Calendario Esposizioni Luglio 2014

BRESCIA
ESPOSIZIONI
LUGLIO 2014
Infopoint Turismo Bresciatourism
MOSTRE NEI MUSEI E NELLE GALLERIE D’ARTE
MOSTRE NEI MUSEI CIVICI
& NEGLI SPAZI ESPOSITIVI DI BRESCIA
MUSEO SANTA GIULIA
L’ospite eccellente, le opere della Pinacoteca Tosio Martinengo in Santa Giulia
L’esposizione “L’ospite eccellente” presenta una ricca selezione di dipinti appartenenti alle raccolte della
Pinacoteca, temporaneamente ospitati presso il Museo della Città al fine di garantirne la visione ai bresciani e ai
visitatori provenienti da altre città attraverso un criterio espositivo che valorizza le opere, ponendo in luce gli
autori più significativi – tra i quali Raffaello, Moretto, Romanino, Savoldo e Giacomo Ceruti detto il Pitocchetto
– e importanti artisti di interconnessione sulla via maestra dell’intenso realismo che ha caratterizzato la pittura
bresciana ed il collezionismo locale.
La mostra allestita a Santa Giulia consente di compiere un percorso virtuale attraverso la storia della pittura
bresciana – o eseguita a Brescia e per Brescia da importanti artisti italiani – a cominciare dal Tardogotico e fino
al pieno Settecento. Non mancano, naturalmente, i più noti capolavori ai quali è legata la fama della raccolta
cittadina: dal Cristo Redentore e dall’Angelo di Raffaello allo Stendardo di Orzinuovi di Vincenzo Foppa, dal Cristo e
l’Angelo di Moretto all’Adorazione dei Pastori di Lorenzo Lotto, dal Flautista del Savoldo allo straordinario nucleo
dei dipinti di Giacomo Ceruti, tra i quali spiccano tre tele appartenenti al cosiddetto Ciclo di Padernello.
Parallelamente, trovano posto nell’esposizione anche i Profeti del Moretto, il ciclo dipinto da Giulio e Antonio
Campi per palazzo della Loggia, e notevoli opere di genere del Seicento e del Settecento (paesaggi, marine e
nature morte). Accanto al taglio cronologico, particolare attenzione viene prestata all’approfondimento di alcuni
temi specifici, quali il ritratto (sia di grande che di piccolo formato, con belle miniature di scuola nord-europea e
italiana provenienti in gran parte dalla collezione di Paolo Tosio), la pittura devozionale e quella destinata a
ornare gli edifici ecclesiastici, con le grandi pale d’altare provenienti dalle chiese di San Barnaba (il polittico di
Vincenzo Civerchio e Francesco Napoletano) e di Sant’Eufemia (l’imponente Sacra conversazione dipinta da
Moretto) e con le due Natività di Moretto e Romanino. Le cento opere esposte a Santa Giulia trovano posto
accanto ad alcuni ambienti del complesso monastico che – sempre in connessione ai lavori di palazzo
Martinengo – sono stati destinati a deposito.
“D’importanza grande e d’eccezionale rarità…”
Collezioni d’arte applicata dei Civici Musei di Brescia
Il percorso espositivo consente di ammirare esemplari di rara bellezza provenienti dalla civiche raccolte di arti
applicate, la cui formazione si deve ai generosi lasciti di illuminati collezionisti e mecenati come Gabriele
Scovolo, Paolo Tosio, Camillo Brozzoni e Leopardo Martinengo da Barco.
Avori medievali, oreficerie sacre del Quattrocento, bronzetti rinascimentali, cammei di età neoclassica, il
prezioso medagliere sono espressione di creatività artistica e di sapienza tecnica, oltre che testimonianze di storia
del gusto. Per rarità, qualità e quantità degli esemplari, meritano particolare attenzione la serie delle maioliche
“istoriate”, in grado di documentare l’attività dei maggiori centri ceramici italiani del Cinquecento, e il gruppo
dei vetri di produzione muranese, straordinaria esemplificazione delle tecniche e delle tipologie dal XV al XVIII
secolo. Gli “oggetti d’arte” selezionati per questa occasione, insieme ai molti altri conservati da alcuni anni nei
depositi, costituiscono un patrimonio di straordinaria importanza che trova pochi confronti nei musei italiani.
Dal 16 aprile al 20 luglio 2014
“Ugo Mulas. La fotografia”
A poco più di 40 anni dalla sua morte, Brescia dedica al grande fotografo Ugo Mulas, nato Pozzolengo nel 1928,
un importante tributo, che è anche una riflessione sul suo imprescindibile lavoro di sintesi, La fotografia (Einaudi
1973).
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MOSTRE NEI MUSEI E NELLE GALLERIE D’ARTE
Promossa da Comune di Brescia e organizzata da Fondazione Brescia Musei, la mostra che si apre il 16 aprile
nello splendido complesso del Museo di Santa Giulia, patrimonio Unesco, è il frutto di una condivisione di
intenti con l’Archivio Ugo Mulas - nelle persone di Valentina e Melina Mulas - che con la courtesy di Galleria
Lia Rumma ha accolto l’invito della città e del fotografo Renato Corsini a partecipare a questo progetto.
Valore aggiunto di questa occasione bresciana, la curatela critica e attenta di Jean-François Chevrier, storico
dell’arte e della fotografia, docente all’Ecole nationale superieure des Beaux-Arts di Parigi, autore di numerose
pubblicazioni e curatore di importanti rassegne.
Il percorso costruito da Chevrier attraverso una ricca selezione di fotografie tra quelle che lo stesso Mulas aveva
scelto di riprodurre nel 1973, mette in relazione i tre principali filoni in cui si è espressa la sua opera: i reportages
sull’arte e sugli artisti, le indagini documentarie sul contesto urbano e, infine, l’analisi degli elementi costitutivi
del procedimento fotografico.
Le fotografie che si riferiscono al primo ambito evidenziano come Ugo Mulas sia stato un grande osservatore e
interprete delle novità apparse nel mondo dell’arte in Italia e negli Stati Uniti durante gli anni ’60. Il suo libro
sulla “nuova scena artistica newyorkese” (New York: The New Art Scene, 1967), comprova che un reportage
artistico può essere anche il risultato del lavoro di un critico d’arte. I suoi ritratti di artisti, spesso intenti nel loro
lavoro, e gli interni d’atelier mostrano personaggi e opere, certo, ma documentano anche atteggiamenti e
comportamenti.
Bresciano di nascita ma milanese di adozione, Mulas concepiva la sua attività di fotografo come un processo di
apprendimento - applicato in particolare al territorio vissuto e al contesto urbano - nel corso del quale ha
sempre tenuto legate arte e conoscenza, sperimentazione ed esperienza.
Questo approccio è riconoscibile in tutto il corpus della sua opera, e in modo quanto mai evidente nello studio
metodico – in cui si combinano immagini e testi – che egli riservò all’operazione fotografica.
Orari: da martedì a domenica: 10.30-19.00 (chiusura biglietteria ore 18.00). Chiuso tutti i lunedì non festivi.
Ingresso: Intero € 10,00 - Ridotto € 7,50 (gruppi da 10 a 30 persone e convenzioni) - Ridotto € 5,50 (da 14 a 18
anni e sopra i 65 anni) - Scuole € 3,00 - Scuole con didattica € 4,50
MUSEO SANTA GIULIA, Via Musei 81/B, tel. 030 2977833/834, [email protected],
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CAPITOLIUM
Il Capitolium riapre le porte del tempo
Impossibile perdere una emozione assolutamente unica: assistere al ritorno degli antichi Dei all’interno del loro
Capitolium, duemila anni dopo il loro primo ingresso. Accadrà a Brescia dove riapre il Capitolium, uno degli
edifici di età imperiale meglio conservati in Italia settentrionale.
A rendere eccezionale questa riapertura è non solo la bellezza, l’imponenza e l’importanza intrinseca del
monumento simbolo di Brescia ma il nuovo percorso museale che Francesca Morandini, curatore per
l’archeologia dei Civici Musei e Paola Faroni responsabile per l’edilizia monumentale del Comune di Brescia, in
team con Filli Rossi della Soprintendenza per i Beni Archeologici della Lombardia, hanno ideato. Ad
accompagnare il visitatore all’interno dell’antico Tempio, al cospetto di Giove, Giunone e Minerva saranno luci,
suoni e atmosfere ricreate da Studio Azzurro.
Varcati i nuovi portali in bronzo, il visitatore sarà accolto nella Cella Orientale del Tempio, da una installazione
di profonda suggestione evocativa, un vero e proprio racconto, fatto di voci, suoni e immagini.
