Mascagni Sovraccarico Como 21-06-14

Como, 21 giugno 2014
Inquadramento delle patologie degli
arti superiori da sovraccarico
biomeccanico e principali patologie
da movimentazione manuale di
carichi
Paolo Mascagni
Azienda Ospedaliera di
Desio e Vimercate
Struttura Complessa di Medicina del Lavoro
Ospedale di Desio (MB)
M dL
d e s io
"Io sono qui per parlare, voi siete
li' per ascoltare. Se qualcuno
finisce prima di me, me lo faccia
sapere"
Enrico Bertolino
Sovraccarico
Biomeccanico
dell’Arto Superiore
Definizione
Alterazioni delle unità muscolotendinee, dei
nervi periferici e del sistema vascolare.
Possono essere precipitate o aggravate da
movimenti ripetuti e/o sforzi fisici dell’arto
superiore
Evoluzione delle tecnopatie
Malattie professionali
Malattie lavoro associate
Malattie da disagio lavorativo e da
organizzazione del lavoro
Ricerca del benessere lavorativo
ASPETTI NORMATIVI
Nell’attuale legislazione italiana non vi sono
norme specifiche e particolari che regolino la
prevenzione delle patologie da movimenti e
sforzi ripetuti degli arti superiori
D.Lvo 81/08
Titolo VI
MOVIMENTAZIONE MANUALE DEI CARICHI
Capo I
Disposizioni generali
Art. 167.
Campo di applicazione
1. Le norme del presente titolo si applicano alle attività lavorative di movimentazione
manuale dei carichi che comportano per i lavoratori rischi di patologie da sovraccarico
biomeccanico, in particolare dorso-lombari.
2. Ai fini del presente titolo, s'intendono:
a) movimentazione manuale dei carichi: le operazioni di trasporto o di sostegno di un carico
ad opera di uno o più lavoratori, comprese le azioni del sollevare, deporre, spingere,
tirare, portare o spostare un carico, che, per le loro caratteristiche o in conseguenza delle
condizioni ergonomiche sfavorevoli, comportano rischi di patologie da sovraccarico
biomeccanico, in particolare dorso-lombari;
b) patologie da sovraccarico biomeccanico: patologie delle strutture osteoarticolari,
muscolotendinee e nervovascolari.
D.Lvo 81/08
MISURE DI TUTELA E OBBLIGHI
Art. 15.
Misure generali di tutela
1. Le misure generali di tutela della salute e della sicurezza dei lavoratori nei luoghi di
lavoro sono:
a) la valutazione di tutti i rischi per la salute e sicurezza;
[…] omissis
d) il rispetto dei principi ergonomici nell'organizzazione del lavoro, nella concezione dei
posti di lavoro, nella scelta delle attrezzature e nella definizione dei metodi di lavoro e
produzione, in particolare al fine di ridurre gli effetti sulla salute del lavoro monotono e di
quello ripetitivo;
e) la riduzione dei rischi alla fonte;
[…] omissis
D.Lvo 81/08
Art. 17.
Obblighi del datore di lavoro non delegabili
1. Il datore di lavoro non può delegare le seguenti attività:
a) la valutazione di tutti i rischi con la conseguente elaborazione del
documento previsto dall'articolo 28;
[…] omissis
Altri riferimenti normativi
Gli articoli 22, 23 e 24 del D. Lgs. 81/08
individuano precisi obblighi di rispetto dei principi generali
di prevenzione per progettisti, fabbricanti, fornitori ed
installatori di impianti, posti di lavoro e attrezzature di lavoro.
La Direttiva macchine
Questa direttiva comunitaria, emanata secondo il principio
del libero scambio delle merci tra i Paesi membri U.E., è
principalmente rivolta ai progettisti e costruttori di macchine
ed impianti e tende a garantire livelli accettabili ed uniformi
di sicurezza e protezione della salute degli utilizzatori.
DM 9 APRILE 2008
Settore dell’industria
LAVORAZIONI
Periodo
massimo di
indennizzabilità
dalla cessazione
della lavorazione
DM 11 dicembre 2009
Aggiornamento dell'elenco delle malattie per le quali e' obbligatoria la denuncia ai sensi e per gli
effetti dell'articolo 139 del testo unico approvato, con decreto del Presidente della Repubblica 30
giugno 1965, n. 1124 e successive modifiche e integrazioni.
