Mensile Manifestazioni Artistiche e Culturali www.artecultura.org e-mail: [email protected] Anno XLVII - N. 2 Febbraio 2014 - Spedizione in abbonamento postale - D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/2/2004 n.46) Art. 1, Comma 1, dcb Milano In caso di mancato recapito restituire al mittente che si impegna a pagare la relativa tassa ARTECULTURA 1 Marco Pessa ANIMA, ANIMALITA’ E POESIA La moneta buona scaccia quella cattiva recita un vecchio adagio della teoria economica che, se riferito all’arte, sembra doversi leggere nel senso opposto. Spesso si constata che l’arte cattiva scaccia quella buona allorchè si avverte che oggi in riferimento alla pittura si diffonda una sorta di generale stanchezza come se la sua sovraesposizione abbia contaminato l’occhio ancor prima che la mente dell’osservatore. C’è bisogno di una totale rigenerazione della pittura stessa, un suo ricongiungersi alle sue primordiali radici dalle quali poi lungo un processo più che millenario si è allontanata, divenendo calcolo, teoria, accademia, anche nelle sue varianti più aggiornate o dirompenti. Ma dove ricominciare ? Non certo da una teoria, nel campo dell’arte ( e non solo) ce ne sono state molte e spesso tutt’altro che risolutive, ma forse proprio da quelle sue radici 2 ARTECULTURA che sembrano sperdersi nella notte dei tempi ed a cui senza anacronismi o primitivismi alla moda si ricongiunge la fascinosa e seducente pittura di Marco Pessa. In primo luogo è da rilevare come i suoi dipinti siano eseguiti con le sole mani senza l’ausilio di pennelli, spatole, andando proprio nella direzione di una pittura che intende acquisire, riappropriarsi della sua pura manualità, come essenza stessa della sua esistenza. Ne consegue una pittura che si sviluppa sulla base di una primigenia istintualità che nel contatto con la natura apprende quel senso del magico che in epoche lontanissime era un vitale e necessario strumento di esistenza e conoscenza. In queste composizioni di Pessa la natura viene esaltata nella sua primaria e sorgiva presenza e, al di là del riferimento monetiano, si riscontra soprattutto una profonda energia spirituale che si dispiega con vigorosa forza. Ecco pertanto come la realtà dell’Impressionismo, superata la fase della registrazione storiografica, per Pessa diventa il sensibile stimolo che lo conduce a porre la sua pittura in una personale e rigenerativa espressione, per ritrovare quel candore, quella sfera di interiore libertà che oggi sembra essere scomparsa da tutti e da tutto. Ed è da questo punto di vista che deve essere valutato lo stile di Pessa che non è una realtà formale o accademica, ma la quintessenza autentica del suo porsi nei confronti dell’arte. Sotto questo particolare aspetto l’arte di Pessa rivela la sua forza interpretativa in una coerente espressione figurativa che glissa le facili insidie della decorazione e dell’estetismo fine a se stesso. L’artista si immerge spiritualmente all’interno di quella natura che dovrebbe essere il vero limite o, almeno, il punto di riferimento alla creatività dell’uomo. Se l’Impressionismo ha aperto la strada ad una nuova relazione tra l’arte ed il paesaggio, oggi questa relazione deve essere ulteriormente approfondita anche dal linguaggio artistico, non per riproporre antichi ricettari in chiave neo-romantica o sentimentale, ma proprio per concretizzare quella fusione tra l’ambiente, inteso non tanto come aspetto meramente geografico quanto come luogo in cui la persona esplica le sue molteplici relazioni e la realtà psicologica dell’uomo attualmente smarrito, privo di punti di riferimenti accolti e condivisi. E questo pare essere il messaggio profondo che nasce dall’opera di Pessa, dalla sua attenta meditazione ed impegnata operosità. Creativamente l’artista da tempo ha messo da parte schemi prestabiliti, modellato, composizione per esprimere con la miglior tensione possibile quello che maggiormente lo ispira e lo porta al confronto pittorico. Il paesaggio, allora, diventa la sensibilissima metafora all’interno della quale sensazioni, pensieri, desideri, umori prendono consistenza, dalla loro profondità fantastica e sfuggente, diventano elementi chiarificatori nel e del linguaggio artistico. Marco Pessa sviluppa il suo percorso con attenta determinazione, senza lasciarsi condizionare da formule pre-costituite o da puri interessi mercantili, quanto dalla volontà di esprimere sè stesso, la sua autenticità. L’artista appartiene a quella sfera di operatori visivi nella quale arte e vita coincidono senza artificiose separazioni, a partire proprio da quella fisicità manuale che è stata sottolineata all’inizio. Tuttavia l’artista non si abbandona ad una espressività assoluta, ma la controlla, la raffina, la sviluppa con coerente configurazione d’insieme. Molteplici sono le sue presenze in rassegne collettive e in mostre personali e da tempo una significativa collaborazione da parte dell’artista è attiva con la Galleria Magenta di Magenta, ciò che ha permesso alle sue opere di agevolare e allargare il confronto con il pubblico. Le proposte di Pessa esprimono il senso di una suggestiva visione pittorica, che ridefinisce i contorni di un naturalismo spesso ancora soggiacente a riferimenti descrittivi o analiticamente realistici. La figurazione, nel caso, di Pessa, è realtà personale, concreta, in cui il dato interiore si trasfigura nella forza di una primigenia poesia, evocativa, che si apre alla realtà del presente, alle sue contraddizioni e sfide, a cui l’arte non può non apportare il suo, a volte decisivo, contributo di soluzione e orientamento. Teodosio Martucci ARTECULTURA 3 Prototipazione rapida per la paleontologia: la tecnologia moderna entra in campo per una sfida ai limiti dell’impossibile. Grazie alle tecniche di reverse engineering e prototipazione è stato possibile realizzare una copia di uno pterosauro triassico che da Bergamo “prenderà il volo” per New York. Eudimorphodon ranzii, così è chiamato il capolavoro della natura attualmente conservato presso il Museo di Scienze Naturali di Bergamo: si tratta di un rettile volante vissuto nel Triassico superiore circa 220 milioni di anni fa e rinvenuto a Cene durante le ricerche del Museo nel 1973. Martedì 17 Dicembre, presso l’aula GEOLAB del Museo, si è tenuta la conferenza stampa per la presentazione del progetto davanti all’Assessore del Comune di Bergamo Sartirani ed altri ospiti di rilievo. Tutto è iniziato quando l’American Museum, il più famoso museo di scienze naturali al mondo, ha chiesto di avere una copia dell’Eudimorphodon per la mostra “Pterosaurus: flight in the age of dinosaurs” all’interno di una nuova area dedicata alla paleontologia che verrà inaugurata a Marzo 2014: non poteva di certo mancare questo reperto, uno dei più antichi al mondo. La fragilità del fossile tuttavia non consentiva di realizzare un calco. Ed è qui che sono entrate in gioco le moderne tecnologie di reverse engineering e prototipazione. Innanzitutto è avvenuto il rilievo tridimensionale del fossile: il tutto ha avuto luogo all’interno del Museo, dove il reperto è stato spostato solo di pochi metri dalla teca che lo conserva. Agiotech BO (www.agiotech.it), azienda leader nei rilievi tridimensionali, ha messo in campo il suo Atos compact, dispositivo che consente una scansione accurata ed un altissimo grado di precisione anche su bordi sottilli o curvature complesse come nel caso del fossile. Senza maneggiare l’originale è stato possibile riprodurre la copia in 3D visibile a computer. Il file ricavato è stato poi trasferito all’azienda Partec di Parre BG (www.partec.it) per la parte di prototipazione rapida. In 24 ore il disegno 3D si è trasformato in una copia tangibile perfettamente identica all’originale. La tecnologia scelta per questo tipo di lavoro è stata la stereolitografia perché garantisce un’assoluta precisione dimensionale ed ottimi risultati estetici, requisiti indispensabili per la realizzazione di questo lavoro. Anche la macchina non è stata scelta a caso: la lavorazione è stata affidata alla Viper si2 SLA System che, tra gli impianti di stereolitografia installati in Partec è quello che ha la migliore definizione. 4 ARTECULTURA 1.La copia del prezioso fossile realizzata dal laboratorio del Museo che verrà donata all’American Museum of Natural History di New York 2.Il prototipo in stereolitografia grigia realizzato da Partec sulla base della scansione 3D fatta al pezzo originale. Il prototipo è stato successivamente riconsegnato al Museo dove il personale esperto ha ricavato la matrice per poter realizzare successivamente dei calchi. Grazie al lavoro combinato di esperti del settore e di moderne tecnologie, si è arrivati ad ottenere la copia paleontologica identica all’originale, che è partita dall’aeroporto di Orio al Serio il 15 gennaio alle ore 23,20 ed è atterrato a New York alle ore 6 di giovedì 16 gennaio Diana Castelletti UfficioMarketing Partec S. r. l. Via Campignano 9 24020 Parre BG Tel. 035705800 Mail [email protected] Fernand Léger LACITTA’CONTEMPORANEA Fernand Léger, La Città, 1919, olio su tela, The Philadelphia Museum of Art, A. E. Gallatin Collection Venezia, Museo Correr 8 febbraio - 2 giugno 2014 “Se l’espressione pittorica è cambiata, è perché la vita moderna lo ha richiesto…La vista dal finestrino della carrozza ferroviaria e dell’automobile, unita alla velocità, ha alterato l’aspetto abituale delle cose. Un uomo moderno registra cento volte più impressioni sensoriali rispetto a un artista del diciottesimo secolo…La compressione del quadro moderno, la sua varietà, la sua scomposizione delle forme, sono il risultato di tutto questo”. Con queste significative parole, un vero e propiro programma artisitico, Fernand Lèger enunciava il suo punto di vista sulla città moderna, quella che stava nascendo dall’ impetuoso dinamismo del XX secolo, il secolo dell’industria, del trasporto veloce, della meccanizazione. Questo grandioso scenario sociale e culturale non poteva non influenzare quelle correnti artistiche d’avanguardia che di quel mutamento sono conseguenza e nello stesso tempo attive protagonste. Ed è all’interno di questo contesto che Léger propone la sua visione della città alla quale ora il Museo Correr di Venezia dedica un’importante retrospettiva. Figlio di un allevatore normanno, nel 1900 si trasferisce a Parigi, dove lavora in uno studio di architettura e studia alla Scuola di arti decorative. L'evoluzione del suo stile risente del vivace clima artistico parigino: si ispira dapprima all'impressionismo e ai fauves (Monelli al sole, 1907); quindi, dalla Cucitrice del 1909-1910, alle solide costruzioni figurative di Paul Cézanne, probabilmente già sotto l'influsso di Georges Braque e Pablo Picasso. La sua versione del cubismo è caratterizzata dall'assunto che i tempi moderni sono segnati dal "contrasto". Nelle sue opere, che a differenza di quelle futuriste non indugiano in scene tipicamente moderniste, i contrasti generano vigorosi ritmi dinamici tramite il "coordinamento simultaneo" di linee, volumi e colori. Già con la Donna in blu, presentata al Salon d'Automne del 1912, Léger si spinge all'astrazione, dove pure si riconoscono ancora tracce di personaggi, nature morte, case e alberi. Questa ricerca raggiunge la maturazione risolutiva nel fitto ciclo dei Contrasti di forme (1913-1914). Nell'agosto 1914, allo scoppio della prima guerra mondiale, Léger è richiamato alle armi. Rimane intossicato dai gas nella città di Verdun. Durante la convalescenza rinnova le sue forme cubiste e si interessa al mondo popolare delle industrie e del lavoro: l'artista si trasforma in una sorta di "costruttore" In questo periodo la semplificazione delle forme giunge alle sue estreme conseguenze: esse perdono ogni riferimento con la realtà esterna e si trasformano in spazi uniformemente colorati e illuminati da una luce piena. La sua arte non è una creazione spontanea o un'intuizione improvvisa; Léger parte da una serie di disegni e progetti ed elabora delle varianti, prima di approdare alla versione definitiva. Proprio mentre giunge alla completa dissoluzione delle forme, l'artista recupera la figura umana, non più presenza reale o verosimile, ma passata anch'essa attraverso un processo di semplificazione geometrica. Il risultato è di un rigoroso ascetismo, in cui gli oggetti perdono consistenza materiale per ridursi alla loro funzione simbolica. Info 041 240 52 11 ARTECULTURA 5 Corrispondenza Culturale: Enti e Circoli segnalano VERSO LA GRANDE BRERA Milano, dal 16 dicembre 2013 Concretezza e chiarezza: questa è stata la scelta della Direzione Regionale per i Beni culturali e paesaggistici della Lombardia con le Soprintendenze Beni Architettonici e paesaggistici e Beni storico artistici ed etnoantropologici di Milano, nel gestire la prima fase delle gare per la Grande Brera presentate a Milano l’11 dicembre 2012. Per realizzare il ‘Progetto Grande Brera’ nella sua interezza sono stati stimati dai 108 a 120 milioni di euro. La disponibilità è, oggi, di poco superiore a 20 milioni, una cifra importante ma, evidentemente, insufficiente. E’stato perciò opportuno individuare alcune priorità all’interno di un quadro d’insieme chiaro e condiviso, così da evitare sprechi, partenze incerte, dilazioni. Urgente era il restauro delle coperture dell’intero palazzo di Brera e, nell’ottica del ‘Progetto Grande Brera’ non più rinviabile il restauro e l’adeguamento di Palazzo Citterio alla nuova destinazione museale. Inoltre, era essenziale creare le condizioni per l’avvio del nucleo più rilevante del progetto che, come noto, passa attraverso la conquista da parte dell’accademia di nuovi spazi concessi dal Ministero della Difesa nelle caserme Magenta e Carroccio nel comprensorio militare di Via Mascheroni. Per questa ragione sono state finanziate ed avviate indispensabili azioni propedeutiche quali: l’adeguamento funzionale della Caserma Annibaldi e il trasloco nella medesima degli archivi del Ministero della Difesa che occupavano una parte significativa dei locali, nonché le indagini diagnostiche e il rilevamento architettonico delle strutture destinate all’Accademia. L’impresa vincitrice, sulle due concorrenti, è la ditta Edilerica srl di Roma con un ribasso del 18,23% sui 890.425,99 di euro a base di gara. Info:www.studioesseci.net LA GALLERIA DEL COSTUME DI PALAZZO PITTI COMPIE 30 ANNI La Galleria del Costume di Palazzo Pitti è un museo dello Stato ed è l’unico museo nazionale di storia della moda e del costume in Italia, parte integrante della Soprintendenza Speciale per il Patrimonio Storico, Artistico ed Etnoantropologico e per il Polo Museale della città di Firenze. Situata nella Palazzina della Meridiana annessa a Palazzo Pitti, fu fondata nel 1983 da Kirsten Aschengreen Piacenti partendo da un piccolo nucleo di abiti storici di proprietà dello Stato, cui si aggiunsero copiose e significative donazioni che confluirono nella prima selezione espositiva nel settembre del 1983. Significativo fu il contributo dell’Associazione Amici della Galleria del Costume nata, alcuni mesi prima, grazie all’entusiasmo di Raffaello Torricelli, allora Presidente dell’Associazione Amici dei Musei Fiorentini. La storia della Galleria è stata segnata fino ad oggi da un succedersi intenso di donazioni di privati scandite da meno frequenti, ma rilevanti, acquisti dello Stato; citarne alcuni significherebbe sminuire gli altri, ma merita una menzione speciale, la donazione del sarto teatrale Umberto Tirelli nel 1986, costituita da circa trecento capi storici di abbigliamento e novanta costumi di scena, come pure fra le donazioni degli stilisti contemporanei, quella fatta da Gianfranco Ferrè nel 2003 di circa novanta capi. Fra gli acquisti, si annovera una splendida collezione di bottoni dal XVII all’inizio del XX secolo. La Galleria include un laboratorio del restauro per una verifica di conservazione. Info: tel. 055-290383 6 ARTECULTURA E’ Mancato il Maestro Giancarlo Cazzaniga. La notizia della scomparsa è dello scorso 5 dicembre 2013 del grande pittore Giancarlo Cazzaniga: Nato a Monza nel 1930 è stato uno degli esponenti del “Realismo esistenziale” movimento artistico nato negli anni ‘50. Attivo e presente nella vita artistica e culturale non solo milanese, con presenze alla Biennale di Venezia nel 1962 e nel 1966. Nuova sede per “Le Muse” a Cortina. Alle Muse 1, il RAM metafisico, alle Muse 2, i Capolavori dei grandi Maestri del realismo italiano. C’è chi affronta le difficoltà del momento chiudendo i battenti. E chi invece sceglie di raddoppiare gli sforzi. Questa è stata la scelta della Società di Belle Arti che, in una Cortina che cerca di confermarsi la località più ambita degli amanti della montagna, ha scelto di rinnovare gli spazi espositivi in città. Così dal 26 dicembre al 6 gennaio, non lontano dalla storica sede de Le Muse in corso Italia, la galleria fondata dallo stesso Giuliano Matteucci nel lontano 1968, apre le Muse 2, nuova, ampia sede espositiva - completamente ristrutturata ed allestita su progetto firmato da Fabrizio Con falonieri dello Studio CREE di Milano-in piazza Franceschi al civico 6, vale a dire nel cuore dello struscio ampezzano. Parafrasando il Principe di Salina, Matteucci afferma che “se vogliamo che tutto rimanga com’è, bisogna che tutto cambi”, ovvero: se non vogliamo dar ragione alla crisi dobbiamo quindi cercare di rinnovarci. [email protected] Nuova Tonalità per la gamma PREFA P. 10 ispirata alla natura Lanciata nel 2011, la gamma di colorazione PREFA P. 10 si arricchisce di una nuova tonalità, il rosso cotto P.10, che richiama i colori delle coperture tradizionali italiane e ben si adatta al paesaggio mediterraneo. La gamma cromatica realizzata con tecnologia PREFA P. 10 si distingue dalle colorazioni standard sia per le migliori caratteristiche di resistenza ai graffi sia per la finitura opaca che la caratterizza. Grazie a un particolare procedimento di lavorazione, l’alluminio viene texturizzato avvicinando le superfici ad effetti materici naturali che richiamano, anche nei colori, le rocce, il cotto, il laterizio. La superficie PREFA P. 10 si contraddistingue per una resistenza superiore rispetto all’alluminio preverniciato tradizionale assicurando una maggiore protezione ai raggi UV e ai fenomeni atmosferici estremi. Su tutte le superfici PREFA P. 10 è presente la garanzia PREFA di 40 anni sui materiali e sul colore. [email protected] CIBO IMMAGINARIO Si è conclusa al Palazzo delle Esposizioni di Roma la mostra Il Cibo Immaginario. 1950-1970 Pubblicità e immagini dell’Italia a tavola, ideata e curata da Marco Panella e prodotta da Artix, in collaborazione con Coca-Cola Italia, Gruppo Cremonini e Montana. Grande l’apprezzamento della critica e del pubblico, che ha premiato la mostra facendo registrare il record di 33.000 presenze in appena un mese di esposizione, un numero che segna il successo dell’iniziativa che per prima ha proposto al grande pubblico il linguaggio suggestivo ed emozionale della pubblicità come chiave di lettura e strumento culturale. [email protected] Debutto di una nuova opera di Cataldo Russo: Sogno Incompiuto Ha debuttato, per la regia di Laura Moruzzi, giovedì 19 dicembre 2013, alle ore 10.00, nell’auditorium del plesso scolastico dell’I.I.S. Curie/Sraffa, lo spettacolo teatrale Sogno Incompiuto. La pièce, messa in scena dalla compagnia Teatrale San Cipriano, è una originalissima lezione di storia sul nostro Risorgimento, dal Congresso di Vienna fino al decennio successivo all’Unità d’Italia. Uno spettacolo teatrale di grande intensità, che ha visto impegnati ben 16 fra attori e attrici, che hanno interpretato 28 personaggi, dall’Imperatore Francesco I, a Talleyrand, dagli artefici dei moti carbonari di Macerata del 1817, alle Giardiniere, con figure come la contessa Teresa Casati, Camilla Fé, Bianca Milesi, Matilde Dembowski. Parlando di Risorgimento, non potevano mancare i principali artefici: Mazzini, Garibaldi, Cavour, il re Vittorio Emanuele II, e personaggi come il diplomatico inglese Gladstone, il poeta legittimista Salvatore Di Giacomo, cafoni e briganti come Giosafatte Tallarico. Nell’ultimo quadro, molti dei protagonisti della nostra Unità si ritrovano in una sorta di limbo intenti a fare una originale e convulsiva disamina sulle scelte di cui sono stati protagonisti, dalla quale emergono le contraddizioni, mai risolte, sulla nostra tormentata unità. Settant’anni di storia sono trascorsi veloci davanti agli occhi e le menti degli studenti, dalla restaurazione delle vecchie monarchie Europee, alla divisione dell’Italia, dai moti insurrezionali alla Spedizione dei Mille. Un lavoro molto apprezzato dagli studenti, come hanno sottolineato gli applausi, e giudicato favorevolmente dai docenti di storia per il rigore della ricerca e per la capacità di indagare su fatti che spesso la storiografia ufficiale preferisce relegare nella zona off limit del sapere. Tutti concordi nel ritenere lo spettacolo un valido supporto didattico per stimolare la curiosità e l’interesse dei giovani verso la storia e la cultura. Un encomio particolare alla regista che è riuscita a mettere insieme ben 5 quadri e otto scene di non facile assemblaggio, e agli attori per la bravura con la quale hanno interpretato i personaggi. Lo spettacolo verrà replicato nelle seguenti date: 16/01/2014, ore 11.00, auditorium dell’I.I.S. Cardano di Milano - 30/01/2014, ore 11.00, auditorium dell’I.T.T. Gentileschi di Milano - 13/02/2014, ore 11.00 auditorium dell’ITIS Conti di Milano -19/02/ 2014, ore 9.00 e ore 11.00, Sala Wagner di Piazza Wagner- Milano - 25/02/2014, ore 11.00 auditorium Liceo Scientifico Vittorio Veneto di Milano Elsa Russo SFIORATI I 400.000 VISITATORI ALLA COLLEZIONE PEGGY GUGGENHEIM. In arrivo la 4° edizione di TEMI&VARIAZIONI, UN’IMPERDIBILE MOSTRA TRA MANIERISMO E SURREALISMO E IL PREZIOSISSIMOCONTRIBUTOADAZIMUT/H,GALLERIA /RIVISTA DI MANZONI E CASTELLANI Nel corso del 2013 il museo veneziano ha contato 394.253 presenze con una media giornaliera di 1.248 ospiti. Questo alto numero di visitatori include 7.656 tra studenti e insegnanti. 1.700 bambini dei laboratori domenicali dei Kids Day e persone che hanno visitato la collezione durante visite speciali e istituzionali. Info:0412405404/415 Corrispondenza Culturale: Enti e Circoli segnalano AZIONE LEGALE CONTRO IL Pace, disarmo MIBAC SULLE ASSEGNAZIONI DEL F.U.S. IL FONDO UNICO PER LO SPETTACOLO Il MIBAC ha rigettato 23 nuove domande di contributo presentate dai promotori dell’arte di strada, il più nuovo, e al contempo antico, settore dello spettacolo dal vivo. La Federazione Nazionale Arte di Strada (FNAS/AGIS) avvia un’azione legale denunciando un sistema di assegnazione ingessato, rigido ed iniquo. Necessario un serio dibattito in vista della riforma del sistema prevista per il 2015. Il 23 dicembre 2013 la ‘FNAS - Federazione Nazionale Arte di Strada ‘, ha richiesto al Mibac l’accesso a tutte le pratiche istruite in sede di assegnazione dei contributi del Fondo Unico per lo Spettacolo (F.U.S. Teatro). Questo dopo che i suoi numerosi associati si sono visti rigettare 23 nuove istanze su 24 presentate. Il Fondo unico per lo Spettacolo ammonta a circa 411 milioni di euro. A fronte uno spessore socioculturale sempre più riconosciuto e di un volume considerevole di attività, l’arte di strada riceve meno di 80.000 euro di contributo annuo, tra istanze vecchie e nuove, vale a dire lo 0,019 % del totale. Altro elemento incredibile che caratterizza il trattamento ricevuto dall’arte di strada da parte della massima istituzione culturale del nostro paese, è il fatto che i contributi non prevedono sostegni ad artisti e compagnie per la loro attività di esercizio e creazione artistica, ma riguardano solo la promozione di quest’ultima, caso unico nel panorama delle sovvenzioni allo spettacolo e fatto quantomeno singolare(...). Il MIBAC ha manifestato ancora una volta una scarsissima considerazione e un’elevata miopia nei confronti di un settore, quello dell’arte di strada, che è da sempre maggior spessore culturale, che ha grande valore sociale e che ha inoltre un’ottima capacità di creare economia e occupazione. Da trent’anni il pubblico frequenta in massa il teatro di strada e lo spettacolo di piazza, all’interno degli oltre 200 festival che popolano il panorama italiano. Si parla di decine di migliaia e a volte centinaia di migliaia di spettatori (paganti). Ma il Ministero sembra non volerne tener conto. Una volta esaminati gli atti, la FNAS proporrà ricorso al TAR con un’azione che impegnerà tutti gli associati, nel caso in cui si concretizzassero i dubbi sulla correttezza formale dei procedimenti esperiti. Info: cell. 3480420650 [email protected] St. Patrick’s Day: un viaggio nell’Irlanda in festa In tutto il mondo il 17 marzo è sinonimo di San Patrizio, il Santo Patrono d’Irlanda che viene festeggiato con parate e numerose feste a tema. In occasione della festa nazionale irlandese, il St. Patrick’s Day, l’Irlanda si trasforma in un colorato e allegro festival da Cork a Galway, Irlanda del Nord inclusa. Nella capitale Dublino si svolge il festival più grande, il St. Patrick’s Festival, un’intera settimana di festeggiamenti in stile “Irish” capace di coinvolgere irlandesi e turisti con spettacoli e fiumi di birra, rigorosamente irlandese. La città si trasforma in un palcoscenico a cielo aperto dove artisti di strada e gruppi musicali provenienti da tutto il mondo si esibiscono con performance improvvisate, a ogni angolo e a ogni ora del giorno. Follia, divertimenti e libertà sono le parole chiave di questa allegra e colorata festa dell’irlandesità. Regina di tutte le manifestazioni dedicate a San Patrizio è la parata del 17 marzo. Info: +39 011 6687550 Pace, disarmo, non violenza……mi rendo conto che su questo fronte le priorità di cui parlare sono... troppe! Sono molti i focolai di guerra nel mondo e altrettante le iniziative che, spesso inutilmente, lavorano per la crescita di una cultura della pace. Oggi la guerra ha il volto della negazione dei diritti di ‘persona’ e di ‘cittadinanza’. Non è una guerra violenta quella che si sta attuando nelle coste meridionali del Nostro Paese? Non si combatte forse nel Mare Nostrum, dove migliaia di esseri umani continuano a morire? Quello che caratterizza l’oggi è anche la fame di pace causata dalla crisi economica e dalle guerre in atto nei diversi paesi del Nord Africa e del Mediterraneo. È urgente perciò assumere un impegno di pace insieme ad un atteggiamento chiaro e fermo nei confronti della violenza assurda che si sta consumando nelle "carrette" affollate di donne, uomini e bambini in cerca di una speranza, che attraversano quel "mare di sangue" che è il Mediterraneo. Non possiamo prescindere da questo se vogliamo la pace nei paesi del Mediterraneo (Siria, Libia, Algeria, Egitto, Tunisia, ecc.). È necessario “curare le ferite” di qualsiasi tipo di guerra e ciò avviene in tanti modi anche recuperando il ruolo che hanno avuto ed hanno le donne nei processi di pace: Hannah Arendt, Elise Boulding, Vandana Shiva, Sheila Benhabib, Shirin Ebadi, ogni “piccola e anonima donna” può oggi curare una ferita..