INTOLLERANZE ALIMENTARI CON BASE GENETICA Milano, 12 dicembre 2014 Dr. Damiano Galimberti M.D. - Food Science Specialist President of A.M.I.A. Association of Italian Anti-Aging Physicians Scientific Coordinator of S.I.N.E. Italian Society of Nutrigenomic & Epigenetic www.mediciantiaging.com e-mail: [email protected] 1 genocosmesi e nutrigenomica 2 Struttura del DNA genocosmesi e nutrigenomica 3 Cosa è un gene? Una porzione di DNA che codifica una specifica proteina genocosmesi e nutrigenomica 4 Sequence Variations genocosmesi e nutrigenomica 5 Le funzioni delle proteine genocosmesi e nutrigenomica 6 Nutrigenomic 7 Nutrigenomic 8 • Genotipo Fenotipo sviluppo Ambiente Fattori responsabili invecchiamento GENETICI 20-40% Nutrigenomic 9 Stress Attività fisica Alimentazione Stile di vita 60-80% Inquinamento ambientale Fumo Radiazioni ionizzanti Nutrigenomic 10 Ogni individuo è responsabile per il 70% del proprio invecchiamento FISIOLOGICO NORMALE EVOLUZIONE DEI PROCESSI BIOLOGICI Nutrigenomic PATOLOGICO COMPARSA PRECOCE O ABNORME DI SEGNI E SINTOMI DI DECADIMENTO PSICO-FISICO 11 SNP = Single Nucleotide Polymorphism (polimorfismo del singolo nucleotide) genocosmesi e nutrigenomica 12 Effetti delle mutazioni Alterazione della funzione di una proteina Nessun effetto sulla proteina Un miglioramento della funzione genocosmesi e nutrigenomica 13 Alterazione della funzione di una proteina A1 A A A1 genocosmesi e nutrigenomica 14 Nessun effetto sulla proteina A A A1 genocosmesi e nutrigenomica 15 Un miglioramento della funzione A A A1 genocosmesi e nutrigenomica 16 DO SNPs CAUSE DISEASES? -SNP DON’T CAUSE DISEASE. -THEY MAY HELP DETERMINE THE LIKELIHOOD THAT SOMEONE WILL DEVELOP A PARTICULAR DISEASES OR RESPOND IN A PARTICULAR WAY TO A DRUG, NUTRIENT OR AN ENVIRONMENTAL FACTOR. Nutrigenomic 17 DO SNPs CAUSE DISEASES? -A person’s genetic predisposition will never change. -What can be altered is the environmental, biochemical, and physiological factors that influence the expression of those genes. Nutrigenomic 18 DO SNPs CAUSE DISEASES? -The phenotypic expression of SNPs can frequently be modified through targeted dietary and lifestyle choices, clinical nutrition, and judicious pharmacological intervention. Nutrigenomic 19 Sequence Variations Nutrigenomic 20 EXAMPLE: Polymorphisms and breast cancer Catechol-O-Methyltransferase (COMT) COMT inactivates steroide metabolites SNP: Met158Val 400% reduction of the enzyme activity (Met/Met vs. Val/Val) Reduced metabolism of estrogen Accumulation of estrogen-active metabolits (zB. 4-OH-Estron) Increased endogenous estrogene concentration in the tissue Increased breast cancer risk Nutrigenomic 21 Functional genomics Genome sequencing Nutrigenomic 22 NUTRIGENOMICA ED EPIGENETICA 1. Componenti nutrizionali sono in grado di alterare l’espressione genica o la struttura del genoma ambiente geni nutrizione stile di vita 2. L’influenza della dieta sulla salute dipende dal “profilo genetico” individuale 3. I geni, la cui espressione è regolata dall’alimentazione, hanno un ruolo malattia importante nell’emergenza e nella gravità di patologie cronico-degenerative 5. Lo studio del genotipo individuale può fornire al CLINICO una terapia dietetica, per il singolo individuo, in grado di prevenire o ritardare l’insorgenza di patologie correlate all’alimentazione. Nutrigenomic 23 Genetic individuality and environmental factors Genetic Variety and Environmental factors interact ! HEALTHY CONDITION BAD and GOOD Genetic and Environmental factors are balanced ! Nutrigenomic 24 Genetic individuality and environmental factors Genetic Variety and Environmental factors interact ! UNFAVOURABLE CONDITION BAD and GOOD Genetic and Environmental factors are imbalanced ! Nutrigenomic 25 Genetic individuality and environmental factors Genetic Variety and Environmental factors interact ! „BAD“ and „GOOD“ factors are balanced again! Nutrigenomic 26 Genetic Health Program FLY DNA’S TEST Analisi del proprio profilo genetico (= valore aggiunto) Report con l’indicazione degli interventi sul proprio life style e degli integratori da suggerire al cliente AZIONE PREVENTIVA ed ANTI-AGING scientifica, personalizzata, qualitativamente al top Nutrigenomic 27 Cosa significa salute intestinale ? Un ecosistema intestinale in equilibrio… Microbiota Epitelio Sistema immunitario Cosa significa salute intestinale ? Un ecosistema intestinale in equilibrio.. Che possa assicurare le funzioni intestinali Funzioni intestinali Le funzioni digestive Le funzioni immunitarie Le funzioni di informazione e di regolazione sistemica “Qualsiasi progresso della gastroenterologia nei prossimi 10 anni dovrà passare dalla conoscenza e dal controllo della permeabilità intestinale”. Prof. A. Gasbarrini – Cattedra di Epatologia e Gastroenterologia del Policlinico Gemelli di Roma – Congresso FISMAD 2012 “Simposio sulla Funzione di Barriera Intestinale” La funzione di barriera intestinale rappresenta un obiettivo terapeutico prioritario Diregolazione risposta immunitaria Aumento rischio CV Infiammazione Disregolazione metabolica LEAKY GUT SYNDROM E AGING PRECOCE Disturbi neurologici Obesità