei premi James L. O’Leary (1998) e Bruno Ceccarelli (2000) per la ricerca nel campo delle neuroscienze. Fa parte dei comitati editoriali delle riviste PloS ONE e Biochemical Journal. Principali pubblicazioni Fioriti L, Dossena S, Stewart LR, Stewart RS, Harris DA, Forloni G, Chiesa R. Cytosolic prion protein (PrP) is not toxic in N2a cells and primary neurons expressing pathogenic PrP mutations. J Biol Chem. 280:11320-8 (2005) RAPPORTO ATTIVITA’ 100 2013 IRFMN Biasini E, Massignan T, Fioriti L, Rossi V, Dossena S, Salmona M, Forloni G, Bonetto V, Chiesa R Analysis of the cerebellar proteome in a transgenic mouse model of inherited prion disease reveals preclinical alteration of calcineurin activity. Proteomics. 6:2823-34 (2006) Dossena S, Imeri L, Mangieri M, Garofoli A, Ferrari L, Senatore A, Restelli E, Balducci C, Fiordaliso F, Salio M, Bianchi S, Fioriti L, Morbin M, Pincherle A, Marcon G, Villani F, Carli M, Tagliavini F, Forloni G, Chiesa R. Mutant prion protein expression causes motor and memory deficits and abnormal sleep patterns in a transgenic mouse model. Neuron. 2008, 60:598-609 (2008). Biasini E., Tapella L., Mantovani S., Stravalaci M., Gobbi M., Harris D.A. and Chiesa R. (2009) Immunopurification of pathological prion protein aggregates. PloS ONE, 4(11): e7816 Massignan T. Stewart R.S., Biasini E. Solomon I.H., Bonetto V., Chiesa R. and Harris D.A. (2010) A novel, drug-based, cellular assay for the activity of neurotoxic mutants of the prion protein. J. Biol. Chem. 285: 77527765 Balducci C., Beeg M., Stravalaci M., Bastone A., Sclip A., Biasini E., Tapella L., Colombo L., Manzoni C., Borsello T., Chiesa R., Gobbi M., Salmona M., Forloni G. (2010) Ab oligomers impair memory independently of cellular prion protein. Proc. Natl. Acad. Sci. 107: 2295-2300 Massignan T., Biasini E., Lauranzano E., Veglianese P., Pignataro M., Fioriti L., Harris D.A., Salmona M., Chiesa R., and Bonetto V. (2010) Mutant prion protein expression is associated with an alteration of the Rab GDP dissociation inhibitor alpha (GDI)/Rab11 pathway. Mol Cell Proteomics 9: 611-22 Biasini E., Tapella L., Restelli E., Pozzoli M., Massignan T., and Chiesa R. (2010) The hydrophobic core region governs mutant prion protein aggregation and intracellular retention. Biochem Journal 430: 477-86 Restelli E., Fioriti L., Mantovani S., Airaghi S., Forloni G., and Chiesa R. (2010) Cell type-spcific neuroprotective activity of untranslocated prion protein. PloS ONE, 5(10): e13725 Quaglio E., Restelli E., Garofoli A., Dossena S., De Luigi A., Tagliavacca L., Imperiale D., Migheli A., Salmona M., Sitia R., Forloni G., and Chiesa R. (2011) Expression of mutant or cytosolic PrP in transgenic mice and cells is not associated with endoplasmic reticulum stress or proteasome dysfunction. PloS ONE, 6(4): e19339 Senatore A., Colleoni S., Verderio C., Restelli E., Morini R., Condliffe S.B., Bertani I., Mantovani S., Canovi M, Micotti E., Forloni G, Dolphin A.C., Matteoli M., Gobbi M., and Chiesa R. (2012) Mutant PrP suppresses glutamatergic neurotransmission in cerebellar granule neurons by impairing membrane delivery of VGCC 2-1 subunit. Neuron, 74: 300-313 Tapella L., Stravalaci M., Bastone A., Biasini E., Gobbi M. and Chiesa R. (2013) Epitope scanning indicates structural differences in brain-derived monomeric and aggregated mutant prion proteins related to genetic prion diseases. Biochem J. 454: 417-425 Barbara D’Avanzo si è laureata in filosofia nel 1989 presso l’Università degli Studi di Milano. Ha seguito il corso della Regione Lombardia “Tecniche di ricerca in campo biomedico” presso il Laboratorio di Epidemiologia Generale dell’Istituto nel 1988. Dal 1991 al 1996 ha lavorato come ricercatrice nel Laboratorio di Epidemiologia Generale. Dal 1996 lavora nel Laboratorio di Epidemiologia e Psichiatria Sociale, che coordina dal 2011. Le aree di interesse principali sono rappresentate dall’applicazione dei metodi di ricerca epidemiologica e valutativa alla salute mentale ai servizi di salute mentale. Ha lavorato all’analisi e quantificazione delle modalità di attuazione e degli effetti della riforma psichiatrica in Italia, alla valutazione della qualità dei servizi e della loro trasformazione, con particolare attenzione all’utilizzo dei servizi residenziali per pazienti gravi, dell’efficacia degli interventi psicosociali, alla valutazione del profilo rischio-beneficio degli antipsicotici. In ambito di prevenzione del suicidio, si occupa dell’implementazione di un sistema di monitoraggio dei tentativi di suicidio e degli episodi di autolesionismo e allo studio dei programmi di prevenzione del suicidio. E’ attiva sul tema della partecipazione degli utenti e della produzione di conoscenze utili al miglioramento della gestione dei servizi di salute mentale da parte degli utenti e alla valorizzazione del loro punto di vista. E’ membro del direttivo nazionale della World Association for Psychosocial Rehabilitation Italia. Negli anni più recenti ha svolto attività di referee per Epidemiologia e Psichiatria Sociale e per BMC Public Health. Principali pubblicazioni Barbato A, Bossini L, Calugi S, D'Avanzo B, Fagiolini A, Koukouna D, Parabiaghi A, Rapisarda F, Rucci P, Vallarino M.Validation of the Italian version of the Functioning Assessment Short Test (FAST) for bipolar disorder.Epidemiol Psychiatr Sci. 2013; 22:187-94 D'Avanzo B, Barbato A, Erzegovesi S, Lampertico L, Rapisarda F, Valsecchi L Formal and informal help-seeking for mental health problems. A survey of preferences of italian students. Clin Pract Epidemiol Ment Health. 2012;8:47-51 Parabiaghi A, D'Avanzo B, Tettamanti M, Barbato A, GISAS Study Group. The GiSAS study. Rationale and design of a pragmatic randomized controlled trial on aripiprazole, olanzapine and haloperidol in the long-term treatment of schizophrenia. Contemp Clin Trials 2011; 32:675-684. RAPPORTO ATTIVITA’ 101 2013 IRFMN Barbato A, Parabiaghi A, Panicali F, Battino N, D'Avanzo B, De Girolamo G, Rucci P, Santone G, PROGRES-Acute Group. Do patients improve after short psychiatric admission? A cohort study in Italy Nord J Psychiatry 2010; E-pub Campi R, Barbato A, D'Avanzo B, Guaiana G, Bonati M Suicide in Italian children and adolescents J Affect Disord 2009; 113:291-295. Barbato A, D'Avanzo B. Efficacy of couple therapy as a treatment for depression: a meta-analysis. Psychiatr Q 2008; 79:121-132. D'Avanzo B, Aliprandini E, Beghi M, Cornaggia C M, Erlicher A, Frova M, Mascarini A, Miragoli P, Righi A. Strutture residenziali e semiresidenziali nei servizi di salute mentale. Dove sta la differenza? Epidemiologia e Psichiatria Sociale 2008; 17:57-64. Barbato A, D'Avanzo B. Marital therapy for depression. Cochrane Database Systematic Reviews 2006; Issue 2. Parabiaghi A, Barbato A, D'Avanzo B, Erlicher A, Lora A. Assessing reliable and clinically significant change on Health of the Nation Outcome Scales: method for displaying longitudinal data. Aust N Z J Psychiatry 2005; 39:719-725. Barbato A, D'Avanzo B. Involuntary placement in Italy. Br J Psychiatry 2005; 186:542-543. Guaiana G, Andretta M, Corbari L, Mirandola M, Sorio A, D'Avanzo B, Barbui C. Antidepressant drug consumption and public health indicators in Italy, 1955-2000. J Clinical Psychiatry 2005; 66:750-755. D'Avanzo B, Battino R N, Gallus S, Barbato A. Factors predicting discharge of patients from community residential facilities: A longitudinal study from Italy. Aust N Z J Psychiatry 2004; 38:619-628. D'Avanzo B, Barbato A, Barbui C, Battino N, Civenti G, Frattura L. Discharges of patients from public psychiatric hospitals in Italy between 1994 and 2000. Int J Social Psychiatry 2003; 49 27-3. Maria Grazia De Simoni. 1978: laurea in Scienze Biologiche, Università degli Studi di Milano, 110/110 cum laude. 1981: specializzazione in Ricerche Farmacologiche presso l’Istituto Mario Negri di Milano. 1981-1982: post-dottorato presso l’Università di Lione, Francia. Attualmente, Capo del Laboratorio di Infiammazione e Malattie del Sistema Nervoso, presso all’Istituto Mario Negri. Principali aree di ricerca: modelli sperimentali di patologie del sistema nervoso con speciale riferimento ad ischemia cerebrale e trauma cranico; ruolo dell’immunità innata nelle patologie del sistema nervoso; la riposta infiammatoria nel tessuto cerebrale: aspetti trofici e tossici; le cellule staminali come terapia del danno cerebrale acuto; marcatori periferici di patologie del CNS. Membro dei seguenti comitati editoriali: Stroke, a journal of cerebral circulation; ISRN Vascular Medicine; Frontiers in Immunology: Frontiers in Molecular Innate Immunity. Autore di circa 120 lavori scientifici su riviste internazionali. Principali pubblicazioni Longhi L, Perego C, Ortolano F, Aresi S, Fumagalli S, Zanier ER, Stocchetti N, De Simoni MG. Tumor necrosis factor in traumatic brain injury: effects of genetic deletion of p55 or p75 receptor. J Cereb Blood Flow Metab. 2013, 33:1182-9. Orsini F, Villa P, Parrella S, Zangari R, Zanier ER, Gesuete R, Stravalaci M, Fumagalli S, Ottria R, Reina JJ, Paladini A, Micotti E, Ribeiro-Viana R, Rojo J, Pavlov VI, Stahl GL, Bernardi A, Gobbi M, De Simoni MG. Targeting mannosebinding lectin confers long-lasting protection with a surprisingly wide therapeutic window in cerebral ischemia.Circulation. 2012;126:1484-94 Perego C, Fumagalli S, De Simoni MG. Temporal pattern of expression and colocalization of microglia/macrophage phenotype markers following brain ischemic injury in mice. J Neuroinflam 2012; 8: 147 Helmy A, De Simoni MG, Guilfoyle MR, Carpenter KL, Hutchinson PJ. Cytokines and innate inflammation in the pathogenesis of human traumatic brain injury. Prog Neurobiol 2011; 95: 352-372. Cipriani R, Villa P, Chece G, Lauro C, Paladini A, Micotti E, Perego C, De Simoni MG, Fredholm B, Eusebi F, Limatola C. CX3CL1 is neuroprotective in permanent focal cerebral ischemia in rodents. J Neurosci 2011; 31: 16327-16335. Zanier ER, Montinaro M,Vigano’ V,Villa P, Fumagalli S, Pischiutta F, Longhi L, Leoni ML, Rebulla P, Stocchetti N, Lazzari L, De Simoni MG. Human umbilical cord blood mesenchymal stem cells protect mice brain after trauma. Crit Care Med 2011; 39:2501-2510. Ortolano F, Maffia P, Dever G, Rodolico G, Millington OR, De Simoni MG, Brewer JM, Bushell T, Garside P, Carswell HV. Advances in imaging of new targets for pharmacological intervention in stroke: real-time tracking of T-cells in the ischemic brain. Br J Pharmacol 2010; 159: 808-811. Ortolano F, Colombo A, Zanier ER, Sclip A, Longhi L, Perego C, Stocchetti N, Borsello T, De Simoni MG. c-Jun Nterminal kinase pathway activation in human and experimental cerebral contusion. J Neuropathol Exp Neurol 2009; 68: 964-971. Gesuete R, Storini C, Fantin A, Stravalaci M, Zanier ER, Orsini F, Vietsch H, Mannesse MLM, Ziere B, Gobbi M, De Simoni MG. Recombinant C1-inhibitor in Brain Ischemic Injury. Annals Neurol 2009; 66: 332-342. Longhi L, Perego C, Ortolano F, Zanier E R, Bianchi P, Stocchetti N, McIntosh T and De Simoni MG .C1-Inhibitor attenuates neurobehavioral deficits and reduces contusion volume following controlled cortical impact brain injury in mice. Critical Care Medicine 2009; 37: 659-665. Capone C, Frigerio S, Fumagalli S, Gelati M, Principato M C, Storini C, Montinaro M, Kraftsik R, De Curtis M, Parati E, De Simoni MG. Neurosphere - derived cells exert a neuroprotective action by changing the ischemic microenvironment. PLoS ONE 2007; 2(4): e373. RAPPORTO ATTIVITA’ 102 2013 IRFMN Balosso S, Ravizza T, Perego C, Peschon J, Campbell IL, De Simoni MG, Vezzani A. Tumor necrosis factor- inhibits seizures in mice via p75 receptors. Annals Neurol 2005; 57: 804-812. Bergamaschini L, Rossi E, Storini C, Pizzimenti S, Distaso M, Perego C, De Luigi A, Vergani C, De Simoni MG. Peripheral treatment with enoxaparin, a low-molecular weight heparin, reduces plaques and -amyloid accumulation in a mouse model of Alzheimer’s disease. J. Neurosci 2004; 24: 4181-4186. Roberto W. Invernizzi ha iniziato la sua carriera scientifica nel 1976 nel laboratorio di Neurofarmacologia dell’Istituto di Ricerche Farmacologiche “Mario Negri” di Milano dove è attualmente responsabile del Laboratorio di Neurochimica e Comportamento. Nel 1986 si è laureato in Scienze Biologiche, presso l’Università Statale di Milano e nel 1996 è stato nominato capo dell’Unità di Microdialisi Intracerebrale. Lo studio dei meccanismi neurochimici e dei circuiti nervosi coinvolti nella patogenesi delle principali malattie psichiatriche quali schizofrenia e depressione e del meccanismo d’azione dei farmaci psicotropi costituiscono i principali interessi del laboratorio. Dal 1987, si è dedicato allo sviluppo della tecnica della microdialisi intracerebrale per lo studio in vivo del rilascio di monoammine. Utilizzando questa tecnica, il laboratorio ha contribuito tra i primi a chiarire il ruolo degli autorecettori presinaptici della serotonina e della noradrenalina negli effetti dei farmaci antidepressivi, suggerendo una nuova ipotesi sul loro meccanismo d’azione. Attualmente, gli interessi del laboratorio sono rivolti allo studio dei meccanismi neurochimici coinvolti nella “resistenza” ai farmaci antidepressivi e al ruolo della trasmissione glutammatergica e serotoninergica corticale nei processi attenzionali. Revisore per varie riviste internazionali, nel campo della farmacologia e della neurochimica. Autore e co-autore di oltre 70 articoli con peer-review. Membro della Società Italiana di Neuroscienze e della Società Italiana di Farmacologia. Principali pubblicazioni Agnoli L, Mainolfi P, Invernizzi RW, Carli M.Dopamine D1-like and D2-like receptors in the dorsal striatum control different aspects of attentional performance in the five-choice serial reaction time task under a condition of increased activity of corticostriatal inputs. Neuropsychopharmacology. 2013;38:701-14. Revel FG, Meyer CA, Bradaia A, Jeanneau K, Calcagno E, André CB, Haenggi M, Miss MT, Galley G, Norcross RD, Invernizzi RW, Wettstein JG, Moreau JL, Hoener MC. Brain-specific overexpression of trace amine-associated receptor 1 alters monoaminergic neurotransmission and decreases sensitivity to amphetamine. Neuropsychopharmacology. 2012 Nov;37(12):2580-92 Carli M, Calcagno E, Mainolfi P, Mainini E, Invernizzi RW. Effects of aripiprazole, olanzapine, and haloperidol in a model of cognitive deficit of schizophrenia in rats: relationship with glutamate release in the medial prefrontal cortex. Psychopharmacology (Berl). 2011;214:639-52. Carli M, Calcagno E, Mainini E, Arnt J, Invernizzi RW. Sertindole restores attentional performance and suppresses glutamate release induced by the NMDA receptor antagonist CPP. Psychopharmacology (Berl). 2011;214(3):625-37 Pozzi L, Sacchetti G, Agnoli L, Mainolfi P, Invernizzi RW, Carli M. Distinct Changes in CREB Phosphorylation in Frontal Cortex and Striatum During Contingent and Non-Contingent Performance of a Visual Attention Task. Front Behav Neurosci. 2011;5:65. Pozzi L, Baviera M, Sacchetti G, Calcagno E, Balducci C, Invernizzi RW, Carli M. Attention deficit induced by blockade of N-methyl D-aspartate receptors in the prefrontal cortex is associated with enhanced glutamate release and cAMP response element binding protein phosphorylation: role of metabotropic glutamate receptors2/3. Neuroscience. 2011;176:336-48 Calcagno E, Invernizzi RW Strain-dependent serotonin neuron feedback control: role of serotonin receptors. J Neurochem 2010 114: 1701-1710 Calcagno E, Guzzetti S, Canetta A, Fracasso C, Caccia S, Cervo L, Invernizzi RW. Enhancement of cortical extracellular 5-HT by 5-HT1A and 5-HT2C receptor blockade restores the antidepressant-like effect of citalopram in non-responder mice. Int J Neuropsychopharmacol 2009 12: 793-803 Baviera M, Invernizzi RW, Carli M. Haloperidol and clozapine have dissociable effects in a model of attentional performance deficits induced by blockade of NMDA receptors in the mPFC. Psychopharmacology 2008; 196: 269-280. Calcagno E, Canetta A, Guzzetti S, Cervo L, Invernizzi RW. Strain differences in basal and post-citalopram extracellular 5-HT in the mouse medial prefrontal cortex and dorsal hippocampus: relation with tryptophan with tryptophan hydroxylase-2 activity. J Neurochem 2007; 103 : 1111-1120 Invernizzi RW, Pierucci M, Calcagno E, Di Giovanni G, Di Matteo V, Benigno A, Esposito E. Selective activation of 5HT2C receptors stimulates GABA-ergic function in the rat substantia nigra pars reticulata: a combined in vivo electrophysiological and neurochemical study. Neuroscience 2007 144 : 1523-1535 Ugo Lucca ha conseguito il Master of Science presso l'Università di Aberdeen (UK) nel 1999. Presso l'Istituto di Ricerche Farmacologiche “Mario Negri” è stato ricercatore (1986-1994), poi responsabile dell'"Unità di valutazione Clinica dei Farmaci Antidemenza" (1995-1996) e, dal 1996, è responsabile del "Laboratorio di Neuropsichiatria Geriatrica". Le sue maggiori aree di interesse riguardano l’epidemiologia e gli aspetti clinici della demenza, la storia naturale delle RAPPORTO ATTIVITA’ 103 2013 IRFMN demenze, le malattie neuropsichiatriche dell’anziano, l’elaborazione di strumenti metodologici per lo screening diagnostico e la valutazione dello sviluppo clinico della demenza, la valutazione clinica dei trattamenti anti-demenza e di farmaci attivi a livello del sistema nervoso centrale (fase I, II, III e IV e studi osservazionali). Principali pubblicazioni Spagnoli A, Lucca U, Menasce G, Bandera L, Cizza G, Forloni G, Tettamanti M, et al. Long-term acetyl-L-carnitine treatment in Alzheimer's disease. Neurology 1991; 41:1726-1732 Lucca U, Comelli M, Tettamanti M, Tiraboschi P, Spagnoli A. Rate of progression and prognostic factors in Alzheimer’s disease: a prospective study. J Am Geriats Society 1993; 41: 45-49. Lucca U, Tettamanti M, Forloni G, Spagnoli A. Nonsteroidal antiinflammatory drug use in Alzheimer’s disease. Biological Psychiatry 1994; 36: 854-856. Imbimbo BP, Martelli P, Troetel WM, Lucchelli F, Lucca U, Thal LJ, and the Eptastigmine Study Group. Efficacy and safety of eptastigmine for the treatment of patients with Alzheimer’s disease. Neurology 1999; 52: 700-708. Quadri P, Fragiacomo C, Pezzati R, Zanda E, Forloni G, Tettamanti M, Lucca U. Homocysteine, folate, and vitamin B12 in mild cognitive impairment, Alzheimer’s disease and Vascular Dementia. Am J Clinical Nutr 2004; 80: 114-122. Lucca U, Tettamanti M, Quadri P. Homocysteine lowering and cognitive performance. New England Journal of Medicine 2006; 355: 1390. Lucca U, Tettamanti M, Mosconi P, Apolone G, Gandini F, Nobili A, Tallone MV, Detoma P, Giacomin A, Clerico M, Tempia P, Guala A, Fasolo G, Riva E. Association of Mild Anemia with Cognitive, Functional, Mood and Quality of Life Outcomes in the Elderly: The “Health and Anemia” Study. Plos ONE 2008;3(4):e1920 Riva E, Tettamanti M, Mosconi P, Apolone G, Gandini F, Nobili A, Tallone MV, Detoma P, Giacomin A, Clerico M, Tempia P, Guala A, Fasolo G, Lucca U. Association of mild anemia with hospitalization and mortality in the Elderly: The Health and Anaemia Population-based Study. Haematologica 2009;94:22-28 Nobili A, Pasina L, Tettamanti M, Lucca U, Riva E, Marzoni I, Monesi L, Cucchiani R, Bortolotti A, Fortino I, Merlino L, Locatelli W. Giuliani G. Potentially severe drug interactions in elderly outpatients: results of an observational study of an administrative prescription database. J Clin Pharm Ther 2009;34:1-10 • Tettamanti M, Lucca U, Gandini F, Recchia A, Mosconi P, Apolone G, Nobili A, Tallone MV, Detoma P, Giacomin A, Clerico M, Tempia P, Savoia L, Fasolo G, Ponchio L, Della Porta MG, Riva E. Prevalence, incidence and types of mild anemia in the elderly: the “Health and Anemia”population-based study. Haematologica 2010; 95: 1849-1856. • •Albani D, Tettamanti M, Batelli S, Polito L, Dusi S, Ateri E, Forloni G, Lucca U (2011) Interleukin-1a, Interleukin-1b and Tumor Necrosis Factor-a genetic variants and risk of dementia in the very old: evidence from the “Monzino 80-plus” prospective study. Age (Dordr). 2012; 34:519-26 Franchi C, Lucca U, Tettamanti M, Riva E, Fortino I, Bortolotti A, Merlino L, Pasina L, Nobili A. Cholinesterase inhibitor use in Alzheimer's disease: the EPIFARM-Elderly Project. Pharmacoepidemiol Drug Saf 2011; 20: 497-505. Lucca U, Garrì M, Recchia A, Logroscino G, Tiraboschi P, Franceschi M, Bertinotti C, Biotti A, Gargantini E, Maragna M, Nobili A, Pasina L, Franchi C, Riva E, Tettamanti M. A Population-based study of dementia in the oldest old: the Monzino 80-plus study. BMC Neurology 2011; 11: 54. Merlo A, Zemp D, Zanda E, Rocchi S, Meroni F, Tettamanti M, Recchia A Lucca U, Quadri P. Postural stability and history of falls in cognitively able older adults: the Canton Ticino study. Gait Posture. 2012; 36:662-6 Pasina L, Djade CD, Lucca U, Nobili A, Tettamanti M, Franchi C, Salerno F, Corrao S, Marengoni A, Iorio A, Marcucci M, Violi F, Mannucci PM. Association of anticholinergic burden with cognitive and functional status in a cohort of hospitalized elderly: comparison of the anticholinergic cognitive burden scale and anticholinergic risk scale: results from the REPOSI study. Drugs Aging. 2013; 30:103-12. Alessandro Nobili si è laureato in Medicina e Chirurgia nel 1990 presso l’Università Statale di Milano. Attività formative: Corso di specializzazione nella Ricerca Biotecnologica Regione Lombardia, Milano 1988; Scuola Internazionale di Farmacologia; 31° Corso su: Drug Epidemiology and Post-marketing Surveillance, Erice, settembre 1990; Corso: Metodi di Studio nella Ricerca Epidemiologica, Milano, ottobre 1990. Corso: Long Term Clinical Trials, Cogne gennaio1991. Aree di interesse: Metodologia della sperimentazione clinica controllata, farmacoepidemiologia e post-marketing surveillance con particolare riferimento all’area geriatrica e alle problematiche correlate alla politerapia, alle interazioni tra farmaci e alla gestione dei pazienti con patologie croniche multiple. Metodologia della valutazione e verifica della qualità degli interventi sanitario-assistenziali e dei servizi per gli anziani. Strategie di valutazione dell'impatto della demenza sulla famiglia e sugli operatori delle istituzioni geriatriche. Epidemiologia, programmazione e valutazione dei servizi sul territorio per gli anziani. Metodologia dell'informazione sul farmaco. Dal 1996 Responsabile “Servizio Informazione sui Farmaci per l’anziano”, Esperto Nazionale, accreditato dall’AIFA, per l’EMEA, Editor per la Micromedex® Thompson Health Care, Colorado, USA. Consulente Scientifico "Federazione Alzheimer Italia". Dal 2007 Capo del Laboratorio di Valutazione della Qualità delle Cure e dei Servizi per l’Anziano. RAPPORTO ATTIVITA’ 104 2013 IRFMN Principali pubblicazioni Nobili A, Riva E, Tettamanti M, et al. The effect of a structured intervention on cergivers of patients with dementia and problem behaviour: a randomized controlled pilot study. Alzheimer Dis Assoc Disord 2004; 18: 75-82. Nobili A, Piana I, Balossi L, Pasina L, Matucci M, Tarantola M, Trevisan S, Riva E, Lucca U, Tettamanti M. Alzheimer special care units compared with traditional nursing home for dementia care: are there differences at admission and in clinical outcomes? Alzheimer Dis Assoc Disord. 2008 22:352-61. A. Nobili, L. Pasina, M. Tettamanti, U. Lucca, E. Riva, I. Marzona, L. Monesi, R. Cucchiani, A. Bortolotti, I. Fortino, L. Merlino, G. Walter Locatelli, G. Giuliani. Potentially severe drug interactions in elderly outpatients: results of an observational study of an administrative prescription database. J Clin Pharma Ther. 2009; 34: 377-386. Marengoni A, Bonometti F, Nobili A, Tettamanti M, Salerno F, Corrao S, Iorio A, Marcucci M, Mannucci PM; Italian Society of Internal Medicine (SIMI) Investigators. In-hospital death and adverse clinical events in elderly patients according to disease clustering: the REPOSI study. Rejuvenation Res. 2010; 3:469-77. Nobili A, Licata G, Salerno F, Pasina L, Tettamanti M, Franchi C, De Vittorio L, Marengoni A, Corrao S, Iorio A, Marcucci M, Mannucci P M, SIMI Investigators. Polypharmacy, length of hospital stay, and in-hospital mortality among elderly patients in internal medicine wards. The REPOSI study. Eur J Clin Pharmacol 2011;67:507-519. Nobili A, Marengoni A, Tettamanti M, Salerno F, Pasina L, Franchi C, Iorio A, Marcucci M, Corrao S, Licata G, Mannucci P M. Association between clusters of diseases and polypharmacy in hospitalized elderly patients: Results from the REPOSI study. Eur J Intern Med 2011; 22:597-602. Franchi C, Cartabia M, Risso P, Mari D, Tettamanti M, Parabiaghi A, Pasina L, Djignefa Djade C, Fortino I, Bortolotti A, Merlino L, Nobili A. Geographical differences in the prevalence of chronic polypharmacy in older people: eleven years of the EPIFARM-Elderly Project. Eur J Clin Pharmacol. 2013; 69:1477-8 Franchi C, Arosio F, Djade CD, Salvini Porro G, Nobili A.Caregivers' perceptions of the therapeutic benefits of drug treatments for dementia. Aging Clin Exp Res. 2013; 25:677-83 Annamaria Vezzani si è laureata in Scienze Biologiche nel 1978 all’Università di Milano e specializzata in Neurofarmacologia all’Istituto Mario Negri nel 1982, ha quindi trascorso un periodo di post-dottorato all’Università del Maryland a Baltimora nel 1983-1984 studiando i meccanismi di epilettogenesi in modelli sperimentali di epilessia. Ha trascorso ulteriori periodi di post-dottorato all’Università di Stoccolma e all’Istituto Karolinska tra il 1985 e il 1999. Si occupa dello studio dei meccanismi biochimico-molecolari coinvolti nella eziopatogenesi delle convulsioni e del danno neuronale ad esse associato utilizzando modelli sperimentali di epilessia. La ricerca corrente è focalizzata sul ruolo dei neuropeptidi e delle molecole infiammatorie nella modulazione dell’eccitabilità neuronale e della neurodegenerazione. Focus della ricerca è inoltre lo studio dei meccanismi di farmacoresistenza. Dal 1997 è a capo del Laboratorio di Neurologia Sperimentale nel Dipartimento di Neuroscienze dell’Istituto di Ricerche Farmacologiche Mario Negri a Milano. E’ membro del Board Editoriale di diverse riviste scientifiche e Editore Associato per le scienze di base di Epilepsia, la rivista ufficiale della Lega Internazionale contro l’Epilessia (ILAE). E’ stata a capo della Commissione di Neurobiologia della ILAE che si occupa dello sviluppo della ricerca traslazionale nell’epilessia. Ha ricevuto nel 2009 il prestigioso riconoscimento Epilepsy Research Recognition Award per la ricerca traslazionale dalla American Epilepsy Society. Principali pubblicazioni Vezzani A, Conti M, De Luigi A, Ravizza T, Moneta D, Marchesi F, De Simoni MG. Interleukin-1beta immunoreactivity and microglia are enhanced in the rat hippocampus by focal kainate application: functional evidence for enhancement of electrographic seizures.(1999) J Neurosci.19:5054-65. Vezzani A., Moneta D., Conti M., Richichi C., Ravizza T., De Luigi A., De Simoni M.G., Sperk, Andell-Jonsson S., Lundkvist J., Iverfeldt K. and Bartfai T. Powerful anticonvulsant action of IL-1 receptor antagonist upon intracerebral injection and astrocytic overexpression in mice (2000) Proc Natl Acad Sci USA, 97: 11534 Rizzi M, Caccia S, Guiso G, Richichi C, Gorter JA, Aronica E, Aliprandi M, Bagnati R, Fanelli R, D'Incalci M, Samanin R, Vezzani A. Limbic seizures induce P-glycoprotein in rodent brain: functional implications for pharmacoresistance (2002) J Neurosci, 22: 5833 Balosso S, Ravizza T, Perego C, Peschon J, Campbell I, De Simoni MG, Vezzani A. TNF-alpha inhibits kainic acidinduced seizures in mice via p75 receptors (2005) Ann Neurol, 57: 804-12 Ravizza T, Gagliardi B, Noè F, Boer K, Aronica E and Vezzani A. Innate and adaptive immunity during epiletogenesis and spontaneous seizures: evidence from experimental models and human temporal lobe epilepsy (2008) Neurobiol Dis, 29: 142 Noè F, Pool AH, Nissinen J, Gobbi M, Bland R, Rizzi M, Balducci C, Ferraguti F, Sperk G, During MJ, Pitkänen A, Vezzani A. Neuropeptide Y gene therapy decreases chronic spontaneous seizures in a rat model of temporal lobe epilepsy (2008) Brain, 131:1506 Balosso S, Maroso M, Sanchez-Alavez M, Ravizza T, Frasca A, Bartfai T, Vezzani A. A novel non-transcriptional pathway mediates the proconvulsive effects of interleukin-1beta. (2008) Brain, 131:3256 RAPPORTO ATTIVITA’ 105 2013 IRFMN Maroso M, Balosso S, Ravizza T, Liu J, Aronica E, Iyer A, Rossetti C, Molteni M, Casalgrandi M, Manfredi AA, Bianchi ME and Vezzani A. Toll-Like Receptor 4 (TLR4) and High Mobility Group Box 1 (HMGB1)are involved in ictogenesis and can be targeted to reduce seizures (2010) Nature Medicine, 16:413-9. Vezzani A, French J, Bartfai T, Baram TZ. The role of inflammation in epilepsy. (2011) Nat Rev Neurol, 7: 31-40. Nabbout R, Vezzani A, Dulac O, Chiron C. Acute encephalopathy with inflammation-mediated status epilepticus. (2011) Lancet Neurol. 10:99-108 Vezzani A. Before epilepsy unfolds: finding the epileptogenesis switch. Nat Med. 2012; 18:1626-7 Vezzani A Fetal brain inflammation may prime hyperexcitability and behavioral dysfunction later in life. Ann Neurol. 2013; 74:1-3 Balosso S, Ravizza T, Aronica E, Vezzani A. The dual role of TNF-α and its receptors in seizures. Exp Neurol. 2013; ;247:267-71 Diego Albani si è laureato in Scienze Biologiche a pieni voti nel 1996 e svolge la propria attività di ricerca presso l’Istituto di Ricerche Farmacologiche “Mario Negri” dal 2002, dopo un periodo di postdottorato di 3 anni effettuato presso il laboratorio del Prof. Renato Dulbecco al CNR-ITBA di Milano. E’ diventato capo dell’Unità di Genetica delle Malattie Neurodegenerative dal 2011. I suoi attuali interessi riguardano le basi biologiche delle patologie neurodegenerative, compresa la Malattia di Alzheimer (AD) e il Morbo di Parkinson (PD), con una particolare attenzione ad aspetti genetici, legati allo stress ossidativo e all’uso di proteine ricombinanti quali possibili nuovi farmaci. Il Dr Albani è attivamente coinvolto in progetti di ricerca che riguardano argomenti di farmacogenomica dell’AD, le basi genetiche dell’invecchiamento e l’attivazione di enzimi neuronali della famiglia delle sirtuine tramite fitoprodotti come possibile nuova strategia contro l’AD e il PD. E’ attualmente membro dell’Editorial Board di tre riviste internazionali. Principali pubblicazioni Zucchi I, Bini L, Valaperta R, Ginestra A, Albani D, Susani L, Sanchez JC, Liberatori S, Magi B, Raggiaschi R, Hochstrasser DF, Pallini V, Vezzoni P, Dulbecco R (2001) “Proteomic dissection of dome formation in a mammary cell line: role of tropomyosin–5b and maspin Proc Natl Acad Sci USA, 98, 5608-5613 Albani D, Zucchi I, Bini L, Valaperta R, Liberatori S, Montagna C, Susani L, Barbieri O, Pallini V, Vezzoni P, Dulbecco R (2002) “Dome formation in cell cultures as expression of an early stage of lactogenic differentiation of the mammary gland “ Proc Natl Acad Sci USA, 99, 8660-5 Albani D, Peverelli E, Rametta R, Batelli S, Veschini L, Negro A, Forloni G (2004): “Protective effect of TAT-delivered a-synuclein: relevance of the C-terminal domain and involvement of HSP70” FASEB J, 18, 1713-1715 Albani D, Roiter I, Artuso V, Batelli S, Prato F, Pesaresi M, Galimberti D, Scarpini E, Bruni A, Franceschi M, Piras MR, Confaloni A, Forloni G (2007) “Presenilin-1 mutation E318G and familial Alzheimer's disease in the italian population”. Neurobiol Aging, 28,1682-8. Albani D., Polito L., Batelli S., De Mauro S., Fracasso C., Martelli G., Colombo L., Manzoni C., Salmona M., Caccia S., Negro A., Forloni G (2009) The SIRT1 activator resveratrol protects SK-N-BE cells from oxidative stress and against toxicity caused by α-synuclein or amyloid-β (1-42) peptide. J Neurochem, 110, 1445-56 Albani D, Polito L, Forloni G. Sirtuins as Novel Targets for Alzheimer's Disease and Other Neurodegenerative Disorders: Experimental and Genetic Evidence (2010) J Alzheimer’s Disease, 19, 11-26 Batelli S, Peverelli E, Rodilossi S, Forloni G, Albani D (2011). Macroautophagy and the proteasome are differently involved in the degradation of alpha-synuclein wild type and mutated A30P in an in vitro inducible model (PC12/TetOn). Neuroscience, 195, 128-37 Albani D, Tettamanti M, Batelli S, Polito L, Dusi S, Ateri E, Forloni G, Lucca U (2011) Interleukin-1a, Interleukin-1b and Tumor Necrosis Factor-a genetic variants and risk of dementia in the very old: evidence from the “Monzino 80-plus” prospective study. Age (Dordr). 2012; 34:519-26 Martinelli-Boneschi F, Giacalone G, Magnani G, Biella G, Coppi E, Santangelo R, Brambilla P, Esposito F, Lupoli S, Clerici F, Benussi L, Ghidoni R, Galimberti D, Squitti R, Confaloni A, Bruno G, Pichler S, Mayhaus M, Riemenschneider M, Mariani C, Comi G, Scarpini E, Binetti G, Forloni G, Franceschi M, Albani D. Pharmacogenomics in Alzheimer's disease: a genome-wide association study of response to cholinesterase inhibitors. Neurobiol Aging. 2013; 34:1711.e7-13 Polito L, Kehoe PG, Davin A, Benussi L, Ghidoni R, Binetti G, Quadri P, Lucca U, Tettamanti M, Clerici F, Bagnoli S, Galimberti D, Nacmias B, Sorbi S, Guaita A, Scarpini E, Mariani C, Forloni G, Albani D. The SIRT2 polymorphism rs10410544 and risk of Alzheimer's disease in two Caucasian case-control cohorts. Alzheimers Dement. 2013; 9:392-9 Mirjana Carli ha iniziato la sua carriera scientifica nel 1977 nel laboratorio di Neurofarmacologia dell’Istituto di Ricerche Farmacologiche “Mario Negri” di Milano. Ha passato il periodo dal 1981 al 1986 nel laboratorio di Neuroscienze Cognitive del Dipartimento di Psicologia Sperimentale dell’Università di Cambridge (UK) diretto dal Prof. Trevor W Robbins. Qui si è occupata dello studio del ruolo delle monoamine cerebrali nei processi cognitivi, mettendo a punto diversi test comportamentali nel ratto. Dal 1986 è nell’Istituto di Ricerche Farmacologiche “Mario Negri”, prima nel laboratorio di Neurofarmacologia e dal 2006 nel laboratorio di Neurochimica e Comportamento come responsabile dell’Unità di Farmacologia del Comportamento Cognitivo. La sua attività scientifica è orientata allo studio dei meccanismi neuronali che controllano i processi cognitivi RAPPORTO ATTIVITA’ 106 2013 IRFMN quali memoria, attenzione e le funzioni esecutive, contribuendo a delineare il ruolo di alcuni recettori della serotonina in questi processi. L’interesse recente della sua unità si è anche focalizzato sui meccanismi genetici coinvolti nei processi cognitivi. Principali pubblicazioni Agnoli L, Mainolfi P, Invernizzi RW, Carli M.Dopamine D1-like and D2-like receptors in the dorsal striatum control different aspects of attentional performance in the five-choice serial reaction time task under a condition of increased activity of corticostriatal inputs. Neuropsychopharmacology. 2013;38:701-14. Carli M, Calcagno E, Mainolfi P, Mainini E, Invernizzi RW. Effects of aripiprazole, olanzapine, and haloperidol in a model of cognitive deficit of schizophrenia in rats: relationship with glutamate release in the medial prefrontal cortex. Psychopharmacology (Berl). 2011;214(3):639-52. Carli M, Calcagno E, Mainini E, Arnt J, Invernizzi RW. Sertindole restores attentional performance and suppresses glutamate release induced by the NMDA receptor antagonist CPP. Psychopharmacology (Berl). 2011;214:625-37 Pozzi L, Sacchetti G, Agnoli L, Mainolfi P, Invernizzi RW, Carli M. Distinct Changes in CREB Phosphorylation in Frontal Cortex and Striatum During Contingent and Non-Contingent Performance of a Visual Attention Task. Front Behav Neurosci. 2011;5:65. Pozzi L, Baviera M, Sacchetti G, Calcagno E, Balducci C, Invernizzi RW, Carli M. Attention deficit induced by blockade of N-methyl D-aspartate receptors in the prefrontal cortex is associated with enhanced glutamate release and cAMP response element binding protein phosphorylation: role of metabotropic glutamate receptors2/3. Neuroscience. 2011;176:336-48 Pozzi L, Greco B, Sacchetti G, Leoni G, Invernizzi RW, Carli M. Blockade of serotonin 2A receptors prevents PCPinduced attentional performance deficit and CREB phosphorylation in the dorsal striatum of DBA/2 mice. Psychopharmacology (Berl). 2010; 208:387-99. Noe F, Vaghi V, Balducci C, Fitzsimons H, Bland R, Zardoni D, Sperk G, Carli M, During MJ, Vezzani A. Anticonvulsant effects and behavioural outcomes of rAAV serotype 1 vector-mediated neuropeptide Y overexpression in rat hippocampus. Gene Ther. 2010 17::643-52. Calcagno E, Carli M, Baviera M, Invernizzi RW. Endogenous serotonin and serotonin2C receptors are involved in the ability of M100907 to suppress cortical glutamate release induced by NMDA receptor blockade. J Neurochem. 2009; 108:521-32. Noè F, Frasca A, Balducci C, Carli M, Sperk G, Ferraguti F, Pitkonen A, Bland R, Fitzsimons H, During M, Vezzani A. Neuropeptide Y overexpression using recombinant adeno-associated viral vectors. Neurotherapeutics. 2009; 6:300-6. Baviera M, Invernizzi RW, Carli M. Haloperidol and clozapine have dissociable effects in a model of attentional performance deficits induced by blockade of NMDA receptors in the mPFC. Psychopharmacology (Berl). 2008 196:269-80. Sorensen AT, Kanter-Schlifke I, Carli M, Balducci C, Noe F, During MJ, Mezzani A, Kokaia M. NPY gene transfer in the hippocampus attenuates synaptic plasticity and learning. Hippocampus. 2008;18:564-74. Dossena S, Imeri L, Mangieri M, Garofoli A, Ferrari L, Senatore A, Restelli E, Balducci C, Fiordaliso F, Salio M, Bianchi S, Fioriti L, Morbin M, Pincherle A, Marcon G, Villani F, Carli M, Tagliavini F, Forloni G, Chiesa R. Mutant prion protein expression causes motor and memory deficits and abnormal sleep patterns in a transgenic mouse model. Neuron. 2008; 60:598-609. Teresa Ravizza si è laureata in Scienze Biologiche con indirizzo fisiopatologico all’Università di Milano nel 1996. Ha poi conseguito il Diploma di Specialista in Ricerca Farmacologica all’Istituto Mario Negri di Milano nel 2000. Ha quindi trascorso un periodo di post-dottorato all’”Albert Einstein College of Medicine” di New York nel 2000-2001 dove ha studiato i meccanismi di epilettogenesi in modelli sperimentali di epilessia pediatrica. Ha trascorso ulteriori periodi di post-dottorato all’”Academic Medical Center” di Amsterdam e nel Dipartimento di Anatomia e Neurobiologia della “University of Irvine” (UCI), California, USA, tra il 2005 e il 2009. Dal 2010 è a capo dell’Unità di Patofisiologia della Comunicazione Glio-Neuronale, che si occupa di caratterizzare da un punto di vista biochimico e molecolare le modificazioni nell’espressione di molecole prodotte dagli astrociti e microglia in condizioni patologiche quali epilessia, trauma, eccito tossicità ed infiammazione. Particolare attenzione viene data alle molecole pro- e anti-infiammatorie, e al ruolo che tali molecole hanno nel contribuire alle alterazioni morfologiche, biochimiche e funzionali del tessuto cerebrale (danno neuronale, eccitabilità neuronale, modificazioni della permeabilità della barriera emato-encefalica). Principali pubblicazioni Ravizza T, Boer K, Redeker S, Spliet WGM, van Rijen PC, Troost D, Vezzani A, Aronica E. (2006) The IL-1 system in epilepsy-associated malformations of cortical development. Neurobiol Dis, 24, 128 Ravizza T, Lucas SM, Balosso S, Bernardino L, Ku G, Noè F, Malva J, Randle JC, Allan S, Vezzani A. (2006) Inactivation of caspase-1 in rodent brain: a novel anticonvulsive strategy. Epilepsia, 47, 1160 RAPPORTO ATTIVITA’ 107 2013 IRFMN Ravizza T, Gagliardi B, Noè F, Boer K, Aronica E, Vezzani A. (2008) Innate and adaptive immunità during epiletogenesis and spontaneous seizures: evidence from experimental models and human temporal lobe epilepsy. Neurobiol Dis, 29, 142 Ravizza T, Noé F, Zardoni D, Vaghi V, Sifringer M, Vezzani A. Interleukin converting enzyme inhibition impairs kindling development in rats by blocking astrocytic IL-1 production (2008) Neurobiol Dis, 31, 327 Marcon J, Gagliardi B, Noé F, Morin M, Lerner-Natoli M, Vezzani A, Ravizza T. Age-dependent vascular changes induced by status epilepticus in rat forebrain: implication for epileptogenesis (2009) Neurobiol Dis, 34, 121 Balosso S, Ravizza T, Pierucci M, Calcagno E, Invernizzi R, Di Giovanni G, Esposito E, Vezzani A. Molecular and functional interactions between TNF-alpha receptors and the glutamatergic system in the mouse hippocampus: implications for seizure susceptibility (2009) Neuroscience, 161, 293 Maroso M, Balosso S, Ravizza T, Liu J, Aronica E, Iyer AM, Rossetti C, Molteni M, Casalgrandi M, Manfredi AA, Bianchi ME, Vezzani A. Toll-like receptor 4 (TLR4) and High Mobility Group Box 1 (HMGB1) are involved in ictogenesis and can be targeted to reduce seizures (2010) Nature Medicine, 16, 413 Dubé C, Ravizza T, Hamamura T, Zha Q, Keebaugh A, Fok K, Andres A, Nalcioglu O, Obenaus A, Vezzani, Baram TZ. Epileptogenesis provoked by prolonged experimental febrile seizures: mechanisms and biomarkers (2010) J Neurosci, 30, 7484 Ravizza T, Balosso S, Vezzani A Inflammation and prevention of epileptogenesis. Neurosci Lett. 2011; 497:223-30 Akin D, Ravizza T, Maroso M, Carcak N, Eryigit T, Vanzulli I, Aker RG, Vezzani A, Onat FY.IL-1β is induced in reactive astrocytes in the somatosensory cortex of rats with genetic absence epilepsy at the onset of spike-and-wave discharges, and contributes to their occurrence. Neurobiol Dis. 2011; 44:259-69 Librizzi L, Noè F, Vezzani A, de Curtis M, Ravizza T. Seizure-induced brain-borne inflammation sustains seizure recurrence and blood-brain barrier damage. Ann Neurol. 2012; 72:82-90. Ravizza T, Kostoula C, Vezzani A Immunity activation in brain cells in epilepsy: mechanistic insights and pathological consequences. Neuropediatrics. 2013; 44:330-5 Emma Riva si è laureata in Medicina e Chirurgia nel 1984 presso l’Università di Milano e ha ottenuto il dottorato di ricerca in Fisiopatologia Cardiovascolare (PhD) nel 1990 presso l’Università di Londra (UK). Attività formative: Research Assistant presso il Dipartimento di Farmacologia, Facoltà di Medicina, Università di Ottawa, Canada; Internato in Medicina Interna presso l’Ospedale Luigi Sacco Milano; Cardiac Fellow presso il St Thomas' Hospital, London, UK. Aree di interesse: Prevalenza e effetti cognitivi, funzionali e clinici dell’anemia negli anziani; Disturbi comportamentali nei pazienti con demenza; Valutazione dello stress nel care-giver di soggetti con demenza; Cure palliative, il malato oncologico terminale, Diabete nell’anziano. Ruoli attuali e passati in Istituto: Capo dell’Unità di Farmacologia Geriatrica Istituto "Mario Negri", Milano; Direttore Scientifico dell’hospice “via di Natale Franco Gallini”, Aviano (PN); Consulente presso l’Istituto Geriatrico “Pio Albergo Trivulzio”, Milano: Membro del progetto PREDICT (Policy Review and Evaluation of Dementia and Institutional Care Trends): a Transnational Comparison. Principali pubblicazioni Riva E, Tettamanti M, Mosconi P, Apolone G, Gandini F, Nobili A, Tallone MV, Detoma P, Giacomin A, Clerico M, Tempia P, Guala A, Fasolo G, Lucca U. Association of mild anemia with hospitalization and mortality in the Elderly: The Health and Anaemia Population-based Study. Haematologica 2009;94:22-28 Tettamanti M, Lucca U, Gandini F, Recchia A, Mosconi P, Apolone G, Nobili A, Tallone MV, Detoma P, Giacomin A, Clerico M, Tempia P, Savoia L, Fasolo G, Ponchio L, Della Porta MG, Riva E. Prevalence, incidence and types of mild anemia in the elderly: the "Health and Anemia" population-based study. Haematologica. 2010;95:1849-1956 Lucca U, Garrì MT, Recchia A, Logroscino G, Tiraboschi P, Franceschi M, Bertinotti C, Biotti A, Gargantini E, Maragna M, Nobili A, Pasina L, Franchi C, Riva E, Tettamanti M. A population-based study of dementia in the oldest old: The Monzino 80-plus. Study design, methodological challenges, and population characteristics. BMC Neurol. 2011; 25:11-4 Avanzini F, Marelli G, Donzelli W, Busi G,Carbone S, Bellato L, Colombo EL, Foschi R, Riva E, Roncaglioni MC, De Martini. Conversion from intravenous to subcutaneous insulin therapy: effectiveness and safety of a standardized protocol and predictors of transition outcome. Diabetes Care. 2011, 34:1445-50 Baviera M, Monesi L, Garzona I, Avanzino F, Monesi G, Nobili A, Tettamanti M, Riva E, Cortesi L, Bortolotti A, Fortino I, Merlino L, Fontana G, Roncaglioni MC. Trends in drug prescriptions to diabetic patients from 2000 to 2008 in Italy's Lombardy Region: a large population-based study. Diabetes Res Clin Pract. 2011; 93:123-30 Franchi C, Lucca U, Tettamanti M, Riva E, Fortino I, Bortolotti A, Merlino L, Pasina L, Nobili A. Cholinesterasi inhibitor use in Alzheimer’s disease: the PEIFARM-Elderly Project. Pharmacoepidemiology and Drug Safety, 2011; 20:497-505. Nobil i A, Franchi C, Pasina L, Tettamanti M, Baviera M, Monesi L, Roncaglioni C, Riva E, Lucca U, Bortolotti A, Fortino, I Merlino L. Drug utilization and polypharmacy in an Italian elderly population: the EPIFARM-Elderly Project. Pharmacoepidemiology and Drug Safety, 2011; 20:488-96 RAPPORTO ATTIVITA’ 108 2013 IRFMN Franchi C, Tettamanti M, Marengoni A, Bonometti F, Pasina L, Cortesi L, Fortino I, Bortolotti A, Merlino L, Lucca U, Riva E, Nobili A. Changes in trend of antipsychotics prescription in patients treated with cholinesterase inhibitors after warnings from Italian Medicines Agency. Results from the EPIFARM-Elderly Project. Eur Neuropsychopharmacol. 2012; 22: 569-77 Monesi L, Baviera M, Marzona I, Avanzini F, Monesi G, Nobili A, Tettamanti M, Cortesi L, Riva E, Fortino I, Bortolotti A, Fontana G, Merlino L, Roncaglioni MC. Prevalence, incidence and mortality of diagnosed diabetes: evidence from an Italian population-based study: Diabet Med. 2012; 29:385-92 Mauro Tettamanti si è laureato in Biologia nel 1986 presso l’Università degli Studi di Milano e si è specializzato nel 1993 in Epidemiologia e Statistica Medica presso l’Università degli Studi di Pavia. Dal 1989 borsista presso l’Istituto Mario Negri; dal 1999 Ricercatore e dal 2001 Capo dell’Unità di Epidemiologia Geriatrica. Attività formative: Corso di valutazione critica della letteratura di settore Scuola Superiore di Fisioterapia di Mendrisio; Corso di Introduzione alla Statistica per il Master in Ergonomia del Politecnico di Milano (2001-2004); Corso di Statistica Medica e Metodologia Clinica per la Drug Evaluation School presso l’Istituto Mario Negri. Aree di interesse: Ideazione, stesura del protocollo, messa in atto e analisi di studi epidemiologici e di clinical trial in campo geriatrico, in particolare nel campo delle demenze; studi di fase I, II, III e osservazionali a lungo termine di farmaci per la demenza e la sindrome ansioso depressiva; epidemiologia, fattori di rischio e correlati della demenza; morbilità, disabilità e stato cognitivo degli anziani e dei grandi anziani; caratteristiche del trattamento di pazienti terminali; politerapia nei pazienti anziani; analisi delle variabili cliniche presenti nei database amministrativi Principali pubblicazioni Quadri P, Fragiacomo C, Pezzati R, Zanda E, Forloni G, Tettamanti M, Lucca U. Homocysteine, folate, and vitamin B12 in mild cognitive impairment, Alzheimer disease, and vascular dementia. Am J Clin Nutr 2004; 80: 114-122 Lucca U, Nobili A, Riva E, Tettamanti M. Cholinesterase inhibitor use and age in the general population. Arch Neurol 2006; 63:154-155 Lucca U, Tettamanti M, Quadri P. Homocysteine lowering and cognitive performance. N Engl J Med 2006; 355:1390 Tettamanti M, Garri' M T, Nobili A, Riva E, Lucca U. Low folate and the risk of cognitive and functional deficits in the very old: The Monzino 80-plus study. J Am Coll Nutr 2006; 25: 502-508 Tettamanti M, Lucca U, Gandini F, Recchia A, Mosconi P, Apolone G, et al. Prevalence, incidence and types of mild anemia in the elderly: the "Health and Anemia" population-based study. Haematologica 2010; 95:1849-56 Nobili A, Franchi C, Pasina L, Tettamanti M, Baviera M, Monesi L, et al. Drug utilization and polypharmacy in an Italian elderly population: the EPIFARM-elderly project. Pharmacoepidemiol Drug Saf 2011; 20:488-496. Parabiaghi A, Franchi C, Tettamanti M, Barbato A, D'Avanzo B, Fortino I, Bortolotti A, Merlino L, Nobili A. The declining use of reboxetine in years 2000 to 2006: a pharmacoepidemiological comparative study.J Clin Psychopharmacol. 2012; 32:303-5 Franchi C, Sequi M, Tettamanti M, Bonometti F, Nobili A, Fortino I, Bortolotti A, Merlino L, Pasina L, Djade CD, Marengoni A. Antipsychotics prescription and cerebrovascular events in Italian older persons. J Clin Psychopharmacol. 2013; 33:542-5 Pietro Veglianese ha ottenuto la Laurea in Chimica e Tecnologie farmaceutiche nel 2000 presso l’Università degli Studi di Milano. Nel 2005 ha conseguito la specializzazione in ricerca farmacologica presso il Dipartimento di Neuroscienze (Unità di Neurobiologia Molecolare) dell’Istituto di Ricerche Farmacologiche Mario Negri di Milano. Nel 2007 ha conseguito il PhD presso la Open University (UK). Da Gennaio 2014 è diventato capo dell’unità Trauma Spinale Acuto e Rigenerazione presso l’Istituto di Ricerche Farmacologiche Mario Negri di Milano. I suoi interessi di ricerca al momento riguardano lo sviluppo e caratterizzazione di biomateriali per il rilascio farmacologico nel sito di lesione del midollo spinale. Negli 2013 i suoi lavori hanno dimostrato che l’uso di biomateriali, nello specifico idrogeli e nanoparticelle, sono potenzialmente in grado di rilasciare ed incrementare l’efficacia di differenti farmaci, anche in modo combinato, ponendo le basi per una nuova strategia terapeutica. Inoltre, alcuni smart delivery tools (nanoparticelle) da noi in studio sono in grado di indirizzare in modo selettivo farmaci in specifiche cellule del sistema nervoso centrale (microglia), aprendo un nuovo concetto di terapia nel trattamento dell’infiammazione (cell-targeted therapy). Con un approccio di trattamento multifattoriale direttamente nel sito di lesione l’unita sta anche portando avanti un progetto che prevede lo sviluppo di una terapia multipla costituita da farmaco/cellule staminali mediante somministrazione attraverso idrogeli. Questi progetti sono portati avanti in modo multidisciplinare mediante collaborazioni molto strette con il Politecnico di Milano (biomateriali), la Cell Factory del Policlinico di Milano (cellule staminali) e la SUPSI di Lugano (biomateriali). Inoltre, Pietro Veglianese è stato referee di diverse riviste scientifiche RAPPORTO ATTIVITA’ 109 2013 IRFMN (Brain, Journal of Controlled Release, Cell Biology and Toxicology and British Journal of Pharmaceutical Research) Principali pubblicazioni Papa, S., R. Ferrari, M. De Paola, F. Rossi, A. Mariani, I. Caron, E. Sammali, M. Peviani, V. Dell'oro, C. Colombo, M. Morbidelli, G. Forloni, G. Perale, D. Moscatelli and P. Veglianese (2013). "Polymeric nanoparticle system to target activated microglia/macrophages in spinal cord injury." J Control Release 174C: 15-26. Papa, S., F. Rossi, R. Ferrari, A. Mariani, M. De Paola, I. Caron, F. Fiordaliso, C. Bisighini, E. Sammali, C. Colombo, M. Gobbi, M. Canovi, J. Lucchetti, M. Peviani, M. Morbidelli, G. Forloni, G. Perale, D. Moscatelli and P. Veglianese (2013). "Selective nanovector mediated treatment of activated proinflammatory microglia/macrophages in spinal cord injury." ACS Nano 7(11): 9881-9895. Rossi, F., G. Perale, S. Papa, G. Forloni and P. Veglianese (2013). "Current options for drug delivery to the spinal cord." Expert Opin Drug Deliv 10(3): 385-396. Perale, G., F. Rossi, M. Santoro, M. Peviani, S. Papa, D. Llupi, P. Torriani, E. Micotti, S. Previdi, L. Cervo, E. Sundstrom, A. R. Boccaccini, M. Masi, G. Forloni and P. Veglianese (2012). "Multiple drug delivery hydrogel system for spinal cord injury repair strategies." J Control Release 159(2): 271-280. Perale, G., F. Rossi, E. Sundstrom, S. Bacchiega, M. Masi, G. Forloni and P. Veglianese (2011). "Hydrogels in spinal cord injury repair strategies." ACS Chem Neurosci 2(7): 336-345. Elisa R. Zanier si è laureata in Medicina e Chirurgia a pieni voti nel 1998. Nel 2001 ha conseguito la specialità in Anestesia e Rianimazione. Ha trascorso un periodo di post-dottorato di 2 anni presso il Neurotrauma Laboratory-Neurosurgery Division diretto dal Prof. David D.A. Hovda, alla UCLA (Los Angeles, California, USA). Dal 2003 al 2008 e’ stata Dirigente medico di primo livello presso la terapia intensiva Neuroscienze, servizio Anestesia e Rianimazione, Ospedale Maggiore Policlinico IRCCS, Milano. Dal 2007 e’ docente a contratto presso la facoltà di Medicina e Chirurgia dell’Università di Milano, Scuola di Specialità in Anestesia e Rianimazione. Dal 2008 e’ ricercatrice presso l’Istituto di Ricerche Farmacologiche Mario Negri di Milano, laboratorio di Infiammazione e Malattie del Sistema Nervoso. E’ diventata capo dell’Unità di terapia cellulare e danno cerebrale acuto nel 2012. I suoi attuali interessi riguardano le basi biologiche del danno cerebrale acuto traumatico ed ischemico e l’impiego di cellule staminali come possibile futura strategia terapeutica. Elisa Zanier è attivamente coinvolta in progetti di ricerca sperimentale e clinica che riguardano il ruolo dell’infiammazione con particolare interesse al complemento nella modulazione del danno cerebrale conseguente ad ictus, emorragia subaracnoidea e trauma cranico. Principali pubblicazioni Pischiutta F, D'Amico G, Dander E, Biondi A, Biagi E, Citerio G, De Simoni MG, Zanier ER.Immunosuppression does not affect human bone marrow mesenchymal stromal cell efficacy after transplantation in traumatized mice brain. Neuropharmacology. 2013;79C:119-126 Orsini F, Villa P, Parrella S, Zangari R, Zanier ER, Gesuete R, Stravalaci M, Fumagalli S, Ottria R, Reina JJ, Paladini A, Micotti E, Ribeiro-Viana R, Rojo J, Pavlov VI, Stahl GL, Bernardi A, Gobbi M, De Simoni MG. Mannose binding lectin, a novel target for stroke. Circulation. 2012 ;126:1484-94 Zanier ER, Montinaro M, Viganò M, Villa P, Fumagalli S, Pischiutta F, Longhi L, Leoni ML, Rebulla P, Stocchetti N, Lazzari L, De Simoni MG. Human umbilical cord blood mesenchymal stem cells protect mice brain after trauma. Crit Care Med. 2011; 39:2501-2510. Zanier ER, Brandi G, Peri G, Longhi L, ZoerleT, Tettamanti M, Garlanda C, Sigurtà A, Valaperta S, Mantovani A, De Simoni MG, Stocchetti N. Cerebrospinal fluid pentraxin 3 early after subarachnoid hemorrhage is associated with vasospasm. Intensive Care Med. 2011; 37:302-9. Gesuete R. Storini C. Fantin A., Stravalaci M., Zanier ER, Orsini F, Vietsch H., Mannesse M. L. M., Ziere B., Gobbi M. and De Simoni M.G. “Recombinant C1-inhibitor in Brain Ischemic Injury” Ann Neurol, 66:332-342, 2009. Stocchetti N, Colombo A, Ortolano F, Videtta W, Marchesi R, Longhi L, Zanier ER. Time course of intracranial hypertension after traumatic brain injury. J Neurotrauma. 24: 1339-46, 2007. Zanier ER, Ortolano F, Ghisoni L, Losappio S, Colombo A, Stocchetti N. Intracranial pressure monitoring in intensive care: clinical advantages of a computerized system over manual recording. Crit Care 11: R7, 2007. Stocchetti N, Protti A, Lattuada M, Magnoni S, Longhi L, Ghisoni L, Egidi M, Zanier ER: Impact of pyrexia on neurochemistry and cerebral oxygenation after acute brain injury. J Neurol Neurosurg Psychiatry 76 : 1135-1139, 2005. Longhi L, Zanier ER, Royo N, Stocchetti N, McIntosh TK. Stem cell transplantation as a therapeutic strategy for traumatic brain injury. Transplant Immunology 15, 143–148, 2005. Zanier ER, Lee S, Vespa P, Giza C, Hovda D: Increased hippocampal CA3 vulnerability to low-level kainic acid following lateral fluid percussion injury. J Neurotrauma 20: 409-420, 2003. Ip EY, Zanier ER, Moore AH, Lee SM, Hovda DA: Metabolic, Neurochemical, and Histologic Responses to Vibrissa Motor Cortex Stimulation After Traumatic Brain Injury. J Cereb Blood Flow Metab. 23: 900-910, 2003. Rossi S, Zanier ER, Mauri I, Colombo A, Stocchetti N: Brain temperature, body core temperature, and intracranial pressure in acute cerebral damage. J Neurol Neurosurg Psychiatry 71: 448-454, 2001. RAPPORTO ATTIVITA’ 110 2013 IRFMN ATTIVITA' DEL DIPARTIMENTO Il Dipartimento di Neuroscienze è strutturato in dodici Laboratori, le attività di ricerca riguardano lo studio delle malattie neurologiche e psichiatriche affrontato dal punto di vista delle basi biologiche, di alcuni aspetti clinici e della valutazione dei servizi sanitari. Accanto a queste attività, nel Dipartimento sono presenti competenze più generali, non riconducibili esclusivamente all'ambito neurologico, che riguardano l'informazione sull'uso dei farmaci e l'elaborazione di trial clinici e di studi epidemiologici. Tradizionalmente una parte del Dipartimento si è dedicata alla creazione di modelli sperimentali per lo studio dei meccanismi patogenetici e dei possibili interventi terapeutici che riguardino le malattie neurodegenerative, come Alzheimer e malattie da prioni, neurologiche come l'epilessia o psichiatriche come la depressione. Più recentemente si sono sviluppati e consolidati progetti di ricerca per lo studio della sclerosi laterale amiotrofica (SLA), l'ictus cerebrale e le sostanze d'abuso. Per quanto riguarda gli aspetti clinici diverse di queste patologie sono oggetto di studi epidemiologici come epilessia, SLA e Alzheimer e di clinical trial per la valutazione dell'efficacia di trattamenti farmacologici. Le attività del Dipartimento mirano a un'integrazione delle diverse competenze per lo sviluppo di progetti multidisciplinari. L'obiettivo è di dare risposte integrate sul piano della conoscenza, della terapia e della pratica clinica alle complesse tematiche, in gran parte irrisolte, proposte dalle malattie del sistema nervoso. PRINCIPALI RISULTATI Il danno cognitivo indotto dall'applicazione intrecerebroventricolare di piccoli aggregati (oligomeri) di peptidi amiloide 1-40 e 1-42 è in parte dipendente dalla reazione infiammatoria che coinvolge cellule non neuronali. L'-sinucleina, componente essenziale degli aggregati intracellulari detti corpi di Levy, presenti nel Morbo di Parkinson e in altre malattie neurodegenerative, in forma oligomerica iniettata nel ventricolo cerebrale induce un danno cognitivo simile a quello indotto da oligomeri di amiloide L’analisi comparata di risonanza magnetica per immagine (RMI) in diversi modelli sperimentali di Alzheimer ha messo in evidenza come progressivamente con l'invecchiamento si osserva una riduzione del volume striatale e dello spessore della corteccia entorinale, fenomeni riminiscenti di ciò che accade nelle forme familiari di malattia di Alzheimer . L’azione della doxiciclina, una tetraciclina che passa la barriera ematoencefalica con attività anti-amiloidogenica, oltre a ridurre la formazione di aggregati di amiloide neutralizza in acuto l’effetto di disfunzione neuronale indotta dagli oligomeri. Un polimorfismo presente sul gene che codifica per SIRT-2, una proteina con attività deacetilasica che appartiene alla famiglia delle sirtuine, è stato associato allo sviluppo di patologie croniche nell’anziano In modelli animali in vivo è stato dimostrato che il peptide D-JNK-TAT, capace di inibire l’attività di fosforilazione mediata dall’enzima JNK, esercita un controllo della produzione di amiloide indicando possibili prospettive terapeutiche nella cura dell’Alzheimer. RAPPORTO ATTIVITA’ 111 2013 IRFMN In modelli in vitro in vivo è stato dimostrato JNK viene attivato nel compartimento postsinaptico in risposta a oligomeri di Aβ, e induce sinaptopatia agendo su due diversi target: l'inibizione specifica di JNK previene la degenerazione del terminale post-sinaptico nella sinaptsi eccitatoria. Un peptide con sequenza transmembranica TAT (TAT 1-6 A2V) disegnato sulla base delle indicazioni ottenute studiando una mutazione che in omozigosi è associata alla malattia di Alzheimer si è dimostrato efficace nel ridurre gli effetti tossici associati alla azione della amiloide in modelli in vitro ed in vivo. E’ stata dimostrata un’interazione JNK- sintaxina 2, una proteina importante per il docking delle vescicole sinaptiche, questa interazione è sensibile all’azione di D-JNK-1 aprendo nuove prospettive di intervento nella modulazione dell’attività sinaptica e il rilascio di glutammato Sono stati disegnati e studiati peptidi in grado di modulare selettivamente la chinasi MKK7, responsabile dell’attivazione di JNK in seguito a stimoli di stress cellulare come l’eccitotossicità, con possibili prospettive terapeutiche Studi in diversi modelli cellulari hanno evidenziato che l'attivazione dello stress del reticolo endoplasmatico o alterazioni dell’attività del proteasoma non sono responsabili della neurodegenerazione nelle malattie da prioni di origine genetica. L’indagine degli effetti biologici di molecole di PrP delete nella regione idrofobica centrale (PrP CR) ha evidenziato che queste hanno una forte attività neurotossica che può essere inibita dalla PrP wild-type. Abbiamo scoperto che mentre l’attività neurotossica di PrP CR si esplica solo in cis, l’attività neuroprotettiva di PrP wild-type avviene sia in cis, sia in trans. A causa dell’interazione con la PrP mutata, la subunità 2 dei canali per il calcio voltaggiodipendenti rimane intrappolata nel reticolo endoplasmico, il canale si accumula all’interno della cellula e non raggiunge la membrana sinaptica. Questo provoca una riduzione del numero dei canali sinaptici funzionali, con conseguente riduzione del rilascio evocato di glutammato e disfunzione della neurotrasmissione cerebellare. In uno studio prospettico di popolazione nel grande anziano (Monzino 80-plus Study), un valore più elevato di BMI alla visita iniziale è risultato associato a un ridotto rischio di demenza suggerendo che la relazione tra BMI e demenza possa modificarsi nel tempo. Essere sottopeso potrebbe rappresentare un marker di gravità della malattia dalle fasi prodromiche di demenza Nello stesso studio di popolazione (Monzino 80-plus Study), è stato evidenziato come il consumo di caffè, pur tendendo a diminuire dalla mezza età, resti comunque assai diffuso nella popolazione dei grandi anziani. Nella parte prospettica dello studio è stato inoltre evidenziato come il consumo di caffè prolungato nel tempo era associato a una riduzione del 30% del rischio di sviluppare una demenza. In una popolazione ambulatoriale di pazienti anziani cognitivamente normali o con mild cognitive impairment visti consecutivamente alla Memory Clinic degli Ospedali Regionali di Mendrisio e Lugano, (Canton Ticino Study), l’abilità di mantenere l’equilibrio stando in piedi a occhi aperti su una piattaforma con superficie cedevole, si mostrava fortemente associata con la storia di cadute degli anziani. L’estensione al lungo periodo (5 anni dalla visita iniziale) dello studio sull’associazione tra RAPPORTO ATTIVITA’ 112 2013 IRFMN anemia lieve e mortalità nella popolazione anziana residente nel comune di Biella (Studio Salute e Anemia) ha mostrato un persistente effetto negativo dell’anemia lieve sulla sopravvivenza. La prognosi sfavorevole era associata soprattutto all’anemia lieve dovuta a malattia cronica, a insufficienza renale o associata a carenza di vitamina B12 e/o folati. La mortalità associata a anemia lieve da tratto talassemico o da carenza di ferro era invece simile a quella dei soggetti non anemici. Nello studio sul morbo di Creutzfeldt-Jakob in Italia sono stati randomizzati e seguiti 55 pazienti; i loro dati sono stati uniti a quelli derivanti da 66 pazienti reclutati in Francia seguendo un protocollo molto simile. Le analisi sono attualmente in corso e verranno divulgate nel corso del 2013. Una diminuzione delle prescrizioni di alcuni antipsicotici atipici nell’anno successivo alla segnalazione da parte dell’Agenzia italiana del farmaco (AIFA) di una correlazione fra il loro uso e l’incidenza di eventi cerebrovascolari è emersa dall’analisi dei dati relativi all’uso di antipsicotici in soggetti alzheimeriani trattati con anticolinesterasici. Altri antipsicotici hanno invece mostrato una tendenza all’aumento dell’utilizzo nello stesso periodo. Abbiamo analizzato i fattori che hanno determinato l’accoglienza nell’Hospice “via di Natale” di Aviano. Le informazioni derivano dall’analisi dei dati raccolti tramite 2.217 colloqui condotti durante il decennio di attività 2000-2009 con i familiari di malati in stadio avanzato che avevano presentato domanda di accoglienza all’hospice. In seguito al colloquio, poco più della metà dei malati (51,4%) sono stati accolti. I dati emersi dallo studio indicano che età e luogo di cura di provenienza erano le variabili che differivano significativamente tra malati accolti e non accolti nell’hospice. I fattori che hanno determinato una più probabile accoglienza erano la condizione economica disagevole del malato o della famiglia e l’essere soli. Durante il decennio di studio la quota dei malati informati di avere un tumore era aumentata e così pure la consapevolezza dei familiari riguardo lo stato di malattia del loro congiunto. Nei Nuclei Alzheimer il 60% dei pazienti con demenza è in trattamento con antipsicotici (49% tradizionali e 51% atipici). Il 45% assume un solo antipsicotico, il 14% ne assume due contemporaneamente e l’1% tre. Ne corso del 2003 nella ASL di Lecco, il 15.5% degli anziani (età ≥ 65 anni) era esposto ad associazioni di farmaci potenzialmente a rischio di interazioni farmacologiche (60.8% erano donne). L’età, l’ASL di residenza, il numero dei farmaci assunti e la co-prescrizione di farmaci potenzialmente interagenti con warfarina sono associate al rischio di ospedalizzazione per sanguinamento. In Regione Lombardia, nel corso del 2005, il 76% delle donne e il 75 % degli era esposto ad una terapia cronica (4 o più confezioni di uno stesso farmaco), il 46% degli anziani, senza differenze tra uomini e donne, era esposto a politerapia (5 o più farmaci) e il 18% delle donne e il 22% degli uomini a politerapia cronica (5 o più farmaci cronici). Durante il 2005 il 34% della popolazione residente in Regione Lombardia ha ricevuto almeno una prescrizione di antibiotico. Le fasce di età con più alta prevalenza prescrittiva sono quelle da 0 a17 anni e quelle da 80 o più anni, con 41.6% e 41.9%, rispettivamente. I pazienti con età inferiore ai 18 anni (OR: 1.73; 95% CI: 1.73-1.74), gli anziani con più di 65 anni (OR: 1.64; 95% CI: 1.63-1.65) hanno un rischio significativamente più alto di essere esposti agli antibiotici. RAPPORTO ATTIVITA’ 113 2013 IRFMN In tre ASL di Regione Lombardia, l’utilizzo di paroxetina e fluoxetina aumenta esponenzialmente dal 2000 al 2006 (da 0.42% a 1.12% e da 0.18% a 0.35%, rispettivamente) mentre la prevalenza d’uso della reboxetina mostra un trend opposto: da 0.20% nel 2000 a 0.04% nel 2006. Il 52% degli anziani ricoverati in un campione di 38 reparti di medicina interna distribuiti sul territorio nazionale, assumeva 5 o più farmaci (politerapia) e rimaneva in reparto per una media di 11 giorni. Alla dimissione si è osserva sia una crescita del numero di pazienti con polipatologie (+16%) che di pazienti in politerapia (+13%). La presenza di alcuni cluster di malattia (cluster cardiopolmonare: scompenso cardiaco, fibrillazione atriale e BPCO; cluster cerebrovascolare cognitivo: CVD e demenza; cluster metabolico: dislipidemia, ipertensione e malattie della tiroide) negli anziani ricoverati in reparti di medicina interna è positivamente associata con l’assunzione di politerapie all’ingresso e a un più alto rischio di mortalità intraospedaliera. Nei reparti di medicina interna della rete REPOSI, meno del 50% dei pazienti con FA stanno seguendo correttamente le linee guida della profilassi antitrombotica e il ricovero non ha un effetto nel migliorarne l’aderenza. La presenza di demenza è associata con un aumento di due volte del rischio di mortalità intraospedaliera. La politerapia è fortemente associata alla presenza di particolari gruppi (cluster) di patologia tra loro associati come: diabete mellito più CHD più CVD, diabete più CHD e SC più fibrillazione atriale. La prescrizione di antipsicotici tipici è risultata associata a un aumentato rischio di CVEs, mentre, dopo stratificazione, le persone che assumevano AChEI non mostravano alcuna associazione con CVEs. Il 19% dei pazienti sono stati riospedalizzati almeno una volta entro i 3 mesi dalla dimissione. Solo gli eventi avversi durante l'ospedalizzazione, il ricovero precedente e patologie vascolari e epatiche sono risultati significativamente associati al rischio di riospedalizzazione. Abbiamo evidenziato un’associazione significativa con la mortalità a 3 mesi tra i pazienti esposti ad almeno 2 interazioni potenzialmente gravi (OR = 2.62, 95% CI, 1,00-6,68, p = 0,05). L’ospedalizzazione è risultata associata ad un aumento delle DDIs potenzialmente gravi. Un attento monitoraggio delle DDIs potenzialmente gravi ed in particolare di quelle create al momento della dimissione è importante per ridurre al minimo il rischio di eventi avversi farmaco-correlati. In Regione Lombardia abbiamo evidenziato differenze geografiche nella prevalenza di anziani in politerapia cronica, solo in parte spiegato da condizioni cliniche del paziente. Questo sottolinea la necessità di interventi mirati sulla pratica prescrittiva per ridurre la prevalenza di politerapia in specifiche aree. Nell’indagine sulla qualità del servizio secondo gli utenti del Dipartimento di Salute Mentale di Pistoia, a due anni dalla prima rilevazione, i miglioramenti erano limitati ai tempi di attesa per le visite, mentre rimanevano aspetti critici la possibilità di cambiare operatore, le informazioni sul progetto di cura e sulla terapia farmacologica, gli effetti collaterali, l’utilità dei gruppi di autoaiuto. RAPPORTO ATTIVITA’ 114 2013 IRFMN In uno studio svolto nella Provincia di Trento, il tasso di incidenza di suicidi era di 39 su 100.000 persone più basso di quanto registrato in altre aree italiane. Il tasso era maggiore nelle donne eccetto che nella fascia 35-39 anni. Il rischio era più alto nelle persone divorziate e nei maschi nubili. Il 26% presentava un alto profilo di rischio in termini di intenzionalità e letalità, e nel 18% dei casi non vi era intenzionalità suicidaria. Il 45% dei casi era in contatto col servizio di salute mentale al momento dell’evento. Il tasso di prevalenza dell'uso di litio per 10.000 abitanti in Lombardia si è mantenuto costante dal 2000 al 2010 nelle donne (da 16.7 a 17.0) e negli uomini (da 13.7 a 14.4). Anche l'incidenza non ha registrato cambiamenti rilevanti (da 4.3 a 3.9 nelle donne, e da 4.2 a 3.5 negli uomini). La survey sugli studenti delle scuole di Como ha mostrato che il 30% circa dei soggetti dichiarava di aver provato almeno una volta la cannabis, con frequenze più elevate nei maschi e nei soggetti più adulti. Il 28% circa dei soggetti aveva consumato la sostanza almeno una volta negli ultimi sei mesi, e il 16% nell’ultimo mese. Tra i 235 utilizzatori di cannabis, l’80% l’aveva consumata nel semestre e il 56% nel mese precedente. I maschi consumavano più cannabis delle femmine. Esiste una correlazione diretta tra SLA e traumi meccanici, documentata dalle seguenti osservazioni: il rischio di SLA è maggiore quanto più elevato è il numero di eventi traumatici e quanto più gravi sono stati i traumi. Esiste una correlazione inversa tra SLA ed assunzione di caffè. La prevalenza dei segni extrapiramidali nei pazienti con SLA è più elevata di quella attesa nella popolazione generale. La SLA ad esordio precoce differisce dalla SLA ad esordio tardivo per la maggiore esposizione a piombo, solventi, campi elettromagnetici, ed attività fisica di tipo lavorativo. Esiste una correlazione inversa tra esercizio fisico ed SLA. Per contro, tra i soggetti affetti, la malattia insorge ad un’età più precoce in coloro che hanno effettuato attività fisica. La sopravvivenza a lungo termine della SLA dipende dal fenotipo alla diagnosi. La quota di pazienti vivi a 10 anni ammonta al 12%. Predittori di sopravvivenza a lungo termine sono l’età più giovane, una SLA sospetta o possibile alla diagnosi, un esordio spinale dei sintomi e una durata di malattia superiore a 12 mesi alla diagnosi. La sopravvivenza della SLA contratta sopra i 75 anni è, nei maschi, sovrapponibile a quella della popolazione generale. La l-acetilcarnitina associata a riluzolo è più efficace del solo riluzolo per il trattamento della SLA. La somministrazione del farmaco si accompagna ad un rallentamento della compromissione funzionale e ad una riduzione della mortalità a breve termine. Il sodio valproato riduce significativamente il numero di giorni con cefalea rispetto al placebo e dimostra un profilo di tollerabilità paragonabile al placebo. Il programma riabilitativo integrato non riduce il numero di cadute nella malattia di Parkinson quando confrontato con la usual care. Negli studi epidemiologici i dati amministrativi hanno elevata sensibilità e specificità come traccianti di malattia con una lieve tendenza a sovrastimare la frequenza della malattia. La popolazione generale e, specificamente, la categoria degli insegnanti della scuola primaria dimostrano di avere una discreta conoscenza di base dell’epilessia ma di avere ancora RAPPORTO ATTIVITA’ 115 2013 IRFMN atteggiamenti negativi nei confronti della malattia ed un inadeguato approccio alle sue manifestazioni In Italia le attitudini degli specialisti nei confronti della chirurgia dell’epilessia sono molto diverse e riflettono il background culturale e la numerosità dei possibili candidati chirurgici presi in esame. E’ stato osservato che il decorso più veloce della SLA nei topi con mutazione SOD1 dipende da un maggiore accumulo di aggregati proteici dovuti alla minor espressione e funzionalità di chaperonine come la alfa beta cristallina e la ciclofillina A e ad una più precoce disfunzione del proteasoma. Agire su questi sistema potrebbe dunque portare ad un significativo rallentamento della malattia. Lo studio in modelli sperimentali di SLA a diverso grado di progressione della malattia permette lo sviluppo di biomarcatori prognostici, cioè di molecole in grado di prevedere la progressione della malattia e di monitorare l'efficacia di trattamenti sperimentali. Attraverso lo studio del ruolo di TNFR2 abbiamo dimostrato ancora una volta che la SLA è una malattia neurodegenerativa multisistemica e che per ottenere un risultato terapeutico efficace è importante considerare non più solo la protezione dei motoneuroni ma anche interventi mirati ad altri distretti coinvolti nella malattia come i muscoli e il sistema immunitario. Abbiamo messo in luce, per la prima volta, una risposta tipica dell' immunità adattativa come l'attivazione del complesso MHCI nei motoneuroni sotto stress come accade nella SLA. Questo fa intravedere nuove prospettive per capire i meccanismi di interazione tra i motoneuroni e il sistema immunitario e quindi per evidenziare nuovi bersagli terapeutici. Abbiamo dimostrato il ruolo di alcune citochine proinfiammatorie e di HMGB1 nella insorgenza e ricorrenza dell'attività epilettica evidenziando e descrivendo un nuovo meccanismo coinvolto nell'eziopatogenesi delle convulsioni fino ad ora sconosciuto Abbiamo dimostrato il ruolo di alcune citochine proinfiammatorie e di HMGB1 nella insorgenza e ricorrenza dell'attivita' epilettica evidenziando e descrivendo un nuovo meccanismo coinvolto nell'eziopatogenesi delle convulsioni fino ad ora sconosciuto. Nell'ambito della ricerca sui meccanismi di farmacoresistenza, abbiamo dimostrato: 1. Che alcune proteine di trasporto dei farmaci anticonvulsivanti sono funzionalmente attivitate nel tessuto epilettico ed hanno un ruolo significativo nel diminuire le concentrazioni cerebrali dei farmaci antiepilettici nei modelli sperimentali. Un intervento farmacologico sull'attività di queste proteine potrebbe rappresentare una strategia per revertire la resistenza ai farmaci antiepilettici. 