… La pace è uno stile di vita e un metodo, che si realizza con una pratica "mite" per affermare e difendere i diritti propri e altrui. L’impegno per la pace e il disarmo esigono la graduale presa di coscienza che la pace è un "bene comune", un "bene universale", un "bene fondamentale" e la crescente responsabilità che alla costruzione della pace tutti dobbiamo e possiamo concorrere. Chiara C. Canta (Università Roma Tre) On-line il nuovo numero INCONTRI - Febbraio-Marzo 2014 CENACOLO S. EUSTORGIO - C/O Libreria di “Carte nel vento” Disponibile sul sito www.anteremedizioni.it il nuovo numero di “Carte nel vento”, la rivista online del Premio Lorenzo Montano. Presenta le opere di 8 autori selezionati dall’edizione 2013 del Premio: Paola Ballerini, Doris Emilia Bragagnini, Viviane Ciampi, Chetro De Carolis, Llanos Gomez Menéndez, Pietro Pisano, Lisa Sammarco, Antonio Scaturro. Bologna, Pinacoteca Nazionale La Società di Santa Cecilia, Amici della Pinacoteca Nazionale di Bologna, tra il 2011 e il 2013 ha donato al Gabinetto Disegni e Stampe della Pinacoteca di Bologna tre disegni che vanno ad arricchire la ricca collezione di grafica del Museo: Un foglio a tempera con l’Allegoria della guerra, memoria del cammeo realizzato nella volta della sala della Pace e della Guerra a palazzo Milzetti a Faenza; un disegno a matita rossa di Angela Teresa Muratori preparatorio per la pala raffigurante l’Annunciazione realizzata al 1700 per la chiesa della Santissima Trinità di Bologna. Lo spazio espositivo espressamente realizzato in questa occasione grazie al contributo della Società di Santa Cecilia, permetterà di realizzare in futuro esposizioni a rotazione. Info: tel. 051-4209444 8 febbraio 2014, ore 16,30: Elena Rossoni, Moda, musica danza ed altro ancora ne Li cinque sentimenti alla moda di Giuseppe Maria Mitelli. 8 marzo 2014, ore 16,30: Angelo Mazza Angela Teresa Muratori “inclinata al suono, al canto e alla pittura”. Un disegno per la Pinacoteca Nazionale 22 marzo 2014, ore 16,30: Luigi Ficacci: Felice Giani, palazzo Milzetti e l’Allegoria della guerra Per in formazioni, o per riceve materiale fotografico di alta qualità, contattare Elena Rossoni tel. 0514209444 - elenarossoni@beniculturali Esoterica, Galleria Unione,1 Milano Il giovedì dalle 17 alle 18,30 Lettura di testi. 06/02 : Alberto Mari, Ernesto Ponziani, Giusi Drago. 13/02: Annamaria De Pietro, Alessandra De Cupis, Pasqualina Deriu. 20/02: Patrizia Puleio, Maria Luisa Parazzini, Emilio Prada. 27/02: Giampiero Neri, Meeten Nasr, Luigi Cannillo.06/03: Silvio Aman, Cataldo Russo, Armando Rudi.13/03: Maria Grazia Cutaia, Ivana Tanzi, Laura Cantelmo, 20/03: Gabriella Girelli, Serena Accascina, Maria Pia Quintavalla. 27/03: Laboratorio di lettura e Scrittura Creativa di opera. Tel. 02878422. USCITE DI DIABOLIK DI FEBBRAIO 2014 inedito 1 febbraio 2014: SCOMPARSI. Diabolik, Eva, Ginko e Altea si ritrovano nel Beglait, coinvolti in un gioco pericoloso che li costringerà assumere ruoli inusuali e contraddittori. Perché portare a termine il colpo o arrestare il Re del Terrore ormai non è più importante. R 632 10 febbraio 2014 Anno XXXVIII (1999), n. 10: SULL’ORLO DEL BARATRO. Un’utilitaria sfreccia su una strada di montagna, in seguita da un’altra macchina. Alla guida, una ragazza che ha visto qualcosa che non doveva vedere. Adesso la sua vita è in pericolo, e, come se non bastasse, anche Diabolik si trova su quella stessa strada. Swiisss237 20 febbraio 2014 - Anno XII (1973), n. 5: DIETRO LA PORTA CHIUSA. L’incredibile è accaduto: il misterioso e insospettabile assassino è riuscito a sorprendere persino Diabolik! Un attimo dopo l’altro, il Re del Crimine sta esaltando i suoi ultimi aneliti di vita. Info: 02/4816661 ARTECULTURA 7 Patto di Stabilità: Consiglio chiede con mozione approvata all’unanimità di introdurre l’indice di virtuosità a livello nazionale Milano, 7 gennaio 2014 - "Dopo i numerosi annunci e proclami, compiuti da tutte le forze politiche, contro il sistema del Patto di Stabilità, con questa mozione proponiamo finalmente un intervento concreto in sede governativa attraverso l’introduzione di un indice di virtuosità che parte dall’esperienza positiva avviata nel 2011 da Regione Lombardia”. Così Angelo Capelli (NCD), ha presentato la mozione di cui è primo firmatario, approvata all’unanimità dal Consiglio regionale. "Con questa mozione –ha aggiunto Capellinon solo chiediamo l’introduzione anche a livello nazionale di un indice di virtuosità nell'ambito della revisione del Patto di Stabilità interno, ma impegniamo la Giunta lombarda a fornire il necessario supporto tecnico ai Ministeri coinvolti, così da evitare inutili tempi di attesa dovuti a strumentali approfondimenti tecnici". Come hanno evidenziato nei loro interventi anche l’Assessore regionale Massimo Garavaglia, il Consigliere Segretario Eugenio Casalino (M5Stelle) e i Consiglieri Yari Colla (Lega Nord), Marco Tizzoni (Maroni Presidente), Giulio Gallera (Forza Italia), Roberto Bruni (Patto Civico) e Raffaele Straniero (PD), i vincoli imposti dal Patto di stabilità costringono gli Enti locali a ridurre gli investimenti e mettono in ginocchio i Comuni virtuosi. Una situazione che si somma alla drastica riduzione delle risorse trasferite ai Comuni che sono diminuite negli ultimi tre anni di 6 miliardi e 450 milioni, a fronte invece di un costante aumento della domanda di servizi e interventi. 7 gennaio seduta di Consiglio regionale dedicata all’esame di alcune mozioni Milano, 3 gennaio 2014 – Il Consiglio regionale torna a riunirsi martedì 7 gennaio: la prima seduta del nuovo anno, convocata dal Presidente Raffaele Cattaneo, si aprirà alle ore 10 e sarà dedicata all’esame di otto mozioni. La prima mozione, presentata da esponenti dei gruppi Lega Nord e Maroni Presidente, sollecita l’attenzione della Regione in merito alla realizzazione dell’allevamento avicolo nella località milanese di Busto Garolfo; un’altra mozione presentata da esponenti dei due gruppi Lega Nord e Maroni Presidente e sottoscritta anche dai capigruppo di Forza Italia, NCD, Fratelli d’Italia e Pensionati e da Corrado Tomasi del PD, propone iniziative finalizzate a snellire le pratiche burocratiche necessarie per l’esportazione di armi, sulla base delle nuove normative introdotte dal regolamento n.258 del 2012 approvato dal 8 ARTECULTURA Parlamento europeo. Il gruppo Forza Italia pone all’attenzione del Consiglio la necessità di riconoscere alla sclerosi sistemica progressiva (sclerodermia) lo status di malattia rara (primo firmatario il capogruppo Claudio Pedrazzini), mentre il gruppo NCD presenta un documento sull’applicazione dell’indice sintetico di virtuosità all’interno del patto di stabilità (primo firmatario Angelo Capelli). Due sono le mozioni presentate dal Partito Democratico: la prima, promossa da Giuseppe Villani, riguarda la regolamentazione dell’attività estrattiva nelle cosiddette “cave a prestito”, la seconda è dedicata al prolungamento della MM2 da Cologno Monzese a Vimercate (Enrico Brambilla primo firmatario). Roberto Bruni (Patto Civico) ha presentato una mozione sottoscritta anche da tutti gli altri Consiglieri regionali bergamaschi in merito alla fermata ferroviaria e ai parcheggi del nuovo Ospedale di Bergamo intitolato a Papa Giovanni XXIII, mentre il Movimento 5 Stelle propone una mozione sottoscritta anche da esponenti del Partito Democratico sulle criticità che interessano gli esodati lombardi a reddito zero. Milano, 7 gennaio 2014 – Si è chiusa con l’approvazione di tre mozioni la prima parte della seduta odierna del Consiglio regionale, presieduto da Raffaele Cattaneo. EXPORT SETTORE ARMIERO Buona parte della mattinata è stata occupata dal dibattito acceso sul tema della sburocratizzazione delle pratiche relative all'esportazione di armi. Alla votazione erano presenti 72 consiglieri: 45 i voti a favore espressi dalla maggioranza e 27 quelli contrari espressi da Pd (con eccezione del consigliere Corrado Tomasi), Patto Civico Ambrosoli e Movimento Cinque Stelle.La mozione, presentata dalla Lega Nord e firmata da tutto il Centrodestra e dal consigliere Corrado Tomasi (PD), chiede alla Giunta regionale di sollecitare il Governo a modificare le norme che hanno recepito il regolamento europeo in materia, al fine di ridurre i vincoli burocratici alle aziende lombarde del settore armiero. “Vincoli che rischiano di compromettere la produzione e il bacino occupazionale - ha detto il relatore Fabio Rolfi (Lega Nord) nel suo intervento – perché il 90% della produzione delle armi italiane è destinato all’esportazione con un fatturato di 250 milioni di Euro, 108 imprese e oltre 3 mila addetti concentrati in Val Trompia in provincia di Brescia”. Il regolamento Ue stabilisce a questo riguardo le norme che disciplinano l'autorizzazione all'esportazione e le misure di importazione e transito per le armi da fuoco, componenti essenziali e munizioni, ai fini dell'attuazione del protocollo delle Nazioni Unite contro la fabbricazione e il traffico illeciti. “Il regolamento ha una complessa istruttoria – ha precisato Fabio Rolfi - che è passata da 16 a 86 pagine. In altri stati europei l’applicazione del regolamento non è stata cosi immediata e restrittiva, creando un regime di disparità anche a scapito delle aziende e degli artigiani italiani”.''Noi difendiamo i lavori socialmente utili, non quelli che uccidono'' - ha detto nel suo intervento il consigliere Giampietro Maccabiani (M5S) - questa mozione, che chiede che la regione intervenga presso il Governo per sburocratizzare e quindi favorire il commercio di armi, è chiaramente scritta per favorire le lobby degli armigeri”. La sintesi del dibattito sarà disponibile su www.lombardiaquotidiano.it RICONOSCIMENTO SCLERODERMIA COME MALATTIA RARA Approvata all’unanimità la mozione che impegna Regione Lombardia ad attivarsi presso il Ministero della Salute affinché la sclerodermia sia riconosciuta a livello nazionale quale malattia rara. MONITOR ESODATI LOMBARDI A REDDITO ZERO Un costante monitoraggio sugli esiti delle iniziative intraprese direttamente da Regione Lombardia e un sempre maggiore “pressing” sul Governo per allargare a tutti i lavoratori esodati a “reddito zero” gli interventi di salvaguardia delle indennità pensionistiche. Rinviato l’incontro con l’Arcivescovo di Milano previsto in Consiglio regionale Milano, 16 dicembre 2013 - "Sono a chiedere di rimandare la preannunciata visita per ragioni dettate dall'agenda prenatalizia": è quanto riferito all'Aula dal Presidente del Consiglio Raffaele Cattaneo che questa mattina ha letto ai Consiglieri il messaggio inviato da Monsignor Luca Bressan. Il Vicario episcopale ha inviato una lettera a nome dell’Arcivescovo di Milano Angelo Scola comunicando “l'impossibilità a mantenere l'impegno preso". Scola ha confermato la sua disponibilità a riorganizzare la sua presenza in Aula: "L'avvio del nuovo anno permetterà di concordare una nuova data in cui svolgere l'incontro previsto". Secondo quanto riferito dal Presidente Cattaneo, è già stata individuata la "disponibilità informale nella data di martedì 4 febbraio". Costume Poetico per il Disarmo XLII Edizione Poesia Pace 2014. Scadenza 30 giugno 2014 Al Martirio Ignoto dell’Umanità poetica repressa nello stimolo vitale della sua Poesia di Natura e condannata a vivere di stenti e morire di scempio bellico nella congiura delle varie maschere di potere e l’incoscienza della sua violenza. Per cui il pacifico equilibrio della libera convivenza rispecchia di primigenia libertà l’infinito culturale del Costume poetico per il Disarmo Poesia: l’adesione all’annuale nuova iniziativa per il disarmo può essere effettuata tramite 1 (uno) componimento poetico che non superi i 35 versi per essere accettato e pubblicato con qualche riga di commento da riprodurre a fondo pagina del componimento. Saggistica: l’invio di una sintesi saggistica (corpo 10 che non superi le 20 righe A-4 per essere accettata ed inserita esclusivamente in formato DOC ). In modo che il breve saggio sia di stimolo per successivi incontri promossi dall’Autore per confronti sempre più diretti ed allargati. Artecultura, informata, divulgherà prontamente la notizia per un impegno sempre più decentrato. Del Costume Poetico per il Disarmo in rapporto alle adesioni pervenute sarà definita la tiratura ed il ricavato destinato a totale beneficio di Borse di studio per le Scuole aderenti. 1) L'adesione alla XLII: Edizione Costume Poetico per il Disarmo 2014 è gratuita. L'iniziativa si autogestisce nello spirito di Artecultura orientata a stimolare una serena convivenza di vita tra le persone. 2) Sono invitati quanti si sentono impegnati nella poetica ricerca saggistica della Pace, ideale di ogni libera persona umana. L'iniziativa non assegna premi di classifica e gli Autori delle liriche o dei saggi formalmente prescelti per l'inserimento nel volume antologico "Cultura per la pace"-Costume Poetico per il Disarmo 2014 riceveranno il Diploma di solidarietà, ed una riproduzione artistica della copertina del volume. 3) Alla consultazione dei componimenti è preposta, a solo titolo di verifica formale, una Commissione composta da membri di varie attività sociali. 4) La presentazione del volume verrà effettuata a fine novembre in data e luogo che saranno opportunamente comunicati come per le passate edizioni. 5) Al ricevimento dell'esito dell'adesione l'Autore aderente s'impegna a comunicare il numero delle copie del volume che intende acquistare, al costo economico di Euro 5 al volume. Alla presentazione di Costume Poetico per il Disarmo - "Cultura per la pace" 2014 tutti gli Autori aderenti sono tenuti ad essere presenti, o in caso di forzata impossibilità, ad essere rappresentati da persone di fiducia per il ritiro dei volumi ordinati e il dovuto per regolamento. L'assenza immotivata e il non riscontro all'invito di presenza annullano ogni spettanza a domandarla nel tempo. 6) Poesia, una sola per ogni aderente, va spedita in duplice copia firmate di autografa, alla Segreteria c/o Artecultura - Via Ciovasso 19 - 20121 Milano o servirsi dell'indirizzo - [email protected] Saggi, 1 (solo per ogni aderente) vanno inviati esclusivamente per via e-mail all’indirizzo: [email protected] Per le Scuole si richiede l'invio di componimenti a firma collettiva in modo da favorire la più ampia presenza scolastica nel nuovo volume antologico. Simboliche Borse di studio 7) Le Poesie ed i Saggi debbono essere inediti, di personale ispirazione e composizione ed attinenti al tema Costume Poetico per il Disarmo nella più ampia libertà di pensiero. I minorenni sono accettati solo con la prevista firma di chi esercita su di loro la tutela. Non sono accettati componimenti dedicati a persone viventi. 8) Artecultura si riserva di favorire letture e confronti culturali 9) In caso di nuove esigenze, il presente regolamento potrà subire modifiche che migliorino l'attività di Costume Poetico per il Disarmo - "Cultura per la pace" 2014. L’adesione è limitata ad una sola sezione per Autore. 10) Gli aderenti accettano il presente regolamento in ogni sua parte. Poesie e Saggi fatti pervenire per spirito di solidarietà all'iniziativa non vengono restituiti ed entrano a far parte dell'Archivio "Cultura per la pace" di ARTECULTURA. Sede nella quale permane l’Archivio di cui tutti possono prendere visione consultiva. La proprietà letteraria di tutti gli elaborati è ad ogni effetto pertinente agli Autori dei medesimi. PARTECIPA E FAI PARTECIPARE! Informazioni ulteriori e invio componimenti: Costume Poetico per il Disarmo -“Cultura per la pace” 2014 c/o Artecultura Via Ciovasso 19- 20121 Milano - Tel. 02/864.64.093 http://www.artecultura.org e-mail: [email protected] ARTECULTURA 9 - RISORGIMENTO POETICO Legge Elettorale: PROPORZIONALE SEMPRE! Premio di maggioranza e soglia di sbarramento MAI! Per l’unità dell’Italia ed il bene di tutti gli italiani nel disfacimento della controrivoluzione burocratica sarebbe preferibile che si ritornasse al 1870. E questo non solo per dire basta alla straripante invadenza vaticana che ha oltrepassato tutti i limiti della sensata condivisione, quanto per rivivere quell’alto senso di unità nazionale che fermentava la laicità degli italiani da Pantelleria al Bressanone. Lo dobbiamo ripetere: la devianza burocratica del bipolarismo, come saracinesca irremovibile di potere, ha disfatto l’Italia mediante una crisi pilotata a diametro internazionale. Imposta di proposito dal dominante capitale per frenare l’ascesa democratica delle popolazioni del mondo ed in Italia e in Europa in modo particolare. Tanto da farci dire che il gioco repressivo delle crisi come toccasana di potere, non lo abbiamo intuito oggi, ma tenuto continuamente d’occhio nelle viscere sempre più autoritarie della contraddizione in cui si constata che per eleggere il Parlamento Europeo vige lo spirito democratico della Proporzionale pura, mentre per il Parlamento italiano, che già se ne faceva anticipatore nella Costituzione del 1948, si doveva abiurare con il voto maggioritario e la soglia di sbarramento. Questo grazie al carrierismo della nostra politica che si garantiva così la sua intoccabile poltrona di potere, dimenticando di sensibilizzare, particolarmente negli strati più popolari, quella evoluzione culturale capace di far superare l’amaro dell’incomunicabilità. Il modo che fa cessare di essere cittadini per diventare sudditi 10 ARTECULTURA della burocrazia che può usare 100 parole per ingannare la buona fede di quanti costretti a usarne solo 10 per domandare i propri diritti. Così, come regia razzista di potere, vanno bene quei tre milioni di giovani che non vanno a scuola e non domandano più un lavoro che non trovano. Per cui è comoda la nuova ignoranza per alimentare la stabilità autoritaria del potere sperimentata da vecchia data. Dunque, meglio ritornare all’analfabetismo che, mediante qualche caritatevole assistenza, mantiene passive intere generazioni, piuttosto che dare loro una preparazione culturale che le abiliti alla partecipazione attiva. E così nella comunicazione di Stato e padronale si collocano quelle presenze che per adeguamento visivo e parole di santa obbedienza, servono al rigore mortifero dello status quo. E poi capita di assistere che nella Repubblica democratica, fondata sul lavoro, in circa settant’anni di vita non una lavoratrice o lavoratore di meriti, sia stato eletto almeno per una sola volta alla Presidenza della Repubblica, naturalmente con il beneplacito dei sindacati che, anziché pensare a stimolare la crescita produttiva fino alla completa evoluzione del lavoro che libera il lavoratore sempre più dal bisogno, diventano invece degli indifferenti mediatori. Ed anche quando la Proporzionale pura viene di violenza politica sradicata dal contesto costituzionale, loro continuano a dormire sonni tranquilli. Come se il Parlamento dev’essere il padrone assoluto che decide sulla tua vita e non quella rappresentanza democratica costituzionale per la quale i deputati sono stati eletti e delegati. E si continua a parlare di riforma costituzionale, senza rendere partecipi direttamente i cittadini, pur essendoci oggi i mezzi per poterlo fare. E non esiste parlamentare interessato a sensibilizzare e di proporre commissioni culturali cittadine, che studino da vicino e direttamente come realizzare il Disarmo nazionale e mondiale senza del quale le crisi economiche non si risolveranno mai. Per cui diventa del tutto inutile piangere sui bambini e adulti morti nelle stragi di stato, quando bisogna continuare ad uccidere fino ad indurci a pensare che al mondo non si nasce per vivere, lavorare e conoscersi sempre meglio, ma per uccidere e solo per uccidere. Del resto, a questo riguardo, è sufficiente soffermarsi sull’apologia di uccidere trasmessa tutti i giorni dalla televisione di stato e privata tramite diversi programmi, come filmati polizieschi, cinematografici, di costume, di guerra, etc., senza che vi sia autorità che si degni di intervenire. Invece si facilita l’arbitraria invadenza di accecare la memoria attiva dell’equilibrio sensato della vita, per facilitare quella distruttiva delle armi. Il nostro è un costume corrotto dalla violenza, soprattutto di stato, che nessuna legge di violenza può sanare. Quel campo sociale nel quale solo la Poesia della natura che sensibilizza Artecultura, se conosciuta e praticata di coerenza, può riportare la persona a quella tranquillità esistenziale nella quale il nemico dell’uomo non è il se stesso, ma colui che lo droga ad uccidere. Artecultura In questo numero FEBBRAIO 2014IN 4 PROTOTIPAZIONE PALEONTOL 5 FERNAND LÉGER 6 CORRISPONDENZA CULTURALE 8 REGIONE LOMBARDIA 9 COSTUME POETICO DISARMO 10 RISORGIMENTO POETICO 11 SOMMARIO - DIRITTO UMANO ARTECULTURA 12 INTERLUDI 16 INTERLUDI CONTINUANO 21 DEPERO - VIAGGIARE 22 TRE OPERE PER UNA MANON 27 MATISSE 28 PICHLER - AVANGUARDIE RUSSE 29 DISEGNI-CIVILTA’ NURAGHI 30 MARIONI - KAULONIA 31 IMMAGINI E LUOGHI MARCO PESSA - LUISA VISCONTI - CLAUDIO BOTTA - CARLO C IMMINELLI - JEAN MEGIER ATTILIO MILANI di T. Martucci; - MICHELE GIANNATTASIO - GREGORIO MANCINO ANTONIETTA DI SECLI’ - LEONILDE PERSEU MARCO FAGGI - SERGIO ACERBI - MARCO PESSA - LEILA HAKIM OLIVA di Marpanoza; INSERZIONI DI: GIANFRANCO RONTANI GALLERIA D’ARTE CORTINA - GALLERIA PONTE ROSSO Mensile Manifestazioni Artistiche e Culturali Registrazione Tribunale di Milano n. 253 del 6/9/1967 - Registro Nazionale della Stampa n. 5359 - Direttore responsabile: Giuseppe Martucci - ARTECULTURA Edizioni - Codice Fiscale MRT GPP 26M24 G616U -Partita IVA: 03093710154 - Direzione: via Ciovasso 19 - 20121 Milano - Tel. 02/864.64.093 Fax 02/860.833 - 02/896.573.02 www.artecultura.org e-mail:[email protected] Distribuzione gratuita senza impegno fisso di recapito. Chi lo desidera è pregato di abbonarsi. 32 MARTINI - CERVETERI 34 CRISI DEL SISTEMA PIRAMIDALE 36 UMANITA’ POETICA 38 LIBRI 39 BRETAGNA - ARTE FALSA 40 ARTE PER L’UOMO - HARTUNG 41 AUTODIDATTA NELLA STORIA 42 CONCORSI Inserto redazionale: -MOSTREA MILANO -POSTACATALOGO - ARTECULTURA è inviata: abbonati di tutta Italia, gallerie d'arte, critici, musei, scuole, alberghi, di Milano e categorie specializzate di professionisti. - Composizione e impaginazione: redazionali. Scritti e foto inviati e non richiesti non vengono restituiti. Fotolito e stampa Press Point Via L. Cagnola, 35 Abbiategrasso ARTECULTURA Le idee che la impegnano - CORRISPONDENZA CULTURALE - COSTUME POETICO - 24 OTTOBRE GIORNATA MONDIALE DISARMO - INFORMAZIONE ARTISTICO CULTURALE - POESIA DELLA NATURA - POESIA PACE - PSICOPOESIA - Anno XLVI I N. 02 Febbraio 2014 - Spedizione in Abbonamento. Postale -D.L. 353/2003 (cov. in L. 27/2/2004 n.46) Art. 1, Comma 1, dcb Milano - caso di mancato recapito restituire al mittente impegnato a pagare la tassa. L'abbonamento (10 numeri annui) per i lettori che desiderano ricevere al proprio domicilio ARTECULTURA in modo continuativo. Non si risponde in caso di mancato recapito non dovuto ad adempimento della Rivista. Non si restituisce la quota di abbonamento se esigenze di forza maggiore costringessero la sospensione o la cessazione della pubblicazione. Finito di stampare il 22- 01- 2014 Abbonamento annuo Euro 30,00 Non disdetto tramite raccomandata un mese prima della scadenza si ritiene tacitamente rinnovato con invio della nuova quota. Non valide le disdette effettuate per telefono. Artecultura non riceve sovvenzioni pubbliche Intestare: ARTECULTURA di Giuseppe Martucci C.C.Postale N. 84356302 Via Ciovasso 19 -20121 Milano un libero accesso www.artecultura.org [email protected] da BRERA... ARTECULTURA PER IL MONDO! Sostienila con l’abbonamento... Carlo Ramous, disegno IL DISARMO UN DIRITTO UMANO 20 Poesie di Giuseppe Martucci interpretate da 20 artisti Addamiano Baruzzi Benedetto Brindisi Cassani Fomez Guga-Zunino Kodra Marangon Marino Masone B. Micozzi Milani Ramous Rossello Rossi A. Savini Venditti Viola Viviani Sala Olimpia Artecultura Da sabato 1 al 26 febbraio 2014. Incontro inaugurale 1 febbraio ore 17,00 Presentazione dr. Teodosio Martucci Milano, Via Ciovasso 19 tel. 02-864.64.093 [email protected] ARTECULTURA 11 INTERLUDI D'ARTE IL MANUALE DELL’ARTUSI: ARTE E SCIENZA DEL GUSTO INTERLUDI D'ARTE Marco Bongiorni, UNTITLED BLU POSTER ( Courtesy of the artist) GOLA. Arte e scienza del gusto Milano, Palazzo della Triennale 30 gennaio - 12 marzo 2014 Non se ne abbiano a male gli antichi, de gustibus disputandum est. O quanto meno la mostra “GOLA. Arte e scienza del gusto” lancia una sfida in questo senso proponendo una riflessione sul rapporto tra piacere e nutrizione, per portarci a scoprire perché il gusto sia un ingrediente chiave della nostra vita, e si agganci così fortemente alla sfera emotiva. Prodotta dalla Fondazione Marino Golinelli in partnership con la Triennale di Milano, la mostra, che sarà visitabile alla Triennale di Milano dal 31 gennaio al 12 marzo 2014, è un progetto di Giovanni Carrada, che ne ha curato la parte scientifica, mentre la parte artistica è curata da Cristiana Perrella. Il suo percorso si articola in cinque ambienti espositivi, dedicati ad altrettanti temi, in cui le intuizioni di alcuni grandi artisti contemporanei saranno affiancate da exhibit scientifici che esplorano i meccanismi, sia istintivi sia legati all’apprendimento, attraverso i quali l’evoluzione ha nascosto dietro al piacere di un attimo una complessa valutazione delle proprietà nutrizionali del cibo che stiamo mangiando, alternando un approccio episodico e curioso a uno più sistematico e interpretativo. Così, ad esempio, mentre Marina Abramovic in un video addenta e poi mangia fino alla fine una cipolla cruda, o Sophie Calle ci mostra in una serie di foto i piatti che compongono la speciale dieta monocromatica che l’artista si è imposta, il visitatore è portato a riflettere sui criteri incisi nel nostro DNA per integrare in un’unica sensazione tutte le informazioni trasmesse dai cibi che mangiamo: non solo il sapore ma l’odore, il loro aspetto, la consistenza contribuiscono, senza che ce ne rendiamo conto, a determinare le nostre scelte. Nella mostra anche l’ironia trasgressiva. Info tel. 02.72434208 [email protected] 12 ARTECULTURA Marco Bongiorni EPITOME/HEAD/FEAR Milano, Rivoli2 Fondazione per l’arte contemporanea 16 gennaio - 2 marzo 2014 Nel cuore di Brera, a fianco del Piccolo Teatro Strehler, al centro di una delle zone culturalmente più attive e vivaci della città, Rivoli2 sarà un laboratorio in cui far confluire e sviluppare ricerche in ambito artistico creativo. Gli ambienti di Rivoli2 - 140 mq disposti su quattro livelli - saranno offerti a giovani artisti curatori che proporranno un progetto appositivamente studiato per essere sviluppato in un luogo espositivo non tradizionale. Rivoli2 sarà un incubatore di progetti in grado di rilevare la sintesi di una ricerca artistica compiuta e sostenere la sperimentazione, aperta verso la pluralità di espressioni del mondo artistico e creativo; una Fondazione di partecipazione che si prefigge di stringere legami con le istituzioni pubbliche territoriali e internazionali, di coinvolgere importanti personaggi in ambito culturale e di confrontarsi con realtà omologhe italiane ed estere, promuovendo e documentando il percorso di artisti emergenti, curatori e creativi in genere, che troveranno una vetrina e un’occasione per farsi conoscere ed entrare in relazione con le diverse rappresentanze del mondo dell’Arte e con il pubblico. Con EPITOME/ HEAD/FEAR, Marco Bongiorni presenta la ricerca svolta negli ultimi quattro anni, il cui risultato è un insieme complesso e articolato di installazioni, disegni, sculture e dipinti. Il progetto si sviluppa attorno alla pratica incessante del disegno e alla messa in crisi dei suoi funzionamenti per sondarne le possibilità. Bongiorni esplora questa pratica nei suoi particolari più analitici, mettendone costantemente in dubbio i meccanismi, con modalità e su superfici differenti. Info: tel. 02-84140208 Antonio Cifrondi, ALLEGORIA DELL’INVERNO Olio su tela, cm. 125x85 MORETTO, SAVOLDO, ROMANINO, CERUTTI 100 capolavori dalle collezioni private bresciane Brescia, Palazzo Martinengo 1 marzo - 1 giugno 2014 L’esposizione offrirà al pubblico l’opportunità, unica e irripetibile , di entrare in contatto con il mondo segreto e inaccessibile delle dimore bresciane, scrigni di tesori d’arte di inestimabile valore, compiendo un viaggio emozionante dal Rinascimento al Manierismo, dal Barocco al Rococò. Previsti percorsi monotematici in città e nella provincia quali, tra gli altri, “Alla scoperta di Moretto in città”, “ Romanino in ValCamonica”, “Andrea Celesti sul lago di Garda”, “Romanino nelle chiese di Brescia”, “La collezione Lechi a Montichiari”, “Tiepolo e Pittori nella bassa bresciana”. Nella primavera del prossimo anno, Brescia sarà teatro di uno degli appuntamenti d’arte italiani più interessanti ed attesi. Dal 1 marzo al 1 giugno 2014, Palazzo Martinengo a Brescia ospiterà la grande mostra “MORETTO, SAVOLDO, ROMANINO, CERUTTI. 