Reazioni non tossiche Reazioni non tossiche Allergie alimentari (reazioni immunologiche) Intolleranze alimentari (reazioni non immunologiche) IgE mediate Enzimatiche Non IgE mediate Farmacologiche Indefinite COS’È IL LATTOSIO? Il lattosio è uno zucchero contenuto nel latte ed in tutti i suoi derivati, ed è composto da due particelle più piccole, il glucosio ed il galattosio. DIVERSI TIPI DI IPO-LATTASIA O DEFICIT DI LATTASI IPOLATTASIA PRIMARIA: i livelli di lattasi nell’intestino sono massimi alla nascita ma, dopo lo svezzamento, l ’ espressione dell’enzima subisce una graduale e progressiva riduzione (fino al 75-90%) IPOLATTASIA CONGENITA: rara condizione autosomica recessiva, caratterizzata da grave manifestazione diarroica con feci acquose sin dalla prima assunzione di latte da parte del neonato e persiste per tutta la vita IPOLATTASIA SECONDARIA: si verifica, invece, quando un danno della mucosa del tenue provoca un temporaneo deficit di lattasi (es. malattia celiaca, il morbo di Crohn, infezioni batteriche o virali o parassitarie, trattamenti farmacologici) PREVALENZA DELL’INTOLLERANZA E MALASSORBIMENTO DEL LATTOSIO Nazione Prevalenza Svezia 2% Inghilterra 5–15% Svizzera 10% Finlandia 17% Austria 15‐20% Germania 15% Francia 17% nord, 65% sud Italia 52% nord, 29% centro, 70% sud India 20% Portogallo 35% Mongolia 87.9% Cina 95% Vesa TH et al. J Am Coll Nutr 2000; 19:165S-75 PREVALENZA DELL’INTOLLERANZA E MALASSORBIMENTO DEL LATTOSIO Misselwitz B et al. UEG Journal 2013; 0:1-9 PREVALENZA DELL’INTOLLERANZA E MALASSORBIMENTO DEL LATTOSIO Nazione Prevalenza Svezia 2% Inghilterra 5–15% Svizzera 10% Finlandia 17% Austria 15‐20% Germania 15% Francia 17% nord, 65% sud Italia 52% nord, 29% centro, 70% sud India 20% Portogallo 35% Mongolia 87.9% Cina 95% Vesa TH et al. J Am Coll Nutr 2000; 19:165S-75 FISIOPATOLOGIA DEL MALASSORBIMENTO DEL LATTOSIO Di Stefano M. Rivista Società Italiana di Medicina Generale 2012; 5:40-45 Meccanismo patogenetico L'intestino non può assorbire il lattosio così com'è, ma deve prima spezzarlo nei suoi due componenti base e questo compito è assolto dalla lattasi. In assenza dell'enzima, il lattosio resta indigerito nell'intestino ed è attaccato da batteri e altri microrganismi, i quali lo fermentano producendo scorie che causano i sintomi, come la nausea o i gas (metano, idrogeno). 40 MANIFESTAZIONI CLINICHE DELL’INTOLLERANZA AL LATTOSIO DIARREA ADDOMINALGIE CRAMPIFORMI METEORISMO/GONFIORE FLATULENZA L’intolleranza al lattosio, presunta o reale, comporta da parte dei pazienti l’esclusione spontanea dalla dieta del latte e dei suoi derivati. CARENZE NUTRIZIONALI COME FARE DIAGNOSI DI INTOLLERANZA AL LATTOSIO? DOSAGGIO BIOCHIMICO DELLA LATTASI TEST INVASIVI TEST RAPIDO LATTASI SU MUCOSA DUODENALE TEST NON H2 BREATH TEST INVASIVI TEST GENETICO Misura l’aumento dell’H2 nel respiro dopo l’introduzione di lattosio Intestino Tenue TESTS NON INVASIVI: H2 BREATH TEST Acqua Lattosio Escrezione di H2 >20 ppm dopo almeno 30 minuti dall’ingestione di lattosio Colon Batteri Accresciuta motilità Fermentazione SCFA, CH4, H2, CO2 Irritazione SNP ACTION MECHANISM The SNP that creates lactose intollerance. 9000 years ago a mutation occured in North Europe that modified the gene lactase hydrolasi (locus LCH) expression. We now know that there are almost 11 polymorphisms but only the SNP C13910T, located 14 kb above gene LCH, is strongly linked to lactose intolerance. Aplotype A impacts on lactose intollerance: 40 % of the same population in ITALY. 44 TESTS NON INVASIVI: CONFRONTO H2 BREATH TEST TEST GENETICO Test lungo (3-4 ore) Test Rapido Difficile da utilizzare nel bambino Di facile esecuzione anche nel bambino Basso Costo Medio-Basso Costo Falsi positivi: transito intestinale accelerato, SIBO Falsi positivi: raramente nei caucasici (<5%) Falsi negativi: non H2 produttori (flora metanogenica) Falsi negativi: malassorbimento secondario del lattosio Clin Chim Acta. 2007 Aug;383(1-2):91-6. Epub 2007 May 10. Hydrogen breath testing versus LCT genotyping for the diagnosis of lactose intolerance: a matter of age? Kerber M, Oberkanins C, Kriegshäuser G, Kollerits B, Dossenbach-Glaninger A, Fuchs D, Ledochowski M. METHODS: ….. hydrogen breath testing (HBT) and LCT genotyping by polymerase chain reaction and reverse-hybridisation were performed in parallel. RESULTS: The coincidence between a genotype suggesting lactase non-persistence (lactose intolerance) and a positive HBT result was almost perfect (97.4% for LCT-13910 C/T and 100% for LCT-22018 G/A). CONCLUSION: Genetic analysis of LCT-13910 C/T and LCT-22018 G/A is a good indicator for the presence of lactose intolerance. Because age, as well as a number of secondary causes (e.g. celiac disease), can influence HBT results, it is useful to combine HBT and genetic analysis in the diagnostic assessment of IBS. 46 Br J Nutr. 2010 Sep;104(6):900-7. doi: 10.1017/S0007114510001297. Epub 2010 Apr 19. Excellent agreement between genetic and hydrogen breath tests for lactase deficiency and the role of extended symptom assessment. Pohl D, Savarino E, Hersberger M, Behlis Z, Stutz B, Goetze O, Eckardstein AV, Fried