AGENTI
MALATTIE
SINDROME DA SOVRACCARICO
BIOMECCANICO DELLA SPALLA:
TENDINITE DEL SOVRASPINOSO (o tendinite cuffia rotatori)
TENDINITE CAPOLUNGO BICIPITE
TENDINITE CALCIFICA (MORBO DI DUPLAY)
BORSITE
Microtraumi e posture incongrue a
carico degli attività arti superiori
per attività eseguite con ritmi
SINDROME DA SOVRACCARICO
continui e ripetitivi per almeno la
BIOMECCANICO DEL GOMITO:
metà del tempo del turno
EPICONDILITE
lavorativo
EPITROCLEITE
BORSITE OLECRANICA
SINDROME DA SOVRACCARICO
BIOMECCANICO POLSO-MANO:
TENDINITI FLESSORI/ESTENSORI (POLSO-DITA)
SINDROME DI DE QUERVAIN
DITO A SCATTO
SINDROME DEL TUNNEL CARPALE
Normative a confronto
PATOLOGIA
SINDROME DEL
TUNNEL CARPALE
ESPOSIZIONE
LAVORATIVA
NORMATIVA
Microtraumi e posture
incongrue a carico degli
arti superiori per attività
eseguite con ritmi
continui e ripetitivi per
almeno la metà del
tempo del turno
lavorativo
DM 11.12.2009
Lavorazioni, svolte in
modo non occasionale,
che comportano
movimenti ripetuti,
mantenimento di posture
incongrue e impegno di
forza.
DM 9.04.2008
SEGNALATORI DI RISCHIO
1 – Ripetitività
• attività con compiti a cicli della durata uguale o inferiore a 15 secondi per almeno 4 ore complessive (o
per 2 ore consecutive) nel turno, comportanti l’impiego degli arti superiori;
• attività con compiti a cicli, indipendentemente dalla durata, per circa tutto il turno, comportanti
l’impiego degli arti superiori
2 – Uso di forza
Attività lavorative con uso ripetute di forza (almeno 1 volta ogni 5 minuti per almeno 2 ore) quali:
• maneggiare oggetti che pesano più di 2,5 Kg;
• maneggiare con pollice ed indice oggetti che pesano più di 900 gr; usare attrezzi che richiedono uso di
forza (stringere bulloni con chiavi, stringere viti con cacciavite manuale, ecc.).
3. Posture incongrue
Lavori che comportino la presenza ripetuta (1 ora continuativa o 2 ore complessive nel turno di lavoro)
di evidente deviazione del polso
4. Impatti ripetuti
Lavori che comportano l’uso della mano come un attrezzo (ad es.: usare la mano come un martello) per
più di 10 volte all’ora per almeno 2 ore complessive sul turno di lavoro.
5. Vibrazioni (A(8) 2.5 m/sec2)
PROCESSO DECISIONALE NELLA
VALUTAZIONE DEL RISCHIO
ANALISI PRELIMINARE
SEGNALATORI DI
RISCHIO
SEGNALAZIONE DI
CASI DI STC
Positività di 1 di questi indicatori
VALUTAZIONE DI
PRIMO LIVELLO
VALUTAZIONE DI
SECONDO LIVELLO
OCRA CHECK-LIST
Significatività dell’indagine
OCRA INDEX
Classificazione dei risultati della OCRA check-list e dell’ OCRA index ai
fini della stima dell’esposizione e della valutazione del rischio.
VALORI
OCRA
CHECK-LIST
VALORI
OCRA INDEX
VERDE
fino a 5
Fino a 1,5
GIALLO-VERDE
5,1 – 7,5
1,6 – 2,2
ACCETTABILE
GIALLO-ROSSO
7,6 – 11
2,3 – 3,5
BORDERLINE O
MOLTO BASSO
ROSSO BASSO
11,1 – 14
3,6 – 4,5
BASSO
ROSSO MEDIO
14,1 – 22,5
4,6 – 9,0
MEDIO
ROSSO ALTO
Più di 22,5
Più di 9,0
ALTO
ZONA
CLASSIFICAZIONE
DEL RISCHIO
OTTIMALE
Flusso della sorveglianza sanitaria
Schema per utilizzare i risultati della sorveglianza dei rischi e della
sorveglianza sanitaria ai fini della periodicità dei successivi
controlli
Risultato
Valutazione
Esposizione
Risultato
sull’occorrenza
Periodicità
sorveglianza
sanitaria
Altri
provvedimenti
Seguire i soli casi
patologici
a) ottimale o
accettabile (area
verde o giallo
verde)
Simile ai dati di
riferimento (eccessi
massimi < a 2 volte
con trend stabiliti
Non procedere a
sorveglianza sanitaria
generalizzata
b) ottimale o
accettabile (area
verde o giallo
verde)
Eccessi (> 2 volte)
rispetto ai dati di
riferimento o trend
positivi
Da decidere in base
Approfondire la
ad ulteriore
valutazione del rischio
valutazione del rischio e stabilire periodicità
