Fase trombo

Interrelationships between the four plasma
mediator systems triggered by activation
of factor XII (Hageman factor)
Note that thrombin induces inflammation by binding to protease-activated receptors
(principally PAR-1) on platelets, endothelium, smooth muscle cells, and other cells.
The clotting system is divided into two pathways that
converge, culminating in the activation of thrombin
and the formation of fibrin. The intrinsic clotting
pathway is a series of plasma proteins that can be
activated by Hageman factor (factor XII), a protein
synthesized by the liver that circulates in an inactive
form until it encounters collagen or basement
membrane or activated platelets (as occurs at the site
of endothelial injury).
Thrombin is the enzyme that cleaves circulating
soluble fibrinogen to generate an insoluble fibrin
clot and is the major coagulation protease. It binds to
receptors that are called protease-activated receptors
(PARs) because they bind multiple trypsin-like serine
proteases in addition to thrombin. These receptors are
seven-transmembrane G protein-coupled receptors that
are expressed on platelets, endothelial and smooth
muscle cells, and many other cell types. Engagement of
the so-called type 1 receptor (PAR-1) by proteases,
particularly thrombin, triggers several responses that
induce inflammation.
(prekallikrein activator)
(PAR-1)
Kininase
INCREASES: vascular permeability,
causes contraction of smooth muscle,
dilation of blood vessels, and pain
Intrinsic pathway: factor XII
Extrinsic pathway: tissue factor
At the same time that factor XIIa is inducing clotting, it
can also activate the fibrinolytic system. This cascade
counterbalances clotting by cleaving fibrin, thereby
solubilizing the fibrin clot. The fibrinolytic system
contributes to the vascular phenomena of inflammation
in several ways. Plasminogen activator (released
from endothelium, leukocytes, and other tissues)
cleaves plasminogen, a plasma protein that binds to
the evolving fibrin clot to generate plasmin, a
multifunctional protease. Plasmin is important in
lysing fibrin clots, but in the context of inflammation it
also cleaves C3 to produce C3 fragments, and it
degrades fibrin to form fibrin split products, which may
have permeability-inducing properties. Plasmin can also
activate Hageman factor, which can trigger multiple
cascades, amplifying the response.
L’emostasi può essere vista come una successione di
quattro eventi separati ma correlati
•
•
•
•
fase parietale,
fase endotelio-piastrinica;
fase plasmatica o della coagulazione;
fase trombo-dinamica.
Fase vascolare
• Vasocostrizione
(La contrazione attiva delle fibre muscolari circolari lisce in corrispondenza o a monte
della lesione di continuo è dovuta inizialmente ad un riflesso vasomotorio neurovegetativo e successivamente all’azione di sostanze liberate
dalle piastrine: serotonina, catecolamine e TXA2 (dotato di spiccata attività aggregante piastrinica e vasocostrittiva). La vasocostrizione riduce
transitoriamente l’intensità dell’emorragia e favorisce la marginazione delle piastrine).
• Risposta diretta delle cellule muscolari in
risposta al trauma
• Riflesso neurovegetativo
• Liberazione locale di sostanze
vasocostrittrici (endotelina, serotonina)
•
La lesione delle cellule endoteliali espone il tessuto connettivo sottoendoteliale altamente trombogenico, al quale le piastrine aderiscono con
cambiamento nella forma piastrinica e una reazione di esocitosi/degranulazione. I fattori che si liberano dai granuli piastrinici (ADP, TXA2,
serotonina ed altri) reclutano ulteriori piastrine che aggregano sopra le prime, così da formare il tappo piastrinico. Tale reazione piastrinica
avviene entro pochi minuti dalla lesione e, insieme alla vasocostrizione, costituisce la cosidetta emostasi primaria
Differentiation of hematopoietic cells
SCF, stem cell factor; Flt3L, Flt3 ligand; GM-CSF, granulocyte-macrophage colony-stimulating factor;
M-CSF, macrophage colony-stimulating factor; G-CSF, granulocyte colony-stimulating factor.
(mpl: recettore per la trombopoietina)
Fase endotelio-piastrinica
Adesione, aggregazione e
attivazione delle piastrine
Allorché un vaso sanguigno subisce una lesione di
continuo, il collageno della parete vasale viene a
contatto con il sangue che l’attraversa: le piastrine
aderiscono immediatamente alle fibrille del
collageno esposto nella breccia e sono stimolate a
contrarsi. Successivamente, altre piastrine presenti
nel flusso sanguigno aderiscono al primo strato e nel
tempo di circa un minuto viene a formarsi il
cosiddetto tappo emostatico piastrinico o primario,
che chiude la soluzione di continuo L’evento
iniziale è l’adesione delle piastrine al collageno Le
piastrine quando aderiscono al collageno
cambiano forma, si distendono su di esso e
perdono i granuli. A questo punto altre piastrine
presenti nel sangue che scorre aderiscono a quelle
che si sono già legate al collageno (conglutinazione),
formando un aggregato di piastrine. L’aggregato di
piastrine costituisce un tampone che impedisce
l’ulteriore perdita di sangue ed è propriamente un
trombo bianco.