L’installazione multimediale permetterà ai visitatori di conoscere ed esplorare il sito così come doveva
presentarsi in origine, valorizzando l’ambiente e consentendo di comprendere meglio il significato del tempio e
rendendo la visita indimenticabile. Ma a stupire ancora di più saranno gli ambienti restaurati e soprattutto ciò
che durante i restauri qui è emerso. Le novità sono infatti numerose e rilevanti; dai pavimenti originali in marmi
colorati del I secolo d. C., agli arredi dell’antico tempio, alla dettagliata sequenza stratigrafica, alla cronologia del
tempio stesso. Il Capitolium era il tempio principale di ogni città romana ed era il simbolo stesso della cultura di
Roma; in esso era attribuito il culto alla “triade capitolina” e cioè le principali divinità del pantheon latino: i già
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MOSTRE NEI MUSEI E NELLE GALLERIE D’ARTE
citati Giove, Giunone e Minerva. Nello spazio antistante il tempio si radunavano i fedeli per le principali
cerimonie e venivano compiuti i sacrifici. I pavimenti originali in pregiati marmi policromi, le statue e gli arredi
di culto – che rientrano dopo un lungo periodo nella loro antica sede - godranno di nuove visuali e nello stesso
tempo saranno protetti e conservati. Nuovi portali in bronzo infatti, altamente tecnologici, permetteranno di
rivivere l’atmosfera sacrale e solenne delle antiche aule di culto, garantendo anche un’ottimale situazione
microclimatica per la conservazione delle parti originarie del tempio. I resti archeologici di questo straordinario
complesso vennero portati in luce tra il 1823 e il 1826 quando i membri dell’Ateneo di Scienze Lettere e Arti,
grazie a una sottoscrizione pubblica, poterono affrontare scavi estensivi nell’area, partendo da un capitello che
affiorava in un giardino privato. La campagna di indagini fu di tale successo da indurre l’amministrazione ad
aprire all’interno del tempio, parzialmente ricostruito, il primo museo civico di Brescia, il Museo Patrio. Aveva,
in particolare, creato un’immensa emozione la scopertura di un tesoro occultato da una parete del tempio. Un
deposito di opere bronzee magnifiche qui nascoste forse per salvarle da scempi o per sottrarle alla fusione per
battere moneta. Erano i cosiddetti “grandi bronzi” di Brescia, esposti oggi in Santa Giulia: un insieme unico di
statue ed elementi di arredo in bronzo dell’edificio. Tra essi, oltre a ritratti di imperatori, cornici decorate,
frammenti di statue, emerge per bellezza e rarità la statua della Vittoria alata, capolavoro della bronzistica del
primo secolo dopo Cristo. Questa apertura costituisce la prima tappa di un intervento complessivo di recupero
dell’area, che includerà anche con successive aperture i recenti scavi archeologici e il santuario di età
repubblicana. L’intervento si pone in continuità con il recupero delle domus dell’Ortaglia e l’inserimento di
questo contesto nei percorsi di visita del Museo della città del marzo 2003, nel solco della tradizione
archeologica bresciana che, a partire dai provvedimenti del 1480 - per i quali vennero murate negli edifici
rinascimentali in piazza della Loggia le “lapidi iscritte” di età romana trovate in città-, dimostra la precoce
sensibilità della città nei confronti del suo antico passato.
Orari: da martedì a domenica dalle 11.00 alle 19.00 (ultimo ingresso ore 18.00)
Modalità di accesso: per fasce orarie, si consiglia la prenotazione.
Ingresso: Intero € 4,00 - Ridotto € 3,00 (dai 14 ai 18 anni e sopra i 65 anni; gruppi da 10 a 25 persone)
Area archeologica del Capitolium, Via Musei 57, tel. 030 2977833/834, [email protected],
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MUSEO DEL RISORGIMENTO
Dal 23 al 27 luglio 2014 (in concomitanza con il Musical Zoo)
Inaugurazione mercoledì 23 luglio 2014 alle ore 18.00.
“030_2.0 Arte da Brescia”
L’esposizione accosterà opere di 21 artisti bresciani, in rappresentanza delle diverse pratiche nell’ambito delle
espressioni artistiche attuali.
La mostra, curata da Dario Bonetta e Fabio Paris, sarà la versione ‘2.0’ della mostra “030. Arte da Brescia”
curata da Fabio Paris e Francesco Tedesch, avvenuta nel 2003 presso Palazzo Bonoris. L’idea di selezionare un
gruppo di opere partendo dalle sensibilità dei due curatori del progetto, quindi da un doppio sguardo filtrante
l’attuale realtà produttiva, sottolinea il carattere di continuità con un evento considerato come riferimento nel
panorama espositivo bresciano.
L’essere bresciani come punto di connessione globale
La mostra raccoglierà opere pensate e prodotte per l’occasione o considerate rappresentative del lavoro recente
di autori che si sono andati affermando a livello nazionale, o anche internazionale, segnalandosi fra le presenze
bresciane più interessanti dell’arte di oggi.
Non si vuole perciò esaltare un eventuale carattere comune locale, con intenti municipalistici, ma sottolineare
come il fattore contingente legato al luogo di nascita o residenza e di formazione possa costituire un punto di
connessione fra autori e storie personali disseminate nell’articolato panorama dell’arte del presente, tenendo
conto delle combinazioni che derivano dalle vicende personali e dalle condizioni di evoluzione dell’esperienza
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MOSTRE NEI MUSEI E NELLE GALLERIE D’ARTE
del singolo in un contesto allargato, oggi necessariamente senza limiti e confini. Nella prospettiva di un mondo
unificato, il riferimento alle radici può perciò essere un fattore di esperienza, più che di poetica.
La necessità di catalogare la produzione locale contemporanea
Ciò che ci muove a presentare la mostra ‘030_2.0 Arte da Brescia’ è la necessità di chiamare a raccolta e ordinare
secondo gli standard espositivi museali quella che è la produzione più aggiornata che sta vivendo la vita culturale
visiva della città.
Per la città di Brescia infatti si tratta di un’iniziativa attesa, che cade in un momento in cui la sensibilità per l’arte
contemporanea riceve costanti segnali di accrescimento, da parte delle amministrazioni pubbliche come dei
privati, oltre che per effetto degli istituti accademici e di formazione artistica, che sono andati aumentando e
precisando i propri obiettivi in questo settore sin dagli anni Novanta.
La manifestazione si propone per questo di sostenere l’impegno e l’interesse di molti, per offrire un importante
momento di riconoscimento dei valori proposti da artisti che hanno saputo, nel loro lavoro, toccare le corde dei
temi che raccontano e interpretano il nostro tempo in modo libero da appartenenze di scuola o da linee di
tendenza.
La collaborazione con il Festival MusicalZOO
Il presupposto generazionale e territoriale della mostra ‘030_2.0 Arte da Brescia’ pone la necessità di coinvolgere
attori che già operano sui medesimi target di età in ambiti culturali tangenti. L’individuazione del Festival
MusicalZOO quale partner dell’iniziativa nasce sia da un fattore generazionale, dato che vi è coincidenza di età
tra gli artisti selezionati e del pubblico coinvolto dal MusicalZ00.
Il sodalizio tra le due iniziative non può che essere considerato come un’azione strategica, offrendo un sostegno
concreto all’interno di un complesso sforzo di valorizzazione delle risorse culturali che caratterizzano il territorio
bresciano.
Le scelte degli artisti e l’organizzazione dei materiali
La selezione dei 21 artisti coinvolti è stata effettuata tenendo conto del grado di originalità della ricerca avviata
da ciascuno di loro e della loro relazione con il contesto attuale.
Orari: da venerdì a domenica: 11.00-19.00.
MUSEO DEL RISORGIMENTO, Sala del Piccolo Miglio, Castello di Brescia, Tel. 030 44176
[email protected], www.bresciamusei.com
MUSEO NAZIONALE DELLA FOTOGRAFIA
Dal 7 giugno al 3 luglio 2014
“La mé Brèssa”, fotografie di Piero Manenti
Piero Manenti riceve, a quasi quarantʼanni dalla sua prima fotografia, il giusto riconoscimento nel panorama
fotografico bresciano: una mostra e una pubblicazione per mostrare alla nostra città la dedizione e la passione di
un fotografo che per decenni ha immortalato, in silenzio e con umiltà, la sua Brescia in tutte le sue sfaccettature,
ritrovandola nei visi dei personaggi che nellʼarco della sua produzione ha incontrato.
Non a caso la mostra porta il titolo La mé Brèssa: la Brescia degli angoli nascosti della provincia, dei vicoli del
centro storico, delle persone messe ai margini, dei mestieri ora scomparsi. Piero Manenti negli anni ʼ70 viveva
quotidianamente il centro storico: abitava in Contrada San Giovanni e aveva il proprio laboratorio di
falegnameria in Vicolo dellʼAnguilla, nel cuore pulsante del Carmine, quel quartiere che per molti rappresentava
qualcosa da cui prendere le distanze. Manenti conosceva lʼumanità che abitava queste vie, la gente per questo si
fidava di lui e di conseguenza da lui si lasciava fotografare senza timore. Cinquanta immagini della fine degli anni
ʼ70, dei primi anni ʼ80 del 1900, in cui tutto sembra così lontano ora, di fronte ad un centro storico che è meta
della mondanità e delle serate dei bresciani. Fotografie come documenti, come testimonianze, cariche di
emozione, velate di quella nostalgia e di ricordo, di quella patina di “mondo antico” a cui siamo
indissolubilmente legati, che fa parte del nostro modo di vivere il centro storico, in cui abbiamo ancorate le
nostre radici.
