CZ HA 550 Hunter calibro 300 Winch. Mag.

Armi
Senza limiti
CZ HA 550 Hunter
calibro 300 Winch. Mag.
La versione HA Hunter del modello 550 di CZ è pensata per chi abbia la necessità
di insidiare la selvaggina sulle più lunghe distanze. L’impostazione classica
e un calibro adeguato ne fanno uno strumento micidiale a un prezzo,
tutto sommato, estremamente interessante
testo di Matteo Brogi
foto di Gianluigi Guiotto
Un po’ di storia
Ma già dopo pochi anni la vocazione originaria tornò a farsi sentire
insieme ai venti di guerra che spazzavano l’Europa e si decise di tornare
alla produzione di armi: il 22 luglio
1936 il consiglio comunale di Uherský Brod autorizzava la costruzione
di un nuovo stabilimento sul proprio
territorio, il 28 luglio iniziava la sua
costruzione, il 2 gennaio dell’anno
successivo partiva ufficialmente la
produzione. Con la fine del secondo
conflitto bellico, l’azienda segue
il destino di tante altre realtà eco54
nomiche rimaste in orbita sovietica:
viene nazionalizzata, seguendo un
itinerario industriale che la porterà
a cambiare formalmente più volte
proprietario, ma rimanendo sempre
sotto il controllo del potere politico
centrale. La produzione di questi
anni, pesantemente condizionata
dagli interessi militari dell’alleanza
cui la Cecoslovacchia si trova a fare
parte, verrà indirizzata su un binario
che, da Mosca, manterrà sempre
una certa autonomia. Con il collasso
del sistema politico e coercitivo che
ruotava attorno all’Unione Sovietica,
CZ può trasformarsi in un’azienda
competitiva, attiva sul mercato globale. Questo avviene il 1 maggio 1992
con la fondazione di Česká Zbrojovka
a.s. (PLC), Uherský Brod, una società
per azioni.
La Cecoslovacchia, dei vari paesi
appartenuti al Patto di Varsavia, è
sempre stato uno dei più autonomi, indipendenti, quasi renitenti
ad accettare le implicazioni che
l’appartenenza al blocco dominato
dall’Unione Sovietica comportava.
Questa originalità, che porterà a
fatti tristemente noti come l’epilogo
della cosiddetta Primavera di Praga,
permise di mantenere un’industria
ben viva e diversificata nonostante
l’invadenza del sistema comunista.
Il rifiuto dell’omologazione sovietica che i cecoslovacchi seppero
difendere nonostante tutto, alla
caduta del Muro, fu il punto di forza
che permise a CZ, unico marchio
dell’Est europeo, di imporsi prepotentemente sul mercato globale con
prodotti originali e di qualità.
La produzione attuale
Attualmente CZ è attiva con il suo
stabilimento europeo, ora in Repubblica Ceca, e dal 1997 con CZ-USA,
un’azienda dislocata negli Stati
Uniti, a Kansas City (KS), che cura
distribuzione e riparazione delle armi destinate al mercato americano e
possiede (dal 2005) il marchio Dan
Wesson. Ha un catalogo che include
pistole, fucili a canna liscia, carabine
semiautomatiche e a ripetizione
ordinaria che distribuisce in oltre
100 paesi nel mondo. Estremamente
ampia l’offerta di armi da caccia,
presentate in un assortimento in
grado di coprire tutte le esigenze di
carattere venatorio. Nel segmento
della canna rigata, l’offerta attuale
include carabine a percussione centrale ad azione corta (il modello

M
archio noto per la realizzazione di armi di qualità
elevata e prezzo accessibile, Česká Zbrojovka nasce nel
1936 a Uherský Brod, cittadina della
Moravia sud-orientale, come costola
di una società delle officine Škoda.