2. L'applicazione della terapia genica in un modello di crisi spontanee e ricorrenti che non rispondono ad alcuni farmaci anticonvulsivanti, è in grado di inibire significativamente le crisi senza indurre misurabili effetti collaterali 3. Specifici farmaci antiinfiammatori hanno significative proprietà anticonvulsive. Un farmaco che inibisce la sintesi di IL-1beta e’ ora in uno studio clinico di fase 2b in pazienti con crisi parziali e secondariamente generalizzate farmacoresistenti Il sistema del complemento è un target importante nel danno cerebrale acuto: -Il C1-INH ricombinante, inibitore pleiotropico del complemento, ha un potente effetto neuroprotettivo ed un’ampia finestra terapeutica. RAPPORTO ATTIVITA’ 116 2013 IRFMN - L’inibizione di mannose-binding lectin (MBL), una proteina della via delle lectine del complemento protegge dal danno ischemico con un’ampia finestra terapeutica. - in pazienti con emorragia subaracnoidea (ESA) ficolina-3, uno degli attivatori della via lectinica del complemento, è associata a parametri clinici e strutturali di gravità della patologia Le cellule staminali ottenute dal cordone ombelicale riducono il danno funzionale e istopatologico in un modello di trauma cranico. La microglia attivata può assumere un fenotipo protettivo nel cervello leso e partecipa all’effetto protettivo delle cellule staminali Le cellule staminali mesenchimali sono in grado di indirizzare la polarizzazione della microglia in modelli di danno cerebrale sia in vivo che in vitro L’effetto protettivo a lungo termine delle cellule staminali mesenchimali da midollo osseo nel cervello traumatizzato non è influenzato da un trattamento immunosoppressivo I deficit delle funzioni esecutive dipendenti dalla corteccia frontale sono compensati dal blocco dei recettori dopaminergici D1-like e D2-like striatali I recettori TAAR1 (trace amine-associated receptor1) modulano la trasmissione monoamminergica cerebrale e riducono la sensibilità agli psicostimolanti La troncazione del gene mecp2 riproduce i deficit motori della Sindrome di Rett Una singola volontaria esposizione alla cocaina è in grado di influenzare profondamente la struttura della corteccia mediale prefrontale del ratto da laboratorio. I livelli di BDNF nel nucleo accumbens e nella corteccia mediale prefrontale del ratto da laboratorio sono finemente modulati dall’uso di cocaina e dalla sua mancanza nelle fasi iniziali dell’astinenza. Una singola volontaria esposizione alla cocaina è in grado di influenzare profondamente la struttura della corteccia mediale prefrontale del ratto da laboratorio. I livelli di BDNF nel nucleo accumbens e nella corteccia mediale prefrontale del ratto da laboratorio sono finemente modulati dall’uso di cocaina e dalla sua mancanza nelle fasi iniziali dell’astinenza L’astinenza dall’assunzione volontaria di cocaina aumenta l’autofosforilazione di αCaMKII nel Nucleo Accumbens e nella Corteccia Mediale Prefrontale (mPFC). Il persistente aumento della αCaMKII osservato nella mPFC potrebbe contribuire all’incubazione del craving per la cocaina. Stimoli ambientali associati all’assunzione di sostanze psicotrope d’abuso quali cocaina, nicotina o alcol sono in grado di indurre ricaduta sperimentale quando ripresentati a ratti o topi da laboratorio anche dopo un lungo periodo di astinenza Il bifeprunox, un parziale agonista ai recettori DA D2 e 5-HT1A, riduce nel ratto da laboratorio la ricerca di nicotina indotta dalla presentazione di stimoli ambientali associati all'assunzione della sostanza d’abuso Gli inibitori GlyT1 potrebbero offrire una opportunità terapeutica per controllare in acuto il craving per la nicotina. Tuttavia, la mancanza di effetti persistenti dopo trattamento sub-cronico RAPPORTO ATTIVITA’ 117 2013 IRFMN fa ipotizzare che l’esposizione ai GlyT1 non sia sufficiente a promuovere l’estinzione delle risposte evocate dagli stimoli condizionati alla nicotina. COLLABORAZIONI NAZIONALI Agenzia di Sanità Pubblica del Lazio, Roma Associazione Familiari Insonnia Familiare Fatale malattie da prioni, Treviso Associazione Italiana GIST A.I.G. Associazione Mondiale di Riabilitazione Psicosociale, Sezione Italiana, Milano Associazione per la Ricerca Neurogenetica, Lamezia Terme (CS) e ASL 6, Regione Calabria Agenzia di Sanità Pubblica del Lazio, Roma Assessorato alla Salute, Comune di Milano Azienda Ospedaliera Ospedali Riuniti di Bergamo Azienda Sanitaria Locale di Bergamo Azienda per i Servizi Sanitari n.1 Triestina Azienda ULS TO2, Torino Bracco Imaging, Milano Cell Factory, Fondazione IRCCS Ospedale Maggiore Policlinico, Milano CEND, Centro Eccellenza per le Malattie Neurodegenerative, Università di Milano Centro di Terapie per l’Adolescenza, Milano Centro Fatebenefratelli San Giovanni di Dio, Cernusco sul Naviglio Centro di Neurofarmacologia, Dipartimento di Scienze Farmacologiche, Università di Milano Centro Parkinson-Istituti Clinici di Perfezionamento Centro Studi in Psichiatra, ASL 2, Torino Centro di Terapie per l’Adolescenza, Milano Clinica IRCSS S. Maria Nascente, Milano Clinica Neurologica III Università di Milano, Azienda Ospedaliera S. Paolo, Milano Clinica Neurologica, Università di Perugia, Ospedale S. Maria della Misericordia, Perugia Clinica Psichiatrica, Università Milano Bicocca Clinica Psichiatrica, Università di Parma Clinica Psichiatrica, Università di L’Aquila Clinica Psichiatrica Università degli Studi di Genova Consorzio Ricerche Luigi Amaducci, CRIC, Arcugnano (Vc) Consorzio MIA, Milano Department of Quantitative Methods for Business Economic Sciences, Facoltà di Statistica, Università Bicocca, Milano Dept of Biomedical Sciences & Biotechnologies, University of Brescia DIBIT, San Raffaele Scientific Insitute, Milano Dipartimento di Biologia Funzionale e Strutturale Università dell’Insubria Dipartimento di Biologia, Biologia Struttutale Universita Tor Vergata di Roma Dipartimento di Chimica Biologica, Università di Padova Dipartimento di Chimica, Università degli Studi di Firenze Dipartimento di Chimica, Università degli Studi di Milano Dipartimento di Chirurgia "P. Valdoni" - Lab., Ricerca Center for Research in Neurobiology "Daniel Bovet" (CRiN), "Sapienza" Università di Roma Dipartimento Dipendenze ASL di Como Dipartimento Endocrinologia, Università di Milano Dipartimento Farmaco Chimico Tecnologico, Università di Siena Dipartimento di Farmacologia Medica, Università di Milano Dipartimento di Fisiologia Umana, Facoltà di Medicina, Università di Milano RAPPORTO ATTIVITA’ 118 2013 IRFMN Dipartimento di Immunologia, Fondazione Humanitas per la Ricerca di Milano Dipartimento di Medicina e Sanità Pubblica, Sezione di Psichiatria e Psicologia Clinica, Università di Verona Dipartimento di Morfofisiologia, Scuola di Medicina veterinaria, Univedi Torino, Grugliasco (TO). Dipartimento di Neurologia, Seconda Università di Napoli Dipartimento Neurologia, IRCCS Fondazione Maugeri, Pavia Dipartimento Neurologia, Ospedale Molinette, Torino Dipartimento di Neurologia Università di Milano, Ospedale Luigi Sacco. Dipartimento di Neuroscienze, Università di Parma, Parma Dipartimento di Neuroscienze e Organi di Senso, Università di Bari, Bari. Dipartimento di Neuroscienze, Oftalmologia e Genetica, Unità di Neuroimmunologia,Università di Genova Dipartimento di Salute Mentale, Azienda Provinciale per i Servizi Sanitari di Trento, Trento Dipartimento di Salute Mentale di Niguarda, Milano Dipartimento di Salute Mentale ASL 3 ”Genovese”, Genova Dipartimento di Salute Mentale San Carlo, Milano Dipartimento di Salute Mentale della Ulss 5 Ovest Vicentino Dipartimento di Scienze Biomediche e Cliniche Università di Milano, Milano Dip. di Scienze Biomolecolari e Biotecnologie, Università di Milano Dipartimento di Scienze Fisiologiche Università di Pavia, Pavia Dipartimento di Scienze mediche e biologiche - Università di Udine Dipartimento Scienze Neurologiche, Università di Genova, Genova Dipartimento Scienze Neurologiche, Ospedale Maggiore Policlinico di Milano Direzione Generale Famiglia e Solidarietà Sociale, Regione Lombardia, Milano Direzione Generale Sanità, Regione Lombardia, Milano Direzione Regionale Sanità e Servizi Sociali, Regione Umbria Divisione di Ematologia, Università di Pavia Fondazione IRCCS Policlinico S. Matteo, Pavia Divisione Neurologica, Università di Bologna EPAPSY, Scientific Association for Regional Development and Mental Health, Atene, Grecia Evidentia Medica, Grottaferrata, Roma Facoltà di Statistica, Università Bicocca, Milano Federazione Alzheimer Italia, Milano Federazione delle Associazioni dei Dirigenti Ospedalieri Internisti, FADOI Federazione Italiana dei Medici di Medicina Generale Franco Calori Cell Factory, Centro Trasfusionale e di Immunologia dei Trapianti, IRCCS Ospedale Maggiore, Milano Fondazione Casa della carità “Angelo Abriani”, Milano Fondazione Clelio Angelino Fondazione Cecchini Pace, Milano Fondo Edo Tempia Hospice “Franco Gallini”, Aviano (PN) IRCSS "Casa Sollievo della Sofferenza", San Giovanni Rotondo IRCCS Istituto Auxologico Italiano, Milano Istituto di Ricovero e Cura a Carattere Scientifico IRCCS (I.N.R.C.A.), Ancona IRCSS Fatebenefratelli di Brescia IRCSS "San Raffaele", Milano IRCCS “Santa Maria Nascente”, Milano I.S.B. - Ion Source & Biotechnologies Istituto Europeo di Oncologia, IRCCS, Milano Istituto di Farmacologia e Farmacognosia, Università di Urbino Istituto di Farmacologia, Università di Milano RAPPORTO ATTIVITA’ 119 2013 IRFMN Istituto di Fisiologia Umana II Università degli Studi di Milano, Milano Istituto “G. Ronzoni”, Milano Istituto Italiano di Tecnologia, Genova Istituto Nazionale Neurologico “Carlo Besta”, Milano Istituto Scientifico Humanitas Istituto di Scienze e Tecnologie della Cognizione, CNR, Roma Istituto "Stella Maris", IRCCS, Calambrone (PI) Istituto Superiore di Sanità, Roma Istituto Zooprofilattico Piemonte Liguria Val D'Aosta,Torino Laboratorio di Epidemiologia e Neuroimaging e U.O. Alzheimer, IRCCS Fatebenefratelli, Brescia. Laboratorio di Immunopatologia Renale, Ospedale San Carlo, Milano Laboratorio di Neuroscienze, Centro Dino Ferrari, Università di Milano Laboratory for Cell Therapy “Stefano Verri”, Paediatric Department, University of MilanoBicocca, San Gerardo Hospital, Monza, Italy Lega Italiana per la Lotta contro i Tumori Neuroscience and Brain Technologies, Istituto Italiano di Tecnologia, Genova Nico, Neuroscience Institute Cavalieri Ottolenghi, Torino Oncologia Medica, IRCCS Fondazione Salvatore Maugeri, Pavia Ospedale del Bambin Gesu’, Roma Ospedale Regionale Ca Fondello, Treviso Ospedale "Molinette", Torino Polo Oncologico, Servizio Epidemiologia ASL 12, Biella Polo Tecnologico, IRCCS S. Maria Nascente, Fondazione Don Carlo Gnocchi Onlus, Milano Provincia Lombardo-Veneta Ordine Ospedaliero San Giovanni di Dio, Fatebenefratelli di Cernusco sul Naviglio Progetto Itaca, associazione Volontari per la Salute Mentale – ONLUS, Milano Scuola Normale Superiore, Laboratorio NEST: National Enterprise for nanoScience and nanoTechnology, Pisa Scuola di Specializzazione in Psicoterapia IRIS-Insegnamento e Ricerca Individuo e Sistemi, Milano Scuola di Terapia Cognitiva “Studi Cognitivi”, Milano Società Italiana Medicina Interna, Roma Società Italiana di Geriatria e Gerontologia, SIGG Società Italiana Geriatri Ospedalieri, SIGOs Società INFORMA Terzo Dipartimento di Medicina Interna, Medicine Operative, Unità Oderzo − ASL 9 Treviso Unione Nazionale delle Associazioni per la Salute Mentale (UNASAM), Milano Unità di Geriatria, Ospedale Maggiore IRCCS, Università di MilanoUnità Operativa di Neurologia, Casa di Cura S. Maria (Multimedica), Castellanza (VA). Unità Operativa di Neurologia Riabilitativa , Centro S. Maria Nascente, Fondazione Don Carlo Gnocchi Onlus, Milano. Unità di Patologia Umana e Istologia, Dip. Sciense mediche di Base, Università di Bari Unità di Patologia e Medicina Orale, Dipartimento di Scienze Chirurgiche Ricostruttive e Diagnostiche, Università degli Studi di Milano Unità Operativa di Psichiatria, Azienda Ospedaliera Luigi Sacco di Milano, Milano Unità Operativa di Psichiatria, Azienda Ospedaliera San Gerardo di Monza, Monza, Unità Operativa di Psichiatria di Garbagnate, Azienda Ospedaliere Salvini di Garbagnate, Garbagnate Milanese Unità Operativa di Psichiatria, Fondazione IRCCS Ospedale Maggiore Policlinico, Mangiagalli e Regina Elena di Milano, Milano Unità di Post-Genomica, Consorzio Mario Negri Sud, Santa Maria Imbaro, Chieti RAPPORTO ATTIVITA’ 120 2013 IRFMN Università degli Studi di Milano Università degli Studi di Foggia Università Cattolica del Sacro Cuore di Roma Università dell’Insubria, Varese Università del Piemonte Orientale, Novara Università di Milano, IRCCS Ospedale Maggiore, Milano Università Milano-Bicocca, Monza Università La Sapienza, Roma U.O. Neurologia, Clinica S. Maria, IRCCS, Castellanza (VA). UNASAM, Unione Nazionale delle Associazioni per la Salute Mentale Unità Operativa di Psichiatria, Azienda Ospedaliera Luigi Sacco di Milano, Milano Web Medica, Grottaferrata, Roma COLLABORAZIONI INTERNAZIONALI Albert Eistein College of Medicine, Bronx, NY, USA Atomic Energy Commission, Service de Neurovirologie, Fontenay-aux-Roses, Francia Beaumont Hospital, Dublin, Irlanda Brain Repair Centre, University of Cambridge, Cambridge, UK Cambridge Centre for Brain Repair, University of Cambridge, UK Centre for Neuroscience Research and Division of Biomolecular Sciences, GKT School, King’s College, London, UK Centre National de la Recherche Scientifique, Paris. Francia Clinica Neurologica dell’Università di Tirana, Albania Chorley & South Ribble General Hospital, Chorley, Cochrane Schizophrenia Group, Università di Nottingham, Nottingham, UK Cochrane Collaboration Depression Anxiety Neurotics Disorders, UK Columbia Univ, Haverstraw, NY, USA Department of Anatomy and Physiology, Laval University, Quebec, Canada Department of Biochemistry, Boston University, Boston USA Department of Cell Biology, Washington University, St Louis, USA Department of Chemistry,The Australian National University, Canberra City, Australia Department of Experimental Psychology, University of Cambridge, UK Department of Internal Medicine, Hospitales Universitarios Virgen del Rocío, Sevilla, Spagna Department of Metabolic Diseases, Ospedali Regionali Lugano and Mendrisio, Svizzera Department of Neuroscience, Karolinska Institute of stocholm , Svezia Departiment of Neuroscience, Physiology & Pharmacology University College London, UK Department of Pharmacology and Therapeutics, State University of Maringá, Maringá, PR, Brasile. Department (Neuro) Pathology, Academisch Medisch Centrum ,Amsterdam, Paesi Bassi Department of Pathology and Infectious Diseases Royal Veterinary College, Herts, UK Department of Psychiatry, Geneva University Hospitals, Ginevra, Svizzera Department of Psychiatry, Medical Center University of Mississippi, Jackson, USA Department of Psychiatry and Psychotherapy, Technische Universität Dresden, Germania Department of Psychiatry, University of Cambridge, Cambridge, UK Department of Psychiatry, University of Oxford, UK Department of Psychiatry, University of Oslo, Norvegia Directorate General for the Health and Consumer Protection, European Commission, Lussemburgo Division of Medical Genetics, CHUV Lausanne, Svizzera RAPPORTO ATTIVITA’ 121 2013 IRFMN Divisione di Geriatria, Ospedali Regionali di Lugano e Mendrisio, Svizzera EPAPSY, Scientific Association for Regional Development and Mental Health, Athens, Grecia European Union of Family Associations of People with Mental Illness (EUFAMI) Fundació Privada Clinic per a la Recerca Biomèdica, Hospital Clinic i Provincial, Barcelona, Spagna GH Pitié Salpêtrière, Paris, Francia Harvard Institute of Medicine, Boston, MA, USA Hoffmann-La Roche AG, Svizzera HSPH Harvard University, Boston, USA IBCM, University of Lausanne, Lausanne, Svizzera Imperial college London, UK INSERM U 751, Marseille, Francia Institut de Génétique Humaine du CNRS, Montpellier, Francia Institut National de la Santé et de la Recherche Médicale, Paris, Francia Institute for Stroke and Dementia Research (ISD) University Hospital Monaco, Germania Harvard Institute of Medicine, Boston, MA, USA Jefferson Med Coll, Philadelphia, USA Karolinska Institutet, Stockholm, Svezia King’s College Hospital, London, UK Lancaster University, Lancaster, UK. Lexicon Pharmaceuticals Texas, USA Max-Delbrück-Center for Molecular Medicine, Berlin, Germania MPRC, Univ Baltimore, Baltimore, MD, USA National Insitute on Aging, NIH, Baltimore, USA Neurobiologie des processus adaptative, Paris-6 Universite Francia Neuroprion, Network of Excellence, WP VI, EC Neurological Department of the University of Tirana, Albania Neurology, GlaxoSmithKline, New Frontiers Science Park North, Harlow UK Ninewells Hospital and Medical School, Dundee, Scozia, UK Northern Illinois University, DeKalb, IL, USA Novartis Pharma, Basel, Svizzera NYU, NY, USA Observatoire National Santé mentale et Précarité, Région Rhône-Alpes, Lione, Francia Ohio State Univ, Columbus, Ohio, USA Robarts Research Institute, London, Ontario, Canada Royal Manchester Children's Hospital, Manchester, UK Royal Preston Hospital, Preston, UK Sergievsky Center, Columbia University, New York, NY, USA Servicio Andaluz de Salud, Sevilla, Spagna Servizio di Geriatria, Ospedale della Beata Vergine, Mendrisio, Svizzera Sheffield Care and Research Centre for Motor Neuron Disorders, University of Sheffield, UK Strathclyde University, Glasgow, UK The London School of Medicine and Dentistry, Whitechapel, London, UK The Scripps Research Institute, Jupiter, Florida, USA Technology Park of Bizkaia, Bizkaia, Spagna Toxicology Unit MRC, Leicester, UK Trinity College Dublin e Memory Clinic del St. James’s Hospital di Dublino, Irlanda Université de la Méditerranée -Hôpital de la Timone Marseille, Francia University of Alberta, Canada University of Bristol, Frenchay Hospital, Frenchay, Bristol, UK RAPPORTO ATTIVITA’ 122 2013 IRFMN University of Bristol, School of Medical Sciences, UK Univ of California at Irvine, Irvine, CA, USA University of Cardiff, UK University of Chicago, Chicago, IL, USA Univ of Colorado, Denver, USA University of Copenhagen, Danimarca University Hospital, London, ON, Canada Univ of Innsbruck, Innsbruck, Austria University of Lausanne, Lausanne Svizzera Univ of Maryland, Baltimore, USA University of Maastricht, Olanda University of Rijeka Medical School, Rijeka, Croazia University of Szeged, Ungheria University of Utrecht, the Netherlands Université Victor Segalen, Bordeaux, Francia Unit of Molecular Genetics, CHUV Lausanne, Svizzera Virtanen Institute for Molecular Sciences, University of Kuopio, Finlandia Vrije Universiteit Medical Center, Amsterdam, Olanda Walton Hospital, Liverpool, UK WAPR (World Association for Psychosocial Rehabilitation) Washington University, St Louis, MI, USA Weill Cornell Medical College, New York, USA World Mental Health, Department of Mental Health and Substance Abuse, Geneva, Svizzera World Association for Psychosocial Rehabilitation World Health Organization, Disability and Rehabilitation Team PRESENZA IN COMITATI EDITORIALI Amyotrophic Lateral Sclerosis (Beghi) Annals Pharmacotherapy (Nobili) Biochemical Journal (Chiesa) Brain Aging (Forloni) Clinical Drug Investigation (Beghi) Clinical Neurology and Neurosurgery (Beghi) CNS & Neurological Disorders - Drug Targets (Bendotti) Cochrane Collaboration, Epilessia (Beghi) Conference Papers in Pharmacology (Nobili) Dialogo sui Farmaci (Nobili) Drugs in the R&D (Beghi) Early Intervention in Psychiatry (Barbato) Educazione Sanitaria e Promozione della Salute (Barbato) Epidemiologia e Prevenzione (Lucca) Epigenetic of Neurodegenerative diseases (Forloni) Epilepsia (Beghi, Vezzani) Epilepsy Current (Vezzani) Epilepsy Research (Vezzani) Epilepsy & Treatment (Vezzani) European Journal of Internal Medicine (Nobili) Frontiers in Immunology: Frontiers in Molecular Innate Immunity (De Simoni) Inpharma (Beghi) Intensive Care Medicine experimental (De Simoni senior Zanier associate editor) RAPPORTO ATTIVITA’ 123 2013 IRFMN International Journal of Cell Biology (Chiesa, Guest Editor) International Journal of Mental Health (Barbato) International Journal of Molecular Epidemiology and Genetics (Forloni, senior, Albani associate) ISRN Vascular Medicine (De Simoni) Journal of Alzhiemer’s disease (Albani, Forloni, Borsello) Journal of Neuroscience Online (Forloni) MAP Kinase (Borsello) Neurological Sciences (Beghi) Neuroepidemiology (Beghi) Neuroscience (Vezzani) Open Aging Journal (Forloni) Open Geriatric Medicine Journal (Forloni) PlosOne (Forloni, Chiesa, Accademic editors) Pharmacoepidemiology and Drug Safety (Nobili) Psychiatric Rehabilitation Journal (Barbato) Quality of Life Research (Barbato) Ricerca & Pratica (Nobili) Sistema Salute (Barbato) The Open Drug Metabolism Journal (Nobili) The Open Pathology Journal (De Simoni) The Scientific World Journal (Nobili) WebmedCentral Pharmacology (Nobili) World Journal of Pharmacology (Nobili) ATTIVITA' DI REVISIONE Acta Neurologica Scandinavica Acta Psychiatrica Scandinava Addiction Biology Age Age and Ageing Alzheimer's & Dementia Alzheimer Disease and Associated Disorders American Journal of Clinical Nutrition American Journal of Hematology American Journal of Human Genetics American Journal of Pathology American Journal of Physiology Amyotrophic Lateral Sclerosis Annals of Neurology Annals of Pharmacotherapy Archives of Internal Medicine Arthritis Research & Therapy Behavioural Brain Research Behavioural Neuroscience Behavioural Pharmacology Biochimica et Biophysica Acta Biochemical Journal Biochemistry RAPPORTO ATTIVITA’ 124 2013 IRFMN BioMed Central Neurology Biological Psychiatry BMC Psychiatry BMC Public Health Brain Brain Research Brain Research Bulletin Brain Research Review Canadian Journal of Neurological Sciences Clinical Drug Investigation Clinical Neurology and Neurosurgery Clin Pharm Therapy CNS Drugs Chronobioly International Dementia and Geriatric Cognitive Disorders Drugs Epidemiologia e Psichiatria Sociale Epidemiology and Psychiatric Sciences Epidemiology and Infection Epilepsia Epilepsy & Behavior Epilepsy Research European Journal of Clinical Pharmacology European Journal of Immunology European Journal of Internal Medicine European Journal of Neuroscience European Journal of Pharmacology European Journal of Public Health Experimental Neurology European Neuropsychopharmacology Expert Opinion on Pharmacotherapy Expert Review in Neurotherapeutics FASEB Journal FEBS letters Fundamental Clinical Psychopharmacology Future Drugs Giornale di Neuropsichiatria dell’Età Evolutiva Glia Health and Quality of Life Outcomes Human Molecular Genetics Intensive Care Medicine International Journal of Mental Health Systems International Journal of Neuropsychopharmacology Journal of Alzhiemer’s disease JAMA Journal of the American Board of Family Practice Journal of Biological Chemistry Journal of Cell. Biology Journal of Cell Physiology Journal of Cerebral Blood Flow and Metabolism Journal of Chemical Neuroanatomy RAPPORTO ATTIVITA’ 125 2013 IRFMN Journal of Clinical Pharmacy and Therapeutics Journal of Clinical Psychiatry Journal of Geriatric Psychiatry and Neurology Journal of Gerontology Journal of Headache and Pain Journal of Histochemistry and Cytochemistry Journal of Immunology Journal of Internal Medicine Journal of Neurochemistry Journal of Neuroimmunology Journal of Neurology, Neurosurgery and Psychiatry Journal of Neuroscience Journal of Pediatric Neurology Journal of Pharmacology and Experimental Therapeutics Journal of Pharmacy and Pharmacology Journal of Psychopharmacology Journal of Psychosomatic Research Journal of Structural Biology Journal of Virology Life Sciences Lancet Lancet Neurology Molecular Brain Research Molecular and Cellular Neuroscience Molecular Therapy Nature Clinical Practice Neurology Nature Neuroscience Nature Reviews Neurology Neurobiology of Learning and Memory Neurobiology of Aging Neurobiology of Disease Neuroepidemiology Neurology Neurological Sciences Neuromuscular Disorders Neuropharmacology Neuropsychopharmacology Neuroscience Neuroscience Letters Neurotherapeutics Neurotoxicity Research N.S. Archives Pharmacology Parkinsonism & Related Disorders Pharmacological Reports Pharmacological Research Pharmacoepidemiology and Drug Safety Pharmacology Biochemistry & Behavior PloS Biology PloS One PloS Pathogens Proc Natl Acad Sci, USA Progress in Neuro-Psychopharmacology & Biological Research RAPPORTO ATTIVITA’ 126 2013 IRFMN Psychopharmacology Seizure Schizophrenia Research Social Psychiatry and Psychiatric Epidemiology Stroke Synapse Trends Molecular Medicine The International Journal of Neuropsychopharmacology Vaccine PRESENZA IN COMMISSIONI NAZIONALI E INTERNAZIONALI Agenzia Europea di Valutazione dei Medicinali (EMEA) Agenzia Italiana per il Farmaco (AIFA) Associazione Italiana di Neuroepidemiologia (Presidente uscente) Associazione Italiana per la Ricerca sull’Invecchiamento Cerebrale (AIRIC, Presidenza) Board of "Master in Advanced Technologies for the Study of Neurodegenerative Diseases", Milan University Board Assessorato alle Politiche Sociali e Cultura della Salute, Comune di Milano Comitato di coordinamento internazionale del progetto europeo”Quelles professionnalités en santé mentale. Perspectives croisées, usagers, élus professionnels”. Commissione di Epidemiologia dell’ILAE (Co-Chair) Commission on European Affairs (CEA, ILAE) Commissione sulla Health Care Policy della Lega Internazionale contro l’Epilessia (ILAE) Comitato Ordinatore del Master in "Tecnologie Avanzate Applicate alle Patologie Neurodegenerative", Università di Milano Comitato Scientifico SINDEM Committee for Proprietary Medicinal Products (CPMP) presso L’EMEA Committee for ENCALS Young Investigator Award Consiglio di amministrazione, Fondazione Cecchini Pace, Milano Consiglio Direttivo AIRIC Coordination Group IMI-PharmaCog project Direttivo della Lega Italiana contro l’Epilessia (LICE) Editorial Committee, Guidelines of community based rehabilitation, World Health Organization. Esperto Nazionale, accreditato dall’AIFA (Agenzia Italiana del Farmaco), per l’EMEA (Esperto per il Etical Committe of the "Area B of Milan": Fondazione IRCCS "Cà Granda" Ospedale Maggiore Policlinico, A.O. Fatebenefratelli ed Oftalmico, A.O. Istituto Ortopedico “G. Pini”, ASL Milano. Medical Research Council (MRC), UK Gruppo di Approfondimento Tecnico per lo sviluppo dell’area ‘Promozione della salute mentale’, Regione Lombardia Gruppo di lavoro sull'epilessia dell'Organizzazione Mondiale della Sanità Gruppo di Studio sull’Epilessia della Società Italiana di Neurologia (SIN) Gruppo di Studio sulla Qualità della Vita della Società Italiana di Neurologia (SIN) Gruppo di Studio sulla Sclerosi Laterale Amiotrofica della Società Italiana di Neurologia (SIN) Medical Research Council Strategic Grant Application, UK Mental Health Working Party, gruppo di lavoro nominato dal Direttorato Generale per la Protezione del Consumatore della Commissione Europea (DG-SANCO), Bruxelles. RAPPORTO ATTIVITA’ 127 2013 IRFMN Gruppo di coordinamento Neuroprion NoE, EU International Committee su “Epilepsy and the Law” International Organizing Committee e coordinator della segreteria al Global Forum for Community Mental International Affair Commission (ILAE) Health, istituito dal Department of Mental Health della World Health Organization. International Subcommittee della American Academy of Neurology International Steering Committee dell’European Network on mental health promotion and mental disorder prevention (EMHPA). International Subcommittee dell’American Academy of Neurology National Institutes of Health of the USA and World Health Organization supported project on The Future of Psychiatric Diagnosis: Refining the Research Agenda. Neurobiology Commission of the International League Against Epilepsy Neuroepidemiology Section of the American Academy of Neurology (Chair uscente) Research Advisory Panel, MND Association, UK Task Force sull’epidemiologia dell’epilessia della ILAE Scientific Advisory Board of Sheffield Institute Foundation for MND Scientific Advisory Board del Thierry Latran Foundation, Francia Scientific Advisory Board of ENCALS (European Network for the Cure of ALS Working Group on Epilepsy della World Health Organization (WHO) ORGANIZZAZIONE DI EVENTI 11a Giornata di studio sulla malattia di Alzheimer: La contenzione fisica del paziente affetto da demenza Apatia e demenze 16 March 2013, Ateneo Veneto, Venezia International Seminar REPOSI 2013: Aging, multimorbidity and polypharmacy: which strategies for the Third Millenium. Fondazione IRCCS Cà Granda Ospedale Maggiore Policlinico. Milano, 25-26 Settembre 2013 CONTRIBUTI E CONTRATTI Abbott GmbH & Co. KG ADDF,USA AFM, France Agenzia di Sanità Pubblica del Lazio AIFA AiRett AriSLA Alzheimer's Association Amgen, Milano AriSLA ASL 2 Piemonte. ASL TO1 Torino Assessorato alla Salute, Comune di Milano RAPPORTO ATTIVITA’ 128 2013 IRFMN Association pour la recherché sur la SLA, France Auris medical Azienda USL 3 Pistoia e Valdinievole Bristol-Myers Squibb Boehringer Ingelheim Centro Studi in Psichiatria ASL TO2, Torino CPADs EU grant CURE Czech Science Foundation EISAI Epilepsy European Research Area Board – ERAB Dana Foundation Dipartimento di Salute Mentale, Azienda Ospedaliera Niguarda Ca’ Granda, Milano Dipartimento di Salute Mentale di Pistoia e Valdinievole Evidentia Medica, Grottaferrata (Roma) Fondazione Cariplo, Milano Fondazione Mariani, Milano Fondazione Italo Monzino, Milano Fondazione Sestini, Italia Fondazione Vialli e Mauro per la Ricerca FP6, European Union Glaxo-SmithKline, Italy Grünenthal, Germany Hospice "via di Natale Franco Gallini", Aviano (PN) Human Frontiers Scientific Programme IMPHA II, DG-SANCO, Public Health and Consumers' Protection (Directorate General Istituto Comprensivo Statale "G.D. Romagnosi", Carate Brianza (MI) Istituto Regionale Lombardo di Formazione per l’Amministrazione Pubblica – IREF I.R.I.S Istituto San Paolo; Torino Istituto Superiore di Sanità Janssen-Cilag H. Lundbeck A/S, Danimark Hoffmann-La Roche AG, Svizzera Metis, Società Scientifica FIMMG Ministero della Ricerca Scientifica Ministero della Salute NIH-NINDS MND Association, UK Newron Ospedale “Casa Sollievo” di San Giovanni Rotondo Pharming Provincia Autonoma di Trento Progetto Itaca, Milano Regione Lombardia, Assessorato alla Famiglia e Solidarietà Sociale e Assessorato alla Sanità, Milano Rimoldi e Bergamini Rotary Clubs Gruppo 1, Milano Rotary Clubs Milano Naviglio Grande San Carlo, Milano Scala, Inner Wheel Milano San Carlo Rotta-Pharm, Italy Sanofi-Aventis RAPPORTO ATTIVITA’ 129 2013 IRFMN San Paolo Foundation SELECTA MEDICA, Pavia Servier Laboratories, Parigi Sienabiotech Sigma Tau Sinthopharm Thierry Latran Foundation, France Telethon Unione Nazionale Associazioni per la Salute Mentale – UNASAM Vertex WebMedica, Grottaferrata (Roma). World Health Organisation SELEZIONE PUBBLICAZIONI SCIENTIFICHE (2013) Agnoli L, Mainolfi P, Invernizzi R, Carli M Dopamine D1-like and D2-like receptors in the dorsal striatum control different aspects of attentional performance in the five-choice serial reaction time task under a condition of increased activity of corticostriatal inputs. Neuropsychopharmacology 38: 701-714 (2013) Albani D, Gloria A, Giordano C, Rodilossi S, Russo T, D'Amora U, Tunesi M, Cigada A, Ambrosio L, Forloni G Hydrogel-based nanocomposites and mesenchymal stem cells:a promising synergistic strategy for neurodegenerative disorders therapy. ScientificWorld Journal 2013: 270260 (2013) http://www.hindawi.com/journals/tswj/2013/270260/ Babiloni C, Infarinato F, Aujard F, Bentivoglio M, Bertini G, Del Percio C, Fabene P F, Forloni G, Trinidad Herrero Ezquerro M, Noè F, Pifferi F, Ros-Bernal F, Christensen D Z, Dix S, Richardson J C, Lamberty Y, Drinkenburg W, Rossini P M Effects of pharmacological agents, sleep deprivation, hypoxia and transcranial magnetic stimulation on electroencephalographic rhythms in rodents: Towards translational challange models for drug discovery in Alzheimer's disease. Clin Neurophysiol 124: 437451 (2013) Balosso S, Ravizza T, Aronica E, Vezzani A The dual role of TNF- and its receptors in seizures. Exp Neurol 247: 267-271 (2013) Barbato A, Bajoni A, Rapisarda F, D'Anza V, De Luca L F, Inglese C, Japichino S, Mauriello F, D'Avanzo B Quality assessment of mental health care by people with severe mental disorders: a participatory research project. Community Ment Health J E-pub: (2013) Basso M, Pozzi S, Tortarolo M, Fiordaliso F, Bisighini C, Pasetto L, Spaltro G, Lidonnici D, Gensano F, Battaglia E, Bendotti C, Bonetto VMutant copper-zinc superoxide dismutase (SOD1) induces protein secretion pathway alterations and exosome release in astrocytes. Implications for disease spreading and motor neuron pathology in amyotrophic lateral sclerosis. J Biol Chem 288: 15699-15711 (2013) Beghi E Are professional soccer players at higher risk for ALS?. Amyotroph Lateral Scler Frontotemporal Degener 14: 501-506 (2013) Beghi E, Schmidt D When and how to stop antiepileptic drugs. Epileptology 1: 17-20 (2013) RAPPORTO ATTIVITA’ 130 2013 IRFMN Beghi E, Pupillo E, Bonito V, Buzzi P, Caponnetto C, Chiò A, Corbo M, Giannini F, Inghilleri M, La Bella V, Logroscino G, Lorusso L, Lunetta C, Mazzini L, Messina P, Mora G, Perini M, Quadrelli M L, Silani V, Simone I L, Tremolizzo L, ALS Study Group Randomized double-blind placebo-controlled trial of acetyl-L-carnitine for ALS. Amyotroph Lateral Scler Frontotemporal Degener 14: 397-405 (2013) Beghi E, Giussani G, Grosso S, Iudice A, La Neve A, Pisani F, Specchio L, Verrotti A, Capovilla G, Michelucci R, Zaccara G Withdrawal of antipileptic drugs: guidelines of the Italian League Against Epilepsy. Epilepsia 54 Suppl 7: 2-12 (2013) Benussi L, Rossi G, Glionna M, Piccoli E, Fostinelli S, Paterlini A, Flocco R, Albani D, Pantieri R, Cereda C, Forloni G, Tagliavini F, Binetti G, Ghidoni R C9ORF72 hexanucleotide repeat number in frontotemporal lobar degeneration: a genotype-phenotype correlation study. J Alzheimers Dis E-pub: (2013) Biasini E, Unterberger U, Solomon I H, Massignan T, Senatore A, Bian H, Voigtlaender T, Bowman F P, Bonetto V, Chiesa R, Luebke J, Toselli P, Harris D A A mutant prion protein sensitizes neurons to glutamate-induced excitotoxicity. J Neurosci 33: 2408-2418 (2013) Biella G, Franceschi M, De Rino F, Davin A, Brambilla P, Bountris P, Haritou M, Magnani G, Martinelli-Boneschi F, Forloni G, Albani D Multiplex assessment of a panel of 16 serum molecules for the differential diagnosis of Alzheimer's disease . Am J Neurodegener Dis 2: 40-45 (2013) Caccia S Safety and pharmacokinetics of atypical antipsychotics in children and adolescents. Pediatr Drugs 15: 217-233 (2013) Caccia S, Pasina L, Nobili A How pre-marketing data can be used for predicting the weight of drug interactions in clinical practice. Eur J Intern Med 24: 217-221 (2013) Caccia S, Invernizzi R, Nobili A, Pasina A new generation of antipsychotics: pharmacology and clinical utility of cariprazine in schizophrenia. Ther Clin Risk Manag 9: 319-328 (2013) Caffino L, Cassina C, Giannotti G, Orrù A, Moro F, Di Clemente A, Racagni G, Fumagalli F, Cervo L Short-term abstinence from cocaine self-administration, but not passive cocaine infusion, elevates αCaMKII autophosphorylation in the rat nucleus accumbens and medial prefrontal cortex. Int J Neuropsychopharmacol E-pub: (2013) Capovilla G, Beccaria F, Beghi E, Minicucci F, Sartori S, Vecchi M Treatment of convulsive status epilepticus in childhood:recommendations of the italian league against epilepsy. Epilepsia 34 Suppl 7: 23-34 (2013) IF: Cervo L, Di Clemente A, Orrù A, Moro F, Cassina C, Merlo Pich E, Corsi M, Gozzi A, Bifone A Inhibition of glycine transporter-1 reduces cue-induced nicotine-seeking, but does not promote extinction of conditioned nicotine cue responding in the rat. Addict Biol 18: 800-811 (2013) Cova L, Bigini P, Diana V, Sitia L, Ferrari Raffaele, Pesce R M, Khalaf R, Bossolasco P, Ubezio P, Lupi M, Tortarolo M, Colombo L, Giardino D, Silani V, Morbidelli M, Salmona M, Moscatelli D Biocompatible fluorescent nanoparticles for in vivo stem cell tracking. Nanotechnology 24: 245603 (2013) Cross J H, Wait S, Arzimanoglou A, Beghi E, Bennett C, Lagae L, Mifsud J, Schmidt D, Harvey G Are we failing to provide adequate rescue medication to children at risk of prolonged convulsive seizures in schools?. Arch Dis Child 98: 777-780 (2013) RAPPORTO ATTIVITA’ 131 2013 IRFMN De La Higuera L, Riva E, Djade C D, Mandelli S, Franchi C, Marengoni A, Salerno F, Corrao S, Pasina L, Tettamanti M, Marcucci M, Mannucci P M, Nobili A, REPOSI Investigatore Progostic value of estimated glomerular filtration rate in hospitalized elderly patients. Intern Emerg Med E-pub: (2013) Erba G, Messina P, Pupillo E, Beghi E, OPTEFF Group Acceptance of epilepsy surgery in the pediatric age - What the parents think and what the doctors can do. Epilepsy Behav 29: 112-120 (2013) Forloni G, Sclip A, Borsello T, Balducci C The neurodegeneration in Alzheimer disease and the prion protein. Prion E-pub: (2013) Franke H, Parravicini C, Lecca D, Zanier E R, Heine C, Bremicker K, Fumagalli M, Rosa P, Longhi L, Stocchetti N, De Simoni M G, Weber M, Abbracchio M P Changes of the GPR17 receptor, a new target for neurorepair, in neurons and glial cells in patients with traumatic brain injury. Purinergic Signal 9: 451462 (2013) Franchi C, Nobili A, Mari D, Tettamanti M, Djade C D, Pasina L, Salerno F, Corrao S, Marengoni A, Iorio A, Marcucci F, Mannucci P M, REPOSI Investigatore Risk factors for hospital readmission of elderly patients. Eur J Intern Med 24: 45-51 (2013) Fluharty B R, Biasini E, Stravalaci M, Sclip A, Diomede L, Balducci C, La Vitola P, Messa M, Colombo L, Forloni G, Borsello T, Gobbi M, Harris D A An N-terminal fragment of the prion protein binds to amyloid-β oligomers and inhibits their neurotoxicity in vivo. J Biol Chem 288: 7857-7866 (2013) Franchi C, Cartabia M, Risso P, Mari D, Tettamanti M, Parabiaghi A, Pasina L, Djade C D, Fortino I, Bortolotti A, Merlino L, Nobili A Geographical differences in the prevalence of chronic polypharmacy in older people: eleven years of the EPIFARM-Elderly Project. Eur J Clin Pharmacol 69: 1477-1483 (2013) Franchi C, Giussani G, Messina P, Montesano M, Romi S, Nobili A, Fortino I, Bortolotti A, Merlino L, Beghi E, EPIRES Group Validation of healthcare administrative data for the diagnosis of epilepsy. J Clin Epidemiol 67: 1019-1024 (2013) Franchi C, Sequi M, Tettamanti M, Bonometti F, Nobili A, Fortino I, Bortolotti A, Merlino L, Pasina L, Djade C D, Marengoni A Antipsychotics prescription and cerebrovascular events in Italian older persons. J Clin Psychopharmacol E-pub: (2013) Fumagalli S, Perego C, Ortolano F, De Simoni M G CX3CR1 deficiency induces an early protective inflammatory environment in ischemic mice. GLIA 61: 827-842 (2013) Galeotti F, Massari M, D'Alessandro R, Beghi E, Chiò A, Logroscino G, Filippini G, Benedetti M D, Pugliatti M, Santuccio C, Raschetti R, ITANG Study Group Risk of Guillain-Barrè syndrome after 2010-2011 influenza vaccination. Eur J Epidemiol 28: 433-444 (2013) Gallucci M, Mazzuco S, Ongaro F, Di Giorgi E, Mecocci P, Cesari M, Albani D, Forloni G, Durante E, Gajo G B, Zanardo A, Siculi M, Caberlotto L, Regini C Body mass index, lifestyles, physical performance and cognitive decline: the "Treviso Longeva (TRELONG)" study. J Nutr Health Aging 17: 378-384 (2013) Gasparini S, Ferlazzo E, Beghi E, Tripepi G, Labate A, Mumoli L, Leonardi C G, Cianci V, Latella M A, Gambardella A, Aguglia U Family history and frontal lobe seizures predict long-term remission in newly diagnosed cryptogenic focal epilepsy. Epilepsy Res 107: 101-108 (2013) RAPPORTO ATTIVITA’ 132 2013 IRFMN Ghibelli S, Marengoni A, Djade C D, Nobili A, Tettamanti M, Franchi C, Caccia S, Giovarruscio F, Remuzzi A, Pasina L Prevention of inappropriate prescribing in hospitalized older patients using a computerized prescription support system (INTERcheck ®). Drugs Aging 30: 821-828 (2013) Giussani G, Beghi E Does mechanism of drug action matter to inform rational polytherapy in epilepsy?. CNS Neurol Disord Drug Targets 12: 426-435 (2013) Grigoryan G, Biella G, Albani D, Forloni G, Segal M Stress impairs synaptic plasticity in tripletransgenic alzheimer's disease mice: rescue by ryanodine. Neurodegener Dis E-pub: (2013) Guaita A, Colombo M, Vaccaro R, Fossi S, Vitali S F, Forloni G, Polito L, Davin A, Ferretti V V, Villani S Brain aging and dementia during the transition from late adulthood to old age: design and methodology of the "Invece.Ab" population-based study. BMC Geriatr E-pub: (2013) Henry C, Andreassen O A, Barbato A, Demotes-Mainard J, Goodwin G, Leboyer M, Vieta E, Nolen W A, Kessing L V, Scott J, Bauer M, ENBREC Group European Network of Bipolar Research Expert Centre (ENBREC): a network to foster research and promote innovative care. International Journal Bipolar Disorders 1: 2 (2013) Iori V, Maroso M, Rizzi M, Iyer A, Vertemara R, Carli M, Agresti A, Antonelli A, Bianchi M E, Aronica E, Ravizza T, Vezzani A Receptor for Advanced Glycation Endproducts is upregulated in temporal lobe epilepsy and contributes to experimental seizures. Neurobiol Dis 58: 102-114 (2013) Longhi L, Perego C, Ortolano F, Aresi S, Fumagalli S, Zanier E R, Stocchetti N, De Simoni M G Tumor necrosis factor in traumatic brain injury: effects of genetic deletion of p55 or p75 receptor. J Cereb Blood Flow Metab 33: 1182-1189 (2013) Lovaglio P G, Parabiaghi A Assessment of meaningful change in routine outcome measurement (ROM) with a combination of a longitudinal and a "classify and count" approach. Qual Quant E-pub: (2013) Lucchetti J, Marino M, Papa S, Tortarolo M, Guiso G, Pozzi S, Bonetto V, Caccia S, Beghi E, Bendotti C, Gobbi M A mouse model of familial ALS has increased CNS levels of endogenous ubiquinol9/10 and does not benefit from exogenous administration of ubiquinol10 . PLoS One 8: e69540 (2013) http://www.plosone.org/article/info%3Adoi%2F10.1371%2Fjournal.pone.0069540#abstract0 Marcucci M, Iorio A, Nobili A, Tettamanti M, Pasina L, Djade C D, Marengoni A, Salerno F, Corrao S, Mannucci P M, REPOSI Investigatore Prophylaxis of venous thromboembolism in elderly patients with multimorbidity. Intern Emerg Med 8: 509-520 (2013) Marengoni A, Nobili A, Romano V, Tettamanti M, Pasina L, Djade C D, Corrao S, Salerno F, Iorio A, Marcucci M, Mannucci P M, SIMI Investigatore Adverse clinical events and mortality during hospitalization and 3 months after discharge in cognitively impaired elderly patients. J Gerontol A Biol Sci Med Sci 68: 419-425 (2013) Marizzoni M, Forloni G, Frisoni G B A new paradigm for testing AD drugs – neuroimaging biomarkers as surrogate outcomes homologous inanimals and humans. Drug Discov Today Ther Strateg E-pub: (2013) ùùhttp://www.sciencedirect.com/science/article/pii/S174067731300017X Meroni R, Beghi E, Beghi M, Brambilla G, Cerri C, Perin C, Peroni F, Cornaggia C M Psychiatric disorders in patients suffering from an acute cerebrovascular accident or traumatic injury, and their effects on rehabilitation: an observational study. Eur J Phys Rehabil Med 49: 31-39 (2013) RAPPORTO ATTIVITA’ 133 2013 IRFMN Millul A, Iudice A, Adami M, Porzio R, Mattana F, Beghi E, THEOREM Study Group Alternative monotherapy or add-on therapy in patients with epilepsy whose seizures do not respond to the first monotherapy: An Italian multicenter prospective observational study. 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Dialogo sui Farmaci 2012 ; n. 3 : 112-120 ATTIVITA' DI RICERCA Laboratorio di Biologia delle Malattie Neurodegenerative Malattia di Alzheimer: studi genetici e clinici In collaborazione con diversi centri neurologici ed il laboratorio di Neuropsichiatria Geriatrica è stata creata una banca di campioni di sangue, da cui si estrae il DNA, di pazienti Alzheimer (AD) in forma sporadica (SAD) o familiare (FAD) o con demenza di tipo vascolare, diagnosticati secondo criteri riconosciuti a livello internazionale. Dal 2005 è iniziata anche la raccolta di campioni di sangue di soggetti con demenza fronto-temporale. Gli studi genetici sono finalizzati all'identificazione di fattori causali nelle forma familiari o fattori di rischio nelle forma sporadiche. In entrambe le popolazioni sono stati effettuati studi su geni che codificano per proteine, coinvolte nella fisiopatologia di AD. Nei fibroblasti provenienti dai pazienti e coltivati in vitro vengono analizzati fattori potenzialmente coinvolti nella patogenesi della RAPPORTO ATTIVITA’ 136 2013 IRFMN malattia. E’ in atto lo screening dei campioni FAD per i geni che codificano per presenilina 1 e 2 (PS-1 e PS-2) e APP, i tre geni identificati fino ad ora con mutazioni missenso associate ad AD. Malattia di Alzheimer: studi preclinici L'accumulo di beta proteina (A) nel parenchima cerebrale e sulle pareti vascolari è il fenomeno patologico più precoce in AD, ad esso numerosi studi hanno attribuito un ruolo causale nello sviluppo della malattia. L'eliminazione di A è diventata quindi un obiettivo terapeutico fortemente perseguito attraverso molteplici approcci: gli interventi a livello degli enzimi di sintesi e di degradazione del peptide, quelli in grado di regolare l'espressione del precursore o il suo metabolismo ecc. Nel laboratorio da diversi anni si persegue l'idea di poter aggredire i depositi di A attraverso un intervento diretto di tipo anti-amiloidogenico sugli aggregati, capace di impedirne la formazione o di eliminarli una volta formati. Diverse sostanze sono state caratterizzate da questo punto di vista e sono ormai alle soglie di un’indagine clinica che ne valuti definitivamente l’efficacia curativa nell’uomo. Malattia di Alzheimer: studi traslazionali Nell’ambito del progetto europeo IMI-Pharmacog sono stati messi a punto dei protocolli di studio per la valutazione in risonanza magnetica per immagine (MRI) di diversi modelli transgenici di malattia di Alzheimer (AD). L’idea di base di PharmaCog è di ottimizzare gli studi traslazionali per facilitare lo sviluppo di approcci terapeutici prendeno in considerazione nei modelli sperimentali e nell’uomo gli stessi parametri, comportamentali, biochimici e di immagine. In questo contesto saranno analizzati in maniera longitudinale topi trasgenici con la proteina precursore dell’amiloide (APP) umana con mutazione associata all’AD, topi con doppio trasgene APP e PS1 mutati e con triplo transgene APP, PS2 e Tau. Lo studio prevede un’analisi a 4, 8, 12, 18 e 24 mesi negli stessi animali, sarà effettuata un’indagine MRI di tipo strutturale e funzionale (fMRI) e di spettroscopia (MRS). I parametri strumentali (ROI, T2, DTI) sono stati concordati con i partner che sviluppano analoghe analisi MRI nell’uomo. I primi risultati nei doppi transgenici APP/PS1 sembrano confermare una riduzione del volume ippocampale simile a quella osservata nei soggetti AD Il ruolo degli oligomeri nella patogenesi dell’Alzheimer Dati recenti hanno evidenziato il ruolo fondamentale svolto dagli oligomeri, ovvero piccoli aggregati solubili di A nella patogenesi dell’AD ed in particolare nel danno cognitivo associato alla patologia. In collaborazione con il Dipartimento di Biochimica abbiamo sviluppato alcuni modelli in vivo in cui analizzare la disfunzione neuronale indotta da peptidi sintetici A1-42 strutturati in forma monomerica oligomerica o fibrillare. La microiniezione intracerebroventricolare di queste diverse forme ha confermato che la disfunzione neuronale è indotta dalle forme oligomeriche mentre invece A monomerica o in forma fibrillare non ha effetto. Sirtuine e neurodegenerazione Le sirtuine sono una famiglia di proteine altamente conservate con attività de-acetilasica. Nell’uomo le sirtuine sono codificate da 7 diversi geni e le proteine sono localizzate nel citosol, nel nucleo e nel mitocondrio della cellula. SIRT-1, la più conosciuta, è coinvolta nella fisiologia dell’invecchiamento e nel metabolismo energetico, la sua attivazione ha effetti benefici in modelli di Alzheimer (AD) e Parkinson. Nel nostro gruppo le sirtuine sono studiate da diversi RAPPORTO ATTIVITA’ 137 2013 IRFMN punti di vista, genetico, cellulare e comportamentale. Gli studi genetici sono volti all’individuazione di alterazioni genetiche (polimorfismi) potenzialmente associabili alla AD in popolazioni italiane. A questo proposito è stato fatto uno screening di tutte e sette le sequenze con DHPLC evidenziando diversi polimorfismi che attualmente sono studiati in una popolazione più ampia (560 soggetti AD). Gli studi cellulari sono imperniati sul ruolo di SIRT1 e SIRT 2 nei meccanismi di morte cellulare e di stress ossidativi in modelli cellulari di AD. Poiché le sirtuine sono state coinvolte nel metabolismo energetico e l’esercizio fisico e quello mentale risultano ridurre il rischio di AD, noi stiamo valutando in modelli animali di AD se le sirtuine sono in grado di mediare gli effetti benefici che l’attività fisica e la stimolazione ambientale produce in questi animali Genetica dell’invecchiamento In collaborazione con il Laboratorio di Neuropsichiatria Geriatrica per lo studio Monzino 80+ con il dr. Maurizo Gallucci dell’associazione ARGel di Treviso per lo studio Trelong, e con la Fondazione Golgi-Cenci per lo studio Invece.Ab abbiamo raccolto un numero importante di campioni ematici di soggetti anziani ultrasettantenni. In questi campioni si sta effettuando un’analisi genetica molto accurata per identificare possibili alterazioni geniche associabili alla longevità e/o a patologie legate all’invecchiamento con particolare riferimento alle demenze. L’obiettivo è di incrociare il genotipo/fenotipo con aspetti ambientali, lo stile di vita, la dieta, le condizioni socio economiche e le patologie più diffuse nell’età avanzata, alla ricerca di fattori di rischio e protettivi. Ad oggi i soggetti sono stati genotipizzati per ApoE, il cui allele E4 è un fattore di rischio per le demenze ma anche per altre patologie e per sirt-1, un gene che codifica per un componente della famiglia delle sirtuine associato alla longevità in diversi modelli sperimentali. Sono emerse indicazioni interessanti ma è necessario incrociare i dati ottenuti con i diversi parametri a disposizione per elaborare delle ipotesi utili per futuri approfondimenti. Malattie da prioni: studi in vivo Da qualche anno il laboratorio è dotato delle strutture necessarie per lo scrapie sperimentale, gli animali da esperimento, topi e criceti, sono inoculati con omogenato di tessuto cerebrale infetto. I criceti, dopo l’inoculo cerebrale, sviluppano la malattia entro 60-70 giorni e muoiono entro 90100 giorni. L’analisi istopatologica dell’encefalo di questi animali mette in evidenza i depositi di PrPsc, il danno neuronale, la gliosi e la caratteristica spongiosi a livello corticale e talamico. L’attività anti-amiloidogenica delle tetracicline è stata testata anche in questo contesto sperimentale. Dopo gli esperimenti ex.vivo in cui l’inoculo veniva trattato con tetracicline prima di essere inoculato, in collaborazione con il Laboratorio di Biochimica e Chimica delle Proteine sono stati trattati criceti inoculati con doxiciclina intramuscolo ottenendo degli effetti sulla sopravvivenza degli animali. Nello stesso modello sperimentale altre molecole sono attualmente allo studio per verificarne la capacità curativa. Morbo di Parkinson: studi genetici Il Morbo di Parkinson è la seconda più diffusa malattia neurodegenerativa, anche in questo caso la patogenesi è ancora ignota, tuttavia le terapie a disposizione, pur rimanendo in un contesto sintomatologico, sono diversamente articolate e con un buon livello di efficacia. La valutazione dell'influenza genetica è sempre stata tenuta ai margini degli studi sull'eziologia di PD che hanno tradizionalmente privilegiato la componente ambientale per la presenza di tossine la cui esposizione era in grado di indurre un quadro clinico simile a PD. Gli studi di genetica RAPPORTO ATTIVITA’ 138 2013 IRFMN molecolare, svolti negli ultimi anni, hanno invece aperto una nuova prospettiva identificando mutazioni su numerosi geni a partire dalla α-sinucleina che sono associati alle forme familiari di PD Sempre in collaborazione con diversi centri neurologici, è stata attivata la raccolta di campioni di sangue provenienti da soggetti PD di origine sporadica o famigliare. Il nostro screening genetico coinvolge alfa-sinucleina, parkina, DJ-1 e altri fattori potenzialmente coinvolti in PD. Recentemente sono state tentate alcune associazioni fra alterazioni del gene che codifica per il trasportatore della serotonina e la presenza di depressione nei soggetti PD. In realtà è risultato significativa l’associazione non con la comparsa di fenomeni depressivi ma con lo sviluppo della stessa malattia che evidentemente ha una componente serotoninergica più rilevante di quanto appaia dagli studi neuropatologici. Morbo di Parkinson: studi in vitro e in vivo L’identificazione di mutazioni specifiche associate al morbo di Parkinson (PD) hanno fornito informazioni fondamentali per la comprensione della malattia e hanno permesso lo sviluppo di modelli cellulari per lo studio della sua patogenesi. In passato, nel laboratorio, è stato dimostrato il potenziale effetto tossico di -sinucleina utilizzando un peptide sintetico omologo al frammento fibrillogenico 61-95 di -sinucleina (NAC). Successivamente, grazie alla collaborazione con il Dipartimento di Biochimica dell’Università di Padova (dr. Negro) sono stati realizzati dei vettori contenenti cDNA codificanti le sequenze mutate e native di sinucleina. La transfezione di queste sequenze in cellule PC12 si è dimostrata, in particolari condizioni, dannosa per le cellule ospiti. In collaborazione con l’Università dell’Insubria si è ottenuto la sintesi di sinucleina in forma nativa e mutata, acconto agli studi in vitro esponendo cellule neuronali a concentrazioni microolari della proteina, si è sviluppato un modello in vivo che replica quanto realizzato con oligomeri di amiloide. I piccoli aggregati di -sinucleina svengono iniettati nel ventricolo cerebrale e successivamente sono analizzati gli effetti sul comportamento cognitivo, con vari tipi di interazione farmacologica sono studiate le similitudini e le differenze dall’applicazioni di oligomeri di amiloide. Laboratorio di Malattie Neurologiche Studi epidemiologici sulla sclerosi laterale amiotrofica (SLA) Vi sono inclusi studi su incidenza, fattori di rischio e mortalità della SLA. Le informazioni sono derivate da un registro regionale di malattia istituito nel 1998 e comprendente tutti i pazienti con nuova diagnosi di SLA identificati sull’intero territorio regionale. Utilizzando simili protocolli di indagine, informazioni analoghe sono raccolte in tre altri registri regionali (piemontese, ligure e pugliese) ai quali il registro lombardo è associato. I dati provenienti dal registro lombardo e da pazienti esaminati nel contesto di collaborazioni con il Gruppo Italiano della SLA sono stati anche utilizzati per una verifica della validità e della riproducibilità dei criteri diagnostici della SLA e di alcune scale funzionali. Sulla base dei dati acquisiti, l’incidenza annua della SLA è risultata sovrapponibile a quanto documentato in altri paesi occidentali in cui sono stati attivati registri di malattia, attestandosi intorno ai valori più elevati della letteratura (2 casi per 100.000). Anche la mortalità è risultata comparabile ai risultati degli studi di popolazioni analoghe condotti con metodi più rigorosi. La validazione dei criteri diagnostici per la SLA attualmente in uso (classificazione di El Escorial) ha permesso di affermare che tali criteri sono validi e riproducibili solo dopo opportuno addestramento degli esaminatori. Il Laboratorio di Malattie Neurologiche ha istituito nell’ottobre 2004 un gruppo collaborativo europeo sui registri della SLA (EURALS) al quale partecipano i titolari di registri regionali e nazionali della malattia ed altri ricercatori impegnati nello studio della SLA, per la creazione di un database comune, completato nel corso dell’anno 2005. Con la collaborazione di gruppi RAPPORTO ATTIVITA’ 139 2013 IRFMN Inglesi ed Irlandesi (titolari di registri di popolazione), nel corso del 2009 sono stati pubblicati i risultati di una analisi dell’incidenza della SLA nel biennio 1998-99 utilizzando i dati di pazienti inseriti nei registri di popolazione. Con il coordinamento del Laboratorio di Malattie Neurologiche sono stati conclusi: 1. Uno studio caso-controllo su eventi traumatici e rischio di SLA (condotto con la collaborazione dei registri italiani); 2. Uno studio sulla prevalenza del deterioramento cognitivo e di segni extrapiramidali nelle SLA di nuova diagnosi (registri italiani); 3. Uno studio sulla correlazione tra SLA e consumo di caffè; 4. Uno studio comparativo del genotipo e fenotipo della SLA ad esordio precoce e ad esordio tardivo. 5. Uno studio caso-controllo su attività sportive ed esercizio fisico, traumi e rischio di SLA (condotto con i partner del gruppo EURALS); 6. Uno studio sulla sopravvivenza a lungo termine della SLA. Sono ancora in corso le seguenti indagini: 1. Studio della coorte 1998-2002 del registro lombardo con conseguente verifica della correttezza diagnostica nel follow-up; 2. Studio del deterioramento cognitivo e dei segni extrapiramidali in pazienti con SLA e in una popolazione di controllo; 3. Studio osservazionale europeo volto ad identificare fattori di rischio ambientali e genetici in diverse popolazioni europee; 4. Indagine dei regimi alimentari nei pazienti con SLA e in controlli sani per verificare gli effetti dell’alimentazione sul rischio di malattia. Trial terapeutici nelle malattie neurologiche Nel corso nel 2010 sono stati continuati sei trial terapeutici finanziati dall’Agenzia Italiana per il Farmaco (AIFA) ed un trial terapeutico finanziato dal Ministero della Salute. Si tratta rispettivamente di: 1. Un trial randomizzato a bracci paralleli in doppio cieco contro placebo per la verifica dell’efficacia e della tollerabilità della L-acetilcarnitina nella SLA; 2. Un trial randomizzato di confronto in aperto per la verifica dell’efficacia comparata dell’Eritropoietina e del Metilprednisolone nel trattamento acuto della mielopatia traumatica; 3. Un trial randomizzato a bracci paralleli in doppio cieco contro placebo per la verifica dell’efficacia e della tollerabilità del valproato nella cefalea da abuso di farmaci; 4. Un trial randomizzato sulla efficacia di un programma riabilitativo integrato per la prevenzione delle cadute nella malattia di Parkinson. 5. Un trial randomizzato in aperto sull’efficacia di un monitoraggio attivo degli eventi avversi dei farmaci antiepilettici e delle interazioni farmacologiche in pazienti trattati con altri farmaci. 6. Un trial randomizzato in aperto sull’efficacia di un programma di educazione a distanza destinato a medici che operano in case di riposo e volto a verificare, rispetto alla “usual care”, una riduzione del numero di trattamenti inappropriati. 7) Un trial randomizzato a bracci paralleli in doppio cieco per la verifica dell’efficacia e tollerabilità delle immunoglobuline endovena vs. metilprednisolone endovena nel trattamento della CIDP. La prima sperimentazione mira a reperire un trattamento potenzialmente efficace in una patologia che per il momento dispone di un solo farmaco (il Riluzolo) in grado di modificarne, seppure lievemente, la mortalità. L’L-acetilcarnitina ha dimostrato di migliorare la sopravvivenza in modelli animali di malattia del motoneurone. La seconda sperimentazione intende verificare l’efficacia dell’eritropoietina, un farmaco in grado di attenuare gli effetti dello shock spinale di origine traumatica ed accelerare il recupero neurologico nell’animale da esperimento. Il farmaco di confronto (metil-prednisolone ad alte dosi) è stato selezionato perché correntemente usato nella pratica clinica. La terza sperimentazione ha lo scopo di verificare se una profilassi con valproato (un farmaco correntemente utilizzato per la profilassi dell’emicrania) è in grado di abbattere la sintomatologia propria della cefalea da abuso di farmaci, una forma comune di cefalea cronica idiopatica talora gravemente invalidante. La quarta sperimentazione vuole verificare se un programma integrato di riabilitazione rispetto alle terapie fisiche tradizionali in pazienti con malattia di Parkinson a rischio di cadute comporta una riduzione della frequenza delle cadute. La quinta sperimentazione intende verificare il valore aggiunto di un monitoraggio attivo mediante contatti prolungati col paziente di eventi avversi ed interazioni farmacologiche rispetto alla gestione abituale di questi fenomeni nel contesto della “usual care”. La sesta sperimentazione intende dimostrare il valore aggiunto dell’educazione a distanza per il RAPPORTO ATTIVITA’ 140 2013 IRFMN miglioramento della pratica clinica. La settima sperimentazione mira a comparare l’efficacia e tollerabilità delle immunoglobuline endovena vs. i corticosteroidi in pazienti con polineuropatia cronica recidivante seguito per in un periodo di 6 mesi. Nella prima sperimentazione il laboratorio di malattie neurologiche è coordinatore dello studio; nelle altre il laboratorio è una delle unità operative con compiti di partecipazione alla stesura del protocollo, di allestimento del modulo di raccolta dati, di stesura e realizzazione del piano di analisi statistica, e di partecipazione alla stesura del rapporto scientifico finale. Conoscenze e attitudini della popolazione nei confronti dell’epilessia Tre studi sono stati condotti sul territorio nazionale per la valutazione delle conoscenze e delle attitudini della popolazione nei confronti dell’epilessia. Il primo studio è stato svolto intervistando telefonicamente un campione di 819 donne e 737 uomini in età adulta per verificare alcune conoscenze elementari su frequenza, cause e caratteristiche della malattia e il loro atteggiamento nei confronti dei soggetti affetti. Le risposte ottenute sono state confrontate con quelle di una analoga indagine eseguita 25 anni prima. L’indagine ha rivelato una conoscenza soddisfacente della malattia, fatti salvi alcuni aspetti, ed un miglioramento complessivo delle nozioni acquisite e degli atteggiamenti nei confronti delle persone affette rispetto al passato. Ciononostante, circa la metà degli intervistati riteneva ancora che l’epilessia fosse una malattia psichiatrica ed una percentuale consistente riteneva che la malattia dovesse imporre importanti limitazioni nella vita quotidiana. Le risposte variavano in base ad età, sesso e grado di istruzione. Una analoga intervista è stata rivolta ad un campione di 600 insegnanti delle scuole elementari e medie. Come nell’indagine precedente, gli intervistati hanno dimostrato di possedere una discreta conoscenza di base dell’epilessia ma molti di loro hanno difficoltà a gestire correttamente una crisi epilettica. Le risposte fornite sono variate sulla base dell’età, dell’esperienza professionale e della sede dei soggetti intervistati. Una terza indagine è stata effettuata intervistando un campione di 582 insegnanti della scuola elementare. Gli intervistati hanno dimostrato in generale una buona conoscenza della malattia. La correttezza delle risposte è risultata correlata all’età, alla residenza e agli anni di attività. Le attitudini nei confronti della malattia sono risultate positive fatta eccezione per la guida e la pratica degli sport. Tuttavia, la malattia è stata giudicata dai più fonte di disabilità e di disagio sociale. La gestione del bambino con crisi è risultata in larga misura insoddisfacente. Barriere nei confronti della chirurgia dell’epilessia La chirurgia dell’epilessia è una valida opzione terapeutica nei pazienti che non rispondono ai trattamenti farmacologici disponibili. Le conoscenze riguardanti la chirurgia dell’epilessia e la disponibilità a candidare pazienti all’intervento sono state testate in una indagine conoscitiva effettuata somministrando un questionario a neurologi ed epilettologi italiani e successivamente ai pazienti (adulti ed adolescenti) e ai loro familiari. Il campione della prima indagine riguardante i soli medici era rappresentato da 183 neurologi e neuropsichiatri infantili. Le risposte ottenute sono state confrontate a quelle fornire da un gruppo di esperti. Lo studio ha mostrato una marcata eterogeneità nelle risposte fornite, due terzi delle quali sono risultate sfavorevoli all’intervento. Al contrario, gli esperti hanno in larga parte concordato sull’opzione chirurgica. Le sole variabili risultate correlate ad una opinione sfavorevole erano il basso numero di candidati chirurgici nelle rispettive casistiche e la sede di acquisizione della specialità. La seconda indagine è stata svolta intervistando 228 pazienti maggiorenni afferenti ad ambulatori neurologici lombardi. Le risposte ottenute hanno evidenziato come i pazienti, anche coloro che, per caratteristiche cliniche, sarebbero candidabili alla chirurgia, siano poco informati in merito e pertanto poco propensi ad accettare il trattamento. L’opinione cambia qualora si forniscano loro informazioni dettagliate sui rischi e i benefici della chirurgia. RAPPORTO ATTIVITA’ 141 2013 IRFMN Prevalenza e incidenza dell’epilessia in Nord Italia E’ in corso uno studio volto a calcolare la prevalenza e l’incidenza dell’epilessia in un’area ben definita della Lombardia usando i dati amministrativi della Regione relativi al periodo 20002008. I casi sono stati individuati utilizzando i codici ICD-9 per l’epilessia e le crisi epilettiche., il codice di esenzione per l’epilessia, la prescrizione di almeno un elettroencefalogramma (EEG) e di farmaci antiepilettici in monoterapia o in varie combinazioni. La validità di questi criteri diagnostici è stata verificata esaminando indipendentemente un campione di soggetti residenti attraverso i rispettivi medici di famiglia. Il miglior algoritmo per l’individuazione dei casi di epilessia è consistito nella combinazione EEG/farmaci antiepilettici selezionati (sensibilità 85,9%; specificità 99,8%; valore predittivo positivo 64,2%; valore predittivo negativo 99,9%). Sulla base dei suddetti parametri sono state prodotte dai dati amministrativi stime aggiustate di prevalenza e di incidenza, rispettivamente di 5,95 per 1.000 e di 46,68 per 100.000/anno. Questi dati sono sovrapponibili a quelli di indagini epidemiologiche accurate effettuate in paesi industrializzati. Linee-guida per la terapia dell’epilessia La Lega Italiana contro l’Epilessia ha prodotto una linea-guida “evidence-based” per aiutare gli specialisti a decidere se, quando e in chi sospendere la terapia dopo prolungata remissione delle crisi. 6 neurologi e 2 neuropsichiatri infantili hanno contribuito alla revisione della letteratura, vagliando i risultati degli studi sulla base della qualità dei disegni, ed hanno emesso le seguenti raccomandazioni: (1) I farmaci possono essere sospesi dopo un periodo minimo di 2 anni di assenza di crisi; (2) Nei bambini può avvenire anche dopo periodi inferiori; (3) La presenza di anormalità nell’EEG all’atto della sospensione, una documenta eziologia delle crisi, la presenza di crisi parziali, un’età più avanzata all’esordio aumentano il rischio di ricorrenza alla sospensione; tuttavia, questi pazienti non dovrebbero essere scoraggiati a sospendere il trattamento a meno che due o più di questi fattori siano presenti; (4) Sesso, familiarità per epilessia, storia di crisi febbrili, durata e gravità di malattia non dovrebbero influenzare la decisione di sospendere il trattamento; (5) Il processo decisionale deve tenere conto della classificazione sindromica; (6) La sospensione dovrebbe essere lenta (almeno 6 mesi) e comunque individualizzata; (7) Il paziente dovrebbe essere seguito per non meno di 2 anni dopo la sospensione. Come regola generale, la decisione di interrompere il trattamento va discussa e condivisa col paziente considerando gli effetti personali e sociali della ricaduta e gli effetti indesiderati di un trattamento cronico. Laboratorio di Morte Neuronale e neuroprotezione Sinaptopatie Recenti evidenze mostrano come alla sinaptopatia che caraterizza la malattia di Alzheimer partecipino le forme solubili oligomeriche del peptide Aβ che in vari modelli inducono disfunzione e perdita sinaptica, un fenomeno che precede il deposito di amiloide nelle placche senili. Ad oggi la relazione tra gli oligomeri di Aβ e la perdita sinaptica è ancora sconosciuta e le vie di trasduzione del segnale coinvolte non sono note. Abbiamo contribuito ad identificare i pathway che regolano gli eventi di tossicità sinaptica dimostrando che JNK svolge un ruolo cruciale nell’insorgenza della sinaptopatia, sia in modelli in vitro che in modelli in vivo di malattia di Alzheimer. JNK viene infatti attivato nel compartimento postsinaptico in risposta a oligomeri di Aβ, e induce sinaptopatia agendo su due diversi target: l'inibizione specifica di JNK previene la degenerazione del terminale post-sinaptico nella sinaptsi eccitatoria.Abbiamo effettuato il primo trattamento cronico con un peptide cellula permeabile che inibisce in modo specifico la chinasi JNK (D-JNKI1) in vivo. Utilizzando D-JNKI1 in un modello animale di Alzheimer (topi TgCRND8) abbiamo dimostrato che la via di trasduzione del segnale di JNK RAPPORTO ATTIVITA’ 142 2013 IRFMN regola i principali meccanismi patogenetici della malattia di Alzheimer. L’inibizione specifica di JNK attraverso D-JNKI1 ha permesso infatti di prevenire completamente i deficit cognitivi caratteristici della malattia di Alzheimer: perdita della memoria (valutata tramite test comportamentali object recognition e radial maze) e dei fenomeni di potenziamento sinaptico a lungo termine (LTP) alla base dei meccanismi di apprendimento e memoria (misurata con test elettrofisiologici). Il recupero funzionale correla con la diminuzione degli oligomeri nel parenchima cerebrale dei topi trattati e comprova la forte interazione tra la via di trasduzione di JNK e la riduzione della produzione di peptide Ab e della sua aggregazione in oligomeri, le specie maggiormente tossiche responsabili della patologia. Pensiamo che questo lavoro evidenzi JNK come un target promettente ed innovativo per lo sviluppo di nuove strategie terapeutiche contro la malattia di Alzheimer. Studiando il ruolo di JNK nella plasticità sinaptica, abbiamo osservato che tale chinasi è altamente espressa nel compartimento presinaptico. Abbiamo inoltre dimostrato che JNK regola il rilascio di glutammato nello spazio sinaptico. L’inibizione di JNK infatti riduce drasticamente il rilascio del neurotrasmettitore. Il meccanismo d’azione con cui JNK regola il compartimento presinaptico prevede l’interazione della chinasi con sintaxina 2, proteina localizzata sulla membrana presinaptica e importante per il docking delle vescicole contenenti il neurotrasmettitore. Immunoprecipitando JNK e sintaxina 2 abbiamo dimostrato l’interazione delle due proteine, che viene inibita dal trattamento con D-JNKI1. I risultati ottenuti non solo permettono di comprendere meglio i meccanismi che regolano il funzionamento sinaptico ma forniscono le basi per sviluppare molecole in grado di modulare il rilascio di glutammato. Nuove strategie terapeutiche anti-amiloidogeniche Il gene dell’APP è stato il primo ad essere stato trovato mutato in una forma ereditaria di AD. Negli anni sono state scoperte numerose mutazioni missenso in questo gene e poiché sono localizzate prevalentemente in prossimità degli esoni codificanti il peptide A influenzano il processamento dell’APP e la conseguente produzione di -amiloide. Abbiamo caratterizzato una nuova mutazione di questo gene (A673V), recentemente scoperta dal gruppo del Prof. Tagliavini, dal punto di vista della sua interazione con il compartimento sinaptico, coinvolto nei primi eventi tossici dell’AD. Questa mutazione differisce da quelle precedentemente scoperte poiché causa la malattia solo se presente in omozigosi. Al contrario, soggetti recanti la mutazione su un solo allele non risultano affetti da demenza, nemmeno in età avanzata. Utilizzando un nuovo modello in vitro messo a punto nel nostro laboratorio, abbiamo confrontato l’effetto di peptidi Aβ WT o mutati a livello post-sinaptico e confermato la maggior sinaptotossicità degli ultimi. La miscela equimolare delle due forme, invece, si è rivelata non tossica, lasciando inalterata la composizione biochimica della densità post-sinaptica (PSD) e la densità delle spine dendritiche. L’azione neuroprotettiva dell’Aβ mutata in associazione con quella WT ha condotto al disegno di una strategia terapeutica in grado di ricreare nel parenchima cerebrale la condizione di eterozigosità osservata nei soggetti. È stato, quindi, disegnato un peptide cellula permeabile (TAT 1-6 A2V) testato sia in vitro che in vivo. In vitro, il peptide TAT 1-6 A2V non solo non è risultato tossico se somministrato singolarmente, ma in combinazione con l’Aβ WT si è rivelato in grado di bloccarne la sinaptotossicità, prevenendo la perdita di recettori e proteine strutturali della PSD da essa indotta e la diminuzione del numero di spine dendritiche. Gli stessi risultati sono stati ottenuti in un esperimento preliminare su un modello murino di AD (topi TgCNRD8). Il trattamento non è risultato tossico per la salute degli animali e ha inibito la tossicità dell’amiloide sulle spine dendritiche, aumentando il numero dei principali marcatori della membrana postsinaptica. Alla luce di questi risultati, la neuroprotezione indotta dal peptide TAT1-6 A2V appare una promettente strategia per arrestare la progressione dell’AD in una fase precoce della malattia. RAPPORTO ATTIVITA’ 143 2013 IRFMN Disegno e sintesi di nuovi peptidi cellula permeabili inibitori di MKK7 (MKK7Is) E’ stato dimostrato nel laboratorio che è possibile bloccare selettivamente l’attivazione patologica di JNK, separandola dal ruolo fisiologico che la chinasi svolge in condizioni di omeostasi cellulare. Esistono infatti solamente due MAPKK che agiscono a monte di JNK attivandola in maniera completa: MKK4 e MKK7. Tuttavia solo MKK7 è in grado di attivare JNK in seguito a stimoli di stress cellulare come l’eccitotossicità, fenomeno alla base di diverse patologie acute e croniche del sistema nervoso centrale. È stato osservato infatti che, in seguito a trattamento eccitotossico con NMDA, si ha una rapida attivazione di MKK7, a differenza di MKK4 che non subisce variazioni. Attraverso studi di modellistica molecolare è stato disegnato un inibitore selettivo di MKK7, basato sul sito di interazione della chinasi con GADD45β, fattore inserito nella via di segnalazione di NFkB, in grado di inibire in maniera specifica l’attività di MKK7. Sono stati sintetizzati due peptidi cellula permeabili MKK7I: Gadd45β (69-86), contenente la sola regione di legame con MKK7, e Gadd45β (60-86), contenente la regione di legame e un’ulteriore sequenza essenziale per l’inattivazione di MKK7. In primo luogo è stata verificata l’assenza di tossicità da parte dei peptidi, somministrati a dosaggi crescenti, su colture primarie di neuroni corticali. In seguito è stata studiata la capacità neuroprotettiva dei peptidi, valutando la morte neuronale indotta da stimoli eccitotossici (NMDA 100 uM) ed ipossici (OGD). I dati ottenuti mostrano che l’aggiunta dei peptidi alla concentrazione di 10 mM comporta una forte inibizione della fosforilazione di MKK7, e quindi della sua attivazione, che permane anche a un’ora dall’induzione dello stimolo tossico, senza interferire con la fosforilazione di MKK4, che resta costante nel tempo. Pertanto i peptidi derivanti da Gadd45β sintetizzati e testati esercitano una funzione neuroprotettiva mirata, regolando direttamente la via di trasduzione di MKK7. I dati ottenuti in vitro sono poi stati verificati in due modelli in vivo di ischemia permanente. Animali sottoposti al trattamento col peptide MKK7I, 1h prima dell’ischemia permanente, hanno mostrato una riduzione dell’area infartuata pari al 50% rispetto ai controlli trattati con veicolo, a 24h dall’operazione. Allo scopo di identificare la finestra terapeutica di intervento post-ischemia del peptide MKK7I, sono stati effettuati campionamenti tissutali a diverse tempistiche dal momento della lesione, concentrandosi sulle prime 6 ore dall’evento. In particolare è stato osservato che già negli animali trattati con MKK7I dopo 3h dall'ischemia si ha una riduzione significativa del'infarto rispetto ai controlli; riduzione che permane anche a 6h quando Gadd45β viene iniettato 6h dopo l'ischemia. Questi risultati lasciano sperare che il peptide inibitore di MKK7 abbia delle potenzialità cliniche. Laboratorio di Neurochimica e Comportamento I recettori delle amine in traccia (TAAR1) come target potenziale per contrastare i deficit cognitivi Il ruolo dei recettori cerebrali delle amine in traccia di tipo 1 (trace amine-associated receptor1; TAAR1), è stato indagato solo in questi ultimi anni grazie al recente sviluppo di molecole selettive con attività agonista e antagonista sul recettore e modelli animali knockout e transgenici per il gene taar1. La maggior parte degli studi si è focalizzata sul ruolo di questi recettori nella trasmissione monoamminergica cerebrale e quasi nulla è noto sull’interazione tra TAAR1 e meccanismi glutammatergici importanti per le funzioni cognitive. Nel recente passato, il nostro laboratorio ha investigato intensamente l’effetto di molecole attive sulla neurotrasmissione per la loro capacità di contrastare i deficit di attenzione indotti da antagonisti del recettore glutammatergico NMDA nel ratto e nel topo e rilevabili con un compito di identificazione di stimoli visivi noto come 5-choice serial reaction time task, un analogo del test RAPPORTO ATTIVITA’ 144 2013 IRFMN di “continuous performance” utilizzato nei pazienti schizofrenici per testare la loro attenzione e vigilanza. Utilizzando questo approccio abbiamo scoperto che i deficit di attenzione indotti dagli antagonisti del recettore NMDA sono associati ad un eccessivo rilascio di glutammato nella corteccia prefrontale misurato nel ratto e nel topo con la tecnica di microdialisi intracerebrale. Dati preliminari indicano che la sovraespressione del recettore TAAR1 sopprime il rilascio di glutammato corticale indotto da fenciclidina, un antagonista del recettore NMDA utilizzato per mimare i deficit cognitivi della schizofrenia nei ratti e nei topi. In base a quanto esposto è ipotizzabile che la stimolazione del recettore TAAR1 possa migliorare i deficit di attenzione indotti da antagonisti del recettore NMDA. A questo scopo sono in corso studi sperimentali nel ratto per vagliare la nostra ipotesi. Modello sperimentale di sindrome di Rett La sindrome di Rett è una malattia genetica legata prevalentemente alla perdita di funzione del gene mecp2, un gene localizzato sul cromosoma X, che codifica per la proteina methyl-CpGbinding protein2, un regolatore della trascrizione genica. La sindrome colpisce prevalentemente le bambine che dopo un normale sviluppo fino all’età di 6-18 mesi mostrano un arresto dello sviluppo e inizia una fase regressiva caratterizzata da una sintomatologia neurologica grave che comprende atassia, afasia, aprassia, disfunzioni motorie e respirazione irregolare, alterazioni del ciclo sonno-veglia, sintomi autistici, movimenti ripetitivi delle mani, convulsioni, deformità scheletriche e disturbi dell’alimentazione. La disponibilità di modelli sperimentali è fondamentale per la comprensione delle basi biologiche della malattia come tappa preliminare per lo sviluppo di potenziali approcci terapeutici. Grazie al contributo dell’Associazione Italiana sulla Sindrome di Rett (AIRETT), abbiamo caratterizzato il comportamento di topi femmina portatori della mutazione mecp2308-/che comporta la troncazione del gene. A differenza dei topi knockout convenzionali che sopravvivono per poche settimane, la troncazione del gene comporta un fenotipo più lieve e una sopravvivenza prolungata (>10 mesi) tale da permettere una valutazione delle funzioni motorie, cognitive e comportamentali con una batteria di test ripetibili a diverse età. Nei topi mecp2308-/emerge precocemente un chiaro fenotipo neuromotorio (tremori, adduzione delle zampe posteriori) con deficit di coordinamento e di performance motoria e cifosi che si aggravano nel tempo. La performance cognitiva, il comportamento emotivo e sociale sembrano invece conservati. Vogliamo ora confrontare il fenotipo di topi portatori di diverse mutazioni del gene mecp2 per estendere la validità dei dati ottenuti e indagare il meccanismo sottostante che in base a dati ottenuti recentemente potrebbe avere a che fare con un’alterazione del metabolismo dell’acido glutammico. Laboratorio di Neurologia Sperimentale Meccanismi biochimico-molecolari coinvolti nelle genesi e propagazione delle convulsioni e del danno neuronale ad esse associato: Ruolo delle molecole dell’infiammazione Stiamo studiando il ruolo di alcune citochine proinfiammatorie quali IL-1beta e molecole con proprieta’ proinfiammatorie come HMGB1, nella genesi e propagazione delle convulsioni e nei fenomeni neurodegenerativi ad esse associati. I nostri risultati sperimentali hanno dimostrato che l’attivita’ epilettica induce la sintesi di varie molecole coinvolte nei processi infiammatori nelle aree cerebrali di insorgenza e propagazione delle crisi. IL-1beta e HMGB1 hanno proprieta’ proconvulsive mentre farmaci antagonisti dei recettori di IL-1beta e HMGB1 ed inibitori della sintesi di IL-1beta hanno proprieta’ anticonvulsivanti. Stiamo studiando questi farmaci in modelli sperimentali di epilessia per permetterne una loro applicazione clinica; infatti RAPPORTO ATTIVITA’ 145 2013 IRFMN alcune delle molecole oggetto del nostro studio sono gia' utilizzate nell'uomo per la terapia delle malattie autoimmuni o infiammatorie come ad esempio anakinra, l’antagonista recettoriale di IL-1beta. Stiamo inoltre studiando con approcci genetici e farmacologici quali sono i segnali intracellulari attivati da IL-1beta e HMGB1 che mediano i loro effetti proconvulsivi, proneurotossici e di alterazione delle funzioni di memoria. E’ inoltre oggetto del nostro studio, la caratterizzazione dei meccanismi cellulari responsabili della induzione e cronicizzazione di un fenomeno di infiammazione nel cervello che genera crisi epilettiche. Ruolo dei recettori Toll-like nell’epilessia e nei deficit neurologici La famiglia dei recettori Toll-like (TLR) ha un ruolo chiave nell’attivazione dei processi infiammatori in risposta ad un agente infettivo o ad un danno tissutale. In questo progetto, vogliamo studiare se e come l’attivazione dei TLR2 e TLR3 contribuisca alla precipitazione e ricorrenza delle crisi epilettiche e ai deficits cognitivi ad esse associati. Questo studio fornirà informazioni anche sul rapporto tra infezioni del sistema nervoso centrale ed il rischio di sviluppare epilessia, in quanto questi recetori riconoscono i batteri ed attivano di conseguenza dei processi infiammatori atti alla loro rimozione dal tessuto. Se tali meccanismi non sono opportunamente controllati dal tessuto possono insorgere disfunzioni e danno. Studi di MRI in vivo per valutare l’attivazione gliale e le alterazioni della barriera emato-encefalica al fine di trovare biomarcatori del processo epilettico L’attività di ricerca si occupa di sviluppare metodi di imaging in vivo con tecniche di risonanza magnetica (MRI) e di spettroscopia (MRS) volti a valutare il ruolo dell’attivazione gliale e di alterazioni della permeabilità della barriera emato-encefalica nella eziopatogenesidelle crisi epilettiche. L’intento è di caratterizzare e convalidare un biomarcatore del processo di epilettogenesi e di infiammazione cerebrale che sia clinicamente applicabile, per selezionare la popolazione di pazienti che potrebbero beneficiare di un trattamento anti-infiammatorio per il controllo delle crisi, e per predirre lo sviluppo della patologia epilettica negli individui a rischio. Controllo epigenetico dell’infiammazione epilettica: il ruolo dei microRNA cerebrale nella patologia I microRNA (miRNA) sono sequenze di RNA non codificante a singolo filamento di 20-22 nucleotidi, coinvolti nella regolazione post-trascrizionale di molti processi cellulari, tra cui l’infiammazione. La funzione principale dei miRNA è quella ridurre i livelli dei mRNA bersaglio, promuovendone la degradazione oppure il sequestro in specifici compartimenti subcellulari. Essi quindi agiscono di fatto come cruciali fattori post-trascrizionali che controllano i livelli di determinate proteine nella cellula. Lo scopo principale di questo progetto è quello di studiare il ruolo svolto da specifici miRNA deputati al controllo del processo infiammatorio nella patologia epilettica, con il fine ultimo di identificare nuovi targets terapeutici per la risoluzione dell’infiammazione cerebrale, quindi prevenire un danno tissutale. Il nostro studio si focalizzerà inizialmente sul miR-146a perche’ la sua espressione aumenta nel cervello nei modelli sperimentali di epilessia e nel tessuto epilettico in pazienti affetti da epilessia farmacoresistente. Inoltre miRNA-146a è indotto dalla stimolazione recettori TLR e da altre molecole proinfiammatorie che sono sovraespresse nel tessuto epilettico e che contribuiscono alla genesi delle crisi (ad es. IL-1beta, HMGB1). RAPPORTO ATTIVITA’ 146 2013 IRFMN Ruolo delle molecole risolutive del processo infiammatorio nella patologia epilettica L’attivazione dei processi immunitari e infiammatori nel cervello in risposta ad un evento patologico intrinseco (trauma, danno ischemico, attivita’ convulsiva, etc) o ad un agente patogeno durante una infezione, ha lo scopo primario di attivare meccanismi omeostatici in specifiche popolazioni cellulari per promuovere la riparazione del tessuto. Questo processo coinvolge il rilascio di mediatori solubili dell’infiammazione da cellule immunocompetenti, quali le cellule gliali o i leucociti. Questi mediatori agiscono da molecole proinfiammatorie riconoscendo recettori specifici sulle cellule bersaglio (glia, neuroni, endotelio della barriera ematoencefalica). La rapida risoluzione del processo infiammatorio e’ un aspetto cruciale per evitare danni tissutali provocati dal processo infiammatorio, ed e’ regolata da molecole endogene, come ad esempio le Lipoxine, le Resolvine, la Chemerina ed Annexina-1. Queste molecole, interagendo con specifici recettori transmembrana espressi dalle cellule bersaglio attivano segnali intracellulari che determinano la rapida risoluzione del processo infiammatorio. Se tale processo risolutivo non e’ efficiente, l’infiammazione nel tessuto diventa cronica provocando disfunzione e danno cellulare. La nostra ipotesi è che la risposta infiammatoria cerebrale indotta da un danno intrinseco o da una infezione (condizioni che possono promuovere lo sviluppo di epilessia) non sia controllata in maniera adeguata dalle molecole endogene atte a risolvere il fenomeno infiammatorio. Questo deficit omeostatico promuoverebbe l’instaurarsi di uno stato infiammatorio aberrante, importante fattore implicato nella eziopatogenesi delle crisi. Utilizzando modelli sperimentali di epilessia, analizzeremo il ruolo svolto da specifiche molecole antiinfiammatorie endogene nel controllo della risposta infiammatoria associata alla generazione delle crisi epilettiche. Ca2+ imaging in colture neuronali e gliali Questo progetto di ricerca si occupa di studiare l’attivita’ neuromodulatria e di attivazione astrocitaria di molecole proinfiammatorie misurando come evento molecolare l’influsso di Ca2+ nei neuroni. A tale scopo, vengono effettuati esperimenti di time-lapse Ca2+ imaging utilizzando il microscopio confocale in colture cellulari di topi wild-type o di topi geneticamente modificati in specifici pathways inflammatory. Laboratorio di Neuropsichiatria Geriatrica Studio di popolazione sulla prevalenza delle demenze nei grandi anziani In parallelo al progressivo aumento degli individui di 80 e più anni all’interno della popolazione anziana (65+), il numero dei malati di demenza nella fascia di età 80+ rappresenta una frazione in continua crescita sul totale degli affetti. L’esclusione dagli studi, come quasi sempre avviene, dei soggetti nelle classi di età più avanzate tende inevitabilmente a sottostimare il numero complessivo di affetti da demenza presenti nella popolazione. Per ovviare a questa lacuna è stato dunque avviato uno studio di popolazione (door-to-door) sulla prevalenza, l’incidenza, i fattori di rischio e la storia naturale delle demenze e dei deficit cognitivi associati all’invecchiamento in una popolazione di anziani con età maggiore di 80 anni residente in otto comuni in provincia di Varese. L’indagine è stata successivamente estesa a tutti i centenari residenti nella provincia di Varese. Lo studio beneficia di un grant della Fondazione Monzino. RAPPORTO ATTIVITA’ 147 2013 IRFMN Salute e Anemia nella popolazione anziana In collaborazione con la ASL di Biella e con la divisione di Ematologia, Università di Pavia e Fondazione IRCCS Policlinico S. Matteo, Pavia, abbiamo condotto uno studio di popolazione sull’anemia negli anziani di 65 o più anni di età residenti a Biella (circa 9000 persone) per stimare la prevalenza e l’ncidenza dell’anemia (lieve, moderata e grave) e studiare se bassi livelli di emoglobina associati ad alterazioni di alcuni parametri ematici (volume corpuscolare medio, conta leucocitaria e/o piastrinica) fossero in grado di predirre o fossero associati a una sindrome mielodisplastica. Valutazione di profili di rischio in soggetti ambulatoriali e ospedalizzati In collaborazione con il Servizio di Geriatria Ospedali Regionali di Mendrisio e Lugano (Svizzera) i soggetti ospedalizzati o ambulatoriali vengono valutati sotto il profilo neuropsicologico, funzionale e del movimento al fine di valutare l'impatto di questi fattori sulla salute e la progressione della malattia (Canton Ticino Study). Studio longitudinale in pazienti affetti da MCI In collaborazione con il Servizio di Geriatria degli Ospedali Regionali di Mendrisio e Lugano (Svizzera), prosegue il follow-up dei pazienti giunti consecutivamente all'osservazione in questi ultimi anni presso la Memory Clinic degli Ospedali al fine di stimare il tasso di conversione a demenza di tutti i soggetti con diagnosi di Mild Cognitive Impairment o Questionable Dementia (CDR 0.5) alla visita basale e di valutare i fattori di rischio associati alla conversione (Canton Ticino Study). A European Multicentre Double-Blind Placebo Controlled trial of Nilvadipine in Mild to Moderate Alzheimer’s disease (NILVAD Project European Union FP7 Program) In collaborazione con il Trinity College e il St. James’s Hospital di Dublino (Irlanda) e insieme ad altri 10 centri di 8 paesi europei che prendono parte al NILVAD Project. Il NILVAD è uno studio clinico di fase III, in doppio cieco, parallelo, randomizzato, con controllo placebo. Obiettivi dello studio sono quelli di studiare l’efficacia e la sicurezza della nilvadipina (8 mg una volta al giorno) come trattamento “disease-modifying” nella malattia di Alzheimer di grado da lieve a moderato La misura d’outcome principale sarà il cambiamento delle funzioni cognitive (valutate con la scala ADAS-Cog-12) intervenuto dopo 78 settimane (1,5 anni) di trattamento. Saranno reclutati un totale di 500 soggetti di età superiore ai 50 anni affetti da AD (diagnosi secondo i criteri NINCDS-ADRDA) di grado da lieve a moderato: 250 nel gruppo trattato con nilvadipina e 250 nel gruppo trattato con placebo. La durata totale dello studio sarà di 82 settimane e i pazienti riceveranno il trattamento in studio per 78 settimane. Analisi di dati sanitari estratti da database amministrativi In seguito alla creazione dei database amministrativi, volti a tenere traccia delle spese in campo medico rimborsate dal Servizio Sanitario Nazionale, si è aperta l’opportunità di effettuare ricerche sulla condizione di salute degli assistiti. Abbiamo collaborato ad analizzare dati relativi ai soggetti anziani e ai pazienti con demenza. Studio clinico randomizzato in doppio cieco con controllo placebo per la valutazione dell’efficacia e la tollerabilità della doxiciclina somministrata per via orale in pazienti affetti da morbo di Creutzfeldt-Jakob L’obiettivo primario di questo studio è la valutazione dell’efficacia della doxiciclina rispetto al placebo nell’estendere la sopravvivenza dei pazienti affetti da morbo di Creutzfeldt-Jakob. RAPPORTO ATTIVITA’ 148 2013 IRFMN L’obiettivo secondario è la valutazione dell’effetto del trattamento con doxiciclina sulla velocità di peggioramento misurata attraverso scale funzionali ed esame neurologico. Viene inoltre misurata anche la sicurezza del trattamento. Insonnia Fatale Familiare (FFI): trattamento preventivo con doxiciclina di soggetti a rischio Dipartimento di Neuroscienze, in collaborazione con terzo Dipartimento di Medicina Interna, Medicine Operative, Unità Oderzo − ASL 9 Treviso e con Fondazione IRCCS Istituto Neurologico "Carlo Besta". L’obiettivo di questo studio è di valutare se la somministrazione in cronico di doxiciclina a una dose di 100 mg/die è in grado di prevenire (o ritardare) l’insorgenza dell’insonnia familiare fatale in soggetti appartenenti a una famiglia che presenta una specifica mutazione del gene della proteina prionica. La sopravvivenza dei soggetti trattati sarà valutata dopo 11 anni. Qualità dell’assistenza ai soggetti oncologici terminali Nel 2000 è stato avviato, in collaborazione con l’hospice “via di Natale Franco Gallini” di Aviano (PN), un progetto di ricerca che ha come obiettivo quello di studiare alcune variabili cliniche e sociodemografiche associate a una maggiore consapevolezza della propria malattia e della sua gravità da parte del malato oncologico in stadio avanzato al momento dell’ingresso in hospice, dal 2001 al 2011. Laboratorio di Infiammazione e Malattie del Sistema Nervoso Ruolo del sistema del complemento in modelli di ictus e trauma cranico I nostri studi precedenti hanno mostrato che il sistema del complemento può rappresentare un nuovo e potente bersaglio per sviluppare strategie terapeutiche efficaci. Abbiamo dimostrato che il C1-INH, un inibitore endogeno del sistema del complemento, è in grado di svolgere un’azione protettiva a seguito di danno cerebrale acuto. Inoltre, la molecola è dotata di una finestra terapeutica sorprendentemente ampia, essendo efficace anche quando somministrata fino 18 ore dopo l’induzione di ischemia. I dati ottenuti suggeriscono che questa importante proprietà del C1-INH sia dovuta alla sua capacità di legare mannose-binding lectin (MBL), una proteina chiave della via lectinica del complemento. Per questo motivo abbiamo focalizzato la nostra attenzione su MBL come possibile nuovo target per la terapia del danno acuto cerebrale. Abbiamo dimostrato che MBL si deposita sulle cellule endoteliali dei microvasi cerebrali a seguito di ischemia, ipotizzando che questo possa rappresentare un evento patogenetico chiave del danno cerebrale. Sulle base di questi risultati abbiamo sviluppato diverse strategie volte ad inibire l’ attività funzionale di MBL. Tutti gli approcci utilizzati sono risultati efficaci nel conferire neuroprotezione con un’ampia finestra terapeutica d’intervento. In particolare, abbiamo identificato una nuova molecola capace di legare MBL (Polyman2, in collaborazione con il Dipartimento di Chimica dell’Università di Milano) e abbiamo dimostrato che è efficace nel ridurre i deficits neurologici e il danno anatomico anche quando somministrata fino a 24 h dopo l’ischemia. Gli studi in corso hanno lo scopo di capire i meccanismi attraverso i quali MBL esercita il suo effetto tossico sull’endotelio attivato. Chiarire questo aspetto è di fondamentale importanza per lo sviluppo di nuove strategie terapeutiche mirate a limitare il danno indotto da MBL. Un obiettivo parallelo è quello di valutare il coinvolgimento di questa proteina anche nel danno cerebrale da trauma cranico. Una deficienza geneticamente determinata di MBL si riscontra nel 10-15% della popolazione generale con una conseguente diminuzione dei livelli circolanti della proteina. Per confermare la rilevanza di questa proteina anche nell’uomo, un’altra parte del progetto ha lo scopo di definire se la presenza di difetti genetici per MBL nei pazienti con ictus è in grado di limitare la progressione del danno cerebrale. RAPPORTO ATTIVITA’ 149 2013 IRFMN Cellule staminali: un approccio terapeutico per il danno cerebrale acuto Negli ultimi anni il nostro laboratorio ha dimostrato che il trapianto di cellule staminali neurali in modelli di ictus ha un effetto protettivo. Tuttavia ad oggi, l’impiego di cellule staminali neurali nella terapia cellulare è limitato da problemi tecnici, dato il basso numero di cellule staminali che si riescono ad ottenere dai tessuti, oltre che da problemi etici. Abbiamo quindi focalizzato la nostra attenzione sulle cellule staminali mesenchimali (MSC) isolate dal cordone ombelicale (CB-MSC) e da midollo osseo (BM-MSC): esse rappresentano delle fonti facilmente reperibili di cellule staminali multipotenti, non gravate da problemi etici, costituendo quindi un candidato ideale per la terapia cellulare a seguito di danno cerebrale acuto. Abbiamo dimostrato l’efficacia delle CB-MSC (fornite dalla Cell Factory, Ospedale Maggiore Policlinico, Milano) nel ridurre il danno funzionale ed anatomico quando somministrate 24 ore dopo ictus o trauma cranico. Le MSC infuse interagiscono con le popolazioni cellulari residenti e modificano il microambiente del tessuto traumatizzato determinando una polarizzazione di microglia/macrofagi verso un fenotipo protettivo, l’inibizione della formazione della cicatrice gliale e l'attivazione di eventi trofici che promuovono la riparazione e la rigenerazione. Ora la nostra ricerca è volta ad indagare parallelamente 2 diversi ambiti: 1) definire gli aspetti preclinici necessari per la formulazione di un protocollo di successo traslabile alla clinica. In questo senso abbiamo recentemente dimostrato che dopo trauma cranico l’efficacia delle MSC umane infuse (fornite dal Laboratorio di terapia cellulare "Stefano Verri", Ospedale San Gerardo, Monza) non dipende dal regime di immunosoppressione e non induce rigetto nel topo immunocompetente. Dal momento che l'immunosoppressione in pazienti con danno cerebrale acuto e’ associata ad importanti complicanze infettive, questi risultati rappresentano un ulteriore passo verso la possibile applicazione nella pratica clinica. Ci proponiamo ora di indagare l’efficacia delle MSC a lungo termine e possibili effetti avversi in una specie animale diversa. 