1 Mensile Manifestazioni Artistiche e Culturali

Mensile Manifestazioni Artistiche e Culturali
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Anno XLVII - N. 2 Febbraio 2014 - Spedizione in abbonamento postale - D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/2/2004 n.46) Art. 1, Comma 1, dcb Milano
In caso di mancato recapito restituire al mittente che si impegna a pagare la relativa tassa
ARTECULTURA
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Marco Pessa
ANIMA, ANIMALITA’ E POESIA
La moneta buona scaccia quella
cattiva recita un vecchio adagio della
teoria economica che, se riferito
all’arte, sembra doversi leggere nel
senso opposto. Spesso si constata che
l’arte cattiva scaccia quella buona
allorchè si avverte che oggi in riferimento alla pittura si diffonda una
sorta di generale stanchezza come se
la sua sovraesposizione abbia contaminato l’occhio ancor prima che la
mente dell’osservatore. C’è bisogno di
una totale rigenerazione della pittura
stessa, un suo ricongiungersi alle sue
primordiali radici dalle quali poi lungo
un processo più che millenario si è
allontanata, divenendo calcolo, teoria,
accademia, anche nelle sue varianti
più aggiornate o dirompenti.
Ma dove ricominciare ? Non certo
da una teoria, nel campo dell’arte ( e
non solo) ce ne sono state molte e
spesso tutt’altro che risolutive, ma
forse proprio da quelle sue radici
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che sembrano sperdersi nella notte dei
tempi ed a cui senza anacronismi o
primitivismi alla moda si ricongiunge
la fascinosa e seducente pittura di
Marco Pessa. In primo luogo è da
rilevare come i suoi dipinti siano
eseguiti con le sole mani senza
l’ausilio di pennelli, spatole, andando
proprio nella direzione di una pittura
che intende acquisire, riappropriarsi
della sua pura manualità, come essenza stessa della sua esistenza. Ne
consegue una pittura che si sviluppa
sulla base di una primigenia istintualità
che nel contatto con la natura apprende quel senso del magico che in
epoche lontanissime era un vitale e
necessario strumento di esistenza e
conoscenza. In queste composizioni di
Pessa la natura viene esaltata nella
sua primaria e sorgiva presenza e, al
di là del riferimento monetiano, si
riscontra soprattutto una profonda
energia spirituale che si dispiega con
vigorosa forza. Ecco pertanto come
la realtà dell’Impressionismo, superata
la fase della registrazione storiografica, per Pessa diventa il sensibile
stimolo che lo conduce a porre la sua
pittura in una personale e rigenerativa
espressione, per ritrovare quel candore, quella sfera di interiore libertà
che oggi sembra essere scomparsa da
tutti e da tutto. Ed è da questo punto di
vista che deve essere valutato lo stile
di Pessa che non è una realtà formale
o accademica, ma la quintessenza
autentica del suo porsi nei confronti
dell’arte.
Sotto questo particolare aspetto
l’arte di Pessa rivela la sua forza
interpretativa in una coerente espressione figurativa che glissa le facili
insidie della decorazione e dell’estetismo
fine a se stesso. L’artista si immerge
spiritualmente all’interno di quella
natura che dovrebbe essere il vero
limite o, almeno, il punto di
riferimento alla creatività dell’uomo.
Se l’Impressionismo ha aperto la
strada ad una nuova relazione tra
l’arte ed il paesaggio, oggi questa
relazione deve essere ulteriormente
approfondita anche dal linguaggio
artistico, non per riproporre antichi
ricettari in chiave neo-romantica o
sentimentale, ma proprio per concretizzare quella fusione tra l’ambiente, inteso non tanto come aspetto
meramente geografico quanto come
luogo in cui la persona esplica le sue
molteplici relazioni e la realtà
psicologica dell’uomo attualmente
smarrito, privo di punti di riferimenti
accolti e condivisi. E questo pare
essere il messaggio profondo che
nasce dall’opera di Pessa, dalla sua
attenta meditazione ed impegnata operosità. Creativamente l’artista da
tempo ha messo da parte schemi
prestabiliti, modellato, composizione
per esprimere con la miglior tensione
possibile quello che maggiormente lo
ispira e lo porta al confronto pittorico.
Il paesaggio, allora, diventa la sensibilissima metafora all’interno della
quale sensazioni, pensieri, desideri,
umori prendono consistenza, dalla loro
profondità fantastica e sfuggente,
diventano elementi chiarificatori nel e
del linguaggio artistico. Marco Pessa
sviluppa il suo percorso con attenta
determinazione, senza lasciarsi condizionare da formule pre-costituite
o da puri interessi mercantili, quanto
dalla volontà di esprimere sè stesso,
la sua autenticità. L’artista appartiene
a quella sfera di operatori visivi nella
quale arte e vita coincidono senza
artificiose separazioni, a partire
proprio da quella fisicità manuale che
è stata sottolineata all’inizio. Tuttavia
l’artista non si abbandona ad una
espressività assoluta, ma la controlla,
la raffina, la sviluppa con coerente
configurazione d’insieme. Molteplici
sono le sue presenze in rassegne
collettive e in mostre personali e da
tempo una significativa collaborazione
da parte dell’artista è attiva con la
Galleria Magenta di Magenta, ciò
che ha permesso alle sue opere di
agevolare e allargare il confronto con
il pubblico.
Le proposte di Pessa esprimono
il senso di una suggestiva visione pittorica, che ridefinisce i contorni di
un naturalismo spesso ancora soggiacente a riferimenti descrittivi o
analiticamente realistici. La figurazione, nel caso, di Pessa, è realtà
personale, concreta, in cui il dato
interiore si trasfigura nella forza di
una primigenia poesia, evocativa, che
si apre alla realtà del presente, alle sue
contraddizioni e sfide, a cui l’arte non
può non apportare il suo, a volte
decisivo, contributo di soluzione e
orientamento.
Teodosio Martucci
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Prototipazione rapida per la paleontologia:
la tecnologia moderna entra in campo per
una sfida ai limiti dell’impossibile.
Grazie alle tecniche di reverse engineering e
prototipazione è stato possibile realizzare una
copia di uno pterosauro triassico che da
Bergamo “prenderà il volo” per New York.
Eudimorphodon ranzii, così è chiamato il
capolavoro della natura attualmente conservato presso il Museo di Scienze Naturali
di Bergamo: si tratta di un rettile volante
vissuto nel Triassico superiore circa 220
milioni di anni fa e rinvenuto a Cene durante
le ricerche del Museo nel 1973.
Martedì 17 Dicembre, presso l’aula GEOLAB del Museo, si è tenuta la conferenza
stampa per la presentazione del progetto
davanti all’Assessore del Comune di
Bergamo Sartirani ed altri ospiti di rilievo.
Tutto è iniziato quando l’American Museum,
il più famoso museo di scienze naturali al
mondo, ha chiesto di avere una copia
dell’Eudimorphodon per la mostra
“Pterosaurus: flight in the age of dinosaurs”
all’interno di una nuova area dedicata alla
paleontologia che verrà inaugurata a Marzo
2014: non poteva di certo mancare questo
reperto, uno dei più antichi al mondo.
La fragilità del fossile tuttavia non consentiva
di realizzare un calco. Ed è qui che sono
entrate in gioco le moderne tecnologie di
reverse engineering e prototipazione.
Innanzitutto è avvenuto il rilievo tridimensionale del fossile: il tutto ha avuto luogo
all’interno del Museo, dove il reperto è stato
spostato solo di pochi metri dalla teca che lo
conserva. Agiotech BO (www.agiotech.it),
azienda leader nei rilievi tridimensionali, ha
messo in campo il suo Atos compact,
dispositivo che consente una scansione
accurata ed un altissimo grado di precisione
anche su bordi sottilli o curvature complesse
come nel caso del fossile. Senza maneggiare
l’originale è stato possibile riprodurre la copia
in 3D visibile a computer.
Il file ricavato è stato poi trasferito all’azienda
Partec di Parre BG (www.partec.it) per la
parte di prototipazione rapida. In 24 ore il
disegno 3D si è trasformato in una copia
tangibile perfettamente identica all’originale.
La tecnologia scelta per questo tipo di lavoro
è stata la stereolitografia perché garantisce
un’assoluta precisione dimensionale ed ottimi
risultati estetici, requisiti indispensabili per la
realizzazione di questo lavoro.
Anche la macchina non è stata scelta a caso:
la lavorazione è stata affidata alla Viper si2
SLA System che, tra gli impianti di stereolitografia installati in Partec è quello che
ha la migliore definizione.
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1.La copia del prezioso fossile realizzata dal laboratorio del Museo che verrà donata all’American Museum of
Natural History di New York
2.Il prototipo in stereolitografia grigia realizzato da Partec sulla base della scansione 3D fatta al pezzo originale.
Il prototipo è stato successivamente riconsegnato al Museo dove il personale esperto
ha ricavato la matrice per poter realizzare
successivamente dei calchi.
Grazie al lavoro combinato di esperti del settore
e di moderne tecnologie, si è arrivati ad ottenere
la copia paleontologica identica all’originale,
che è partita dall’aeroporto di Orio al Serio il
15 gennaio alle ore 23,20 ed è atterrato a New
York alle ore 6 di giovedì 16 gennaio
Diana Castelletti UfficioMarketing
Partec S. r. l.
Via Campignano 9
24020 Parre BG
Tel. 035705800
Mail [email protected]
Fernand Léger
LACITTA’CONTEMPORANEA
Fernand Léger, La Città, 1919, olio su tela, The Philadelphia Museum of Art, A. E. Gallatin Collection
Venezia, Museo Correr
8 febbraio - 2 giugno 2014
“Se l’espressione pittorica è cambiata, è
perché la vita moderna lo ha richiesto…La
vista dal finestrino della carrozza
ferroviaria e dell’automobile, unita alla
velocità, ha alterato l’aspetto abituale delle
cose. Un uomo moderno registra cento
volte più impressioni sensoriali rispetto a
un artista del diciottesimo secolo…La
compressione del quadro moderno, la sua
varietà, la sua scomposizione delle forme,
sono il risultato di tutto questo”. Con queste
significative parole, un vero e propiro
programma artisitico, Fernand Lèger
enunciava il suo punto di vista sulla città
moderna, quella che stava nascendo dall’
impetuoso dinamismo del XX secolo, il secolo
dell’industria, del trasporto veloce, della
meccanizazione. Questo grandioso scenario
sociale e culturale non poteva non influenzare
quelle correnti artistiche d’avanguardia che
di quel mutamento sono conseguenza e nello
stesso tempo attive protagonste.
Ed è all’interno di questo contesto che Léger
propone la sua visione della città alla quale
ora il Museo Correr di Venezia dedica
un’importante retrospettiva.
Figlio di un allevatore normanno, nel 1900 si
trasferisce a Parigi, dove lavora in uno studio
di architettura e studia alla Scuola di arti
decorative. L'evoluzione del suo stile risente
del vivace clima artistico parigino: si ispira
dapprima all'impressionismo e ai fauves
(Monelli al sole, 1907); quindi, dalla Cucitrice
del 1909-1910, alle solide costruzioni figurative
di Paul Cézanne, probabilmente già sotto
l'influsso di Georges Braque e Pablo Picasso.
La sua versione del cubismo è caratterizzata
dall'assunto che i tempi moderni sono segnati
dal "contrasto". Nelle sue opere, che a
differenza di quelle futuriste non indugiano in
scene tipicamente moderniste, i contrasti
generano vigorosi ritmi dinamici tramite il
"coordinamento simultaneo" di linee, volumi e
colori. Già con la Donna in blu, presentata al
Salon d'Automne del 1912, Léger si spinge
all'astrazione, dove pure si riconoscono ancora
tracce di personaggi, nature morte, case e
alberi. Questa ricerca raggiunge la maturazione risolutiva nel fitto ciclo dei Contrasti
di forme (1913-1914).
Nell'agosto 1914, allo scoppio della prima
guerra mondiale, Léger è richiamato alle
armi. Rimane intossicato dai gas nella città di
Verdun. Durante la convalescenza rinnova le
sue forme cubiste e si interessa al mondo
popolare delle industrie e del lavoro: l'artista si
trasforma in una sorta di "costruttore"
In questo periodo la semplificazione delle
forme giunge alle sue estreme conseguenze:
esse perdono ogni riferimento con la realtà
esterna e si trasformano in spazi uniformemente colorati e illuminati da una luce
piena. La sua arte non è una creazione
spontanea o un'intuizione improvvisa; Léger
parte da una serie di disegni e progetti ed
elabora delle varianti, prima di approdare alla
versione definitiva.
Proprio mentre giunge alla completa
dissoluzione delle forme, l'artista recupera la
figura umana, non più presenza reale o
verosimile, ma passata anch'essa attraverso
un processo di semplificazione geometrica. Il
risultato è di un rigoroso ascetismo, in cui gli
oggetti perdono consistenza materiale per
ridursi alla loro funzione simbolica.
Info 041 240 52 11
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Corrispondenza Culturale: Enti e Circoli segnalano
VERSO LA GRANDE BRERA
Milano, dal 16 dicembre 2013
Concretezza e chiarezza: questa è stata la scelta
della Direzione Regionale per i Beni culturali e
paesaggistici della Lombardia con le Soprintendenze Beni Architettonici e paesaggistici e Beni
storico artistici ed etnoantropologici di Milano,
nel gestire la prima fase delle gare per la Grande
Brera presentate a Milano l’11 dicembre 2012.
Per realizzare il ‘Progetto Grande Brera’ nella sua
interezza sono stati stimati dai 108 a 120 milioni di
euro. La disponibilità è, oggi, di poco superiore a
20 milioni, una cifra importante ma, evidentemente, insufficiente. E’stato perciò opportuno individuare alcune priorità all’interno di un quadro
d’insieme chiaro e condiviso, così da evitare sprechi, partenze incerte, dilazioni. Urgente era il
restauro delle coperture dell’intero palazzo di
Brera e, nell’ottica del ‘Progetto Grande Brera’ non
più rinviabile il restauro e l’adeguamento di Palazzo Citterio alla nuova destinazione museale. Inoltre, era essenziale creare le condizioni per l’avvio
del nucleo più rilevante del progetto che, come
noto, passa attraverso la conquista da parte dell’accademia di nuovi spazi concessi dal Ministero
della Difesa nelle caserme Magenta e Carroccio
nel comprensorio militare di Via Mascheroni. Per
questa ragione sono state finanziate ed avviate
indispensabili azioni propedeutiche quali:
l’adeguamento funzionale della Caserma Annibaldi
e il trasloco nella medesima degli archivi del Ministero della Difesa che occupavano una parte significativa dei locali, nonché le indagini
diagnostiche e il rilevamento architettonico delle
strutture destinate all’Accademia. L’impresa
vincitrice, sulle due concorrenti, è la ditta Edilerica
srl di Roma con un ribasso del 18,23% sui 890.425,99
di euro a base di gara. Info:www.studioesseci.net
LA GALLERIA DEL COSTUME DI
PALAZZO PITTI COMPIE 30 ANNI
La Galleria del Costume di Palazzo Pitti è un museo
dello Stato ed è l’unico museo nazionale di storia
della moda e del costume in Italia, parte integrante
della Soprintendenza Speciale per il Patrimonio
Storico, Artistico ed Etnoantropologico e per il
Polo Museale della città di Firenze.
Situata nella Palazzina della Meridiana annessa
a Palazzo Pitti, fu fondata nel 1983 da Kirsten
Aschengreen Piacenti partendo da un piccolo
nucleo di abiti storici di proprietà dello Stato, cui
si aggiunsero copiose e significative donazioni
che confluirono nella prima selezione espositiva
nel settembre del 1983. Significativo fu il contributo dell’Associazione Amici della Galleria del
Costume nata, alcuni mesi prima, grazie all’entusiasmo di Raffaello Torricelli, allora Presidente dell’Associazione Amici dei Musei Fiorentini. La storia della Galleria è stata segnata fino ad
oggi da un succedersi intenso di donazioni di
privati scandite da meno frequenti, ma rilevanti,
acquisti dello Stato; citarne alcuni significherebbe sminuire gli altri, ma merita una menzione speciale, la donazione del sarto teatrale Umberto
Tirelli nel 1986, costituita da circa trecento capi
storici di abbigliamento e novanta costumi di
scena, come pure fra le donazioni degli stilisti
contemporanei, quella fatta da Gianfranco Ferrè
nel 2003 di circa novanta capi. Fra gli acquisti, si
annovera una splendida collezione di bottoni dal
XVII all’inizio del XX secolo. La Galleria include
un laboratorio del restauro per una verifica di
conservazione. Info: tel. 055-290383
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E’ Mancato il
Maestro Giancarlo Cazzaniga.
La notizia della scomparsa è dello scorso 5 dicembre 2013 del grande pittore Giancarlo Cazzaniga:
Nato a Monza nel 1930 è stato uno degli esponenti
del “Realismo esistenziale” movimento artistico
nato negli anni ‘50. Attivo e presente nella vita
artistica e culturale non solo milanese, con presenze alla Biennale di Venezia nel 1962 e nel 1966.
Nuova sede per “Le Muse” a Cortina.
Alle Muse 1, il RAM metafisico, alle
Muse 2, i Capolavori dei grandi Maestri del realismo italiano.
C’è chi affronta le difficoltà del momento chiudendo i battenti. E chi invece sceglie di raddoppiare gli
sforzi. Questa è stata la scelta della Società di
Belle Arti che, in una Cortina che cerca di confermarsi la località più ambita degli amanti della
montagna, ha scelto di rinnovare gli spazi
espositivi in città. Così dal 26 dicembre al 6
gennaio, non lontano dalla storica sede de Le
Muse in corso Italia, la galleria fondata dallo stesso Giuliano Matteucci nel lontano 1968, apre le
Muse 2, nuova, ampia sede espositiva - completamente ristrutturata ed allestita su progetto firmato da Fabrizio Con falonieri dello Studio CREE di
Milano-in piazza Franceschi al civico 6, vale a dire
nel cuore dello struscio ampezzano. Parafrasando
il Principe di Salina, Matteucci afferma che “se
vogliamo che tutto rimanga com’è, bisogna che
tutto cambi”, ovvero: se non vogliamo dar ragione
alla crisi dobbiamo quindi cercare di rinnovarci.
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Nuova Tonalità per la gamma
PREFA P. 10 ispirata alla natura
Lanciata nel 2011, la gamma di colorazione PREFA
P. 10 si arricchisce di una nuova tonalità, il rosso
cotto P.10, che richiama i colori delle coperture
tradizionali italiane e ben si adatta al paesaggio
mediterraneo. La gamma cromatica realizzata con
tecnologia PREFA P. 10 si distingue dalle
colorazioni standard sia per le migliori caratteristiche di resistenza ai graffi sia per la finitura opaca
che la caratterizza. Grazie a un particolare procedimento di lavorazione, l’alluminio viene
texturizzato avvicinando le superfici ad effetti
materici naturali che richiamano, anche nei colori,
le rocce, il cotto, il laterizio. La superficie PREFA
P. 10 si contraddistingue per una resistenza superiore rispetto all’alluminio preverniciato tradizionale assicurando una maggiore protezione ai raggi
UV e ai fenomeni atmosferici estremi. Su tutte le
superfici PREFA P. 10 è presente la garanzia PREFA
di 40 anni sui materiali e sul colore.
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CIBO IMMAGINARIO
Si è conclusa al Palazzo delle Esposizioni di Roma
la mostra Il Cibo Immaginario. 1950-1970 Pubblicità e immagini dell’Italia a tavola, ideata e
curata da Marco Panella e prodotta da Artix, in
collaborazione con Coca-Cola Italia, Gruppo
Cremonini e Montana. Grande l’apprezzamento
della critica e del pubblico, che ha premiato la
mostra facendo registrare il record di 33.000
presenze in appena un mese di esposizione, un
numero che segna il successo dell’iniziativa che
per prima ha proposto al grande pubblico il linguaggio suggestivo ed emozionale della pubblicità come chiave di lettura e strumento culturale.
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Debutto di una nuova opera di
Cataldo Russo: Sogno Incompiuto
Ha debuttato, per la regia di Laura Moruzzi, giovedì 19 dicembre 2013, alle ore 10.00, nell’auditorium
del plesso scolastico dell’I.I.S. Curie/Sraffa, lo
spettacolo teatrale Sogno Incompiuto. La pièce,
messa in scena dalla compagnia Teatrale San
Cipriano, è una originalissima lezione di storia sul
nostro Risorgimento, dal Congresso di Vienna
fino al decennio successivo all’Unità d’Italia.
Uno spettacolo teatrale di grande intensità, che ha
visto impegnati ben 16 fra attori e attrici, che hanno
interpretato 28 personaggi, dall’Imperatore Francesco I, a Talleyrand, dagli artefici dei moti carbonari
di Macerata del 1817, alle Giardiniere, con figure
come la contessa Teresa Casati, Camilla Fé, Bianca Milesi, Matilde Dembowski.
Parlando di Risorgimento, non potevano mancare
i principali artefici: Mazzini, Garibaldi, Cavour, il re
Vittorio Emanuele II, e personaggi come il diplomatico inglese Gladstone, il poeta legittimista
Salvatore Di Giacomo, cafoni e briganti come
Giosafatte Tallarico.
Nell’ultimo quadro, molti dei protagonisti della
nostra Unità si ritrovano in una sorta di limbo
intenti a fare una originale e convulsiva disamina
sulle scelte di cui sono stati protagonisti, dalla
quale emergono le contraddizioni, mai risolte, sulla
nostra tormentata unità.
Settant’anni di storia sono trascorsi veloci davanti agli occhi e le menti degli studenti, dalla restaurazione delle vecchie monarchie Europee, alla divisione dell’Italia, dai moti insurrezionali alla Spedizione dei Mille.
Un lavoro molto apprezzato dagli studenti, come
hanno sottolineato gli applausi, e giudicato favorevolmente dai docenti di storia per il rigore della
ricerca e per la capacità di indagare su fatti che
spesso la storiografia ufficiale preferisce relegare
nella zona off limit del sapere.
Tutti concordi nel ritenere lo spettacolo un valido
supporto didattico per stimolare la curiosità e
l’interesse dei giovani verso la storia e la cultura.
Un encomio particolare alla regista che è riuscita
a mettere insieme ben 5 quadri e otto scene di non
facile assemblaggio, e agli attori per la bravura con
la quale hanno interpretato i personaggi.
Lo spettacolo verrà replicato nelle seguenti date:
16/01/2014, ore 11.00, auditorium dell’I.I.S. Cardano
di Milano - 30/01/2014, ore 11.00, auditorium
dell’I.T.T. Gentileschi di Milano - 13/02/2014, ore
11.00 auditorium dell’ITIS Conti di Milano -19/02/
2014, ore 9.00 e ore 11.00, Sala Wagner di Piazza
Wagner- Milano - 25/02/2014, ore 11.00 auditorium
Liceo Scientifico Vittorio Veneto di Milano
Elsa Russo
SFIORATI I 400.000 VISITATORI
ALLA COLLEZIONE
PEGGY GUGGENHEIM.
In arrivo la 4° edizione di TEMI&VARIAZIONI,
UN’IMPERDIBILE MOSTRA TRA MANIERISMO E SURREALISMO E IL PREZIOSISSIMOCONTRIBUTOADAZIMUT/H,GALLERIA
/RIVISTA DI MANZONI E CASTELLANI
Nel corso del 2013 il museo veneziano ha contato
394.253 presenze con una media giornaliera di
1.248 ospiti. Questo alto numero di visitatori include 7.656 tra studenti e insegnanti. 1.700 bambini
dei laboratori domenicali dei Kids Day e persone
che hanno visitato la collezione durante visite
speciali e istituzionali. Info:0412405404/415
Corrispondenza Culturale: Enti e Circoli segnalano
AZIONE LEGALE CONTRO IL
Pace, disarmo
MIBAC SULLE ASSEGNAZIONI
DEL F.U.S. IL FONDO UNICO PER
LO SPETTACOLO
Il MIBAC ha rigettato 23 nuove domande di
contributo presentate dai promotori dell’arte di
strada, il più nuovo, e al contempo antico, settore
dello spettacolo dal vivo. La Federazione Nazionale Arte di Strada (FNAS/AGIS) avvia un’azione legale denunciando un sistema di assegnazione ingessato, rigido ed iniquo. Necessario un
serio dibattito in vista della riforma del sistema
prevista per il 2015.
Il 23 dicembre 2013 la ‘FNAS - Federazione Nazionale Arte di Strada ‘, ha richiesto al Mibac l’accesso a tutte le pratiche istruite in sede di assegnazione dei contributi del Fondo Unico per lo Spettacolo (F.U.S. Teatro). Questo dopo che i suoi numerosi associati si sono visti rigettare 23 nuove
istanze su 24 presentate. Il Fondo unico per lo
Spettacolo ammonta a circa 411 milioni di euro. A
fronte uno spessore socioculturale sempre più
riconosciuto e di un volume considerevole di
attività, l’arte di strada riceve meno di 80.000 euro
di contributo annuo, tra istanze vecchie e nuove,
vale a dire lo 0,019 % del totale. Altro elemento
incredibile che caratterizza il trattamento ricevuto
dall’arte di strada da parte della massima istituzione culturale del nostro paese, è il fatto che i
contributi non prevedono sostegni ad artisti e
compagnie per la loro attività di esercizio e creazione artistica, ma riguardano solo la promozione di
quest’ultima, caso unico nel panorama delle
sovvenzioni allo spettacolo e fatto quantomeno
singolare(...). Il MIBAC ha manifestato ancora
una volta una scarsissima considerazione e
un’elevata miopia nei confronti di un settore,
quello dell’arte di strada, che è da sempre maggior spessore culturale, che ha grande valore
sociale e che ha inoltre un’ottima capacità di
creare economia e occupazione.
Da trent’anni il pubblico frequenta in massa il
teatro di strada e lo spettacolo di piazza, all’interno degli oltre 200 festival che popolano il panorama italiano. Si parla di decine di migliaia e a
volte centinaia di migliaia di spettatori (paganti).
Ma il Ministero sembra non volerne tener conto.
Una volta esaminati gli atti, la FNAS proporrà
ricorso al TAR con un’azione che impegnerà tutti
gli associati, nel caso in cui si concretizzassero
i dubbi sulla correttezza formale dei procedimenti
esperiti. Info: cell. 3480420650 [email protected]
St. Patrick’s Day:
un viaggio nell’Irlanda in festa
In tutto il mondo il 17 marzo è sinonimo di San
Patrizio, il Santo Patrono d’Irlanda che viene festeggiato con parate e numerose feste a tema. In
occasione della festa nazionale irlandese, il St.
Patrick’s Day, l’Irlanda si trasforma in un colorato
e allegro festival da Cork a Galway, Irlanda del Nord
inclusa. Nella capitale Dublino si svolge il festival
più grande, il St. Patrick’s Festival, un’intera settimana di festeggiamenti in stile “Irish” capace di
coinvolgere irlandesi e turisti con spettacoli e fiumi
di birra, rigorosamente irlandese. La città si trasforma in un palcoscenico a cielo aperto dove artisti di
strada e gruppi musicali provenienti da tutto il
mondo si esibiscono con performance improvvisate, a ogni angolo e a ogni ora del giorno. Follia,
divertimenti e libertà sono le parole chiave di questa
allegra e colorata festa dell’irlandesità. Regina di
tutte le manifestazioni dedicate a San Patrizio è la
parata del 17 marzo. Info: +39 011 6687550
Pace, disarmo, non violenza……mi rendo conto che su questo fronte le priorità di cui parlare sono... troppe! Sono molti i focolai di guerra nel mondo e altrettante le iniziative che, spesso inutilmente, lavorano per la crescita di una
cultura della pace.
Oggi la guerra ha il volto della negazione dei diritti di ‘persona’ e di ‘cittadinanza’. Non è una guerra violenta quella che si sta attuando nelle coste meridionali
del Nostro Paese? Non si combatte forse nel Mare Nostrum, dove migliaia di
esseri umani continuano a morire?
Quello che caratterizza l’oggi è anche la fame di pace causata dalla crisi economica e dalle guerre in atto nei diversi paesi del Nord Africa e del Mediterraneo.
È urgente perciò assumere un impegno di pace insieme ad un atteggiamento
chiaro e fermo nei confronti della violenza assurda che si sta consumando nelle
"carrette" affollate di donne, uomini e bambini in cerca di una speranza, che
attraversano quel "mare di sangue" che è il Mediterraneo. Non possiamo prescindere da questo se vogliamo la pace nei paesi del Mediterraneo (Siria, Libia,
Algeria, Egitto, Tunisia, ecc.).
È necessario “curare le ferite” di qualsiasi tipo di guerra e ciò avviene in tanti
modi anche recuperando il ruolo che hanno avuto ed hanno le donne nei processi di pace: Hannah Arendt, Elise Boulding, Vandana Shiva, Sheila Benhabib, Shirin
Ebadi, ogni “piccola e anonima donna” può oggi curare una ferita..…
La pace è uno stile di vita e un metodo, che si realizza con una pratica "mite" per
affermare e difendere i diritti propri e altrui. L’impegno per la pace e il disarmo
esigono la graduale presa di coscienza che la pace è un "bene comune", un "bene
universale", un "bene fondamentale" e la crescente responsabilità che alla costruzione della pace tutti dobbiamo e possiamo concorrere.
Chiara C. Canta (Università Roma Tre)
On-line il nuovo numero
INCONTRI - Febbraio-Marzo 2014
CENACOLO S. EUSTORGIO - C/O Libreria
di “Carte nel vento”
Disponibile sul sito www.anteremedizioni.it il
nuovo numero di “Carte nel vento”, la rivista online del Premio Lorenzo Montano. Presenta le
opere di 8 autori selezionati dall’edizione 2013 del
Premio: Paola Ballerini, Doris Emilia Bragagnini,
Viviane Ciampi, Chetro De Carolis, Llanos Gomez
Menéndez, Pietro Pisano, Lisa Sammarco, Antonio Scaturro.
