FISICA – LEZIONE S.D.S ARCHITETURA Prof. Ing. Francesco Noto Carica elettrica I primi studi di cui si ha notizia sui fenomeni di natura elettrica risalgono agli antichi greci Una bacchetta di ambra (ambra = electron) strofinata con un panno di lana ha la proprietà di attirare piccole pagliuzze Molti fenomeni elettrici sono facilmente osservabili in natura e nella vita di tutti i giorni I fulmini sono scariche elettriche tra le nubi ed il suolo Quando si scende da un’automobile, spesso capita di sentire una “scossa” La carica elettrica è una caratteristica intrinseca delle particelle fondamentali che costituiscono la materia In natura esistono due tipi di cariche elettriche: cariche positive e cariche negative La materia, normalmente, si presenta in uno stato elettricamente neutro: le cariche positive sono bilanciate da quelle negative I corpi carichi esercitano delle forze tra di loro Forze elettriche Due bacchette di vetro strofinate con un panno di seta si respingono Una bacchetta di vetro strofinata con un panno di seta ed una bacchetta di plastica strofinata con un pezzo di pelle si attraggono Per effetto dello strofinio con la seta, cariche negative (elettroni) lasciano il vetro, su cui rimane un eccesso di carica positiva, e passano alla seta, che si carica negativamente. Analogamente, c’è un movimento di elettroni dalla pelle alla plastica, che resta carica negativamente, lasciando un eccesso di carica positiva sulla pelle Cariche di segno opposto si attraggono, mentre cariche dello stesso segno si respingono Conduttori e isolanti Conduttori = corpi in cui sono presenti cariche che possono muoversi liberamente nel materiale Nei metalli le cariche libere sono gli elettroni di conduzione Nelle soluzioni elettrolitiche le cariche libere sono gli ioni positivi e negativi Isolanti = corpi in cui le cariche elettriche non possono muoversi liberamente, ma sono vincolate dal legame chimico Esempi di isolanti sono il vetro, la plastica, la gomma, etc. La Terra può essere immaginata come un enorme conduttore Se un corpo carico è collegato a terra mediante un conduttore, le cariche in eccesso tendono a neutralizzarsi ed il corpo si scarica Legge di Coulomb La forza di interazione tra due cariche puntiformi q1 e q2 è: q1q2 r F k 2 (legge di Coulomb) r r dove r è il vettore che congiunge le due cariche puntiformi e k=9×109N∙m2/C2 è una costante Se si vuole calcolare la forza che q1 esercita su q2 , il vettore r va preso da q1 a q2 ; se invece si vuole calcolare la forza che q2 esercita su q1 , r va preso da q2 a q1 : le due forze sono, per la terza legge di Newton, uguali in modulo e direzione, ma hanno versi opposti q1 q2 r Se q1 e q2 hanno lo stesso segno, F è diretta come r (repulsiva) Se q1 e q2 sono di segno opposto, F è diretta come -r (attrattiva) Unità di misura L’unità di misura della carica elettrica nel SI è il Coulomb (C) Nel SI la carica elettrica è in realtà una grandezza derivata Per ragioni pratiche si preferisce definire come grandezza fondamentale l’intensità di corrente I, misurata in Ampere (A) L’equazione dimensionale della carica è [Q]=[IT] La costante k nella legge di Coulomb vale 9×109 Nm2/C2 Per semplificare molte formule è conveniente esprimere la costante k come k=1/4πε0 dove ε0=8,85×10-12 C2/(Nm2) La legge di Coulomb risulta così espressa nella forma: F 1 q1q2 r 2 4 πε0 r r Principio di sovrapposizione Consideriamo un sistema di cariche elettriche q1 , q2 , ... , qN Principio di sovrapposizione: la forza totale agente su una carica è data dalla somma vettoriale di tutte le forze esercitate su di essa dalle varie cariche del sistema F1,tot F21 F31 ... FN1 F41 q1 F21 F51 F31 q2 q4 q3 q5 Quantizzazione della carica elettrica L’esperimento di Millikan dimostrò che la carica elettrica è quantizzata, cioè può assumere soltanto dei valori che siano multipli interi dell’unità di carica elementare e=1,602×10-19C (e=carica dell’elettrone): q ne n 1,2,3... La quantizzazione della carica non è osservabile nei fenomeni su grande scala Esempio: una carica di 1pC corrisponde a 6,2×106 cariche elettroniche Il protone e l’elettrone hanno carica in modulo pari ad e Esistono particelle subnucleari (i quark) che hanno cariche di ±e/3 e ±2e/3, per cui il quanto di carica è in effetti pari a e/3 Conservazione della carica elettrica Il principio di conservazione della carica elettrica, formulato da Franklin, è valido sia su scala macroscopica che su scala atomica e nucleare Quando si carica una bacchetta di vetro per strofinio su un panno di lana, si ha un flusso di elettroni dal vetro alla lana. La carica positiva che compare sul vetro è in modulo pari alla carica negativa che compare sulla lana La conservazione della carica è rispettata anche nei processi nucleari, come i decadimenti radioattivi, e nei processi che coinvolgono le particelle elementari, come l’annichilazione e la produzione di coppie Azione a distanza e campo elettrico Consideriamo una carica di prova q0 in una regione di spazio in cui è presente un’altra carica Q Su q0 agisce una forza data dalla legge di Coulomb: 1 Qq0 r F 2 4 ε0 r r Teoria dell’azione a distanza: la carica q0 risente istantaneamente di eventuali variazioni della carica Q Teoria di campo: la carica Q genera un campo elettrico in tutti i punti dello spazio, e la forza agente sulla carica q0 è dovuta al campo elettrico generato da Q, che esiste a prescindere da q0 . Poichè il campo si propaga con velocità finita (pari alla velocità della luce), la carica q0 non si accorge istantaneamente di una eventuale variazione di Q, ma dopo il tempo necessario per la propagazione del campo Campo elettrico Consideriamo un sistema di cariche, che genera un campo elettrico in tutti i punti dello spazio Per valutare il campo elettrico in un punto P si introduce in P una carica di prova (o esploratrice) q0 La carica di prova deve essere sufficientemente piccola in modo da non perturbare il campo generato dalle cariche di partenza Si definisce il campo elettrico nel punto P come rapporto tra la forza agente sulla carica di prova e la stessa carica di prova: F E q0 Il vettore campo elettrico non dipende dal segno della carica di prova Campo di una carica puntiforme Calcoliamo il campo elettrico generato da una carica puntiforme q in tutti i punti dello spazio La forza agente su una carica di prova q0 è data da: F 1 q r 1 qq0 r E F 2 2 q0 4 ε0 r r 4 ε0 r r Il modulo del campo decresce col quadrato della distanza r dalla carica q ed è costante su tutti i punti di una superficie sferica di raggio r centrata sulla carica q Il campo ha direzione radiale, uscente se q>0, entrante se q<0 q Linee del campo elettrico Faraday introdusse la rappresentazione grafica del campo elettrico mediante le linee di campo (o linee di forza) Linea di campo: è una linea costruita in maniera da essere in ogni suo punto tangente al vettore campo elettrico Le linee del campo elettrico escono dalle cariche positive (sorgenti) ed entrano nelle cariche negative (pozzi) Convenzione di Faraday: il numero di linee di campo che attraversano una superficie di area unitaria ad esse perpendicolare è proporzionale all’intensità del campo Esempi di rappresentazioni con le linee di campo due cariche puntiformi positive carica puntiforme negativa due cariche puntiformi di segno opposto (dipolo elettrico) Flusso Consideriamo un fluido che scorre in un tubo con velocità v Consideriamo inoltre una sezione A del tubo ortogonale a v Flusso attraverso la superficie A: Φ Av Come si definisce il flusso se A non è perpendicolare a v ? 