1.Trombo Rosso: caratteristico delle vene, è
costituito da emazie inglobate in abbondante fibrina
2.Trombo Bianco: caratteristico delle arterie,
costituito da piastrine con poca fibrina
3.Trombo Misto: caratteristico del microcircolo,
(vasi ad intermedia velocità di flusso), costituito da
piastrine, emazie e fibrina.
Piastrine
•
•
•
•
•
•
Cellule discoidi anucleate
– Diametro 2-3 µm
– Vita media 9-12 gg
discoide → sfera spinosa
Livello normale: 150 000 – 400 000 /nl
– Piastrinopoiesi stimolata da trombopoietina, interleukina 11
Contengono actina
Membrana ricca di recettori (integrine) per:
– Collagene
– Fibronectina
– Fibrinogeno
– Laminina
– Von Willebrand
– Trombospondina
Granuli:
– Lisosomi
– Corpi densi o granuli δ (contengono calcio, serotonina (aggreg piastrinica), pirofosfato,
adenosin-difosfato e adenosin-trifosfato ) (stimolati da ADP, ATP, Ca++, serotonina)
– Granuli α (contengono differenti proteine quali il fibrinogeno, trombospondina (si lega a
fibrinogeno e favorisce aggregazione piastrinica), il fattore di crescita di derivazione
piastrinica, il fattore di von Willebrand, il fattore V, la fibronectina, la β-tromboglobulina
e il fattore neutralizzante l'eparina (fattore piastrinico 4). ) (stimolati da adesione e alcuni
fattori della coagulazione)
Attivatori:
– ADP, epinefrina, collageno, trombina, PAF (platelet activating factor), complessi Ab-Ag,
shear stress
Fase piastrinica
•
•
•
•
La lesione espone il sottoendotelio (collagene, proteoglicani,
fibronectina)
Adesione delle piastrine tramite integrine
– Stabilizzazione dell’adesione tramite fattore di von Willebrand
(vWF)
Cambiamento conformazione discoide → sfera spinosa , dovuto a:
– Polimerizzazione ATP-dipendente dell’actina
– Aumento di Ca++ e liberazione del contenuto dei granuli (ADP,
serotonina, fibrinogeno, trombina)
– Esternalizzazione di fosfatidilserina (PF3)
– Attivazione di fosfolipasi C (IP3→Ca++) e fosfolipasi A2
(→trombossano → aggregazione piastrinica)
Aggregazione delle piastrine
– Maggiormente stimolata da trombossano
– Esposizione di recettori per fibrinogeno e formazione di ponti
La fase di retrazione del coagulo è caratterizzata dalla cessione di acqua da parte del polimero di fibrina con il conseguente accorciamento
dello stesso. Questa fase richiede un dispendio di energia sotto forma di ATP che viene prodotta dalle piastrine stesse ed è denominata
metamorfosi viscosa.
FP3
Attività coagulante delle piastrine piu’ nota è definita come fattore piastrinico 3
(FP3) (fosfolipide di membrana). E’ associata a fosfolipidi di membrana caricati
negativamente che normalmente sono segregati sul versante interno della
membrana piastrinica, ma vengono esposti alla superficie piastrinica allorchè
queste vengono attivate. Il PF3 forma con i Ca++, il F IX ed il F VIII un
complesso capace di legare ed attivare il F Xe quindi con i Ca++, il F V ed il F Xa
un secondo complesso che lega la protrombina trasformandola in trombina.
Structure and function of factor VIII-von Willebrand
factor (vWF) complex
Factor VIII is synthesized in the liver and kidney, and vWF is made in endothelial cells and megakaryocytes. The two
associate to form a complex in the circulation. vWF is also present in the subendothelial matrix of normal blood vessels and the
alpha granules of platelets. Following endothelial injury, exposure of subendothelial vWF causes adhesion of platelets, primarily via
glycoprotein lb platelet receptor. Circulating vWF and vWF released from the alpha granules of activated platelets can bind
exposed subendothelial matrix, further contributing to platelet adhesion and activation. Activated platelets form hemostatic
aggregates; fibrinogen (and possibly vWF) participate in aggregation through bridging interactions with the platelet receptor
GpIIb/III. Factor VIII takes part in the coagulation cascade as a cofactor in the activation of factor X on the surface of
activated platelets.
VIA ESTRINSECA
VIA INTRINSECA
Nella via estrinseca abbiamo la formazione del
complesso TF-VIIa-Ca++: il Fattore Tissutale,
liberato a livello della lesione, funge da
recettore per il FVIIa ed in presenza del Ca++
forma un “complesso” attivando due reazioni:
Trasformazione del FIX in FIXa, che si
complessa con il FVIIIa – che viene dalla via
intrinseca – in presenza di fosfolipidi e Ca++. Il
fattore VIII non viene sintetizzato solo dal
fegato, ma anche a vari altri livelli.
Trasformazione del FX in FXa che si complessa
con il FVa, con i fosfolipidi e con il Ca++ (via
comune). Fattore Va è presente anche a livello
delle piastrine; è una pro-accelerina, che viene
espressa nella membrana piastrinica.
Ha inizio quando il sangue viene a contatto con
superfici cariche negativamente (collagene
subendoteliale per es.). Partecipano alla sua
determinazione i Fattori: XII Hageman, XI
Christmas, IX, VIII, fino all’attivazione del fattore
X.