Bologna, Pinacoteca Nazionale
La Società di Santa Cecilia, Amici della Pinacoteca
Nazionale di Bologna, tra il 2011 e il 2013 ha donato
al Gabinetto Disegni e Stampe della Pinacoteca di
Bologna tre disegni che vanno ad arricchire la
ricca collezione di grafica del Museo: Un foglio a
tempera con l’Allegoria della guerra, memoria
del cammeo realizzato nella volta della sala della
Pace e della Guerra a palazzo Milzetti a Faenza; un
disegno a matita rossa di Angela Teresa Muratori
preparatorio per la pala raffigurante l’Annunciazione realizzata al 1700 per la chiesa della Santissima Trinità di Bologna.
Lo spazio espositivo espressamente realizzato in
questa occasione grazie al contributo della Società di Santa Cecilia, permetterà di realizzare in futuro
esposizioni a rotazione. Info: tel. 051-4209444
8 febbraio 2014, ore 16,30: Elena Rossoni, Moda,
musica danza ed altro ancora ne Li cinque sentimenti alla moda di Giuseppe Maria Mitelli.
8 marzo 2014, ore 16,30: Angelo Mazza Angela
Teresa Muratori “inclinata al suono, al canto e alla
pittura”. Un disegno per la Pinacoteca Nazionale
22 marzo 2014, ore 16,30: Luigi Ficacci: Felice
Giani, palazzo Milzetti e l’Allegoria della guerra
Per in formazioni, o per riceve materiale fotografico
di alta qualità, contattare Elena Rossoni tel. 0514209444 - elenarossoni@beniculturali
Esoterica, Galleria Unione,1 Milano
Il giovedì dalle 17 alle 18,30 Lettura di testi.
06/02 : Alberto Mari, Ernesto Ponziani, Giusi
Drago. 13/02: Annamaria De Pietro, Alessandra
De Cupis, Pasqualina Deriu. 20/02: Patrizia
Puleio, Maria Luisa Parazzini, Emilio Prada.
27/02: Giampiero Neri, Meeten Nasr, Luigi
Cannillo.06/03: Silvio Aman, Cataldo Russo,
Armando Rudi.13/03: Maria Grazia Cutaia,
Ivana Tanzi, Laura Cantelmo, 20/03: Gabriella
Girelli, Serena Accascina, Maria Pia Quintavalla. 27/03: Laboratorio di lettura e Scrittura
Creativa di opera. Tel. 02878422.
USCITE DI DIABOLIK
DI FEBBRAIO 2014
inedito 1 febbraio 2014: SCOMPARSI.
Diabolik, Eva, Ginko e Altea si ritrovano nel
Beglait, coinvolti in un gioco pericoloso che li
costringerà assumere ruoli inusuali e contraddittori. Perché portare a termine il colpo o arrestare il
Re del Terrore ormai non è più importante.
R 632 10 febbraio 2014 Anno XXXVIII (1999), n. 10:
SULL’ORLO DEL BARATRO.
Un’utilitaria sfreccia su una strada di montagna, in
seguita da un’altra macchina. Alla guida, una
ragazza che ha visto qualcosa che non doveva
vedere. Adesso la sua vita è in pericolo, e, come
se non bastasse, anche Diabolik si trova su quella
stessa strada.
Swiisss237 20 febbraio 2014 - Anno XII (1973), n.
5: DIETRO LA PORTA CHIUSA.
L’incredibile è accaduto: il misterioso e insospettabile assassino è riuscito a sorprendere
persino Diabolik! Un attimo dopo l’altro, il Re del
Crimine sta esaltando i suoi ultimi aneliti di vita.
Info: 02/4816661
ARTECULTURA
7
Patto di Stabilità: Consiglio chiede con
mozione approvata all’unanimità di
introdurre l’indice di virtuosità a livello
nazionale
Milano, 7 gennaio 2014 - "Dopo i numerosi
annunci e proclami, compiuti da tutte le forze
politiche, contro il sistema del Patto di Stabilità,
con questa mozione proponiamo finalmente
un intervento concreto in sede governativa
attraverso l’introduzione di un indice di
virtuosità che parte dall’esperienza positiva
avviata nel 2011 da Regione Lombardia”.
Così Angelo Capelli (NCD), ha presentato la
mozione di cui è primo firmatario, approvata
all’unanimità dal Consiglio regionale.
"Con questa mozione –ha aggiunto Capellinon solo chiediamo l’introduzione anche a
livello nazionale di un indice di virtuosità
nell'ambito della revisione del Patto di Stabilità
interno, ma impegniamo la Giunta lombarda a
fornire il necessario supporto tecnico ai
Ministeri coinvolti, così da evitare inutili tempi
di attesa dovuti a strumentali approfondimenti
tecnici". Come hanno evidenziato nei loro
interventi anche l’Assessore regionale
Massimo Garavaglia, il Consigliere Segretario
Eugenio Casalino (M5Stelle) e i Consiglieri
Yari Colla (Lega Nord), Marco Tizzoni
(Maroni Presidente), Giulio Gallera (Forza
Italia), Roberto Bruni (Patto Civico) e Raffaele
Straniero (PD), i vincoli imposti dal Patto di
stabilità costringono gli Enti locali a ridurre gli
investimenti e mettono in ginocchio i Comuni
virtuosi. Una situazione che si somma alla
drastica riduzione delle risorse trasferite ai
Comuni che sono diminuite negli ultimi tre
anni di 6 miliardi e 450 milioni, a fronte invece
di un costante aumento della domanda di
servizi e interventi.
7 gennaio seduta di Consiglio regionale
dedicata all’esame di alcune mozioni
Milano, 3 gennaio 2014 – Il Consiglio regionale
torna a riunirsi martedì 7 gennaio: la prima
seduta del nuovo anno, convocata dal
Presidente Raffaele Cattaneo, si aprirà alle
ore 10 e sarà dedicata all’esame di otto
mozioni.
La prima mozione, presentata da esponenti
dei gruppi Lega Nord e Maroni Presidente,
sollecita l’attenzione della Regione in merito
alla realizzazione dell’allevamento avicolo nella
località milanese di Busto Garolfo; un’altra
mozione presentata da esponenti dei due
gruppi Lega Nord e Maroni Presidente e
sottoscritta anche dai capigruppo di Forza
Italia, NCD, Fratelli d’Italia e Pensionati e da
Corrado Tomasi del PD, propone iniziative
finalizzate a snellire le pratiche burocratiche
necessarie per l’esportazione di armi, sulla
base delle nuove normative introdotte dal
regolamento n.258 del 2012 approvato dal
8
ARTECULTURA
Parlamento europeo.
Il gruppo Forza Italia pone all’attenzione del
Consiglio la necessità di riconoscere alla
sclerosi sistemica progressiva (sclerodermia)
lo status di malattia rara (primo firmatario il
capogruppo Claudio Pedrazzini), mentre il
gruppo NCD presenta un documento
sull’applicazione dell’indice sintetico di
virtuosità all’interno del patto di stabilità (primo
firmatario Angelo Capelli). Due sono le
mozioni presentate dal Partito Democratico:
la prima, promossa da Giuseppe Villani,
riguarda la regolamentazione dell’attività
estrattiva nelle cosiddette “cave a prestito”,
la seconda è dedicata al prolungamento della
MM2 da Cologno Monzese a Vimercate
(Enrico Brambilla primo firmatario). Roberto
Bruni (Patto Civico) ha presentato una
mozione sottoscritta anche da tutti gli altri
Consiglieri regionali bergamaschi in merito
alla fermata ferroviaria e ai parcheggi del
nuovo Ospedale di Bergamo intitolato a Papa
Giovanni XXIII, mentre il Movimento 5 Stelle
propone una mozione sottoscritta anche da
esponenti del Partito Democratico sulle criticità
che interessano gli esodati lombardi a reddito
zero.
Milano, 7 gennaio 2014 – Si è chiusa con
l’approvazione di tre mozioni la prima
parte della seduta odierna del Consiglio
regionale, presieduto da Raffaele
Cattaneo.
EXPORT SETTORE ARMIERO
Buona parte della mattinata è stata occupata
dal dibattito acceso sul tema della sburocratizzazione delle pratiche relative
all'esportazione di armi. Alla votazione erano
presenti 72 consiglieri: 45 i voti a favore
espressi dalla maggioranza e 27 quelli contrari
espressi da Pd (con eccezione del consigliere
Corrado Tomasi), Patto Civico Ambrosoli e
Movimento Cinque Stelle.La mozione,
presentata dalla Lega Nord e firmata da tutto
il Centrodestra e dal consigliere Corrado
Tomasi (PD), chiede alla Giunta regionale di
sollecitare il Governo a modificare le norme
che hanno recepito il regolamento europeo in
materia, al fine di ridurre i vincoli burocratici
alle aziende lombarde del settore armiero.
“Vincoli che rischiano di compromettere la
produzione e il bacino occupazionale - ha
detto il relatore Fabio Rolfi (Lega Nord) nel
suo intervento – perché il 90% della produzione
delle armi italiane è destinato all’esportazione
con un fatturato di 250 milioni di Euro, 108
imprese e oltre 3 mila addetti concentrati in
Val Trompia in provincia di Brescia”.
Il regolamento Ue stabilisce a questo riguardo
le norme che disciplinano l'autorizzazione
all'esportazione e le misure di importazione e
transito per le armi da fuoco, componenti
essenziali e munizioni, ai fini dell'attuazione
del protocollo delle Nazioni Unite contro la
fabbricazione e il traffico illeciti. “Il
regolamento ha una complessa istruttoria –
ha precisato Fabio Rolfi - che è passata da 16
a 86 pagine. In altri stati europei l’applicazione
del regolamento non è stata cosi immediata e
restrittiva, creando un regime di disparità
anche a scapito delle aziende e degli artigiani
italiani”.''Noi difendiamo i lavori socialmente
utili, non quelli che uccidono'' - ha detto nel
suo intervento il consigliere Giampietro
Maccabiani (M5S) - questa mozione, che
chiede che la regione intervenga presso il
Governo per sburocratizzare e quindi favorire
il commercio di armi, è chiaramente scritta
per favorire le lobby degli armigeri”.
La sintesi del dibattito sarà disponibile su
www.lombardiaquotidiano.it
RICONOSCIMENTO SCLERODERMIA
COME MALATTIA RARA
Approvata all’unanimità la mozione che
impegna Regione Lombardia ad attivarsi
presso il Ministero della Salute affinché la
sclerodermia sia riconosciuta a livello
nazionale quale malattia rara.
MONITOR ESODATI LOMBARDI A
REDDITO ZERO
Un costante monitoraggio sugli esiti delle
iniziative intraprese direttamente da Regione
Lombardia e un sempre maggiore “pressing”
sul Governo per allargare a tutti i lavoratori
esodati a “reddito zero” gli interventi di
salvaguardia delle indennità pensionistiche.
Rinviato l’incontro con l’Arcivescovo di
Milano previsto in Consiglio regionale
Milano, 16 dicembre 2013 - "Sono a chiedere
di rimandare la preannunciata visita per ragioni
dettate dall'agenda prenatalizia": è quanto
riferito all'Aula dal Presidente del Consiglio
Raffaele Cattaneo che questa mattina ha
letto ai Consiglieri il messaggio inviato da
Monsignor Luca Bressan. Il Vicario
episcopale ha inviato una lettera a nome
dell’Arcivescovo di Milano Angelo Scola
comunicando “l'impossibilità a mantenere
l'impegno preso". Scola ha confermato la sua
disponibilità a riorganizzare la sua presenza in
Aula: "L'avvio del nuovo anno permetterà di
concordare una nuova data in cui svolgere
l'incontro previsto". Secondo quanto riferito
dal Presidente Cattaneo, è già stata individuata
la "disponibilità informale nella data di martedì
4 febbraio".
Costume Poetico
per il Disarmo
XLII Edizione Poesia Pace 2014. Scadenza 30 giugno 2014
Al Martirio Ignoto dell’Umanità poetica repressa nello stimolo vitale della sua Poesia di Natura
e condannata a vivere di stenti e morire di scempio bellico nella congiura delle varie maschere di
potere e l’incoscienza della sua violenza. Per cui il pacifico equilibrio della libera convivenza
rispecchia di primigenia libertà l’infinito culturale del Costume poetico per il Disarmo
Poesia: l’adesione all’annuale nuova iniziativa per il disarmo può essere effettuata tramite 1 (uno)
componimento poetico che non superi i 35 versi per essere accettato e pubblicato con qualche riga
di commento da riprodurre a fondo pagina del componimento.
Saggistica: l’invio di una sintesi saggistica (corpo 10 che non superi le 20 righe A-4 per essere
accettata ed inserita esclusivamente in formato DOC ). In modo che il breve saggio sia di stimolo
per successivi incontri promossi dall’Autore per confronti sempre più diretti ed allargati.
Artecultura, informata, divulgherà prontamente la notizia per un impegno sempre più decentrato.
Del Costume Poetico per il Disarmo in rapporto alle adesioni pervenute sarà definita la tiratura
ed il ricavato destinato a totale beneficio di Borse di studio per le Scuole aderenti.
1) L'adesione alla XLII: Edizione Costume Poetico per il
Disarmo 2014 è gratuita.
L'iniziativa si autogestisce nello spirito di Artecultura orientata a
stimolare una serena convivenza di vita tra le persone.
2) Sono invitati quanti si sentono impegnati nella poetica ricerca
saggistica della Pace, ideale di ogni libera persona umana.
L'iniziativa non assegna premi di classifica e gli Autori delle
liriche o dei saggi formalmente prescelti per l'inserimento nel
volume antologico "Cultura per la pace"-Costume Poetico
per il Disarmo 2014 riceveranno il Diploma di solidarietà, ed
una riproduzione artistica della copertina del volume.
3) Alla consultazione dei componimenti è preposta, a solo titolo
di verifica formale, una Commissione composta da membri di
varie attività sociali.
4) La presentazione del volume verrà effettuata a fine novembre
in data e luogo che saranno opportunamente comunicati come per
le passate edizioni.
5) Al ricevimento dell'esito dell'adesione l'Autore aderente s'impegna a comunicare il numero delle copie del volume che intende
acquistare, al costo economico di Euro 5 al volume. Alla
presentazione di Costume Poetico per il Disarmo - "Cultura
per la pace" 2014 tutti gli Autori aderenti sono tenuti ad essere
presenti, o in caso di forzata impossibilità, ad essere rappresentati
da persone di fiducia per il ritiro dei volumi ordinati e il dovuto per
regolamento.
L'assenza immotivata e il non riscontro all'invito di presenza
annullano ogni spettanza a domandarla nel tempo.
6) Poesia, una sola per ogni aderente, va spedita in duplice copia
firmate di autografa, alla Segreteria c/o Artecultura - Via Ciovasso
19 - 20121 Milano o servirsi dell'indirizzo - [email protected]
Saggi, 1 (solo per ogni aderente) vanno inviati esclusivamente per
via e-mail all’indirizzo: [email protected]
Per le Scuole si richiede l'invio di componimenti a firma
collettiva in modo da favorire la più ampia presenza scolastica
nel nuovo volume antologico. Simboliche Borse di studio
7) Le Poesie ed i Saggi debbono essere inediti, di personale
ispirazione e composizione ed attinenti al tema Costume Poetico
per il Disarmo nella più ampia libertà di pensiero. I minorenni sono
accettati solo con la prevista firma di chi esercita su di loro la tutela.
Non sono accettati componimenti dedicati a persone viventi.
8) Artecultura si riserva di favorire letture e confronti culturali
9) In caso di nuove esigenze, il presente regolamento potrà subire
modifiche che migliorino l'attività di Costume Poetico per il
Disarmo - "Cultura per la pace" 2014.
L’adesione è limitata ad una sola sezione per Autore.
10) Gli aderenti accettano il presente regolamento in ogni sua parte.
Poesie e Saggi fatti pervenire per spirito di solidarietà all'iniziativa
non vengono restituiti ed entrano a far parte dell'Archivio "Cultura
per la pace" di ARTECULTURA.
Sede nella quale permane l’Archivio di cui tutti possono prendere visione consultiva. La proprietà letteraria di tutti gli elaborati è ad ogni effetto pertinente agli Autori dei medesimi.
PARTECIPA E FAI PARTECIPARE!
Informazioni ulteriori e invio componimenti:
Costume Poetico per il Disarmo -“Cultura per la pace” 2014
c/o Artecultura Via Ciovasso 19- 20121 Milano - Tel. 02/864.64.093
http://www.artecultura.org
e-mail: [email protected]
ARTECULTURA
9
- RISORGIMENTO POETICO Legge Elettorale:
PROPORZIONALE SEMPRE!
Premio di maggioranza
e soglia di sbarramento MAI!
Per l’unità dell’Italia ed il bene di
tutti gli italiani nel disfacimento della
controrivoluzione burocratica sarebbe
preferibile che si ritornasse al 1870.
E questo non solo per dire basta alla
straripante invadenza vaticana che ha
oltrepassato tutti i limiti della sensata
condivisione, quanto per rivivere
quell’alto senso di unità nazionale che
fermentava la laicità degli italiani da
Pantelleria al Bressanone.
Lo dobbiamo ripetere: la devianza
burocratica del bipolarismo, come
saracinesca irremovibile di potere, ha
disfatto l’Italia mediante una crisi
pilotata a diametro internazionale.
Imposta di proposito dal dominante
capitale per frenare l’ascesa democratica delle popolazioni del mondo ed
in Italia e in Europa in modo particolare. Tanto da farci dire che il gioco
repressivo delle crisi come toccasana
di potere, non lo abbiamo intuito oggi,
ma tenuto continuamente d’occhio
nelle viscere sempre più autoritarie
della contraddizione in cui si constata
che per eleggere il Parlamento Europeo vige lo spirito democratico della
Proporzionale pura, mentre per il
Parlamento italiano, che già se ne
faceva anticipatore nella Costituzione del 1948, si doveva abiurare
con il voto maggioritario e la soglia di
sbarramento.
Questo grazie al carrierismo della
nostra politica che si garantiva così la
sua intoccabile poltrona di potere,
dimenticando di sensibilizzare, particolarmente negli strati più popolari,
quella evoluzione culturale capace di
far superare l’amaro dell’incomunicabilità. Il modo che fa cessare di
essere cittadini per diventare sudditi
10
ARTECULTURA
della burocrazia che può usare 100
parole per ingannare la buona fede di
quanti costretti a usarne solo 10 per
domandare i propri diritti. Così, come
regia razzista di potere, vanno bene
quei tre milioni di giovani che non
vanno a scuola e non domandano più
un lavoro che non trovano. Per cui è
comoda la nuova ignoranza per alimentare la stabilità autoritaria del
potere sperimentata da vecchia data.
Dunque, meglio ritornare all’analfabetismo che, mediante qualche caritatevole assistenza, mantiene passive
intere generazioni, piuttosto che dare
loro una preparazione culturale che le
abiliti alla partecipazione attiva. E così
nella comunicazione di Stato e padronale si collocano quelle presenze
che per adeguamento visivo e parole
di santa obbedienza, servono al rigore
mortifero dello status quo.
E poi capita di assistere che nella
Repubblica democratica, fondata sul
lavoro, in circa settant’anni di vita non
una lavoratrice o lavoratore di meriti,
sia stato eletto almeno per una sola
volta alla Presidenza della Repubblica,
naturalmente con il beneplacito dei
sindacati che, anziché pensare a stimolare la crescita produttiva fino alla
completa evoluzione del lavoro che
libera il lavoratore sempre più dal
bisogno, diventano invece degli indifferenti mediatori. Ed anche quando
la Proporzionale pura viene di violenza politica sradicata dal contesto
costituzionale, loro continuano a
dormire sonni tranquilli. Come se il
Parlamento dev’essere il padrone
assoluto che decide sulla tua vita e non
quella rappresentanza democratica
costituzionale per la quale i deputati
sono stati eletti e delegati. E si
continua a parlare di riforma costituzionale, senza rendere partecipi
direttamente i cittadini, pur essendoci
oggi i mezzi per poterlo fare. E non
esiste parlamentare interessato a
sensibilizzare e di proporre commissioni culturali cittadine, che studino
da vicino e direttamente come realizzare il Disarmo nazionale e mondiale senza del quale le crisi economiche non si risolveranno mai.
Per cui diventa del tutto inutile piangere sui bambini e adulti morti nelle
stragi di stato, quando bisogna continuare ad uccidere fino ad indurci a
pensare che al mondo non si nasce per
vivere, lavorare e conoscersi sempre
meglio, ma per uccidere e solo per
uccidere.
Del resto, a questo riguardo, è
sufficiente soffermarsi sull’apologia
di uccidere trasmessa tutti i giorni
dalla televisione di stato e privata
tramite diversi programmi, come
filmati polizieschi, cinematografici, di
costume, di guerra, etc., senza che vi
sia autorità che si degni di intervenire.
Invece si facilita l’arbitraria invadenza
di accecare la memoria attiva dell’equilibrio sensato della vita, per
facilitare quella distruttiva delle armi.
Il nostro è un costume corrotto
dalla violenza, soprattutto di stato, che
nessuna legge di violenza può sanare.
Quel campo sociale nel quale solo la
Poesia della natura che sensibilizza
Artecultura, se conosciuta e praticata
di coerenza, può riportare la persona
a quella tranquillità esistenziale nella
quale il nemico dell’uomo non è il se
stesso, ma colui che lo droga ad
uccidere.
Artecultura
In questo numero FEBBRAIO 2014IN
4 PROTOTIPAZIONE PALEONTOL
5 FERNAND LÉGER
6 CORRISPONDENZA CULTURALE
8 REGIONE LOMBARDIA
9 COSTUME POETICO DISARMO
10 RISORGIMENTO POETICO
11 SOMMARIO - DIRITTO UMANO
ARTECULTURA
12 INTERLUDI
16 INTERLUDI CONTINUANO
21 DEPERO - VIAGGIARE
22 TRE OPERE PER UNA MANON
27 MATISSE
28 PICHLER - AVANGUARDIE RUSSE
29 DISEGNI-CIVILTA’ NURAGHI
30 MARIONI - KAULONIA
31 IMMAGINI E LUOGHI
MARCO PESSA - LUISA VISCONTI - CLAUDIO
BOTTA - CARLO C IMMINELLI - JEAN MEGIER ATTILIO MILANI di T. Martucci; - MICHELE
GIANNATTASIO - GREGORIO MANCINO ANTONIETTA DI SECLI’ - LEONILDE PERSEU MARCO FAGGI - SERGIO ACERBI - MARCO
PESSA - LEILA HAKIM OLIVA di Marpanoza;
INSERZIONI DI: GIANFRANCO RONTANI GALLERIA D’ARTE CORTINA - GALLERIA
PONTE ROSSO
Mensile Manifestazioni Artistiche e Culturali
Registrazione Tribunale di Milano
n. 253 del 6/9/1967 - Registro Nazionale della
Stampa n. 5359 - Direttore responsabile:
Giuseppe Martucci - ARTECULTURA Edizioni
- Codice Fiscale MRT GPP 26M24 G616U
-Partita IVA: 03093710154
- Direzione: via Ciovasso 19 - 20121 Milano
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recapito. Chi lo desidera è pregato di abbonarsi.
32 MARTINI - CERVETERI
34 CRISI DEL SISTEMA PIRAMIDALE
36 UMANITA’ POETICA
38 LIBRI
39 BRETAGNA - ARTE FALSA
40 ARTE PER L’UOMO - HARTUNG
41 AUTODIDATTA NELLA STORIA
42 CONCORSI
Inserto redazionale:
-MOSTREA MILANO
-POSTACATALOGO
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Milano e categorie specializzate di professionisti.
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foto inviati e non richiesti non vengono restituiti.
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ARTECULTURA
Le idee che la impegnano
- CORRISPONDENZA
CULTURALE
- COSTUME POETICO
- 24 OTTOBRE GIORNATA
MONDIALE DISARMO
- INFORMAZIONE
ARTISTICO CULTURALE
- POESIA DELLA NATURA
- POESIA PACE
- PSICOPOESIA
- Anno XLVI I N. 02 Febbraio 2014 - Spedizione
in Abbonamento. Postale -D.L. 353/2003 (cov.
in L. 27/2/2004 n.46) Art. 1, Comma 1, dcb Milano
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Carlo Ramous, disegno
IL DISARMO
UN DIRITTO
UMANO
20 Poesie
di Giuseppe Martucci
interpretate da 20 artisti
Addamiano
Baruzzi
Benedetto
Brindisi
Cassani
Fomez
Guga-Zunino
Kodra
Marangon
Marino
Masone B.
Micozzi
Milani
Ramous
Rossello
Rossi A.
Savini
Venditti
Viola
Viviani
Sala Olimpia Artecultura
Da sabato 1 al 26 febbraio 2014.
Incontro inaugurale 1 febbraio ore 17,00
Presentazione
dr. Teodosio Martucci
Milano, Via Ciovasso 19
tel. 02-864.64.093
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ARTECULTURA
11
INTERLUDI D'ARTE
IL MANUALE DELL’ARTUSI:
ARTE E SCIENZA DEL GUSTO
INTERLUDI D'ARTE
Marco Bongiorni, UNTITLED BLU POSTER
( Courtesy of the artist)
GOLA.
Arte e scienza del gusto
Milano, Palazzo della Triennale
30 gennaio - 12 marzo 2014
Non se ne abbiano a male gli antichi, de
gustibus disputandum est. O quanto meno la
mostra “GOLA. Arte e scienza del gusto”
lancia una sfida in questo senso proponendo
una riflessione sul rapporto tra piacere e
nutrizione, per portarci a scoprire perché il
gusto sia un ingrediente chiave della nostra
vita, e si agganci così fortemente alla sfera
emotiva. Prodotta dalla Fondazione Marino
Golinelli in partnership con la Triennale di
Milano, la mostra, che sarà visitabile alla
Triennale di Milano dal 31 gennaio al 12
marzo 2014, è un progetto di Giovanni Carrada,
che ne ha curato la parte scientifica, mentre
la parte artistica è curata da Cristiana Perrella.
Il suo percorso si articola in cinque ambienti
espositivi, dedicati ad altrettanti temi, in cui le
intuizioni di alcuni grandi artisti contemporanei saranno affiancate da exhibit scientifici
che esplorano i meccanismi, sia istintivi sia
legati all’apprendimento, attraverso i quali
l’evoluzione ha nascosto dietro al piacere di
un attimo una complessa valutazione delle
proprietà nutrizionali del cibo che stiamo
mangiando, alternando un approccio episodico
e curioso a uno più sistematico e interpretativo.
Così, ad esempio, mentre Marina Abramovic
in un video addenta e poi mangia fino alla fine
una cipolla cruda, o Sophie Calle ci mostra in
una serie di foto i piatti che compongono la
speciale dieta monocromatica che l’artista si
è imposta, il visitatore è portato a riflettere sui
criteri incisi nel nostro DNA per integrare in
un’unica sensazione tutte le informazioni trasmesse dai cibi che mangiamo: non solo il
sapore ma l’odore, il loro aspetto, la consistenza contribuiscono, senza che ce ne rendiamo conto, a determinare le nostre scelte.
Nella mostra anche l’ironia trasgressiva.
Info tel. 02.72434208
[email protected]
12
ARTECULTURA
Marco Bongiorni
EPITOME/HEAD/FEAR
Milano, Rivoli2 Fondazione
per l’arte contemporanea
16 gennaio - 2 marzo 2014
Nel cuore di Brera, a fianco del Piccolo
Teatro Strehler, al centro di una delle zone
culturalmente più attive e vivaci della città,
Rivoli2 sarà un laboratorio in cui far confluire
e sviluppare ricerche in ambito artistico creativo. Gli ambienti di Rivoli2 - 140 mq disposti
su quattro livelli - saranno offerti a giovani
artisti curatori che proporranno un progetto
appositivamente studiato per essere sviluppato in un luogo espositivo non tradizionale.
Rivoli2 sarà un incubatore di progetti in grado
di rilevare la sintesi di una ricerca artistica
compiuta e sostenere la sperimentazione,
aperta verso la pluralità di espressioni del
mondo artistico e creativo; una Fondazione di
partecipazione che si prefigge di stringere
legami con le istituzioni pubbliche territoriali
e internazionali, di coinvolgere importanti
personaggi in ambito culturale e di confrontarsi con realtà omologhe italiane ed estere,
promuovendo e documentando il percorso di
artisti emergenti, curatori e creativi in genere, che troveranno una vetrina e un’occasione per farsi conoscere ed entrare in relazione
con le diverse rappresentanze del mondo
dell’Arte e con il pubblico. Con EPITOME/
HEAD/FEAR, Marco Bongiorni presenta la
ricerca svolta negli ultimi quattro anni, il cui
risultato è un insieme complesso e articolato
di installazioni, disegni, sculture e dipinti. Il
progetto si sviluppa attorno alla pratica incessante del disegno e alla messa in crisi dei suoi
funzionamenti per sondarne le possibilità.
Bongiorni esplora questa pratica nei suoi
particolari più analitici, mettendone costantemente in dubbio i meccanismi, con modalità e
su superfici differenti. Info: tel. 02-84140208
Antonio Cifrondi, ALLEGORIA DELL’INVERNO
Olio su tela, cm. 125x85
MORETTO, SAVOLDO,
ROMANINO, CERUTTI
100 capolavori dalle collezioni
private bresciane
Brescia, Palazzo Martinengo
1 marzo - 1 giugno 2014
L’esposizione offrirà al pubblico l’opportunità, unica e irripetibile , di entrare in contatto
con il mondo segreto e inaccessibile delle
dimore bresciane, scrigni di tesori d’arte di
inestimabile valore, compiendo un viaggio
emozionante dal Rinascimento al Manierismo,
dal Barocco al Rococò.