2) chiarire i meccanismi implicati nella protezione osservata dopo trapianto. MSC isolate da differenti sorgenti (BM rispetto a CB o amniotiche) hanno alcune caratteristiche generali in comune che permettono la loro classificazione come cellule stromali, ma anche alcune differenze peculiari che potrebbero renderle più o meno adatte per i diversi utilizzi clinici. L’analisi, in relazione agli eventi associati al danno cerebrale acuto, delle caratteristiche in vitro e degli effetti in vivo delle differenti MSC diventa cruciale per definire la loro applicabilità clinica in termini di selezione della MSC migliore. Imaging in vivo e in tempo reale del cervello di topo mediante microscopia a due fotoni L’ictus ischemico induce una risposta infiammatoria locale che include la rottura della barriera ematoencefalica, il reclutamento di leucociti e monociti e l’attivazione della microglia. Questi eventi contribuiscono alla progressione del danno ischemico e rappresentano quindi potenziali target terapeutici. Un ideale approccio sperimentale per lo studio degli eventi infiammatori, caratterizzati dalla dinamicità delle cellule immunitarie, è l’imaging tridimensionale in vivo ad alta risoluzione con microscopia a due fotoni. Il microscopio a due fotoni sfrutta la transizione elettronica ad alta energia che avviene in molecole fluorescenti eccitate da due fotoni a bassa energia, permettendo l’imaging per lunghi periodi in vivo. Nel nostro laboratorio abbiamo utilizzato questa tecnica per visualizzare e quantificare il comportamento dinamico delle cellule immunitarie reclutate nel sito ischemico. In particolare, ci siamo focalizzati sul tracking dei linfociti T (in collaborazione con il Centro di Biofotonica della Strathclyde University di Glasgow) e della microglia attivata. Per quanto riguarda i linfociti T, abbiamo misurato il movimento dei linfociti infiltrati quantificandone il numero, la velocità, il coefficiente di spostamento e di zigzagamento. Abbiamo osservato che i linfociti presenti nel territorio ischemico si dividono in due distinte classi sulla base dei parametri di motilità e che si muovono lungo le pareti perivascolari prima di completare l’infiltrazione tissutale. RAPPORTO ATTIVITA’ 150 2013 IRFMN La microglia è stata analizzata misurando la sue motilità (coefficiente di spostamento) e caratteristiche morfologiche (analisi della morfologia di Sholl). I dati indicano che la microglia è stazionaria e che, nelle prime 24 ore dopo ischemia, acquisisce una forma chiaramente ameboide. In topi difettivi del recettore per la fractalchina, una importante chemochina che regola l’attività microgliale, la trasformazione ameboide della microglia è inibita e la lesione ischemica conseguentemente diminuita. In conclusione, abbiamo descritto alcuni eventi dinamici associati alla progressione ed evoluzione del danno ischemico cerebrale, fornendo le basi per future manipolazioni razionali delle risposte immunitarie a scopo terapeutico. Mappatura dell’espressione temporale e della colocalizzazione dei fenotipi della microglia e dei macrofagi indotti dal danno cerebrale acuto Tra le popolazione cellulari residenti nel cervello, la microglia gioca un ruolo determinante nella risposta infiammatoria successiva al danno cerebrale acuto. La microglia si comporta come un marcatore della comparsa e della progressione della patologia contribuendo al danno neurologico finale indotto dalla lesione acuta. Queste cellule si attivano velocemente in risposta al danno modificando drasticamente la loro morfologia ed il loro fenotipo. Questa risposta è associata al richiamo dei macrofagi dal circolo ematico che si infiltrano nel tessuto cerebrale danneggiato. La microglia attivata ed i macrofagi infiltrati (M/M) alterano la funzionalità delle cellule neuronali attraverso la produzione ed il rilascio di sostanze neurotossiche come le citochine infiammatorie, le proteasi e le specie reattive dell’ ossigeno e dell’azoto. Dall’altra parte, queste cellule possiedono anche delle proprietà protettive che contribuiscono alla neurogenesi e al riparo del danno, un effetto che noi abbiamo documentato precedentemente. Questi differenti stati di attivazione sono caratterizzati dall’espressione di markers fenotipici specifici, la cui espressione dipende dalla evoluzione temporale della lesione cerebrale. L’obiettivo degli studi in corso nel nostro laboratorio è quello di ottenere informazioni sugli aspetti ancora inesplorati dei cambiamenti fenotipici della microglia indotti dal danno cerebrale acuto. In particolare stiamo studiando la comparsa di marcatori specifici dei fenotipi di M/M, la loro localizzazione e l’eventuale coespressione nelle stesse sottopolazioni cellulari in relazione all’evoluzione temporale della lesione. Laboratorio di Neurobiologia Molecolare Studio dei meccanismi che regolano la patogenesi e il decorso della Sclerosi Laterale Amiotrofica Analisi comparativa di due modelli murini di SLA familiare con differenze fenotipiche di malattia per l'identificazione di marcatori prognostici e di bersagli terapeutici. Continua lo studio comparativo tra i due ceppi di topi portatori dello stesso numero di copie del transgene per la SOD1 umana con mutazione G93A, che mostrano un fenotipo di SLA molto diverso tra loro per età d'esordio e durata di malattia. Dopo aver dettagliatamente descritto il profilo di espressione genica nei motoneuroni dei due modelli murini di SLA all'esordio dei sintomi ( dati pubblicati in Nardo et al. Brain 136: 3305-32) la nostra attenzione si è focalizzata sullo studio dei meccanismi di controllo di qualità delle proteine. Infatti dal confronto tra i due modelli è emerso un differente accumulo di SOD1 mutata insolubile e in generale delle proteine aggregate nel midollo spinale dei due topi. Abbiamo quindi indagato i principali meccanismi fisiologici di degradazione delle proteine quali: 1) le chaperonine importanti per il RAPPORTO ATTIVITA’ 151 2013 IRFMN "refolding" delle proteine alterate e per il loro processamento verso i " pathways" di degradazione ; 2) i sistemi di degradazione proteica come il proteasoma e l'autofagia. Abbiamo osservato che alcune chaperonine come la alfa-beta-cristallina e la ciclofillina A sono più espresse nei topi con lento decorso della patologia, la prima già allo stato basale mentre la seconda aumenta significativamente durante la pogressione della malattia nei topi a lento ma non a rapido decorso. Inoltre, i livelli di alcune subunità del proteasoma, il principale sistema di degradazione diminuiscono più precocemente nei topi con malattia a rapido decorso rispetto a quelli in cui la malattia progredisce più lentamente. Questi dati sostengono l'ipotesi che un malfunzionamento dei meccanismi di degradazione proteica sia alla base di un rapido peggioramento della malattia. La modulazione di questi sistemi potrebbe quindi portare ad un rallentamento della patologia. Questi risultati sono risportati in un manoscritto attualmente in revisione (Progetto finanziato da MNDA U.K. e EUROMOTOR FP7 program) Ruolo della neuroinfiammazione e neuroimmunità nella patogenesi e nel decorso della SLA Dai nostri studi e da quelli di altri gruppi stanno emergendo numerose evidenze che pongono il coinvolgimento del sistema immunitario nella SLA non più come evento secondario alla progressiva degenerazione motoneuronale ma come fenomeno causale nella patogenesi e soprattutto come meccanismo regolatorio del decorso più o meno rapido della malattia. Il nostro interesse a questo riguardo è mirato allo studio dei seguenti meccanismi: Studi in vitro e in vivo su ruolo del pathway TNFalpha nella patogenesi della SLA Numerose evidenze hanno dimostrato il coinvolgimento della neuroinfiammazione nello sviluppo e nella progressione della sclerosi laterale amiotrofica (SLA). In particolare, la citochina TNFalpha è stata spesso indicata come uno dei principali mediatori di questo fenomeno. Nostri studi precedenti avevano mostrato un aumento dell'espressione dei recettori TNFR1 e 2 nei motoneuroni dei topi SOD1-G93A già ad uno stato precoce della malattia e nei pazienti con SLA sporadica. Per indagare ulteriormente il ruolo dell'attivazione di questi pathways sulla morte dei motoneuroni, abbiamo effettuato studi in vitro utilizzando co-colture di neuroni e astrociti prelevati dal midollo spinale di topi transgenici SOD1-G93A. L’uso di questo modello cellulare ha dimostrato come il blocco funzionale o l’ablazione del recettore TNFR2 sia sugli astrociti che sui neuroni prevenga la morte dei motoneuroni. In accordo con questi risultati, abbiamo osservato una protezione parziale dei motoneuroni e delle placche neuromuscolari in topi SOD1-G93A privi del recettore TNFR2 (SOD1-G93A/TNFR2-/-). Tuttavia questo fenomeno protettivo non è stato sufficiente a migliorare significativamente la sintomatologia o a prolungare sopravvivenza dei topi SOD1G93A(manoscritto in preparazione). Studi recenti hanno dimostrato che TNFR2 è fondamentale per la stabilizzazione dei linfociti T regolatori(Treg). E' stato altresi visto che queste cellule giocano un ruolo protettivo importante nella SLA particolarmente nella progressione della malattia. Pertanto l'alterata stabilità delle Treg data dalla mancanza di TNFR2 potrebbe aver mascherato l'effetto protettivo sui motoneuroni osservato nei topi SOD1-G93A/TNFR2-/-, un aspetto che stiamo ora indagando. Questo studio sottolinea ancora una volta che la SLA è una malattia neurodegenerativa multisistemica. Quindi al fine di un risultato terapeutico efficace è importante considerare non più solo la protezione dei motoneuroni ma anche interventi mirati ad altri distretti coinvolti RAPPORTO ATTIVITA’ 152 2013 IRFMN nella malattia come i muscoli e il sistema immunitario. I nostri studi si stanno indirizzando in questo senso. Questo studio è stato supportato dalla Regione Lombardia (Progetto Nepente) e vedrà nel suo proseguimento la collaborazione con il Dipartimento di Immunologia della Fondazione Humanitas per la Ricerca di Milano Ruolo patogenico e possibile utilizzo clinico dell'asse CCL2/CCR2 nella regolazione delle risposte immunitarie nella SLA. Questo progetto di ricerca traslazionale si propone di capire il ruolo della chemochina CCL2, nella patogenesi e nella progressione dela malattia in modelli animali e nei pazienti con Sclerosi Laterale Amiotrofica (SLA). Il progetto si basa sull'ipotesi che un aumento precoce dell' espressione di CCL2/MCP-1 osservato nel midollo spinale dei topi e presumibilmente dei pazienti SLA, possa attrarre monociti e linfociti dal sangue in grado di esercitare un potenziale effetto protettivo sui motoneuroni danneggiati. Tuttavia, poiché il recettore di CCL2, CCR2, è meno espresso nei monociti dei topi SOD1G93A, un modello di SLA familiare analogamente a quanto accade nei pazienti con SLA sporadica, questo farebbe ipotizzare un ridotto reclutamento di queste cellule nel tessuto nervoso danneggiato. Lo scopo del progetto è quindi di comprendere il ruolo dell'asse CCL2/CCR2 nell'induzione e nel mantenimento della risposta immunitaria nella SLA. In particolare si vuole determinare se la minore espressione di CCR2 nei monociti, che si riscontra sia nei topi SOD1G93A che nei pazienti affetti da SLA sporadica, alteri la capacità di queste cellule di rispondere a CCL2 in termini di mobilizzazione dal midollo osseo, di attrazione verso il motoneurone danneggiato e di polarizzazione verso un fenotipo antiinfiammatorio citoprotettivo. Inoltre, si valuterà se inducendo la sovraespressione di CCR2 in cellule immunitarie periferiche on cartteristiche antiinfiammatorie (Treg) sia possibile migliorare la loro capacità di reclutamento nel midollo spinale dei topi SOD1G93A e avere un impatto sulla progressione della malattia, fornendo le basi scientifiche per un potenziale intervento terapeutico. Questo progetto supportato dall'agenzia per la ricerca sulla SLA (ARISLA) si basa sulla collaborazione tra il nostro gruppo, il dipartimento di Immunologia della Fondazione Humanitas per la Ricerca di Milano e la Fondazione Salvatore Maugeri IRCCS, Istituto Scientifico di Milano. Ruolo del complesso di Maggiore Istocompatibilità di tipo 1 (MHC-I) nella SLA Dai nostri studi recenti è emerso per la prima volta che nei motoneuroni dei topi SOD1G93A viene indotto, fin dall'esordio dei sintomi, un aumento significativo dell'espressione del complesso di Maggiore Istocomaptibilità di tipo 1 (MHC-I) e della beta 2 microglobulina(b2m), un meccanismo tipico dell'immunità adattativa che favorisce la presentazione di antigeni sulla membrana per il riconoscimento da parte dei linfociti T citotossici, CD8. In particolare abbiamo osservato che la molecola MHCI e la b2m aumentano considerevolmente nei nervi e nelle placche neuromuscolari dei topi con un più lento decorso della malattia facendo ipotizzare una possibile azione protettiva di questo sistema. Al fine di capire il ruolo che questo complesso svolge nei meccanismi patogenetici cosi come sulla progressione della malattia abbiamo incrociato i topi SOD1G93A con topi privi di b2m e quindi della risposta immunitaria adattativa. Gli esperimenti sono tutt'ora in corso. RAPPORTO ATTIVITA’ 153 2013 IRFMN Questo progetto supportato dalla Fondazione Thierry Latran per la ricerca sulla SLA, francese, si basa sulla collaborazione con il Dipartimento di Neuroscienze del Karolinska Institute di Styoccolma. Studi mirati all’identificazione di biomarkers per la diagnosi e la progressione della malattia In collaborazione con il laboratorio di Proteomica Traslazionale del dipartimento di Biochimica stiamo continuando lo studio di identificazione di biomarcatori della SLA. In particolare, stiamo cercando di validare in campioni di liquor di pazienti SLA in confronto a quelli affetti da altre patologie, la specificità delle alterazioni precedentemente osservate nelle cellule periferiche del sangue. I campioni di liquor provengono dal dipartimento di Neurologia della seconda Università di Napoli. Laboratorio di Neurobiologia dei Prioni Modelli in vivo di malattie da prioni familiari Nel laboratorio sono state sviluppate diverse linee transgeniche che esprimono sequenze mutate di proteina PrP associate a forme familiari di TSE. Questi animali, nella forma omozigote, sviluppano con diversi gradi di gravità aspetti clinici riconducibili alle patologie a cui le mutazioni sono associate. Da un punto di vista neuropatologico alcune linee presentano un danno cerebellare molto evidente a carico delle cellule granulari, mentre nelle altre aree cerebrali non ci sono alterazioni. Nel tessuto cerebrale è presente una forma di proteina scrapie parzialmente resistente alla digestione con proteasi K e insolubile, con caratteristiche simili a PrPsc. Le caratteristiche di queste forme proteiche sono intermedie tra la forma patologica e quella fisiologica normalmente presente nel tessuto cerebrale. Studi recenti hanno messo in luce nei modelli transgenici come alcune alterazioni dell’apparato di Golgi o del reticolo endoplasmatico siano associati alla presenza di forme mutate di PrP che si distribuiscono in maniera differente rispetto a quella nativa. Sono inoltre in corso studi sul meccanismo molecolare responsabile dei fenomeni degenerativi che nei transgenici inserzionali (PG14) compaiono a carico delle cellule granulari del cervelletto. Meccanismi molecolari di disfunzione sinaptica nelle malattie da prioni genetiche Il meccanismo con cui la PrP mutata induce la disfunzione neurologica nelle malattie da prioni genetiche non è noto. I topi transgenici Tg(PG14) producono una PrP con una mutazione inserzionale il cui traffico nel reticolo endoplasmatico (ER) neuronale è rallentato. Con l’invecchiamento questi topi sviluppano una sindrome neurologica caratterizzata da atassia e marcata degenerazione dei neuroni granulari del cervelletto. In questo studio abbiamo scoperto che la sintomatologia motoria nei topi Tg(PG14) esordisce prima della degenerazione neuronale ed è associata a una diminuzione del rilascio del neurotrasmettitore glutammato dai neuroni granulari cerebellari a causa di alterazione dell’influsso dello ione calcio. Le analisi molecolari ci hanno permesso di scoprire che la PrP interagisce con la subunità 2-1 dei canali per il calcio voltaggio-dipendenti, che è indispensabile per il corretto trasporto e inserzione dei canali nella membrana sinaptica. A causa dell’interazione con la PrP mutata, la subunità 2 rimane intrappolata nell’ER, il canale si accumula all’interno della cellula e non raggiunge la membrana RAPPORTO ATTIVITA’ 154 2013 IRFMN sinaptica. Questo provoca una riduzione del numero dei canali sinaptici funzionali, con conseguente riduzione del rilascio evocato di glutammato e disfunzione della neurotrasmissione cerebellare. Abbiamo quindi chiarito il meccanismo con cui l’accumulo intracellulare di PrP mutata causa la disfunzione neurologica nel modello Tg(PG14). Questi risultati ci permetteranno di sviluppare degli approcci terapeutici mirati a ripristinare la corretta funzionalità neuronale. Meccanismi di tossicità di molecole PrP delete L’indagine degli effetti biologici di molecole di PrP delete nella regione idrofobica centrale (PrP CR) ha evidenziato che queste hanno una forte attività neurotossica che può essere inibita dalla PrP wild-type. In questo studio abbiamo indagato se la tossicità di PrP CR e l’attività neuroprotettiva di PrP wild-type si esplicano attraverso un effetto sulla cellula in cui si trovano (in cis) o se possono agire in trans su cellule adiacenti. A tal fine abbiamo utilizzato co-colture di cellule neurali staminali derivate da topi transgenici che esprimono PrP CR o wild-type. Abbiamo scoperto che mentre l’attività neurotossica di PrP CR si esplica solo in cis, l’attività neuroprotettiva di PrP wild-type avviene sia in cis, sia in trans. Questo risultato ha contribuito a chiarire il meccanismo cellulare con cui le molecole di PrP delete inducono neurotossicità e come la PrP wild-type svolge la sua funzione neuroprotettiva. Un nuovo metodo per rilevare forme oligomeriche della proteina βamiloide coinvolta nella malattia di Alzheimer Forme oligomeriche solubili della proteina -amiloide giocano un ruolo chiave nella patogenesi della malattia di Alzheimer. Tuttavia la natura transiente di queste specie molecolari ne rende difficile l’individuazione e lo studio. In collaborazione con il Dipartimento di Biochimicha e Farmacologia Molecolare abbiamo messo a punto un saggio immunologico che permette di rilevare forme oligomeriche transienti e abbiamo dimostrato che queste hanno attività neurotossica utilizzando modelli in vitro e in vivo. Questo saggio, che si basa sull’utilizzo della tecnica di surface plasmon resonance, permette di identificare in modo specifico le forme oligomeriche di -amiloide con attività biologica e potrà eventualmente essere adattato allo studio di altre proteine che tendono ad aggregare in altre patologie neurodegenerative. Laboratorio di Psicofarmacologia Sperimentale Basi neuronali del consumo di sostanze psicoattive d’abuso Nel tentativo di isolare gli effetti biochimici molecolari coinvolti nell’assunzione volontaria di sostanze psicotrope d’abuso e nei conseguenti fenomeni di dipendenza, astinenza, craving e relapse, si sta studiando la capacità della cocaina di indurre cambiamenti acuti e/o di lunga durata nell’espressione di geni di risposta rapida quali l’Activity-Regulated Cytoskeletalassociated protein (Arc) o di fattori di crescita quali il Brain Derived Neurotrophic Factor (BDNF) in ratti che si autosomministrano la sostanza d’abuso rispetto a ratti che la ricevono passivamente (yoked control-operant paradigm). I risultati ottenuti dimostrano che una singola esposizione alla cocaina aumenta selettivamente l’espressione dell’mRNA che codifica per Arc, una proteina che ha un importante ruolo nella memoria a lungo termine nella corteccia mediale prefrontale (mPFC) dei ratti che se la autosomministravano, ma non in quelli che la ricevevano passivamente. Questo studio ha per la prima volta dimostrato che la mPFC viene profondamente influenzata nella sua struttura da una singola, volontaria esposizione alla cocaina. Stiamo ora valutando gli effetti prodotti dall’autosomministrazione e dalla esposizione passiva cronica alla cocaina e ad altre sostanze d’abuso quali l’alcool e la nicotina durante le fasi di astinenza a breve e lungo termine e nella fase di ricaduta. RAPPORTO ATTIVITA’ 155 2013 IRFMN L'effetto della cocaina sull’espressione del BDNF nel nucleo accumbens (NAc) e nella mPFC del ratto da laboratorio dopo autosomministrazione o esposizione passiva alla cocaina è invece un fenomeno dinamico, che dipende dall’area cerebrale, dalla presenza dello psicostimolante e dal tempo di astinenza considerato. Nel NAc i livelli di BDNF aumentano immediatamente dopo l’ultima sessione di auto-somministrazione, maggiormente nei ratti passivi che in quelli attivi, ma non a tempi di astinenza più lunghi. Nella mPFC l’espressione del BDNF è aumentata 24 ore dopo l’ultima sessione di auto-somministrazione indipendentemente da come la cocaina sia stata assunta (volontariamente o passivamente). Non si sono osservati cambiamenti nelle due aree cerebrali 7 giorni dopo l’ultima esposizione allo psicostimolante. Un aumento della αCaMKII nel nucleo accumbens shell è stato proposto come una componente fondamentale nella motivazione ad assumere cocaina e nella ricaduta nei suoi consumi dovuta al “priming”. Considerato che anche l’astinenza è un fattore che aumenta il desiderio di assumere cocaina, abbiamo ipotizzato che la αCaMKII fosse aumentata durante questo periodo. I nostri risultati dimostrano che l’astinenza dalla cocaina assunta volontariamente, ma non passivamente, aumenta durante i primi periodi dell’astinenza l’autofosforilazione di αCaMKII, ma non la sua espressione, in modo dinamico, tempo e regione cerebrale dipendente, nel nucleus accumbens e nella corteccia mediale prefrontale (mPFC), ma non nello striato. Il persistente aumento della αCaMKII osservato nella mPFC potrebbe rappresentare un contributo fino ad ora sottovalutato nel fenomeno dell’incubazione della ricerca della sostanza d’abuso “Drug craving” e “relapse” nell’assunzione di sostanze psicoattive d’abuso Il drug craving, definito come il desiderio irresistibile di riprovare gli effetti di sostanze psicoattive precedentemente sperimentate, rimane un problema chiave nella ricerca di agenti terapeutici in grado di prevenire la ricaduta (relapse) nel consumo di sostanze d’abuso. Nel tentativo di individuare i meccanismi neurochimici che possono portare al relapse dopo un periodo di astinenza, si sono messi a punto sia nel ratto che nel topo da laboratorio alcuni modelli sperimentali di assunzione e di relapse indotto dalla presentazione di stimoli ambientali associati all’autosomministrazione di cocaina, nicotina e alcol. Ricerca di agenti farmacologici in grado di modulare il “craving” e la ricaduta nel consumo di sostanze psicotrope d’abuso Gli stimoli ambientali associati all’assunzione di sostanze psicotrope d’abuso possono assumere la capacità di indurre “craving” che spesso prelude alla ricaduta nel consumo di sostanze psicotrope d’abuso anche in pazienti formalmente disintossicati. Studiando la nicotina in un modello sperimentale di assunzione e di “relapse” (ricaduta) indotta dalla presentazione di stimoli ambientali associati alla sua autosomministrazione, si è dimostrato che il bifeprunox, una molecola che agisce come parziale agonista ai recettori del tipo 2 della dopamina (DA) e ai recettori del tipo 1A della serotonina (5-HT), preferenzialmente riduce i comportamenti di ricerca della nicotina in ratti da laboratorio dopo un lungo periodo di astinenza. La esposizione ripetuta agli stimoli condizionati alla sostanza d’abuso, è stata proposta come terapia per ridurre il craving e la successiva ricaduta. In una serie di studi abbiamo valutato se la stimolazione farmacologica dei recettori N-metil-D-aspartato (NMDAR), che potrebbero aumentare la plasticità neuronale e quindi velocizzare l’estinzione della risposta comportamentale evocata, possa migliorare il risultato della cue-exposure therapy per smettere di fumare. In acuto, la stimolazione NMDAR ottenuta somministrando l’SSR504734, un inibitore selettivo di tipo glicina I trasportatore (GlyT1), ha ridotto la ricerca di nicotina in una RAPPORTO ATTIVITA’ 156 2013 IRFMN procedura di extinction-reinstatement in grado di indurre robusti e duraturi comportamenti di ricerca della nicotina nei ratti da laboratorio. Anche il trattamento sub-cronico ha ridotto la ricerca di nicotina, tuttavia, questo effetto è transitorio. Il pieno recupero del comportamento di ricerca della nicotina osservato dopo 1 mese fa ipotizzare che il trattamento sub-acuto con SSR504734 non ha indotto meccanismi di plasticità a lungo termine, probabilmente coinvolti nel nicotine-seeking. Laboratorio di Valutazione della Qualità delle Cure e dei Servizi per l'Anziano Farmacoepidemiologia Utilizzo, integrazione e implementazione di database gestionali per la valutazione dell’appropriatezza prescrittiva e della continuità terapeutica ospedale e territorio. L’informatizzazione dei processi diagnostico-prescrittivi e l’utilizzo sempre maggiore di strumenti informatizzati sia a livello ospedaliero che territoriale forniscono nuove potenzialitàopportunità per la valutazione dell’appropriatezza prescrittiva e per la razionalizzazione della prescrizione farmacologica. La collaborazione con la Regione Lombardia (Direzione Sanità), con la ASL di Bergamo e con l’Azienda Ospedaliera Ospedali Riuniti di Bergamo, ha portato all’avvio di un progetto collaborativo con l’obiettivo di sperimentare in aree clinico-terapeutiche e in pazienti particolarmente esposti al consumo di farmaci, procedure di valutazione delle criticità e percorsi condivisi per implementare l’appropriatezza prescrittiva e la continuità di cure tra ospedale e territorio. Interazioni tra farmaci negli anziani In uno studio collaborativo con la Regione Lombardia sono state analizzate tutte le prescrizioni relative al 2003 erogate a pazienti di età maggiore o uguale a 65 anni residenti nella ASL di Lecco. I pazienti esposti a due o più farmaci contemporaneamente sono stati valutati per il rischio di potenziali interazioni tra farmaci. E’ emerso che il 16% di pazienti erano esposti ad associazioni di farmaci potenzialmente a rischio di interazioni (60.8% donne). Sono emerse un totale di 13.520 potenziali interazioni relative principalmente a farmaci cardiovascolari (56.8% del totale). La prevalenza di potenziali interazioni è risultata associata all’età e al numero di farmaci a cui erano esposti i pazienti. Alla luce delle difficoltà di identificare le situazioni a maggior rischio, si è sottolineata la necessità di fornire al medico strumenti di valutazione del rischio e della rilevanza clinica delle interazioni. Studio sull’utilizzo e l’appropriatezza prescrittiva di farmaci antidepressivi nella popolazione anziana Scopo principale dello studio è quello di analizzare i trend prescrittivi dei farmaci antidepressivi nella popolazione anziana (≥65 anni) in tre ASL campione (ASL di Milano, Brescia e Lecco ) della Regione Lombardia dal 2000 al 2007. Nel periodo considerato la prescrizione di antidepressivi è raddoppiata. Se nel 2000 riguardava il 5,5% della popolazione anziana, sette anni più tardi è passata all’11,4%. Tale aumento ha interessato soprattutto i farmaci SSRI, saliti dal 2,5% all’8,6%. A ciò non si è associata una proporzionale diminuzione della prescrizione degli antidepressivi triciclici. Gli SSRI citalopram, paroxetina e sertralina sono risultati gli antidepressivi assunti con maggior frequenza. RAPPORTO ATTIVITA’ 157 2013 IRFMN Studio sull’utilizzo della Reboxetina negli anni 2000-2006 nelle ASL di Milano, Brescia e Lecco Si è osservato che l’utilizzo di paroxetina e fluoxetina aumenta esponenzialmente dal 2000 al 2006 (da 0.42% a 1.12% e da 0.18% a 0.35%, rispettivamente) mentre la prevalenza d’uso della reboxetina mostra un trend opposto: da 0.20% nel 2000 a 0.04% nel 2006. La proporzione di pazienti che utilizzano reboxetina per un uso prolungato (definito come un consumo di almeno 4 confezioni di farmaco) risulta essere significativamente inferiore per la reboxetina (42%) rispetto alla paroxetina (57%; OR: 0.55, 95% IC: 0.53-0.57, p<0.001) a la fluoxetina (58%; OR: 0.53, 95% IC: 0.51-0.55, P<0.001). Durante il periodo studiato, poi, la percentuale di persistenza annuale al trattamento (definita come un consumo di almeno 6 confezioni di farmaco in 8 mesi) va da 21%-27% per la reboxetina, 28%-43% per la paroxetina e 30%-46% per la fluoxetina. La proporzione totale di persistenza al trattamento è significativamente inferiore per la reboxetina (23%) rispetto alla paroxetina (34%; OR: 1.6, 95% IC: 1.56-1.78,p<0.001) e alla fluoxetina (36%; OR: 1.89, 95% IC: 1.76-2.03). Ipotizzando che la persistenza al trattamento sia un indicatore di efficacia della reboxetina, possiamo quindi concludere che la relativa inefficacia del farmaco ha portato al conseguente declino nel suo utilizzo nel corso degli anni. Cambiamenti nella co-prescrizione di warfarina e farmaci potenzialmente interagenti e rischio di ospedalizzazioni per sanguinamento negli anziani delle ASL di Milano, Brescia e Lecco Paragonata alla prescrizione di warfarina da sola, la co-prescrizione con farmaci antibatterici (OR 1.32; 95% CI, 1.06-1.65) era associata ad un aumentato rischio di emorragia, mentre l’uso di farmaci antinfiammatori non steroidei (FANS) non lo era. L’età, l’ASL di residenza, il numero dei farmaci assunti e la co-prescrizione di farmaci potenzialmente interagenti con warfarina erano associate al rischio di ospedalizzazione per sanguinamento. Si è inoltre osservato che dal 2001 al 2007 la percentuale di utilizzatori di warfarina da sola è cresciuta, mentre la percentuale di soggetti che ricevono una coprescrizione di farmaci potenzialmente interagenti con essa è diminuita gradualmente (χ2 trend: 3.74; p<0.001). La riduzione nel numero di pazienti anziani che utilizzano warfarina in concomitanza con altri farmaci potenzialmente interagenti, potrebbe essere dovuta ad una maggiore consapevolezza da parte dei medici dei danni che risulterebbero da queste interazioni e quindi da un possibile miglioramento della loro pratica prescrittiva. Prescrizione di antipsicotici ed eventi cerebrovascolari in persone anziane italiane Lo scopo principale di questo studio è stato quello di valutare l'associazione tra qualsiasi prescrizione di antipsicotici ed eventi cerebrovascolari (CVE) negli anziani, in secondo luogo, confrontare l'effetto degli antipsicotici tipici e atipici sui CVE, ed in terzo luogo, valutare l'effetto degli antipsicotici sui CVE nel sottogruppo di persone con co-prescrizione di inibitori dell’acetilcolinesterasi (AChEI). Grazie all’utilizzo di un database amministrativo della regione Lombardia è stato messo a punto uno studio retrospettico caso-controllo, che ha coinvolto gli anni dal 2003 al 2005. 3855 casi di CVE sono stati identificati e appaiati con 15.420 controlli. Quando gli antipsicotici sono stati classificati in base al numero di scatole prescritte durante il periodo di osservazione, l’utilizzo di almeno 19 scatole di antipsicotici tipici è risultato associato in maniera statisticamente significativa con CVE (OR = 2.4, 95% CI = 1,08-5,5). E’ stata trovata un’interazione tra antipsicotico (di qualsiasi classe) coprescritto con AChEI e CVE (OR = 0,46, IC 95% = 0,23-0,92). In conclusione, solo antipsicotici tipici sono stati associati ad un aumento del rischio di CVE ma l'associazione è tempo-dipendente. Anziani con coprescrizioni di AChEI e antipsicotici possono essere soggette ad un minor rischio di CVE. RAPPORTO ATTIVITA’ 158 2013 IRFMN Valutazione dell’andamento di coprescrizioni di spironolattone e ACE-inibitori enzimatici e/o bloccanti del recettore dell'angiotensina dal 2001 al 2008. Lo scopo dello studio è stato quello di analizzare, in anziani che vivono in regione Lombardia, il trend di co-prescrizione di spironolattone con gli inibitori dell'enzima di conversione dell'angiotensina (ACE-I) e/o antagonisti dei recettori dell'angiotensina (ARB), e i controlli dei valori di creatinina, sodio e potassio nel sangue effettuati. La cosomministrazione di spironolattone con ARBs è aumentata dal 2001 al 2008 (P <0,001). Nei 6 mesi prima di iniziare la co-prescrizione coi seguenti farmaci al 96-100% dei pazienti sono stati misurati i valori di creatinina sierica (media 99,3%), sodio (97,3%) e di potassio (98,6%). Entro 3 mesi dall'inizio della co-prescrizione il 96-99% dei pazienti analizzano i livelli di sodio sierico (media 97,3%) e di potassio (98,6%), ma in media solo il 48% di essi controlla i valori di creatina sierica (range 43-53%). I nostri risultati confermano la necessità di una maggiore consapevolezza all'interno della classe medica della potenziale tossicità renale dell’associazione di spironolattone con ACE-I e/o ARB. Un adeguato controllo della creatinina sierica negli anziani che hanno ricevuto la co-prescrizione è necessario al fine di garantire un uso sicuro di questi farmaci. Reazioni avverse causate da interazioni tra farmaci nei pazienti anziani ambulatoriali. Sebbene la prevalenza di interazioni tra farmaci (DDI) in pazienti ambulatoriali anziani è elevata, molte potenziali interazioni farmacologiche non hanno alcun effetto clinico e i dati sulla presenza di reazioni avverse da farmaci (ADR) secondarie a DDI nei pazienti ambulatoriali anziani sono scarse. Questo studio di coorte prospettico aveva l'obiettivo di valutare l'incidenza e le caratteristiche di ADR secondarie a DDI tra i pazienti ambulatoriali anziani (di età ≥ 60 anni), così come i fattori associati a tali reazioni. L'incidenza di ADR secondarie a DDI è stata del 6%. Warfarin è stato il farmaco più comunemente coinvolto (37% dei casi), seguito da acido acetilsalicilico (17%), digossina (17%), e da spironolattone (17%). Tra le ADR secondarie a DDI le più comuni sono risulate: i sanguinamenti gastrointestinali ( 37% dei casi) seguiti da iperkaliemia (17%) e miopatia (13%). L’analisi di regressione logistica multipla ha mostrato che età ≥ 80 anni, un indice di comorbilità Charlson ≥ 4, il consumo di cinque o più farmaci, e l'uso di warfarin erano i fattori più comunemente associati con la comparsa di ADR secondarie a DDI. Per quanto riguarda la gravità, circa il 37% delle ADR secondarie a DDI rilevate nella nostra coorte ha reso necessario il ricovero in ospedale. Tutti le ADR secondarie a DDI avrebbero potuto essere evitate (87% erano ameliorable e il 13% erano prevenibili). L'incidenza di ADR non correlate a DDI è stato del 10% (n = 44). Cure palliative negli anziani residenti in regione Lombardia Data la mancanza di studi in letteratura che investigassero il tema delle cure palliative utilizzando databases amministrativi, abbiamo effettuato questo studio partendo dai dati contenuti nel database della regione Lombardia. Abbiamo quindi valutato la prevalenza di utilizzo dei farmaci e del tasso di ospedalizzazione nell’ultimo anno di vita dei pazienti anziani residenti in regione, con lo scopo di evidenziare quali trattamenti fossero da revisionare alla luce di quanto già sottolineato in letteratura. Prendendo in esame il 2010, abbiamo selezionato 70.145 anziani morti nell’anno. Di questi abbiamo trovato che l’86% riceveva almeno un farmaco prima di morire, il 75% era esposto ad una politerapia e il 54% ad una politerapia cronica. Paragonando questi soggetti con individui ancora vivi nel 2010, la prevalenza della politerapia e della politerapia cronica sono aumentate dal 53% al 75% e dal 28 al 54%, rispettivamente. Tra i pazienti inclusi nello studio, il 75% era stato ospedalizzato almeno una volta nell’anno precedente alla morte, la maggior parte dei casi (4,2%) per ricevere cure palliative. Come suggerito in letteratura, al termine della vita molti trattamenti dovrebbero essere rivisti alla luce della propria aspettativa di vita. Certi farmaci andrebbero evitati o non più somministrati (es. statine, ACE-inibitori, antiaggreganti), specialmente quando il tempo necessario per ottenere l’effetto desiderato è inferiore alla propria aspettativa di vita. I nostri RAPPORTO ATTIVITA’ 159 2013 IRFMN risultati mostrano però una tendenza a ricevere più farmaci nel periodo del fine vita rispetto a soggetti vivi nello stesso anno. STUDI DI “DRUG UTILIZATION” Cambiamenti nel profilo prescrittivo degli anziani residenti in regione Lombardia negli anni dal 2000 al 2010 Scopo dello studio è stato quello di valutare come è cambiato il profilo prescrittivo dei pazienti anziani residenti in regione Lombardia dal 2000 al 2010. Dalle analisi si è evidenziato che le prescrizioni di almeno un farmaco e di almeno un farmaco cronico sono aumentate rispettivamente del 2% (2000-2010: 88.0-90.3%, p<0.0001) e dell’8% (2000-2010: 73.8-82.0%, p<0.0001), mentre il numero di confezioni per persona all’anno è passato da un valore medio di 34,6 (DS 32.4) a 48,5 (DS 42,2). Gli anziani esposti a politerapia (5 o più principi attivi differenti) sono cresciuti del 10% (2000-2010: 42.8-52.7%, p<0.0001), e quelli esposti ad una politerapia cronica (5 o più farmaci cronici diversi) sono raddoppiati (2000-2010: 14.9-28.5%, p<0.0001). Gli uomini sono stati sempre meno trattati delle donne, ad eccezione di quelli esposti a politerapia cronica. Gli anziani ultraottantenni rappresentavano la fascia di popolazione che ha subito gli incrementi maggiori in tutti i profili prescrittivi esaminati. Gli inibitori di pompa protonica (31.1%), gli inibitori dell’aggregazione piastrinica (30.1%) e le statine (23.8%) sono i farmaci che hanno avuto gli aumenti più significativi. In generale, quindi, la prescrizione di farmaci agli anziani ha subito incrementi considerevoli nel corso degli ultimi dieci anni. Lo studio continuerà esaminando più nel dettaglio la situazione dei pazienti anziani esposti a politerapia cronica. Utilizzo dei farmaci nei soggetti anziani residenti in Regione Lombardia In uno studio in collaborazione con la Direzione Generale Sanità della Regione Lombardia (progetto EPIFARM-Anziani), è stata analizzata la prevalenza d’uso dei farmaci nella popolazione residente di 1.555.142 anziani (eta ≥ 65 anni) nel corso del 2005. L’89% delle donne e l’87% degli uomini di 65 o più anni, hanno avuto nel corso del 2005 la prescrizione di almeno un farmaco. In media, ogni anziano trattato ha ricevuto la prescrizione di 5 diversi farmaci. I farmaci cardiovascolari sono risultati i più prescritti (66%), seguiti dai gastrointestinali (42%) antimicrobici (41%), e muscoloscheletrici (38%). Inoltre, il 76% delle donne e il 75 % degli uomini sono risultati esposti ad una terapia cronica (4 o più confezioni di uno stesso farmaco), il 46% degli anziani senza differenze tra uomini e donne era esposto a politerapia (5 o più farmaci) e il 18% delle donne e il 22% degli uomini a politerapia cronica (5 o più farmaci cronici). L’analisi multivariata ha messo in evidenza che l’età e l’ASL di appartenenza sono i principali predittori della politerapia cronica. Uso degli antipsicotici nei Nuclei Alzheimer E’ stato condotto uno studio per valutare l’uso degli antipsicotici nei pazienti con demenza. Dei 349 pazienti reclutati, il 60% erano in trattamento con un antipsicotico (49% con un antipsicotico tradizionale e 51% con un antipsicotico atipico o di nuova generazione). Il 45% dei pazienti prendeva un solo antipsicotico, il 14% due e l’1% tre antipsicotici contemporaneamente. Il risperidone era il farmaco più prescritto, seguito da promazina, olanzapina e aloperidolo. Nel 40% dei casi il paziente assumeva un altro psicofarmaco (antidepressivo o benzodiazepina). L’uso di antipsicotici era correlato al sesso (maggiore nelle donne), all’età (maggiore nei soggetti più anziani) e alla presenza di disturbi del RAPPORTO ATTIVITA’ 160 2013 IRFMN comportamento. Non è emersa nessuna influenza dell’uso di questi farmaci su mortalità, rischio di ospedalizzazione, cadute e uso di contenzione fisica. Uso degli antipsicotici e rischio “ultraottantenni” con demenza di mortalità in una popolazione di Con l’obiettivo di studiare l'associazione tra l'uso a lungo termine dei farmaci antipsicotici e il rischio di morte nella popolazione dei grandi anziani (> 80 anni) affetti da demenza è stata condotta un’analisi sulla popolazione dello studio Monzino, confrontando la mortalità tra i pazienti dementi che ricevevano un antipsicotico rispetto a quelli che non ricevevano il farmaco. Ai follow-up di 1, 2, 3, o 4 anni non sono state osservate differenze significative (p>0,33) nel tasso di mortalità tra i dementi che ricevevano l’antipsicotico (30,5%, 49,2%, 64,4%, 68,6%) e quelli che non lo ricevevano (33,5%, 49,8%, 63,5%, 71,7%). Anche la regressione logistica, che ha considerato il potenziale effetto di fattori confondenti come l'età, il sesso, l'istruzione e la comorbilità non ha mostrato alcun effetto dell’uso di antipsicotici sulla mortalità e la differenza nel tasso di mortalità non è risultata significativamente diversa. Studio sull’utilizzo di inibitori delle colinesterasi nei malati di Alzheimer: risultati del progetto EPIFARM Scopo dello studio è stato quello di esaminare l’utilizzo degli inibitori delle colinesterasi (ChEI) dal 2002 al 2007 nelle tre ASL di Milano, Brescia e Lecco e di stimare la quota di pazienti affetti da malattia di Alzheimer trattati con questi farmaci. La prescrizione di questi farmaci aumentava da 0,5% nel 2002 a 0,7% nel 2004 per rimanere costante fino al 2007. La quota di pazienti affetti da Alzheimer lieve-moderato di età più bassa (65-69 anni) era la più trattata, mentre la percentuale di trattati diminuiva con l’età. Al contrario la prevalenza dell’Alzheimer lieve-moderato aumentava all’aumentare dell’età. Seguendo nel tempo una popolazione selezionata di pazienti che assumevano ChEIs a partire dal 2004, notiamo che dopo tre anni il 40% circa di essi rimaneva ancora in trattamento. La maggior parte di essi continuava ad assumere questi farmaci a carico del SSN pur peggiorando nel loro stato cognitivo (secondo MMSE test). Questo andamento denota un uso inappropriato di questi farmaci, contravvenendo alle indicazioni di rimborsabilità dettate dall’Agenzia Italiana del Farmaco (AIFA). Differenze intraregionali nella prescrizione di antibiotici nei pazienti lombardi non ospedalizzati Durante il 2005 un totale di 3.120.851 di persone (il 34% della popolazione) ha ricevuto almeno una prescrizione di antibiotico. Le fasce di età con più alta prevalenza prescrittiva sono quelle dei più piccoli (0-17 anni) e dei più anziani (80 o più anni) con 41.6% e 41.9%, rispettivamente. Numerose differenze sono state ritrovate tra le diverse ASL nella prevalenza (da 28.7% di Milano a 39.4% di Brescia) e nelle DIDs (defined daily doses per 1,000 abitanti) (da 12.2 DID a Sondrio a 19.8 DID a Brescia). L’età e la zona di residenza erano le principali determinanti dell’esposizione ai farmaci. In particolare, i pazienti con età inferiore ai 18 anni (OR: 1.73; 95% CI: 1.73-1.74), gli anziani con più di 65 anni (OR: 1.64; 95% CI: 1.63-1.65) e i residenti a Brescia (OR: 1.66; 95% CI: 1.65-1.66) hanno un rischio significativamente più alto di essere esposti agli antibiotici. In conclusione sono state trovate notevoli differenze sia qualitative che quantitative all’interno della regione Lombardia nella prescrizione di farmaci antibiotici. Queste differenze dovrebbero perciò essere tenute in considerazione quando si monitora la resistenza antimicrobica ai farmaci e quando si pianificano degli interventi di formazione professionale allo scopo di migliorare l’uso razionale degli antibiotici. RAPPORTO ATTIVITA’ 161 2013 IRFMN Co-prescrizione di farmaci antipsicotici in pazienti trattati con inibitori delle colinesterasi Scopo di questo studio è stato quello di valutare la co-prescrizione di antipsicotici in pazienti anziani che assumevano inibitori delle colinesterasi (ChEIs) dal 2002 al 2008 e evidenziare possibili cambiamenti susseguenti ai due principali warnings emanati dall’Agenzia italiana dei farmaci (AIFA), finalizzati ad una riduzione del loro utilizzo. La co-prescrizione di antipsicotici atipici in pazienti che assumevano ChEIs è diminuita da 21% nel 2002 a 14.6% nel 2008 (OR 0.92; 95%CI:0.90, 0.94; p<0.001), mentre la prevalenza di prescrizione degli antipsicotici tipici è salita leggermente (OR 1.08; 95%CI:1.03, 1.13; p=0.001). In confronto ai due warnings,la prevalenza dei pazienti che ricevevano una co-prescrizione di antipsicotici era significativamente più bassa nel 2005 rispetto al 2004 (23.1% vs. 28.0%; OR 0.79; 95%CI:0.730.86; p<0.001) e nel 2007 rispetto al 2006 (19.4% vs. 23.0%; OR 0.79; 95%CI:0.73-0.86; p<0.001). Dopo la pubblicazione del primo warning la prevalenza prescrittiva di risperidone e olanzapina è calata significativamente, mentre è aumentata quella della quetiapina. La prescrizione di alloperidolo è aumentata, specialmente dopo il secondo warning. Nonostante l’emanazione dei due warnings la prescrizione di questi farmaci risulta ancora elevata nei soggetti più a rischio. Differenze geografiche nella prevalenza della politerapia cronica nelle persone anziane Lo scopo dello studio è stato quello di confrontare le differenze geografiche nella prevalenza della politerapia cronica di anziani che risiedono in Lombardia per un periodo di undici anni. Questo studio ha analizzato quasi due milioni di pazienti di età compresa tra i 65-94 anni registrati nel Database amministrativo della Regione Lombardia dal 2000 al 2010. La politerapia cronica è stata definita come l’utilizzo di cinque o più farmaci in un mese per almeno sei mesi (consecutivi o non) in un anno. I nostri risultati hanno mostrato la presenza di cluster di alta e bassa prevalenza di politerapia cronica, che non sono risultati influenzati dall’età. La prevalenza di politerapia cronica si è vista solo debolmente correlata con il ricovero in ospedale (2000: ρ = 0,08, p = 0,0032; 2005: ρ = 0,11, p <0,0001; 2010: ρ = 0.18, p <0.0001), ma non con la mortalità. In conclusione, i nostri risultati mostrano differenze geografiche nella prevalenza di anziani in politerapia cronica, solo in parte spiegato da condizioni cliniche del paziente. Questo sottolinea la necessità di interventi mirati sulla pratica prescrittiva per ridurre la prevalenza di politerapia in specifiche aree. Studi per il miglioramento dell’apropratezza prescrittiva Non aderenza terapeutica tra i pazienti anziani in politerapia recentemente dimessi dall’ospedale Una scarsa aderenza alle terapie farmacologiche può avere un impatto importante sul piano clinico, contribuendo alla peggioramento della salute, all'aumento dei costi sanitari e anche della mortalità. Poco si sa circa l'aderenza ai farmaci tra gli anziani con multi morbilità recentemente dimessi dall’ospedale, che vivono a casa e che richiedono regimi terapeutici complessi. Per descrivere l'aderenza alle prescrizioni farmaceutiche in una coorte di pazienti anziani trattati con politerapia e dimessi da un reparto di medicina interna italiana, abbiamo condotto uno studio osservazionale chiedendo ai pazienti e ai relativi caregivers informazioni sull’aderenza alle terapie farmacologiche in due periodi di follow -up. Un campione di pazienti anziani (65 anni o più), dimessi da un reparto di medicina interna in Italia per tutto il 2012 sono stati seguiti per tre mesi dopo la dimissione, con un'intervista telefonica strutturata per raccogliere informazioni sulle terapie farmacologiche e sull’aderenza ai farmaci 15 giorni (primo follow-up) e tre mesi (secondo follow-up) dopo la dimissione. Tra i 100 pazienti reclutati la non aderenza è stato rilevata in 49 pazienti (55,1%) al primo follow-up e in 55 (69,6 %) a tre mesi dalla dimissione. Sospensione volontaria di un farmaco e cambiamento del dosaggio senza consultazione medica RAPPORTO ATTIVITA’ 162 2013 IRFMN sono stati i principali motivi della mancata adesione in entrambi i follow-up. Il numero di farmaci prescritti alla dimissione è risultato correlato alla non-aderenza in entrambe le interviste di follow-up. Nessuna associazione è stata trovata tra età e non- aderenza. Solo 25 pazienti (28,1%) al primo follow-up e 20 (25,3%), al secondo avevano chiare le indicazioni per cui dovevano assumere i loro farmaci. Dallo studio è emerso che il con più è alto il numero di farmaci prescritti alla dimissione maggiore è la probabilità di non-aderenza e che un'elevata percentuale di pazienti non ha chiare le indicazioni per cui devono assumere i loro farmaci. La semplificazione dei regimi terapeutici e del numero di pillole alla dimissione, così come una migliore spiegazione del motivo per cui i farmaci devono essere assunti dovrebbero essere gli obiettivi di intervento per il miglioramento dell’aderenza alle terapie farmacologiche. Effetto di un intervento integrato di e-learning, basato sulla valutazione geriatrica multidimensionale, nel migliorare la qualità della prescrizione farmacologica in pazienti anziani ospedalizzati. Progetto ELICADHE-AIFA Con il progressivo invecchiamento della popolazione, i sistemi sanitari si trovano a dover fronteggiare il continuo incremento di pazienti anziani affetti da patologie croniche multiple, a cui vengono spesso prescritti più farmaci contemporaneamente (politerapie), in assenza di chiare indicazioni di beneficio/rischio globale e con il rischio di reazioni avverse e interazioni tra farmaci e di inapproriatezza prescrittiva. Inoltre, la valutazione clinica tradizionale non è in grado di fornire sufficienti informazioni per identificare e gestire i numerosi bisogni di cura e assistenza di questi pazienti “fragili”. Al fine di diffondere queste conoscenze è stato avviato uno studio multicentrico, a cluster, controllato e randomizzato a singolo cieco, dove i due gruppi paralleli (intervento vs controllo) sono costituiti da un campione di reparti ospedalieri di medicina interna e geriatria collocati sul territorio nazionale. Obiettivi primari sono valutare se un programma di formazione a distanza, mediante e-learning, indirizzato a medici ospedalieri, che operano in unità per acuti, e finalizzato all'apprendimento e all’implementazione della Valutazione Geriatrica Multidimensionale, in aggiunta a elementi di farmacologia geriatrica e appropriatezza prescrittiva (FGeAP) (gruppo intervento), sia superiore al semplice insegnamento di nozioni generali di farmacologia dell’anziano (FG) (gruppo controllo), nel ridurre la prescrizione di farmaci potenzialmente inappropriati (FPI) o di potenziali interazioni tra farmaci (PIF), durante l’ospedalizzazione e alla dimissione dei pazienti anziani. Gli scopi secondari sono quelli di valutare l’impatto dell’intervento integrato di e-learning sulla durata dell’ospedalizzazione, sulla mortalità intraospedaliera e in generale, sulla ri-ospedalizzazione e istituzionalizzazione durante il follow-up a 12 mesi. I risultati dello studio pilota indicano che il 26% dei pazienti nel gruppo intervento e il18 % del gruppo controllo sono in trattamento al momento del ricovero con almeno un farmaco inappropriato secondo i criteri di Beers. Queste percentuali scendono rispettivamente al 21% e al 16% alla dimissione. Il 56% dei pazienti del gruppo intervento e il 77% del gruppo controllo stanno assumendo al momento del ricovero farmaci a potenziale rischio di rischio di interazioni (il 12% e il 15% dei pazienti rispettivamente, a rischio di interazioni la cui rilevanza clinica è considerata come maggiore). Per quanto concerne l’uso di farmaci inappropriati o duplicati emerge una riduzione in entrambi i gruppi, mentre relativamente alle interazioni tra farmaci, si registra un calo per quelle classificate con rilevanza clinica maggiore. Razionalizzazione delle prescrizioni da farmaci nella ASL di Bergamo La valutazione attraverso macro-indicatori dei profili prescrittivi prima e dopo un’intervento strutturato di razionalizzazione riferita a 4 aree terapeutiche critiche (antibioticoterapia, antipertensivi, anti-infiammatori non steroidei-FANS e inibitori della pompa protonica-IPP) ha messo in evidenza che - anche in una realtà locale già “ben posizionata” in termini di consumi e di spesa rispetto alle altre ASL lombarde - l’attivazione e l’implementazione di iniziative mirate a promuovere l’appropriatezza prescrittiva attraverso l’integrazione tra Ospedale e Territorio e RAPPORTO ATTIVITA’ 163 2013 IRFMN con un valido supporto scientifico, possono contribuire a ridurre la spesa, a contenere i consumi ed a promuovere l’uso del farmaco equivalente. All'interno del Gruppo di Lavoro sull’appropriatezza prescrittiva negli anziani è stata realizzata un'applicazione in linguaggio Java per la valutazione della prescrizione di farmaci attraverso le funzionalità di: ‐ verifica delle interazioni tra farmaci ‐ verifica delle inappropriatezze prescrittive ‐ analisi dell'attività anticolinergica ‐ indicazione del dosaggio appropriato in caso di ridotta funzionalità renale L'applicativo sviluppato interroga un database “embedded” per le rilevazione delle funzionalità descritte. L’applicativo si interfaccia inoltre con il software aziendale “Farmasafe” utilizzato nel reparto di Medicina Interna degli Ospedali Riuniti di Bergamo. Mediante la creazione di viste sulle tabelle dei dati dei pazienti e delle terapie in atto l’applicativo scarica automaticamente le informazioni relative ai farmaci prescritti ai pazienti appartenenti al reparto. A fronte di una scarsa letteratura relativa al problema dell’aderenza terapeutica nei soggetti anziani in politerapia, il GLM ha inoltre ritenuto interessante approfondire questo aspetto in un campione di soggetti anziani dimessi dal Reparto di Medicina Interna, attraverso il coinvolgimento del personale infermieristico. L’aderenza alla terapia è infatti una condizione fondamentale al fine di ottenere il massimo beneficio da un trattamento farmacologico. Obiettivo principale è quello di a) valutare il grado di aderenza alla terapia Interna dell’AO OORRBG; b) identificare le classi di farmaci maggiormente associate ad una ridotta aderenza; c) identificare le principali cause di un’aderenza non ottimale; d) valutare l’impiego di integratori, omeopatici e fitoterapici. Al fine di facilitare e standardizzare la raccolte delle informazioni il GLM Anziani ha messo a punto una scheda elettronica diraccolta dati sul server dell’AO OORRBG. Studi sulla politerapia e la multimorbilita’ Progetto REPOSI (REgistro delle POliterapie SImi) Il progetto REPOSI è uno studio collaborativo con la Società Italiana di Medicina Interna (SIMI) realizzato con l’obiettivo di attivare una rete-osservatorio dei reparti di medicina interna per lo studio dei pazienti con età di 65 anni o più con polipatologie e politerapie. Hanno aderito al progetto 38 reparti di medicina interna distribuiti su tutto il territorio nazionale. Nel corso di 4 settimane indice sono stati reclutati 1.332 pazienti. Utilizzando questa coorte sono state condotte diverse analisi che hanno portato ai seguenti risultati: 1. al ricovero i pazienti reclutati avevano un numero medio di 5 diagnosi ed assumevano in media 5 farmaci ciascuno. Il 52% degli anziani assumeva 5 o più farmaci (politerapia) e rimaneva in reparto per una media di 11 giorni. 2. Il confronto dimissione-ricovero ha evidenziato che alla dimissione si osserva sia una crescita del numero di pazienti con polipatologie (+16%) che di pazienti in politerapia (+13%). 3. Non sono emerse differenze statisticamente significative in termini di mortalità tra i pazienti in politerapia e gli altri. 4. All’analisi multivariata la mortalità intraospedaliera e la durata della degenza sono risultate correlate positivamente all’età, alla comparsa di eventi clinici intercorrenti durante il ricovero, e alla comorbilita (indice di Charlson). ‐ Con l’obiettivo di identificare l’esistenza di cluster di malattie negli anziani ospedalizzati affetti da multimorbilità (coesistenza di 2 o più malattie) e di identificare quelli a maggior rischio di eventi avversi durante il ricovero e di outcome sfavorevole alla dimissione, è stata condotta una analisi di regressione logistica che ha permesso di identificare diversi cluster di malattie, di cui i principali erano: cluster cardiopolmonare (scompenso cardiaco, fibrillazione atriale e BPCO), cluster cerebrovascolare cognitivo (CVD e demenza), cluster RAPPORTO ATTIVITA’ 164 2013 IRFMN ‐ ‐ ‐ ‐ ‐ ‐ metabolico (dislipidemia, ipertensione e malattie della tiroide). I pazienti in questi cluster presentavano un’associazione positiva con l’assunzione di politerapie all’ingresso ed erano associate a un più alto rischio di mortalità intraospedaliera. Con l’obiettivo di valutare l’appropriatezza d’uso dei farmaci antiulcera e reflusso gastroesofageo (GERD) al momento del ricovero e della dimissione è stata condotta una stratificazione dei pazienti trattati con questi farmaci secondo la presenza di patologie o associazioni di farmaci che ne richiedessero l’uso. I pazienti trattati erano 466 al ricovero e 647 alla dimissione. Circa il 62,5% dei pazienti al ricovero e 64,1% alla dimissione riceveva il farmaco senza una reale necessità d’uso. Tra i pazienti trattati in maniera inappropriata il numero totale di altri farmaci prescritti è risultato significativamente associato alla prescrizione di farmaci antiulcera peptica o GERD, sia all’analisi univariata, che dopo aver corretto i risultati per età, sesso e numero di diagnosi. Con l’obiettivo di verificare l’esistenza di un’associazione tra la presenza di infezione batterica o polmonite contratta in comunità (CAP) e l’uso di farmaci inibitori della secrezione acida gastrica, quali gli inibitori della pompa protonica (IPP) e gli antagonisti dei recettori H2 (anti-H2) è stata condotta un’analisi di regressione logistica che ha permesso di osservare che i soggetti con più di 64 anni ricoverati in reparti di medicina interna o geriatria hanno dimostrato una relazione significativa tra la presenza di infezione batterica e l’assunzione di PPI. Questa associazione è maggiore nei soggetti che assumono il farmaco da oltre 14 giorni e anche dopo aver corretto i risultati per età, sesso e comorbidità. Con l’obiettivo di valuatere l’aderenza alle attuali linee guida per la profilassi cardioembolica negli anziani di 65 o più anni affetti da fibrillazione atriale (FA) ricoverati in reparti di medicina interna, è stata condotta un’anali specifica sui dati raccolti. Si è visto che al ricovero, il 27% dei pazienti non sono in profilassi antitrombotica, percentuale che sale al 33% alla dimissione. Inoltre, il 68% dei pazienti con FA ha un punteggio al CHADS2 >2 all’ingresso in ospedale, mentre alla dimissione questa percentuale sale al 76%. Il 44% dei pazienti con FA al ricovero e il 41% alla dimissione non stanno effettuando una profilassi appropriata in base all’indice di CHADS2. Risulta quindi che nei reparti di medicina interna studiati, meno del 50% dei pazienti con FA stanno seguendo correttamente le linee guida della profilassi antitrombotica e il ricovero non ha un effetto nel migliorarne l’aderenza. Con l’obiettivo di studiare l’associazione tra demenza e mortalità intra-ospedaliera dei pazienti reclutati nel registro REPOSI, si è visto che la presenza di demenza è associata con un aumento di due volte del rischio di mortalità (odds ratio = 2,1 IC95%: 1,0-4,5). E’ stato inoltre studiato come l'associazione di particolari patologie croniche (cluster) con la politerapia. Dalle analisi si è visto che tra i diversi gruppi di malattie, il più alto numero medio di farmaci è presente nei pazienti affetti da scompenso cardiaco (SC) e broncopneumopatia cronica ostruttiva (BPCO), SC più insufficienza renale cronica (IRC), BPCO più malattie coronariche (CHD), diabete mellito più CRF e diabete mellitu più CHD più malattie cerebrovascolari (CVD). La più forte associazione tra i cluster di malattie e la politerapia è stata trovata per il diabete mellito più CHD più CVD, il diabete più CHD, e HF più fibrillazione atriale (FA). E’ stata inoltre valutata la prevalenza della prescrizione antidepressivi e i fattori ad essa correlati e la coerenza tra prescrizione di antidepressivi e la presenza di diagnosi specifiche che richiedono questi farmaci. Il numero di pazienti trattati con farmaci antidepressivi al momento del ricovero ospedaliero era di 115 (9,9%) e alla dimissione 119 (10,3%). In un'analisi multivariata, un numero elevato di farmaci (OR = 1,2, IC 95% = 1,1-1,3), l’uso di farmaci ansiolitici (OR = 2,1, IC 95% = 1,2-3,6 e OR = 3.8, 95% CI = 2,1 -6,8), e la diagnosi di demenza (OR = 6.1, 95% CI = 3,1-11,8 e OR = 5,8, IC 95% = 3,3-10,3, rispettivamente, al momento del ricovero e dimissione) erano indipendentemente associati con la prescrizione degli antidepressivi. Una diagnosi specifica che supporta l'uso di antidepressivi era presente solo in 66 (57,4%) pazienti al momento del ricovero e 76 (66,1%) al momento della dimissione. RAPPORTO ATTIVITA’ 165 2013 IRFMN ‐ ‐ ‐ ‐ ‐ Con l’obiettivo di identificare i fattori associati al rischio di riospedalizzazione entro 3 mesi dalla dimissione di un campione di pazienti anziani ricoverati in reparti di medicina interna e geriatria, è stata analizzata una coorte di 1178 pazienti dell’età di 65 e più anni dimessi da 66 reparti di medicina interna e geriatria nel 2010. 766 sono stati seguiti tramite intervista telefonica a 3 mesi e sono stati inclusi in questa analisi. Dai risultati è emerso che il 19% dei pazienti sono stati riospedalizzati almeno una volta entro i 3 mesi dalla dimissione. Solo gli eventi avversi durante l'ospedalizzazione, il ricovero precedente e patologie vascolari e epatiche sono risultati significativamente associati al rischio di riospedalizzazione. In conclusione, i risultati dimostrano la necessità di una maggiore assistenza medica nei confronti dei pazienti anziani dimessi dall'ospedale con tali caratteristiche. Con l’obiettivo di valutare l'associazione tra uso di farmaci anticolinergici e compromissione dello stato cognitivo e funzionale, è stato calcolato per ciascun paziente il carico anticolinergico totale attraverso l’uso di due differenti scale l’Anticholinergic Cognitive Burden (ACB) scale e l’Anticholinergic Risk Scale (ARS) ed il punteggio ottenuto è stato correlato alle performance cognitive e funzionali misurate attraverso apposite scale (Short Blessed Test e Barthel Index, rispettivamente). I pazienti con maggior carico anticolinergico alla ACB scale avevano un peggior deficit cognitivo e un minor grado di autonomia nelle attività strumentali. L’associazione è risultata significativa anche dopo correzione per età, sesso, scolarità, ictus e TIA (9,2, IC 95%, 8,6-9,9 vs 8,5, 95% CI, 7,8-9,2, p = 0,05). Si è osservata una relazione dose-risposta tra il punteggio totale misurato alla scale ACB e il deficit cognitivo. I pazienti individuati dalla ARS avevano un maggior deficit cognitivo e funzionale, ma la relazione dose-risposta è stata osservata solo per le attività della vita quotidiana. Nessuna correlazione è stata osservata con la lunghezza della degenza ospedaliera. Abbiamo valutato la prevalenza di pazienti esposti a interazioni tra farmaci potenzialmente gravi (DDIs) al momento del ricovero e della dimissione ospedaliera con l’obiettivo di stimare il rischio di mortalità intra-ospedaliera e di eventi clinici avversi, reospedalizzazione e mortalità a 3 mesi. L'analisi multivariata ha evidenziato un’associazione significativa con la mortalità a 3 mesi tra i pazienti esposti ad almeno 2 interazioni potenzialmente gravi (OR = 2.62, 95% CI, 1,00-6,68, p = 0,05). Eventi avversi potenzialmente correlati a DDIs potenzialmente gravi sono stati riportati in 2 pazienti che sono deceduti durante il ricovero, in 5 pazienti re-ospedalizzati ed in uno deceduto a 3 mesi dopo la dimissione. L’ospedalizzazione è associata ad un aumento delle DDIs potenzialmente gravi. Un attento monitoraggio delle DDIs potenzialmente gravi ed in particolare di quelle create al momento della dimissione è importante per ridurre al minimo il rischio di eventi avversi farmaco-correlati. Abbiamo valutato la prevalenza di pazienti esposti all’uso di farmaci potenzialmente inappropriati nell’anziano (PIMs) secondo i criteri di Beers (versione 2003 e 2012) con l’obiettivo di stimare il rischio di eventi clinici avversi, re-ospedalizzazione e mortalità a 3 mesi. Abbiamo anche valutato l'associazione tra l’uso di farmaci anticolinergici utilizzando l’Anticholinergic Cognitive Burden (ACB) scale e il rischio di esiti avversi. La prevalenza di pazienti trattati con almeno un PIM secondo i criteri di Beers era del 20,1% e 23,5% usando i criteri 2003 e 2012 rispettivamente. Non è stata osservata una correlazione significativa tra PIM e rischio di eventi avversi, re-ospedalizzazione e mortalità a 3 mesi sia all’analisi univariata che multivariata, dopo correzione per età, sesso e indice di comorbilità (CIRS). Al contrario è stato osservato un aumentato rischio di re-ospedalizzazione per l’uso di farmaci anticolinergici sia all’analisi univariata (OR = 1.73, 95% CI, 1,16-2,56, p = 0,006) che multivariata (OR = 1.67 95% CI, 1,12-2,53, p = 0,01). Abbiamo valutato la prevalenza di pazienti affetti da gotta con l’obiettivo di descrivere le principali comorbidità asocciate. Su 1380 pazienti inclusi nelle analisi, il 10% era affetto da gotta o iperuricemia. Abbiamo osservato che la maggior parte dei pazienti affetti erano uomini (61% vs 48%; P=0.003) con un indice di massa corporea più alto rispetto alla RAPPORTO ATTIVITA’ 166 2013 IRFMN ‐ popolazione restante (27.7 vs 25.8; P=0.0004). Questi pazienti presentavano un elevato numero di comorbidità (7 vs 5.6; P<0.0001); e consumavano più farmaci (6.8 vs 5.0; P<0.0001). L’indice di comorbidità (CIRS) era peggiore in questi pazienti (OR 1.28 95%CI 1.15-1.41). Le diagnosi più frequentemente associate alla gotta erano: l’ipertensione (85% vs 76%, P=0.011); l’insufficienza renale cronica (45% vs 14%, P<0.0001), il diabete (37% vs 26%, P=0.005), l’infarto del miocardio (37% vs 14%, P< 0.0001), e le coronaropatie (30% vs 21%, P=0.025). All’analisi multivariata solo l’insufficienza renale cronica e l’infarto del miocardio erano associate alla gotta. Inoltre, la gotta era associata ad un aumentato rischio di avere un evento clinico avverso durante il ricovero ospedaliero (OR 1.66, 95%IC 1.16 – 2.36), ma non ad un maggior rischio di riospedalizzazione o di morte. Per valutare i predittori di prescrizioni inappropriate di allopurinolo sono state confrontate le caratteristiche dei pazienti trattati impropriamente con quelli trattati correttamente. Tra i 2.712 pazienti eleggibili per l'analisi, 303 (11,2%) erano trattati con allopurinolo al momento del ricovero e 292 (12,6%) tra i 2.314 pazienti dimessi. Solo 16 (5,3%) dei pazienti trattati con allopurinolo al momento del ricovero e 22 (7,5%) al momento della dimissione erano trattati in maniera appropriata. Tra i fattori analizzati, iperuricemia asintomatica, politerapia, insufficienza renale cronica, diabete, cardiopatia ischemica, BPCO e fibrillazione atriale sono risultati associati in maniera statisticamente significativa con un maggiore uso di allopurinolo. La prevalenza della prescrizione inadeguata di allopurinolo è rimasta quasi la stessa al momento del ricovero e alla dimissione. L'uso inappropriato di questi farmaci è principalmente legato alla iperuricemia asintomatica. L'attenta valutazione delle condizioni cliniche e una più rigorosa aderenza alle linee guida evidence-based sono essenziali per un uso razionale di questi farmaci. Studi sull’epilessia Prevalenza ed incidenza dell’epilessia nella provincia di Lecco Lo scopo dello studio è stato quello di calcolare prevalenza ed incidenza dell’epilessia nella provincia di Lecco. La popolazione in esame comprendeva 320.609 soggetti, raccolti nel database della regione Lombardia dal 2000 al 2008. L’epilessia è stata definita con la comparsa di due o più attacchi epilettici non provocati nelle 24 ore e confermati dall’esame neurologico. 2663 pazienti sono stati inclusi nelle analisi. La prevalenza totale era di 8,28 per 1,000 (donne 7,83 e uomini 8,75), con un leggero incremento con l’aumento dell’età. L’incidenza totale annuale era di 52,82 per 100,000 (donne 50.53; uomini 55.20). Anche in questo caso il picco d’incidenza si è osservato nel gruppo dei più anziani. La prevalenza standardizzata era di 6.20 per 1000 e l’incidenza standardizzata era di 48.35 per 100,000. Abbiamo, quindi, riscontrato che la prevalenza nella provincia di Lecco era comparabile a quella trovata in altri studi, mentre l’incidenza era tra le più alte. Questi risultati hanno confermato che l’utilizzo di databases amministrativi sono un valido supporto nel monitorare sia temporalmente che spazialmente la frequenza di una patologia come l’epilessia. Studio di validazione del database amministrativo della regione Lombardia per la diagnosi di epilessia Lo studio aveva l’intento di correlare i dati sull’epilessia raccolti ad uso amministrativo dalla regione Lombardia a un gruppo indipendente di pazienti epilettici residenti nella provincia di Lecco dal 2000 al 2008. I pazienti che presentavano un codice ICD-9 e un’esenzione per epilessia, avevano almeno un farmaco antiepilettico in monoterapia o in combinazione ed effettuavano almeno un elettroencefalogramma sono stati inclusi nello studio. Tra i 15728 pazienti in carico agli 11 medici generici operanti in provincia di Lecco, 71 presentavano diagnosi di epilessia. Il miglior algoritmo sviluppato ha incluso le variabili “elettroencefalogramma” e “farmaci antiepilettici” ed ha incluso 61 su 71 pazienti con epilessia, RAPPORTO ATTIVITA’ 167 2013 IRFMN con una sensibilità dell’85.9% (CI 76.0%-92.2%), e 15623 su 15657 pazienti senza epilessia, con una specificità del 99.8% (CI 99.7%-99.8%). Valutazione della qualita’ dei servizi Valutazione della qualità dei servizi per il malato di demenza Un campione di Nuclei Alzheimer (NA) della Regione Lombardia è stato confrontato con un campione di Residenze Sanitario Assistenziali (RSA) per valutare la qualità e l’impatto delle caratteristiche strutturali, organizzative ed assistenziali sullo stato cognitivo, funzionale e comportamentale di un campione di 450 pazienti affetti da demenza seguiti per 18 mesi. I pazienti degenti nei NA sono risultati meno compromessi sul piano cognitivo e funzionale, con una maggior frequenza di disturbi del comportamento di quelli delle case di riposo senza NA. Al follow-up a 18 mesi i pazienti degenti nei NA avevano un minor rischio di essere ospedalizzati, di essere sottoposti a contenzione fisica e di andare incontro ad una sospensione della terapia con antipsicotici. Non è emersa nessuna differenza per quanto concerne la mortalità e le cadute. Censimento e valutazione delle Unità di Valutazione Alzheimer in Regione Lombardia In collaborazione con la Federazione Alzheimer è stato avviato uno studio con l’obiettivo di valutare la qualità delle Unità di Valutazione Alzheimer (UVA) in Lombardia, dopo un censimento di queste strutture concluso nel 2008. Il campione ha coinvolto 18 UVA delle 81 presenti su tutto il territorio lombardo. Le varie strutture sono state confrontate sulla base di un sistema di indicatori che hanno indagato sia gli aspetti strutturali delle UVA (ad es. accessibilità e connessione territoriale), sia gli aspetti organizzativi (come i tempi di prenotazione di una visita e la composizione dell’equipe medica), sia sulle ricadute di questi aspetti sulla fase del “dopo diagnosi”. L’analisi quantitativa ha mostrato un punteggio medio pari a 50% per gli indicatori di struttura, 46% per quelli di processo e 56% per quelli di esito, denotando maggiori difficoltà da parte delle UVA negli aspetti organizzativi. Si sono inoltre evidenziate differenze tra i singoli centri che, portate all’attenzione delle singole realtà, consentiranno di avviare, ove opportuno, azioni rivolte ad aumentare gli standard qualitativi, in modo da garantire ai malati e alle loro famiglie servizi più efficienti ed efficaci. Percezione dei caregivers dei benefici terapeutici degli inibitori della colinesterasi (ChEIs) Lo scopo dello studio è stato quello di raccogliere in un ampio campione di caregiver le loro opinioni, percezioni e aspettative sui benefici terapeutici dei ChEIs e l'impatto che ha avuto la loro presa in cura del paziente. Per questo è stato usato un questionario creato ad hoc che era accessibile online per quasi quattro mesi sul sito web della Federazione Alzheimer Italia ed era diviso in tre sezioni: 1) raccolta delle informazioni sul paziente con demenza, 2) raccolta delle informazioni sulla percezione del caregiver dei benefici terapeutici dei ChEIs, 3) raccolta delle informazioni riguardanti i caregivers. 