100 capolavori dalle collezioni privare bresciane”. "Con questa mostra dedicata al nostro territorio vogliamo dimostrare come, credendo nella nostra terra, possiamo trovare l'occasione per uscire dal labirinto della crisi – sottolinea il Presidente della Provincia di Brescia Daniele Molgora. Una mostra creata partendo dalla collaborazione dei bresciani che hanno messo a disposizione opere in parte inedite e, soprattutto, di grande valore. Un segno di vitalità della nostra Provincia, che probabilmente, non ha eguali. Pensiamo soltanto al fatto che il periodo temporale cui si riferiscono i capolavori, corrisponde a quello in cui Brescia era il maggiore produttore industriale (soprattutto ferro e armi) di una delle allora grandi potenze mondiali come la Repubblica di Venezia”. Info: tel. 030.2906403 INTERLUDI D'ARTE Pompei, LA CASA DEL FAUNO (veduta del colonnato del peristilio) INTERLUDI D'ARTE Santi di Tito RITRATTO DI NICCOLO’ MACHIAVELLI L’ORDINE E LA LUCE. Un viaggio virtuale nell’evoluzione degli spazi interni nella storia dell’architettura: dai greci al Rinascimento. Mantova, Palazzo Te 15 dicembre 2013 -16 marzo 2014 UN GIORNO A POMPEI Philadelphia, The Benjamin Franklin Institute Fino al 27 aprile 2014 Un giorno a Pompei presenta oltre 150 preziosi manufatti provenienti dall’impareggiabile collezione del Museo Archeologico di Napoli - tra cui affreschi, sculture in marmo e in bronzo, gioielli, antiche monete romane e il calco integrale di una delle vittime del vulcano - molti dei quali verranno esposti per la prima volta in America al Franklin Institute. I manufatti raccontano di un giorno di vita quotidiana nell’antica città romana, fino alla sua tragica fine. Grazie agli affreschi da giardino, alle statue di marmo, ai caschi e ai parastinchi dei gladiatori, e grazie alle monete, alle banconote, ai santuari e agli altari religiosi - tutti fissati nel loro ambiente originario - sarà possibile “rivivere” a Pompei. E poi, non appena i pavimenti e le pareti cominceranno a tremare, sarà come sentire la catastrofica eruzione del vulcano ed essere testimoni della devastazione lasciata nel suo percorso. La data dell’eruzione del Vesuvio del 79 è attestata da una lettera di Plinio il Giovane a Tacito. Nella variante universalmente ritenuta più attendibile del manoscritto, si legge nonum kal. septembres cioè nove giorni prima delle Calende di settembre, data che corrisponde al 24 agosto. Questa data era stata accertata come sicura fino ad oggi, ma alcuni dati archeologici via via emersi mal si accordano con una data estiva. Ad esempio, il ritrovamento di frutta secca carbonizzata, di bracieri, usati all’epoca per il riscaldamento, di mosto in fase di invecchiamento trovato ancora sigillato nei contenitori (dolia), e soprattutto, di una moneta ritrovata sul sito archeologico, che riferisce della quindicesima acclamazione di Tito ad imperatore, avvenuta dopo l’8 settembre del 79, lasciano supporre che l’eruzione sia avvenuta in autunno, probabilmente il 24 ottobre di quell’anno. I primi eventi sismici ebbero già inizio nel 62 d.C.,( con il crollo di diverse case che furono poi ricostruite negli anni successivi.) Solo alcuni anni dopo, nel 79 d.C., il Vesuvio iniziò il suo ciclo eruttivo che porterà poi al seppellimento di alcune zone di Stabia, Pompei, Ercolano e molte città a sudest dal Vesuvio. Info: www.fi.edu/Pompeii TEMPIO DI APOLLO La Via al Principe: Machiavelli da Firenze a San Casciano Firenze, Biblioteca Nazionale Centrale 10 dicembre 2013-28 febbraio 2014 Nella mostra, articolata in nove sezioni lungo un percorso biografico e una biografia tortuosa per una vita difficile, dagli studi dell’infanzia, fino alla Segreteria della Repubblica, alla caduta in disgrazia, all’esilio a San Casciano e alla redazione de Il Principe. Grazie all’impressionante ricchezza di documenti di cancelleria e registri dell’Archivio di Stato ai manoscritti e cinquecentine della Biblioteca Nazionale Centrale e delle altre importanti biblioteche fiorentine, la figura di Machiavelli esce dallo stereotipo e ritrova le ragioni storiche che ne hanno motivato l’agire, le contingenze sottese alla stesura della sua opera più celebre. Un Machiavelli finalmente non più machiavellico si riappropria della complessa profondità delle proprie azioni e del proprio pensiero, in un momento storico cardine per Firenze. Fra i tesori dell’esposizione il Manoscritto autografo dell’Arte della guerra, conservato presso la sezione Manoscritti e rari della BNCF, e la Tavola Doria, che s’ipotizza sia una copia tratta dall’affresco leonardesco Battaglia d’Anghiari, se non eseguita dallo stesso Leonardo, databile post 1503. La Tavola Doria, dopo il clamoroso ritorno in Italia a seguito di un accordo internazionale con il Tokyo Fuji Art Museum (la nostra polizia le dava la caccia dal 1938), è stata esposta in Italia solo nel novembre 2012 a Roma, nelle sale del Quirinale e, più recentemente ad Anghiari. L’esposizione all’interno della Mostra di Machiavelli rappresenta l’ultima occasione per ammirare questo museo giapponese. Fra le circa 120 opere in mostra, viene esposto anche il Bando di cattura di Niccolò Machiavelli, 19 febbraio 1512, conservato all’Archivio di Stato di Firenze, l’estratto originale della registrazione scoperto recentemente. Info: 055 24 91 91 Leggere un monumento straordinario come Palazzo Te o la basilica di S. Andrea a Mantova, cercando i fili che li legano all’intera storia dell’architettura occidentale: questo l’ambizioso e affascinante obiettivo della mostra “L’ordine e la luce. Un viaggio virtuale nell’evoluzione degli spazi interni nella storia dell’architettura: dai greci al Rinascimento”, organizzata dal Centro Internazionale d’arte e di Cultura di Palazzo Te per iniziativa del comitato scientifico presieduto da Sylvia Ferino, con il contributo di Regione Lombardia e il patrocinio del Ministero dei beni e della attività culturali e del turismo, del Comune di Mantova, del Museo Civico di Palazzo Te, del POLIMI Mantova, di LAC e dell’Ordine degli Architetti Pianificatori, Paesaggisti e Conservatori della Provincia di Mantova. Un’ambizione che potrebbe sembrare fin troppo grande, come infatti apparve molti secoli fa anche a Raffaello che nel 1514 così scriveva a Baldassarre Castiglione: “ma io mi levo col pensiero più alto. Vorrei trovare le belle forme degli edifici antichi, né so se sarà il volo d’Icaro...”. Curata da Stefano Borghini e Raffaele Carlani, con il progetto multimediale di KatatexiLux e la consulenza scientifica di Alessandro Viscogliosi, la mostra, va subito premesso, è un “mai visto” nella tradizione delle esposizioni in tema di architettura. Qui le nuove tecnologie trasformano un’analisi storica tanto interessante quanto “distante” per il grande pubblico, in uno spettacolo multimediale in grado di “immergere” il visitatore dentro monumenti che appartengono all’immaginario comune, offrendo la sensazione di muoversi all’interno di essi, con il semplice spostamento del corpo. Attraverso un innovativo sistema di motion sensing input device sarà possibile navigare all’interno di queste architetture proiettate in scala 1:1 su grandi superfici, senza l’ausilio di strumenti quali mouse, tastiere o dispositivi touchscreen. Mediante un movimento del corpo, si avrà la sensazione di abitare gli ambienti di questi spazi virtuali. Info : 0376 3232 66 ARTECULTURA 13 INTERLUDI D'ARTE ORIGAMI GIAPPONESE A FORMA DI ROSE INTERLUDI D'ARTE Alberto Pasini, MERCATO ORIENTALE, 1870 La riscoperta dell’antico. Gli acquerelli di Edward Dodwell e Simone Pomardi ORIGAMI Spirito di carta Torino, Palazzo Barolo 14 dicembre 2013-16 febbraio 2014 “Una scelta guidata da suggestioni emotive e dalla considerazione che questa tecnica è universalmente conosciuta, ma in modo spesso estremamente superficiale. La matrice giapponese di quest’arte si è intersecata e, si interseca tuttora, con la storia del mondo e ha inedite applicazioni scientifiche e tecnologiche” rileva Daniela Crovella curatrice della mostra “ dalla carta agli airbag, dai monaci giapponesi alle corti italiane del Rinascimento: esistono scuole diverse, stili diversi nei luoghi più remoti della terra.” Per dare sfogo a questa ricchezza di spunti e soggetti, la mostra del 2013 è concepita come la prima di due esposizioni gemelle. Una lunga storia che si fa risalire al I secolo dopo Cristo con l’invenzione della carta in Cina, un nuovo materiale rivoluzionario che diversamente dalle tavolette di cera e dalle pergamene può essere piegato più volte, acquistando corpo e forma senza spezzarsi. La scoperta della carta viaggia veloce e nel vicino Giappone venne importata dai monaci buddisti nel VII secolo. Quello che oggi è uno dei prodotti più diffusi, era all’epoca, appannaggio di un élite, un bene molto prezioso e per questo riservato ad usi in ambito religioso e cerimoniale. I primi origami non erano certo un hobby, ma un modo per riprodurre figure simboliche in contesti rituali. In ORIGAMI - SPIRITO DI CARTA tre le aree tematiche scelte: una prima sezione espone la rappresentazione del mondo, oggetti di natura, una seconda sezione, la rappresentazione della mente, oggetti matematici-geometrici, infine i totem simbolici, dal gioiello alle gru della pace. Oltre 200 gli origami esposti, opere di artisti noti a livello nazionale e internazionale e che spesso aderiscono a CDO- Centro Diffusione Origami, grazie alla cui collaborazione Yoshin Ryu ha potuto selezionare una ricca gamma di pezzi, stili e “estri artistici”. Video didattici e suggestivi saranno proiettati sia a Palazzo Barolo che nel Salone Mazzonis del MAO, il Museo d’Arte Orientale. Info: 800 911 549 14 ARTECULTURA Edward Dodwell, FRONTE OVEST DEL PARTENONE 1821 Roma, Foro Romano fino al 23 febbraio 2014 L’ORIENTE DI ALBERTO PASINI Torino, Museo Accorsi 7 febbraio - 29 giugno La mostra, curata dal professore Giuseppe Luigi Marini e realizzata in collaborazione con Arte Futura di Giuliana Godio, rappresenta il secondo appuntamento con gli “Omaggi” alla pittura dell’800 e affronta il periodo orientalista del pittore emiliano che nacque a Busseto, in provincia di Parma , il 3 settembre 1826 e morì a Cavoretto il 15 febbraio 1899. Accanto una sessantina di opere, per lo più di collezionisti privati, sarà esposta per la prima volta una serie di fotografie e di disegni, appartenenti ai discendenti del pittore, testimonianza storica fondamentale per comprendere il vissuto del grande artista. Esistono numerose analogie tra Fontanesi e Pasini: entrambi attivi nel XIX secolo, nacquero in Emilia, da famiglie economicamente disagiate, a distanza di quasi un decennio l’uno dall’altro; dopo essersi formati in accademie provinciali (in quella di Reggio Emilia, Fontanesi e di Parma, Pasini), accorsero come volontari alla prima guerra di indipendenza. A Torino esposero alla Promotrice in numerose rassegne e si stabiliscono definitivamente nella capitale sabauda, diventando piemontesi d’adozione: Fontanesi, per via della sua attività didattica presso l’Accademia Albertina, trovò casa nel 1869 in centro città, Pasini, anche per via delle sue frequentazioni con artisti piemontesi e della speciale amicizia con il collega Carlo Felice Biscarra, suo grande ammiratore, nel 1870 decise di vivere in Piemonte in una ridente villa con tenuta, a Cavoretto. Alberto Pasini, a livello internazionale, è assai più noto di Antonio Fontanesi: le opere del bussetano sono infatti presenti in ben trentasette istituzioni museali del mondo. Info:011-837688 La mostra “La riscoperta dell’antico. Gli acquerelli di Edward Dodwell e Simone Pomardi” arriva a Roma, alla Curia Iulia nel Foro Romano, dopo essere stata ospitata dal British Museum di Londra la scorsa primavera. Promossa dalla Soprintendenza Speciale per i Beni Archeologici di Roma, in collaborazione con Electa e il Packard Humanities Institute, la mostra ben illustra la realtà e il romanticismo dei viaggi del Grand Tour attraverso disegni dettagliati di singoli monumenti, sculture e magnifici paesaggi di rovine, per lo più acquerelli, che i due vedutisti realizzarono nel corso dei loro viaggi in Grecia nel 18051806 in pieno clima neoclassico. Il curatore John Camp ha selezionato 38 vedute realizzate da Edward Dodwell (c. 1777-1832) e Simone Pomardi (1757 -1830). Presentate per la prima volta in Italia, dal 27 settembre 2013 al 23 febbraio 2014, erano inedite fino allo scorso febbraio, quando sono state esposte a Londra. I disegni e gli acquerelli in mostra fanno parte dei circa 800 esemplari che appartenevano alla collezione dei discendenti di Dodwell, fino a quando nel 2002 sono stati acquistati da David W. Packard, per conto del Packard Humanities Institute di Los Altos, California. Edward Dodwell fu un pittore olandese, viaggiatore, e scrittore di archeologia. Ricco di famiglia, non ebbe mai la necessità di lavorare per vivere. Dopo aver completato gli studi al Trinity College dell’università di Cambridge (1800), si dedicò a viaggiare dapprima in Grecia (negli anni 1801, 1805 e 1806) e poi in Italia, dove rimase per il resto della sua vita risiedendo soprattutto a Napoli e a Roma. Nel 1818 sposò la contessina Teresa Giraud, di circa trent’anni più giovane di lui la quale, rimasta vedova, nel 1833 si risposò col conte Spaur, ministro di Baviera presso la Santa Sede. Edward Dodwell morì per i postumi di una malattia contratta durante un viaggio sui Monti Sabini. Fra i suoi viaggi: Corinto il 1 dicembre, Argo, Micene, Epidauro, Calauria il 16 dicembre 1805, etc. Info: 06 06 08 INTERLUDI D'ARTE IL MAUSOLEO DI ADRIANO comunemente conosciuto come Castel Sant’Angelo INTERLUDI D'ARTE Cristian Chironi, OPEN Annalisa Papagna, VIA PER LAVORO APOTEOSI. Da Uomini a Dei Roma, Castel Sant’Angelo 20 dicembre 2013 - 27 aprile 2014 Il Mausoleo di Adriano, oggi Castel Sant’Angelo, è uno dei più grandi monumenti funerari. Ha ospitato le spoglie dell’imperatore Adriano e dei suoi successori fino a Caracalla, come prima il Mausoleo di Augusto aveva accolto le spoglie imperiali di Augusto e della sua gens. Il ponte lo collegava al Campo Marzio, non a caso l’area destinata ai grandi funerali di Stato. Il funus imperatorum, ossia il funerale imperiale con la divinizzazione dell’imperatore, cioè l’apoteosi che decretava la sua trasformazione in divus, per la prima volta celebrata a Roma con i funerali di Augusto, era l’ultimo atto di un lungo processo che già nella Repubblica aveva visto salire agli onori dei funera pubblica gli uomini più carismatici e meritevoli. A questo proposito Cicerone, nel Somnium Scipionis, spiegava come il viaggio celeste fosse comunque il destino dell’uomo che si fosse distinto in favore dello Stato, e illustrava le teorie dell’immortalità dell’anima e della sfericità del cosmo sulle quali si fondava l’idea dell’ascesa in cielo delle anime elette. Dopo l’esempio di Giulio Cesare, al quale era stato dedicato il tempio del Divo Giulio nel Foro Romano, con Augusto la divinizzazione divenne un atto formale della vita politica romana ed ebbe una cerimonia particolare, appunto l’apoteosi (in latino consecratio), che anche gli storici antichi descrissero con attenzione e curiosità. Il percorso verso la divinizzazione aveva però origini molto lontane nel sapere degli egizi, al quale anche i Greci si erano ispirati, concedendo l’appellativo di cosmocrati, ossia dominatori del cielo, ai sovrani ed ispirando in tutti costoro il desiderio di apoteosi. I Greci avevano concesso l’apoteosi solo a semidei come Ercole, che si era guadagnato quella posizione con dodici fatiche, e non poterono negarla ad Alessandro anch’egli, a suo dire, figlio di un dio. Romolo, l’ecista divinizzato, avrà, secondo Virgilio (Eneide VI, 786 ess.) “cento nipoti, tutti celesti”, tutti abitatori della “superne vette” e tra questi evidentemente spiccava Augusto. Architettura, arte, tutto concorreva ad interpretare il desiderio di apoteosi... Info: 06 6819111 CHRISTIAN CHIRONI OPEN Nuoro, Museo MAN 31 gennaio - 2 marzo 2014 “Cristian Chironi. Open” è un progetto del Museo MAN di Nuoro in collaborazione con la Fondation Le Courbusier di Parigi. Incentrato sull’analisi di problematiche di carattere comunicativo e sociale in relazione alla contaminazione dei linguaggi, il progetto prevede la realizzazione di una mostra al Museo MAN di Nuoro, dal titolo Broken English, lo sviluppo di un secondo progetto espositivo, Myhouse is a le Corbusier, da realizzarsi nell’autunno del 2014, e la pubblicazione di un libro, edito da NERO, a integrazione e documentazione delle due diverse esperienze. “Broken English” è il titolo della mostra di Cristian Chironi al Museo MAN. Iltermineindica le varianti incerte della lingua inglese, terminologia mal strutturata perlopiù coniata da soggetti non di madrelingua. Varianti che, all’interno del progetto, da semplici elementi del linguaggio diventano immagini, oggetti, suoni, video, testi, installazioni e azioni declinate in un percorso espositivo multidisciplinare che integra problematiche linguistiche (comunicazione, contaminazione, dis-identità) con quesiti di carattere socio-economico. Il progetto scaturisce dall’emersione di alcune domande fondamentali: Una società che possiede diverse lingue, dunque diverse forme di espressione, è più o meno forte, più o meno ricca, di una società che ne possiede una soltanto? E’ ipotizzabile l’esistenza al mondo di una sola lingua, di un solo mercato, di una sola moneta? Oltre che all’individuazione di una serie di episodi linguistici significativi, l’esposizione al Museo MAN muove della rilettura di una figura importante della Sardegna del XIX secolo: l’ingegnere gallese Benjamin Piercy, che realizzò la prima linea ferroviaria dell’isola. Visse a lungo in Sardegna, dove arrivò a possedere varie tenute, tra cui Villa Piercy. Info: tel. +39.0784.252110 I COLORI DEL SACRO. IL VIAGGIO. 7° Rassegna Internazionale di Illustrazione Padova, Museo Diocesano 25 gennaio - 2 giugno 2014 Illustratori di tutto il mondo, moltissimi da paesi “nuovi” finora rappresentati, sono al lavoro per creare le meraviglie illustrate che saranno protagoniste della settima edizione de I colori del Sacro, l’ormai popolare mostra di illustrazioni e illustratori che, a cadenza biennale, espongono a Padova, al Museo Diocesano, le loro tavole intorno a un soggetto di volta in volta definito. Per l’edizione 2014 dei I colori del Sacro (dal 25 gennaio - 2 giugno 2014) il tema è tra i più affascinanti il Viaggio. Viaggio inteso nel modo più ampio: in letteratura il Viaggio è l’avventura di Ulisse, è l’esilio di Dante, è la meraviglia di Alice, è il fascino d’Oriente negli occhi di Marco Polo, è l’epopea di Gilgamesh alla ricerca dell’immortalità, è il mito babilonese di Etana di Kish, è la lettura fantastica di Don Chisciotte, è l’avventura cavalleresca, è il diario dei Bildungsreisen dei poeti e degli scrittori romantici. E’ anche, per chi crede, lo scoprire la terra delle Scritture, è ricercare il fondamento della storia dell’islam, è il pellegrinaggio alla Terra Santa, è il cammino di Santiago, è la “salita” alla Città Santa, è la visita a Roma, sede del trono di Pietro, è il sibbab, il viaggio a Gerusalemme, dovere per tutti gli ebrei, è il quinto dovere di ogni musulmano, è il pellegrinaggio a La Mecca, è la visita alla Ka’aba del fedele islamico, è il sentiero dell’illuminazione del Buddismo, è la strada verso Shiva sul monte Kailas, è il pellegrinaggio al fiume Gange, è l’andare ai Shakta pitha, i “troni della dea Sati”, è la marcia del monaco indiano, è il passo lento del viandante in Tibet. Per tutti è attesa e speranza, desiderio di irrequietezza, ricerca e scoperta, è il coraggio della sfida e la paura dell’ignoto, è scoperta del nuovo e stupore del diverso, è mistero, è fantasia, è nostalgia e abbandono, è avventura e adattamento, crescita e divertimento, etc. Info: tel. 049-8761924 ARTECULTURA 15 INTERLUDI continuano INTERLUDI continuano Shapes in Play - What you get is what you give? Benevento, Spazio Swing Sino al 15 febbraio 2014 Esplorando i confini del product design laddove il design incontra la tecnologia, l’arte o l’artigianato, Shapes in Play sviluppa una ricerca che nasce dall’osservazione della cultura contemporanea. Digitale, emozionale e concettuale convivono simbioticamente nelle loro produzioni. Internet rappresenta la grande rivoluzione del 21° secolo e la cultura digitale influenza oramai tutti gli aspetti delle nostre esistenze. Info 0824040900 Vettor PISANI / Eroica - Antieroica Napoli, MADRE Museo d’Arte Contem. Il MADRE - Museo d’Arte Contemporanea DonnaREgina di Napoli ospita dal 20 dicembre 2013 al 24 marzo 2014 la prima e la più completa retrospettiva, per ampiezza e completezza delle opere, mai dedicata a uno dei più importanti artisti italiani contemporanei, Vettor Pisani (Bari, 1934-Roma, 2011). Omonimo di un condottiero veneto del Trecento, Vettor Pisani, la cui famiglia paterna era originaria di Ischia, amava raccontare di essere figlio di un ufficiale della Marina e di una ballerina di strip-tease: fin da questa sua biografia in parte reale in parte fittizia, riscritta “ad arte”, Vettor Pisani si presenta come una figura assolutamente unica. Per informazioni: 08119313016 Padraig TIMONEY / A lu tiempo... Napoli, MADRE Museo d’Arte Contem. Il lavoro di Pádraig Timoney è una esplorazione profonda e personale di tutti i linguaggi della pittura e della natura delle immagini, realizzata attraverso l’uso di mezzi espressivi differenti: accanto al medium principale della pittura, infatti, l’artista fa uso di fotografia, scultura e installazione, creando un universo visivo improntato a un radicale eclettismo. Davanti a una serie di opere di Timoney si può avere l’impressione di trovarsi all’interno di una mostra collettiva, tanto diversi sono gli stili, le tecniche e le atmosfere che definiscono i suoi lavori. Dal 6 febbraio al 12 maggio. Per informazioni 08119313016 JANKOWSKI / Magic Numbers Bologna, Fondazione del Monte La mostra, che indaga il tema della magia nell’arte contemporanea e del suo ruolo nella società di oggi, nasce con l’intenzione di chiamare degli artisti di fama internazionale in città e di produrre un nuovo lavoro insieme a loro. In Magic Numbers Christian Jankowski, che con i suoi lavori ci ha abituato ad acute e ironiche analisi sui rapporti tra 16 ARTECULTURA arte e audience, realtà e rappresentazione, produzione commerciale e cultura “alta”, si interroga sulle possibili relazioni tra arte e magia, tema contemporaneamente esplorato al MAMbo, con l'ampia esposizione La Grande Magia. Opere scelte dalla Collezione UniCredit. Info 051 2962 511 Sino al 16 febbraio 2014 Gigino FALCONI - Antologica Pescara, Museo Vittoria Colonna L’Antologica Una vita per la pittura è scandita in sette percorsi temporali, che delineano l'intero itinerario artistico iniziato nei primi anni Cinquanta del pittore Gigino Falconi, comprendente opere che lo hanno reso protagonista della pittura figurativa. È un itinerario artistico-introspettivo siglato dalla ricerca di quel realismo magico, che ha la capacità di affascinare e di sedurre il visitatore. I. Percorso. Anni Cinquanta: dall’esordio con un universo figurativo alla poetica informale. II. Percorso. Anni Sessanta: dalla ricerca sulla surrealtà all’espressionismo. III. Percorso. Anni Settanta: dalla surrealtà del presente allo straniamento. IV. Percorso. Anni Ottanta: dalla poetica del mistero alla sospensione e attesa. V. Percorso. Anni Novanta: adesione al religioso: dalle luci delle forme allo stupore del sacro. VI. Percorso. Anni Duemila: opere di compartecipazione: dalla lucentezza della natura alle ossessioni del variegato universo femminile. VII. Percorso. Anni Dieci del nuovo millennio: dall’oblio della condizione umana alla luce dei riscattati e al fascino del paesaggio. Sino al 2 marzo. Info 0854283759 LA MADONNA DEL LATTE Bologna, Raccolta Lercaro La Fondazione Cardinale Giacomo Lercaro e l’Opera Diocesana Madonna della Fiducia sono liete di presentare un tondo in gesso ritrovato a Bologna in palazzo Tartagni Bianchetti, storico edificio situato in Strada Maggiore, nel cuore della Città.Si tratta di un altorilevo raffigurante una Madonna del Latte, che replica e riproduce il tondo in marmo inserito nella lunetta del sepolcro Tartagni, monumento funebre realizzato in marmo nella basilica di San Domenico dallo scultore fiesolano Francesco di Simone Ferrucci (1437-1493) per il giurista imolese e dottore dello Studio bolognese Alessandro Tartagni, morto nel 1477. Sino al 13 luglio. Info 051 6566210 Brian GRIFFITHS - The Kidd Reggio Emilia, Dispari & Dispari Project dispari&dispari projects inaugura sabato 14 dicembre alle ore 18.00 una mostra personale dell’artista inglese Brian Griffiths. La collaborazione tra dispari&dispari e l'artista nasce con la collettiva Fountain Show, e si concretizzata quest'anno con la personale intitolata THE KIDD. La mostra presenta al pubblico un'installazione itinerante di Brian Griffiths, già stata precedentemente esibita in un boxing club, nelle campagne inglesi e in un castello medioevale situato nella città di Norwich (Inghilterra), adattata al contesto della galleria. Si tratta visivamente di un vero e proprio campeggio realizzato con tende e sacchi di tela. Sino al 28 febbraio. Info 3356097304 NOMACHI - Le Vie del Sacro Roma, MACRO Raccolte in 12 grandi edizioni antologiche, le fotografie di Kazuyoshi Nomachi sono pubblicate in tutto il mondo e appaiono nelle principali riviste di fotografia, come The National Geographic, Stern e GEO. I lavori realizzati nel Sahara, lungo il Nilo, in Etiopia, in Tibet e in Arabia, hanno suscitato negli anni una grande ammirazione, anche nei paesi occidentali e hanno vinto numerosi premi, tra cui l'Annual Award of the Photographic Society del Giappone nel 1990 e nel 1997 e, nel 2009, la Medal of Honor with Purple Ribbon (riconoscimento del governo giapponese per meriti accademici o artistici). Sino al 4 maggio Info 06671070400 IL COLORE DELLA NEVE Roma, Galleria Antiquaria Biagiarelli Lo scorso 29 novembre 2013 presso la Galleria Antiquaria di Carlo Maria Biagiarelli in Piazza Capranica, 97 (6784987) in Roma è stata inaugurata la mostra I Colori della neve - Il fascino della realtà russa vista dai pittori sovietici. La neve è il tema dominante di questa rassegna pittorica ma non solo la neve. Il suo candore ricopre, soffice, delicato, un paesaggio quasi indurito dalle vicende sovietiche del tempo. Vari i momenti della vita quotidiana dei personaggi raffigurati, vari gli scorci, i panorami, urbani o di campagna. Sino al 28 febbraio Info 066784987 NATIONAL GEOGRAPHIC Roma, Palazzo delle Esposizioni Con "La Grande Avventura" - afferma Fosco Maraini - cerchiamo di riportare al maggior numero di persone questa essenza di National Geographic. La mostra - realizzata come sempre