La lesione espone
il sottoendotelio
(collagene,
proteoglicani,
fibronectina)
FP3)
Tissue Factor (TF)
ed altrimenti
indicato
come fattore III o
CD142
FP3: fattore piastrinico 3
VIA COMUNE
Trasformazione del FX in FXa che si
complessa con il FVa, con i fosfolipidi e
con il Ca++. Il complesso FXa-FVafosfolipidi-Ca++
è
anche
detto
protrombinasi,
perché
attiva
la
protrombina in trombina. La trombina
(serinoproteasi) trasforma il fibrinogeno
in fibrina solubile. La trombina agisce
anche sul fattore XIII attivandolo a
FXIIIa, che converte la fibrina solubile in
fibrina insolubile.
ACTION
METABOLITE
Vasoconstriction
Thromboxane A2, leukotrienes C4, D4, E4
Vasodilation
PGI2, PGE1, PGE2, PGD2
Increased vascular permeability
Leukotrienes C4, D4, E4
Chemotaxis, leukocyte adhesion
Leukotriene B4, HETE, lipoxins
fattore piastrinico 3 (FP3)
High Ratio: Thromboxane/Prostacicline
trombi
Fase trombo-dinamica
L’aumento nel plasma del contenuto in plasmina rappresenta un
meccanismo di difesa destinato a bilanciare il meccanismo di
coagulazione.
L’attivazione del plasminogeno richiede l’intervento di un attivatore
tessutale del plasminogeno (t-PA) e un attivatore del plasminogeno di
tipo urochinasico (u-PA), derivanti da precursori presenti nel sangue e
nei tessuti (endotelio dei vasi, leucociti, epiteli, mesoteli e cellule delle
membrane sinoviali).
Attivatori esogeni del plasminogeno possono essere alcuni prodotti
batterici, come la streptochinasi, la stafilochinasi, l’urochinasi e la saliva
di alcuni pipistrelli ematofagi (vampiri).
Con la dissoluzione e il riassorbimento del coagulo si avvia
contemporaneamente il processo di riparazione della ferita, al termine
del quale si ricostruisce lo strato di cellule endoteliali e la parete vasale
riacquista la sua normale struttura.
Emorragia
-Esterna o interna
-Interna: ematomi
a) petecchie (1-2 mm)
è una piccola manifestazione cutanea emorragica dovuta alla carenza di fattori intrinseci principali della coagulazione
b) porpora ( >3mm)
La porpora che si evidenzia a livello delle mucose gastriche e dell'apparato uro-genitale, o della cute, è dovuta
a un'alterazione della permeabilità vascolare che permette la fuoriuscita di piccole quantità di globuli rossi a causa della
diminuzione del numero delle piastrine. La porpora trombotica trombocitopenica (PTT) Il sistema immunitario
si rivolge contro piastrine e globuli rossi con anemia emolitica da microangiopatia. L'anemia comporta coagulazione con
eccessivo uso di piastrine.
c) ecchimosi (comunemente chiamato livido, è un tipo di contusione generalmente causata da impatto,
nella quale i capillari sottocutanei sono danneggiati, permettendo al sangue di diffondersi nei tessuti adiacenti. rosso blu
perche’ i GR vengono fagogitati dai macrofagi, poi blu verde perche’ l’emoglobina e’ covertita a bilirubina e poi giallo
marrone perche’ l’emoglobina diventa emosiderina);
d) grossi accumuli di sangue in alcune cavita’:
-emotorace-sangue nella pleura,
-emopericardio-sangue nel sacco pericardico etc..)
Diatesi emorragiche:
si identifica in un insieme di difetti “”minori”" del sistema emostatico,
quali la parziale carenza di uno o più fattori, la insufficiente produzione di
fibrinogeno, i difetti di degranulazione delle piastrine
•
Aumentata fragilità dei vasi (es.: scorbuto)
•
Carenza o disfunzione delle piastrine
•
Alterazione della coagulazione
•
Combinazione di queste cause
Test:
Disordini emorragici
-Tempo di sanguinamento: misura tempo in cui un’incisione (ferita) smette di
sanguinare. Valutazione in vivo della funzionalità piastrinica
-Conta piastrinica: su campione di sangue trattato con anticoagulanti (con contaglobuli)
-Tempo di protrombina: test che valuta la via intrinseca (fattore di Hageman mediata) e quella comune della coagulazione
-Tempo di protrombina parziale: Test che valuta la via estrinseca (tissue factor-mediata) e comune della coagulazione
-problemi vascolari (es Ehlers Danlos (difetto sintesi collagene),
telangiectasia emorragica ereditaria (displasia di capillari e venule: la dilatazione patologica e
l'aumento di numero dei capillari)
-infezioni, farmaci)
-piastrine: numero ridotto o disfunzionali (Glanzmann:sindrome emorragica autosomica
recessiva, che colpisce la linea megacariocitaria ed è caratterizzata dalla perdita dell'aggregazione piastrinica. Il difetto molecolare consiste in
una anomalia quantitativa e/o qualitativa dell'integrina aIIbb3. Questo recettore media il legame delle proteine di adesione, che assicurano la
formazione degli aggregati piastrinici e la formazione di trombi nei siti danneggiati dei vasi sanguigni.