Previsti percorsi monotematici in città e nella
provincia quali, tra gli altri, “Alla scoperta di
Moretto in città”, “ Romanino in ValCamonica”, “Andrea Celesti sul lago di
Garda”, “Romanino nelle chiese di Brescia”,
“La collezione Lechi a Montichiari”, “Tiepolo
e Pittori nella bassa bresciana”. Nella primavera del prossimo anno, Brescia sarà teatro di
uno degli appuntamenti d’arte italiani più
interessanti ed attesi. Dal 1 marzo al 1 giugno
2014, Palazzo Martinengo a Brescia ospiterà
la grande mostra “MORETTO, SAVOLDO,
ROMANINO, CERUTTI. 100 capolavori
dalle collezioni privare bresciane”.
"Con questa mostra dedicata al nostro territorio vogliamo dimostrare come, credendo
nella nostra terra, possiamo trovare l'occasione per uscire dal labirinto della crisi –
sottolinea il Presidente della Provincia di
Brescia Daniele Molgora. Una mostra creata partendo dalla collaborazione dei bresciani
che hanno messo a disposizione opere in
parte inedite e, soprattutto, di grande valore.
Un segno di vitalità della nostra Provincia,
che probabilmente, non ha eguali. Pensiamo
soltanto al fatto che il periodo temporale cui
si riferiscono i capolavori, corrisponde a quello
in cui Brescia era il maggiore produttore industriale (soprattutto ferro e armi) di una delle
allora grandi potenze mondiali come la Repubblica di Venezia”. Info: tel. 030.2906403
INTERLUDI D'ARTE
Pompei, LA CASA DEL FAUNO
(veduta del colonnato del peristilio)
INTERLUDI D'ARTE
Santi di Tito
RITRATTO DI NICCOLO’ MACHIAVELLI
L’ORDINE E LA LUCE. Un viaggio
virtuale nell’evoluzione degli spazi
interni nella storia dell’architettura: dai greci al Rinascimento.
Mantova, Palazzo Te
15 dicembre 2013 -16 marzo 2014
UN GIORNO A POMPEI
Philadelphia, The Benjamin
Franklin Institute
Fino al 27 aprile 2014
Un giorno a Pompei presenta oltre 150 preziosi manufatti provenienti dall’impareggiabile collezione del Museo Archeologico di Napoli - tra cui affreschi, sculture in marmo e in
bronzo, gioielli, antiche monete romane e il
calco integrale di una delle vittime del vulcano
- molti dei quali verranno esposti per la prima
volta in America al Franklin Institute. I
manufatti raccontano di un giorno di vita
quotidiana nell’antica città romana, fino alla
sua tragica fine. Grazie agli affreschi da
giardino, alle statue di marmo, ai caschi e ai
parastinchi dei gladiatori, e grazie alle monete, alle banconote, ai santuari e agli altari
religiosi - tutti fissati nel loro ambiente originario - sarà possibile “rivivere” a Pompei. E
poi, non appena i pavimenti e le pareti cominceranno a tremare, sarà come sentire la
catastrofica eruzione del vulcano ed essere
testimoni della devastazione lasciata nel suo
percorso. La data dell’eruzione del Vesuvio
del 79 è attestata da una lettera di Plinio il
Giovane a Tacito. Nella variante universalmente ritenuta più attendibile del manoscritto, si legge nonum kal. septembres cioè
nove giorni prima delle Calende di settembre,
data che corrisponde al 24 agosto.
Questa data era stata accertata come sicura
fino ad oggi, ma alcuni dati archeologici via
via emersi mal si accordano con una data
estiva. Ad esempio, il ritrovamento di frutta
secca carbonizzata, di bracieri, usati all’epoca per il riscaldamento, di mosto in fase di
invecchiamento trovato ancora sigillato nei
contenitori (dolia), e soprattutto, di una moneta ritrovata sul sito archeologico, che riferisce della quindicesima acclamazione di Tito
ad imperatore, avvenuta dopo l’8 settembre
del 79, lasciano supporre che l’eruzione sia
avvenuta in autunno, probabilmente il 24 ottobre di quell’anno. I primi eventi sismici ebbero già inizio nel 62 d.C.,( con il crollo di diverse
case che furono poi ricostruite negli anni
successivi.) Solo alcuni anni dopo, nel 79
d.C., il Vesuvio iniziò il suo ciclo eruttivo che
porterà poi al seppellimento di alcune zone di
Stabia, Pompei, Ercolano e molte città a sudest dal Vesuvio. Info: www.fi.edu/Pompeii
TEMPIO DI APOLLO
La Via al Principe:
Machiavelli da Firenze
a San Casciano
Firenze, Biblioteca Nazionale Centrale
10 dicembre 2013-28 febbraio 2014
Nella mostra, articolata in nove sezioni lungo
un percorso biografico e una biografia tortuosa per una vita difficile, dagli studi dell’infanzia, fino alla Segreteria della Repubblica, alla
caduta in disgrazia, all’esilio a San Casciano
e alla redazione de Il Principe. Grazie all’impressionante ricchezza di documenti di cancelleria e registri dell’Archivio di Stato ai
manoscritti e cinquecentine della Biblioteca
Nazionale Centrale e delle altre importanti
biblioteche fiorentine, la figura di Machiavelli
esce dallo stereotipo e ritrova le ragioni storiche che ne hanno motivato l’agire, le contingenze sottese alla stesura della sua opera più
celebre. Un Machiavelli finalmente non più
machiavellico si riappropria della complessa
profondità delle proprie azioni e del proprio
pensiero, in un momento storico cardine per
Firenze. Fra i tesori dell’esposizione il Manoscritto autografo dell’Arte della guerra, conservato presso la sezione Manoscritti e rari
della BNCF, e la Tavola Doria, che s’ipotizza
sia una copia tratta dall’affresco leonardesco
Battaglia d’Anghiari, se non eseguita dallo
stesso Leonardo, databile post 1503. La Tavola Doria, dopo il clamoroso ritorno in Italia
a seguito di un accordo internazionale con il
Tokyo Fuji Art Museum (la nostra polizia le
dava la caccia dal 1938), è stata esposta in
Italia solo nel novembre 2012 a Roma, nelle
sale del Quirinale e, più recentemente ad
Anghiari. L’esposizione all’interno della
Mostra di Machiavelli rappresenta l’ultima
occasione per ammirare questo museo giapponese. Fra le circa 120 opere in mostra,
viene esposto anche il Bando di cattura di
Niccolò Machiavelli, 19 febbraio 1512, conservato all’Archivio di Stato di Firenze,
l’estratto originale della registrazione scoperto recentemente. Info: 055 24 91 91
Leggere un monumento straordinario come
Palazzo Te o la basilica di S. Andrea a
Mantova, cercando i fili che li legano all’intera storia dell’architettura occidentale: questo l’ambizioso e affascinante obiettivo della
mostra “L’ordine e la luce. Un viaggio virtuale nell’evoluzione degli spazi interni nella
storia dell’architettura: dai greci al Rinascimento”, organizzata dal Centro Internazionale d’arte e di Cultura di Palazzo Te per
iniziativa del comitato scientifico presieduto
da Sylvia Ferino, con il contributo di Regione
Lombardia e il patrocinio del Ministero dei
beni e della attività culturali e del turismo, del
Comune di Mantova, del Museo Civico di
Palazzo Te, del POLIMI Mantova, di LAC e
dell’Ordine degli Architetti Pianificatori,
Paesaggisti e Conservatori della Provincia di
Mantova.
Un’ambizione che potrebbe sembrare fin
troppo grande, come infatti apparve molti
secoli fa anche a Raffaello che nel 1514 così
scriveva a Baldassarre Castiglione: “ma io mi
levo col pensiero più alto. Vorrei trovare le
belle forme degli edifici antichi, né so se sarà
il volo d’Icaro...”.
Curata da Stefano Borghini e Raffaele
Carlani, con il progetto multimediale di
KatatexiLux e la consulenza scientifica di
Alessandro Viscogliosi, la mostra, va subito
premesso, è un “mai visto” nella tradizione
delle esposizioni in tema di architettura. Qui le
nuove tecnologie trasformano un’analisi storica tanto interessante quanto “distante” per
il grande pubblico, in uno spettacolo
multimediale in grado di “immergere” il visitatore dentro monumenti che appartengono
all’immaginario comune, offrendo la sensazione di muoversi all’interno di essi, con il
semplice spostamento del corpo.
Attraverso un innovativo sistema di motion
sensing input device sarà possibile navigare
all’interno di queste architetture proiettate in
scala 1:1 su grandi superfici, senza l’ausilio di
strumenti quali mouse, tastiere o dispositivi
touchscreen. Mediante un movimento del corpo, si avrà la sensazione di abitare gli ambienti
di questi spazi virtuali. Info : 0376 3232 66
ARTECULTURA
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INTERLUDI D'ARTE
ORIGAMI GIAPPONESE A FORMA DI ROSE
INTERLUDI D'ARTE
Alberto Pasini, MERCATO ORIENTALE, 1870
La riscoperta dell’antico.
Gli acquerelli di Edward
Dodwell e Simone Pomardi
ORIGAMI Spirito di carta
Torino, Palazzo Barolo
14 dicembre 2013-16 febbraio 2014
“Una scelta guidata da suggestioni emotive e dalla considerazione che questa tecnica è universalmente conosciuta, ma in
modo spesso estremamente superficiale.
La matrice giapponese di quest’arte si è
intersecata e, si interseca tuttora, con la
storia del mondo e ha inedite applicazioni
scientifiche e tecnologiche” rileva Daniela
Crovella curatrice della mostra “ dalla carta agli airbag, dai monaci giapponesi alle
corti italiane del Rinascimento: esistono
scuole diverse, stili diversi nei luoghi più
remoti della terra.” Per dare sfogo a questa
ricchezza di spunti e soggetti, la mostra del
2013 è concepita come la prima di due esposizioni gemelle.
Una lunga storia che si fa risalire al I secolo
dopo Cristo con l’invenzione della carta in
Cina, un nuovo materiale rivoluzionario che
diversamente dalle tavolette di cera e dalle
pergamene può essere piegato più volte, acquistando corpo e forma senza spezzarsi. La
scoperta della carta viaggia veloce e nel
vicino Giappone venne importata dai monaci
buddisti nel VII secolo. Quello che oggi è uno
dei prodotti più diffusi, era all’epoca,
appannaggio di un élite, un bene molto prezioso e per questo riservato ad usi in ambito
religioso e cerimoniale. I primi origami non
erano certo un hobby, ma un modo per riprodurre figure simboliche in contesti rituali.
In ORIGAMI - SPIRITO DI CARTA tre
le aree tematiche scelte: una prima sezione
espone la rappresentazione del mondo, oggetti di natura, una seconda sezione, la rappresentazione della mente, oggetti matematici-geometrici, infine i totem simbolici, dal
gioiello alle gru della pace. Oltre 200 gli
origami esposti, opere di artisti noti a livello
nazionale e internazionale e che spesso aderiscono a CDO- Centro Diffusione Origami,
grazie alla cui collaborazione Yoshin Ryu ha
potuto selezionare una ricca gamma di pezzi,
stili e “estri artistici”. Video didattici e suggestivi saranno proiettati sia a Palazzo Barolo
che nel Salone Mazzonis del MAO, il Museo
d’Arte Orientale. Info: 800 911 549
14
ARTECULTURA
Edward Dodwell, FRONTE OVEST
DEL PARTENONE 1821
Roma, Foro Romano
fino al 23 febbraio 2014
L’ORIENTE
DI ALBERTO PASINI
Torino, Museo Accorsi
7 febbraio - 29 giugno
La mostra, curata dal professore Giuseppe
Luigi Marini e realizzata in collaborazione
con Arte Futura di Giuliana Godio, rappresenta il secondo appuntamento con gli
“Omaggi” alla pittura dell’800 e affronta il
periodo orientalista del pittore emiliano che
nacque a Busseto, in provincia di Parma , il 3
settembre 1826 e morì a Cavoretto il 15
febbraio 1899.
Accanto una sessantina di opere, per lo più
di collezionisti privati, sarà esposta per la
prima volta una serie di fotografie e di
disegni, appartenenti ai discendenti del pittore, testimonianza storica fondamentale per
comprendere il vissuto del grande artista.
Esistono numerose analogie tra Fontanesi e
Pasini: entrambi attivi nel XIX secolo, nacquero in Emilia, da famiglie economicamente
disagiate, a distanza di quasi un decennio
l’uno dall’altro; dopo essersi formati in accademie provinciali (in quella di Reggio Emilia,
Fontanesi e di Parma, Pasini), accorsero
come volontari alla prima guerra di indipendenza. A Torino esposero alla Promotrice in
numerose rassegne e si stabiliscono
definitivamente nella capitale sabauda, diventando piemontesi d’adozione: Fontanesi,
per via della sua attività didattica presso
l’Accademia Albertina, trovò casa nel 1869
in centro città, Pasini, anche per via delle sue
frequentazioni con artisti piemontesi e della
speciale amicizia con il collega Carlo Felice
Biscarra, suo grande ammiratore, nel 1870
decise di vivere in Piemonte in una ridente
villa con tenuta, a Cavoretto.
Alberto Pasini, a livello internazionale, è
assai più noto di Antonio Fontanesi: le opere
del bussetano sono infatti presenti in ben
trentasette istituzioni museali del mondo.
Info:011-837688
La mostra “La riscoperta dell’antico. Gli
acquerelli di Edward Dodwell e Simone
Pomardi” arriva a Roma, alla Curia Iulia nel
Foro Romano, dopo essere stata ospitata dal
British Museum di Londra la scorsa primavera. Promossa dalla Soprintendenza Speciale
per i Beni Archeologici di Roma, in collaborazione con Electa e il Packard Humanities
Institute, la mostra ben illustra la realtà e il
romanticismo dei viaggi del Grand Tour attraverso disegni dettagliati di singoli monumenti,
sculture e magnifici paesaggi di rovine, per lo
più acquerelli, che i due vedutisti realizzarono
nel corso dei loro viaggi in Grecia nel 18051806 in pieno clima neoclassico.
Il curatore John Camp ha selezionato 38
vedute realizzate da Edward Dodwell (c.
1777-1832) e Simone Pomardi (1757 -1830).
Presentate per la prima volta in Italia, dal 27
settembre 2013 al 23 febbraio 2014, erano
inedite fino allo scorso febbraio, quando sono
state esposte a Londra. I disegni e gli acquerelli in mostra fanno parte dei circa 800
esemplari che appartenevano alla collezione
dei discendenti di Dodwell, fino a quando nel
2002 sono stati acquistati da David W.
Packard, per conto del Packard Humanities
Institute di Los Altos, California.
Edward Dodwell fu un pittore olandese, viaggiatore, e scrittore di archeologia. Ricco di
famiglia, non ebbe mai la necessità di lavorare per vivere. Dopo aver completato gli studi
al Trinity College dell’università di Cambridge
(1800), si dedicò a viaggiare dapprima in
Grecia (negli anni 1801, 1805 e 1806) e poi in
Italia, dove rimase per il resto della sua vita
risiedendo soprattutto a Napoli e a Roma. Nel
1818 sposò la contessina Teresa Giraud, di
circa trent’anni più giovane di lui la quale,
rimasta vedova, nel 1833 si risposò col conte
Spaur, ministro di Baviera presso la Santa
Sede. Edward Dodwell morì per i postumi di
una malattia contratta durante un viaggio sui
Monti Sabini. Fra i suoi viaggi: Corinto il 1
dicembre, Argo, Micene, Epidauro, Calauria
il 16 dicembre 1805, etc. Info: 06 06 08
INTERLUDI D'ARTE
IL MAUSOLEO DI ADRIANO
comunemente conosciuto come Castel Sant’Angelo
INTERLUDI D'ARTE
Cristian Chironi, OPEN
Annalisa Papagna, VIA PER LAVORO
APOTEOSI. Da Uomini a Dei
Roma, Castel Sant’Angelo
20 dicembre 2013 - 27 aprile 2014
Il Mausoleo di Adriano, oggi Castel Sant’Angelo, è uno dei più grandi monumenti funerari.
Ha ospitato le spoglie dell’imperatore Adriano e dei suoi successori fino a Caracalla,
come prima il Mausoleo di Augusto aveva
accolto le spoglie imperiali di Augusto e della
sua gens. Il ponte lo collegava al Campo
Marzio, non a caso l’area destinata ai grandi
funerali di Stato.
Il funus imperatorum, ossia il funerale imperiale con la divinizzazione dell’imperatore,
cioè l’apoteosi che decretava la sua trasformazione in divus, per la prima volta celebrata
a Roma con i funerali di Augusto, era l’ultimo
atto di un lungo processo che già nella Repubblica aveva visto salire agli onori dei funera
pubblica gli uomini più carismatici e meritevoli. A questo proposito Cicerone, nel Somnium
Scipionis, spiegava come il viaggio celeste
fosse comunque il destino dell’uomo che si
fosse distinto in favore dello Stato, e illustrava
le teorie dell’immortalità dell’anima e della
sfericità del cosmo sulle quali si fondava
l’idea dell’ascesa in cielo delle anime elette.
Dopo l’esempio di Giulio Cesare, al quale era
stato dedicato il tempio del Divo Giulio nel
Foro Romano, con Augusto la divinizzazione
divenne un atto formale della vita politica
romana ed ebbe una cerimonia particolare,
appunto l’apoteosi (in latino consecratio), che
anche gli storici antichi descrissero con attenzione e curiosità.
Il percorso verso la divinizzazione aveva però
origini molto lontane nel sapere degli egizi, al
quale anche i Greci si erano ispirati, concedendo l’appellativo di cosmocrati, ossia
dominatori del cielo, ai sovrani ed ispirando in
tutti costoro il desiderio di apoteosi.
I Greci avevano concesso l’apoteosi solo a
semidei come Ercole, che si era guadagnato
quella posizione con dodici fatiche, e non
poterono negarla ad Alessandro anch’egli, a
suo dire, figlio di un dio. Romolo, l’ecista
divinizzato, avrà, secondo Virgilio (Eneide
VI, 786 ess.) “cento nipoti, tutti celesti”, tutti
abitatori della “superne vette” e tra questi
evidentemente spiccava Augusto. Architettura, arte, tutto concorreva ad interpretare il
desiderio di apoteosi... Info: 06 6819111
CHRISTIAN
CHIRONI OPEN
Nuoro, Museo MAN
31 gennaio - 2 marzo 2014
“Cristian Chironi. Open” è un progetto del
Museo MAN di Nuoro in collaborazione con
la Fondation Le Courbusier di Parigi. Incentrato sull’analisi di problematiche di carattere
comunicativo e sociale in relazione alla contaminazione dei linguaggi, il progetto prevede
la realizzazione di una mostra al Museo
MAN di Nuoro, dal titolo Broken English, lo
sviluppo di un secondo progetto espositivo,
Myhouse is a le Corbusier, da realizzarsi
nell’autunno del 2014, e la pubblicazione di un
libro, edito da NERO, a integrazione e documentazione delle due diverse esperienze.
“Broken English” è il titolo della mostra di
Cristian Chironi al Museo MAN. Iltermineindica le varianti incerte della lingua inglese,
terminologia mal strutturata perlopiù coniata
da soggetti non di madrelingua. Varianti che,
all’interno del progetto, da semplici elementi
del linguaggio diventano immagini, oggetti,
suoni, video, testi, installazioni e azioni declinate in un percorso espositivo multidisciplinare
che integra problematiche linguistiche (comunicazione, contaminazione, dis-identità)
con quesiti di carattere socio-economico. Il
progetto scaturisce dall’emersione di alcune
domande fondamentali: Una società che possiede diverse lingue, dunque diverse forme di
espressione, è più o meno forte, più o meno
ricca, di una società che ne possiede una
soltanto? E’ ipotizzabile l’esistenza al mondo
di una sola lingua, di un solo mercato, di una
sola moneta?
Oltre che all’individuazione di una serie di
episodi linguistici significativi, l’esposizione al
Museo MAN muove della rilettura di una
figura importante della Sardegna del XIX
secolo: l’ingegnere gallese Benjamin Piercy,
che realizzò la prima linea ferroviaria dell’isola. Visse a lungo in Sardegna, dove arrivò a
possedere varie tenute, tra cui Villa Piercy.
Info: tel. +39.0784.252110
I COLORI DEL SACRO.
IL VIAGGIO. 7° Rassegna
Internazionale di Illustrazione
Padova, Museo Diocesano
25 gennaio - 2 giugno 2014
Illustratori di tutto il mondo, moltissimi da
paesi “nuovi” finora rappresentati, sono al lavoro per creare le meraviglie illustrate che
saranno protagoniste della settima edizione
de I colori del Sacro, l’ormai popolare mostra
di illustrazioni e illustratori che, a cadenza
biennale, espongono a Padova, al Museo
Diocesano, le loro tavole intorno a un soggetto di volta in volta definito.
Per l’edizione 2014 dei I colori del Sacro (dal
25 gennaio - 2 giugno 2014) il tema è tra i più
affascinanti il Viaggio.
Viaggio inteso nel modo più ampio: in letteratura il Viaggio è l’avventura di Ulisse, è
l’esilio di Dante, è la meraviglia di Alice, è il
fascino d’Oriente negli occhi di Marco Polo,
è l’epopea di Gilgamesh alla ricerca dell’immortalità, è il mito babilonese di Etana di Kish,
è la lettura fantastica di Don Chisciotte, è
l’avventura cavalleresca, è il diario dei
Bildungsreisen dei poeti e degli scrittori romantici. E’ anche, per chi crede, lo scoprire
la terra delle Scritture, è ricercare il fondamento della storia dell’islam, è il pellegrinaggio alla Terra Santa, è il cammino di Santiago,
è la “salita” alla Città Santa, è la visita a
Roma, sede del trono di Pietro, è il sibbab, il
viaggio a Gerusalemme, dovere per tutti gli
ebrei, è il quinto dovere di ogni musulmano, è
il pellegrinaggio a La Mecca, è la visita alla
Ka’aba del fedele islamico, è il sentiero dell’illuminazione del Buddismo, è la strada verso Shiva sul monte Kailas, è il pellegrinaggio
al fiume Gange, è l’andare ai Shakta pitha, i
“troni della dea Sati”, è la marcia del monaco
indiano, è il passo lento del viandante in Tibet.
Per tutti è attesa e speranza, desiderio di
irrequietezza, ricerca e scoperta, è il coraggio
della sfida e la paura dell’ignoto, è scoperta
del nuovo e stupore del diverso, è mistero, è
fantasia, è nostalgia e abbandono, è avventura e adattamento, crescita e divertimento,
etc. Info: tel. 049-8761924
ARTECULTURA
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INTERLUDI continuano INTERLUDI continuano
Shapes in Play - What you get is
what you give?
Benevento, Spazio Swing
Sino al 15 febbraio 2014
Esplorando i confini del product design laddove
il design incontra la tecnologia, l’arte o
l’artigianato, Shapes in Play sviluppa una
ricerca che nasce dall’osservazione della
cultura contemporanea. Digitale, emozionale
e concettuale convivono simbioticamente nelle
loro produzioni. Internet rappresenta la grande
rivoluzione del 21° secolo e la cultura digitale
influenza oramai tutti gli aspetti delle nostre
esistenze. Info 0824040900
Vettor PISANI / Eroica - Antieroica
Napoli, MADRE Museo d’Arte Contem.
Il MADRE - Museo d’Arte Contemporanea
DonnaREgina di Napoli ospita dal 20
dicembre 2013 al 24 marzo 2014 la prima e
la più completa retrospettiva, per ampiezza e
completezza delle opere, mai dedicata a uno
dei più importanti artisti italiani contemporanei,
Vettor Pisani (Bari, 1934-Roma, 2011).
Omonimo di un condottiero veneto del
Trecento, Vettor Pisani, la cui famiglia
paterna era originaria di Ischia, amava
raccontare di essere figlio di un ufficiale
della Marina e di una ballerina di strip-tease:
fin da questa sua biografia in parte reale in
parte fittizia, riscritta “ad arte”, Vettor Pisani
si presenta come una figura assolutamente
unica.
Per informazioni: 08119313016
Padraig TIMONEY / A lu tiempo...
Napoli, MADRE Museo d’Arte Contem.
Il lavoro di Pádraig Timoney è una
esplorazione profonda e personale di tutti i
linguaggi della pittura e della natura delle
immagini, realizzata attraverso l’uso di mezzi
espressivi differenti: accanto al medium
principale della pittura, infatti, l’artista fa uso
di fotografia, scultura e installazione, creando
un universo visivo improntato a un radicale
eclettismo. Davanti a una serie di opere di
Timoney si può avere l’impressione di trovarsi
all’interno di una mostra collettiva, tanto
diversi sono gli stili, le tecniche e le atmosfere
che definiscono i suoi lavori. Dal 6 febbraio
al 12 maggio.
Per informazioni 08119313016
JANKOWSKI / Magic Numbers
Bologna, Fondazione del Monte
La mostra, che indaga il tema della magia
nell’arte contemporanea e del suo ruolo nella
società di oggi, nasce con l’intenzione di
chiamare degli artisti di fama internazionale
in città e di produrre un nuovo lavoro insieme
a loro. In Magic Numbers Christian
Jankowski, che con i suoi lavori ci ha abituato
ad acute e ironiche analisi sui rapporti tra
16
ARTECULTURA
arte e audience, realtà e rappresentazione,
produzione commerciale e cultura “alta”, si
interroga sulle possibili relazioni tra arte e
magia, tema contemporaneamente esplorato
al MAMbo, con l'ampia esposizione La
Grande Magia. Opere scelte dalla Collezione
UniCredit. Info 051 2962 511
Sino al 16 febbraio 2014
Gigino FALCONI - Antologica
Pescara, Museo Vittoria Colonna
L’Antologica Una vita per la pittura è
scandita in sette percorsi temporali, che
delineano l'intero itinerario artistico iniziato
nei primi anni Cinquanta del pittore Gigino
Falconi, comprendente opere che lo hanno
reso protagonista della pittura figurativa. È
un itinerario artistico-introspettivo siglato
dalla ricerca di quel realismo magico, che ha
la capacità di affascinare e di sedurre il
visitatore. I. Percorso. Anni Cinquanta:
dall’esordio con un universo figurativo alla
poetica informale. II. Percorso. Anni
Sessanta: dalla ricerca sulla surrealtà
all’espressionismo. III. Percorso. Anni
Settanta: dalla surrealtà del presente allo
straniamento. IV. Percorso. Anni Ottanta:
dalla poetica del mistero alla sospensione e
attesa. V. Percorso. Anni Novanta: adesione
al religioso: dalle luci delle forme allo stupore
del sacro. VI. Percorso. Anni Duemila: opere
di compartecipazione: dalla lucentezza della
natura alle ossessioni del variegato universo
femminile. VII. Percorso. Anni Dieci del
nuovo millennio: dall’oblio della condizione
umana alla luce dei riscattati e al fascino del
paesaggio.
Sino al 2 marzo. Info 0854283759
LA MADONNA DEL LATTE
Bologna, Raccolta Lercaro
La Fondazione Cardinale Giacomo Lercaro
e l’Opera Diocesana Madonna della Fiducia
sono liete di presentare un tondo in gesso
ritrovato a Bologna in palazzo Tartagni
Bianchetti, storico edificio situato in Strada
Maggiore, nel cuore della Città.Si tratta di un
altorilevo raffigurante una Madonna del Latte,
che replica e riproduce il tondo in marmo
inserito nella lunetta del sepolcro Tartagni,
monumento funebre realizzato in marmo nella
basilica di San Domenico dallo scultore
fiesolano Francesco di Simone Ferrucci
(1437-1493) per il giurista imolese e dottore
dello Studio bolognese Alessandro Tartagni,
morto nel 1477.
Sino al 13 luglio. Info 051 6566210
Brian GRIFFITHS - The Kidd
Reggio Emilia, Dispari & Dispari Project
dispari&dispari projects inaugura sabato 14
dicembre alle ore 18.00 una mostra personale
dell’artista inglese Brian Griffiths. La
collaborazione tra dispari&dispari e l'artista
nasce con la collettiva Fountain Show, e si
concretizzata quest'anno con la personale
intitolata THE KIDD. La mostra presenta al
pubblico un'installazione itinerante di Brian
Griffiths, già stata precedentemente esibita
in un boxing club, nelle campagne inglesi e in
un castello medioevale situato nella città di
Norwich (Inghilterra), adattata al contesto
della galleria. Si tratta visivamente di un vero
e proprio campeggio realizzato con tende e
sacchi di tela. Sino al 28 febbraio.
Info 3356097304
NOMACHI -
Le Vie del Sacro
Roma, MACRO
Raccolte in 12 grandi edizioni antologiche, le
fotografie di Kazuyoshi Nomachi sono
pubblicate in tutto il mondo e appaiono nelle
principali riviste di fotografia, come The
National Geographic, Stern e GEO. I lavori
realizzati nel Sahara, lungo il Nilo, in Etiopia,
in Tibet e in Arabia, hanno suscitato negli
anni una grande ammirazione, anche nei
paesi occidentali e hanno vinto numerosi
premi, tra cui l'Annual Award of the
Photographic Society del Giappone nel 1990
e nel 1997 e, nel 2009, la Medal of Honor
with Purple Ribbon (riconoscimento del
governo giapponese per meriti accademici o
artistici). Sino al 4 maggio
Info 06671070400
IL COLORE DELLA NEVE
Roma, Galleria Antiquaria Biagiarelli
Lo scorso 29 novembre 2013 presso la
Galleria Antiquaria di Carlo Maria Biagiarelli
in Piazza Capranica, 97 (6784987) in Roma
è stata inaugurata la mostra I Colori della
neve - Il fascino della realtà russa vista
dai pittori sovietici. La neve è il tema
dominante di questa rassegna pittorica ma
non solo la neve. Il suo candore ricopre,
soffice, delicato, un paesaggio quasi indurito
dalle vicende sovietiche del tempo. Vari i
momenti della vita quotidiana dei personaggi
raffigurati, vari gli scorci, i panorami, urbani
o di campagna. Sino al 28 febbraio
Info 066784987
NATIONAL GEOGRAPHIC
Roma, Palazzo delle Esposizioni
Con "La Grande Avventura" - afferma Fosco
Maraini - cerchiamo di riportare al maggior
numero di persone questa essenza di National
Geographic. La mostra - realizzata come
sempre con l'apporto fondamentale, operoso
e creativo della redazione - è diversa dalle
cinque precedenti, perché non è soltanto di
immagini: è più un'esposizione fotograficostorica, che farà partecipare i visitatori a un
"viaggio" iniziato 125 anni fa a Washington,
e continuato in tanti paesi di ogni continente.