con l'apporto fondamentale, operoso e creativo della redazione - è diversa dalle cinque precedenti, perché non è soltanto di immagini: è più un'esposizione fotograficostorica, che farà partecipare i visitatori a un "viaggio" iniziato 125 anni fa a Washington, e continuato in tanti paesi di ogni continente. INTERLUDI continuano INTERLUDI continuano Seguendo un percorso narrativo semplice e chiaro (125 scatti, pannelli espositivi, cover della rivista, schermi televisivi, touch screen), potrete verificare perché quando parliamo di NG ci riferiamo a una "grande avventura" . Sino al 2 marzo 2014 Info 06489411 della raccolta di pezzi che faranno scoprire aspetti a dir poco sorprendenti del maestro genovese.Sino al 23 febbraio 2014 Info 0102530328 RITORNO ALLA FORMA 1952-1986 ROMA, Mucciaccia Arte Moderna Georges Mathieu è incontestabilmente l’artista francese che, tra il 1947 e il 1980, ha rappresentato nel modo più brillante l’arte del suo paese nel mondo. La sua fama, dalla nascita dell’astrazione lirica nel 1947, si è costruita su un’opera celebrata dalle più grandi istituzioni culturali nazionali e internazionali. Le caratteristiche della pittura detta “astratta lirica” comportano la scelta di una grande libertà di esecuzione, con una propensione marcata per la traccia del gesto sulla tela e un gusto per il colore e la materia, quest’ultima proveniente molto spesso direttamente dal tubetto. Sino al 20 febbraio. Info 0669923801 Campobasso, Artes Contemporanea Una delle peculiarità dell’arte molisana contemporanea è stata quella di non aver mai smarrito una spiccata linea figurativa. Fuori dalle correnti più significative, lambita solo superficialmente dalle tensioni del Futurismo, lontane dal dopoguerra, dai dibattiti sull’astrattismo, la regione ha mantenuto intatto un modo di saper dipingere e scolpire che affonda molte radici nella tradizione più nobile dell’arte italiana. Artisti presenti Antonio Di Toro, Antonio D’Attellis, Walter Genua, Giovanni Manocchio, Giulio Oriente, Leo Paglione, Gilda Pansiotti D’Amico, Rodolfo Papa, Antonio Pettinicchi, Marcello Scarano, Amedeo Trivisonno, Vincenzo Ucciferri. Sino al 12 febbraio 2014 Nam JUNE PAIK - The future is now PINOT GALLIZIO Georges MATHIEU CAMOGLI/Ge, Fondazione Remotti Il flusso continuo di percezioni e invenzioni coinvolge immagini, oggetti, disegni sculture, suoni. Così Paik inaugura la parentela con la musica contemporanea. Come Pier Paolo Pasolini, anche lui aveva intuito che il sistema televisivo avrebbe influenzato il comportamento individuale, politico, collettivo trasformando la società in aggregati mediatici, e le sue opere sono anche l'annuncio critico di questra trasformazione. Nella sua vita ci sono tappe fondamentali che sottolineano l'irruzione della novità tecnologica, come la prima telecamera portatile Portapak, creata dalla Sony nel 1965. Sino al 2 marzo 2014 Info 0185772137 LUZZATI FACTORY Genova, Museo Luzzati a Porta Siberia Come si costruisce un artista? Quali sono le tappe e i percorsi che vanno ad alimentare la sua vena creativa fino a farlo diventare tale? la mostra LUZZATI FACTORY SPERIMENTAZIONI ANNI ’40 – ’50 al Museo Luzzati di Genova dal 19 novembre al 23 febbraio prossimi ripercorre i primi venti anni del cammino artistico di Emanuele Luzzati alla ricerca delle sue sperimentazioni giovanili su tecniche, temi, stili. In mostra saranno bozzetti, figurini, progetti, disegni per opere teatrali, ad esempio quelli per il Peer Gynt del 1950 in cui recitò Vittorio Gassman, illustrazioni per libri come i disegni e le acqueforti per il suo primissimo lavoro in questo campo, il Candide di Voltaire; opere di grafica tra cui un divertente pannello di pubblicità per una birra: solo per avere un’idea Alba (Cn), Palazzo Banca d’Alba La mostra, attentamente selezionata, riporta Gallizio nella sua città, dopo la memorabile esposizione L’uomo, l’artista e la città, allestita dalla Fondazione Ferrero nel 2000, e dopo la grande mostra dedicata alla pittura industriale allestita nella primavera 2012 nella chiesa di San Domenico, dove si vide per la prima volta il Rotolo di pittura industriale lungo 74 metri realizzato nel 1958. Oggi invece si vogliono presentare alcune opere inedite di grande respiro e significato artistico che sono state raramente o mai esposte al pubblico e che sono rimaste gelosamente custodite nelle stesse collezioni private da molti decenni, in parte addirittura dagli ultimi anni di vita dell’artista. Una importante rassegna storica Sino al 9 febbraio. Info 0173 292248 Ron ARAD - In reverse Torino, Pinac. Giovanni e Marella Agnelli Arad rimane uno dei designer più influenti ed enigmatici al mondo e, nel corso degli ultimi 30 anni, ha fornito un contributo di importanza fondamentale al mondo dell'arte, del design e dell'architettura. Assurto a fama internazionale con la sua "Rover chair" e la libreria a serpente "Bookworm", Arad ha collaborato con marchi importantissimi quali Alessi, Vitra, Moroso, Swarovski e, oltre a tanti altri progetti acclamati dalla critica, ha progettato il negozio di Yohji Yamamoto di Tokyo. Arad ha esposto le sue opere al Centro Pompidou di Parigi, al MOMA di New York e al Barbican di Londra. Sino al 30 marzo 2014. Info 011006208 POSEIDONINFLORA Terlizzi (Ba), Pinacoteca Michele de Napoli La mostra si articola in due sezioni: la prima mostra dedicata alla fotografia subacquea (espongono nella rasegna: Silvia Boccato, Paolo Fossati, Isabella Maffei, Michelangelo Matacchione, Adriano Morettin, Giuseppe Pignataro, Stefano Proakis, Mimmo Tritto, Davide Vezzaro, Alessio Viora); la seconda incentrata sui lavori realizzati durante il percorso di educazione ambientale marina NEL BLU DELLA PUGLIA in collaborazione con il Primo Circolo Didattico “Don Pietro Pappagallo”. Sino al 24 febbraio 2014 Info 0803542836 LA GALASSIA DI ARP Nuoro, Museo MAN In mostra, insieme a un’importante serie di sculture, bassorilievi, arazzi e carte di Jean Arp (Strasburgo 1887-Basilea 1966), saranno presentati lavori significativi di grandi autori del primo e secondo Novecento, tra cui Alexander Calder, Max Ernst, Paul Klee, André Masson, Meret Oppenheim, Francis Picabia, Kurt Schwitters e ancora Josef Albers, Julius Bissier, Sonia Delaunay, Theo Van Doesburg, Piero Dorazio, Viking Eggeling, Fritz Glarner, Richard Huelsenbeck, Johannes Itten, Marcel Janco, Richard Paul Lohse, Alberto Magnelli, Sebastián Matta, Aurélie Nemour, Hans Richter, Arthur Segal, Italo Valenti, Victor Vasarely. Sino al 16 febbraio. Info 0784252110 IN HOC SIGNO VINCES Arezzo, Basilica San Francesco Dal 20 dicembre 2013 al 12 marzo 2014 si intende illustrare i vari aspetti della Leggenda della Vera Croce, esponendo un raro esemplare manoscritto dell’opera di Jacopo da Varazze proveniente dalla Biblioteca Ambrosiana di Milano (sec. XIII) accanto alla prima versione in volgare dello stesso testo, un incunabolo conservato a Camaldoli.Il percorso si apre con una celebre immagine di Elena proveniente da Firenze, dalla Galleria degli Uffizi. BARBIERI Vedute,The New Fragrance Bologna, Gallerie Oltredimore Mattia Barbieri intende aprire la Veduta ad un’interpretazione plurisensoriale: (The New Fragrance), quasi fosse una nuova essenza glam oltre a identificarsi con l’odore forte della pittura fresca, si fonde sorprendentemente con la fascinazione per la pittura paesaggistica del 1700 e la suggestione evocata dagli anonimi lombardi seicenteschi. La pittura di Mattia Barbieri è fatta di stratificazioni e cancellazioni. Sino al 14 marzo 2014. Info 051 6449537 ARTECULTURA 17 Gianfranco Rontani Un Maestro tra i personaggi della pittura che hanno segnato l’arte del secolo XX Cavaliere della Repubblica per meriti artistici dipinge 34 tele di metri 2x160 rappresentanti l’In- ferno a cui fanno eco d’arte altre 22 tele sul Carnevale di Viareggio, dall’opera di 4 metri donata al Santo Padre “Lasciate che i fanciulli vengano a me” in occasione della sua visita pastorale a Lucca, alla “Resurrezione di Cristo dinanzi a Sua Madre Maria” anch’essa donata al Papa durante la sua visita alla Diocesi di Lucca a Roma per il Giubileo. Una testimonianza di arte e di solidarietà che contraddi- stinguono l’operato ***. Certo che la donna nella pittura del Maestro Gianfranco Rontani si potrebbe definire come la madre del mondo per il modo coinvolgente che fa radice nella storia umana della vita. Nella riproduzione che segue di “RACCOGLIMENTO” la rilevanza della donna non fa mistero. Infatti, l’intenso della forza riflessiva che appunto caratterizza la stessa natura della donna, nel suo rapporto di animazione a principio di vita su un fondo giallo-pagliarino, rivela tutta la sua importanza. Marpanoza Segromigo di Piano (Lu) Cell. 3349020404 Artecultura tel. 02-864.64.093 Gianfranco Rontani “RACCOGLIMENTO”, olio su tela, cm. 30x40 Leonilde Perseu DIALOGO SUB DI PESCI ANGELO Non pensiamo che vi siano persone che non amino il mare, anche se possano esistere persone impressionate dalla vastità delle acque, ma che nel fondo di se stesse, poi non mancano di una considerazione di vicinanza che le rallegra e non le intristisce. Questo perché, per quello che ne sappiano, sembrerebbe che la nostra vita biologica origini dal mare, cosa che giustifica anche l’attrattiva di tanti pittori interessati a dipingere marine con bellissimi richiami di liricità poetica come, ad esempio, PESCI-ANGELO che dipinge la pittrice Leonilde Perseu. Un dialogo silenzioso e solenne in cui l’andare dei due pesciolini gialli con accenno di cuore sul basso ventre, ancora più blu delle acque del mare, motiva la loro volontà a districarsi dalle alghe del sub per sentirsi più liberi a navigare nel loro destino. Aspetti creativi, che si ombreggiano con la metafora umana mossa da reazioni emotive di un dialogo di sentimenti che collegano l’azzurro del mare con il terso del cielo pur se solo immaginariamente. Il dipinto in se stesso incorpora qualcosa di più della sua esplosiva liricità. Forse, nella biologia animale vi sono reazioni di radici universali che un pittore può avvertire per le sue particolari facoltà intuitive anche se poi rimangono estranei alla coscienza culturale. Interessante nel dipinto è che esso non viene espresso con superficialità ma con consistenza di chi, pittrice, lo è per natura ed esercizio di tavolozza. Leonilda Perseu: PESCI-ANGELO olio su tela. 18 ARTECULTURA Antonietta Di Seclì L’UNIVERSALE SPIRITUALITA’ La grande spiritualità non ha confini: sia se la considerazione si riferisce ad un mito ovvero ad una congenialità ideativa, lo spirito, quando è tale, in tutta la sua essenza, allusiva o dimostrativa, non determina frazioni a cospetto l’universo pur se il riferimento può partire da una croce ovvero da una vocazione di altre religioni o di orientamento filosofico o scientifico. L’essenza che manifesta il riferimento spirituale viene a riguardare comunque la grande unità universale. Tanto che specie le grandi religioni come il Cristianesimo hanno per loro finalità il raggiungimento dell’ecumenismo espresso anzitutto mediante la preghiera come metodo di purificazione da quel peccato, che appunto, riguarda il particolare e non l’insieme della visione immaginativa del mondo. Tant’è che “CORPUS DOMINI” 1997, che si equivale al “Corpo del Signore” di Antonietta Di Seclì, vuol significare, appunto, il grande ecumenismo dell’esistenza e l’idea che di esso si manifesta alla sensibilità umana. Tanto che la pittrice imposta il dipinto da un primo piano in scuro blu-Prussia che poi man mano ascende, si evolve sempre più in azzurro celestiale. Mentre nel centro del dipinto il simbolo della Croce si pone alla cima di un’isolotto che vuol significare la centralità del desiderio, l’universalità infinita della solenne unità ecumenica. Marpanoza Anto nietta Di Seclì: “CORPUS DOMI NI” 1997 olio su tela, cm. 100x70 Sergio Acerbi AMORE CONOSCITIVO La tavolozza dalla quale un pittore attinge quell’insieme di colori che poi passano all’energico impasto compositivo con spinta creativa innata che, tale poi rimane, anche quando un pittore può evolvere il suo lavoro allo spirito evolutivo della maestria. Come il caso di Sergio Acerbi che dipinge la sua tavolozza a manifestazione della facoltà permanente della sua pittura. Una pittura non casuale, ma specificamente una simbologia d’insieme nella quale fanno radici tutte quelle manifestazioni che il cervello immagazzina per la sua natura di alfabeto indeterminato di memoria del linguaggio presente nella scatola cranica cerebrale e per riflesso di realizzazione nella tavolozza fino a potersi dire sinonimi di una metafora senza fine. Un doveroso adempimento in cui la continuità diventa il solo metro che conta nel manifestare le innumerevoli sensazioni che sensibilizza l’emotività dell’artista per esprimere quella tensione conoscitiva di tempo indeterminato, dove più si conosce ed instancabilmente si persevera per continuare a scoprire lo scopo di vivere. Insomma un amore dal sentimento sferico in cui il movimento è radice universale di conoscenza su quanto la percezione umana possa recepire e domandarsi. L’amore diviene così quell’universo che Sergio Acerbi ci fa conoscere a merito della sua avanzata ricerca. (Marpanoza) Michele Giannattasio Gregorio Mancino DESIDERIO UNIVOCO ELEFANTE INTELLETTUALE L’unità familiare è un calore che non si vede, ma che si sente, si vive come una sovrana forma d’indipendenza e nel contempo di sicurezza anticipata da uno stimolo appagante di tranquillità soprattutto innata come se la serenità non riguardi la storia umana ma un valore di convivenza presente nel destino del mondo. Questa ed altra conoscenza, non sensibile ai sensi, ma attiva nella fenomenologia della vita che chiamiamo famiglia nella nostra sovrana tensione. Michele Giannattasio, pittore affettivo di grandi emozioni di tanto ci rende consapevoli sulla natura col suo dipinto “NUCLEO FAMILIARE” 1988. A semicerchio, attorniata dai figli, la madre, posta al centro del dipinto, motiva quell’alta spiritualità di comune fermento che raggiunge la profondità del valore che, appunto, significa famiglia, intesa più nella sua originalità di battito corale che di senso morale. Le tonalità del dipinto, infatti, che muovono da un fondo di marrone scuro poi man mano salgono verso l’alto evolvendo quelle varietà di colore che accendono di realismo interiore l’atmosfera vissuta dal battito creativo del pittore. L’opera diventa pertanto una pagella senza la scuola che puntualizza quell’affettiva premura umana da noi sentita come anelito di vera purezza. Marpanoza La metafora è da pensare che sia il mezzo che fa pittore davvero moderno Gregorio Mancino. Lui, l’artista, che modernizza l’antico e l’oggetto usato, il pittore che rende piacevole la stranezza, appunto, mediante la metafora appropriata da non confondere con un comune adattamento che non porta da nessuna parte, al contrario di Mancino che intellettualizza l’elefante tra l’azzurro e il Tricolore con due occhi che sembrano parlare ad un mondo che vive oltre la coscienza umana. Forse o vero, il desiderio di un linguaggio intergeneris alimenta la ricerca conoscitiva del pittore che fa della meraviglia lo scopo del suo percorso creativo. L’artista dota di una spiccata intelligenza che, oltre a farlo viaggiare in continuazione, sensibilizza il pittore anche alle attrattive negli angoli più remoti del mondo che Mancino raggiunge per rapporti d’arte e donazioni varie dovute al solidale della sua magnanimità. (Marpanoza) Gregorio Mancino “ELEFANTE A ZANZIBAR” 2011 , tecnica mista cm. 50x70 Michele Giannattasio “NUCLEO FAMILIARE” 1988 Olio su tela Sergio Acerbi ESSENZA D’AMORE 4 cm. 29x21 ARTECULTURA 19 Marco Faggi CORTINA ARTE Via MAC MAHON, 14 (Cortile int.7) INTERROGATIVI DELL’IMMAGINARIO Intuire esistenze per lo più inverificabili è sempre stato un problema non solo per un geniale psicanalista come Sigmund Freud, ma anche per un positivista come Karl Popper che da un punto di vista scientifico conosceva bene i cieli dei laboratori. Così che con il d ipinto “DIALOGO TRA CONSCIO E INCONSCIO” pensato senza mediatori, il pittore Marco Faggi s’inventa il suo programma di ricerca conoscitiva con l’auspicio che raggiunga quel risultato che spera: di tessere cioè con la sua spericolata ricerca l’intesa tra la montagna e l’eco, quel filo diretto che si pronuncia incondizionatamente facendosi sentire senza farsi ne toccare e tantomeno vedere. La metafora ha di certo il suo diretto riferimento come quando ci si propone di conoscere l’immaginario di un discorso che riguarda l’inconscio ed il suo contrario cioè l’inconscio senza la partecipazione di mediatori esterni. Una finalità non solo difficile a raggiungere nell’infinito della sua premessa in cui il risultato può pervenire a due risposte: alla sostenibilità dell’esistenza ovvero alla sua sconfessione. Un tema sul quale la Scuola di Vienna con Klimt, Schiele, Kokoscha ed altri artisti-scienziati si sono domandati a lungo tracciando ognuno di loro la più congeniale dimostrazione. Ora, Marco Faggi, che si promette di conoscere il filo diretto degli avvenimenti tra conscio e inconscio suona il campanello del miracolo nel rapporto tra la materia e la spiritualità, la sua poesia, poiché alla fin fine di questo si tratta. Fino a persuadersi che l’inconscio potrebbe scomparire se la biologia raggiungesse la perfezione del suo equilibrio chimico e funzionale. Impossibile. Si sa, ma il tentativo di conoscere meglio se stessi può avverarsi in tanti modi. Il buon auspicio per Marco Faggi. (Marpanoza) 20155 MILANO -ITALIA Tel 02/33607236 www.cortinaarte.it E-mail: [email protected] PERMANENZE DINO BUZZATI GIANCARLO CAZZANIGA GIANCARLO CERRI GIOVANNI CERRI ROBERTO CRIPPA DADAMAINO FORTUNATO DEPERO LUCIANO MINGUZZI Inaugurazione della mostra ore 18,30 11 f ebbraio - 1 marzo 2014 *** MARINO BENIGNA Dentro a cura di Giovanni Cerri La mostra di Marino Benigna, dal titolo “Dentro” offre una selezione di dipinti dell’autore bergamasco, particolarmente attento al tema umano della sofferenze e del dolore. Come evoca il titolo stesso della mostra, l’artista si concentra sull’interiorità umana e indaga in essa nei significati più veri e talvolta anche scomodi. Patimento, turbamento, estasi, esistenza, morte, tutto ciò che scorre nel nostro “essere nel mondo”. Pittura dal colore essenziale, scandito su poche tonalità, e pittura che parla all’emotività. Un espressionismo profondamente lombardo, che è incentrato sulle tematiche forti del senso della vita. GALLERIA GALLERIA PONTE ROSSO PONTE ROSSO 20121 - Milano via Brera 2 Tel/Fax 02/86461053 Corrisp. via Monte di Pietà1/A E-mail:[email protected] www.ponterosso.com GALLERIA PONTE ROSSO 1973 / 2013 Proseguendo il percorso delle mostre allestite per i 40 anni di attività della galleria, la Ponte Rosso presenta la rassegna 100 disegni dedicata alle tecniche artistiche su carta: disegno, acquerello, tempera, pastello, incisione. In mostra opere grafiche di artisti italiani del novecento e contemporanei con particolare risalto a dodici artisti a cui la Ponte Rosso ha dedicato un’importante pubblicazione monografica. Collana 100 disegni: CONSADORI, VELLANI MARCHI, FLANGINI, SALIETTI, BRAMBATI, LONGARETTI, MOTTI, DALLA ZORZA, NOVELLO, LURAGHI - acquerelli Collana Incisori: COTUGNO, MISSIERI inaugurazione giovedì 23 gennaio ore 18 Marco Faggi “DIALOGO TRA CONSCIO E INCONSCIO” Tecnica mista su tela e tavole Carlo Dalla Zorza Venezia ai giardini, ingresso alla Biennale 1954 dal 23 gennaio al 16 febbraio 2014 ASSOCIAZIONE CULTURALE R. CORTINA Via Mac Mahon, 14 (Cortile interno n. 7) 20155 MILANO - ITALIA Tel/Fax 02/33607236 - Cod.Fisc. 97181820156 20 ARTECULTURA Orario di apertura: 10-12,30 / 15,30 -19 Chiusura: domenica e lunedì domenica 16 febbraio aperto dalle 15,30 alle 19,00 Fortunato Depero: Liquore Strega, 1928 collage di carte colorate su cartone, 46x33 cm Aosta, Museo Archeologico 12 dicembre 2013 - 11 maggio 2014 Il Museo Archeologico Regionale di Aosta prosegue l’indagine sulle avanguardie storiche del ‘900 (negli anni scorsi sono state realizzate due grandi rassegne dedicate a Paul Klee e Wassily Kandinsky) focalizzando l’attenzione su Fortunato Depero, una delle figure maggiormente significative del secolo scorso UNIVERSO DEPERO che ha saputo proporre una visione dell’arte totale. Universo Depero, a cura di Alberto Fiz e Nicoletta Boschiero, inaugurata lo scorso 12 dicembre 2013 per rimanere aperta sino all’11 maggio 2014, è organizzata dall’Assessorato Istruzione e Cultura della Regione autonoma Valle d’Aosta in collaborazione con il Mart di Rovereto che ha assicurato il prestito di una serie particolarmente significativa di opere, alcune mai esposte prima d’ora, che spaziano dal 1910 alla fine degli anni Quaranta. La mostra fa parte di un progetto teso alla valorizzazione dell’artista, come conconfermano i tanti eventi internazionali che lo coinvolgono tra cui Depero y la reconstruccion futurista del universo proposta sino al 12 gennaio 2014 a La Pedrera di Barcellona, la grande rassegna sul futurismo in programma al Guggenheim di New York dal 21 febbraio al 1° settembre 2014 a cui farà seguito, in giugno, la personale Depero futurista alla Fundacion Juan March di Madrid. I prestiti del Mart sono arricchiti da testimonianze significative provenienti da altre realtà museali fondazioni, gallerie e musei aziendali come la Campari con cui si è sviluppato un lungo sodalizio durato dal 1925 al 1939. Non manca, poi, un nucleo di testimonianze che fanno parte della collezione personale dell’artista Ugo Nespolo che ha sempre considerato Depero un suo fondamentale punto di riferimento. “Attivo per quarant’anni, Fortunato Depero è un personaggio a tutto tondo che ha sfidato le convenzioni attraverso un processo creativo in grado di spaziare dal teatro alla pubblicità; dal design all’artigianato attraverso la sperimentazione di differenti tecniche, come dimostrano le sue celebri tarsie di stoffe colorate”, affermano i curatori Alberto Fiz e Nicoletta Boschiero che ricordano come proprio Umberto Boccioni, nel 1916, rimproverava amichevolmente a Depero di “osare troppo”. Nel celebre manifesto Ricostruzione futurista dell’universo firmato da Giacomo Balla e Fortunato Depero nel marzo 1915 gli intendimenti erano chiari: “Noi futuristi, Balla e Depero, vogliamo realizzare questa fusione totale per ricostruire l'universo rallegrandolo, cioè ricreandolo integralmente. Daremo scheletro e carne all'invisibile, all'impalpabile, all’imponderabile, all'impercettibile. Troveremo degli equivalenti astratti di tutte le forme e di tutti gli elementi dell'universo, poi li combineremo insieme, secondo i capricci della nostra ispirazione, per formare dei complessi plastici che metteremo in moto.”La mostra in programma ad Aosta affronta l’Universo Depero nelle sue differenti declinazioni: sono esposte oltre 100 opere tra dipinti, arazzi, tarsie, panciotti futuristi , mobili, sculture, bozzetti, progetti, libri (tra cui il celebre Libro imbullonato del 1927), disegni e schizzi in una esposizione che ripercorre l’iter creativo dell’artista dai suoi esordi in ambito simbolista (la mostra si apre proprio con un’opera simbolista come Il taglialegna del 1912) alla sua adesione al futurismo giungendo sino alle realizzazioni degli anni quaranta quando appare evidente il recupero della tradizione e dell’arte popolare. In una rassegna così concepita, non mancano le riflessioni sul teatro e la danza (appaiono di particolare significato i progetti per I Balli Plastici provenienti dal Mart, oltre allo storico dipinto Tarantella del 1918), sulle tappe che hanno condotto nel 1919 alla nascita di Casa Depero, sull’esperienza americana (qui nascono i progetti per Vanity Fair e Vogue), così come sullo stretto legame con il mondo pubblicitario che per Depero ha lo stesso valore della ricerca artistica indipendente, tanto che nel 1926 espone alla Biennale di Venezia una sua pubblicità per Campari, Squisito al selz. (Aoristias) Info 0165 274401 VIAGGIARE NEL TEMPO Scienza, storia, strumenti Cosenza, Palazzo Arnone Sino al 31 maggio 2014 Il 14 novembre 2013 è stata inaugurata a Cosenza, Palazzo Arnone, sede della Soprintendenza per i Beni Storici, Artistici ed Etnoantropologici della Calabria e della Galleria Nazionale di Cosenza, la Mostra Cosenza Scienza - Storie e strumenti scientifici per viaggiare nel tempo. L’esposizione, di notevole valenza didattica, propone strumenti, apparati storici e reperti naturalistici appartenenti alla cospicua collezione tecnico-scientifica del Liceo Classico “B. Telesio” di Cosenza acquisita nel corso della sua lunga e autorevole storia a partire dal 1861. La mostra è divisa in sezioni: FISICA MODERNA: serie di tubi a vuoto, rocchetto di Ruhmkorff, Scala di Cross,Spettroscopio di Kirckoff e Bunsen, ecc.; ELETTROMAGNETISMO: elettromagnete, sezione di cavo elettrico transoceanico, ago magnetico, modelli di motori elettrici, macchina del dott. Spalmer per terapia medica; ACUSTICA: canne sonore, modello di microfono a carbone, modello di telefono, sirena di Cagniard de La Tour, microfono di Bell; OTTICA: lanterna magica, episcopio, microscopio composto, camera obscura, modello di proiettore, microscopio solare, stereoscopio a cassetta ecc.; LA NASCITA DELLA CHIMICA: L’ALCHIMIA: Athanor, vetreria, storte, alambicchi, distillatore ecc.; riproduzione di un laboratorio alchemico di fine ‘700. Non manca uno spazio scenico dove attori professionisti proporranno il testo teatrale La Scienza oscura - il monologo dell’Alchimista che racconta il cruciale passaggio alla moderna chimica quantitativa. Per i più piccoli sono previste, altresì, azioni interattive con strumenti ricostruiti o giocattoli scientifici a tema. L’iniziativa è voluta dal Liceo Classico “Bernardino Telesio”, dalla Soprintendenza per i Beni Storici, Artistici ed Etnoantropologici della Calabria e dalla Società Bottega Scientifica.Una rassegna, pertanto, di ampio respiro che permette di valutare come la scienza influenzi in maniera decisiva l’esistenza quotidiana dell’uomo e come essa stessa sia frutto della sua creatività, della sua capacità di innovazione. Una lezione quanto mai attuale nell’Italia di oggi, in cui una latente e diffusa mentalità, ostile o diffidente, al progresso scientifico, è ancora presente. Una mostra, come questa, certe nebbie può contribuire a dissiparle. Info 0984795639 ARTECULTURA 21 TRE OPERE PER UNA SCIAGURATELLA CHIAMATA MANON Il primo a mettere in musica il romanzo dell’abate Antoine-Francois Prévost intitolato “Histoire du chevalier Des Grieux et de Manon Lescaut” edito nel 1731 era stato, nel 1856, Daniel Auber, con una “Manon Lescaut” infedelissima, oltre che al povero Des Grieux, anche al testo letterario originale, per un risultato tanto poco memorabile che Jules Massenet (1842-1912) non ebbe remore nel rimettere mano al romanzo di Prévost per farne una nuova versione operistica. Così, nel gennaio 1884, ecco rivivere “Manon”, giovane femmina incostante, avida e nello stesso tempo innocente nel proprio essere corruttibile e corrotta, destinata dalla famiglia a un convento nel quale non giungerà mai perché, alla stazione di posta di Amiens, incontra il giovane Des Grieux, che la convince senza grandi sprechi di fatica a seguirlo a Parigi, dove però li attende una povertà incompatibile con le ambizioni della ragazza. E’ così che quando il padre di Des Grieux, per porre fine allo scandalo, fa rapire il figlio, Manon, che pure è al corrente della cosa, non fa nulla per salvarlo. Liberatasi dell’amante, diventa mantenuta di un appaltatore delle imposte, ma quando apprende che lo sventurato Des Grieux sta per essere ordinato