Bernard-Soulier-insieme di disturbi a carattere autosomico recessivo o co-dominante riguardante le piastrine, in particolare il
recettore del fattore di von Willebrand della coagulazione, composto dalle glicoproteine gpIb, gpV e gpIX
storage pool-comprende un eterogeneo gruppo di disordini caratterizzati da un deficit nel contenuto dei granuli piastrinici
-difetto di coagulazione (emofilia A e B, malattia di von Willebrand):
malattia ereditaria dovuta ad un deficit del fattore VIII (A) o IX (B) della coagulazione. Entrambi I geni sono su cromosoma X
Malattia di Von Villebrand colpisce entrambi isessi
Difetto di aggregazione piastrinica
Difetto nei megacariociti
Difetti coagulativi piastrino-dipendenti
•
•
•
Anomalie congenite
– Sindrome di von Willebrand
– Sindrome di Bernard-Soulier: deficit del
recettore
Anomalie acquisite
– Trombocitopenia (basso livello di
piastrine)
– Distruzione delle piastrine circolanti:
leucemia, sindromi mieloproliferative,
eccesso di aspirina etc
Farmaci antipiastrinici:
– Aspirina (inibisce cicloossigenasi e
riduce trombossano)
– Effetto duraturo (piastrine non hanno
nucleo e non possono rigenerare gli
enzimi)
– Dipiramidolo (inibisce effetto di ADP)
• Rigetto iperacuto (minuti-ore)
Reazione antigene-anticorpo a livello endotelio vascolare
• Rigetto acuto (cellulare e umorale) (entro pochi giorni)
Concorrono lesioni cellulari e umorali
•
Rigetto cronico (entro mesi - creatina nel siero: composto intermedio del
metabolismo energetico sintetizzato dal fegato)
MECCANISMI DEL RIGETTO DEGLI
ALLOTRAPIANTI
Nei diversi modelli sperimentali sia cellule T CD4+ che CD8+,
che alloanticorpi specifici sono in grado di mediare il rigetto di
un allotrapianto (cioè un trapianto tra due individui
geneticamente diversi, ma appartenenti alla stessa specie);
inoltre, il rigetto può essere inibito da anticorpi anti-CD4 o antiCD8. Questi diversi sistemi effettori causano il rigetto attraverso
meccanismi differenti.
1. I CTL (Linfociti T Citotossici) alloreattivi, rappresentati
principalmente da linfociti T con fenotipo CD8+, lisano
direttamente le cellule endoteliali e parenchimali del
trapianto.
2. I linfociti T helper alloreattivi possono reclutare ed attivare i
macrofagi, dando inizio al danno del tessuto trapiantato
attraverso un meccanismo di tipo DTH (ipersensibilità ritardata).
3. Gli alloanticorpi si legano all'endotelio ed attivano il
sistema del complemento, danneggiando i vasi sanguigni del
tessuto trapiantato.
Ipersensibilità di tipo IV
Rigetto d’organo allogenico
Schematic representation of the events that lead to the destruction of histoincompatible grafts
Graft APC + host antigens
B and C
Host APC + graft antigens
host
Rigetto umorale
damage of the graft by a local delayed
hypersensitivity reaction
induce tissue damage by a local delayed
hypersensitivity reaction
A
In the direct pathway, donor class I and class II antigens on antigen-presenting cells in the graft (along with B7 molecules, not
shown) are recognized by CD8+ cytotoxic T cells and CD4+ helper T cells, respectively, of the host. CD4+ cells proliferate and produce
cytokines that induce tissue damage by a local delayed hypersensitivity reaction and stimulate B cells and CD8+ T cells. CD8+ T cells
responding to graft antigens differentiate into cytotoxic T lymphocytes that kill graft cells. In the indirect pathway, graft antigens are
displayed by host APCs and activate CD4+ T cells, which damage the graft by a local delayed hypersensitivity reaction. The example shown
is of a kidney allograft.
Difetto di aggregazione piastrinica
Difetto nei megacariociti
Shock
• Scompenso ipossico di molti organi dovuto
a collasso cardiocircolatorio da:
• 1)Difetto di volume ( es emorragico)
• 2)Difetto di pompa ( es: cardiogenico)
• 3) Settico ( vasodilatazione sistemica,
coagulazione intravascolare disseminata..)