di ulteriori controlli
sanitari
c) borderline o molto
basso (area
giallo-rossa)
Eccessi (da 1 a 2
volte) rispetto ai dati
di riferimento
Triennale
Seguire in modo
differenziato i casi
patologici
d) presente , basso,
medio e alto
(area rossa)
Eccessi oltre 2 volte i
dati di riferimento
Annuale-biennale in
funzione del livello di
rischio e dell’entità
dell’eccesso di
patologia registrata
Seguire in modo
differenziato i casi
patologici
PATOLOGIE E DISTURBI
MUSCOLOSCHELETRICI DELL’ARTO
SUPERIORE CORRELATI AL LAVORO
Molto comuni nella popolazione generale
Origine multifattoriale:
Fattori lavorativi
Fattori individuali
Fattori extralavorativi
Principali Caratteristiche delle
patologie Sovraccarico Biomeccanico
dell’Arto Superiore
Eziologia multifattoriale (professionale e non)
Sviluppo generalmente lungo
Guarigione lunga e talvolta mai completa
Patologie più frequenti coinvolgono le unita’
muscolo tendinee
Le sindromi da intrappolamento dei nervi
periferici sono meno frequenti, ma ricevono più
attenzione per gravita’ ed elevati costi
AFFEZIONI DEI TENDINI DELLE GUAINE E DELLE BORSE
Spalla:
tendinopatie (impingement, conflitto) della cuffia dei rotatori (usualmente del sovraspinoso), periartrite
calcifica (m. di Duplay);
tendinopatia del capo lungo del m. bicipite;
borsite;
Gomito/avambraccio:
epicondilite laterale, epicondilite mediale (epitrocleite);
borsite olecranica;
tendinopatia dell’inserzione distale del tricipite;
Polso/mano/dita:
tendiniti e tenosinoviti dei muscoli flessori ed estensori;
malattia di De Quervain;
cisti, dita a scatto;
NEUROPATIE PERIFERICHE DA COMPRESSIONE
sindrome dello stretto toracico*;
sindrome del tunnel cubitale (intrappolamento del n. ulnare al gomito);
sindrome del pronatore rotondo, sindrome dell’arcata di Frohse (del nervo interosseo anteriore)*;
sindrome del nervo interosseo posteriore*.
sindrome del tunnel carpale;
sindrome del canale di Guyon;
ALTRE PATOLOGIE
artrosi acromion-claveare e gleno-omerale*;
rizoartrosi (artrosi trapezio-metacarpale)
* non frequenti
SETTORI LAVORATIVI IMPLICATI
Le attività in cui viene richiesta l’esecuzione di movimenti e/o sforzi
ripetuti degli arti superiori sono molteplici in tutti i settori di produzione di
beni e di servizi.
Il 57% della forza lavoro svolge compiti con movimenti ripetitivi degli arti
superiori per almeno il 25 % del tempo di lavoro (il 33% in modo
permanente)
Il 54% della forza lavoro opera a ritmi definiti elevati nei gruppi esposti a
queste condizioni; in tali condizioni disturbi agli arti superiori compaiono
nel 23% dei lavoratori
Linee Guida regionali per la prevenzione delle patologie muscolo-scheletriche connesse con movimenti e sforzi ripetuti degli arti superiori.
SETTORI LAVORATIVI IMPLICATI
PRINCIPALI GRUPPI DI LAVORATORI ESPOSTI (LISTA NON ESAUSTIVA)
• addetti alle catene di montaggio,
assemblaggio, cablaggio
• addetti carico/scarico linea a ritmi
prefissati
• addetti al confezionamento
• addetti alla cernita manuale
• addetti a filatura-orditura
nell'industria tessile
• addetti alla macellazione e
lavorazione carni
• addetti a levigatura manuale
• addetti alle cucine
• addetti al taglio e cucito
nell'industria di confezioni abiti
• operatori a tastiere
• musicisti
• parrucchieri
• addetti alle casse
• imbianchini
• muratori
• addetti nell'industria calzaturiera e
della pelletteria
• addetti al lavoro di tappezzeria
• addetti in via continuativa ad alcune
lavorazioni agricole (potatura, raccolta e
cernita, mungitura manuale, ecc.)
Linee Guida regionali per la prevenzione delle patologie muscolo-scheletriche connesse con movimenti e sforzi ripetuti degli arti superiori.