abate, corre a travolgerlo con la propria rinnovata passione. I due si riducono a vivere di espedienti, con Des Grieux ormai giocatore professionista e probabilmente baro. Arrestati su denuncia di un ex spasimante di lei, Des Grieux viene rilasciato, mentre Manon finisce condannata come prostituta alla deportazione nelle Americhe. Non vi giungerà: dopo un vano tentativo di salvarla, Des Grieux se la vede morire fra le braccia. Per la partitura Massenet sceglie la versione “opera-comique”, cioè con i recitativi, in un’epoca in cui anche “Carmen” veniva rielaborata per toglierli e trasformarla in “grand-opera” (con risultati però almeno dubbi) e Wagner già da un pezzo aveva inondato i palcoscenici con la propria concezione totale della musica. Ciò nonostante l’opera, 22 ARTECULTURA Il compositore Massenet mentre prova con il Soprano Sibyl Sanderson (Dipinto di Charles Baude) a parte un inizio sgangherato, è apprezzabile, e tale in teoria da scoraggiare altre riletture della storia. Invece, a soli nove anni di distanza, con “Manon” di Massenet ancora ben presente sui palcoscenici, ecco nel 1893 arrivare Giacomo Puccini (18581924), che dopo il poco digeribile “Edgar” in cui il solo Giulio Ricordi, dimostrando grande lungimiranza, aveva trovato l’embrione del grande compositore, riduce all’essenziale i canoni narrativi di Prévost, la tensione emotiva e lo straordinario lirismo a sostituire i dettagli della narrazione. Anche in questo caso “Manon Lescaut” ha un inizio piuttosto stentato e tale da ricordare gli stenti della “quasi” opera prima “Edgar” (“Le villi” erano solo un compitino da concorso e non possono contare), ma subito decolla in un succedersi di melodia e dramma, i protagonisti che s’incontrano ad Amiens e il resto sottinteso, per ritrovarsi nel lusso della nuova vita parigina di Manon, Des Grieux che riappare dopo una separazione non narrata e lei che si riaccende di stravolgimento amoro- so, per finire però arrestata in un incalzare di situazioni ansiogene musicalmente magistrali. A differenza di quella di Massenet, la Manon di Puccini si imbarca veramente per le Americhe, Des Grieux ad accompagnarla come mozzo di bordo, e ancora il sottintendere del resto, fino a ritrovare i due amanti in una fuga disperata nel deserto, lei agonizzante e lui, che per difenderla ha ucciso un uomo in duello, sconvolto nel precipitare del finale di morte. Abbiamo così Manon in doppia versione (dimentichiamo il dimenticabile Auber), eroina senza eroismo, crisalide volubile di farfalla mai nata. Massenet e Puccini riescono ancora a coesistere sulle scene, ma, va da sé, il maestro problematico e pigro di Torre del Lago offre quel qualcosa in più che crea partecipazione, il dramma che sa irrompere con potenza sulle sorti sciagurate dei due amanti con un taglio meno datato e più vicino al rinnovamento degli schemi del melodramma “di melodia”. Giovanni Chiara Il punto Maestri contemporanei Luisa Visconti LA NATURA A VOCAZIONE DI CREATIVITA’ PITTORICA Milano, Sala Azzurra Artecultura febbraio-marzo 2014 Nella sua attuale personale alla Sala Azzurra di Artecultura la pittrice Luisa Visconti, che già in passato a più riprese aveva presentato i suoi raffinati lavori, ispirandosi al mondo misterioso e meditativo della montagna, ora allarga la sua indagine anche ad alcuni aspetti del mondo marino. Sempre, comunque, al di là della appartenenze iconografiche, in un solitario colloquio con la natura, con la sua intrinseca vitalità che l’occhio attento e sensibile dell’artista è in grado di cogliere. Nella storia dell’arte del passato, spesso la natura nella sua rappresentazione era idealizzata, diveniva mito ed archetipo, sino alla nozione romantica del sublime, incarnata al massimo della sua grandiosità nei dipinti di Constable e Turner. Del resto, occorre sottolineare, questa tendenza ad assolutizzare la natura, ancorché essere un elemento anche inconscio, proprio della condizione umana, si rivela pure nel dibattito sociale contemporaneo, quando l’idea stessa e pienamente condivisibile di salvare integralmente un paesaggio, viene spinta, però, fino all’estremo, con il proposito stesso di respingere ogni forma di civilizzazione, anche di minima alterazione “Portixeddu”, acquarello, cm. 36x51 che possa essere lesiva di antichi epperò irreali equilibri. Tuttavia nell’osservare con serena visione gli acquerelli della Visconti si comprende come per lei la natura, lungi dall’essere un mito, un puro concetto, si dispone invece come solido e purificato naturalismo. Nel senso che l’immagine intuita e sviluppata libera la rappresentazione da ogni accenno di retorica o di pesantezza. Il suo sguardo visivo ed espressivo si posa sull’insieme, su quel particolare insieme che poi esalta e valorizza il singolo dettaglio. Ciò che maggiormente affasciARTECULTURA 23 na nella lettura del dipinto della Visconti è la sua capacità di creare l’atmosfera del luogo, dello spazio ritratto. E non a caso è stato utilizzato proprio questo termine per sottolineare come queste vedute, siano in realtà veri e propri ritratti di natura, che consentono a chi guarda le sue opere di entrare con la vista e con il pensiero nel luogo raffigurato. Si osservi solo come un placido sentiero, seguendo il suo ritmo, si inerpichi nel bosco o una silenziosa cancellata sembri solo attendere il momento di essere aperta, per comprendere di quale finezza psicologica l’artista sia dotata. E’ da rilevare poi sul piano più strettamente tecnico che le sue qualità formali sono ineccepibili, solo a considerare come 24 ARTECULTURA la luce crei lo spazio, nella raffinata e quasi impercettibile varietà dei toni. Se dal punto di vista storiografico la pittura della Visconti predilige il terreno di un naturalismo sensibile, evocativo, privo di deformazioni o esasperazioni cromatiche o plastiche, non di meno la sua modernità si rivela proprio nel liberare la natura da tanti condizionamenti, orpelli, per cui pare di avvertire nelle sue opere una vera e propria eco del tempo. La Visconti crea così un proprio equilibrio stilistico, figurale, lontano dalle varie correnti d’avanguardia, convinta che l’arte debba in primo luogo essere autenticità di se stessi, al di là delle appartenenze di tendenza o di poetica. L’arte è ricreazione di mondi possi- Pag.24, da sinistra in senso orario: “Oltre il cancello”, “Senza titolo” “Cielo di Porto Torres”, Papaveri”, acquarelli cm. 36x51 cadauno bili non improbabili e proprio per questo talora è difficile. I suoi dipinti sono pervasi da una luce cristallina, che non cessa di essere se stessa, vale dire imperturbabile e serena, anche nel recesso più oscuro. Di questa consapevole e fascinosa atmosfera l’artista si fa acutamente interprete, infondendo nell’oggetto una segreta energia. Ecco allora che i dipinti della Visconti diventano intimi colloqui con la natura, tanto più intensi quanto più essi sono spogli di ogni inutile sovra- struttura letteraria o astrattamente culturale. Si avverte, quindi, un vero richiamo di arte povera, come rifiuto del- Pag. 25, dal basso di sinistra in senso orario: “Acqua,vita e morte”, “La Passerella”, “La Burrasca”, “Frescura”, acquarelli, cm. 36x51 cadaunio l’eccesso, di quella deviazione barocca che distoglie lo sguardo dal suo compito, dalla sua interiore verità. Dal punto di vista artistico la Visconti sembra suggerire che la natura non va “assalita”, ma semplicemente assecondata nei suoi tempi e nei suoi ritmi che poi divengono la sua verità. E da questo punto di vista si intuisce perché l’artista insista nelle sue composizioni sul valore del tempo, sul senso di trasformazioni che, apparentemente invisibili, in realtà plasmano la natura e contemporaneamente plasmano noi stessi. Il profondo equilibrio dell’artista, il suo innato senso estetico le ha anche permesso di evitare quella che avrebbe potuto rivelarsi come la strada più semplice e battuta per giungere alle sue visioni, ossia l’eredità stessa dell’Impressionismo. Quello stesso Impressionismo che poi troppo spesso cederà alla frammentazione luminosa e cromatica, della forma stessa, quando invece per la Visconti esse sono pericoli del visibile che vanno evitati. L’artista perviene così ad una singolare sintesi di valori tonali e di tonificazione della forma creando una realtà plastica che paradossalmente diviene tale senza volumi o masse, ma fluidificandosi nel perenne ritmo della luce. Da queste considerazioni emerge il profilo di una pittura coerente con se stessa e con le sue premesse che non si avvale di astuzie mestieranti o di fumosi messaggi sociali, ma della limpidezza della sua scrittura cromatica e luminosa e della sua funzionalità espressiva. Questa è una pittura che, senza retorica, si può affermare che nasce dalla forza di esperienze interiori, ancor prima della pur importante duttilità tecnica e formale. Va da sè che la sintesi fra i due fattori consente poi all’arte di apparire ed essere in tutta la sua essenziale e armoniosa proposta. Il linguaggio pittorico della Visconti si rivela pertanto nella sua concretezza. L’atmosfera, lungi dall’avere un senso di vacuo sentimentalismo, diventa un elemento di coinvolgente realismo che anima la perARTECULTURA 25 cezione e la visione dell’insieme. Da rilevare poi la raffinatezza dei toni che delicatamente sfiorano superfici e piani. Da questo punto di vista particolarmente significativi appaiono i cieli dipinti dall’artista, lavori nei quali l’essenza espressiva della pittrice, volta a rendere tangibile l’impalpabile, tocca qui il suo acme. L’artista si esprime quindi con una lungimirante scelta sia emotiva che concettuale, puntando alla semplificazione della visione, proprio per raggiungere l’optimum dell’approfondimento. Del resto un concetto si rivela pienamente assimilato, quando si riesce ad esprimerlo con poche, chiare e convincenti parole. Lo stesso nei suoi dipinti, così nitidi ed acuti. Ed è così che l’artista perviene ad intuire una sua suggestiva poesia, nel senso in cui la vedeva Croce, come frutto di una personale ed interiore esperienza che consente di pervenire alla realtà delle cose e delle situazioni senza le costrizioni operative della logica. Tuttavia questi dipinti manifestano una loro organica unità, creata dalla luce e dal colore che in questo caso non ha affatto una valenza decorativa o d’illustrazione ma sono veri e propri interpreti della realtà paesistica con cui si confrontano. Pertanto con animo apparentemente 26 ARTECULTURA distaccato e operativamente contemplativo la Visconti pone l’osservatore in una originale visione della natura, recuperando in maniera critica ed innovativa quella che è stata la lunga tradizione classica del paesaggio che si diparte dal XVII secolo. Il passato infatti non cessa mai, esso continua a influenzare per vie spesso non prevedibili lo sviluppo dell’arte e della società. Spetta poi alla sensibilità di ognuno saperlo leggere nella sua giusta prospettiva il che equivale a comprenderlo Pag. 26, dall’alto in basso: “Pianura Padana”, “Onde”, acquarelli, cm. 36x51 cadauno. e farlo proprio. La giusta strada, questa, per essere moderni, senza l’inutile sfoggio di anacronismi o citazioni. Non resta quindi che lasciarci intelligentemente coinvolgere dai dipinti della Visconti, dalla coerenza della sua figurazione, serena, libera da scettici immobilismi o preconcetti, ma aperta ai più autentici richiami dell’arte e della vita. Teodosio Martucci MATISSE La forza della linea, l’emozione del colore Henri Matisse: Giovane donna in bianco, sfondo rosso, 1946 Olio su tela, cm 92 x 73. Lione, Musée des BeauxArts. © Succession H. Matisse, by SIAE 2013. A destra: Henri Matisse: Natura morta con donna addormentata, 1940 Olio su tela, cm 82,5 x 100,7 Washington, National Gallery of Art. © Succession H. Matisse, by SIAE 2013 Quel che più mi interessa non è né la natura morta, né il paesaggio, ma la figura. La figura mi permette ben più degli altri temi di esprimere il sentimento, diciamo religioso, che ho della vita Henri Matisse, 1908 Ferrara, Palazzo dei Diamanti 22 febbraio - 15 giugno 2014 Il genio di Matisse ha cambiato il corso dell’arte del Novecento, imprimendo la sua visione nuova ad ogni genere artistico. Nessuno di questi, però, l’ha affascinato quanto la rappresentazione della figura, soprattutto femminile, al punto da impegnarlo per l’intero arco della sua carriera in una ricerca incessante attraverso tutte le tecniche. È questo il tema attorno a cui è incentrata la mostra che Palazzo dei Diamanti dedica ad un gigante della storia dell’arte moderna, evocando il suo percorso creativo e, al tempo stesso, mettendo in luce le strette relazioni tra la sua produzione pittorica, scultorea e disegnativa. Con questa rassegna, curata da Isabelle Monod-Fontaine, già vicedirettrice del Centre Pompidou e studiosa di Matisse riconosciuta in ambito internazionale, la Fondazione Ferrara Arte intende proporre un ritratto a tuttotondo e non scontato del maestro francese, che metta in risalto le sue doti di alchimista del colore, ma anche il suo grande talento grafico e scultoreo. Una selezione di opere provenienti da musei e collezioni private di ogni parte del mondo, racconterà l’avventura attraverso la quale Matisse, al pari di Picasso, si è ispirato al più classico dei temi, quello della figura, e ne ha sovvertito la rappresentazione tradizionale. Ad accogliere il visitatore sarà il magnetico Autoritratto del 1900 (Parigi, Centre Pompidou) assieme a giovanili e potenti prove di studio sul modello. La gioiosa vitalità della stagione fauve verrà poi rievocata da un dipinto raggiante di colori puri, quale il Ritratto di André Derain (1905, Londra, Tate), e dalle creazioni nate sotto la suggestione della pittura di Cézanne e della scultura africana, come il fondamentale bronzo Nudo disteso (1907, Centre Pompidou) e la tela Nudo in piedi (1907, Tate), entrambi sorprendenti per la scansione delle forme e il potenziale espressivo.La mostra metterà quindi il visitatore di fronte a tre pietre miliari del 1909: il bronzo La serpentina, la tela Nudo con sciarpa bianca, provenienti dallo Statens Museum for Kunst di Copenaghen, e la Bagnante del MoMA, opere che costituiscono uno dei più alti raggiungimenti matissiani, nell’arabesco fluttuante dei corpi capace di trasmettere un senso di primordiale fusione con l’ambiente. A nutrire l’immaginario dell’artista è soprattutto la presenza di una modella nel suo atelier, l’emozione che essa risveglia in lui e il piacere stesso di ritrarla. Negli anni della prima guerra mondiale, la figura femminile è al centro di un lavoro quasi ossessivo con cui Matisse cerca di metterne a nudo l’essenza, come dimostrano le effigi di Lorette con il loro fascino misterioso (ad esempio Le due sorelle, 1917, Denver Art Museum, e Nudo seduto di spalle, c. 1917, Philadelphia Museum of Art). Una svolta radicale è segnata dalle opere del dopoguerra che riflettono l’incantesimo della Costa Azzurra e la riscoperta di Ingres e Renoir (Ragazze in giardino, 1919, La Chaux-de-Fonds, Musée des Beaux-Arts). Info 0532 244949 ARTECULTURA 27 Franz Pichler NON AVERE PAURA El Lissitzky, Lenin Trbune, 1920 Moscow, State Tretyakov Gallery Franz Pichler, Werkstattgeist (Lo spirito d‘officina), 2012- h. 18 cm, b. cm. 30, t. cm.7, legno e ossa Merano, Merano Arte 29 gennaio - 6 aprile 2014 In occasione del settantacinquesimo compleanno dello scultore Franz Pichler, Merano Arte dedica all'artista meranese una mostra che ripercorre il suo percorso dagli anni Sessanta ad oggi. Pichler nasce a Scena nel 1939, dal 1959 studia scultura all'Accademia di Belle Arti di Monaco di Baviera e lì consegue il diploma nel 1964. Da più di cinquant'anni egli è immerso in una ricerca che ha dato vita a un'ampia produzione di sculture e opere grafiche, un percorso creativo che si è sviluppato nel tempo in maniera varia e complessa. Le opere dello scultore si distinguono per una particolare intensità formale e qualità figurativa, mentre le creazioni grafiche rispecchiano in primo luogo l'impegno politico espresso in qualità di artista e culminato nel 1975 all'insegna del motto "Il quotidiano è la nostra cultura", con la partecipazione alla fondazione del Süd- tiroler Kulturzentrum. L’esposizione si propone di esplorare una visione personale di scultura che è andata ben definendosi nel corso degli anni, approcciando l'opera di Pichler non in senso cronologico, ma individuando alcune linee tematiche rappresentative del suo lavoro. Al centro della poetica dello scultore c’è il confronto con la vita, in tutte le sfaccettature che la riguardano, in tutti gli oggetti o i soggetti che al quotidiano appartengono. Molta attenzione è prestata inoltre a quelle situazioni sociali e politiche che influenzano e caratterizzano la nostra esistenza. Per l'artista meranese la scultura è sintesi di costruzione, accostamento e conversione di oggetti trovati appartenenti al quotidiano, si anima con composizioni materiche e coloriste basate sulla tecnica del collage, dell'assemblage o del montage, pratiche note per il loro carattere ironico, anarchico, provocatorio. Un atteggiamento che rimanda certo alle esperienze di fluxus e della pop art, all'attenzione che tali correnti conferirono all'universo del quotidiano e alla riassegnazione di senso e significato dello stesso.Astrazione e figurazione sono i poli opposti e allo stesso tempo complementari attraverso i quali si esprime l'arte di Pichler. Di grande ispirazione si rivelarono per lui negli anni Sessanta gli scritti di Erich Fromm, Theodor Adorno e Margarethe e Alexander Mitscherlich. Per quanto concerne la scultura, il riferimento va all'opera di Constantin Brancusi e Alberto Giacometti, al loro rapporto con la messa in forma della materia e relazione con lo spazio. “Le opere dello scultore - afferma Sabine Gamper, curatrice della mostra - assumono ad ogni sguardo sfaccettature diverse ed esprimono un'apertura e indeterminatezza che rispecchiano la complessità e varietà intrinseche al concetto stesso di vita”. “Il suo interesse - prosegue Sabine Gamper - è volto a un confronto costante con la quotidianità, ma oltre ad esprimerne gli aspetti più leggeri e giocosi ne esplora i risvolti, i retrogusti più amari. Info 0473 21 26 43 28 ARTECULTURA L’esposizione, in programma alla Casa del Mantegna di Mantova, visitabile fino al 23 febbraio 2014, è promossa dalla Provincia di Mantova ed è curata da Arturo Schwarz, Renzo Margonari e Gianfranco Ferlisi. La mostra rappresenta perciò un nuovo e interessante contributo di ricerca che aiuta a ricostruire il panorama di una serie di esperienze AVANGUARDIE RUSSE Dal Cubofuturismo al Suprematismo artistiche fondamentali per la cultura del nostro tempo e permette, anche, di cogliere la pluralità espressiva, la complessità dei filoni tematici principali e, soprattutto, la suggestiva matrice comune ai vari movimenti. Una carrellata ben articolata di opere conduce, dunque, dal neoprimitivismo, il primo movimento d’avanguardia d’inizio secolo, al Suprematismo e poi alla razionalità e alla disciplina formale del Costruttivismo. Emerge, alla fine, lo straordinario e potente poliglottismo pittorico che si sviluppa a cavallo della rivoluzione d’Ottobre. Negli spazi di grande prestigio e di eccelsa suggestione, come appunto sono quelli della Casa del Mantegna, le porte di questa antica architettura si aprono perciò, ancora una volta, al dibattito e alle massime realizzazioni dell’arte moderna e contemporanea. La mostra è inoltre un’occasione davvero straordinaria per ripercorrere quel fil rouge che evidenzia i legami e le influenze fra il mondo artistico russo e quello occidentale. Info 0376360506 STEPART FAIR 2014 Rassegna d’Arte Contemporanea LA CIVILTA’ DEI NURAGHI Architettura e storia dalla Sardegna Giacomo Montanaro, Untitled (In the middle of Nowhere) 2013 acidi su carta fotografica, galleria Il ritrovo di Rob Shazar Dal 28 al 30 marzo 2014, alla Fabbrica del Vapore di Milano (via Giulio Procaccini 4) torna STEP ART FAIR. Con oltre 20.000 visitatori in quattro anni, Step Art Fair si conferma come una piattaforma capace di collegare il mercato, alle mostre, alle performance, alla videoarte e a eventi speciali. Il titolo dell’edizione 2014 - Young, Natural, International - è indicativa di quanto Step Art Fair, inserendosi in un panorama ricco di manifestazioni, si caratterizzi per la propria identità, orientata al contemporaneo emergente e privilegiando le proposte relative ad artisti giovani. Nutrita sarà la presenza di gallerie provenienti da diverse realtà europee e dall’est del mondo. Quello del confronto tra linguaggi provenienti da artisti stranieri e di comparazione tra mercati differenti rappresenta, infatti, uno dei punti alla base della filosofia di Step Art Fair. Confermato è il direttore artistico di Step Art Fair: Valerio Dehò, critico d’arte tra i più apprezzati del panorama italiano, direttore di Kunst Merano, museo membro di AMACI, l’Associazione dei Musei di Arte Contemporanea in Italia, cui è affidata, in collaborazione con Ilaria Centola e Paolo Brazzoli, la selezione delle gallerie italiane e internazionali. Allo stesso modo, in linea di continuità con la precedente edizione, la fiera verrà ospitata dalla Fabbrica del Vapore, nel suggestivo spazio della Cattedrale, un esempio unico di archeologia industriale, inserito nel cuore di uno dei quartieri più interessanti e vivaci di Milano. Per informazioni: Step Art Fair - Milano, via Magolfa 32 Tel. +39.335.6182032; email: [email protected] E’ stata inaugurata il 14 dicembre 2013 a Roma nella splendida cornice del Museo Nazionale Etrusco di Villa Giulia, e si protrarrà fino al 16 marzo 2014, la mostra La Sardegna dei 10.000 Nuraghi. Simboli e miti dal Passato. È la prima volta che la civiltà nuragica della Sardegna è protagonista a Roma e lo fa attraverso una esposizione di grande fascino, che svela i segreti di una civiltà antichissima come quella che ha realizzato i nuraghi e che dalla Sardegna ha intessuto relazioni commerciali e culturali con le altre popolazioni insediate nel Mediterraneo, e anche con l’Etruria meridionale. Mai prima d’ora i bronzetti sardi qui rinvenuti erano stati esposti accanto a quelli ritrovati sull’isola. Sviluppatasi in un lungo arco cronologico, tra l’età del Bronzo e gli inizi dell’età del Ferro (XVIIIX sec. a.C.), la civiltà nuragica, che prende nome dal singolare e imponente monumento che la caratterizza, il nuraghe, spicca nel panorama dell’Europa antica per varietà e ricchezza delle sue manifestazioni culturali.Tra XVII e XIII sec. a.C. l’occupazione sistematica e capillare del territorio portò all’edificazione di migliaia di nuraghi sia semplici che complessi, distribuiti in sistemi insediativi costituiti da un numero variabile di torri, di abitati e di luoghi di culto funzionali al controllo delle risorse. Oggi queste architetture megalitiche, i cui elevati si ergevano in origine ben oltre i 20 metri, imprimono al paesaggio sardo un segno inconfondibile. Queste imponenti costruzioni, che hanno richiesto un eccezionale impiego di forza-lavoro, erano sede di attività legate all’esercizio del potere politico, amministrativo, militare e religioso, manifestazione evidente della forza e della ricchezza della comunità. Il profondo cambiamento che coinvolge la civiltà nuragica intorno al XII secolo a.C. interrompe la costruzione di questi monumenti. Il contesto socio-economico vede una riorganizzazione generale delle comunità in un sistema fortemente gerarchico. È questo il periodo in cui i Nuragici ebbero un ruolo da protagonisti e la Sardegna fu al centro di intensi scambi di uomini e merci, punto di transito delle rotte verso Occidente e Oriente. Navigatori essi stessi, i Nuragici furono sagaci interpreti di nuove tecniche metallurgiche, apprese ed elaborate in modo originale, e quindi ritrasmesse in tutto il Mediterraneo. In questo contesto culturale le élites, per legittimare il proprio potere politico e religioso e garantirsi sentimenti di adesione collettiva, ricorsero al passato illustre. Per questo motivo riprodussero il nuraghe sia in pietra, con i grandi simulacri presenti nei luoghi di culto e nelle capanne delle riunioni, sia in bronzo, come singoli oggetti oppure come parti di rappresentazioni più complesse quali gli alberi maestri delle navicelle oppure i cosiddetti “bottoni”, che divengono dei doni cerimoniali. Il modello di nuraghe diventa l’elemento aggregante della comunità, la bandiera, espressione dell’unità sociale e dell’autodeterminazione della forza collettiva organizzata socialmente. Info www.villagiulia.beniculturali.it/ ARTECULTURA 29 KAULONIA La Città dell’Amazzone Clete Monica Marioni Rebus Il Museo Fondazione Luciana Matalon presenta dal 6 al 31 marzo 2014 la quarta tappa di REBUS, il progetto espositivo itinerante di Monica Marioni a cura di Ivan Quaroni e promosso da Link Art International. Presentato con ampi consensi di pubblico e stampa prima a Roma (Gallerie del Chiostro del Bramante) e successivamente a Como (San Pietro in Atrio) e Lugano (BIM Suisse), la tappa milanese presenta i lavori più recenti dell’artista veneta, realizzati tutti nel 2012: una quindicina di opere uniche a raffigurare principalmente nudi, immagini a figura intera, volti. Il bianco, il rosso e il nero i colori principali, a macchie o come punti focali da cui partire, comunque sempre ad esaltare la linea, protagonista mentre prende forma su cartone o carta di giornale, in particolare della rivista “Corrente”, che uscì per la prima volta nel 1938, con il titolo a richiamare l’omonimo movimento artistico che cercava un rinnovamento dell’arte italiana in chiave europea. La scelta di Monica Marioni non è casuale. L’artista, sempre alla ricerca esasperata di una perfezione artistica e intellettuale, che con il progetto REBUS segna l’ennesimo passaggio, ricerca, screening del lavoro, ha fatto ristampare su carta identica all’originale alcuni numeri del periodico“Corrente” per poi utilizzarli come supporto su cui dipingere. Ecco perché per Monica quelle pagine di giornale sono in questa fase le sue nuove tele: che maggiormente esaltano i suoi soggetti senza tempo, svelando all’osservatore più attento il dialogo intimo con le parole e le frasi che l’artista sceglie come scenografia della rappresentazione pittorica. Info 02 878781 30 ARTECULTURA Dal 12 Dicembre 2013 al 9 Marzo 2014, il Museo Archeologico Nazionale di Firenze ospita una mostra sull’antica Caulonia, oggi Monasterace Marina (Reggio Calabria), i cui scavi sono da qualche tempo affidati in concessione alle Università toscane di Firenze e Pisa. La vita della colonia greca sulle coste del Mar Ionio, ricordata dalle fonti per essere stata fondata da Klete, la nutrice di Pentesilea, regina delle Amazzoni, viene raccontata attraverso la storia di un quartiere abitativo (San Marco nord-est), che ebbe una vita molto lunga e densa di trasformazioni (dall’VIII secolo a.C. all’epoca romana imperiale) e il cui svolgimento si può seguire grazie ai reperti esposti nella mostra. Kaulon o Kaulonia, fu una colonia della Magna Grecia, i cui resti sorgono nei pressi di Punta Stilo, nel comune di Monasterace, in provincia di Reggio Calabria. L'area intorno al sito su cui insisteva la poleis viene chiamata dagli archeologi Kauloniatide. Secondo la tradizione il nome della città deriverebbe dal nome del suo fondatore, Kaulo, eroe della guerra di Troia. Secondo Francesco De Sanctis, invece, deriverebbe dalla parola kaulos = fusto, tronco. Secondo Strabone il suo nome deriverebbe invece da aulonia, vallonia, cioè valle profonda. Circa le ipotesi riguardanti la sua origine, le fonti riportano due principali interpretazioni. La