INTERLUDI continuano INTERLUDI continuano
Seguendo un percorso narrativo semplice e
chiaro (125 scatti, pannelli espositivi, cover
della rivista, schermi televisivi, touch screen),
potrete verificare perché quando parliamo di
NG ci riferiamo a una "grande avventura" .
Sino al 2 marzo 2014 Info 06489411
della raccolta di pezzi che faranno scoprire
aspetti a dir poco sorprendenti del maestro
genovese.Sino al 23 febbraio 2014
Info 0102530328
RITORNO ALLA FORMA
1952-1986
ROMA, Mucciaccia Arte Moderna
Georges Mathieu è incontestabilmente
l’artista francese che, tra il 1947 e il 1980, ha
rappresentato nel modo più brillante l’arte
del suo paese nel mondo. La sua fama, dalla
nascita dell’astrazione lirica nel 1947, si è
costruita su un’opera celebrata dalle più
grandi istituzioni culturali nazionali e
internazionali. Le caratteristiche della pittura
detta “astratta lirica” comportano la scelta di
una grande libertà di esecuzione, con una
propensione marcata per la traccia del gesto
sulla tela e un gusto per il colore e la materia,
quest’ultima proveniente molto spesso
direttamente dal tubetto. Sino al 20 febbraio.
Info 0669923801
Campobasso, Artes Contemporanea
Una delle peculiarità dell’arte molisana
contemporanea è stata quella di non aver
mai smarrito una spiccata linea figurativa.
Fuori dalle correnti più significative, lambita
solo superficialmente dalle tensioni del
Futurismo, lontane dal dopoguerra, dai dibattiti
sull’astrattismo, la regione ha mantenuto
intatto un modo di saper dipingere e scolpire
che affonda molte radici nella tradizione più
nobile dell’arte italiana. Artisti presenti
Antonio Di Toro, Antonio D’Attellis,
Walter Genua, Giovanni Manocchio,
Giulio Oriente, Leo Paglione, Gilda
Pansiotti D’Amico, Rodolfo Papa, Antonio
Pettinicchi, Marcello Scarano, Amedeo
Trivisonno, Vincenzo Ucciferri.
Sino al 12 febbraio 2014
Nam JUNE PAIK - The future is now
PINOT GALLIZIO
Georges MATHIEU
CAMOGLI/Ge, Fondazione Remotti
Il flusso continuo di percezioni e invenzioni
coinvolge immagini, oggetti, disegni sculture,
suoni. Così Paik inaugura la parentela con la
musica contemporanea. Come Pier Paolo
Pasolini, anche lui aveva intuito che il sistema
televisivo avrebbe influenzato il comportamento individuale, politico, collettivo
trasformando la società in aggregati mediatici,
e le sue opere sono anche l'annuncio critico
di questra trasformazione. Nella sua vita ci
sono tappe fondamentali che sottolineano
l'irruzione della novità tecnologica, come la
prima telecamera portatile Portapak, creata
dalla Sony nel 1965. Sino al 2 marzo 2014
Info 0185772137
LUZZATI FACTORY
Genova, Museo Luzzati a Porta Siberia
Come si costruisce un artista? Quali sono le
tappe e i percorsi che vanno ad alimentare la
sua vena creativa fino a farlo diventare tale?
la mostra LUZZATI FACTORY SPERIMENTAZIONI ANNI ’40 – ’50 al Museo
Luzzati di Genova dal 19 novembre al 23
febbraio prossimi ripercorre i primi venti
anni del cammino artistico di Emanuele
Luzzati alla ricerca delle sue sperimentazioni
giovanili su tecniche, temi, stili. In mostra
saranno bozzetti, figurini, progetti, disegni
per opere teatrali, ad esempio quelli per il
Peer Gynt del 1950 in cui recitò Vittorio
Gassman, illustrazioni per libri come i disegni
e le acqueforti per il suo primissimo lavoro in
questo campo, il Candide di Voltaire; opere
di grafica tra cui un divertente pannello di
pubblicità per una birra: solo per avere un’idea
Alba (Cn), Palazzo Banca d’Alba
La mostra, attentamente selezionata, riporta
Gallizio nella sua città, dopo la memorabile
esposizione L’uomo, l’artista e la città,
allestita dalla Fondazione Ferrero nel 2000, e
dopo la grande mostra dedicata alla pittura
industriale allestita nella primavera 2012 nella
chiesa di San Domenico, dove si vide per la
prima volta il Rotolo di pittura industriale
lungo 74 metri realizzato nel 1958. Oggi
invece si vogliono presentare alcune opere
inedite di grande respiro e significato artistico
che sono state raramente o mai esposte al
pubblico e che sono rimaste gelosamente
custodite nelle stesse collezioni private da
molti decenni, in parte addirittura dagli ultimi
anni di vita dell’artista. Una importante
rassegna storica
Sino al 9 febbraio. Info 0173 292248
Ron ARAD - In reverse
Torino, Pinac. Giovanni e Marella Agnelli
Arad rimane uno dei designer più influenti ed
enigmatici al mondo e, nel corso degli ultimi
30 anni, ha fornito un contributo di importanza
fondamentale al mondo dell'arte, del design
e dell'architettura. Assurto a fama internazionale con la sua "Rover chair" e la
libreria a serpente "Bookworm", Arad ha
collaborato con marchi importantissimi quali
Alessi, Vitra, Moroso, Swarovski e, oltre a
tanti altri progetti acclamati dalla critica, ha
progettato il negozio di Yohji Yamamoto di
Tokyo. Arad ha esposto le sue opere al
Centro Pompidou di Parigi, al MOMA di
New York e al Barbican di Londra.
Sino al 30 marzo 2014. Info 011006208
POSEIDONINFLORA
Terlizzi (Ba), Pinacoteca Michele de Napoli
La mostra si articola in due sezioni: la prima
mostra dedicata alla fotografia subacquea
(espongono nella rasegna: Silvia Boccato,
Paolo Fossati, Isabella Maffei, Michelangelo
Matacchione, Adriano Morettin, Giuseppe
Pignataro, Stefano Proakis, Mimmo Tritto,
Davide Vezzaro, Alessio Viora); la seconda
incentrata sui lavori realizzati durante il
percorso di educazione ambientale marina
NEL BLU DELLA PUGLIA in collaborazione con il Primo Circolo Didattico
“Don Pietro Pappagallo”.
Sino al 24 febbraio 2014 Info 0803542836
LA GALASSIA DI ARP
Nuoro, Museo MAN
In mostra, insieme a un’importante serie di
sculture, bassorilievi, arazzi e carte di Jean
Arp (Strasburgo 1887-Basilea 1966), saranno
presentati lavori significativi di grandi autori
del primo e secondo Novecento, tra cui
Alexander Calder, Max Ernst, Paul Klee,
André Masson, Meret Oppenheim, Francis
Picabia, Kurt Schwitters e ancora Josef
Albers, Julius Bissier, Sonia Delaunay, Theo
Van Doesburg, Piero Dorazio, Viking
Eggeling, Fritz Glarner, Richard Huelsenbeck, Johannes Itten, Marcel Janco,
Richard Paul Lohse, Alberto Magnelli,
Sebastián Matta, Aurélie Nemour, Hans
Richter, Arthur Segal, Italo Valenti, Victor
Vasarely.
Sino al 16 febbraio. Info 0784252110
IN HOC SIGNO VINCES
Arezzo, Basilica San Francesco
Dal 20 dicembre 2013 al 12 marzo 2014 si
intende illustrare i vari aspetti della Leggenda
della Vera Croce, esponendo un raro
esemplare manoscritto dell’opera di Jacopo
da Varazze proveniente dalla Biblioteca
Ambrosiana di Milano (sec. XIII) accanto
alla prima versione in volgare dello stesso
testo, un incunabolo conservato a Camaldoli.Il
percorso si apre con una celebre immagine
di Elena proveniente da Firenze, dalla Galleria
degli Uffizi.
BARBIERI Vedute,The New Fragrance
Bologna, Gallerie Oltredimore
Mattia Barbieri intende aprire la Veduta ad
un’interpretazione plurisensoriale: (The New
Fragrance), quasi fosse una nuova essenza
glam oltre a identificarsi con l’odore forte della
pittura fresca, si fonde sorprendentemente con
la fascinazione per la pittura paesaggistica del
1700 e la suggestione evocata dagli anonimi
lombardi seicenteschi. La pittura di Mattia
Barbieri è fatta di stratificazioni e cancellazioni.
Sino al 14 marzo 2014.
Info 051 6449537
ARTECULTURA
17
Gianfranco
Rontani
Un Maestro tra i personaggi
della pittura che hanno
segnato l’arte del secolo XX
Cavaliere della Repubblica per meriti
artistici dipinge 34 tele di metri
2x160 rappresentanti l’In- ferno a cui
fanno eco d’arte altre 22 tele sul
Carnevale di Viareggio, dall’opera
di 4 metri donata al Santo Padre
“Lasciate che i fanciulli vengano a
me” in occasione della sua visita
pastorale a Lucca, alla “Resurrezione
di Cristo dinanzi a Sua Madre
Maria” anch’essa donata al Papa
durante la sua visita alla Diocesi di
Lucca a Roma per il Giubileo. Una
testimonianza di arte e di solidarietà
che contraddi- stinguono l’operato
***.
Certo che la donna nella pittura del
Maestro Gianfranco Rontani si
potrebbe definire come la madre del
mondo per il modo coinvolgente
che fa radice nella storia umana della
vita. Nella riproduzione che segue
di “RACCOGLIMENTO” la rilevanza della donna non fa mistero.
Infatti, l’intenso della forza riflessiva che appunto caratterizza la
stessa natura della donna, nel suo
rapporto di animazione a principio
di vita su un fondo giallo-pagliarino,
rivela tutta la sua importanza.
Marpanoza
Segromigo di Piano (Lu)
Cell. 3349020404
Artecultura tel. 02-864.64.093
Gianfranco Rontani
“RACCOGLIMENTO”, olio su tela, cm. 30x40
Leonilde
Perseu
DIALOGO SUB
DI PESCI ANGELO
Non pensiamo che vi siano persone
che non amino il mare, anche se possano esistere persone impressionate dalla
vastità delle acque, ma che nel fondo di
se stesse, poi non mancano di una considerazione di vicinanza che le rallegra
e non le intristisce. Questo perché, per
quello che ne sappiano, sembrerebbe
che la nostra vita biologica origini dal
mare, cosa che giustifica anche l’attrattiva di tanti pittori interessati a dipingere marine con bellissimi richiami di liricità poetica come, ad esempio, PESCI-ANGELO che dipinge la
pittrice Leonilde Perseu. Un dialogo
silenzioso e solenne in cui l’andare dei
due pesciolini gialli con accenno di
cuore sul basso ventre, ancora più blu
delle acque del mare, motiva la loro
volontà a districarsi dalle alghe del sub
per sentirsi più liberi a navigare nel
loro destino. Aspetti creativi, che si
ombreggiano con la metafora umana
mossa da reazioni emotive di un dialogo di sentimenti che collegano l’azzurro del mare con il terso del cielo pur se
solo immaginariamente. Il dipinto in
se stesso incorpora qualcosa di più
della sua esplosiva liricità. Forse, nella biologia animale vi sono reazioni di
radici universali che un pittore può
avvertire per le sue particolari facoltà
intuitive anche se poi rimangono estranei alla coscienza culturale. Interessante nel dipinto è che esso non viene
espresso con superficialità ma con consistenza di chi, pittrice, lo è per natura
ed esercizio di tavolozza.
Leonilda Perseu:
PESCI-ANGELO olio su tela.
18
ARTECULTURA
Antonietta
Di Seclì
L’UNIVERSALE
SPIRITUALITA’
La grande spiritualità non ha confini:
sia se la considerazione si riferisce ad
un mito ovvero ad una congenialità
ideativa, lo spirito, quando è tale, in
tutta la sua essenza, allusiva o dimostrativa, non determina frazioni a cospetto l’universo pur se il riferimento
può partire da una croce ovvero da una
vocazione di altre religioni o di orientamento filosofico o scientifico. L’essenza che manifesta il riferimento spirituale viene a riguardare comunque la
grande unità universale. Tanto che specie le grandi religioni come il Cristianesimo hanno per loro finalità il
raggiungimento dell’ecumenismo
espresso anzitutto mediante la preghiera come metodo di purificazione da
quel peccato, che appunto, riguarda il
particolare e non l’insieme della visione immaginativa del mondo. Tant’è che
“CORPUS DOMINI” 1997, che si
equivale al “Corpo del Signore” di
Antonietta Di Seclì, vuol significare, appunto, il grande ecumenismo
dell’esistenza e l’idea che di esso si
manifesta alla sensibilità umana. Tanto che la pittrice imposta il dipinto da
un primo piano in scuro blu-Prussia
che poi man mano ascende, si evolve
sempre più in azzurro celestiale. Mentre nel centro del dipinto il simbolo
della Croce si pone alla cima di
un’isolotto che vuol significare la
centralità del desiderio, l’universalità
infinita della solenne unità ecumenica.
Marpanoza
Anto nietta Di Seclì:
“CORPUS DOMI NI” 1997
olio su tela, cm. 100x70
Sergio
Acerbi
AMORE
CONOSCITIVO
La tavolozza dalla quale un pittore
attinge quell’insieme di colori che poi
passano all’energico impasto compositivo con spinta creativa innata che,
tale poi rimane, anche quando un pittore può evolvere il suo lavoro allo spirito
evolutivo della maestria. Come il caso
di Sergio Acerbi che dipinge la sua
tavolozza a manifestazione della facoltà permanente della sua pittura. Una
pittura non casuale, ma specificamente una simbologia d’insieme nella quale fanno radici tutte quelle manifestazioni che il cervello immagazzina per
la sua natura di alfabeto indeterminato
di memoria del linguaggio presente
nella scatola cranica cerebrale e per
riflesso di realizzazione nella tavolozza fino a potersi dire sinonimi di una
metafora senza fine. Un doveroso
adempimento in cui la continuità diventa il solo metro che conta nel manifestare le innumerevoli sensazioni che
sensibilizza l’emotività dell’artista per
esprimere quella tensione conoscitiva
di tempo indeterminato, dove più si
conosce ed instancabilmente si persevera per continuare a scoprire lo scopo
di vivere. Insomma un amore dal sentimento sferico in cui il movimento è
radice universale di conoscenza su
quanto la percezione umana possa recepire e domandarsi. L’amore diviene
così quell’universo che Sergio Acerbi
ci fa conoscere a merito della sua avanzata ricerca.
(Marpanoza)
Michele
Giannattasio
Gregorio
Mancino
DESIDERIO
UNIVOCO
ELEFANTE
INTELLETTUALE
L’unità familiare è un calore che non
si vede, ma che si sente, si vive come
una sovrana forma d’indipendenza e nel
contempo di sicurezza anticipata da
uno stimolo appagante di tranquillità
soprattutto innata come se la serenità
non riguardi la storia umana ma un valore di convivenza presente nel destino del mondo. Questa ed altra conoscenza, non sensibile ai sensi, ma attiva nella fenomenologia della vita che
chiamiamo famiglia nella nostra sovrana tensione. Michele Giannattasio,
pittore affettivo di grandi emozioni di
tanto ci rende consapevoli sulla natura
col suo dipinto “NUCLEO FAMILIARE” 1988.
A semicerchio, attorniata dai figli, la
madre, posta al centro del dipinto, motiva quell’alta spiritualità di comune
fermento che raggiunge la profondità
del valore che, appunto, significa famiglia, intesa più nella sua originalità
di battito corale che di senso morale.
Le tonalità del dipinto, infatti, che
muovono da un fondo di marrone scuro poi man mano salgono verso l’alto
evolvendo quelle varietà di colore che
accendono di realismo interiore l’atmosfera vissuta dal battito creativo del
pittore. L’opera diventa pertanto una
pagella senza la scuola che puntualizza
quell’affettiva premura umana da noi
sentita come anelito di vera purezza.
Marpanoza
La metafora è da pensare che sia il
mezzo che fa pittore davvero moderno
Gregorio Mancino. Lui, l’artista, che
modernizza l’antico e l’oggetto usato,
il pittore che rende piacevole la
stranezza, appunto, mediante la metafora appropriata da non confondere
con un comune adattamento che non
porta da nessuna parte, al contrario di
Mancino che intellettualizza l’elefante
tra l’azzurro e il Tricolore con due
occhi che sembrano parlare ad un
mondo che vive oltre la coscienza
umana. Forse o vero, il desiderio di un
linguaggio intergeneris alimenta la
ricerca conoscitiva del pittore che fa
della meraviglia lo scopo del suo
percorso creativo. L’artista dota di una
spiccata intelligenza che, oltre a farlo
viaggiare in continuazione, sensibilizza
il pittore anche alle attrattive negli
angoli più remoti del mondo che
Mancino raggiunge per rapporti d’arte
e donazioni varie dovute al solidale
della sua magnanimità. (Marpanoza)
Gregorio Mancino
“ELEFANTE A ZANZIBAR” 2011
, tecnica mista cm. 50x70
Michele Giannattasio
“NUCLEO FAMILIARE” 1988
Olio su tela
Sergio Acerbi
ESSENZA D’AMORE
4 cm. 29x21
ARTECULTURA
19
Marco
Faggi
CORTINA
ARTE
Via MAC MAHON, 14 (Cortile int.7)
INTERROGATIVI
DELL’IMMAGINARIO
Intuire esistenze per lo più inverificabili è sempre stato un problema non solo per un geniale psicanalista come Sigmund Freud, ma anche per un positivista come Karl Popper che
da un punto di vista scientifico conosceva
bene i cieli dei laboratori. Così che con il
d ipinto “DIALOGO TRA CONSCIO E INCONSCIO” pensato senza mediatori, il pittore Marco Faggi s’inventa il suo programma di ricerca conoscitiva con l’auspicio che
raggiunga quel risultato che spera: di tessere
cioè con la sua spericolata ricerca l’intesa
tra la montagna e l’eco, quel filo diretto che
si pronuncia incondizionatamente facendosi
sentire senza farsi ne toccare e tantomeno
vedere. La metafora ha di certo il suo diretto
riferimento come quando ci si propone di conoscere l’immaginario di un discorso che riguarda l’inconscio ed il suo contrario cioè l’inconscio senza la partecipazione di mediatori
esterni. Una finalità non solo difficile a raggiungere nell’infinito della sua premessa in
cui il risultato può pervenire a due risposte:
alla sostenibilità dell’esistenza ovvero alla sua
sconfessione. Un tema sul quale la Scuola di
Vienna con Klimt, Schiele, Kokoscha ed altri artisti-scienziati si sono domandati a lungo tracciando ognuno di loro la più congeniale
dimostrazione. Ora, Marco Faggi, che si promette di conoscere il filo diretto degli avvenimenti tra conscio e inconscio suona il campanello del miracolo nel rapporto tra la materia e la spiritualità, la sua poesia, poiché alla
fin fine di questo si tratta. Fino a persuadersi
che l’inconscio potrebbe scomparire se la
biologia raggiungesse la perfezione del suo
equilibrio chimico e funzionale. Impossibile.
Si sa, ma il tentativo di conoscere meglio se
stessi può avverarsi in tanti modi. Il buon auspicio per Marco Faggi.
(Marpanoza)
20155 MILANO -ITALIA
Tel 02/33607236 www.cortinaarte.it
E-mail: [email protected]
PERMANENZE
DINO BUZZATI GIANCARLO CAZZANIGA GIANCARLO CERRI GIOVANNI CERRI ROBERTO CRIPPA DADAMAINO FORTUNATO DEPERO LUCIANO MINGUZZI
Inaugurazione della mostra ore 18,30
11 f ebbraio - 1 marzo 2014
***
MARINO
BENIGNA
Dentro
a cura di Giovanni Cerri
La mostra di Marino Benigna, dal titolo
“Dentro” offre una selezione di dipinti
dell’autore bergamasco, particolarmente
attento al tema umano della sofferenze
e del dolore. Come evoca il titolo stesso
della mostra, l’artista si concentra sull’interiorità umana e indaga in essa nei
significati più veri e talvolta anche
scomodi. Patimento, turbamento, estasi,
esistenza, morte, tutto ciò che scorre nel
nostro “essere nel mondo”. Pittura dal
colore essenziale, scandito su poche
tonalità, e pittura che parla all’emotività.
Un espressionismo profondamente
lombardo, che è incentrato sulle
tematiche forti del senso della vita.
GALLERIA
GALLERIA
PONTE
ROSSO
PONTE
ROSSO
20121 - Milano via Brera 2
Tel/Fax 02/86461053
Corrisp. via Monte di Pietà1/A
E-mail:[email protected]
www.ponterosso.com
GALLERIA
PONTE ROSSO
1973 / 2013
Proseguendo il percorso delle mostre
allestite per i 40 anni di attività della
galleria, la Ponte Rosso presenta la
rassegna
100 disegni
dedicata alle tecniche artistiche su carta:
disegno, acquerello, tempera, pastello,
incisione.
In mostra opere grafiche di artisti italiani
del novecento e contemporanei con
particolare risalto a dodici artisti a cui la
Ponte Rosso ha dedicato un’importante
pubblicazione monografica.
Collana 100 disegni: CONSADORI,
VELLANI MARCHI, FLANGINI,
SALIETTI, BRAMBATI, LONGARETTI,
MOTTI, DALLA ZORZA, NOVELLO,
LURAGHI - acquerelli
Collana Incisori: COTUGNO, MISSIERI
inaugurazione giovedì 23 gennaio ore 18
Marco Faggi
“DIALOGO TRA CONSCIO E INCONSCIO”
Tecnica mista su tela e tavole
Carlo Dalla Zorza
Venezia ai giardini, ingresso alla Biennale 1954
dal 23 gennaio al 16 febbraio 2014
ASSOCIAZIONE CULTURALE R. CORTINA
Via Mac Mahon, 14 (Cortile interno n. 7)
20155 MILANO - ITALIA
Tel/Fax 02/33607236 - Cod.Fisc. 97181820156
20
ARTECULTURA
Orario di apertura:
10-12,30 / 15,30 -19
Chiusura: domenica e lunedì
domenica 16 febbraio aperto
dalle 15,30 alle 19,00
Fortunato Depero: Liquore Strega, 1928
collage di carte colorate su cartone, 46x33 cm
Aosta, Museo Archeologico
12 dicembre 2013 - 11 maggio 2014
Il Museo Archeologico Regionale di Aosta
prosegue l’indagine sulle avanguardie storiche
del ‘900 (negli anni scorsi sono state realizzate
due grandi rassegne dedicate a Paul Klee e
Wassily Kandinsky) focalizzando l’attenzione
su Fortunato Depero, una delle figure
maggiormente significative del secolo scorso
UNIVERSO
DEPERO
che ha saputo proporre una visione dell’arte
totale. Universo Depero, a cura di Alberto
Fiz e Nicoletta Boschiero, inaugurata lo scorso
12 dicembre 2013 per rimanere aperta sino
all’11 maggio 2014, è organizzata dall’Assessorato Istruzione e Cultura della
Regione autonoma Valle d’Aosta in
collaborazione con il Mart di Rovereto che ha
assicurato il prestito di una serie particolarmente significativa di opere, alcune
mai esposte prima d’ora, che spaziano dal
1910 alla fine degli anni Quaranta.
La mostra fa parte di un progetto teso alla
valorizzazione dell’artista, come conconfermano i tanti eventi internazionali che lo
coinvolgono tra cui Depero y la reconstruccion
futurista del universo proposta sino al 12
gennaio 2014 a La Pedrera di Barcellona, la
grande rassegna sul futurismo in programma
al Guggenheim di New York dal 21 febbraio
al 1° settembre 2014 a cui farà seguito, in
giugno, la personale Depero futurista alla
Fundacion Juan March di Madrid. I prestiti
del Mart sono arricchiti da testimonianze significative provenienti da altre realtà museali
fondazioni, gallerie e musei aziendali come
la Campari con cui si è sviluppato un lungo
sodalizio durato dal 1925 al 1939. Non
manca, poi, un nucleo di testimonianze che
fanno parte della collezione personale
dell’artista Ugo Nespolo che ha sempre
considerato Depero un suo fondamentale
punto di riferimento.
“Attivo per quarant’anni, Fortunato Depero
è un personaggio a tutto tondo che ha
sfidato le convenzioni attraverso un
processo creativo in grado di spaziare dal
teatro alla pubblicità; dal design all’artigianato attraverso la sperimentazione
di differenti tecniche, come dimostrano le
sue celebri tarsie di stoffe colorate”,
affermano i curatori Alberto Fiz e Nicoletta
Boschiero che ricordano come proprio
Umberto Boccioni, nel 1916, rimproverava
amichevolmente a Depero di “osare
troppo”.
Nel celebre manifesto Ricostruzione
futurista dell’universo firmato da Giacomo
Balla e Fortunato Depero nel marzo 1915
gli intendimenti erano chiari: “Noi futuristi,
Balla e Depero, vogliamo realizzare questa
fusione totale per ricostruire l'universo
rallegrandolo, cioè ricreandolo integralmente. Daremo scheletro e carne
all'invisibile, all'impalpabile, all’imponderabile, all'impercettibile. Troveremo
degli equivalenti astratti di tutte le forme e
di tutti gli elementi dell'universo, poi li
combineremo insieme, secondo i capricci
della nostra ispirazione, per formare dei
complessi plastici che metteremo in
moto.”La mostra in programma ad Aosta
affronta l’Universo Depero nelle sue
differenti declinazioni: sono esposte oltre
100 opere tra dipinti, arazzi, tarsie, panciotti
futuristi , mobili, sculture, bozzetti, progetti,
libri (tra cui il celebre Libro imbullonato del
1927), disegni e schizzi in una esposizione
che ripercorre l’iter creativo dell’artista
dai suoi esordi in ambito simbolista (la
mostra si apre proprio con un’opera
simbolista come Il taglialegna del 1912)
alla sua adesione al futurismo giungendo
sino alle realizzazioni degli anni quaranta
quando appare evidente il recupero della
tradizione e dell’arte popolare.
In una rassegna così concepita, non
mancano le riflessioni sul teatro e la danza
(appaiono di particolare significato i progetti
per I Balli Plastici provenienti dal Mart,
oltre allo storico dipinto Tarantella del
1918), sulle tappe che hanno condotto nel
1919 alla nascita di Casa Depero,
sull’esperienza americana (qui nascono i
progetti per Vanity Fair e Vogue), così
come sullo stretto legame con il mondo
pubblicitario che per Depero ha lo stesso
valore della ricerca artistica indipendente,
tanto che nel 1926 espone alla Biennale di
Venezia una sua pubblicità per Campari,
Squisito al selz.
(Aoristias)
Info 0165 274401
VIAGGIARE
NEL TEMPO
Scienza, storia, strumenti
Cosenza, Palazzo Arnone
Sino al 31 maggio 2014
Il 14 novembre 2013 è stata inaugurata a
Cosenza, Palazzo Arnone, sede della
Soprintendenza per i Beni Storici, Artistici
ed Etnoantropologici della Calabria e
della Galleria Nazionale di Cosenza, la
Mostra Cosenza Scienza - Storie e strumenti
scientifici per viaggiare nel tempo.
L’esposizione, di notevole valenza
didattica, propone strumenti, apparati
storici e reperti naturalistici appartenenti
alla cospicua collezione tecnico-scientifica
del Liceo Classico “B. Telesio” di Cosenza
acquisita nel corso della sua lunga e
autorevole storia a partire dal 1861. La
mostra è divisa in sezioni: FISICA
MODERNA: serie di tubi a vuoto, rocchetto
di Ruhmkorff, Scala di Cross,Spettroscopio di Kirckoff e Bunsen, ecc.;
ELETTROMAGNETISMO: elettromagnete, sezione di cavo elettrico transoceanico, ago magnetico, modelli di
motori elettrici, macchina del dott. Spalmer
per terapia medica; ACUSTICA: canne
sonore, modello di microfono a carbone,
modello di telefono, sirena di Cagniard de
La Tour, microfono di Bell; OTTICA:
lanterna magica, episcopio, microscopio
composto, camera obscura, modello di
proiettore, microscopio solare, stereoscopio a cassetta ecc.; LA NASCITA
DELLA CHIMICA: L’ALCHIMIA: Athanor, vetreria, storte, alambicchi,
distillatore ecc.; riproduzione di un
laboratorio alchemico di fine ‘700. Non
manca uno spazio scenico dove attori
professionisti proporranno il testo teatrale
La Scienza oscura - il monologo dell’Alchimista che racconta il cruciale
passaggio alla moderna chimica quantitativa. Per i più piccoli sono previste,
altresì, azioni interattive con strumenti
ricostruiti o giocattoli scientifici a tema.
L’iniziativa è voluta dal Liceo Classico
“Bernardino Telesio”, dalla Soprintendenza per i Beni Storici, Artistici ed Etnoantropologici della Calabria e dalla
Società Bottega Scientifica.Una rassegna,
pertanto, di ampio respiro che permette di
valutare come la scienza influenzi in
maniera decisiva l’esistenza quotidiana
dell’uomo e come essa stessa sia frutto
della sua creatività, della sua capacità di
innovazione. Una lezione quanto mai attuale
nell’Italia di oggi, in cui una latente e
diffusa mentalità, ostile o diffidente, al
progresso scientifico, è ancora presente.