Three major types of shock
Type of shock
Clinical example
Cardiogenic





Hypovolemic


Septic





Principal mechanisms
Failure of myocardial pump
owing to intrinsic myocardial
damage, extrinsic pressure, or
obstruction to outflow
Myocardial infarction
Ventricular rupture
Arrhythmia
Cardiac tamponade
Pulmonary embolism

Hemorrhage
Fluid loss, e.g., vomiting,
diarrhea, burns, or trauma

Inadequate blood or plasma
volume
Overwhelming microbal
infections
Endotoxic shock
Gram-positive spticemia
Fungal sepsis
Superantigens

Peripheral vasodilation and
pooling of blood; endothelial
activation/injury; leukocyteinduced damage; disseminated
intravascular coagulation;
activation of cytokine cascades
ostruzione parziale o totale della
circolazione arteriosa polmonare
Fasi dello shock
1) Non progressiva :
la funzionalita’ degli organi principali ( cuore, cervello, rene)
e’preservata. Vasocostrizione periferica, tachicardia,
ritenzione di liquidi ( renina-angiotensina-aldosterone)
2) Progressiva. Meccanismi di compensazione come possibile
causa di danno. Tachicardia se prolungata ed eccessiva
riduce la gittata, la vasocostrizione porta a danno ischemico
cellulare con formazione di acido lattico e vasodilatazione
Il sangue va al microcircolo periferico
3) Recupero e’ impossibile. Necrosi nei diversi organi
Endotossina
Componente della membrana batterica fatta da un core tossico
detto lipide A ricoperto da polisaccaridi
Lega a proteine seriche e poi al CD14 sui leucociti e
l’endotelio
Agisce direttamente ma anche tramite induzione di citochine
infiammatorie
Il riconoscimento di LPS
Cascata citochinica
Citochine: mediatori polipeptidici del sistema immunitario non antigene
specifici che fungono da segnale di comunicazione fra le cellule del sistema
immunitario e fra queste e diversi organi e tessuti
Danno diffuso dei capillari alveolari determinante
grave insufficienza respiratoria con ipossiemia arteriosa
refrattaria alla somministrazione di ossigeno
glycoprotein lb platelet receptor
platelet receptor GpIIb/III
sequenza arginina-glicina-acido aspartico (RGD) del fibrinogeno
Vena iliaca: trasporta il sangue povero di ossigeno dalla metà
inferiore del corpo al cuore
Fase trombo-dinamica
L’aumento nel plasma del contenuto in plasmina rappresenta un
meccanismo di difesa destinato a bilanciare il meccanismo di
coagulazione.
L’attivazione del plasminogeno richiede l’intervento di un attivatore
tessutale del plasminogeno (t-PA) e un attivatore del plasminogeno di
tipo urochinasico (u-PA), derivanti da precursori presenti nel sangue e
nei tessuti (endotelio dei vasi, leucociti, epiteli, mesoteli e cellule delle
membrane sinoviali).
Attivatori esogeni del plasminogeno possono essere alcuni prodotti
batterici, come la streptochinasi, la stafilochinasi, l’urochinasi e la saliva
di alcuni pipistrelli ematofagi (vampiri).
Con la dissoluzione e il riassorbimento del coagulo si avvia
contemporaneamente il processo di riparazione della ferita, al termine
del quale si ricostruisce lo strato di cellule endoteliali e la parete vasale
riacquista la sua normale struttura.
Difetto di aggregazione piastrinica
Difetto nei megacariociti
Structure and function of factor VIII-von Willebrand
factor (vWF) complex
Factor VIII is synthesized in the liver and kidney, and vWF is made in endothelial cells and megakaryocytes. The two
associate to form a complex in the circulation. vWF is also present in the subendothelial matrix of normal blood vessels and the
alpha granules of platelets. Following endothelial injury, exposure of subendothelial vWF causes adhesion of platelets, primarily via
glycoprotein lb platelet receptor. Circulating vWF and vWF released from the alpha granules of activated platelets can bind
exposed subendothelial matrix, further contributing to platelet adhesion and activation. Activated platelets form hemostatic
aggregates; fibrinogen (and possibly vWF) participate in aggregation through bridging interactions with the platelet receptor
GpIIb/III. Factor VIII takes part in the coagulation cascade as a cofactor in the activation of factor X on the surface of
activated platelets.
ACTION
METABOLITE
Vasoconstriction
Thromboxane A2, leukotrienes C4, D4, E4
Vasodilation
PGI2, PGE1, PGE2, PGD2
Increased vascular permeability
Leukotrienes C4, D4, E4
Chemotaxis, leukocyte adhesion
Leukotriene B4, HETE, lipoxins
fattore piastrinico 3 (FP3)
High Ratio: Thromboxane/Prostacicline
trombi
Disordini emorragici
- Tempo di sanguinamento, numero delle piastrine
tempo di protrombina e tempo di protrombina parziale
-problemi vascolari ( es sindrome Ehlers Danlos con collagene mutato;
telangiectasia emorragica ereditaria (displasia dei vasi);
infezioni, farmaci)
-piastrine : numero ridotto o disfunzionali ( Glanzmann,
Bernard-Soulier, storage pool)
-coagulazione ( emofilia A: carenza fattore VIII; emofilia B: carenza
fattore IX;
malattia di von Willebrand: ridotti livelli di fattore di von Willebrand)
Generation of arachidonic acid metabolites (eicosanoids) and their roles in inflammation
The molecular targets of action of some anti-inflammatory drugs are indicated by a red X. COX, cyclooxygenase; HETE, hydroxyeicosatetraenoic acid; HPETE,
hydroperoxyeicosatetraenoic acid.