L’azienda madre, che aveva ottenuto
lusinghieri risultati nei primi tre
decenni del Novecento grazie alla
produzione di armi (prima come
Jihoceská Zbrojovka, poi come Česká
Zbrojovka Strakonice), nel 1929 si
trovò nella necessità di diversificare
la produzione e scelse di concentrarsi
nei settori di cicli e motocicli.
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527 nelle sue varianti), media
(modelli 550 e 557) e magnum (ancora il modello 550). Nel confrontarsi con un mercato sempre più globale, CZ ha avuto la capacità di scrollarsi di dosso la nomea di produttore
efficiente ma grossolano, che è
ancora spesso associata alle realtà
dell’Europa Orientale, riuscendo,
al tempo stesso, a mantenere prezzi
concorrenziali. Questo, grazie alla
realizzazione di stabilimenti estremamente moderni dotati di macchine
a controllo numerico che riescono a
mantenere alti sia i ritmi di produzione sia la qualità del prodotto.
Il modello 550 HA Hunter
L’ultima carabina che abbiamo avuto
l’opportunità di provare è il modello 550 HA Hunter, conosciuto sul
mercato americano come Ultimate
Hunting Rifle. Arma sviluppata attorno al disegno 550, pesantemente
tributario del progetto Mauser K98,
appartiene a una linea di carabine
variegata che, al momento, include
gli allestimenti Standard, Lux e Medium Lux, Exclusive, Varmint (anche in versione con calcio laminato),
FS, American, Predator, Magnum
Standard e Magnum Lux. In questa
varietà di modelli, ciascuno destinato
per calibro e allestimento a insidiare
prede diverse in differenti contesti
venatori, la versione HA Hunter si
colloca in quella che gli americani
chiamano Long Range Hunting,
caccia a distanze che, il nostro approccio etico, ci fa definire estreme.
La carabina in questione, infatti, garantisce rosate contenute nel minuto
d’angolo fino a 600 yarde (550
metri), tipiche di strumenti pensati
più per il tiro bench rest che non per
la caccia. Questa caratteristica è enfatizzata anche a livello estetico da
una canna di profilo che potremmo
definire semi-bull, con una sezione
piuttosto abbondante, che va a rastremare verso la volata fino a un diametro minimo di 17,5 mm.
Un invito a un utilizzo
corretto
A costo di apparire pedanti, ci
preme sottolineare che questa precisione degna di un’arma da tiro
non dovrebbe essere considerata
un invito a insidiare prede a distanze siderali (quali ci sembrano
550 metri) quanto, piuttosto, una
sicurezza all’abbattimento pulito
a distanze oneste ed etiche (i 300
metri già ci sembrano eccedere dal
limite accettabile). Se è difficile piazzare un buon colpo a 300 metri,
infatti, quando si arrivi a raddoppiare questa distanza entrano in
gioco variabili molto complesse, che
soltanto un tiratore molto esperto
in condizioni meteorologiche e
morfologiche del terreno ben conosciute è in grado di dominare con
consapevolezza. La Hunter, nonostante la canna pesante, presenta un
profilo filante molto ben riuscito,
asciutto. La canna tende a renderlo
appena più goffo del normale, ma
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foto D. Pittavino
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1.
La CZ 550 HA Hunter è dotata di scatto
registrabile con stecher alla francese;
spingendo in avanti il grilletto si riduce a
800 grammi la pressione di sgancio
2.
Il serbatoio, non estraibile, contiene 4
colpi; vi si accede premendo il pulsante
posto davanti al ponticello, così da far
basculare il fondello in avanti
3.
La canna presenta un profilo semi-bull
rastremato con una sezione di 17,5 mm
alla volata; la volata è incassata per
proteggere la parte terminale della rigatura
da eventuali urti
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lo stile CZ non ci sembra soffrirne
particolarmente. Quel che ne soffre, semmai, è il peso che, con i suoi
3.950 grammi, eccede di oltre 6 etti
quello dell’allestimento Standard
che, per inciso, non è proposto
nel 300 Winchester Magnum della
Hunter. L’arma provata va quindi
a inserirsi in un contesto venatorio
molto specifico, dove le proprietà
balistiche del calibro Winchester sono necessarie, se non indispensabili,
e si presta più a un uso in appoggio,
magari da altana, che non alla caccia vagante, dove anche pochi etti
possono fare la differenza per il godimento pieno di una giornata per
boschi e monti.