M, Tutuian R. Abstract Clinical manifestations of lactase (LCT) deficiency include intestinal and extra-intestinal symptoms. Lactose hydrogen breath test (H2-BT) is considered the gold standard to evaluate LCT deficiency (LD). Recently, the single-nucleotide polymorphism C/T(-13910) has been associated with LD. In conclusion, genetic testing has an excellent agreement with the standard lactose H2-BT, and it may replace breath testing for the diagnosis of LD. Extended symptom scores and assessment of extraintestinal symptoms have limited diagnostic value in the evaluation of LD. 47 Rev Med Chil. 2012 Sep;140(9):1101-8. doi: 10.1590/S0034-98872012000900001. [Comparative performance of symptoms questionnaire, hydrogen test and genetic test for lactose intolerance]. Rollán A, Vial C, Quesada S, Espinoza K, Hatton M, Puga A, Repetto G. Source: Unidad de Gastroenterología, Departamento de Medicina, Facultad de Medicina, Universidad del Desarrollo-Clínica Alemana, Santiago, Chile. [email protected] AIM: To compare diagnostic yield of genetic test, hydrogen (H2) expiratory test and a validated symptomatic structured survey (SS). MATERIAL AND METHODS: Patients submitted to H2 test answered a historic (anamnestic) and current SS (after the ingestion of 25 g of lactose). A blood sample was obtained for determination of genetic polymorphisms C/T_13910, C/G_13907 and G/A_22018 by polymerase chain reaction. CONCLUSIONS: Genotype C/C_13910 is responsible for hypolactasia in this population. H2 and genetic tests are simple and similarly accurate to diagnose lactose intolerance in adults. 48 Aliment Pharmacol Ther. 2012 Feb;35(4):429-40. doi: 10.1111/j.13652036.2011.04962.x. Epub 2011 Dec 28. Meta-analysis: the diagnostic accuracy of lactose breath hydrogen or lactose tolerance tests for predicting the North European lactase polymorphism C/T-13910. Marton A, Xue X, Szilagyi A. Source: Department of Medicine, MUHC, Montreal General Hospital, McGill University School of Medicine, Montreal, QC, Canada. BACKGROUND: The diagnostic accuracy of two indirect tests of lactose digestion, lactose breath hydrogen and lactose tolerance tests, have not been systematically reviewed for comparison with available publications on genotype. AIM: To perform a meta-analysis of available studies that compares the north-European genetic polymorphism C/T-13910 with the lactose breath hydrogen and the lactose tolerance tests, to determine their ability to predict geno/phenotype relationships. CONCLUSION: The diagnostic accuracy of both tests individually reflects expected geno/phenotypes when the populations are well defined. 49 Acta Cir Bras. 2013;28 Suppl 1:77-82. Comparison of Quick Lactose Intolerance Test in duodenal biopsies of dyspeptic patients with single nucleotide polymorphism LCT-13910C>T associated with primary hypolactasia/lactasepersistence. Mattar R, Basile-Filho A, Kemp R, dos Santos JS. Source:Department of Gastroenterology, School of Medicine, University of São Paulo, Ribeirão Preto, SP, Brazil. Abstract To analyze the usefulness of Quick Lactose Intolerance Test in relation to the genetic test based on LCT-13910C>T genotypes, previously validated for clinical practice, for primary hypolactasia/lactase-persistence diagnosis. CONCLUSION: Quick test is highly sensitive and specific for hypolactasia diagnosis and indicated those patients with symptoms of lactose intolerance. 50 Dig Liver Dis. 2011 Aug;43(8):623-31. Discovering genetic variants in Crohn's disease by exploring genomic regions enriched of weak association signals. D'Addabbo A1, Palmieri O, Maglietta R, Latiano A, Mukherjee S, Annese V, Ancona N. AIMS: To identify genes weakly involved in disease predisposition by analysing chromosomal regions enriched of single nucleotide polymorphisms with modest statistical association. RESULTS: The cytoband enrichment analysis highlighted 44 regions (P≤0.05) enriched with single nucleotide polymorphisms significantly associated with the trait including 23 out of 31 previously confirmed and replicated genes. Importantly, we highlight further 20 novel chromosomal regions carrying approximately one hundred genes/loci with modest association. Amongst these we find compelling functional candidate genes such as MAPT, GRB2 and CREM, LCT, and IL12RB2. CONCLUSION: Our study suggests a different statistical perspective to discover genes weakly associated with a given trait. 51 J Bone Miner Res. 2004 Jan;19(1):42-7. Genetic predisposition for adult lactose intolerance and relation to diet, bone density, and bone fractures. Obermayer-Pietsch BM, Bonelli CM, Walter DE, Kuhn RJ, FahrleitnerPammer A, Berghold A, Goessler W, Stepan V, Dobnig H, Leb G, Renner W. Evidence that genetic disposition for adult lactose intolerance significantly affects calcium intake, bone density, and fractures in postmenopausal women is presented. PCR-based genotyping of lactase gene polymorphisms may complement diagnostic procedures to identify persons at risk for both lactose malabsorption and osteoporosis. The LCT(T/C-13910) polymorphism is associated with subjective milk intolerance, reduced milk calcium intake, and reduced BMD at the hip and the lumbar spine and may predispose to bone fractures. Genetic testing for lactase deficiency may complement indirect methods in the detection of individuals at risk for both lactose malabsorption and osteoporosis. 