FATTORI DI RISCHIO
OCCUPAZIONALI
Movimenti con elevata
ripetitività e alta frequenza
Uso di forza
Posture scorrette
Movimenti articolari estremi
Pause troppo brevi/assenti
Mancanza di rotazione
Vibrazioni
Esposizione a freddo
Compressioni di strutture
anatomiche
Strumenti di lavoro non
ergonomici
Uso di guanti inadeguati
Uso di utensili per dare colpi
(mazza/martello)
Inesperienza lavorativa
Sovraccarico dell’arto superiore
Fattori di rischio
PRINCIPALI
•
•
•
•
Forza
Postura
Ripetitività
Vibrazioni
SONO RITENUTI DALLA MAGGIOR PARTE DEI RICERCATORI
CAUSE O CONCAUSE DELLE PATOLOGIE
ACCESSORI
• Tempo di recupero
• Esposizione a freddo
• Esposizione ad urti
NIOSH ‘97 - Revisione bibliografica stringente per i
Disordini Muscolo-scheletrici dell’Arto Superiore
Fattori di rischio ed evidenza epidemiologica
Sede patologia
o diagnosi
Numero Forza
studi
Postura
incongrua
Ripetitività
Combinazione
Collo o
collo-spalla
>40
++
+++
++
(--)
Spalla
>20
+/0
++
++
(--)
Gomito
>20
++
+/0
+/0
+++
Tunnel carpale
>30
++
+/0
++
+++
Tendiniti manopolso
8
++
++
++
+++
(--) : associazione non riportata nello studio
+++: forte evidenza della correlazione
++ : evidenza della correlazione
+/0 : insufficiente evidenza
- : evidenza di non correlazione
FATTORI PSICOSOCIALI
Connessi all’attività lavorativa, personali o
relazionali:
Complessità ed interesse per il lavoro
Carichi, pressioni e vincoli lavorativi
Attenzione richiesta
Rapporti tra colleghi/superiori: collaborazione, aspettative
e prospettive
FATTORI DI RISCHIO INDIVIDUALI
NON OCCUPAZIONALI
•
•
•
•
•
•
•
•
•
•
Obesità
Ipotiroidismo
Sesso
Diabete (14%-30% con neuropatia)
Gravidanza (prevalenza ~50%)
Nefropatie
Artropatie infiammatorie
Acromegalia
Mucopolisaccaridosi
Fattori genetici (colpiti i gemelli)
Fumo
Età
Caratteristiche
antropometriche
Condizione psicologica
Stato ormonale
DISTURBI E PATOLOGIE
DELL’ARTO SUPERIORE
1.
Possono manifestarsi con sintomi più o meno specifici,
talora non accompagnati da segni clinici (disturbo)
oppure mediante una patologia ben definita (tendinite,
epicondilite, sindrome del tunnel carpale ecc.)
2.
Colpiscono diverse regioni dell’arto superiore
3.
Insorgenza graduale
SINDROME DEL TUNNEL CARPALE
Insieme di sintomi dovuti alla compressione del
nervo mediano al suo passaggio nel canale del
carpo.
Si verifica quando il canale del carpo
diminuisce di volume (traumi, fratture,
patologie immunitarie) o le strutture contenute
aumentano di volume (processi flogistici,
imbibizione di tessuti)
43
EPIDEMIOLOGIA
• Incidenza: da 99 a 148 per 100000/anno
• Prevalenza da 1% al 10%
• Prevalenza occupazionale: dal 17% al 61%
– OR da 1.7 a 34
– Associazione causale con
•
•
•
•
•
Ripetitività
Uso di forza
Posture incongrue
Impatti ripetuti
vibrazioni
• Relazione dose-effetto e dose risposta non chiara
EZIOPATOGENESI
SINDROME DEL TUNNEL CARPALE
Cause locali:
microtraumi ripetuti, fratture/anomalie ossa carpali,
ispessimento legamento trasverso del carpo, cisti e tenosinoviti
dei tendini mm flessori delle dita, edema o emorragie
intracanalicolari, deformità ossea postpost-traumatica
Cause sistemiche:
diabete, emodialisi, amiloidosi, ipotiroidismo, artriteartritereumatoide, collagenopatie, gravidanza, menopausa
Fattori antropometrici:
dimensioni del polso, obesità
PRESSIONE NEL CANALE DEL
CARPO
2 mmHg
Pressione nel canale
del carpo di un
soggetto sano
20 mmHg
Rallentamento del
flusso venoso del nervo
30 mmHg
Danno a carico del
trasporto assonale
40 mmHg
Comparsa di
disturbi
sensitivo-motori
60-80 mmHg Arresto del
flusso
intraneurale
Il nervo mediano a livello del canale carpale
è un nervo essenzialmente sensitivo ecco
perchè la sintomatologia della stc è
prevalentemente sensitiva
Dal nervo mediano origina (con svariate
varianti anatomiche) un piccolo ramo
motore (branca tenare) destinato ai muscoli
tenari.
Per questo motivo nei gradi più avanzatio
della stc si osserva una vera e propria
atrofia dell’eminenza tenar
SINDROME DEL TUNNEL
CARPALE: stadi clinici
I ° stadio o dell’ipereccitabilità:
aumento della pressione endoneurale e del
microcircolo = disestesie e parestesie, con dolore
notturno o posturale
II° stadio o dei deficit:
edema endoneurale , ischemia ed iniziale fibrosi, con
deficit sensitivi e/o motori e dolore persistente.
III° stadio o della paralisi:
fibrosi diffusa, degenerazione walleriana con atrofia
muscolare e grave ipoestesia o addirittura anestesia
48
SINDROME DEL TUNNEL CARPALE
Segno di Tinel: per confermare la
diagnosi di sindrome del tunnel
carpale si può suscitare o
riprodurre il dolore nel territorio di
distribuzione del nervo mediano
battendo sul legamento volare del
carpo.
Il range di sensibilità del segno
di Tinel è dal 25 al 60 %, la
specificità dal 67 all'87 %.