369 questionari sono risultati validati ed inclusi nell’analisi; di questi, 329 hanno dato informazioni anche sui caregivers. Il risultato più importante è stato quello di dare voce alle persone che si occupano dei malati di demenza per conoscerne le aspettative e il giudizio circa i trattamenti ad oggi disponibili. Sistema di supporto computerizzato alla prescrizione (InterCheck ®) I sistemi di supporto computerizzato alla prescrizione (Computerizzati Support Systems prescrizione o CPSSs) sono software sviluppati per evidenziare prescrizioni inappropriate e ridurre al minimo il rischio di reazioni avverse da farmaci (ADR). Abbiamo sviluppato un sistema di supporto computerizzato alla prescrizione chiamatao InterCheck® al fine di RAPPORTO ATTIVITA’ 168 2013 IRFMN ottimizzare la prescrizione farmacologica nei pazienti anziani con complessa comorbidità. - Per valutare l'efficacia di InterCheck ® nel ridurre l'uso di farmaci potenzialmente inappropriati (PIMs), di interazioni tra farmaci potenzialmente gravi (DDIs) e il carico anticolinergico abbiamo condotto uno studio prospettico su due campioni di pazienti anziani ricoverati in un reparto di geriatria. Nella fase di osservazione il numero di pazienti esposti ad almeno un PIM è rimasto invariato tra ricovero (n = 29, 39,1%) e dimissione (n = 28, 37,8%). Nella fase di intervento 25 pazienti (41,7%) erano esposti ad almeno un PIMs al momento del ricovero e 7 (11,6%) alla dimissione (p <0,001). Analogamente il numero di pazienti esposti ad almeno una DDI potenzialmente grave è diminuito rispettivamente da 27 (45,0%) a 20 (33,3%), p = 0,703. Il numero di nuove interazioni farmacologiche potenzialmente gravi è diminuito da 37 (59,0%) nella fase di osservazione a 9 (33% .0), p <0,001. InterCheck ® si è dimostrato utile nel ridurre significativamente il numero di pazienti esposti a PIMs ed il numero di DDIs potenzialmente gravi. Informazione sui farmaci Servizio di informazione sui farmaci nell’anziano Ogni giorno è disponibile gratuitamente, per gli anziani e per i medici, un servizio telefonico o via e-mail di informazione sui farmaci. Questo servizio risponde ogni anno a oltre 600 quesiti. Laboratorio di Epidemiologia e Psichiatria Sociale GISAS. Studio clinico controllato del Gruppo Italiano per lo Studio degli Antipsicotici di Seconda Generazione Lo studio valuta il profilo efficacia-tollerabilità di tre antipsicotici – aripiprazolo, olanzapina e aloperidolo – attraverso l’applicazione di un disegno sperimentale pragmatico su un ampio campione di pazienti con diagnosi di schizofrenia seguiti nei servizi di salute mentale di tutto il territorio italiano, e con un follow-up a 12 mesi. Sono stati randomizzati e seguiti fino al followup 301 pazienti. Diffusione e valutazione di uno strumento finalizzato all’empowerment di pazienti e familiari nella salute mentale: i percorsi di cura condivisi (PCC) Viene descritto il processo di implementazione e di valutazione di uno strumento costruito in modo condiviso da utenti, operatori e familiari avente come scopo il miglioramento e la valutazione del livello di condivisione delle strategie di cura. Tale obiettivo veniva perseguito attraverso l’adozione di forme di “contratto” su obiettivi esplicitati in cui tutte le figure coinvolte si impegnano ad assumersi compiti concordati e a compiere azioni giudicate utili al raggiungimento degli obiettivi e al miglioramento del clima di lavoro del gruppo. La valutazione del grado di adempimento dei contratti veniva valutata separatamente da utente, familiare e operatore. L’impatto dei PCC sulla relazione operatore-paziente e su ruolo e identità dell’operatore è stato studiato con un approccio qualitativo, ed è stato condotto un processo di triangolazione del contenuto delle interviste con dati quantitativi derivanti da questionari per utenti, familiari e operatori sullo stesso tema. Monitoraggio dei tentati suicidi La registrazione su base routinaria dei tentati suicidi e dei gesti autlesivi in Pronto Soccorso è attiva dal 2009 presso tutti i Pronto Soccorso della Provincia Autonoma di Trento. Alla fine di novembre 2012 i casi raccolti erano 596, a carico di 507 persone. RAPPORTO ATTIVITA’ 169 2013 IRFMN European Network of Bipolar Research Export Centres – ENBREC Come prodotto finale del progetto che ha integrato il lavoro di gruppi europei con competenze diverse impegnati nello studio di eziologia, diagnosi e trattamento del disturbo bipolare, è stato predisposto un pacchetto di strumenti di assessment per le persone con disturbo bipolare, l’ENBREC Toolkit e una batteria di test per la valutazione del funzionamento cognitivo. Valutazione della qualità dei Servizi del Dipartimento di Salute Mentale di Pistoia e Valdinievole con la partecipazione degli utenti Lo studio ha indagato la qualità dell’offerta assistenziale per pazienti con disturbi gravi seguiti intensivamente dai servizi di salute mentale con modalità di predisposizione e somministrazione degli strumenti che valorizzano e utilizzano le competenze degli utenti stessi. Il questionario prodotto con un gruppo di pazienti è stato sottoposto una prima e una seconda volta, dopo una discussione dei miglioramenti da introdurre nel servizio. Database delle prescrizioni della Regione Lombardia Sono state analizzate tutte le dispensazioni di litio effettuate tra il 2000 e il 2010 in un'area che comprendeva circa tre milioni di persne, il 30% della popolazione lombarda. Banca dati HoNOS Utilizzando la banca dati HoNOS (Health of the Nation Outcome Scale) che comprende valutazioni ripetute di 6500 pazienti dei servizi di salute mentale, sono stati messi a punto due modelli per l'individuazione del cambiamento affidabile e clinicamente significativo (reliable and clinically significant change) nella valutazione routinaria d'esito. Abbiamo combinato due approcci per valutare l'esito: i modelli gerarchici lineari (HLM) e il cambiamento affidabile e clinicamente significativo (RCSC), che sono stati applicati ad un campione di 842 utenti. Studio di affidabilità e validazione della traduzione italiana della Beck Cognitive Insight Scale (BCIS) Lo studio ha l’obiettivo di verificare la validità e l’attendibilità della versione italiana della BCIS e la presenza di differenze strutturali e di punteggio tra soggetti clinici e controlli; studiare la relazione tra i punteggi della BCIS e quelli di altre scale per i sintomi psicotici e la gravità della malattia; valutare l'utilità della scala come strumento per la valutazione d'esito. Survey e studio ecologico sull’abuso di sostanze nella ASL di Como Nel quadro del progetto “Istituzione di una rete di rilevamento regionale per la stima dei consumi di sostanze d’abuso in Lombardia mediante l’analisi delle acque reflue. Un metodo innovativo basato sulle evidenze”, è stata condotta una ricerca sui comportamenti d’uso di alcol tabacco e sostanze illegali da parte degli studenti delle scuole medie superiori della città di Como. RAPPORTO ATTIVITA’ 170 2013 IRFMN DIPARTIMENTO DI RICERCA CARDIOVASCOLARE PERSONALE Capo Dipartimento Roberto LATINI, Dr.Med.Chir. Laboratorio di Farmacologia Clinica Cardiovascolare Capo Laboratorio Roberto LATINI, Dr.Med.Chir. Unità di Bio-imaging Capo Unità Fabio FIORDALISO, Dr.Sci.Biol. Unità di Coltura di Tessuti Capo Unità Giovanna BALCONI, BSc. Unità di Endocrinologia Cardiovascolare Capo Unità Serge MASSON, Ph.D. Laboratorio di Valutazione Clinica dei Farmaci Capo Laboratorio Maria Grazia FRANZOSI, Dr.Sci.Biol. Unità di Bioinformatica Capo Unità Enrico NICOLIS Laboratorio di Ricerca in Medicina Generale Capo Laboratorio M. Carla RONCAGLIONI, Dr.Sci.Biol. Laboratorio di Statistica Medica Capo Laboratorio Simona BARLERA, Dr.Sci.Pol., MSc. Laboratorio di Farmacologia Clinica Capo Laboratorio Gianni TOGNONI, Dr.Med.Chir. Unità di Ricerca Infermieristica Capo Unità Paola DI GIULIO, Infermiera, MSc. RAPPORTO ATTIVITA’ 171 2013 IRFMN CURRICULA VITAE Roberto Latini si è laureato in Medicina e Chirurgia nel 1978 presso l’Università di Milano. Attività formative 1970-1978 Laurea in Medicina e Chirurgia, Università di Milano 1981-1983 Merck Sharp & Dohme International Fellow in Clinical Pharmacology. Cardiology Fellow a Stanford University Medical Center, California, USA Aree di interesse Meccanismi di danno cardiaco conseguenti all’infarto miocardio acuto, in particolare quelli legati all’attivazione neurormonale. Utilizzo di cellule staminali per riparare il danno strutturale e funzionale derivante da infarto miocardio nel piccolo roditore. Studi bioumorali nell’ambito di grandi trial nell’insufficienza cardiaca e nella fibrillazione atriale. Ruoli attuali e passati in istituto e in organizzazioni esterne dal Mar 2013 Direttore del Dipartimento di Ricerca Cardiovascolare dell'Istituto di Ricerche Farmacologiche "Mario Negri” di Milano dal 1991 Membro degli Steering Committee di studi clinici multicentrici in ambito cardiovascolare: ALOFT, ValHeFT, GISSI-HF, GISSI-AF, CandHeart, CYCLE, ICOSONE dal 1990 Capo del Laboratorio di Farmacologia Clinica Cardiovascolare, Istituto di Ricerche Farmacologiche “Mario Negri” di Milano 1999-2009 Visiting Professor, Department of Medicine, New York Medical College, Valhalla, NY, USA 1981-1983 Cardiology Fellow (Robert E. Kates Laboratory), Stanford University Medical Center, CA, USA 1973-1990 Ricercatore presso il Laboratorio di Farmacologia Clinica, Istituto di Ricerche Farmacologiche “Mario Negri” di Milano Principali pubblicazioni GISSI-AF Investigators (Writing Committee: Disertori M, Latini R, Barlera S, Franzosi MG, Staszewsky L, Maggioni AP, Lucci D, Di Pasquale G, Tognoni G), Valsartan for prevention of recurrent atrial fibrillation. N Engl J Med 2009; 360: 1606-1617 Taccone P, Pesenti A, Latini R, Polli F, Vagginelli F, Mietto C, Caspani L, Raimondi F, Bordone G, Iapichino G, Mancebo J, Guerin C, Ayzac L, Blanch L, Fumagalli R, Tognoni G, Gattinoni L, for the Prone-Supine II Study Group. Prone positioning in patients with moderate and severe acute respiratory distress syndrome. A randomized controlled trial. JAMA 2009; 302: 1977-1984 Damman K, Masson S, Hillege HL, Maggioni AP, Voors AA, Opasich C, van Veldhuisen DJ, Montagna L, Cosmi F, Tognoni G, Tavazzi L, Latini R. Clinical outcome of renal tubular damage in chronic heart failure. Eur Heart J 2011; 32: 2705–2712 Latini R, Gullestad L, Masson S, Nymo SH , Ueland T, Cuccovillo I, Vårdal M , Bottazzi B, Mantovani A, Lucci D, Masuda N, Sudo Y, Wikstrand J, Tognoni G, Aukrust P, Tavazzi L, on behalf of the Investigators of the Controlled Rosuvastatin Multinational Trial in Heart Failure (CORONA) and GISSI-Heart Failure (GISSI-HF) trial. Pentraxin-3 in chronic heart failure: the CORONA and GISSI-HF trials. Eur J Heart Fail 2012; 14. 992-999 Masson S, Anand I S, Favero C, Barlera S, Vago T, Bertocchi F, Maggioni AP, Tavazzi L, Tognoni G, Cohn JN, Latini R, Val-HeFT Investigators, GISSI-HF Investigators. Serial measurement of cardiac troponin T using a highly sensitive assay in patients with chronic heart failure. Data from two large randomized clinical trials. Circulation 2012; 125: 280288 Damman K, Masson S, Hillege HL, Voors AA, van Veldhuisen DJ, Rossignol P, Proietti G, Barbuzzi S, Nicolosi GL, Tavazzi L, Maggioni AP, Latini R. Tubular damage and worsening renal function in chronic heart failure. J Am Coll Cardiol HF 2013; 1: 417-424 Simona Barlera si è laureata in Scienze Politiche, indirizzo Statistico nel 1992 presso l’Università degli Studi di Milano e ha conseguito un Master of Science in Statistica Medica nel 1998. Attività formative 1992 Laurea in Scienze Politiche, indirizzo Statistico conseguita presso la Facoltà di Scienze Politiche dell’Università degli Studi di Milano 1995 Specializzazione in Ricerca Farmacologica, Istituto di Ricerche Farmacologiche "Mario Negri” di Milano 1997-1998 Master post-lauream in Statistica Medica conseguito presso la London School of Hygiene and Tropical Medicine, University of London, Londra (UK) 1998-1999 Visiting Scientist nel Dipartimento di Statistical Genetics, Wellcome Trust Centre for RAPPORTO ATTIVITA’ 172 2013 IRFMN Human Genetics, University of Oxford (UK) Aree di interesse Metodologia delle sperimentazioni cliniche in campo cardiovascolare: preparazione del protocollo di ricerca, pianificazione ed esecuzione di analisi statistiche e trasferimento dei risultati su riviste scientifiche. Studi in epidemiologia genetica: applicazione di metodi statistici attraverso studi di linkage per l’identificazione di geni di suscettibilità alla malattia coronarica; studi caso-controllo per l’identificazione di geni candidati coinvolti nella patologia cardiovascolare. Ruoli attuali e passati in istituto e in organizzazioni esterne dal 2006 Capo del Laboratorio di Statistica Medica, presso il Dipartimento di Ricerca Cardiovascolare, Istituto di Ricerche Farmacologiche “Mario Negri” di Milano 1999- 2006 Capo dell’Unità di Statistica Medica del Laboratorio di Valutazione Clinica dei Farmaci, Istituto di Ricerche Farmacologiche “Mario Negri” di Milano Ott 98-Apr 99 Visiting Scientist nel Dipartimento di Statistical Genetics, Wellcome Trust Centre for Human Genetics, University of Oxford (UK) 1992-1997 Ricercatore presso l’Unità di Informatica e Statistica Applicata, Istituto di Ricerche Farmacologiche “Mario Negri” di Milano Principali pubblicazioni GISSI-HF Investigators (Writing Committee: Tavazzi L, Maggioni AP, Marchioli R, Barlera S, Franzosi MG, Latini R, Lucci D, Nicolosi GL, Porcu M, Tognoni G). Effect of n-3 polyunsaturated fatty acids in patients with chronic heart failure (the GISSI-HF trial): a randomised, double-blind, placebo-controlled trial. Lancet 2008; 372: 1223-1230 Clarke R, Peden JF, Hopewell JC, Kyriakou T, Goel A, Heath SC, Parish S, Barlera S, Franzosi MG, Rust S, Bennett D, Silveira A, Malarstig A , Green FR, Lathrop M, Gigante B, Leander K, de Faire U, Seedorf U, Hamsten A, Collins R, Watkins H, Farrall M, for the PROCARDIS Consortium. Genetic variants associated with Lp(a) Lipoprotein Level and Coronary Disease. N Engl J Med 2009; 361: 2518-2528 GISSI-AF Investigators (Writing Committee: Disertori M, Latini R, Barlera S, Franzosi MG, Staszewsky L, Maggioni AP, Lucci D, Di Pasquale G, Tognoni G). Valsartan for prevention of recurrent atrial fibrillation. N Engl J Med 2009; 360: 1606-1617 Coronary Artery Disease (C4D) Genetics Consortium. A genome-wide association study in Europeans and South Asians identifies five new loci for coronary artery disease. Nat Genet 2011; 43: 339-344 Holliday EG, Maguire JM, Evans TJ, Koblar SA, Jannes J, Sturm JW, Hankey GJ, Baker R, Golledge J, Parsons MW, Malik R, McEvoy M, Biros E, Lewis MD, Lincz LF, Peel R, Oldmeadow C, Smith W, Moscato P, Barlera S, Bevan S, Bis JC, Boerwinkle E, Boncoraglio GB, Brott TG, Brown RD Jr, Cheng YC, Cole JW, Cotlarciuc I, Devan WJ, Fornage M, Furie KL, Grétarsdóttir S, Gschwendtner A, Ikram MA, Longstreth WT Jr, Meschia JF, Mitchell BD, Mosley TH, Nalls MA, Parati EA, Psaty BM, Sharma P, Stefansson K, Thorleifsson G, Thorsteinsdottir U, Traylor M, Verhaaren BF, Wiggins KL, Worrall BB; The Australian Stroke Genetics Collaborative; The International Stroke Genetics Consortium; The Wellcome Trust Case Control Consortium 2, Sudlow C, Rothwell PM, Farrall M, Dichgans M, Rosand J, Markus HS, Scott RJ, Levi C, Attia J. Common variants at 6p21.1 are associated with large artery atherosclerotic stroke. Nat Genet 2012; 44: 1147-1151 Barlera S, Tavazzi L, Franzosi MG, Marchioli R, Raimondi E, Masson S, Urso R, Lucci D, Nicolosi GL, Maggioni AP, Tognoni G, on behalf of the GISSI-HF Investigators. Predictors of mortality in 6975 patients with chronic heart failure in the Gruppo Italiano per lo Studio della Streptochinasi nell'Infarto Miocardico-Heart Failure Trial. Proposal for a Nomogram. Circ Heart Fail 2013; 6: 31-39 Maria Grazia Franzosi si è laureata Scienze Biologiche nel 1972 presso l’Università degli Studi di Milano. Attività formative 1972 Laurea in Scienze Biologiche, Università di Milano 1978 Specializzazione in Ricerca Farmacologica, Istituto di Ricerche Farmacologiche "Mario Negri” di Milano Aree di interesse Metodologia della sperimentazione clinica dei farmaci, coordinamento di sperimentazioni cliniche multicentriche. Epidemiologia dei fattori di rischio genetici ed ambientali delle coronaropatie. Farmacogenetica. Epidemiologia del farmaco. Epidemiologia genetica cardiovascolare. Ruoli attuali e passati in istituto e in organizzazioni esterne dal 2002 al Feb 2013 Direttore del Dipartimento di Ricerca Cardiovascolare dell'Istituto di Ricerche Farmacologiche "Mario Negri", Milano dal 2005 Membro del Comitato Ordinatore del Corso di Master in Ricerca Clinica della Facoltà di Medicina e Chirurgia dell’Università di Milano dal 2004 Membro del Comitato Direttivo, Studio GISSI-AF, Milano dal 2001 Membro del Comitato Direttivo, Studio GISSI-HF, Milano RAPPORTO ATTIVITA’ 173 2013 IRFMN dal 1998 dal 1997 dal 1996 1994-1996 dal 1993 dal 1992 dal 1989 1985-1988 dal 1984 1975-1984 Membro dello Steering Committee of the PROCARDIS Research Programme - A genome-wide strategy to identify susceptibility loci in precocious coronary artery disease - University of Oxford, UK Membro del “Antithrombotic Trialists’ Collaboration”, Oxford, UK Membro dello Steering Committee e National Coordinator per l’Italia della Organization to Assess Strategies for Ischemic Syndromes (OASIS-2, OASIS-4 CURE, Michelangelo OASIS-5 e OASIS 6, CURRENT OASIS-7, FUTURA OASIS-8), dello studio INTER-HEART e degli studi ACTIVE, RE-LY, AVERROES, RE-LY Registry, RIVAL, MANAGE, Population Health Research Institue, McMaster University, Hamilton, Canada Direttore European Coordinating Centre e Membro dello Steering Committee, Collaborative Organization for RheothRx Evaluation (CORE), McMaster University, Hamilton, Canada Membro del Comitato Direttivo, Studio GISSI-Prevenzione, Milano Membro del “Fibrinolytic Therapy Trialists’s Collaboration”, Oxford, UK e del “Collaborative Group on Angiotensin Converting Enzyme Inhibitors Trials”, National Institutes of Health, Bethesda, Washington, USA Capo del Laboratorio di Valutazione Clinica dei Farmaci dell'Istituto di Ricerche Farmacologiche "Mario Negri" di Milano Capo dell'Unità di Valutazione dei Farmaci del Laboratorio di Farmacologia Clinica dell'Istituto di Ricerche Farmacologiche "Mario Negri" di Milano Membro della Segreteria Scientifica ed Organizzativa, Gruppo Italiano per lo Studio della Sopravvivenza nell'Infarto Miocardico (Studi GISSI-1, GISSI-2, GISSI-3) Milano Ricercatore presso il Laboratorio di Farmacologia Clinica dell'Istituto di Ricerche Farmacologiche "Mario Negri", e presso il Centro Regionale di Informazione e Documentazione sul Farmaco (CRIF) della Regione Lombardia Principali pubblicazioni Wallentin L, Yusuf S, Ezekowitz MD, Alings M, Flather M, Franzosi MG, Pais P, Dans A, Eikelboom J, Oldgren J, Pogue J, Reilly PA, Yang S, Connolly SJ, on behalf of the RE-LY investigators. Efficacy and safety of dabigatran compared with warfarin at different levels of international normalised ratio control for stroke prevention in atrial fibrillation: an analysis of the RE-LY trial. Lancet 2010; 376: 975-983 Coronary Artery Disease (C4D) Genetics Consortium. A genome-wide association study in Europeans and South Asians identifies five new loci for coronary artery disease Nat Genet 2011; 43: 339-344 Barbati E, Specchia C, Villella M, Rossi ML, Barlera S, Bottazzi B, Crociati L, d'Arienzo C, Fanelli R, Garlanda C, Gori F, Mango R, Mantovani A, Merla G, Nicolis EB, Pietri S, Presbitero P, Sudo Y, Villella A, Franzosi MG. Influence of pentraxin 3 (PTX3) genetic variants on myocardial Infarction risk and PTX3 plasma levels. PLoS One 2012; 7: e53030 Connolly SJ, Wallentin L, Ezekowitz MD, Eikelboom JW, Oldgren J, Reilly PA, Brueckmann M, Pogue J, Alings M, Amerena JV, Avezum A, Baumgartner I, Budaj AJ, Chen JH, Dans AL, Darius H, Di Pasquale G, Ferreira J, Flaker GC, Flather MD, Franzosi MG, Golitsyn SP, Halon DA, Heidbuchel H, Hohnloser SH, Huber K, Jansky P, Kamensky G, Keltai M, Kim SS, Lau CP, Le Heuzey JY, Lewis BS, Liu L, Nanas J, Omar R, Pais P, Pedersen KE, Piegas LS, Raev D, Smith PJ, Talajic M, Tan RS, Tanomsup S, Toivonen L, Vinereanu D, Xavier D, Zhu J, Wang SQ, Duffy CO, Themeles E, Yusuf S. The long term multi-center observational study of dabigatran treatment in patients with atrial fibrillation (RELY-ABLE) study. Circulation 2013; 128: 237-243 Hohnloser SH, Shestakovska O, Eikelboom J, Franzosi MG, Tan RS, Zhu J, Yusuf S, Connolly SJ.The effects of apixaban on hospitalizations in patients with different types of atrial fibrillation: insights from the AVERROES trial. Eur Heart J 2013; 34: 2752–2759 Sabater-Lleal M, Huang J, Chasman D, Naitza S, Dehghan A, Johnson AD, Teumer A, Reiner AP, Folkersen L, Basu S, Rudnicka AR, Trompet S, Mälarstig A, Baumert J, Bis JC, Guo X, Hottenga JJ, Shin SY, Lopez LM, Lahti J, Tanaka T, Yanek LR, Oudot-Mellakh T, Wilson JF, Navarro P, Huffman JE, Zemunik T, Redline S, Mehra R, Pulanic D, Rudan I, Wright AF, Kolcic I, Polasek O, Wild SH, Campbell H, Curb JD, Wallace R, Liu S, Eaton CB, Becker DM, Becker LC, Bandinelli S, Räikkönen K, Widen E, Palotie A, Fornage M, Green D, Gross M, Davies G, Harris SE, Liewald DC, Starr JM, Williams FMK, Grant PJ, Spector TD, Strawbridge RJ, Silveira A, Sennblad B, Rivadeneira F, Uitterlinden AG, Franco OH, Hofman A, van Dongen J, Willemsen G, Boomsma DI, Yao J, Swords Jenny N, Haritunians T, McKnight B, Lumley T, Taylor KD, Rotter JI, Psaty BM, Peters A, Gieger C, Illig T, Grotevendt A, Homuth G, Völzke H, Kocher T, Goel A, Franzosi MG, Seedorf U, Clarke R, Steri M, Tarasov KV, Sanna S, Schlessinger D, Stott DJ, Sattar N, Buckley BM, Rumley A, Lowe GD, McArdle WL, Chen MH, Tofler GH, Song J, Boerwinkle E, Folsom AR, Rose LM, FrancoCereceda A, Teichert M, Ikram MA, Mosley TH, Bevan S, Dichgans M, Rothwell PM, Sudlow CL, Hopewell JC, Chambers JC, Saleheen D, Kooner JS, Danesh J, Nelson CP, Erdmann J, Reilly MP, Kathiresan S, Schunkert H, Morange PE, Ferrucci L, Eriksson JG, Jacobs D, Deary IJ, Soranzo N, Witteman JCM, de Geus EJC, Tracy RP, Hayward C, Koenig W, Cucca F, Jukema JW, Eriksson P, Seshadri S, Markus HS, Watkins H, Samani NJ; VTE Consortium; STROKE Consortium; Wellcome Trust Case Control Consortium 2 (WTCCC2); C4D Consortium; CARDIoGRAM Consortium, Wallaschofski H, Smith NL, Tregouet D, Ridker PM, Tang W, Strachan DP, Hamsten A, RAPPORTO ATTIVITA’ 174 2013 IRFMN O'Donnell CJ. Multiethnic meta-analysis of Genome-Wide Association studies in > 100000 subjects identifies 23 fibrinogen-associated loci but no strong evidence of a causal association between circulating fibrinogen and cardiovascular disease. Circulation 2013; 128: 1310-1324 Maria Carla Roncaglioni si è laureata in Scienze Biologiche nel 1987 presso l’Università degli Studi di Milano. Attività formative 1987 Laurea in Scienze Biologiche, Università di Milano 1982-1983 Research Fellow presso il Dipartimento di Biochimica della Facoltà di Medicina, Rijksuniversiteit of Limburg, Maastricht, Olanda (Prof. C. Hemker) 1998-1999 Visiting Scientist presso la Cardiovascular Research Unit, dell’Hammersmith Hospital, London, UK (Prof. A. Maseri) Aree di interesse Coordinamento di trial clinici multicentrici e studi osservazionali in diverse aree (neurologica, angiologica, cardiologica). Coordinamento di una rete di oltre 1000 Medici di Medicina Generale attivamente coinvolti in progetti di ricerca epidemiologica e/o sperimentale nell’ambito della prevenzione delle malattie cardiovascolari. Ruoli attuali e passati in istituto dal 2001 Capo del Laboratorio di Ricerca in Medicina Generale, Istituto di Ricerche Farmacologiche “Mario Negri” di Milano dal 1989 Ricercatore Senior presso il Laboratorio di Farmacologia Clinica, Istituto di Ricerche Farmacologiche “Mario Negri” di Milano dal 1974 Ricercatore presso il Laboratorio per lo Studio dell’Emostatsi e della Trombosi, Istituto di Ricerche Farmacologiche “Mario Negri” di Milano Principali pubblicazioni Tognoni G, Avanzini F, Pangrazzi J, Roncaglioni M C, Bertele V, de Gaetano G, Caimi V, Tombesi M, Colombo Fabio, Barlera S, PPP - Primary Prevention Project. Low-dose aspirin and vitamin E in people at cardiovascular risk: A randomized trial in general practice. Lancet 2001; 357: 89-95 Berger JS, Roncaglioni MC, Avanzini F, Pangrazzi J, Tognoni G, Brown DL. Aspirin for the primary prevention of cardiovascular events in women and men: A sex-specific meta-analysis of randomized controlled trials. JAMA 2006; 295: 306-313 Montalvo G, Avanzini F, Anselmi M, Prandi R, Ibarra S, Marquez M, Armani D, Moreira J M, Caicedo C, Roncaglioni MC, Colombo Fabio, Camisasca P, Milani V, Quimi' S, Gonzabay F, Tognoni G. Diagnostic evaluation of people with hypertension in low income country: cohort study of "essential" method of risk stratification. BMJ 2008; 337: a1387 Antithrombotic Trialists' (ATT) Collaboration. Aspirin in the primary and secondary prevention of vascular disease: collaborative meta-analysis of individual participant data from randomised trials. Lancet 2009; 373: 1849-1860 Rothwell PM, Price JF, Fowkes FGR , Zanchetti A, Roncaglioni MC, Tognoni G, Lee R, Belch JFF, Wilson M, Mehta Z, Meade TW. Short-term effects of daily aspirin on cancer incidence, mortality, and non-vascular death: analysis of the time course of risks and benefits in 51 randomised controlled trials. Lancet 2012; 379: 1602-1612 Risk and Prevention Study Collaborative Group, Roncaglioni MC, Tombesi M, Avanzini F, Barlera S, Caimi V. Longoni P, Marzona I, Milani V, Silletta MG, Tognoni G, Marchioli R. n-3 fatty acids in patients with multiple cardiovascular risk factors. N Engl J Med 2013; 368: 1800-1808 Gianni Tognoni si è laureato in Medicina e Chirurgia nel 1970 presso l’Università di Milano. Attività formative 1970 Laurea in Medicina e Chirurgia, presso l’Università di Milano Aree di interesse Farmacoepidemiologia e valutazione dell'efficacia clinica di farmaci e strategie terapeutiche (RCT di popolazione ed in medicina generale). Epidemiologia clinica e comunitaria. Rapporto tra appropriatezza tecnologica ed uso di risorse nei diversi sistemi socio-sanitari. Comunicazione di dati scientifici a livello di opinione pubblica. Trasferimento di tecnologie appropriate e valutazione dell'impatto dei programmi di aggiustamento strutturale sugli indicatori socio-sanitari nei Paesi in Via di Sviluppo (PVS). Ruoli attuali e passati in istituto e in organizzazioni esterne 2004-2010 Membro della Commissione Sperimentazione Umana della Agenzia Italiana del Farmaco (AIFA) 2001-2003 Membro della Commissione Unica del Farmaco (CUF) del Ministero della Sanità dal 2002 Direttore, del Consorzio Mario Negri Sud, S. Maria Imbaro, Chieti RAPPORTO ATTIVITA’ 175 2013 IRFMN 1996-2002 dal 1990 dal 1976 dal 1983 dal 1977 1976-1999 1975-1984 1969-1974 Coordinatore del Dipartimento di Ricerca Cardiovascolare, Istituto di Ricerche Farmacologiche "Mario Negri", Milano Co-Direttore della Scuola Superiore di Ricerca in Medicina Generale (CSeRMEG) Co-fondatore e membro del Comitato Direttivo della International Society of Drug Bullettins (ISDB). Coordinatore della Commissione per la Sperimentazione Umana della Regione Lombardia Membro del Consiglio Editoriale della Rivista dell'Infermiere/Assistenza Infermieristica e Ricerca Consulente W.H.O. per la selezione dei farmaci essenziali, con missioni in diversi Paesi d'America Latina e Africa Capo del Laboratorio di Farmacologia Clinica dell'Istituto di Ricerche Farmacologiche "Mario Negri”, Milano Responsabile del Centro Regionale di Informazione e Documentazione sul Farmaco (CRIF) Regione Lombardia, Istituto di Ricerche Farmacologiche "Mario Negri", Milano Ricercatore presso il Laboratorio di Farmacologia Clinica Istituto di Ricerche Farmacologiche "Mario Negri", Milano Principali pubblicazioni Palmer SC, Navaneethan SD, Craig JC, Johnson DW, Tonelli M, Garg AX, Pellegrini F, Ravani P, Jardine M, Perkovic V, Graziano G, McGee R, Nicolucci A, Tognoni G, Strippoli GF. Meta-analysis: erythropoiesis-stimulating agents in patients with chronic kidney disease. Ann Intern Med 2010; 153: 23-33 Sattar N, Preiss D, Murray HM, Welsh P, Buckley BM, de Craen AJ, Seshasai SRK, McMurray JJ, Freeman DJ, Jukema JW, Macfarlane PW, Packard CJ, Stott DJ, Westendorp RG, Shepherd J, Davis BR, Pressel SL, Marchioli R, Marfisi RM, Maggioni AP, Tavazzi L, Tognoni G, Kjekshus J, Pedersen TR, Cook TJ, Gotto AM, Clearfield MB, Downs JR, Nakamura H, Ohashi Y, Mizuno K, Ray KK, Ford I. Statins and risk of incident diabetes: a collaborative meta-analysis of randomised statin trials. Lancet 2010; 375: 735-742 Sud S, Friedrich JO, Taccone P, Polli F, Adhikari NKJ, Latini R, Pesenti A, Guérin C, Mancebo J, Curley MAQ, Fernandez R, Chan M-C, Beuret P, Voggenreiter G, Sud M, Tognoni G, Gattinoni L. Prone ventilation reduces mortality in patients with acute respiratory failure and severe hypoxemia: systematic review and meta-analysis. Intensive Care Med 2010; 36: 585-599 The NAVIGATOR Study Group. Effect of nateglinide on the incidence of diabetes and cardiovascular events. N Engl J Med 2010; 362: 1463-1476 Mozaffarian D, Marchioli R, Macchia A, Silletta MG, Ferrazzi P, Gardner TJ, Latini R, Libby P, Lombardi F, O'Gara PT, Page RL, Tavazzi L, Tognoni G, for the OPERA Investigators. Fish oil and postoperative atrial fibrillation: the Omega-3 Fatty Acids for Prevention of Post-operative Atrial Fibrillation (OPERA) randomized trial. JAMA 2012; 308: 2001-2011 Risk and Prevention Study Collaborative Group, Roncaglioni MC, Tombesi M, Avanzini F, Barlera S, Caimi V. Longoni P, Marzona I, Milani V, Silletta MG, Tognoni G, Marchioli R. n-3 fatty acids in patients with multiple cardiovascular risk factors. N Engl J Med 2013; 368: 1800-1808 Giovanna Balconi ha conseguito il diploma universitario di Tecnico di Istituti Medico-Biologici nel 1968 presso l’Università degli Studi Milano e si è specializzata presso il laboratorio di Anatomia e Istologia Patologica della stessa Università. Aree di interesse Isolamento, coltura e caratterizzazione di precursori endoteliali circolanti nel sangue periferico di pazienti affetti da insufficienza cardiaca. Coltura di cellule staminali per riparare il danno strutturale e funzionale derivante da infarto miocardico nell’animale da esperimento. Gestione di banche biologiche in studi clinici. Ruoli attuali e passati in istituto dal luglio 2005 Responsabile dell’Unità di Coltura di Tessuto del Laboratorio di Farmacologia Clinica Cardiovascolare Ott 95-Giu 2005 Responsabile dell’Unità di Coltura di Tessuto del Laboratorio di Biologia Vascolare Dic 83-Ott 95 Responsabile dell’Unità di Coltura di Tessuto del Laboratorio di Chemioterapia Antitumorale Ott 68-Nov 83 Ricercatrice presso il Laboratorio di Chemioterapia Antitumorale Principali pubblicazioni Cusella De Angelis MG, Balconi G, Bernasconi S, Zanetta L, Boratto R, Galli D, Dejana E, Cossu G. Skeletal myogenic progenitors in the endothelium of lung and yolk sac. Exp Cell Res 2003; 290: 207-216 RAPPORTO ATTIVITA’ 176 2013 IRFMN Galli D, Innocenzi A, Staszewsky L, Zanetta L, Sampaolesi M, Bai A, Martinoli E, Carlo E, Balconi G, Fiordaliso F, Chimenti S, Cusella G, Dejana E, Cossu G, Latini R. Mesoangioblasts, vessel-associated multipotent stem cells, repair the infarcted heart by multiple cellular mechanisms. A comparison with bone marrow progenitors, fibroblasts, and endothelial cells. Arterioscler Thromb Vasc Biol 2005; 25: 692-697 Sarto P, Balducci E, Balconi G, Fiordaliso F, Merlo L, Tuzzato G, Pappagallo GL, Frigato N, Zanocco A, Forestieri C, Azzarello G, Mazzucco A, Valenti M T, Alborino F, Noventa D, Vinante O, Pascotto P, Sartore S, Dejana E, Latini R. Effects of exercise training on endothelial progenitor cells in patients with chronic heart failure. J Card Fail 2007; 13: 701-708 Galvez BG, Sampaolesi M, Barbuti A, Crespi A, Covarello D, Brunelli S, Dellavalle A, Crippa S, Balconi G, Cuccovillo I, Molla F, Staszewsky L, Latini R, DiFrancesco D, Cossu G. Cardiac mesoangioblasts are committed, self-renewable progenitors, associated with small vessels of juvenile mouse ventricle. Cell Death Differ 2008; 15: 1417-1428 Balconi G, Lehmann R, Fiordaliso F, Assmus B, Dimmeler S, Sarto P, Carbonieri E, Gualco A, Campana C, Angelici L, Masson S, Mohammed SAA, Dejana E, Gorini M, Zeiher AM, Latini R, GISSI-HF Investigators. Levels of circulating pro-angiogenic cells predict cardiovascular outcomes in patients with chronic heart failure. J Cardiac Fail 2009; 15: 747755 Raimondi MT, Balconi G, Boschetti F, Di Metri A, Mohammed SAA, Quaglini V, Araneo L, Galvéz BG, Lupi M, Latini R, Remuzzi A. An opto-structural method to estimate the stress-strain field induced by cell contraction on substrates of controlled stiffness in vitro. J Appl Biomater Funct Mater 2013; 11: 143-150 Paola Di Giulio si è diplomata in Infermieristica nel 1976 presso la Scuola Infermieri dell’Istituto Nazionale per lo Studio e la Cura dei Tumori di Milano, ha conseguito un Master in Cancer Nursing presso l’Università di Guildford (UK). Aree di interesse Coordinamento di studi multicentrici e osservazionali in area cardiologica e cure palliative. Coordinamento di reti infermieristiche. Ruoli attuali e passati in istituto e in organizzazioni esterne dal 2007 Docente e Responsabile (dal 2008) dell’area Cure dell’Unità di Ricerca della SUPSI (Scuola Universitaria delle Professioni Sanitarie della Svizzera Italiana) dal 2001 Professore associato presso l’Università degli Studi di Torino. Coordinatore del Comitato di redazione di: “Assistenza infermieristica e Ricerca” dal 1997 Responsabile dell’Unità di Ricerca Infermieristica, Istituto di Ricerche Farmacologiche "Mario Negri” di Milano dal 1995 Ricercatore senior presso il Dipartimento Cardiovascolare, Istituto di Ricerche Farmacologiche "Mario Negri” di Milano dal 1989 Consulente presso il Laboratorio di Farmacologia Clinica, Istituto di Ricerche Farmacologiche "Mario Negri” di Milano Principali pubblicazioni Amodeo R, De Ponti A, Sorbara L, Avanzini F, Di Giulio P, De Martini M. Come aumentare le conoscenze dei pazienti con cardiopatia ischemica sulla loro malattia? Utilità di un incontro educazionale tenuto da infermieri. G Ital Cardiol 2009; 10: 249-255 Di Giulio P, Pera C, Scarano M, Ferri B, Lepore V, Miani D, Tognoni G. Rapporto finale dello studio QDF (Qualità di vita, Depressione e Funzioni cognitive) nei pazienti con scompenso cardiaco. Assistenza Infermieristica e Ricerca 2009; 28: 5-38 Gouchon S, Gregori D, Picotto A, Patrucco G, Nangeroni M, Di Giulio P. Skin-to-Skin contact after cesarean delivery: an experimental study. Nurs Res 2010; 59: 78-84 Baldi I, Gouchon SM, Di Giulio P, Buja A, Gregori D. Group sequential and adaptive designs: a novel, promising tool for nursing research. J Adv Nurs 2011; 67: 1824-1833. Avanzini F, Di Giulio P, Amodeo R, Baldo S, Bergna ML, Busi G, Carlino L, Colombo F, Cotza R, De Ponti A, Di Rocco E, Marigliani C, Negri E, Roncaglioni MC, Saltarel I, Sorbara L, Tavani A, De Martini M. Efficacia di un intervento educativo infermieristico in pazienti ricoverati per una sindrome coronarica acuta. Assistenza Infermieristica e Ricerca 2011; 30: 16-23 Network of Nurses of GISSI-HF, Di Giulio P. Should patients perception of health status be integrated in the prognostic assessment of heart failure patients? A prospective study. Qual Life Res 2014; 23: 49-56 Fabio Fiordaliso si è laureato in Scienza Biologiche nel 1995 presso l’Università di Milano Attività formative 1998 Specializzazione in Ricerca Farmacologica, Istituto di Ricerche Farmacologiche “Mario Negri”, sede di Milano 1995 Laurea in Scienze Biologiche, Istituto di Patologia Generale, Università degli Studi di Milano Aree di interesse RAPPORTO ATTIVITA’ 177 2013 IRFMN Potenziale terapeutico di cellule staminali e composti anti-ossidanti in modelli animali di cardiomiopatia diabetica ed in colture primarie di miociti esposti ad iperglicemia. Studio dell’organizzazione morfologica e strutturale di cellule e tessuti utilizzando tecniche di microscopia ottica, confocale ed elettronica. Ruoli attuali e passati in istituto e in organizzazioni esterne dal 2007 Capo dell’Unità di Bio-imaging presso il Dipartimento di Ricerca Cardiovascolare, Istituto di Ricerche Farmacologiche “Mario Negri”, Milano dal 2006 Membro dell’Heart Failure Association (HFA) della European Society of Cardiology dal 2005 Membro del Working group on myocardial function (WG 4) della European Society of Cardiology dal 2005 Membro del Consiglio d’Amministrazione del Consorzio of Microscopy and Image Analysis (MIA) dal 2001 Ricercatore Senior presso il Laboratorio di Farmacologia Clinica Cardiovascolare, Istituto di Ricerche Farmacologiche “Mario Negri”, Milano 1997-2001 Post-Doctoral Research Fellow presso il Cardiovascular Research Institute (Department of Medicine), New York Medical College, Valhalla, New York 1994-1997 Ricercatore presso Laboratorio di Farmacologia Clinica Cardiovascolare, Istituto di Ricerche Farmacologiche “Mario Negri”, Milano 1992-1994 Tesista presso Istituto di Patologia Generale dell’Università di Milano Principali pubblicazioni Fiordaliso F, De Angelis N, Cuccovillo I, Bai A, Salio M, Serra DM, Bianchi R, Razzetti R, Latini R, Masson S. Effect of β-adrenergic and renin-angiotensin system blockade on myocyte apoptosis and oxidative stress in diabetic hypertensive rats. Life Sci 2007; 81: 951-959 Neri T, Merico V, Fiordaliso F, Salio M, Rebuzzini P, Sacchi L, Bellazzi R, Redi CA, Zuccotti M, Garagna S. The differentiation of cardiomyocytes from mouse embryonic stem cells is altered by dioxin. Toxicol Lett 2011; 202: 226236 Zoja C, Cattaneo S, Fiordaliso F, Lionetti V, Zambelli V, Salio M, Corna D, Pagani C, Rottoli D, Bisighini C, Remuzzi G, Benigni A. Distinct cardiac and renal effects of ETA receptor antagonist and ACE inhibitor in experimental type 2 diabetes. Am J Physiol - Renal Physiology 2011; 301: F1114-F1123 Basso M, Pozzi S, Tortarolo M, Fiordaliso F, Bisighini C, Pasetto L, Spaltro G, Lidonnici D, Gensano F, Battaglia E, Bendotti C, Bonetto V. Mutant copper-zinc superoxide dismutase (SOD1) induces protein secretion pathway alterations and exosome release in astrocytes: implications for disease spreading and motor neuron pathology in amyotrophic lateral sclerosis. J Biol Chem 2013; 288: 15699-15711 Papa S, Rossi F, Ferrari R, Mariani A, De Paola M, Caron I, Fiordaliso F, Bisighini C, Sammali E, Colombo C, Gobbi M, Canovi M, Lucchetti J, Peviani M, Morbidelli M, Forloni G, Perale G, Moscatelli D, Veglianese P. Selective nanovector mediated treatment of activated proinflammatory microglia/macrophage in spinal cord injury. ACS Nano 2013; 7: 9881-9895 Bigini P, Previdi S, Casarin E, Silvestri D, Violatto MB, Facchin S, Sitia L, Rosato A, Zuccolotto G, Realdon N, Fiordaliso F, Salmona M, Morpurgo M. In vivo fate of avidin-nucleic acid nanoassemblies as multifunctional diagnostic tools. ACS Nano 2014; 8: 175-187 Serge Masson si è laureato in Biochimica e Biofisica nel 1986 presso l’Università di Marsiglia (Francia) e si è specializzato nel 1990 in Biochimica e Biologia Cellulare (Docteur en Sciences, PhD) presso l’Università di Marsiglia (Francia), seguito da una formazione post-dottorale presso il Panum Institute di Copenaghen (Danimarca). Aree di interesse Ruolo fisiopatologico, diagnostico e prognostico dell’attivazione dei sistemi neuroendocrini nelle patologie cardiovascolari. Ruoli attuali e passati in istituto e in organizzazioni esterne dal 2002 Capo dell’Unità di Endocrinologia Cardiovascolare dell’Istituto di Ricerche Farmacologiche "Mario Negri" di Milano dal 2011 Esaminatore Tesi PhD per Open University di Londra dal 2002 Responsabile del Sistema Qualità del Dipartimento di Ricerca Cardiovascolare, dell’Istituto di Ricerche Farmacologiche "Mario Negri" di Milano Membro della American Heart Association (Basic Council) e del Working Group on Myocardial Function della Società Europea di Cardiologia dal 1994 Ricercatore presso il Dipartimento di Ricerca Cardiovascolare dell’Istituto "Mario Negri", Milano RAPPORTO ATTIVITA’ 178 2013 IRFMN 1993 1990-1993 1988-1990 Ricercatore presso il Laboratorio di Risonanza Magnetica, Ospedale “San Raffaele”, Milano Ricercatore post-dottorale presso l’Istituto Panum e Assitant Lecturer presso l’Università di Copenaghen, Danimarca Ricercatore presso la Facoltà di Medicina dell’Università di Marsiglia, Francia Principali pubblicazioni Latini R, Masson S, Pirelli S, Barlera S, Pulitano' G, Carbonieri E, Gulizia M, Vago T, Favero C, Zdunek D, Struck J, Staszewsky L, Maggioni AP, Franzosi MG, Disertori M, GISSI-AF Investigators. Circulating cardiovascular biomarkers in recurrent atrial fibrillation: data from the GISSI-Atrial Fibrillation Trial. J Intern Med 2011; 269: 160-171 Masson S, Anand I S, Favero C, Barlera S, Vago T, Bertocchi F, Maggioni AP, Tavazzi L, Tognoni G, Cohn JN, Latini R, Val-HeFT Investigators, GISSI-HF Investigators. Serial measurement of cardiac troponin T using a highly sensitive assay in patients with chronic heart failure. Data from two large randomized clinical trials. Circulation 2012; 125: 280288 Aleksova A, Masson S, Maggioni AP, Lucci D, Fabbri G, Beretta L, Mos L, Paino AM, Nicolosi GL, Marchioli R, Tognoni G, Tavazzi L, Sinagra G, Latini R, on behalf of the GISSI-Heart Failure (GISSI-HF) Investigators. n-3 polyunsaturated fatty acids and atrial fibrillation in patients with chronic heart failure: the GISSI-HF trial. Eur J Heart Fail 2013; 15: 1289-1295 Masson S, Latini R, Cioffi G, Urso R, Vago T, Lucci D, Mureddu GF, Tarantini L, Faggiano P, Girfoglio D, Velussi M, Maggioni AP, Giorda CB, Comaschi M, DYDA Investigators. Cardiovascular biomarkers, cardiac dysfunction, and outcomes in patients with type 2 diabetes: A prospective, multicenter study. Diabetes Care 2013; 36: e137-e138 Masson S, Latini R, Mureddu GF, Agabiti N, Miceli M, Cesaroni G, Forastiere F, Wienhues-Thelen U-H, Block D, Zaugg C, Vago T, Boccanelli R, on behalf of the Investigators of the PREDICTOR study. High-sensitivity cardiac troponin T for detection of subtle abnormalities of cardiac phenotype in a general population of elderly individuals. J Inter Med 2013; 273: 306-317 Masson S, Marchioli R, Mozaffarian D, Bernasconi R, Milani V, Dragani L, Tacconi MT, Marfisi RM, Borgese L, Cirrincione V, Febo O, Nicolis E, Maggioni AP, Tognoni G, Tavazzi L, Latini R, on behalf of the GISSI-HF Investigators. Plasma n-3 polyunsaturated fatty acids in chronic heart failure in the GISSI-Heart Failure Trial: Relation with fish intake, circulating biomarkers, and mortality. Am Heart J 2013; 165: 208-215.e4 Enrico Bjørn Nicolis ha frequentato il corso di laurea in Scienze dell’Informazione presso l’Università degli Studi di Milano. Attività formative 1991-1999 Borsista presso l’Istituto di Ricerche Farmacologiche "Mario Negri” di Milano Aree di interesse Gestione e analisi dati degli studi clinici controllati. Sviluppo di database e “tools” per gli studi di genetica di popolazione, in particolare per l’analisi di linkage. Ruoli attuali e passati in istituto dal 2001 Capo dell’Unità di Bioinformatica del Dipartimento di Ricerca Cardiovascolare, Istituto di Ricerche Farmacologiche "Mario Negri” di Milano dal 1999 Ricercatore nel Laboratorio di Valutazione Clinica dei Farmaci, Istituto di Ricerche Farmacologiche "Mario Negri” di Milano dal 1997 Sistemista del Centro di Calcolo dell’Istituto di Ricerche Farmacologiche "Mario Negri” di Milano dal 1991 Borsista nell’Unità di Informatica Medica e Statistica Applicata, Istituto di Ricerche Farmacologiche "Mario Negri” di Milano Principali pubblicazioni Nobili A, Gebru F, Rossetti A, Schettino F, Zahn R W, Nicolis E, Macario G, Celani L, Acik V O, Farina ML, Naldi L. Doctorline: A private toll-free telephone medical information service. Five years of activity: Old problems and new perspectives. Ann Pharmacother 1998; 32: 120-125 Santoro E, Nicolis E, Franzosi MG.Telecommunication technology for the management of large scale clinical trials: The GISSI experience. Comput Methods Programs Biomed 1999; 60: 215-223 Tognoni G, Franzosi MG, Nicolis E, Barlera S, Specchia C, Chiodini B, Crociati L, Ferrario L, PROCARDIS Consortium. A trio family study showing association of the lymphotoxin-alfa N26 (804A) allele with coronary artery disease. Eur J Hum Genet 2004; 12: 770-774 Specchia C, Barlera S, Chiodini BD, Nicolis EB, Farrall M, Peden J, Collins R, Watkins H, Tognoni G, Franzosi MG, PROCARDIS Consortium. Quantitative trait genetic linkage analysis of body-mass index in familial coronary artery disease. Hum Hered 2008; 66: 19-24 Barbati E, Specchia C, Villella M, Rossi ML, Barlera S, Bottazzi B, Crociati L, d'Arienzo C, Fanelli R, Garlanda C, Gori F, Mango R, Mantovani A, Merla G, Nicolis EB, Pietri S, Presbitero P, Sudo Y, Villella A, Franzosi MG. Influence of pentraxin 3 (PTX3) genetic variants on myocardial Infarction risk and PTX3 plasma levels. PLoS One 2012; 7: e53030 Ohmann C, Canham S, Cornu C, Dreß J, Gueyffier F, Kuchinke W, Nicolis EB, Wittenberg M. Revising the ECRIN standard requirements for information technology and data management in clinical trials. Trials 2013; 14: 97 RAPPORTO ATTIVITA’ 179 2013 IRFMN ATTIVITA’ DEL DIPARTIMENTO I laboratori afferenti al Dipartimento di Ricerca Cardiovascolare (nato dalla lunga esperienza degli studi GISSI) sviluppano attività di ricerca che coprono sia l'area sperimentale e di ricerca di base, sia quella della valutazione clinica ed epidemiologica di farmaci, di strategie diagnostico-terapeutiche, di fattori di rischio delle malattie cardiovascolari. Il Dipartimento privilegia progetti di ricerca a forte impronta collaborativa e multicentrica, che si interfaccia con la clinica, anche per quanto riguarda lo studio di biomarcatori di rischio cardiovascolare. L’attività di ricerca sperimentale è dedicata allo studio dell’attivazione dei processi infiammatori nell’infarto miocardico e nell’insufficienza cardiaca. A queste attività si è aggiunto un modello di arresto cardiaco e rianimazione cardiopolmonare (RCP) nel ratto e nel maiale con lo scopo di valutare la risposta infiammatoria e il danno d’organo (cuore e cervello) conseguenti alla rianimazione e nuovi trattamenti di preservazione di cuore e cervello. L’attività di ricerca clinica riguarda la valutazione clinica di farmaci e di strategie terapeutiche in ambito ospedaliero con la conduzione di sperimentazioni cliniche di grandi dimensioni in patologie di forte impatto epidemiologico quali lo scompenso cardiaco, le sindromi coronariche acute e la fibrillazione atriale; uno spazio è inoltre dedicato all’epidemiologia clinica e alla valutazione dei fattori di rischio dell'infarto miocardico, a cui si sono affiancati più recentemente studi di epidemiologia genetica focalizzati all’identificazione di nuovi geni e alla definizione del ruolo di geni candidati come associati alla cardiopatia ischemica e allo scompenso cardiaco. La collaborazione con reti di ricerca europee ha permesso la realizzazione di studi genetici di linkage e di associazione “genome wide” (GWAS) di larghe dimensioni. Infine, una linea di ricerca clinica riguarda la valutazione di marcatori circolanti (i cosiddetti “biomarkers”) nell’ambito di studi clinici multicentrici in patologie cardiologiche e in altre malattie. La collaborazione con una vasta rete di Medici di Medicina Generale ha consentito da anni la realizzazione di attività di ricerca clinica ed epidemiologica, specificamente originali nel panorama italiano, nell'ambito della prevenzione cardiovascolare attraverso sperimentazioni cliniche di grandi dimensioni. Una parte dell'attività è orientata alla valutazione della reale trasferibilità degli interventi preventivi di provata efficacia nella pratica clinica quotidiana attraverso studi epidemiologici e di outcome research, e alla farmacoepidemiologia a partire dalle analisi delle prescrizioni di grandi data-base amministrativi. Tra le diverse attività il Dipartimento di Ricerca Cardiovascolare ha contribuito ad accreditare l'Istituto come CRO (Contract Research Organization) accademica per la conduzione di studi clinici per lo più non-profit. Il Dipartimento è in grado di svolgere attività di monitoraggio (con il supporto di monitor certificati) ed è anche abilitato all'utilizzo di Eudravigilance per la sottomissione online dei report di safety. Il Dipartimento conduce inoltre studi di farmacoepidemiologia attraverso l'analisi di grandi database amministrativi di prescrizioni di farmaci effettuate in un grande campione di Unità Sanitarie Locali. La rete di ricerca infermieristica è orientata alla valutazione della qualità di salute e di vita dei pazienti e all'epidemiologia degli interventi infermieristici e alle loro implicazioni per il benessere e l'outcome dei pazienti. Partecipazione a progetti a finanziamento pubblico assegnati su base competitiva: RAPPORTO ATTIVITA’ 180 2013 IRFMN 1. 2. Progetti europei (FP7): - FOCUS - HOMAGE - CREACTIVE - SHOCKOMICS Progetti di Ricerca Finalizzata (Bando Ministero della Salute 2011-2012): - Immune procoagulant and inflammatory responses in severe sepsis and septic shock - Preclinical optimization of treatment with inhaled argon to improve neurological outcome and survival after cardiac arrest PRINCIPALI RISULTATI L’analisi di un sottogruppo di pazienti arruolati nello studio GISSI-AF ha mostrato che il rischio di ricorrenza di fibrillazione atriale è predetto dai livelli circolanti di biomarcatori cardiaci (peptidi natriuretici e troponina T) e dalla funzione dell'atrio sinistro valutata all'ecocardiografia quando il paziente era in ritmo sinusale. La disponibilità di predittori di fibrillazione atriale potrebbe aiutare nel trattamento precoce o additirittura preventivo di questa aritmia, che raggiunge incidenze intorno al 5-6% nella popolazione di soggetti superiori a 70 anni e che aumenta di circa 10 volte il rischio di ictus. Una recente analisi condotta sui 7000 pazienti con insufficienza cardiaca cronica, arruolati nello studio GISSI-HF, ha dimostrato che una diminuzione involontaria di peso in 3-6 mesi di almeno 2 kg costituisce un fattore di rischio rilevante, indipendente da tutti gli altri fattori. Sono in corso studi per meglio comprendere i meccanismi di questa perdita di peso e per valutare la possibilità di modularla. Sono in corso sperimentazioni sugli effetti cardio e neuroprotettivi del gas nobile argon, somministrato dopo arresto cardiaco. Risultati di esperimenti preliminari condotti sul maiale suggeriscono che la ventilazione con argon 70% e ossigeno a partire dall'inizio delle manovre rianimatorie migliora il recupero delle funzioni neurologiche e riduce i danni istologici a livello cerebrale e cardiaco. Il C4D Genetic Consortium, di cui il Consorzio PROCARDIS fa parte, ha dimostrato, insieme ad un altro importante gruppo europeo, l’esistenza di nuovi geni responsabili dello sviluppo della malattia coronarica e che la stessa è causata dal concorso di molti geni. Sono state identificate complessivamente 17 nuove varianti genetiche associate ad un aumento del rischio di infarto, che non si sapevano coinvolte nello sviluppo della malattia coronarica. Un grande studio internazionale focalizzato sulla ricerca delle cause genetiche dell’ictus cerebrale ischemic, promosso dall’International Stroke Genetics Consortium e dal Wellcome Trust Case Control Consortium 2, ha analizzato un’enorme massa di dati genetici di circa 50.000 persone di origine europea, delle quali circa 10.000 affetti da ictus ischemico. Lo studio, che ha ricevuto un contributo importante dal gruppo Malattie Cerebrovascolari dell’Istituto Neurologico Besta e dallo studio Procardis del Mario Negri, ha permesso di identificare un nuovo polimorfismo del gene HDAC9 sul cromosoma 7p21 associato all’ictus cerebrale ischemico, in particolare in quei soggetti che sviluppano infarti cerebrali dovuti alla stenosi o all’occlusione delle grosse arterie del collo e della testa (arterie carotidi, arterie vertebrali, arteria basilare). Sono stati pubblicati i risultati del trial Rischio&Prevenzione (N Engl J Med 2013; 368: 18001808) che aveva lo scopo di verificare se l’assunzione giornaliera di un grammo di acidi grassi polinsaturi (Omega-3) potesse prevenire, come già documentato nei pazienti con infarto del miocardio, le principali complicanze in una popolazione ad alto rischio cardiovascolare. Lo studio, condotto su più di 12.000 pazienti, con una età media di 64 anni, di cui il 39% donne, seguiti per 5 anni, ha evidenziato che un trattamento farmacologico con Omega-3 non comporta RAPPORTO ATTIVITA’ 181 2013 IRFMN vantaggi specifici in termini di riduzione di mortalità ed ospedalizzazione per motivi cardiovascolari, se aggiunta ad una buona assistenza medica così come è disponibile nella pratica degli 860 medici di medicina generale distribuiti in tutta Italia che hanno partecipato allo studio. COLLABORAZIONI NAZIONALI AMD (Associazione Medici Diabetologi) - Lombardia ANMCO (Associazione Nazionale Medici Cardiologi Ospedalieri) AREU - Azienda Regionale Emergenza Urgenza - Lombardia Azienda Ospedaliera CTO/Maria Adelaide, Torino Centro Cardiologico Monzino IRCCS, Milano Centro Emofilia e Trombosi Angelo Bianchi Bonomi, Fondazione Ca' Granda - Ospedale Maggiore Policlinico, Milano CINECA (Consorzio Interuniversitario per il Calcolo Automatico dell'Italia Nord-Orientale) CSeRMEG (Centro Studi e Ricerche in Medicina Generale) Dipartimento Cardio-Vascolare ed Endocrino-Metabolico, Ospedale Casa Sollievo della Sofferenza IRCCS, San Giovanni Rotondo (FG) Dipartimento Cardiologico “A. De Gasperis” - Struttura Complessa di Cardiologia 2 Insufficienza Cardiaca e Trapianto, Azienda Ospedaliera Ospedale Niguarda Ca’ Granda, Milano Dipartimento di Cardiologia e UTIC, Istituto Clinico Humanitas IRCCS, Rozzano (MI) Dipartimento di Immunologia, Istituto Clinico Humanitas IRCCS, Rozzano (MI) Ematologia, Ospedale Sant’Anna, Torino Fondazione Don Gnocchi IRCCS, Milano Fondazione Istituto Neurologico “Carlo Besta”, Milano Fondazione per il Tuo Cuore - Heart Care Foundation - ONLUS, Firenze Fondazione Sestini, Bergamo Gruppi organizzati di MMG (FIMMG, CoS, Ass.Cu.M.I., AMISI) IEO - Istituto Europeo di Oncologia, Milano IFOM-FIRC, Milano ISMETT Istituto Mediterraneo per i Trapianti e Terapie ad Alta Specializzazione, Palermo Istituto di Anestesiologia e Rianimazione, IRCCS Ospedale Maggiore Policlinico, Mangiagalli, Regina Elena, Milano Istituto di Anestesia e Rianimazione, Ospedale San Gerardo, Monza (MI) Istituto di Ricerca in Cure palliative Lino Maestroni, Cremona Istituto Ortopedico Galeazzi, Milano Istituto Ortopedico Rizzoli, Bologna IRCCS Fondazione Cà Granda Ospedale Maggiore Policlinico, Milano Laboratorio di Endocrinologia, Ospedale Luigi Sacco, Milano PoliMi Politecnico, Milano Regione Emilia Romagna Regione Lombardia Regione Lazio, Dipartimento di Epidemiologia Servizio Farmaceutico, USSL 20, Verona SIBioC (Società Italiana di Biochimica Clinica e Biologia Molecolare) Unità Operativa di Anatomia e Istologia Patologica, Ospedale Luigi Sacco, Milano Unità Operativa Semplice di Neuroanestesia e Neurorianimazione, Dipartimento di Medicina Perioperatoria e Terapie Intensive, Ospedale San Gerardo, Monza (MI) Unità Operativa Piede Diabetico, IRCCS Multimedica, Sesto San Giovanni (MI) RAPPORTO ATTIVITA’ 182 2013 IRFMN Università degli Studi di Milano, Dipartimento di Medicina Interna Università degli Studi di Milano, Dipartimento di Scienze Farmacologiche Università degli Studi di Milano, Polo Veterinario di Lodi (MI) Università degli Studi di Milano Bicocca, Dipartimento di Biotecnologie e Bioscienze Università degli Studi di Milano Bicocca, Dipartimento di Scienze della Salute, Centro di Biostatistica per l’Epidemiologia Clinica Università degli Studi di Catania, Dipartimento di Anestesia e Terapia Intensiva Università degli Studi di Catania, Dipartimento di Scienze del Farmaco, Sezione di Biochimica Università degli Studi di Palermo, Scuola di Specializzazione in Anestesia e Rinimazione Università degli Studi di Torino, Dipartimento di Anatomia, Farmacologia e Medicina Forense Università degli Studi di Torino, Dipartimento di Scienze della Sanità Pubblica e Pediatriche Università degli Studi di Verona, Dipartimento di Sanità Pubblica Università degli Studi di Verona, Istituto di Anatomia Umana COLLABORAZIONI INTERNAZIONALI Cecomet (Centro de Epidemiologia comunitaria y Medicina tropical, Esmeraldas) Ecuador Cochrane Collaboration, Oxford, UK Clinical Trial Research Unit, Auckland University, Nuova Zelanda CNIC Centro Nacional de Investigaciones Cardiovasculares, Madrid , Spagna CTSU (Clinical Trial Service Unit) /ISIS (International Studies on Infarct Survival), Oxford, UK Department of Cardiology, Italian Hospital of Buenos Aires, Argentina Department of Epidemiology, Harvard School of Public Health, Boston, USA DSAN SUPSI (Scuola Universitaria Professioni Sanitarie), Lugano, Svizzera ECLA (Estudios Cardiologicos de Latino-America) ECRIN (European Clinical Research Infrastructures Network) Helsingborg Hospital, Sweden Institut Lorrain du Coeur et des Vaisseaux Louis Mathieu, Vandoeuvre-les-Nancy, Francia Institute of Clinical Medicine, Akershus University Hospital, Lørenskog, Norvegia Karolinska Institutet, Stockholm, Svezia Laerdal Foundation for Acute Medicine, Stavanger, Norway Mayo Clinic, Cardiorenal Research Lab, Rochester, MN, USA PHRI (Population Health Research Institute), McMaster University, Hamilton, Ontario, Canada The Third Military University, Chong Qing, China University of Cambridge, UK University of Aachen, Germany University of Helsinki, Central Hospital, Finland University of Manchester, Medicine/Cardiology Manchester Royal Infirmary, UK University of Minnesota, Minneapolis, USA University Medical Center, Groningen, Olanda Wellcome Trust Centre for Human Genetics, University of Oxford, UK WONCA (World Organization of Family Doctors) PRESENZA IN COMITATI EDITORIALI Assistenza Infermieristica e Ricerca, European Journal of Oncology Nursing, International Journal of Practice Development (Paola Di Giulio) Current Controlled Trials, Global Heart (Maria Grazia Franzosi) RAPPORTO ATTIVITA’ 183 2013 IRFMN Journal of Cardiac Failure, Journal of Cardiovascular Medicine (Roberto Latini) Disease Markers (Serge Masson) Open Access Critical Care, Resuscitation, The Scientific World Journal (Giuseppe Ristagno) European Heart Journal, International Journal of Health Services, Journal of Cardiovascular Medicine (Gianni Tognoni) ATTIVITA' DI REVISIONE American Heart Journal, American Journal of Cardiology, American Journal of Medicine, Annali di Igiene, Archives of Medical Research, Atherosclerosis Thrombosis and Vascular Biology, Biomarkers in Medicine, BMC Cardiovascular Disorders, Canadian Medical Association Journal, Cardiology, Cardiovascular Drugs and Therapy, Cardiovascular Research, Circulation, Clinical Biochemistry, Clinical Pharmacology and Therapeutics, Critical Care Medicine, Diabetes Research and Clinical Practice, European Heart Journal, European Journal of Cardiovascular Nursing, European Journal of Heart Failure, European Journal of Oncology Nursing, Expert Review Molecular Diagnostics, Free Radical Biology & Medicine, Health and Quality of Life, Heart, Heart Vessels, International Journal of Cardiology, International Journal Diabetes in Developing Countries, ISRN Nursing (International Scholarly Research Network), International Journal of Obesity, Intensive Care Medicine, JACC, JACC-HF, JAMA, Journal of Cardiac Failure, Journal of Clinical Laboratory Analysis, Journal of Cardiovascular Medicine, Journal of Critical Care, Journal of Internal Medicine, Lancet, Life Sciences, Metabolism, Nursing Research, PLoS Medicine, PharmacoEconomics, Pharmacological Research, Postgraduate Medical Journal, Recent Patents in Endocrinology Metabolism Immune Drug Discovery, Redox Report, Resuscitation, Trials PRESENZA IN COMMISSIONI NAZIONALI E INTERNAZIONALI Comitato Etico della Provincia di Trento Comitato Scientifico IRC - Italian Resuscitation Council, Bologna Gruppo di Studio SIAARTI - Società Italiana Anestesia Analgesia Rianimazione Terapia Intensiva Working Group Basic Life Support, European Resuscitation Council ORGANIZZAZIONE DI EVENTI Investigator's Meeting - Incontro finale Ricercatori ALBIOS - ALBumin Italian Outcome Sepsis study 28/03/13, Aula Guasti, IRCCS - Istituto di Ricerche Farmacologiche “Mario Negri”, Milano Investigator's Meeting - Riunione sullo stato di avanzamento dello studio REGIA - Rischio Emorragico GInocchio e Anca Studio osservazionale prospettico di coorte sull’incidenza degli eventi emorragici nei pazienti sottoposti ad interventi di sostituzione protesica di ginocchio ed anca 08/05/13, Aula E, IRCCS - Istituto di Ricerche Farmacologiche “Mario Negri”, Milano Investigator's Meeting - Riunione sullo stato di avanzamento dello studio ICOS-ONE (International CardioOncology Society-ONE Trial) 14/05/13, Aula Poster, IRCCS - Istituto di Ricerche Farmacologiche “Mario Negri”, Milano RAPPORTO ATTIVITA’ 184 2013 IRFMN Investigator's Meeting - Riunione sullo stato di avanzamento dello studio CYCLE (Ciclosporina A nell’infarto miocardico acuto riperfuso) 30/05/13, Sala Giacomo Binda - Fortezza da Basso, Firenze Investigator's Meeting - Riunione di avvio dello Studio FALCO (Sorveglianza dei pazienti con Fibrillazione Atriale in Lombardia trattati con AntiCoagulanti Orali) 03/12/13, Aula E, IRCCS - Istituto di Ricerche Farmacologiche “Mario Negri”, Milano Master di I° Livello in Ricerca Clinica dell’Università degli Studi di Milano, Facoltà di Medicina e Chirurgia (Anno Accademico 2013-2014) 05/11/13 Introduzione al corso La ricerca clinica oggi: profit e no-profit Corso di introduzione alla statistica medica 06/11/13 Elementi di statistica descrittiva Il disegno dello studio in epidemiologia 07/11/13 Inferenza statistica 1: Stima e intervalli di confidenza Esercitazioni di Inferenza Statistica - 1 11/11/13 Il disegno degli studi clinici Metodi statistici per l’analisi dell’outcome. Le principali misure di rischio 13/11/13 Legislazione sulla sperimentazione clinica e ruolo dei Comitati Etici - 1 Esercitazioni di Inferenza Statistica - 2 14/11/13 Legislazione sulla sperimentazione clinica e ruolo dei Comitati Etici - 2 18/11/13 La dimensione del campione negli studi clinici Dagli studi primari alla sintesi delle evidenze: revisioni sistematiche e metanalisi 19/11/13 Revisioni sistematiche e metanalisi Sistemi free per la gestione delle referenze Gestione della ricerca clinica in un IRCCS 20/11/13 Reazioni avverse e farmacovigilanza Uso clinico dei biomarker in oncologia 21/11/13 Gestione della complessità clinico-terapeutica del paziente anziano ospedalizzato Le interazioni tra farmaci Monitoraggio delle sperimentazioni cliniche in medicina generale Monitoraggio negli studi no-profit 25/11/13 Trial di non-inferiorità Ricerca clinica nel campo dell’epilessia. Ricerca clinica nell’ictus 26/11/13 La ricerca bibliografica oggi Internet e le nuove tecnologie per l'aggiornamento medico-scientifico Ricerca Traslazionale Outcome Research 27/11/13 Dalla preclinica alla clinica: sviluppo di nuovi farmaci cardiovascolari Il monitoraggio dei Clinical Trial in Ricerca Cardiovascolare 28/11/13 Gestione della ricerca clinica in Azienda La farmacovigilanza degli studi no profit: nuove direttive e prospettive future 02/12/13 Problemi aperti nella scoperta e nello sviluppo di farmaci Ricerca in medicina generale Monitoraggio degli studi clinici profit & report delle reazioni avverse 03/12/13 Il “discorso etico”: dalla linearità dei buoni principi alla provocazione del reale 05/12/13 Test diagnostici e Teorema di Bayes Inferenza statistica 2: Test statistici 06/12/13 Analisi della sopravvivenza Esercitazione RAPPORTO ATTIVITA’ 185 2013 IRFMN IRCCS - Istituto di Ricerche Farmacologiche “Mario Negri”, Milano PRESENTAZIONI A CONGRESSI ED EVENTI Unità di Terapia Intensiva Cardiologica - Clinica Cardiologica, Dipartimento di Scienze Cardiologiche, Toraciche e Vascolari dell’Università di Padova. I° Congresso Nazionale di ipotermia terapeutica in cardiologia. Una nuova era nelle cure post-arresto cardiaco. 01/02/13, Crowne Plaza Hotel, Padova, Italy - Fisiopatologia della sindrome post arresto cardiaco ESC European Society of Cardiology - ESC Working Group on Cardiovascular Pharmacology and Drug Therapy. Biomarkers for innovative medicine in heart failure - Biomarker and clinical decision making in CV disease: focus on heart failure. Eighth Annual Meeting: Transatlantic Heart Failure Biomarker Working Group. 20-21/04/13, Cannes, France - Potential novel heart failure biomarkers - Potential novel biomarkers of left ventricular hypertrophy in elderly people. The PREDICTOR Study SMART - Organizing and Scientific Committee. 24° SMART - Simposio Mostra Anestesia, Rianimazione e Terapia Intensiva. Emergenza I. 08-10/05/13, MiCo-Milano Congressi Ala Nord, Milano, Italy - New circulating biomarkers predictive of outcome after resuscitation from cardiac arrest Istituto Clinico Humanitas IRCCS. Seminar: Inflammation in cardiovascular diseases: the case of heart failure and artrial fibrillation. 16/05/13, Rozzano MI, Italy - Inflammation in cardiovascular diseases: the case of heart failure and artrial fibrillation Università degli Studi di Palermo - Scuola di Specializzazione in Malattie dell’Apparato Cardiovascolare. Aggiornamenti della Scuola in tema di: Sindrome post-arresto cardiaco, Aritmologia interventistica, Supporti meccanici all’assistenza ventricolare, Risonanza magnetica e diagnostica cardiologica, Ischemia miocardica (Sessione: La sindrome post-arresto cardiaco). 17-18/05/13, Steri, Sala delle Capriate, Palermo, Italy - Fisiopatologia della sindrome post arresto cardiaco EFLM European Federation of Clinical Chemistry and Laboratory Medicine. EUROMEDLAB 2013, 20th IFCC-EFLM European Congress and 45th SIBioC Congress. 19-23/05/13, Milano, Italy - Presepsin (sCD14-ST) is an early predictors of outcome in patients with severe sepsis or septic shock. Preliminary data from the ALBumin Italian Outcome Sepsis (ALBIOS) Study AMD Associazione Medici Diabetologi. XIX Congresso Nazionale AMD. 29/05-01/06/13, Marriott Park Hotel, Roma, Italy - ANNO 2010: viaggio nella prescrizione farmacologica del diabetico anziano in Lombardia ANMCO Associazione Nazionale Medici Cardiologi Ospedalieri - Fondazione per il tuo Cuore ONLUS - Heart Care Foundation. 50 anni uniti nel cuore, 44° Congresso Nazionale di Cardiologia ANMCO. 30/05-01/06/13, Fortezza da Basso, Firenze, Italy - Il modello di score del rischio GISSI-HF nei pazienti con scompenso cardiaco RAPPORTO ATTIVITA’ 186 2013 IRFMN European Atherosclerosis Society. 81st EAS Congress. Centro Congressi Cité Internationale, 02-05/06/13, Lyone, France - Association of ADIPOQ gene variants and heart failure in an italian population IRC Italian Resuscitation Council. Rispondere, Agire, Ricostruire. Scegliere la solidarietà. Congresso Nazionale IRC, 07-09/06/13, Pieve di Cento (BO), Italy - Compressori meccanici per RCP - Debriefing dopo RCP: cosa, come, quali dati - Campagna VIVA! Iniziative realizzate e in via di sviluppo ANMCO Associazione Nazionale Medici Cardiologi Ospedalieri - Fondazione per il tuo Cuore ONLUS - Heart Care Foundation. Corso avanzato di formazione su metodologia, strategie e tecniche della ricerca clinica. Edizione 2012-2013 - Introduzione alla ricerca Clinica, 11/06/13, Learning Centre ANMCO, Firenze, Italy - Trial clinici. Laboratori centralizzati (core labs) per imaging e analisi di laboratorio. Sottoprogetti ANMCO Associazione Nazionale Medici Cardiologi Ospedalieri - Fondazione per il tuo Cuore ONLUS - Heart Care Foundation. Corso avanzato di formazione su metodologia, strategie e tecniche della ricerca clinica. Edizione 2012-2013 Modulo 5 - Storia naturale di un farmaco. Dal laboratorio di ricerca alla pratica clinica, 26-28/06/13, Learning Centre ANMCO, Firenze, Italy - Biomarkers in cardiologia Roche Diagnostics International Ltd. ProCardio Symposium, 9th International Symposium. The value of biomarkers in cardiovascular disease. 29-30/08/2013, Amsterdam, The Netherlands - Monitoring risk in chronic heart failure: the GISSI and Val-HeFT study European Society of Cardiology. ESC Congress 2013. 31/08-04/09/13, Amsterdam, The Netherlands - The fibroblast growth factor-23/vitamin D axis, left ventricular mass and mortality in elderly people - Reduction in body weight is an independent risk factor for mortality in chronic heart failure. Insights from GISSI-HF and Val-HeFT trial German Sepsis Society. 6th International Congress. Sepsis and multiorgan dysfunction of cardiology. 04-06/09/13, Weimar, Germany - Comparison of presepsin (sCD 14-ST) and procalcitonin for early prediction of outcome in severe septic shock. Preliminary findings from the Albumin Italian Outcome Sepsis (ALBIOS) study Heart Failure Society. 17th Annual Scientific Meeting. 22-25/09/13, The Peabody Orlando Hotel, Orlando, Florida, USA - The ANP genetic variant rs5068 is associated with higher circulating concentrations of natriuretic peptides in patients with chronic heart failure ESICM European Society of Intensive Care Medicine. Lives 2013, 26th Annual Congress (President’s Session - Improving patient outcomes across the globe: insights from the latest randomized studies). 05-09/10/13, Paris, France - Amplitude spectrum area to predict defibrillation outcome and survival during pre-hospital cardiopulmonary resuscitation in 1617 cardiac arrest patients in Lombardia, Italy RAPPORTO ATTIVITA’ 187 2013 IRFMN Maastricht University - Faculty of Health Medicine and Life Science - Department of Cardiology. Grand Rounds Lecture at the azM. 11/10/13, Maastricht Universitair Medical Center, The Netherlands - Inflammation, consequence or cause? The case of heart failure and artrial fibrillation European Resuscitation Council - Polish Resuscitation Council Resuscitation. Scientific Symposyum of the ERC on Outcomes (Session: Monitoring the efficiency of resuscitation). 2526/10/13, Krakow, Poland - Ventricular fibrillation analyses to guide CPR intervention and predict success of defibrillation” GiViTI (Gruppo Italiano per la Valutazione degli Interventi in Terapia Intensiva). 22° GiViTI Meeting - CREACTIVE Kickoff Meeting. 13-15/11/13, Centro Congressi, Pesaro, Italy - Imaging e biomarker nello studio CREACTIVE SITI - Società Italiana di Terapia Intensiva. 26° Congresso Nazionale SITI (Sessione: Nuove Tecnologie). 14-16/11/13, Firenze, Italy - Novità nel campo della defibrillazione American Heart Association - American Stroke Association. Annual Meeting ReSS. Resuscitation Science Symposium (Session: Best of the best oral abstract presentations). 1617/11/13, Dallas, Texas, USA - Activation of the kynurenine pathway in patients resuscitated from ventricular fibrillation outof-hospital cardiac arrest American Heart Association. AHA Annual Meeting. Scientific Session 2013 (Session: Cardiac arrest and resuscitation: mechanisms and laboratory studies and Session: Novel strategies to improve outcome from cardiac arrest). 16-20/11/13, Dallas, Texas, USA. - Post-resuscitation treatment with argon improves neurological outcome in a porcine model of myocardial infarction and cardiac arrest - Ventricular fibrillation waveform analysis to better guide resuscitation interventions Boheringer Ingelheim. GLORIA-AF Global Registry on Long-Term Oral Antithombotic Treatment in Patients with Atrial Fibrillation. Investigators’ Meeting. 09/12/13, Boheringer Ingelheim, Milano, Italy. - Presentazione del protocollo dello studio GLORIA-AF Azienda Ospedaliera di Padova - GEPA (Gestione Elettromedicali Prodotti per Analisi). PreSEPSIn pathfast. Utilizzo di presepsin (sCD14-ST) quale marcatore di sepsi. 18/12/13, Aula Didattica, Istituto di Anestesia e Rianimazione, Padova, Italy - Risultati trial ALBIOS: 100 Terapie Intensive in Italia - La presepsina in pazienti con sepsi severa e shock settico: risultati dello studio ALBIOS. Una banca biologica rappresentativa CONTRIBUTI E CONTRATTI AIFA (Agenzia Italiana del Farmaco), Azienda Ospedaliera Ospedale Niguarda Ca’ Granda Milano, Azienda Ospedaliera San Gerardo Monza, Bluegreen Biotech Srl, Boehringer Ingelheim Italia Spa, Chiesi Farmaceutici, Centro Nacional de Investigaciones Cardiovasculares (CNIC) Madrid, Comunità Europea, Consorzio Mario RAPPORTO ATTIVITA’ 188 2013 IRFMN Negri Sud Santa Maria Imbaro, Elior Ristorazione SpA, Fondazione Banca Popolare di Bergamo Onlus, Fondazione San Raffaele del Monte Tabor Milano, Fondazione Humanitas per la Ricerca Rozzano, Fondazione per il Tuo Cuore - Heart Care Foundation Onlus Firenze, Fondazione Livia Tonolli Pallanza, Fondazione Sestini Bergamo, Fondazione Veronesi, Health Diagnostic Laboratory, Inc., USA, Helsinki University - Central Hospital, Helsingborg Hospital, Institute of Clinical Medicine Akershus University Hospital - Lørenskog, Istituto Europeo di Oncologia IRCCS Milano, Laerdal Foundation for Acute Medicine Stavanger, Ministero della Salute, Mitsubishi Chemical Europe, Novartis Pharma SpA, Perfetti Van Melle SpA, Prima Vera SpA, Population Health Research Institute-Mc Master University, Regione Lombardia, ROCHE Diagnostics, Sigma Tau SpA, SPA Società Prodotti Antibiotici SpA, Università degli Studi di Milano, Università degli Studi Milano Bicocca, University of Manchester, UK SELEZIONE PUBBLICAZIONI SCIENTIFICHE (2013) Aleksova A, Masson S, Maggioni AP, Lucci D, Fabbri G, Beretta L, Mos L, Paino AM, Nicolosi GL, Marchioli R, Tognoni G, Tavazzi L, Sinagra G, Latini R, on behalf of the GISSI-Heart Failure (GISSI-HF) Investigators n-3 polyunsaturated fatty acids and atrial fibrillation in patients with chronic heart failure: the GISSI-HF trial Eur J Heart Fail 2013; 15: 1289-1295 Amigoni M, Bellani G, Zambelli V, Scanziani M, Farina F, Fagnani L, Latini R, Fumagalli R, Pesenti A Unilateral acid aspiration augments the effects of ventilator lung injury in the contralateral lung Anesthesiology 2013; 119: 642-651 Askevold ET, Aukrust P, Nymo SH , Lunde I G, Kaasbøll OJ, Aakhus S, Florholmen G, Ohm I K, Strand ME, Attramadal H, Fiane A, Dahl CP, Finsen AV, Vinge LE, Christensen G, Yndestad A, Gullestad L, Latini R, Masson S, Tavazzi L, GISSI-HF Investigators, Ueland T The cardiokine secreted Frizzled-related protein 3, a modulator of Wnt signalling, in clinical and experimental heart failure J Intern Med 2013; E-pub Aspromonte N, Di Fusco SA, Latini R, Cruz DN, Masson S, Tubaro M, Palazzuoli A Natriuretic peptides in acute chest pain and acute coronary syndrome: from pathophysiology to clinical and prognostic applications Coron Artery Dis 2013; 24: 33-39 Barlera S, Tavazzi L, Franzosi MG, Marchioli R, Raimondi E, Masson S, Urso R, Lucci D, Nicolosi GL, Maggioni AP, Tognoni G, on behalf of the GISSI-HF Investigators Predictors of mortality in 6975 patients with chronic heart failure in the Gruppo Italiano per lo Studio della Streptochinasi nell'Infarto Miocardico-Heart Failure Trial. Proposal for a Nomogram Circ Heart Fail 2013; 6: 31-39 Basso M, Pozzi S, Tortarolo M, Fiordaliso F, Bisighini C, Pasetto L, Spaltro G, Lidonnici D, Gensano F, Battaglia E, Bendotti C, Bonetto V Mutant copper-zinc superoxide dismutase (SOD1) induces protein secretion pathway alterations and exosome release in astrocytes: implications for disease spreading and motor neuron pathology in amyotrophic lateral sclerosis J Biol Chem 2013; 288: 15699-15711 Brunelli L, Ristagno G, Bagnati R, Fumagalli F, Latini R, Fanelli R, Pastorelli R A combination of untargeted and targeted metabolomics approaches unveils changes in the kynurenine pathway following cardiopulmonary resuscitation Metabolomics 2013; 9: 839-852 Cerchiari EL, Grieco N, Pellis T, Ristagno G, Scapigliati A, Semeraro F Social networks as a tool to promote the week of cardiac arrest awareness “Viva!” in Italy RAPPORTO ATTIVITA’ 189 2013 IRFMN Resuscitation 2013; 84: e85-e86 Chen B, Yin C, Ristagno G, Quan W, Tan Q, Freeman G, Li Y Retrospective evaluation of current-based impedance compensation defibrillation in out-of-hospital cardiac arrest Resuscitation 2013; 84: 580-585 Cioffi G, Faggiano P, Lucci D, Maggioni AP, Manicardi V, Travaglini A, Girfoglio D, Masson S, Giorda CB, Velussi M, Di Lenarda A, Verdecchia P, Comaschi M Left ventricular dysfunction and outcome at two-year follow-up in patients with type 2 diabetes: The DYDA study Diabetes Res Clin Pract 2013; 101: 236-242 Connolly SJ, Wallentin L, Ezekowitz MD, Eikelboom JW, Oldgren J, Reilly PA, Brueckmann M, Pogue J, Alings M, Amerena JV, Avezum A, Baumgartner I, Budaj AJ, Chen JH, Dans AL, Darius H, Di Pasquale G, Ferreira J, Flaker GC, Flather MD, Franzosi MG, Golitsyn SP, Halon DA, Heidbuchel H, Hohnloser SH, Huber K, Jansky P, Kamensky G, Keltai M, Kim SS, Lau CP, Le Heuzey JY, Lewis BS, Liu L, Nanas J, Omar R, Pais P, Pedersen KE, Piegas LS, Raev D, Smith PJ, Talajic M, Tan RS, Tanomsup S, Toivonen L, Vinereanu D, Xavier D, Zhu J, Wang SQ, Duffy CO, Themeles E, Yusuf S The long term multi-center observational study of dabigatran treatment in patients with atrial fibrillation (RELYABLE) study Circulation 2013; 128: 237-243 Damman K, Masson S, Hillege HL, Voors AA, van Veldhuisen DJ, Rossignol P, Proietti G, Barbuzzi S, Nicolosi GL, Tavazzi L, Maggioni AP, Latini R Tubular damage and worsening renal function in chronic heart failure J Am Coll Cardiol HF 2013; 1: 417-424 Disertori M, Franzosi MG, Barlera S, Cosmi F, Quintarelli S, Favero C, Cappellini G, Fabbri G, Maggioni A P, Staszewsky L, Moroni LA, Latini R, on behalf of the GISSI-AF Investigators Thromboembolic event rate in paroxysmal and persistent atrial fibrillation: Data from the GISSI-AF trial BMC Cardiovasc Disord 2013; 13: 28 Dokainish H, Rajaram M, Prabhakaran D, Afzal R, Orlandini A, Staszewsky L, Franzosi MG, Llanos J, Martinoli E, Roy A, Yusuf S, Mehta S, Lonn E, Echocardiographic Substudy of the OASIS-6 Trial Investigators - Echo OASIS 6 Incremental value of left ventricular systolic and diastolic function to determine outcome in patients with acute STSegment elevation myocardial infarction: The Echocardiographic Substudy of the OASIS-6 Trial Ecocardiography 2013, E-pub Dubourg J , Messerer M, Karakitsos D, Rajajee V, Antonsen E, Javouhey E, Cammarata A, Cotton M, Daniel RT, Denaro C, Douzinas E, Dubost C, Berhouma M, Kassai B, Rabilloud M, Gullo A, Hamlat A , Kouraklis G , Mannanici G, Marill K, Merceron S, Poularas J, Ristagno G, Noble V, Shah S, Kimberly H, Cammarata G, Moretti R, Geeraerts T Individual patient data systematic review and meta-analysis of optic nerve sheath diameter ultrasonography for detecting raised intracranial pressure: protocol of the ONSD research group Syst Rev 2013; 2: 62 Hohnloser SH, Shestakovska O, Eikelboom J, Franzosi MG, Tan RS, Zhu J, Yusuf S, Connolly SJ The effects of apixaban on hospitalizations in patients with different types of atrial fibrillation: insights from the AVERROES trial Eur Heart J 2013; 34: 2752–2759 Kette F, Locatelli A, Bozzola M, Zoli A, Li Y, Salmoiraghi M, Ristagno G, Andreassi A Electrical features of eighteen automated external defibrillators: A systematic evaluation Resuscitation 2013; 84: 1596-1603 Latini R, Masson S Significance of measurable cardiac troponin by high-sensitivity assays in patients with chronic stable heart failure Coron Artery Dis 2013; 24: 716-719 Latini R, Staszewsky L, Sun J, Bethel MA, Disertori M, Haffner SM, Holman RR, Chang F, Giles TD, Maggioni AP, Rutten GEHM, Standl E, Thomas L, Tognoni G, Califf RM, McMurray JJV Incidence of atrial fibrillation in a population with impaired glucose tolerance: The contribution of glucose metabolism and other risk factors. A post hoc analysis of the Nateglinide and Valsartan in Impaired Glucose Tolerance Outcomes Research trial RAPPORTO ATTIVITA’ 190 2013 IRFMN Am Heart J 2013; 166: 935-940.e1 La Rovere MT, Staszewsky L, Barlera S, Maestri R, Mezzani A, Midi P, Marchioli R, Maggioni AP, Tognoni G, Tavazzi L, Latini R, on behalf of the GISSI-HF Investigators n-3PUFA and holter derived autonomic variables in patients with heart failure: Data from the Gruppo Italiano per lo Studio della Sopravvivenza nell'Insufficienza Cardiaca (GISSI-HF) Holter Substudy Heart Rhythm 2013; 10: 226-232 Lesogor A, Cohn JN, Latini R, Tognoni G, Krum H, Massie B, Zalewski A, Kandra A, Hua TA, Gimpelewicz C Interaction between baseline and early worsening of renal function and efficacy of renin-angiotensin-aldosterone system blockade in patients with heart failure: insights from the Val-HeFT study Eur J Heart Fail 2013; 15: 1236-1244 Levantesi G, Marfisi RM, Franzosi MG, Maggioni AP, Nicolosi GL, Schweiger C, Silletta MG, Tavazzi L, Tognoni G, Marchioli R Uric acid: A cardiovascular risk factor in patients with recent myocardial infarction Int J Cardiol 2013; 167: 262-269 Levantesi G, Marfisi RM, Mozaffarian D, Franzosi MG, Maggioni AP, Nicolosi GL, Schweiger C, Silletta MG, Tavazzi L, Tognoni G, Marchioli R Wine consumption and risk of cardiovascular events after myocardial infarction: Results from the GISSI-Prevenzione trial Int J Cardiol 2013; 163: 282-287 Marijon E, Le Heuzey J-Y, Connolly SJ, Yang S, Pogue J, Brueckmann M, Eikelboom J, Themeles E, Ezekowitz M, Wallentin L, Yusuf S, RE-LY Investigators Causes of death and influencing factors in patients with atrial fibrillation. A competing-risk analysis from the Randomized Evaluation of Long-Term Anticoagulant Therapy Study Circulation 2013; 128: 2193-2201 Masson S, Latini R, Cioffi G, Urso R, Vago T, Lucci D, Mureddu GF, Tarantini L, Faggiano P, Girfoglio D, Velussi M, Maggioni AP, Giorda CB, Comaschi M, DYDA Investigators Cardiovascular biomarkers, cardiac dysfunction, and outcomes in patients with type 2 diabetes: A prospective, multicenter study Diabetes Care 2013; 36: e137-e138 Masson S, Latini R, Mureddu GF, Agabiti N, Miceli M, Cesaroni G, Forastiere F, Wienhues-Thelen U-H, Block D, Zaugg C, Vago T, Boccanelli R, on behalf of the Investigators of the PREDICTOR study High-sensitivity cardiac troponin T for detection of subtle abnormalities of cardiac phenotype in a general population of elderly individuals J Inter Med 2013; 273: 306-317 Masson S, Marchioli R, Mozaffarian D, Bernasconi R, Milani V, Dragani L, Tacconi MT, Marfisi RM, Borgese L, Cirrincione V, Febo O, Nicolis E, Maggioni AP, Tognoni G, Tavazzi L, Latini R, on behalf of the GISSI-HF Investigators Plasma n-3 polyunsaturated fatty acids in chronic heart failure in the GISSI-Heart Failure Trial: Relation with fish intake, circulating biomarkers, and mortality Am Heart J 2013; 165: 208-215.e4 Monesi L, Tettamanti M, Cortesi L, Baviera M, Marzona I, Avanzini F, Monesi G, Nobili A, Riva E, Fortino I, Bortolotti A, Fontana G, Merlino L, Trevisan R, Roncaglioni M C Elevated risk of death and major cardiovascular events in subjects with newly diagnosed diabetes: Findings from an administrative database. Nutr Metab Cardiovasc Dis 2013 E-pub Mozaffarian D, Wu JHY, de Oliveira Otto MC , Sandesara CM, Metcalf RG, Latini R, Libby P, Lombardi F, O'Gara PT, Page RL, Silletta MG, Tavazzi L, Marchioli R Fish oil and post-operative atrial fibrillation. A meta-analysis of randomized controlled trials J Am Coll Cardiol 2013; 61: 2194-2196 Mureddu GF, Tarantini L, Agabiti N, Faggiano P, Masson S, Latini R, Cesaroni G, Miceli M, Forastiere F, Scardovi AB, Uguccioni M, Boccanelli A RAPPORTO ATTIVITA’ 191 2013 IRFMN Evaluation of different strategies for identifying asymptomatic left ventricular dysfunction and pre-clinical (stage B) heart failure in the elderly. Results from "PREDICTOR", a population based-study in central Italy Eur J Heart Fail 2013; 15: 1102-1112 Nobili A, Pasina L. Latini R Beta-adrenoceptor antagonists and antianginal drugs Chapter 18 In: Aronson JK, Side Effects of Drugs. Annual 35 Elsevier, Amsterdam 2013, In press Ohmann C, Canham S, Cornu C, Dreß J, Gueyffier F, Kuchinke W, Nicolis EB, Wittenberg M Revising the ECRIN standard requirements for information technology and data management in clinical trials Trials 2013; 14: 97 Olivieri F, Antonicelli R, Recchioni R, Mariotti S , Marcheselli F, Lisa R, Spazzafumo L, Galeazzi R, Caraceni D, Testa R, Latini R, Procopio AD Telomere/telomerase system impairment in circulating angiogenic cells of geriatric patients with heart failure Int J Cardiol 2013; 164: 99-105 Palazzuoli A, Masson S, Ronco C, Maisel M Clinical relevance of biomarkers in heart failure and cardiorenal syndrome: the role of natriuretic peptides and troponin Heart Fail Rev 2013; Epub Papa S, Rossi F, Ferrari R, Mariani A, De Paola M, Caron I, Fiordaliso F, Bisighini C, Sammali E, Colombo C, Gobbi M, Canovi M, Lucchetti J, Peviani M, Morbidelli M, Forloni G, Perale G, Moscatelli D, Veglianese P Selective nanovector mediated treatment of activated proinflammatory microglia/macrophage in spinal cord injury ACS Nano 2013; 7: 9881-9895 Protti A, Andreis DT, Monti M, Santini A, Sparacino CC, Langer T, Votta E, Gatti S, Lombardi L, Leopardi O, Masson S, Cressoni M, Gattinoni L Lung stress and strain during mechanical ventilation: any difference between statics and dynamics? Crit Care Med 2013; 41: 1046-1055 Raimondi MT, Balconi G, Boschetti F, Di Metri A, Mohammed SAA, Quaglini V, Araneo L, Galvéz BG, Lupi M, Latini R, Remuzzi A An opto-structural method to estimate the stress-strain field induced by cell contraction on substrates of controlled stiffness in vitro J Appl Biomater Funct Mater 2013; 11: 143-150 Risk and Prevention Study Collaborative Group, Roncaglioni MC, Tombesi M, Avanzini F, Barlera S, Caimi V. Longoni P, Marzona I, Milani V, Silletta MG, Tognoni G, Marchioli R n-3 fatty acids in patients with multiple cardiovascular risk factors N Engl J Med 2013; 368: 1800-1808 Ristagno G, Fries M, Brunelli L, Fumagalli