52 Metabolism. 2013 Sep;62(9):1323-9. doi: 10.1016/j.metabol.2013.04.006. Epub 2013 May 3. The lactase persistence genotype is associated with body mass index and dairy consumption in the D.E.S.I.R. study. Lamri A1, Poli A, Emery N, Bellili N, Velho G, Lantieri O, Balkau B, Marre M, Fumeron F. Abstract - Those with the LP genotype (frequency: 78.5%) had a higher dairy product consumption, at inclusion and at year-9 (P<0.001). They also had a higher BMI at both time points (difference=0.3kg/m(2), P=0.05), but this effect was restricted to medium/high dairy product consumers (difference=0.5kg/m(2), P=0.006). This genotype was also associated with the metabolic syndrome (IDF definition), but this association disappeared after adjustment for BMI. In the whole population, the C allele was associated with a higher prevalence of impaired fasting glycemia and/or type 2 diabetes. CONCLUSIONS - The lactase persistence genotype was shown to be associated with a higher BMI in a longitudinal study, mainly in those consuming high amounts of dairy products. The association of the C allele, responsible for lactase non-persistence, with the risk of hyperglycemia needs to be replicated. 53 QUALE TERAPIA PER L’INTOLLERANZA AL LATTOSIO? La terapia deve avere come obiettivo un miglioramento del quadro sintomatologico ELIMINARE O RIDURRE IL LATTOSIO NELLA DIETA Carenze nutrizionali: non sono più soddisfatti i fabbisogni giornalieri di calcio Alterata mineralizzazione ossea in età giovanile Il latte è un fattore protettivo per il cancro del colon retto Osteoporosi QUALE TERAPIA PER L’INTOLLERANZA AL LATTOSIO? Fonti Nascoste di Lattosio Il lattosio è presente anche come additivo negli alimenti e nei farmaci: addirittura in più del 20% dei farmaci che richiedono ricetta medica e nel 6% circa dei farmaci da banco, e anche negli integratori alimentari Una più pratica e semplice alternativa è rappresentata dall’utilizzo di INTEGRATORI ALIMENTARI A BASE DI LATTASI Eur J Clin Nutr. 2012 Dec;66(12):1364-5. doi: 10.1038/ejcn.2012.153. Association between celiac disease and primary lactase deficiency. Basso MS1, Luciano R, Ferretti F, Muraca M, Panetta F, Bracci F, Ottino S, Diamanti A. Primary lactase deficiency (PLD) is a common inherited condition caused by a reduced activity of lactase. Two single-nucleotide polymorphisms C/T(13910) and G/A(-22018) upstream of the lactase gene are associated with lactase nonpersistence. In celiac disease (CD) patients, lactose intolerance could be due to secondary lactase deficiency and to PLD. The aim of this study were to evaluate the association of PLD and CD using genetic test, and to define the prevalence of PLD in celiac subjects compared with a control population. A total of 188 controls and 92 biopsy-proven CD patients were included in the study. More than 70% of all subjects were found homozygous for the polymorphisms. Differences in the prevalence of PLD were not found between CD patients and controls. In conclusions, the hereditary lactase deficiency is frequent in Italian CD children as in control population Celiachia L’enteropatia da glutine o malattia celiaca è una sindrome clinica caratterizzata dall’atrofia della mucosa duodeno-digiunale provocata dalla presenza di glutine nella dieta, e reversibile con l’esclusione di esso, in particolari soggetti geneticamente predisposti Cosa è la Celiachia? “intolleranza” permanente al glutine complesso proteico presente in avena, frumento, farro, kamut, orzo, segale, spelta e triticale In Italia l’incidenza di questa patologia è stimata in un soggetto ogni 100/150 persone Ogni anno vengono effettuate cinque mila nuove diagnosi ed ogni anno nascono 2.800 nuovi celiaci, con un incremento annuo del 9% Il morbo celiaco Prevalenza notevole Sottostima diagnostica : In passato : 1/2000 Oggi : 1/100 ‐ 300 Grano È composto dalle seguenti proteine: albumine, globuline, gliadine, gluteine GLIADINE + GLUTENINE = GLUTINE 80-90% di tutte le proteine del grano GLIADINE alla categoria delle prolamine, come le altre proteine tossiche per i celiaci: secalina della segale ordeina dell’orzo Cosa avviene? Il sistema immunitario di questi soggetti riconosce il glutine come sostanza pericolosa e instaura una risposta abnorme Il contatto del glutine con la parete intestinale attiva meccanismi immunologici complessi non IgE dipendenti a seguito di cui i linfociti T liberano sostanze tossiche per le cellule intestinali, danneggiandole Quel che deriva è che la mucosa intestinale piano piano va in atrofia I villi si appiattiscono (in senso cranio-caudale); gli enterociti assumono forma cuboidale anziché cilindrica ed aumentano i linfociti nel lume intestinale Tutto ciò determina malassorbimento ingravescente con carenze nutrizionali ed energetiche. Si ha deperimento, deficit vitaminici, carenze di ferro, di calcio e di altri oligoelementi La mucosa intestinale si