TAVOLO TECNICO PER LA DIAGNOSI ED IL MONITORAGGIO DELLA MALATTIA CELIACA La valutazione istologica della biopsia duodenale nel sospetto di malattia celiaca Paola Tebaldi Antonella Buzzi Aurelio Sonzogni Il ruolo del patologo nella diagnosi di celiachia • Nonostante le numerose recenti proposte di modifica dell'algoritmo diagnostico della celiachia, ancora oggi il gold standard della diagnosi rimane la biopsia della mucosa del piccolo intestino Il ruolo del patologo nella diagnosi di celiachia • E’ compito del patologo valutare morfologicamente la mucosa duodenale/digiunale • Il patologo non fa mai diagnosi di celiachia, ma inquadra morfologicamente la biopsia per poter confermare o meno il sospetto clinico • Il quadro istologico correlato ai dati clinici e di laboratorio, consente di porre diagnosi Anatomia Patologica presuntiva di celiachia Az. Osp. Treviglio Il ruolo del patologo nella diagnosi di celiachia La diagnosi presunta di celiachia viene confermata successivamente con la scomparsa dei sintomi escludendo il glutine dalla dieta Non è più necessario dimostrare la normalizzazione dell'istologia in corso di dieta priva di glutine per la diagnosi definitiva di celiachia Il ruolo del patologo nella diagnosi di celiachia • Il patologo non può far diagnosi di celiachia perchè il quadro istologico della celiachia è indistinguibile da quello di altre patologie intestinali (malassorbimenti, infezioni ecc) Patologie con quadro istologico sovrapponibile alla celiachia • • • • • • • • • • gastroenteriti infettive intolleranza alle proteine del latte intolleranza alla soia giardiasi sprue tropicale kwashiorkor enteropatia familiare sprue collagena grafth versus host disease ipoglammaglobulinemia comune variabile • • • • • • • • • • • enteropatia da radiazioni enteropatia in AIDS malattia di Crohn gastroenterite eosinofila sindrome di Zollinger-Ellison dermatite erpetiforme enterite virale linfoma enterite ischemica effetti da farmaci enterite autoimmune • malnutrizione Notizie cliniche indispensabili • Motivo della biopsia (sintomi sospetti per celiachia, familiarità, pregressa diagnosi di celiachia…) • Test di laboratorio effettuati (AGA, EMA, transglutaminasi…) • Dieta attuale (con glutine, libera da glutine, durata della dieta) Da linee guida GIPAD Materiale bioptico • Quattro frammenti bioptici di cui due della mucosa digiunale o della II/III porzione del duodeno ed almeno due prelievi del bulbo duodenale • Provenienti da almeno due sedi diverse • Possibilmente orientati su filtri millipore Parametri morfologici da valutare sulla biopsia • Altezza dei villi • Infiltrato infiammatorio nella lamina propria • Enterociti • Linfociti intraepiteliali • Caratteristiche delle cripte La mucosa normale Altezza dei villi Infiltrato infiammatorio nella lamina propria Enterociti Linfociti intraepiteliali Caratteristiche delle cripte La mucosa patologica Incremento dei linfociti intraepiteliali IEL • Rappresenta l’elemento a comparsa più precoce nella celiachia e il più sensibile • Costituisce l’aspetto istologico più importante • Un numero di IEL >30/100 cellule epiteliali è compatibile con celiachia e/o patologia autoimmune • Alla tipizzazione immunoistochimica i linfociti sono di natura T (CD3+) Incremento dei linfociti intraepiteliali IEL • Può essere diffuso o disomogeneo • L'incremento può essere lieve, moderato o severo • Un numero di IEL compreso tra 25 e 29 per 100 enterociti è considerato valore borderline Incremento dei linfociti intraepiteliali IEL • Non è esclusivo della celiachia ma si osserva anche nelle seguenti patologie: – giardiasi – intolleranza alle proteine del latte – intolleranze alimentari – sprue tropicale – enteropatia autoimmune – grafth versus host disease – pazienti