prima, sostenuta da Strabone (VI, 1, 10) e Pausania il Periegeta (VI, 3, 12), attribuisce agli Achei il ruolo di fondatori, nella persona di Tifone di Egio. La seconda ipotesi, propria di autori più moderni, propende invece per l'origine come colonia di Kroton (l'attuale Crotone). In realtà, non c'è una dicotomia tra le due ipotesi, dato che la prevalenza dell'una o dell'altra avrebbe influenza unicamente sulla data di fondazione. La ricerca archeologica è infatti concorde nell'individuare nell'VIII secolo a.C. il periodo di fondazione di Kaulon; Kaulon, resti del tempio mentre l’influenza crotoniana, corrispondente al periodo di massimo splendore, è databile al VI secolo a.C. La città era limitata a sud dal fiume Sagra, sulle cui rive nel VI secolo a.C. si svolse la famosa battaglia della Sagra in cui Kaulon alleata con Kroton fu sconfitta da Locri Epizefiri e Rhegion, grazie al miracoloso intervento dei Dioscuri. Kaulon venne poi sconfitta dalle forze congiunte dei Lucani e di Dionisio I di Siracusa, sconfitta che costò nel 389 a.C. la deportazione dei suoi abitanti a Siracusa e la cessione del territorio a Locri, alleata del tiranno. Ricostruita da Dionisio il Giovane, Kaulon, fu però preda di Annibale nella seconda guerra punica, finendo poi definitivamente nell'orbita di Roma per opera di Quinto Fabio Massimo nel 205 a.C. Fonti letterarie attestano che Kaulon avesse un porto con doppio approdo situato alla foce della fiumara d'Assi e che fosse quindi una città che commerciava in legname. Ricca di materie prime come pietra, magnesia, sale, oro e piombo, sarebbe stato anche un centro per la produzione di manufatti in metallo e vasellame. Strabone ci riferisce che già ai suoi tempi la città era stata abbandonata a causa di conflitti con gli abitanti della regione circostante. « Dopo il fiume Sagra c'è Caulonia, fondata dagli Achei e chiamata dapprima Aulonia, per la valle che si trova di fronte ad essa. Ora la città è abbandonata: i suoi abitanti, infatti, furono cacciati dai barbari in Sicilia, dove fondarono un'altra città di Caulonia » (Strabone, Geografia, V, 1, 10) Info 055 23 575 IMMAGINI E LUOGHI a cura di Aoristias Quentin Garel, ELEPHANT II bronzo, cm 235 x 66 x 66 Philippe e Quentin Garel Bologna, Galleria Forni 22 febbraio - 10 aprile 2014 Philippe e Quentin Garel, padre e figlio, esporranno insieme per la prima volta in Italia ripensando lo spazio della galleria come una sorta di grande installazione ove sculture, dipinti e grandi disegni, espressamente concepiti per l’occasione, evocheranno l’atmosfera dell’atelier dove abitualmente lavorano fianco a fianco.I due artisti, insieme, condividono l’atelier: un grande spazio utilizzato per la realizzazione di opere di grandi dimensioni, recuperato da un’antica fonderia dismessa nella campagna dell’alta Normandia. E’ un luogo pieno di fascino, testimone di straordinarie creazioni, che gli autori condivideranno con noi nello spazio della Galleria Forni. Info 051 23 1589 ARTE DI CARTA Milano, Spazio Museale Sabrina Falzone 10 gennaio - 22 febbraio Dal 10 gennaio lo spazio museale Sabrina Falzone inaugurerà il primo progetto espositivo del nuovo anno 2014 con un’esposizione internazionale intitolata “Arte di Carta”. La mostra d’arte contemporanea valorizzerà le opere d’arte realizzate con carta o lavori creativi eseguiti su supporto cartaceo al fine di rivalutare un materiale artistico di assoluto valore storico, culturale e tradizionale. Nell’ambito della rassegna, che si svolgerà nelle sale Europa e Mirò della galleria milanese, saranno esposte le opere informali di Isa Di Battista e Ilaria Bernardi, le prime peculiari nella visione del riciclo e le seconde dotate di un’ampia intensità espressiva, esposte a fianco ai capolavori di Mirella Rossomando, questi ultimi contraddistinti da una evidente originalità.Tra gli artisti presenti nel percorso espositivo, delineato dal critico d’arte Sabrina Falzone, si potranno osservare i disegni degli artisti Silvio Natali e Bruno Carati, entrambi suggestivi nell’interpretazione della realtà. La realtà si trasforma in straordinaria comunicazione visiva nella ricerca interiorizzata di F.Sandri, capace di destare la curiosità dell’osservatore. Caratterizzata da una conturbante spontaneità è la mano di Rosalba Ruzzier, pittrice che si esprime nel compendio del segno, ben diversa da Sergio Cartasso, il quale si cimenta nell’autoritratto indagando significativamente se stesso. Infine, si potrà ammirare l’arte innovativa di Claudia Emanuela Coppola che giunge ad attribuire un’anima alla carta. Info www.galleriasabrinafalzone.com Raimondo Galeano Bologna, Spazio San Giorgio 11 gennaio - 8 febbraio 2014 In occasione di ArteFiera 2014 Spazio San Giorgio presenta la mostra personale di Raimondo Galeano. La Porta dei sogni. Il colore non esiste. E’ questa l’affermazione che ha spinto lo studio e la ricerca scientifica, artistica ed estetica di anni e anni dell’artista bolognese Raimondo Galeano. “La luce dà forma e colore a tutte le cose, io do forma e colore alla luce”, queste le parole chiave della poetica di Galeano formatosi inizialmente a Roma con la Scuola di Piazza del Popolo. L’artista supera i limiti della pittura e va oltre, si affida direttamente a qualcosa di più complesso e maestoso, all’uso della luce. Lo studio di Galeano si concretizza in una sorta di camera oscura, un modus operandi affine alla fotografia e alla cinematografia. Grafia della luce. Info 349-5509403 Ecal Photography Milano, Galleria Carla Sozzani 12 gennaio - 9 febbraio 2014 Ecal Photography è una scuola d'arte, è una fabbrica dell’immagine. Nuove generazioni di artisti emergono ogni anno e fanno con successo il loro ingresso nel mondo delle esposizioni e delle pubblicazioni. La scuola d'arte è così diventata un luogo particolarmente attraente per i giovani artisti. Questa mostra presenta una selezione di lavori fotografici realizzati dagli studenti di una delle migliori scuole d’arte e design nel mondo: l'ECAL di Losanna, in Svizzera, che forma artisti visivi, grafici, designer, registi e fotografi. Qui, gli studenti possono creare in libertà, mettere in discussione i generi tradizionali, esplorare nuovi territori e sperimentare i nuovi mezzi di comunicazione. Le opere esposte nella mostra "ECAL photography" e raccolte nell’omonimo libro, ripercorrono gli inizi di tecniche innovative nel campo della fotografia. Info 02 653 531 Fulvio Di Piazza Milano, Galleria Giovanni Bonelli 20 febbraio - 30 marzo 2014 Apre con una serie di opere inedite e appositamente realizzate per questa occasione, la mostra personale di Fulvio Di Piazza “Pacific” che dal 20 febbraio al 30 marzo 2014 occupa gli spazi della Galleria Giovanni Bonelli di Milano. Tele di grande, medio e piccolo formato, e una scultura raccontano le ultime evoluzioni del lavoro dell’artista palermitano che, fedele alla sua cifra stilistica che lo rende sempre riconoscibile, avanza nel suo personale percorso di ricerca.Da sempre sensibile ai temi legati allo sfruttamento delle risorse, Di Piazza riversa sulla tela la sua visione apocalittica di un mondo devastato dall’intervento umano e dai rifiuti che sconsideratamente produciamo. Paesaggi antropomorfi, risultato di un affastellamento di particolari del tutto simili ai cumuli d’immondizia nelle discariche, danno luogo a forme in cui ognuno può riconoscere ciò che gli è più familiare, come quando alle nuvole si attribuiscono fisionomie che altri non riescono a cogliere. Info 02.87246945 Luigi Rossini (1790-1857) incisore Chiasso/Svizzera, m.a.x. museo 8 febbraio - 4 maggio 2014 All’interno del filone relativo alla “grafica storica”, il m.a.x.museo propone una prima svizzera: l’esposizione dedicata ai disegni preparatori, alle matrici e alle relative stampe realizzate da un maestro dell’arte incisoria, Luigi Rossini, che dalla critica è riconosciuto quale ultimo grande illustratore delle meraviglie di Roma dopo Giuseppe Vasi e Giovan Battista Piranesi, prima dell’avvento della fotografia. Saranno esposti al pubblico per la prima volta -provenienti da collezioni private e della famiglia- i suggestivi disegni acquerellati, gli schizzi, le lettere e gli appunti di viaggio, mentre i preziosi “rami” e alcune delle rare incisioni provengono dalla ricca collezione dell’Istituto Nazionale per la Grafica di Roma. Info T +41 91 682 56 56 ARTECULTURA 31 A Faenza, Museo Internazionale delle Ceramiche, sino al 30 marzo la mostra Arturo Martini. Armonie, figure tra mito e realtà a cura di Claudia Casali, direttrice del Museo, che presenta una cinquantina di opere, significative della sua poetica e della sua idea di “armonia”, sia attraverso l’interpretazione della figura femminile tra mito e realtà, sia attraverso le opere degli ultimi anni caratterizzate da una accentuata ricerca formale. Era il terzo dei quattro figli di Antonio, cuoco, e Maria Della Valle, cameriera originaria di Brisighella. Dopo essersi formato a Treviso e Venezia come orafo e ceramista , ebbe contatti con la cultura europea (studiò per qualche anno a Monaco e fu a Parigi nel 1911), ma restò sempre legato a forme di espressione tradizionali. Nel 1914 fa parte della Secessione Romana ed espone alla Mostra Futurista. Negli anni venti, aderendo a Valori plastici, superò il naturalismo ottocentesco riscoprendo e facendo rivivere la solenne umanità della nostra scultura antica. Nonostante le sue indubbie capacità, stentò a essere riconosciuto per il suo valore e dovette sopportare severe difficoltà economiche.Fece parte del gruppo di artisti di Ca' Pesaro. Nel 1925 Arturo Martini ARCAICHE ARMONIE è invitato ad esporre con una sala alla III Biennale Romana. Martini è stato un artista ricchissimo, che si è espresso con altrettanto vigore nel legno e nella pietra, nella creta e nel bronzo. In opere come Il bevitore (1926), La pisana (scultura) (1930), La sete (1934) e soprattutto la Donna che nuota sott'acqua (1942) procedette verso una sempre maggiore libertà espressiva, conscio che la statuaria aveva fatto il suo tempo e che la scultura se vuol vivere, deve morire nell'astrazione. Così scrisse in Scultura lingua morta (1945), avvertendo il limite e la crisi della propria arte. Tra le principali opere in mostra sono da segnalare: Ritratto di Fanny Nado Martini (1905), Davide Moderno (1908), La lettura (1910 ca), La fanciulla piena d’amore (1913), La lussuriosa (1918), La pulzella di Orleans (1920), Presepio piccolo e grande (1926-27), La pisana (grande frammento) (1928), Lo spaventapasseri (1928-29), La Nena (1930), Odalisca (1930), Torso (1930), Donna sdraiata (1932), Vittoria Fascista (1932), Cavallo allo steccato (1943), Signorina seduta (1943) ed altre ancora. 32 ARTECULTURA CERVETERI e il MEDITERRANEO Sarcofago degli Sposi, Cerveteri Lens (Francia), Museo del Louvre Fino al 10 marzo 2014 Cerveteri è stata considerata nei tempi antichi come "la città di maggior prestigio e la più popolosa dell'Etruria" prendendo a riferimento lo storico greco Dionigi di Alicarnasso. Il ruolo di questa città, che gli Etruschi chiamavano Kaisra, i Romani Caere e i Greci Agylla, è emblematico della effettiva dimensione ed importanza della civiltà etrusca: essa ha occupato un posto centrale in Italia e nel Mediterraneo per tutto il primo millennio a.C. La città di Cerveteri ha una storia molto antica, presumibilmente risalente alla metà del IX secolo a.C., come hanno evidenziato alcune ricerche archeologiche che hanno permesso di accertare la presenza di un'occupazione stabile della zona con insediamenti abitativi e relative necropoli etrusche. Ufficialmente, appare per la prima volta nella storiografia a causa della battaglia del Mar Sardo, avvenuta nel 540 a.C. Caere ebbe fra i Greci una grande reputazione per il valore dei suoi abitanti ed il loro senso di giustizia, poiché si astenevano dalla pirateria. Unica città etrusca ad erigere un proprio thesauros a Delfi, dedicò ad Apollo Pizio il cosiddetto "Tesoro degli Agillei". Non a caso Caere era chiamata Agylla e sempre Strabone racconta che fosse stata fondata dai Pelasgi, venuti dalla Tessaglia. Quando i Lidi (chiamati poi Tirreni), attaccarono gli Agillei, si racconta: « [...] un tale raggiunte le mura, chiese il nome della città. Una delle sentinelle tessale, invece di rispondere alla domanda lo salutò esclamando: "chaire!" (forma di saluto greca). Avendo pensato che fosse un presagio, i Tirreni cambiarono il nome della città conquistata”. (Strabone, Geografia, V, 2,3.) E questi, infatti, sono dieci secoli di storia che la mostra si propone di indagare per evidenziare come comunità sparse abbiano poi progressivamente formato una città, che si è aperta al mare, ed è diventata una delle principali potenze del Mediterraneo. Una città che rivaleggiava d’importanza con Roma e venne poi da questa finalmente dominata e assorbita nel 1 ° secolo a.C. nel nascente impero romano. La storia di Cerveteri e dei suoi abitanti, non è conosciuta solo da testi antichi: emerge gradualmente dal terreno da circa due secoli. Grandi scavi in particolare nel XIX secolo hanno rivelato un certo numero di monumenti e oggetti che hanno stupito i contemporanei e che ora sono conservati nei più grandi musei - tra cui il Louvre. Grazie a queste antiche scoperte, è ora possibile confrontare i risultati degli scavi sistematici condotti negli ultimi decenni nel cuore della città antica, ma anche nelle necropoli e l'intero territorio della città. Questo confronto senza precedenti è in grado di sviluppare per la prima volta il ritratto di una città che, come Atene, Cartagine e Roma, fu una delle grandi città del Mediterraneo antico. Dopo il Louvre-Lens, la mostra si recherà a Roma al Palazzo delle Esposizioni dal 14 aprile al 20 luglio 2014. Info www.louvrelens.fr Leila Hakim Oliva LA METAFORA DI CARNEVALE Con o senza il sogno la pittura si rivela pur sempre l’immagine del desiderio, ovvero il pretesto simbolico che avversa l’ombra di avvenirismi non graditi. Un aspetto, il nostro, che non riguarda solo il costume di vita dei nostri giorni molto discutibili, ma anche aspetti che non hanno nulla a che fare con la quotidianità, come ad esempio la gioia di realizzare un lavoro che tanto preme ad un contadino nel rapporto con la campagna o che un artigiano raggiunga a comporre e manifestare l’oggetto ambito, come pure che un ricercatore pervenga alla scoperta che sperava: il desiderio nella sua congenialità mentale, pone infinite domande. Ma l’importante è che quello che auspichiamo lo sappiamo cogliere e comprendere per quanto personalmente ci riguarda. Così a riferimento del dipinto della pittrice Leila Hakim Oliva che per l’occasione presenta: “SILENZIO” 2009 tecnica mista cm. 80x100, dal punto di vista tecnico la composizione che organizza l’immagine esprime l’elevatura della pittrice che professionalmente ben conosce il suo lavoro di tavolozza: una testa geometrizzata un po’ a parallelepipedo dal tessuto delle campiture ben stirate con al centro, un labile filo di bianco che si lascia considerare con allusivo di bocca, collegata al collo dove discende sicura una cravatta in verde sul torace e spalle dipinte in rosso vivo che idealizzano d’ironia un riferimento ad una generica divisa. Dipinto nel quale l’insieme propositivo del linguaggio può alludere benissimo alla generalità dei nostri giorni in cui aumenta a dismisura più la vita militare che la produzione del lavoro che darebbe una maggiore tranquillità alla convivenza umana nel suo insieme. Come pure il dipinto nella sua voluta ambiguità può anche consistere nella visione della pittrice di alludere ad un senso etico che non incontra una sua normale evoluzione per corrispondere alle esigenze del nostro tempo. L’ambiguità nell’opera d’arte non cela un senso di paura, ma al contrario, motiva lo sforzo della ricerca di tendere a Leila Hakim Oliva: “SILENZIO” 2009, tecnica mista su tela, cm. 80x100 coinvolgere alla sua lettura sempre più una crescente domanda di pubblico. L’ambiguità come il desiderio può significare motivi di linguaggio che la stessa coscienza dell’artista non riesce a recepire nella sua profondità di causa, ma che l’inconscio conosce e vive benissimo tanto nei suoi travagli che nelle sue allegrie di gaio. Il fattore che spinge alla comunicazione soprattutto un pittore riguarda comunque il suo rapporto con l’ambiente, la relazione che lo unisce alle simpatie oppure alle avversioni ad un luogo dove il pittore vive. Nel caso più specifico della pittrice Leila Hakim Oliva l’immagine dipinta si manifesta un motivo di riscatto che la pittrice critica per avversione di principio, forse, concludendo per dire più seminati di pane che campi minati. Una intelligente versione umana, metafora d’arte che nei giorni di carnevale ha sicuro la sua efficace importanza, nell’ironia, la pesantezza dei nostri giorni. (Marpanoza) ARTECULTURA 33 ARTE E NON-VIOLENZA / POESIA / PSICOPOESIA / SESSO / SOCIETA’ La crisi del sistema piramidale non è la crisi della sferica poesia dell’uomo, ma la sua naturale alternativa affinché la vita sopravviva con il disarmo “L’uomo scevro di pregiudizi, l’uomo che ragiona e opera secondo la mente ed il cuore gli suggeriscono, non sente il bisogno di avere pastori, dei capitani, dei direttori. Pietro Gori (Fonte sconosciuta) Per cui una società piramidale come la nostra, dove l’uomo di potere più sale al vertice e più reprime la coscienza per paura di perdere il comando, non è per nulla una libera componente della natura e quindi non è un poeta, sensibile a comprendere i valori creativi che caratterizzano una società d’armonia che l’organizzazione piramidale sovverte nelle forme di schiavitù più castiganti: dalla piccola multa alla violenza della guerra. Aspetti che non hanno proprio niente in comune con la creatività dei bisogni che legittimano di equilibrio il rapporto tra l’uomo, l’ambiente e la natura. Una premessa che vuol significare non l’ubriacatura di una mente in disordine, ma la semplicità di un’evidenza che pone in atto la medesima organizzazione piramidale, ormai incapace, come non mai, di dar un tessuto di pacifica convivenza alle varie comunità del pianeta. Per cui la coerenza culturale dei nostri linguaggi quotidiani deve corrispondere al desiderio della spiritualità umana e non approfondire il solco della contraddizione tra il dire di far bene producendo poi il rovescio di quello che si promette seminando in continuità il risentito della ribellione, la frantumazione della libera convivenza. In questi giorni, ad esempio, Papa Francesco, che per tanti versi riceve anche il nostro benvenuto, non può annunciare il Suo viaggio in Terra Santa a Natale del 2013 per effettuarlo a maggio 2014 con una retorica di ripetizione quotidiana che anziché 34 ARTECULTURA infiduciare una comunità, la disaffeziona, non solo all’osservanza della propria fede ma anche a quella altrui. Ed ancora cosa vuol significare “Terra Santa”, come se la rimanenza del pianeta e del mondo, sia terra di diavoli. Sono linguaggi che richiedono l’osservanza di una logica che avvicini le popolazioni e non le allontani per disaffezione di coerenza. E poi “A pensarci bene, Cristo è l’unico anarchico che ha avuto veramente successo” sostiene André Malraux su La speranza, 1937. Ed ancora: Tutti gli uomini buoni sono anarchici. Tutti i colti, gli uomini gentili; tutti i gentlemen, tutti gli uomini giusti sono anarchici. Gesù era un anarchico. Elbert Hubbard, La parte migliore, 1901. E quando papa Francesco si domanda come far conoscere Gesù al mondo che cambia, la prima cosa da ricercare si deve alla comunicazione della coerenza specie in un mondo in costante evoluzione del suo tessuto sociale e di produzione economica. La coerenza tra il dire il fare è quel linguaggio che oggi soprattuto manca e non si può rinnovare il costume, tanto inquieto della nostra vita, continuando a comunicare messaggi nell’abituale contraddizione della più disaffezionata retorica, solo perché si può disporre dei mezzi di comunicazione e degli operatori obbedienti per sudditanza di potere. Questo noi lo consideriamo essenzialmente il contrario di quel cristianesimo che in un certo momento della storia pur seppe dire qualcosa di nuovo poi annebbiato dalle strategie delle convenienze teologiche. Il valore di Gesù deve avere quell’interpretazione poetica che ognuno di noi oggi se lo domanda e se lo spiega come desidera purché in armonia con la rimanente li- bertà della vita. E specie da liberi pensatori, come noi ci riteniamo, non si vuole imporre tesi altrui di comodo: che Gesù fosse davvero anarchico, ma solo far riferimento a quelle coscienze culturali che liberamente lo pensavano. Poi vi è una stretta sintesi tra il cristianesimo romanzesco di Tolstoj e l’anarchico Kropotkin che su La morale anarchica, 1890 sosteneva: “Dichiarandoci anarchici proclamiamo innanzitutto di rinunciare a trattare gli altri come non vorremmo essere trattati noi da loro; di non tollerare più la disuguaglianza che permette ad alcuni di esercitare la propria forza, astuzia o abilità in maniera odiosa. Ma l’uguaglianza in tutto - sinonimo di equità - è la stessa anarchia”. Che dire di più? Che per capire meglio Gesù oggi necessita conoscere la Poesia della Natura, quel linguaggio che nella libertà realizza la convivenza non-violenta che solo un Costume poetico può far conoscere e vivere con la libertà della partecipazione senza creare miti e nemmeno monumenti di gloria che in ultima analisi sono esigenze tuttora legate ad un artificioso complesso di paure. Gesù, anche per noi, è un valore che nessuno nega, ma che non può diventare il padrone dell’eternità senza sconfessare se stesso, poiché Gesù, per noi, è stato e rimane un sublime valore umano. Pertanto la necessità di un rinnovamento culturale deve partire dalla base della coscienza e non dai vertici delle mistificazioni abitudinarie che non portano da nessuna parte. E quando Artecultura rivendica un linguaggio per il Disarmo senza diventare dottrina, non pensiamo di avversare Gesù, ma di condividerlo in piena coscienza poetica. Anche perché Gesù prima di essere figlio di Maria lo è della libera Poesia della natura. Il problema odierno dell’uomo e che gli eserciti non servono più soprattutto perchè la velocità della comunicazione in tutta la sua manifestazione ha molto ampliato la visione critica della persona. Quella persona taciturna e riflessiva che non vede più il nemico come lo poteva credere cento anni addietro in quanto i continui misfatti quotidiani delle guerre, creano la necessità di vicinanza della collaborazione e non gli assalti stragisti che mortificano la sicurezza dell’uomo. Una delle strade da riflettere, specie in economia, che è quella che sorregge la quotidianità della vita, è di dar realizzazione ad una programmazione mondiale della produzione, la quale non è affatto difficile come si possa pensare con i mezzi d’incontri a disposizione che oggi non mancano e ne permettono la realizzazione. E l’O.N.U. dovrebbe interessarsi molto di questo, ma penso che soprattutto la direzione degli Stati di potere che si dividono il pianeta tutt’ora, non glielo consentono. Gli Stati sovrani, non vogliono che le Nazioni diventino le vere patrie d’una continua evoluzione fino a conoscere il mondo come la sola grande Patria che ci genera e ci dà motivo di vita e di pane. Anche una sola banca mondiale come accennato qualche tempo fa dalla Cina e ci sembra, sorprendendoci, anche dal Vaticano, potrebbe essere utile alla vera pacificazione della vita soffocata dalle più diverse speculazioni delle tante banche che non producono mai nulla obbligandoci a vivere nel pregiudizio della schiavitù permanente. Punto di vista sul quale si potrà obiettare: ma se non siamo stati capaci in mezzo secolo a costruire l’Europa unita, quale pazzia vi prende pensando ad un mondo unito? Non è come pensare di far volare le montagne senza motore? L’interrogativo potrebbe essere plausibile da un certo semplicismo di domanda quando nell’uomo manca quella brezza di Poesia della natura che, una volta acquisita a livello di personale coscienza, poi diventa uno spontaneo Costume poetico che, con o senza miracoli, può fermentare quella convivenza che realizza la libera società in cui l’autorità organizzatrice non dice più niente a nessuno. In quanto è una malattia di costume presente nelle visce- re della contraddizione e che non risparmia nessuno. Attualmente come principio di rinnovamento culturale, si presenta solo indispensabile far conoscere la Poesia della natura per fermentare di civiltà la necessaria vicinanza delle persone, poi per il resto è cosa fatta. La poesia non è né una religione e tantomeno uno stato, ma l’autogoverno di se stessi nel rispetto altrui. Ed oggi come oggi non si parla minimamente del controllo delle nascite che nell’immediato secondo dopoguerra, specie nei circoli libertari, veniva molto discusso in avversione al “crescere e moltiplicarsi delle tesi del Sacro Romano Impero della Chiesa”. La quale, attualmente, sembra concordare sul fatto che i figli si debbono fare quando si possono fare e non quando vengono, per essere poi quelle carni da macello che le stragi della guerra ogni giorno amaramente confermano. Un doloroso aspetto verso il quale sembra ombreggiare nella coscienza del mondo quella grande rivolta che da utopia di sogno diventa quella forza straripante di onestà umana che cancella una volta per tutte lo strapotere della morte degli Stati proprietari che arbitrariamente con la forza distruttrice delle armi decidono sul futuro mondo. Non è più possibile. Ma al Disarmo si arriverà comunque, anche per necessità di sopravvivenza dei medesimi Stati, che di fronte alle minacce delle proprie comodità di potere, si vedranno costretti ad abolire gli eserciti. Per cui il caso ci fa dire che la pace non è solo una volonta benefica del Signore, come ci sembra sostenere papa Francesco, ma quell’equilibrio delle convergenze consapevoli sia a livello personale, sia come sensibilità di popoli. Un punto di vista che ci fa dire che se papa Francesco lo desidera ed è in condizione di farlo, abolisca lui per primo come indicazione pratica di pace, il piccolo esercito del Vaticano, per indicare al nostro inquieto mondo la strada da perseverare. Questo anche perché sono duemila anni che la Chiesa di Roma predica la pace senza mai realizzarla e l’uomo è troppo stanco di retorica e desidera di vivere molto più concretamente i giorni della sua vita. Esiste tutta un’etica da rivedere, una cultura di coerenza da rendere efficace perché gli uomini non debbono essere ancora divisi tra poveri e ricchi, ma uguagliati dalla dignità poetica, valore al quale gli apporti culturali positivi, pensiamo, che ve ne siano un po’ anche nei diversi attuali costumi dei popoli. E il Cristianesmo, quello autentico, purificato dal dottrinarismo, potrebbe significare anche un valido apporto verso quel valore che nel sotterraneo del suo interiore la persona vive da sempre. Poi una comunità come la nostra, straziata dalle guerre, con il necessario rinnovamento culturale può raggiungere quella sublimità di valore umano nel quale scompaiono non solo i nemici di sempre che l’attuale costume di sopraffazione coltiva, ma anche la distinzione tra credenti e non credenti. Un dilemma che storicamente vive l’uomo sottomesso dalle armi di potere, ma che potrebbe eliminarsi alla radice previo un naturale Costume poetico, appunto perché valore di vita che nessuno ha il diritto di sopprimere. L’utopia è parte specifica della follia creativa, indispensabile affinché non vi siano più funerali di stato, di mafia o di ricatto di qualsiasi natura in quanto la libera forza della poesia facilita l’uomo di vivere