ricostruisce in almeno 6 mesi da quando viene intrapresa una dieta priva di glutine Forme cliniche della malattia • TIPICA: diarrea e arresto di crescita (esordio subito dopo lo svezzamento) • ATIPICA: esordio tardivo con sintomatologia sia intestinale, sia extra-intestinale (es: anemia) • SILENTE: assenza di sintomatologia eclatante • POTENZIALE: esami sierologici positivi, ma biopsia intestinale normale La Celiachia nell’adulto • La malattia si presenta spesso in maniera sfumata o viene riscontrata casualmente • Si manifesta frequentemente con sintomi aspecifici quali anemia • In minor numero di casi vi è comparsa di sintomatologia addominale classica Manifestazioni cliniche nell’adulto Sintomi gastrointestinali • • • Diarrea Dolore e distensione addominale Anoressia Sintomi extraintestinali • • • • • • • Anemia Osteoporosi (Ca2+) Crampi muscolari (K+) Neuropatie periferiche Disordini apparato riproduttivo Dermatite erpetiforme Alopecia “Gluten Sensitivity” La Gluten Sensitivity, definita anche sensibilità al glutine non celiaca, è una sindrome caratterizzata da molteplici sintomi intestinali e/o extraintestinali che si manifestano in breve tempo dopo l’assunzione di glutine e che migliorano o scompaiono dopo l’eliminazione del glutine in soggetti in cui è stata esclusa la diagnosi di celiachia sulla base della negatività della sierologia e/o della dimostrazione di una mucosa intestinale normale, nonché la diagnosi di allergia al grano mediante negatività di IgE e Prick test specifici per il grano. LA PRIMA DIMOSTRAZIONE DI SENSIBILITA’ AL GLUTINE Sensibilità al glutine senza evidenza di celiachia Cooper BT et al. Gastroenterology 1980 Otto donne con quadro clinico di dolori addominali e diarrea che presentavano scomparsa dei sintomi dopo dieta aglutinata e ripresa degli stessi sintomi dopo challenge con glutine sia in aperto che in doppio cieco La sintomatologia non regrediva con la sola dieta priva di lattosio La biopsia duodenale mostrava mucosa normale o alterazioni minime Assenza di alterazioni del sistema immunitario Gli autori concludevano che queste otto pazienti avevano una diarrea da sensibilità al glutine senza evidenza di celiachia June 21, 2011 Session: Gluten sensitivity Chairs Katri Kaukinen, FI – Bana Jabri, US Joe Murray, US Introduction Detlef Schuppan, US Molecular basis of wheat induced innate immune responses Jessica Biesikierski, AU Self-diagnosis of non-coeliac gluten intolerance by Australian adults Margit Brottveit, NO Influence of personality on gluten induced symptoms in coeliac disease and non-coeliac gluten intolerance. Umberto Volta, IT Serological tests in gluten sensitivity (non celiac gluten intolerance) Anna Sapone, IT Antibodies against alpha gliadin (AGA) and deamidated gliadin peptides (DGP) in patients with autistic spectrum disorder (ASD) Nuove conoscenze sulla “Gluten Sensitivity (GS)” La GS è una realtà emergente caratterizzata da sintomi simli a quelli della sindrome dell ’ intestino irritabile (dolore e gonfiore addominale e diarrea/alvo alterno) e sintomi extraintestinali (prevalentemente neurologici) che si manifestano subito dopo l’assunzione di glutine I sintomi migliorano o scompaiono dopo eliminazione del glutine per ripresentarsi altrettanto rapidamente se il glutine viene reintrodotto nella dieta La GS è più frequente negli adulti che nell’infanzia Alterazioni neuromuscolari della parete intestinale ed il microbioma intestinale sembrano avere un ruolo determinante nello scatenamento dei sintomi Volta U Nat Rev Gastroenterol Hepatol 2012 Nuove conoscenze sulla Gluten Sensitivity Volta U, Nat Rev Gastroenterol Hepatol 2012 How is Celiac Diagnosed? First, a blood test. Then, a biopsy. Il protocollo diagnostico si effettua mediante dosaggi sierologici: • Dosaggio degli anticorpi antigliadina (AGA-IgA e IgG) è l’esame fino ad oggi più impiegato. Poco specifico • Dosaggio degli anticorpi antiendomisio (EMA) : esame molto sensibile e specifico, risente della esperienza dell’operatore • Dosaggio degli anticorpi anti- transglutaminasi (IgA): ultimo nato fra gli esami. Molto sensibile e specifico, automatizzato • Biopsia intestinale: è l’esame per la diagnosi definitiva But It’s Tough, Man It’s hard to get to a celiac diagnosis because the symptoms are the same as many other conditions. For every person diagnosed with celiac, 80 may be going undiagnosed. Coeliac disease Can genotyping help to diagnose coeliac disease? Genetica nella Gluten Sensitivity % 100 90 80 70 60 50 40 30 20 10 0 Gluten sensitivity Celiachia Popolazione generale DQ2/DQ8 DQ2/DQ8 Volta U et al, J Clin Gastroenterol 2011 DQ2/DQ8 Si nasce o si diventa celiaci? Chi è geneticamente predisposto diventa celiaco, ma solo dopo l’introduzione del glutine con l’alimentazione Da diversi anni si conosce il marcatore genetico della predisposizione alla celiachia (sistema HLA geni DQ2-DQ8) Difficult diagnosis Asymptomatic patients: relatives Moderate histological lesions (Marsh 1-2) Positive Ab without histological lesion: not perfectly specific Gluten free diet before intestinal biopsy Usefulness of HLA genotyping? HLA e CELIACHIA L’85 % dei celiaci ha l’HLA DQ2, il 10% il DQ8: Associazione di linkage o ruolo patogenetico dell’HLA? 1 0201 1 0501 HLA DQ2/DQ8 are more frequent in female Female: 94% vs 85% in males (P = 1.6 × 10−3) NPV: 99.1% in female and 90.5% in males Majority of the DQ2/DQ8 negative cases were male DQ2/DQ8 transmission is more frequent from fathers to daughters (P = 0.02): 61% of female patients 42% of male patients Megiorni. Am J Gastroenterol. 