F, Bagnati R, Russo I, Staszewsky L, Masson S, Li Volti G, Zappalà A, Derwall M, Brücken A, Pastorelli G, Latini R Early kynurenine pathway activation following cardiac arrest in rats, pigs, and humans Resuscitation 2013; 84: 1604-1610 Ristagno G, Gullo A, Lumb P The First Weil Conference: A conference on cardiac arrest, shock, and trauma to address the state of the art and the goals of resuscitation science J Crit Care 2013; 28: 113-115 Ristagno G, Li Y, Fumagalli F, Finzi A, Quan W Amplitude spectrum area to guide resuscitation - A retrospective analysis during out-of-hospital cardiopulmonary resuscitation in 609 patients with ventricular fibrillation cardiac arrest Resuscitation 2013; 84: 1697-1703 Ristagno G, Yu T, Quan W, Freeman G, Li Y Current is better than energy as predictor of success for biphasic defibrillatory shocks in a porcine model of ventricular fibrillation Resuscitation 2013; 84: 678-683 RAPPORTO ATTIVITA’ 192 2013 IRFMN Roncaglioni MC, Tombesi M, Silletta MG n–3 fatty acids in patients with cardiac risk factors N Engl J Med 2013; 369: 781-782 Sabater-Lleal M, Huang J, Chasman D, Naitza S, Dehghan A, Johnson AD, Teumer A, Reiner AP, Folkersen L, Basu S, Rudnicka AR, Trompet S, Mälarstig A, Baumert J, Bis JC, Guo X, Hottenga JJ, Shin SY, Lopez LM, Lahti J, Tanaka T, Yanek LR, Oudot-Mellakh T, Wilson JF, Navarro P, Huffman JE, Zemunik T, Redline S, Mehra R, Pulanic D, Rudan I, Wright AF, Kolcic I, Polasek O, Wild SH, Campbell H, Curb JD, Wallace R, Liu S, Eaton CB, Becker DM, Becker LC, Bandinelli S, Räikkönen K, Widen E, Palotie A, Fornage M, Green D, Gross M, Davies G, Harris SE, Liewald DC, Starr JM, Williams FMK, Grant PJ, Spector TD, Strawbridge RJ, Silveira A, Sennblad B, Rivadeneira F, Uitterlinden AG, Franco OH, Hofman A, van Dongen J, Willemsen G, Boomsma DI, Yao J, Swords Jenny N, Haritunians T, McKnight B, Lumley T, Taylor KD, Rotter JI, Psaty BM, Peters A, Gieger C, Illig T, Grotevendt A, Homuth G, Völzke H, Kocher T, Goel A, Franzosi MG, Seedorf U, Clarke R, Steri M, Tarasov KV, Sanna S, Schlessinger D, Stott DJ, Sattar N, Buckley BM, Rumley A, Lowe GD, McArdle WL, Chen MH, Tofler GH, Song J, Boerwinkle E, Folsom AR, Rose LM, Franco-Cereceda A, Teichert M, Ikram MA, Mosley TH, Bevan S, Dichgans M, Rothwell PM, Sudlow CL, Hopewell JC, Chambers JC, Saleheen D, Kooner JS, Danesh J, Nelson CP, Erdmann J, Reilly MP, Kathiresan S, Schunkert H, Morange PE, Ferrucci L, Eriksson JG, Jacobs D, Deary IJ, Soranzo N, Witteman JCM, de Geus EJC, Tracy RP, Hayward C, Koenig W, Cucca F, Jukema JW, Eriksson P, Seshadri S, Markus HS, Watkins H, Samani NJ; VTE Consortium; STROKE Consortium; Wellcome Trust Case Control Consortium 2 (WTCCC2); C4D Consortium; CARDIoGRAM Consortium, Wallaschofski H, Smith NL, Tregouet D, Ridker PM, Tang W, Strachan DP, Hamsten A, O'Donnell CJ. Multiethnic meta-analysis of Genome-Wide Association studies in > 100000 subjects identifies 23 fibrinogenassociated loci but no strong evidence of a causal association between circulating fibrinogen and cardiovascular disease Circulation 2013; 128: 1310-1324 Santonocito C, Ristagno G, Gullo A, Weil MH Do-not-resuscitate order: a view throughout the world J Crit Care 2013; 28: 14-21 Scapigliati A, Ristagno G, Cavaliere F The best timing for defibrillation in shockable cardiac arrest Minerva Anestesiol 2013; 79: 92-101 Sciorati C, Staszewsky L, Zambelli V, Russo I, Salio M, Novelli D, Di Grigoli G, Moresco RM, Clementi E, Latini R Ibuprofen plus isosorbide dinitrate treatment in the mdx mice ameliorates dystrophic heart structure Pharmacol Res 2013; 73: 35-43 Staszewsky L, Latini R What is the atrium trying to tell us? Eur Heart J 2013; 34: 255-257 Talan MI, Latini R Myocardial infarction: cardioprotection by erythropoietin. Chapter 17 In: Ghezzi P, Cerami A (eds) Tissue-Protective Cytokines: Methods and Protocols. Methods Mol Biol 2013; 982: 265-302 Trudu M, Janas S, Lanzani C, Debaix H, Schaeffer C, Ikehata M, Citterio L, Demaretz S, Trevisani F, Ristagno G, Glaudemans B, Laghmani K, Dell'Antonio G, Swiss Kidney Project on Genes in Hypertension (SKIPOGH) team , Loffing J, Rastaldi MP, Manunta P, Devuyst O, Rampoldi L Common noncoding UMOD gene variants induce salt-sensitive hypertension and kidney damage by increasing uromodulin expression Nat Med 2013; 19: 1655-1660 Ueland T, Nymo SH , Latini R, McMurray JJV, Kjekshus J, Yndestad A, Fucili A, Grosu A, Masson S, Maggioni AP, Gullestad L, Aukrust P, on behalf of the Investigators of the Controlled Rosuvastatin Multinational Study in Heart Failure (CORONA), GISSI-Heart Failure (GISSI-HF) trials CCL21 is associated with fatal outcomes in chronic heart failure: data from CORONA and GISSI-HF trials Eur J Heart Fail 2013, 15: 747-755 Wu JHY, Marchioli R, Silletta MG, Macchia A, Song X, Siscovick DS, Harris WS, Masson S, Latini R, Albert C, Brown NJ, Lamarra M, Favaloro RR, Mozaffarian D RAPPORTO ATTIVITA’ 193 2013 IRFMN Plasma phospholipid omega-3 fatty acids and incidence of postoperative atrial fibrillation in the OPERA Trial J Am Heart Assoc 2013; 2: e000397 ATTIVITA' DI RICERCA Laboratorio di Farmacologia Clinica Cardiovascolare Studio pilota prospettico sulla presenza di microangiopatia nel piede diabetico ulcerato La microangiopatia è considerata una possibile componente delle alterazioni che avvengono nel piede diabetico, tuttavia l’esatto ruolo che le alterazioni microvascolari svolgono nella eziopatogenesi dell’ulcera nel piede diabetico e nella determinazione della sua gravità sono pressochè totalmente ignote. Rimangono comunque numerosi quesiti irrisolti riguardo la presenza di questa complicanza sia nei pazienti neuropatici che in quelli arteriopatici. Lo studio si propone quindi di valutare la presenza di microangiopatia determinata come aumento dello spessore della membrana basale capillare e diminuzione dell’area del lume dei capillari determinati in microscopia elettronica a livello del piede in pazienti diabetici di tipo 2 neuropatici o neuroischemici con ulcera del piede rispetto ai soggetti sani. Si procede inoltre a valutare la correlazione della presenza di capillari e di formazioni trombotiche con i parametri di ischemia (TcPO2, ankle-brachial index, pressione alla caviglia) e sul rischio di diastasi e la correlazione tra presenza di infiltrati infiammatori con i parametri usuali di infezione: globuli bianchi, VES, proteina C reattiva, numero e tipo di germi al tampone. Attualmente sono stati arruolati tutti i pazienti arteriopatici e oltre metà di quelli neuropatici previsti dal protocollo dello studio. Studi preclinici e clinici sull’arresto cardiaco e la rianimazione cardiopolmonare Ogni anno più di 350.000 persone negli Stati Uniti e 700.000 in Europa sono vittime di arresto cardiaco. Tra coloro che sono rianimati con successo, più del 60% muore in terapia intensiva entro le 72 ore a causa di un grave scompenso cardiaco o dell’insorgenza di aritmie maligne e ricorrenza di fibrillazione ventricolare. L’arresto cardiaco rappresenta una condizione di ischemia e riperfusione globale che coinvolge tutti gli organi. A tal riguardo, presso il Laboratorio di Farmacologia Clinica Cardiovascolare sono in corso studi preclinici su un modello di arresto cardiaco e rianimazione cardiopolmonare (RCP) nel ratto e nel maiale (in collaborazione con l’Università di Milano) con lo scopo di valutare la risposta infiammatoria e il danno d’organo conseguenti la rianimazione, nell’animale sano e/o con patologia dismetabolica (es. obesità e diabete), e valutare, inoltre, il successo delle manovre di RCP e la sopravvivenza dopo interventi terapeutici nuovi (es. ipecapnia, ranolazina, ventilazione con argon). Si stanno eseguendo studi sperimentali e clinici sul metabolismo del triptofano, ed in particolare sulla via metabolica delle kinurenine, per comprendere la sua relazione e coinvolgimento nel danno post-rianimazione e nell’esito. E’ ormai ben noto che la severità della disfunzione miocardica post rianimazione è anche legata all’entità dell’energia erogata con la defibrillazione e di conseguenza, la possibilità di predire il successo di una defibrillazione potrebbe ridurre gli effetti avversi di defibrillazioni ripetitive e non necessarie. In ambito clinico la ricerca è quindi diretta all’individuazione e valutazione di nuove applicazioni tecnologiche che siano in grado di fornire informazioni essenziali ai soccorritori riguardanti la durata dell’arresto cardiaco non trattato e la priorità dell’intervento rianimatorio da intraprendere (compressioni toraciche o defibrillazione). A tal fine si stanno valutando e analizzando parametri predittori del successo della rianimazione derivati dall’analisi RAPPORTO ATTIVITA’ 194 2013 IRFMN dell’onda di fibrillazione ventricolare (in collaborazione con l’Ospedale San Gerardo di Monza e l’Azienda Regionale Emergenza Urgenza - Lombardia). Lo studio ALBIOS: Albumin Italian Outcome Sepsis Study L’obiettivo primario dello studio è di verificare l’ipotesi che il rimpiazzo volemico con l’utilizzo di albumina e il mantenimento della sua concentrazione plasmatica entro un intervallo fisiologico (≥ 30 g/l) migliori la sopravvivenza di pazienti affetti da sepsi severa o shock settico, rispetto a rimpiazzo volemico con l’utilizzo di cristalloidi. Lo studio multicentrico coinvolge più di 150 reparti di terapia intensiva sul territorio nazionale. E’ coordinato dall’Istituto di Anestesiologia e Rianimazione, dell’Ospedale Maggiore Policlinico di Milano e dal Consorzio Mario Negri Sud e finanziato da AIFA. Un gruppo di 50 Centri partecipa al sottoprogetto “biomarkers” coordinato dal Laboratorio di Farmacologia Clinica Cardiovascolare dell’Istituto Mario Negri, con l’obiettivo di arruolare circa 800 pazienti. Sono raccolti campioni ematici ottenuti sequenzialmente da pazienti per valutare gli eventuali effetti dell’albumina su marcatori d’infiammazione, infezione, funzione cardiaca e coagulazione. Sono stati randomizzati 1818 pazienti e sono stati raccolti campioni ematici in circa 1000 di loro. Sono in corso i primi dosaggi di marcatori circolanti legati alla sepsi (un manoscritto accettato per pubblicazione e un altro in preparazione), all’immunità (pentraxina-3 e immunoglobuline circolanti), alla coagulazione e alla fibrinolisi (in collaborazione con ricercatori dell’Università di Bari) e a marcatori cardiaci (peptide natriuretico e troponina). Valutazione della prevalenza di disfunzione cardiaca asintomatica e di scompenso cardiaco conclamato in un campione di popolazione di età ≥ 65 anni nel Lazio. Lo studio PREDICTOR Questo studio osservazionale si pone per obiettivo primario la valutazione della prevalenza di disfunzione cardiaca asintomatica e di scompenso cardiaco conclamato in un campione di popolazione generale del Lazio. L’obiettivo secondario è di identificare le variabili predittive cliniche, bioumorali (peptide natriuretico) e strumentali non invasive della disfunzione cardiaca asintomatica e dello scompenso cardiaco conclamato. La popolazione in studio è rappresentata da un campione di persone di età compresa tra 65 e 84 anni residente nell’area geografica di afferenza dei 10 Centri di Cardiologia partecipanti. Sono stati raccolti campioni ematici da 2000 soggetti. Un primo manoscritto (Masson et al., Journal of Internal Medicine, 2013) valuta l’associazione fra 2 marcatori cardiaci (troponina e peptide mnatriuretico) e l’ipertrofia del ventricolo sinistro. Sono stati misurati diversi marcatori circolanti legati all’infiammazione (proteina C-reattiva), la funzione renale (cisteina C), il controllo del metabolismo del fosfato (FGF-23 e vitamina D, manoscritto sottoposto per valutazione), il metabolismo del collagene (PINP). Sono in corso di valutazione altri marcatori legati alla fibrillazione atriale. Valutazione degli acidi grassi n-3 poliinsaturi (n-3 PUFA) per la prevenzione della comparsa di fibrillazione atriale post-operatoria in pazienti sottoposti a interventi di chirurgia cardiaca. Lo studio OPERA L’obiettivo di questo studio randomizzato, controllato con placebo, in doppio cieco, internazionale multicentrico è di valutare se la somministrazione peri-operatoria di n-3 PUFA (8 g prima dell’intervento, e 2 g al giorno per 10 giorni) è in grado di ridurre l’incidenza di fibrillazione atriale in 1516 pazienti sottoposti ad un intervento di chirurgia cardiaca. Il Laboratorio di Farmacologia Clinica Cardiovascolare funge da laboratorio centrale per la raccolta di campioni biologici (sangue, urina e tessuti) provenienti da centri Italiani e Argentini e per la valutazione di marcatori di rischio cardiovascolare (peptide natriuretico, troponina, proteina C-reattiva). I risultati principali dello studio sono stati pubblicati recentemente (Mozaffarian et al., JAMA 2012; 308: 2001-2011). Stiamo valutando il valore predittivo per la comparsa di fibrillazione atriale post-operatoria di marcatori circolanti legati allo stress o al RAPPORTO ATTIVITA’ 195 2013 IRFMN danno cardiaco (peptide natriuretico, troponina, manoscritto in preparazione), oppure ai processi infiammatori (proteina C-reattiva o conta leucocitaria, analisi statistiche in corso). In un gruppo rilevante di pazienti, sono stati raccolti campioni tissutali di atrio, e in collaborazione con ricercatori dell’Università di Parma, si valutano alcune caratteristiche istomorfologiche (deposito di collagene, miocitolisi e dimensione dei miociti) in relazione alla comparsa di fibrillazione atriale post-operatoria. Valutazione dei meccanismi di protezione o di suscettibilità individuali nei confronti della malattia aterosclerotica delle arterie coronariche e delle relative manifestazioni cliniche: lo studio GISSI-Outliers CAPIRE Lo studio CAPIRE si propone di analizzare il ruolo di fattori protettivi o predisponenti nei confronti della malattia aterosclerotica coronarica e delle relative manifestazioni cliniche in pazienti (già sottoposti per indicazione clinica a tomografia computerizzata multistrato) con un profilo di rischio clinico agli estremi della distribuzione del rischio di eventi cardiovascolari. Tale approccio ha lo scopo di consentire la generazione di possibili nuove ipotesi su meccanismi eziopatogenetici ancora sconosciuti del processo di aterosclerosi coronarica. Lo studio è di tipo prospettico, osservazionale, multinazionale, multicentrico con una fase trasversale di confronto tra le popolazioni selezionate e una fase longitudinale, di follow-up. Il Laboratorio di Farmacologia Clinica Cardiovascolare funge da laboratorio centrale per la raccolta di campioni biologici (sangue, plasma e siero) provenienti dai centri partecipanti e per la valutazione di marcatori legati al profilo infiammatorio, lipidico, metabolico e di coagulazione dei pazienti. Sono stati arruolati 544 pazienti, con un follow-up a 5 anni in corso. E’ stato preparato un manoscritto sul disegno e gli obiettivi dello studio. I marcatori circolanti predefiniti sono stati misurati all’ingresso dello studio in tutti pazienti arruolati; le analisi statistiche sono in corso. Ciclosporina A nell’infarto miocardico acuto riperfuso - Lo studio CYCLE La dimensione finale di un infarto miocardico è il determinante principale della prognosi del paziente. Uno studio preliminare ha dimostrato che un bolo di ciclosporina A (CsA), iniettato subito prima di una procedura di angioplastica primaria, può ridurre l’area finale di necrosi conseguente ad un infarto con sopraslivellamento del tratto ST (STEMI). Obiettivo primario di questo studio è verificare se CsA possa migliorare l’esito di un infarto STEMI riperfuso con successo, favorendo la riperfusione miocardica. Vengono arruolati pazienti di entrambi i sessi, >=18 anni, con uno STEMI esteso (definito come angina pectoris o sintomi equivalenti da più di 20 minuti), nelle prime 6 ore dall’inizio dei sintomi e con indicazione alla angioplastica primaria (PCI). Obiettivi secondari sono la riduzione della Troponina-T ad alta sensibilità (hsTnT) in quarta giornata dopo PCI, mortalità totale della insufficienza cardiaca sintomatica o shock cardiogeno o riospedalizzazione per ragioni cardiovascolari nei 6 mesi seguenti la randomizzazione. A fine dicembre 2013, sono stati arruolati 314 pazienti in 26 centri attivi; si prevede di concludere l’arruolamento entro fine aprile 2014. Lo studio è condotto in collaborazione con il Centro Studi dell’ANMCO (Associazione Nazionale Medici Cardiologi Ospedalieri). Prevenzione della cardiotossicità da antracicline: uno studio multicentrico randomizzato che mette a confronto due strategie terapeutiche - Lo studio ICOS-ONE Il trattamento chemioterapico contenente antracicline è solito causare un progressivo danno cardiaco dose-dipendente, diminuendo in particolare la gittata cardiaca del ventricolo sinistro. Lo sviluppo della disfunzione cardiaca, anche se asintomatico, potrebbe avere un impatto negativo sulla prognosi del paziente oncologico. La misurazione delle troponine cardiache circolanti (cTn) durante la chemioterapia con antracicline (AC) permette di identificare RAPPORTO ATTIVITA’ 196 2013 IRFMN precocemente danni cardiaci, prima che possano causare una disfunzione ventricolare sinistra conclamata. La somministrazione di ACE-inibitori (ACEi) e beta-bloccanti (BB) dopo la prima occorrenza di innalzamento delle cTn, durante o dopo la chemioterapia, ha mostrato proprietà cardioprotettive in diversi studi monocentrici. Una profilassi precoce a base di enalapril (ACEi) con l’eventuale aggiunta di bisoprololo (BB) in pazienti sottoposti a terapie di AC potrebbe ridurre ulteriormente l’incidenza da danno cardiovascolare, aumentando la probabilità di completamento del trattamento chemioterapico. Obiettivo primario dello studio ICOS-ONE è valutare se un trattamento con enalapril somministrato dall’inizio della terapia con antracicline è più efficace nel prevenire la tossicità̀ cardiaca rispetto allo stesso trattamento cominciato al momento del primo innalzamento della troponina cardiaca circolante. Verranno arruolati pazienti con indicazione al trattamento con antracicline per la cura di sarcoma tumori solidi o del sangue. Lo studio coinvolge centri clinici italiani, è randomizzato, a due bracci. Il primo braccio prevede la somministrazione di enalapril in concomitanza con la chemioterapia (prevenzione primaria), il secondo braccio prevede la somministrazione di enalapril soltanto dopo innalzamento delle troponine cardiache oltre i valori soglia (prevenzione secondaria). La terapia concomitante con bisoprololo viene racommandata in una serie di manifestazioni cliniche o di laboratorio. I pazienti saranno seguiti con visite seriate per 1 anno a partire dalla fine dei cicli di chemioterapia con antracicline. Al 31 dicembre 2013 sono stati inclusi 109 pazienti in 15 centri attivi; si prevede di concludere l’arruolamento entro fine gennaio 2015. Lo studio è promosso da IEO (Istituto Europeo di Oncologia) e coordinato in collaborazione con il Laboratorio di Valutazione Clinica dei Farmaci, grazie a un finanziamento Ricerca Finalizzata 2009 e Fondazione Umberto Veronesi 2012. Marcatori biologici in pazienti con trauma cranico. Un progetto collaborativo Europeo in Terapia Intensiva. CREACTIVE - Collaborative REsearch on ACute Traumatic brain Injury in intensiVe care medicine in Europe Il trauma cranico è tra le principali cause di morte e disabilità nei paesi sviluppati e la principale causa di morte al di sotto dei 45 anni. La maggior parte dei pazienti affetti da trauma cranico di gravità medio-alta viene ammessa in un reparto di terapia intensiva. Recentemente si è costituita la rete di ricerca collaborativa in terapia intensiva denominata “PROSAFE”, attualmente attiva in 6 paesi europei, coordinato dal Gruppo Italiano per la Valutazione degli Interventi in Terapia Intensiva (GiViTi). Il progetto CREACTIVE, finanziato dall’Unione Europa (bando FP7– HEALTH–2013-INNOVATION-1), si colloca all’interno di questa rete collaborativa e ha i seguenti obiettivi: descrivere meglio l'epidemiologia del trauma cranico moderato-grave in 7 paesi (Cipro, Grecia, Israele, Italia, Polonia, Slovenia, Ungheria); stabilire archivi centralizzati di campioni biologici e immagini cliniche, da analizzare a fini prognostici; costruire un modello prognostico basato su dati clinici e biologici per predire l'esito a breve e lungo termine dei pazienti; individuare gli interventi terapeutici più efficaci nei confronti del trauma cranico; individuare i centri di eccellenza nel trattamento dei pazienti con trauma cranico moderatograve. In un sottogruppo di reparti verranno raccolti e centralizzati campioni biologici (sangue e liquor) per l'analisi dei biomarcatori fenotipici in circa 2000 pazienti. Il Laboratorio di Farmacologia Clinica Cardiovascolare funge da laboratorio centrale per la raccolta di campioni biologici e per la valutazione di marcatori fenotipici legati al danno cerebrale, all’infiammazione, all’asse ipotalamo-ipofisario e alla coagulazione/fibrinolisi. Heart “Omics” in AGEing - HOMAGE Il progetto HOMAGE è una rete collaborativa finanziata dalla Unione Europea, sotto il programma FP7 Health 2012.2.1.1-2. L’ipotesi fondamentale è che i marcatori biologici RAPPORTO ATTIVITA’ 197 2013 IRFMN derivanti da scoperte basate su tecniche “omics” consentono di rivelare dei processi patologici asintomatici e individuano dei soggetti anziani a rischio di sviluppare una insufficienza cardiaca e altre patologie cardiovascolari gravi, ma anche di caratterizzare dei fenotipi clinici particolari più propensi a rispondere ad una terapia preventiva e quindi a favorire un invecchiamento più salubre. Gli obietti del progetto HOMAGE sono di 1) identificare dei marcatori biologici derivanti da tecniche “omics” che riflettono dei processi patologici specifici (diagnosi precoce) che portano alla insufficienza cardiaca e altre patologie cardiovascolari gravi che fungano anche bersagli terapeutici (stratificazione per medicina personalizzata), 2) validare il ruolo di questi marcatori nella predizione dell’insorgenza di insufficienza cardiaca e di altre patologie comunemente associate, e 3) dimostrare la fattibilità di un approccio basato su marcatori biologici derivanti da tecniche “omics” per selezionare dei pazienti in cui un trattamento possa prevenire o ritardare l’insorgenza di insufficienza cardiaca. Il laboratorio di Farmacologia Clinica Cardiovascolare contribuisce al consorzio HOMAGE attraverso la condivisione di campioni biologici selezionati e di dati clinici relativi a pazienti con diabete mellito di tipo II (in collaborazione con il Centro Studi dell’Associazione Nazionale dei Medici Cardiologi Ospedalieri e con l’Associazione dei Medici Diabetologi) e a soggetti anziani (in collaborazione con il Dipartimento di Epidemiologia e medici cardiologi della Regione Lazio). Il laboratorio è anche coinvolto in uno studio clinico di tipo proof-of-concept sulla valutazione di terapia dell’insufficienza cardiaca basata sull’uso di marcatori derivati da tecniche ‘omics. Nella presente fase del progetto, gli sforzi si concentrano sul trasferimento ad un database centrale e il controllo dei dati clinici dalle varie coorte di soggetti e pazienti che contribuiscono al consorzio HOMAGE. Multiscale approach to the identification of molecular biomarkers in acute heart failure induced by shock - ShockOmics Questo progetto, finanziato dall’Unione Europea (FP7), diretto dal Prof. Giuseppe Baselli del Politecnico di Milano (Dipartimento di Elettronica, Informazione e Bioingegneria, Sezione di Bioingegneria), si propone di studiare i meccanismi fisiopatologici di differenti forme di shock. L’Unità del Mario Negri, diretta da Giuseppe Ristagno, studierà sul modello animale suino le conseguenze dello shock emorragico mediante valutazione di biomarcatori, istologiche ed ecocardiografiche, oltreché emodinamiche e funzionali. Il progetto prevede anche uno studio di nuovi biomarcatori circolanti nell’uomo. Laboratorio di Valutazione Clinica dei Farmaci BeTACTIC Study: Best Therapy After Cardiac Transplantation, the Italian Challenge BeTACTIC è uno studio multicentrico, prospettico, randomizzato, che ha l’obiettivo di confrontare efficacia e sicurezza di un trattamento con Everolimus (Ev) rispetto a un trattamento con Micofenolato (MMF) in associazione con Ciclosporina, in pazienti trapiantati di cuore da più di un anno, con un decorso complicato dalla presenza di rigetto acuto multiplo, malattia coronarica del graft e/o disfunzione renale. La sopravvivenza nei pazienti trapiantati di cuore è migliorata negli ultimi anni in seguito ad una riduzione della mortalità a breve termine, mentre oltre il primo anno non ci sono stati cambiamenti significativi. La malattia coronarica del graft (CAV) e il cancro sono le principali cause di morte a lungo termine dopo trapianto di cuore. Numerosi fattori, inclusi episodi di rigetto acuto e infezioni da Citomegalovirus, sono responsabili della patogenesi della CAV e le neoplasie mostrano una maggior incidenza nei pazienti immunosoppressi rispetto alla popolazione generale. In tali pazienti quote significative di morbilità e mortalità derivano anche da insufficienza renale e complicazioni cardiovascolari. MMF ed Ev sono stati introdotti nella pratica clinica del trattamento di pazienti trapiantati di RAPPORTO ATTIVITA’ 198 2013 IRFMN cuore in seguito alla dimostrazione della loro superiorità rispetto ad Azatioprina in trapianti de novo. Ad oggi la superiorità di Ev rispetto a MMF non è mai stata valutata in uno studio specifico di confronto head-to-head in pazienti trapiantati a lungo termine. Lo studio, supportato da un finanziamento AIFA, prevede una durata di 5 anni con l’inclusione di 400 pazienti in 12 centri trapiantologici italiani. E’ promosso dal Reparto di Cardiologia, Trapianti e Insufficienza Cardiaca dell’Ospedale Niguarda Ca' Granda di Milano, con il supporto del Laboratorio di Valutazione Clinica dei Farmaci dell’Istituto Mario Negri. REGIA - Rischio Emorragico GInocchio e Anca Studio osservazionale prospettico di coorte sull’incidenza degli eventi emorragici nei pazienti sottoposti a interventi di sostituzione protesica di ginocchio ed anca Gli interventi chirurgici per sostituzione protesica di anca e di ginocchio sono caratterizzati da un'alta incidenza di eventi tromboembolici venosi riducibili con una profilassi anticoagulante adeguata, il cui più grave effetto avverso è costituito dalle emorragie maggiori, che hanno un'incidenza stimata intorno all'1-3% negli studi clinici controllati (RCT). Nella pratica clinica tale incidenza potrebbe tuttavia discostarsi molto dalla suddetta stima per almeno tre motivi: 1) la sottostima conseguente alla possibile esclusione negli RCT dei soggetti ad alto rischio (come i grandi anziani o i pazienti con comorbidità, assai comuni invece nella pratica clinica); 2) la mancanza di una definizione standardizzata degli eventi emorragici, che non permette una classificazione univoca della gravità dell'evento stesso; 3) l'influenza sull'incidenza delle emorragie determinata dal tipo di intervento, di anestesia, di tromboprofilassi utilizzata e della tempistica inerente alla procedura chirurgica. A fronte della scarsità di informazioni sulla frequenza di emorragie dopo un intervento di sostituzione protesica di anca o di ginocchio nella pratica clinica in Italia, questo studio si è posto l’obiettivo di valutare l'incidenza di emorragie maggiori nei primi tre mesi dopo l'intervento. Lo studio, supportato da un finanziamento dell’AIFA, è di tipo osservazionale di coorte, prospettico e ha raccolto dati sull’incidenza delle emorragie maggiori e minori in 3000 pazienti ammessi nei quattro ospedali ortopedici partecipanti (Istituto Ortopedico Galeazzi, Milano; Istituto Rizzoli, Bologna; CTO Maria Adelaide, Torino, Policlinico Tor Vergata, Roma) per interventi di protesi di anca e di ginocchio, nella fase di ospedalizzazione e le loro conseguenze durante un follow-up di tre mesi. I risultati sono in corso di valutazione. La relazione finale è stata condivisa con i partecipanti e presentata ad AIFA. Studio ICOS-ONE - Prevenzione della cardiotossicità da antracicline: uno studio multicentrico randomizzato che mette a confronto due strategie terapeutiche Per quanto concerne il razionale e gli obiettivi dello studio ICOS-ONE si rimanda al paragrafo riportato tra le attività del Laboratorio di Farmacologia Clinica Cardiovascolare. Il Laboratorio di Valutazione Clinica dei Farmaci svolge il ruolo di Segreteria Scientifica ed Organizzativa dello studio, essendo responsabile degli aspetti regolatori ed amministrativi, delle attività di monitoraggio centrale e on site, del supporto bioinformatico alla raccolta e gestione dei dati. Studio MANAGE - Management of myocardial injury After NoncArdiac surGEry Trial.A large, international, randomized, placebo-controlled trial to assess the impact of dabigatran (a direct thrombin inhibitor) and omeprazole (a proton-pump inhibitor) inpatients suffering myocardial injury after noncardiac surgery. Il Population Health Research Institute (PHRI), affiliato ad Hamilton Health Sciences (HHS) e alla Università McMaster di Hamilton, Ontario, Canada, diretto dal Prof. Salim Yusuf, coordina RAPPORTO ATTIVITA’ 199 2013 IRFMN una serie di studi clinici randomizzati di grandi dimensioni, multinazionali e multicentrici (3040 Paesi con 600-700 centri di cardiologia). Per l’Italia il coordinamento scientifico di alcuni di questi studi (INTER-HEART, CURE, ACTIVE, CURRENT, OASIS-8 FUTURA, RE-LY, AVERROES, RE-LY Registry, RIVAL, MANAGE) viene svolto dal Laboratorio di Valutazione Clinica dei Farmaci del Dipartimento di Ricerca Cardiovascolare, nell’ambito di una collaborazione operante da ormai 20 anni. Il MANAGE, è uno studio controllato verso placebo, con disegno fattoriale, volto a valutare l’impatto di dabigatran (un nuovo farmaco anticoagulante orale, inibitore diretto della trombina) e di omeprazolo (un inibitore della pompa protonica) in pazienti che manifestano un danno miocardico a seguito di un intervento chirurgico non cardiaco (MINS). Il MINS rappresenta la complicazione vascolare maggiore più comune della chirurgia non-cardiaca. Circa 10 milioni di adulti sono colpiti in un anno da MINS, andando a rappresentare il 15-20% dei casi di infarto miocardico. Questa condizione clinica ha un forte impatto negativo sulla prognosi dei pazienti che la subiscono, ed è un predittore indipendente di mortalità a 30 giorni e ad un anno. L’obiettivo primario dello studio è quello di determinare l’efficacia di dabigatran rispetto al placebo, sul rischio di gravi complicazioni vascolari (un composito di mortalità vascolare, infarto miocardico non fatale, ictus non fatale, trombosi arteriosa periferica non fatale ed embolia polmonare sintomatica non fatale) e di omeprazolo, rispetto al placebo, sul rischio di gravi complicazioni del tratto gastrointestinale superiore (un composito di emorragia conclamata gastroduodenale, emorragia conclamata del tratto gastrointestinale superiore di origine sconosciuta, o perforazione gastrointestinale superiore) in pazienti che hanno manifestato un MINS e che sono seguiti in media per 1 anno. Lo studio prevede l’inclusione di circa 3200 pazienti nel mondo. Per l’Italia è prevista la partecipazione di 5 centri e di circa 100 pazienti. Studio GISSI-HF: Sottoprogetto genetico Il GISSI (Gruppo Italiano per lo Studio della Sopravvivenza nell'Insufficienza cardiaca) è una collaborazione tra l'Istituto Mario Negri e l'ANMCO (Associazione Nazionale Medici Cardiologi Ospedalieri) che opera da 25 anni nel campo della ricerca cardiovascolare. Il GISSI-HF è uno studio prospettico, multicentrico, in doppio cieco, controllato con placebo che ha randomizzato 7046 pazienti con evidenza clinica di scompenso cardiaco di qualsiasi eziologia e senza limiti di età a n-3 PUFA o placebo e a rosuvastatina o placebo. Lo studio ha dimostrato che un trattamento a lungo termine con 1gr al giorno di n-3 PUFA (acidi grassi polinsaturi) riduce la mortalità totale del 9%, e la mortalità totale o il ricovero in ospedale per problemi cardiovascolari del 8% in pazienti affetti da scompenso cardiaco, già trattati al meglio della terapia raccomandata per questa malattia. Lo stesso studio non ha invece messo in evidenza vantaggi rispetto al placebo di un trattamento a lungo termine con rosuvastatina. Lo studio comprendeva un sottoprogetto sui marker genetici, che ha incluso 2500 pazienti e ha dato origine ad una biobanca di DNA. E’ in corso di valutazione il ruolo di varianti genetiche nello scompenso cardiaco, con particolare attenzione alle relazioni tra i polimorfismi di geni candidati implicati nel metabolismo dei lipidi e nella risposta infiammatoria e la prognosi dei pazienti scompensati. In collaborazione con il laboratorio di Farmacologia Clinica Cardiovascolare è stata valutata l’associazione di alcuni polimorfismi del gene che esprime adiponectina con i livelli plasmatici della stessa e la prognosi dei pazienti diabetici con scompenso cronico. Uno studio di associazione tra alcune importanti varianti del gene che codifica per adiponectina e lo sviluppo dello scompenso cardiaco è al presente in corso. Inoltre, nell’ambito della biobanca GISSI-HF, l’attività di ricerca del Laboratorio si è occupata della genotipizzazione di cinque varianti geniche: tre individuate in una meta-analisi effettuata dal consorzio CHARGE (Cohorts for Heart and Aging Research in Genomic Epidemiology) in una popolazione di origine Europea e Africana e associati allo scompenso e due identificati in un Genome Wide Association Study europeo relativo in particolare a soggetti con Cardiomiopatia Dilatativa. RAPPORTO ATTIVITA’ 200 2013 IRFMN Studio GISSI-Prevenzione-Genetica Lo studio GISSI-Prevenzione-genetica ha l'obiettivo di valutare il ruolo di alcuni polimorfismi genetici implicati nel metabolismo lipidico e nella risposta infiammatoria nella prognosi di pazienti con cardiopatia ischemica e nella loro risposta alla terapia farmacologica con n-3 PUFA e/o statine. In questa logica è stato valutato il ruolo delle varianti genetiche dell´Apolipoproteina E nella sopravvivenza dopo infarto miocardico e nella risposta alla terapia con pravastatina, sono stati condotti studi di associazione sul ruolo dei polimorfismi del gene che codifica per adiponectina, sul ruolo dei polimorfismi del gene che codifica per la proteina C reattiva, sul ruolo di alcuni polimorfismi di geni della regione del cromosoma 9p21 nello sviluppo della malattia coronarica e dell’infarto miocardico e del diabete, sul ruolo di polimorfismi dei geni che codificano per PTX3, una proteina appartenente alla famiglia delle pentraxine. A completamento di quanto valutato rispetto a questo ultimo punto, in collaborazione con il gruppo di Cecilia Garlanda dell’Istituto Clinico Humanitas si sta procedendo con l’amplificazione e sequenziamento del promotore del gene che codifica per PTX3 in oltre 600 soggetti controllo (GISSI-P) di cui erano stati precedentemente valutati i livelli plasmatici al fine di verificare la correlazione identificata in esperimenti di mutagenesi sito specifica in vitro. Studio GISSI Outliers CAPIRE - Coronary Atherosclerosis in outlier subjects: Protective and Individual Risk factor Evaluation. Valutazione dei meccanismi di protezione o di suscettibilità individuali nei confronti della malattia aterosclerotica delle arterie coronariche e delle relative manifestazioni cliniche - Genetica L’associazione tra fattori di rischio, aterosclerosi coronarica e manifestazioni cliniche è stata dimostrata in modo chiaro; tuttavia esiste una rilevante variabilità individuale e i limiti di questa correlazione sono dimostrati dall’esistenza di un numero non trascurabile di soggetti che si collocano agli estremi opposti del comportamento medio rispetto al modello di predizione classico (outliers). Sono i soggetti che pur in presenza di molteplici fattori di rischio non sviluppano né eventi coronarici né aterosclerosi coronarica oppure quelli che presentano eventi e malattia coronarica in assenza di fattori di rischio. Questa osservazione dimostra come la presenza di fattori di rischio in un singolo individuo non sia di per sé condizione né necessaria né sufficiente per lo sviluppo della malattia. Il presente studio, di tipo prospettico con una fase trasversale di confronto tra le popolazioni e una fase longitudinale di follow-up delle diverse popolazioni, analizzerà popolazioni agli estremi (outliers) per presenza di malattia aterosclerotica coronarica e rischio cardiovascolare, con l’obiettivo di individuare eventuali nuovi fattori di protezione o di rischio. La popolazione dello studio verrà selezionata partendo dal dato anatomico, fornito dallo studio non invasivo TC multistrato delle arterie coronarie (MSCT), che verrà integrato con il profilo di rischio cardiovascolare e dal dosaggio di marcatori noti ed emergenti nell’ambito del profilo lipidico, metabolico, trombotico, infiammatorio, immunologico e genetico. Il Laboratorio di Valutazione Clinica dei Farmaci si occuperà della genotipizzazione dei soggetti, iniziando con le varianti più note come associate al rischio di malattia aterosclerotica (per esempio le varianti associate al cromosoma 9p21, alcuni polimorfismi legati al profilo lipidico). Studio GISSI Outliers GISSI-VAR - Investigation of patients with BAV requiring valve and/or aortic repair. Correlation of surgical and ECO distinctive features with histologic and genetic findings in phenotypically homogeneous outlier cases. RAPPORTO ATTIVITA’ 201 2013 IRFMN La bicuspidia valvolare aortica (BAV - valvola aortica congenitamente sviluppata con due sole cuspidi) rappresenta una condizione relativamente diffusa tra la popolazione (ne è affetto circa il 2%) ed è fattore di rischio per lo sviluppo nel tempo di complicanze valvolari ed aortiche. Gli studi a disposizione indicano diverse caratteristiche della BAV che possono identificare differenti fenotipi della malattia e riconoscono una componente genetica specifica. Al presente non sono disponibili dati che mettano in relazione le componenti morfologiche, istologiche e genetiche della BAV per identificare se vi siano fenotipi più a rischio in termini di degenerazione valvolare e della parete aortica e se a tali fenotipi corrispondano genotipi identificabili. Nello studio in oggetto, longitudinale prospettico multicentrico, verranno valutati gli aspetti morfologici, istopatologici e genetici di fenotipi molto selezionati di BAV, con indicazione a trattamento chirurgico. Lo studio, sostenuto da Heart Care Foundation nell’ambito della collaborazione GISSIOutliers, prevede la partecipazione di 11 centri a livello nazionale, con le relative unità di cardiochirurgia e cardiologia. Il Laboratorio di Valutazione Clinica dei Farmaci si occuperà dello studio genetico. Il primo step prevede l’analisi di sequenziamento diretto del gene NOTCH1 con lo scopo di identificare variazioni geniche associate alla patologia. I campioni ematici e tissutali provenienti dai centri partecipanti verranno conservati in una banca biologica centrale con la possibilità di applicare in futuro eventuali test specifici attinenti la BAV. Laboratorio of Ricerca in Medicina Generale Studio Rischio e Prevenzione (R&P) Lo studio R&P, uno studio sull’ottimizzazione della prevenzione cardiovascolare nei pazienti ad alto rischio, è stato condotto a livello nazionale dai medici di medicina generale (MMG). Obiettivo e disegno dello studio - Valutazione clinica controllata, in doppio cieco, randomizzata, dell’efficacia di un trattamento con n-3 PUFA nel ridurre l’incidenza di eventi cardiovascolari, fatali e non, in una popolazione definita ad alto rischio dai MMG partecipanti. - La storia epidemiologica ed assistenziale di questa popolazione (studio di outcome). Popolazione in studio Criteri di inclusione Tra i soggetti considerati dai MMG ad elevato rischio cardiovascolare venivano selezionati/e i/le pazienti con: - fattori di rischio multipli (e.g. ipertensione, ipercolesterolemia, diabete, fumo, storia familiare di infarto miocardico, obesità, sesso e età) - pregressi eventi cardio-cerebrovascolari o manifestazioni cliniche di patologia aterosclerotica (ictus cerebrale, TIA, arteriopatie periferiche, precedenti interventi di rivascolarizzazione arteriosa, angina pectoris). Criteri di esclusione - condizioni di co-morbidità tali da far considerare infausta la prognosi in un tempo breve (es. neoplasie maligne); attesa non-compliance in un follow-up di lungo periodo; controindicazioni (allergie note agli n-3 PUFA) o indicazioni (IMA pregresso) al trattamento con n-3 PUFA. Misure di efficacia L’obiettivo primario era quello di valutare se una somministrazione a lungo termine con n-3 PUFA (1 gr al giorno) era più efficace del corrispondente placebo nel ridurre l’insieme della mortalità cardiovascolare e delle ospedalizzazioni per motivi cardiovascolari. La durata del RAPPORTO ATTIVITA’ 202 2013 IRFMN follow-up era prevista di 5 anni. Stato di avanzamento La randomizzazione è iniziata nel Febbraio del 2004 e si è conclusa a Marzo del 2007. In questo arco di tempo sono stati randomizzati 12521 pazienti da una rete di 860 MMG. Le ASL che hanno partecipato attivamente allo studio sono state 57. Durante una mediana di 5 anni di follow-up sono stati registrati 1468 eventi, superando di fatto il numero di eventi previsti dal protocollo (n=1.383). La rete di 860 Medici di Medicina Generale si è mantenuta per tutta la durata dello studio (solo 62 Medici si sono ritirati nel corso dello studio) e solo 86 pazienti sono stati persi al follow-up. Due i risultati chiave dello studio, pubblicati sul New England Journal of Medicine in Maggio del 2013. Il primo è quello prettamente scientifico e di salute pubblica: l'aggiunta di n-3 PUFA ai trattamenti raccomandati (farmacologici e non) per la prevenzione cardiovascolare di soggetti ad alto rischio - già trattati al meglio delle possibilità - non è efficace nel ridurre ulteriormente le principali complicanze fatali e non fatali. Il secondo risultato è altrettanto rilevante: per la prima volta, e con uno studio che è in assoluto il più grande in questo settore, la medicina generale italiana è riconosciuta dai più alti livelli della letteratura scientifica come produttrice di conoscenze che diventano di riferimento internazionale per il settore chiave della prevenzione cardiovascolare. Valutazione del percorso epidemiologico, clinico-assistenziale del diabete mellito in Regione Lombardia attraverso l’uso integrato dei database amministrativi Lo studio si inserisce nell’ambito della collaborazione con la Regione Lombardia e ha come obiettivo generale la messa a punto di modelli per la valutazione e il controllo dell’uso di risorse sanitarie dei pazienti diabetici, attraverso l’uso integrato di database amministrativi. Obiettivi generali dello studio sono: identificare la popolazione diabetica residente in regione Lombardia e stimare la prevalenza, l’incidenza, i ricoveri e la mortalità. Nello specifico valutare: il carico farmacologico associato alla patologia, attraverso l’analisi delle prescrizioni di farmaci antidiabetici e dei trattamenti per il controllo dei fattori di rischio cardiovascolare; il carico assistenziale attraverso l’analisi dei ricoveri ospedalieri; e delle prestazioni ambulatoriali il rischio di sviluppare complicanze cardiovascolari e di mortalità nei pazienti con nuova diagnosi di diabete; le differenze di genere negli eventi cardiovascolari, mortalità, trattamenti farmacologici e indicatori di cura nei pazienti con nuova diagnosi di diabete; i cambiamenti nei pattern prescrittivi nei diabetici anziani dal 2000 al 2010. L’analisi riguarda la popolazione con diabete residente in Regione lungo 10 anni di osservazione dal 2000 al 2010. La popolazione diabetica è stata selezionata in base ad uno dei seguenti criteri: a) consumo di almeno un farmaco categoria A10 (farmaci usati nel diabete) b) ricovero con Disease-Related Group (DRG) 294 (diabete età > 35 aa) o 295 (diabete età < 35 aa); c) codice esenzione 013.250 (diabete mellito). Sulla base di questo criterio sono state create 10 diverse banche dati di pazienti diabetici, una per ogni anno preso in esame. I pazienti sono stati seguiti nel corso dell’anno e per tutti gli anni, incrociando i dati del database dell’anagrafe sanitaria, con quelli delle prescrizioni farmaceutiche e delle Schede di Dimissione Ospedaliera (SDO). Dalle diverse analisi condotte è emerso quanto segue: i pazienti diabetici di nuova diagnosi, rispetto ai soggetti non diabetici di pari sesso ed età, hanno un rischio più alto di sviluppare eventi cardiovascolari e di morire, già nei primi anni RAPPORTO ATTIVITA’ 203 2013 IRFMN dopo la diagnosi della malattia. Questo rischio nei nuovi diabetici di età 40-49 anni era paragonabile a quello osservato nei soggetti non diabetici 10-15 anni più vecchi. Si sottolinea pertanto l’importanza di intervenire con i farmaci raccomandati per la prevenzione cardiovascolare, ad oggi ancora sottoutilizzati, sin dai primi tempi dalla diagnosi di diabete; le donne con nuova diagnosi di diabete presentano un profilo di rischio cardiovascolare paragonabile a quello degli uomini confermando che le donne diabetiche rappresentano una categoria a rischio rispetto a quelle non diabetiche. Il diabete conferisce alle donne un rischio più alto di morire rispetto ai maschi con la stessa patologia. Questo potrebbe essere, spiegato almeno in parte dalla differenza osservata nel minor utilizzo delle terapie cardiovascolari raccomandate e delle tecniche di rivascolarizzazione nelle donne; nei diabetici anziani, si è osservato un cambiamento rilevante nel pattern prescrittivo dal 2000 al 2010, con una maggior tendenza a seguire le raccomandazioni sia per la scelta dei farmaci antidiabetici sia per quelli attivi nella prevenzione cardiovascolare (ACE-inibitori, statine, antiaggreganti piastrinici). Questi miglioramenti potrebbero essere correlati alla riduzione osservata, nelle ospedalizzazioni e nella mortalità in particolare nelle fasce di età 65-74 e 75-84 anni. Studio “GLICINE-SPIDER” Lo studio Glicine Spider è uno studio osservazionale prospettico, condotto presso le Unità di Terapia Intensiva Coronarica (UTIC), della regione Lombardia. Lo studio, nato da una collaborazione tra l’ANMCO lombarda (Associazione Nazionale Medici Cardiologici Ospedalieri), l’AMD lombarda (Associazione Medici Diabetologici) e l’Istituto di Ricerche Farmacologiche Mario Negri, ha lo scopo di valutare la gestione dell’iperglicemia in corso di sindrome coronarica acuta (SCA) ed è coordinato dai Laboratori di “Ricerca in Medicina Generale” e “Valutazione Clinica dei Farmaci”. L’iperglicemia e l’ipoglicemia hanno un significato prognostico negativo nelle sindromi coronariche acute, sia nei pazienti diabetici che nei non diabetici e benché venga riconosciuta l’importanza di controllare la glicemia in corso di SCA, non vi sono linee guida che definiscano le strategie terapeutiche da applicare e i target glicemici da raggiungere. Obiettivo primario di questo studio osservazionale è quello di descrivere in un ampio campione di pazienti con SCA ammessi in UTIC: la prevalenza di diabete noto e l’iperglicemia il tipo di trattamento e il controllo glicemico durante la fase acuta l’incidenza della mortalità e delle complicanze cardiovascolari durante l’ospedalizzazione in funzione della diagnosi e dei livelli glicemici. Lo studio si è concluso con l’inclusione di 1282 pazienti da parte di 31 UTIC. I risultati sono in fase di pubblicazione. Studio FOCUS (Fixed Dose Combination Drug for Secondary Cardiovascular Prevention. Improving Equitable Access and Adherence to Secondary Prevention Therapy with a Fixed-Dose Combination Drug) Studi clinici randomizzati e risultati di diverse meta-analisi hanno dimostrato che la somministrazione a lungo termine di aspirina, statina, beta-bloccante e ACE-inibitore migliorano la prognosi nei pazienti ad alto rischio, in particolare dopo un evento coronarico. Tuttavia, svariati fattori quali l’ampia variabilità prescrittiva dei medici, la limitata accessibilità e disponibilità a farmaci costosi nei paesi economicamente meno sviluppati e la scarsa aderenza ai trattamenti determinano un uso inadeguato di queste terapie compromettendo, così, l’efficacia della prevenzione cardiovascolare. L’idea di una pillola contenente una combinazione a dose fissa di farmaci (CDF) per la prevenzione cardiovascolare era stata proposta per la prima volta da Wald e Law nel 2000 e supportata dall’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS). Durante gli ultimi anni questo concetto, in particolar modo nel campo della prevenzione RAPPORTO ATTIVITA’ 204 2013 IRFMN primaria è stato messo in discussione da molti esperti mentre il ruolo potenziale di una polipillola in prevenzione secondaria cardiovascolare sta ricevendo sempre più attenzione. Tuttavia, ad oggi, mancano studi che valutino il reale impatto di tale terapia sul miglioramento dell’aderenza ai trattamenti nei pazienti con infarto miocardico. L’obiettivo generale dello studio FOCUS, supportato da un finanziamento dalla Comunità Europea all’interno del 7° Programma Quadro, è quello di rendere disponibile a livello mondiale una combinazione a dose fissa di farmaci per la prevenzione secondaria dell’infarto miocardico a prezzi sostenibili allo scopo di migliorare l’accessibilità di tale trattamento nei paesi a basso reddito e al tempo stesso di migliorare l’aderenza alla terapia. Il Centro Nacional de Investigationes Cardiovasculares (CNIC) di Madrid è il promotore dello studio e coordinatore del Consorzio FOCUS di cui fanno parte anche i seguenti membri: l’Istituto Mario Negri l’Istituto DAMIC, la Fundació Clínic per a la Recerca Biomèdica (FCRB), l’ARTTIC, la World Heart Federation (WHF), l’Instituto de Salud Carlos III (ISCIII), la FERRER e la Federación Argentina de Cardiología (FAC). Lo studio è internazionale, multicentrico articolato in due fasi: osservazionale e sperimentale di fase III randomizzata in aperto. Obiettivo della fase 1 è quello di conoscere le problematiche che impediscono un adeguato accesso alle terapie utilizzate per la prevenzione cardiovascolare nei pazienti infartuati. Obiettivo primario fase 2 è di valutare se, nei pazienti con infarto, la somministrazione in un’unica pillola (CDF) di tre farmaci raccomandati per la prevenzione secondaria (aspirina, simvastatina, ramipril) migliora l’aderenza al trattamento rispetto all’assunzione dei tre separatamente. Lo studio interesserà due paesi europei (Italia e Spagna) e tre del Sud America (Argentina, Brasile e Paraguay). Attualmente, in Italia, sono stati inclusi 666 pazienti nella fase 1 e 227 sono stati randomizzati nella fase 2. Lo studio terminerà a Maggio 2014 e la pubblicazione dei risultati è attesa per Settembre 2014. Progetto “Il Sale è meglio averlo in Zucca” Il progetto origina dalla consapevolezza che la dieta media Italiana è eccessivamente ricca di sale e che tale eccesso è causa di un gran numero di patologie soprattutto a carico del sistema cardiovascolare. I dati disponibili dimostrano che una riduzione anche parziale del sale nell’alimentazione riduce l’insorgenza di ipertensione e ne migliora il controllo. La riduzione del sale può però causare la diminuzione della palatabilità degli alimenti e quindi essere difficilmente adottata dalla popolazione. E’ però possibile introdurre una serie di accorgimenti per ridurre il contenuto di sale negli alimenti senza pregiudicarne il gusto, utilizzando ad esempio certi alimenti al posto di altri, ricorrendo ai sostituti del sale, utilizzando spezie ed erbe aromatiche. Questo progetto pilota, condotto in collaborazione con il Laboratorio di Tossicologia della Nutrizione dell’Istituto Mario Negri ed Elior (ditta operante nella ristorazione), aveva l’intento pratico di raccogliere dati sugli accorgimenti utili a ridurre il contenuto di sale nella dieta senza diminuirne la palatabilità. Sono stati selezionati 13 piatti dal menù invernale di una mensa campione e da ognuno di questi è stato prelevato un campione per l’analisi del contenuto di sodio. Le ricette sono state modificate con l’obiettivo di ridurre il contenuto di sodio di almeno il 20% compensando, per esempio, con l’aggiunta di spezie o erbe aromatiche. Anche da queste ricette sono stati prelevati dei campioni per verificare il contenuto di sodio e il gradimento dei commensali è stato rilevato con dei questionari specifici in cui è stato richiesto di riconoscere tra i piatti consumati quali potevano essere quelli a ridotto contenuto di sodio e se il commensale aveva aggiunto sale ai piatti consumati. I risultati ottenuti sono stati incoraggianti, è stato dimostrato che è possibile abbassare notevolmente il contenuto di sale dei piatti proposti in una mensa e che ciò non modifica il gradimento degli utenti poiché questi non sono portati a salarli di più di quanto facciano abitualmente. RAPPORTO ATTIVITA’ 205 2013 IRFMN Studio FALCO: Sorveglianza dei pazienti con Fibrillazione Atriale in Lombardia trattati con antiCoagulanti Orali. I nuovi farmaci anticoagulanti orali diretti (DOAC) - inibitori diretti della trombina e inibitori del fattore X attivato - sono ora disponibili sul mercato italiano con l’indicazione per profilassi tromboembolica della fibrillazione atriale non reumatica (FA). La novità di questi farmaci rispetto all’attuale terapia anticoagulante orale raccomandata - warfarin e acenocumarolo (AC) è la rapidità d’azione, il basso potenziale di interazioni con altri farmaci e gli alimenti, e un effetto anticoagulante stabile e prevedibile senza necessità di monitoraggio routinario con l’INR, quindi una maggiore stabilità dell’effetto anticoagulante. Questi farmaci sono dabigatran, rivaroxaban e apixaban (che entrerà verosimilmente in commercio in un prossimo futuro). Le caratteristiche di questi nuovi farmaci, e specialmente la loro maggiore praticità d’uso, fanno prevedere un rapido trasferimento delle attuali prescrizioni di warfarin a prescrizioni di DOAC. Questo “switching” implicherà un cambiamento di gestione dei pazienti affetti da FA (minor necessità di monitoraggio routinario); che dovranno però comunque essere sorvegliati e indagati per eventuali eventi avversi una volta che il farmaco sarà utilizzato nella pratica clinica. Obiettivo dello studio Il presente studio pilota si prefigge di avviare la sorveglianza di un campione rappresentativo di pazienti con FA non reumatica residenti in Regione Lombardia che iniziano una nuova terapia antitrombotica (sia DOAC che AC). Popolazione in studio Saranno inclusi nello studio i soggetti con FA non reumatica che iniziano una nuova terapia antitrombotica, selezionati consecutivamente. Sarà possibile quindi includere pazienti: che iniziano per la prima volta una terapia con un antitrombotico che passano da una terapia antitrombotica ad un’altra Allo studio hanno aderito 46 Centri: 21 Cardiologie, 14 Centri TAO e 11 Medicine Interne/Geriatrie. Studio sull’ipertensione arteriosa nel distretto di Borbon – Ecuador Fa parte delle attività del Laboratorio un progetto di collaborazione con il Cecomet (Centro de Epidemiologia comunitaria y Medicina tropical) di Esmeralda, Ecuador sulla prevalenza e il trattamento dell’ipertensione arteriosa. In questa zona rurale dell’Ecuador, situata nel distretto sanitario di Borbon, al nord della provincia di Esmeralda, il 36% della popolazione adulta risulta ipertesa e più della metà degli ipertesi presenta valori pressori superiori a 160/110 mmHg. Nell’area è in atto dal 2001 il follow-up di tutta la popolazione degli ipertesi allo scopo di valutare il rischio cardiovascolare complessivo, ridurre i livelli pressori mediante l’utilizzo di una terapia antiipertensiva, in particolare nei pazienti a rischio elevato, e di monitorare nel tempo le complicanze. Dati preliminari mostrano che dall’inizio dello studio ad oggi: i pazienti in trattamento sottoposti a terapia antiipertensiva sono aumentati dal 39% al 59% le prescrizioni si sono concentrate nei pazienti con livelli pressori più elevati (l’80% dei pazienti con pressione sistolica >180mmHg è attualmente in trattamento) o con rischio cardiovascolare complessivo più alto (82% dei pazienti con rischio alto o molto alto è attualmente trattata) il controllo pressorio è migliorato (il 24% dei pazienti presenta livelli di pressione sistolica >180 mmHg rispetto al 33% dell’inizio e il 34% presenta livelli <160-179 mmHg rispetto al 26% dell’inizio) la frazione di pazienti a rischio alto o molto alto si è ridotta (dal 40% al 33%). Resta tuttavia ancora insoddisfacente la compliance ai trattamenti: solo la metà dei pazienti assume i farmaci antiipertensivi prescritti. Il follow-up dei pazienti prosegue mediante visite periodiche ai villaggi. RAPPORTO ATTIVITA’ 206 2013 IRFMN Laboratorio di Statistica Medica Il Laboratorio di Statistica Medica sviluppa ricerca applicata in tre aree principali: le sperimentazioni cliniche controllate, gli studi osservazionali e l’epidemiologia genetica. Sperimentazioni cliniche controllate Il laboratorio si occupa della pianificazione, organizzazione e analisi statistica delle sperimentazioni cliniche controllate condotte nei diversi laboratori del Dipartimento di Ricerca Cardiovascolare. Al presente l’attività è focalizzata sui trial clinici GISSI-HF, GISSI-AF e OPERA condotti rispettivamente nell’ambito dello scompenso e della fibrillazione atriale e dei rispettivi sottoprogetti che mirano allo studio approfondito dei biomarcatori, dei livelli di acidi grassi circolanti, dei parametri ecocardiografici e della perdita di peso. Di recente attivazione sono: il trial di superiorità BeTACTIC che prevede la randomizzazione di 400 pazienti sottoposti a trapianto cardiaco e il trial CYCLE, per il quale è prevista la randomizzazione di 444 pazienti sottoposti ad angioplastica primaria dopo infarto. Infine è stato attivato il trial multicentrico di superiorità ICOS-ONE nell’ambito della cardio-oncologia al fine di testare se due strategie terapeutiche differenti possano prevenire la cardiotossicità da antracicline. Lo studio prevede di randomizzare 268 pazienti con neoplasie sottoposti a chemioterapia da antracicline. Sono stati resi noti i risultati del trial Rischio & Prevenzione nell’ambito della prevenzione cardiovascolare, che ha randomizzato circa 12500 pazienti assegnati a n-3PUFA e a rispettivo controllo. La storia epidemiologica ed assistenziale di questa popolazione è oggetto di valutazione secondo numerosi piani di analisi predefiniti. La metodologia statistica applicata agli studi clinici riveste un ruolo fondamentale e in continuo approfondimento per quanto riguarda i metodi di analisi statistica (esempio: gestione dei missing data, sviluppo di indicatori prognostici di rischio, metodi per la valutazione dei rischi competitivi, di modelli predittivi di rischio per valutare il contributo dei biomarcatori rispetto ai più noti fattori di rischio mediante la tecnica della Reclassification e di indici di Discrimination etc). La gestione di un trial clinico comporta inoltre la messa a punto di metodi per la pianificazione e per il monitoraggio dei dati, le analisi ad interim e la scelta del disegno di studio ottimale (disegni di superiorità, non–inferiorità, equivalenza). Studi osservazionali Recentemente l’attivazione di studi osservazionali ha permesso di valutare il profilo epidemiologico di alcune categorie di pazienti attraverso l’osservazione della pratica clinica corrente. Lo studio osservazionale prospettico GLICINE-SPIDER ha valutato il profilo di rischio di pazienti iperglicemici in corso di sindrome coronarica acuta (SCA) nell’ambito ospedaliero lombardo. Lo studio di coorte REGIA ha permesso di calcolare l’incidenza di emorragie maggiori e minori e di valutare il percorso epidemiologico-assistenziale in una casistica di circa 3000 pazienti sottoposti a chirurgia ortopedica per protesi d’anca e ginocchio, largamente rappresentativa della realtà italiana. I risultati dello studio sono stati presentati e saranno presto pubblicati. Di recente attivazione è lo studio FALCO (Sorveglianza dei pazienti con Fibrillazione Atriale in Lombardia trattati con AntiCoagulanti Orali) che prevede il reclutamento e l’osservazione di 800 pazienti nei maggiori centri italiani. Epidemiologia genetica Il laboratorio ha sviluppato una competenza specifica nell’analisi di studi di epidemiologia genetica condotti in collaborazione con il Laboratorio di Valutazione Clinica dei Farmaci. Le tecniche di analisi statistica nell’ambito della genetica cardiovascolare sono state approfondite RAPPORTO ATTIVITA’ 207 2013 IRFMN nel corso dell’ultimo quinquennio. Lo studio della componente genetica di malattie complesse come la patologia cardiovascolare è stato affrontato nello studio PROCARDIS attraverso lo screening sull’intero genoma (genome-wide), tecnica che mira ad individuare geni di suscettibilità alla malattia coronarica. Il database PROCARDIS ha dato l’occasione per indagare alcuni tratti quantitativi quali i livelli lipidici o indici di massa corporea. Nell’ambito della seconda fase del progetto PROCARDIS, supportata dal 6th Framework Programme della Comunità Europea, è stato condotto uno screening sull’intero genoma attraverso la tecnica “genome wide association” per la quale sono stati analizzati circa 1 milione di polimorfismi (SNPs) al fine di individuare una potenziale associazione con la malattia coronarica. Di recente, il C4D Genetic Consortium, di cui il Consorzio PROCARDIS fa parte, ha dimostrato, insieme ad un altro importante gruppo europeo, l’esistenza di nuovi geni responsabili dello sviluppo della malattia coronarica e che la stessa è causata dal concorso di molti geni attraverso meta-analisi di GWAS. Nell’ambito dello studio GISSI-PrevenzioneGenetica, il laboratorio ha sviluppato tecniche di statistica genetica per l’analisi degli studi casocontrollo che mirano a valutare l’associazione di varianti genetiche legate all’adiponectina, alla proteina C reattiva, alla PTX3 con la malattia coronarica . Nell’ambito del sottoprogetto genetico dello studio GISSI-HF, che ha incluso 2500 pazienti sui quali valutare il ruolo di varianti genetiche nello scompenso cardiaco, ad oggi è stata studiata l’associazione di 4 polimorfismi del gene che esprime adiponectina mediante un disegno caso-controllo. E’ stata inoltre studiata l’associazione delle varianti genetiche del polimorfismo rs5068, dei livelli circolanti di importanti biomarcatori nell’insufficienza cardiaca cronica. Laboratorio di Farmacologia Clinica Qualità di vita, Depressione e Funzioni cognitive nei pazienti con scompenso: QDF-GISSI-HF Lo studio QDF è un sottoprogetto dello studio GISSI-HF. Gli obiettivi sono: a) descrivere l’andamento della depressione, dei problemi cognitivi e della qualità di vita in un campione di 1500 pazienti con diagnosi di scompenso cardiaco; b) valutare l'uso in pratica di strumenti comunemente usati per misurare queste variabili e confrontare la valutazione del paziente eseguita con gli strumenti (la Geriatric Depression Scale, il Kansas City Cardiomyopathy Questionnaire e il Mini Mental State Examination) con la percezione clinica degli infermieri; documentare se, quanto, come la valutazione delle variabili QDF porta a decisioni assistenziali e terapeutiche specifiche (es. interventi farmacologici e/o di supporto specialistico). Le caratteristiche dei 1564 pazienti inclusi nello studio e reclutati da 83 centri sono risultate comparabili a quelle della popolazione di pazienti del GISSI-HF. I questionari sono stati somministrati alla maggioranza dei pazienti (KCCQ 97.2%, GDS 94.9%, MMSE 80.6% dei pazienti >70 anni). Le infermiere che hanno partecipato a questo studio collaborativo hanno prodotto dati su una delle più grosse coorti di pazienti con scompenso, che vengono valutati prospetticamente per avere una valutazione integrata della rilevanza e delle implicazioni delle misure QDF anche sugli esiti clinici. E’ in corso la stesura degli articoli per la pubblicazione dei risultati. RAPPORTO ATTIVITA’ 208 2013 IRFMN DIPARTIMENTO DI BIOCHIMICA E FARMACOLOGIA MOLECOLARE PERSONALE Capo Dipartimento Mario SALMONA, Dr.Sci.Prep.Alim. Laboratorio di Biochimica e Chimica delle Proteine Capo Laboratorio Mario SALMONA, Dr.Sci.Prep.Alim. Unità di Patologia Umana in Organismi Modello Capo Unità Luisa DIOMEDE, Dr. Anal.Chim.Biol. Laboratorio di Biologia Molecolare Capo Laboratorio Enrico GARATTINI, Dr.Med.Chir. Unità di Farmacogenomica Capo Unità Maddalena FRATELLI, Dr.Sci.Biol. Unità di Struttura e Regolazione del Gene Capo Unità Mineko TERAO, Ph.D.Bioch. Laboratorio di Farmacodinamica e Farmacocinetica Capo Laboratorio Marco GOBBI, Dr.Farm. Laboratorio di Patologia Molecolare Capo Laboratorio Lavinia CANTONI, Dr.Sci.Biol. Laboratorio di Proteomica Traslazionale Capo Laboratorio Valentina BONETTO, Dr.CTF Laboratorio per lo Studio dei Sistemi Biologici Capo Laboratorio Gianfranco BAZZONI, Dr.Med.Chir. Laboratorio di Trasduzione del Segnale Capo Laboratorio Ester ZITO, Dr. CTF, Ph.D. Genetics RAPPORTO ATTIVITA’ 209 2013 IRFMN CURRICULA VITAE Mario Salmona si è laureato in Scienze delle Preparazioni Alimentari nel 1971 presso l'Università di Milano. Nel 1974 ha conseguito il diploma in Specialista in Ricerca Farmacologica presso l'Istituto Mario Negri di Milano. Si occupa da oltre quindici anni dei meccanismi molecolari che sono alla base dell’insorgenza e progressione delle malattie da prioni. E’ autore di più di 300 articoli pubblicati su riviste internazionali. Il numero totale di citazioni dei suoi lavori è di 10.500 e il suo fattore h è di 55. 1971-1975 Post-doctoral fellow nel Laboratorio di Farmacologia Biochimica, Istituto Mario Negri 1975 e 1986 Visiting Scientist presso il Weizmann Institute of Science, Rehovot, Israele 1976-1997 Capo del Laboratorio di Enzimologia, Istituto Mario Negri 1995-2011 Direttore della Scuola di Farmacologia, Istituto Mario Negri 1997- Capo del Dipartimento di Biochimica e Farmacologia Molecolare, Istituto Mario Negri Dal 2007 membro effettivo del panel europeo che sta implementando il progetto “The European Advanced Translational Research Infrastructure in Medicine” (EATRIS). Principali pubblicazioni Diomede L, Di Fede G, Romeo M, Bagnati R, Ghidoni R, Fiordaliso F, Salio M, Rossi A, Catania M, Paterlini A, Benussi L, Bastone A, Stravalaci M, Gobbi M, Tagliavini F, Salmona M. Expression of A2V-mutated Aβ in Caenorhabditis elegans results in oligomer formation and toxicity. Neurobiol Dis. 2014 62: 521-32 Stoilova T, Colombo L, Forloni G, Tagliavini F, Salmona M. A new face for old antibiotics: tetracyclines in treatment of amyloidoses. J Med Chem. 2013 56: 5987-6006 Sclip A, Arnaboldi A, Colombo I, Veglianese P, Colombo L, Messa M, Mancini S, Cimini S, Morelli F, Antoniou X, Welker E, Salmona M, Borsello T. Soluble Aβ oligomer-induced synaptopathy: c-Jun N-terminal kinase's role. J Mol Cell Biol. 2013 5: 277-9 Beeg M, Diomede L, Stravalaci M, Salmona M, Gobbi M. Novel approaches for studying amyloidogenic peptides/proteins. Curr Opin Pharmacol. 2013 13: 797-801 Rossi G, Bastone A, Piccoli E, Morbin M, Mazzoleni G, Fugnanesi V, Beeg M, Del Favero E, Cantù L, Motta S, Salsano E, Pareyson D, Erbetta A, Elia AE, Del Sorbo F, Silani V, Morelli C, Salmona M, Tagliavini F. Different mutations at V363 MAPT codon are associated with atypical clinical phenotypes and show unusual structural and functional features. Neurobiol Aging. 2014 35: 408-17 Bigini P, Previdi S, Casarin E, Silvestri D, Violatto MB, Facchin S, Sitia L, Rosato A, Zuccolotto G, Realdon N, Fiordaliso F, Salmona M, Morpurgo M. In vivo fate of avidin-nucleic Acid nanoassemblies as multifunctional diagnostic tools. ACS Nano. 2014 8: 175-87 Gianfranco Bazzoni si è laureato con lode in Medicina e Chirurgia nel 1988 presso l’Università degli Studi di Milano. Nel 1992, ha conseguito il diploma di Specializzazione in Ricerca Farmacologica presso l’Istituto Mario Negri di Milano. Le aree di interesse comprendono la Biologia Cellulare e in particolare lo studio dell’adesione e della migrazione delle cellule. 1988-2000 Borsista, Istituto Mario Negri 1993-1997 Post-doctoral Fellow presso il Dana Farber Cancer Institute e Harvard Medical School, Boston, MA 2000-2002 Ricercatore, Istituto Mario Negri 2002-2003 Capo dell’Unità di Adesione Cellulare, Istituto Mario Negri Dal 2004 a oggi Capo del Laboratorio per lo studio dei Sistemi Biologici, Istituto Mario Negri Dal 2004 Membro The American Physiological Society, Bethesda, MD. Principali pubblicazioni Paris L, Bazzoni G The protein interaction network of the epithelial junctional complex: a system-level analysis Mol Biol Cell 2008 19: 5409-5421 Paris L, Tonutti L, Vannini C, Bazzoni G. Structural organization of the tight junction. Biochim Biophys Acta 2008 1778: 646-659 Huang H, Cruz F, Bazzoni G. Junctional adhesion molecule-A regulates cell migration and resistance to shear stress. J. Cell Physiol 2006; 209; 122-130. Martinez-Estrada OM, Manzi L, Tonetti P, Dejana E, Bazzoni G. Opposite effects of Tumor Necrosis Factor and soluble fibronectin on Junctional Adhesion Molecule-A in endothelial cells. Am J Physiol (Lung Cell Mol Physiol) 2005; 288: L1081-L1088. Bazzoni G, Tonetti P, Manzi L, Cera MR, Balconi G, Dejana E. Expression of Junction Adhesion Molecule-A prevents spontaneous and random motility. J Cell Sci 2005; 118: 623-632. Bazzoni G, Dejana E. Endothelial cell-to-cell junctions: molecular organization and role in vascular homeostasis. Physiol Rev 2004; 84(3): 869-901. RAPPORTO ATTIVITA’ 210 2013 IRFMN Valentina Bonetto si è laureata in Chimica e Tecnologia Farmaceutiche all'Università di Padova nel 1993. Ha conseguito il titolo di PhD in Biochimica Medica nel 1999 presso il Dipartimento di Biochimica e Biofisica Medica dell'Istituto Karolinska, Stoccolma, Svezia. Le sue principali linee di ricerca sono: 1) Studio dei meccanismi patogenetici alla base della sclerosi laterale amiotrofica (SLA); 2) Identificazione di biomarcatori della SLA; 3) Analisi delle modifiche ossidative e delle alterazioni proteomiche nelle malattie neurodegenerative. Questi aspetti sono indagati con diversi approcci sperimentali, in vivo e in vitro, utilizzando tecnologie avanzate come la spettrometria di massa. 2000-2009 Ricercatore nel laboratorio di Biochimica e Chimica delle Proteine dell’Istituto Mario Negri 2002-2009 anche Assistant Telethon Scientist all'Istituto Telethon Dulbecco presso l’Istituto Mario Negri 2007-2009 Capo dell’Unità di Biochimica Medica dell’Istituto Mario Negri Dal 2009 ad oggi Capo del Laboratorio di Proteomica Traslazionale e Associate Telethon Scientist. Principali pubblicazioni • Basso M., Pozzi S., Tortarolo M., Fiordaliso F., Bisighini C., Pasetto L., Spaltro G., Lidonnici D., Gensano F., Battaglia E., Bendotti C., Bonetto V. ( 2013) Mutant Copper-Zinc Superoxide Dismutase (SOD1) induces protein secretion pathway alterations and exosome release in astrocytes: implications for disease spreading and motor neuron pathology in amyotrophic lateral sclerosis. J. Biol. Chem., 288:15699-15711. • Nardo G, Pozzi S, Pignataro M, Lauranzano E, Spano G, Garbelli S, Mantovani S, Marinou K, Papetti L, Monteforte M, Torri V, Paris L, Bazzoni G, Lunetta C, Corbo M, Mora G, Bendotti C, Bonetto V. (2011) Amyotrophic lateral sclerosis multiprotein biomarkers in peripheral blood mononuclear cells. PLoS ONE, 6:e25545. • Basso M., Samengo G., Nardo G., Massignan T., D’Alessandro G., Tartari S., Cantoni L., Marino M., Cheroni C., De Biasi S., Giordana M. T., Strong M.J., Estevez A.G., Salmona M., Bendotti C., Bonetto V. (2009) Characterization of detergent-insoluble proteins in ALS indicates a causal link between nitrative stress and aggregation in pathogenesis. PLoS ONE, 4:e8130. • Nardo, G., Pozzi, S., Mantovani, S., Garbelli, S., Marinou, K., Basso, M., Mora, G., Bendotti, C., Bonetto, V. (2009) Nitroproteomics of peripheral blood mononuclear cells from patients and a rat model of ALS. Antioxid. Redox Signal., 11: 1559-1567. • Basso M., Massignan T., Samengo G., Cheroni C., De Biasi S., Salmona M., Bendotti C., Bonetto V. (2006) Insoluble mutant SOD1 is partly oligoubiquitinated in amyotrophic lateral sclerosis mice. J. Biol. Chem., 281:33325-33335. • Casoni, F., Basso, M., Massignan, T., Gianazza, E., Cheroni, C., Salmona, M., Bendotti, C., Bonetto, V. (2005) Protein nitration in a mouse model of familial amyotrophic lateral sclerosis: Possible multifunctional role in the pathogenesis. J. Biol. Chem., 280: 16295-16304. Lavinia Cantoni si è laureata con lode nel 1973 in Scienze Biologiche presso l'Università degli Studi di Milano. Nel 1977 ha conseguito il diploma di Specializzazione in Ricerca Farmacologica presso l'Istituto Mario Negri di Milano. Le principali aree di ricerca riguardano i meccanismi biochimico-molecolari attivati dallo stress ossidativo e il ruolo di porfirine ed emoproteine nel metabolismo dei farmaci e in patologia. 1974-1977 Borsista dell’Istituto Mario Negri 1977-1978 Post-doctoral Fellow presso il Medical Research Council, Toxicology Unit, Carshalton, UK (Vincitore di una WellcomeTrust Research Fellowship) 1979-1982 Ricercatore, Istituto Mario Negri 1980-1990 Visiting Scientist per brevi periodi presso la Toxicology Unit, Carshalton, UK, e presso il Cornell Medical Center di New York, USA 1983-1997 Capo dell'Unità di Metabolismo dell'Eme e delle Emoproteine, Istituto Mario Negri Dal 1998 Capo del Laboratorio di Patologia Molecolare, Istituto Mario Negri Dal 1975 Membro Ordine Nazionale dei Biologi Dal 1983 Membro Società Italiana di Tossicologia. Revisore per lo stress ossidativo e le neuroscienze per riviste scientifiche internazionali. Principali pubblicazioni Cimini S, Rizzardini M, Biella G, Cantoni L. Hypoxia causes autophagic stress and derangement of metabolic adaptation in a cell model of amyotrophic lateral sclerosis. J Neurochem 2013 epub. D'Alessandro G, Calcagno E, Tartari S, Rizzardini M, Invernizzi RW, Cantoni L. Glutamate and glutathione interplay in a motor neuronal model of amyotrophic lateral sclerosis reveals altered energy metabolism. Neurobiol Dis. 2011, 43:346-55. Tartari S, D’Alessandro G, Babetto E, Rizzardini M, Conforti L, Cantoni L. Adaptation to G93Asuperoxide dismutase 1 in a motor neuron cell line model of amyotrophic lateral sclerosis. The role of glutathione. FEBS J. 2009; 276: 28612874. Babetto E, Mangolini A, Rizzardini M, Lupi M, Conforti L, Poletti A, Rusmini P, Cantoni L. Tetracycline-regulated gene expression in the NSC-34-tTA cell line for investigation of motor neuron diseases. Mol. Brain Res. 2005; 140: 63-72. Cantoni L,Valaperta R, Ponsoda X, Castell JV, Barelli D, Rizzardini M, Mangolini A, Hauri L, Villa P. Induction of RAPPORTO ATTIVITA’ 211 2013 IRFMN hepatic heme oxygenase-1 by diclofenac in rodents: role of oxidative stress and cytochrome P-450 activity. J. Hepatology 2003; 38: 776-783. Rizzardini M, Zappone M, Villa P, Gnocchi P, Sironi M, Diomede L, Meazza C, Monshouwer M, Cantoni L. Kupffer cell depletion partially prevents hepatic heme oxygenase 1 messenger RNA accumulation in systemic inflammation in mice: role of interleukin 1 beta. Hepatology 1998; 27: 703-710. Enrico Garattini si è laureato in Medicina e Chirurgia nel 1982 presso l'Università di Milano. Le aree di interesse comprendono la Biologia Cellulare e la Biologia Molecolare. 1982-1990 Borsista dell’Istituto Mario Negri 1983-1987 Borsista presso il Roche Institute of Molecular Biology, Dept. of Neurosciences, Nutley, New Jersey, USA 1991-1997 Dirigente Ricercatore della Regione Lombardia e Capo dell’Unità di Biologia Molecolare, Istituto Mario Negri Dal 1997 Capo del Laboratorio di Biologia Molecolare, Istituto Mario Negri Dal 2005 Direttore del Corso Ph.D., Istituto Mario Negri Dal 2011 Responsabile Attività Didattica, Istituto Mario Negri Principali pubblicazioni Paroni G, Fratelli M, Gardini G, Bassano C, Flora M, Zanetti A, Guarnaccia V, Ubezio P, Centritto F, Terao M, and Garattini E. Synergistic antitumor activity of lapatinib and retinoids on a novel subtype of breast cancer with coamplification of ERBB2 and RARA. Oncogene 2012; 31: 3431-3443 Gianni’ M, Peviani M, Bruck N, Rambaldi A, Borleri G, Terao M, Kurosaki M, Paroni G, Rochette-Egly C, and Garattini E. The MAPK p38α interacts with Ser-369 and inhibits RARα: suppression of the kinase enhances the therapeutic activity of retinoids in acute myeloid leukemia cells. Leukemia 2012; 26:1850-1861 Gianni M, Boldetti A, Guarnaccia V, Rambaldi A, Parrella E, Raska I Jr, Rochette-Egly C, Del Sal G, Rustighi A, Terao M, Garattini E Inhibition of the peptidyl-propyl-isomerase Pin1 enhances the responses of acute myeloid leukemia cells to retinoic acid via stabilization of RARα and PML-RARα. Cancer Res 2009 69 : 1016-1026 Terao M, Kurosaki M, Barzago M M, Fratelli M, Bagnati R, Bastone A, Giudice C, Scanziani E, Mancuso A, Tiveron C, Garattini E. Role of the molybdo-flavoenzyme, aldehyde oxidase homolog 2, in the biosynthesis of retinoic acid: generation and characterization of a knock-out mouse, Mol Cell Biol 2009 29: 357-77 Gianni M, Parrella E, Raska I Jr, Gaillard E, Nigro EA, Gaudon C, Garattini E, Rochette-Egly C. P38MAPK-dependent phosphorylation and degradation of SRC-3/AIB1 and RARalpha-mediated transcription. EMBO J. 2006; 25:739-51 Garattini E, Parrella E, Diomede L, Gianni M, Kalac Y, Merlini L, Simoni D, Zanier R, Ferrara F F, Chiarucci I, Carminati P, Terao M, Pisano C. ST1926, a novel and orally active retinoid-related molecule inducing apoptosis in myeloid leukemia cells: Modulation of intracellular calcium homeostasis. Blood 2004; 103: 194-207 Marco Gobbi si è laureato in Farmacia presso l’Università degli Studi di Milano nel 1989. Le principali aree di interesse riguardano: i) le patologie neurodegenerative associate al misfolding e all’aggregazione di peptidi/proteine, come la beta-amiloide e il prione; ii) aspetti della funzionalità sinaptica, relativi in particolare allo studio di molecole che agiscono a livello del sistema nervoso centrale: iii) sviluppo e applicazione di nanotecnologie a scopo diagnostico e terapeutico. Tali studi riguardano sia aspetti farmacodinamici (interazioni molecolari, soprattutto con la Risonanza Plasmonica di Superficie) che aspetti farmacocinetici (con metodiche analitiche che includono la spettrometria di massa). 1981-1995 Ricercatore nel Laboratorio di Neurofarmacologia e, poi, nel Laboratorio di Farmacologia Recettoriale. 1995-2009 responsabile dell’Unità di Trasmissione Sinaptica, Istituto Mario Negri. Dal 2010 è responsabile del Laboratorio di Farmacodinamica e Farmacocinetica Co-autore in più di 100 pubblicazioni scientifiche su riviste internazionali soggette a peer-review. Primo o ultimo autore in più di 50 di queste. Revisore per riviste scientifiche internazionali riguardanti Neuroscienze-Neurofarmacologia- Nanotecnologie. Principali pubblicazioni Beeg M, Diomede L, Stravalaci M, Salmona M and Gobbi M. Novel approaches for studying amyloidogenic peptides/proteins. Curr Opin Pharmacol. 13: 797-801 (2013) Orsini F, Villa P, Parrella S, Zangari R, Zanier ER, Gesuete R, Stravalaci M, Fumagalli S, Ottria R, Reina JJ, Paladini A, Micotti E, Ribeiro-Viana R, Rojo J, Pavlov VI, Stahl GL, Bernardi A, Gobbi M and De Simoni MG. Targeting mannosebinding lectin confers long-lasting protection with a surprisingly wide therapeutic window in cerebral ischemia. Circulation 126:1484-1494 (2012). Gobbi M, Re F, Canovi M, Beeg M, Gregori M, Sesana S, Sonnino S, Brogioli D, Musicanti C, Gasco P, Salmona M and Masserini ME. Lipid-based nanoparticles with high binding affinity for amyloid-beta1-42 peptide. Biomaterials 31:65196529 (2010). RAPPORTO ATTIVITA’ 212 2013 IRFMN Caccia S and Gobbi M. St. John's Wort components and the brain: Uptake, concentrations reached and the mechanisms underlying pharmacological effects. Curr Drug Metab 10(9):1055-1065 (2009). Gobbi M, Colombo L, Morbin M, Mazzoleni G, Accardo E, Vanoni M, Del Favero E, Cantù L, Kirschner DA, Manzoni C, Beeg M, Ceci P, Ubezio P, Forloni G, Tagliavini F and Salmona M. Gerstmann-Sträussler-Scheinker disease amyloid protein polymerizes according to the "dock-and-lock" model. J Biol Chem 281:843-849 (2006). Crespi D, Mennini T and Gobbi M. Carrier-dependent and Ca(2+)-dependent 5-HT and dopamine release induced by (+)-amphetamine, 3,4-methylendioxymethamphetamine, p-chloroamphetamine and (+)-fenfluramine. Br J Pharmacol 121:1735-1743 (1997). Ester Zito si è laureata in Chimica e Tecnologie Farmaceutiche nel 2001 presso l'Università di Napoli. Nel 2007 ha conseguito il dottorato in Genetica Medica presso la Seconda Università di Napoli. Le principali aree di interesse riguardano lo studio delle alterazioni dell’omeostasi redox del reticolo endoplasmatico quali cause patogenetiche di alcune miopatie congenite. 2008-2010 presso la NYU (New York University, USA) supportata da una EMBO Long Term Fellowship 2010-2012 a Cambridge (UK) supportata da un IRG (International Reintagration Grant) Marie Curie Dal 2013 riveste il ruolo di Capo del Laboratorio di Trasduzione del Segnale presso l’Istituto Mario Negri, supportata da un DTI (Dulbecco TELETHON Institute) career award. Principali pubblicazioni Zito E. PRDX4, an endoplasmic reticulum-localized peroxiredoxin at the crossroads between enzymatic oxidative protein folding and nonenzymatic protein oxidation. Antioxid Redox Signal. 2013; 18:1666-74 Zito E, Hansen HG, Yeo GS, Fujii J, Ron D. Endoplasmic reticulum thiol oxidase deficiency leads to ascorbic acid depletion and noncanonical scurvy in mice. Mol Cell. 2012; 48: 39-51 Zito E, Melo EP, Yang Y, Wahlander Å, Neubert TA, Ron D. Oxidative protein folding by an endoplasmic reticulumlocalized peroxiredoxin. Mol Cell. 2010; 40:787-97 Zito E, Chin KT, Blais J, Harding HP, Ron D. ERO1-beta, a pancreas-specific disulfide oxidase, promotes insulin biogenesis and glucose homeostasis. J Cell Biol. 2010; 189:769 Zito E, Buono M, Pepe S, Settembre C, Annunziata I, Surace EM, Dierks T, Monti M, Cozzolino M, Pucci P, Ballabio A, Cosma MP. Sulfatase modifying factor 1 trafficking through the cells: from endoplasmic reticulum to the endoplasmic reticulum. EMBO J. 2007; 26: 2443-53 Zito E, Fraldi A, Pepe S, Annunziata I, Kobinger G, Di Natale P, Ballabio A, Cosma MP. Sulphatase activities are regulated by the interaction of sulphatase-modifying factor 1 with SUMF2. EMBO Rep. 2005; 6: 655-60 Luisa Diomede si è laureata in Analisi Chimico-Biologica presso l’Università “Carlo Bo” di Urbino nel 2007. Le principali aree di interesse riguardano: i) l’uso di Caenorhabditis elegans come organismo modello per lo studio dei meccanismi biochimici e molecolari alla base delle malattie da misfolding proteico ii) lo sviluppo e la validazione di nuove strategie terapeutiche per queste patologie. E’ co-autrice di circa 60 pubblicazioni peer-reviewed suriviste internazionali. 1985-1991 Ricercatrice nel Laboratorio di Enzimologia e, poi, nel Laboratorio di Biochimica e Chimica delle Proteine. 1991-1992 Ricercatrice per Angelini SpA, Pomezia (Roma). 