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3
La meccanica
la leva che ne permette lo svincolo
dall’azione. La parte anteriore
dell’otturatore è invece finita a bastoncino, con un contrasto piacevole
con il resto dell’arma, cui dona
un elemento di ricercatezza. Tutto
l’importante componente è realizzato per asportazione da un blocco
d’acciaio forgiato mediante macchine a controllo numerico. Alla destra
dell’otturatore è posto il comando
della sicura a due le posizioni (su
richiesta è disponibile una versione
a tre posizioni); la sicura, secondo
lo schema più classico, blocca sia la
catena di scatto sia l’otturatore.
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rato evento, i gas si disperderebbero
verso il basso, attraverso il vano del
caricatore, proteggendo il viso del
cacciatore. L’otturatore monta il
percussore, la cui coda protrude
dalla sua parte posteriore quando
armato; questo dettaglio offre
un’indicazione sia visiva sia tattile
di un’arma pronta a fare fuoco. Il
corpo dell’otturatore è costituito da
due parti: quella posteriore, brunita, ingloba il manubrio e può essere
smontata per accedere al percussore
e alla sua molla mediante pressione
su un bottone posto sul suo lato sinistro; a sinistra è posizionata anche
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La meccanica, si diceva, ricalca
quella della carabina Mauser, appena rivisitata per porsi al passo con
il progresso tecnologico. Si basa
quindi su un otturatore con due
alette in testa di generose dimensioni, una delle quali funge anche
da estrattore; un’ulteriore chiusura
è attuata posteriormente dal manubrio dell’otturatore, che impegna
la meccanica dell’arma. La parte
inferiore dell’otturatore prevede
uno scasso in grado di consentire lo
sfogo degli eventuali gas che dovessero sprigionarsi a causa di una
rottura del fondello o dell’innesco;
nell’occorrenza di questo malaugu-
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Pacchetto di scatto e canna
Per quanto riguarda lo scatto,
coerentemente con la destinazione
dell’arma, quello della HA 550
Hunter è regolabile (per peso, corsa
del grilletto, collasso di retroscatto),
munito di stecher alla francese; lo si
attiva spingendo in avanti il grilletto
e riducendo, in questo modo, la
pressione di sgancio da circa 2.000 a
800 grammi. Ancora un valore piuttosto elevato, se paragonato a quello
di altre armi dotate del dispositivo,
ma sufficiente contenuto per i tiri
meditati. Caratteristica peculiare
della Hunter, come anticipato, è la
canna. Ottenuta per martellatura,
è lunga 600 mm, presenta una sezione ad andamento tronco-conico,
ha una rigatura con passo di 10
pollici e non offre alcuna dotazione
di mire metalliche. L’acquisizione
del bersaglio è quindi demandata

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4.
Abbiamo provato la carabina CZ in
abbinamento a un cannocchiale prodotto
da Meopta, il Meostar R1 4-16x44.
Le torrette alte consentono la regolazione
del punto d’impatto a passi di un quarto di
MOA. La carabina garantisce una precisione
sub MOA fino a 600 yarde
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6
Sulla destra dell’arma è posto il comando
a due posizioni della sicura che blocca,
quando attivata, molla di scatto e
otturatore. Quando armato, dalla coda
dell’otturatore protrude la parte terminale
del percussore
6.
L’otturatore di tipica derivazione Mauser
monta due alette di generose dimensioni,
una delle quali funge anche da estrattore.