1. si introduce il vettore A, di modulo pari ad A, perpendicolare alla superficie 2. il flusso è definito come prodotto scalare: Φ A v A v cosθ A θ A A v Flusso di un campo vettoriale La definizione di flusso, data per il campo delle velocità di un fluido, può essere estesa a qualsiasi campo vettoriale v Come si definisce il flusso se la superficie A ha forma arbitraria ed il campo vettoriale varia da punto a punto? v dA θ Si scompone A in elementi di area infinitesima dA su cui v è costante Si calcola per ciascun elemento infinitesimo il flusso elementare: dΦ v dA dA Il flusso totale è dato dall’integrale: A Φ dΦ v dA vdAcosθ Flusso del campo elettrico La definizione di flusso, valida per qualsiasi campo vettoriale, può essere data anche nel caso del campo elettrico: ΦE dΦE E dA EdAcosθ Se la superficie è chiusa (superficie gaussiana) il flusso si calcola come integrale chiuso: ΦE dΦE E dA EdAcosθ In questo caso il verso positivo della normale è sempre quello rivolto esternamente alla superficie (i vettori dA vanno orientati sempre verso l’esterno) dA E E dA E dA Teorema di Gauss Il flusso del campo elettrico attraverso una superficie chiusa è espresso dalla relazione: qint ΦE E dA ε0 dove qint è la somma algebrica delle cariche interne alla superficie La superficie chiusa attraverso cui si calcola il flusso è una superficie geometrica, che non necessariamente coincide con una superficie fisica Il flusso del campo elettrico non dipende dalle posizioni delle cariche all’interno della superficie, ma solo dalla loro somma Il teorema di Gauss permette di calcolare il campo elettrico generato da distribuzioni di cariche che presentano particolari simmetrie Linee di campo e flusso Consideriamo il campo elettrico generato da un dipolo (cariche puntiformi +q e –q), rappresentato tramite le linee di campo Con la rappresentazione di Faraday, il flusso del campo elettrico attraverso una superficie è proporzionale al numero di linee di campo che la attraversano (vengono contate come positive le linee uscenti, negative quelle entranti) S1: qint>0, ФE>0: le linee di forza sono tutte uscenti dalla superficie S2: qint<0, ФE<0: le linee di forza sono tutte entranti nella superficie S3,S4: qint=0, ФE=0: per ogni linea di forza entrante nella superficie ce n’è una uscente Unità di misura per campo elettrico e flusso Il campo elettrico è una grandezza derivata L’equazione dimensionale del campo elettrico è [E]=[MLT-3I-1] L’unità di misura del campo elettrico nel SI è il Newton/Coulomb (N/C) Spesso, invece che in N/C, nel SI il campo elettrico è espresso in V/m (Volt/metro) sfruttando l’unità di misura del potenziale elettrico Le due unità di misura sono fra loro equivalenti: 1 N/C = 1 V/m Il flusso del campo elettrico ha equazione dimensionale [Ф]=[ML3T-3I-1] L’unità di misura del flusso nel SI è il (N/C)×m2 Campo elettrico di una lamina carica Consideriamo una lamina piana indefinita, carica con una densità di carica superficiale σ uniforme (per esempio positiva) E E dA dA dA + Per simmetria, il campo elettrico è ortogonale alla lamina ed il suo valore non dipende dalla posizione. Inoltre, poichè la lamina è carica positivamente, il campo è diretto in verso uscente Consideriamo come superficie gaussiana un cilindro che attraversa la lamina ΦE ΦE,B1 ΦE,B2 ΦE,LAT ΦE,B1 E A ΦE,B2 E A ΦE,LAT 0 Carica interna al cilindro: ΦE 2E A qint σA Applicando il teorema di Gauss: σA 2E A ε0 σ E 2ε0 Campo di un condensatore piano Un condensatore piano ideale è formato da due lastre piane (dette armature) parallele indefinite cariche con densità di carica opposte +σ e –σ +σ –σ σ E1 E1 E1 E 1 2ε0 σ E2 2ε0 E2 E=0 E2 E2 E E=0 Il campo elettrico si calcola con il principio di sovrapposizione: E E1 E 2 Nelle regioni esterne il campo elettrico è nullo, mentre in quella interna esso è diretto dalla lastra positiva a quella negativa e vale: σ E ε0 Lavoro di un campo elettrico uniforme Consideriamo una carica q che si sposta da una posizione iniziale A ad una posizione finale B in una regione in cui è presente un campo elettrico uniforme (es. tra le armature di un condensatore piano ideale) y Nel riferimento scelto: ˆj E F q