1992-2010 Ricercatrice Senior nel Laboratorio di Biochimica e Chimica delle Proteine. Dal 2005 Membro del Comitato Qualità dell’Istituto Mario Negri. Dal 2011 è Responsabile dell’Unità di Patologie Umane in Organismi Modello. Co-autore in più di 60 pubblicazioni scientifiche su riviste internazionali soggette a peer-review. Revisore “ad hoc” per riviste scientifiche internazionali Principali pubblicazioni Diomede L, Cassata G, Fiordaliso F, Salio M, Ami D, Natalello A, Doglia SM, De Luigi A, Salmona M. Tetracycline and its analogues protect Caenorhabditis elegans from β amyloid-induced toxicity by targeting oligomers. Neurobiol Dis. 2010 Nov;40(2):424-31 Diomede L, Soria C, Romeo M, Giorgetti S, Marchese L, Mangione PP, Porcari R, Zorzoli I, Salmona M, Bellotti V, Stoppini M. C. elegans expressing human β2-microglobulin: a novel model for studying the relationship between the molecular assembly and the toxic phenotype.PLoS One. 2012;7(12):e52314. Stravalaci M, Bastone A, Beeg M, Cagnotto A, Colombo L, Di Fede G, Tagliavini F, Cantù L, Del Favero E, Mazzanti M, Chiesa R, Salmona M, Diomede L, Gobbi M. Specific recognition of biologically active amyloid-β oligomers by a new surface plasmon resonance-based immunoassay and an in vivo assay in Caenorhabditis elegans. J Biol Chem. 2012 Aug 10;287(33):27796-805. Di Fede G, Catania M, Morbin M, Giaccone G, Moro ML, Ghidoni R, Colombo L, Messa M, Cagnotto A, Romeo M, Stravalaci M, Diomede L, Gobbi M, Salmona M, Tagliavini F. Good gene, bad gene: new APP variant may be both. Prog Neurobiol. 2012 Dec;99(3):281-92. Diomede L, Rigacci S, Romeo M, Stefani M, Salmona M. Oleuropein aglycone protects transgenic C. elegans strains expressing Aβ42 by reducing plaque load and motor deficit. PLoS One. 2013;8(3):e58893. RAPPORTO ATTIVITA’ 213 2013 IRFMN Diomede L, Di Fede G, Romeo M, Bagnati R, Ghidoni R, Fiordaliso F, Salio M, Rossi A, Catania M, Paterlini A, Benussi L, Bastone A, Stravalaci M, Gobbi M, Tagliavini F, Salmona M. Expression of A2V-mutated Aβ in Caenorhabditis elegans results in oligomer formation and toxicity. Neurobiol Dis. 2014 Feb;62:521-32 Maddalena Fratelli si è laureata in Scienze Biologiche nel 1983 presso l’Università di Pisa e diplomata nello stesso anno in Biologia presso la Scuola Normale Superiore di Pisa. Si è specializzata in Ricerca Farmacologica presso l’Istituto Mario Negri nel 1986. Aree di interesse: 1. Sistemi genomici “highthroughput” per lo studio dei meccanismi d’azione dei farmaci e delle farmacoresistenze. 2. Regolazione redox della funzione proteica e dell’espressione genica: profili di espressione genica delle risposte dipendenti dal glutatione allo stimolo ossidativo 1988-1989 Postdoc presso il Medical Research Council, Neurobiology Unit, Cambridge, UK Dal 1995 Capo dell’Unità di Mediatori biochimici dell’infiammazione, Lab. di Neuroimmunologia, Istituto Mario Negri Dal 2005 Capo dell’Unità di Farmacogenomica, Lab. di Biologia Molecolare, Istituto Mario Negri. Principali pubblicazioni Fratelli M, Fisher J N, Paroni G, Di Francesco A M, Pierri F, Pisano C, Godl K, Marx S, Tebbe A, Valli C, Gianni M, Stravalaci M, Gobbi M, Terao M, Garattini E. New insights into the molecular mechanisms underlying sensitivity/resistance to the atypical retinoid ST1926 in acute myeloid leukaemia cells: The role of histone H2A.Z, cAMP-dependent protein kinase A and the proteasome, Eur J Cancer 2012 E-pub Garattini E, Fratelli M, Terao M. The mammalian aldehyde oxidase gene family. Hum Genomics. 2009 4: 119-30 Fratelli M, Goodwin LO, Orom UA, Lombardi S, Tonelli R, Mengozzi M, Ghezzi P. Gene expression profiling reveals a signaling role of glutathione in redox regulation. Proc Natl Acad Sci U S A. 2005;102:13998-4003 Brines M, Grasso G, Fiordaliso F, Sfacteria A, Ghezzi P, Fratelli M, Latini R, Xie QW, Smart J, Su-Rick CJ, Pobre E, Diaz D, Gomez D, Hand C, Coleman T, Cerami A. Erythropoietin mediates tissue protection through an erythropoietin and common beta-subunit heteroreceptor. Proc Natl Acad Sci U S A. 2004; 101:14907-12 Leist M, Ghezzi P, Grasso G, Bianchi R, Villa P, Fratelli M, Savino C, Bianchi M, Nielsen J, Gerwien J, Kallunki P, Larsen AK, Helboe L, Christensen S, Pedersen LO, Nielsen M, Torup L, Sager T, Sfacteria A, Erbayraktar S, Erbayraktar Z, Gokmen N, Yilmaz O, Cerami-Hand C, Xie QW, Coleman T, Cerami A, Brines M. Derivatives of erythropoietin that are tissue protective but not erythropoietic. Science. 2004; 305:239-42 Fratelli M, Demol H, Puype M, Casagrande S, Eberini I, Salmona M, Bonetto V, Mengozzi M, Duffieux F, Miclet E, Bachi A, Vandekerckhove J, Gianazza E, Ghezzi P. Identification by redox proteomics of glutathionylated proteins in oxidatively stressed human T lymphocytes. Proc Natl Acad Sci U S A. 2002; 99:3505-10 Mineko Terao si è laureata in Farmacia nel 1978 presso la Kobe Women’s College of Pharmacy del Giappone. Le aree di interesse comprendono la Biologia Cellulare e la Biologia Molecolare. 1983 Ph.D. presso la Kyoto University, Giappone. 1982-1983 Research Fellow nel Department of Medical Chemistry, Kyoto University, Giappone 1983-1987 Postdoctoral Associate presso Istitute for Cancer Research di Philadelphia, USA 1987- Visiting Scientist presso l’Istituto Mario Negri Dal 1998 Capo dell’Unità di Struttura e Regolazione del Gene, Istituto Mario Negri. Principali pubblicazioni Locatelli D, Terao M, Fratelli M, Zanetti A, Kurosaki M, Lupi M, Barzago M M, Uggetti A, Capra S, D'Errico P, Battaglia G S, Garattini E. Human axonal survival of motor neuron (a-SMN) protein stimulates axon growth, cell motility, C-C motif ligand 2 (CCL2), and insulin-like growth factor-1 (IGF1) production. J Biol Chem 2012 287 : 2578225794 Terao M, Fratelli M, Kurosaki M, Zanetti A, Guarnaccia V, Paroni G, Tsykin A, Lupi M, Gianni M, Goodall G J, Garattini E. Induction of miR-21 by retinoic acid in estrogen receptor-positive breast carcinoma cells: biological correlates and molecular targets. J Biol Chem 2011 286 : 4027-4042 Terao M, Kurosaki M, Barzago M M, Fratelli M, Bagnati R, Bastone A, Giudice C, Scanziani E, Mancuso A, Tiveron C, Garattini E Role of the molybdoflavoenzyme aldehyde oxidase homolog 2 in the biosynthesis of retinoic acid: generation and characterization of a knockout mouse. Mol Cell Biol 2009 29 : 357-377 Terao M, Kurosaki M, Barzago MM, Varasano E, Boldetti A, Bastone A, Fratelli M, Garattini E. Avian and canine aldehyde oxidases. Novel insights into the biology and evolution of molybdo-flavoenzymes. J Biol Chem. 2006 Jul 14;281(28):19748-61 Garattini E, Parrella E, Diomede L, Gianni M, Kalac Y, Merlini L, Simoni D, Zanier R, Ferrara F F, Chiarucci I, Carminati P,Terao M, Pisano C. ST1926, a novel and orally active retinoid-related molecule inducing apoptosis in myeloid leukemia cells: Modulation of intracellular calcium homeostasis. Blood 2004; 103: 194-207 RAPPORTO ATTIVITA’ 214 2013 IRFMN Vila R, Kurosaki M, Barzago M M, Kolek M, Bastone A, Colombo L, Salmona M, Terao M, Garattini E. Regulation and biochemistry of mouse molybdo-flavoenzymes. The DBA/2 mouse is selectively deficient in the expression of aldehyde oxidase homologues 1 and 2 and represents a unique source for the purification and characterization of aldehyde oxidase. J Biol Chem 2004; 279: 8668-8683 ATTIVITA' DEL DIPARTIMENTO Il Dipartimento di Biochimica e Farmacologia Molecolare è composto da sette laboratori con interessi scientifici e scopi di ricerca apparentemente eterogenei fra loro, ma accomunati dallo studio strutturale e funzionale di prodotti genici specifici e farmacologicamente rilevanti. A questo proposito, per l'identificazione di nuove proteine che potrebbero rappresentare dei bersagli per la terapia farmacologia, vengono utilizzate le classiche tecniche di biochimica e biologia molecolare. Le potenziali interazioni tra farmaci e proteine sono studiate anche a livello molecolare, utilizzando un'ampia varietà di approcci che vanno dagli studi condotti sugli animali a simulazioni computazionali. PRINCIPALI RISULTATI Sviluppo di protocolli per la preparazione della β-amiloide. Identificazione dei meccanismi molecolari responsabili della formazione di oligomeri da parte delle proteine amiloidogeniche. Caratterizzazione della cinetica di elongazione delle fibrille di β-amiloide attraverso Risonanza Plasmonica di Superficie (RPS). La mutazione A2V favorisce la formazione di oligomeri tossici di Aβ1-40, in vitro e in vivo. Caratterizzazione del binding di oligomeri di β-amiloide alla proteina prionica. Caratterizzazione delle proprietà di legame di un inibitore peptidico della aggregazione del βamiloide. Riconoscimento di oligomeri solubili tramite un nuove immuno-assay basato sulla RPS e conferma delle loro proprietà tossiche in un nuovo test su C. elegans. L’epigallocatechina-gallato, un componente del tè verde, previene la formazione di oligomeri tossici. Sviluppo di nuovi ceppi transgenici di C. elegans che esprimono a livello neuronale Aβ1-40 umana nella forma wild-type e con mutazione A2V. Sviluppo di nuovi ceppi transgenici di C. elegans che esprimono diverse isoforme di β2-microglobulina umana per lo studio della Dialysis Related Amyloidosis (DRA). La β2-microglobulina con la mutazione P32G o troncata nella forma ∆N6 favorisce la formazione di oligomeri tossici. Identificazione delle tetracicline come potenziali agenti terapeutici per il trattamento delle amiloidosi periferiche. Sintesi e caratterizzazione chimico-fisica e biologica di peptidi dedotti dalla sequenza della proteina prionica. Differenze strutturali nelle forme mutate della proteina prionica evidenziate da nuovi approcci di “epitope-scanning” basati sulla RPS. Il trattamento con un recettore solubile del TNF nel topo wobbler riduce la degenerazione dei motoneuroni e la fosforilazione delle due principali stress chinasi (p38 e JNK) associate alla stimolazione dei recettori del TNF. L’espressione di una proteina prionica mutata (PG14) è associata ad alterazioni della trasmissione glutamatergica, secondarie ad un difetto dei canali al calcio voltaggio-dipendenti. RAPPORTO ATTIVITA’ 215 2013 IRFMN Coinvolgimento di SEPN1, una proteina le cui mutazioni sono causa di alcune miopatie congenite, nell’omeostasi redox del reticolo endoplasmatico e indicazione che l’acido ascorbico puo’ compensare la carenza di SEPN1 in alcuni aspetti fenotipici delle miopatie congenite correlate a SEPN1. Accumulo di doxiciclina nel cervello di pazienti con la malattia di Creutzfeldt–Jakob, trattati cronicamente con il farmaco. I livelli plasmatici di doxiciclina non sono alterati dall’emodialisi in pazienti nei quali il farmaco è stato efficace nel ridurre la disabilità articolare dovuta all’amiloidosi da Beta2microglobulina. Identificazione di un pannello di biomarcatori nelle cellule mononucleate del sangue periferico di pazienti SLA e di un modello di ratto. Identificazione di un nuovo meccanismo patogenetico che può contribuire alla diffusione da cellula a cellula della patologia e alla morte del motoneurone in un modello murino di SLA. Sviluppo di modelli cellulari motoneuronali per lo studio della tossicità della forma mutata G93A di superossido dismutasi 1 umana, presente in pazienti con sclerosi laterale amiotrofica familiare. La forma mutata G93A di superossido dismutasi 1 umana altera la morfologia dei mitocondri selettivamente nelle cellule motoneuronali. Farmaci e sostanze esogene che inibiscono la catena mitocondriale di trasporto degli elettroni sono fattori di rischio per i motoneuroni che esprimono forme mutate di superossido dismutasi 1 umana. La sintesi di glutatione, il principale antiossidante cellulare, e i livelli intracellulari di glutammato, un aminoacido precursore del glutatione e neurotrasmettitore, sono alterati in un modello cellulare di sclerosi laterale amiotrofica. La forma mutata G93A di superossido dismutasi 1 umana è neurotossica in una condizione di ipossia. Il Riluzolo, un agente neuro protettivo, aumenta l’efficacia della ricaptazione del glutammato in colture cellulari che esprimono stabilmente i tre principali trasportatori del glutammato (GLT1, GLAST ed EAAC1). Identificazione e caratterizzazione di una nuova classe di retinoidi di sintesi a marcata attività apoptotica sulla cellula neoplastica. Sviluppo pre-clinico in ambito di terapia della leucemia acuta mieloide. Identificazione di nuove combinazioni farmacologiche a base di retinoidi per il trattamento della leucemia acuta mieloide. Sviluppo di nuove strategie per la terapia stratificata del carcinoma della mammella, utilizzando combinazioni a base di acido retinoico. Clonaggio molecolare dei cDNA e dei geni di quattro nuovi membri della famiglia delle molibdo-flavoproteine di mammifero. Definizione di un nuovo cluster genico sul cromosoma 1 umano e sul cromosoma 2 murino. Sviluppo di animali knock-out per diverse molibdo-flavoproteine: AOX1, AOH1, AOH2, AOH3. Creazione di strumenti integrati per la razionalizzazione del processo di analisi di Microarray. Il C1-inibitore ricombinante interagisce con alta affinità con le Mannose Binding Lectins (MBL). Evidenza di un legame tra C3 a P-selettina nella formazione di trombi micro vascolari. Conferma e caratterizzazione del binding di pentrassina-3 alla P-selettina, un nuovo meccanismo coinvolto nel reclutamento leucocitario ai siti di infiammazione. Sviluppo di nuovi ligandi per FGF-2, dotati di attività anti-angiogenetica. Sviluppo di protocolli in RPS per valutare l’interazione tra nano particelle (NP) e i loro potenziali target: applicazione a NP funzionalizzate per legare il β-amiloide. Sviluppo di protocolli in RPS per valutare la formazione della corona proteica sulla superficie delle nanoparticelle. RAPPORTO ATTIVITA’ 216 2013 IRFMN COLLABORAZIONI NAZIONALI Advanced Biology Center, Genova Fondazione Maugeri, Milano Fondazione IRCCS Istituto Nazionale Neurologico "C. Besta", Milano Fondo Edo Tempia, Biella IFOM Fondazione Istituto FIRC di Oncologia Molecolare, Milano IRCCS Fondazione "Istituto C. Mondino", Laboratorio di Neurobiologia Sperimentale, Pavia IRCCS Multimedica, Polo Scientifico e Tecnologico, Milano Istituto di Biomedicina e Immunologia Molecolare CNR, Palermo Istituto di Chimica del Riconoscimento Molecolare, Consiglio Nazionale delle Ricerche, Milano Istituto Clinico Humanitas, Milano Istituto di Neuroscienze C.N.R., Pisa Istituto G. Gaslini, Genova Istituto Nazionale dei Tumori, Milano Istituto Nazionale dei Tumori, Napoli Istituto Oncologico Europeo, Milano Istituto Regina Elena, Roma Istituto Toscano Tumori, Firenze Nanovector S.r.l., Torino Newron Pharmaceuticals, Milano Ospedale Maggiore Policlinico, Milano Ospedale Maggiore Policlinico. Istituto di Clinica Neurologica, Milano Ospedale Niguarda, Centro Clinico Nemo, Milano Ospedale S. Gerardo, Monza Ospedale S. Maria Nuova, Reggio Emilia Ospedale San Matteo, Pavia Sigma-Tau, Pomezia, Roma Università degli Studi di Messina, Dip. Farmaco-Chimico, Messina Università degli Studi di Milano, Dip. Biotecnologie, Milano Università degli Studi di Milano, Dip. Chimica Biochimica e Biotecnologie per la Medicina, Milano Università degli Studi di Milano, Dip. Chimica Farmaceutica e Tossicologica, Milano Università degli Studi di Milano, Dip. Chimica Organica e Industriale, Milano Università degli Studi di Milano, Dip. Farmacologia Medica, Milano Università degli Studi di Milano, Dip. Scienze Biomolecolari e Biotecnologie, Milano Università degli Studi di Milano, Dip. Scienze Farmacologiche, Milano Università degli Studi di Milano, Dip. Studi pre-clinici, Milano Università degli Studi di Milano, Facoltà di Biologia, Milano Università degli Studi di Milano, Facoltà di Chimica, Milano Università degli Studi di Milano, Istituto di Endocrinologia, Centro di Eccellenza per le Malattie Neurodegenerative, Milano Università di Catania, Dip. Scienze Farmaceutiche, Catania Università di Genova, Dip. Scienze Farmaceutiche, Genova Università di Ferrara, Facoltà di Chimica, Ferrara Università di Firenze, Dip. Scienze Biochimiche, Firenze Università di Milano, Centro di Eccellenza per lo studio delle Malattie Neurodegenerative, Segrate Università di Milano, Dip. Scienze Molecolari, Milano Università di Milano Bicocca, Dip. Medicina Sperimentale, Monza RAPPORTO ATTIVITA’ 217 2013 IRFMN Università di Padova, Dip. Scienze Biomediche, Padova Università di Pavia, Dip. Biochimica, Pavia Università di Pavia, Dip. Scienze Fisiologiche e Farmacologiche, Pavia Università di Siena, Dip. Farmaco-Chimico-Tecnologico, Siena Università di Torino, Dip. Anatomia, Farmacologia, Medicina Legale, Torino Università di Torino, Dip. Chimica, Torino Zambon, Milano COLLABORAZIONI INTERNAZIONALI The Alexander Silberman Institute of Life Sciences, The Hebrew University of Jerusalem, Gerusalemme, Israele Boston College, Boston, MA, USA Burke Medical Research Institute, White Plains, New York, USA Case Western Research University, Cleveland, OH, USA Dept. de Quimica-Fisica de Macromoleculas Biologicas, CSIC, Madrid, Spagna Division of Biomedical and Life Sciences, School of Health and Medicine, Lancaster University, Lancaster, Gran Bretagna ETH, Zurigo, Svizzera Faculdad de Ciencias Medicas, Universidad de Santiago de Chile, Cile FMP, Berlino, Germania Giessen Polyclinic University, Giessen, Germania Group of Elegans New Investigators in Europe Houston University, TX, USA IBSN CNRS, Marseille, Francia Imperial College London, Gran Bretagna Indiana University, Indianapolis, USA Institut de Genetique et Biologie Moleculaire et Cellulaire, Strasbourg, Francia Institute for Behavioral Genetics, University of Colorado, USA Institute Pasteur, Paris, Francia Laboratoire de Physico-Chimie, Pharmacotechnie et Biopharmacie, , Univ Paris-Sud 11, Chatenay-Malabry, Francia John Innes Centre, Norwich, Gran Bretagna Keio University, Tokyo, Giappone Lundbeck, USA Max Planck Research Unit for Enzymology of Protein Folding, Halle, Germania Mayo Clinic College of Medicine, Jacksonville, FL, USA National Institute of Health, Bethesda, MD, USA Nippon University, Tokyo, Giappone Pepscan System BV, Lelystad, Olanda Polichem S.A., Lugano, Svizzera Politecnico di Zurigo (ETH), Svizzera Technical University Braunschweig, Germania Trinity College, Dublin, Irlanda Universidad de La Laguna, Tenerife, Spagna Universidaed Nova, Lisbon, Portogallo Universitat des Saarlandes, Homburg, Germania Universitat Freiburg, Germania Université Paris, Francia RAPPORTO ATTIVITA’ 218 2013 IRFMN Université Victor Segalen Bordeaux 2, Bordeaux, Francia University of Aberdeen, Gran Bretagna University of Amsterdam, Olanda University of Birmingham, Gran Bretagna University of Cambridge, Gran Bretagna University of Cardiff, Gran Bretagna University of Glasgow, Gran Bretagna University of Gottingen, Germania University of Muenster, Germania University of Patrasso, Grecia University of Southampton, Gran Bretagna University of Sussex, Gran Bretagna University of Vienna, Austria Vanderbilt University, Nashville, USA Waring-Webb Institute, University of Colorado, Denver, USA Weizmann Institut, Rehovot, Israele Westfaelische Wilhelms-Universitaet Muenster, Germania PRESENZA IN COMITATI EDITORIALI Current Opinion in Pharmacology ( M. Gobbi) European Journal of Cancer (E. Garattini) BioMolecular Concepts (V. Bonetto) ATTIVITA' DI REVISIONE Advanced Drug Delivery Reviews, American Journal Physiology, Antioxidants and Redox Signaling, BBA-Proteomics, Biochemical Journal, Biochemical Pharmacology, Biochimica Biophysica Acta, BioMolecular Concepts, Biosensors and Bioelectronics, BMC-Biochemistry, Brain Research, Cancer Research, Cell Death and Differentiation, Cell Research, Cellular and Molecular Life Sciences, Circulation, Drug Investigation, European Journal of Cancer, European Journal of Immunology, European Journal of Neuroscience, International Journal of Cancer, International Journal of Molecular Sciences, Journal of Alzheimer’s Disease, Journal of Biomedical Nanotechnology, Journal of Cell Biology, Journal of Cellular Biochemistry, Journal of Hepatology, Journal of Immunology, Journal of Investigative Dermatology, Journal of Lipid Mediators, Journal of Neurochemistry, Journal of Neuroimmunology, Journal of Translational Medicine, Life Sciences, Nanomedicine, Neuroscience, Neuroscience Letters, Neurobiology of Disease, Neurochemistry International, Pharmacological Research, Physiological Genomics, PLoS ONE, Prion, Proceedings of the National Academy of Sciences, Proteomics, Proteome Science, Sensors. PRESENTAZIONI A CONGRESSI ED EVENTI Conferenza: “Alzheimer’s and Parkinson’s Diseases: Mechanisms, Clinical Strategies, and Promising Treatments of Neurodegenerative Diseases, 11th International Conference AD/PDTM”, “Different mutations at codon 363 of the tau gene produce different structural and functional properties”, 6-10 Marzo, Firenze, Italia RAPPORTO ATTIVITA’ 219 2013 IRFMN Congresso: “XVII Convention Scientifica Telethon”, “Development of an innovative strategy for the treatment of Alzheimer’s disease based on the anti-amyloidogenic ability of A2A Abeta variant”, “Dissecting the molecular basis of SEPN1 myopathies”, 11-13 Marzo, Riva del Garda, Trento, Italia Convegno: “Miniworkshop e Convegno CIMN: Misfolding Proteico e Amiloidosi VIII”, “Radicali liberi dell’ossigeno e cardiotossicità delle catene leggere delle immunoglobuline”, “Effetti del peptide Humanin nella formazione di oligomeri tossici di beta-amiloide”, 10-11 Maggio, Genova, Italia Convegno: “ENCALS, European Network for the Cure of ALS”, “Cyclophilin A is a molecular linker between SOD1- and TDP-43-mediated pathologies in ALS”, 31 Maggio - 2 Giugno, Sheffield, Gran Bretagna Conferenza: “Inaugural EATRIS Conference”, “Translational medicine and small molecules”, 3-4 Giugno, Amsterdam, Paesi Bassi Convegno: “BIOMEDIA - la condivisione del sapere - 28° convegno di studio - il laboratorio nelle malattie del sistema nervoso”, “Biomarcatori multiproteici di sclerosi laterale amiotrofica”, 6-7 Giugno, Vicenza, Italia Conferenza: “International Conference for Nanoparticles and Nanotechnology in Medicine NPMED 2013”, “New applications of Surface Plasmon Resonance for the analysis of nanoparticles protein corona”, “Optimization of an integrated system for the quantitative measurements of nanoparticles cellular uptake and cellular localization”, “Efficacy of NP tailored for AD”, 19-21 Giugno, Bresso, Milano, Italia Meeting: “19th International C. elegans Meeting”, “C. elegans expressing human beta2microglobulin: a novel model for studying the amyloid toxicity”, 26-30 Giugno, Los Angeles, California, USA Meeting: “VIIIth Joint Meeting of Medicinal Chemistry”, “Thieno[3,2-d]pyrimidin-4(3H)-one derivatives as novel 5-HT7 receptor ligands”, “New thienopyrimidine and quinazoline derivatives as potential 5-HT7 receptor ligands”, 30 Giugno – 4 Luglio, Lublino, Polonia Simposio: “17th European Carboydrate Symposium”, “Synthesis and affinity for mannose binding lectin of multivalent saccharide compounds”, 7-11 Luglio, Tel Aviv, Israele Congresso: “15th ICI - Immunitas Vis Naturae - Milan 2013 - International Congress of Immunology”, “Orchestration of tissue repair by the humoral pattern recognition molecule PTX3: linking microbe and matrix recognition”, 22-27 Agosto, Milano, Italia Simposio: “International Symposium on Cyclophilins and other Foldases: Cell Signaling Catalysts and Drug Targets”, “Cyclophilin A is a translational biomarker and a potential therapeutic target for amyotrophic lateral sclerosis”, 19-21 Settembre, Hallen, Germania Meeting: “3rd MS Food Day”, “A new method for the determination of BHA in chewing gums”, 9-11 Ottobre, Trento, Italia RAPPORTO ATTIVITA’ 220 2013 IRFMN Conferenza: “23rd Neuropharmacology Conference 2013 - Official Satellite to the 2013 Meeting of the Society for Neuroscience”, “Synaptic dysfunction in genetic prion diseases: a trafficking problem?”, 7-8 Novembre, San Diego, California, USA Simposio: “IXth International Symposium on Familial Amyloidotic Polyneuropathy”, “A phase II study of doxycycline tauroursodeoxycholic acid in transthyretin amyloidosis”, 10-13 Novembre, Rio de Janeiro, Brasile Convegno: “American Heart Association Scientific Sessions 2013”, “Activation of the kynurenine pathway in patients resuscitated from ventricular fibrillation out-of-hospital cardiac arrest”, 16-20 Novembre, Dallas, Texas, USA Meeting: “European ProteOnTM System User Meeting - Joining Information”, “SPR-based Scanning of Native Brain-extracted Prion Protein”, 19 Novembre, Vienna, Austria Simposio: “24th International Symposium on ALS/MND”, “Inhibition of extracellular cyclophilin A as a possible therapeutic target for ALS”, “Cyclophilin A interaction network perturbation is a converging patho-mechanism in different forms of amyotrophic lateral sclerosis”, 6-8 Dicembre, Milano, Italia CONTRIBUTI E CONTRATTI Agenzia Italiana del Farmaco, Roma, Italia Alzheimer’s Association, USA Associazione Italiana Ricerca sul Cancro (AIRC), Milano, Italia Biotecnologie BT - Perugia, Italia Comunità Europea (EU), Bruxelles, Belgio Consiglio Nazionale delle Ricerche (CNR), Palermo, Italia Fondazione Don Gnocchi, Milano, Italia Fondazione Cariplo, Milano, Italia Fondazione Italiana di Ricerca per la Sclerosi Laterale Amiotrofica (AriSLA) Fondazione Mariani, Milano, Italia Fondazione Monzino, Milano, Italia Fondazione Weizmann-Pasteur-Negri, Parigi, Francia Indena S.p.A., Milano, Italia Istituto Auxologico Italiano, Milano, Italia Istituto Nazionale Neurologico "C. Besta", Milano, Italia Lundbeck A/S, Copenhagen, Danimarca Ministero della Salute, Roma, Italia Ministero dell'Istruzione, Università e Ricerca Scientifica (MIUR), Roma, Italia North Shore University Hospital, NY, USA Perfetti-Van Melle, Lainate (Mi), Italia Sigma Tau, Pomezia (Roma), Italia Società Autostrade per l’Italia, Milano Telethon, Milano, Italia Università di Firenze, Italia Università di Milano-Bicocca, Italia Università di Siena, Italia Zambon Group, Bresso (Mi), Italia RAPPORTO ATTIVITA’ 221 2013 IRFMN SELEZIONE PUBBLICAZIONI SCIENTIFICHE (2013) Airoldi C, Cardona F, Sironi E, Colombo L, Salmona M, Cambianica I, Ornaghi F, Sancini G, Nicotra F, La Ferla B Fluorescent amyloid β-peptide ligand derivatives as potential diagnostic tools for Alzheimer's disease Pure Appl Chem E-pub: 2013 Basso M, Pozzi S, Tortarolo M, Fiordaliso F, Bisighini C, Pasetto L, Spaltro G, Lidonnici D, Gensano F, Battaglia E, Bendotti C, Bonetto V Mutant copper-zinc superoxide dismutase (SOD1) induces protein secretion pathway alterations and exosome release in astrocytes. Implications for disease spreading and motor neuron pathology in amyotrophic lateral sclerosis J Biol Chem 2013 288: 15699-15711 Beeg M, Diomede L, Stravalaci M, Salmona M, Gobbi M Novel approaches for studying amyloidogenic peptides/proteins Curr Opin Pharmacol 2013 13: 797-801 Biasini E, Unterberger U, Solomon I H, Massignan T, Senatore A, Bian H, Voigtlaender T, Bowman F P, Bonetto V, Chiesa R, Luebke J, Toselli P, Harris D A A mutant prion protein sensitizes neurons to glutamate-induced excitotoxicity J Neurosci 2013 33: 2408-2418 Bigini P, Previdi S, Casarin E, Silvestri D, Violatto M, Facchin S, Sitia L, Rosato A, Zuccolotto G, Realdon N, Fiordaliso F, Salmona M, Morpurgo M In vivo fate of Avidin-Nucleic Acid Nanoassemblies as multifuctional diagnostic tools ACS Nano E-pub: 2013 Borgo F, Diomede L The nematode Caenorhabditis elegans as an innovative tool for studying foodborne metabolites and emerging pathogens in the food industry Nutrafoods E-pub: 2013 Cimini S, Rizzardini M, Biella G, Cantoni L Hypoxia causes autophagic stress and derangement of metabolic adaptation in a cell model of amyotrophic lateral sclerosis J Neurochem E-pub: 2013 Cova L, Bigini P, Diana V, Sitia L, Ferrari Raffaele, Pesce R M, Khalaf R, Bossolasco P, Ubezio P, Lupi M, Tortarolo M, Colombo L, Giardino D, Silani V, Morbidelli M, Salmona M, Moscatelli D Biocompatible fluorescent nanoparticles for in vivo stem cell tracking Nanotechnology 2013 24: 245603 Diomede L, Rigacci S, Romeo M, Stefani M, Salmona M Oleuropein aglycone protects transgenic C. elegans strains expressing Aβ42 by reducing plaque load and motor deficit PLoS One 2013 8: e58893 Fluharty B R, Biasini E, Stravalaci M, Sclip A, Diomede L, Balducci C, La Vitola P, Messa M, Colombo L, Forloni G, Borsello T, Gobbi M, Harris D A An N-terminal fragment of the prion protein binds to amyloid-β oligomers and inhibits their neurotoxicity in vivo J Biol Chem 2013 288: 7857-7866 RAPPORTO ATTIVITA’ 222 2013 IRFMN Fratelli M, Fisher J N, Paroni G, Di Francesco A M, Pierri F, Pisano C, Godl K, Marx S, Tebbe A, Valli C, Gianni M, Stravalaci M, Gobbi M, Terao M, Garattini E New insights into the molecular mechanisms underlying sensitivity/resistance to the atypical retinoid ST1926 in acute myeloid leukaemia cells: The role of histone H2A.Z, cAMP-dependent protein kinase A and the proteasome Eur J Cancer 2013 49: 1491-1500 Fumagalli L, Pallavicini M, Budriesi R, Bolchi C, Canovi M, Chiarini A, Chiodini G, Gobbi M, Laurino P, Micucci M, Straniero V, Valoti E 6-methoxy7-benzofuranoxy and 6-methoxy-7-indolyloxy analogues of 2-[2-(2,6dimethoxyphenoxy)ethyl]aminomethyl-1,4-benzodioxane (WB4101): discovery of a potent and selective α1D-adrenoceptor antagonist J Med Chem 2013 56: 6402-6412 Garattini E, Terao M Aldehyde oxidase and its importance in novel drug discovery: present and future challenges Expert Opin Drug Discov 2013 8: 641-654 Gescher A, Gobbi M Pharmacology in the high tech age - new developments, opportunities and limitations Curr Opin Pharmacol 2013 13: 775-777 Kurosaki M, Bolis M, Fratelli M, Barzago MM, Pattini L, Perretta G, Terao M, Garattini E. Structure and evolution of vertebrate aldehyde oxidases: from gene duplication to gene suppression. Cell Mol Life Sci. 2013 70: 1807-30 Lesma G, Cecchi R, Cagnotto A, Gobbi M, Meneghetti F, Musolino M, Sacchetti A, Silvani A Tetrahydro-β-carboline-based spirocyclic lactam as type II' β-turn: application to the synthesis and biological evalution of somatostatine mimetics J Org Chem 2013 78: 2600-2610 Lucchetti J, Marino M, Papa S, Tortarolo M, Guiso G, Pozzi S, Bonetto V, Caccia S, Beghi E, Bendotti C, Gobbi M A mouse model of familial ALS has increased CNS levels of endogenous ubiquinol9/10 and does not benefit from exogenous administration of ubiquinol10 PLoS One 2013 8: e69540 Markoutsa E, Papadia K, Giannou A, Spella M, Cagnotto A, Salmona M, Stathopoulos G T, Antimisiaris SG Mono and dually decorated nanoliposomes for brain targeting, in vitro and in vivo studies Pharm Res E-pub: 2013 Massa O, Alessio M, Russo L, Nardo G, Bonetto V, Bertuzzi F, Paladini A, Iafusco D, Patera P, Federici G, Not T, Tiberti C, Bonfanti R, Barbetti F Serological Proteome Analysis (SERPA) as a tool for the identification of new candidate autoantigens in type 1 diabetes J Proteomics 2013 82: 263-273 Montagna G, Cazzulani B, Obici L, Uggetti C, Giorgetti S, Porcari R, Ruggiero R, Mangione P Patrizia, Brambilla M, Lucchetti J, Guiso G, Gobbi M, Merlini G, Salmona M, Stoppini M, Villa G, Bellotti V Benefit of doxycycline treatment on articular disability caused by dialysis related amyloidosis Amyloid 2013 20: 173-178 Moser J M, Bigini P, Schmitt-John T The wobbler mouse, an ALS animal model Mol Genet Genomics 2013 288: 207-229 RAPPORTO ATTIVITA’ 223 2013 IRFMN Palamidessi A, Frittoli E, Ducano N, Offenhauser N, Sigismund S, Kajiho H, Parazzoli D, Oldani A, Gobbi M, Serini G, Di Fiore PP, Scita G, Lanzetti L. The GTPase-activating protein RN-tre controls focal adhesion turnover and cell migration. Curr Biol. 2013 23: 2355-64 Papa S, Rossi F, Ferrari Raffaele, Mariani Alessandro, De Paola M, Caron I, Fiordaliso F, Bisighini C, Sammali E, Colombo C, Gobbi M, Canovi M, Lucchetti J, Peviani M, Morbidelli M, Forloni G, Perale G, Moscatelli D, Veglianese P Selective nanovector mediated treatment of activated proinflammatory microglia/macrophages in spinal cord injury ACS Nano 2013 11: 9881-9895 Russo L, Marsella C, Nardo G, Massignan T, Alessio M, Piermarini E, La Rosa S, Finzi G, Bonetto V, Bertuzzi F, Maechler P, Massa O Transglutaminase 2 transamidation activity during first-phase insulin secretion: natural substrates in INS1E Acta Diabetol 2013 50: 61-72 Sancini G, Gregori M, Salvati E, Cambianica I, Re F, Ornaghi F, Canovi M, Fracasso C, Cagnotto A, Colombo M, Zona C, Gobbi M, Salmona M, La Ferla B, Nicotra F, Masserini M Functionalization with TAT-peptide enhances blood-brain crossing in-vitro of nanoliposomes carrying a curcumin-derivative to bind amyloid-β peptide J Nanomed Nanotechol 2013 4: 171 Sclip A, Arnaboldi A, Colombo I, Veglianese P, Colombo L, Messa M, Mancini S, Cimini S, Morelli F, Antoniou X, Welker E, Salmona M, Borsello T. Soluble Aβ oligomer-induced synaptopathy: c-Jun N-terminal kinase's role. J Mol Cell Biol. 2013 5: 277-9 Snellman A, Lopez-Picon F R, Rokka J, Salmona M, Forloni G, Scheinin M, Solin O, Rinne J O, Haaparanta-Solin M Longitudinal amyloid imaging in mouse brain with 11C-PIB: comparison of APP23, Tg2576, and APPswe-PS1dE9 mouse models of Alzheimer disease J Nucl Med 2013 54: 1434-1441 Sommi P, Necchi V, Vitali A, Montagna D, De Luigi A, Salmona M, Ricci V, Solcia E PaCS is a novel cytoplasmic structure containing functional proteasome and inducible by cytokines/trophic factors PLoS One 2013 8: e82560 Stoilova T, Colombo L, Forloni G, Tagliavini F, Salmona M A new face for old antibiotics: tetracyclines in treatment of amyloidoses J Med Chem 2013 56: 5987-6006 Tapella L, Stravalaci M, Bastone A, Biasini E, Gobbi M, Chiesa R Epitope scanning indicates structural differences in brain-derived, monomeric and aggregated mutant prion proteins related to genetic prion diseases Biochem J 2013 454: 417-425 Zito E PRDX4, an endoplasmic reticulum-localized peroxiredoxin at the crossroads between enzymatic oxidative protein folding and nonenzymatic protein oxidation Antioxid Redox Signal 2013 18: 1666-1670 RAPPORTO ATTIVITA’ 224 2013 IRFMN ATTIVITA' DI RICERCA Laboratorio di Biochimica e Chimica delle Proteine Sviluppo di nuove strategie terapeutiche per la cura delle amiloidosi centrali e periferiche Lo sviluppo di una strategia terapeutica efficace per la prevenzione e la cura della malattia di Alzheimer e delle amiloidosi sistemiche è di primaria importanza in quanto non esiste attualmente una cura e la loro gravità, condiziona pesantemente la vita dei pazienti e dei loro famigliari. La formazione di fibrille amiloidi e il loro deposito in tessuti specifici sono stati considerati per molto tempo la causa della malattia ma studi recenti indicano che le specie oligomeriche solubili sono i veri responsabili della tossicità. La cinetica di aggregazione della proteina, in conseguenza di un cambiamento conformazionale, e la comprensione dei determinanti genetici, biochimici e strutturali alla base di questa trasformazione sono molto importanti per la delucidazione del processo patogenetico e lo sviluppo di nuove strategie terapeutiche. Allo scopo di sviluppare dei modelli semplificati che consentono di monitorare i cambiamenti conformazionali che precedono la precipitazione delle fibrille, abbiamo disegnato e sviluppato diversi peptidi sintetici dedotti dalla sequenza primaria di proteine amiloidogeniche umane nella loro forma wild-type o mutata. In collaborazione con l’Istituto Neurologico C. Besta di Milano è stata identificata una forma mutata di -amiloide che ha un comportamento biologico sorprendente in quanto si lega alla proteina normale e blocca la formazione di amiloide e lo sviluppo dalla malattia. Questa proprietà apre una nuova prospettiva terapeutica sia per le forme genetiche che per quelle sporadiche di malattia di Alzheimer, basata sull'uso di frammenti proteici contenenti questa mutazione o di composti peptido-mimetici. Abbiamo inoltre sintetizzato diversi peptidi sintetici della forma mutata di -amiloide e abbiamo valutato l’effetto della mutazione sull’aggregazione e le proprietà amiloidogeniche. Studi analoghi vengono condotti su peptidi delle proteine prioniche e su alcune proteine amiloidogeniche di origine periferica. Il primo approccio per lo sviluppo di utili candidati terapeutici prevede lo sviluppo di composti in grado di interferire con la formazione delle specie oligomeriche, interagendo direttamente con le molecole proteiche, destrutturando la sua conformazione in β-sheet oppure destabilizzando gli aggregati fibrillari. Questa attività di ricerca, comprende studi in vitro in modelli “cell free” per determinare le proprietà conformazionali dei peptidi amiloidogenici, la loro struttura secondaria, lo scambio idrogeno-deuterio, la resistenza alla digestione con proteasi, la capacità di aggregazione e le loro proprietà amiloidogeniche. Per comprendere i meccanismi biochimici e molecolari che determinano l’azione citotossica, i peptici sintetici vengono utilizzati per studi in vitro che prevedono l’uso di vari modelli cellulari, correlando le loro proprietà chimico-fisiche con i loro effetti biologici. L’attività è volta, inoltre, ad analizzare la distribuzione sub-cellulare dei peptidi e ad identificare i bersagli biologici-molecolari intracellulari. Gli studi condotti fino ad ora indicano che le tetracicline sono dei nuovi candidati come farmaci anti-amiloidogenici. In particolare, esse sono attive come composti anti-fibrillogenici e aumentano la sensibilità della PrP alla digestione con proteinasi K. Le tetracicline sono inoltre in grado di inibire la morte di cellule neuronali e la proliferazione astrogliale indotta dai peptidi prionici e, in modelli animali di malattia, sono in grado di prolungare la sopravvivenza degli animali infettati con il prione. L’uso delle nanoparticelle in farmacologia: nuovi sistemi per la diagnosi e la terapia Il laboratorio di Biochimica e chimica delle proteine ha approfondito in questo ultimo anno una serie di caratterizzazioni sull’interazione tra nanocomposti e matrici biologiche in diverse aree RAPPORTO ATTIVITA’ 225 2013 IRFMN di ricerche, con particolare enfasi alla diagnostica, terapia e tossicologia. Il nostro lavoro nel settore farmacologico (terna ostico) origina dall’evidenza che lo sviluppo clinico di molecole con promettente attività terapeutica per il trattamento di malattie con prognosi infausta è limitato a volte da problemi correlati alla loro scarsa biodisponibilità, ad una rapida clearance, alla difficoltà di attraversare alcune barriere biologiche e, non ultimo dall’insorgenza di pesanti effetti collaterali. In particolare la comprensione del comportamento dei nanovettori (ovvero privi del farmaco legato o di agenti di contrasto per scopi diagnostici) in sistemi biologici a crescente livello di complessità (fluidi biologici, cellule, animali sani e patologici) è presupposto essenziale per approcciare uno sviluppo terapeutico che possa giungere alla pratica clinica. Nell’ambito di un progetto finanziato dall’Associazione Italiana per la Ricerca sul Cancro (AIRC 5x1000) abbiamo generato una piattaforma integrata per valutare e categorizzare potenzialità e rischi di nanoparticelle polimeriche prima della coniugazione con farmaci. In collaborazione con il Dipartimento di Oncologia e con il Politecnico di Milano abbiamo testato una serie di nanoparticelle biocompatibili, ma con differenti profili di biodegradabilità, in modelli cellulari e animali di una specifica sottopopolazione di tumore al seno (triple negative breast cancer). I dati ottenuti mediante una serie di esperimenti in vivo ed in vitro hanno significativamente contribuito a selezionare i parametri chimico-fisici (materiale, dimensione, potenziale di carica esterno, grado di peghilazione) più promettenti per lo sviluppo di nanofarmaci previa coniugazione con la molecola terapeutica (e/o agente di contrasto) di interesse. La nostra attività si è inoltre focalizzata sullo sviluppo e la caratterizzazione di nuovi nanomateriali ad altissimo grado di biocompatibilità e con una chimica che ne favorisse massimamente l’adattabilità per il carico e il rilascio di agenti terapeutici o per la localizzazione mirata di agenti di contrasto per valutazione diagnostiche precoci in oncologia, cardiologia, neurologia e malattie cardiovascolari. Nell’ambito di una ricerca in collaborazione con la Dr.ssa Margherita Morpurgo (Università degli Studi di Padova) è stato sviluppato e caratterizzato un nanocomposto dalle caratteristiche fisico-chimiche e dal profilo farmacocinetico estremamente innovativo e potenzialmente in grado di dare un notevole impulso alla diagnostica e alla terapia farmacologica nell’uomo. Il nanocomposto in questione nasce dall’originale idea di legare due proteine abbondantemente espresse nell’uovo (avidina e biotina) ad uno scheletro composto da acidi nucleici inattivati al fine creare una struttura facilmente modulabile in termini di coniugazione con molte molecole di interesse terapeutico e altamente controllabile in termini di stechiometria di legame. L’analisi dell’interazione di questi Avidin-Nucleic Acid Nanoassemblies (ANANAS) in fluidi biologici, cellule e tessuti (dopo somministrazione endovenosa) ha confermato l’enorme potenzialità per loro un futuro sviluppo come efficienti trasportatori di molecole per la diagnosi e la terapia in molte aree di ricerca. In collaborazione con il gruppo del Professor Masserini (Università Milano Bicocca) e il Professor Futermann (Istituto Weizmann, Israele) il gruppo di nanofarmacologia è impegnato a sviluppare nanocomposti liposomiali funzionalizzati contenenti enzimi già approvati per trattamenti di sostituzione enzimatica (enzyme replacement terapie o ERT). Scopo di questo progetto è di permettere il passaggio della barriera emato encefalica da parte di queste macromolecole e, di conseguenza favorire il rilascio dell’enzima in soggetti con patologie neurodegenerative giovanili da mancata funzionalità enzimatica (in particolare correlata ad enzimi lisosomiali). L’interesse per lo sviluppo di nanopliposomi per il passaggio della barriera ematoencefalica si collega ad un’altra importante collaborazione sviluppata nell’ambito del progetto europeo “Nanoparticles for theraphy and diagnosis of Alzheimer Disease”. In questo studio multicentrico il nostro laboratorio ha valutato la capacità di diverse NP di natura lipidica e polimerica di superare in vivo la barriera emato-encefalica per veicolare farmaci antiamiloidogenici a livello cerebrale. Preclinical imaging per favorire il processo di traslazionalità dalla ricerca di base alla clinica nell’ambito della terapia cellulare RAPPORTO ATTIVITA’ 226 2013 IRFMN La possibilità di uniformare i criteri di analisi preclinici e clinici rappresenta uno dei principali obiettivi della ricerca farmacologica. La diagnostica per immagini non invasiva (risonanza magnetica, ecografia, tomografia) assume rilevanza sempre maggiore in molti ambiti clinici. Tale diffusione ha generato grande sviluppo di strumenti di screening non invasivo dedicati agli studi preclinici. Il Dipartimento di Biochimica e Farmacologia Molecolare sta sviluppato una serie di procedure di analisi atte a correlare le informazioni ottenute dagli strumenti di imaging non invasivo con i dati ottenuti mediante le classiche tecniche di istopatologia e immunoistologia. L’integrazione delle diverse tecniche viene identificata con il termine “preclinical imaging”. In stretta associazione con le attività descritte in precedenza, il nostro gruppo di preclinical imaging ha sviluppato ed ottimizzato una serie di protocolli atti all’analisi longitudinale della tracciabilità di cellule staminali mediante preincubazione con nanoparticelle biocompatibili opportunamente funzionalizzate con agenti di contrasto fluorescenti o superparamagnetici. In particolare il nostro lavoro è stato focalizzato a comprendere, nel medesimo soggetto sperimentale, il destino di cellule staminali in relazione a parametri fondamentali per lo sviluppo clinico quali: 1) il tipo di cellula iniettata; 2) il numero di cellule; 3) la via di somministrazione (intravenosa, intracerebroventricolare); 4) la frequenza di somministrazione; 5) il tempo intercorso dalla somministrazione; 6) lo stato del soggetto sperimentale (animale sano o malato). Mediante analisi di risonanza magnetica per immagini (MRI) abbiamo valutato biodistribuzione, persistenza, accumulo di cellule mesenchimali muscolari e amniotiche umane, preventivamente caricate con nanoparticelle di Feridex (un agente di contrasto comunemente in uso in diagnostica clinica), dopo iniezione singola nei ventricoli laterali di topi sani e affetti da una patologia del motoneurone ricapitolante le principali caratteristiche patologiche e sintomatiche dei pazienti affetti da sclerosi laterale amiotrofica (SLA). I nostri studi hanno mostrato che le cellule permangono all’interno del sistema ventricolare per almeno 4 settimane, non danno luogo a iperproliferazioni (rischio tumori), non migrano nel parenchima cerebrale ma diffondono nel liquido cefalorachidiano anche nelle aree contigue all’area patologica (bulbo, regione cervicale del midollo spinale). Tale studio di tracciabilità ha permesso di dare una maggiore sostanza agli incoraggianti risultati di efficacia farmacologica, effettuati in collaborazione con la Dottoressa Canzi (Istituto Neurologico Carlo Besta) e con la Dottoressa Bendotti del Dipartimento di neuroscienze. Sempre in nell’ambito di una collaborazione multicentrica abbiamo sviluppato un originale metodo di tracking di cellule staminali fetali rese visibili mediante internalizzazione di nano particelle polimeriche biocompatibili legate ad un fluoroforo valutabile mediante studi tomografia molecolare a fluorescenza FMT (una tecnica non invasiva complementare alla MRI). In particolare abbiamo valutato il destino di cellule della parete del cordone ombelicale in un secondo modello di SLA dopo iniezione intravenosa e/o intracerebroventricolare. I nostri risultati hanno suggerito che: 1) l’utilizzo di queste nuove nanoparticelle fluorescenti come marcatori cellulari, rappresenta un valido e affidabile sistema di tracciabilità cellulare; 2) le cellule impiantate presentano una risposta simile, in termini di localizzazione e permanenza nei tessuti, indipendentemente dallo stato di salute del soggetto sperimentale (asintomatico, presintomatico, sintomatico); 3) le cellule iniettate intracerebroventricolarmente permangono per un tempo maggiore ma rimangono confinate nei ventricolari mentre le cellule iniettate sistemicamente migrano quasi selettivamente nel polmone ma, seppure in piccola parte, raggiungono le aree cerebrali. Questi risultati rappresentano un valido punto di partenza per pianificare uno studio di efficacia e, eventualmente, per rispondere a limiti o potenzialità del trattamento effettuato. E’ di recente sviluppo un terzo tipo di analisi che sfrutterà nano particelle duali con una componente fluorescente ed una paramagnetica. Al momento il nostro gruppo sta testando la possibile interazione tra la particelle e la cellula staminale di interesse (per escludere, come già fatto per i due studi precedenti, una possibile tossicità delle nano particelle nella cellula da iniettare). Sarà poi nostro scopo approcciare uno studio combinato con MRI e FMT per RAPPORTO ATTIVITA’ 227 2013 IRFMN combinare la risoluzione del primo metodo con la sensibilità del secondo. Questo ci permetterà di ridurre gli studi a tempi intermedi mediante analisi istologiche e quindi in ottemperanza con le linee guida della comunità europea sulla necessità di ridurre l’uso degli animali impiegati nella ricerca. Inoltre questa tecnica, se consolidata, potrebbe fornire una metodica di indagine facilmente traslabile alla pratica clinica. Il nematode Caenorhabditis elegans come modello sperimentale per lo studio in vivo dei meccanismi molecolari alla base dell’aggregazione delle proteine amiloidogeniche responsabili di patologie neurodegenerative La descrizione degli eventi molecolari che modulano il processo di amiloidogenesi in vivo è essenziale per il disegno di strategie terapeutiche efficaci. Per la comprensione di tali meccanismi nel nostro laboratorio viene utilizzato il Caenorhabditis elegans in quanto esso rappresenta un modello sperimentale che offre l’opportunità unica di analizzare in vivo le funzioni genetiche e molecolari dei geni correlati alle malattie umane. Questo nematode offre il vantaggio di poter generare facilmente ceppi transgenici che esprimono geni umani, producendo fenotipi specifici, che permettono l’identificazione di geni e/o proteine associate specificamente alla patologia. In particolare, caratterizzando il fenotipo del transgene ottenuto lo si può correlare con l’insorgenza della malattia, il processo degenerativo e l’espressione e l’aggregazione proteica in forma oligomerica e fibrillare. Nel nostro laboratorio sono disponibili diversi ceppi transgenici che esprimono, in modo costitutivo o inducibile, vari frammenti della proteina -amiloide umana in modo specifico nei neuroni o nel muscolo. Abbiamo inoltre sviluppato nuovi ceppi transgenici che esprimono nei neuroni i peptidi mutati della -amiloide con sostituzione A-V o A-T in posizione 2, per poter valutare per la prima volta gli effetti di tali mutazioni. Stiamo inoltre sviluppando vermi transgenici che esprimono diverse isoforme di proteina tau, coinvolta nello sviluppo di alcune patologie neurodegenerative note come tauopatie e nella malattia di Alzheimer. L’espressione dei peptidi di -amiloide nei vermi si traduce in inclusioni citoplasmatiche di e nella comparsa di un fenotipo specifico, quale la paralisi progressiva del verme. Gli aggregati fibrillari che si depositano sono simili a quelli osservati nel cervello dei pazienti affetti da Alzheimer o nei muscoli dei pazienti affetti da Inclusion Body Myositis, la forma sporadica di miopatia più comune. Questi modelli vengono utilizzati per lo studio della relazione tra la sequenza della proteina, la cinetica di formazione degli aggregati amiloidogenici e la tossicità. Inoltre, utilizzando un ceppo transgenico che produce solo la forma oligomerica della proteina, disponiamo di un buon modello predittivo per lo studio di potenziali farmaci che interagiscono in modo specifico con gli oligomeri. Abbiamo inoltre dimostrato che i meccanismi molecolari osservati in questi ceppi transgenici esprimenti proteine responsabili delle amiloidosi centrali sono comuni a quelli che si verificano quando c’è espressione e deposito di proteine che causano amiloidosi centrali, come nel caso delle catene leggere delle immunoglobuline o da 2microglobulina. Questi modelli, su cui è possibile applicare un approccio multidisciplinare integrato, genomico e molecolare, costituiscono la base per lo sviluppo e la validazione di cure innovative e l’analisi in vivo delle funzioni molecolari dei geni correlati alle amiloidosi umane. Lo studio della proteina tau rappresenta un altro importante filone di ricerca del nostro laboratorio. In particolare, negli ultimi anni abbiamo potuto valutare come alcune mutazioni a carico di tau possano influenzare la patogenesi delle demenze frontotemporali (FTD), un gruppo eterogeneo di malattie neurodegenerative che fa parte della più grande famiglia delle cosiddette tauopatie. Tau è la proteina principale nella regolazione della dinamica e della morfogenesi dei microtubuli dei neuroni del sistema nervoso centrale ed è fondamentale nella regolazione del trasporto assonale e del corretto funzionamento dei neuroni stessi. Le principali alterazioni neuropatologiche causate da mutazioni a carico della proteina tau sono rappresentate da una sua RAPPORTO ATTIVITA’ 228 2013 IRFMN alterata capacità di interagire con i microtubuli e da una sua maggior propensione nel formare degli aggregati insolubili. Le nuove mutazioni della proteina tau sono state individuate, in collaborazione con l’Istituto Neurologico “C. Besta”, attraverso degli screening genetici condotti su pazienti affetti da FTD. Le proteine mutate sono state espresse in batteri, quindi sono state purificate e caratterizzate dal punto di vista biochimico e biofisico. Alcune di queste mutazioni hanno tra l’altro mostrato delle proprietà neuropatologiche atipiche, come un’aumentata capacità di promuovere la polimerizzazione dei microtubuli e la formazione di oligomeri solubili piuttosto che di filamenti insolubili. Partendo da queste osservazioni abbiamo prodotto dei ceppi transgenici di C. elegans che esprimono le proteine tau mutate, con l’obbiettivo di studiarne in modo più approfondita le proprietà neurotossiche. Lo studio delle alterazioni a carico della proteina tau, sia in vitro, sia in modelli cellulari e animali, ci permetterà quindi di valutare con maggior precisione i meccanismi patogenetici alla base delle tauopatie. Laboratorio di Biologia Molecolare Struttura e funzione dei molibdo-enzimi I molibdo-enzimi sono proteine che richiedono un cofattore molibdo-pterinico (cofattore molibdenico) per la loro attività catalitica. Fino a pochi anni fa si riteneva che la famiglia fosse costituita da tre soli membri: la sulfito ossidasi, l’aldeide ossidasi e la xantina ossido reduttasi. Nel corso degli ultimi dieci anni di ricerca il nostro laboratorio ha determinato la struttura dei geni codificanti diversi molibdo-enzimi nei roditori e nell’uomo. In particolare si è dimostrato che, nei roditori, esistono quattro aldeidi ossidasi diverse (Aox1, Aox3, Aox4 e Aox3l1) caratterizzate da notevole similarità strutturale e funzionale. Il substrato fisiologico e la funzione omeostatica di queste proteine sono ancora sconosciuti, anche se è noto che le aldeidi ossidasi sono in grado di ossidare aldeidi alifatiche ed aromatiche nei rispettivi acidi carbossilici e di idrossilare diversi tipi di anelli aromatici n-eterociclici. Le quattro diverse aldeidi ossidasi di ratto e topo sono il prodotto di altrettanti geni posizionati a poca distanza uno dall’altro sullo stesso cromosoma e originatisi attraverso un processo di duplicazione genica asincrona. I nostri studi mirati alla determinazione del processo evolutivo dei geni codificanti le aldeidi ossidasi hanno permesso di stabilire che la storia di questi geni è fatta di fenomeni di duplicazione e di soppressione. Tale processo evolutivo ha portato hanno portato i diversi genomi dei vertebrati ad avere un numero di aldeidi ossidasi variabile da uno a quattro. In particolare, l’ uomo è caratterizzato dalla presenza di un singolo gene attivo (AOX1) e di due pseudo geni inattivi localizzati sul cromosoma 2. Da un paio di anni siamo impegnati nella definizione della funzione delle diverse aldeidi ossidasi di topo con l’obiettivo di stabilire le ragioni alla base della disparità nel numero di tali enzimi tra uomo e roditori. A questo scopo abbiamo generato due animali knock-out, uno per il geni AOX4, l’altro per il gene AOX3l1. L’animale knock-out per il gene AOX4 è stato caratterizzato fenotipicamente, dimostrando alterazioni minime a livello dello strato epidermico. Il topo knock-out presenta infatti ipertrofia dell’epidermide associata a particolare fragilità dello strato corneo. A livello biochimico abbiamo osservato deficienza nella capacità di sintetizzare acido retinoico in situ nei due organi nei quali l’enzima AOX4 è presente in quantità apprezzabili (pelle e ghiandola di Harder). L’osservazione è in linea con l’idea che AOX4 possa avere un ruolo nel metabolismo della retinaldeide ad acido retinoico, il metabolita attivo della vitamina A. Abbiamo inoltre nuovi dati che indicano un ruolo di AOX4 per il controllo dell’omeostasi del tessuto adiposo. La cosa è di particolare importanza anche per l’uomo, in quanto sembra che AOX1 possa avere un effetto similare per ciò che concerne la sintesi e la deposizione lipidica. Stiamo effettuando studi di tipo similare sul topo knock-out per AOX3l1. RAPPORTO ATTIVITA’ 229 2013 IRFMN I retinoidi nel trattamento e nella chemio-prevenzione della leucemia mieloide e del carcinoma mammario Da anni il nostro laboratorio è impegnato a definire il potenziale dei derivati naturali e sintetici dell’acido retinoico, il metabolita attivo della vitamina A. Questi composti comunemente definiti retinoidi sono caratterizzati da effetti cito-differenziativi, anti-proliferativi e apoptotici, effetti che nel loro insieme sono alla base dell’azione terapeutica di questi composti nell’ambito della leucemia mieloide e del carcinoma della mammella. I retinoidi sono agenti terapeutici molto attivi ma dotati di effetti collaterali importanti soprattutto nell’ambito di un loro utilizzo di lunga durata. L’utilizzo clinico ottimale dei retinoidi richiede una migliore conoscenza dei meccanismi d’azione alla base degli effetti anti-neoplastici esercitati da questo tipo di composti. Una conoscenza approfondita in questo senso è fondamentale per il disegno di nuove strategie di trattamento a base di retinoidi caratterizzate da aumento dell’indice terapeutico di questi composti. Da anni siamo interessati alla definizione dei meccanismi molecolari che regolano l’attività dei recettori nucleari per l’acido retinoico con l’dea che questo possa portare all’identificazione di bersagli da modularsi modulati in maniera specifica con agenti farmacologici. Riteniamo infatti che questo possa portare allo sviluppo di combinazioni razionali tra retinoidi ed altri agenti farmacologicamente attivi da utilizzarsi nel trattamento di diversi tipi di tumori. Tale approccio ha recentemente portato all’identificazione della prolilisomerasi, Pin1, quale regolatore negativo dell’attività del recettore RARα per l’acido retinoico. Inibitori farmacologici di Pin1 si sono di mostrati particolarmente efficaci nel sensibilizzare la cellula leucemica agli effetti anti-neoplastici dei retinoidi. Tali risultati aprono la possibilità di sviluppare combinazioni a base di inibitori di Pin-1 e retinoidi nel trattamento della leucemia acuta mieloide. Seguendo lo stesso tipo di logica, abbiamo recentemente dimostrato che l’inibizione del microRNA miR-21 nel carcinoma della mammella positivo per il recettore degli estrogeni possa essere di grande importanza per potenziare l’attività anti-proliferativa dei retinoidi in questo particolare tipo di tumore. Abbiamo infine osservato che un sottogruppo particolare di carcinoma della mammella HER2/neu-positivi possa giovarsi del trattamento a base di retinoidi e di associazioni tra retinoidi ed inibitori dell’attività tirosina-chinasica del recettore HER2/Neu. Stiamo attualmente conducendo una serie di studi mirati a definire i determinanti cellulari e molecolari alla base della sensibilità/resistenza ai retinoidi osservabile nel carcinoma della mammella, utilizzando un approccio in grado di integrare le metodologie di genomica “high-throughput” con la farmacologia molecolare dei retinoidi. A questo scopo, stiamo definendo il profilo di risposta ai retinoidi di un pannello do oltre 40 linee cellulari di carcinoma della mammella caratterizzate per la loro espressione genica di base, per le variazioni di “copy number” genico (CNV) e per la presenza di polimorfismi genici. Nella stessa ottica, abbiamo messo a punto una metodica in vitro per l’incubazione a breve termine con retinoidi di preparazioni istologiche provenienti da campioni chirurgici di pazienti affette da carcinoma mammario. Laboratorio di Farmacodinamica e Farmacocinetica Malattie da misfolding proteico Uno dei principali settori d’interesse del laboratorio riguarda le malattie causate da un alterato ripiegamento (“misfolding”) di particolari peptidi o proteine. Il misfolding proteico determina la perdita della funzione fisiologica della proteina (loss-of-function) e, spesso, l’acquisizione di proprietà tossiche (gain-of-function). In particolare, se la catena polipeptidica non si ripiega correttamente nella struttura proteica “nativa” (generalmente globulare), può esporre residui che ne aumentano la propensione all’aggregazione, generando oligomeri tossici e le strutture multimeriche fibrillari che costituiscono i depositi amiloidi caratteristici di queste malattie. Tipici esempi di malattie da misfolding proteico, studiate nel laboratorio, sono: la malattia di Alzheimer, caratterizzata dall’aggregazione di peptidi di 40-42 aminoacidi (Aβ1-40 e Aβ1-42, RAPPORTO ATTIVITA’ 230 2013 IRFMN presenti nelle placche amiloidi presenti nel cervello dei pazienti Alzheimer); le encefalopatie spongiformi dovute al misfolding e all’aggregazione della proteina prionica (PrP) e le amiloidosi periferiche che coinvolgono la transtiretina e la β2-microglobulina. Gli studi di questi ultimi anni evidenziano un ruolo patogenetico del misfolding proteico e della conseguente formazione di aggregati proteici tossici in un numero sempre crescente di malattie, suggerendo meccanismi molecolari comuni. Una migliore comprensione di questi meccanismi è fondamentale per lo sviluppo di nuove strategie terapeutiche. In questo settore, l’attività del laboratorio è rivolta principalmente alla caratterizzazione dell’aggregazione di diverse proteine amiloidogeniche, in diverse condizioni sperimentali, e alla possibilità di intervenire farmacologicamente per impedire la formazione degli aggregati tossici. Per questi studi si utilizzano differenti metodiche, in silico (con simulazioni computazionali), in vitro (approcci chimico-fisici e biochimici), e in vivo, in particolare nel nematode C. elegans, in collaborazione con la D.ssa Diomede (laboratorio di “Biochimica e Chimica delle Proteine”). Una delle principali metodiche utilizzate nel nostro laboratorio è la Risonanza Plasmonica di Superficie (RPS), una sofisticata tecnologia per l’analisi, in vitro, delle interazioni tra macromolecole. In questi ultimi anni abbiamo sviluppato protocolli di RPS per studiare la cinetica di polimerizzazione di fibrille amiloidi di PrP o Aβ, e per la cattura specifica delle specie oligomeriche tossiche. Queste metodiche ci hanno permesso di studiare l’effetto di mutazioni, di testare molecole con potenziali effetti anti-aggreganti o di identificare potenziali interattori dei diversi stati di aggregazione, confermando, ad esempio, l’interazione tra PrP e oligomeri di Aβ1-42. La RPS è stata anche utilizzata, nell’ambito di un progetto europeo (NAD, Nanoparticles for Alzheimer Disease, FP7), per studiare l’interazione di nanoparticelle, opportunamente funzionalizzate, con aggregati di Aβ. L’identificazione di nanoparticelle che possano veicolare farmaci e/o mezzi di contrasto al sito di interesse (in questo caso gli aggregati di Aβ) può offrire nuove opportunità diagnostiche e terapeutiche. Un’ipotesi attualmente oggetto di studio riguarda la possibilità che i danni neuronali osservati in alcune malattie neurodegenerative da misfolding siano conseguenza di alterazioni primarie a livello della sinapsi e della trasmissione sinaptica, causate dagli aggregati tossici. Recentemente, in collaborazione con il laboratorio di “Neurobiologia dei Prioni” (Dott. R. Chiesa), e utilizzando metodiche biochimiche per lo studio del rilascio e della ricaptazione dei neurotrasmettitori, abbiamo evidenziato che l’espressione di una proteina prionica mutata (PG14) è associata ad alterazioni della trasmissione glutamatergica, secondarie ad un difetto dei canali al calcio voltaggio-dipendenti. In altri progetti, il laboratorio applica metodiche analitiche, tra cui la cromatografia liquida abbinata alla spettrometria di massa, per la determinazione quantitativa dei farmaci nei campioni biologici (ad esempio plasma o tessuto cerebrale). Nell’ambito del progetto NAD, introdotto precedentemente, siamo coinvolti nella valutazione delle proprietà farmacocinetiche dei farmaci veicolati dalle nanoparticelle, in particolare per ciò che riguarda il loro passaggio della barriera emato-encefalica. Collaboriamo poi al progetto PHARMACOG (IMI), che vede coinvolti diversi laboratori a livello europeo e che si propone di identificare e validare strumenti preclinici per una più affidabile identificazione di molecole attive per la malattia di Alzheimer. In particolare, siamo responsabili della caratterizzazione delle proprietà farmacocinetiche di donepezil e memantina (farmaci già utilizzati) in nuovi modelli animali nei quali saranno valutati in parallelo gli effetti farmacologici. Collaboriamo infine a studi clinici, coordinati da ricercatori dell’Istituto Besta di Milano (dott. F. Tagliavini) e dell’Ospedale SanMatteo di Pavia (prof. P. Merlini), che si propongono di valutare gli effetti del trattamento con doxiciclina in pazienti con la malattia di Creuzfeldt-Jacob (malattia da prioni) o con amiloidosi periferiche (dialisi-correlata o da transtiretina). Il nostro laboratorio è responsabile della misurazione dei livelli plasmatici di doxiciclina in questi pazienti, e quindi della caratterizzazione del profilo farmacocinetico. RAPPORTO ATTIVITA’ 231 2013 IRFMN Coenzima Q10 Nella Sclerosi Laterale Amiotrofica La sclerosi laterale amiotrofica (SLA) è una grave malattia neurodegenerativa che colpisce i motoneuroni a livello del tronco encefalico e del midollo spinale, determinando una paralisi progressiva fino alla morte per compromissione dei muscoli respiratori. L’eziopatogenesi della SLA è in gran parte ignota, anche se importanti informazioni sono derivate dalla scoperta che mutazioni sul gene della superossido-dismutasi (SOD) sono responsabili della maggior parte dei casi di SLA familiare. Studi condotti sui topi transgenici che riproducono queste mutazioni, e che sviluppano una malattia del motoneurone, hanno evidenziato un aumentato stress ossidativo e danni a livello mitocondriale. Il coenzima Q10 (CoQ10 o ubiquinone) è uno dei principali componenti della catena respiratoria presente a livello mitocondriale. Inoltre, nella sua forma ridotta (ubiquinolo, la principale forma presente nell’organismo) ha proprietà antiossidanti. Per queste ragioni, abbiamo condotto uno studio in collaborazione con il laboratorio di “Neurobiologia Molecolare” (D.ssa C. Bendotti) che si occupa specificatamente di SLA e che dispone dei topi transgenici modello della malattia, con lo scopo di indagare possibili correlazioni tra i livelli di CoQ10 (misurati nel plasma e nel SNC) e lo stadio e la gravità della malattia, e di valutare l’effetto di un trattamento cronico di questi animali con nuove formulazioni di ubiquinolo. Neurofarmacologia dei sistemi Glutamatergico e Serotoninergico Il Laboratorio ha una lunga tradizione per ciò che riguarda la neurofarmacologia dei principali sistemi neurotrasmettitoriali, in particolare per i sistemi glutamatergico e serotoninergico. La disponibilità delle metodiche utili per l’analisi dei principali meccanismi di trasmissione sinaptica (rilascio del neurotrasmettitore, legame ai recettori e ricaptazione tramite specifici trasportatori) ha consentito importanti collaborazioni. Con il laboratorio di Neurobiologia Sperimentale (D.ssa A. Vezzani), ad esempio, abbiamo studiato l’espressione e la localizzazione dei recettori NMDA durante l’epilettogenesi; abbiamo inoltre collaborato con diversi Dipartimenti Universitari di Chimica Farmaceutica per la caratterizzazione di nuove molecole di sintesi. Nanotecnologie L’applicazione delle nanotecnologie in campo biomedico rappresenta sicuramente un settore di grande interesse e in notevole espansione. Le possibilità offerte dalle nanoparticelle di immagazzinare e proteggere un farmaco o un mezzo di contrasto, di veicolarlo al sito bersaglio (grazie ad opportune funzionalizzazioni della loro superficie) e di rilasciarlo in modo controllato, permettono nuove opportunità terapeutiche e diagnostiche. Il laboratorio partecipa, contribuendo con diverse competenze, a progetti di ricerca che riguardano la progettazione e la caratterizzazione di nuove nanoparticelle per uso biomedico. L’utilizzo della tecnologia RPS ci permette di poter verificare l’effettiva interazione della nanoparticella con il suo presunto recettore biologico, identificando con un veloce test in vitro le nanoparticelle più promettenti. Abbiamo inoltre sviluppato nuovi approcci di RPS per studiare la formazione della cosiddetta “corona”, cioè dello strato proteico che si forma sulla superficie delle nanoparticelle quando entrano in contatto con fluidi biologici (ad esempio il sangue) e che ne possono alterarne completamente le proprietà farmacocinetiche e farmacodinamiche. E’ noto che la formazione della “corona” proteica dipende dalle caratteristiche chimico-fisiche delle nano particelle e, anche in questo caso, la possibilità di controllare questo aspetto con un veloce test in vitro può essere di grande utilità. Infine, le nostre competenze analitiche sono applicate allo studio delle cinetiche di rilascio dei farmaci dalle nanoparticelle e/o all’analisi del profilo farmacocinetico dei farmaci, veicolati dalle nanoparticelle, dopo trattamento in vivo. RAPPORTO ATTIVITA’ 232 2013 IRFMN Interazioni Molecolari La disponibilità della Risonanza Plasmonica di Superficie (RPS), una tecnologia specificatamente sviluppata per studiare nei dettagli le interazioni tra molecole, ha permesso di contribuire in maniera rilevante in differenti progetti condotti in collaborazione con altri laboratori. Uno di questi, particolarmente significativo, condotto con il Laboratorio di “Infiammazione e malattie del sistema nervoso” (D.ssa M.G. De Simoni) e con il Dipartimento di Chimica Organica e Industriale dell’Università di Milano (Prof. A. Bernardi), riguarda il ruolo di della proteina Mannose Binding Lectin (MBL) nei danni indotti da ischemia cerebrale e la possibilità di avere significativi effetti anti-ischemici con inibitori di MBL. Gli studi attualmente in corso prevedono la sintesi di nuovi ligandi, la valutazione della loro interazione con MBL in vitro, tramite i nostri studi con RPS, e la validazione dei possibili effetti anti-ischemici con esperimenti in vivo. Il nostro laboratorio è anche coinvolto in alcuni progetti, in collaborazione con il Negri Bergamo (in particolare dott.ssa Morigi e dott.ssa Noris), che riguardano la caratterizzazione di nuovi possibili meccanismi molecolari coinvolti in alcune gravi patologie coma la Porpora Trombotica Trombocitopenica e la Sindrome Emolitico-Uremica. In particolare, stiamo utilizzando la RPS per indagare la possibilità che esistano interazioni tra proteine non ancora descritte, che spieghino in maniera più soddisfacente le relazioni tra formazione di trombi e attivazione delle cascate del complemento. Il laboratorio è anche partner in un progetto multicentrico dal titolo “SEPSIS - Sistema Miniaturizzato per la Diagnostica Molecolare E Proteomica della Sepsi, basato sulla Risonanza Plasmonica di Superficie”, che si propone di identificare dei biomarkers di sepsi utili e di implementare dei nuovi sistemi RPS a basso costo per una diagnosi rapida. In particolare, il nostro Laboratorio si sta occupando dell’identificazione e validazione di potenziali biomarkers, misurandone la presenza nel plasma tramite interazione con specifici anticorpi immobilizzati sul sensore del nostro sistema “classico” di RPS. Laboratorio di Patologia Molecolare Modelli in vitro per lo studio delle patologie del motoneurone Forme mutate di proteine specifiche svolgono un ruolo preminente in molte patologie neurodegenerative. E’ quindi importante poter riprodurre nei modelli sperimentali l’espressione di queste proteine tossiche. Nel laboratorio è disponibile la linea motoneuronale NSC-34, ampiamente validata per lo studio delle malattie del motoneurone. A questa linea è stato applicato il sistema noto come pTet-Off che permette di modulare l’espressione di geni di interesse tramite la presenza di tetracicline ed è stata ottenuta una linea (NSC-34-tTA40) che esprime stabilmente la proteina transattivatrice tTA e può essere utilizzata per lo studio dei meccanismi patogenetici di malattie del motoneurone dopo trasfezione transiente/stabile di geni di interesse per queste patologie. La linea NSC-34 e la linea NSC-34-tTA40 sono quindi state utilizzate per sviluppare modelli in vitro per lo studio dei meccanismi patogenetici della sclerosi laterale amiotrofica. Forme mutate di superossido dismutasi 1 sono responsabili di alcune delle forme familiari di questa malattia. Sono state perciò generate linee cellulari che esprimono in modo costitutivo o condizionale la forma mutata G93A della superossido dismutasi 1 umana. Nuovi bersagli intracellulari nella degenerazione motoneurone nella sclerosi laterale amiotrofica selettiva del La sclerosi laterale amiotrofica è una patologia del motoneurone ad esito infausto in tempi brevi per cui non sono disponibili terapie. L'identificazione dei meccanismi biochimici e molecolari alterati dalla patologia è una via per favorire la messa a punto di strategie terapeutiche efficaci. Abbiamo utilizzato i diversi modelli cellulari creati nel laboratorio per studiare i meccanismi RAPPORTO ATTIVITA’ 233 2013 IRFMN biochimico-molecolari delle alterazioni della morfologia mitocondriale osservate a stadi precoci della malattia nei terminali dei nervi motori di pazienti e in modelli sperimentali murini. I nostri modelli esprimono la forma mutata G93A di superossido dismutasi 1 (SOD1) umana. Abbiamo mostrato che i motoneuroni sono un tipo cellulare particolarmente suscettibile al danno mitocondriale e che il danno morfologico del mitocondrio è modulato dalla quantità di proteina SOD1 mutata della cellula. Inoltre in presenza di G93ASOD1, i motoneuroni appaiono più vulnerabili agli effetti tossici di inibitori della catena mitocondriale di trasporto degli elettroni suggerendo che farmaci e sostanze esogene (ad esempio contaminanti ambientali) con queste caratteristiche possano rappresentare dei fattori di rischio. Nelle cellule motoneuronali, abbiamo evidenziato una modulazione della glutammato cisteina ligasi che regola la sintesi del glutatione, il principale antiossidante cellulare, a seconda del livello di proteina SOD1 mutata. Ad un maggior livello di espressione della SOD1 mutata corrisponde un abbassamento del livello di glutatione. Questo effetto è associato ad un più basso livello di glutammato, un aminoacido che è sia un precursore del glutatione sia un neurotramettitore. La disponibilità di glutatione può essere un fattore importante per contrastare la formazione di proteine nitrate, un aspetto della tossicità delle forme mutate di SOD1 che è stato studiato in collaborazione con il laboratorio di Proteomica Traslazionale. Abbiamo inoltre mostrato come in cellule motoneuronali che esprimono la forma G93ASOD1 vi sia una inappropriata risposta adattativa all’ipossia. Le cellule G93ASOD1 esposte ad ipossia hanno una minore vitalità, stress autofagico e alterazioni del metabolismo energetico mitocondriale in confronto alle cellule non trasfettate o che esprimono SOD1 in forma wild type. L’ipossia è uno stress strettamente correlato al decorso della malattia nei pazienti affetti da sclerosi laterale amiotrofica e i risultati del nostro studio suggeriscono che una risposta alterata a questo stress potrebbe contribuire al meccanismo di neurodegenerazione. In particolare l’attivazione di autofagia, un meccanismo protettivo in ipossia, sembra diventare un meccanismo tossico evidenziando le difficoltà dell’utilizzo dell’induzione di autofagia come parte di un approccio terapeutico in questa malattia, in accordo con i risultati di diversi studi clinici. La superfamiglia del citocromo P-450 La maggioranza dei farmaci esistenti dipende dall'attività del sistema del citocromo P-450 per porre termine agli effetti biologici o per gli effetti collaterali o per lo scatenamento di reazioni avverse. Il laboratorio di Patologia Molecolare si è a lungo occupato dei meccanismi di induzione/degradazione di specifici citocromo P-450 che avvengono in seguito all'assunzione di farmaci o in seguito a patologie. L'attivazione degli enzimi della via metabolica di degradazione dell’eme (isozimi dell’eme ossigenasi e della biliverdina reduttasi) come meccanismo protettivo di risposta allo stress Il sistema enzimatico dell’eme ossigenasi (HO) provvede alla degradazione delle molecole contenenti eme (ad esempio citocromi ed emoglobina) e al riciclo del ferro. Il monossido di carbonio e i pigmenti biliari, prodotti da questa attività catalitica, hanno importanti funzioni regolatorie all’interno della cellula. Un aumento della attività enzimatica dell’HO (di solito dovuta all’attivazione dell’isoforma inducibile HO-1) è attualmente considerato un meccanismo protettivo di risposta cellulare allo stress. In passato il laboratorio ha identificato le citochine come induttori dell'attività dell'HO e come attivatori trascrizionali di HO-1. Attualmente ci proponiamo di caratterizzare il ruolo di HO-1 dal punto di vista biochimico e funzionale in condizioni di neurodegenerazione. RAPPORTO ATTIVITA’ 234 2013 IRFMN Laboratorio di Proteomica Traslazionale Identificazione di proteine biomarcatori della SLA nei linfomonociti di pazienti Un biomarcatore è una molecola indicatore dello stato patologico o fisiologico di un organismo. Un biomarcatore di malattia è potenzialmente uno strumento molto importante in clinica in quanto può aiutare a diagnosticare precocemente una malattia, a monitorarne la progressione, e a valutare l’efficacia di trattamenti sperimentali. Inoltre, le proteine, i biomarcatori per eccellenza, possono fungere da indicatori dei meccanismi molecolari che causano la malattia e quindi aiutare la ricerca di base nello sviluppo di approcci terapeutici nuovi e più efficaci. La sclerosi laterale amiotrofica (SLA) è una malattia neurodegenerativa che colpisce i motoneuroni, le cellule nervose che impartiscono ai muscoli il comando di movimento. In generale, si assiste alla perdita progressiva delle funzioni motorie, fino alla paralisi dei muscoli respiratori e alla morte. La SLA è una malattia difficile da diagnosticare. Oggi non esiste alcun test o procedura che fornisca una diagnosi definitiva di SLA. La diagnosi viene formulata attraverso un attento esame clinico e ripetuto nel tempo da parte di un neurologo esperto ed una serie di esami diagnostici per escludere altre malattie. Per la SLA, oltre a non esserci ad oggi una cura risolutiva, non esistono neppure dei biomarcatori validati, cioè verificati su ampie popolazioni di pazienti e di soggetti di controllo. La ricerca dei biomarcatori per le malattie neurodegenerative come la SLA si è concentrata principalmente nell’indagine del liquido cerebrospinale (CSF). Il CSF, il fluido che lambisce il sistema nervoso centrale e ne riflette i cambiamenti, è considerato il campione di riferimento per la ricerca dei biomarcatori delle malattie neurologiche. Purtroppo, nonostante i progressi tecnologici nell’ambito dell’analisi delle proteine (le tecniche di proteomica), l’analisi del CSF rimane molto complessa. Inoltre, il prelievo del CSF è altamente invasivo e difficilmente attuabile in studi di validazione su larga scala ed in studi longitudinali. In collaborazione con il Laboratorio di Neurobiologia Molecolare e il Laboratorio di Metodologia per la Ricerca Biomedica dell’Istituto Mario Negri di Milano e con la Fondazione Salvatore Maugeri, IRCCS, di Milano e il Centro clinico NEMO di Milano, abbiamo condotto una serie di studi mirati ad identificare biomarcatori della SLA. La novità sta nel fatto che i biomarcatori sono stati ricercati nelle cellule mononucleate del sangue (PBMC), sostanzialmente linfociti e monociti, facilmente isolabili da sangue periferico e più semplici da analizzare con metodologie proteomiche rispetto al CSF. Il razionale per questa analisi è che la SLA non è più considerata una malattia cell-autonomous, cioè non colpisce esclusivamente i motoneuroni. Infatti sono state riscontrate alterazioni sistemiche anche nelle cellule PBMC. Quindi è stato fatto uno studio di proteomica differenziale, cioè è stato paragonato l’insieme delle proteine espresse dalle cellule PBMC di pazienti SLA con quello di individui sani e pazienti affetti da malattie con sintomi simili alla SLA. Sono state individuate delle proteine che riescono a distinguere efficacemente i pazienti SLA dai casi controllo [per esempio chloride intracellular channel protein 1 (CLIC1), heterogeneous nuclear ribonucleoprotein A2/B1 (ROA2), tyrosine nitrated actin, interleukin-1 receptor-associated kinase 4 (IRAK4), cyclophilin A (CypA), etc.) e che sono correlate con la progressione della malattia (CypA, protein disulfide isomerase A3 e TDP-43). Queste proteine sono state poi misurate in un modello animale di SLA e alcune di queste risultano essere alterate nello stesso modo che nell’uomo (CypA, CLIC1, tyrosine nitrated actin, glutathione S-transferase omega-1, far upstream element-binding protein 1), già prima dell’esordio dei sintomi. Questo fa ben sperare che la valutazione di tali biomarcatori possa essere sfruttata per diagnosticare precocemente la malattia anche nell’uomo. Inoltre, il parallelo uomo-modello animale permetterà di studiare in profondità queste proteine che potrebbero essere coinvolte nei meccanismi molecolari che causano la SLA, ancora sconosciuti. Anche in questo caso siamo di fronte a dei candidati biomarcatori che aspettano una validazione su un’ampia popolazione di pazienti SLA e casi controllo. La validazione sarà agevolata da un reperimento più facile dei campioni biologici, RAPPORTO ATTIVITA’ 235 2013 IRFMN sangue piuttosto che CSF, e dal procedimento analitico molto meno complesso di quello utilizzato nella fase di identificazione. Il Laboratorio di Proteomica Traslazionale ha ora in programma uno studio di validazione di questi biomarcatori. Alterazioni nella secrezione proteica e rilascio di esosomi da astrociti derivanti da un modello murino di SLA: Implicazioni per la diffusione da cellula a cellula della patologia e la morte del motoneurone I meccanismi che portano alla vulnerabilità selettiva dei motoneuroni nella SLA non sono ancora noti. L'interazione tra motoneuroni e astrociti sembra essere cruciale per l’insorgenza della malattia. Gli astrociti, le cellule gliali più abbondanti del sistema nervoso centrale, sono responsabili di importanti funzioni protettive per i motoneuroni, come il rilascio di fattori trofici. Tuttavia, gli astrociti possono anche adottare un stato di attivazione che sembra contribuire al processo patogenetico della SLA. Abbiamo confrontato il proteoma di astrociti di topi che sovraesprimono G93A SOD1, il miglior modello murino di SLA, con quello di topi che sovraesprimono wild-type WT SOD1. L'obiettivo era quello di individuare le cascate molecolari alterate a seguito dell'espressione della proteina mutata. Abbiamo dimostrato che la sovraespressione di G93A SOD1 in colture primarie di astrociti è associata a diminuzione dei livelli di proteine coinvolte nelle vie di secrezione proteica. Questo è collegato ad una riduzione generale delle proteine secrete totali, ma anche ad un aumento specifico in un certo numero di proteine nei media cellulari, come SOD1 mutata e valosing-containing protein ( VCP ) / p97. Poiché c'è anche un aumento del rilascio di esosomi si può dedurre che gli astrociti che esprimono SOD1 mutata attivino vie di secrezione proteica non convenzionali, probabilmente come meccanismo di protezione. Questo può contribuire a limitare la formazione di aggregati intracellulari e contrastare la tossicità di SOD1 mutata. Abbiamo anche visto che gli esosomi astrocitari riescono a trasferire in modo efficiente SOD1 mutata all’interno dei neuroni spinali e inducono morte selettiva del motoneurone. Possiamo concludere che l'espressione di SOD1 mutata ha un impatto sostanziale sulle vie di secrezione proteica degli astrociti, contribuendo così alla diffusione da cellula a cellula della patologia e alla morte del motoneurone. Laboratorio per lo Studio dei Sistemi Biologici Analisi sistemica delle interazioni proteiche nel complesso delle giunzioni intercellulari Le giunzioni intercellulari, che formano il cosiddetto complesso giunzionale apicale, mediano l’adesione fra cellule contigue e rappresentano dunque la base cellulare della coesione dei tessuti, come (ad esempio) il rivestimento epiteliale dell’intestino. Al fine di acquisire una comprensione sistemica del complesso giunzionale apicale, abbiamo studiato (mediante metodiche d’analisi delle reti o ‘network analysis’) tutte le interazioni tra proteine che sono state descritte a livello delle giunzioni di cellule epiteliali umane. Sebbene veri e propri ‘hubs’ (vale a dire proteine molto rare ma con un numero molto alto d’interazioni con altre proteine) fossero assenti dal network giunzionale, le proteine con maggior numero d’interazioni erano proteine molto importanti perché prodotte da geni essenziali per la sopravvivenza. Inoltre, all’interno del network giunzionale, abbiamo potuto osservare moduli (vale a dire gruppi di proteine molto densamente connesse tra loro). L’analisi dei moduli ha infine messo in luce principi organizzativi generali del complesso giunzionale. Questo progetto ci ha permesso di convalidare l’utilità della ‘network analysis’ per lo studio degli elementi e delle funzioni della cellula. RAPPORTO ATTIVITA’ 236 2013 IRFMN Laboratorio di Trasduzione del Segnale Caratterizzazione della funzione di SEPN1, una proteina redox coinvolta in alcune forme di miopatie congenite Molti studi hanno evidenziato che un’alterazione dell’equilibrio ossido-riduttivo (redox) incide sul processo di ripiegamento proteico e che tale alterazione nel reticolo endoplasmatico (ER) si ripercuote sull’omeostasi del calcio che governa la fisiologia muscolare. Tuttavia, le difficoltà nella manipolazioni in vivo dello stato redox hanno impedito fino ad ora lo studio dei pathway molecolari che collegano l’omeostasi redox della cellula con la fisiologia muscolare. Recentemente abbiamo caratterizzato gli enzimi che sovraintendono all’omeostasi redox nell’ER. I nostri dati preliminari indicano che SEPN1, una proteina la cui funzione è ignota e che se mutata causa delle miopatie congenite, gioca un ruolo importante nel mantenimento dell’equilibrio redox. Intendiamo quindi manipolare geneticamente SEPN1 per individuare le proteine sensibili alle variazioni redox e connesse con la fisiologia muscolare e sfruttare le conoscenze acquisite per curare le miopatie connesse a SEPN1. Questo progetto mira ad individuare i pathway sensibili alle variazioni dell’ambiente redox e che sono connessi con la fisiologia muscolare attraverso delle manipolazioni genetiche di SEPN1. L’obiettivo finale è di riuscire a manipolare farmacologicamente il meccanismo d’azione di SEPN1 in modo da curare le miopatie congenite di cui SEPN1 è responsabile e le patologie muscolari dovute ad un’alterazioni dell’ambiente redox. La funzione di SEPN1 è ignota. Tuttavia, lo studio della sequenza proteica di SEPN1 ha identificato un dominio omologo al sito attivo delle Tioredoxine Reduttasi. Quest’ultime sono enzimi il cui meccanismo catalitico è noto e con una chiara attività redox. Intendiamo sfruttare l’omologia tra SEPN1 e le Tioredoxine Reduttasi per creare dei mutanti genetici di SEPN1 che permettano l’individuazione delle proteine interattrici sensibili all’ambiente redox attraverso tecniche quantitative di spettrometria di massa. L’uso di specifici sensori ci permetterà di valutare come gli interattori di SEPN1 sensibili all’ambiente redox influiscano sull’omeostasi del calcio e sulla fitness muscolare e le conoscenze funzionali acquisite saranno utili ad individuare in un "high throughput screening" delle piccole molecole che modulino la funzione di SEPN1. Infine valuteremo l’impiego di acido ascorbico per bloccare la progressione delle miopatie connesse a SEPN1 in modelli murini ad hoc. RAPPORTO ATTIVITA’ 237 2013 IRFMN RAPPORTO ATTIVITA’ 238 2013 IRFMN DIPARTIMENTO DI EPIDEMIOLOGIA PERSONALE Capo Dipartimento Carlo LA VECCHIA, Dr.Med.Chir. LABORATORIO EPIDEMIOLOGIA GENERALE Capo Laboratorio Carlo LA VECCHIA, Dr.Med.Chir. Unità di Epidemiologia dei Tumori Capo Unità Cristina BOSETTI, Dr.Mat. Unità di Stili di Vita e Prevenzione Capo Unità Liliane CHATENOUD, Dr.Sci.Biol. Unità di Epidemiologia per la Ricerca Clinica Capo Unità Silvano GALLUS, Dr.Sci. Informaz. Unità di Epidemiologia Analitica Capo Unità Claudio PELUCCHI, Dr.Sci.Stat. LABORATORIO METODI EPIDEMIOLOGICI Capo Laboratorio Eva NEGRI, Dr.Mat. LABORATORIO EPIDEMIOLOGIA DELLE MALATTIE CRONICHE Capo Laboratorio Alessandra TAVANI, Dr.Sci.Biol. LABORATORIO INFORMATICA MEDICA Capo Laboratorio Eugenio SANTORO, Dr. Sci. Informaz. RAPPORTO ATTIVITA’ 239 2013 IRFMN CURRICULA VITAE Carlo La Vecchia ha ricevuto la laurea in Medicina presso l'Università di Milano e un Master in Epidemiologia Clinica all'università di Oxford. Egli è riconosciuto universalmente come una delle principali autorità nel campo dell’eziologia ed epidemiologia del cancro. Esperienze lavorative: Attualmente è Capo del Dipartimento di Epidemiologia presso l'Istituto Mario Negri di Milano, e Professore Associato presso la facoltà di Medicina dell'Università di Milano. Il dottor La Vecchia serve come editor per numerose riviste scientifiche. E’ tra i più celebri e produttivi epidemiologi, con oltre 1.770 articoli su riviste scientifiche peer-reviewed ed è tra i ricercatori medici più citati nel mondo, secondo ISIHighlyCited.comsm, lo sviluppatore e editore di Science Citation Index (Hindex 105). Il dr. La Vecchia è Professore Aggiunto di Medicina alla Vanderbilt Medical Center e Vanderbilt-Ingram Cancer Center, e di Epidemiologia presso l'Università di Losanna, Svizzera. Il dr. La Vecchia è consulente temporaneo presso l'Agenzia Internazionale per la Ricerca sul Cancro (IARC) di Lione e l’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) di Ginevra, e è un giornalista registrato a Milano. E’ stato Professore Associato di Epidemiologia alla Harvard School of Public Health tra il 1996 e il 2001. Aree di interesse: I principali campi di interesse del dr. La Vecchia includono: l’epidemiologia dei tumori e il rischio legato alla dieta, il tabacco, l’uso di contraccettivi orali e l'esposizione professionale o ambientale a sostanze tossiche, e l'analisi degli andamenti temporali e della distribuzione geografica della mortalità per cancro, malattie cardiovascolari, perinatale e altre condizioni selezionate. Eva Negri si è laureata in Matematica presso l’Università degli Studi di Milano nel 1985. Esperienze lavorative: Dal 2007: Capo del Laboratorio di Metodologia Epidemiologica del Dipartimento di Epidemiologia; 1992-2006: Capo dell’Unità di metodologia Epidemiologica del Laboratorio di Epidemiologia, nel 1990-92 Ricercatore presso il Laboratorio di Epidemiologia; 1984-1990 Collaboratore presso il Laboratorio di Epidemiologia. Aree di interesse: Disegno, conduzione e analisi di studi epidemiologici su patologie croniche (es. cancro e infarto miocardico) e incidenti, analisi della mortalità di coorti di lavoratori, analisi di andamenti temporali e della distribuzione geografica della mortalità per tumori, malattie cardiovascolari, incidenti e altre patologie selezionate, analisi di indagini nazionali sulla salute, applicazione di tecniche di modellizzazione lineare all’analisi di dati epidemiologici, ri-analisi collaborative e meta-analisi di studi epidemiologici. Premi: Borsa di studio della Comunità Europea per lo studio dell’Epidemiologia (1988) Pubblicazioni selezionate Bonifazi M, Franchi M, Rossi M, Moja L, Zambelli A, Zambon A, Corrao G, La Vecchia C, Zocchetti C, Negri E.Trastuzumab-related cardiotoxicity in early breast cancer: a cohort study. Oncologist. 