in sicurezza di se stesso perché gli altri fanno altrettanto. Ma occorre conoscere la Poesia della natura che ci porta a vivere di realtà, il sogno del profondo desiderio umano, della libera coscienza repressa dalla ferocia degli stati delle armi. I quali sanno benissimo di aver fallito percorso, ma tuttora insistono nel loro autoritarismo anche perché esiste una cultura privilegiata di laurea universitaria che per interessi tollera più la contraddizione della guerra che la libertaria causa della pace, la quale nel Costume poetico intuisce la strada della convivenza pacifica come la sola alternativa possibile alle tante stragi che mortificano il gusto di vivere dell’uomo nel suo naturale destino. Che bellezza sarebbe ritornare a dormire con le porte aperte, anziché nella crudeltà di stato delle porte sempre più blindate, che preferisce che un cittadino si suicidi perché non può pagare la tassa della sua attività o l’Imu della casa riscattata con il mutuo che deve vendere per saziare di rapina fiscale la violenta burocrazia che sa comperare solo armi per le future stragi. Ma fino a quando? Giuseppe Martucci ARTECULTURA 35 Umanità poetica - Costume poetico “La poesia comincia dove finiscono le discriminazioni” Umanità poetica è uno spazio aperto alla divulgazione poetica interessata al dibattito sull'identificazione e il ruolo odierno della poesia. La franchezza e l'obiettività degli interventi, costituiscono per la redazione della Rivista la premessa per la pubblicazione. Per facilitare la partecipazione degli Autori interessati si suggerisce negli elaborati brevità e concisione. Per necessità di spazio la redazione si ritiene autorizzata a sintetizzare i testi rispettando il contenuto. La pubblicazione dei testi poetici ha puro carattere divulgativo, di stimolo culturale. La proprietà letteraria dei componimenti pubblicati rimane pertanto a tutti gli effetti di legge dei singoli Autori. . Dei componimenti pubblicati si tiene conto soprattutto dei contenuti culturali. UN MAESTRO D’ARTE L’uomo aveva ben alto concetto, sul come rendere l’arte sublime. Quale maestro di copia dal vero seguiva con tutto il suo impegno i ragazzi che dai comodi sgabelli copiavano l’oggetto a centro sala per l’esecuzione del loro disegno. Con cura lui correggeva il foglio, quando non strappava ben adirato e con disappunti i lavori malfatti. Abile e navigato artista parmense, non solo bene insegnava a scuola ma caldo e profondo aveva l’estro e il tratto del gran pittore moderno. Gli alunni della Scuola del Libro che presso l’Umanitaria di Milano preparavano il personale avvenire nei settori più avanzati e moderni della grafica e della stessa stampa, ne hanno vissuto intensi momenti. E ancora, dopo tanto, lo ricordano quel singolare stile del professore che col proprio, particolare ardore trasmetteva la più che calda poesia delle sue vive, alte opere di pittura che lo hanno ben immortalato qual primo pittore moderno del Paese. Ormai, nelle enciclopedie, quanto nei libri che documentano la storia dell’arte italiana del caro Novecento, il suo nome, con passo ben sicuro, si mostra netto e senza alcuna boria: eccolo, è il maestro Atanasio Soldati che, senza baldanza, prova la qualità della sua opera splendida e delicata di indiscusso primo italo astrattista. Della sua creatività fanno netto testo sommi lavori pregni di slancio lirico che hanno saldamente ben pagato il costo della dura comprensione che l’arte moderna ha incontrato da che mosse i suoi impavidi passi. Le mani scottate dei nostri pittori che con dolce fantasia e arte vera han dovuto superare duri ostacoli, lo provano e straprovano, eccome! Ermanno Bighiani 36 ARTECULTURA SPAZI DELLA MENTE Spazi che vivo Grandi, luminosi Vi sento veri in me Oggi, con gioia Vorrei avervi sempre in me, a Milano e respirare il verde della vita. Enrico Carlo Straulino FLEBILI LUCI DELLA NOTTE Nell’oscurità, con questo impalpabile velo di bruma che avvolge e sfuma i profili dintorno, compaiono di tanto in tanto flebili luci, forse di finestre accese o di incerti barlumi lontani. Di un treno -che laggiù sullo sfondo sfila veloceuna traccia più lunga, intermittente, scorre nello sguardo e man mano diventa sottile, fino a scomparire nel silenzio e nel niente. Fiochi chiarori, fatue lumelle tremolanti. Talvolta repentini bagliori che subito svaniscono per lasciare quasi un senso di attesa, una pausa sospesa che fa trattenere il respiro. Sospiri, richiami, sussurri, sommesse invocazioni: come taciti segnali nel buio. Reconditi messaggi di misteriose presenze che vegliano ancora, /inquiete, nel suggestivo e arcano universo della notte. Fabiano Braccini AL MIO SALENTO Danzavano le farfalle in primavera sulle note profumate delle rose. La frescura dell’alba disseminava gemme di rugiada e un cuore fanciullo indagava ogni goccia per ritrovare il suo mondo. Correva sulle ali del vento lungo coste sinuose cullate dallo sciabordìo della risacca, baciate da cristalli tintinnanti ricadenti nell’abisso colmo di mille diluvi e si inebriava del canto antico degli ulivi che si agitavano ai confini del sole. Antonietta Di Seclì RIFLESSIONE NEL FANGO Voglia di vivere che ti perdi nel fango Fissa nello sguardo di chi ha perso il domani E silenziosamente in via accatasta. Un crepitio a rompere il tombale assoluto lampeggianti listati a rosso e capannelli di un uomo impotente Per ore un sogno immerso nel mare Con il fluido ospite nelle case Dopo aver sconfitto l’argine divelto L’erba ancora china non ha osato rialzarsi Gli alberi hanno mostrato bandierine E siepi ancora trattengono bastoni di sconfitta Subdolo e silenzioso duello giunto nella notte Stratega dell’effetto sorpresa A mettere in ginocchio l’umanità Eppure a gattoni qualcuno ha rialzato lo / sguardo Ritagliando un immagine di speranza illuminando in una preghiera l’aiuto estremo. Giacomo Belluco STRADA DELLA MIA INFANZIA Un giorno di festa, lì celebrata, ripercorse le strade della mia infanzia, rivisto il rimasto, una lama nel cuore rievocando nella mente i tempi lontani, la chiesa del mio battesimo. Ad ogni passo, ogni pietra mi sovviene ciò che non ho mai scordato. Stefania Minotto “A TESTA BASSA ED IN SILENZIO” Non ci è permesso di ammirare pienamente il cielo di respirare il Creato da dove tutti siamo arrivati e ritorneremo. Non ci è permesso così, con la testa bassa godere dei miracoli un po’ astratti che certi livelli alti ogni giorno ci rassicurano. Non ci è permesso lamentarci, sospirare, piangere tantomeno gioire, capire l’attimo, si può solamente attendere e in silenzio. Non ci è permesso concedere alle nostre menti almeno un po’ di ricordi perché giudicati troppo antichi controproducenti e forse dannosi non ci resta che attendere ed in silenzio A testa bassa Valentina Fusè SE MI AMI, NON PIANGERE... Se mi ami, non piangere ... il dono che c’è in te. Ti racconto la mia gioia è il cielo sopra di noi. Forte come l’amore come la forza di un campione credo nel tuo sorriso! Pace a questa casa, incontro con gli altri sul palmo delle mie mani. Abbiamo conosciuto vita meravigliosa per Enrico Carlo Straulino. Silvia Gambarelli L’ORIZZONTE E’ETERNO?... Limpida mente frange poesie avvalora emozioni veste immagini Non le tiene per sé ma il suo cuore lontano le lancia, in libertà... Sfera di fantasie e globo d’ombre abbracciano l’eterno, ma.... eterno... che cos’è? Proiezione d’amore ansia di vita l’eterno ci sorregge amplia e dilata Maria Teresa Mosconi IL GIOCO AMORE nato per gioco, come fiamma che lentamente prende corpo. AMORE, unica direzione... VIVI e superi la mia razionalità. In un mondo che spera e s’illude, immensi crei... fiabeschi castelli, e ogni stanza è nuovo lato d’un amore, che non avresti mai pensato di conoscere. Vorrei gridare al mondo intero quanto sia meraviglioso amare!! Impossibile, poiché rimarrà inchiodata spina al mio fianco, sempre. Luisella Ruzza PIOGGIA E VENTO La pioggia, quando cade, se non c’è nessuno ostacolo riesce a toccare il fondo di un mondo bambino, il vento è il suo maestro. Lui gli insegna i segreti della vita. Fra i suoi capelli e i miei nasce un vento di amicizia. La pioggia e il vento sono amici vanno molto d’accordo; se c’è il destino segnato sul corpo di mamma pianeta terra, io mi rispecchio e nel suo destino io mi sto vivendo. Alessandra Prat Per i mè dì n’hann regalaa on sottanin de seda EL SOTTANIN DE SEDA De seda moresina color rubin, on sottanin legger ‘me ona carèzza el fassa come on guant on còrp caregaa d’ann a modellà curv flòss. El sottanin rubin desseda sògn sopii mètt al ai desideri sgrisor in del coeur e gott de nostalgia! El sottanin de seda... Duu oeugg innamoraa scigna i mè penser El gèst d’ona carèzza me impieniss el coeur de quiètta tenerèzza! enrica DINAMICA DELLA VITA E remo lungo il fiume della vita seguendo la scia del continuo divenire, tutto si muta e si trasforma. E attraverso le sponde del dolore, la nebbia rende impercettibili i confini. Mistero del movimento il cui divenire rompe gli argini di antiche certezze e mi trovo nello smarrimento del dubbio. Domande continue sull’esistenza che aprono lo scenario al cambiamento. Luca Blanco DISARMO PERCHE’ Uno dieci cento infinite stragi non so quanti ne ha squartati oggi la criminalità burocratica tra bambini madri padri bestie galline - case stalle ovili pollai la morte nelle macerie dell’informale sconquasso di carne e materiali decomposti in opprimente fetore E l’aurora è fuggita lontana su nidi di rondini figli vivi e soli per la festa indulgente della mamma l’universale energia che urla alle guerre il suo sdegno per la brama di potere che scanna ad oceani di sanguevivo Ma loro terroristi soddisfatti brindavano vittoria i generali indaffarati di sonaglie al merito assassino indifferenti agli occhi del fanciullo orfano gambizzato dalla sera al giorno dopo taciturno e di sconforto respiro nel dolore che non conosce innocenza e stagioni - perché? Giuseppe Martucci ARTECULTURA 37 ...LIBRI....LIBRI...LIBRI... a cura di Aoristias Loris F. Capovilla PUR CHE ALBA NASCA Edizioni Grafica & Arte Tutto il mondo conosce la “finestra dell’Angelus” che si apre su Piazza San Pietro, dalla quale Giovanni XXIII si affacciava ogni giorno di festa per pregare con il popolo radunato nell’ampio abbraccio del colonnato berniniano. Quella finestra illuminatasi dopo la morte del “Papa buono”, un Papa che esprimeva la bontà con il sorriso, la parola improvvisata e la vicinanza ad ognuno, il 3 giugno del 1963, sembrò simboleggiare il suo transito nella luce e la luce del suo testamento d’amore. Durante il suo pontificato quella finestra rimase si può ben dire perennemente rischiarata nella notte per ricordare agli occasionali passanti che Giovanni vegliava, lavorava, pregava per i suoi figli cristiani e non, per le famiglie, i sofferenti, i bambini, la pace universale. A cinquantuno anni dal discorso della luna (... «date una carezza ai vostri bambini»...) nei giorni del Concilio Ecumenico Vaticano II, e a cinquanta dalla “Pacem in Terris” e dalla morte di Papa Giovanni, il suo devotissimo segretario particolare Loris F. Capovilla si concede alcuni emozionanti colloqui per rivedere i successivi avvenimenti di quella sera del 3 giugno 1963, stazione estrema del soggiorno terreno del Papa, insieme al suo Maestro, con il quale, dalla sede del patriarcato di Venezia nel 1953, condivideva entusiasmi, delusioni e speranze. Oltre le testimonianze personali l’arciv. Capovilla raccoglie in questo libro i sentimenti e la venerazione che la gente di ogni fede continua a professare nel ricordo di Papa Giovanni. Storici, artisti, registi, uomini di potere e la “vox populi” invocano il suo nome e la sua immagine paterna consola e protegge. Paesi, istituzioni, centri culturali, seminari e biblioteche, scuole ed ospedali hanno scolpito il suo nome a perenne memoria. Preziose nel libro le testimonianze personali del suo segretario particolare, dei pontefici che gli sono succeduti, fino a Papa Francesco, di capi di Stato, poeti e scrittori: da Charles De Gaulle ad Henri Daniel-Rops dell’Accademia di Francia, a Mario Soldati, ad Arturo Carlo Jemolo, a Carlo Bo, a Indro Montanelli, a Riccardo Bacchelli, a Luigi Santucci, a Padre Turoldo, a Giacomo Manzù, che dedicò con devozione all’amico Angelo Giuseppe Roncalli e al suo pontificato, oltre ad alcuni stupendi ritratti, il suo grande universale capolavoro: la porta della morte nella basilica di San Pietro. Info 035 255 014 38 ARTECULTURA Maria Luisa Catoni, Carlo Ginzburg, Luca Giuliani, Salvatore Settis. ACHILLE, MELEAGRO, CRISTO Edizioni Feltrinelli 2013 Achille, Meleagro, Cristo: tre figure che si sono intrecciate e sovrapposte, dai sarcofagi romani all’arte del tardo Medioevo, dal Rinascimento fino a oggi. Come sono nate? Come si sono diffuse? Con quali strumenti è stato possibile indagarne il funzionamento, il montaggio, il riuso? Quattro prospettive su un tema all’incrocio tra archeologia, storia dell’arte, storia della cultura. Per una serie di circostanze imprevedibili le immagini di Achille, Meleagro e Cristo, usate e riusate per secoli, s’intrecciarono, sovrapponendosi. Che cosa spiega la loro ibridazione, la loro persistenza, la loro migrazione attraverso il tempo e lo spazio? Quanto contarono, nella fortuna di queste figure, le formule compositive originarie e quanto il contesto che di volta in volta le fece proprie? Questo libro cerca di rispondere a queste domande. Chi legge entra in un cantiere dove hanno lavorato, separati da secoli o millenni, scultori e pittori, storici e storici dell’arte. Luca Giuliani analizza la genesi e il precoce riuso nell’antichità romana dell’iconografia di Achille in lutto presso il cadavere di Patroclo; Maria Luisa Catoni, la possibile genesi e il riuso in età post-antica di una formula della disperazione di fronte alla morte; Salvatore Settis, la fortuna rinascimentale di uno schema iconografico antico usato per rappresentare il corpo esanime di Cristo; Carlo Ginzburg, la genesi della nozione di Pathosformel (formula di pathos) coniata da Aby Warburg. Pino Di Gennaro MANUALE DI SCULTURA Edizioni Hoepli Il Manuale di scultura spiega in modo mirabile ed efficace come teoria e pratica siano indissolubili e concorrano, in ugual misura, alla realizzazione dell'opera d'arte, secondo il concetto che gli antichi filosofi greci chiamavano téchne. Attraverso la presentazione di opere di scultori classici, moderni e contemporanei, tra cui alcune prodotte dall'autore nel corso della sua lunga attività professionale e di insegnamento, vengono affrontati i temi fondamentali della scultura, partendo dal rapporto occhio-manocervello per arrivare alla scultura nello spazio urbano, passando dal disegno al bozzetto, dalle proporzioni del corpo al ritratto e all'autoritratto, dall'impronta sul corpo all'assemblage con materiali di riciclo. Viene approfondita la conoscenza delle tecniche, degli strumenti e dei materiali, dalla tradizionale fusione a cera persa alla scultura in tre dimensioni, dall'antica creta e dal gesso alle gomme siliconiche, agli alginati, al corten, persino alle reti metalliche. Scorrendo le pagine del volume, osservando le numerose figure che mostrano artisti al lavoro e opere che gradatamente assumono la forma definitiva, si delinea un percorso semplice ed efficace che coinvolge il lettore. TROVARE L’AMERICA Storia illustrata degli italo americani nelle collezioni della Library of Congress di Washington Come eravamo noi italiani quando “Lamerica” si scriveva senza apostrofi e il miraggio di una vita dignitosa si concretizzava al di là dell’Atlantico. Milioni di persone, di molte regioni italiane, che hanno scelto il Nuovo Mondo per un progetto di vita, per vivere meglio, per costruire un futuro.I volti, le pose, gli abiti, i bagagli, gli oggetti, le storie, gli sguardi sono stati fissati in migliaia di fotografie, moltissime di queste raccolte nelle collezioni della “Library of Congress” di Washington, l’istituzione che più di ogni altra rappresenta la memoria ufficiale degli Stati Uniti. Le sue collezioni includono più di 28 milioni di libri stampati in 470 lingue, tra cui una Bibbia di Gutenberg; più di 50 milioni di manoscritti; la più grande collezione del mondo di fotografie, film, mappe e spartiti musicali. È da questo gigantesco magazzino della memoria, selezionando oltre 500 immagini, che hanno attinto gli autori di “Trovare l’America”, il volume ideato e curato da Paolo Battaglia e Linda Barrett Osborne, con premessa di Martin Scorsese e introduzioni di Mario B. Mignone e Antonio Canovi. Il libro è stato realizzato in due versioni: in lingua italiana e in lingua inglese, quest’ultima con il titolo “Explorers Emigrants Citizens”. Info tel. +39 059 347027 email: [email protected] Fabrizio Clerici (1913-1993) NEL CENTENARIO DELLA NASCITA A cura dell’Archivio Fabrizio Clerici Fabrizio Clerici non è forse uno dei prìncipi di questo realismo irreale che sarà il segno distintivo del ventesimo secolo? Come la natura Clerici arriva alla semplicità attraverso innumerevoli particolari. Non manca neppure uno spillo a questa legione di angeli e arcangeli che proteggono la sua casa. In essa non vi penetra oggetto che non sia sublime e la cui presenza non sia carica di segreti. Jean Cocteau Pubblicata in occasione del centenario della nascita dell’artista (Milano 1913 - Roma 1993), questa monografia su Fabrizio Clerici propone, con materiali d’archivio (foto e documenti privati), anche inediti, il suo percorso artistico, dagli esordi agli ultimi dipinti. Fabrizio Clerici fu disegnatore eccelso, pittore, scenografo e illustratore. Raffinato intellettuale e saggista d’arte, fu in stretto contatto con artisti e scrittori da Montale a Jean Cocteau, da Salvador Dalí a Leonor Fini. Figura eclettica, non facilmente incasellabile in una corrente o gruppo, ha attraversato il Novecento, con sottili intuizioni nel campo della pittura. Risultato di due anni di lavoro e di ricerche, la monografia rende note, per la prima volta, sue opere in prestigiose collezioni internazionali, dal Museum of Modern Art di New York, al Pushkin di Mosca. Molti i contributi raccolti nel volume: uno scritto inedito di Federico Zeri, una lettera di Giulio Carlo Argan ed altri. TURISMO & POESIA: IL LUOGO DEL MESE BRETAGNA Il faro dell'Île Vierge, il più alto del mondo. La Bretagna (in francese detto Bretagne, in bretone Breizh) è una regione nel nord-ovest della Francia, antico Stato indipendente, che forma un vasto promontorio verso la Manica e L’Oceano Atlantico. Il suo nome bretone, Breizh, viene abbreviato abitualmente con BZH. La lingua ufficiale è il francese, mentre le lingue regionali sono il bretone ed il gallo. Si distingue la Bretagna (paese dei bretoni, divisa in cinque dipartimenti, estesa su 34.023 km² e con 4.106.966 abitanti al 2005) dalla "Région Bretagne", che è una struttura ammistrativa francese recente, ridotta a quattro dipartimenti, con l'esclusione del dipartimento della Loira Atlantica, facente parte della regione amministrativa Paesi della Loira, ma la cui popolazione preme per l’incorporamento nella Regione Bretagna. Il nome Bretagna deriva da quello del popolo bretone, che vi si installò fuggendo dalla nativa Britannia. Difatti Britannia e Bretagna sono sinonimi. Per la precisione il termine deriva proprio dal termine gaelico che indicava l'insieme dei popoli di Albione, detti “Cruithne” (nel Celtico-Q) e "Prydyn" (nel Celtico-P); da quest’ ultimo termine deriva quello di britanni e bretoni. È composta da 4 dipartimenti: Côtesd'Armor/Aodoù-an-Arvor (22), Ille-etVilaine/Ill ha Gwilen (35), Morbihan (56), Finistère/Penn-ar-Bed (29). Sono inclusi nella regione 15 arrondissement, 201 cantoni e 1270 comuni.Il paesaggio bretone cambia ad ogni momento, alternando forza e fragilità e offrendo scorci suggestivi. Lungo la costa, le scogliere selvagge a picco sul mare cedono il passo alle curve arrotondate delle dune. Quando la landa si inclina verso valle, si possono ammirare scarpate caratterizzate dal bocage, tipico paesaggio rurale che connota la Francia del nord.La costa bretone è la più lunga della Francia: si estende su più di 2 000 chilometri. Battuta dai venti, suggestiva, frastagliata da baie, isole, punte e aber (nome bretone per i fiordi) la costa bretone offre una grande varietà di paesaggi e certi siti unici. Ovunque ci si trovi imperdibile è il fenomeno delle maree, tra le più forti d'Europa (12 metri fino a 13 nella baia del Mont Saint-Michel): ogni sei ore un mare pieno con l'alta marea diviene, con la bassa marea, una superficie lunare costellata di rocce, pozzanghere, ruscelli e alghe. L’entroterra (argoat in bretone) è storicamente meno popolato della costa che è sempre stata la prima fonte di richezza della regione. Piuttosto pianeggiante, è caratterizzato dalle attività agricole, soprattutto l’allevamento. Le foreste sono varie ma la più famosa e la più grande è la foresta di Paimpont, più nota come foresta di Brocéliande: è uno dei luoghi leggendari del ciclo bretone. Si dice che la Dama del lago vi imprigionò mago Merlino, e ancora oggi vari siti come il Val sans retour (valle senza ritorno da dove, secondo la leggenda, non si poteva mai uscire) svelano i misteri dell'antica leggenda.Grazie alla varietà dei paesaggi, al passaggio di rotte migratorie e alla dolcezza dei microclimi, la Bretagna presenta una straordinaria ricchezza di flora e di fauna. Ginestre e ginestroni fioriscono ad ogni angolo e con i loro fiori gialli spiccano nel fucsia della brughiera. Altro emblema della regione è l'ortensia, ma si possono ammirare anche rare specie protette come il narciso di Glénan, la drosera dei Monts d'Arrée, l'eringio marino o il cardo blu con fiori stellati. Altre specie si insinuano tra il granito, spruzzato dalla schiuma delle onde: licheni, armerie, spergularie dai fiori rosa, cavoli selvaggi dai fiori gialli. Info www.bretagnafrancia.it www.bretagna-vacanze.com “A PROPOSITO DELL’ARTE FALSA” Giorgio Seveso dalle pagine del suo blog afferma: Riprendiamoci il contemporaneo “perchè nella nostra cultura il senso comune ormai prevalente non considera arte contemporanea ciò che viene esplorato e realizzato oggi, bensì solo un particolare gruppo di linguaggi, di modalità e di tendenze rispondenti a caratteristiche tecniche e linguistiche date: quelle, non altre.” Contemporaneo può significare simultaneo oppure indicare chi vive negli stessi anni di un altro, come ad esempio nel caso di Boccaccio che fu contemporaneo di Petrarca. Parlando di storia contemporanea ci si riferisce ad un lasso di tempo compreso tra la II guerra mondiale e i nostri giorni. Dopo l’arte moderna (che va dagli anni sessanta del XIX secolo agli anni settanta del secolo scorso), si colloca l’arte contemporanea, definita anche arte postmoderna.Per quanto la querelle possa riguardarci, crediamo che la catalogazione di un periodo storico o di un movimento artistico dal punto di vista temporale sia piuttosto limitante, perché l’arte è stata sempre in divenire e, più che gli stili o i gruppi, contano le personalità creative ed autonome, che magari ai loro tempi sono andate controcorrente. Importanti sono stati sicuramente i tre Padri rinascimentali più famosi al mondo, ma non si può trascurare l’originalità di taluni artisti del Manierismo che esasperarono le forme dei primi in modo più dinamico e libero, anticipando l’arte moderna. Quanto all’ articolo “L’Arte è un falso”di Jean Clair , che ha soddisfatto Seveso poichè alcune idee del critico francese coincidono con quelle sue e dei lettori della rivista- blog che dirige, l’ho trovato condivisibile nei vari passaggi. In uno di questi afferma: “Come il mercato dell’arte, fondato da sempre sul lungo termine, abbia potuto incrociare il mercato della finanza fondato sul brevissimo termine, al punto da fondersi con esso, qui sta l’enigma dell’arte contemporanea.” 