08 HLA: an excellent NPV Kaukinen. AM J Gastroenterol. 02 3 risk groups Low risk: HLA-DQ2 negative (DQ2.5 and DQ2.2) Intermediate risk: Homozygous for HLA-DQ2.2 Heterozygous for HLA-DQ2.5 Heterozygous for HLA-DQ2.2 High risk for: Homozygous for HLA-DQ2.5 Composite heterozygote HLA-DQ2.5/DQ2.2 PLoS One. 2012;7(10):e48403. doi: 10.1371/journal.pone.0048403. Epub 2012 Oct 31. HLA and celiac disease susceptibility: new genetic factors bring open questions about the HLA influence and genedosage effects. Medrano LM, Dema B, López-Larios A, Maluenda C, Bodas A, López-Palacios N, Figueredo MÁ, Fernández-Arquero M, Núñez C. Abstract Celiac disease (CD) is a chronic inflammatory disorder triggered after gluten ingestion in genetically susceptible individuals. The major genetic determinants are HLADQA1*05 and HLA-DQB1*02, which encode the DQ2 heterodimer. 82 J Pediatr Gastroenterol Nutr. 2013 Apr;56(4):428-30. doi: 10.1097/MPG.0b013e31827913f9. Human leukocyte antigen DQ2.2 and celiac disease. Mubarak A, Spierings E, Wolters V, van Hoogstraten I, Kneepkens CM, Houwen R. Abstract Patients with celiac disease (CD) lacking both human leukocyte antigen (HLA)-DQ2.5 in cis (DQA1*05:01, DQB1*02:01) or trans (DQA1*05:05, DQB1*02:02) configuration and HLA-DQ8 (DQA1*03:01, DQB1*03:02) are considered to be rare. Therefore, absence of these genotypes is commonly used to exclude the diagnosis of CD. To investigate whether this approach is justified, the HLA-distribution in 155 children with CD was studied. A total of 139 (89.7%) patients carried HLA-DQ2.5. Of the remaining patients, 7 (4.5%) carried HLA-DQ8. Interestingly, the 9 (5.8%) patients lacking HLA-DQ2.5 and HLA-DQ8 carried HLA-DQA1*02:01 and -DQB1*02:02 (HLA-DQ2.2). Therefore, HLA-DQ2.2 should be included as an important HLA-type related to CD 83 First coeliac disease GWAS 778 patients, 1422 controls, 310 605 SNP 4q27 SNP rs13119723: English, dutch and irish populations: p=2x10-7 Meta-analysis: p=4.8x10-11 Replication in UK and scandinavian populations Van Heel. Nat Genet. 07 First coeliac disease GWAS Several genes in high level of linkage disequilibrium: KIAA1109: unknown function Adenosine deaminase domain containing 1 (ADAD1) Interleukin2 (IL2): T cell activation and proliferation IL21: B, T and NK cells proliferation and IFN production Also linked to type 1 diabetes and rheumatoid arthritis Van Heel. Nat Genet. 07 Follow-up of Coeliac GWAS Genotyping of 1020 non-HLA SNP In Dutch, Irish and UK collections Meta-analysis of 2410 cases vs 4828 controls 7 new significant regions Hunt. Nat Genet. 08 Regions of the coeliac GWAS In 5’ region of regulator of G protein signalling 1 (RGS1): Regulation of G protein signalling activity 3p21: CCR3 and CCR5 3q25–2: IL12A cytokine subunit 6q25: TAGAP: a T cell activation GTPase activating protein 3q28: Lim domain containing preferred translocation partner in lipoma (LPP): not immune? 2q11–12: IL1RL1, IL18R1, IL18RAP and solute carrier SLC9A4 12q23: SH2B3 TNFAIP3 REL Hunt. Nat Genet. 08 Trynka. Gut. 09 Non-HLA genes: a new diagnostic tool? Romanos. Gastroenterology. 09 The tested SNPs Romanos. Gastroenterology. 09 Non HLA genes increase CD risk 7.5% of HLA DQ2 positive cases are reclassified if ≥ 13 non HLA alleles Sensitivity increases from 46.6 to 49.5% Specificity decreases from 93.6% to 92.8% Romanos. Gastroenterology. 09 La dieta senza glutine è al momento attuale l’unica terapia per la celiachia • Scopi della dieta: migliorare le condizioni della mucosa intestinale ed eliminare il malassorbimento eliminare i sintomi prevenire le complicanze Dove si trova il glutine ? frumento segale orzo farro avena Dove non si trova il glutine ? alimenti privi di glutine Alimenti privi di glutine , Mais, Legumi www.farmacialoreto.it/ Summary of histamine-mediated symptoms. Maintz L , and Novak N Am J Clin Nutr 2007;85:1185-1196 ©2007 by American Society for Nutrition Dieta povera d‘istamina, amine biogene, alcoolici per 3-4 settimane istaminoliberatori, Antiistaminici, in dose almeno doppia del normale per 3-4 settimane e profilatticamente prima dei pasti fuori di casa (Non sempre efficace, perchè gli AI non hanno effetto sui recettori delle amine biogene!) Una novità: Sostituzione della DAO Nuova Terapia: L‘enzima DAO incapsulato, ottenuto da un estratto di rene suino, é resistente agli acidi gastrici e passa direttamente nell‘intestino, dove viene liberato La sostituzione con una capsula di DIAMMINOSSIDASI aumenta la degradazione dell‘istamina entro 20 minuti e migliora significativamente i sintomi dovuti all‘istamina Interaction between genes and the environment GENE ENVIRONMENT In 100 years drastic changes in lifestyle and diet diet can be a risk factor for disease 