LTB4 is a potent chemotactic agent
and activator of neutrophil functional
responses, such as aggregation and
adhesion of leukocytes to venular
endothelium, generation of oxygen free
radicals, and release of lysosomal
enzymes
When cells are activated by diverse stimuli, their membrane
lipids are rapidly remodeled to generate biologically active
lipid mediators that serve as intracellular or extracellular
signals to affect a variety of biologic processes, including
inflammation and hemostasis. These lipid mediators are
thought of as autocoids, or short-range hormones that are
formed rapidly, exert their effects locally, and then either
decay spontaneously or are destroyed enzymatically.
activated by stress or various
stimuli, as eg. C5a)
cytoplasmic Ca2+
from dietary sources or by conversion
from the essential fatty acid linoleic acid
predominant enzyme
in neutrophils
COX-1 is responsible for the production of prostaglandins that
are involved in inflammation but also serve a homeostatic
function (e.g., fluid and electrolyte balance in the kidneys,
cytoprotection in the gastrointestinal tract). In contrast, COX-2
stimulates the production of the prostaglandins that are
involved in inflammatory reactions.
A thromboxane-prostacyclin imbalance has
been implicated as an early event in thrombus
formation in coronary and cerebral blood vessels.
The prostaglandins are also involved in the
pathogenesis of pain and fever in inflammation. PGE2 is
hyperalgesic in that it makes the skin hypersensitive to
painful stimuli.
The principal actions of
lipoxins are to inhibit
leukocyte recruitment and
the cellular components of
inflammation.
ACTION
METABOLITE
Vasoconstriction
Thromboxane A2, leukotrienes C4, D4, E4
Vasodilation
PGI2, PGE1, PGE2, PGD2
Increased vascular permeability
Leukotrienes C4, D4, E4
Chemotaxis, leukocyte adhesion
Leukotriene B4, HETE, lipoxins
ADH: ormone antidiuretico
Causes of Thrombocytopenia
Decreased production of platelets
Generalized diseases of bone marrow
Aplastic anemia: congenital and acquired
Marrow infiltration: leukemia, disseminated cancer
Selective impairment of platelet production
Drug-induced: alcohol, thiazides, cytotoxic drugs
Infections: measles, human immunodeficiency virus (HIV)
Ineffective megakaryopoiesis
Megaloblastic anemia
Myelodysplastic syndromes
Decreased platelet survival
Immunologic destruction
Autoimmune: idiopathic thrombocytopenic purpura, systemic lupus erythematosus
Isoimmune: post-transfusion and neonatal
Drug-associated: quinidine, heparin, sulfa compounds
Infections: infectious mononucleosis, HIV infection, cytomegalovirus
Nonimmunologic destruction
Disseminated intravascular coagulation
Thrombotic thrombocytopenic purpura
Giant hemangiomas
Microangiopathic hemolytic anemias
Sequestration
Hypersplenism
Dilutional
Major Disorders Associated with Disseminated Intravascular Coagulation
Obstetric Complications
Abruptio placentae
Retained dead fetus
Septic abortion
Amniotic fluid embolism
Toxemia
Infections
Gram-negative sepsis
Meningococcemia
Rocky Mountain spotted fever
Histoplasmosis
Aspergillosis
Malaria
Neoplasms
Carcinomas of pancreas, prostate, lung, and stomach
Acute promyelocytic leukemia
Massive Tissue Injury
Traumatic
Burns
Extensive surgery
Miscellaneous
Acute intravascular hemolysis, snakebite, giant hemangioma, shock, heat stroke, vasculitis, aortic aneurysm, liver disease
Pathophysiology of disseminated
intravascular coagulation
Fase coagulativa
VIA INTRINSECA
Ha inizio quando il sangue viene a contatto con superfici cariche negativamente (collagene subendoteliale per es.).
Partecipano alla sua determinazione i Fattori: XII Hageman, XI Christmas, IX, VIII, fino all’attivazione del fattore X.
VIA ESTRINSECA
Nella via estrinseca abbiamo la formazione del complesso TF-VIIa-Ca++: il Fattore Tissutale, liberato a livello della
lesione, funge da recettore per il FVIIa ed in presenza del Ca++ forma un “complesso” attivando due reazioni:
Trasformazione del FIX in FIXa, che si complessa con il FVIIIa – che viene dalla via intrinseca – in presenza di
fosfolipidi e Ca++. Il fattore VIII non viene sintetizzato solo dal fegato, ma anche a vari altri livelli.
Trasformazione del FX in FXa che si complessa con il FVa, con i fosfolipidi e con il Ca++ (via comune). Fattore Va è
presente anche a livello delle piastrine; è una pro-accelerina, che viene espressa nella membrana piastrinica.
VIA COMUNE
Trasformazione del FX in FXa che si complessa con il FVa, con i fosfolipidi e con il Ca++
Il complesso FXa-FVa-fosfolipidi-Ca++ è anche detto protrombinasi, perché attiva la protrombina in trombina.
La trombina (serinoproteasi) trasforma il fibrinogeno in fibrina solubile.
La trombina agisce anche sul fattore XIII attivandolo a FXIIIa, che converte la fibrina solubile in fibrina insolubile.