2013;18(7):795-801. Bagnardi V, Rota M, Botteri E, Scotti L, Jenab M, Bellocco R, Tramacere I, Pelucchi C, Negri E, La Vecchia C, Corrao G, Boffetta P. Alcohol consumption and lung cancer risk in never smokers: a meta-analysis. Ann Oncol. 2011;22:2631-9. Negri E, La Vecchia C, Pelucchi C, Tavani A The risk of acute myocardial infarction after stopping drinking Prev Med 2005; 40: 725-728 Negri E, Pelucchi C, Talamini R, Montella M, Gallus S, Bosetti C, Franceschi S, La Vecchia C Family history of cancer and the risk of prostate cancer and benign prostatic hyperplasia Int J Cancer 2005; 114: 648-652 Negri E, Little D, Boiocchi M, La Vecchia C, Franceschi S. B-cell non-Hodgkin’s lymphoma and hepatitis C virus infection: A systematic review Int J Cancer 2004; 111: 1-8 Levi F, La Vecchia C, Boyle P, Lucchini F, Negri E Western and eastern European trends in testicular cancer mortality Lancet 2001; 357: 1853-1854 Alessandra Tavani - laurea in Scienze Biologiche, Università di Milano (luglio 1977); Specialista in Ricerche Farmacologiche, Istituto di Ricerche Farmacologiche “Mario Negri”(luglio 1979). Esperienze lavorative: 1979-81: Ricercatrice nel laboratorio di Metabolismo dei Farmaci, Istituto di Ricerche Farmacologiche “Mario Negri”. 1981: Ricercatrice nella “Unit for Research on Addictive Drugs”(direttore prof. H.W. Kosterlitz), Università di Aberdeen, Scozia, U.K. 1982-1990: Capo dell’Unità di Neurofarmacologia degli Oppioidi, Istituto di Ricerche Farmacologiche “Mario Negri”1990: Ricercatrice nell’Unità di Farmacologia Clinica Perinatale, Istituto di Ricerche Farmacologiche “Mario Negri”. 1991-2007: Capo dell’Unità di Epidemiologia delle Malattie Croniche del Laboratorio di Epidemiologia, Istituto di Ricerche Farmacologiche “Mario Negri”. Dal 2007: Capo RAPPORTO ATTIVITA’ 240 2013 IRFMN del Laboratorio di Epidemiologia delle Malattie Croniche del Dipartimento di Epidemiologia, Istituto di Ricerche Farmacologiche “Mario Negri”. Area di interesse: Epidemiologia dei tumori e delle malattie coronariche. Organizzazione di studi casocontrollo e studi di coorte sui tumori e sulle malattie ischemiche del cuore, includendo la raccolta di campioni biologici. Analisi dei fattori di rischio legati alla genetica e agli stili di vita, in particolare caffè, dieta, attività fisica. Premi: “Rafaelsen Scholar Award”dal Collegium Internationale Neuro-Psychopharmacologicum (CINP), 16th Meeting, Monaco (F.R.G.), 1988. Pubblicazioni selezionate Tavani A, Malerba S, Pelucchi C, Dal Maso L, Zucchetto A, Serraino D, Levi F, Montella M, Franceschi S, Zambon A, La Vecchia C. Dietary folates and cancer risk in a network of case-control studies. Ann Oncol 2012; 23: 2737-2742 Tavani A, Rosato V, Di Palma F, Bosetti C, Talamini R, Dal Maso L, Zucchetto A, Levi F, Montella M, Negri E, Franceschi S, La Vecchia C. History of cholelithiasis and cancer risk in a network of case-control studies. Ann Oncol 2012; 23: 2173–2178 Galeone C, Tavani A, Pelucchi C, Turati F, Winn D M, Levi F, Yu G - P, Morgenstern H, Kelsey K, Dal Maso L, Purdue M, McClean M, Talamini R, Hayes R B, Franceschi S, Schantz S, Zhang Z F, Ferro G, Chuang S - C, Boffetta P, La Vecchia C, Hashibe M. Coffee and tea intake and risk of head and neck cancer: pooled analysis in the international head and neck cancer epidemiology consortium. Cancer Epidemiol Biomarkers Prev 2010; 19: 1723-1736 Turati F, Galeone F, Edefonti V, Ferraroni M, Lagiou P, La Vecchia C, Tavani A. A meta-analysis of coffee consumption and pancreatic cancer. Ann Oncol 2012; 23: 311–318 Turati F, Galeone C, La Vecchia C, Garavello W, Tavani A. Coffee and cancers of the upper digestive and respiratory tracts: meta-analyses of observational studies. Ann Oncol 2011; 22: 536-544 Malerba S, Turati F, Galeone C, Pelucchi C, Verga F, La Vecchia C, Tavani A. A meta-analysis of prospective studies of coffee consumption and mortality for all causes, cancers and cardiovascular disease. Eur J Epidemiol 2013 28 : 527-539 Eugenio Santoro - si è laureato in Scienze dell’Informazione nell’anno accademico 1988-1989 presso l’Università degli Studi di Milano. Nel 1985 inizia a lavorare con una borsa di studio presso l’Istituto di Ricerche Farmacologiche “Mario Negri”. E’ stato responsabile dell’Unità di Informatica Clinica e Statistica Applicata e del Laboratorio di Informatica Clinica e Statistica Applicata afferenti al Dipartimento di Ricerca Cardiovascolare. Dal 2001 guida il Laboratorio di Informatica Medica che dal 2007 è entrato a fare parte del Dipartimento di Epidemiologia. La sua attività si è concentrata prevalentemente nella produzione di software per la gestione e l’analisi statistica di studi clinici tra i quali quelli denominati GISSI (Gruppo Italiano per lo Studio della Sopravvivenza nell’Infarto miocardico) e per la conduzione di meta-analisi. Dal 1995 si occupa di Internet, e più di recente di web 2.0, di social media, e delle loro applicazioni in ambito medico sviluppando siti e portali a carattere medico/scientifico e sfruttandone le potenzialità come strumento di formazione e informazione. Autore e coautore di oltre 210 articoli e di 70 relazioni presentate ai principali congressi internazionali di informatica e di cardiologia, ha pubblicato per il Pensiero Scientifico di Roma quattro volumi dai titoli “Web 2.0 e social media in medicina”, “Facebook, Twitter e la medicina”, “Guida alla medicina in rete” e “Internet in medicina. Guida all’uso e applicazioni pratiche”, e curato per conto della stessa casa editrice la traduzione dall’inglese di altri volumi di informatica e di medicina. Ha inoltre contribuito alla stesura del capitolo “Clinical Trials Data Management” del volume “Clinical Trials Handbook” (Wiley 2009, Edited by Gad S.C.), della voce “Internet e medicina” per l’aggiornamento III della Enciclopedia Medica Italiana (UTET 2007) e del dossier “Internet e Medicina - Etica, Salute e Nuove Tecnologie dell’Informazione” curato dalla Commissione Nazionale per la Bioetica presso la Presidenza del Consiglio dei Ministri. Membro di diverse società scientifiche nazionali e internazionali, cura per conto di alcune riviste mediche italiane rubriche sull’uso di Internet. Pubblicazioni selezionate Santoro E. "Web 2.0 e social media in medicina: come social network, wiki e blog trasformano la comunicazione, l’assistenza e la formazione in sanità. 2° edizione. Il Pensiero Scientifco Editore, Roma 2011 Santoro E. “Facebook, Twitter e la medicina”,. Il Pensiero Scientifco Editore, Roma 2011 Santoro E., Tinazzi A.“Clinical Trials Data Management”. In “Clinical Trials Handbook” (Wiley 2009, Edited by Gad S.C.). Santoro E, Rossi Valentina, Pandolfini C, Bonati M. DEC-NET: The development of the European register of clinical trials on medicines for children. Clin Trials 2006; 3: 366-375 Clivio L, Tinazzi A, Mangano S, Santoro E. The contribution of information technology: Towards a better clinical data management. Drug Dev Res 2006; 67: 245-250 Santoro E. Internet and information on breast cancer: an overview. Breast 2003; 12: 424-431 RAPPORTO ATTIVITA’ 241 2013 IRFMN Santoro E, Nicolis E, Franzosi M G, Tognoni G. Internet for clinical trials: Past, present, and future. Control Clin Trials 1999; 20: 194-201 Franzosi M G, Santoro E, Zuanetti G, Latini R, Maggioni A P, Tognoni G, GISSI. Indications for ACE inhibitors in the early treatment of acute myocardial infarction. Systematic overview of individual data from 100.000 patients in randomized trial. Circulation 1998; 97: 2202-2212 Cristina Bosetti si è laureata in Matematica presso l’Università degli Studi di Milano (1994) e si è specializzata in Ricerca Farmacologica presso l’Istituto di Ricerche Farmacologiche “Mario Negri”, Milano (1999). Esperienze lavorative: E’ Capo Unità “Epidemiologia dei Tumori”, Dipartimento di Epidemiologia, Istituto di Ricerche Farmacologiche “Mario Negri”dal 2005. Tra le altre esperienze lavorative vi sono: Visiting scientist presso l’unità”Life style and Cancer”dell’Agenzia Internazionale per la Ricerca sul Cancro (IARC) di Lione, Francia (Ott 2009); Collaborazione con “International Epidemiology Institute”, Rockville, MD, USA (2002-2009); Collaborazione con Unità “Field and intervention studies”, IARC, Lione, Francia (sett-2000-giu. 2001); Collaborazione con Dipartimento di Epidemiologia, Harvard School of Public Health, Boston, MA, USA (sett-nov. 1998); Ricercatrice presso il Laboratorio di Epidemiologia, Istituto di Ricerche Farmacologiche “Mario Negri”(1998-2005); Ricercatrice presso il Laboratorio di Salute Materno Infantile, Istituto di Ricerche Farmacologiche “Mario Negri”, Milano (1996-1997). Aree di interesse: Epidemiologia dei tumori, malattie cardiovascolari e altre patologie croniche; analisi dei rischi associati a dieta, consumo di alcol e di tabacco, storia di diabete, uso di aspirina ed esposizioni occupazionali e ambientali a sostanze tossiche, attraverso l’applicazione di modelli lineari generalizzati; meta-analisi e revisione sistematiche della letteratura epidemiologica su rischio di tumore in relazione a varie esposizioni. E’ autore/coautore di oltre 259 pubblicazioni su riviste scientifiche peer-reviewed citate in PubMed/MEDLINE. I.F. medio: 4.3. H-index: 44 (Web of Knowledge). Pubblicazioni selezionate Bosetti C, Rosato V, Buniato D, Zambon A, La Vecchia C, Corrao G. Cancer risk for patients using thiazolidinediones for type 2 diabetes: a meta-analysis. Oncologist. 2013;18(2):148-56. Bosetti C, Rosato V, Gallus S, Cuzick J, La Vecchia C. Aspirin and cancer risk: a quantitative review to 2011. Ann Oncol. 2012 Jun;23(6):1403-15. Bosetti C, Scelo G, Chuang SC, Tonita JM, Tamaro S, Jonasson JG, Kliewer EV, Hemminki K, Weiderpass E, Pukkala E, Tracey E, Olsen JH, Pompe-Kirn V, Brewster DH, Martos C, Chia KS, Brennan P, Hashibe M, Levi F, La Vecchia C, Boffetta P. High constant incidence rates of second primary cancers of the head and neck: a pooled analysis of 13 cancer registries. Int J Cancer. 2011 Jul 1;129(1):173-9. Bosetti C, Bertuccio P, Chatenoud L, Negri E, Levi F, La Vecchia C. Childhood cancer mortality in Europe, 1970-2007. Eur J Cancer. 2010;46:384-94. Bosetti C, Gallus S, Peto R, Negri E, Talamini R, Tavani A, Franceschi S, La Vecchia C.Tobacco Smoking, Smoking Cessation, and Cumulative Risk of Upper Aerodigestive Tract Cancers.Am J Epidemiol. 2007; 167:468-73. Smith J S, Herrero R, Bosetti C, Munoz N, Bosch F X, Eluf-Neto J, et al. IARC Multicentric Cervical Cancer Study Group Herpes simplex virus-2 as a human papillomavirus cofactor in the etiology of invasive cervical cancer. J Natl Cancer Inst 2002; 94: 1604-1613. Liliane Chatenoud si è laureata in Scienze Biologiche presso l’Università degli Studi di Milano (1987); ha conseguito il titolo di Specialista in Statistica Sanitaria presso l’Università degli Studi di Milano (1995). Dottorato di Ricerca in Scienze Naturalistiche ed Ambientali presso l’Università degli Studi di Milano (2012). Esperienze lavorative: Capo dell’Unità di Stili di Vita e Prevenzione, Dipartimento di Epidemiologia, (sett. 2005-); ricercatrice presso il Laboratorio di Epidemiologia (1991-2005); 1991-1993: Ricercatore a contratto presso il Dipartimento di Medicina del Lavoro dell’Università di Milano. Biometrista junior presso la Bracco S.p.A. (1988-1990). Dal 2007 al 2009, membro del comitato etico dell’Azienda Ospedaliera Valtellina e Valchiavenna Aree di interesse: Dermatoepidemiologia, epidemiologia dei tumori (Studi caso-controllo). Analisi degli andamenti temporali e della distribuzione geografica della mortalità perinatale, tumori ed altre condizioni. E’ autore/coautore di oltre 140 pubblicazioni su riviste scientifiche peer-reviewed citate in PubMed/MEDLINE. I.F. medio: 2,9; escludendo lettere all’editore su riviste con IF > 16: media IF= 2,4. H-index: 30 (su Google Scholar o SCOPUS). RAPPORTO ATTIVITA’ 242 2013 IRFMN Pubblicazioni selezionate Chatenoud L, Bertuccio P, Bosetti C, Rodriguez T, Levi F, Negri E, La Vecchia C Hodgkin lymphoma mortality in the Americas, 1997-2008: Achievements and persistent inadequacies Int J Cancer 2013. Pelucchi C, Chatenoud L, Turati F, Galeone C, Moja L, Bach J - F, La Vecchia C Probiotics supplementation during pregnancy or infancy for the prevention of atopic dermatitis: a meta-analysis. Epidemiology 2012; 23: 402-414. Chatenoud L, Bertuccio P, Bosetti C, Levi F, Negri E, La Vecchia C. Childhood cancer mortality in America, Asia, and Oceania, 1970 through 2007. Cancer. 2010;116:5063-74. Chatenoud L, Malvezzi M, Pitrelli A, La Vecchia C, Bamfi F. Asthma mortality and long-acting beta2-agonists in five major European countries, 1994-2004. J Asthma 2009 46: 546-551 Chatenoud L, Mosconi P, Malvezzi M, Colombo P, La Vecchia C, Apolone G. Impact of a major thermoelectric plant on self-perceived health status. Prev Med. 2005;41:328-33. Silvano Gallus si è laureato in Scienze dell’Informazione presso l’Università degli Studi di Milano (1999). Esperienze lavorative: Capo dell’Unità di Epidemiologia per la Ricerca Clinica, Dipartimento di Epidemiologia (dal 2006); Consulente statistico per studi epidemiologici presso gruppi di ricerca ospedalieri, Milano e Bergamo (dal 2002); ricercatore presso il Laboratorio di Epidemiologia (dal 1997); Responsabile del sito internet dell’Azienda Ospedaliera “Ospedale Niguarda Ca’ Granda”, Milano (19992002). Aree di interesse: Monitoraggio della prevalenza e delle tendenze del fumo di tabacco e obesità in Italia e in Europa, e del relativo impatto sulla salute. Studi caso-controllo e studi di coorte sui tumori e sulle malattie ischemiche del cuore. Analisi dei fattori di rischio legati ad abitudini e stili di vita tra cui in particolare fumo, alcol e dieta. Analisi di studi di coorte occupazionali. Il Dott Gallus dal 2008 è Editor Associato della rivista BMC Public Health ed è membro dell’Editorial Board delle riviste: The Open Obesity Journal (Deputy Section Editor tra il 2010 e il 2012), The Open Demography Journal (dal 2009), World Journal of Gastrointestinal Oncology (dal 2009), World Journal of Dermatology (dal 2010). Il Dott Gallus è revisore di molteplici riviste, tra le quail BMJ, JAMA, JNCI e Tobacco Control. Nel 2010 ha ricevuto dallo European Research Advisory Board (ERAB) il premio Publications Award. E’ autore/coautore di oltre 200 pubblicazioni su riviste scientifiche internazionali citate in PubMed/MEDLINE dal 1998 ad oggi. H-index 30 (Web of Knowledge). Pubblicazioni selezionate Parente F, Molteni M, Marino B, Colli A, Ardizzone S, Greco S, Sampietro G, Foschi D, Gallus S. Are colonoscopy and bowel ultrasound useful for assessing response to short-term therapy and predicting disease outcome of moderate-tosevere forms of ulcerative colitis?: a prospective study. Am J Gastroenterol. 2010;105:1150-7. Gallus S, Naldi L, Carli P, La Vecchia C; Italian Group for Epidemiologic Research in Dermatology (GISED). Nevus count on specific anatomic sites as a predictor of total body count: a survey of 3,406 children from Italy. Am J Epidemiol. 2007 Aug 15;166(4):472-8. Gallus S, Scotti L, Negri E, Talamini R, Franceschi S, Montella M, Giacosa A, Dal Maso L, La Vecchia C. Artificial sweeteners and cancer risk in a network of case-control studies. Ann Oncol. 2007 Jan;18(1):40-4. Gallus S, Schiaffino A, La Vecchia C, Townsend J, Fernandez E. Price and cigarette consumption in Europe. Tob Control. 2006 Apr;15(2):114-9. Gallus S, Zuccaro P, Colombo P, Apolone G, Pacifici R, Garattini S, La Vecchia C. Effects of new smoking regulations in Italy. Ann Oncol. 2006 Feb;17(2):346-7. Clifford GM, Gallus S, Herrero R, Muñoz N, Snijders PJ, Vaccarella S, Anh PT, Ferreccio C, Hieu NT, Matos E, Molano M, Rajkumar R, Ronco G, de Sanjosé S, Shin HR, Sukvirach S, Thomas JO, Tunsakul S, Meijer CJ, Franceschi S; IARC HPV Prevalence Surveys Study Group. Worldwide distribution of human papillomavirus types in cytologically normal women in the International Agency for Research on Cancer HPV prevalence surveys: a pooled analysis. Lancet. 2005 Sep 17-23;366(9490):991-8. Claudio Pelucchi si è laureato in Scienze Statistiche presso l’Università degli Studi di Milano-Bicocca nel 2003. Esperienze lavorative: Capo dell’Unità di Epidemiologia Analitica, Dipartimento di Epidemiologia, IRCCS Istituto di Ricerche Farmacologiche “Mario Negri”(dal 2011); Ricercatore presso il Dipartimento di Epidemiologia (1999-2010). Altre esperienze lavorative: collaborazioni con l’Istituto di Pediatria dell’Università degli Studi di Milano (dal 2006); con il Dipartimento di Traumatologia, Ortopedia e RAPPORTO ATTIVITA’ 243 2013 IRFMN Medicina del Lavoro dell’Università degli Studi di Torino (dal 2003); con l’International Prevention Research Institute, Lione, Francia (2010-2011); con la European Society of Clinical Microbiology and Infectious Diseases (2009-2010). Aree di interesse: Studi caso-controllo e di coorte occupazionale sui fattori di rischio per neoplasie e altre patologie croniche. Metanalisi e pooled-analisi di studi osservazionali e di clinical trials. Analisi dell’impatto clinico e socio-economico dell’influenza e di altre infezioni in età pediatrica. Autore/coautore di circa 150 pubblicazioni su riviste scientifiche internazionali. H-index: 27 (SCOPUS); 35 (Google Scholar). Pubblicazioni selezionate Pelucchi C, Galeone C, Bach JF, La Vecchia C, Chatenoud L. Pet exposure and risk of atopic dermatitis at the pediatric age: A meta-analysis of birth cohort studies. J Allergy Clin Immunol. 2013;132:616-622 Pelucchi C, Chatenoud L, Turati F, Galeone C, Moja L, Bach JF, La Vecchia C. Probiotics supplementation during pregnancy or infancy for the prevention of atopic dermatitis: a meta-analysis. Epidemiology. 2012;23:402-14. Pelucchi C, Negri E, Talamini R, Levi F, Giacosa A, Crispo A, Bidoli E, Montella M, Franceschi S, La Vecchia C. Metabolic syndrome is associated with colorectal cancer in men. Eur J Cancer 2010; 46:1866-1872. Esposito S, Bosis S, Pelucchi C, Begliatti E, Rognoni A, Bellasio M, Tel F, Consolo S, Principi N. Pediatrician knowledge and attitudes regarding human papillomavirus disease and its prevention. Vaccine. 2007; 25:6437-6446. Pira E, Pelucchi C, Buffoni L, Palmas A, Turbiglio M, Negri E, Piolatto P G, La Vecchia C. Cancer mortality in a cohort of asbestos textile workers. Br J Cancer 2005; 92:580-586. Tavani A, Pelucchi C, Negri E, Bertuzzi M, La Vecchia C. n-3 polyunsaturated fatty acids, fish, and nonfatal acute myocardial infarction. Circulation 2001; 104:2269-2272. ATTIVITA’ DEL DIPARTIMENTO Il Dipartimento di Epidemiologia si occupa di epidemiologia di diverse neoplasie comuni (tra cui tumori della mammella, del tratto genitale femminile, del tratto respiratorio e digerente, della prostata e delle vie urinarie, neoplasie linfoidi, etc.) e delle malattie cardiovascolari, attraverso un approccio sia descrittivo, che analitico. Tra le attività di epidemiologia descrittiva vi sono l’analisi degli andamenti temporali e della distribuzione geografica della mortalità per tumori, malattie cardiovascolari e altre condizioni selezionate, in Italia, Europa e altri Paesi del mondo; l’analisi degli andamenti nel consumo di tabacco in Italia e in Europa, e dei corrispondenti effetti sull’incidenza e sulla mortalità per tumore del polmone e altre neoplasie tabacco-relate; l’analisi degli andamenti nella prevalenza di obesità in Italia. Per ciò che riguarda l’epidemiologia analitica, il Dipartimento si occupa della conduzione e analisi di studi di tipo caso-controllo su vari tumori o patologie cardiovascolari, con la finalità di identificare e quantificare le relazioni con gli aspetti genetici/familiari e con vari fattori legati allo stile di vita (dieta, fumo, alcool, caffè, diabete, etc.), all’utilizzo di ormoni esogeni e all’esposizione a varie sostanze. In particolare, si occupa dell’analisi dei correlati dietetici di tumori e malattie cardiovascolari; della quantificazione degli effetti sulla salute del fumo di tabacco, consumo di alcool e caffè e delle relative implicazioni per la prevenzione; dell’analisi del rischio di vari tumori associato all’utilizzo di contraccettivi orali e terapie sostitutive in menopausa; della valutazione dell’impatto dello screening nella diagnosi precoce e nella prevenzione del cancro. Il Dipartimento si occupa inoltre della conduzione di revisioni sistematiche e meta-analisi di studi pubblicati; ri-analisi dei dati originali di studi epidemiologici sui tumori del cavo orale e faringe, del pancreas, della tiroide, dell’ovaio, della mammella, del collo dell’utero e della vescica; analisi di coorti storiche di esposizioni occupazionali ad amine aromatiche, asbesto, fibre di vetro, erbicidi e altri cancerogeni noti o potenziali; e valutazione e monitoraggio dell’infezione da HPV e delle patologie correlate in donne ad elevato rischio per il carcinoma della cervice uterina. Inoltre il Dipartimento collabora con vari gruppi italiani ed europei in studi di epidemiologia descrittiva, osservazionale, e clinica in pediatria ed oncologia. In particolare il Prof. La Vecchia è co-PI di un progetto dell’European Research Council (ERC) in collaborazione con il Prof Bach dell’Institut National de la Santé et de la Recherche Médicale (INSERM) sull’analisi dei postulati dell’ipotesi igienista che attribuisce un ruolo protettivo RAPPORTO ATTIVITA’ 244 2013 IRFMN all’esposizione ad agenti microbici (sia essa diretta o indiretta), nello sviluppo dell’atopia nella prima infanzia. Infine, un’altra attività del Dipartimento riguarda lo sviluppo di siti web a carattere medico, lo studio della qualità delle informazioni mediche in Internet, la ricerca e la formazione su argomenti legati all’informatica medica e all’uso in medicina di Internet, dei social media e delle applicazioni web 2.0. PRINCIPALI RISULTATI Il nostro studio sul tumore del nasofaringe ha mostrato che, anche in popolazioni a basso rischio, il consumo di verdure è un fattore protettivo per questa neoplasia. L’effetto più forte per le verdure di colore giallo o rosso è in accordo con l’associazione inversa riportata per l'assunzione di carotenoidi. Il nostro studio caso-controllo sul tumore del nasofaringe ha indicato che l'assunzione di fibre solubili e insolubili è inversamente associata al rischio di tumore del nasofaringe in una popolazione non endemica dell'Europa meridionale. Uno studio caso-controllo sui tumori del cavo orale e della faringe ha confermato e ulteriormente quantificato che una dieta ricca di frutta e verdura e povera di carne e di prodotti di origine animale ha un ruolo favorevole contro questi tumori. La combinazione di un basso consumo di frutta e verdura, un elevato consumo di carne e un alto consumo di tabacco e alcol è associata a un eccesso di rischio di circa 10-20 volte rispetto a chi non ha queste esposizioni. Uno studio caso-controllo non ha identificato alcuna associazione tra indice glicemico (GI) e carico glicemico (GL) e rischio di tumore dell'endometrio, mentre la meta-analisi ha riportato un aumento di rischio per livelli elevati di GL, ma non di GI. La dieta Mediterranea sembra essere protettiva nei confronti del tumore epatocellulare. I soggetti con infezione cronica da virus dell’epatite B e/o C possono trarre benefici in termini di rischio di tumore epatocellulare seguendo la dieta Mediterranea. La sindrome metabolica è associata positivamente al rischio di tumore epatocellulare nei soggetti senza infezione cronica da virus dell’epatite B e/o C. Il sovrappeso e l’obesità sono fortemente positivamente associati al rischio di adenocarcinoma dell’esofago e del cardias, in particolare di adenocarcinoma dell’esofago. In un lavoro basato sui dati di due studi caso-controllo dello stomaco condotti in Italia, abbiamo considerato tre diversi scores della Dieta Mediterranea e i risultati ottenuti hanno fatto emergere un ruolo benefico dell’aderenza a questo tipo di dieta sul tumore gastrico. Una dieta a basso GL che aderisca adeguatamente ai principi della dieta mediterranea può ridurre l'incidenza di diabete di tipo 2. I dati di uno studio caso-controllo supportano l’evidenza di un ruolo protettivo degli isoflavoni contro il cancro dell'endometrio e suggeriscono anche un ruolo protettivo da parte delle proantocianidine. RAPPORTO ATTIVITA’ 245 2013 IRFMN In uno studio caso-controllo, è stata trovata per la prima volta una forte associazione inversa tra capacità antiossidante totale della dieta e rischio di tumore del colon-retto. In uno studio caso-controllo sul tumore mammario abbiamo riscontrato associazioni più forti tra i tumori mammari positivi per i recettori ormonali (in particolare per i recettori degli estrogeni) rispetto ai tumori mammari negativi per i recettori ormonali per alcuni fattori mestruali e riproduttivi (parità, età elevata alla prima nascita, post-menopausa, età elevata alla menopausa) e per familiarità di tumore mammario. Inoltre, non è emersa nessuna differenza rilevante tra i sottotipi tumorali per vari fattori dietetici e nutrizionali. Il nostro ampio studio sul tumore del colon-retto in giovane età (soggetti con ≤45 anni) conferma che i fattori di rischio identificati per il tumore del colon-retto ad ogni età (per esempio, un alto consumo di alcol e una dieta ricca di carne e povera di frutta e verdura) sono fattori determinanti anche per i tumori diagnosticati in giovane età. In particolare, una familiarità di tumore del colon-retto è un forte fattore di rischio nei soggetti in giovane età. In due studio caso-controllo condotti in Italia, abbiamo mostrato che l’aderenza alla dieta mediterranea è favorevolmente associata al rischio di tumore del pancreas. Un’analisi di pattern alimentari ha mostrato che una dieta caratterizzata da un elevato consumo di carne e altri prodotti animali, nonché di cereali (raffinati) e zuccheri, è positivamente associata con il rischio di cancro al pancreas, mentre una dieta ricca di frutta e verdura è inversamente associata. In un network di studi caso-controllo condotti in Italia e Svizzera su tumori di diverse sedi, è emerso che avere una storia familiare di tumore tra i parenti di primo grado aumenta il rischio che altri membri della famiglia sviluppino lo stesso tumore e anche, in alcuni casi, un tumore di altro tipo. In una serie di studi caso-controllo condotti in Italia e in Svizzera, abbiamo confermato che il consumo di carne rossa è un fattore di rischio per molti tumori, mentre vi è un limitato impatto del metodi di cottura sul rischio. In un’analisi combinata di 24 studi caso-controllo all'interno del consorzio Inhance (International Head and Neck Cancer Epidemiology), abbiamo scoperto che l'altezza degli adulti è inversamente associata al rischio ti tumori di testa e collo. Dal momento che l’altezza può essere considerato un marker di malattie nell’infanzia e di bassa assunzione di energie totali, l’associazione inversa con l’altezza è in linea con l’evidenza di studi precedenti che dimostrano che i tumori della testa e del collo si verificano più frequentemente fra le persone con condizioni più disagiate. Un’analisi nell'ambito dello studio Inhance ha dimostrato che l’esposizione a fumo di sigari e pipa è associato a un aumentato rischio di tumori di testa e collo. L’ampio studio studio collaborativo PanC4 (Pancreatic Cancer Case-control Consortium) che includeva 4.717 casi di tumore del pancreas non supporta l’ipotesi che l’ulcera peptica e il suo trattamento influenzino il rischio di questo tumore. Un’analisi dei dati del Panc4 ha fornito indicazioni che la febbre da fieno e le allergie agli animali sono inversamente correlate al rischio di tumore al pancreas, mentre non vi è alcuna associazione con altre allergie o con asma. RAPPORTO ATTIVITA’ 246 2013 IRFMN Una meta-analisi di 17 studi e oltre 8500 casi non ha trovato alcun aumento di rischio di tumore della vescica in chi usa/ha usato coloranti per capelli. Una meta-analisi basata su circa 2100 casi ha suggerito che non vi sia relazione tra consumo di caffè e rischio di glioma e che vi sia, semmai, una tendenza a una diminuzione del rischio nei bevitori di tè e di tè più caffè. Un’altra meta-analisi sui tumori cerebrali in età adulta non ha rilevato associazioni generali con il consumo di alcool. Tuttavia, è emerso un moderato aumento di rischio (+35%) limitato a consumi di alcol a dosi elevate. Abbiamo indagato l'associazione tra basso consumo di bevande alcoliche (fino a 1 bicchiere al giorno) e diversi tipi di cancro attraverso un approccio meta-analitico. Un basso consumo di alcool aumenta il rischio di tumori di cavo orale e faringe, esofago e mammella. I rischi relativi per il consumo di alcool per il tumore del cavo-orale e della faringe sono simili rispetto al sesso, all’area geografica, e al tipo di bevanda alcolica. L’associazione con l’alcool è più forte per i fumatori rispetto ai non fumatori. In una revisione sistematica e meta-analisi della letteratura sulla relazione tra patterns dietetici e rischio di tumore gastrico, abbiamo trovato una differenza doppia nel rischio di questo tumore tra l’aderenza a una dieta ricca di frutta e verdura, denominata “Prudent/Healthy” e una dieta caratterizzata dal consumo di cibi ricchi d’amico, carne e grassi, denominata “Western/unhealthy”. Una meta-analisi di studi di coorte ha fornito evidenze quantitative che il consumo di caffè sia inversamente associato alla mortalità per tutte le cause e, probabilmente, alla mortalità per malattie cardiovascolari. Non è emersa alcuna associazione con la mortalità per malattie coronariche, malattie cardiache ischemiche, ictus, e tumori. Una meta-analisi ha indicato che il rischio di tumore del fegato è ridotto del 40% nei consumatori di caffè verso i non consumatori. L'associazione inversa potrebbe in parte essere attribuita al fatto che i pazienti con malattie epatiche e digestive tendono a ridurre la loro assunzione di caffè. Una revisione e meta-analisi della letteratura ha indicato che vi sono prove sufficienti per escludere un eccesso di rischio per tumore negli utilizzatori di tiazolidinedioni dopo pochi anni dall’inizio del trattamento. Tuttavia, vi è un modesto aumento del rischio di tumore della vescica, con particolare riferimento all’utilizzo di pioglitazone. In una meta-analisi di studi epidemiologici, abbiamo trovato un effetto protettivo dell’esposizione a animali domestici in generale (e a cani in particolare) nello sviluppo della dermatite atopica nella prima infanzia, mentre non è emersa nessuna associazione con l’esposizione a gatti. L’effetto favorevole dell’esposizione a cani durante i primi anni di vita potrebbe essere associato a un ruolo di modulazione del sistema immunitario giocato dall’esposizione frequente ad agenti microbici. I nostri risultati fornirebbero quindi un’ulteriore avallo ai postulati dell’ipotesi igienista. Nell’ambito del progetto Pricing Policies And Control of Tobacco in Europe (PPACTE), abbiamo analizzato la distribuzione di fumatori tra gli anziani (≥ 65 anni) in 17 paesi Europei. La prevalenza di fumatori era maggiore negli uomini e nei paesi con scarsa implementazione di attività di controllo dell’abitudine al fumo. RAPPORTO ATTIVITA’ 247 2013 IRFMN Abbiamo analizzato i dati ottenuti dalle indagini ripetute del Behavioural Risk Factor Surveillance System (BRFSS) nei periodi pre-crisi (2005-2007) e post-crisi (2009-2010) su un totale di 1,981,607 adulti negli Stati Uniti, per indagare gli effetti della crisi economica del 2007-2008 sulla prevalenza di fumatori e il numero di fumatori negli Stati Uniti. E’ emerso che la crisi finanziaria del 2008 ha avuto un effetto debole sulla prevalenza di fumatori. Uno studio ecologico su 27 paesi dell'Unione Europea ha mostrato che l’implementazione delle legislazioni antifumo nei luoghi di lavoro e nei luoghi pubblici non è correlata con l’aumento della prevalenza di fumatori in luoghi privati (casa e auto). Utilizzando i dati ufficiali di vendita di diversi prodotti di tabacco in Italia, abbiamo trovato un sostanziale aumento della vendita di prodotti combustibili non lavorati (in modo particolare del tabacco per rollare le sigarette a mano), e una diminuzione della vendita di sigarette confezionate, tra il 2004 e il 2012. La prevalenza di fumatori in Italia era 22.7% nel 2011 e 20.8% nel 2012, e questa stima è la più bassa riportata negli ultimi decenni. L'uso di sigarette rollate a mano è in aumento ed è particolarmente elevato negli uomini e tra i giovani. Abbiamo analizzato il motivo di inizio e di fine dell’abitudine al fumo in Italia, tra il 2005 e il 2010. La maggior parte dei fumatori inizia a fumare per l'influenza degli amici; la maggior parte degli ex-fumatori smette di fumare a causa delle condizioni di salute legate al tabacco, mentre solo una minoranza di ex-fumatori ha smesso per evitare le malattie future. Abbiamo analizzato il trend della prevalenza di soggetti in sovrappeso e obesi dal 2006 al 2010 su 14,135 adulti Italiani. Non abbiamo trovato un andamento sfavorevole della prevalenza di soggetti in sovrappeso e obesi nel periodo studiato. Ci sono specifici sottogruppi di popolazione con elevata prevalenza di soggetti in sovrappeso e obesi, soprattutto gli adulti del sud Italia e quelli meno istruiti. Un’analisi dei dati di mortalità per tumore in Europe nel periodo 2005-2009 ha mostrato che, ad eccezione del tumore al polmone nelle donne e il tumore del pancreas in entrambi i sessi, la mortalità per cancro è in costante diminuzione in tutta Europa. Tuttavia, persistono differenze sostanziali tra i vari paesi, che richiedono interventi mirati per il controllo dei fattori di rischio, la diagnosi precoce e il miglioramento nella gestione e nel trattamento farmacologico per selezionati siti tumorali. Abbiamo aggiornato e confrontato gli andamenti di mortalità per il tumore primitivo del fegato e il colangiocarcinoma intraepatico in Europa nel periodo 1990-2010, utilizzando il database dell’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS). L’andamento della mortalità per il tumore primitivo del fegato è diventato più uniforme tra i Paesi Europei negli anni recenti, con una diminuzione generale; in contrasto, la mortalità per il colangiocarcinoma intraepatico è sostanzialmente aumentata nella maggior parte dei Paesi Europei. In un’analisi aggiornata degli andamenti di mortalità per le leucemie in Europa nel periodo 1970-2009, abbiamo osservato delle diminuzioni in entrambi i sessi negli ultimi decenni, in particolare nei bambini e nei giovani, dovute principalmente a miglioramenti terapeutici. Tali diminuzioni, comunque, si sono verificate tardivamente (dalla seconda metà degli anni Novanta) e sono minori nei Paesi dell’Europa centrale e orientale rispetto ai Paesi dell’Europa occidentale, in particolare nella classe degli adulti di mezza età. Nessun declino è stato RAPPORTO ATTIVITA’ 248 2013 IRFMN osservato per la classe di età superiore ai 70 anni, nella quale la terapia potrebbe essere meno efficace. Abbiamo analizzato dati di mortalità per tumore al polmone negli uomini Europei. Il picco di mortalità nell’UE è avvenuto a fine anni ‘80 con un tasso standardizzato (popolazione mondiale) di circa 55/100 000 abitanti che è poi sceso fino a 41/100 000 nel 2005-09. La diminuzione è più forte nei giovani. Abbiamo osservato anche differenze geografiche con i tassi dell’Europa occidentale attorno ai 35-49/100 000 uomini mentre negli stati orientali erano attorno a 55/100 000 uomini. Il numero di morti previste per il 2013 nell’UE era di 1,314,296 (737,747 uomini, 576,489 donne), cioè una diminuzione prevista dal 2009 del 6% nei tassi standardizzati per età nei maschi (140.1 morti /100 000 uomini nel 2013) e del 4% nelle femmine (85.3/100 000). Gli andamenti dei tassi di mortalità per tumore totali e i siti esaminati erano tutti in diminuzione tranne il tumore al polmone femminile e il tumore del pancreas in entrambi i sessi. Il tumore al polmone supererà nei prossimi anni il tumore alla mammella come prima causa di morte per tumore nelle donne mentre il tumore al pancreas è diventato la quarta causa di mortalità per tumore in entrambi i sessi. Abbiamo analizzato i dati di mortalità per carcinoma epatocellulare tra il 1988 ed il 2009 nella provincia di Napoli. Abbiamo osservato una diminuzione significativa degli andamenti dei tassi di mortalità nei periodi di calendario più recenti in entrambi i sessi, sia per tutte le età che per i 35-64enni, nonostante gli alti valori di prevalenza del virus dell’epatite C registrati in quest’area. Abbiamo analizzato i dati di mortalità per linfomi di Hodgkin (HD), linfomi non-Hodgkin (nHD) e mielomi multipli (MM) tra il 1988 e il 2009 nella provincia di Napoli. Queste patologie sono associate al virus dell’epatite C che ha una prevalenza alta nell’area in studio. Abbiamo riscontrato un trend di mortalità significativamente discendente per l’HD, il MM non aveva alcun trend, mentre abbiamo trovato un trend crescente per i nHL nelle donne. Abbiamo analizzato i dati di mortalità per tumori totali e sito-specifici tra il 1988 e il 2009 nelle province di Napoli e Caserta e li abbiamo comparati con i corrispettivi dati nazionali. La mortalità totale ha mostrato andamenti nei tassi di mortalità per tutti i tumori favorevoli in entrambi i sessi sia a Napoli che Caserta, ma nei maschi il declino era minore che nei dati nazionali. Questa differenza era maggiore negli anziani (65+ anni). I dati amministrativi sanitari su un’ampia coorte italiana di donne con tumore della mammella in fase iniziale hanno suggerito che l'incidenza di cardiotossicità grave (non solo lo scompenso cardiaco) associata al trastuzumab è superiore nella pratica clinica che negli studi clinici randomizzati con lo stesso regime. L’età e una storia di malattia cardiaca sono fattori predittivi importanti per il rischio di cardiotossicità. COLLABORAZIONI NAZIONALI Associazione Italiana di Oncologia Medica (AIOM) Associazione Medici Diabetologi – Regione Lombardia Accademia Nazionale di Medicina, Genova Agenzia giornalismo scientifico Zadig, Milano RAPPORTO ATTIVITA’ 249 2013 IRFMN Arcispedale S. Maria Nuova, Reggio Emilia ASL di Bergamo Associazione Nazionale dei Medici Cardiologi Ospedalieri (ANMCO) Azienda Ospedaliera Niguarda Ca’ Granda, Milano Azienda Ospedaliera San Gerardo, Monza Azienda Ospedaliero-Universitaria San Giovanni Battista Le Molinette, Torino Azienda Ospedaliera Universitaria Santa Maria della Misericordia, Udine Azienda Unità Sanitaria Locale di Ravenna Centro Cardiologico Monzino, Milano Centro Studi Comunicazione sul Farmaco, Milano Centro di Riferimento Oncologico, Servizio di Epidemiologia e Biostatistica, Aviano (PN) Comune di Milano, Direzione centrale salute, Settore politiche per la Salute Federazione Italiana delle Associazioni di Volontariato in Oncologia (FAVO) Federazione Italiana Medici Medicina Generale (FIMMG) Festival Internazionale del Giornalismo, Perugia Fondazione IRCCS Ca’ Granda Ospedale Maggiore Policlinico, Milano Fondazione LuVI Fondazione Politecnico di Milano Fondazione SmithKline, Milano Gruppo Italiano per lo Studio della Sopravivenza nell’Infarto miocardico (GISSI) Gruppo Italiano Studi Epidemiologici in Dermatologia GISED, Bergamo Gruppo Italiano Documentalisti dell’Industria Farmaceutica e degli Istituti di Ricerca Biomedica Gruppo Studi Tumori Urologici (GSTU) International Centre for Pesticides and Health Risk Prevention, Milano Istituto Auxologico Italiano, Divisione Malattie Metaboliche III, IRCCS, Piancavallo (VB) Istituto Auxologico Italiano, Laboratorio Sperimentale di Ricerche Endocrinologiche (LSRE), IRCCS, Milano Istituto DOXA, Milano Istituto Europeo di Oncologia, Divisione di Epidemiologia e Biostatistica, Milano Istituto Europeo di Oncologia, Divisione di Chirurgia Cervico Facciale, Milano Istituto Europeo di Oncologia, Divisione Melanomi e Sarcomi Muscolo Cutanei Istituto di Fisiologia Clinica CNR, Sezione di Milano, Milano Istituto Nazionale di Ricerca per gli Alimenti e la Nutrizione (INRAN), Roma Istituto Nazionale Neurologico “Carlo Besta”, Milano Istituto Nazionale per lo Studio e la Cura dei Tumori, Dipartimento di Chirurgia Toracica, Oncologia Istituto Nazionale per lo Studio e la Cura dei Tumori, Struttura Complessa di Chirurgia Generale Indirizzo Oncologico 4 (Melanomi e Sarcomi) Sperimentale, Unità di Eredità Poligenica, Milano Istituto Oncologico Romagnolo Istituto Ortopedico Gaetano Pini, Centro di Chirurgia Ortopedica Oncologica, Milano Istituto Superiore di Sanità, Osservatorio Fumo Alcol Droga, Roma Istituto Tumori “Fondazione Pascale”, Servizio di Epidemiologia, Napoli Novartis Vaccines SpA, Siena Ordine dei Medici della Provincia di Bari Ospedale Casa Sollievo della Sofferenza San Giovanni Rotondo Ospedali Riuniti di Bergamo Ospedale Alessandro Manzoni, Unità di Gastroenterologia, Lecco (LC) Ospedale “Luigi Sacco” Azienda Ospedaliera – Polo Universitario Policlinico di Monza, Unità Operativa di Endoscopia I, Monza (MB) Prima Clinica Ostetrico Ginecologica, Mangiagalli, Milano RAPPORTO ATTIVITA’ 250 2013 IRFMN Regione Lombardia, U.O. Governo dei servizi sanitari territoriali e politiche di appropriatezza e controllo Scuola Internazionale Superiore di Studi Avanzati (SISSA) Società Italiana Attività Regolatorie Società Italiana di Cure Palliative (SICP) Società Italiana di Urologia (SIU) Struttura Sistemi di remunerazione e Osservatorio Epidemiologico Direzione Generale Sanità Unione Nazionale dei Giornalisti Scientifici Italiani Unione Nazionale Medico Scientifica di Informazione (UNAMSI) Università Bocconi di Milano, Dipartimento di Analisi Istituzionale e Management Pubblico, Milano Università Bicocca Milano, Dipartimento di Informatica Sistemistica e Comunicazione, Milano Università Cattolica del Sacro Cuore, Unità di Epidemiologia genetica e Biologia Molecolare, Istituto di Igiene, Roma Università di Ferrara, Dipartimento di Studi Umanistici Università di Milano-Bicocca, Dipartimento di Statistica, Milano Università di Milano-Bicocca, I Clinica Otorinolaringoiatria, DNTB, Monza Università degli Studi Arezzo, Dipartimento di Scienze della formazione Università degli Studi di Firenze, Dipartimento di Scienze Politiche e Sociali Università degli Studi di Milano, Dipartimento di Scienze Materne e Pediatriche, Milano Università degli Studi di Milano, Dipartimento di Scienze Cliniche e di Comunità, Milano Università degli Studi di Milano, Prima Clinica Ostetrico Ginecologica, Milano Università di Pavia, Azienda di Servizi alla Persona, Pavia Università di Torino, Istituto di Medicina del Lavoro, CTO, Torino Università di Verona, Clinica Ostetrico Ginecologica, Verona COLLABORAZIONI INTERNAZIONALI Aichi Cancer Center Research Institute, Division of Epidemiology and Prevention and Nagoya University Graduate School of Medicine, Nagoya, Japan Catalan Institute of Oncology, Institut d’Investigaciò Biomédica de Bellvitge (IDIBELL), Cancer Prevention and Control Unit, L’Hospitalet de Llobregat, Spagna Center of Oncology, Dept. of Epidemiology and Cancer Prevention, Varsavia, Polonia Centre for Research in Environmental Epidemiology (CREAL) and Municipal Institute of Medical Research (IMIM), Barcellona, Spagna European Public Health Association (EUPHA) Evidence and Risk Assessment Division, Centre for Chronic Disease Prevention and Control, Public Health Agency of Canada, Ottawa, Ontario, Canada Harvard School of Public Health, Department of Epidemiology, Boston, USA Harvard School of Public Health, Department of Nutrition, Boston, USA Hellenic Health Foundation Hôpital Necker - Enfants Malades, Centre of the Association Claude Bernard on Auto-immunes diseases, Parigi, Francia Institute de Academie des Sciences, Paris, Francia International Agency for Research on Cancer, Lione, Francia International Epidemiology Institute (IEI), Rockville, USA International Life Science Institute (ILSI), Bruxelles, Belgio International Prevention Research Institute (IPRI), Lyon, France Karolinska Institute, Department of Medical Epidemiology and Biostatistics, Stockholm, Svezia National Cancer Institute, Environmental Studies Section, Bethesda, USA RAPPORTO ATTIVITA’ 251 2013 IRFMN National School of Public Health, WHO, Atene, Grecia NUTRIM School for Nutrition, Toxicology and Metabolism, Department of Complex Genetics, Cluster of Genetics and Cell Biology, Maastricht University Medical Centre, Maastricht, The Netherlands. Registre Vaudois des Tumeurs, Institut Universitaire de Médecine Sociale et Préventive, Losanna, Svizzera Senologic International Society Society for Internet in Medicine The Tisch Cancer Institute and Institute for Translational Epidemiology, Mount Sinai School of Medicine, New York, NY, USA Tobacco Free Research Institute, Dublino, Irlanda UNDP/UNFPA/WHO/WORLD Bank special programme of research development and research training in human reproduction, Ginevra, Svizzera. Universitat Pompeu Fabra, Department of Experimental and Health Sciences, Barcellona, Spagna University of Athens Medical School, Department of Hygiene and Epidemiology, Atene, Grecia University of Cordoba, Faculty of Medical Diseases, Cordoba, Argentina University of Las Palmas de Gran Canaria, Department of Clinical Sciences, Las Palmas de Gran Canaria, Spagna University of Porto, Faculty of Medicine, Department of Clinical Epidemiology, Preventive Medicine and Public Health. Porto, Portugal Vanderbilt University, Department of Medicine, School of Medicine, Nashville, TN, USA PRESENZA IN COMITATI EDITORIALI Advances in Therapy (Eva Negri) Alimentazione e Prevenzione (Carlo La Vecchia) Annals of Oncology (Carlo La Vecchia, Associate Editor) Archives of Medical Science (Carlo La Vecchia) BMC Public Health (Silvano Gallus, Associate Editor) Cancer Epidemiol Biomark & Prev (Carlo La Vecchia) Cancer Letter (Carlo La Vecchia, Associate Editor) Current Cancer Therapy Reviews (Carlo La Vecchia) Dermatology Research and Practice (Carlo La Vecchia) Digestive and Liver Disease (Carlo La Vecchia) Economia Politica del Farmaco (Carlo La Vecchia) Epidemiology, Biostatistics and Public Health (Carlo La Vecchia, Editor) European Journal of Cancer (Cristina Bosetti) European Journal of Cancer Prevention (Carlo La Vecchia, Associate Editor) European Journal of Clinical Nutrition (Carlo La Vecchia) European Journal of Nutrition (Carlo La Vecchia) Evidence Based Dermatology (Carlo La Vecchia, Liliane Chatenoud) Family Planning (Carlo La Vecchia) In Scope Oncology & Haematology (Carlo La Vecchia) Journal of Family Planning and Reproductive Health Care (Carlo La Vecchia) ISRN Cardiology (Eugenio Santoro) Maturitas (Carlo La Vecchia) Nutrition and Cancer (Carlo La Vecchia) Open Cancer Journal (Carlo La Vecchia) RAPPORTO ATTIVITA’ 252 2013 IRFMN Portale Partecipasalute.it – http://www.partecipasalute.it (Eugenio Santoro) Revisiones en Ginecologìa y Obstetricia (Carlo La Vecchia) Revista Española de Nutriciò Comunitaria (Carlo La Vecchia) Revue d’Epidémiologie et de Santé Publique (Carlo La Vecchia) Società Italiana Attività Regolatorie News, SIARNews (Eugenio Santoro) The Breast (Eva Negri, Associated editor) The Open Demography Journal (Silvano Gallus) The Open Obesity Journal (Silvano Gallus) The Scientific World Journal (Cristina Bosetti) Tumori (Carlo La Vecchia) World Journal of Dermatology (Silvano Gallus) World Journal of Gastrointestinal Oncology (Silvano Gallus) ATTIVITA’ DI REVISIONE Acta Dermato-Venereologica; Acta Psychiatrica Scandinavica; Acta Oto-Rhino-Laryngologica Italica; Alcohol and Alcoholism; Alcologia; American Journal of Clinical Nutrition; American Journal of Epidemiology; Annals of Epidemiology; Annals of Oncology; Appetite; Archives of Internal Medicine; BMC Public Health; British Journal of Cancer; British Journal of Nutrition; British Medical Journal; BMJ Open; Bulletin of the World Health Organization; Canadian Journal of Physiology and Pharmacology; Cancer; Cancer Causes and Control; Cancer Detection and Prevention; Cancer Epidemiology Biomarkers and Prevention; Computer Methods and Programs in Biomedicine; Diabetes/Metabolism Research and Reviews; Digestive and Liver Disease; Epidemiologia & Prevenzione; Epidemiology; Epidemiology, Biostatistics and Public Health; Epidemiology & Biostatistic; European Heart Journal; European Journal of Cancer; European Journal of Cancer Prevention; European Journal of Clinical Nutrition; European Journal of Epidemiology; European Journal of Public Health; Evidence-Based Healthcare and Public Health; Food and Chemical Toxicology; Gynecological Endocrinology; Gut; Hearth; Hepatology; Human Reproduction; International Journal of Cancer; International Journal of Environmental Research and Public Health; International Journal of Epidemiology; International Journal of Food Sciences and Nutrition; International Journal of Hygiene and Environmental Health; International Journal of Obesity; ISRN Public Health; JAMA; Journal of American College of Nutrition; Journal of Clinical Endocrinology and Metabolism; Journal of Clinical Epidemiology; Journal of Epidemiology and Community Health; Journal of Investigative Dermatology; Journal of Medical Economics; Journal of Medical Internet Research; Journal of the National Cancer Institute; Journal of Women's Health; Lancet Oncology; Lung Cancer; Maturitas; Melanoma Research; Nature Reviews Urology; Nicotine & Tobacco Research; Nutrition and Cancer; Nutrition Journal; Nutrition, Metabolism Cardiovascular Disease; Obstetrics and Gynecology; Oncology; PLoS Medicine; PLoS ONE; Preventive Medicine; Public Health; Public Health Nutrition; QJM; Radiation Research; Recent Patents on Anti-Cancer Drug Discovery; Appetite; Revue d’Epidèmiologie et de Santé Publique; The Breast; The Cancer Journal; The Lancet; The Open Obesity Journal; The Scientific World Journal; Tobacco Control; Tumori; World Journal of Gastroenterology. PRESENZA IN COMMISSIONI NAZIONALI E INTERNAZIONALI Comitato Scientifico del Gruppo Italiano Studi Epidemiologici in Dermatologia Comitato Scientifico della Società Italiana di Colposcopia e Patologia Cervico Vaginale RAPPORTO ATTIVITA’ 253 2013 IRFMN Comitato Scientifico del portale www.familyhealth.it Data and Safety Monitoring Board of the “Phase II therapeutic trial with a humanized nonmitogenic CD3 (ChAgly CD3) monoclonal antibody in recently diagnosed type I diabetic patients” Executive Committee, International Head and Neck Cancer Epidemiology (INHANCE) consortium Giuria del Premio Nazionale Comunicazione, Marketing e Informazione per la Salute – Festival Internazionale del Giornalismo Ministero della Salute, Sottocomitato fumo Scientific Review Committee del UND/WHO/World Bank Human Reproduction Programme ORGANIZZAZIONE DI EVENTI Primo meeting annuale di progetto “Stomach Cancer Pooling (STOP) project”. IRCCS Istituto di Ricerche Farmacologiche Mario Negri. Milano, Italy. 11/6/2013 Corso ECM "Internet al servizio della formazione e dell'aggiornamento del pediatra", organizzato in collaborazione con la ASL Provincia di Bergamo, Bergamo 20 aprile 2013 Corso ECM "Corso avanzato sull'impiego di PubMed e metodi di valutazione della ricerca biomedica", Istituto di Ricerche Farmacologiche “Mario Negri”, Milano, 29 maggio 2013 Corso ECM "Web 2.0, social media e apps per l’aggiornamento del medico e dell’operatore sanitario: corso base", Istituto di Ricerche Farmacologiche “Mario Negri”, Milano, 4 giugno 2013 Corso ECM "Web 2.0, social media e apps per l’aggiornamento del medico e dell’operatore sanitario: corso avanzato", Istituto di Ricerche Farmacologiche “Mario Negri”, Milano, 5 giugno 2013 Corso “PubMed, Twitter e i nuovi social media per il reperimento e la diffusione dell’informazione medico-scientifica”, organizzato in collaborazione con Unione Nazionale Medico Scientifica di Informazione (UNAMSI), Istituto di Ricerche Farmacologiche “Mario Negri”, Milano, 11 maggio 2013 PRESENTAZIONI A CONGRESSI ED EVENTI Master Universitario di secondo livello in epidemiologia. Università degli studi di Torino e fondazione ISI Torino. “Medical factors and risk of adult bone sarcomas: a multicentric casecontrol study in Europe”. Torino, Italy. 9-11/1/2013 Commissione giudicatrice. Dottorato Epidemiologia e Biostatistica, 25° ciclo. Monza, Italy. 28/1/2013 ECRIN-IA Methodology Workshop. “The methodological challenges”. Milano, Italy. 67/2/2013 RAPPORTO ATTIVITA’ 254 2013 IRFMN Incontro Gruppo 2003 con Giorgio Napolitano. Roma, Italy. 20/2/2013 Corso di aggiornamento. Qualità dell’aria e salute della popolazione: il ruolo del Medico di Base. “Epidemiologia dell’inquinamento”, “Centrali termoelettriche e salute. Alcuni dati dalla letteratura scientifica”, “Tavola rotonda-Qualità dell’aria e salute della popolazione: esperti a confronto”. Reggio Calabria, Italy. 23/2/2013 28th Annual Congress of the European Assocation of Urology in Milan. Annual EAU Congress. “Prostate cancer: chemoprevention-novel agents. Aspirin. Milan, Italy. 15-19/3/2013 Meeting. Pancreatic cancer case-control consortium (PanC4). “Update of data collection and analysis for acrylamide”, “DM and pancreatic cancer”, “Results of the analyses on ulcer and gastrectomy”. Baltimore, MD. 19-20/3/2013 ETRMA-project. Rubber Industry cohort study at iPRI. Lyon. France. 9/4/2013 10th Annual INHANCE (International Head and Neck Cancer Epidemiology) meeting. “Singlenutrient analysis”, “Allium vegetable”. New York, NY, USA. 8/5/2013 International Faculty Committee on Incretin Therapies and Pancreatic Safety. SANOFI Diabetes. Member of the Panel. New York, NY, USA. 13/5/2013 World Forum for Nutriton research conference. Scientific Committee. “Fruits, vegetables and cancer”. Reus, Spain. 20-21/5/2013 Programa doutoral em saude publica. Incidence and prevalence of Helicobacter pylori infection in three Portuguese cohort. J A de Lima Bastos. Member of the Commission. Porto, Portogallo. 28/5/2013 Giornata mondiale senza tobacco. “Malattie e morti da fumo fino al 2050: ruolo chiave della cessazione dal fumo”. Roma. Italy. 31/5/2013 International Scientific Consensus Summit. Glycemic Index (GI), Glycemic Load (GL) and Glycemic Response (GR). “GI/GL and risk of major cancers: what can we conclude based on epidemiological evidence?”. “GI/GL and risk of major cancers: what can we conclude based on epidemiological evidence?”. Stresa, Italy. 6-7/6/2013 Agenda WG1 Meeting. Pancreas. COST Action BM1204. European Cooperation in Science and technology. Madrid, Spain. 13/6/2013 Seminari Biologici. Università Cattolica del Sacro Cuore. “Alcool e tumori. La questione della dose”. Master di Epidemiologia e Biostatistica. “Epidemiologia dei tumori” Roma, Italy. 21/6/2013 Comitato Nazionale per la Biosicurezza le Biotecnologie e le Scienze della vita. Riunione Plenaria. Palazzo Chigi. Roma, Italy. 24/6/2013 Meeting ESHRE. STIs, Sexual behaviour and contraception a European perspective. “Contraceptive use, HPV and cervical cancer”. Capri, Italy. 30-31/8/2013 RAPPORTO ATTIVITA’ 255 2013 IRFMN VII Congresso Nazionale SISMEC (Società Italiana di Statistica Medica ed Epidemiologia Clinica”. Scoperte scientifiche. Evidenze cliniche. Misure e metodi. “Quale contributo si aspetta la Consulta delle società scientifiche per la riduzione del rischio cardiovascolare (CSCV) dagli statistici medici e dagli epidemiologi clinici?”. Roma, Italy. 27/9/2013 30th Annual Meeting of ECP. Cervical cancer, prevention, early detection and treatment. “Oral contraceptive use, HPV and cervical cancer”. Ghent, Belgium. 5/10/2013 Corso Comune -Tumori del torace. “Epidemiologia delle neoplasie polmonari”. Milano, Italy. 9/10/2013 Esperto per il Progetto “Revisione sulla qualità dell’assistenza sanitaria in Italia” (Expert for the project “Revision on quality of health care in Italy”). AGE.NA.S., OCSE, Rome. 24/10/2013 44th International Symposium of the Princess Takamatsu Cancer Research Fund. Advances and Future Directions of Cancer Epidemiology and Prevention. “Meta analysis of alcohol and cancer with focus on low doses”.Tokyo, Japan. 13-15/11/2013 Encuentro 2013. Edulcorantes, salud y consumidor. “Edulcorantes no caloricos, cancer y otras enfermedades: evidencia epidemiologica”. Madrid, Spain 25-26/11/2013 Pancreatic cancer forum 2013. “EU Regulatory Framework: Impact on the Research Area and Rare Disease Landscape”. Madrid, Spain. 29/11/2013 Breaking News in Interventistica Cardiovascolare. 5° Convegno Medici. Milano, Italy 30/11/2013 Seminario “Web 2.0 e medicina di montagna”, presso CAI Bergamo, 11 marzo 2013 Convegno “Mobile health: opportunità di utilizzo delle tecnologie mobili in sanità”, organizzato da Business International, Milano Palazzo delle Stelline, 22 marzo 2013 Congresso “Pneumotrieste 2013. La salute del respiro”, “Facebook e Twitter: strumenti di lavoro in medicina”, Trieste 8-10 aprile 2013 Master in giornalismo scientifico digitale, Scuola Internazionale Superiore di Studi Avanzati (SISSA) di Trieste, anno accademico 2012-2013. Ruolo di docenze nel modulo “Medicina”, Trieste 9 aprile 2013 Corso avanzato di formazione su metodologia, strategie e tecniche della ricerca clinica, promosso dalla Associazione Nazionale Medici Cardiologi Ospedalieri, Firenze 1 marzo 2013 Festival Internazionale del Giornalismo, convegno “Comunicazione, marketing e informazione per la salute”, Perugia, 26 aprile 2013. Corso “I nuovi social media per l’aggiornamento del medico”, Fondazione Biblioteca Biomedica Biellese, Biella 2 ottobre 2013 Corso “INTERNET PER L’AGGIORNAMENTO MEDICO E DELL’OPERATORE SANITARIO”, Fondazione Biblioteca Biomedica Biellese, Biella 8 maggio 2013 RAPPORTO ATTIVITA’ 256 2013 IRFMN Master Universitario di II° livello in Statistica Medica e Metodi Statistici per l’Epidemiologia, Università degli Studi di Milano, Facoltà di Medicina e Chirurgia, anno accademico 2012-2013. Ruolo di docenze nel modulo “Internet e le nuove tecnologie per la ricerca clinica”, Milano 9-11 novembre 2013 Master Universitario di I° livello in Ricerca Clinica, Università degli Studi di Milano, anno accademico 2012-2013. Ruolo di docenze nel modulo “Internet e le nuove tecnologie per l’aggiornamento medico-scientifico”, Milano 26 novembre 2012 Corso “Internet, web 2.0 e social media al servizio della formazione e dell’aggiornamento del medico e dell’operatore sanitario: corso avanzato” promosso dalla Scuola Umbra di Amministrazione Pubblica, Perugia 16-17 maggio, 23-24 maggio, 13-14 giugno 2013 44° Congresso Nazionale di Cardiologia ANMCO, Titolo relazione “Potenzialità dei social network in ambito medico/cardiologico”, Firenze 1 giugno 2013 Corso “Social Media Strategies. Strumenti e tecniche”. Titolo relazione “I social media al servizio del medico e dell’operatore sanitario”, Università degli Studi di Firenze, Dipartimento di Scienza Politiche e Sociali, Firenze 29 giugno 2013 Seminario “Social Health Communication: come interagire sulla rete con i principali stakeholder del Sistema Salute”, organizzato da Business International, Milano 4 dicembre 2013 Congresso “eGeH13: eGovernement & e-Health 2013” organizzato da International Institute of Telemedicine, Titolo della relazione “Mobile Health systems and applications”, Desio 7-10 luglio 2013 Workshop dal titolo “Virtualmente informati: scrivere di salute sul web” condotto nell’ambito del festival di Internazionale, organizzato dal Dipartimento di Studi Umanistici, Master in giornalismo e comunicazione istituzionale della scienza, Università di Ferrara, Ferrara 4-6 ottobre 2013 Corso “Internet e social media: nuovi strumenti per l'aggiornamento medico”, Provincia Autonoma di Bolzano, Bolzano 11 ottobre 2013 68°CONGRESSO NAZIONALE FIMMG–METIS 2013 - La tecnologia nello studio del medico di famiglia: coniugare approccio olistico e high ‐ tech, Roma 4-9 novembre 2013. “European Master in Sustainable Regional Health Systems: Erasmus Mundus” in collaboration with the University of Verona, “Social media, social networks and medapps: applications to healthcare and social diseases”, Istituto di Ricerche Farmacologiche “Mario Negri”, Milano, 23 ottobre 2013 Convegno “#GoodMedia”, “I social media come strumento di promozione della salute” organizzato dall’Ospedale Galliera di Genova, Genova 25 ottobre 2013 Convegno “Sonna - Bioetica e social network: esperienze in ambito scolastico e sanitario”, “Facebook, Twitter e medicina: potenzialità degli strumenti web 2.0 on ambio sanitario” Università degli Studi Arezzo, Dipartimento di Scienze della formazione, scienze umane e della comunicazione interculturale, Arezzo 6 dicembre 2013 RAPPORTO ATTIVITA’ 257 2013 IRFMN CONTRIBUTI E CONTRATTI AIFA Arcispedale Santa Maria Nuova, Azienda Ospedaliera di Reggio Emilia ASL Bergamo Associazione Italiana Oncologia Medica Associazione Italiana per la Ricerca sul Cancro (AIRC) Azienda Ospedaliera San Gerardo di Monza Centro di Ricerche sulla Gestione dell’Assistenza Sanitaria e Sociale (CERGAS) Centro Cardiologico Monzino Lega Italiana Lotta contro i Tumori (LILT) Eli Lilly Italia Spa ECRIN-IA European Commission (FP7) European Research Council (ERC) Federazione Italiana Medici di Medicina Generale – Provincia Milano Federazione Medico Sportiva Italiana – Regione Puglia Fondazione Biblioteca Biomedica Biellese 3Bi Fondazione IRCCS Ca’ Granda Ospedale Maggiore Policlinico, Milano Fondazione IRCCS Istituto Nazionale dei Tumori, Milano Fondazione Politecnico di Milano Fondazione Umberto Veronesi GISED Istituto Oncologico Romagnolo Ministero della Salute Ospedale “Luigi Sacco” Azienda Ospedaliera – Polo Universitario Osservatorio Permanente sui Giovani e l’Alcol Pfizer Italia Srl Regione Lombardia Weber Shandwich ISA Perfetti Van Melle Provincia Autonoma di Bolzano Roche S.p.A. Regione Lombardia Scuola Internazionale Superiore di Studi Avanzati (SISSA) Scuola Umbra di Amministrazione Pubblica UNAMSI Unione Nazionale dei Giornalisti Scientifici Italiani Università di Torino SELEZIONE PUBBLICAZIONI SCIENTIFICHE (2013) 1: Turati F, Pelucchi C, Galeone C, Decarli A, La Vecchia C. Personal hair dye use and bladder cancer: a meta-analysis. Ann Epidemiol. 2013 Nov 14. pii: S1047-2797(13)00419-5. RAPPORTO ATTIVITA’ 258 2013 IRFMN 2: Gilmore AB, Rowell A, Gallus S, Lugo A, Joossens L, Sims M. Towards a greater understanding of the illicit tobacco trade in Europe: a review of the PMI funded 'Project Star' report. Tob Control. 2013 Dec 11. 3: Leoncini E, Ricciardi W, Cadoni G, Arzani D, Petrelli L, Paludetti G, Brennan P, Luce D, Stucker I, Matsuo K, Talamini R, La Vecchia C, Olshan AF, Winn DM, Herrero R, Franceschi S, Castellsague X, Muscat J, Morgenstern H, Zhang ZF, Levi F, Dal Maso L, Kelsey K, McClean M, Vaughan TL, Lazarus P, Purdue MP, Hayes RB, Chen C, Schwartz SM, Shangina O, Koifman S, Ahrens W, Matos E, Lagiou P, Lissowska J, Szeszenia-Dabrowska N, Fernandez L, Menezes A, Agudo A, Daudt AW, Richiardi L, Kjaerheim K, Mates D, Betka J, Yu GP, Schantz S, Simonato L, Brenner H, Conway DI, Macfarlane TV, Thomson P, Fabianova E, Znaor A, Rudnai P, Healy C, Boffetta P, Chuang SC, Lee YC, Hashibe M, Boccia S. Adult height and head and neck cancer: a pooled analysis within the INHANCE Consortium. Eur J Epidemiol. 2013 Nov 24. 4: Praud D, Bertuccio P, Bosetti C, Turati F, Ferraroni M, La Vecchia C. Adherence to the Mediterranean diet and gastric cancer risk in Italy. Int J Cancer. 2013 Nov 21. 5: La Vecchia C, Bosetti C. Metformin: are potential benefits on cancer risk extended to cancer survival? Oncologist. 2013;18(12):1245-7. 6: Turati F, Trichopoulos D, Polesel J, Bravi F, Rossi M, Talamini R, Franceschi S, Montella M, Trichopoulou A, La Vecchia C, Lagiou P. Mediterranean diet and hepatocellular carcinoma. J Hepatol. 2013 Nov 14. pii: S0168-8278(13)00797-6. 7: Lawler M, Duffy S, La Vecchia C, Le Chevalier T, Selby PJ, Sullivan R, Johnston PG. America's cancer care crisis--is Europe any better? Lancet. 2013 Nov 16;382(9905):1628. 8: Augustin LS, Malerba S, Lugo A, Franceschi S, Talamini R, Serraino D, Jenkins DJ, La Vecchia C. Associations of bread and pasta with the risk of cancer of the breast and colorectum. Ann Oncol. 2013 Dec;24(12):3094-9. 9: Bosetti C, Rosato V, Buniato D, Zambon A, La Vecchia C, Corrao G. In reply. Oncologist. 2013;18(10):1148. 10: Bravi F, Bosetti C, Filomeno M, Levi F, Garavello W, Galimberti S, Negri E, La Vecchia C. Foods, nutrients and the risk of oral and pharyngeal cancer. Br J Cancer. 2013 Nov 26;109(11):2904-10. 11: Di Maso M, Talamini R, Bosetti C, Montella M, Zucchetto A, Libra M, Negri E, Levi F, La Vecchia C, Franceschi S, Serraino D, Polesel J. Red meat and cancer risk in a network of casecontrol studies focusing on cooking practices. Ann Oncol. 2013 Dec;24(12):3107-12. 12: Zucchetto A, Franceschi S, Polesel J, Parpinel M, Dal Maso L; Prospective Analysis of Case–Control Studies on Environmental Factors and Health (PACE) Study Group. Re: Highand low-fat dairy intake, recurrence, and mortality after breast cancer diagnosis. J Natl Cancer Inst. 2013 Nov 20;105(22):1759-60. 13: Bidoli E, Pelucchi C, Polesel J, Negri E, Barzan L, Franchin G, Franceschi S, Serraino D, De Paoli P, La Vecchia C, Talamini R. Fiber intake and risk of nasopharyngeal carcinoma: a case-control study. Nutr Cancer. 2013;65(8):1157-63. RAPPORTO ATTIVITA’ 259 2013 IRFMN 14: Manzoli L, La Vecchia C, Flacco ME, Capasso L, Simonetti V, Boccia S, Di Baldassarre A, Villari P, Mezzetti A, Cicolini G. Multicentric cohort study on the long-term efficacy and safety of electronic cigarettes: study design and methodology. BMC Public Health. 2013 Sep 24;13:883. 15: Lugo A, La Vecchia C, Boccia S, Murisic B, Gallus S. Patterns of smoking prevalence among the elderly in Europe. Int J Environ Res Public Health. 2013 Sep 17;10(9):4418-31. 16: La Vecchia C, Bosetti C, Bertuccio P, Castro C, Pelucchi C, Negri E. Trends in alcohol consumption in Europe and their impact on major alcohol-related cancers. Eur J Cancer Prev. 2013 Sep 16. 17: Ito H, Gallus S, Hosono S, Oze I, Fukumoto K, Yatabe Y, Hida T, Mitsudomi T, Negri E, Yokoi K, Tajima K, La Vecchia C, Tanaka H, Matsuo K. Time to first cigarette and lung cancer risk in Japan. Ann Oncol. 2013 Nov;24(11):2870-5. 18: Rossi M, Turati F, Lagiou P, Trichopoulos D, Augustin LS, La Vecchia C, Trichopoulou A. Mediterranean diet and glycaemic load in relation to incidence of type 2 diabetes: results from the Greek cohort of the population-based European Prospective Investigation into Cancer and Nutrition (EPIC). Diabetologia. 2013 Nov;56(11):2405-13. 19: Parente F, Bargiggia S, Boemo C, Vailati C, Bonoldi E, Ardizzoia A, Ilardo A, Tortorella F, Gallus S. Anatomic distribution of cancers and colorectal adenomas according to age and sex and relationship between proximal and distal neoplasms in an i-FOBT-positive average-risk Italian screening cohort. Int J Colorectal Dis. 2014 Jan;29(1):57-64. 20: Bosetti C, Lucenteforte E, Bracci PM, Negri E, Neale RE, Risch HA, Olson SH, Gallinger S, Miller AB, Bueno-de-Mesquita HB, Talamini R, Polesel J, Ghadirian P, Baghurst PA, Zatonski W, Fontham E, Holly EA, Gao YT, Yu H, Kurtz RC, Cotterchio M, Maisonneuve P, Zeegers MP, Duell EJ, Boffetta P, La Vecchia C. Ulcer, gastric surgery and pancreatic cancer risk: an analysis from the International Pancreatic Cancer Case-Control Consortium (PanC4). Ann Oncol. 2013 Nov;24(11):2903-10. 21: Gallus S, Ghislandi S, Muttarak R. Effects of the economic crisis on smoking prevalence and number of smokers in the USA. Tob Control. 2013 Aug 16. 22: Agnelli G, Verso M, Mandalà M, Gallus S, Cimminiello C, Apolone G, Di Minno G, Maiello E, Prandoni P, Santoro A, Crinò L, Labianca R. A prospective study on survival in cancer patients with and without venous thromboembolism. Intern Emerg Med. 2013 Aug 14. 23: Malerba S, Turati F, Galeone C, Pelucchi C, Verga F, La Vecchia C, Tavani A. A metaanalysis of prospective studies of coffee consumption and mortality for all causes, cancers and cardiovascular diseases. Eur J Epidemiol. 2013 Jul;28(7):527-39. 24: Bosetti C, Turati F, Dal Pont A, Ferraroni M, Polesel J, Negri E, Serraino D, Talamini R, La Vecchia C, Zeegers MP. The role of Mediterranean diet on the risk of pancreatic cancer. Br J Cancer. 2013 Sep 3;109(5):1360-6. 25: Rossi M, Edefonti V, Parpinel M, Lagiou P, Franchi M, Ferraroni M, Decarli A, Zucchetto A, Serraino D, Dal Maso L, Negri E, La Vecchia C. Proanthocyanidins and other flavonoids in relation to endometrial cancer risk: a case-control study in Italy. Br J Cancer. 2013 Oct 1;109(7):1914-20. RAPPORTO ATTIVITA’ 260 2013 IRFMN 26: Bosetti C, Bertuccio P, Malvezzi M, Levi F, Chatenoud L, Negri E, La Vecchia C. Cancer mortality in Europe, 2005-2009, and an overview of trends since 1980. Ann Oncol. 2013 Oct;24(10):2657-71. 27: Field JK, van Klaveren R, Pedersen JH, Pastorino U, Paci E, Becker N, Infante M, Oudkerk M, de Koning HJ; European Randomized Screening Trial Group. European randomized lung cancer screening trials: Post NLST. J Surg Oncol. 2013 Oct;108(5):280-6. 28: Esposito S, Daleno C, Scala A, Castellazzi L, Terranova L, Sferrazza Papa S, Longo MR, Pelucchi C, Principi N. Impact of rhinovirus nasopharyngeal viral load and viremia on severity of respiratory infections in children. Eur J Clin Microbiol Infect Dis. 2013 Jul 28. 29: Marinovich M, Galli CL, Bosetti C, Gallus S, La Vecchia C. Aspartame, low-calorie sweeteners and disease: regulatory safety and epidemiological issues. Food Chem Toxicol. 2013 Oct;60:109-15. 30: Araújo F, Gouvinhas C, Fontes F, La Vecchia C, Azevedo A, Lunet N. Trends in cardiovascular diseases and cancer mortality in 45 countries from five continents (1980-2010). 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Condivisione dei dati, trasparenza della ricerca. Ricerca & Pratica 2013; n.173: 225 Santoro E. Facebook può favorire la donazione degli organi. Partecipasalute 26 luglio 2013; http://www.partecipasalute.it/cms_2/node/2023 Santoro E. La Food and Drug Administration pubblica le linee guida per lo sviluppo delle applicazioni mediche per smartphone e tablet. Partecipasalute 19 dicembre 2013; http://www.partecipasalute.it/cms_2/node/2474 Santoro E. Dal Ministero della salute una App rivolta ai genitori per la gestione delle vaccinazioni. Partecipasalute 19 dicembre 2013; http://www.partecipasalute.it/cms_2/node/2475 Santoro E. Quintaliani G. Web 2.0 e social media: nuovi strumenti al servizio del nefrologo. G Ital Nefrol 2013; 30 (1) Santoro E. I social media, le apps e la trasformazione della comunicazione, della formazione e dell’assistenza in sanità. Recenti Prog Med 2013;104(5):179-180 RAPPORTO ATTIVITA’ 267 2013 IRFMN ALTRE PUBBLICAZIONI (2013) Pelucchi C, Galeone C. Bladder and genitourinary tumours. In: Alcohol. Science, Policy, and Public Health. (ed. Boyle P, Boffetta P, Lowenfels AB, Burns H, Brawley O, Zatonski W, Rehm J). Oxford University Press, UK. cap. 29, pp.241-245 (2013) ATTIVITA’ DI RICERCA Laboratorio di Epidemiologia Generale STUDI CASO-CONTROLLO SU FATTORI AMBIENTALI E GENETICI E RISCHIO DI TUMORE Il Laboratorio di Epidemiologia ha sviluppato una serie integrata di studi caso-controllo su diversi siti tumorali, che è stata una risorsa estremamente produttiva per la ricerca epidemiologica e la quantificazione del rischio di tumore in Italia, con oltre 1.000 pubblicazioni nel corso degli ultimi 30 anni. Il progetto integra studi più recenti (generalmente più sofisticati, con raccolta di materiale biologico) con dataset precedenti (tra cui oltre 22.000 casi e un numero comparabile di controlli) e permette di studiare i principali fattori di rischio di tumore (tabacco, alcol, sovrappeso, fattori alimentari, ormoni) su un unico dataset di grandi dimensioni, nonché di indagare i cambiamenti nel tempo. Il Laboratorio ha inoltre sviluppato e integrato varie fonti per la ricerca epidemiologica sui tumori, quali i dati raccolti dai questionari, bio-banche e sistemi di record linkage, al fine di quantificare l'associazione tra esposizione a vari fattori e il rischio dei maggiori tumori in Italia, per testare nuove ipotesi, e per individuare aspetti prioritari per la prevenzione primaria e secondaria. Tra i principali aspetti indagati nella rete di studi caso-controllo vi sono: 1. Nutrizione e dieta, tra cui varie misure di sovrappeso e le loro implicazioni sugli aspetti metabolici sul rischio di cancro, il ruolo separato e integrato (ad esempio, pattern alimentari) di gruppi di alimenti e nutrienti, con particolare attenzione ad alcuni componenti specifici della dieta (ad esempio, flavonoidi). Nel 2012, sono state condotte specifiche analisi per i tumori del rinofaringe e del pancreas. 2. Alcol e tabacco, con particolare attenzione alle basse dosi di alcol, la relazione con il tempo dalla cessazione del fumo e del consumo di alcol, attraverso meta- e pool-analisi di dati provenienti da tutto il mondo. 3. Fattori familiari e genetici, data la disponibilità dell’informazione sulla storia di tumore nei parenti (inclusa l’età alla diagnosi del cancro), con la possibilità di ottenere il rischio cumulativo di tumore in relazione a storia famigliare di tumore, nonché la disponibilità di campioni biologici per analizzare polimorfismi genetici. 4. Fattori ormonali, non solo per riconosciuti tumori ormono-relati analizzati in ri-analisi collaborative, ma anche per i tumori del pancreas, fegato, linfomi e sarcomi, per i quali il ruolo degli ormoni è ancora aperto alla discussione. 5. Altri fattori ambientali, tra cui i sottoprodotti di disinfezione delle acque potabili (DBP) e il cancro del colon-retto; infezioni, tinture per capelli ed esposizioni professionali e il cancro della vescica; l'epatite C e B e linfomi; i virus e i bifenili policlorurati (PCB) e sarcomi. 6. Studi di coorte su fattori associati al rischio di cancro, alla sopravvivenza e alla mortalità, linkando database del Laboratorio con i dati (amministrativi) locali e nazionali. 