1908 The first association between a specific food intake and disease dates back to 1908 when it was discovered that rats fed on eggs, milk and meat developed with regard to human arterial lesions similar to atherosclerosis. Am J Clin Nutr. 2012 May;95(5):1254-60. doi: 10.3945/ajcn.111.016543. Epub 2012 Apr 4. Analyses of single nucleotide polymorphisms in selected nutrient-sensitive genes in weight-regain prevention: the DIOGENES study. Larsen LH, Angquist L, Vimaleswaran KS, Hager J, Viguerie N, Loos RJ, HandjievaDarlenska T, Jebb SA, Kunesova M, Larsen TM, Martinez JA, Papadaki A, Pfeiffer AF, van Baak MA, Sørensen TIa, Holst C, Langin D, Astrup A, Saris WH. BACKGROUND: Differences in the interindividual response to dietary intervention could be modified by genetic variation in nutrient-sensitive genes. OBJECTIVE: This study examined single nucleotide polymorphisms (SNPs) in presumed nutrientsensitive candidate genes for obesity and obesity-related diseases for main and dietary interaction effects on weight, waist circumference, and fat mass regain over 6 mo. CONCLUSION: The observed effects of SNP-diet interactions on weight, waist, and fat mass regain suggest that genetic variation in nutrient-sensitive genes can modify the response to diet. This trial was registered at clinicaltrials.gov as NCT00390637. Interaction between gene and environment Impossibile v isualizzare l'immagine. BMI Obesogentic environment Healthy environment Resistence Predisposition Adapted by Ravussin and Bouchard, 2000 UCP2 and UCP3 Nutr Res. 2011 Apr;31(4):255-61. Uncoupling protein 1 gene -3826 A/G polymorphism is associated with weight loss on a shortterm, controlled-energy diet in young women. Nagai N, Sakane N, Kotani K, Hamada T, Tsuzaki K, Moritani T. Abstract Uncoupling protein 1 (UCP1) plays an important role in thermogenesis in brown adipose tissue. Previously, we reported an association between -3826 A/G single-nucleotide polymorphism (SNP) in the promoter of UCP1 gene and lower thermogenesis in young women, suggesting this SNP has an adverse effect on the regulation of energy balance. Based on the hypothesis that this SNP (G allele) may have resistance against diet-induced weight loss, we examined its effects on anthropometric and metabolic responses to short-term, controlled-energy diet in young women. Seventeen lean women (20.9 ± 0.2 years; body mass index, 22.1 ± 0.5 kg/m(2)) were fed a controlled-energy diet (5.0 MJ/d, 62% carbohydrate, 19% protein, and 19% fat) administered by dietitians for 2 weeks. Clinical measurements were determined at baseline and after the dietary intervention. The subjects' physical activity was obtained using pedometers and self-reporting. The thermoregulatory sympathetic nervous system was evaluated using heart rate variability power spectral analysis. Upon the completion of the intervention, subjects were genotyped using an allele-specific DNA primer assay and results compared with their clinical measurements focusing on with or without the G allele. After dietary intervention, G allele subjects (A/G + G/G, n = 10) showed significantly smaller changes in body weight, body mass index, and waist circumference compared with A/A genotype subjects (n = 7). Similar changes were observed in parameters regarding glucose or lipid metabolism in both groups. These results suggest that the UCP1 gene -3826 G allele may result in smaller weight loss after a short-term, controlled-energy diet in young, lean women. J Endocrinol Invest. 2009 Jun;32(6):525-9. Epub 2009 Mar 26. UCP1 -3826 AG+GG genotypes, adiponectin, and leptin/adiponectin ratio in severe obesity. Labruna G, Pasanisi F, Nardelli C, Tarantino G, Vitale DF, Bracale R, Finelli C, Genua MP, Contaldo F, Sacchetti L. BACKGROUND AND AIMS: Non-alcoholic fatty liver disease (NAFLD) and metabolic syndrome (MS) are well-recognized complications of obesity. This study was designed to evaluate the role of the UCP1 -3826 A>G polymorphism, adiponectin levels, leptin/adiponectin ratio (L/A), and main biochemical parameters in 102 unrelated severely obese adults [61 females and 41 males, median body mass index (BMI) = 47.8 kg/m2] with NAFLD, with (MS+) or without MS (MS-) from Southern Italy. CONCLUSION: In addition to traditional factors, total cholesterol and L/A ratio appear to contribute to MS characterization in severe obesity. Furthermore, the UCP1 (AG+GG) genotypes and low adiponectin levels could predispose to a more severe liver steatosis independently of MS presence. Based on our data, polymorphic UCP1 (AG+GG) obese patients with low adiponectin levels appear to be high-risk subjects for worsening of liver steatosis, a NAFLD, possibly requiring a second-step evaluation by liver biopsy. CAPSAICINA ☻ Peperoncino studiata come analgesico,anticancro, antiossidante, contro obesità Luo et al Eur J Pharmacol. 2011;650:1-7 ☻ Capsaicina riduce peso/massa grassa in obesi Snitker et al Am J Clin Nutr. 2009;89:45-50;Josse et al Nutr Metab 2010;7:65; Westerterp-Plantenga et al Int J Obes.2005;29:682-688 Ludy et al Physiol Behav. 