Cascata della coagulazione
La lesione espone il sottoendotelio
(collagene, proteoglicani, fibronectina)
Tissue Factor (TF) ed altrimenti
indicato come fattore III o CD142
Anemie
•Funzioni globuli rossi è trasportare ossigeno ai
tessuti periferici
Diminuzione di tale capacità è solitamente causata da difetto nei globuli rossi o anemia
(riduzione sotto i limiti normali della massa totale di globuli rossi corcolanti)
•Riduzione rispetto al normale del volume dei globuli rossi sedimentato (ematocrito)
•Riduzione della concentrazione di emoglobina nel sangue
Classification of Anemia According to Underlying Mechanism
Pathophysiologic Classification of Polycythemia
Relative
Reduced plasma volume (hemoconcentration)
Es.: disidratazione per privazione d’H2O, vomito prolungato, diarrea, eccessivo uso di diuretici
Absolute
Primary
Polycythemia vera, rare erythropoietin receptor mutations (low erythropoietin)
Dovuta a alterazione intrinseca delle cellule staminali mieloid: è neoplasia di cellule mieloidii.
Mutazioni del recettore dell’eritropoietina
Secondary
High erythropoietin
(Spinge progenotori di globuli rossi verso aumentata eritropiesi)
Appropriate: lung disease, high-altitude living, cyanotic heart disease
Inappropriate: erythropoietin-secreting tumors (e.g., renal cell carcinoma, hepatocellular carcinoma,
cerebellar hemangioblastoma)
Disordini emorragici
- Tempo di sanguinamento, numero delle piastrine
tempo di protrombina e tempo di protrombina parziale
-problemi vascolari ( es Ehlers Danlos,
telangiectasia emorragica ereditaria, infezioni, farmaci)
-piastrine : numero ridotto o disfunzionali ( Glanzmann,
Bernard-Soulier, storage pool)
-coagulazione ( emofilia A: carenza fattore VIII; e B: carenza fattore IX;
Malattia di von Willebrand: ridotti livelli di fattore di von Willebrand)
Generalità
EMOSTASI
L’alterazione dell’integrità del letto vascolare può dipendere da una
lesione tissutale superficiale o da un grande trauma tissutale.
Per ridurre il sanguinamento ed evitare la perdita di sangue dopo un
danno tissutale sono attivati i componenti del sistema emostatico.
I componenti di questo sistema dinamico integrato comprendono le
piastrine, le cellule endoteliali ed i fattori plasmatici della
coagulazione.
Essi possono essere attivati o per l’esposizione nel letto vascolare a
superfici estranee o da prodotti liberati dalle cellule danneggiate.
L’emostasi può essere vista come una successione di quattro eventi
separati ma correlati. Le principali fasi dell’emostasi possono essere
riassunte schematicamente come segue:
fase parietale,
fase endotelio-piastrinica;
fase plasmatica o della coagulazione;
fase trombo-dinamica.
Anche se per comodità descrittiva le diverse fasi vengono trattate
separatamente esse in realtà avvengono pressoché
contemporaneamente.
Impossibile visualizzare l'immagine.
Fase parietale
Le cellule endoteliali formano una specie di rivestimento liscio e regolare della
parete dei vasi sanguigni, che permette al sangue di scorrere regolarmente.
Qualsiasi lesione della superficie interna di un vaso comporta l’interruzione di tale
strato cellulare, per cui nella zona lesionata si verifica una iniziale vasocostrizione
tendente a ridurre il calibro vasale.
Questo evento contribuisce ad arrestare l’emorragia.
La contrazione attiva delle fibre muscolari circolari lisce in corrispondenza o a
monte della lesione di continuo è dovuta inizialmente ad un riflesso vasomotorio
neurovegetativo e successivamente all’azione di sostanze liberate dalle piastrine:
serotonina, catecolamine e TXA2.
La vasocostrizione riduce transitoriamente l’intensità dell’emorragia e favorisce la
marginazione delle piastrine.
Nei vasi più piccoli (arteriole e venule) l’emostasi è devoluta quasi
esclusivamente alla formazione di un tappo piastrinico, mentre nei capillari si
potrebbe avere anche un semplice accollamento delle pareti favorito dalla
formazione di una sottile pellicola di fibrina.
Lesione vascolare e formazione del tappo emostatico primario.
Fase endotelio-piastrinica
Adesione, aggregazione e attivazione delle piastrine
Allorché un vaso sanguigno subisce una lesione di continuo, il collageno della parete
vasale viene a contatto con il sangue che l’attraversa: le piastrine aderiscono
immediatamente alle fibrille del collageno esposto nella breccia e sono stimolate
a contrarsi. Successivamente, altre piastrine presenti nel flusso sanguigno
aderiscono al primo strato e nel tempo di circa un minuto viene a formarsi il
cosiddetto tappo emostatico piastrinico o primario, che chiude la soluzione di
continuo. L’evento iniziale è l’adesione delle piastrine al collageno Le piastrine
quando aderiscono al collageno cambiano forma, si distendono su di esso e perdono
i granuli. A questo punto altre piastrine presenti nel sangue che scorre aderiscono a
quelle che si sono già legate al collageno (conglutinazione), formando un aggregato
di piastrine. L’aggregato di piastrine costituisce un tampone che impedisce
l’ulteriore perdita di sangue ed è propriamente un trombo bianco.