Una mostra, come questa, certe nebbie può
contribuire a dissiparle. Info 0984795639
ARTECULTURA
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TRE OPERE PER UNA SCIAGURATELLA
CHIAMATA MANON
Il primo a mettere in musica il romanzo dell’abate Antoine-Francois Prévost
intitolato “Histoire du chevalier Des
Grieux et de Manon Lescaut” edito nel
1731 era stato, nel 1856, Daniel Auber,
con una “Manon Lescaut” infedelissima, oltre che al povero Des Grieux,
anche al testo letterario originale, per
un risultato tanto poco memorabile che
Jules Massenet (1842-1912) non ebbe
remore nel rimettere mano al romanzo di Prévost per farne una nuova versione operistica. Così, nel gennaio
1884, ecco rivivere “Manon”, giovane
femmina incostante, avida e nello stesso tempo innocente nel proprio essere corruttibile e corrotta, destinata dalla famiglia a un convento nel quale non
giungerà mai perché, alla stazione di
posta di Amiens, incontra il giovane
Des Grieux, che la convince senza grandi sprechi di fatica a seguirlo a Parigi,
dove però li attende una povertà incompatibile con le ambizioni della ragazza.
E’ così che quando il padre di Des
Grieux, per porre fine allo scandalo,
fa rapire il figlio, Manon, che pure è al
corrente della cosa, non fa nulla per
salvarlo. Liberatasi dell’amante, diventa mantenuta di un appaltatore delle
imposte, ma quando apprende che lo
sventurato Des Grieux sta per essere
ordinato abate, corre a travolgerlo con
la propria rinnovata passione. I due si
riducono a vivere di espedienti, con
Des Grieux ormai giocatore professionista e probabilmente baro. Arrestati
su denuncia di un ex spasimante di lei,
Des Grieux viene rilasciato, mentre
Manon finisce condannata come prostituta alla deportazione nelle Americhe. Non vi giungerà: dopo un vano
tentativo di salvarla, Des Grieux se la
vede morire fra le braccia. Per la
partitura Massenet sceglie la versione
“opera-comique”, cioè con i recitativi, in un’epoca in cui anche “Carmen”
veniva rielaborata per toglierli e trasformarla in “grand-opera” (con risultati però almeno dubbi) e Wagner già
da un pezzo aveva inondato i palcoscenici con la propria concezione totale
della musica. Ciò nonostante l’opera,
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ARTECULTURA
Il compositore Massenet mentre prova con il Soprano Sibyl Sanderson (Dipinto di Charles Baude)
a parte un inizio sgangherato, è apprezzabile, e tale in teoria da scoraggiare
altre riletture della storia.
Invece, a soli nove anni di distanza, con
“Manon” di Massenet ancora ben presente sui palcoscenici, ecco nel 1893
arrivare Giacomo Puccini (18581924), che dopo il poco digeribile
“Edgar” in cui il solo Giulio Ricordi,
dimostrando grande lungimiranza, aveva trovato l’embrione del grande compositore, riduce all’essenziale i canoni narrativi di Prévost, la tensione
emotiva e lo straordinario lirismo a
sostituire i dettagli della narrazione.
Anche in questo caso “Manon Lescaut”
ha un inizio piuttosto stentato e tale da
ricordare gli stenti della “quasi” opera
prima “Edgar” (“Le villi” erano solo un
compitino da concorso e non possono
contare), ma subito decolla in un succedersi di melodia e dramma, i protagonisti che s’incontrano ad Amiens e
il resto sottinteso, per ritrovarsi nel
lusso della nuova vita parigina di
Manon, Des Grieux che riappare dopo
una separazione non narrata e lei che
si riaccende di stravolgimento amoro-
so, per finire però arrestata in un incalzare di situazioni ansiogene musicalmente magistrali.
A differenza di quella di Massenet, la
Manon di Puccini si imbarca veramente per le Americhe, Des Grieux ad accompagnarla come mozzo di bordo, e
ancora il sottintendere del resto, fino
a ritrovare i due amanti in una fuga disperata nel deserto, lei agonizzante e
lui, che per difenderla ha ucciso un
uomo in duello, sconvolto nel precipitare del finale di morte.
Abbiamo così Manon in doppia versione (dimentichiamo il dimenticabile
Auber), eroina senza eroismo, crisalide
volubile di farfalla mai nata. Massenet
e Puccini riescono ancora a coesistere sulle scene, ma, va da sé, il maestro
problematico e pigro di Torre del Lago
offre quel qualcosa in più che crea partecipazione, il dramma che sa irrompere con potenza sulle sorti sciagurate
dei due amanti con un taglio meno datato e più vicino al rinnovamento degli
schemi del melodramma “di melodia”.
Giovanni Chiara
Il punto
Maestri contemporanei
Luisa Visconti
LA NATURA A VOCAZIONE
DI CREATIVITA’ PITTORICA
Milano, Sala Azzurra Artecultura
febbraio-marzo 2014
Nella sua attuale personale alla Sala
Azzurra di Artecultura la pittrice Luisa Visconti, che già in passato a più
riprese aveva presentato i suoi raffinati lavori, ispirandosi al mondo misterioso e meditativo della montagna,
ora allarga la sua indagine anche ad alcuni aspetti del mondo marino. Sempre, comunque, al di là della appartenenze iconografiche, in un solitario
colloquio con la natura, con la sua intrinseca vitalità che l’occhio attento e
sensibile dell’artista è in grado di cogliere.
Nella storia dell’arte del passato,
spesso la natura nella sua rappresentazione era idealizzata, diveniva mito
ed archetipo, sino alla nozione romantica del sublime, incarnata al massimo
della sua grandiosità nei dipinti di
Constable e Turner. Del resto, occorre sottolineare, questa tendenza ad
assolutizzare la natura, ancorché essere un elemento anche inconscio,
proprio della condizione umana, si rivela pure nel dibattito sociale contemporaneo, quando l’idea stessa e pienamente condivisibile di salvare integralmente un paesaggio, viene spinta, però,
fino all’estremo, con il proposito stesso di respingere ogni forma di civilizzazione, anche di minima alterazione
“Portixeddu”, acquarello, cm. 36x51
che possa essere lesiva di antichi
epperò irreali equilibri. Tuttavia nell’osservare con serena visione gli acquerelli della Visconti si comprende
come per lei la natura, lungi dall’essere un mito, un puro concetto, si dispone invece come solido e purificato
naturalismo. Nel senso che l’immagine intuita e sviluppata libera la rappresentazione da ogni accenno di retorica o di pesantezza. Il suo sguardo
visivo ed espressivo si posa sull’insieme, su quel particolare insieme che
poi esalta e valorizza il singolo dettaglio. Ciò che maggiormente affasciARTECULTURA
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na nella lettura del dipinto della Visconti è la sua capacità di creare l’atmosfera del luogo, dello spazio ritratto. E non a caso è stato utilizzato proprio questo termine per sottolineare
come queste vedute, siano in realtà
veri e propri ritratti di natura, che consentono a chi guarda le sue opere di
entrare con la vista e con il pensiero
nel luogo raffigurato. Si osservi solo
come un placido sentiero, seguendo
il suo ritmo, si inerpichi nel bosco o
una silenziosa cancellata sembri solo
attendere il momento di essere aperta, per comprendere di quale finezza
psicologica l’artista sia dotata. E’ da
rilevare poi sul piano più strettamente
tecnico che le sue qualità formali sono
ineccepibili, solo a considerare come
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ARTECULTURA
la luce crei lo spazio, nella raffinata e
quasi impercettibile varietà dei toni.
Se dal punto di vista storiografico la
pittura della Visconti predilige il terreno di un naturalismo sensibile,
evocativo, privo di deformazioni o esasperazioni cromatiche o plastiche, non
di meno la sua modernità si rivela proprio nel liberare la natura da tanti
condizionamenti, orpelli, per cui pare
di avvertire nelle sue opere una vera
e propria eco del tempo. La Visconti
crea così un proprio equilibrio stilistico, figurale, lontano dalle varie
correnti d’avanguardia, convinta che
l’arte debba in primo luogo essere autenticità di se stessi, al di là delle appartenenze di tendenza o di poetica.
L’arte è ricreazione di mondi possi-
Pag.24, da sinistra in senso orario:
“Oltre il cancello”, “Senza titolo” “Cielo di Porto
Torres”, Papaveri”, acquarelli cm. 36x51 cadauno
bili non improbabili e proprio per questo talora è difficile. I suoi dipinti sono
pervasi da una luce cristallina, che non
cessa di essere se stessa, vale dire imperturbabile e serena, anche nel
recesso più oscuro. Di questa consapevole e fascinosa atmosfera l’artista
si fa acutamente interprete, infondendo nell’oggetto una segreta energia.
Ecco allora che i dipinti della Visconti diventano intimi colloqui con la natura, tanto più intensi quanto più essi
sono spogli di ogni inutile sovra- struttura letteraria o astrattamente culturale. Si avverte, quindi, un vero richiamo di arte povera, come rifiuto del-
Pag. 25, dal basso di sinistra in senso orario:
“Acqua,vita e morte”, “La Passerella”, “La
Burrasca”, “Frescura”, acquarelli, cm. 36x51 cadaunio
l’eccesso, di quella deviazione barocca che distoglie lo sguardo dal suo
compito, dalla sua interiore verità. Dal
punto di vista artistico la Visconti sembra suggerire che la natura non va “assalita”, ma semplicemente assecondata
nei suoi tempi e nei suoi ritmi che poi
divengono la sua verità. E da questo
punto di vista si intuisce perché l’artista insista nelle sue composizioni
sul valore del tempo, sul senso di trasformazioni che, apparentemente invisibili, in realtà plasmano la natura e
contemporaneamente plasmano noi
stessi. Il profondo equilibrio dell’artista, il suo innato senso estetico le ha
anche permesso di evitare quella che
avrebbe potuto rivelarsi come la strada più semplice e battuta per giungere alle sue visioni, ossia l’eredità stessa dell’Impressionismo. Quello stesso Impressionismo che poi troppo
spesso cederà alla frammentazione luminosa e cromatica, della forma stessa, quando invece per la Visconti esse
sono pericoli del visibile che vanno
evitati. L’artista perviene così ad una
singolare sintesi di valori tonali e di
tonificazione della forma creando una
realtà plastica che paradossalmente diviene tale senza volumi o masse, ma
fluidificandosi nel perenne ritmo della luce.
Da queste considerazioni emerge
il profilo di una pittura coerente con
se stessa e con le sue premesse che
non si avvale di astuzie mestieranti o
di fumosi messaggi sociali, ma della
limpidezza della sua scrittura cromatica e luminosa e della sua funzionalità espressiva. Questa è una pittura
che, senza retorica, si può affermare
che nasce dalla forza di esperienze interiori, ancor prima della pur importante duttilità tecnica e formale. Va da
sè che la sintesi fra i due fattori consente poi all’arte di apparire ed essere in tutta la sua essenziale e armoniosa proposta. Il linguaggio pittorico
della Visconti si rivela pertanto nella
sua concretezza. L’atmosfera, lungi dall’avere un senso di vacuo sentimentalismo, diventa un elemento di coinvolgente realismo che anima la perARTECULTURA
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cezione e la visione dell’insieme. Da
rilevare poi la raffinatezza dei toni
che delicatamente sfiorano superfici e piani. Da questo punto di vista
particolarmente significativi appaiono i cieli dipinti dall’artista, lavori
nei quali l’essenza espressiva della
pittrice, volta a rendere tangibile
l’impalpabile, tocca qui il suo acme.
L’artista si esprime quindi con
una lungimirante scelta sia emotiva
che concettuale, puntando alla semplificazione della visione, proprio
per raggiungere l’optimum dell’approfondimento. Del resto un concetto si rivela pienamente assimilato,
quando si riesce ad esprimerlo con
poche, chiare e convincenti parole.
Lo stesso nei suoi dipinti, così nitidi ed acuti. Ed è così che l’artista
perviene ad intuire una sua suggestiva poesia, nel senso in cui la vedeva Croce, come frutto di una personale ed interiore esperienza che
consente di pervenire alla realtà delle cose e delle situazioni senza le
costrizioni operative della logica.
Tuttavia questi dipinti manifestano
una loro organica unità, creata dalla luce e dal colore che in questo
caso non ha affatto una valenza
decorativa o d’illustrazione ma sono
veri e propri interpreti della realtà
paesistica con cui si confrontano.
Pertanto con animo apparentemente
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ARTECULTURA
distaccato e operativamente contemplativo la Visconti pone l’osservatore in una originale visione della
natura, recuperando in maniera critica ed innovativa quella che è stata
la lunga tradizione classica del paesaggio che si diparte dal XVII secolo. Il passato infatti non cessa
mai, esso continua a influenzare per
vie spesso non prevedibili lo sviluppo dell’arte e della società. Spetta
poi alla sensibilità di ognuno saperlo leggere nella sua giusta prospettiva il che equivale a comprenderlo
Pag. 26, dall’alto in basso:
“Pianura Padana”, “Onde”, acquarelli, cm. 36x51
cadauno.
e farlo proprio. La giusta strada,
questa, per essere moderni, senza
l’inutile sfoggio di anacronismi o citazioni. Non resta quindi che lasciarci intelligentemente coinvolgere dai
dipinti della Visconti, dalla coerenza
della sua figurazione, serena, libera da
scettici immobilismi o preconcetti, ma
aperta ai più autentici richiami dell’arte e della vita.
Teodosio Martucci
MATISSE
La forza della linea, l’emozione del colore
Henri Matisse: Giovane donna in bianco, sfondo rosso,
1946 Olio su tela, cm 92 x 73. Lione, Musée des BeauxArts. © Succession H. Matisse, by SIAE 2013. A destra:
Henri Matisse: Natura morta con donna addormentata,
1940 Olio su tela, cm 82,5 x 100,7 Washington, National
Gallery of Art. © Succession H. Matisse, by SIAE 2013
Quel che più mi interessa non è né la
natura morta, né il paesaggio, ma la
figura. La figura mi permette ben più
degli altri temi di esprimere il
sentimento, diciamo religioso, che ho
della vita
Henri Matisse, 1908
Ferrara, Palazzo dei Diamanti
22 febbraio - 15 giugno 2014
Il genio di Matisse ha cambiato il corso
dell’arte del Novecento, imprimendo
la sua visione nuova ad ogni genere
artistico. Nessuno di questi, però, l’ha
affascinato quanto la rappresentazione
della figura, soprattutto femminile, al
punto da impegnarlo per l’intero arco
della sua carriera in una ricerca
incessante attraverso tutte le tecniche.
È questo il tema attorno a cui è
incentrata la mostra che Palazzo dei
Diamanti dedica ad un gigante della
storia dell’arte moderna, evocando il
suo percorso creativo e, al tempo
stesso, mettendo in luce le strette
relazioni tra la sua produzione pittorica,
scultorea e disegnativa.
Con questa rassegna, curata da Isabelle
Monod-Fontaine, già vicedirettrice del
Centre Pompidou e studiosa di Matisse
riconosciuta in ambito internazionale,
la Fondazione Ferrara Arte intende
proporre un ritratto a tuttotondo e non
scontato del maestro francese, che
metta in risalto le sue doti di alchimista
del colore, ma anche il suo grande
talento grafico e scultoreo. Una
selezione di opere provenienti da musei
e collezioni private di ogni parte del
mondo, racconterà l’avventura attraverso la quale Matisse, al pari di
Picasso, si è ispirato al più classico dei
temi, quello della figura, e ne ha
sovvertito la rappresentazione tradizionale.
Ad accogliere il visitatore sarà il
magnetico Autoritratto del 1900
(Parigi, Centre Pompidou) assieme a
giovanili e potenti prove di studio sul
modello. La gioiosa vitalità della
stagione fauve verrà poi rievocata da un
dipinto raggiante di colori puri, quale il
Ritratto di André Derain (1905, Londra,
Tate), e dalle creazioni nate sotto la
suggestione della pittura di Cézanne e
della scultura africana, come il
fondamentale bronzo Nudo disteso
(1907, Centre Pompidou) e la tela Nudo
in piedi (1907, Tate), entrambi sorprendenti per la scansione delle forme
e il potenziale espressivo.La mostra
metterà quindi il visitatore di fronte a
tre pietre miliari del 1909: il bronzo La
serpentina, la tela Nudo con sciarpa
bianca, provenienti dallo Statens
Museum for Kunst di Copenaghen, e la
Bagnante del MoMA, opere che
costituiscono uno dei più alti raggiungimenti matissiani, nell’arabesco
fluttuante dei corpi capace di trasmettere un senso di primordiale
fusione con l’ambiente.
A nutrire l’immaginario dell’artista è
soprattutto la presenza di una modella
nel suo atelier, l’emozione che essa
risveglia in lui e il piacere stesso di
ritrarla. Negli anni della prima guerra
mondiale, la figura femminile è al
centro di un lavoro quasi ossessivo con
cui Matisse cerca di metterne a nudo
l’essenza, come dimostrano le effigi di
Lorette con il loro fascino misterioso
(ad esempio Le due sorelle, 1917,
Denver Art Museum, e Nudo seduto di
spalle, c. 1917, Philadelphia Museum
of Art).
Una svolta radicale è segnata dalle opere
del dopoguerra che riflettono l’incantesimo della Costa Azzurra e la
riscoperta di Ingres e Renoir (Ragazze
in giardino, 1919, La Chaux-de-Fonds,
Musée des Beaux-Arts).
Info 0532 244949
ARTECULTURA
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Franz Pichler
NON AVERE PAURA
El Lissitzky, Lenin Trbune, 1920
Moscow, State Tretyakov Gallery
Franz Pichler, Werkstattgeist (Lo spirito d‘officina), 2012- h. 18 cm, b. cm. 30, t. cm.7, legno e ossa
Merano, Merano Arte
29 gennaio - 6 aprile 2014
In occasione del settantacinquesimo compleanno dello scultore Franz Pichler, Merano Arte
dedica all'artista meranese una mostra che ripercorre il suo percorso dagli anni Sessanta ad
oggi. Pichler nasce a Scena nel 1939, dal 1959 studia scultura all'Accademia di Belle Arti di
Monaco di Baviera e lì consegue il diploma nel 1964. Da più di cinquant'anni egli è immerso
in una ricerca che ha dato vita a un'ampia produzione di sculture e opere grafiche, un percorso
creativo che si è sviluppato nel tempo in maniera varia e complessa. Le opere dello scultore
si distinguono per una particolare intensità formale e qualità figurativa, mentre le creazioni
grafiche rispecchiano in primo luogo l'impegno politico espresso in qualità di artista e culminato
nel 1975 all'insegna del motto "Il quotidiano è la nostra cultura", con la partecipazione alla
fondazione del Süd- tiroler Kulturzentrum. L’esposizione si propone di esplorare una visione
personale di scultura che è andata ben definendosi nel corso degli anni, approcciando l'opera
di Pichler non in senso cronologico, ma individuando alcune linee tematiche rappresentative
del suo lavoro. Al centro della poetica dello scultore c’è il confronto con la vita, in tutte le
sfaccettature che la riguardano, in tutti gli oggetti o i soggetti che al quotidiano appartengono.
Molta attenzione è prestata inoltre a quelle situazioni sociali e politiche che influenzano e
caratterizzano la nostra esistenza. Per l'artista meranese la scultura è sintesi di costruzione,
accostamento e conversione di oggetti trovati appartenenti al quotidiano, si anima con
composizioni materiche e coloriste basate sulla tecnica del collage, dell'assemblage o del
montage, pratiche note per il loro carattere ironico, anarchico, provocatorio. Un atteggiamento
che rimanda certo alle esperienze di fluxus e della pop art, all'attenzione che tali correnti
conferirono all'universo del quotidiano e alla riassegnazione di senso e significato dello
stesso.Astrazione e figurazione sono i poli opposti e allo stesso tempo complementari
attraverso i quali si esprime l'arte di Pichler. Di grande ispirazione si rivelarono per lui negli anni
Sessanta gli scritti di Erich Fromm, Theodor Adorno e Margarethe e Alexander Mitscherlich.
Per quanto concerne la scultura, il riferimento va all'opera di Constantin Brancusi e Alberto
Giacometti, al loro rapporto con la messa in forma della materia e relazione con lo spazio.
“Le opere dello scultore - afferma Sabine Gamper, curatrice della mostra - assumono ad ogni
sguardo sfaccettature diverse ed esprimono un'apertura e indeterminatezza che rispecchiano
la complessità e varietà intrinseche al concetto stesso di vita”.
“Il suo interesse - prosegue Sabine Gamper - è volto a un confronto costante con la quotidianità,
ma oltre ad esprimerne gli aspetti più leggeri e giocosi ne esplora i risvolti, i retrogusti più amari.
Info 0473 21 26 43
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ARTECULTURA
L’esposizione, in programma alla Casa
del Mantegna di Mantova, visitabile fino
al 23 febbraio 2014, è promossa dalla
Provincia di Mantova ed è curata da
Arturo Schwarz, Renzo Margonari e
Gianfranco Ferlisi. La mostra rappresenta
perciò un nuovo e interessante contributo
di ricerca che aiuta a ricostruire il
panorama di una serie di esperienze
AVANGUARDIE
RUSSE
Dal Cubofuturismo
al Suprematismo
artistiche fondamentali per la cultura del
nostro tempo e permette, anche, di cogliere
la pluralità espressiva, la complessità dei
filoni tematici principali e, soprattutto, la
suggestiva matrice comune ai vari
movimenti. Una carrellata ben articolata
di opere conduce, dunque, dal neoprimitivismo, il primo movimento d’avanguardia d’inizio secolo, al Suprematismo e poi alla razionalità e alla
disciplina formale del Costruttivismo.
Emerge, alla fine, lo straordinario e
potente poliglottismo pittorico che si
sviluppa a cavallo della rivoluzione
d’Ottobre. Negli spazi di grande prestigio
e di eccelsa suggestione, come appunto
sono quelli della Casa del Mantegna, le
porte di questa antica architettura si
aprono perciò, ancora una volta, al
dibattito e alle massime realizzazioni
dell’arte moderna e contemporanea.
La mostra è inoltre un’occasione davvero
straordinaria per ripercorrere quel fil
rouge che evidenzia i legami e le influenze
fra il mondo artistico russo e quello
occidentale. Info 0376360506
STEPART
FAIR 2014
Rassegna d’Arte
Contemporanea
LA CIVILTA’ DEI NURAGHI
Architettura e storia
dalla Sardegna
Giacomo Montanaro, Untitled (In the middle of
Nowhere) 2013 acidi su carta fotografica, galleria Il
ritrovo di Rob Shazar
Dal 28 al 30 marzo 2014, alla Fabbrica
del Vapore di Milano (via Giulio Procaccini
4) torna STEP ART FAIR.
Con oltre 20.000 visitatori in quattro anni,
Step Art Fair si conferma come una
piattaforma capace di collegare il mercato,
alle mostre, alle performance, alla videoarte e a eventi speciali. Il titolo dell’edizione
2014 - Young, Natural, International - è
indicativa di quanto Step Art Fair,
inserendosi in un panorama ricco di
manifestazioni, si caratterizzi per la propria
identità, orientata al contemporaneo
emergente e privilegiando le proposte
relative ad artisti giovani.
Nutrita sarà la presenza di gallerie
provenienti da diverse realtà europee e
dall’est del mondo. Quello del confronto
tra linguaggi provenienti da artisti stranieri
e di comparazione tra mercati differenti
rappresenta, infatti, uno dei punti alla
base della filosofia di Step Art Fair.
Confermato è il direttore artistico di Step
Art Fair: Valerio Dehò, critico d’arte tra i
più apprezzati del panorama italiano,
direttore di Kunst Merano, museo membro
di AMACI, l’Associazione dei Musei di
Arte Contemporanea in Italia, cui è
affidata, in collaborazione con Ilaria
Centola e Paolo Brazzoli, la selezione
delle gallerie italiane e internazionali.
Allo stesso modo, in linea di continuità con
la precedente edizione, la fiera verrà
ospitata dalla Fabbrica del Vapore, nel
suggestivo spazio della Cattedrale, un
esempio unico di archeologia industriale,
inserito nel cuore di uno dei quartieri più
interessanti e vivaci di Milano.
Per informazioni:
Step Art Fair - Milano, via Magolfa 32
Tel. +39.335.6182032;
email: [email protected]
E’ stata inaugurata il 14 dicembre 2013 a Roma nella splendida cornice del Museo Nazionale
Etrusco di Villa Giulia, e si protrarrà fino al 16 marzo 2014, la mostra La Sardegna dei 10.000
Nuraghi. Simboli e miti dal Passato. È la prima volta che la civiltà nuragica della Sardegna è
protagonista a Roma e lo fa attraverso una esposizione di grande fascino, che svela i segreti
di una civiltà antichissima come quella che ha realizzato i nuraghi e che dalla Sardegna ha
intessuto relazioni commerciali e culturali con le altre popolazioni insediate nel Mediterraneo,
e anche con l’Etruria meridionale. Mai prima d’ora i bronzetti sardi qui rinvenuti erano stati
esposti accanto a quelli ritrovati sull’isola.
Sviluppatasi in un lungo arco cronologico, tra l’età del Bronzo e gli inizi dell’età del Ferro (XVIIIX sec. a.C.), la civiltà nuragica, che prende nome dal singolare e imponente monumento che
la caratterizza, il nuraghe, spicca nel panorama dell’Europa antica per varietà e ricchezza delle
sue manifestazioni culturali.Tra XVII e XIII sec. a.C. l’occupazione sistematica e capillare
del territorio portò all’edificazione di migliaia di nuraghi sia semplici che complessi, distribuiti
in sistemi insediativi costituiti da un numero variabile di torri, di abitati e di luoghi di culto
funzionali al controllo delle risorse. Oggi queste architetture megalitiche, i cui elevati si
ergevano in origine ben oltre i 20 metri, imprimono al paesaggio sardo un segno inconfondibile.
Queste imponenti costruzioni, che hanno richiesto un eccezionale impiego di forza-lavoro,
erano sede di attività legate all’esercizio del potere politico, amministrativo, militare e religioso,
manifestazione evidente della forza e della ricchezza della comunità. Il profondo cambiamento
che coinvolge la civiltà nuragica intorno al XII secolo a.C. interrompe la costruzione di questi
monumenti. Il contesto socio-economico vede una riorganizzazione generale delle comunità
in un sistema fortemente gerarchico.
È questo il periodo in cui i Nuragici ebbero un ruolo da protagonisti e la Sardegna fu al centro
di intensi scambi di uomini e merci, punto di transito delle rotte verso Occidente e Oriente.
Navigatori essi stessi, i Nuragici furono sagaci interpreti di nuove tecniche metallurgiche,
apprese ed elaborate in modo originale, e quindi ritrasmesse in tutto il Mediterraneo. In questo
contesto culturale le élites, per legittimare il proprio potere politico e religioso e garantirsi
sentimenti di adesione collettiva, ricorsero al passato illustre. Per questo motivo riprodussero
il nuraghe sia in pietra, con i grandi simulacri presenti nei luoghi di culto e nelle capanne delle
riunioni, sia in bronzo, come singoli oggetti oppure come parti di rappresentazioni più complesse
quali gli alberi maestri delle navicelle oppure i cosiddetti “bottoni”, che divengono dei doni cerimoniali. Il modello di nuraghe diventa l’elemento aggregante della comunità, la bandiera,
espressione dell’unità sociale e dell’autodeterminazione della forza collettiva organizzata
socialmente.
Info www.villagiulia.beniculturali.it/
ARTECULTURA
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KAULONIA
La Città dell’Amazzone Clete
Monica Marioni
Rebus
Il Museo Fondazione Luciana Matalon
presenta dal 6 al 31 marzo 2014 la quarta
tappa di REBUS, il progetto espositivo
itinerante di Monica Marioni a cura di
Ivan Quaroni e promosso da Link Art
International.
Presentato con ampi consensi di pubblico
e stampa prima a Roma (Gallerie del
Chiostro del Bramante) e successivamente
a Como (San Pietro in Atrio) e Lugano
(BIM Suisse), la tappa milanese presenta
i lavori più recenti dell’artista veneta,
realizzati tutti nel 2012: una quindicina
di opere uniche a raffigurare principalmente nudi, immagini a figura intera,
volti. Il bianco, il rosso e il nero i colori
principali, a macchie o come punti focali
da cui partire, comunque sempre ad
esaltare la linea, protagonista mentre
prende forma su cartone o carta di
giornale, in particolare della rivista
“Corrente”, che uscì per la prima volta
nel 1938, con il titolo a richiamare
l’omonimo movimento artistico che cercava
un rinnovamento dell’arte italiana in
chiave europea. La scelta di Monica
Marioni non è casuale. L’artista, sempre
alla ricerca esasperata di una perfezione
artistica e intellettuale, che con il progetto
REBUS segna l’ennesimo passaggio,
ricerca, screening del lavoro, ha fatto
ristampare su carta identica all’originale
alcuni numeri del periodico“Corrente”
per poi utilizzarli come supporto su cui
dipingere. Ecco perché per Monica quelle
pagine di giornale sono in questa fase le
sue nuove tele: che maggiormente esaltano
i suoi soggetti senza tempo, svelando
all’osservatore più attento il dialogo intimo
con le parole e le frasi che l’artista sceglie
come scenografia della rappresentazione
pittorica.
Info 02 878781
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ARTECULTURA
Dal 12 Dicembre 2013 al 9 Marzo
2014, il Museo Archeologico Nazionale di Firenze ospita una mostra
sull’antica Caulonia, oggi Monasterace Marina (Reggio Calabria), i
cui scavi sono da qualche tempo
affidati in concessione alle Università
toscane di Firenze e Pisa. La vita
della colonia greca sulle coste del
Mar Ionio, ricordata dalle fonti per
essere stata fondata da Klete, la
nutrice di Pentesilea, regina delle
Amazzoni, viene raccontata attraverso la storia di un quartiere
abitativo (San Marco nord-est), che
ebbe una vita molto lunga e densa di
trasformazioni (dall’VIII secolo a.C.
all’epoca romana imperiale) e il cui
svolgimento si può seguire grazie ai
reperti esposti nella mostra.