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MOSTRE NEI MUSEI E NELLE GALLERIE D’ARTE
Dal 5 al 31 luglio 2014
Inaugurazione sabato 5 luglio 2014 alle ore 17.00.
“26° Concorso fotografico nazionale Mille Miglia 2014”
26° Concorso fotografico nazionale Mille Miglia 2014
Giunto quest'anno alla sua 26° edizione, il concorso fotografico Mille Miglia organizzato dal Museo attira ogni
anno moltissimi fotografi, amatori e professionisti.
La selezione in mostra prevede gli scatti premiati e ammessi dalla Giuria, quest'anno costituita da Gabriele
Strada, Giacomo Bettoni e Luisa Bondoni.
Dal 5 al 31 luglio 2014
Inaugurazione sabato 5 luglio 2014 alle ore 17.00.
“Frammenti di Brescia”, Monica Rosati.
Sala spazio esterno:
"Frammenti di Brescia". Fotografie di Monica Rosati.
“Frammenti di Brescia” è la mia prima mostra fotografica ed è dedicata alla mia città natale, alla quale sono
molto affezionata. Si parla di “frammenti” in quanto, come potrete vedere, le mie fotografie ritraggono
monumenti molto importanti di Brescia, ma anche certi dettagli che potrebbero passare inosservati ai nostri
occhi. Il mio progetto ha infatti lo scopo di mostrare alcune fra le meraviglie che questa città può offrire. Ma
soprattutto vuole dare l’opportunità ai visitatori della mostra di ammirare alcuni particolari che magari non
abbiamo mai avuto il tempo di fermarci ad osservare. Avrò quindi il piacere di accompagnarvi in questo viaggio,
attraverso le mie fotografie. Vedremo come Brescia sia una città piena di Storia. Partiremo dai tempi dell’Impero
Romano, attraverseremo il Medioevo, varcheremo i confini del Rinascimento, giungeremo all’Ottocento, fino ad
arrivare al più vicino Novecento. Ammireremo i differenti stili di architettura, le sue bellezze artistiche,
guarderemo la città dall’alto e dal basso, entreremo nelle sue splendide chiese, saliremo in castello, osserveremo
le sue imponenti statue, cammineremo di giorno ma anche di notte. Sicuramente queste fotografie non
basteranno a dare degna giustizia a questa bellissima città, ma sono sicura che ne esalteranno la sua bellezza e vi
inviteranno a prendere qualche momento libero per godervi Brescia in tutto il suo splendore." (Monica Rosati)
Biografia:
Mi chiamo Monica e fotografare è la mia grande passione. Cogliere piccoli attimi di vita per trasformarli in
ricordi indelebili. Questo è il mio obbiettivo ogni volta che scatto una fotografia.
Parlo di passione perché per ora è solo un mio grande hobby, che si distacca molto dal mio lavoro.
Credo che questa inclinazione alla fotografia mi sia stata trasmessa da mio padre. Da piccola amavo sfogliare gli
album e poter rivivere i miei ricordi, anche più lontani, tramite le sue fotografie. Scherzavo sempre dicendo che
lui non compariva mai nelle foto…ma d'altronde è questo il destino del fotografo, giusto? Il suo compito è
quello di essere regista di un qualcosa che non verrà mai cancellato dalla memoria.
Con il passare degli anni, cominciai a scattare le mie prime fotografie durante le vacanze estive, fino ad arrivare
al punto di non poterne più fare a meno. La macchina fotografica sempre nella borsetta, come se fosse il mio
miglior compagno di avventure. Da allora ogni occasione era buona per scattare qualche fotografia: feste, uscite
serali, gite e via dicendo.
Fotografare era diventata come una droga, finché un giorno presi la decisione di comprare una macchina
fotografica più professionale. Fu uno dei giorni più belli della mia vita. E nello stesso anno presi anche la
decisione di frequentare un corso base di fotografia per apprendere qualche nozione tecnica.
Fotografare cominciò ad avere un sapore diverso. Migliore. Mi accorgevo di non essere più in grado di vedere il
mondo intorno a me come prima. Da allora riuscivo solo ad osservare. A guardare con gli occhi di un fotografo.
Decisi quindi che era arrivato anche il momento di sperimentare, di mettermi alla prova. Così partecipai al mio
primo concorso fotografico organizzato dal Museo Nazionale Della Fotografia, dedicato alla festa di San
Faustino e vinsi il premio come “Miglior Fotografia Under 30”. Fu una gioia immensa.
Carica ancora di adrenalina, partecipai anche a quello dedicato alle Mille Miglia e vinsi ancora lo stesso premio.
Tante lacrime di felicità.
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MOSTRE NEI MUSEI E NELLE GALLERIE D’ARTE
Ma le soddisfazioni non finivano qua. Durante la premiazione venni a conoscenza che ero di fronte ad una
grande occasione. L’opportunità di mostrare al pubblico alcuni miei scatti. Mi dissero infatti che avrei avuto una
mostra fotografica tutta mia al museo.
Siamo arrivati dunque al Presente. A questo grande giorno. Il giorno in cui posso condividere la mia passione
con tutti voi.
Mostra nel cassetto: Mille miglia nel passato.
Orari: martedì-mercoledì-giovedì dalle 9.00 alle 12.00 / sabato e domenica dalle 16.00 alle 19.00
Ingresso: gratuito
Sala Mostre e Conferenze del Museo Nazionale della Fotografia, Via S. Faustino 11D, tel. 03049137,
[email protected] - www.museobrescia.net.
MUSEO DIOCESANO
La maniera grande – Dipinti del XVI secolo dalla Pinacoteca Tosio Martinengo
In occasione della chiusura per restauri della Pinacoteca Tosio Martinengo sono stati depositati presso il Museo
Diocesano diciassette dipinti di grandi dimensioni, per lo più destinati alle chiese della città e rappresentanti della
grande stagione della pittura bresciana del Cinquecento. Un percorso che dall’ultima maniera di Vincenzo Foppa
conduce alle prime prove di Moretto e Romanino, fino ai risultati della maturità dei due artisti, segnati
dall’incontro con i grandi del Rinascimento italiano, da Raffaello a Tiziano.
Dal 29 marzo al 31 luglio 2014
“Hiroshige, Hokusai e i grandi maestri dell’Ukiyo-e nelle stampe giapponesi.”
Per la prima volta saranno esposti al pubblico tutte le stampe giapponesi collezione della Fondazione Mazzocchi
in collaborazione con il Comune di Coccaglio.
I maestri dell’Ukiyo-e sono gli artisti che maggiormente hanno influenzati i pittori impressionisti francesi.
Le splendide stampe di Hiroshige, gli allievi della scuola Utagawa, i famosi quaderni di Hokusai vengono esposte
in una mostra inedita. Spesso artisti dell’Ukiyo-e amavano produrre stampe facenti parte di una raccolta (serie
dei 12 mesi, 36 vedute del monte Fuji, beltà femminili e i 7 fiori splendenti, 36 bellezze benigne e maligne ecc).
Nella collezione Mazzocchi ritroviamo alcune stampe di queste raccolte si credevano perdute per sempre. In
questo prezioso scrigno ritroviamo un’eredità culturale che arricchisce, approfondisce e mostra nuovi aspetti del
Mondo Fluttuante.
Dal 12 aprile al 29 luglio 2014.
“Pittori attorno al Moretto tra Rinascimento e Controriforma”
La mostra costruisce un percorso che indaga l'opera del Moretto dalle origini allo sviluppo della sua fiorente
bottega, attraverso nuovi studi che evidenziano l'influenza del pittore bresciano anche sulla pittura del Seicento.
Mostra a cura del Prof. Giuseppe Fusari.
Nelle tele di Moretto il naturale è parte della composizione dal punto di vista strutturale e non lo si può ritenere
accessorio solo perché risulta come elemento di contorno alla figura. Anzi: è la figura stessa che sente il bisogno
di appartenere a una struttura che riesca a liberarla dall'astrazione. Se così è si può comprendere l'impasse dei
cosiddetti moretteschi, cui comune denominatore è questa incomprensibile – per gli studiosi a partire da
Francesco Paglia – riduzione del genio morettesco al tritume delle decorazioni e alla pericolosa ridefinizione
della struttura compositiva alla quale viene a mancare la sodezza delle proporzioni e la convincente definizione
della scalatura prospettica.