SINDROME DEL TUNNEL CARPALE
Segno di Phalen: comparsa di
parestesie alle dita possono
essere riprodotti flettendo al
massimo grado il polso e
mantenedolo in questa posizione
per almeno un minuto.
Il test di Phalen ha un
range di valori per
sensibilità e specificità dal
40 all' 80 %.
SINDROME DEL TUNNEL CARPALE
L’EMG conferma la
diagnosi.
Sensibilità 85%, specificità 95%
BIBLIOGRAFIA
SINDROME DEL TUNNEL CARPALE: CAUSE
Cause locali:
microtraumi ripetuti, fratture/anomalie ossa
carpali, ispessimento legamento trasverso del
carpo, cisti e tenosinoviti dei tendini mm flessori
delle dita, edema o emorragie intracanalicolari,
deformità ossea post-traumatica
Cause sistemiche:
diabete, emodialisi, amiloidosi, ipotiroidismo,
artrite-reumatoide, collagenopatie, gravidanza,
menopausa,
farmaci
(anticoagulanti,
estroprogestinici, ipervitaminosi B6)
Fattori antropometrici:
dimensioni del polso, obesità
Forme idiopatiche
SCELTA TERAPEUTICA NELLA POPOLAZIONE
LAVORATIVA
OPZIONE CHIRURGICA O CONSERVATIVA?
Vi sono molti studi che valutano la riuscita dell’intervento chirurgico nella
popolazione generale. In genere sono riportati ottimi risultati
Al contrario gli studi che valutano la riuscita dell’intervento chirurgico nella
popolazione lavorativa sono esigui. I risultati non sono così favorevoli
Predittori pre-operatori
Gravità dei disturbi
Assenza lavorativa
Lavori gravosi
Richiesta di indennizzo
Consiglio del chirurgo
SCELTA TERAPEUTICA NELLA POPOLAZIONE
LAVORATIVA
OPZIONE CHIRURGICA
%
Ritorno alla precedente occupazione
14
Assenza di
beneficio
67%
45
Riduzione
dei sintomi
41
Scomparsa
dei sintomi
0
Adams et al, 1994
10
20
30
40
50
Herbert et al, 2000
IDONEITA’ LAVORATIVA POST
NEUROLISI
• NON IDONEITA’ TEMPORANEA ASSOLUTA
• IN GENERE IL RIENTRO AL LAVORO DOPO
L’INTERVENTO DI NEUROLISI SI COMPIE NEI 3 MESI
SUCCESSIVI L’INTERVENTO
• IL PERIODO MEDIO DI ASSENZA LAVORATIVA SI
ATTESTA ATTORNO AI 30 GIORNI
Giorni di assenza (DS)
Giorni di assenza dal lavoro dopo neurolisi
70
60
Non manuale
Manuale leggero
Manuale pesante
IMPEGNO DEGLI
ARTI SUPERIORI
giorni
(DS)
40
Movimenti non ripetitivi
28 ± 25
30
Movimenti ripetitivi
37 ± 23
Forza non richiesta
29 ± 21
Forza richiesta
40 ± 26
50
20
10
0
Tipo di lavoro
TIPO DI
CONTRATTO
giorni
(DS)
IN PROPRIO
23 ± 24
DIPENDENTE
36 ± 24
Occupational Medicine, 2008
INAIL
Durata media dell’invalidita’
temporanea dei casi
riconosciuti o indennizzati
TRIENNIO
2004-2006
67 giorni
Atti, VII Convegno Nazionale di Medicina Legale Previdenziale
OPZIONE CHIRURGICA
La ripresa lavorativa dopo trattamento chirurgico della STC non
è influenzata dalla tecnica operatoria.
Alcuni autori descrivono un rientro al lavoro più precoce dei
pazienti operati con tecnica endoscopica ma il dato non ha
trovato conferme solide.
R. De Kesel, Occupational Medicine, 2008
ESAME OBIETTIVO DELLA SPALLA
Test per il capo lungo del bicipite
Segno di Popeye
Palm Up
Test di Yergason
SCELTA TERAPEUTICA NELLA POPOLAZIONE
LAVORATIVA
OPZIONE CONSERVATIVA
L’efficacia del trattamento riabilitativo non è stato ben valutato
nella popolazione lavorativa al contrario della popolazione
generale.
I pochi studi condotti nella popolazione lavorativa lasciano
intravedere un effetto favorevole della iontoforesi, degli
ultrasuoni e del laser nelle forme lievi e moderate.