Kaulon o Kaulonia, fu una colonia
della Magna Grecia, i cui resti
sorgono nei pressi di Punta Stilo, nel
comune di Monasterace, in provincia
di Reggio Calabria. L'area intorno al
sito su cui insisteva la poleis viene
chiamata dagli archeologi Kauloniatide. Secondo la tradizione il
nome della città deriverebbe dal
nome del suo fondatore, Kaulo, eroe
della guerra di Troia. Secondo
Francesco De Sanctis, invece,
deriverebbe dalla parola kaulos =
fusto, tronco. Secondo Strabone il
suo nome deriverebbe invece da
aulonia, vallonia, cioè valle profonda.
Circa le ipotesi riguardanti la sua
origine, le fonti riportano due
principali interpretazioni. La prima,
sostenuta da Strabone (VI, 1, 10) e
Pausania il Periegeta (VI, 3, 12),
attribuisce agli Achei il ruolo di
fondatori, nella persona di Tifone di
Egio. La seconda ipotesi, propria di
autori più moderni, propende invece
per l'origine come colonia di Kroton
(l'attuale Crotone). In realtà, non c'è
una dicotomia tra le due ipotesi, dato
che la prevalenza dell'una o dell'altra
avrebbe influenza unicamente sulla
data di fondazione. La ricerca
archeologica è infatti concorde
nell'individuare nell'VIII secolo a.C.
il periodo di fondazione di Kaulon;
Kaulon, resti del tempio
mentre l’influenza crotoniana,
corrispondente al periodo di massimo
splendore, è databile al VI secolo a.C.
La città era limitata a sud dal fiume
Sagra, sulle cui rive nel VI secolo a.C.
si svolse la famosa battaglia della Sagra
in cui Kaulon alleata con Kroton fu
sconfitta da Locri Epizefiri e Rhegion,
grazie al miracoloso intervento dei
Dioscuri.
Kaulon venne poi sconfitta dalle forze
congiunte dei Lucani e di Dionisio I di
Siracusa, sconfitta che costò nel 389
a.C. la deportazione dei suoi abitanti a
Siracusa e la cessione del territorio a
Locri, alleata del tiranno. Ricostruita
da Dionisio il Giovane, Kaulon, fu però
preda di Annibale nella seconda guerra
punica, finendo poi definitivamente
nell'orbita di Roma per opera di Quinto
Fabio Massimo nel 205 a.C. Fonti
letterarie attestano che Kaulon avesse
un porto con doppio approdo situato
alla foce della fiumara d'Assi e che
fosse quindi una città che commerciava
in legname. Ricca di materie prime
come pietra, magnesia, sale, oro e
piombo, sarebbe stato anche un centro
per la produzione di manufatti in
metallo e vasellame. Strabone ci
riferisce che già ai suoi tempi la città
era stata abbandonata a causa di conflitti
con gli abitanti della regione circostante. « Dopo il fiume Sagra c'è
Caulonia, fondata dagli Achei e
chiamata dapprima Aulonia, per la valle
che si trova di fronte ad essa. Ora la
città è abbandonata: i suoi abitanti,
infatti, furono cacciati dai barbari in
Sicilia, dove fondarono un'altra città di
Caulonia » (Strabone, Geografia, V, 1, 10)
Info 055 23 575
IMMAGINI E LUOGHI
a cura di Aoristias
Quentin Garel, ELEPHANT II
bronzo, cm 235 x 66 x 66
Philippe e Quentin Garel
Bologna, Galleria Forni
22 febbraio - 10 aprile 2014
Philippe e Quentin Garel, padre e figlio,
esporranno insieme per la prima volta in Italia
ripensando lo spazio della galleria come una
sorta di grande installazione ove sculture,
dipinti e grandi disegni, espressamente
concepiti per l’occasione, evocheranno
l’atmosfera dell’atelier dove abitualmente
lavorano fianco a fianco.I due artisti, insieme,
condividono l’atelier: un grande spazio
utilizzato per la realizzazione di opere di grandi
dimensioni, recuperato da un’antica fonderia
dismessa nella campagna dell’alta Normandia.
E’ un luogo pieno di fascino, testimone di
straordinarie creazioni, che gli autori
condivideranno con noi nello spazio della
Galleria Forni. Info 051 23 1589
ARTE DI CARTA
Milano, Spazio Museale Sabrina Falzone
10 gennaio - 22 febbraio
Dal 10 gennaio lo spazio museale Sabrina
Falzone inaugurerà il primo progetto espositivo
del nuovo anno 2014 con un’esposizione
internazionale intitolata “Arte di Carta”. La
mostra d’arte contemporanea valorizzerà le
opere d’arte realizzate con carta o lavori
creativi eseguiti su supporto cartaceo al fine
di rivalutare un materiale artistico di assoluto
valore storico, culturale e tradizionale.
Nell’ambito della rassegna, che si svolgerà
nelle sale Europa e Mirò della galleria milanese,
saranno esposte le opere informali di Isa Di
Battista e Ilaria Bernardi, le prime peculiari
nella visione del riciclo e le seconde dotate di
un’ampia intensità espressiva, esposte a fianco
ai capolavori di Mirella Rossomando, questi
ultimi contraddistinti da una evidente
originalità.Tra gli artisti presenti nel percorso
espositivo, delineato dal critico d’arte Sabrina
Falzone, si potranno osservare i disegni degli
artisti Silvio Natali e Bruno Carati, entrambi
suggestivi nell’interpretazione della realtà.
La realtà si trasforma in straordinaria
comunicazione visiva nella ricerca interiorizzata di F.Sandri, capace di destare la
curiosità dell’osservatore. Caratterizzata da
una conturbante spontaneità è la mano di
Rosalba Ruzzier, pittrice che si esprime nel
compendio del segno, ben diversa da Sergio
Cartasso, il quale si cimenta nell’autoritratto
indagando significativamente se stesso.
Infine, si potrà ammirare l’arte innovativa di
Claudia Emanuela Coppola che giunge ad
attribuire un’anima alla carta.
Info www.galleriasabrinafalzone.com
Raimondo Galeano
Bologna, Spazio San Giorgio
11 gennaio - 8 febbraio 2014
In occasione di ArteFiera 2014 Spazio San
Giorgio presenta la mostra personale di
Raimondo Galeano. La Porta dei sogni. Il
colore non esiste. E’ questa l’affermazione
che ha spinto lo studio e la ricerca scientifica,
artistica ed estetica di anni e anni dell’artista
bolognese Raimondo Galeano. “La luce dà
forma e colore a tutte le cose, io do forma e
colore alla luce”, queste le parole chiave della
poetica di Galeano formatosi inizialmente a
Roma con la Scuola di Piazza del Popolo.
L’artista supera i limiti della pittura e va oltre,
si affida direttamente a qualcosa di più
complesso e maestoso, all’uso della luce. Lo
studio di Galeano si concretizza in una sorta di
camera oscura, un modus operandi affine alla
fotografia e alla cinematografia. Grafia della
luce.
Info 349-5509403
Ecal Photography
Milano, Galleria Carla Sozzani
12 gennaio - 9 febbraio 2014
Ecal Photography è una scuola d'arte, è una
fabbrica dell’immagine. Nuove generazioni
di artisti emergono ogni anno e fanno con
successo il loro ingresso nel mondo delle
esposizioni e delle pubblicazioni. La scuola
d'arte è così diventata un luogo particolarmente
attraente per i giovani artisti. Questa mostra
presenta una selezione di lavori fotografici
realizzati dagli studenti di una delle migliori
scuole d’arte e design nel mondo: l'ECAL di
Losanna, in Svizzera, che forma artisti visivi,
grafici, designer, registi e fotografi. Qui, gli
studenti possono creare in libertà, mettere in
discussione i generi tradizionali, esplorare
nuovi territori e sperimentare i nuovi mezzi di
comunicazione. Le opere esposte nella mostra
"ECAL photography" e raccolte nell’omonimo
libro, ripercorrono gli inizi di tecniche innovative
nel campo della fotografia. Info 02 653 531
Fulvio Di Piazza
Milano, Galleria Giovanni Bonelli
20 febbraio - 30 marzo 2014
Apre con una serie di opere inedite e
appositamente realizzate per questa occasione,
la mostra personale di Fulvio Di Piazza
“Pacific” che dal 20 febbraio al 30 marzo
2014 occupa gli spazi della Galleria Giovanni
Bonelli di Milano. Tele di grande, medio e
piccolo formato, e una scultura raccontano le
ultime evoluzioni del lavoro dell’artista
palermitano che, fedele alla sua cifra stilistica
che lo rende sempre riconoscibile, avanza nel
suo personale percorso di ricerca.Da sempre
sensibile ai temi legati allo sfruttamento delle
risorse, Di Piazza riversa sulla tela la sua
visione apocalittica di un mondo devastato
dall’intervento umano e dai rifiuti che
sconsideratamente produciamo. Paesaggi
antropomorfi, risultato di un affastellamento
di particolari del tutto simili ai cumuli
d’immondizia nelle discariche, danno luogo a
forme in cui ognuno può riconoscere ciò che
gli è più familiare, come quando alle nuvole si
attribuiscono fisionomie che altri non riescono
a cogliere. Info 02.87246945
Luigi Rossini (1790-1857) incisore
Chiasso/Svizzera, m.a.x. museo
8 febbraio - 4 maggio 2014
All’interno del filone relativo alla “grafica
storica”, il m.a.x.museo propone una prima
svizzera: l’esposizione dedicata ai disegni
preparatori, alle matrici e alle relative stampe
realizzate da un maestro dell’arte incisoria,
Luigi Rossini, che dalla critica è riconosciuto
quale ultimo grande illustratore delle meraviglie
di Roma dopo Giuseppe Vasi e Giovan Battista
Piranesi, prima dell’avvento della fotografia.
Saranno esposti al pubblico per la prima volta
-provenienti da collezioni private e della
famiglia- i suggestivi disegni acquerellati, gli
schizzi, le lettere e gli appunti di viaggio,
mentre i preziosi “rami” e alcune delle rare
incisioni provengono dalla ricca collezione
dell’Istituto Nazionale per la Grafica di Roma.
Info T +41 91 682 56 56
ARTECULTURA
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A Faenza, Museo Internazionale delle
Ceramiche, sino al 30 marzo la mostra
Arturo Martini. Armonie, figure tra mito e
realtà a cura di Claudia Casali, direttrice
del Museo, che presenta una cinquantina
di opere, significative della sua poetica e
della sua idea di “armonia”, sia attraverso
l’interpretazione della figura femminile
tra mito e realtà, sia attraverso le opere
degli ultimi anni caratterizzate da una
accentuata ricerca formale. Era il terzo
dei quattro figli di Antonio, cuoco, e Maria
Della Valle, cameriera originaria di
Brisighella.
Dopo essersi formato a Treviso e Venezia
come orafo e ceramista , ebbe contatti con
la cultura europea (studiò per qualche
anno a Monaco e fu a Parigi nel 1911), ma
restò sempre legato a forme di espressione
tradizionali. Nel 1914 fa parte della
Secessione Romana ed espone alla Mostra
Futurista. Negli anni venti, aderendo a
Valori plastici, superò il naturalismo
ottocentesco riscoprendo e facendo
rivivere la solenne umanità della nostra
scultura antica. Nonostante le sue indubbie
capacità, stentò a essere riconosciuto per
il suo valore e dovette sopportare severe
difficoltà economiche.Fece parte del
gruppo di artisti di Ca' Pesaro. Nel 1925
Arturo
Martini
ARCAICHE
ARMONIE
è invitato ad esporre con una sala alla III
Biennale Romana. Martini è stato un artista
ricchissimo, che si è espresso con
altrettanto vigore nel legno e nella pietra,
nella creta e nel bronzo. In opere come Il
bevitore (1926), La pisana (scultura) (1930),
La sete (1934) e soprattutto la Donna che
nuota sott'acqua (1942) procedette verso
una sempre maggiore libertà espressiva,
conscio che la statuaria aveva fatto il suo
tempo e che la scultura se vuol vivere,
deve morire nell'astrazione. Così scrisse
in Scultura lingua morta (1945), avvertendo
il limite e la crisi della propria arte.
Tra le principali opere in mostra sono da
segnalare: Ritratto di Fanny Nado Martini
(1905), Davide Moderno (1908), La lettura
(1910 ca), La fanciulla piena d’amore
(1913), La lussuriosa (1918), La pulzella di
Orleans (1920), Presepio piccolo e grande
(1926-27), La pisana (grande frammento)
(1928), Lo spaventapasseri (1928-29), La
Nena (1930), Odalisca (1930), Torso (1930),
Donna sdraiata (1932), Vittoria Fascista
(1932), Cavallo allo steccato (1943),
Signorina seduta (1943) ed altre ancora.
32
ARTECULTURA
CERVETERI
e il MEDITERRANEO
Sarcofago degli Sposi, Cerveteri
Lens (Francia), Museo del Louvre
Fino al 10 marzo 2014
Cerveteri è stata considerata nei tempi antichi
come "la città di maggior prestigio e la più
popolosa dell'Etruria" prendendo a riferimento
lo storico greco Dionigi di Alicarnasso. Il
ruolo di questa città, che gli Etruschi
chiamavano Kaisra, i Romani Caere e i Greci
Agylla, è emblematico della effettiva
dimensione ed importanza della civiltà etrusca:
essa ha occupato un posto centrale in Italia e
nel Mediterraneo per tutto il primo millennio
a.C.
La città di Cerveteri ha una storia molto
antica, presumibilmente risalente alla metà
del IX secolo a.C., come hanno evidenziato
alcune ricerche archeologiche che hanno
permesso di accertare la presenza di
un'occupazione stabile della zona con
insediamenti abitativi e relative necropoli
etrusche. Ufficialmente, appare per la prima
volta nella storiografia a causa della battaglia
del Mar Sardo, avvenuta nel 540 a.C. Caere
ebbe fra i Greci una grande reputazione per il
valore dei suoi abitanti ed il loro senso di
giustizia, poiché si astenevano dalla pirateria.
Unica città etrusca ad erigere un proprio
thesauros a Delfi, dedicò ad Apollo Pizio il
cosiddetto "Tesoro degli Agillei". Non a caso
Caere era chiamata Agylla e sempre Strabone
racconta che fosse stata fondata dai Pelasgi,
venuti dalla Tessaglia. Quando i Lidi (chiamati
poi Tirreni), attaccarono gli Agillei, si racconta:
« [...] un tale raggiunte le mura, chiese il nome
della città. Una delle sentinelle tessale, invece
di rispondere alla domanda lo salutò
esclamando: "chaire!" (forma di saluto greca).
Avendo pensato che fosse un presagio, i
Tirreni cambiarono il nome della città
conquistata”. (Strabone, Geografia, V,
2,3.) E questi, infatti, sono dieci secoli di
storia che la mostra si propone di indagare
per evidenziare come comunità sparse
abbiano poi progressivamente formato una
città, che si è aperta al mare, ed è diventata
una delle principali potenze del Mediterraneo.
Una città che rivaleggiava d’importanza con
Roma e venne poi da questa finalmente
dominata e assorbita nel 1 ° secolo a.C. nel
nascente impero romano.
La storia di Cerveteri e dei suoi abitanti, non
è conosciuta solo da testi antichi: emerge
gradualmente dal terreno da circa due secoli.
Grandi scavi in particolare nel XIX secolo
hanno rivelato un certo numero di monumenti
e oggetti che hanno stupito i contemporanei e
che ora sono conservati nei più grandi musei
- tra cui il Louvre. Grazie a queste antiche
scoperte, è ora possibile confrontare i risultati
degli scavi sistematici condotti negli ultimi
decenni nel cuore della città antica, ma anche
nelle necropoli e l'intero territorio della città.
Questo confronto senza precedenti è in grado
di sviluppare per la prima volta il ritratto di una
città che, come Atene, Cartagine e Roma, fu
una delle grandi città del Mediterraneo antico.
Dopo il Louvre-Lens, la mostra si recherà a
Roma al Palazzo delle Esposizioni dal 14
aprile al 20 luglio 2014.
Info www.louvrelens.fr
Leila Hakim Oliva
LA METAFORA DI CARNEVALE
Con o senza il sogno la pittura si
rivela pur sempre l’immagine del desiderio, ovvero il pretesto simbolico
che avversa l’ombra di avvenirismi non
graditi. Un aspetto, il nostro, che non
riguarda solo il costume di vita dei
nostri giorni molto discutibili, ma anche aspetti che non hanno nulla a che
fare con la quotidianità, come ad esempio la gioia di realizzare un lavoro che
tanto preme ad un contadino nel rapporto con la campagna o che un artigiano raggiunga a comporre e manifestare l’oggetto ambito, come pure che
un ricercatore pervenga alla scoperta
che sperava: il desiderio nella sua
congenialità mentale, pone infinite
domande. Ma l’importante è che quello che auspichiamo lo sappiamo cogliere e comprendere per quanto personalmente ci riguarda. Così a riferimento del dipinto della pittrice Leila
Hakim Oliva che per l’occasione presenta: “SILENZIO” 2009 tecnica mista cm. 80x100, dal punto di vista tecnico la composizione che organizza
l’immagine esprime l’elevatura della
pittrice che professionalmente ben
conosce il suo lavoro di tavolozza: una
testa geometrizzata un po’ a parallelepipedo dal tessuto delle campiture
ben stirate con al centro, un labile filo
di bianco che si lascia considerare con
allusivo di bocca, collegata al collo
dove discende sicura una cravatta in verde sul torace e spalle dipinte in rosso
vivo che idealizzano d’ironia un riferimento ad una generica divisa. Dipinto
nel quale l’insieme propositivo del linguaggio può alludere benissimo alla
generalità dei nostri giorni in cui aumenta a dismisura più la vita militare
che la produzione del lavoro che darebbe una maggiore tranquillità alla
convivenza umana nel suo insieme.
Come pure il dipinto nella sua voluta
ambiguità può anche consistere nella
visione della pittrice di alludere ad un
senso etico che non incontra una sua
normale evoluzione per corrispondere alle esigenze del nostro tempo.
L’ambiguità nell’opera d’arte non cela
un senso di paura, ma al contrario, motiva lo sforzo della ricerca di tendere a
Leila Hakim Oliva: “SILENZIO” 2009, tecnica mista su tela, cm. 80x100
coinvolgere alla sua lettura sempre più
una crescente domanda di pubblico.
L’ambiguità come il desiderio può significare motivi di linguaggio che la
stessa coscienza dell’artista non riesce
a recepire nella sua profondità di causa, ma che l’inconscio conosce e vive
benissimo tanto nei suoi travagli che
nelle sue allegrie di gaio.
Il fattore che spinge alla comunicazione soprattutto un pittore riguarda
comunque il suo rapporto con l’ambiente, la relazione che lo unisce alle
simpatie oppure alle avversioni ad un
luogo dove il pittore vive.
Nel caso più specifico della pittrice Leila Hakim Oliva l’immagine dipinta si manifesta un motivo di riscatto che la pittrice critica per avversione di principio, forse, concludendo per
dire più seminati di pane che campi minati. Una intelligente versione umana,
metafora d’arte che nei giorni di carnevale ha sicuro la sua efficace importanza, nell’ironia, la pesantezza dei nostri giorni.
(Marpanoza)
ARTECULTURA
33
ARTE E NON-VIOLENZA / POESIA / PSICOPOESIA / SESSO / SOCIETA’
La crisi del sistema piramidale non è
la crisi della sferica poesia dell’uomo,
ma la sua naturale alternativa affinché la vita sopravviva con il disarmo
“L’uomo scevro di pregiudizi,
l’uomo che ragiona e opera secondo
la mente ed il cuore gli suggeriscono, non sente il bisogno di avere pastori, dei capitani, dei direttori.
Pietro Gori (Fonte sconosciuta)
Per cui una società piramidale
come la nostra, dove l’uomo di potere
più sale al vertice e più reprime la coscienza per paura di perdere il comando, non è per nulla una libera componente della natura e quindi non è un
poeta, sensibile a comprendere i valori creativi che caratterizzano una società d’armonia che l’organizzazione
piramidale sovverte nelle forme di
schiavitù più castiganti: dalla piccola
multa alla violenza della guerra. Aspetti
che non hanno proprio niente in comune con la creatività dei bisogni che legittimano di equilibrio il rapporto tra
l’uomo, l’ambiente e la natura.
Una premessa che vuol significare
non l’ubriacatura di una mente in disordine, ma la semplicità di un’evidenza
che pone in atto la medesima organizzazione piramidale, ormai incapace,
come non mai, di dar un tessuto di pacifica convivenza alle varie comunità
del pianeta. Per cui la coerenza culturale dei nostri linguaggi quotidiani deve
corrispondere al desiderio della spiritualità umana e non approfondire il
solco della contraddizione tra il dire
di far bene producendo poi il rovescio
di quello che si promette seminando
in continuità il risentito della ribellione, la frantumazione della libera convivenza. In questi giorni, ad esempio,
Papa Francesco, che per tanti versi riceve anche il nostro benvenuto, non
può annunciare il Suo viaggio in Terra
Santa a Natale del 2013 per effettuarlo a maggio 2014 con una retorica di
ripetizione quotidiana che anziché
34
ARTECULTURA
infiduciare una comunità, la disaffeziona, non solo all’osservanza della
propria fede ma anche a quella altrui.
Ed ancora cosa vuol significare “Terra
Santa”, come se la rimanenza del pianeta e del mondo, sia terra di diavoli.
Sono linguaggi che richiedono l’osservanza di una logica che avvicini le popolazioni e non le allontani per disaffezione di coerenza. E poi “A pensarci bene, Cristo è l’unico anarchico che ha avuto veramente successo”
sostiene André Malraux su La speranza, 1937. Ed ancora: Tutti gli uomini buoni sono anarchici. Tutti i colti, gli uomini gentili; tutti i gentlemen,
tutti gli uomini giusti sono anarchici. Gesù era un anarchico. Elbert
Hubbard, La parte migliore, 1901. E
quando papa Francesco si domanda
come far conoscere Gesù al mondo
che cambia, la prima cosa da ricercare
si deve alla comunicazione della coerenza specie in un mondo in costante
evoluzione del suo tessuto sociale e di
produzione economica. La coerenza tra
il dire il fare è quel linguaggio che
oggi soprattuto manca e non si può rinnovare il costume, tanto inquieto della
nostra vita, continuando a comunicare
messaggi nell’abituale contraddizione
della più disaffezionata retorica, solo
perché si può disporre dei mezzi di
comunicazione e degli operatori obbedienti per sudditanza di potere. Questo noi lo consideriamo essenzialmente il contrario di quel cristianesimo che
in un certo momento della storia pur
seppe dire qualcosa di nuovo poi annebbiato dalle strategie delle convenienze teologiche. Il valore di Gesù
deve avere quell’interpretazione poetica che ognuno di noi oggi se lo domanda e se lo spiega come desidera
purché in armonia con la rimanente li-
bertà della vita. E specie da liberi
pensatori, come noi ci riteniamo, non
si vuole imporre tesi altrui di comodo: che Gesù fosse davvero anarchico, ma solo far riferimento a quelle coscienze culturali che liberamente lo
pensavano. Poi vi è una stretta sintesi
tra il cristianesimo romanzesco di
Tolstoj e l’anarchico Kropotkin che
su La morale anarchica, 1890 sosteneva: “Dichiarandoci anarchici proclamiamo innanzitutto di rinunciare
a trattare gli altri come non vorremmo essere trattati noi da loro; di non
tollerare più la disuguaglianza che
permette ad alcuni di esercitare la
propria forza, astuzia o abilità in
maniera odiosa. Ma l’uguaglianza in
tutto - sinonimo di equità - è la stessa anarchia”. Che dire di più? Che per
capire meglio Gesù oggi necessita conoscere la Poesia della Natura, quel
linguaggio che nella libertà realizza la
convivenza non-violenta che solo un
Costume poetico può far conoscere
e vivere con la libertà della partecipazione senza creare miti e nemmeno
monumenti di gloria che in ultima analisi sono esigenze tuttora legate ad un
artificioso complesso di paure. Gesù,
anche per noi, è un valore che nessuno
nega, ma che non può diventare il padrone dell’eternità senza sconfessare
se stesso, poiché Gesù, per noi, è stato e rimane un sublime valore umano.
Pertanto la necessità di un rinnovamento culturale deve partire dalla
base della coscienza e non dai vertici
delle mistificazioni abitudinarie che
non portano da nessuna parte. E quando Artecultura rivendica un linguaggio
per il Disarmo senza diventare dottrina, non pensiamo di avversare Gesù,
ma di condividerlo in piena coscienza
poetica. Anche perché Gesù prima di
essere figlio di Maria lo è della libera Poesia della natura.
Il problema odierno dell’uomo e
che gli eserciti non servono più soprattutto perchè la velocità della comunicazione in tutta la sua manifestazione
ha molto ampliato la visione critica
della persona. Quella persona taciturna e riflessiva che non vede più il nemico come lo poteva credere cento
anni addietro in quanto i continui misfatti quotidiani delle guerre, creano la
necessità di vicinanza della collaborazione e non gli assalti stragisti che mortificano la sicurezza dell’uomo. Una
delle strade da riflettere, specie in economia, che è quella che sorregge la
quotidianità della vita, è di dar realizzazione ad una programmazione
mondiale della produzione, la quale
non è affatto difficile come si possa
pensare con i mezzi d’incontri a disposizione che oggi non mancano e ne permettono la realizzazione.
E l’O.N.U. dovrebbe interessarsi
molto di questo, ma penso che soprattutto la direzione degli Stati di potere
che si dividono il pianeta tutt’ora, non
glielo consentono. Gli Stati sovrani,
non vogliono che le Nazioni diventino le vere patrie d’una continua evoluzione fino a conoscere il mondo come
la sola grande Patria che ci genera e
ci dà motivo di vita e di pane. Anche
una sola banca mondiale come accennato qualche tempo fa dalla Cina e ci
sembra, sorprendendoci, anche dal Vaticano, potrebbe essere utile alla vera
pacificazione della vita soffocata dalle più diverse speculazioni delle tante
banche che non producono mai nulla
obbligandoci a vivere nel pregiudizio
della schiavitù permanente. Punto di
vista sul quale si potrà obiettare: ma
se non siamo stati capaci in mezzo secolo a costruire l’Europa unita, quale
pazzia vi prende pensando ad un mondo unito? Non è come pensare di far
volare le montagne senza motore? L’interrogativo potrebbe essere plausibile
da un certo semplicismo di domanda
quando nell’uomo manca quella brezza di Poesia della natura che, una volta acquisita a livello di personale coscienza, poi diventa uno spontaneo Costume poetico che, con o senza miracoli, può fermentare quella convivenza che realizza la libera società in cui
l’autorità organizzatrice non dice più
niente a nessuno. In quanto è una malattia di costume presente nelle visce-
re della contraddizione e che non risparmia nessuno. Attualmente come
principio di rinnovamento culturale, si
presenta solo indispensabile far conoscere la Poesia della natura per
fermentare di civiltà la necessaria vicinanza delle persone, poi per il resto
è cosa fatta. La poesia non è né una
religione e tantomeno uno stato, ma
l’autogoverno di se stessi nel rispetto
altrui. Ed oggi come oggi non si parla
minimamente del controllo delle nascite che nell’immediato secondo dopoguerra, specie nei circoli libertari,
veniva molto discusso in avversione al
“crescere e moltiplicarsi delle tesi del
Sacro Romano Impero della Chiesa”.
La quale, attualmente, sembra concordare sul fatto che i figli si debbono fare
quando si possono fare e non quando
vengono, per essere poi quelle carni da
macello che le stragi della guerra ogni
giorno amaramente confermano.
Un doloroso aspetto verso il quale
sembra ombreggiare nella coscienza
del mondo quella grande rivolta che da
utopia di sogno diventa quella forza
straripante di onestà umana che cancella una volta per tutte lo strapotere della morte degli Stati proprietari che arbitrariamente con la forza distruttrice
delle armi decidono sul futuro mondo. Non è più possibile. Ma al Disarmo si arriverà comunque, anche per
necessità di sopravvivenza dei medesimi Stati, che di fronte alle minacce
delle proprie comodità di potere, si vedranno costretti ad abolire gli eserciti. Per cui il caso ci fa dire che la pace
non è solo una volonta benefica del
Signore, come ci sembra sostenere
papa Francesco, ma quell’equilibrio
delle convergenze consapevoli sia a
livello personale, sia come sensibilità
di popoli. Un punto di vista che ci fa
dire che se papa Francesco lo desidera ed è in condizione di farlo, abolisca
lui per primo come indicazione pratica di pace, il piccolo esercito del Vaticano, per indicare al nostro inquieto
mondo la strada da perseverare. Questo anche perché sono duemila anni che
la Chiesa di Roma predica la pace senza mai realizzarla e l’uomo è troppo
stanco di retorica e desidera di vivere
molto più concretamente i giorni della sua vita. Esiste tutta un’etica da rivedere, una cultura di coerenza da rendere efficace perché gli uomini non
debbono essere ancora divisi tra poveri e ricchi, ma uguagliati dalla dignità
poetica, valore al quale gli apporti culturali positivi, pensiamo, che ve ne siano un po’ anche nei diversi attuali costumi dei popoli. E il Cristianesmo,
quello autentico, purificato dal dottrinarismo, potrebbe significare anche
un valido apporto verso quel valore che
nel sotterraneo del suo interiore la persona vive da sempre. Poi una comunità
come la nostra, straziata dalle guerre,
con il necessario rinnovamento culturale può raggiungere quella sublimità
di valore umano nel quale scompaiono
non solo i nemici di sempre che l’attuale costume di sopraffazione coltiva, ma anche la distinzione tra credenti e non credenti. Un dilemma che storicamente vive l’uomo sottomesso dalle armi di potere, ma che potrebbe eliminarsi alla radice previo un naturale
Costume poetico, appunto perché valore di vita che nessuno ha il diritto di
sopprimere.