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MOSTRE NEI MUSEI E NELLE GALLERIE D’ARTE
La strada imboccata dai moretteschi, la loro riduzione al dato minimo, la loro reazione al monumentalismo del
maestro è la risposta alle domande che nemmeno Moretto ha dato alla sua pittura e che Romanino fa sua quasi
in contraddizione con se stesso. Tali caratteristiche hanno reso difficili da inquadrare questi artisti reduci da una
bottega così attiva e strutturata: il maestro li ha lasciati nel momento della crisi senza lasciare loro gli strumenti
per superarla. Perciò il ricavo dall'essere stati a bottega da lui si è tradotto nella semplice rimeditazione degli
elementi tipologici, giustapposti ad altri elementi tipologici che, insieme alla ripresa pedissequa delle invenzioni
del maestro, hanno riempito in qualche modo il vuoto della scomparsa prima dell'uno e poi dell'altro dei
maggiori bresciani. I moretteschi tuttavia vivono una stagione breve ma non solitaria; la condividono con altri
interpreti, paradossalmente e geograficamente marginali, come quei fiamminghi che si avventurano in Italia per
poi tornare con il bagaglio di cose necessarie per essere moderni in patria. Ipotesi che non è per nulla campata in
aria se si pensa all'esperienza del Ricchino a Dresda e che in qualche modo pare rintracciarsi nelle atmosfere
lucide e terse di luce nordica nelle tele più belle di Galeazzi e di Mombello. E' difficile determinare le forze
influenti in quei pochi anni dalla morte del Moretto all'affermarsi della nuova generazione dei bresciani, colmata
da qualche presenza forestiera ma quasi addormentata su quanto avvenuto nella prima metà del secolo. Di fatto
l'influenza di Moretto, all'atto del risveglio con Marone, Bona e gli altri, si riduce a quell'eredità tipologica di
figure e fisionomie che i moretteschi avevano portato avanti negli anni di mezzo e che questi riempiono di
nuovo senso sulla base di nuovi presupposti. Ma proprio a partire dagli anni Ottanta del secolo si avvia per
Brescia una fase diversa, nuova e molto complessa che coinvolge presenze straniere e che culminerà con la
breve egemonia dei palmeschi, traghettata la fine del secolo, fin verso il 1630.
Orario: tutti i giorni, escluso mercoledì, dalle 10.00 alle 12.00 e dalle 15.00 alle 18.00.
Ingresso: intero € 5, ridotto € 3, rid. over 60 € 2. Ingresso gratuito per scolaresche. Laboratori didattici € 3.50
Museo Diocesano, Via Gasparo da Salò 13, tel. 03040233
www.diocesi.brescia.it/museodiocesano - [email protected]
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MOSTRE NEI MUSEI E NELLE GALLERIE D’ARTE
AMBIENTE PARCO
MateFitness - La palestra della matematica
Sabato e domenica dalle 16.00 alle 19.00
Hai mai pensato di allenare la mente in modo divertente come si fa con i muscoli quando si va in palestra?
Con MateFitness si può! MateFitness è un progetto del CNR-PSC di Genova, che ha l’obiettivo di promuovere
la matematica attraverso il gioco e l’approccio interdisciplinare. Nella Palestra della matematica trovi uno
speciale “personal trainer” che ti suggerirà giochi e problemi e ti aiuterà a capire come risolverli da solo. Il
protagonista sarai tu! E potrai decidere cosa fare scegliendo tra esperimenti, indovinelli, giochi di magia,
enigmistica, logica e tanto altro... Perchè è l'azione nello spazio e nel tempo che valorizza la matematica che c'è
in noi.
Natur.acqua
Sabato e domenica dalle 17.30 alle 18.30
Percorso guidato: l'acqua in tutte le sue forme, l'uso consapevole dell'acqua, uso l'acqua risparmiando, il
trasporto dell'acqua... e al interno c’è anche la sala gioco.lab "gioca con l'acqua e il sapone" per i più piccoli!
Casa Eco.logica – Abitare Smart
Sabato e domenica dalle 16.15 alle 17.15
Abitare Smart/la casa Eco.logica è un progetto educativo che vuole sensibilizzare i cittadini sul tema dell’abitare
sostenibile, in edifici a misura d’uomo e d’ambiente, intelligenti nella struttura, negli impianti e nei
comportamenti d’uso, progettati e realizzati per ridurre il nostro impatto sull’ambiente e aumentare il comfort di
chi li abita.
Il percorso si apre con il Villaggio degli Eco.cubi, un luogo dove scoprire come la corretta costruzione
dell’involucro di un edificio possa contribuire sensibilmente non solo al risparmio energetico, ma anche ad
aumentare il benessere abitativo. Cinque casette colorate, prototipi di abitazioni poste in sequenza tra la meno e
la più attenta ai consumi e tra la meno e la più confortevole per l’uomo.
TARIFFE DI INGRESSO VALIDE PER TUTTE LE ESPOSIZIONI:
Intera: € 7
Ridotta: € 5 per convenzioni, minori di 25 anni e maggiori di 65 anni e convenzioni
Famiglia con due genitori con bambini: €14 due genitori con figli (max. 14 anni)
Famiglia con un genitore con bambini: € 7 un genitore con figli (max 14 anni)
Ambiente Parco, Largo Torrelunga, 7, Tel. 030 361347, www.ambienteparco.it
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MOSTRE NEI MUSEI E NELLE GALLERIE D’ARTE
MOSTRE NELLE GALLERIE DI BRESCIA
MOSTRE IN AUGURATE AD APRILE 2014
GALLERIA AGNELLINI ARTE MODERNA
Dal 12 aprile al 27 settembre 2014
Giuseppe Rivadossi, “Il genio abita qui”
La mostra “Giuseppe Rivadossi. Il Genio abita qui”, a cura di Dominique Stella, raccoglie circa 50 opere che
ripercorreranno il percorso artistico del famoso scultore.
Giuseppe Rivadossi ha accumulato nel corso della sua adolescenza l'esperienza di una pratica manuale che gli ha
forgiato l'animo e lo spirito al contatto con la materia e la sua manipolazione. La sua arte nasce da questo
apprendistato lento e luminoso, da cui deriva la padronanza di un savoir faire che egli ha saputo esaltare in
realizzazioni testimonianti una conoscenza profonda dei meccanismi segreti delle cose, combinando senso della
materia, vitalità primordiale e sensibilità acuta verso le forme artistiche più diverse. La sua arte nasce da un
sapere, acquisito nell'osservazione e nella comprensione degli amalgami che dalla modellatura o
dall'assemblaggio fanno nascere forme essenziali, quasi primitive.
Il suo campo di azione si estende al disegno, alla scultura e all'architettura di oggetti, che oggi definiremmo
design, ma che nel caso di Giuseppe Rivadossi è ebanisteria contemporanea. La sua curiosità manuale non
poteva limitarsi a nessuno di questi ambiti, ognuno di essi costituisce una chiave di esplorazione destinata ad
arricchire una pratica artistica estremamente complessa e versatile. Il suo lavoro di scultura esplora archetipi che
legano l'essere umano alle sensazioni carnali e primordiali della vita, attraverso temi ricorrenti come il corpo
femminile, l'immagine materna, la casa... tematiche che si affermano nello sviluppo delle forme femminili,
concave o convesse, che l'artista simboleggia nell'opulenza dei corpi o nella voluttà delle curve incavate,
rappresentazione della matrice originale che costituisce il riparo, la casa, il rifugio dalle nostre angosce e dalle
nostre paure. Archetipo, maternità, madre, casa, concavità, organicità, razionalità sono tutte parole suggerite
dalla scultura di Rivadossi, che tuttavia intende sottolineare come, al di là delle forme e dell'immagine, il
linguaggio della scultura trasmetta l'interpretazione sensibile e poetica dell'interiorità profonda degli esseri.
Le realizzazioni d'ebanisteria dell'artista sono attualmente le più diffuse tra la sua produzione.
La tecnicità che egli ha acquisito nella pratica delle arti più diverse gli ha permesso di trasporre il suo genio
creativo nella costruzione di mobili e oggetti d'arredo, di cui egli ha saputo rinnovare interamente il genere.
Rivadossi è un rappresentante della tecnica manuale contemporanea nella quale il direttore dei lavori garantisce
le diverse tappe di fabbricazione: disegno del modello, scelta del legno, segatura e sgrossatura, realizzazione
dell'assemblaggio, della decorazione e del montaggio. Egli privilegia i montaggi strutturali, il legno pieno,
lavorato nella massa della materia.
I suoi mobili sono realizzati come sculture, spesso intagliati in un unico pezzo di legno, sagomato, scavato e
«rifinito con lo scalpello». Le materie così create fluttuano al tatto, catturano la luce e vibrano come scorze
animate da sussulti di vita. Talvolta il mobile è elaborato a partire da strutture primarie assemblate; ogni
elemento di questo assemblaggio viene dapprima intagliato e incollato per costituire il frammento di una maglia
costruttiva che definisce, in incavo e in rilievo, l'aspetto del mobile la cui forma nasce dal montaggio di questa
infinità di elementi prefabbricati che si annodano tra loro. Gli oggetti elaborati in questo modo sono pensati per
favorire un dialogo con lo spazio, anche nella loro funzionalità, ma soprattutto nell'intenzione di privilegiare la
plasticità della materia vibrante e irregolare che cattura la luce e disegna giochi d'ombra.