7. Meta-e pool-analisi. Il progetto fa parte di una serie di ri-analisi collaborative condotte in Europa e in tutto il mondo su tumori dell'apparato digerente e respiratorio superiore, del pancreas, della mammella e del tratto genitale femminile, della tiroide e dei linfomi. RAPPORTO ATTIVITA’ 268 2013 IRFMN 8. Sviluppo e aggiornamento di un database di composizione alimentare, con l’aggiunta di alcune nuove componenti alimentari, quali ad esempio, proantocianidine, glutatione, capacità antiossidante totale. META-ANALISI SUL CONSUMO DI ALCOL E RISCHIO DI TUMORE I tumori del cavo orale e della faringe, di esofago (carcinoma a cellule squamose), laringe, fegato, colon-retto e mammella sono causalmente associati al consumo di alcol. Per molti altri tipi di tumori le evidenze non sono chiare e sono tuttora oggetto di discussione. Inoltre, vari aspetti specifici del consumo di alcol in relazione al rischio di cancro necessitano di ulteriori approfondimenti, in particolare la relazione dose-rischio per vari siti tumorali e l'eterogeneità dei risultati tra popolazioni diverse. In questo progetto, abbiamo indagato la relazione tra consumo di alcool e rischio di cancro con un approccio meta-analitico. Lo schema di studio si basava su un database già disponibile contenente 235 studi epidemiologici pubblicati tra il 1966 e il 2000, che ha permesso di indagare 18 siti tumorali, e che è stato integrato con gli articoli più recenti, pubblicati entro la fine del 2011. Obiettivi principali di questo progetto erano di stimare i parametri delle funzioni dose-risposta che legano il consumo di alcol al rischio di vari tipi di cancro, utilizzando vari modelli di meta-regressione e una macro SAS sviluppata ad hoc, e di identificare le fonti di eterogeneità (ad esempio, il modello di consumo, l’area geografica, ecc.) nelle stime dei parametri. Per i siti tumorali per cui il ruolo dell’alcol è ancora oggetto di discussione, abbiamo indagato l'associazione con l'esposizione a bevande alcoliche indipendentemente dalla dose. Abbiamo condotto una serie di analisi combinate su tutti i tumori al fine di produrre una pubblicazione che riassuma la forza delle evidenze disponibili sull’associazione tra alcol e cancro. Abbiamo considerato non solo i tumori comuni, ma anche neoplasie più rare, per le quali sono disponibili informazioni limitate. Inoltre, nel corso del 2013 abbiamo analizzato tutti i siti tumorali insieme in un'altra indagine, finalizzata a quantificare il ruolo delle basse dosi di consumo di alcol e a chiarire se vi sia una soglia di consumo al di sotto del quale non vi è alcun effetto evidente sul rischio di cancro. Oltre alle meta-analisi riassuntive su tutte le neoplasie, abbiamo studiato a fondo l'effetto dell’alcol sul rischio di diversi tumori, tra cui cavo orale e faringe, esofago (adenocarcinoma) e cardias, stomaco, polmone, ovaio, rene, vescica, cervello, e linfomi, considerando i risultati per i vari subsiti anatomici e/o sottotipi istologici ed esaminato le potenziali fonti di eterogeneità dei risultati. Il progetto ha rilevanti implicazioni per la prevenzione e la salute pubblica, in particolare le analisi sulle basse dosi di consumo. CONSORZIO “INTERNATIONAL HEAD AND NECK CANCER EPIDEMIOLOGY (INHANCE)” Il Consorzio internazionale dei tumori della testa e collo (The International Head and Neck Cancer Epidemiology (INHANCE) Consortium) è stato fondato nel 2004, e si basa sulla collaborazione di gruppi di ricerca che hanno raccolto dati epidemiologici originali sull’argomento. Nel complesso, sono stati inclusi 35 studi condotti in ogni parte del mondo per un totale di oltre 26.000 casi e 34.000 controlli, con prelievo biologico disponibile per la maggior parte dei soggetti. A livello mondiale, nel 2008 si sono registrati più di mezzo milione di nuovi casi di tumore alla testa e collo e 320.000 morti per questa patologia. I tumori della testa e del collo sono un gruppo di patologie neoplastiche che coinvolgono il cavo orale, faringe e laringe. Mentre è ben noto che il tabacco e l'alcool sono responsabili di circa il 75% dei tumori della testa e del collo, ci sono ancora diversi fattori eziologici da investigare: (i) il ruolo dei fattori di suscettibilità a bassa penetranza genetica (SNPs ad esempio) e le loro interazioni con i fattori ambientali, (ii) l’eziologia in sottogruppi rari di pazienti, come l’incidenza di malattia in giovane età, e nei non fumatori e non bevitori, (iii) l'effetto del papillomavirus umano (HPV), in RAPPORTO ATTIVITA’ 269 2013 IRFMN particolare nei sottotipi istologici della patologia. Nel corso degli ultimi anni, il consorzio INHANCE ha analizzato diversi aspetti dello stile di vita, come la quantità e il tipo di bevande alcoliche, il ruolo del fumo e l’eziologia del tumore nel sottogruppo dei pazienti non fumatori e non bevitori. Si sta indagando il ruolo dell’HPV e l’interazione fra fattori genetici e ambientali. Si ritiene che la quantificazione dei rischi sui dati del Consorzio aiuteranno a comprendere meglio l’eziologia complessa di questo tumore. Ad oggi, sono stati pubblicati 35 articoli su dati del Consorzio. Il nostro Dipartimento è attivamente coinvolto nella collaborazione scientifica ed ha analizzato i dati su diversi fattori di rischio modificabili e non, tra cui la storia familiare di cancro, il consumo di caffè e di tè e i dietary patterns. Durante il 2013 tale collaborazione ha consentito di indagare altri aspetti dietetici legati a questa patologia. CONSORZIO “INTERNATIONAL PANCREATIC CANCER CASE-CONTROL CONSORTIUM (PANC4)” Il consorzio PanC4 sul tumore del pancreas è stato creato da un gruppo di scienziati di diverse discipline biomediche (Epidemiologia, Genetica, Biostatistica, Bioinformatica, Biologia Molecolare, Gastroenterologia, Chirurgia) in tutto il mondo che si sono uniti insieme per migliorare la nostra comprensione delle cause del cancro del pancreas attraverso analisi congiunte, o la condivisione di dati. Il consorzio PanC4 include 14 studi caso-controllo sul tumore del pancreas condotti in Nord America, Europa, Cina, Australia, oltre a uno studio coordinato dalla IARC (SEARCH) condotto in Canada, Europa e Australia, per un totale di circa 6500 casi di adenocarcinoma del pancreas esocrino e circa 13.000 controlli corrispondenti. I dataset originali sono stati ristrutturati sia dagli investigatori degli studi originali o dai coordinatori del consorzio utilizzando un modello uniforme per l’armonizzazione dei dati. Tra i fattori di rischio già analizzati nel consorzio PanC4 vi sono il fumo di sigaretta, il fumo di altri tipi di tabacco, l’assunzione di alcool, selezionate patologie (allergia, pancreatite, ulcera e gastrectomia), e fattori riproduttivi. Nuove analisi sono in corso per selezionati aspetti alimentari (tra cui l'acrilammide, la vitamina D,...), tumori pancreatici ad esordio precoce, e storia di diabete. DIABETE E RISCHIO DI CANCRO Il diabete mellito è stato correlato al rischio di tumore del colon-retto, fegato, pancreas, mammella (in postmenopausa), e dell'endometrio, anche se la quantificazione di questa associazione in varie popolazioni rimane aperta a discussione. Il diabete è forse direttamente correlato al rischio di tumore della vescica e inversamente correlata al rischio di tumore alla prostata, mentre i dati sono incoerenti per altri importanti siti tumorali, per i quali sono quindi necessarie ulteriori informazioni. È anche interessante investigare la relazione tra tumore e sindrome metabolica (SM), una patologia caratterizzata dalla combinazione di obesità addominale, diabete, dislipidemia e ipertensione, che è stata identificata come fattore di rischio per le malattie cardiovascolari, e più recentemente per vari comuni tumori. Anche i farmaci prescritti per il trattamento del diabete di tipo 2 sembrano influenzare il rischio di cancro, anche se i dati sono incoerenti. Un progetto in corso nel Dipartimento mira a: i) fornire una migliore e ulteriore quantificazione dell’associazione tra diabete e il rischio di specifici tumori; ii ) aggiungere evidenze sul ruolo della SM sul rischio di cancro; iii ) fornire ulteriori dati sul ruolo di diverse classi di farmaci anti-diabete sul rischio di cancro. Il progetto include le seguenti tre fasi: 1) analisi del ruolo di diabete e sindrome metabolica sul rischio di cancro in una rete di studi caso-controllo, utilizzando i dati di un ampio e dettagliato database di una rete di studi caso-controllo in corso in Italia e nella Svizzera francese, e utilizzando i dati di gruppi collaborativi internazionali; 2) revisione sistematica e meta-analisi delle evidenze epidemiologiche sui farmaci antidiabetici e rischio di cancro; 3 ) indagine sul ruolo del diabete e RAPPORTO ATTIVITA’ 270 2013 IRFMN i farmaci antidiabetici sul rischio di cancro in uno studio di coorte retrospettivo dai database sanitari elettronici. POTERE ANTIOSSIDANTE TOTALE E FLAVONOIDI CONTRO IL RISCHIO DI TUMORE L’obiettivo del progetto è di studiare se l’effetto favorevole di frutta e verdura contro alcuni tumori comuni (tra cui quelli del tratto respiratorio e digerente) sia attribuibile a specifici flavonoidi o a altri componenti bioattivi, o se gli antiossidanti influenzino il rischio di tumore agendo in modo sinergico sullo stress ossidativo. Il progetto si basa su una rete di studi casocontrollo condotti in Italia e Grecia su diverse patologie oncologiche che includono più di 15.000 casi e 20.000 controlli. In studi precedenti, i favonoidi hanno mostrato effetti protettivi sul tumore dello stomaco, del fegato e della mammella nella popolazione greca, e sui tumori delle alte vie aerodigestive, dello stomaco, del colon-retto, della mammella, dell’endometrio, dell'ovaio e del rene in Italia. Recentemente, anche la capacità antiossidante totale dalla dieta è stata valutata in relazione al rischio di cancro ed sono state riportate relazioni inverse con il tumore del colon-retto e dello stomaco. CONTROLLO DEL TABAGISMO IN ITALIA Il fumo di tabacco rimane la principale causa mondiale di malattie prevenibili e morte, ed è responsabile per circa 6 milioni di morti ogni anno nel mondo. Al fine di pianificare strategie per il controllo del tabagismo, è importante raccogliere sistematicamente dati sulla diffusione e tendenze del fumo, attraverso l’utilizzo di indagini condotte con metodi standardizzati su campioni rappresentativi della popolazione. Questo consente di valutare gli interventi più efficaci per il controllo del tabagismo per ogni popolazione. Oltre alla raccolta e memorizzazione dei dati sul fumo, è anche fondamentale interpretarli tempestivamente, al fine di fornire ai decisori politici le raccomandazioni più urgenti, fattibili ed efficaci. Per monitorare la prevalenza del fumo in Italia, dal 2001, in collaborazione con l'Istituto Superiore di Sanità (ISS) e la DOXA, conduciamo annualmente un'indagine faccia-a-faccia su un campione di più di 3000 individui, rappresentativi della popolazione generale italiana di 15 anni o più. Ogni anno aggiorniamo il questionario standardizzato per studiare questioni specifiche in materia di controllo del tabagismo in Italia. Nel 2013 abbiamo aggiunto alcune domande sul fenomeno emergente della sigaretta elettronica, un sistema elettronico che rilascia nicotina, il cui utilizzo era trascurabile solo pochi anni fa. Abbiamo osservato che 45 milioni di italiani (91,1%) ha sentito parlare della sigaretta elettronica, 3,5 milioni (6,8%) l’hanno già provata, e più di 600.000 Italiani (1,2%) la utilizzano regolarmente. Tre su 4 utilizzatori di sigaretta elettronica hanno riportato di aver favorevolmente modificato la loro abitudine di fumare sigarette normali. Tuttavia, il 90% degli utilizzatori non smette di fumare in conseguenza dell’inizio di uso di sigaretta elettronica. Quasi 900.000 italiani che non avevano mai fumato, soprattutto giovani, hanno provato almeno una volta questo nuovo prodotto che crea dipendenza. CONTROLLO DEL TABAGISMO IN EUROPA (PROGETTO FP7-PPACTE) Nonostante le tendenze favorevoli della diffusione del fumo nel corso degli ultimi decenni in paesi ad alto reddito, il tabacco rimane la prima causa di malattia e di morte in Nord America e in Europa. Un progetto di collaborazione, dal titolo Pricing Policies And Control of Tobacco in Europe (PPACTE), è stato condotto per fornire un'analisi completa della politica dei prezzi del tabacco, considerato l'intervento più efficace per il controllo del tabagismo. Nell'ambito del progetto PPACTE, nel 2010 abbiamo condotto indagine rappresentativa faccia-a-faccia sul fumo in 18 paesi Europei (~ 18.000 adulti). Abbiamo dimostrato che nel complesso il 27,2% dei RAPPORTO ATTIVITA’ 271 2013 IRFMN partecipanti erano fumatori (il 30,6% degli uomini e il 24,1% delle donne). La prevalenza di fumo tra gli anziani (adulti ≥ 65 anni) è stata dell’11,1% (15,3% negli uomini e 8,6% nelle donne). Ci sono differenze sostanziali in Europa in termini di prevalenza di fumatori, di rapporto maschio-femmina e di rapporto tra fumatori ed ex-fumatori. I Paesi dell'Europa dell’Est, i Paesi a basso reddito e quelli con politiche di controllo del tabacco meno avanzate hanno modelli meno favorevoli per i fumatori e sono in una fase precedente nel modello proposto sull’epidemia del tabagismo. In Europa, il 10,4% dei fumatori (12,9% degli uomini e il 7,5% delle donne) erano "prevalentemente" utilizzatori di sigarette rollate a mano" (cioè, più del 50% delle sigarette fumate da loro erano sigarette rollate a mano). Questa percentuale è più alta in Inghilterra (27,3%), Francia (16,5%) e in Finlandia (13,6%). EFFETTI DELLA CRISI ECONOMICA SULLA PREVALENZA DI FUMATORI Dati limitati e incoerenti sono disponibili sull'impatto delle fluttuazioni macroeconomiche sull’abitudine al fumo. Abbiamo condotto uno studio per analizzare gli effetti della crisi economica del 2007-2008 sulla prevalenza e il numero di fumatori negli Stati Uniti, utilizzando i dati dell’indagine Behavioural Risk Factor Surveillance System (BRFSS), nel periodo pre-crisi (2005-2007) e post-crisi (2009-2010), tenendo conto della crescita demografica della popolazione degli Stati Uniti, delle tendenze della prevalenza di fumo, e le variazioni nel tempo delle caratteristiche socio-demografiche della popolazione. La crisi finanziaria del 2008 ha avuto un effetto debole sulla prevalenza di fumatori. La crisi ha comportato un aumento del numero dei fumatori negli Stati Uniti di 0,6 milioni di soggetti. Ciò è dovuto a una diminuzione imprevista di 1,7 milioni di fumatori tra i lavoratori e un aumento di 2,4 milioni di fumatori tra gli individui disoccupati, per i quali la prevalenza di fumo rimane estremamente elevata nel periodo successivo alla crisi (32,6%). BIAS DI PUBBLICAZIONE (PROGETTO FP7 OPEN) Durante il 2013, siamo stati coinvolti nel progetto Overcome the Failure to Publish Negative Findings (OPEN), finanziato dalla Commissione Europea nell'ambito del Settimo programma quadro. Il nostro obiettivo è stato quello di valutare il ruolo delle principali agenzie di regolamentazione del farmaco, tra cui, in particolare, la US Food and Drug Administration (FDA) e la European Medicines Agency (EMA), sul controllo del bias di pubblicazione (mancata pubblicazione dei risultati negativi degli studi clinici). Abbiamo osservato che, anche se l’FDA ha le politiche più avanzate per il controllo del bias di pubblicazione, non fornisce una regolamentazione sufficiente per prevenire questo fenomeno. Attualmente, l’EMA ha procedure ancora meno adeguate, anche se recentemente ha annunciato un piano per migliorare la trasparenza degli studi clinici, con politiche di accesso pubblico ai risultati degli studi. Imparando dai limiti e le lacune delle politiche dell’FDA, l’EMA ha la possibilità di creare un insieme di norme più efficaci per controllare il bias di pubblicazione. L'IPOTESI IGIENISTA: RIVISITAZIONE DEL CONCETTO INTEGRANDO DATI EPIDEMIOLOGICI E STUDI MECCANICISTICI – PROGETTO FP7 ERC L'ipotesi igienista postula un paradossale ruolo di protezione delle infezioni sulle malattie immuno-mediate, tra cui l’atopia (dermatite atopica, rinite, asma) e più recentemente sulle malattie autoimmuni, ed è stata oggetto di numerose ricerche. Obiettivo del nostro progetto è di validare questa ipotesi attraverso l'integrazione di studi epidemiologici, condotti dal nostro Dipartimento, e sperimentali, condotti da un gruppo di ricerca di Parigi. La nostra sezione epidemiologica si basa sia su una serie di revisioni sistematiche, ovvero meta-analisi di studi riguardanti i marcatori diretti e indiretti di esposizione ad agenti microbici in relazione a varie RAPPORTO ATTIVITA’ 272 2013 IRFMN condizioni atopiche, che su di uno studio caso-controllo, volto a valutare i vari fattori di esposizione, e le loro potenziali interazioni, che potrebbero determinare l’insorgere della dermatite atopica. Ponendo particolare attenzione ai fattori infettivi. A fine 2013 risultavano reclutati 460 casi e 420 controlli, e si prevede di raggiungere la quota di 500 casi e 500 controlli nel corso dell’anno 2014. Con riferimento alle revisioni sistematiche, abbiamo condotto, nel 2012 una prima meta-analisi riguardante la supplementazione con probiotici durante la gravidanza e la prima 'infanzia per la prevenzione della dermatite atopica, trovando una protezione dell’ordine del 20%. Sono attualmente in corso altre due meta-analisi di studi osservazionali allo scopo di valutare quanto esposizioni ad agenti infettivi (anche indirette, ad esempio attraverso la presenza di animali domestici), possano influenzare lo sviluppo della dermatite atopica in età pediatrica. In particolare, nel corso del 2013, abbiamo condotto una meta-analisi rivolta a valutare il ruolo giocato dal contatto con animali domestici nello sviluppo della dermatite atopica nella prima infanzia. VALUTAZIONE E MONITORAGGIO DELL’INFEZIONE DA HPV E DELLE PATOLOGIE CORRELATE IN DONNE AD ELEVATO RISCHIO PER IL CARCINOMA DELLA CERVICE UTERINA – STUDIO VALIHIDATE Le infezioni persistenti da genotipi oncogeni di Human Papilloma Virus (HPV) sono cause necessarie per lo sviluppo del tumore della cervice, che rappresenta, a livello mondiale, la seconda causa di morte per cancro nelle donne. Lo Studio Valhidate, finanziato dalla Regione Lombardia per il periodo novembre 2010 - novembre 2014, ha come scopo principale la valutazione della circolazione e la tipizzazione di HPV in popolazioni a elevato rischio di carcinoma della cervice uterina, ovvero in donne affette da virus HIV (DHIV), donne di recente immigrazione (DDRI), ragazze di età 13-18 anni afferenti a visita pediatrica (D1318P) e donne giovani di 13-25 anni afferenti a visita ginecologica (D1325G), rispetto a un gruppo di controllo di donne afferenti a programmi di screening spontaneo (DASS). Lo studio prevede 2 fasi sequenziali: uno studio iniziale cross-sectional multicentrico di epidemiologia osservazionale e uno studio longitudinale, prospettico, multicentrico sulla popolazione arruolata inizialmente nello studio cross-sectional. Nella prima parte dello studio si prevede di arruolare 7000 donne, delle quali 1000 nella coorte DHIV, 1000 DDRI, 1500 D1318P, 1500 D1325G e 2000 DASS. I metodi per la valutazione all’arruolamento sono: anamnesi e visita ginecologica o pediatrica, anamnesi infettivologica per le pazienti affette da HIV, brush cervicale per test di genotipizzazione HPV, Pap test e campione per la banca cito/virologica o campione di urine. I tempi di follow-up sono stati definiti da algoritmi basati sui risultati dei test citologici e biomolecolari. I risultati derivati da questo studio permetteranno di definire strategie specifiche di prevenzione primaria e secondaria del carcinoma della cervice uterina in tali popolazioni. Da novembre 2010 a dicembre 2013, sono state arruolate 760 donne nella coorte DHIV, 393 nella coorte DDRI, 1.252 ragazze nella coorte D1318P, 501 donne giovani nella coorte D1325G e 1368 nella coorte DASS, per un totale di 4274 donne. Di queste, 655 donne hanno avuto almeno una visita di follow-up. POLIMORFISMI GENETICI E SUSCETTIBILITA’ ALLE INFEZIONI GRAVI E/O RICORRENTI DELLE BASSE VIE AEREE CON BRONCOSPASMO IN ETA’ PEDIATRICA Le infezioni delle vie aeree inferiori (IVAI) che si accompagnano a broncostruzione sono molto frequenti nel bambino nei primi anni di vita e possono costituire fino al 40% di tutta la patologia broncopolmonare nei primi 6 anni di età. Oltre a costituire una delle cause principali di malattia nel soggetto di età pediatrica, esse hanno un significativo impatto negativo sulla qualità di vita dei bambini affetti perché sono spesso clinicamente gravi e/o ampiamente ricorrenti e perché RAPPORTO ATTIVITA’ 273 2013 IRFMN fino al 50% dei soggetti con questa patologia possono sviluppare a distanza asma cronica. La gran maggioranza delle IVAI con broncostruzione è dovuta a virus. Tra questi, quelli che si ritrovano con maggior frequenza sono il virus respiratorio sinciziale, il rinovirus, i virus parainfluenzali e il metapneumovirus umano. Scopo di questo progetto – iniziato nel 2012 e della durata di 3 anni, condotto dalla Clinica Pediatrica della Fondazione IRCCS Ca’ Granda Ospedale Maggiore Policlinico, con la collaborazione del nostro Dipartimento - è quello di analizzare le possibili correlazioni tra specifici difetti genetici dell’immunità innata (quali polimorfismi dei TLR) e/o della produzione di citochine e lo sviluppo di IVAI gravi o ampiamente recidivanti associate a broncostruzione. Inoltre, studiamo il peso relativo dei diversi virus respiratori nel causare IVAI con queste caratteristiche. Infine, poiché gli steroidi possono essere estremamente utili nel controllo della broncostruzione, nel progetto valutiamo il ruolo della profilassi con steroidi inalatori nel ridurre il rischio di recidive nei bambini geneticamente predisposti. LA TOMOGRAFIA COMPUTERIZZATA SPIRALE E I MIRNA ASSOCIATI A UN PROGRAMMA DI PREVENZIONE PRIMARIA PER LA DIAGNOSI PRECOCE DEL CARCINOMA POLMONARE Lo studio MILD condotto dall'Istituto Nazionale per lo Studio e la Cura dei Tumori di Milano ha lo scopo di valutare se un programma di prevenzione primaria associato o meno all'esame periodico del torace con TAC spirale e ad altre metodiche diagnostiche d'avanguardia sia in grado di ridurre la mortalità per cancro polmonare in soggetti ad alto rischio. Le prime analisi su 4000 soggetti mostravano dopo 6 anni di follow-up che non c’era un effetto protettivo nei soggetti che effettuavano una TAC (ogni anno o ogni due anni) rispetto ai soggetti che non effettuavano TAC in termini di mortalità. Un altro studio prospettico dell'Istituto Nazionale per lo Studio e la Cura dei Tumori di Milano a cui collaboriamo si propone di determinare se l'esame dei microRNA nel plasma sia in grado di migliorare l'efficacia della TAC spirale nella diagnosi precoce del cancro polmonare in individui ad alto rischio. I risultati di questo studio prospettico permetteranno di stabilire l'efficacia del test con miRNA plasmatici quale esame di prima linea, non invasivo e a basso costo, nello screening del cancro polmonare in soggetti ad alto rischio. PREVENZIONE E INFORMAZIONE A LIVELLO DI SALUTE PUBBLICA E’ continuata l’attività di divulgazione scientifica e di prevenzione rivolta all’opinione pubblica generale, attraverso articoli scientifici e altre pubblicazioni divulgative, onde diffondere informazione quantitativa e favorire concreti atteggiamenti di riduzione di rischio. Laboratorio Metodi Epidemiologici MORTALITA’ PER TUMORE IN EUROPA Il Laboratorio di Metodi Epidemiologici ha sviluppato un sistema integrato per il monitoraggio, la modellazione e l’interpretazione delle statistiche di mortalità per tumore in Europa. Sin dal suo inizio, nel 1992, il progetto ha avuto una notevole produzione scientifica, nonostante il basso costo, e il Laboratorio ha acquisito nuovi strumenti e competenze, e ha stabilito collaborazioni con gruppi di ricerca nazionali e internazionali. Al centro del progetto vi è la banca dati europea sulla mortalità per tumore che il Laboratorio ha costruito e periodicamente aggiornato, che deriva dai dati grezzi di mortalità dell’OMS, integrati da altre fonti, qualora necessario. Il database include i numeri di decessi per cancro, per paese, causa, periodo, sesso RAPPORTO ATTIVITA’ 274 2013 IRFMN ed età in Europa e in altri paesi selezionati, unitamente alle stime della popolazione residente. L'obiettivo del progetto è quello di: i) aggiornare periodicamente il database con i dati forniti per gli anni più recenti, ii) aggiornare l'analisi sistematica della mortalità per cancro in Europa, e verificare se le previsioni di un continuo calo nella mortalità per cancro in Europa sono soddisfatte; iii) applicare modelli età-periodo-coorte per contribuire all'interpretazione degli andamenti nei tassi di mortalità, e per fornire proiezioni delle tendenze per il prossimo futuro, iv) monitorare la mortalità per tumore nell’Europa centrale e orientale e in alcuni paesi a reddito medio del mondo, nei quali i ritardi nell'adozione di strategie efficaci per la prevenzione, gestione e trattamento del cancro sono stati evidenziati, v) monitorare ulteriormente la mortalità per tumori legati al fumo di tabacco in Europa, evidenziando i successi (ma anche i fallimenti) degli sforzi di prevenzione del tabagismo in diverse popolazioni, con particolare attenzione alle donne, vi) valutare in quale misura le statistiche di mortalità possono contribuire ai dibattiti scientifici in corso sull'efficacia di programmi di screening (organizzata) per i tumori della prostata, mammella, e colon-retto e, vii) quantificare il carico e le tendenze nella mortalità per cancro nelle persone anziane, e viii) sviluppare e testare un sistema per ottenere le proiezioni a breve termine della mortalità per cancro. Il progetto non è meramente descrittivo, in quanto uno sforzo specifico è dedicato alla interpretazione dei dati osservati alla luce delle conoscenze epidemiologiche, evidenziando le informazioni in grado di generare nuove ipotesi sulla eziologia del cancro. Esso inoltre offre un’opportunità unica per la valorizzazione permanente delle statistiche in Europa, con l'obiettivo primario di monitorare e migliorare la prevenzione del cancro. NUOVI FARMACI CHEMIOTERAPICI AD ALTO COSTO: UTILIZZO CLINICO, SICUREZZA ED EFFICACIA NELLA PRATICA CLINICA DOPO L’IMMISSIONE SUL MERCATO L'obiettivo di questo progetto è quello di fornire una descrizione dettagliata di come sono utilizzati alcuni farmaci oncologici innovativi e ad alto costo nella pratica clinica, in Lombardia, tramite dati sanitari di tipo amministrativo. In particolare, analizziamo i trend temporali delle prescrizioni di alcuni farmaci, la conformità rispetto alle linee guida dell’Agenzia Italiana del Farmaco (AIFA), e stimiamo la frequenza degli effetti collaterali e della sopravvivenza. Un ulteriore obiettivo è quello di indagare la fattibilità di studi che mirino a valutare l'efficacia di alcune terapie di interesse in termini di sopravvivenza, in particolare per il tumore del colonretto, della mammella e dei polmoni. Le prime pubblicazioni indagavano il bevacizumab per i trattamento del tumore del colon-retto metastatico e il trastuzuamab per le donne con il tumore della mammella in stadio iniziale o metastatico. E’ stato osservato un gap tra le indicazioni dell’AIFA e l’utilizzo del bevacizumab nella pratica clinica. La frequenza di eventi avversi gravi e il tasso di sopravvivenza dei pazienti affetti dal tumore del colon-retto metastatico erano simili ai dati riportati dai trial clinici che hanno portato all’approvazione del farmaco. Per il trastuzumab, l'incidenza di cardiotossicità grave era più alta nella pratica clinica che negli studi clinici randomizzati con lo stesso regime. L'età e la storia di malattia cardiaca sono forti fattori predittivi di eventi cardiotossici. CONSORZIO DI STUDI EPIDEMIOLOGICI “STOMACH CANCER POOLING (STOP) PROJECT” Nel corso degli ultimi due decenni sono stati formati vari consorzi di studi epidemiologici, per mettere insieme e analizzare i dati sui fattori di rischio per vari tipi di cancro, ma non esisteva ancora alcun consorzio sul tumore dello stomaco. Una strategia organizzata per l'analisi combinata delle indagini epidemiologiche esistenti potrebbe consentire nuove scoperte sull’eziologia del tumore dello stomaco. Abbiamo avviato un consorzio di studi epidemiologici, RAPPORTO ATTIVITA’ 275 2013 IRFMN chiamato “Stomach cancer Pooling (StoP) Project”. Si tratta di una pooled-analisi di studi condotti in tutto il mondo (principalmente con disegno caso-controllo), che utilizza un approccio di gestione e analisi dei dati a livello di soggetto. Partecipano 22 studi condotti in 11 paesi, per un totale di circa 9500 casi e oltre 22.000 controlli. Le prossime fasi di sviluppo del progetto saranno: completare la raccolta dei dati degli studi partecipanti; armonizzare i database in un formato standard; condurre analisi statistiche a due fasi per stimare gli odds ratios combinati e gli intervalli di confidenza al 95% per vari fattori di rischio di interesse; condurre analisi nei sottogruppi ed altri tipi di analisi per facilitare l'interpretazione dei risultati; e produrre articoli di ricerca per divulgare i principali risultati. Verrà inoltre sviluppato un sito web del progetto. Il nostro obiettivo è quello di esaminare in un unico grande insieme di dati il ruolo dei fattori di rischio per il tumore dello stomaco. Condurremo inoltre analisi dei fattori genetici, concentrandoci su polimorfismi di singoli nucleotidi (SNPs) individuati in precedenti studi di associazione genome-wide (GWAS), e considerando potenziali interazioni geneambiente. L'ampio dataset permetterà inoltre di effettuare analisi separate in base ai diversi istotipi (ovvero, tipo istologico intestinale/diffuso) e siti (ovvero cardia/non-cardia) di tumore dello stomaco, al fine di identificare potenziali differenze nei profili di rischio e nelle caratteristiche eziologiche dei sottogruppi di tumore dello stomaco. Il nostro Dipartimento all'IRCCS Istituto di Ricerche Farmacologiche Mario Negri ha un ruolo centrale nel progetto, in quanto siamo tra i promotori del consorzio StoP, e saremo responsabili per la raccolta dei dati, la loro armonizzazione e convalida, oltre che per l'analisi dei dati e la pubblicazione di articoli di ricerca su vari fattori di rischio per il tumore dello stomaco. Laboratorio di Epidemiologia delle malattie Croniche CONDUZIONE DI STUDI CASO-CONTROLLO Organizzazione della raccolta di informazioni su caratteristiche selezionate e su stili di vita di pazienti e di campioni biologici per gli studi caso-controllo Continua la raccolta di dati epidemiologici che prevede: 1) la gestione delle interviste, degli intervistatori e l’attività di training dei nuovi intervistatori; 2) i contatti con i reparti ospedalieri e i comitati etici per l’approvazione e conduzione degli studi; 3) controllo della coerenza delle informazioni e ricodifica delle schede dei pazienti; 4) revisione delle diagnosi e controllo degli esami istologici dei pazienti con tumore; 5) gestione e organizzazione della raccolta dei campioni biologici; 6) gestione dell’input dei dati. Gli studi caso-controllo attualmente in corso riguardano l’adenocarcinoma dell’esofago-cardias, il tumore della vescica e i sarcomi. Il dataset complessivo include ora circa: 1.250 casi di tumore del cavo orale e della faringe, 700 dell’esofago, 1.100 dello stomaco, 6.500 del colon-retto, 600 del fegato, 120 della colecisti e dotti biliari, 600 del pancreas, 850 della laringe, 500 di melanoma maligno cutaneo, 7.000 della mammella, 1.000 della cervice, 1.000 dell’endometrio, 200 della malattia trofoblastica gestazionale, 200 della vulva, 2.000 dell’ovaio, 1.300 della prostata, 700 della vescica, 800 del rene e bacino renale, 600 della tiroide, 200 del morbo di Hodgkin, 500 di NHL, 450 di sarcomi, 300 di mielomi e circa 18.000 controlli. La raccolta dei campioni biologici riguarda i tumori del cavo orale, faringe, laringe, vescica, colon-retto e sarcomi, al fine di studiare polimorfismi genetici. RAPPORTO ATTIVITA’ 276 2013 IRFMN SARCOMI DEI TESSUTI MOLLI: STUDIO CASO-CONTROLLO DEI FATTORI DI RISCHIO E STUDIO DESCRITTIVO DELLA STORIA CLINICA PREDIAGNOSI I sarcomi dei tessuti molli (STS) hanno bassa incidenza, il che causa un basso potere statistico in studi eziologici e un’esperienza limitata dei medici di medicina generale nella pratica clinica, che spesso porta a un ritardo nella diagnosi. La loro duplice classificazione per sito anatomico e per tipo istologico causa confusione nello studio della loro eziologia. Questo progetto include due studi integrati. Il primo studio (caso-controllo, coordinato dall’Istituto Mario Negri) si basa su un questionario validato (con molte covariate e basato su un dettagliato database di composizione degli alimenti), l’uso di appropriate analisi statistiche e misure di livelli di agenti tossici nei tessuti biologici. Il secondo studio (studio clinico, coordinato in collaborazione con l’Università di Torino, Dipartimento di Medicina del Lavoro/CTO Maria Adelaide) si basa su questionari che riportano la storia delle visite e procedure mediche eseguite prima dell’ammissione in ospedale e caratteristiche socio-economiche dettagliate dei casi. I casi vengono seguiti per 5 anni. Raccogliamo campioni di sangue da casi e controlli e tessuto neoplastico dai casi. Lo studio caso-controllo ha lo scopo di identificare e quantificare i fattori di rischio e i rischi attribuibili in Italia per i STS, la cui eziologia è largamente sconosciuta. Lo studio clinico ha lo scopo di stabilire la storia clinica prima dell’ingresso in ospedale e il suo impatto sulla gravità della malattia al momento della diagnosi corretta e se queste possono essere influenzate dalle caratteristiche socioeconomiche del paziente e dalla sua area di residenza. I maggiori punti di forza dello studio sono: l’ampio dataset dovuto alla partecipazione della maggior parte dei centri di riferimento per il trattamento dei STS; le informazioni dettagliate sul sito anatomico e il tipo istopatologico dei STS; la quantificazione dei fattori di rischio dei STS; l’approccio interdisciplinare; La creazione di una bioteca di ricerca per analisi di genetica molecolare e citogenetica; la preparazione di linee guida che contribuiscano a un precoce trattamento corretto dei STS da parte dei medici di medicina generale. PROGETTO TUMORE DELLA VESCICA Questo progetto include due parti: 1) la conduzione di uno studio caso-controllo sui fattori di rischio e sulla suscettibilità genetica del tumore della vescica; 2) la partecipazione a un Consorzio Internazionale sul Tumore della Vescica (ICBC). Oltre al tabacco e all’esposizione occupazionale ad amine aromatiche, i principali fattori di rischio noti per il tumore della vescica, sono stati ipotizzati diversi altri fattori di rischio per alcuni dei quali non esiste una quantificazione o non è certa una relazione causale. In particolare, lo studio caso-controllo sui fattori di rischio e sulla suscettibilità genetica del tumore della vescica si propone di analizzare la relazione del tumore della vescica con: la familiarità, fattore di rischio noto, per il quale resta aperto il problema della quantificazione; il consumo di caffè, per stabilire se l’associazione modesta sia reale o dovuta a confondimento; l’assunzione di fluidi, poiché una scarsa assunzione concentra i metaboliti nelle urine aumentando il contatto dei cancerogeni con l’epitelio vescicale; l’assunzione di farmaci selezionati; la dieta, in termini di cibi, macro e micronutrienti, gruppi di cibi e pattern dietetici; l’esposizione ai coloranti per capelli sia professionale che relativa all’uso personale. Lo studio si propone inoltre di: valutare il rischio relativo e attribuibile in percentuale per i principali fattori di rischio da soli o per combinazioni di fattori di rischio nella popolazione italiana; studiare l’interazione tra fattori di rischio ambientali e polimorfismi enzimatici di alcuni enzimi coinvolti nel metabolismo di fattori di rischio selezionati. Il Consorzio Internazionale sul Tumore della vescica si è formato nel 2005 come un forum scientifico aperto per la ricerca epidemiologica sul tumore della vescica. Ricercatori con studi terminati o in corso valutano proposte per progetti che mettono insieme i dati di più studi per analisi coordinate (pooled-analisi). Gli scopi principali del RAPPORTO ATTIVITA’ 277 2013 IRFMN consorzio sul tumore della vescica sono: avere un forum per discutere studi di epidemiologia molecolare del tumore della vescica e per facilitare l’aggregazione di dati paragonabili sui fattori di rischio ambientali e genetici tra i vari studi (pooled-analisi) per superare il limitato potere statistico dei singoli studi. Le aree di possibile collaborazione comprendono la valutazione di effetti multigenici complessi, l’interazione con il fumo di sigaretta e alter esposizioni, la valutazione di effetti sesso-specifici, la valutazione dell’eterogeneità degli effetti genetici entro sottogruppi del tumore. Nell’ambito del Consorzio, stiamo partecipando a tre proposte per: 1) valutare l’associazione tra uso di coloranti per capelli e aggregando i dati di studi caso-controllo sul tumore della vescica con informazione di alta qualità; i dati genetici verranno anche considerati per valutare l’interazione di polimorfismi di geni coinvolti nelle vie metaboliche dei coloranti di capelli (NAT1, NAT2, CYP2A1, GSTs e possibilmente altri) sul rischio di tumore della vescica e possibilmente valutare se l’esposizione ai coloranti per capelli è associata alla presenza di mutazioni di p53; 2) Studiare l’effetto della storia familiare sul rischio di tumore della vescica, investigando il rischio associate con il soggetto che ha familiari di primo e secondo grado con tumore della vescica o con tumori ad altri siti anatomici; 3) Studiare l’effetto della dieta sul rischio di tumore della vescica, considerando singoli cibi, macro e micronutrienti, gruppi di cibi e pattern dietetici. RELAZIONE DEL CONSUMO DI CAFFÈ CON VARIE MALATTIE Il caffè è la bevanda più comunemente utilizzata al mondo dopo il tè. Pertanto qualunque effetto del tè sulla salute è di grande interesse per la salute pubblica. Oltre alla caffeina il caffè contiene molti composti bioattivi con effetti potenziali sulla salute, inclusi minerali e antiossidanti, principalmente composti fenolici (come gli acidi clorogenico, caffeico, ferulico e cumarico), melanoidine e diterpeni (come il cafestolo e il kahweolo), e il caffè è stato correlato a incidenza più bassa di diverse malattie. Negli ultimi dieci anni abbiamo studiato la relazione del consumo di caffè e caffè decaffeinato e tumore a diversi siti nei nostri studi caso-controllo, non trovando alcuna relazione con il tumore dell’esofago, stomaco, pancreas, laringe, melanoma, mammella, ovario, prostata, rene e malattia di non-Hodkgin, e trovando una relazione inversa del caffè con il tumore di cavo orale e faringe, colon-retto, fegato (inclusa la cirrosi epatica) ed endometrio. Inoltre, abbiamo condotto una serie di meta-analisi sulla relazione del caffè e caffè decaffeinato con la mortalità totale e causa-specifica, con i tumori dell’esofago, pancreas, laringe e cervello, confermando l’assenza di relazione, e con i tumori del cavo orale e faringe (inclusa una pooledanalisi), colon-retto, fegato ed endometrio, confermando la relazione inversa. Laboratorio di Informatica Medica Uso dei social media e delle apps mediche da parte dei medici italiani Il Laboratorio di Informatica Medica è impegnato in studi sull’impiego di social media (Facebook, Twitter, YouTube), di strumenti web 2.0 (feed RSS, podcast e social bookmark) e di applicazioni per smartphone e tablet da parte di medici italiani. Indagini di questo tipo sono state svolte in collaborazione con ANMCO (Associazione nazionale Medici Cardiologi Ospedalieri), AIOM (Associazione Italiana di Oncologia Medica) e SIU (Società Italiana di Urologia) per indagare sulla conoscenza e l’uso di questi strumenti da parte, rispettivamente, dei cardiologi, oncologi e urologi italiani. Uso dei social media da parte delle strutture sanitarie italiane Il Laboratorio di Informatica Medica è impegnato in uno studio sull’impiego di social media (Facebook, Twitter, YouTube) e di strumenti web 2.0 (feed RSS, podcast e social bookmark) RAPPORTO ATTIVITA’ 278 2013 IRFMN per incentivare il dialogo e il confronto con i cittadini da parte delle oltre 1.200 strutture sanitarie italiane (tra quelle pubbliche e private), sia in termini quantitativi, sia in termini qualitativi. Attività di formazione Nel corso del 2013 è proseguita l’attività di formazione su tematiche legate all’uso in ambito medico e sanitario di Internet e dei recenti strumenti di social media e di applicazioni mediche. L’attività di formazione è avvenuta attraverso l’organizzazione e lo svolgimento di corsi svolti nell’ambito del programma ECM (Educazione Continua in Medicina), di workshop, di convegni, di seminari e di master universitari (sia interni all’istituto, sia esterni) a cui ha partecipato il personale del Dipartimento con ruoli di docenza. Mantenimento dei siti web CARDIO.CARE, ONCO.CARE, GASTRO.CARE, NEURO.CARE, PNEUMO.CARE, PAIN.CARE, BPCO.CARE e DERMA.CARE Questi indici sono stati realizzati dal Laboratorio di Informatica Medica per raccogliere, classificare e commentare i migliori siti web disponibili sulla rete, fornendo agli utenti di Internet uno strumento efficace di ricerca sulla rete. Il progetto copre diverse aree mediche tra cui la cardiologia (http://www.cardiocare.it), la neurologia (http://www.neurocare.it), l’oncologia (http://www.oncocare.it), la gastroenterologia (http://www.gastrocare.it), la pneumologia (http://www.pneumocare.it e http://www.bpcocare.it), il trattamento del dolore (http://www.paincare.it) e la dermatologia (http://www.dermacare.it) e ha visto la collaborazione di alcuni dipartimenti dell’Istituto Mario Negri (Dipartimento di Ricerca Cardiovascolare, Dipartimento di Neuroscienze e il Dipartimento di Oncologia) e di gruppi di ricerca esterni (Gruppo Italiano Studi Epidemiologici in Dermatologia – GISED). RAPPORTO ATTIVITA’ 279 2013 IRFMN RAPPORTO ATTIVITA’ 280 2013 IRFMN DIPARTIMENTO DI SALUTE PUBBLICA PERSONALE Capo Dipartimento Maurizio BONATI, Dr.Med.Chir. Centro di Economia Sanitaria A. e A. Valenti (CESAV) Capo Laboratorio Livio GARATTINI, Dott. Economia Laboratorio di Epidemiologia Clinica Capo Laboratorio Guido BERTOLINI, Dr.Med.Chir. Unità di Ingegneria della Conoscenza Clinica Capo Unità Davide LUCIANI, Dr.Med.Chir. Laboratorio di ricerca sul coinvolgimento dei cittadini in sanità Capo Laboratorio Paola MOSCONI, Dr.Sci.Biol. Laboratorio per la Salute Materno Infantile Capo Laboratorio Maurizio BONATI, Dr.Med.Chir. Unità di Farmacoepidemiologia Capo Unità Antonio CLAVENNA, Dr.Med., PhD RAPPORTO ATTIVITA’ 281 2013 IRFMN CURRICULA VITAE Maurizio Bonati si è laureato in Medicina e Chirurgia presso l’Università degli Studi di Milano. Aree di interesse: monitoraggio e valutazione epidemiologica dell’utilizzo e degli effetti dei farmaci e dei vaccini in età pediatrica e in gravidanza; ricerca metodologica nell’ambito dell’assistenza ospedaliera e delle cure primarie pediatriche; promozione e produzione di informazioni sanitarie nella comunità; epidemiologia delle cure pediatriche e perinatali. Ruoli attuali e passati in Istituto e in organizzazioni esterne: 1973-77 Ricercatore presso l’IRFMN, Laboratorio di Neurochimica; 1977-85 assistente ricercatore presso l’IRFMN, Laboratorio di Farmacologia Clinica; 1986-93 capo dell’ Unità di Farmacologia Clinica Perinatale; membro del Gruppo di Ricerca sull’Utilizzo dei Farmaci (gravidanza, pediatria e allattamento) dell’OMS; 1987-92 coordinatore dello Studio Cooperativo Internazionale sull’uso di farmaci in gravidanza, sotto l’auspicio della OMS e il supporto della CEE; 2000-05 coordinatore dello Studio Cooperativo Europeo: Registro Europeo degli Studi Clinici Pediatrici (DEC-net); dal 1989 Responsabile del Centro di Informazione sul Farmaco e la Salute, CIFS; dal 1993 capo del Laboratorio per la Salute Materno-Infantile all’IRFMN; dal 1997 docente ai Corsi di Formazione Professionale della Regione Lombardia; dal 2000 direttore dello Stage annuale in Cooperazione e Salute Pubblica - Master in Analisi e Gestione di Progetti di Sviluppo dell’Università degli Studi di Milano; dal 2002 direttore di redazione della rivista Ricerca & Pratica; dal 2003 docente titolare della Scuola di Specializzazione in Pediatria dell’Università di Milano Bicocca; docente al corso annuale europeo Evaluation of medicinal products in children promosso da ESDPPP e Eudipharm; dal 2008 capo del Dipartimento di Salute Pubblica; dal 2010 coordinatore dello Studio Cooperativo Europeo: “COHEMI-Coordination resources to Assess and Improve health status of migrants from Latin America” all’interno del 7° Programma Quadro dell’Unione Europea. Principali pubblicazioni • Clavenna A, Rossi E, De Rosa M, Bonati M. Use of Psychotropic Medications in Italian Children and adolescents. Eur J Pediatr 2007;166:339-47. • • • • • • • Maschi S, Clavenna A, Schiavetti B, Campi R, Bernat M, Bonati M. Neonatal outcome following pregnancy exposure to antidepressants: a prospective controlled cohort study. BJOG 2008;115:283-289. Fortinguerra F, Clavenna A, Bonati M. Psychotropic drug use during breastfeeding: a review of the evidence. Pediatrics 2009;124:e547-e556. Fortinguerra F, Maschi S, Clavenna A, Bonati M. Pain management in the paediatric population. The regulatory situation in Europe. Arch Dis Child 2010;95:749-753. Didoni A, Sequi M, Panei P, Bonati M, on behalf of the “Lombardy ADHD Registry Group”. One-Year Prospective Follow-up of Pharmacological Treatment in Children with Attention-Deficit/Hyperactivity Disorder. Eur J Clin Pharmacol 2011;67:1061-67. Bianchi M, Clavenna A, Sequi M, Bortolotti A, Fortino I, Merlino L, Bonati M. Childhood asthma management pre and post incident asthma hospitalization. PLoS ONE 2013;8:1-5. Clavenna A, Cartabia M, Sequi M, Costantino A, Bortolotti A, Fortino I, Merlino L, Bonati M. Burden of psychiatric disorders in the pediatric population. Eur Neuropsychopharmacol 2013;23:98-106. Pandolfini C, Sequi M, Jacqz-Aigrain E, Choonata I, Turner M, Manzoni P, Bonati M. Wide intra- and inter-country variability in drug use and dosage in very-low-birth-weight newborns with severe infections. Eur J Pharmacol 2013;69:1031-1036. Guido Bertolini si è laureato in Medicina e Chirurgia nel 1989 presso l’Università di Bologna e si è specializzato nel 1993 in Metodologia della ricerca farmacologica presso l’Istituto Mario Negri e nel 1994 in Gastroenterologia ed endoscopia digestiva, presso l’Università di Pavia. Ha fondato e diretto dal 1997 al 2000 la Scuola di Metodologia Clinica e Miglioramento Continuo della Qualità degli Ospedali Riuniti di Bergamo e Istituto di Ricerche Farmacologiche Mario Negri. Dal 1999 al 2003 è stato professore a contratto presso le Scuole di Specializzazione in Anestesia e Rianimazione delle Università di Brescia e di Milano. Dal 2002 al 2005 è stato professore a contratto presso la Facoltà di Lettere e Filosofia, Corso di Laurea in Scienze dell’educazione, Università degli Studi di Bergamo. Aree di interesse sono la valutazione e miglioramento della qualità dell’assistenza, l’Outcome research, la metodologia della ricerca clinica, l’analisi delle decisioni e la formazione del medico. Queste aree sono sviluppate prevalentemente nell’ambito della Terapia Intensiva (TI) e delle Malattie Rare. RAPPORTO ATTIVITA’ 282 2013 IRFMN Dal 1997 è responsabile del Centro di Coordinamento del gruppo collaborativo GiViTI per la ricerca in TI. E’ stato responsabile dell’Unità di Epidemiologia e Formazione per la Pratica Clinica presso l’Istituto Mario Negri e dal 2001 è responsabile del Laboratorio di Epidemiologia Clinica. Dal 2001 al 2005 è stato Vice-chairman del Research Group on Cost-effectiveness, Section on Health Services Research and Outcomes – European Society of Intensive Care Medicine. Dal 2004 al 2007 è stato presidente del Comitato Scientifico dell’azienda ospedaliera “Ospedale maggiore” di Crema. Principali pubblicazioni • Bertolini G, Rossi C, Anghileri A, Livigni S, Addis A, Poole D. Use of drotrecogin alfa (activated) in Italian intensive care units: the results of a nationwide survey. Intensive Care Med 2007;33:426-434. • Malacarne P, Langer M, Nascimben E, Moro ML, Giudici D, Lampati L, Bertolini G, GiViTI. Building a continuous multicenter infection surveillance system in the intensive care unit: findings from the initial data set of 9,493 patients from 71 Italian intensive care units. Crit Care Med 2008;36:1105-1113. • Poole D, Bertolini G, Garattini S. Errors in the approval process and post-marketing evaluation of drotrecogin alfa (activated) for the treatment of severe sepsis. Lancet Infect Dis 2009;9:67-72. • Bertolini G, Boffelli S, Malacarne P, Peta M, Marchesi M, Barbisan C, Tomelleri S, Spada S, Satolli R, Gridelli B, Lizzola I, Mazzon D. End-of-Life Decision-Making and Quality of ICU Performance: An Observational Study in 84 Italian Units. Intensive Care Med 2010 Sep;36(9):1495-504. • Marchall JC, Reinhart K, Angus D, Argent A, Bernard G, Bertolini G, Bhagwanjee S, Cobb JP, Cook DJ, Fedson D, Finfer S, Fowler R, Gomersall C, Jimenez E, Kissoon N, McAuley N, Opal S, Vincent JL, Webb S. InFACT: a global vritical care clinical research reponse to severe pendemic H1N1. Lancet 2010;375(9708):11-3. • Finazzi S, Poole D, Luciani D, Cogo PE, Bertolini G, GIVITI. Calibration belt for quality of care assessment based on dichotomous variables. PLoS ONE 2011;6:e16110. • Bertolini G, Rossi C, Crespi D, Finazzi S, Morandotti M, Rossi S, Peta M, Langer M, Poole D. Is influenza A(H1N1) pneumonia more severe than other community-acquired pneumonias? Results of the GiViTI survey of 155 Italian ICUs. Intensive Care Med 2011;37: 1746-55. • Poole D, Rossi C, Latronico N, Rossi G, Finazzi S, Bertolini G. Comparison between SAPS II and SAPS 3 in predicting hospital mortality in a cohort of 103 Italian ICUs. Is new always better? Intensive Care Med 2012;38:1280-88. • Garattini S, Bertele' V, Bertolini G. A failed attempt at collaboration. BMJ 2013;347:f5354 • Poole D, Rossi C, Addis A, Livigni S, Bertolini G. Drotrecogin alfa (activated) in severe sepsis. The Lancet Infectious Diseases 2013 Feb;13(2):107-8 Livio Garattini : laureato in Scienze Economiche nel Marzo 1983 presso l’Università Bocconi di Milano. Attività formative: “King’s Fund College”, Londra: frequentazione di corsi di management sanitario; “Centre for Health Economics”, York: analisi bibliografica di pubblicazioni sul NHS inglese; “Ecole Nationale de la Santé Publique”, Rennes: frequentazione di corsi di management sanitario. Aree di interesse: Economia e Politica sanitaria. Attualmente: Direttore CESAV (Centro di Economia Sanitaria A. e A. Valenti dell’Istituto M. Negri); 1981-1983: ricercatore c/o l’Istituto M. Negri; 1983-1984: impiegato c/o la Banca Commerciale Italiana di Milano; Settembre 1984-Luglio 1985: consulente senior c/o la “Sogess srl” di Milano; 1985-1990: ricercatore c/o l’Università Bocconi di Milano. Principali pubblicazioni: • Garattini L, Cornago D, De Compadri P. Pricing and reimbursement of in-patent drugs in seven European countries: A comparative analysis. Health Policy 2007;82:330-339. • Garattini L, Motterlini N, Cornago D. Prices and distribution margins of in-patent drugs in pharmacy: A comparison in seven European countries. Health Policy 2008;85(3):305-313. • Garattini L, Casadei G. Health technology assessment: for whom the bell tolls? The European Journal of Health Economics 2008;9(4):311-312. • Garattini L, Casadei G, Freemantle N. Continuing medical education funding and management in Europe: room for improvement? (Editorial) JME 2009;12(1):56-59. • Garattini L, Gritti S, De Compadri P, Casadei G. Continuing Medical Education in six European countries: A comparative analysis. Health Policy2010;94:246-254. • Garattini L, Koleva D, Casadei G. Modeling in pharmacoeconomic studies: Funding sources and outcomes. International Journal of Technology Assessment in Health Care 2010;26(3):330-333. • van de Vooren K, Duranti S, Curto A, Garattini L. A critical systematic review of budget impact analyses on drugs in the EU countries. Appl Health Econ Health Policy 2013;e-pub DOI10.1007/s40258-013-0064-7. Paola Mosconi, laureata in Scienze Biologiche (Milano 1982) e specializzata in Ricerca Farmacologica RAPPORTO ATTIVITA’ 283 2013 IRFMN (Milano 1984). Ricercatore dapprima nei settori della Farmacologia Clinica e della Epidemiologia Clinica, è coinvolta dal 1987 in progetti relativi alla partecipazione attiva dei pazienti nei momenti valutativi - misure correlate o non allo stato di salute - e in progetti di ricerca e partnership con associazioni di volontariato di utenti o pazienti. Principali aree di interesse: a) progetti in collaborazione con associazioni di cittadini e pazienti, società scientifiche e istituzioni indagini ad hoc con associazioni, indagini sulle conoscenze dei cittadini/pazienti, conferenze di consenso, esercizi di democrazia deliberative come giurie dei cittadini, linee guida, corsi di metodologia della ricerca clinica per attivisti di associazioni di volontariato b) progetti per la valutazione del tipo di informazione fornita su malattia e trattamenti, messa a punto portali internet sui temi della informazione (www.partecipasalute.it; www.fondazionemattioli.it) c) progetti di coinvolgimento di gruppi di pazienti per la pubblicazioni di opuscoli divulgativi sui temi dell’informazione e assistenza sanitaria d) progetti che riguardano la valutazione della qualità della vita e della salute sia attraverso studi ad hoc su gruppi selezionati di pazienti sia attraverso la messa a punto di questionari e) progetti per la valutazione della soddisfazione del paziente ricoverato in ambiente sanitario e dell'utente del Sistema Sanitario Nazionale. Dal 2007 al 2013 è stata presidente del Comitato Etico dell’Azienda USL di Bologna; dal 2006 al 2009 è stata componente del CE dell’IRCCS Multimedica. E’socio fondatore del Forum Italiano di EUROPA DONNA (con funzione di vice-presidente e Delegata europea, coordinatore consulta associazioni), movimento di opinione contro il tumore del seno. E’ vice-presidemte dell’Associazione Alessandro Liberati - Network Cochrane Italiano, associazione fondata per contribuire alla diffusione e crescita della cultura della efficacia e appropriatezza in campo sanitario. E’ presidente della Fondazione Mattioli Onlus per la ricerca nel settore della ginecologia oncologica, dal 2009 è componente del Consiglio di Amministrazione della Fondazione Pofferi, dal 2011 del Comitato Tecnico Scientifico di ACTO-Alleanza Contro il Tumore Ovarico. È co-autore di oltre un centinaio di articoli pubblicati su riviste internazionali “peer reviewed”. Principali pubblicazioni • Mosconi P, Roberto A. Open-access clinical trial registries: an Italian scenario. Trials 2012;13:194. • Colombo C, Moja L, Gonzalez-Lorenzo M, Liberati A, Mosconi P. Patient empowerment as a component of health system reforms: rights, benefits and vested interests. Intern Emerg Med 2012;7:183-187. • Mosconi P, Satolli R, Colombo C, Villani W. Does a consumer training work? A follow-up survey of the PartecipaSalute training programs. Health Res Policy Syst 2012,10:27. • Colombo C, Mosconi P, Villani W, Garattini S. Patient organizations’ funding from pharmaceutical companies: is disclosure clear, complete and accessible to the public? An Italian survey. Plos One 2012;7(5):e34974. • Hill S, Filippini G, Synnot A, Summers M, Beecher D, Colombo C, Mosconi P, Battaglia MA, Shapland S, Osborne R, Hawkins M. Presenting evidence-based health information for people with multiple sclerosis: the In-Deep project protocol. BMC Medical Informatics & Decision Making 2012,12:20. www.biomedcentral.com/1472-6947/12/20. • Mosconi P, Lionello L, Di Spazio L, Alberghini L. Are the voice of women and men equally represented in ethics committees? An Italian survey. J Clin Res Bioeth 2012;3:129. • Mosconi P, Roberto A. Non-publication of large randomized clinical trials: cross sectional analysis. BMJ 2013; 347: f7590 doi: http://dx.doi.org/10.1136/bmj.f7590 (e-pub) • Donati S, Satolli R, Colombo C, Senatore S, Cotichini R, Da Cas R , Spila Alegiani S, Mosconi P. Informing women on menopause and hormone therapy: Know the menopause a multidisciplinary project involving local healthcare system. PLOSOne 2013: 8 (12); http://dx.plos.org/10.1371/journal.pone.0085121 Antonio Clavenna si è laureato in Medicina e Chirurgia presso l’Università degli Studi di Milano nel 1994 e ha conseguito nel 1998 presso la stessa università il diploma di Specializzazione in Farmacologia con indirizzo in Farmacologia Clinica. Nel 2009 ha ottenuto il PhD presso la Open University di Londra. Dall'ottobre 2000 è ricercatore presso il Laboratorio per la Salute Materno-Infantile, Dipartimento di Salute Pubblica, dell'Istituto di Ricerche Farmacologiche Mario Negri di Milano. Da gennaio 2012 è a capo dell'Unità di Farmacoepidemiologia presso lo stesso laboratorio. Principali pubblicazioni • Usala T, Clavenna A, Zuddas A, Bonati M. Randomised controlled trials of selective serotonin reuptake inhibitors in treating depression in children and adolescents: A systematic review and meta-analysis. Eur Neuropsychopharmacol 2008;18:62-73. RAPPORTO ATTIVITA’ 284 2013 IRFMN • • • • • • • Clavenna A, Bonati M. Drug prescriptions to outpatient children: a review of the literature. Eur J Clin Pharmacol 2009;65:749-755. Clavenna A, Berti A, Gualandi L, Rossi E, De Rosa M, Bonati M. Drug utilisation profile in the Italian paediatric population. Eur J Pediatr 2009; 168:173-180. Clavenna A, Bonati M. Adverse drug reactions in childhood: a review of prospective studies and safety alerts. Arch Dis Child. 2009;94:724-8. Bianchi M, Clavenna A, Sequi M, Bortolotti A, Fortino I, Merlino L, Bonati M. Anti-asthma medication prescribing to children in the Lombardy Region of Italy: chronic versus new users. BMC Pulm Med 2011;11:48. Piovani D, Clavenna A, Cartabia M, Bonati M; on behalf of the Antibiotic Collaborative Group. The regional profile of antibiotic prescriptions in Italian outpatient children. Eur J Clin Pharmacol 2012;68:997-1005. Clavenna A, Cartabia M, Sequi M, Costantino A, Bortolotti A, Fortino I, Merlino L, Bonati M. Burden of psychiatric disorders in the pediatric population. Eur Neuropsychopharmacol 2013;23:98-106. Sequi M, Campi R, Clavenna A, Bonati M. Methods in Pharmacoepidemiology: a review of statistical analyses applied in pediatric drug utilization studies. Eur J Clin Pharmacol 2013;69:599-604. Davide Luciani si è laureato in Medicina e Chirurgia nel 1995 presso l'Università di Bologna, e diplomato in "Medicina Tropicale e Igiene" nel 1997 presso l'Università di Liverpool. Nel 2001, ha trascorso un anno come "academic visitor" presso il Department of Statistical Science dell'University College di Londra. Le applicazioni probabilistiche di tipo bayesiano, la teoria delle decisioni e l'approccio grafico nella costruzione di modelli fisiopatologici costituiscono le aree di principale interesse. Nell'ambito della sua attività di ricerca, tali competenze sono intese come gli ingredienti metodologici principali nella formalizzazione del ragionamento clinico, al fine di migliorarne l'efficienza pratica e valorizzarne il ruolo formativo. Dal 2005 è responsabile dell'Unità di Ingegneria della Conoscenza Clinica. Principali pubblicazioni • Luciani D, Marchesi M, Bertolini G. The role of Bayesian Network in the diagnosis of pulmunary embolism. J Thromb Haemost 2003;1:698-707. • Galli M, Luciani D, Bertolini G, Barbui T. Anti‐beta 2‐glycoprotein I, antiprothrombin antibodies, and the risk of thrombosis in the antiphospholipid syndrome. Blood 2003;102 (8):2717‐23. • Luciani D, Cavuto S, Antiga L, Miniati M, Monti S, Pistolesi M, Bertolini G. Bayes pulmonary embolism assisted diagnosis: a new expert system for clinical use. Em Med J 2007;24:157‐164. • M.Cesana, R.Cerutti, E.Grossi, E.Fagiuoli, M.Stabilini, F.Stella, D Luciani. Bayesian Data Mining Techniques: The Evidence Provided by Signals Detected in Single‐Company Spontaneous Reports Databases. Drug Information Journal 2007;41:11‐21. • Luciani D, Stefanini FM. Automated interviews on clinical case reports to elicit directed acyclic graphs. Artif Intell Med 2011;28;55(1):1‐11. • Luciani D, Bazzoni G. From networks of protein interactions to networks of functional dependencies. BMC Systems Biology 2012;6‐44. • Squizzato A, Luciani D, Rubboli A, Gennaro LD, Landolfi R, De Luca C, Porro F, Moia M, Testa S, Imberti D, Bertolini G. Differential diagnosis of pulmonary embolism in outpatients with non‐specific cardiopulmonary symptoms. Intern Emerg Med 2013;8:695‐702. ATTIVITA' DI DIPARTIMENTO Comprendere quali fattori influenzano la salute dei singoli e delle popolazioni e definire gli interventi efficaci per rispondere ai bisogni di salute sono le finalità principali della Salute Pubblica e del Dipartimento. Particolare enfasi è, quindi, rivolta alla prevenzione, affinché siano ridotti i rischi di contrarre malattie, e all’informazione, capillare, basata sulle evidenze e che sia indipendente. Ma tutto questo non può prescindere dall’insieme del Servizio Sanitario Nazionale (SSN) che deve garantire al paziente, in particolare quello appartenente a gruppi o a popolazioni più vulnerabili, l’accesso e la qualità delle cure, basati sui principi di equità e appropriatezza. E’ in questo contesto che lavora il Dipartimento di Salute Pubblica. Oltre all’attività di ricerca formale, il Dipartimento è attivo nella partecipazione e organizzazione di iniziative di informazione, formazione e dibattito rivolte sia agli operatori RAPPORTO ATTIVITA’ 285 2013 IRFMN sanitari e sociali che alla popolazione, anche mediante la pubblicazione di 2 riviste, Ricerca&Pratica e Quaderni di Farmaco Economia, e un portale @Partecipasalute. Centro di Economia Sanitaria Angelo e Angela Valenti Il Centro di Economia Sanitaria Angelo e Angela Valenti (CESAV) è sorto il 1° Gennaio 1992 con il contributo della Fondazione Valenti e nell’ambito delle attività dell’IRCCS Istituto di Ricerche Farmacologiche Mario Negri. La presente relazione traccia un bilancio dell’attività svolta dal Centro nel 2013. Il CESAV è ubicato a Villa Camozzi (Ranica, BG), dove occupa l’ultimo piano di un’ala della villa. Oltre agli uffici dei ricercatori ed alla segreteria, è presente una biblioteca ed un’emeroteca, in cui sono disponibili per la consultazione numerose voci bibliografiche fra libri, rapporti e articoli di riviste specializzate estere e italiane. Laboratorio Di Epidemiologia Clinica Le attività del Laboratorio di Epidemiologia Clinica sono rivolte al miglioramento dell’assistenza sanitaria in diversi ambiti disciplinari. Due sono le principali direttrici: aiutare gli operatori a utilizzare al meglio le conoscenze e le risorse disponibili; contribuire alla produzione di nuove conoscenze utili alla pratica clinica. L’ambito assistenziale in cui il Laboratorio è attivo è la terapia intensiva. In questo ambito il laboratorio ha realizzato una cartella clinica elettronica per i reparti di Terapia Intensiva che serve il duplice scopo di semplificare e migliorare la documentazione clinica e offrire dati puntuali alla ricerca per il miglioramento della qualità dell’assistenza. Nell'ambito del Laboratorio, l'Unità di Ingegneria della Conoscenza Clinica ha come principale obiettivo quello di valorizzare il ragionamento clinico tramite modelli probabilistici che ne consentono la formalizzazione, favorendo così la valutazione e il miglioramento continuo delle attività cliniche rivolte a problemi di particolare complessità. Laboratorio di ricerca sul coinvolgimento dei cittadini in sanità Il Laboratorio promuove differenti attività di ricerca mirate alla partecipazione di cittadini&pazienti e loro rappresentanze alle scelte e alle decisioni in tema di salute, tra queste conferenze di consenso, giurie dei cittadini, indagini ad hoc. Si affianca a queste attività un percorso di formazione e informazione costruito ad hoc per rappresentanti di associazioni di cittadini e pazienti che permette di confrontarsi in modo efficace con il mondo medico e scientifico, creando un tavolo di confronto con le organizzazioni scientifiche. Rientrano inoltre nelle linee di ricerca del laboratorio: progetti per la valutazione del tipo di informazione fornita su malattie e trattamenti; ricerche sulle modalità migliori per la pubblicazione di informazioni di salute e sui risultati della ricerca scientifica; messa a punto di portali internet sui temi della salute e dell’informazione (www.partecipasalute.it, www.fondazionemattioli.it, http://indeep.istituto-besta.it/); progetti di coinvolgimento di gruppi di pazienti per la pubblicazione di materiale informativo; progetti che riguardano la valutazione della qualità della vita e della salute, sia attraverso studi ad hoc su gruppi selezionati di pazienti, sia attraverso la messa a punto di questionari. Laboratorio per la Salute Materno Infantile La ricerca, intesa come approccio multidisciplinare per produrre conoscenza, caratterizza l'attività del Laboratorio che si esplica per la partecipazione di operatori sanitari e sociali, madri, bambini e genitori. Il principale obiettivo delle attività svolte dal Laboratorio è quello di contribuire al miglioramento del benessere della madre e del bambino mediante un lavoro interdisciplinare e collettivo nell'ambito della Salute Pubblica. RAPPORTO ATTIVITA’ 286 2013 IRFMN Quattro sono le aree di ricerca: il monitoraggio e la valutazione epidemiologica dell’uso razionale dei farmaci e dei vaccini; interventi nella pratica ospedaliera e nelle cure primarie; lo studio delle variabili socio-sanitarie associate alle condizioni di salute, in particolare dei bambini; il trasferimento dell’informazione alla comunità. Ogni iniziativa è volta a sviluppare maggior equità e appropriatezza delle cure. Uno sguardo particolare nello svolgimento delle attività è anche rivolto ai Paesi del Sud del Mondo, attraverso la collaborazione nella stesura, valutazione e conduzione di progetti di cooperazione. Oltre all’attività di ricerca formale il Laboratorio promuove iniziative nel settore della Salute Pubblica e in particolare quanto concerne alla cura e al prendersi cura della madre e del bambino. Le attività prevedono la partecipazione e l’organizzazione di iniziative di informazione, formazione e dibattito rivolte e con il coinvolgimento degli operatori sanitari e sociali e della popolazione. Il trasferimento critico e partecipato delle conoscenze scientifiche è stimolo continuo e quotidiano al lavoro che il Laboratorio svolge. COLLABORAZIONI NAZIONALI Centro di Economia Sanitaria Angelo e Angela Valenti Enti pubblici nazionali (Ministero della Salute, Assessorati Regionali, Aziende Sanitarie Locali, Aziende Ospedaliere). Collaborazioni con enti privati (aziende del settore e associazioni di categoria). Laboratorio di Epidemiologia Clinica Ospedale A. Manzoni, U.O. Anestesia e Rianimazione 1, Lecco. Ospedale San Giovanni Bosco, Servizio Anestesia e Rianimazione, Torino Università degli Studi di Brescia, Dipartimento di Specialità Chirurgiche, Scienze Radiologiche e Medico Forensi, Cattedra di Anestesia. A. O. Universitaria Careggi. Università di Milano Bicocca, Dipartimento di Informatica Sistemistica e Comunicazione. Università degli Studi di Verona. CNT, Centro Nazionale Trapianti. Laboratorio di ricerca sul coinvolgimento dei cittadini in sanità Age.Na.S. Agenzia Nazionale per i Servizi Sanitari Regionali, Roma Alleanza contro il Tumore Ovarico ACTO, Milano Associazione Italiana Sclerosi Multipla AISM, Genova Azienda Ospedaliera, Arcispedale S. Maria Nuova, Reggio Emilia Regione Toscana-GRC Gruppo Gestione Rischio Clinico, Firenze RAPPORTO ATTIVITA’ 287 2013 IRFMN Centro Cochrane Italiano, Modena Fondazione Attilia Pofferi, Pistoia Fondazione per la ricerca sulla Fibrosi Cistica onlus FFC, Verona Fondazione IRCCS Istituto Neurologico Carlo Besta, Milano Fondazione Nerina e Mario Mattioli Onlus, Milano Zadig agenzia di giornalismo scientifico, Milano Associazione Alessandro Liberati – Network Italiano Cochrane Laboratorio per la Salute Materno Infantile Associazione Culturale Pediatri (ACP) A.O. Spedali Civili di Brescia Centro Antiveleni –Tossicologia Clinica – Ospedali Riuniti di Bergamo Centro per la Salute del Bambino (CSB) Fondazione Emanuela Zancan Onlus Il Pensiero Scientifico Editore Istituto di Istruzione Superiore Giuseppe Lagrange, IPSEOA Gianni Brera Istituto Superiore di Sanità (ISS) Istituto Don Calabria CTD Negrar Osservatorio Italiano Salute Globale (OISG) Unità Operativa di Neuropsichiatria dell'Infanzia e dell'Adolescenza, Fondazione IRCCS Ca’ Granda – Ospedale Maggiore Policlinico di Milano Università degli Studi di Firenze – Dipartimento Area Critica Medico Chirurgica Clinica Malattie Infettive, S.O.D. Malattie Infettive e Tropicali Università degli Studi di Milano, Bicocca – Facoltà di Medicina – Clinica Pediatrica Università degli Studi di Pavia – Scuola di Specializzazione in Neuropsichiatria Infantile COLLABORAZIONI INTERNAZIONALI Centro di Economia Sanitaria Angelo e Angela Valenti Associazione Francese degli economisti sanitari, Parigi Università Corvinus, Budapest Global Fund , Ginevra Istituto WidO, Bonn Servicio Canario de la Salud, S/C de Tenerife Università di Birmingham Università di Hannover Università di York Università Pompeu Fabra, Barcellona Università Erasmus, Rotterdam RAPPORTO ATTIVITA’ 288 2013 IRFMN Laboratorio di Epidemiologia Clinica Istituto Bloomsbury di Cure Intensive, Istituto di Ricerca Biomedica, University College Londra, Regno Unito Clinica di Anestesiologia e Terapia Intensiva, Jena, Germania Machine Intelligence Group, Università di Aalborg, Danimarca Istituto di Anestesia e Cure Intensive, Università di Semmelweis, Budapest, Ungheria Dipartimento di Anestesiologia e Cure Intensive, Università di Varsavia, Polonia Dipartimento di Cure Intensive, Ospedale Generale di Novo Mesto, Slovenia Dipartimento di Pneumologia e Cure Intensive, Ospedale Generale di Nicosia, Cipro Terapia Intensiva Pediatrica, Soroka University Medical Center, Beer-Sheva, Israele Laboratorio di ricerca sul coinvolgimento dei cittadini in sanità Institute National de la Santè et de la Recherche Médicale, France Oxford University Hospitals, UK Cochrane Consumer network, UK Rigshospitalet, Copenhagen University Hospital Copenhagen, Trial Unit, Danimarca University Medical Center Freiburg (Universitäsklinikum Freiburg), Germania European AIDS Treatment Group, Belgio German Network of the Coordinating Centres for Clinical Trials U Koeln , Germania Centre for Health Communication and Participation, Australian Institute for Primary Care and Ageing, La Trobe University, Melbourne, Australia Laboratorio per la Salute Materno Infantile Agenzia Europea per i Medicinali (EMA) Centro di Epidemiologia Comunitaria e Medicina Tropicale (CECOMET), Ecuador Clinica Infantile Colsubsidio, Colombia Coletivo de Estudios Aplicado y Desarrollo Social Juan XXIII, Bolivia European Society for Developmental Perinatal & Paediatric Pharmacology (ESDPPP) Fundació Privada Clinic per la Ricerca Biomedica, Spagna Fundacion Salud Ambiente y Desarrollo, Ecuador International Society of Drug Bulletins (ISDB) Ospedale Robert Debré, Francia Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) Taller de Educacion y Comunicacion Guarani Asociacion, Bolivia Unione Europea (UE) Università di Amsterdam – Universiteit Van Amsterdam, Olanda Università College London Hospital NHS Fondation Trust, UK Università di Nottingham - Derbyshire Children's Hospital, UK RAPPORTO ATTIVITA’ 289 2013 IRFMN Universidad Peruana Cayetano Heredia, Perù PRESENZA IN COMITATI EDITORIALI Centro di Economia Sanitaria Angelo e Angela Valenti INTERNAZIONALI: Acta Bio Medica; Applied Health Economics and Health Policy; Biomedical Statistics and Clinical Epidemiology; BMC-Health Services Research; Health Policy; Journal of Medical Economics; The European Journal of Health Economics. NAZIONALI: FarmacoEconomia News; Farmeconomia e Percorsi Terapeutici; PharmacoEconomics Italian Research Articles; Quaderni di FarmacoEconomia. L'Internista; Laboratorio di Epidemiologia Clinica NAZIONALI: Ricerca & Pratica; Dedalo. Gestire i sistemi complessi in sanità. Laboratorio di ricerca sul coinvolgimento dei cittadini in sanità INTERNAZIONALI Health and Quality of Life Outcomes NAZIONALI www.partecipasalute.it www.fondazionemattioli.it Laboratorio per la Salute Materno Infantile INTERNAZIONALI: European Journal Clinical Pharmacology; Journal of Clinical Pharmacology & Pharmacoepidemiology; Saludarte. NAZIONALI: Quaderni di Farmacoeconomia; Ricerca & Pratica. ATTIVITA' DI REVISIONE Centro di Economia Sanitaria Angelo e Angela Valenti Applied Health Economics and Health Policy; BMC-Health Services Research; Health Policy; PharmacoEconomics; The European Journal of Health Economics; Epilepsia; British Medical Journal. Laboratorio di Epidemiologia Clinica RAPPORTO ATTIVITA’ 290 2013 IRFMN INTERNAZIONALI: American Journal of Respiratory and Critical Care Medicine; BMJ Open; Critical Care Medicine; Intensive Care Medicine. NAZIONALI: Ricerca & Pratica. Laboratorio di ricerca sul coinvolgimento dei cittadini in sanità INTERNAZIONALI Health Expectations, The Breast, Health and Quality of Life Outcomes, Cochrane Collaboration, Journal of Biological Markers. NAZIONALI Ricerca & Pratica Laboratorio per la Salute Materno Infantile INTERNAZIONALI: Annals of African Medicine; Archives of Disease in Childhood; Biomed Research International; BMC Public Health; BMC Pediatrics; BMJ Open; British Journal of Clinical Pharmacology; Canadian Medical Association Journal; Drug Safety; European Journal of Clinical Pharmacology; Irish Journal of Psychological Medicine; Pharmacoepidemiology and Drug Safety; Pediatrics; PLoS ONE; The Journal of Pediatrics; The Pediatric Infectious Disease Journal. NAZIONALI: Annuali Istituto Superiore di Sanità; Medico e Bambino. PRESENZA IN COMMISSIONI NAZIONALI E INTERNAZIONALI Laboratorio di Epidemiologia Clinica Commissione per la ricerca finalizzata della regione Emilia Romagna. Laboratorio di ricerca sul coinvolgimento dei cittadini in sanità Comitato Etico Azienda USL Bologna Comitato Etico Arcispedale Santa Maria Nuova, Reggio Emilia Comitato Guida Slow Medicine Comitato Tecnico Scientifico Associazione ACTO Comitato Direttivo Attilia Pofferi Onlus Comitato Direttivo Fondazione Nerina e Mario Mattioli Onlus Comitato AIOM, Linee Guida psicosociali Laboratorio per la Salute Materno Infantile Comitato Etico dell'Azienda Ospedaliera "Ospedale Maggiore" di Crema. Commissione tecnica per l'elaborazione, gestione e aggiornamento del Prontuario Terapeutico Regionale (P.T.R.), Regione Autonoma Valle d'Aosta. RAPPORTO ATTIVITA’ 291 2013 IRFMN Il Laboratorio fa parte del gruppo indipendente di esperti per la valutazione dell'“Impatto dei Programmi Quadro nell'area della ricerca in sanità pubblica”. ORGANIZZAZIONE DI EVENTI Centro di Economia Sanitaria Angelo e Angela Valenti Maggio Congresso Nazionale di Farmacoeconomia: “Economia del farmaco: fra soluzioni tecniche e decisioni politiche”, Maggio 22-23, Ranica (BG). Laboratorio di Epidemiologia Clinica Gennaio Workshop, CREACTIVE Meeting, 22-23 Gennaio, Ranica (BG). Workshop, PROSAFE, core pediatrico meeting, 24 Gennaio, Ranica (BG). Febbraio Workshop, DOMUS meeting, 19 Febbraio, Ranica (BG). Maggio Workshop, Kick-off meeting COMPACT-2, 28 Maggio, Ranica (BG). Giugno Workshop, Meeting annuale MargheritaTre, 03-04 Giugno, Ranica (BG). Settembre Workshop, Meeting TI Cardiochirurgiche, 12 Settembre, Ranica (BG). Novembre Congresso, Meeting annuale GiViTI/ CREACTIVE kickoff meeting, 13-15 Novembre, Pesaro. Laboratorio di ricerca sul coinvolgimento dei cittadini in sanità Giugno Giurie di cittadini per la salute: il caso modello dello screening per il carcinoma della prostata, 14-15 giugno 2013, Modena. Ottobre Convegno Fondazione Nerina e Mario Mattioli Onlus. Il tumore dell’ovaio: una visione a 360°, 29 ottobre 2013, Milano. Novembre Convegno Da PartecipaSalute alle Giurie dei cittadini: cosa sta cambiando nel coinvolgimento dei cittadini in sanità, 13 novembre 2013, Milano. Dicembre Convegno Associazione Alessandro Liberati, Network Italiano Cochrane. Open, dalla condivisione dei risultati ad una ricerca trasparente per il bene comune, 13 dicembre 2013, Napoli. Laboratorio per la Salute Materno Infantile Maggio Ia edizione IO PEDALO PER LA RICERCA “Tutti in bicicletta. A spasso tra i luoghi della ricerca”. Laboratorio per la Salute Materno Infantile dell’IRCCS Istituto di Ricerche Farmacologiche Mario Negri; Milano. RAPPORTO ATTIVITA’ 292 2013 IRFMN Convegno “ADHD per una condivisione dei percorsi diagnostico terapeutici”. Laboratorio per la Salute Materno Infantile dell’IRCCS Istituto di Ricerche Farmacologiche Mario Negri; Milano. Ottobre Convegno “Bisogni comunicatvi complessi e partecipazione nei contesti di vita, verso una conoscenza diffusa?”. Fondazione IRCCS Ca’ Granda Ospedale Maggiore Policlinico, Laboratorio per la Salute Materno Infantile dell’IRCCS Istituto di Ricerche Farmacologiche Mario Negri; Milano. Dicembre Final Symposium “Better Health for Latin Americans in Europe”. COHEMI Project FP7 – GA 261495. Laboratorio per la Salute Materno Infantile dell’IRCCS Istituto di Ricerche Farmacologiche Mario Negri; Milano. Convegno “Progetto Migranti: 5 anni di dialogo tra il bisogno e la cura ”. Fondazione IRCCS Ca’ Granda Ospedale Maggiore Policlinico, Laboratorio per la Salute Materno Infantile dell’IRCCS Istituto di Ricerche Farmacologiche Mario Negri; Milano. PRESENTAZIONI A CONGRESSI ED EVENTI Centro di Economia Sanitaria Angelo e Angela Valenti Aprile Optional copayments on anti-cancer drugs, is it an option? Regional tenders in Italy on biosimilars, potentially competitive? Congresso “Third Croatian and third adriatic congress on pharmacoeconomics and outcomes research”. Section for Pharmacoeconomics and Outcomes Research, Croatian Society of Clinical Pharmacology and Therapeutics, Croatian Medical Association; Brjuni. Dicembre HTA in Italy promising or confusing? 5th Annual Market Access Day “The Place of Uncertainty within Public Decision”. The European Market Access University Diploma (EMAUD) for Life Sciences; Parigi. Laboratorio di Epidemiologia Clinica Gennaio GiViTI WEB: the portal of PROFASE Project and its petals. Analyzer: an instrument for participating centers. An example to use it. The new prognostic ISO-resources model. Web Center to register Centers to PROFASE and to creactive petal. Ticketing System to monitor centers. Presentation of CREACTIVE protocol. Presentation of neuro petal: head trauma. Presentation and discussion of work packages: from WP1 to WP7. Comparison between neuro petal and intbir common data elements. Workshop: “CREACTIVE Meeting” – Ranica (BG). Workshop: “PROSAFE, core pediatrico meeting” – Ranica (BG). Febbraio Utilizzo della cartella clinica elettronica Margherita Tre. Corso: “Utilizzo del software Margherita Tre” – Genova. DOMUS: il nuovo registro di nutrizione artificiale domiciliare. Workshop: “DOMUS meeting” – Ranica (BG). Marzo Utilizzo della cartella clinica elettronica Margherita Tre. Corso: “Utilizzo del software Margherita Tre” – Firenze. RAPPORTO ATTIVITA’ 293 2013 IRFMN Maggio Il network GiViTI delle terapie intensive per la valutazione e il miglioramento della qualità dell’assistenza. Presupposti metodologici. Analisi di due casi. Corso: “Come trasformare la Pratica Clinica in un Progetto di Ricerca” – Bergamo. Convegno: “Fine Vita” – Bologna. Cambiare la strategia diagnostico-terapeutica in terapia intensiva: le volontà in gioco. Cosa scrivo in cartella. Convegno: “Come l'esperienza del rianimatore può integrarsi con quella del cardiologo, del cardiochirurgo, del nefrologo nella gestione del paziente in fase critica” – Milano. Presentazione protocollo. Consenso informato. Monitoraggio dello studio. Workshop: “Kickoff meeting COMPACT-2” – Ranica (BG). Giugno Gestione dei bisogni assistenziali. Gestione dei presidi. Gestione della terapia. Esami di laboratorio, il nuovo modulo. Sistemi del decorso clinico, lettera di dimissione e firma digitale. Paramentri vitali, paramentri calcolati. Integrazioni e sviluppi futuri. Workshop: “Meeting annuale MargheritaTre” – Ranica (BG). Settembre Revisione partecipazione centri. Presentazione del rapporto. Ridiscussione degli obiettivi del progetto ed eventuali studi finalizzati. Posssibile rivisitazione petalo CCH. Una riflessione sull’esperienza pediatrica. Come promuovere il programma ad altre TI. Workshop: “Meeting TI Cardiochirurgiche” – Ranica (BG). Convegno: “World sepsis day” – Milano. Ottobre Other infectious disease research networks: models, lessons learnt and collaboration with GLOPID-R. Challenges, experiences, solutions, lessons learnt. Contributions to and collaboration with GLOPID-R. Convegno: “Global Research Collaboration for Infectious Disease Preparedness” – Annecy (Francia) Corso: “I gruppi collaborativi nella ricerca Biomedica” – Bergamo. Novembre Lo studio CREATIVE sul trauma cranico: una grande collaborazione internazionale. I primi risultati dello studio GiViTI sul trauma cranico. Tutorial sull’utilizzo dell’analizzatore. La predizione di mortalità sul singolo paziente: opportunità e limiti. L’angolo della metodologia. Ottenere prove di efficacia dagli studi osservazionali: sogno, miraggio o realtà? La tempestività della terapia sostitutiva renale: cosa ci dicono i dati di PROSAFE. Convegno: “Meeting annuale GiViTI/ CREACTIVE kickoff meeting” - Pesaro. Convegno “GiViTI Veneto” – Treviso. Convegno: “Collaborative Research State of the Art: CRC Steering Committees focusing on progress in clinical trials” – Bologna. Dicembre Utilizzo della cartella clinica elettronica Margherita Tre. Corso: “Utilizzo del software Margherita Tre” – Asti. La situazione italiana dei reparti di rianimazione: quanta disuguaglianza possiamo tollerare? Convegno: “L’etica della Spending Review” – Torino. Laboratorio di ricerca sul coinvolgimento dei cittadini in sanità Febbraio Convegno CRO Centro di Riferimento Oncologico. “Extending comprehensive cancer centers expertise in patient education: the power of partnership with patient representatives”; Pordenone. Convegno: La roadmap di CAMbrella. “Una strategia pan-europea per la ricerca clinica in Medicina non Convenzionale (CAM)”; Bologna. RAPPORTO ATTIVITA’ 294 2013 IRFMN Marzo Convegno “Se una notte d’inverno un decisore… Come DECIDE, dalle evidenze alle decisioni nel SSN”; Roma. Workshop Qualità di vita in RSA: “proposta per la realizzazione di un’indagine empirica. Misure della qualità della vita”. LIUC Università Cattaneo; Castellanza (Va). Convegno Psoriasi e vitiligine: “i pazienti con i medici, i medici per i pazienti: teoria, pratica, certezze e prospettive. Il coinvolgimento dei cittadini e dei pazienti per una nuova sanità”; Milano. Convegno Istituto Nazionale dei Tumori “C’era una volta il Comitato Etico. Sintesi e alcune proposte”; Milano. Corso di formazione Conoscere per partecipare insieme alle scelte di salute. “Il coinvolgimento attivo: Consensus Conference e Giurie dei cittadini”; Pistoia. Convegno Cosa devo sapere per decidere. “I diritti del paziente: libertà di cura, corretta informazione, coinvolgimento dei familiari e ruolo del volontariato”; Modena. Aprile Riunione AIOM Linee Guida “Assistenza psicosociale dei malati oncologici”; Milano. Lezione Liceo Classico A. Volta, Como. “La qualità della comunicazione scientifica con particolare riferimento all’area della medicina”; Como. Simposio Giornata mondiale dell’emofilia: “i bisogni semplici nel confronto con i sistemi complessi. Prospettive per un sistema sanitario in evoluzione”; Milano. Conference EUPATI European Patients’Academy on Therapeutic Innovation. “Best Practices”; Roma. Maggio Convegno AIE Associazione Italiana di Epidemiologia. Seconda sessione: “dopo la menopausa devo fare la MOC?”; Bologna. Incontro TORINO AIDS 2013. “HIV-AIDS e internet: istruzioni per l’uso”; Torino. Convegno Salute e partecipazione: “dal progetto PartecipaSalute al progetto ECRAN”; Pisa. Giugno 36° Congresso Nazionale Società Italiana di Endocrinologia. “Associazioni e federazioni di pazienti”; Padova. Giurie di cittadini per la salute: il caso modello dello screening per il carcinoma della prostata. “Introduzione al progetto e alle attività, ruolo della giuria”; Modena. Giurie di cittadini per la salute: il caso modello dello screening per il carcinoma della prostata. “Dal giorno prima: sintesi delle informazioni”; Modena. Convegno Cittadinanzattiva. “La guarigione possibile nelle malattie oncologiche. Interazione dei saperi nell’umanizzazione delle cure”; Firen
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