Fase plasmatica o della coagulazione
Il processo coagulativo può avvenire attraverso due sistemi:
il sistema intrinseco;
il sistema estrinseco.
Il primo consiste nell’attivazione di fattori presenti nel plasma
(da cui il termine intrinseco), mentre il secondo sistema si attiva
quando al plasma viene aggiunto un estratto tessutale per cui, in
contrapposizione al primo, si indica con il termine di estrinseco.
In questa fase sono coinvolti prevalentemente i fattori della
coagulazione ovvero proteine circolanti nel sangue e prodotte
quasi tutte dal fegato. Se ne conoscono una dozzina circa,
indicate in genere con un numero romano (es: fattore VII, VIII o
IX) o con il nome proprio (es: fibrinogeno). Essi hanno la
caratteristica peculiare di agire in sequenza, uno dietro l’altro, e
ad ogni tappa il fattore che circola inattivo nel sangue, viene
attivato ed agisce sul fattore successivo, che viene attivato a sua
volta. Ad ogni tappa aumenta notevolmente il numero di
molecole formate, così che alla fine di questa cascata
coagulativa, partendo da poche molecole, si ottiene un numero
enorme di molecole di fibrina. Per la produzione epatica di alcuni
di questi fattori è essenziale la vitamina K.
Sistema intrinseco
I fattori indispensabili per tale sistema sono presenti nel plasma e solo una
modificazione delle caratteristiche della parete vasale attiva le reazioni enzimatiche a
cascata che conducono alla coagulazione. Il contatto del sangue con l’endotelio leso è
indispensabile. Tale contatto con le fibre collagene e con il subendotelio rappresenta lo
stimolo fisiologico per l’attivazione del fattore XII o fattore di Hageman. Il fattore
XIIa attiva il fattore XI in fattore XIa, ma questa reazione procederebbe molto
lentamente se il fattore XIIa, non trasformasse anche la precallicreina (fattore
Fletchen) in callicreina. Il tutto verrebbe supportato dal chininogeno ad alto peso
molecolare. Viene successivamente attivato il fattore IX o fattore Christmas in fattore
IXa. Quest’ultimo in presenza di Ca++, fattore 3 piastrinico (PF3) e fattore VIII attiva
il fattore X. Il fattore VII o fattore antiemofilico A è costituito da una grossa
molecola glicoprotidica, composta da due differenti subunità, una ad alto e l’altra a
basso peso molecolare. Nell’emofilia A è carente la porzione di piccole dimensioni del
fattore VIII mentre la parte ad alto peso molecolare è presente. Essa si forma nelle
cellule endoteliali e manca nella malattia di von Willebrand. Con l’attivazione del
fattore X o fattore di Stuart-Prower originerà la via comune.
Sistema estrinseco
Con questo termine si intende il processo coagulativo che si
attiva quando al plasma si aggiunge un estratto tissutale che
normalmente è assente.
La tromboplastina tessutale o fattore III si forma generalmente
in seguito a necrosi dei tessuti.
Essa insieme al Ca++ ed al fattore VII o proconvertina forma
un complesso in grado di trasformare il fattore X in Xa (via
comune).
La formazione della fibrina attraverso questo sistema avviene
nell’arco di tempo di 10-15 secondi, laddove il sistema
intrinseco impiega 6-12 minuti.
Pertanto la liberazione del fattore III attiva un meccanismo di
difesa rapido nei confronti di un’ emorragia.
Via comune
Il fattore X attivato presenta una spiccata attività nel trasformare la
protrombina o fattore II in trombina.
Questa reazione è potenziata dalla presenza del fattore V proaccelerina
del calcio e dei fosfolipidi piastrinici.
Una volta formatasi la trombina, essa stacca proteoliticamente dal
fibrinogeno o fattore I i fibrinpeptidi A e B e i monomeri di fibrina che
successivamente polimerizzano spontaneamente tra di loro dando
origine ad un gel di fibrina.
Il reticolo di fibrina così formato si presenta scarsamente resistente.
Per tale motivo il fattore XIII o fattore stabilizzante la fibrina
interviene promuovendo la formazione di legami peptidici tra i monomeri
di fibrina conferendo al coagulo una maggiore resistenza meccanica.
Via Intrinseca e Via Estrinseca
Fase trombo-dinamica
Inizia pochi minuti dopo la formazione del coagulo e può essere divisa in due momenti:
fase costruttiva
fase distruttiva
La fase costruttiva inizia con ispessimento e addensamento progressivo delle strutture
fibrinose, seguito da riduzione del volume del coagulo (sineresi);
successivamente, la fase costruttiva comporta la retrazione del coagulo, fenomeno al
quale partecipa la trombostenina: la contrazione dei prolungamenti delle piastrine
avvicina i filamenti di fibrina ai quali esse aderiscono tenacemente per il tramite della
fibronectina con la fuoriuscita del siero. La retrazione del coagulo si completa dopo circa
un’ora dall’inizio della sua formazione.
La fase distruttiva subentra dopo alcuni giorni e comporta la dissoluzione del coagulo
mediante fibrinolisi: la fibrina polimerizzata subisce l’idrolisi ad opera di un enzima, la
plasmina o fibrinolisina, che si genera dal plasminogeno.