Orari: da martedì a sabato, 10.00-12.30 e 15.30-19.30.
Galleria Agnellini Arte Moderna, Via Soldini 6/A, tel. 0302944181, [email protected]
www.agnelliniartemoderna.it
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MOSTRE NEI MUSEI E NELLE GALLERIE D’ARTE
MOSTRE INAUGURATE A MAGGIO 2014
PACI CONTEMPORARY
Dal 17 maggio al 30 settembre 2014
AMERICA ’70 – La fotografia tra sogno e realtà
In concomitanza con la Notte Bianca di Brescia e il Magico weekend delle Mille Miglia, Paci contemporary è
lieta di presentare “AMERICA ’70 – La fotografia fra sogno e realtà”, Group show che riunisce alcuni dei più
importanti artisti americani che, negli anni ’70, hanno rivoluzionato la Fotografia, influenzando in maniera
determinante il panorama artistico successivo. Jerry Uelsmann, Arthur Tress, Leslie Krims, Duane Michals,
Ralph Gibson, Judy Dater, Larry Clark, William Egglestone, Sandy Skoglund, William Klein, Joel Meyerowitz,
Bill Burke, Dave Heath, Nicholas Nixon, Bruce Davidson, Aaron Siskind, Mark Cohen, Olivia Parker, Lee
Friedlander, Harry Callahan, e molti altri.., sono artisti riconosciuti a livello internazionale, che vantano
esposizioni nei più prestigiosi musei di tutto il mondo.
Partendo dalla lista stilata nel 1978 da John Szarkowski, direttore del dipartimento di fotografia del MoMA
(Museum of Modern Art) di New York, la mostra offrirà un viaggio alla scoperta dei grandi Maestri che hanno
interpretato la fotografia come mezzo artistico in bilico fra sogno e realtà: un percorso nell’America degli anni
’70 e non solo…
Tra i molti artisti che saranno presentati, basti citare Jerry Uelsmann, capace di creare immagini che, attraverso la
sovrapposizione di diversi negativi, creano un universo magico e misterioso, al contempo reale e immaginario;
Arthur Tress, le cui fotografie raccontano il percorso di un uomo alla costante ricerca di un’identità, che ha
saputo scrutare nel profondo della sua interiorità; LeslieKrims, che si concentra sulla dissacrazione degli
stereotipi della società americana, attraverso una satira feroce e ironica; Duane Michals, che utilizza il mezzo
fotografico per raccontare, attraverso una sequenza di fotogrammi, delle vere e proprie storie; Ralph Gibson, un
visionario affascinato dalle astrazioni dell’architettura quanto da quelle sinuose e sensuali della forma femminile,
che sperimenta con la forma del corpo e dello spazio le distanze tra la realtà e l’astrazione, il contrasto tra il
bianco e nero; Judy Dater, i cui primi lavori sono incentrati sulla liberazione e la percezione delle forme
femminili; fino ad arrivare a Sandy Skoglund, con i suoi primi esperimenti fotografici degli anni ’74-’79, che
rappresentano il punto di partenza da cui poi si svilupperà la ‘Staged Photography’: opere al confine tra
fotografia e installazione, che richiedono anni di progettazione e creazione prima che possa essere scattata la
fotografia vera e propria: niente viene infatti manipolato con il Photoshop ma è l’artista in persona a creare,
dettaglio dopo dettaglio, le sue scenografie. E molti altri…
Una curatissima raccolta di immagini attentamente selezionate che, dagli anni ’70 fino ad oggi, svelano un
nuovo, rivoluzionario modo di pensare la fotografia.
In occasione della mostra, sarà presentato anche il nuovo volume edito da Paci contemporary, con testo critico a
cura di Gigliola Foschi.
Orari: da martedì a sabato, ore 10.00-13.00 e 15.30-19.30.
Paci Contemporary, Via Trieste 48, tel. 030.290635, www.pacicontemporary.com, [email protected]
GALLERIA DELL’INCISIONE
Dal 22 maggio al 20 luglio 2014
“Arturo Martini”
Saranno esposte una ventina di opere di piccolo e medio formato, che ben illustrano diversi aspetti della
produzione artistica martiniana, restituendo un ritratto composito ed efficace di una delle figure dominanti nel
panorama artistico tra le due guerre.
Lontano dalle inquietudini dei movimenti avanguardisti, Martini percorrerà una strada diversa, legata al recupero
del passato; gli evidenti richiami all’antico si sposano però nelle sue sculture con una volontà di rinnovamento
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MOSTRE NEI MUSEI E NELLE GALLERIE D’ARTE
unica che avrà come esito una ricchezza espressiva di grande attualità. I rimandi ad un mondo arcaico appaiono
così nella sua scultura, riletti sotto una luce nuova, lontani da un approccio accademico, arricchiti da una fantasia
inventiva che produce esiti formali sempre nuovi.
La mostra è costituita da opere realizzate in un arco temporale piuttosto ampio, e in particolare negli anni
compresi tra il 1925 e il 1935, un decennio di straordinario fervore ideativo. I lavori esposti rivelano, nella
grande varietà degli esiti formali, la personalità viva, il carattere impetuoso, la dimensione umana dell’artista.
Numerosi i soggetti religiosi, tra cui il bellissimo San Sebastiano, soggetto riproposto dall’artista in più occasioni e
presente in mostra in due differenti versioni caratterizzate da un diverso trattamento di superficie.
Da citare anche i preziosi Presepe piccolo e Annunciazione, dominati da un lirismo di grande suggestione, la Leggenda
di San Giorgio, essenziale nella semplificazione della volumetria e del modellato, e ancora le due formelle in
bronzo e terracotta Il perdono e Gesù abbeverato di fiele, infine i bronzi del San Giovannino e dell’Incontro di San Marco e
San Giusto, due figure di estrema eleganza che si fronteggiano in un tenero sguardo.
Straordinari anche i monumentali Leone e Leonessa da giardino, due grandi sculture sedili in gres, in cui elementi di
chiara derivazione romanica sono riproposti in un’interpretazione di grande libertà espressiva, e Bagnante,
formella in terracotta caratterizzata da un modellato di incredibile morbidezza, che si contrappone alla bronzea
Aquila, potente e austera nel segno duro, ostinato.
Saranno inoltre esposti un disegno e alcune incisioni, che testimoniano l'incessante sperimentazione tecnica del
grande artista.
Orari: da martedì a domenica, dalle ore 17.00 alle 20.00.
Galleria dell’Incisione, Via Bezzecca 4, tel. 03030469, www.incisione.com, [email protected]
A PALAZZO GALLERY
Dal 23 maggio al 15 settembre 2014
Servane Mary/ Virginia Overton/ Olivier Mosset
Servane Mary si appropria di immagini di donne trovate in pubblicazioni degli anni ‘40-’70: alcune di queste
donne diventano per l’artista delle eroine, altre sono invece considerate, all’opposto, anti-eroine. In questa
azione di “riconfigurazione” dell’immagine, l’artista esplora i collegamenti esistenti tra rappresentazione, identità,
storia e memoria, e tratta le fotografie come vere e proprie entità fisiche. Le immagini rivelano i segni del
passaggio del tempo, lo scolorimento ed il degrado, un piano che mette in parallelo i nostri stessi ricordi e la
mente umana. Le opere sono realizzate su materiali e supporti che portano ad una rivalutazione dei soggetti,
consentono l’inclusione dello spettatore, e destabilizzano l’idea di una posizione fissa rispetto al nostro posto nel
mondo. Le immagini sono stampate su veli di cotone o seta, coperte termiche d’emergenza, alluminio, specchi e
carta, utilizzando la tecnica della serigrafia, del getto d’inchiostro e del trasferimento con solvente. Le sue opere
sono spesso presentate come installazioni.
Servane Mary è un’artista franco-svizzera che vive e lavora a New York. Le sue opere sono state esposte
recentemente in varie mostre a New York, tra cui Ford Galaxie 1964 presso l’istituto di cultura svizzero, Hymns
for Mr. Suzuki presso Abrons Art Center, Piston Head alla galleria Venus Over Manhattan, Family Portrait
presso Carriage Trade e LAT. 41° 7! N. LONG. 72° 19! W. a cura di Bob Nickas presso la Martos Gallery. Ha
tenuto diverse mostre personali alla Galerie Triple V a Parigi, e Martos Gallery a New York.
Negli ultimi quarant’anni, Olivier Mosset ha ridefinito e ampliato i confini della pittura nell’arte contemporanea.
