Odorizzi Porfidi chiede il concordato Stipendi non pagati da due mesi e crisi finanziaria per In rosso gli ultimi esercizi, volume d'affari sui 16 milioni l'azienda guidata dall'ex consigliere provinciale Tiziano Perde anche la controllante Sierra !nvest, esposta per 5 Odorizzi, una delle maggiori del distretto dei porfido milioni. Le banche hanno sospeso le linee di credito Debito, dalle banche no alla ristrutturazione Indebitamento di 22 milioni, patrimonio di 7 FRANCESCO f EHHEHf TRENTO - Odorizzi Porfidi, l'azienda dell'ex consigliere provinciale Tiziano Odorizzi, ha deciso di chiedere il concordato preventivo con riserva, con l'obiettivo di raggiungere con le banche un accordo di ristrutturazione del debito e, se questo non fosse possibile, di preparare un piano concordatario. La decisione è stata presa dal cda del 15 marzo dopo che le banche creditrici hanno bocciato il piano di risanamento previsto dall'articolo 67 della legge fallimentare, cioè la ristrutturazione del debito senza passare per il tribunale. Alcuni istituti di credito sono arrivati a sospendere l'operatività sulle linee bancarie a breve termine. Come si legge nel verbale del consiglio di amministrazione, disponibile nel registro delle imprese, il presidente dell'azienda di Albiano Carlo Odo- rizzi spiega che «nelle scorse settimane la società ha provveduto a negoziare con il ceto bancario una proposta di piano ex articolo 67 legge fallimentare. A causa dell'irrigidimento della posizione di alcune banche, che ha portato da ultimo alla sospensione della operatività sulle linee bancarie a breve termine, si ritiene o p p o r t u n o e indispensabile procedere al deposito di un ricorso ex articolo 161». Il ricorso è stato presentato al tribunale di Trento. In base agli ultimi dati disponibili riferiti al bilancio 2011, l'indebitamento con terzi della Odorizzi Porfidi, che è una delle maggiori imprese del distretto della pietra trentina, è pari a circa 22 milioni di euro, di cui 13,7 milioni con le banche e 5 milioni con i fornitori. Tra le banche creditrici ci sono le Casse Rurali di Lavis, Pergine, Olle e Pinetana, Unicredit, Banca Pooolare.di Vicenza. Vol- ksbank. Il valore della produzione nel 2011 è stato pari a 16,4 milioni, in leggero incremento sul 2010. L'esercizio si è chiuso con una perdita di 637 mila euro, meno pesante di quella precedente che aveva raggiunto i 2,1 milioni. Il patrimonio netto, con i nuovi versamenti fatti dai soci, si attesta sui 7,6 milioni. Il 2012 non sembra essere andato particolarmente male dal punto di vista produttivo, nonostante la pesante crisi del settore (-20% di fatturato secondo l'indagine della Camera di commercio). Ma è rimasta e si è accresciuta la tensione finanziaria, in sostanza la mancanza di liquidità, come peraltro succede a gran parte delle aziende del porfido e dell'edilizia. I dipendenti, oltre 60, sono in arretrato di due mesi di stipendio. Da qui la trattativa con le banche, che però non è andata a buon fine. Odorizzi Porfidi è controllata da Sierra Invest, la holding della famiglia Odorizzi, che è a sua volta in rosso. L'ultimo bilancio si è chiuso con una perdita di 1,3 milioni, dovuta alla svalutazione della controllata Camparta Inerti in liquidazione, e un patrimonio netto sceso a 1 milione, a fronte di 5 milioni di debiti con le banche. Sierra Invest ha nel frattempo assorbito Camparta Inerti. Qualche soddisfazione in più arriva dalle partecipate estere. Sierra Invest Patagonica, proprietaria di circa 10 mila ettari di giacimenti porfirici in Argentina, ha generato un utile di 242 mila pesos argentini e ha un patrimonio netto equivalente a circa 180 mila dollari. Piedra Purpura, l'altra controllata argentina attraverso la holding lussemburghese SaintPierre, ha un patrimonio netto di 8,3 milioni di dollari. Ma ora tutto dipende dal percorso in tribunale.
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