sani – Infezione da HP Incremento dei linfociti intraepiteliali IEL • Anche in assenza di atrofia dei villi, un incremento dei IEL deve essere preso in considerazione come un indicatore di possibile celiachia latente o potenziale Incremento dei linfociti intraepiteliali IEL Infiltrato infiammatorio nella lamina propria • Aumentato soprattutto nei due terzi superiori della mucosa • Predominanza di plasmacellule, frammiste a granulociti eosinofili e mastociti Infiltrato infiammatorio nella lamina propria Iperplasia delle cripte • Rappresenta la prima modificazione architetturale della celiachia • Si manifesta con l’allungamento delle cripte, l’aumento del numero di mitosi e la scomparsa delle goblet cells • Si può associare o meno all’atrofia dei villi Iperplasia delle cripte Atrofia dei villi • Rappresenta la lesione più severa e a comparsa più tardiva della celiachia • Può essere graduata in: – lieve moderata (accorciamento minore o moderato dei villi) – marcata (visibili solo tozzi residui di villi) – totale (assenza di villi) Atrofia dei villi Classificazione del danno istologico nella malattia celiaca • Le due classificazioni attualmente in uso e riconosciute sono – Classificazione sec. Marsh-Oberhuber (1999) – Clasificazione sec. Corazza-Villanacci (2005) Classificazione di Marsh modificata secondo Oberhuber • Tipo 0 • Tipo 1 Mucosa normale con meno di 30 IEL/100 EC • Tipo 2 Tipo iperplastico: villi normali, più di 30 IEL/100 EC e iperplasia delle cripte (molto raro) • Tipo 3 Tipo distruttivo: atrofia dei villi e più di 30 IEL/100 EC Tipo infiltrativo: villi normali, cripte normali, più di 30 IEL/100 EC » 3a atrofia lieve » 3batrofia marcata » 3c atrofia totale • Tipo 4 Mucosa appiattita, cripte normali e meno di 30 IEL/100 EC Quadri clinici correlati • Tipo 0 • Tipo 1 Pazienti sani Celiachia potenziale Parenti di celiaci Pazienti celiaci trattati esposti a minime dosi di glutine Dermatite erpetiforme senza enteropatia clinica Enteropatia tropicale Giardiasi • Tipo 2 Celiaci esposti a moderate dosi di glutine Dermatite erpetiforme senza enteropatia clinica Quadri clinici correlati • Tipo 3 Malattia celiaca non trattata Celiaci trattati esposti ad alte dosi di glutine Dermatite erpetiforme con enteropatia clinica Sprue tropicale Giardiasi • Tipo 4 Lesione “storica”, visibile solo nei bambini malnutriti con kwashiorkor Classificazione di CorazzaVillanacci • Grado A : Lesioni non atrofiche (tipo 1 e 2 sec. Marsh) con normale architettura dei villi e più di 25 IEL/100 EC • Grado B: lesioni atrofiche (tipo 3 sec. Marsh) con più di 25 IEL/100 • Grado B1: Rapporto villo/cripta < 3:1 ma con villi ancora riconoscilbili (tipo 3a e 3b sec. Marsh) • Grado B2: villi non più riconoscibili (tipo 3c sec. Marsh) Classificazione di CorazzaVillanacci Scompare il tipo 4 sec. Marsh Ha mostrato migliore concordanza tra patologi rispetto alla classificazione di MarshOberhuber Altri quadri istologici correlati alla celiachia • Il riscontro di una gastrite o di una colite linfocitaria rappresenta un’indicazione ad eseguire la biopsia digiunale, in quanto si associa frequentemente alla celiachia Celiachia refrattaria • Persistenza o ricorrenza di sintomi da malassorbimento con atrofia dei villi intestinali nonostante una rigorosa dieta aglutinata per 12 mesi • Dall'1-2% al 5% dei pazienti con celiachia Celiachia refrattaria MCR di tipo1 Normale fenotipo di IEL (CD3+ e CD8+) con risposta clinica alla terapia con immunosoppressori e basso rischio di linfoma Celiachia refrattaria MCR di tipo 2 Fenotipo aberrante di IEL (CD3- e CD8-) con minima e transitoria risposta clinica alla terapia con immunosoppressori ed alto rischio di linfoma Grazie per l'attenzione
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