PATOLGIE
TENDINITE DELLA CUFFIA DEI ROTATORI
SINTOMATOLOGIA:
dolore a riposo e durante
i movimenti
Infiammazione dei
tessuti della spalla
(tedinite, borsite)
ESAME OBIETTIVO DELLA SPALLA
Test di valutazione per :
conflitto sub-acromiale
patologia cuffia dei rotatori
patologie tendinee CLBB
ESAME OBIETTIVO DELLA SPALLA
Test di conflitto sub-acromiale
Test di NEER
Test di YOCUM
Test di HAWKINS
Sensibilità e la specificità per il
test di Neer 79% e 53%;
Sensibilità e la specificità per il
test di Hawkins 79% e 59%
ESAME OBIETTIVO DELLA SPALLA
Test per la cuffia dei rotatori
Test di Jobe: sovraspinoso
Test di Patte, Drop Sign: sottospinoso
Lift-off, Napoleon test: sottoscapolare
Jobe Test Sensibilità 81%, Specificità 89%
ESAME DELLA CUFFIA DEI ROTATORI
ESAME CLINICO: Sensibilità 90%, Specificità 54%
ECOGRAFIA: Sensibilità 87%, Specificità 96%
RMN: Sensibilità 84-100%, Specificità 77-97%
Classificazione dei risultati della OCRA check-list e dell’ OCRA index ai
fini della stima dell’esposizione e della valutazione del rischio.
VALORI
OCRA
CHECK-LIST
VALORI
OCRA INDEX
VERDE
fino a 5
Fino a 1,5
GIALLO-VERDE
5,1 – 7,5
1,6 – 2,2
ACCETTABILE
GIALLO-ROSSO
7,6 – 11
2,3 – 3,5
BORDERLINE O
MOLTO BASSO
ROSSO BASSO
11,1 – 14
3,6 – 4,5
BASSO
ROSSO MEDIO
14,1 – 22,5
4,6 – 9,0
MEDIO
ROSSO ALTO
Più di 22,5
Più di 9,0
ALTO
ZONA
CLASSIFICAZIONE
DEL RISCHIO
OTTIMALE
PATOLOGIE DA MOVIMENTAZIONE
MANUALE DEI CARICHI
MINISTERO DEL LAVORO, DELLA SALUTE E DELLE POLITICHE SOCIALI
DECRETO 11 dicembre 2009
Aggiornamento dell'elenco delle malattie per le quali e' obbligatoria la denuncia ai sensi e per gli effetti
dell'articolo 139 del testo unico approvato, con decreto del Presidente della Repubblica 30 giugno 1965, n.
1124 e successive modifiche e integrazioni.
LISTA 1 - MALATTIE LA CUI ORIGINE LAVORATIVA È DI ELEVATA PROBABILITÀ
Gruppo 2 malattie da agenti fisici
Agenti
Malattie
Codice identificativo
Movimentazione
manuale di carichi
eseguita con
continuità durante
il turno di lavoro
Spondilodiscopatie del tratto
lombare
Ernia discale lombare
1.2.03. M47.8
1.2.03. M51.2
MINISTERO DEL LAVORO E DELLA PREVIDENZA SOCIALE
DECRETO 9 aprile 2008
Nuove tabelle delle malattie professionali nell'industria e nell'agricoltura.
(GU n. 169 del 21-7-2008)
Wilke - Spine 1999
Sensore L4/L5
Movimentazione Manuale dei Carichi
Rischi per la Salute
La struttura maggiormente
sensibile alla MMC è il
Rachide dorso-lombare
e precisamente:
• Cartilagine limitante del
piatto vertebrale
• Disco intervertebrale
Movimentazione Manuale dei Carichi
Rischi per la Salute
74
Pressione nel disco L4/L5
Posture e movimentazione carichi
Normalized to standing in %
500
20
Kg
450
Nachemson (Spine 1981)
400
Wilke (Spine 1999)
350
20
Kg
300
250
20
Kg
200
150
100
50
0
Mov.Manuale Carichi = Nachemson 10 Kg – Wilke 20 Kg
FORZE SU L5-S1
Valori medi ed ambito di variazione delle forze di compressione che
determinano fratture nelle unità funzionali lombari, per classe d’età
Forze di compressione che determinano fratture
nell’unità disco-vertebrale a livello L5/S1 (Kg)
1000
Limite NIOSH Lifting Equation (81-93)
800
600
400
200
0
< 40
40-50
50-60
> 60
Età (anni)
(Evans 1959, Sonoda 1962)
Adjusted ODDS RATIO
6
RR per ernia
discale
5
4
3,4
3
2
1
1,7
1
0
low risk
medium risk high risk
DECRETO LEGISLATIVO 9 aprile 2008 , n. 81 e s.m.i.
Titolo VI
MOVIMENTAZIONE MANUALE DEI CARICHI
Capo I
Disposizioni generali
Art. 168.
Obblighi del datore di lavoro
Comma 2
[…] omissis
d) sottopone i lavoratori alla sorveglianza sanitaria di cui all'articolo 41, sulla base della
valutazione del rischio e dei
fattori individuali di rischio di cui all'allegato XXXIII.
Comma 3. Le norme tecniche costituiscono criteri di riferimento per le finalità del presente
articolo e dell’allegato XXXIII, ove applicabili. Negli altri casi si può fare riferimento alle
buone prassi e alle linee guida.