E qE B γ ds dxiˆ dyˆj dzkˆ A + O x B F ds (γ ) qEdy qE yB y A B LAB (γ ) A A Energia potenziale elettrica: caso del campo uniforme Il lavoro compiuto dal campo elettrico uniforme non dipende dalla traiettoria compiuta dalla particella carica, ma solo dalla posizione iniziale e dalla posizione finale Il campo elettrico uniforme è dunque conservativo Si può quindi introdurre una funzione energia potenziale elettrica tale che LAB qEy A qEyB U(A) U(B) ΔU L’energia potenziale elettrica, nel caso del campo uniforme, nel sistema di riferimento scelto, è data dalla funzione: U(y) qEy c La funzione U(y) è definita a meno di una costante, che viene fissata assegnando il valore U(y0)=U0 dell’energia potenziale in un punto arbitrario di ordinata y0 Energia potenziale elettrica Si può dimostrare che tutti i campi elettrostatici (non solo quelli uniformi) sono conservativi E’ quindi sempre possibile definire una funzione di stato energia potenziale elettrica tale che: LAB U(A) U(B) ΔU La forma della funzione U(x,y,z) dipende dal tipo di campo elettrico in esame La funzione energia potenziale elettrica è definita a meno di una costante additiva La costante si fissa ponendo U(x0 ,y0 ,z0)=U0 in un punto arbitrario (x0 ,y0 ,z0) Ove possibile, si fissa la costante ponendo U(∞)=0, cioè assegnando energia potenziale nulla alla configurazione in cui le cariche sono a distanza infinita Potenziale elettrico Come si è visto nell’esempio del campo elettrico uniforme, l’energia potenziale di una carica q in un campo elettrico dipende dalla carica stessa Si definisce il potenziale elettrico come energia potenziale della carica unitaria: U V q Nell’esempio del campo elettrico uniforme il potenziale è: V U Ey cost q Il lavoro svolto dal campo elettrico su una carica q che si sposta da A a B risulta espresso da: LAB ΔU qΔV Superfici equipotenziali Superficie equipotenziale = luogo geometrico dei punti dello spazio al medesimo potenziale Equazione delle superfici equipotenziali: V(x,y,z)=costante Se una carica si muove su una superficie equipotenziale il campo elettrico non compie lavoro: L=-qΔV=0 Le linee del campo elettrico sono sempre perpendicolari alle superfici equipotenziali Per una particella che si muove da A a B su una superficie equipotenziale il lavoro del campo elettrico è dato da: E B B F ds qE ds q E ds 0 B LAB A E ds A ds A A B Linee di forza e superfici equipotenziali Campo elettrico uniforme: le superfici equipotenziali sono dei piani perpendicolari alle linee del campo Campo di una carica puntiforme: le superfici equipotenziali sono delle sfere concentriche con la carica che genera il campo Campo di un dipolo: le superfici equipotenziali hanno forma variabile Dal campo elettrico al potenziale Supponiamo che sia nota l’espressione del campo elettrico in tutti i punti dello spazio e calcoliamo il lavoro compiuto dal campo su una carica q che si sposta da A a B: B B F ds qE ds q E ds B LAB A A A LAB qΔV qVB VA VB V A E ds B A Assegnando al potenziale il valore V0 in un punto P0(x0 ,y0 ,z0) si possono calcolare i valori del potenziale V in tutti i punti P(x,y,z) dello spazio: P V(x, y, z) V0 E ds P0 Il valore dell’integrale non dipende dal percorso di integrazione! Potenziale di una carica puntiforme Consideriamo una carica puntiforme q Campo elettrico: E(r ) 1 q r 2 4 π ε0 r r Imponiamo che sia V(∞)=0 Il potenziale in un punto P a distanza r dalla carica q si calcola partendo dalla definizione: 1 q r ds 2 4 π ε0 r r r V(r) V( ) E ds r r 1 q q dr 2 4 π ε0 r 4 π ε0 r 1 q 1 r 4 π ε r 0 Potenziale di un insieme di cariche Consideriamo un insieme di cariche puntiformi q1, q2, ..., qN Per il principio di sovrapposizione, il potenziale in un punto P dello spazio si può calcolare sommando i potenziali delle singole cariche: N 1 q1 1 q2 1 qN 1 qi V(P) ... 