L’utopia è parte specifica della follia creativa, indispensabile affinché non
vi siano più funerali di stato, di mafia
o di ricatto di qualsiasi natura in quanto la libera forza della poesia facilita
l’uomo di vivere in sicurezza di se stesso perché gli altri fanno altrettanto.
Ma occorre conoscere la Poesia
della natura che ci porta a vivere di
realtà, il sogno del profondo desiderio umano, della libera coscienza repressa dalla ferocia degli stati delle
armi. I quali sanno benissimo di aver
fallito percorso, ma tuttora insistono
nel loro autoritarismo anche perché
esiste una cultura privilegiata di laurea
universitaria che per interessi tollera
più la contraddizione della guerra che
la libertaria causa della pace, la quale
nel Costume poetico intuisce la strada della convivenza pacifica come la
sola alternativa possibile alle tante
stragi che mortificano il gusto di vivere dell’uomo nel suo naturale destino.
Che bellezza sarebbe ritornare a dormire con le porte aperte, anziché nella
crudeltà di stato delle porte sempre più
blindate, che preferisce che un cittadino si suicidi perché non può pagare
la tassa della sua attività o l’Imu della
casa riscattata con il mutuo che deve
vendere per saziare di rapina fiscale la
violenta burocrazia che sa comperare
solo armi per le future stragi.
Ma fino a quando?
Giuseppe Martucci
ARTECULTURA
35
Umanità poetica - Costume poetico
“La poesia comincia dove finiscono le discriminazioni”
Umanità poetica è uno spazio aperto alla divulgazione poetica interessata al dibattito sull'identificazione e il ruolo odierno della
poesia. La franchezza e l'obiettività degli interventi, costituiscono per la redazione della Rivista la premessa per la pubblicazione.
Per facilitare la partecipazione degli Autori interessati si suggerisce negli elaborati brevità e concisione. Per necessità di spazio
la redazione si ritiene autorizzata a sintetizzare i testi rispettando il contenuto. La pubblicazione dei testi poetici ha puro carattere
divulgativo, di stimolo culturale. La proprietà letteraria dei componimenti pubblicati rimane pertanto a tutti gli effetti di legge dei singoli
Autori. . Dei componimenti pubblicati si tiene conto soprattutto dei contenuti culturali.
UN MAESTRO D’ARTE
L’uomo aveva ben alto concetto,
sul come rendere l’arte sublime.
Quale maestro di copia dal vero
seguiva con tutto il suo impegno
i ragazzi che dai comodi sgabelli
copiavano l’oggetto a centro sala
per l’esecuzione del loro disegno.
Con cura lui correggeva il foglio,
quando non strappava ben adirato
e con disappunti i lavori malfatti.
Abile e navigato artista parmense,
non solo bene insegnava a scuola
ma caldo e profondo aveva l’estro
e il tratto del gran pittore moderno.
Gli alunni della Scuola del Libro
che presso l’Umanitaria di Milano
preparavano il personale avvenire
nei settori più avanzati e moderni
della grafica e della stessa stampa,
ne hanno vissuto intensi momenti.
E ancora, dopo tanto, lo ricordano
quel singolare stile del professore
che col proprio, particolare ardore
trasmetteva la più che calda poesia
delle sue vive, alte opere di pittura
che lo hanno ben immortalato qual
primo pittore moderno del Paese.
Ormai, nelle enciclopedie, quanto
nei libri che documentano la storia
dell’arte italiana del caro Novecento,
il suo nome, con passo ben sicuro,
si mostra netto e senza alcuna boria:
eccolo, è il maestro Atanasio Soldati
che, senza baldanza, prova la qualità
della sua opera splendida e delicata
di indiscusso primo italo astrattista.
Della sua creatività fanno netto testo
sommi lavori pregni di slancio lirico
che hanno saldamente ben pagato
il costo della dura comprensione
che l’arte moderna ha incontrato
da che mosse i suoi impavidi passi.
Le mani scottate dei nostri pittori
che con dolce fantasia e arte vera
han dovuto superare duri ostacoli,
lo provano e straprovano, eccome!
Ermanno Bighiani
36
ARTECULTURA
SPAZI DELLA MENTE
Spazi che vivo
Grandi, luminosi
Vi sento veri in me
Oggi, con gioia
Vorrei avervi sempre
in me, a Milano
e respirare
il verde della vita.
Enrico Carlo Straulino
FLEBILI LUCI
DELLA NOTTE
Nell’oscurità,
con questo impalpabile
velo di bruma
che avvolge e sfuma
i profili dintorno,
compaiono di tanto in tanto
flebili luci,
forse di finestre accese
o di incerti barlumi lontani.
Di un treno
-che laggiù sullo sfondo
sfila veloceuna traccia più lunga,
intermittente,
scorre nello sguardo
e man mano diventa sottile,
fino a scomparire
nel silenzio e nel niente.
Fiochi chiarori,
fatue lumelle tremolanti.
Talvolta
repentini bagliori
che subito svaniscono
per lasciare
quasi un senso di attesa,
una pausa sospesa
che fa trattenere il respiro.
Sospiri, richiami, sussurri,
sommesse invocazioni:
come taciti segnali nel buio.
Reconditi messaggi
di misteriose presenze
che vegliano ancora, /inquiete,
nel suggestivo e arcano
universo della notte.
Fabiano Braccini
AL MIO SALENTO
Danzavano
le farfalle in primavera
sulle note profumate delle rose.
La frescura dell’alba
disseminava gemme di rugiada
e un cuore fanciullo
indagava ogni goccia
per ritrovare il suo mondo.
Correva sulle ali del vento
lungo coste sinuose
cullate
dallo sciabordìo della risacca,
baciate da cristalli tintinnanti
ricadenti nell’abisso
colmo di mille diluvi
e si inebriava
del canto antico degli ulivi
che si agitavano
ai confini del sole.
Antonietta Di Seclì
RIFLESSIONE NEL FANGO
Voglia di vivere che ti perdi nel fango
Fissa nello sguardo di chi ha perso il domani
E silenziosamente in via accatasta.
Un crepitio a rompere il tombale assoluto
lampeggianti listati a rosso
e capannelli di un uomo impotente
Per ore un sogno immerso nel mare
Con il fluido ospite nelle case
Dopo aver sconfitto l’argine divelto
L’erba ancora china non ha osato rialzarsi
Gli alberi hanno mostrato bandierine
E siepi ancora trattengono bastoni di sconfitta
Subdolo e silenzioso duello giunto nella notte
Stratega dell’effetto sorpresa
A mettere in ginocchio l’umanità
Eppure a gattoni qualcuno ha rialzato lo
/ sguardo
Ritagliando un immagine di speranza
illuminando in una preghiera l’aiuto estremo.
Giacomo Belluco
STRADA DELLA
MIA INFANZIA
Un giorno di festa, lì celebrata,
ripercorse le strade della mia infanzia,
rivisto il rimasto,
una lama nel cuore
rievocando nella mente i tempi lontani,
la chiesa del mio battesimo.
Ad ogni passo,
ogni pietra mi sovviene
ciò che non ho mai scordato.
Stefania Minotto
“A TESTA BASSA
ED IN SILENZIO”
Non ci è permesso
di ammirare pienamente il cielo
di respirare il Creato
da dove tutti siamo arrivati
e ritorneremo.
Non ci è permesso
così, con la testa bassa
godere dei miracoli un po’ astratti
che certi livelli alti ogni giorno
ci rassicurano.
Non ci è permesso
lamentarci, sospirare, piangere
tantomeno gioire, capire l’attimo,
si può solamente attendere
e in silenzio.
Non ci è permesso
concedere alle nostre menti
almeno un po’ di ricordi
perché giudicati troppo antichi
controproducenti e forse dannosi
non ci resta che attendere
ed in silenzio
A testa bassa
Valentina Fusè
SE MI AMI,
NON PIANGERE...
Se mi ami, non piangere
... il dono che c’è in te.
Ti racconto la mia gioia
è il cielo sopra di noi.
Forte come l’amore
come la forza di un campione
credo nel tuo sorriso!
Pace a questa casa,
incontro con gli altri
sul palmo delle mie mani.
Abbiamo conosciuto
vita meravigliosa
per Enrico Carlo Straulino.
Silvia Gambarelli
L’ORIZZONTE E’ETERNO?...
Limpida mente frange poesie
avvalora emozioni
veste immagini
Non le tiene per sé
ma il suo cuore
lontano le lancia, in libertà...
Sfera di fantasie
e globo d’ombre
abbracciano l’eterno,
ma.... eterno... che cos’è?
Proiezione d’amore
ansia di vita
l’eterno ci sorregge
amplia e dilata
Maria Teresa Mosconi
IL GIOCO
AMORE nato per gioco,
come fiamma che lentamente prende corpo.
AMORE, unica direzione...
VIVI e superi la mia razionalità.
In un mondo
che spera e s’illude,
immensi crei... fiabeschi castelli,
e ogni stanza è nuovo lato d’un amore,
che non avresti mai pensato di conoscere.
Vorrei gridare al mondo intero
quanto sia meraviglioso amare!!
Impossibile, poiché rimarrà inchiodata spina
al mio fianco, sempre.
Luisella Ruzza
PIOGGIA E VENTO
La pioggia, quando cade,
se non c’è nessuno ostacolo
riesce a toccare il fondo
di un mondo bambino,
il vento è il suo maestro.
Lui gli insegna
i segreti della vita.
Fra i suoi capelli e i miei
nasce un vento di amicizia.
La pioggia e il vento
sono amici
vanno molto d’accordo;
se c’è il destino
segnato sul corpo
di mamma pianeta terra,
io mi rispecchio
e nel suo destino
io mi sto vivendo.
Alessandra Prat
Per i mè dì n’hann regalaa on sottanin de seda
EL SOTTANIN DE SEDA
De seda moresina
color rubin,
on sottanin
legger ‘me ona carèzza
el fassa come on guant
on còrp caregaa d’ann
a modellà curv flòss.
El sottanin rubin
desseda sògn sopii
mètt al ai desideri
sgrisor in del coeur
e gott de nostalgia!
El sottanin de seda...
Duu oeugg innamoraa
scigna i mè penser
El gèst d’ona carèzza
me impieniss el coeur
de quiètta tenerèzza!
enrica
DINAMICA DELLA VITA
E remo lungo il fiume della vita
seguendo la scia del continuo divenire,
tutto si muta e si trasforma.
E attraverso le sponde del dolore,
la nebbia rende impercettibili i confini.
Mistero del movimento il cui divenire
rompe gli argini di antiche certezze
e mi trovo nello smarrimento del dubbio.
Domande continue sull’esistenza
che aprono lo scenario al cambiamento.
Luca Blanco
DISARMO PERCHE’
Uno dieci cento infinite stragi
non so quanti ne ha squartati oggi
la criminalità burocratica tra bambini
madri padri bestie galline
- case stalle ovili pollai
la morte nelle macerie dell’informale
sconquasso di carne e materiali decomposti
in opprimente fetore
E l’aurora è fuggita lontana
su nidi di rondini figli vivi e soli
per la festa indulgente della mamma
l’universale energia che urla
alle guerre il suo sdegno
per la brama di potere
che scanna ad oceani di sanguevivo
Ma loro terroristi soddisfatti
brindavano vittoria i generali indaffarati
di sonaglie al merito assassino indifferenti
agli occhi del fanciullo orfano gambizzato
dalla sera al giorno dopo taciturno
e di sconforto respiro nel dolore
che non conosce innocenza
e stagioni - perché?
Giuseppe Martucci
ARTECULTURA
37
...LIBRI....LIBRI...LIBRI...
a cura di Aoristias
Loris F. Capovilla
PUR CHE ALBA NASCA
Edizioni Grafica & Arte
Tutto il mondo conosce la “finestra
dell’Angelus” che si apre su Piazza San
Pietro, dalla quale Giovanni XXIII si affacciava
ogni giorno di festa per pregare con il popolo
radunato nell’ampio abbraccio del colonnato
berniniano. Quella finestra illuminatasi dopo
la morte del “Papa buono”, un Papa che
esprimeva la bontà con il sorriso, la parola
improvvisata e la vicinanza ad ognuno, il 3
giugno del 1963, sembrò simboleggiare il suo
transito nella luce e la luce del suo testamento
d’amore. Durante il suo pontificato quella
finestra rimase si può ben dire perennemente
rischiarata nella notte per ricordare agli
occasionali passanti che Giovanni vegliava,
lavorava, pregava per i suoi figli cristiani e
non, per le famiglie, i sofferenti, i bambini, la
pace universale. A cinquantuno anni dal
discorso della luna (... «date una carezza ai
vostri bambini»...) nei giorni del Concilio
Ecumenico Vaticano II, e a cinquanta dalla
“Pacem in Terris” e dalla morte di Papa
Giovanni, il suo devotissimo segretario
particolare Loris F. Capovilla si concede
alcuni emozionanti colloqui per rivedere i
successivi avvenimenti di quella sera del 3
giugno 1963, stazione estrema del soggiorno
terreno del Papa, insieme al suo Maestro, con
il quale, dalla sede del patriarcato di Venezia
nel 1953, condivideva entusiasmi, delusioni e
speranze.
Oltre le testimonianze personali l’arciv.
Capovilla raccoglie in questo libro i sentimenti
e la venerazione che la gente di ogni fede
continua a professare nel ricordo di Papa
Giovanni. Storici, artisti, registi, uomini di
potere e la “vox populi” invocano il suo nome
e la sua immagine paterna consola e protegge.
Paesi, istituzioni, centri culturali, seminari e
biblioteche, scuole ed ospedali hanno scolpito
il suo nome a perenne memoria. Preziose nel
libro le testimonianze personali del suo
segretario particolare, dei pontefici che gli
sono succeduti, fino a Papa Francesco, di
capi di Stato, poeti e scrittori: da Charles De
Gaulle ad Henri Daniel-Rops dell’Accademia
di Francia, a Mario Soldati, ad Arturo Carlo
Jemolo, a Carlo Bo, a Indro Montanelli, a
Riccardo Bacchelli, a Luigi Santucci, a Padre
Turoldo, a Giacomo Manzù, che dedicò con
devozione all’amico Angelo Giuseppe Roncalli
e al suo pontificato, oltre ad alcuni stupendi
ritratti, il suo grande universale capolavoro: la
porta della morte nella basilica di San Pietro.
Info 035 255 014
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ARTECULTURA
Maria Luisa Catoni, Carlo Ginzburg, Luca
Giuliani, Salvatore Settis.
ACHILLE, MELEAGRO, CRISTO
Edizioni Feltrinelli 2013
Achille, Meleagro, Cristo: tre figure che si
sono intrecciate e sovrapposte, dai sarcofagi
romani all’arte del tardo Medioevo, dal
Rinascimento fino a oggi. Come sono nate?
Come si sono diffuse? Con quali strumenti è
stato possibile indagarne il funzionamento, il
montaggio, il riuso? Quattro prospettive su un
tema all’incrocio tra archeologia, storia
dell’arte, storia della cultura.
Per una serie di circostanze imprevedibili le
immagini di Achille, Meleagro e Cristo, usate
e riusate per secoli, s’intrecciarono,
sovrapponendosi. Che cosa spiega la loro
ibridazione, la loro persistenza, la loro
migrazione attraverso il tempo e lo spazio?
Quanto contarono, nella fortuna di queste
figure, le formule compositive originarie e
quanto il contesto che di volta in volta le fece
proprie? Questo libro cerca di rispondere a
queste domande. Chi legge entra in un cantiere
dove hanno lavorato, separati da secoli o
millenni, scultori e pittori, storici e storici
dell’arte. Luca Giuliani analizza la genesi e il
precoce riuso nell’antichità romana dell’iconografia di Achille in lutto presso il
cadavere di Patroclo; Maria Luisa Catoni, la
possibile genesi e il riuso in età post-antica di
una formula della disperazione di fronte alla
morte; Salvatore Settis, la fortuna rinascimentale di uno schema iconografico
antico usato per rappresentare il corpo
esanime di Cristo; Carlo Ginzburg, la genesi
della nozione di Pathosformel (formula di
pathos) coniata da Aby Warburg.
Pino Di Gennaro
MANUALE DI SCULTURA
Edizioni Hoepli
Il Manuale di scultura spiega in modo mirabile
ed efficace come teoria e pratica siano
indissolubili e concorrano, in ugual misura,
alla realizzazione dell'opera d'arte, secondo il
concetto che gli antichi filosofi greci
chiamavano téchne.
Attraverso la presentazione di opere di scultori
classici, moderni e contemporanei, tra cui
alcune prodotte dall'autore nel corso della sua
lunga attività professionale e di insegnamento,
vengono affrontati i temi fondamentali della
scultura, partendo dal rapporto occhio-manocervello per arrivare alla scultura nello spazio
urbano, passando dal disegno al bozzetto,
dalle proporzioni del corpo al ritratto e
all'autoritratto, dall'impronta sul corpo
all'assemblage con materiali di riciclo. Viene
approfondita la conoscenza delle tecniche,
degli strumenti e dei materiali, dalla tradizionale
fusione a cera persa alla scultura in tre
dimensioni, dall'antica creta e dal gesso alle
gomme siliconiche, agli alginati, al corten,
persino alle reti metalliche. Scorrendo le
pagine del volume, osservando le numerose
figure che mostrano artisti al lavoro e opere
che gradatamente assumono la forma
definitiva, si delinea un percorso semplice ed
efficace che coinvolge il lettore.
TROVARE L’AMERICA
Storia illustrata degli italo americani nelle
collezioni della Library of Congress di
Washington
Come eravamo noi italiani quando “Lamerica”
si scriveva senza apostrofi e il miraggio di una
vita dignitosa si concretizzava al di là
dell’Atlantico. Milioni di persone, di molte
regioni italiane, che hanno scelto il Nuovo
Mondo per un progetto di vita, per vivere
meglio, per costruire un futuro.I volti, le pose,
gli abiti, i bagagli, gli oggetti, le storie, gli
sguardi sono stati fissati in migliaia di fotografie,
moltissime di queste raccolte nelle collezioni
della “Library of Congress” di Washington,
l’istituzione che più di ogni altra rappresenta
la memoria ufficiale degli Stati Uniti. Le sue
collezioni includono più di 28 milioni di libri
stampati in 470 lingue, tra cui una Bibbia di
Gutenberg; più di 50 milioni di manoscritti; la
più grande collezione del mondo di fotografie,
film, mappe e spartiti musicali. È da questo
gigantesco magazzino della memoria,
selezionando oltre 500 immagini, che hanno
attinto gli autori di “Trovare l’America”, il
volume ideato e curato da Paolo Battaglia e
Linda Barrett Osborne, con premessa di
Martin Scorsese e introduzioni di Mario B.
Mignone e Antonio Canovi. Il libro è stato
realizzato in due versioni: in lingua italiana e in
lingua inglese, quest’ultima con il titolo
“Explorers Emigrants Citizens”. Info tel.
+39 059 347027 email: [email protected]
Fabrizio Clerici (1913-1993)
NEL CENTENARIO DELLA NASCITA
A cura dell’Archivio Fabrizio Clerici
Fabrizio Clerici non è forse uno dei prìncipi di
questo realismo irreale che sarà il segno
distintivo del ventesimo secolo? Come la
natura Clerici arriva alla semplicità attraverso
innumerevoli particolari. Non manca neppure
uno spillo a questa legione di angeli e arcangeli
che proteggono la sua casa. In essa non vi
penetra oggetto che non sia sublime e la cui
presenza non sia carica di segreti.
Jean Cocteau
Pubblicata in occasione del centenario della
nascita dell’artista (Milano 1913 - Roma 1993),
questa monografia su Fabrizio Clerici propone,
con materiali d’archivio (foto e documenti
privati), anche inediti, il suo percorso artistico,
dagli esordi agli ultimi dipinti. Fabrizio Clerici
fu disegnatore eccelso, pittore, scenografo e
illustratore. Raffinato intellettuale e saggista
d’arte, fu in stretto contatto con artisti e
scrittori da Montale a Jean Cocteau, da
Salvador Dalí a Leonor Fini. Figura eclettica,
non facilmente incasellabile in una corrente o
gruppo, ha attraversato il Novecento, con
sottili intuizioni nel campo della pittura. Risultato
di due anni di lavoro e di ricerche, la monografia
rende note, per la prima volta, sue opere in
prestigiose collezioni internazionali, dal
Museum of Modern Art di New York, al
Pushkin di Mosca. Molti i contributi raccolti
nel volume: uno scritto inedito di Federico
Zeri, una lettera di Giulio Carlo Argan ed altri.
TURISMO & POESIA: IL LUOGO DEL MESE
BRETAGNA
Il faro dell'Île Vierge, il più alto del mondo.
La Bretagna (in francese detto Bretagne, in bretone Breizh) è una regione
nel nord-ovest della Francia, antico
Stato indipendente, che forma un vasto
promontorio verso la Manica e L’Oceano Atlantico. Il suo nome bretone,
Breizh, viene abbreviato abitualmente
con BZH. La lingua ufficiale è il
francese, mentre le lingue regionali
sono il bretone ed il gallo.
Si distingue la Bretagna (paese dei
bretoni, divisa in cinque dipartimenti,
estesa su 34.023 km² e con 4.106.966
abitanti al 2005) dalla "Région Bretagne", che è una struttura ammistrativa
francese recente, ridotta a quattro
dipartimenti, con l'esclusione del
dipartimento della Loira Atlantica,
facente parte della regione amministrativa Paesi della Loira, ma la
cui popolazione preme per l’incorporamento nella Regione Bretagna.
Il nome Bretagna deriva da quello del
popolo bretone, che vi si installò
fuggendo dalla nativa Britannia. Difatti
Britannia e Bretagna sono sinonimi.
Per la precisione il termine deriva
proprio dal termine gaelico che
indicava l'insieme dei popoli di Albione,
detti “Cruithne” (nel Celtico-Q) e
"Prydyn" (nel Celtico-P); da quest’
ultimo termine deriva quello di britanni
e bretoni.
È composta da 4 dipartimenti: Côtesd'Armor/Aodoù-an-Arvor (22), Ille-etVilaine/Ill ha Gwilen (35), Morbihan
(56), Finistère/Penn-ar-Bed (29). Sono
inclusi nella regione 15 arrondissement, 201 cantoni e 1270 comuni.Il
paesaggio bretone cambia ad ogni
momento, alternando forza e fragilità e
offrendo scorci suggestivi. Lungo la
costa, le scogliere selvagge a picco sul
mare cedono il passo alle curve
arrotondate delle dune. Quando la landa
si inclina verso valle, si possono
ammirare scarpate caratterizzate dal
bocage, tipico paesaggio rurale che
connota la Francia del nord.La costa
bretone è la più lunga della Francia: si
estende su più di 2 000 chilometri.
Battuta dai venti, suggestiva, frastagliata
da baie, isole, punte e aber (nome bretone
per i fiordi) la costa bretone offre una
grande varietà di paesaggi e certi siti
unici. Ovunque ci si trovi imperdibile è
il fenomeno delle maree, tra le più
forti d'Europa (12 metri fino a 13 nella
baia del Mont Saint-Michel): ogni sei
ore un mare pieno con l'alta marea
diviene, con la bassa marea, una
superficie lunare costellata di rocce,
pozzanghere, ruscelli e alghe. L’entroterra (argoat in bretone) è storicamente meno popolato della costa
che è sempre stata la prima fonte di
richezza della regione. Piuttosto
pianeggiante, è caratterizzato dalle
attività agricole, soprattutto l’allevamento. Le foreste sono varie ma la
più famosa e la più grande è la foresta
di Paimpont, più nota come foresta di
Brocéliande: è uno dei luoghi leggendari del ciclo bretone.
Si dice che la Dama del lago vi
imprigionò mago Merlino, e ancora
oggi vari siti come il Val sans retour
(valle senza ritorno da dove, secondo la
leggenda, non si poteva mai uscire)
svelano i misteri dell'antica leggenda.Grazie alla varietà dei paesaggi,
al passaggio di rotte migratorie e alla
dolcezza dei microclimi, la Bretagna
presenta una straordinaria ricchezza di
flora e di fauna. Ginestre e ginestroni
fioriscono ad ogni angolo e con i loro
fiori gialli spiccano nel fucsia della
brughiera. Altro emblema della regione
è l'ortensia, ma si possono ammirare
anche rare specie protette come il
narciso di Glénan, la drosera dei Monts
d'Arrée, l'eringio marino o il cardo blu
con fiori stellati. Altre specie si
insinuano tra il granito, spruzzato dalla
schiuma delle onde: licheni, armerie,
spergularie dai fiori rosa, cavoli
selvaggi dai fiori gialli.
Info www.bretagnafrancia.it
www.bretagna-vacanze.com
“A PROPOSITO
DELL’ARTE FALSA”
Giorgio Seveso dalle pagine del suo blog afferma:
Riprendiamoci il contemporaneo “perchè nella
nostra cultura il senso comune ormai prevalente
non considera arte contemporanea ciò che viene
esplorato e realizzato oggi, bensì solo un
particolare gruppo di linguaggi, di modalità e di
tendenze rispondenti a caratteristiche tecniche e
linguistiche date: quelle, non altre.” Contemporaneo può significare simultaneo oppure
indicare chi vive negli stessi anni di un altro,
come ad esempio nel caso di Boccaccio che fu
contemporaneo di Petrarca. Parlando di storia
contemporanea ci si riferisce ad un lasso di tempo
compreso tra la II guerra mondiale e i nostri giorni.
Dopo l’arte moderna (che va dagli anni sessanta
del XIX secolo agli anni settanta del secolo
scorso), si colloca l’arte contemporanea, definita
anche arte postmoderna.Per quanto la querelle
possa riguardarci, crediamo che la catalogazione
di un periodo storico o di un movimento artistico
dal punto di vista temporale sia piuttosto
limitante, perché l’arte è stata sempre in divenire
e, più che gli stili o i gruppi, contano le personalità
creative ed autonome, che magari ai loro tempi
sono andate controcorrente. Importanti sono
stati sicuramente i tre Padri rinascimentali più
famosi al mondo, ma non si può trascurare
l’originalità di taluni artisti del Manierismo che
esasperarono le forme dei primi in modo più
dinamico e libero, anticipando l’arte moderna.
Quanto all’ articolo “L’Arte è un falso”di Jean
Clair , che ha soddisfatto Seveso poichè alcune
idee del critico francese coincidono con quelle
sue e dei lettori della rivista- blog che dirige, l’ho
trovato condivisibile nei vari passaggi. In uno di
questi afferma: “Come il mercato dell’arte, fondato
da sempre sul lungo termine, abbia potuto
incrociare il mercato della finanza fondato sul
brevissimo termine, al punto da fondersi con
esso, qui sta l’enigma dell’arte contemporanea.”
1) Più che di enigma io parlerei di un nugolo di
impostori e giocolieri, che imperversano nel
mercato dell’arte, coadiuvati dall’editoria
compiacente, dai collezionisti , dalle gallerie d’arte
e dalle banche, che hanno in mano le redini della
subdola negoziazione, proponendo presunti
artisti di arte contemporanea a prezzi salati. Bene
dice Clair: “Che cos’è allora un falso nell’arte se
non un credito riposto in un oggetto detto “opera
d’arte” e che si è riusciti, nonostante si tratti di
un’opera miserabile o addirittura - come per le
opere concettuali - inesistente, a far passare
come dotato di valore?” Sulla scia di tale concetto,
non è difficile dimostrare che quei profeti che
vendono i loro manufatti a prezzi sbalorditivi, pur
non essendo Padri del con- temporaneo perché
non hanno creato nulla, trasferiscono le loro
energie alla ricerca del successo, passando dalla
ricchezza alla truffa, come da più parti si sente
dire. Senza però dimenticare che il loro ingresso
nell’arte contemporanea è annunciato con squilli
di tromba e di pifferi dai media e dal loro seguito,
come fautori del nuovo, nel panorama variegato
dell’arte d’oggi; niente di più falso perché il loro
lavoro è semplicemente obsoleto. Si pensi al
clamoroso ”Orinatoio” di Duchamp del 1917, alla
“Merda d’artista” di Manzoni degli anni ’60, al
laboratorio di serialità di Warhol e ai tagli infiniti
di Fontana, commercializzati in seguito con
multipli e repliche vendute a peso d’oro. Dei primi
due non credo che si tratti di grandi artisti ma di
geniali intellettuali, mentre i secondi sono
diventati una fabbrica di denari.
Antonio Fomez
1)
Jean Clair “L’Arte è un falso”- L’opera
contemporanea tra tecniche seriali e mercato
impazzito”,Repubblica, 23 ottobre 2013.
ARTECULTURA
39
Rassegna ARTE PER L’UOMO 2014
Milano Sala Azzurra Artecultura
11 - 25 gennaio 2014
Claudio Botta, ALBERI SOSPESI
Jean Mégier, PICASSO, 2008
Acrilico su tela, cm. 70 x 70
Claudio BOTTA
L’albero della vita, come percorso di una
limpida metafora dell’esistenza umana si
esprime con particolare incidenza di segno e
di colore nelle opere di Claudio Botta.
L’opera presentata alla rassegna Arte per
l’Uomo 2014 n’è senza alcun dubbio una
autentica conferma. Nel ritmo cromatico di
arancioni, rossi, marroni l’artista celebra la
sua invocazione alla natura, a quella natura
che oramai non si è più in grado di
apprezzare ma solo di offendere in mille
modi. Dall’arte di Botta sale un’evocativa
tensione figurativa che al di là del pur
ragguardevole dato estetico, è un lungimirante
invito a riflettere sui nostri sempre più precari
rapporti con l’ambiente e con quanti in esso
vivono: uomini, animali, piante.