Una terza chiusura è garantita dal
manubrio. La finitura prevede brunitura e
un trattamento a bastoncino per la parte
anteriore del componente
7.
L’autore della prova impegnato in poligono
8.
Rosata di tre colpi ottenuta in appoggio
a 100 metri con munizionamento
commerciale Nosler Accubond con palla
da 180 grani
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profilo dell’astina è schiacciato per
migliorare la stabilità nel tiro in
appoggio. Sui lati della calciatura
sono presenti due perni passanti,
contraddistinti da teste a croce, che
permettono di distribuire l’energia
del rinculo in maniera ottimale,
preservando il legno da sollecitazioni troppo intense.
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8
La prova a fuoco
Abbiamo provato la 550 HA Hunter
alla distanza di 100 metri, in poligono, in appoggio, con munizionamento commerciale Nosler
con palla Accubond Spitzer da 180
grani, una buona soluzione per
la caccia agli ungulati più grandi
(Nosler produce il caricamento con
palle di peso compreso tra 125 e
220 grani). La carabina ha offerto
performance eccellenti, con rosate
strettissime dei primi due colpi, ma
soffrendo leggermente il terzo, sicuramente a causa del riscaldamento della canna e al fenomeno della
migrazione termica. Comunque
sia, le rosate ottenute sono state
superlative, confermando come
l’allestimento Hunter possa essere
identificato come uno tra i più
precisi di tutta la gamma 550. Il rinculo, nonostante il calibro, è stato
comunque sopportabile, lo scatto
eccellente per pulizia e prevedibilità sia se usato diretto sia impiegando lo stecher: le prove a 100 metri
non hanno permesso di apprezzare
differenze sostanziali in termini di
rosata, confermando che la catena
di scatto è molto ben congegnata
e ancor meglio realizzata. Questa
carabina si pone di diritto tra le
migliori del segmento e può competere senza complessi d’inferiorità
con armi di produzione europea o
ben più costose.
Per informazioni: www.bignami.it
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SO
a un cannocchiale di puntamento
applicabile alla culatta mediante la
scina da 19 mm su questa macchinata in due sezioni a cavallo della finestra dell’otturatore. Ai due ponti si
può applicare una base monopezzo
in lega, con attacchi alti integrali,
di produzione CZ. Il vincolo con
l’arma è garantito da 4 viti tipo Torx
e, sul punte posteriore, da un incastro che impedisce agli attacchi di
scivolare a seguito del corposo rinculo del .300 Winchester Magnum.
Sulla Hunter che abbiamo provato
presso il poligono dell’importatore
italiano, Bignami, era montato un
cannocchiale variabile Meopta Meostar R1 4-16x44, anch’esso di fabbricazione ceca, una buona ottica per
tiri fino a lunghe distanze. La volata
è lievemente incassata per preservare la rigatura da danni conseguenti
ad eventuali urti. Il caricatore è del
tipo fisso a serbatoio e ha la capacità
di 4 cartucce, con il fondello basculante incernierato al suo estremo
anteriore, oltre la guardia del grilletto. Interessante la calciatura, in
noce, fornita di poggia-guancia in
stile bavarese e calciolo in gomma
morbida. Presenta zigrinature al laser con un disegno a foglie stilizzate
piuttosto moderno nell’estetica; il
Costruttore: CZ
Importatore: Bignami
Modello: HA 550 Hunter
Tipo: carabina bolt action
a ripetizione manuale
Calibro: 300 Winchester Magnum
Caricatore: 4 colpi
Sistema di scatto: scatto diretto
regolabile, stecher alla francese
Organi di mira: basi per il montaggio
dell’ottica
Sicurezze: cursore manuale a 2 posizioni
Lunghezza canna: 600 mm
Lunghezza totale: 1.135 mm
Materiali: acciaio, calciatura in legno
di noce
Finitura: brunitura lucida p
er le parti d’acciaio
Peso: 3.950 grammi
Prezzo: 1.684 euro (indicativo)
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