4 π ε0 r1 4 π ε0 r2 4 π ε0 rN i 1 4 π ε0 ri q2 q1 r1 q3 r3 r2 P r4 q4 Condensatore piano Un condensatore piano è formato da due piatti piani e paralleli, detti armature, di area A posti a distanza d su cui sono presenti cariche opposte +q e -q y Area A y1 -q +q d σ Campo elettrico: E ˆj ε0 E y2 O d + x Differenza di potenziale tra le armature: 2 2 σ ˆ σ σ σ ΔV V2 V1 E ds j ds dy y2 y1 d ε ε ε0 ε0 1 1 0 1 0 2 Capacità del condensatore piano Carica presente sulle armature: q σA Differenza di potenziale tra le armature: ΔV σ d ε0 Capacità del condensatore piano: C q ε0 A ΔV d In ogni condensatore la carica immagazzinata sulle armature è proporzionale alla differenza di potenziale applicata tra di esse: q CΔV La capacità elettrostatica rappresenta la capacità del condensatore di immagazzinare carica sulle sue armature: quanto maggiore è C tanto più grande è la carica che può essere immagazzinata a parità di d.d.p. applicata. Unità di misura per potenziale e capacità Il potenziale è una grandezza derivata L’equazione dimensionale del potenziale elettrico è [V]=[ML2T-3I-1] Nel SI il potenziale si misura in Volt (V) Anche la capacità è una grandezza derivata L’equazione dimensionale della capacità è [C]=[I2T4M-1L-2] La capacità nel SI si misura in Farad (F) Ricordando l’espressione della capacità del codensatore piano, C=ε0A/d si ricava che [ε0]=[CL-1] e dunque il suo valore è ε0=8,85 ×10-12F/m Carica di un condensatore Condensatore Generatore Il generatore è un dispositivo che mantene una d.d.p. costante tra i suoi poli Interruttore Chiudendo l’interruttore si ha un flusso di elettroni (corrente) nel circuito, che porta ad un accumulo di carica sulle armature del condensatore Il flusso di elettroni si arresta quando le cariche presenti sulle armature instaurano una d.d.p. che è pari a quella tra i poli del generatore Condensatori in parallelo Il collegamento in parallelo si realizza collegando tutti i condensatori alla stessa d.d.p. Cariche dei condensatori: q1 C1 ΔV +q1 ΔV C 1 −q1 q 2 C 2 ΔV Carica totale: q q1 q2 C1 C 2 ΔV q C 1 C 2 ΔV Per un sistema di N condensatori in parallelo: Ceq C1 C 2 ... C N Capacità equivalente: C eq +q2 C2 −q2 Condensatori in serie Il collegamento in serie si realizza concatenando le armature di tutti condensatori. In questo caso le cariche dei vari condensatori sono le stesse +q C1 −q ΔV +q C2 Differenze di potenziale: ΔV1 q/C 1 ΔV1 −q ΔV2 ΔV2 q/C 2 Differenza di potenziale totale: ΔV ΔV1 ΔV2 q1/C 1 1/C 2 Capacità equivalente: 1 1 ΔV 1 1 1 C eq C eq q C1 C 2 C1 C 2 Per una serie di N condensatori: 1 1 1 1 ... C eq C 1 C 2 CN 1 Corrente elettrica Si consideri una sezione A di un conduttore e sia dq la carica elettrica totale che attraversa la sezione A in un intervallo di tempo dt Si definisce la corrente elettrica come rapporto: dq i dt La corrente elettrica è una grandezza scalare Carica complessiva che attraversa la sezione A nel tempo t: t t 0 0 q dq i(t)dt A dq Portatori di carica e verso della corrente Nei conduttori sono presenti cariche di conduzione che possono muoversi liberamente nel materiale Le cariche di conduzione possono essere positive, negative o di entrambi i segni (elettroni di conduzione nei metalli, ioni positivi e negativi nelle soluzioni, ecc.) Il verso della corrente elettrica è quello in cui si muovono le cariche positive Se i portatori di carica sono carichi positivamente, il verso della corrente coincide con quello in cui si muovono i portatori di carica Se i portatori di carica sono carichi negativamente, il verso della corrente è opposto rispetto a quello del moto dei portatori di carica Ai fini del calcolo della corrente, una carica +q che si muove da sinistra verso destra è equivalente a una carica –q che si muove da destra verso sinistra: in entrambi i casi si ha una corrente che scorre da sinistra verso destra Corrente elettrica nei conduttori In un conduttore in equilibrio elettrostatico le cariche di conduzione si muovono in maniera disordinata per effetto dell’agitazione