Raggiunge la notorietà negli anni ‘60 fondando un gruppo collettivo denominato BMPT (Buren, Mosset,
Parmentier, Toroni) che ha cercato di liberare l’arte dai confini elitari. Mosset è famoso per la sua produzione di
monocromi – opere che sfidano le percezioni di paternità dell’opera e si confrontano con la tradizione materiale
della pittura. Attraverso una percezione sensibile di colore e forma, Mosset realizza quadri che aspirano a
democratizzare l’oggetto d’arte e sfidano lo spettatore a mettere in discussione le ipotesi categoriche nella storia
dell’arte.
Olivier Mosset è nato a Berna, Svizzera, e vive e lavora a Tucson, Arizona, e a Brooklyn, New York. Di recente,
le opere di Mosset sono state esposte nelle mostre personali alla galleria Kitchen, New York; Campoli Presti,
Londra e Parigi; Centro Culturale Svizzero, Parigi, Kunsthalle Zurich, Zurigo e alla Biblioteca Municipale di
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MOSTRE NEI MUSEI E NELLE GALLERIE D’ARTE
Lione. Le sue opere sono attualmente esposte in una mostra collettiva presso il Museo Regionale di Arte
Contemporanea Languedoc-Roussillon a Sérignan, Francia.
Virginia Overton realizza installazioni e sculture site-specific servendosi di materiali utilizzati comunemente
nelle attività manuali, oltre a quelli che recupera nei locali di mostre e nei depositi. Disposte in configurazioni
fenomenologiche - piegate, colate, bilanciate e incrementate nella sagoma – le forme finali mantengono la
ruvidità ed il rigore che riportano al materiale d’origine, e allo stesso tempo denotano la leggerezza e la grazia
della mano dell’artista. Riproponendo oggetti in modo intuitivo e ripetitivo, Overton riesce ad orchestrare un
dialogo dinamico tra la scultura e lo spazio contestuale e fisico che questa occupa.
Virginia Overton è nata nel Tennessee e vive e lavora a Brooklyn, New York. Espone attualmente in una mostra
personale intitolata Virginia Overton: Flat Rock al MOCA Nord Miami, Florida. Ha esposto le sue opere in altre
mostre personali nelle gallerie Westfalischer Kunstverein, Munster; Kunsthalle, Berna, Svizzera; Mitchell-Innes
and Nash, New York; The Kitchen, New York; The Power Station, Dallas; Freymond-Guth, Zurigo.
Orari: martedì – sabato dalle 11.00 alle 19.00
Galleria Bersi Serlini Migliorati Rusconi Srl, Piazza Tebaldo Brusato 35, tel. 030 3758554 www.apalazzo.net [email protected]
GALLERIA AplusB c/o Palazzo Guaineri
Dal 24 maggio al 5 luglio 2014
“L’Avventura – Die mit der Liebe spielen”
David Czupryn (1983, Duisburg) / Robert Elfgen (1972, Wesseling am Rhein) / Max Frintrop (1982,
Oberhausen) / Tobias Hoffknecht (1987, Bochum) / Melike Kara (1985, Bensberg) / Valerie Krause (1976,
Herdecke) / Michail Pirgelis (1976, Essen) / Dennis Scholl (1980, Hünfeld) / Jana Schröder (1983, Brilon) /
Philip Seibel (1980, Hagen) / Stephanie Stein (1972, Kiel).
L'avventura – die mit der liebe spielen fa riferimento al titolo in lingua italiana e tedesca del film diretto nel 1960 dal
regista Michelangelo Antonioni ed è da intendere come omaggio alla stagione cinematografica del Neorealismo.
La trama de L'avventura viene interpretata come metafora della ricerca dell'artista e ci conduce all'interno di quel
vuoto che spesso è il significativo punto di partenza per la creazione. Sin dalla nascita del medium dell'immagine
in movimento, film ed arti visive sono protagonisti di una continua e reciproca ispirazione. La percezione del
mondo inoltre viene influenzata dal cinema più di qualsiasi altro mezzo ed è per questo gioca un ruolo decisivo
e centrale nella produzione e nella percezione delle arti visive in generale.
La maggior parte degli artisti de L'avventura – die mit der liebe spielen hanno studiato presso l'Accademia di
Düsseldorf a vivono e lavorano nella regione della Renania settentrionale. La quasi totalità dei lavori sono creati
appositamente per l'occasione e saranno esposti al pubblico per la prima volta in assoluto. Molteplici sono i
medium utilizzati quali il disegno, la pittura, la scultura ed il video, presentati nella cornice del piano nobile di
Palazzo Guaineri delle Cossere, palazzo del XVII secolo che si trova nel cuore del centro storico di Brescia. I
lavori si legheranno ad esso in un fruttuoso dialogo tra opere nate in Germania e spazio architettonico italiano.
L'ambiente ed il suo spazio giocano un ruolo speciale nella produzione e percezione dei lavori di Stephanie Stein
a Tobias Hoffknecht. Stephanie Stein produce filigrane, lavori minimalisti relativi ai parametri spaziali come luce
e ombra, dimensione e movimento. Similmente le installazione e le sculture di Hoffknecht rivelano se stesse
attraverso il movimento dell'osservatore che viene vagamente rimandato ad una situazione familiare dagli oggetti
provenienti dalla quotidianità.
Le sculture di Valerie Krause sono frutto di una indagine sull'oggetto, lo spettatore e lo spazio, quest'ultimo
essenziale per la scelta del medium. “Ogni cosa è in movimento – afferma Valerie Krause - ed è stata fissata con
un particolare movimento”.
La medesima preoccupazione sullo spazio e sul tempo la si può osservare nell'assunto pittorico di Max Frintrop.
Il suo essenziale repertorio di forme sulla superficie bidimensionale della tela è dedicato ad una ironica indagine
sul concetto di spazio.
Le opere di Dennis Scholl e Philip Seibel hanno un effetto riconducibile al rallentamento. L'iperrealismo
figurativo dei disegni a matita di Scholl ed i pannelli astratti esito di un lungo processo produttivo di Philip
Seibel, mettono alla prova l'osservatore che entra in contatto le loro immagini. Le scene di Sholl, la
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MOSTRE NEI MUSEI E NELLE GALLERIE D’ARTE
composizione è presa dalla maniera del collage, lasciano che lo spettatore si perda nei dettagli di un mondo
straniante. Le superfici levigate di Seibel non danno informazioni circa sulla via che stanno prendendo. Non è
semplice capire se i tratti siano venature del legno dipinte su una superficie di alluminio oppure di una superficie
di legno applicata su un pannello di alluminio. L'enigma esposto allo sguardo è una riflessione del rapporto tra
autenticità e verosimiglianza.
I dipinti eseguiti ad olio ed acrilico su tela o tavola di David Czupryn illudono e aprono ad enigmatici spazi
simili a trompe-l’oeil fatti di liane, aste, corde, piante esotiche e tante altre tipologie di oggetti disposti sopra un
background che imita il legno, il marmo ed il cemento.
Robert Elgen crea il suo unico mondo con l'aiuto di oggetti derivati da varie discipline. Il punto di partenza della
sua ricerca è spesso la sua esperienza autobiografica. Si tratta di osservazioni quotidiane, situazioni di passaggio,
di alternanza tra vari stati emotivi ed i cicli della natura.
Le sculture di Michail Pirgelis provengono da parti originali di aeroplani. Attraverso il processo di taglio, collage
e pulizia, esse si permeano nuovamente con una certa aura e bellezza che gli oggetti sembra abbiano perduto
come risultato del coinvolgimento del turismo di massa e della banalità dei viaggi aerei.
Melike Kara oscilla nell'utilizzo di vari media. Con la fotografia, il video e gli oggetti essa suggerisce immagini
esteticamente poetiche che colpiscono sensualmente lo spettatore. Kara propone domande riguardanti cultura
ed identità, domande spesso lasciate aperte e senza risposta.
Lena Ipsen, curatrice della mostra, ha studiato Storia dell'Arte ed Arti Visive alla Humboldt University di
Berlino. Vive e lavora a Berlino.
Orari: da giovedì a sabato, dalle ore 15.00 alle 19.00.
AplusB Contemporary Art, c/o Palazzo Guaineri delle Cossere, Contrada Cossere, 22, tel. 3381324177 /
030 5031203, aplusbcontemporaryart.wordpress.com - [email protected]
GALLERIA MININI
Dal 24 maggio al 1 agosto 2014
Daniel Buren, “Lavori luminosi / Già quarantanni!”
Già quarantanni! novembre 1974 – maggio 2014
Prima di aprire la galleria, nel 1973, pensando al programma da fare, ho visitato alcuni artisti per annunciare la
prossima apertura. Tra questi Daniel Buren, che conoscevo da tempo.
Vado a Parigi. Gli racconto della mia nuova impresa. «Chi saranno gli artisti?» Mi chiede. «Non lo so ancora,
dipende dalle loro risposte...e anche dalla tua!».
«Allora facciamo così» mi conferma Daniel «Apri la tua galleria, fai le mostre che credi, mandami gli inviti. Fra
tre anni ti dirò se potrò lavorare con te o meno. Comunque in caso positivo voglio sapere chi sarà l'artista prima
della mia mostra e chi subito dopo».