DECRETO LEGISLATIVO 9 aprile 2008 , n. 81 e s.m.i.
ALLEGATO XXXIII
La prevenzione del rischio di patologie da sovraccarico biomeccanico, in particolare dorso-lombari,
connesse alle attività lavorative di movimentazione manuale dei carichi dovrà considerare, in modo
integrato, il complesso degli elementi di riferimento e dei fattori individuali di rischio riportati nel presente
allegato.
ELEMENTI DI RIFERIMENTO
1. Caratteristiche del carico
2. Sforzo fisico richiesto
3. Caratteristiche dell'ambiente di lavoro
4. Esigenze connesse all'attività
FATTORI INDIVIDUALI DI RISCHIO
Fatto salvo quanto previsto dalla normativa vigente in tema di
tutela e sostegno della maternità e di protezione dei giovani
sul lavoro, il lavoratore può correre un rischio nei seguenti
casi:
- inidoneità fisica a svolgere il compito in questione tenuto
altresì conto delle differenze di genere e di età;
- indumenti, calzature o altri effetti personali inadeguati
portati dal lavoratore;
- insufficienza o inadeguatezza delle conoscenze o della
formazione o dell’addestramento
Valori di riferimento per genere per la MMC
Valore di riferimento per la popolazione femminile: 20 kg (R.D.
635/1934)
Per la popolazione maschile ?
DECRETO LEGISLATIVO 9 aprile 2008 , n. 81 e s.m.i.
ALLEGATO VI DLgs 626/94 e s.m.i
ALLEGATO XXXIII DLgs 81/08 e smi
1. Caratteristiche del carico
La movimentazione manuale di un carico può
costituire un rischio tra l'altro dorso-lombare nei
casi seguenti:
1. Caratteristiche del carico
La movimentazione manuale di un carico può
costituire un rischio di patologie da sovraccarico
biomeccanico, in particolare dorso-lombari nei
seguenti casi:
• il carico è troppo pesante (kg 30);
• è ingombrante o difficile da afferrare;
• è in equilibrio instabile o il suo contenuto
rischia di spostarsi;
• è collocato in una posizione tale per cui deve
essere tenuto o maneggiato a una certa
distanza dal tronco o con una torsione o
inclinazione del tronco;
• può, a motivo della struttura esterna e/o della
consistenza, comportare lesioni per il
lavoratore, in particolare in caso di urto.
- il carico è troppo pesante;
- è ingombrante o difficile da afferrare;
- è in equilibrio instabile o il suo contenuto
rischia di spostarsi;
- è collocato in una posizione tale per cui deve
essere tenuto o maneggiato a una certa distanza
dal tronco o con una torsione o inclinazione del
tronco;
- può, a motivo della struttura esterna e/o della
consistenza, comportare lesioni per il lavoratore,
in particolare in caso di urto.
RIFERIMENTI A NORME TECNICHE
Le norme tecniche della serie ISO 11228 (parti 1-2-3) relative alle attività di
movimentazione manuale (sollevamento, trasporto, traino, spinta,
movimentazione di carichi leggeri ad alta frequenza) sono da considerarsi tra
quelle previste all’articolo 168, comma 3.
Decreto Legislativo n. 626/94
D O C U M E N T O N. 14 LINEE GUIDA SU
TITOLO V
La movimentazione manuale dei carichi
NIOSH LIFTING INDEX
ISO /PDTR 12295
METODI DI VALUTAZIONE DEL RISCHIO DA MMC
1. NIOSH, con adeguamento alla norma
europea UNI EN 1005-2 e ISO 11228-1
2. Snook e Ciriello
3. OWAS
4. TLV ACGIH
5. Metodo Criteri Guida del SUVA
6. MAPO
7. Metodo di valutazione integrato MAPOMCG del SUVA
la lombalgia colpisce nella vita almeno 7
persone su 10
il 70% del mal di schiena si classifica come
lombalgia comune
piu’ del 70% delle lombalgie recidiva
LA LOMBALGIA CON O SENZA IRRADIAZIONE
PERIFERICA
E’ UN SINTOMO
NON UNA MALATTIA
LOMBALGIE
LOMBALGIE
LOMBALGIE
LOMBALGIE
LOMBALGIE
MECCANICHE
INFIAMMATORIE
INFETTIVE
VISCERALI
NEOPLASTICHE
LOMBALGIE MECCANICHE ACUTE
DA SFORZO
DA REUMOPATIA
DA CEDIMENTO VERTEBRALE (osteoporosi
neoplasie traumi)
DA INFEZIONI
DA LESIONE DISCALE
LOMBALGIE MECCANICHE CRONICHE
DEGENERAZIONE DELLA FACCETTE ARTICOLARI
DA PATOLOGIA REUMATICA
DA ARTROSI INTERSPINOSA
DA SPONDILOLISI
DA SCOLIOSI
DA IPERLORDOSI
DA IPERCIFOSI
DA DEGENERAZIONE DISCALE
DA INSTABILITA’
NMR in adulti asintomatici
rilievi anatomici
Prevalenza%
Boden-Volontari
<60 anni
Boden-Volontari
>60 anni
Jensen Volontari
eta’ media 42
Weishaupt Volon.
eta’ media 35
Stadnik
patologie collo
eta’ media 35
(Deyo NEJM 2000)
disco
protru-
disco
stenosi anulus
erniato
sione
discale
degenerato
22
54
46
1
N.R.