termica (gli elettroni di conduzione nei metalli hanno una velocità media dell’ordine di 106m/s) Se si considera una qualsiasi sezione del conduttore, poichè i portatori di carica si muovono in modo casuale, il flusso netto di carica attraverso tale sezione è nullo In condizioni di equilibrio elettrostatico un conduttore non è attraversato da corrente! Per avere una corrente elettrica stazionaria è necessario che ci sia un flusso netto di carica attraverso una sezione di un conduttore Tale flusso netto di carica può essere mantenuto applicando un campo elettrico all’interno del conduttore I portatori di carica si muovono lungo le linee del campo elettrico, dando luogo ad una corrente Generatori • Per mantenere una corrente in un conduttore occorre utilizzare un generatore, che mantiene una d.d.p. costante tra i suoi morsetti • La d.d.p. ai capi dei morsetti produce un campo elettrico nella spira conduttrice, che causa il movimento delle cariche all’interno della spira, e quindi la corrente • L’energia necessaria per mantenere in moto i portatori di carica nel conduttore viene fornita dal generatore (in genere a spese della sua energia chimica) Resistenza Applicando la stessa d.d.p. ai capi di diversi conduttori ne risultano correnti diverse Si definisce la resistenza di un conduttore come rapporto tra la d.d.p. applicata ai suoi capi e la corrente che lo attraversa R V i A parità di d.d.p. applicata, la corrente che attraversa un conduttore è tanto maggiore quanto più piccola è la sua resistenza La resistenza rappresenta quindi la tendenza del conduttore ad opporsi al flusso delle cariche che lo attraversano La resistenza in generale varia con la d.d.p. applicata Esiste una classe di conduttori (conduttori ohmici) per i quali la resistenza non dipende dalla d.d.p. applicata in un conduttore ohmico la corrente che fluisce nel conduttore è proporzionale alla d.d.p. applicata (legge di Ohm) Unità di misura L’intensità di corrente è una grandezza fondamentale Nel SI la corrente si misura in Ampere (A) La resistenza è invece una grandezza derivata L’equazione dimensionale della resistenza è [R]=[ML2T-3I-2] Nel SI la resistenza si misura in ohm (Ω) Resistenze nei circuiti Simboli circuitali della resistenza: R A B i Legge di Ohm: VA VB Ri V A VB i R Potenza nei circuiti elettrici i + V - R Nel tempo dt una carica dq = i dt si sposta dal polo positivo a quello negativo del generatore Lavoro compiuto dal generatore sulla carica dq: dL dU dq V idt V dL Potenza dissipata: P Vi dt 2 V 2 Ri R La potenza è dissipata per effetto del passaggio delle cariche attraverso la resistenza sotto forma di calore (effetto Joule) Resistenze in serie Il collegamento in serie si realizza concatenando le resistenze Le resistenze collegate in serie sono attraversate dalla stessa corrente i R1 A R2 B Legge di Ohm per R1: VA VB R1i Legge di Ohm per R2: VB VC R2 i C VA VC R1 R2 i Resistenza equivalente: Req R1 R2 Per N resistenze in serie la resistenza equivalente è data da: Req R1 R2 ... RN Resistenze in parallelo Il collegamento in i1 parallelo si realizza collegando tutte le resistenze alla stessa d.d.p. R1 i A i Legge di Ohm per R1: i1 VA VB i2 B R2 R1 V A VB Legge di Ohm per R2: i2 R2 Resistenza equivalente: 1 1 i i1 i2 VA VB R1 R2 1 1 1 RR Req 1 2 Req R1 R2 R1 R2 1 1 1 1 ... Per N resistenze in parallelo: Req R1 R2 RN Reti lineari Rete lineare = circuito composto da generatori e resistenze rami nodi maglie Leggi di Kirchoff Legge dei nodi: la somma delle correnti che entrano in un nodo è uguale alla somma delle correnti che escono dal nodo stesso Legge delle maglie: la somma algebrica delle d.d.p. lungo una maglia è nulla ε1 R 1 A B i1 i2 R5 + − i1 i2 i5 E R2 i3 i 3 i5 i4 R4 i4 D+ − R C ε2 3 i 1 i 2 i 4 i 3 i5 Sommando le cadute di tensione lungo il tratto ABCDEA: R1i1 ε1 R2 i2 R3 i3 ε2 R4 i4 R5 i5 0
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