1) Più che di enigma io parlerei di un nugolo di impostori e giocolieri, che imperversano nel mercato dell’arte, coadiuvati dall’editoria compiacente, dai collezionisti , dalle gallerie d’arte e dalle banche, che hanno in mano le redini della subdola negoziazione, proponendo presunti artisti di arte contemporanea a prezzi salati. Bene dice Clair: “Che cos’è allora un falso nell’arte se non un credito riposto in un oggetto detto “opera d’arte” e che si è riusciti, nonostante si tratti di un’opera miserabile o addirittura - come per le opere concettuali - inesistente, a far passare come dotato di valore?” Sulla scia di tale concetto, non è difficile dimostrare che quei profeti che vendono i loro manufatti a prezzi sbalorditivi, pur non essendo Padri del con- temporaneo perché non hanno creato nulla, trasferiscono le loro energie alla ricerca del successo, passando dalla ricchezza alla truffa, come da più parti si sente dire. Senza però dimenticare che il loro ingresso nell’arte contemporanea è annunciato con squilli di tromba e di pifferi dai media e dal loro seguito, come fautori del nuovo, nel panorama variegato dell’arte d’oggi; niente di più falso perché il loro lavoro è semplicemente obsoleto. Si pensi al clamoroso ”Orinatoio” di Duchamp del 1917, alla “Merda d’artista” di Manzoni degli anni ’60, al laboratorio di serialità di Warhol e ai tagli infiniti di Fontana, commercializzati in seguito con multipli e repliche vendute a peso d’oro. Dei primi due non credo che si tratti di grandi artisti ma di geniali intellettuali, mentre i secondi sono diventati una fabbrica di denari. Antonio Fomez 1) Jean Clair “L’Arte è un falso”- L’opera contemporanea tra tecniche seriali e mercato impazzito”,Repubblica, 23 ottobre 2013. ARTECULTURA 39 Rassegna ARTE PER L’UOMO 2014 Milano Sala Azzurra Artecultura 11 - 25 gennaio 2014 Claudio Botta, ALBERI SOSPESI Jean Mégier, PICASSO, 2008 Acrilico su tela, cm. 70 x 70 Claudio BOTTA L’albero della vita, come percorso di una limpida metafora dell’esistenza umana si esprime con particolare incidenza di segno e di colore nelle opere di Claudio Botta. L’opera presentata alla rassegna Arte per l’Uomo 2014 n’è senza alcun dubbio una autentica conferma. Nel ritmo cromatico di arancioni, rossi, marroni l’artista celebra la sua invocazione alla natura, a quella natura che oramai non si è più in grado di apprezzare ma solo di offendere in mille modi. Dall’arte di Botta sale un’evocativa tensione figurativa che al di là del pur ragguardevole dato estetico, è un lungimirante invito a riflettere sui nostri sempre più precari rapporti con l’ambiente e con quanti in esso vivono: uomini, animali, piante. Jean MEGIER Significativo ritratto del grande artista spagnolo Pablo Picasso, quello realizzato da Jean Mégier. Da rilevare soprattutto la vibrazione del volto, i lineamenti che si trasformano in un movimento dal ritmo quasi ipnotico che lo sguardo penetrante del malaguegno sostiene con imperturbabile energia. Pop Art, neo espressionismo e suggestione da street art animano il notevole lavoro dell’artista Megier che conferma pienamente anche le sue doti di ritrattista. Carlo CIMMINELLI In questa rappresentazione mediterranea Carlo Cimminelli esprime tutto il suo amore per la sua terra d’origine: la Calabria. Tecnicamente ben equilibrato il dipinto sia dal punto di vista compositivo che per quanto riguarda gli accordi tonali. Un’opera che invita alla contemplazione, a smarrirsi poeticamente in quel lembo di mare che affascina con la sua visione. Suggestiva la fusione di acrilico e tela sabbiata che imprime un tocco di puro affresco all’opera. Carlo Cimminelli: PAESAGGIO CALABRO 2013 Acrilico su tela sabbiata, cm. 60 x 40 40 ARTECULTURA Attilio MILANI Pittore di raffinate metafore e simbologie figurali, Attilio Milani conferma la sua vocazione per una pittura riflessiva, tecnicamente accurata, capace di confrontarsi con l’occhio e con la mente dell’osservatore. Le sue composizioni - del tutto personali - sono difficili da inquadrare in una particolare categoria. Esse piuttosto esprimono in un ritmo quasi mosaicale una suggestiva esplorazione dell’animo e del pensiero in equilibrate strutture stilistiche. Attilio Milani, FRAMMENTI DI INTENSA VITA, 2010 Acrilico,tempera ed olio su carta Fabriano, 52,3 x 38, 4 Roma, Palazzo Poli Sino al 2 marzo La mostra che l'Istituto Nazionale per la Grafica dedica all'opera grafica di Hans Hartung prende l'avvio dalla donazione della Fondazione Hartung-Bergman al Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo. Il corpus della donazione, che consta di 138 fogli, viene esposto nelle sale di Palazzo Poli, accanto ad alcuni dipinti e disegni, questi ultimi esposti per la prima volta, mettendo a fuoco la produzione grafica del maestro francotedesco e rendendo tangibile ed evidente il debito della pittura nei confronti della grafica. La parola chiave che costituisce la linea guida dell'esposizione romana è infatti Hartung, graveur peintre. La definizione ribalta la tradizionale connessione tra pittura e incisione ed è stata coniata da Rainer Michael Mason, uno degli interpreti più attenti dell'opera grafica di Hartung. La produzione grafica, qui ampiamente documentata, offre un ventaglio di soluzioni stilistiche e di processi esecutivi che solo apparentemente contraddicono il modo di operare spontaneo e veloce Hans HARTUNG L’OPERA GRAFICA dell'artista. In tal senso, il laboratorio di diagnostica delle matrici dell'Istituto ha fornito approfondimenti inediti sulle tecniche usate, sia per le matrici che per le stampe dimostrando la costante vitalità della ricerca, di pura astrazione che, a partire dai Blitzbücher o “libri dei lampi”, non ha mai smesso di trarre spunto dalla realtà nel tentativo di “fissare il dinamismo e la forza dell'energia” (Hans Hartung) attraverso il gesto fermo, come lo definisce Achille Bonito Oliva nel suo testo scritto per il catalogo edito dalla Fondazione Hartung-Bergman. L'arte di Hans Hartung è stata molto amata dal pubblico e seguita con attenzione dalla critica italiana nel corso degli anni, a partire dal 1948, anno in cui Giulio Carlo Argan, per primo, lo presentò alla XXIV Biennale di Venezia nella collezione Peggy Guggenheim, fino alle ultime retrospettive. La mostra è stata realizzata con il sostegno della Direzione generale per il paesaggio, le belle arti, l'architettura e l'arte contemporanee del MIBACT. L'iniziativa sottolinea, il forte radicamento di Hartung al Novecento europeo ed inserisce l'Italia nel circuito virtuoso di collezionisti pubblici, accanto alla Bibliothèque Nationale de France, al Kupferstichkabinett degli Staatlichen Museen di Berlino, al Cabinet des Estampes del Musée d'art d'histoire di Ginevra. Info 06 6992 1454 L'AUTODIDATTA NELLA STORIA Personaggi, avventure, intuizioni Jeanne Antoinette Poisson, marchesa di Pompadour, detta Renette, meglio nota come Madame de Pompadour (Parigi, 29 dicembre 1721 – Versailles, 15 aprile 1764), è stata la più celebre favorita del re di Francia Luigi XV e la donna francese più potente del XVIII secolo. Nacque nel 1721 da Luise Madeleine de La Motte, una ricca ereditiera borghese e da François Poisson, benché la paternità sulla bambina non gli sia attribuita. La ragazza ricevette una buona educazione in convento e anche nei salotti parigini frequentati da artisti, letterati e filosofi. Grazie alle sue amicizie, riuscì a partecipare al ballo organizzato per festeggiare le nozze del Delfino e in quell'occasione conobbe Luigi XV che ne fece la sua amante. Dopo averle acquistato il titolo di marchesa de Pompadour, Jeanne Antoinette fu riconosciuta come maîtresseen-titre, ovverosia amante ufficiale. Madame de Pompadour ebbe notevole influenza sulle arti, sulla moda, sul teatro e sulla musica, dettando lo stile della prima metà del Settecento; a livello filosofico fu sostenitrice delle idee dell'Illuminismo, essendo mecenate degli enciclopedisti, facendo in modo che l'Encyclopédie continuasse ad essere stampata. Ebbe anche notevole importanza a livello politico riuscendo ad ottenere cariche per amici e familiari. A lei si deve la riuscita del rovesciamento delle alleanze, con il quale la Francia si unì al Sacro Romano Impero, unione che sarebbe stata suggellata nel 1770 dal matrimonio del Delfino Luigi Augusto con l'arciduchessa Maria Antonietta d'Austria. Morì nel 1764 prima di veder realizzati i frutti del suo operato. Divenuta amante ufficiale del re di Francia, Luigi XV, appassionata degli spettacoli teatrali, che tuttavia a Versailles erano rappresentati "soltanto" settimanalmente, la Pompadour ottenne da Luigi il permesso di organizzare una vera e propria compagnia teatrale della quale facessero parte lei stessa e altri nobili frequentatori della Corte, tenendo rappresentazioni nelle sale del Castello. La marchesa nominò direttore della compagnia il duca de La Vallière, illuminista e protettore di Voltaire, vicedirettore fu l'accademico François-Augustin de Paradis de Moncrif e segretario il bibliotecario abate de La Garde; fra gli attori, i duchi de Chartres, de Coigny, de POMPADOUR Madame de Pompadour, ritratta dal pittore Boucher Duras, de Nivernais, Madame de Pons, de Livry, de Sassenage. Anche per la danza si scelse fra la nobiltà: ne fecero parte i conti de Langeron e de Melfort e il marchese de Courtenvaux, mentre gli orchestrali erano soprattutto professionisti. Così, davanti al re e a un pubblico ristrettissimo, il 16 gennaio 1747 fu rappresentato Il tartufo di Molière e la settimana dopo Le prejugé à la mode di Pierre-Claude Nivelle de La Chaussée e L'esprit de contradiction di Charles Dufresny. Luigi, oltre a far regalo alla favorita di un nuovo castello a Crécy, ha sistemato la posizione del padre di Jeanne, riabilitandolo e concedendogli il feudo di Marigny che passerà al figlio Abel, il quale potrà così fregiarsi del relativo titolo di marchese di Marigny; per il momento, Abel Poisson si accontenta di accettare la capitaneria di Grenelle (oggi compresa in Parigi) il cui brevetto gli frutta 100.000 lire e, rivenduto al principe de Soubise, altre 180.000. Quando poi, con la bella stagione, il re riparte per la guerra - dalla quale ritornerà vincitore degli inglesi nella battaglia di Lauffeldt - Madame si occupa di sistemare gli appartamenti di Crécy, decorati delle preziose tele del pittore alla moda François Boucher. Tuttavia le passioni hanno vita breve, e quella fra Luigi e la marchesa non fece eccezione alla regola, con una differenza importante: che la Pompadour, trasformatasi da amante ad amica, seppe mantenere inalterata l'influenza sul re, divenendone il consigliere politico più ascoltato, come testimoniano le relazioni degli ambasciatori delle potenze straniere: «si è resa necessaria al re di Francia nei suoi interessi più importanti, per supplire al fatto che egli non aveva più così strettamente bisogno di lei per il suo piacere affinché, legandosi a lei in quel modo, gli sarebbe stato più difficile allontanarla»,scriveva il barone Le Chambrier a Federico II il 15 marzo 1751. Nel 1751 papa Benedetto XIV, in occasione del giubileo, promise indulgenza plenaria ai fedeli che mostrassero visibilmente il loro pentimento. Il clero francese da anni pretendeva una riduzione delle imposte a suo carico e invece si era visto attribuire una nuova tassa, che naturalmente alimentò le sue proteste. Nella Corte si creò il partito dei «devoti», che appoggiava le richieste del clero, capeggiato dalla famiglia del re, dall'arcivescovo di Parigi, monsignor de Beaumont, e dai ministri de Tencin, cardinale, e d'Argenson che, approfittando del giubileo, sperava che il re si pentisse tanto della sua vita adulterina quanto, soprattutto, del suo fiscalismo anticlericale. Le pressioni dei devoti a che Luigi XV allontanasse la Pompadour non ebbero tuttavia effetto, ma le speranze di eliminare l'influsso della marchesa furono alimentate dai cortigiani - la contessa d'Estrade e il marchese d'Argenson in particolare - con il favorire la relazione del re con la ventenne contessa de Choiseul-Beaupré, appena sposata con il conte François-Martial, promosso a gentiluomo del delfino e ispettore di fanteria per compenso del poco invidiabile ruolo che egli avrebbe dovuto sostenere. La contessa de Choiseul rimase subito incinta ma a quel punto entrò in scena il cugino, il conte e prossimo duca de Choiseul-Stainville: sapendo che la nuova amante non avrebbe mai potuto prendere il posto della marchesa come favorita reale, convinse la coppia dei cugini a lasciare in fretta la Corte, guadagnandosi così il favore riconoscente della Pompadour. Questa, ancora più trionfante, ottenne dal re il titolo di duchessa, mentre la sfortunata contessa de Choiseul morirà l'anno dopo, il 2 giugno 1753, proprio in conseguenza del parto. Madame de Pompadour, morirà di congestione polmonare il 15 aprile 1764 a (continua) Versailles. ARTECULTURA 41 CONCORSI CONCORSI CONCORSI CONCORSI CONCORSI CONCORSI CONCORSI CONCORSI PITTURA - SCULTURA - CINEMATOGRAFIA - FOTOGRAFIA -MUSICA - VIDEO PREMIO GRIFFIN 2014 Premio d’arte a sostegno dei giovani artisti Partecipazione dal 6 gennaio al 15 aprile 2014. Il riconoscimento promuoverà il talento di artisti under 35 che operano in Italia, con mostre in importanti spazi espositivi e residenza all’estero. Bando iscrizione sul sito www.premioartegriffin.it Dal 6 gennaio al 15 aprile 2014 è aperto il bando di partecipazione al Premio Griffin 2014, istituito col fine di promuovere il talento di artisti under 35 che operano in Italia, e studenti delle scuole di alta formazione artistica, la cui ricerca si esprima col tramite della pittura e del disegno. Il Premio Griffin, giunto alla seconda edizione, è ideato da Winsor & Newton, Liquitex e Conté à Paris e promosso da Colart Italiana SpA col patrocinio di GAI - Giovani Artisti Italiani e dell’Università Bocconi di Milano. Le iscrizioni dovranno pervenire alla segreteria organizzativa esclusivamente via internet, collegandosi al seguente sito www.premioartegriffin.it. I lavori dei candidati saranno vagliati da una giuria internazionale, presieduta da Ivan Quaroni, critico d’arte e curatore e composta da Flavio Arensi critico d’arte e curatore, Olivier Dupuy fondatore Les Ateliers du Plessix Madeuc in Francia, Matteo Lorenzelli titolare della galleria Lorenzelli arte Milano, Rebecca Pelly Fry direttrice della Griffin Gallery a Londra, Severino Salvemini professore ordinario di Organizzazione aziendale e presidente del Comitato Arte Università Bocconi di Milano. Il Premio Griffin si suddivide in due distinte categorie: La prima è riservata ad artisti emergenti di ogni nazionalità, residenti in Italia, che si sono laureati, nel 2009 o successivamente, presso un’accademia di belle arti o in un istituto di formazione artistica. La seconda, a studenti di ogni nazionalità che stanno frequentando un regolare corso di studi nelle accademie di belle arti italiane o in un istituto di formazione artistica post liceale. I partecipanti dovranno presentare un’opera a tema libero di pittura, grafica e disegno realizzata con qualunque tecnica e su un qualsiasi supporto. Tra tutti i candidati saranno scelti 10 finalisti che potranno esporre le loro opere nel corso di una collettiva in programma a giugno alla Fabbrica del Vapore di Milano. I vincitori della categoria Artisti emergenti saranno premiati con una residenza d’arte di 3 mesi in Francia presso” Les Atelieres du Plessix Madeuc” e con una mostra collettiva alla Griffin Gallery a Londra e una ricca dotazione di materiale professionale per le belle arti (per il valore di 1500 Euro). Premio Biennale Internazionale « IL FALCO D’ORO » Scadenza 30 marzo 2014 Allo scopo di promuovere l’arte in tutte le sue forme e premiare artisti che nel corso del 2013 si sono distinti in campo nazionale ed internazionale nel mondo della cultura contribuendo ai valori della pace e della divulgazione dei valori dell’arte, la Universum Academy e la University of Peace Switzerland sezione della Provincia di Caltanissetta, la F.E.B.A.C. Federazione Europea Beni Artistici e Culturali Provincia di Caltanissetta in collaborazione con la B.D.A. International O.N.L.U.S. Associazione Culturale per lo sviluppo e la promozione dell’arte Presiedute dal Dr. Alessandro Costanza, con il Patrocinio del Comune e della Proloco di Serradifalco, aprono le iscrizioni alla prima edizione del Premio Biennale Internazionale « IL FALCO D’ORO ».Possono partecipare al premio: pittori, scultori, disegnatori, fotografi e poeti ovunque residenti di qualsiasi nazionalità, sesso e religione, con opere di qualsiasi tecnica ed in lingua italiana. Il concorso è suddiviso in 5 sezioni: Pittori con tutti i tipi di tecnica (olio 42 ARTECULTURA acrilico tempera acquerello pastello) ed a tema libero - Scultori con tutti i tipi di tecnica materiali ed a tema libero - Disegnatori (grafici, illustratori, incisori, fumettisti) a tema libero - Fotografi di ogni genere (paesaggisti, di nudo artistico, di ogni tematica) - Poeti che presentino lavori a tema libero preferibilmente inedita- Info Federazione Europea Beni Artistici e Culturali Provincia di Caltanissetta, Dr. Alessandro Costanza Presidente e Direttore artistico dell’evento. Corso Garibaldi n° 50 c.a.p. 93010 Serradifalco (CL) - LE STRADE DELLA CERAMICA - Segnaletica indicativa e turistica della città di Assemini Scadenza 10 marzo 2014 Oggetto del concorso è la realizzazione di un disegno relativo alla segnaletica indicativa e turistica della città di Assemini, in particolare una soluzione grafica per la realizzazione di targhe toponomastiche in ceramica. L’approccio della proposta dovrà essere di tipo modulare, capace di dare una visione sia integrale che singola degli elementi presi in considerazione, che renda immediatamente riconoscibile il modello comunicativo nel rispetto dei canoni della tradizione classica locale legata alla ceramica. L’impatto visivo della segnaletica dovrà essere ridotto al minimo curando particolare attenzione al fatto che il materiale impiegato sarà la ceramica, produzione tipica locale della città di Assemini. REQUISITI DI PARTECIPAZIONE Possono partecipare al concorso:- I professionisti e/o le imprese dei settori della grafica, pubblicità, comunicazione, design e architettura; – Gli studenti degli istituti di istruzione secondaria e post diploma ad indirizzo grafico, artistico, comunicativo e di design;- Gli studenti universitari di indirizzo tecnico-comunicativo;- Artisti di ogni età;- tutti coloro che intendono manifestare l’interesse di partecipare alla prima fase del concorso di idee disciplinato dal presente bando Info Comune di Assemini – Ufficio Protocollo – Piazza Repubblica, Assemini, Il Resp. Servizio Attività Produttive F.to Dott.ssa Adele Solinas OPERA D’ ARTE e per il nuovo centro di protezione civile di Coredo Scadenza 4 marzo 2014 Il Comune di Coredo, nell’ambito dei lavori di realizzazione del nuovo centro di protezione civile di Coredo, in adempimento dell’art. 20 della L.P. 3 gennaio 1983, n. 2 come da ultimo modificato con L.P. 17.02.2003 n. 1 e del relativo Regolamento di attuazione approvato con D.P.G.P. 1 agosto 1996 n. 11-40/Leg. e da ultimo modificato con D.P.G.P. 23.06.2003 n. 12-133/Leg., intende caratterizzare l’edificio con l’introduzione di un’opera d’arte. Il nuovo complesso nel quale dovrà essere collocata l’opera d’arte in oggetto, è situato all’ingresso del Comune di Coredo, in prossimità della rotatoria. L’edificio ospiterà la sede della Caserma dei Vigili del Fuoco Volontari e della Croce Rossa. L’importo disponibile per sostenere la spesa ammonta complessivamente ad € 25.000,00 IVA compresa. L’artista è chiamato a proporre un’opera d’arte, così come definita dall’articolo precedente, che risulti parte integrante del complesso e qualifichi il nuovo centro di protezione civile. L’opera dovrà essere realizzata e posizionata nel cortile dell’edificio (come indicato dall’elaborato grafico e dalle fotografie allegate al bando). L’opera verrà collocata all’interno del trapezio individuato nella planimetria allegata con estensione non inferiore al 50% del muro di base. Il tema è libero. Info Comune di Coredo, Piazza Cigni 1, 38010 Coredo (Tn) ENERTOUR 4 STUDENTS - Scadenza 21 marzo Nel 2014 si svolge la terza edizione del concorso enertour 4 university students, che semplifica il nome in enertour 4 students. Sempre promosso da TIS Innovation Park e Fondazione Cassa di Risparmio di Bolzano, quest’anno si svolgerà anche sotto il patrocinio del Ministero dell’Ambiente e della tutela del Territorio e del Mare, oltre che già sotto il patrocinio di ACRI. Ancora una volta l’obiettivo dei promotori del progetto è di coinvolgere e stimolare i giovani studenti universitari alla riflessione intorno alle problematiche energetiche italiane, invitandoli ad elaborare la loro visione di un futuro energeticamente sostenibile o una soluzione innovativa al problema energetico in Italia. Il concorso enertour 4 students 2014 offre, quindi, ad uno studente o laureando di una facoltà tecnica italiana, la possibilità di raccontare la sua idea per una soluzione innovativa al problema energetico italiano. Gli elaborati possono essere realizzati con modalità diverse: si può creare un video (max. 2 min.), una breve presentazione (max. 5 slide), un poster (formato A1), un plastico, un fumetto (max. 5 A4). Il materiale deve essere inviato entro il 21 marzo 2014, allegando il proprio curriculum vitae. Info Enertour TIS innovation park via Siemens 19, 39100 Bolzano IL MOBILE SIGNIFICANTE 2014: “I Luoghi dell’abito” Concorso Internazionale “Fondazione Aldo Morelato” sull’arte applicata nel mobile. Scadenza 15 maggio 2014 È sempre più necessario - in seguito ai cambiamenti che hanno interessato negli ultimi anni la dimensione e la distribuzione degli spazi delle nostre abitazioni - riuscire a trovare soluzioni arredative per collocare e conservare i tanti, o pochi, elementi che utilizziamo per il nostro abbigliamento quotidiano e stagionale. Sono da prendere in considerazione anche le necessità legate all’abbigliamento tipologicamente distinto da quello abitudinario: dall’abbigliamento sportivo – specifico per ogni tipo di sport – all’abbigliamento per il lavoro, fino ai capi d’abbigliamento e agli oggetti utilizzati in momenti speciali: vacanze al mare, vacanze sulla neve, cerimonie più o meno ufficiali. La Fondazione invita quindi i partecipanti a sviluppare un progetto che analizzi uno spazio domestico in cui collocare oggetti e strumenti d’arredo per contenere il nostro abbigliamento e sviluppi in particolare il progetto di un oggetto, complemento o strumento d’arredo. Partecipazione: Il concorso, attraverso due premi distinti, è rivolto ai designer professionisti italiani e stranieri che sono impegnati nel design e nelle arti applicate e a studenti delle varie scuole (Accademie, ISIA, Università) ed è riservato a progetti INEDITI. Info Fondazione Aldo Morelato sull’Arte Applicata nel Mobile Palazzo Taidelli Corso Vittorio Emanuele, 61 37058 Sanguinetto (Verona). PROGETTO START UP : Insieme per vincere Scadenza 30 giugno 2014 Obiettivo generale: favorire la condivisione di conoscenze e la capacità di innovazione delle imprese per rafforzarle e renderle più competitive sul mercato internazionale. Stanziamento complessivo: 50 milioni di euro. Obiettivo generale: per Start Up Reti: promuovere progetti imprenditoriali per la costituzione di aggregazioni tra piccole e medie imprese nella forma del “Contratto di rete” per Investimenti in Rete: promuovere progetti imprenditoriali per la realizzazione del ‘Progetto imprenditoriale comune di rete’ da parte di piccole e medie imprese e dei loro investimenti innovativi - per VAL – Valore Aggiunto Lazio: CONCORSI CONCORSI CONCORSI CONCORSI sostenere gli investimenti di aggregazioni tra imprese grandi e medie e piccole su ricerca, innovazione e sviluppo. Possono partecipare: per Start Up Reti: aggregazioni costituite o da costituire sotto forma di contratto di rete. Per Investimenti in Rete: aggregazioni di imprese che al momento della presentazione della domanda di agevolazione siano già formalmente costituite. Per ulteriori informazioni Info Regione Lazio, http://www.regione.lazio.it LA CERAMICA E IL PROGETTO Scadenza 5 maggio 2014 Hai realizzato un progetto architettonico con uso di piastrelle di ceramica italiane? Partecipa al concorso LA CERAMICA E IL PROGETTO, il concorso di architettura dell’industria ceramica italiana. Confindustria Ceramica e la controllata Edi.Cer. Spa sono orgogliose di lanciare la terza edizione italiana di LA CERAMICA E IL PROGETTO, il concorso che mira a premiare la migliore realizzazione di architetti ed interior designers con piastrelle di ceramica italiane nelle categorie edifici residenziali, commerciali, istituzionali. Per piastrelle di ceramica italiane si intendono i prodotti delle aziende che aderiscono al marchio settoriale Ceramics of Italy. Regolamento Il concorso è aperto a tutti gli architetti e interior designers residenti in Italia che hanno realizzato progetti con uso di piastrelle di ceramica italiane completati tra gennaio 2011 e gennaio 2014. Sono ammesse al concorso sia realizzazioni ex-novo, sia ristrutturazioni e recuperi architettonici. Categorie: Residenziale• Commerciale/Hospitality • Istituzionale/ Arredo Urbano. Info Edi.Cer. Spa indirizzo e-mail [email protected] telefono +39 0536 818 111 POESIA - LETTERATURA XXVEDIZIONEPREMIONAZIONALEITALIA LETTERARIA Premio opere inedite Allo scopo di lanciare nuovi autori è stata bandita, con una nuova formula, la XXV edizione del “Premio Nazionale Italia Letteraria” che si articola in 5 sezioni ed è per opere inedite di narrativa: romanzo, romanzo di fantascienza, racconto, raccolta di racconti, letteratura per l’infanzia: romanzo per ragazzi, racconti per ragazzi, raccolta di CONCORSI CONCORSI CONCORSI CONCORSI favole, fiaba, poesia, teatro e saggistica. I testi computerizzati, su supporto cartaceo, di libera stesura, senza vincoli di tema, dovranno essere spediti, in una sola copia, esclusivamente con posta raccomandata, entro giovedì 28 febbraio 2014 (farà fede il timbro postale) all’indirizzo seguente: Editrice Italia Letteraria - Casella Postale 938 - 20123 MILANO, fornendo il proprio nominativo completo di indirizzo civico/postale. Le opere vincitrici e finaliste saranno pubblicate dalla casa EditriceItaliaLetteraria. www.italialetteraria.com XVI Edizione PREMIO LETTERARIO INTERNAZIONALE MONDOLIBRO Mondolibro - Organizzazione Culturale e Scuola di Scrittura (www.mondolibro.net) e l’Associazione Culturale Gruppo Laico di Ricerca (www.gruppolaico.it) in collaborazione con Bordeaux edizioni (www.bordeauxedizioni.it) bandiscono la XVI edizione del premio letterario Internazionale Mondolibro. Il premio, riservato a opere in lingua italiana, è articolato nelle seguenti sezioni: A Narrativa inedita (max 160 cartelle da 1800 battute); B Narrativa edita (romanzi o raccolte editi dal 1/1/ 2008); C Poesia inedita silloge max 50 componimenti); D Poesia edita (sillogi edite dal 1/ 12008); E Racconti/poesie (max 4 cartelle da 1800 caratteri e Max 30 versi per componimento); F Autobiografie opere autobiografiche edite ed inedite (racconti, romanzi, articoli); G Sezione speciale opere di saggistica, narrativa e poesia, tesi di laurea, articoli sul tema:1943-44/2013-14: il 70° anniversario della lotta partigiana. Un’occasione per riflettere sull’importanza e sull’eredità della Resistenza, che è alla base della nascita dell’Italia democratica e della sua Costituzione. Premi previsti per ciascuna sezione. Ulteriori informazioni a riguardo tel. 06.98184830 - 3394805273 Bando di Concorso triennale per il Corso di Cinema d’Impresa del Centro Sperimentale di Cinematografia - Sede Lombardia 2014-2016 per l’ammissione al Corso di Cinema d’Impresa. Il bando triennale mette a concorso: 16 posti per l’ammissione alla quarta edizione del Corso di Cinema d’Im- presa. Il Corso si propone di selezionare e formare figure professionali di Autori e Produttori altamente specializzati nel campo del Cinema d’Impresa ed in particolare nella regia e nella produzione del Documentario e della Pubblicità, fornendo una elevata e qualificata formazione interdisciplinare. . Sito: www.fondazionecsc.it email: [email protected] 8 edizione dell’evento letterario in Costa d’Amalfi. Concorso per designer artigianali. Ritorna... incostieraamalfitana.it la Festa del Libro Mediterraneo compie otto anni. Dal 29 maggio, tappa a Roma per conferenza stampa di presentazione, al 20 luglio, sulle spiagge della costa sud di Salerno, l’8a edizione di... incostieraamalfitana.it, sotto gli auspici del Centro per il libro e la lettura del Ministero per i beni e le attività culturali, si prefigge anche per il 2014 di avvicinare il maggior numero di persone non solo alla conoscenza del libro, ma della persona che lo scrive e, perché no, di colui che decide di pubblicare l’opera, l’editore. Scrittori, editori, giornalisti, personaggi della cultura e dello spettacolo partecipano attivamente, durante le serate estive, nelle location più suggestive ed emozionanti della Costa d’Amalfi, patrimonio dell’umanità, in riva al mare, e al chiaro di luna.La Festa del Libro in Mediterraneo, che può contare sull’opera imprescindibile di collaborazione sul territorio delle Amministrazioni Comunali della Costiera Amalfitana, degli operatori economici, delle Associazioni , etc. Info: 339-4590927 www.incostieraamalfitana e www.designartigianale.it - 0574-32853 *Alle Direzioni delle segnalazioni effettuate si domanda l’iscrizione dell’abbonamento ad ARTECULTURA che non riceve sovvenzioni da nessuna parte e che per favorire lo spirito culturale della divulgazione nemmeno si avvale di un costo di copertina *Gli abbonati con l’abbonamento scaduto sono invitati a rinnovare l’iscrizione in questo fine anno in modo da non vedere sospeso il ricevimento di ARTECULTURA nel 2014. * Intestare ARTECULTURA di Giuseppe Martucci- c.c.postale n. 84356302 Via Ciovasso 19 20121 Milano ARTECULTURA abbonamenti 2014 Un mensile semplice con tanta informazione culturale abbonati e consiglialo ai tuoi amici Chi ha l’abbonamento scaduto è invitato al rinnovo Abbonamento normale Euro 30,00 Abbonamenti accumulativi con sconto del 50% Euro 15,00 iniziative culturali varie nelle specifiche rubriche cadauno da commissionare a partire da un minimo di 10 (dieci) Abbonamento collezionismo Euro 100,00 per: Accademie, Associazioni, Circoli, Ditte, Enti, Gallerie omaggio grafica di maestri contemporanei disponibili. d'Arte, fatti pervenire su carta intestata. Abbonamento sostenitore Euro 500,00 ARTECULTURA: un mensile di attualità artistico-informativa Testo critico, a 2 pagine su Artecultura, 6 opere Abbonati e sostieni il suo sentito impegno culturale riprodotte nei servizi espositivi di EXPO-AZZURRA Intestare Abbonamento sostenitore speciale Euro 1.500.00 ARTECULTURA - c.c. postale n. 843 56 302 Mostra personale culturale di un mese, testo critico, Via Ciovasso 19 - 20121 Milano 3 pagine di redazionale e riproduzione fino a 6 foto o servirsi di assegno bancario o vaglia postale. nel servizio espositivo della Sala Azzurra di Artecultura Informazioni, tel.: 02/864.64.093 - Fax 02/860.833 www.artecultura.org - e-mail: [email protected] ARTECULTURA 43 Marco Pessa: “TRA LE NINFEE DEL LAGO AZZURRO” smalti a mano libera su tela, cm. 130x150 44 ARTECULTURA
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