Bella lezione. Capisco che sono sotto osservazione, poche parole valgono più di un Master.
Devo essere andato bene se, dopo solo dodici mesi, Daniel mi chiama per dire che ho superato l'esame.
La sua prima mostra da me sarà dopo un anno, nel 1974, e così oggi festeggiamo i 40 anni da quella prima volta,
con una nuova mostra che ha come sottotitolo: "già quarantanni!", una esclamazione trovata da Daniel che pare
più sorpreso di me dalla velocità del tempo passato.
Se non sbaglio questa è la sesta mostra che facciamo con lui, più altre avventure fuori galleria.
La prima aveva per titolo "GOTICO" con carte a strisce di 8,7 cm colorate, incollate negli archi dello spazio in
via Agostino Gallo, ordinati alfabeticamente (Azzurro, Blu, Giallo, Rosso,Verde...).
La mostra che apre ora, avrà lavori luminosi e, guarda caso, anche qui i colori saranno ordinati alfabeticamente
(Azzurro, Blu, Giallo, Rosso, Verde...).
Tout se tient. La storia continua…
Orari: da lunedì a venerdì dalle ore 10.00 alle 19.30; sabato dalle ore 15.30 alle 19.30.
Galleria Minini, Via Apollonio 68, tel. 030383034, www.galleriaminini.it - [email protected]
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MOSTRE NEI MUSEI E NELLE GALLERIE D’ARTE
WAVE PHOTOGALLERY
Dal 30 maggio al 12 luglio 2014
Takeshi Shikama, “Rustling of the Forest”
Con un titolo che abbraccia tutta la sostanza del suo lavoro, Takeshi Shikama la sua arte fotografica, da sempre
concentrata sull'anima delle foreste e sul loro volto celato allo sguardo.
“Rustling of the Forest”: il fruscio della foresta. Il suo sussurro, la sua anima. Takeshi Shikama cattura e congela
nella sue immagini la natura più profonda dei boschi, delle piante. Gli intrecci dei rami e l'abbraccio delle fronde
si mostrano nella loro quieta essenza, siano essi immersi nella natura incontaminata o frutto della volontà
dell'uomo di circondarsi di verde. Dal parco di Yosemite a Central Park, dai silenziosi spazi alle foreste urbane,
l'artista immortala gli attimi e gli eternamente mutevoli movimenti delle piante, le simmetrie e le asimmetrie,
l'edonistica bellezza propria di una natura consapevolmente attraente e la silenziosa poesia percepibile solo da
un occhio complice e da un orecchio attento.
Nato a Tokyo nel 1948, Takeshi Shikama è approdato alla fotografia nel 2002, dopo una carriera nel design. Da
subito, il suo occhio si è concentrato sulle foreste e sul “mondo invisibile” celato dietro al “visibile”, quel
“visibile” che tenta di catturare con la macchina fotografica.
Dal 30 maggio al 12 luglio 2014
Nicolò Brunelli e Giulio Tonincelli, “Contrasti”
16 scatti per raccontare le dissonanze della nostra contemporaneità. Tra Siria e Stati Uniti, tra Dubai e Firenze,
nasce un percorso per immagini che si dipana come un racconto di ciò che accade oggi, dai conflitti armati alla
cementificazione, dalla “sacralità” del consumismo alla mercificazione della persona.
La mostra nasce dall’incontro fortuito tra due giovani fotografi, Nicolò Brunelli e Giulio Tonincelli, accomunati
da provenienza geografica e da respiro globale. Un originale punto di vista sul mondo in cui viviamo, nel quale il
contrasto fra storia e modernità, oriente e occidente, è una presenza costante.
Cosa possiamo imparare dalla storia? Cosa ci racconta il vicino Oriente che influenza quotidianamente le nostre
vite? Come scorre la vita in un mondo senza più confini? Queste immagini danno uno stimolo di riflessione ed
accendono la curiosità di approfondire e capire il nostro tempo ed il nostro mondo, dove le barriere sono
solamente quelle della nostra mente.
Orari: da martedì a venerdì, 10.00-12.00 e 15.00-19.30; sabato 15.00-19.30
Wave Photogallery, Via Trieste 32, tel. 0302943711, www.wavephotogallery.it, [email protected]
MOSTRE INAUGURATE A GIUGNO 2014
ab/arTE GALLERIA D’ARTE MODERNA E CONTEMPORANEA
Dal 14 giugno al 12 luglio 2014
“Monumentalmente vostro”
Una grande opera in una mostra evento che con Vanni Viviani trova accomunati artisti come Biasi, Bonalumi,
Crippa, Dangelo, Del Pezzo, Isgrò, Mondino, Ortelli, Pericoli, Plessi, Pozzati, Rossello, Sarri, Scanavino,
Stefanoni, Tadini, Trubbiani, con Baj e altri.
Orari: da giovedì a sabato: 9.30-12.30 e 15.30-19.30.
Galleria d’arte moderna e contemporanea ab/arTE, Vicolo San Nicola 6, tel. 0303759779, cell. 338 4429564
[email protected], www.abarte.it
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MOSTRE NEI MUSEI E NELLE GALLERIE D’ARTE
ARCHITETTURA ARTE CONTEMPORANEA
Dal 20 giugno al 18 luglio 2014
Amedeo Modigliani, “L’occhio dell’anima”
In mostra saranno esposti undici disegni realizzati in serigrafia (1912- 1919) con telai a mano su carta del
Giappone in tiratura unica d’après.
L'occhio dell'anima, assente e smisurato, posto nel vuoto per descrivere l'immensità interna, è la via che è di noi
spirito della mente.
L'arte, attraversando disegno e corpo, racconta la possibilità di trasmettere ciò che è oltre la materia e indaga,
disegnando o astenendosi dal disegnare, aspetti del linguaggio dell'anima. Quegli stessi occhi, soltanto accennati
da due semplici segni, ignari di cosa possa essere la bellezza dentro, sono in attesa di poter essere segnati e poter
dire di se stessi; altri occhi pensanti e assenti, altri ancora indifferenti. Quello che divide lo spazio ne solleva la
superficie e inizia a trascendere e svelare l'essenza, la matrice perfetta.
Il segno, che porta con sè il dramma della vita, racconta e incide quell'ombra che ne determina il suo esistere.
Abbandonati nella solitudine di un sogno dove tempo e spazio si spostano, i piani iniziano a frantumarsi e
sciogliersi per svelare le forme dell'esistenza. Raccontano il vuoto e la luce come una cosa sola.
Orari: martedi-sabato dalle 15.30 alle 19.30 e su appuntamento
Architettura Arte Contemporanea, Via Antonio Bazzini, 5/7, tel. 030 3761060 ,
www.architetturaartecontemporanea.com, [email protected]
GALLERIA COLOSSI ARTE CONTEMPORANEA
Dal 21 giugno al 30 luglio 2014
“Dinamiche visive tra naturale e artificiale”
Movimento ed effetti dinamici ottenuti con le tecniche e i materiali più svariati e innovativi, industriali e non, in
grado di confondere la percezione, ma che richiamano le forme della natura, sono al centro della collettiva che la
Galleria Colossi Arte Contemporanea ha inaugurato sabato 21 giugno 2014. Sagome di alberi visti al crepuscolo,
in una prospettiva ascensionale, come se li vedessimo elevarsi verso il cielo dal basso ponendoci al centro di una
foresta, dominano l’opera dell’artista milanese Manuel Felisi; profili che si stagliano su un substrato lavorato con
una tecnica che nasce dalla fusione di linguaggi differenti, come la pittura, la fotografia e la scultura, tra
naturalismo e simbolismo. L’immagine totale viene suddivisa in tante piccole tele ingannando la prospettiva
secondo una visione moderna, che suggerisce un movimento inedito, una frammentazione dell’immagine in
pixel, ma con un supporto tradizionale che ci offre uno scorcio lirico della natura elaborato con tecniche
innovative e moderne. Il milanese Leonardo Rota Gastaldi gioca con le sue composizioni geometriche a creare
un cangiante arcobaleno di colori, accostando texture più diverse e fantasiose degli ologrammi, realizzati con la
tecnologia delle onde interferenti di luce create con il laser, per sondare il fenomeno di scomposizione della luce;
oppure usa frammenti di vetro-plexiglas colorato tagliati in sottili forme a cuneo che, una volta accostate, danno
vita a forme tridimensionali dalle inedite vibrazioni cromatiche, sfere dai colori vibranti che emergono dal
bianco del supporto come soli splendenti. Sfere metalliche vibranti che assumono consistenza solo grazie al
movimento del fruitore di fronte ad esse che le anima di eliche iridescenti di luce sono le strutture modulari
cromo-cinetiche che si contrappongono in modo analitico di Franco Costalonga, storico protagonista delle
ricerche ottico-cinetiche italiane degli anni ’60, insieme ad Alberto Biasi.