Jean MEGIER
Significativo ritratto del grande artista spagnolo
Pablo Picasso, quello realizzato da Jean
Mégier. Da rilevare soprattutto la vibrazione
del volto, i lineamenti che si trasformano in un
movimento dal ritmo quasi ipnotico che lo
sguardo penetrante del malaguegno sostiene
con imperturbabile energia. Pop Art, neo
espressionismo e suggestione da street art
animano il notevole lavoro dell’artista Megier
che conferma pienamente anche le sue doti
di ritrattista.
Carlo CIMMINELLI
In questa rappresentazione mediterranea
Carlo Cimminelli esprime tutto il suo amore
per la sua terra d’origine: la Calabria.
Tecnicamente ben equilibrato il dipinto sia dal
punto di vista compositivo che per quanto
riguarda gli accordi tonali. Un’opera che
invita alla contemplazione, a smarrirsi
poeticamente in quel lembo di mare che
affascina con la sua visione. Suggestiva la
fusione di acrilico e tela sabbiata che imprime
un tocco di puro affresco all’opera.
Carlo Cimminelli: PAESAGGIO CALABRO 2013
Acrilico su tela sabbiata, cm. 60 x 40
40
ARTECULTURA
Attilio MILANI
Pittore di raffinate metafore e simbologie
figurali, Attilio Milani conferma la sua
vocazione per una pittura riflessiva,
tecnicamente accurata, capace di confrontarsi con l’occhio e con la mente
dell’osservatore. Le sue composizioni - del
tutto personali - sono difficili da inquadrare
in una particolare categoria. Esse piuttosto
esprimono in un ritmo quasi mosaicale una
suggestiva esplorazione dell’animo e del
pensiero in equilibrate strutture stilistiche.
Attilio Milani, FRAMMENTI DI INTENSA VITA, 2010
Acrilico,tempera ed olio su carta Fabriano, 52,3 x 38, 4
Roma, Palazzo Poli
Sino al 2 marzo
La mostra che l'Istituto Nazionale per la
Grafica dedica all'opera grafica di Hans
Hartung prende l'avvio dalla donazione
della Fondazione Hartung-Bergman al
Ministero dei Beni e delle Attività Culturali
e del Turismo. Il corpus della donazione,
che consta di 138 fogli, viene esposto
nelle sale di Palazzo Poli, accanto ad
alcuni dipinti e disegni, questi ultimi esposti
per la prima volta, mettendo a fuoco la
produzione grafica del maestro francotedesco e rendendo tangibile ed evidente
il debito della pittura nei confronti della
grafica. La parola chiave che costituisce
la linea guida dell'esposizione romana è
infatti Hartung, graveur peintre. La
definizione ribalta la tradizionale
connessione tra pittura e incisione ed è
stata coniata da Rainer Michael Mason,
uno degli interpreti più attenti dell'opera
grafica di Hartung.
La produzione grafica, qui ampiamente
documentata, offre un ventaglio di
soluzioni stilistiche e di processi esecutivi
che solo apparentemente contraddicono
il modo di operare spontaneo e veloce
Hans
HARTUNG
L’OPERA GRAFICA
dell'artista. In tal senso, il laboratorio di
diagnostica delle matrici dell'Istituto ha
fornito approfondimenti inediti sulle
tecniche usate, sia per le matrici che per le
stampe dimostrando la costante vitalità
della ricerca, di pura astrazione che, a
partire dai Blitzbücher o “libri dei lampi”,
non ha mai smesso di trarre spunto dalla
realtà nel tentativo di “fissare il dinamismo
e la forza dell'energia” (Hans Hartung)
attraverso il gesto fermo, come lo definisce
Achille Bonito Oliva nel suo testo scritto
per il catalogo edito dalla Fondazione
Hartung-Bergman. L'arte di Hans Hartung
è stata molto amata dal pubblico e seguita
con attenzione dalla critica italiana nel
corso degli anni, a partire dal 1948, anno
in cui Giulio Carlo Argan, per primo, lo
presentò alla XXIV Biennale di Venezia
nella collezione Peggy Guggenheim, fino
alle ultime retrospettive. La mostra è stata
realizzata con il sostegno della Direzione
generale per il paesaggio, le belle arti,
l'architettura e l'arte contemporanee del
MIBACT. L'iniziativa sottolinea, il forte
radicamento di Hartung al Novecento
europeo ed inserisce l'Italia nel circuito
virtuoso di collezionisti pubblici, accanto
alla Bibliothèque Nationale de France, al
Kupferstichkabinett degli Staatlichen
Museen di Berlino, al Cabinet des Estampes
del Musée d'art d'histoire di Ginevra.
Info 06 6992 1454
L'AUTODIDATTA NELLA STORIA
Personaggi, avventure, intuizioni
Jeanne Antoinette Poisson, marchesa di
Pompadour, detta Renette, meglio nota come
Madame de Pompadour (Parigi, 29 dicembre
1721 – Versailles, 15 aprile 1764), è stata la
più celebre favorita del re di Francia Luigi XV
e la donna francese più potente del XVIII
secolo.
Nacque nel 1721 da Luise Madeleine de La
Motte, una ricca ereditiera borghese e da
François Poisson, benché la paternità sulla
bambina non gli sia attribuita. La ragazza
ricevette una buona educazione in convento e
anche nei salotti parigini frequentati da artisti,
letterati e filosofi. Grazie alle sue amicizie,
riuscì a partecipare al ballo organizzato per
festeggiare le nozze del Delfino e in
quell'occasione conobbe Luigi XV che ne
fece la sua amante. Dopo averle acquistato il
titolo di marchesa de Pompadour, Jeanne
Antoinette fu riconosciuta come maîtresseen-titre, ovverosia amante ufficiale. Madame
de Pompadour ebbe notevole influenza sulle
arti, sulla moda, sul teatro e sulla musica,
dettando lo stile della prima metà del
Settecento; a livello filosofico fu sostenitrice
delle idee dell'Illuminismo, essendo mecenate
degli enciclopedisti, facendo in modo che
l'Encyclopédie continuasse ad essere
stampata. Ebbe anche notevole importanza a
livello politico riuscendo ad ottenere cariche
per amici e familiari. A lei si deve la riuscita
del rovesciamento delle alleanze, con il quale
la Francia si unì al Sacro Romano Impero,
unione che sarebbe stata suggellata nel 1770
dal matrimonio del Delfino Luigi Augusto con
l'arciduchessa Maria Antonietta d'Austria.
Morì nel 1764 prima di veder realizzati i frutti
del suo operato. Divenuta amante ufficiale
del re di Francia, Luigi XV, appassionata
degli spettacoli teatrali, che tuttavia a
Versailles erano rappresentati "soltanto"
settimanalmente, la Pompadour ottenne da
Luigi il permesso di organizzare una vera e
propria compagnia teatrale della quale
facessero parte lei stessa e altri nobili
frequentatori della Corte, tenendo rappresentazioni nelle sale del Castello. La
marchesa nominò direttore della compagnia il
duca de La Vallière, illuminista e protettore di
Voltaire, vicedirettore fu l'accademico
François-Augustin de Paradis de Moncrif e
segretario il bibliotecario abate de La Garde;
fra gli attori, i duchi de Chartres, de Coigny, de
POMPADOUR
Madame de Pompadour, ritratta dal pittore Boucher
Duras, de Nivernais, Madame de Pons, de
Livry, de Sassenage. Anche per la danza si
scelse fra la nobiltà: ne fecero parte i conti de
Langeron e de Melfort e il marchese de
Courtenvaux, mentre gli orchestrali erano
soprattutto professionisti. Così, davanti al re e
a un pubblico ristrettissimo, il 16 gennaio 1747
fu rappresentato Il tartufo di Molière e la
settimana dopo Le prejugé à la mode di
Pierre-Claude Nivelle de La Chaussée e
L'esprit de contradiction di Charles Dufresny.
Luigi, oltre a far regalo alla favorita di un
nuovo castello a Crécy, ha sistemato la
posizione del padre di Jeanne, riabilitandolo e
concedendogli il feudo di Marigny che passerà
al figlio Abel, il quale potrà così fregiarsi del
relativo titolo di marchese di Marigny; per il
momento, Abel Poisson si accontenta di
accettare la capitaneria di Grenelle (oggi
compresa in Parigi) il cui brevetto gli frutta
100.000 lire e, rivenduto al principe de Soubise,
altre 180.000. Quando poi, con la bella stagione,
il re riparte per la guerra - dalla quale ritornerà
vincitore degli inglesi nella battaglia di Lauffeldt
- Madame si occupa di sistemare gli
appartamenti di Crécy, decorati delle preziose
tele del pittore alla moda François Boucher.
Tuttavia le passioni hanno vita breve, e quella
fra Luigi e la marchesa non fece eccezione
alla regola, con una differenza importante:
che la Pompadour, trasformatasi da amante
ad amica, seppe mantenere inalterata
l'influenza sul re, divenendone il consigliere
politico più ascoltato, come testimoniano le
relazioni degli ambasciatori delle potenze
straniere: «si è resa necessaria al re di Francia
nei suoi interessi più importanti, per supplire al
fatto che egli non aveva più così strettamente
bisogno di lei per il suo piacere affinché,
legandosi a lei in quel modo, gli sarebbe stato
più difficile allontanarla»,scriveva il barone
Le Chambrier a Federico II il 15 marzo 1751.
Nel 1751 papa Benedetto XIV, in occasione
del giubileo, promise indulgenza plenaria ai
fedeli che mostrassero visibilmente il loro
pentimento. Il clero francese da anni
pretendeva una riduzione delle imposte a suo
carico e invece si era visto attribuire una
nuova tassa, che naturalmente alimentò le
sue proteste. Nella Corte si creò il partito dei
«devoti», che appoggiava le richieste del clero,
capeggiato dalla famiglia del re, dall'arcivescovo di Parigi, monsignor de
Beaumont, e dai ministri de Tencin, cardinale,
e d'Argenson che, approfittando del giubileo,
sperava che il re si pentisse tanto della sua
vita adulterina quanto, soprattutto, del suo
fiscalismo anticlericale. Le pressioni dei devoti
a che Luigi XV allontanasse la Pompadour
non ebbero tuttavia effetto, ma le speranze di
eliminare l'influsso della marchesa furono
alimentate dai cortigiani - la contessa d'Estrade
e il marchese d'Argenson in particolare - con
il favorire la relazione del re con la ventenne
contessa de Choiseul-Beaupré, appena
sposata con il conte François-Martial,
promosso a gentiluomo del delfino e ispettore
di fanteria per compenso del poco invidiabile
ruolo che egli avrebbe dovuto sostenere.
La contessa de Choiseul rimase subito incinta
ma a quel punto entrò in scena il cugino, il
conte e prossimo duca de Choiseul-Stainville:
sapendo che la nuova amante non avrebbe
mai potuto prendere il posto della marchesa
come favorita reale, convinse la coppia dei
cugini a lasciare in fretta la Corte,
guadagnandosi così il favore riconoscente
della Pompadour. Questa, ancora più
trionfante, ottenne dal re il titolo di duchessa,
mentre la sfortunata contessa de Choiseul
morirà l'anno dopo, il 2 giugno 1753, proprio in
conseguenza del parto.
Madame de Pompadour, morirà di congestione polmonare il 15 aprile 1764 a
(continua)
Versailles.
ARTECULTURA
41
CONCORSI
CONCORSI
CONCORSI
CONCORSI
CONCORSI
CONCORSI
CONCORSI
CONCORSI
PITTURA - SCULTURA - CINEMATOGRAFIA - FOTOGRAFIA -MUSICA - VIDEO PREMIO GRIFFIN 2014
Premio d’arte a sostegno dei giovani artisti
Partecipazione dal 6 gennaio al 15 aprile 2014.
Il riconoscimento promuoverà il talento di artisti
under 35 che operano in Italia, con mostre in
importanti spazi espositivi e residenza all’estero.
Bando iscrizione sul sito www.premioartegriffin.it
Dal 6 gennaio al 15 aprile 2014 è aperto il bando di
partecipazione al Premio Griffin 2014, istituito col
fine di promuovere il talento di artisti under 35 che
operano in Italia, e studenti delle scuole di alta
formazione artistica, la cui ricerca si esprima col
tramite della pittura e del disegno.
Il Premio Griffin, giunto alla seconda edizione, è
ideato da Winsor & Newton, Liquitex e Conté à
Paris e promosso da Colart Italiana SpA col patrocinio di GAI - Giovani Artisti Italiani e dell’Università Bocconi di Milano. Le iscrizioni dovranno
pervenire alla segreteria organizzativa esclusivamente via internet, collegandosi al seguente sito
www.premioartegriffin.it.
I lavori dei candidati saranno vagliati da una giuria
internazionale, presieduta da Ivan Quaroni, critico
d’arte e curatore e composta da Flavio Arensi
critico d’arte e curatore, Olivier Dupuy fondatore
Les Ateliers du Plessix Madeuc in Francia, Matteo
Lorenzelli titolare della galleria Lorenzelli arte
Milano, Rebecca Pelly Fry direttrice della Griffin
Gallery a Londra, Severino Salvemini professore
ordinario di Organizzazione aziendale e presidente
del Comitato Arte Università Bocconi di Milano.
Il Premio Griffin si suddivide in due distinte categorie: La prima è riservata ad artisti emergenti di
ogni nazionalità, residenti in Italia, che si sono
laureati, nel 2009 o successivamente, presso un’accademia di belle arti o in un istituto di formazione
artistica. La seconda, a studenti di ogni nazionalità
che stanno frequentando un regolare corso di
studi nelle accademie di belle arti italiane o in un
istituto di formazione artistica post liceale. I partecipanti dovranno presentare un’opera a tema libero di pittura, grafica e disegno realizzata con qualunque tecnica e su un qualsiasi supporto. Tra
tutti i candidati saranno scelti 10 finalisti che
potranno esporre le loro opere nel corso di una
collettiva in programma a giugno alla Fabbrica del
Vapore di Milano.
I vincitori della categoria Artisti emergenti saranno premiati con una residenza d’arte di 3 mesi in
Francia presso” Les Atelieres du Plessix Madeuc”
e con una mostra collettiva alla Griffin Gallery a
Londra e una ricca dotazione di materiale professionale per le belle arti (per il valore di 1500 Euro).
Premio Biennale Internazionale
« IL FALCO D’ORO » Scadenza 30 marzo 2014
Allo scopo di promuovere l’arte in tutte le sue
forme e premiare artisti che nel corso del 2013 si
sono distinti in campo nazionale ed internazionale
nel mondo della cultura contribuendo ai valori
della pace e della divulgazione dei valori dell’arte,
la Universum Academy e la University of Peace
Switzerland sezione della Provincia di Caltanissetta,
la F.E.B.A.C. Federazione Europea Beni Artistici e
Culturali Provincia di Caltanissetta in collaborazione con la B.D.A. International O.N.L.U.S.
Associazione Culturale per lo sviluppo e la
promozione dell’arte Presiedute dal Dr. Alessandro
Costanza, con il Patrocinio del Comune e della
Proloco di Serradifalco, aprono le iscrizioni alla
prima edizione del Premio Biennale Internazionale
« IL FALCO D’ORO ».Possono partecipare al
premio: pittori, scultori, disegnatori, fotografi e
poeti ovunque residenti di qualsiasi nazionalità,
sesso e religione, con opere di qualsiasi tecnica ed
in lingua italiana. Il concorso è suddiviso in 5
sezioni: Pittori con tutti i tipi di tecnica (olio
42
ARTECULTURA
acrilico tempera acquerello pastello) ed a tema
libero - Scultori con tutti i tipi di tecnica materiali
ed a tema libero - Disegnatori (grafici, illustratori,
incisori, fumettisti) a tema libero - Fotografi di
ogni genere (paesaggisti, di nudo artistico, di ogni
tematica) - Poeti che presentino lavori a tema
libero preferibilmente inedita- Info Federazione
Europea Beni Artistici e Culturali Provincia di
Caltanissetta, Dr. Alessandro Costanza Presidente e Direttore artistico dell’evento. Corso
Garibaldi n° 50 c.a.p. 93010 Serradifalco (CL)
- LE STRADE DELLA CERAMICA - Segnaletica
indicativa e turistica della città di Assemini Scadenza 10 marzo 2014
Oggetto del concorso è la realizzazione di un
disegno relativo alla segnaletica indicativa e
turistica della città di Assemini, in particolare una
soluzione grafica per la realizzazione di targhe
toponomastiche in ceramica. L’approccio della
proposta dovrà essere di tipo modulare, capace di
dare una visione sia integrale che singola degli
elementi presi in considerazione, che renda
immediatamente riconoscibile il modello comunicativo nel rispetto dei canoni della tradizione
classica locale legata alla ceramica. L’impatto visivo
della segnaletica dovrà essere ridotto al minimo
curando particolare attenzione al fatto che il
materiale impiegato sarà la ceramica, produzione
tipica locale della città di Assemini.
REQUISITI DI PARTECIPAZIONE Possono
partecipare al concorso:- I professionisti e/o le
imprese dei settori della grafica, pubblicità,
comunicazione, design e architettura; – Gli studenti
degli istituti di istruzione secondaria e post diploma
ad indirizzo grafico, artistico, comunicativo e di
design;- Gli studenti universitari di indirizzo
tecnico-comunicativo;- Artisti di ogni età;- tutti
coloro che intendono manifestare l’interesse di
partecipare alla prima fase del concorso di idee
disciplinato dal presente bando Info Comune di
Assemini – Ufficio Protocollo – Piazza Repubblica, Assemini, Il Resp. Servizio Attività
Produttive F.to Dott.ssa Adele Solinas
OPERA D’ ARTE e per il nuovo centro di
protezione civile di Coredo Scadenza 4 marzo 2014
Il Comune di Coredo, nell’ambito dei lavori di
realizzazione del nuovo centro di protezione civile
di Coredo, in adempimento dell’art. 20 della L.P. 3
gennaio 1983, n. 2 come da ultimo modificato con
L.P. 17.02.2003 n. 1 e del relativo Regolamento di
attuazione approvato con D.P.G.P. 1 agosto 1996
n. 11-40/Leg. e da ultimo modificato con D.P.G.P.
23.06.2003 n. 12-133/Leg., intende caratterizzare
l’edificio con l’introduzione di un’opera d’arte. Il
nuovo complesso nel quale dovrà essere collocata
l’opera d’arte in oggetto, è situato all’ingresso del
Comune di Coredo, in prossimità della rotatoria.
L’edificio ospiterà la sede della Caserma dei Vigili
del Fuoco Volontari e della Croce Rossa.
L’importo disponibile per sostenere la spesa
ammonta complessivamente ad € 25.000,00 IVA
compresa.
L’artista è chiamato a proporre un’opera d’arte,
così come definita dall’articolo precedente, che
risulti parte integrante del complesso e qualifichi
il nuovo centro di protezione civile. L’opera dovrà
essere realizzata e posizionata nel cortile
dell’edificio (come indicato dall’elaborato grafico
e dalle fotografie allegate al bando). L’opera
verrà collocata all’interno del trapezio individuato
nella planimetria allegata con estensione non
inferiore al 50% del muro di base. Il tema è libero.
Info Comune di Coredo, Piazza Cigni 1, 38010
Coredo (Tn)
ENERTOUR 4 STUDENTS - Scadenza 21 marzo
Nel 2014 si svolge la terza edizione del concorso
enertour 4 university students, che semplifica il
nome in enertour 4 students. Sempre promosso da
TIS Innovation Park e Fondazione Cassa di
Risparmio di Bolzano, quest’anno si svolgerà anche
sotto il patrocinio del Ministero dell’Ambiente e
della tutela del Territorio e del Mare, oltre che già
sotto il patrocinio di ACRI. Ancora una volta
l’obiettivo dei promotori del progetto è di
coinvolgere e stimolare i giovani studenti
universitari alla riflessione intorno alle problematiche energetiche italiane, invitandoli ad
elaborare la loro visione di un futuro energeticamente sostenibile o una soluzione
innovativa al problema energetico in Italia. Il
concorso enertour 4 students 2014 offre, quindi,
ad uno studente o laureando di una facoltà tecnica
italiana, la possibilità di raccontare la sua idea per
una soluzione innovativa al problema energetico
italiano. Gli elaborati possono essere realizzati con
modalità diverse: si può creare un video (max. 2
min.), una breve presentazione (max. 5 slide), un
poster (formato A1), un plastico, un fumetto (max.
5 A4). Il materiale deve essere inviato entro il 21
marzo 2014, allegando il proprio curriculum vitae.
Info Enertour TIS innovation park via Siemens
19, 39100 Bolzano
IL MOBILE SIGNIFICANTE 2014: “I Luoghi
dell’abito” Concorso Internazionale “Fondazione Aldo Morelato” sull’arte applicata nel
mobile. Scadenza 15 maggio 2014
È sempre più necessario - in seguito ai cambiamenti
che hanno interessato negli ultimi anni la
dimensione e la distribuzione degli spazi delle
nostre abitazioni - riuscire a trovare soluzioni
arredative per collocare e conservare i tanti, o
pochi, elementi che utilizziamo per il nostro
abbigliamento quotidiano e stagionale. Sono da
prendere in considerazione anche le necessità
legate all’abbigliamento tipologicamente distinto
da quello abitudinario: dall’abbigliamento sportivo
– specifico per ogni tipo di sport – all’abbigliamento
per il lavoro, fino ai capi d’abbigliamento e agli
oggetti utilizzati in momenti speciali: vacanze al
mare, vacanze sulla neve, cerimonie più o meno
ufficiali. La Fondazione invita quindi i partecipanti
a sviluppare un progetto che analizzi uno spazio
domestico in cui collocare oggetti e strumenti
d’arredo per contenere il nostro abbigliamento e
sviluppi in particolare il progetto di un oggetto,
complemento o strumento d’arredo. Partecipazione: Il concorso, attraverso due premi distinti,
è rivolto ai designer professionisti italiani e stranieri
che sono impegnati nel design e nelle arti applicate
e a studenti delle varie scuole (Accademie, ISIA,
Università) ed è riservato a progetti INEDITI. Info
Fondazione Aldo Morelato sull’Arte Applicata
nel Mobile Palazzo Taidelli Corso Vittorio
Emanuele, 61 37058 Sanguinetto (Verona).
PROGETTO START UP : Insieme per vincere
Scadenza 30 giugno 2014
Obiettivo generale: favorire la condivisione di
conoscenze e la capacità di innovazione delle
imprese per rafforzarle e renderle più competitive
sul mercato internazionale. Stanziamento complessivo: 50 milioni di euro. Obiettivo generale:
per Start Up Reti: promuovere progetti imprenditoriali per la costituzione di aggregazioni tra
piccole e medie imprese nella forma del “Contratto
di rete” per Investimenti in Rete: promuovere
progetti imprenditoriali per la realizzazione del
‘Progetto imprenditoriale comune di rete’ da parte
di piccole e medie imprese e dei loro investimenti
innovativi - per VAL – Valore Aggiunto Lazio:
CONCORSI
CONCORSI
CONCORSI
CONCORSI
sostenere gli investimenti di aggregazioni tra
imprese grandi e medie e piccole su ricerca,
innovazione e sviluppo. Possono partecipare: per
Start Up Reti: aggregazioni costituite o da costituire
sotto forma di contratto di rete. Per Investimenti in
Rete: aggregazioni di imprese che al momento della
presentazione della domanda di agevolazione siano
già formalmente costituite. Per ulteriori informazioni
Info Regione Lazio, http://www.regione.lazio.it
LA CERAMICA E IL PROGETTO
Scadenza 5 maggio 2014
Hai realizzato un progetto architettonico con uso
di piastrelle di ceramica italiane? Partecipa al
concorso LA CERAMICA E IL PROGETTO, il
concorso di architettura dell’industria ceramica
italiana. Confindustria Ceramica e la controllata
Edi.Cer. Spa sono orgogliose di lanciare la terza
edizione italiana di LA CERAMICA E IL
PROGETTO, il concorso che mira a premiare la
migliore realizzazione di architetti ed interior
designers con piastrelle di ceramica italiane nelle
categorie edifici residenziali, commerciali,
istituzionali. Per piastrelle di ceramica italiane si
intendono i prodotti delle aziende che aderiscono
al marchio settoriale Ceramics of Italy. Regolamento
Il concorso è aperto a tutti gli architetti e interior
designers residenti in Italia che hanno realizzato
progetti con uso di piastrelle di ceramica italiane
completati tra gennaio 2011 e gennaio 2014. Sono
ammesse al concorso sia realizzazioni ex-novo, sia
ristrutturazioni e recuperi architettonici. Categorie:
Residenziale• Commerciale/Hospitality • Istituzionale/
Arredo Urbano. Info Edi.Cer. Spa indirizzo e-mail
[email protected]
telefono +39 0536 818 111
POESIA - LETTERATURA
XXVEDIZIONEPREMIONAZIONALEITALIA
LETTERARIA Premio opere inedite
Allo scopo di lanciare nuovi autori è stata bandita,
con una nuova formula, la XXV edizione del
“Premio Nazionale Italia Letteraria” che si articola
in 5 sezioni ed è per opere inedite di narrativa:
romanzo, romanzo di fantascienza, racconto, raccolta di racconti, letteratura per l’infanzia: romanzo per ragazzi, racconti per ragazzi, raccolta di
CONCORSI
CONCORSI
CONCORSI
CONCORSI
favole, fiaba, poesia, teatro e saggistica. I testi
computerizzati, su supporto cartaceo, di libera
stesura, senza vincoli di tema, dovranno essere
spediti, in una sola copia, esclusivamente con
posta raccomandata, entro giovedì 28 febbraio
2014 (farà fede il timbro postale) all’indirizzo seguente: Editrice Italia Letteraria - Casella Postale
938 - 20123 MILANO, fornendo il proprio nominativo completo di indirizzo civico/postale. Le
opere vincitrici e finaliste saranno pubblicate dalla
casa EditriceItaliaLetteraria. www.italialetteraria.com
XVI Edizione PREMIO LETTERARIO INTERNAZIONALE MONDOLIBRO
Mondolibro - Organizzazione Culturale e Scuola
di Scrittura (www.mondolibro.net) e l’Associazione
Culturale Gruppo Laico di Ricerca
(www.gruppolaico.it) in collaborazione con Bordeaux
edizioni (www.bordeauxedizioni.it) bandiscono la XVI
edizione del premio letterario Internazionale
Mondolibro. Il premio, riservato a opere in lingua
italiana, è articolato nelle seguenti sezioni: A
Narrativa inedita (max 160 cartelle da 1800 battute);
B Narrativa edita (romanzi o raccolte editi dal 1/1/
2008); C Poesia inedita silloge max 50 componimenti); D Poesia edita (sillogi edite dal 1/
12008); E Racconti/poesie (max 4 cartelle da 1800
caratteri e Max 30 versi per componimento); F
Autobiografie opere autobiografiche edite ed
inedite (racconti, romanzi, articoli); G Sezione
speciale opere di saggistica, narrativa e poesia,
tesi di laurea, articoli sul tema:1943-44/2013-14:
il 70° anniversario della lotta partigiana.
Un’occasione per riflettere sull’importanza e
sull’eredità della Resistenza, che è alla base
della nascita dell’Italia democratica e della sua
Costituzione. Premi previsti per ciascuna sezione.
Ulteriori informazioni a riguardo
tel. 06.98184830 - 3394805273
Bando di Concorso triennale per il Corso di Cinema d’Impresa del Centro Sperimentale di Cinematografia - Sede Lombardia 2014-2016 per l’ammissione al Corso di Cinema d’Impresa. Il bando
triennale mette a concorso: 16 posti per l’ammissione alla quarta edizione del Corso di Cinema d’Im-
presa. Il Corso si propone di selezionare e formare
figure professionali di Autori e Produttori altamente specializzati nel campo del Cinema d’Impresa
ed in particolare nella regia e nella produzione
del Documentario e della Pubblicità, fornendo
una elevata e qualificata formazione interdisciplinare.
.
Sito:
www.fondazionecsc.it email: [email protected]
8 edizione dell’evento letterario in Costa d’Amalfi.
Concorso per designer artigianali.
Ritorna... incostieraamalfitana.it la Festa del Libro
Mediterraneo compie otto anni. Dal 29 maggio, tappa
a Roma per conferenza stampa di presentazione, al 20
luglio, sulle spiagge della costa sud di Salerno, l’8a
edizione di... incostieraamalfitana.it, sotto gli auspici
del Centro per il libro e la lettura del Ministero per i beni
e le attività culturali, si prefigge anche per il 2014 di
avvicinare il maggior numero di persone non solo alla
conoscenza del libro, ma della persona che lo scrive e,
perché no, di colui che decide di pubblicare l’opera,
l’editore. Scrittori, editori, giornalisti, personaggi della
cultura e dello spettacolo partecipano attivamente,
durante le serate estive, nelle location più suggestive
ed emozionanti della Costa d’Amalfi, patrimonio
dell’umanità, in riva al mare, e al chiaro di luna.La Festa
del Libro in Mediterraneo, che può contare sull’opera
imprescindibile di collaborazione sul territorio delle
Amministrazioni Comunali della Costiera Amalfitana,
degli operatori economici, delle Associazioni , etc.
Info: 339-4590927 www.incostieraamalfitana
e
www.designartigianale.it - 0574-32853
*Alle Direzioni delle segnalazioni effettuate si
domanda l’iscrizione dell’abbonamento ad
ARTECULTURA che non riceve sovvenzioni da
nessuna parte e che per favorire lo spirito
culturale della divulgazione nemmeno si avvale
di un costo di copertina
*Gli abbonati con l’abbonamento scaduto sono
invitati a rinnovare l’iscrizione in questo fine
anno in modo da non vedere sospeso il ricevimento
di ARTECULTURA nel 2014.
* Intestare ARTECULTURA di Giuseppe
Martucci- c.c.postale n. 84356302 Via Ciovasso
19 20121 Milano
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Marco Pessa: “TRA LE NINFEE DEL LAGO AZZURRO”
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