36
79
93
21
N.R.
7
14
leso
28
52
N.R.
40
24
72
N.R.
33
33
81
72
N.R.
56
Diagnosi differenziale del
Dolore Lombare (Deyo NEJM 2000)
Dolore Meccanico
Lombare (97%)
Lombalgia comune (70%)
NON E’ POSSIBILE PORRE
DIAGNOSI EZIOLOGICA
Processi Degenerativi del disco
e delle faccette art. (10%)
Ernia discale (4%)
Stenosi del canale spinale (3%)
Fratture da osteoporosi (4%)
Spondilolistesi (2%)
Fratture traumatiche (<1%)
Pat.congenite (<1%)
cifosi grave
scoliosi grave
vertebre di transizione
Spondilolisi
Dolore Non-Meccanico
Lombare (1%)
Neoplasie (0.7%)
(mieloma,carcinoma metastatico, linfoma e leucemia, tumori della corda
spinale-retroperitoneali
-vertebrali primitivi)
Infezioni (0.01%)
(osteomielite, discite
sett.,acessi epidurali e paraspinosi, neuralgia erpetica)
Artriti infiammatorie (spesso
associata con HLA-B27) (0.3%)
(spondilite anchilosante,
psoriasica, S.Reiter
Mal.Scheuermann
(osteocondrite)
Mal.Paget
Dolore Viscerale
(2%)
Malattie organi pelvici
prostatite
endometriosi
Malattie renali
nefrolitiasi
pielonefrite
ascesso peri-renale
Aneurisma aortico
Malattie gastrointestinali
pancreatite
colecistite
ulcera perforata
INDAGINE DELLA PATOLOGIA DEL RACHIDE
VALUTAZIONE ANAMNESTICA
VALUTAZIONE CLINICA
“L’ernia del disco lombare sintomatica è una patologia degenerativa del
disco intervertebrale che si manifesta con un quadro clinico caratterizzato
da mal di schiena, radicolopatia compressiva sciatica o crurale, e
limitazione o impotenza funzionale. Gli studi di storia naturale indicano che
le ernie del disco intervertebrale si riassorbono spesso del tutto o in parte, e
che la sintomatologia a essa associata regredisce di frequente con i
trattamenti conservativi. Ernie del disco lombare vengono riscontrate con la
diagnostica per immagini con frequenza elevata anche in persone del tutto
asintomatiche. L’ernia discale è dunque un fenomeno dinamico, nonché una
condizione relativamente comune e a prognosi favorevole nella maggior
parte dei casi.”
La sintomatologia determinata dall’ernia si risolve
spontaneamente nella maggior parte dei casi entro 1 mese.
Il 95% dei pazienti con mal di schiena invalidante è in grado
di ritornare al lavoro entro tre mesi dall’insorgenza della
sintomatologia senza ricorrere alla chirurgia.
Sono invece rare le ernie del disco che provocano
compressioni estese, usualmente considerate come chiare
indicazioni all’intervento chirurgico.
Emil
Zatopek
Paolo
Canè
Massimiliano
Blardone
Gianluigi
Buffon
Vincenza
Calì
NON IDONEITA’ PERMANENTE ALLA MMC
Ernia + alterazione del balance saggitale
Ernia + scoliosi gravi
Ernia + discopatie + Modic diffuso
Deficit neurologici importanti
Recidive di ernia, recidive di intervento
Partecipazione al processo di riabilitazione
UTILIZZO DEI CORSETTI AL LAVORO
Non vi è evidenza di reale efficacia dell’impiego
continuativo dei supporti lombari al lavoro.
Nell’attacco acuto non devono essere utilizzati per più di 3
settimane
Nel post-intervento di microdiscectomia l’utilizzo è riservato
al primo mese, poi eventualmente in situazioni particolari
Nel post-intervento di artrodesi (+ cage) l’utilizzo è riservato
ai primi 4 mesi, poi eventualmente in situazioni particolari
Circolare INAIL n. 25 del 15 aprile 2004
Malattie del rachide da sovraccarico biomeccanico.
Modalità di trattazione delle pratiche.
i fini del riconoscimento della natura professionale della
malattia, i dati della letteratura nonché la casistica esaminata
consentono di ritenere compatibile un periodo di esposizione al
rischio di almeno 5 anni per gli IR 3, secondo NIOSH e
Snook Ciriello e 5 secondo MAPO (indici di rischio collocati
nella classe immediatamente inferiore assumono rilevanza in
presenza di periodi di esposizione particolarmente prolungati).