2011;102:251-258 ☻ 12 settimane 6 mg/die riduzione grasso addominale e peso Snitker et al Am J Clin Nutr. 2009;89:45-50 ☻ Capsinoidi (analoghi capsaicina)aumento tono adrenergico spesa energetica, ossidazione grasso a riposo Josse et al Nutr Metab 2010;7:65 ☻ Capsinoidi incrementano sazietà e riducono intake di grassi Josse et al Nutr Metab 2010;7:65;Westerterp-Plantenga et al Int J Obes.2005;29:682-688 104 CAPSAICINA Capsaicina aumenta la termogenesi per aumento secrezione catecolamine surrene e per attivazione SNC Termogenesi -adrenergica (abolizione con propanololo) Up-regulation di UPCs 1 e 2 La capsaicina agisce attraverso l’attivazione di TRPV1 che è espresso anche nei vasi sanguigni delle gambe (ratti) e mediano l’uptake di O2 TRPV1 è espresso negli organi sensoriali nel SNC e altri tessuti ed è coinvolto anche nella sensazione di dolore Proprietà dimagrante o anoressizzante. Sembra che essa abbia un effetto positivo sul controllo della fame, in quanto agisce sugli ormoni intestinali GLP-1 (Glucagone-Like Peptide), PYY (Peptide YY) e Grelina (l’ormone dell’appetito) e sul conseguente senso di sazietà che si avverte ad ogni fine di pasto. Ciò apporta indubbi vantaggi alle diete a basso contenuto di calorie, specie se la capsaicina viene combinata con il tè verde, come hanno dimostrato due recenti studi. Alla capsaicina così come ad altri alimenti si attribuisce la capacità di aumentare il dispendio energetico e l’ossidazione dei lipidi contribuendo così alla perdita di peso. There are five types known in mammals: UCP1 also known as thermogenin UCP2 UCP3 SLC25A27 also known as "UCP4" SLC25A14 also known as "UCP5" Nell’adipe dell’obeso, il flusso ematico diviene inadeguato in rapporto all’aumentato volume tessutale Ciò causa ipossia cellulare F. Terranova, M.D. RATIONALE SCIENTIFICO “2” Gene HIF1A, (fattore Ipossia-viscoelastico 1, unità secondaria dell'alfa). Questo gene funziona come un importantissimo regolatore della risposta cellulare e sistemica verso l'ipossia, attivando la trascrizione di numerosi geni, tra cui quelli che sono coinvolti nel metabolismo energetico, nell'angiogenesi (formazione di nuovi vasi sanguigni) nella formazione di prodotti proteici in grado di aumentare il rilascio dell'ossigeno o di facilitare l'adattamento metabolico alle condizioni ipossiche (scarsità di ossigenazione locale). HIF-1 gioca quindi un ruolo essenziale nella vascolarizzazione e nella risposta alle condizioni di ridotto apporto d’ossigeno. Ruolo protettivo svolto dalla allele T del gene HIF1A verso lo sviluppo della cellulite. Durante i periodi di eccessivo apporto calorico e nelle prime fasi di espansione del tessuto adiposo, il microambiente del tessuto adiposo diventa rapidamente ipossico, a causa della mancanza di un adeguato network vascolare; queste condizioni di ipossia causano un aumento del livello di questa molecola, che oltre a promuovere l’angiogenesi stimola la fibrosi in seno al tessuto adiposo, promuovendo una condizione di infiammazione locale, anticamera del processo di sviluppo della cellulite. Al contrario nei soggetti che portano l’allele T, questa azione pro-infiammatoria e pro-fibrotica, risulta smussata e meno evidente. In pratica i tessuti localmente rispondono con minor efficacia agli stimoli ipossici, favorendo la formazione di tessuto fibroso oltre all’attivazione di un processo infiammatorio locale, che porta via via, stadio dopo stadio, all’accentuarsi, se non si assumessero a tempo opportuno strategie preventive e/o curative, della cellulite (o panniculopatia edemato-fibro-sclerotica). J Eur Acad Dermatol Venereol. 2010 Aug;24(8):930-5. Epub 2010 Jan 6. A multilocus candidate approach identifies ACE and HIF1A as susceptibility genes for cellulite. Emanuele E, Bertona M, Geroldi D. Source: Department of Health Sciences, University of Pavia, Pavia, Italy. [email protected] BACKGROUND: Cellulite is a common complex cosmetic problem for many post-adolescent women characterised by relief alterations of the skin surface, which give the skin an orangepeel appearance. Although genetic factors have been suggested to play a role in the development of cellulite, the genetic background of this condition remains unclear. We therefore conducted a multi-locus genetic study examining the potential associations of candidate gene variants in oestrogen receptors, endothelial function/adipose tissue hypoxia, lipid metabolism, extracellular matrix homeostasis, inflammation and adipose tissue biology, with the risk of cellulite. CONCLUSIONS: This study, which demonstrates an independent role of ACE and HIF1A in predisposing to cellulite, may provide novel information on the pathophysiology of this common cosmetic problem, and offer a topic for research for novel beautification interventions. TAKE HOME MESSAGE INDIVIDUAL GENETIC VARIATIONS IMPACT ON THE ASSIMILATION AND METABOLIZATION OF NUTRIENTS UNDERSTANDING GENE-NUTRIENT INTERACTIONS WILL ALLOW: - DEVELOPMENT OF PERSONALIZED EFFECTIVE DIETS - MORE CORRECT NUTRITIONAL ADVICE -OPTIMAL NUTRITIONAL STRATEGIES -DIETS BASED ON OWN GENOTYPE Thanks www.assomediciantiaging.com e-mail: [email protected] 113
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