Anche Francesca Pasquali parte da materiali plastici di origine industriale come le cannucce per accostarle in
installazioni ispirate al mondo naturale, alle cristallizzazioni del sale, ai minerali o agli esseri della barriera
corallina; e proprio dallo studio al microscopio ottico dei tessuti degli organismi animali e vegetali parte la sua
ricerca dove gli occhietti delle cannucce, che sembrano scrutarci dal profondo dei lavori dell’artista, ricordano la
struttura delle cellette degli alveari oppure un reticolo di cellule. Ne deriva un dinamismo interno, un effetto di
vibrazione ottica che, unito a quello tridimensionale della superficie, punta a un coinvolgimento sensoriale
totale, che cattura non solo lo sguardo, ma anche il tatto, come avviene con la morbida plasticità delle setole,
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MOSTRE NEI MUSEI E NELLE GALLERIE D’ARTE
oppure con la cascata dei braccialetti Too Late che ricorda l’avvilupparsi denso delle piante rampicanti o la
vegetazione fitta della foresta equatoriale, ma ravvivata dall’esplosione di tanti elementi accostati secondo le più
svariate sfumature cromatiche.
Se ci si sposta appena a fianco delle opere realizzate con le cannucce, osservandole di lato esse si sfrangiano in
una molteplicità di schegge colorate, accostate secondo delicate sfumature delle stesse tinte oppure creando
decisi contrasti di colore.
Il risultato è un’originale texture tridimensionale cangiante che può assumere le più svariate conformazioni,
semplicemente lasciandoci ammaliare dal suo dinamismo interno che attrae e sfida le facoltà percettive
dell’osservatore.
Orari: Da martedì a sabato 10-12 e 15-19. Domenica su appuntamento.
Galleria Colossi Arte Contemporanea, Corsia del Gambero, 13, tel. 030 3758583, cell. 338 9528261,
[email protected], www.colossiarte.it
MUSEO KEN DAMY – SPAZIO CONTEMPORANEA
Dal 26 giugno al 13luglio 2014
“Corners”, autori vari.
Corners è un progetto espositivo che nasce dalla selezione dei lavori di alcuni studenti ed ex studenti iscritti al
Dipartimento di fotografia LABA. La fotografia è un’immagine, un oggetto o un modo di vedere? È questa la
domanda alla quale cerca di rispondere la mostra Corners, secondo appuntamento di Images for Tomorrow,
progetto nato con l’obiettivo di offrire visibilità a giovani artisti e studenti delle Accademie di Belle Arti italiane
che lavorano con la fotografia.
Il progetto intende fornire una panoramica sulle più recenti ricerche e sperimentazioni in campo fotografico e
contribuire in maniera critica a una rilettura contemporanea di questo linguaggio.
Esporranno: Rachele Aresi, Eleonora Bonetti, Sonia Caravia, Laura Dottesi, Daily Image Project, Andrea Ferri,
Alessia Leoni e Simone Mizzotti.
Orari: dal giovedì al sabato dalle 15.30 alle 19.30 o su appuntamento
Museo Ken Damy, Corsetto S. Agata, 22, tel. 030 3758370, www.museokendamy.com,
[email protected]
AAB & CHIESA DI SAN GIOVANNI
Dal 27 giugno al 13 luglio 2014
Angelo Fasulo, “Andar per chiese”
Angelo Fasulo, siciliano di Caltanissetta, si è trasferito Brescia da un paio d’anni e si è già innamorato della città
della leonessa. Curioso e desideroso di conoscere, per le ricerche usa la sua inseparabile macchina fotografica e
così, dopo aver esposto numerose volte nella sua città di origine, va a caccia delle bellezze della nostra città. Qui
ha esposto, una prima volta, allestendo una mostra di fotografie sulla natura; in una seconda occasione ci ha
mostrato la sua collezione di fotografie che ritraggono Brescia attraverso le nuove costruzioni, dai grattacieli alla
metropolitana.
Per questa sua terza esposizione, ha scelto di andare a spasso per le chiese, inquadrando, con il suo occhio
fotografico, architetture, pale d’altare, fonti battesimali, statue, crocifissi.
È un gesto d’amore per la sua nuova città di adozione dove si è sentito subito cittadino bresciano tra i bresciani,
pur mantenendo il suo inconfondibile accento meridionale.
Nella presentazione della mostra fotografica di Angelo Fasulo, Alessandra Giappi sottolinea che “andare per
chiese fa bene all’anima e alla mente e si ritrova se stessi. La galleria di scatti di Angelo Fasulo invoglia a una
visita reale, a farsi pellegrini. Il tributo alle chiese bresciane è un omaggio alla nostra città da parte di un siciliano
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MOSTRE NEI MUSEI E NELLE GALLERIE D’ARTE
residente a Brescia che ne ha capito lo splendore e lo vuole esaltare. In queste fotografie passiamo in rassegna le
tappe della storia sacra: la natività piena di adorante stupore, il battesimo di Cristo, la sua crocifissione”.
Orari: tutti i giorni 9,30 – 11; 15 – 18 e la sera in corrispondenza degli eventi nel chiostro.
c/o Chiostro Chiesa di S. Giovanni, Contrada S. Giovanni, 12.
Associazione Artisti Bresciani AAB, Vicolo delle Stelle 4, tel. 03045222, www.aab.bs.it - [email protected]
LAC LAGORIO ARTE CONTEMPORANEA
Dal 27 giugno al 31 luglio 2014
“La profondità della superficie”, di Mauro Bellini
La figura dell’artigiano-artista viene riscoperta, laddove la conoscenza profonda della materia è supportata dalla
capacità di plasmare e modellare il quadro-oggetto con estrema abilità, confabulando nebulose e pulviscoli di
ieratiche fasi lunari.
La ricerca costante si svela in un’impostazione oggettivo percettiva dettata da tracce e segni ripetuti, come ideale
scrittura della mente in cui i cerchi si fanno alfabeto di una trasognata dimensione mentale. Visionarie terre
sconosciute raccontate attraverso geometriche aperture, rilievi di luci e ombre formulati in modulazioni ritmiche
ed armoniche divengono linguaggio percettivo e poetico. L’artista sintetizza, nell’utilizzo di moduli armonici, il
ciclico scorrere degli stati in un processo infinito e geometrico.
Orari: da martedì a sabato: 9.30-12.30 e 14.00-17.30.
Lagorio Arte Contemporanea, Via Soldini 9/11, tel. 030 3759408, [email protected]
MOSTRE IN PROGRAMMA A LUGLIO 2014
ASSOCIAZIONE ARTISTI BRESCIANI AAB
Dal 5 al 20 luglio 2014
Inaugurazione sabato 5 luglio, ore 18.00
“Marocco Brescia – dialogo in arte”
L'iniziativa si inserisce nel percorso di apertura e dialogo che l'AAB ha avviato per favorire l’avvicinamento
all'arte e alla cultura di nuove categorie di cittadini attraverso la proposta di un programma ricco e diversificato,
con una alternanza di filoni, tecniche e tendenze a conferma della funzione di AAB come agenzia culturale di
pubblico servizio attenta alle nuove esigenze della società.
La mostra, da una parte, rappresenta la scelta di valorizzare quelle esperienze positive di integrazione e
inclusione attraverso l'incontro fra culture, dall'altra, offre l'immagine di una possibile e proficua convivenza tra
diversi che nell'arte sperimentano il dialogo, il confronto, le differenze, la comprensione.
È una collettiva che, per dare anche in senso visivo l'immagine del dialogo, presenta opere di artisti del Marocco
e di artisti bresciani, soci dell'AAB:
Haitam Mustafa Aziz, Remo Bresciani, Abdelkhalek Dakir, Susan Dutton, Rachid EzzarRouki, Khalid Labhiri,
Elena Manfredini, Livia Giovanna Marpicati, Hassan Mossaid, Paolo Pertò, Abdeslam Tahiri.
Orari: da martedì a domenica, dalle ore 16.00 alle 19.30
Associazione Artisti Bresciani AAB, Vicolo delle Stelle 4, tel. 03045222, www.aab.bs.it - [email protected]
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MOSTRE NEI MUSEI E NELLE GALLERIE D’ARTE
L’Infopoint Turismo Comune di Brescia non si assume alcuna responsabilità per quanto riguarda eventuali
variazioni di programma.
Per segnalazioni di mostre da inserire nel Calendario, Vi preghiamo di contattarci entro il 12 e il 28 del mese.
Infopoint Turismo Stazione
Piazzale Stazione, 25122 Brescia
Tel. +39 030 8378559 [email protected]
[email protected]
Aperto tutti i giorni: 9.009.00-13.00 e 13.3013.30-17.30
Infopoint Turismo Piazza Duomo
Via Trieste 1, 25121 Brescia
Tel. +39 030 2400357
[email protected]
Aperto
Aperto tutti i giorni: 9.009.00-13.00 e 13.3013.30-17.30
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